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Tesi in
Etica ed economia
Candidata:
Alessandra Ruffo
matr. 1212201365
INDICE
J. Rawls, A Theory of Justice, Massachusetts: Belknap Press of Harvard University Press, Cambridge 1971
2 stato un filosofo e religioso vissuto tra il 300 ed il 400 d.C., il suo era un pensiero moderno se pensiamo
che questo conserva tuttoggi una sua effettivit.
I teorici del retributivismo con fine sociale sembrano avere affinit con la teoria
dellutilit sociale. Come accennato in precedenza, si tratta di una tesi che non riconosce
lesistenza di diritti bens punta alla protezione delle istituzioni al fine di salvaguardare
lutilit sociale: considerato colpevole chi attenta al funzionamento delle istituzioni
sociali minando lutilit propria e altrui. I sostenitori di questa teoria auspicano la messa
in pratica di ogni provvedimento che sia finalizzato alla salvaguardia dellutilit sociale:
Questo per significa che se per assurdo la punizione di un innocente fosse utile per
garantirla, allora giusto che avvenga e cos avviene anche a parti inverse: se la punizione
di un ladro non dovesse giovare alla societ allora non necessario che avvenga.
Bentham stato uno dei pi autorevoli sostenitori della teoria dellutilitarismo (ne
linventore di fatto) applicandola in ambito etico, economico, legislativo civile e penale.
La convinzione di Bentham che lesistenza umana sia completamente regolata dalla
ricerca della felicit. Anche le obbligazioni morali sono finalizzate al mantenimento di
una societ equilibrata in quanto il compimento di azioni ad esse contrarie risulterebbe
dannoso per la felicit sociale ed attiverebbe il meccanismo della sanzione. Ci che
lutilitarismo di Bentham auspica il raggiungimento della maggior felicit possibile per
il maggior numero possibile di individui. Per Bentham, di conseguenza, verr considerato
come bene tutto ci che nutre il benessere sociale e come male tutto ci che nuoce alla
felicit. Bentham ha cercato di rendere meno generico possibile il suo pensiero con la
costruzione di estesissime tavole contenenti varie classi di piaceri cercando di determinare
quale fosse il loro apporto alla somma finale della felicit.
Bentham a parte, lutilitarismo4 una teoria che ha avuto sin dalla fine del XVIII secolo
una grandissima diffusione poich ha di molto semplificato le modalit di valutazione
delle azioni e non solo: proprio per la sua agevole applicazione, divenuto un principio
guida anche per leconomia, il diritto e la politica. Hahn nel 1982 scrisse riguardo
lutilitarismo ed il suo rapporto con le politiche pubbliche: La teoria economica delle
politiche pubbliche implacabilmente utilitarista: le politiche sono ordinate in base alle
loro conseguenze in termini di utilit.5 Questa affermazione funge da conferma alla teoria
secondo cui lutilitarismo stato la base per la costruzione di questo tipo di politiche, dal
momento che tutte le regole e le misure pubbliche devono rispondere al criterio di
massimizzazione dellutilit collettiva, intesa come aggregazione delle soddisfazioni delle
preferenze individuali.6
Dunque lutilitarismo ha due ulteriori diramazioni: il cosiddetto utilitarismo dellatto e
quello della regola. Per quanto riguarda il primo, un atto (di qualunque natura esso sia)
viene considerato giusto se una volta compiuto comporta una massimizzazione dellutilit.
Nellutilitarismo della regola invece, la norma a stabilire i parametri finalizzati alla
massimizzazione dellutilit che si considera raggiunta con il rispetto di questa.
Sia al retributivismo che allutilitarismo possono essere mosse delle critiche.
Lobiezione fondamentale che potrebbe essere mossa ai primi il fatto che punendo chi
ha effettivamente commesso un crimine, non viene assecondata lutilit sociale in quanto
non detto che dallarresto di un ladro lintera societ tragga un giovamento, mentre
4
F. Hahn, On some difficulties of the utilitarian economist in utilitarianism and beyond 1982, in
Utilitarianism and beyond, a cura di A. Sen e B. Williams, Cambridge University Press, Cambridge 1982,
p.187.
5
G. De Luca, C. Bertolazzi, Discutendo intorno alla Citta del liberalismo attivo, Alinea, Firenze 2008
lobiezione fondamentale che pu essere mossa agli utilitaristi quella secondo cui
sarebbero disposti a punire anche un innocente qualora questazione possa avere
ripercussioni positive sullintera societ.
Il dibattito tra queste due scuole di pensiero pu essere cos sintetizzato nella tabella 1.1:
Tabella 1.1: una schematizzazione dei lati positivi e negativi della teoria retributivista e
di quella utilitarista.
LATI POSITIVI
UTILITARISTI
RETRIBUTIVISTI
effettivamente ha commesso
il crimine, linnocente non
pu e non deve essere punito
per atti non commessi
LATI NEGATIVI
anche un innocente se ci
sociale
Oltre alle obiezioni che utilitaristi e retributivisti muovono gli uni agli altri, un vero e
proprio problema nellapplicazione delle teorie della punizione, proposto da Alan G.
Goldman che ci parla di un paradosso nellapplicazione della punizione: vi sono due
principi riguardanti la punizione che andrebbero soddisfatti, il primo il principio di
equivalenza del danno (secondo cui al criminale spetta una punizione equivalente al danno
provocato), il secondo riguarda gli effetti positivi della punizione affinch non sia fine a s
stessa. Questi due principi, per, non possono essere soddisfatti simultaneamente in
quanto la punizione necessaria per scoraggiare la criminalit, supererebbe inevitabilmente
il livello di equivalenza.
In breve: se la punizione pu essere giustificata solo tramite questi due principi, i quali
non possono essere soddisfatti nello stesso momento, allora la pena non pu essere
giustificata in alcun modo.
Il paradosso proprio questo: c bisogno di uno stato che punisca chi sbaglia, in modo
da proteggere i propri cittadini, ma una punizione non sarebbe possibile, in quanto sarebbe
impossibile farla aderire completamente ai principi di giustizia prima elencati. Proprio
sulla legittimit della pena il giornalista Pietro Ichino ha scritto un articolo che, apparso il
15 marzo 2016 sul Corriere della Sera, parla della legittimit della pena, pi precisamente
dellergastolo ostativo, a cui sono condannati gli affiliati o gli stessi boss di organizzazioni
criminali che abbiano compiuto un omicidio volontario, senza aver poi collaborato con la
giustizia.
Si parla di Carmelo Musumeci che, condannato allergastolo ostativo nel 1991,
questanno ha pubblicato il suo ultimo libro riguardante la vita dellergastolano: un uomo
che sa di non poter essere reinserito nella societ, condannato a dover vivere tutti i suoi
giorni come gli uni uguali agli altri, senza poter rivolgere un pensiero al proprio futuro,
ma solo al presente o al passato.
Musumeci ha avuto la possibilit di istruirsi, di divenire una persona colta, tanto che
sembra essere una persona totalmente diversa da quella che era nellottobre del 1991,
ormai consapevole degli sbagli commessi e che lo hanno portato a dover scontare una
simile pena. Da anni ormai questuomo porta avanti una battaglia contro questo istituto,
perch se vero che il fine della pena quello di disincentivare il compimento di nuovi
reati, non sono meno importanti i bisogni di riabilitazione, rieducazione e totale
conversione del condannato che in questo caso sembra sia avvenuta.
Il fine del lavoro non certo quello di entrare nel merito di tale questione, ma poich
fin ora si parlato di giustizia e di punizione, il riferimento allarticolo 27 della
Costituzione italiana non pu che sorgere spontaneo.
Il terzo comma di tale articolo recita: Le pene non possono consistere in trattamenti
contrari al senso di umanit e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Da decenni ormai le opinioni contrastanti riguardo la costituzionalit o meno
dellergastolo si sprecano, infatti accanto a chi dice che lergastolo una pena giusta e
necessaria per prevenire ulteriori comportamenti pericolosi di determinati soggetti, vi sono
uomini come lonorevole Terracini nel 47 afferm: Basterebbe visitare una casa penale
per costatare che le persone rinchiuse, dopo venti anni, sono completamente abbrutite.
Prolungata per tanto tempo, la pena detentiva porta a questo processo di trasformazione.7
www.rivistadignitas.it
10
Non solo un problema a livello umano quello che sembra causare lergastolo sui
fisici dei detenuti, anzi sembra esserci anche un problema di proporzionalit della pena,
infatti come ha affermato il giurista Ferrajoli : La pena dell'ergastolo contraddice il
principio di giurisdizionalit delle pene, il quale esclude pene fisse, non graduabili sulla
base della valutazione del caso concreto. Essa una pena per sua natura iniqua perch non
graduabile, equitativamente dal giudice, non attenuabile sulla base dei concreti, singolari e
irripetibili connotati del fatto, la cui valutazione forma uno dei momenti essenziali della
giurisdizione. L'astratta predeterminazione legale del tipo di reato punito con l'ergastolo
non toglie infatti che ogni reato diverso dall'altro e che precisamente
nell'individuazione e nella comprensione dei suoi specifici connotati che risiede l'equit
penale, che forma una dimensione essenziale del giudizio penale 8.
Insomma, lergastolo una pena severissima e Ferrajoli ci sembra dire che utilizzare la
stessa pena per giudicare crimini diversi tra loro che possiedono ognuno le proprie
caratteristiche e specificit, sembra sollevare problemi di iniquit.
Ferrajoli L., Ergastolo e diritti fondamentali, op. cit. ,LaTerza, Roma 1992, p. 84
11
12
10F. Casonatto, B. Cornaga; Il giusto e lutile: la teoria di Rawls e le obiezioni di Harsanyi, ,Mondadori,
Milano 2004.
13
12 J. Rawls, A Theory of Justice, Massachusetts: Belknap Press of Harvard University Press, Cambridge
1971, op. cit. p. 178-196
14
puramente utilitarista, per poi razionalizzarla in una teoria dellutilitarismo della norma
(come abbiamo appena visto in Two concepts of rules) che lo porter ad assumere
infine una posizione contrattualista stabilendo la priorit delle libert e dei diritti sul
benessere sociale aggregato13.
Rawls sostiene che in una societ che punta ad un buon funzionamento, gli interessi
delle minoranze non debbano in alcun modo essere sacrificati anzi, i servizi offerti alla
societ devono essere distribuiti in maniera uguale tra tutte le fasce della popolazione. E
proprio questo sar un punto importantissimo ai fini dellanalisi che verr effettuata nella
seconda parte della tesi, in quanto sono le istituzioni mal funzionanti (dunque quelle
cosiddette ingiuste, che perseguono obiettivi non utili ai fini del miglioramento delle
condizioni delle fasce minori e pi svantaggiate) la prima causa di malessere della
popolazione che spesso in alcun modo riesce a trovare sostegno, occasioni di riscatto o
qualche forma di aiuto dalle istituzioni o da politiche sociali.
A questo proposito Rawls suggerisce la messa in atto del principio della giustizia
distributiva che diversa dal concetto di eguaglianza delle opportunit. Infatti, se
leguaglianza di opportunit non consente agli individui di ottenere i massimi risultati o
vantaggi allinterno della societ poich non tiene conto delle condizioni sociali in cui le
persone sono prodotte (infatti il loro fine quello di rimuovere ogni tipo di ostacolo al
fine di favorire la partecipazione degli individui alla vita politica, economica e sociale
della societ), cos non per la giustizia distributiva la quale, tenendo conto delle
disuguaglianze innate e per questo definibili anche come immeritate, si propone di
aiutare lindividuo per permettergli di raggiungere la posizione che desidera nella
societ, qualunque sia il suo punto di partenza a livello sociale.
La giustizia distributiva raggiungibile attraverso lo strumento del contratto sociale il
quale, a sua volta, ipotizza lesistenza di una posizione originaria ben diversa da quella
concepita dal filosofo Hobbes. Hobbes, com noto, ipotizza che prima della stipula di
un contratto sociale, gli uomini vivessero in uno stato di natura in cui ognuno cercava di
far prevalere le proprie ragioni anche con metodi violenti e dunque, lunico modo per
porre fine alle guerre e alla violenza tra gli uomini fosse la stipula del contratto sociale
14
.
Viceversa per Rawls, le leggi giuste pongono le basi per delle aspettative legittime, il
loro fine quello di regolare la condotta di tutti gli individui razionali e di fornire loro
una base che li indirizzi ad una cooperazione sociale, quindi un ordinamento giuridico
legittimo e giusto soddisfer i precetti dello Stato di diritto. Secondo questi precetti, la
legge deve richiedere agli uomini dei comportamenti che essi gi si aspettano di dover
evitare o di dover tenere, ci si deve inoltre preoccupare di trattare casi uguali in maniera
uguale cos da evitare giudizi discriminatori o completamente arbitrari. Altro precetto
quello del nullum crimen sine lege e cio non pu esserci un reato se non vi alcuna
legge che lo prevede e in ogni caso, le leggi non possono essere retroattive: un reato
compiuto in passato non pu essere giudicato da una legge promulgata dopo
lavvenimento in questione15.
13
B. Casalini, L. Cini, Giustizia, uguaglianza e differenza: una guida alla lettura della filosofia politica
contemporanea, Firenze University Press, Firenze 2012.
14
15
J. Rawls, A Theory of Justice, Massachusetts: Belknap Press of Harvard University Press, Cambridge
1971, op. cit. p. 208
15
J. Rawls e S. Maffettone, Una Teoria della Giustizia,Feltrinelli editore, Milano 1982 ed. cit.. p. 237.
17J.
18
Rawls e S. Maffettone, Una Teoria della Giustizia,Feltrinelli editore, Milano 1982, ed.cit., p.111
J. Rawls e S. Maffettone, Una Teoria della Giustizia,Feltrinelli editore, Milano 1982, ed.cit., p. 255
16
17
19
J. Rawls, A Theory of Justice, Massachusetts: Belknap Press of Harvard University Press, op. cit. p. 171 ,
Cambridge 1971.
18
19
Fonte: www.ilbarrito.com
Le Vele sono una tappa fissa per i ragazzi che scelgono di partecipare ai campi estivi di
volontariato organizzati da Libera Contro le Mafie. Alcune delle loro reazioni sono state
riportate dalla giornalista Ada Di Palma sul sito www.identitainsorgenti.com. Questi
imponenti palazzi costruiti nel pi totale degrado, rappresentano una tappa di presa di
coscienza. Tornando a casa racconter quello che ho visto e che non come la
raccontano, nelle Vele ci sono solo povere persone afferma una ragazza di Carpi, e
ancora un ragazzo di Reggio Emilia: Un degrado del genere difficilmente immaginabile
nel 2015 per un paese come in Italia che si ritiene evoluto. Impensabile che le persone
siano lasciate in questo stato dabbandono. Per quello che ho potuto vedere in questo
campo, c ben altro, al di l della criminalit raccontata: c anche chi si impegna, chi
soffre. Ci sono gli sconfitti di questa realt che cercando di rialzarsi lo stesso e cercando di
ritrovare una propria dignit, in questa parte di Napoli. Solo povera gente purtroppo,
schiava della situazione, impotente, per la quale una sistemazione migliore unutopia20.
Il problema principale di queste zone lassenza di legalit causata prima di tutto
dallassenza di lavoro (dei circa 40mila abitanti di Scampia, il 61% disoccupato),
quando non lo Stato a fornire unopportunit lavorativa ai suoi cittadini, ad esso si
sostituisce la criminalit la quale venendo appoggiata, causa una specie di circolo
vizioso di cui la malavita il fulcro, la maggior parte dei delinquenti della zona di
Scampia non commette crimini per aumentare il proprio prestigio e rispetto nella societ,
ma lo fa per pura necessit, la camorra divenuta un ammortizzatore sociale, cos
definita dal magistrato Antonello Ardituro, che aiuta gli adulti a mantenere la propria
famiglia e fa proseliti tra i giovani affascinati dallidea del guadagno facile.
Tutto ha inizio dalle istituzioni, un loro cattivo funzionamento che non segua i principi
prima enunciati (ovvero quello delluguaglianza tra individui e i benefici a vantaggio dei
meno abbienti), alimenta situazioni di vita alquanto critiche che rischiano di protrarsi nel
tempo almeno fino a che la situazione istituzionale non veda un cambiamento. Questo un
fenomeno che rende difficile anche la vita degli operatori delle forze dellordine i quali,
visti come rappresentanti di uno Stato malato e che ignora le condizioni in cui versano gli
20
www.identitainsorgenti.com
20
abitanti della periferia di Napoli, vengono intralciati. Si sente spesso, infatti, di agenti
contestati durante larresto di personaggi di spicco di famosi clan, i quali vengono visti
come unica via di salvezza e datori di lavoro di molte famiglie della zona. A questo
proposito, in unintervista di qualche anno fa, il Segretario Generale Provinciale del
Sindacato indipendente di Polizia, Giulio Catuogno ha affermato in riferimento a un
simile evento: Ci che siamo stati costretti a vivere oggi ci porta ancora una volta a
credere che vi sia lannientamento della coscienza civile, quella coscienza civile che
dovrebbe essere prima materia dinsegnamento nelle scuole di ogni tipologia. - E ancoraUna coscienza che aiuterebbe almeno ad operare certi che la cittadinanza, pur non
fornendoti aiuto materiale, almeno non ti ostacoli nellattivit di Polizia. Quanto avvenuto
oggi non solo ha dato unimmagine della citt non certo realistica, ma ha fatto
comprendere agli operatori che, oltre al Governo che da anni ci pugnala alle spalle
effettuando continui tagli al Comparto Sicurezza, bisogna combattere anche con la
popolazione che spalleggia chi vive di non sani principi morali ed etici.21
C la necessit allora, di combattere lorigine del problema, e non coloro che ne sono
stati coinvolti, perch eliminando le cause che ci sono a monte, tutto il marcio scomparir
di conseguenza. Molto importante a questo proposito il contributo del magistrato
Raffaele Cantone secondo il quale lorganizzazione criminale va vista come un essere
mitologico: lidra; infatti se la struttura camorristica prevede una piramide costituita da
boss, capozona, capopiazza e spacciatore, non si deve pensare che la criminalit venga
distrutta con larresto di tali personaggi dal momento che essi verranno subito rimpiazzati
e la cosiddetta piramide, proprio come unidra si rigenerer22.
Vediamo nel paragrafo successivo, quali sono le soluzioni che vengono promosse in
ambito locale per ammortizzare questi problemi e lenire gli effetti sulla popolazione,
soprattutto sulla fascia giovanile. Linteresse a promuovere questo tipo di iniziative spesso
nasce direttamente dalla gente, a conferma del grandissimo bisogno di riscatto da una
situazione scomoda per chi costretto a viverla ogni giorno.
21
22
21
conclusione che i dati rappresentano una situazione che potrebbe trarci in inganno
convincendoci del fatto che in Campania la quasi assenza di minori denunciati potrebbe
essere la dimostrazione dellassenza di giovani criminali.
Il problema per, che risulta difficile trovare fonti che permettano di spiegare in
maniera sicura ed efficiente le motivazioni di questa tendenza di alcune regioni a non
denunciare i crimini commessi dai giovani (nel nostro caso ci stiamo occupando solo del
caso dei giovani criminali, ma la tendenza sembrerebbe essere quasi la stessa anche nel
caso in cui il discorso venisse esteso alla fascia di et superiore a quella analizzata), per
questo ho provato a dare una mia interpretazione della vicenda.
Credo, infatti, che questa diffusa pratica avvenga principalmente per tre motivi:
23 con il temine stesa ci si riferisce allatto di terrorizzare intere zone cittadine correndo su motorini e
sparando a tutto e a tutti facendo, appunto, stendere a terra per la paura tutti i passanti. un modo per far
capire chi comanda senza dare inizio a faide e spargimenti di sangue, una sorta di avvertimento tramite una
pressione psicologica.
23
A mio parere sono dinamiche queste, che trovano terreno fertile soprattutto in zone ad
alto tasso di ignoranza pi che di criminalit, dal momento che una denuncia seguita da
una punizione certa dellautore del gesto non pu che avere effetti positivi, soprattutto se
alla suddetta punizione fosse affiancata unazione volta a tirar fuori il criminale dalle
aree disagiate per tentare di prevenirne le azioni future.
Infine il terzo ed ultimo motivo che ho fornito: una situazione in cui operino istituzioni
ingiuste. In questi casi, chi deputato alla definizione della giustizia ed alla messa in
pratica di iniziative e programmi che siano tali, non da il buon esempio mettendola in
pratica, di conseguenza la popolazione che vi deve sottostare non intuisce la linea sottile
che intercorre tra ci che lecito fare e ci che non lo , dunque per questo motivo i
comportamenti ingiusti riescono a trovare una loro giustificazione.
Ma precisamente cosa spinge il giovane a compiere atti criminali e a reiterarli?
In Gomorra, Saviano riporta laffermazione di un ragazzino che entrato a far parte
del Sistema della camorra che illumina il lettore sulle motivazioni della sua scelta: Prima
lavoravo in un bar, prendevo duecento euro al mese; con le mance arrivavo a
duecentocinquanta e non mi piaceva come lavoro. Io volevo lavorare nellofficina con mio
fratello, ma non mi hanno preso. Nel Sistema prendo trecento euro a settimana, ma se
vendo bene prendo anche una percentuale su ogni mattone ( il lingotto di hashish) e posso
arrivare a trecentocinquanta quattrocento euro. Mi devo fare il mazzo, ma alla fine
qualcosa in pi me la danno sempre. 24
Credo che oltre alla motivazione gi data anche in precedenza, ovvero quella secondo
cui si spinti alla criminalit per problemi economici, e per il facile guadagno che deriva
dal compimento di piccoli crimini come spaccio, furti, rapine e borseggi, ve ne siano
molte altre.
Innanzitutto ad alimentare questo tipo di comportamenti tra le fasce pi giovani della
popolazione vi la disattenzione e lindifferenza che spesso le istituzioni e la societ
mostrano nei confronti dei ragazzi. La disattenzione di cui parlo, palese se si pensa al
fatto che la giovent, non venga stimolata ad azioni costruttive (ricordo che ci si sta
riferendo alle zone particolarmente disagiate, e non genericamente alla citt di Napoli o
allintera regione campana) tramite il coinvolgimento in circoli ricreativi, biblioteche,
associazioni culturali ecc.
anche la noia quindi, il fatto di non essere impegnati in altre attivit, che spinge i
giovani a compiere atti vandalici o piccoli crimini.
Capita spesso che la figura di chi osserva dallalto, con il distacco di chi non conosce
e non si rende conto della realt dei fatti, coincida con chi questa situazione debba
risolverla, ed per questo che i politici desiderosi di risolvere o quanto meno ridurre gli
episodi malavitosi in queste province applichino soluzioni da manuale inviando squadre
polizia ed esercito e creando cos situazioni che non fanno altro che alimentare tensioni e
malessere, riservando un ruolo subordinato invece, alla promozione di programmi ed
attivit che potrebbero realmente recare un giovamento agendo alla radice del problema.
C da dire inoltre, che la criminalit uno dei mezzi con cui i pi giovani si affermano
in un determinato contesto, acquisiscono maggiore autostima e sicurezza in s stessi.
24
24
Cos come facile (ma non scontato) che un ragazzino nato e cresciuto ad Hollywood si
appassioni al cinema oppure sogni di diventare un divo del grande schermo, coloro che
invece hanno da sempre avuto a che fare con una realt cruda, con un basso livello di
istruzione e di informazione e con la frequentazione di luoghi in cui il camorrista un
personaggio quotidiano, tendono a guardare questa figura con ammirazione, la esaltano
per le sue imprese e per il successo, i soldi ed il rispetto che ottiene nella vita, arrivando
a desiderare di essere come lui insomma, una sorta di idolo dei pi giovani.
Insomma, non si sta assolutamente generalizzando la situazione affermando che chi
nasce in un luogo destinato ad un certo tipo di vita e a certe esperienze. Lintenzione
quella di evidenziare come certe circostanze, alimentate dallignoranza, da problemi
economici, da mentalit standard e da iniziative politiche che poco centrano gli obiettivi
reali da perseguire per rovesciare la realt dei fatti, possano essere deleterie per
leducazione delle future generazioni poich non favoriscono una gettata di fondamenta
che possa cambiare in positivo le sorti delle generazioni future slegandole dagli errori di
quelle passate.
25
APPENDICE A
LA PERCEZIONE DELLA CRIMINALIT
sentimento che potremmo definire di razzismo, genera una sensazione di insicurezza per
chi abita il territorio25.
www.istat.it BES: Rapporto sul Benessere equo e sostenibile, Indagine sugli aspetti della vita quotidiana,
2013.
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29
a partire dallestate 2015 stato fatto un simile esperimento, anche se su scala assai pi
ridotta e con agenti che limitano il loro servizio alle grandi citt. Quello italiano un
esperimento che sembra avere pi le sembianze di un semplice scambio culturale in
quanto i poliziotti dei corpi spagnoli sono stati inviati in Italia in cambio di una contenuta
spedizione di poliziotti italiani nelle loro citt28.
Auspicare simili scambi culturali su una scala pi ampia o meglio, auspicare
lassunzione di poliziotti stranieri, non potrebbe che avere effetti positivi per quanto
riguarda il rapporto tra cittadini residenti ed immigrati per diminuire la diffidenza dei
primi nei confronti dei secondi, e per favorire lintegrazione (e la comprensione) dei
secondi tra i primi.
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italiane e di questo ovviamente la famiglia ne risente: non ci sono festivit, gli impegni
presi con i familiari a volte potrebbero non essere portati a termine. Ricordo un preciso
avvenimento accaduto negli ultimi tempi: ero coinvolto in unattivit dindagine
riguardante unorganizzazione criminale calabrese. Ci comunicarono che lindagine era
terminata con successo e dovevamo partire entro poche ore per eseguire degli arresti a
Vibo Valentia, il tempo era poco perch dovevamo agire prima che delle prove potessero
sparire.
Quindi pensa che il lavoro del poliziotto abbia anche funzione sociale?
Questo poco ma sicuro. Tantissime volte ho assistito a liti familiari, ho visto scene
tragiche: mariti che picchiano le proprie mogli, ragazzi drogati che usavano violenza
contro i propri genitori, io e i miei colleghi abbiamo avuto in queste situazioni il ruolo di
pacieri, cercavamo di ristabilire gli equilibri dando spesso aiuti psicologici oltre che
economici. Ho partecipato a collette per pagare la spesa a persone indigenti, costrette a
rubare nei supermercati per sfamare le proprie famiglie. Il poliziotto ha a che fare
quotidianamente con scene simili, il suo lavoro non pu che avere una forte funzione
sociale, spesso ci si sente coinvolti anche a livello personale, ci si immedesima.
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34
CONCLUSIONI
In questo complesso discorso sono partita dallenunciazione della teoria della punizione
(e quindi della distinzione tra le due teorie degli utilitaristi e dei retributivisti) per poi
giungere alla teoria della giustizia di Rawls con i suoi principi fondamentali e caratteristici
di una giusta istituzione. Quando si parla di punizione infatti non si pu prescindere dalla
definizione di giustizia ed istituzioni, infatti, una giusta punizione pu essere inflitta solo
se listituzione adibita a ci presenti delle caratteristiche che la rendano operante secondo
giustizia.
Dunque, partendo dallassunto che spesso, in luoghi disagiati (a questo proposito nella
mia tesi stato fatto lesempio del quartiere napoletano di Scampia) le persone non
abbiano via di fuga dal compimento di determinate azioni e di crimini, ho appoggiato la
tesi di Rawls secondo il quale chi vive in tali contesti non ha la possibilit di scegliere una
vita diversa da quella che effettivamente vive, fornendo loro quasi una giustificazione alle
azioni scorrette compiute in tali circostanze.
Dopo le premesse gettate nel primo e nel secondo capitolo, con il terzo si passati ad un
livello di analisi certamente pi pragmatico della tesi con lintervista al poliziotto F.R. il
quale mi ha confermato che chi agisce per riportare lordine, ha la necessit di ricevere un
sostegno dallo stato per mezzo di politiche sociali, in modo che non siano unicamente gli
operatori a doversi far carico delle problematiche sociali che, se affrontate con la
repressione, non avrebbero mai la possibilit di vedere una soluzione. Al contrario,
qualora il disagio di determinate zone e contesti venisse lenito con mirate azioni di politica
sociale, il poliziotto si troverebbe ad affrontare quasi esclusivamente casi che
normalmente gli competono, senza uscire fuori dai limiti del proprio dovere (e delle
proprie possibilit) e diventando quindi psicologo, sociologo e donatore di cibo e denaro
per i meno abbienti.
Mi auguro di essere riuscita con questo lavoro, a far conoscere un altro lato della polizia
e delle forze dellordine in generale, fornendo una spiegazione ed una motivazione ad una
serie di dinamiche che avvengono nel mondo della politica, le cui conseguenze vengono
percepite prima dal popolo e poi dalla polizia che ha a che fare con entrambi i fronti.
Qualora dovesse esserci la possibilit, ma soprattutto la volont di cambiare le cose per
renderle migliori, necessario che le politiche sociali non prendano certe situazioni per
date arrendendosi ad esse al contrario, c bisogno di una scrollata, di iniziative ed azioni
che eliminino linclusione della criminalit tra le vie di sbocco lavorativo prese in
considerazione dai giovani di Scampia e non solo.
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Bibliografia
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Sitografia
www.filosofico.net
www.istat.it
www.rivistadignitas.it
www.identitainsorgenti.com
www.repubblica.it
www.carmelomusumeci.com
www.ilbarrito.it
www.datiopen.it
www.swissinfo.ch
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