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1ª domanda

Correggere, commentare la nostra definizione di diritto (che abbiamo scritto il primo giorno di
lezione) alla luce delle cose che abbiamo studiato.
5 2ª domanda
Dare una definizione di diritto sulla base di un elemento che sceglierà lei tra normatività, sanzioni,
forza del diritto, ordine sociale e giustizia.

Normatività domanda 2
10 Il diritto viene spesso definito come un insieme di regole che governano la vita sociale dei cittadini.
Lo scopo di queste regole è guidare il cittadino nella scelta corretta fra le varie azioni possibili.
Josef Raz le ha definite ragioni di esclusione, poiché rispetto alle altre ragioni che possono guidarci
verso una scelta od un altra, le regole hanno una forza maggiore in quanto provengono da
un'autorità. Non bisogna però confondere il concetto di regola con quello di regolarità, poiché un
15 comportamento può ripetersi in modo uniforme nel tempo anche senza essere regolato , né con il
concetto di comando, che può essere l'origine o il fondamento,ma non la regola in quanto tale,
poiché non indica un modello di comportamento da seguire. La differenza tra le regole giuridiche e
tutte le altre si trova in tre criteri, i destinatari,la forma e l'origine. I destinatari delle regole
giuridiche sono spesso ritenuti i cittadini, in quanto le regole giuridiche sono identificate oggi con le
20 leggi statali, rivolte specificatamente ai cittadini. Ma più in generale, le regole giuridiche hanno
come destinatari soggetti considerati non per i loro legami personali ma per un principio di
eguaglianza e reciprocità. Il criterio della forma ha particolare importanza, in quanto la forma
influenza direttamente i comportamenti regolati e la loro descrizione. È necessaria una forma
prestabilita per garantire all'intero ordinamento certezza e stabilità, allontanandola dalle mutevoli e
25 variabili volontà delle persone. La forma oggi si manifesta sopratutto nel concetto di legge, che non
tiene conto degli status e delle appartenenze dei soggetti giuridici. In questo modo le regole
giuridiche raggiungono la generalità dei soggetti destinatari e l'astrattezza delle classi di azione.
Bisogna però ricordare che la forma di legge non è l'unico tipo di regola giuridica; si ricordino ad
esempio le clausole generali e i principi giuridici ai quali manca una fattispecie e quindi non sono
30 astratte. L'origine è il terzo ed ultimo criterio, una norma infatti non può essere giuridicamente
valida se non è stata emanata dalle autorità competenti. Le regole giuridiche possono infine essere
considerate come un complesso di ragioni per compiere o astenersi da determinate azioni, guidando
il comportamento delle persone, con l'obiettivo di tutelare valori ritenuti importanti dalla collettività
sulla base di ragioni ritenute valide dai soggetti a prescindere da appartenenze o status e individuate
35 da autorità legittime e competenti mediante formulazioni ufficiali.

Sanzioni domanda 2
Le sanzioni sono una caratteristica fondamentale del diritto e l'origine di molte teorie del diritto. Le
sanzioni giuridiche possono essere definite esterne, in quanto la stessa violazione consiste in un
40 comportamento e ad essa consegue un'azione esterna, e formali, in quanto istituzionalizzate poiché
gli ordinamenti moderni indicano i soggetti autorizzati ad irrogarla nonché i modi e i tempi per
farlo. L'obiettivo principale del diritto, se guardato dal punto di vista della sanzione, sembrerebbe
quello di sostituire la vendetta privata con una pubblica ma allo stesso tempo limitandola e
regolamentandola. Ed è proprio basandosi su questo che si sono formate le teorie sanzionatorie del
45 diritto, che riducono l'intero diritto al solo elemento della sanzione, queste teorie si dividono nel
realismo giuridico e nel normativismo giuridico. Per il realismo giuridico gli obblighi giuridici si
deducono dalle sanzioni irrogate, poiché è da queste che si possono comprendere i comportamenti
più vantaggiosi da adottare per il soggetto giuridico. Questa teoria affida di fatto alla sanzione il
ruolo di istituire un sistema basato sulla paura per assicurare al meglio l'osservanza delle norme e la
50 stabilità sociale. La sanzione è giudicata in base alle sue conseguenze e quindi alla sua efficacia sui
soggetti giuridici. Se osserviamo la teoria normativa invece, quella di Hans Kelsen in particolare,
vediamo che le norme giuridiche principali, se non addirittura le uniche, sono quelle che regolano le
sanzioni. Quando una norma prescrive che un certo comportamento deve essere sanzionato, si deve
dedurre che il suddetto comportamento è illecito e che ogni soggetto giuridico è giuridicamente
55 obbligato a osservare il comportamento opposto. La sanzione trasforma l'atto in illecito e lo rende
noto al cittadino. Per Kelsen ogni atto collegato ad una sanzione è obbligatorio per tutti i suoi
destinatari, infatti Kelsen definisce il diritto come la tecnica sociale che ottiene la condotta sociale
desiderata attraverso la minaccia di una misura sanzionatoria che sarà applicata in caso di condotta
avversa. Ma per altri, quest'ottica va capovolta, la sanzione serve appunto a sancire, cioè approvare
60 o confermare come lodevole, tutti quei beni personali e collettivi fondamentali per la stabilità
sociale. Quando un'azione è sanzionata, i beni e i valori in questione vengono riconosciuti
pubblicamente come validi.

Ordine sociale domanda 2


65 Come ogni settore della vita pubblica, anche al diritto può essere riconosciuto il ruolo di
coordinazione delle azioni umane. Ma di fronte all'immensità di forme e modi di coordinazione
bisogna capire quali possono essere definite quelle proprie del diritto e perché. Tradizionalmente al
diritto è attribuita la funziona di controllo e direzione sociale. Mentre il controllo sociale, tipico
dello stato liberale, si occupa di supervisionare le istituzioni sociali per il loro corretto
70 funzionamento e per risolvere i conflitti, potendo così restaurare l'equilibrio sociale, la direzione
sociale, tipica invece di uno stato sociale o interventista, imprime un orientamento alle iniziative
della società ed integra ad essa politiche sociali. In base al modo di intendere la società, si sono
storicamente sviluppate due concezioni del ruolo del diritto nella società. Per la concezione
funzionalista la società è un equilibrio precario tra forze contrastanti e lo scopo del diritto è quello
75 di preservare questo equilibrio o ripristinarlo se in crisi. Il diritto diventa così uno dei meccanismi
più importanti per preservare l'equilibrio sociale e difenderlo quando necessario. Secondo invece la
concezione conflittivista, la società è un luogo di conflitti tra vari interessi e poteri ed il diritto ha lo
scopo di mediare per risolvere o attenuare i conflitti e quella di occultarli se non addirittura
alimentarli. Questa concezione conflittivista ha trovato una versione radicale nel pensiero di Karl
80 Marx. Negli anni 70 si sviluppa un movimento definito “analisi economica del diritto”, che ha
introdotto nelle problematiche giuridiche metodi di indagine e criteri economici. Secondo i suoi
sostenitori anche le procedure giuridiche dovrebbero perseguire l'obiettivo dell'efficienza
economica calcolando i costi e i benefici allo scopo di conferire maggiore rigore e oggettività al
ragionamento giuridico. Questa teoria del diritto sfrutta una coordinazione sociale basata
85 interamente sulla cosiddetta interazione strategica. Un'interazione è detta strategica quando nel
processo di scelta di ciascuno, viene considerata l'aspettativa di scelta degli altri partecipanti e
ciascuno è consapevole e cosciente di ciò. Ciascuno quindi ha un'idea di cosa aspettarsi dagli altri e
di cosa gli altri possono aspettarsi da lui. Qualsiasi teoria sulla coordinazione si segua, lo scopo del
diritto rimane quello di risolvere i problemi di coordinazione tra i soggetti giuridici,rafforzando la
90 volontà di cooperare, identificando una modalità cooperativa comune o anche solo favorendo la
fiducia tra soggetti.

Giustizia domanda 2
Il fine del diritto sembra essere quello di assicurare la giustizia nei rapporti tra soggetti giuridici. In
95 generale la giustizia è composta da tre caratteristiche. La prima è l'alterità: la giustizia riguarda le
relazioni e i rapporti che legano i cittadini con gli altri. Per altri si intende qualunque soggetto
giuridico diverso da me. Il secondo carattere è il dovuto: ovvero ciò che spetta all'altro e quindi ha
diritto a pretendere che gli sia dato. Ad ogni diritto corrisponde un dovere ed infatti quando
qualcuno ha il diritto a pretendere, qualcun altro ha il dovere a dare. Il terzo carattere è
100 l'eguaglianza. Formalmente per eguaglianza si intende il trattare in modo eguali gli eguali e
diseguale i diseguali. Guardando a queste tre caratteristiche possiamo ricavarne una terza, la
commisurazione delle azioni. Un'azione infatti è giusta se rispettosa dell'altro, quindi se gli
riconosce ciò che le spetta in nome di un'eguaglianza proporzionale. La giustizia è spesso vista
come una virtù e collegata alle morali specifiche della propria cultura o religione, ma con la
105 costante sfida del multiculturalismo che porta negli Stati un pluralismo di punti di vista e di
concezioni di bene o male spesso conflittuali, il diritto deve trovare un concetto di giustizia che non
dipenda da alcuna particolare etica e sia accettato da tutti. Questa idea ha determinato lo sviluppo di
due teorie della giustizia: secondo la prima è possibile creare una teoria globale della giustizia,
ovvero un concetto di giustizia oggettivo ed accettabile per tutti a prescindere dalle proprie idee e
110 cultura, mentre un'altra ritiene che i principi di giustizia debbano essere propri delle particolari
sfere, ognuna governata da una propria logica, creando così una cosiddetta giustizia locale.
Tradizionalmente la giustizia si distingue tra una correttiva ed una distributiva. Per la giustizia
correttiva bisogna parificare un eguaglianza violata a causa di un guadagno o di una perdita ingiusti.
Nella giustizia distributiva invece, la parte svantaggiata non ha ancora diritto a ciò che le spetta,
115 poiché si deve ancora determinare cosa spetta a ciascuno.

Definizione del diritto domanda 1


La prima definizione che ho dato al diritto è stata “serie di norme che regolano la società e i
comportamenti dei cittadini”. Questa è una definizione molto diffusa nel nostro tempo, basata su
120 una considerazione del diritto interamente incentrata sulla regola, causato anche dall'enorme numeri
di leggi e di codici di leggi che vigono nel nostro tempo. È una definizione interamente legata al
solo concetto di norma giuridica, ma che non indica cosa sia una norma giuridica né quali siano i
fini del diritto. I termini usati sono imprecisi. Al posto di “serie di norme” è più corretto usare
sistema, in quanto specifica meglio l'organizzazione e l'ordinamento delle regole, e sostituirei
125 “regolare” con guidare. Questo perché guidare rende meglio l'idea che le norme siano fra le
motivazioni più importanti che spingono il cittadino a fare o non fare determinate azioni rispetto a
tutte le azioni possibili, in quanto prescrivono un certo modo di fare e provengono da una autorità.
Inoltre sostituirei cittadini con soggetti giuridici, in quanto il diritto in sé non si occupa soltanto dei
rapporti fra cittadini dello stesso Stato, ma molto più genericamente, del rapporto fra due o più
130 soggetti giuridici. Bisogna successivamente aggiungere il perché del diritto, ossia a cosa serva
questo sistema di norme. Pertanto ritengo che lo scopo del diritto sia quello di proteggere valori
considerati fondamentali dalla collettività. Questi valori considerati fondamentali sono racchiusi nel
termine giustizia. Bisogna poi considerare che le norme nei sistemi moderni sono ritenute valide e
legittime solo se formulate da organi e autorità preposte. Ma le norme giuridiche hanno bisogno di
135 essere rafforzate da sanzioni, sia in quanto le sanzioni riconfermano come valevoli quei beni e
valori ritenuti fondamentali dalle norme, sia in quanto la sanzione ristabilisce l'ordine violato e sia
in quanto dà sicurezza ai soggetti giuridici quando entrano in rapporti tra di loro, poiché in tal modo
il loro rapporto non è basato solo sulla fiducia reciproca ma è tutelato dalla presenza della sanzione.
Infine, il diritto non è tanto la norma giuridica in se, ma semmai si manifesta in attività o azioni
140 guidate da essa. Concludo quindi dicendo ora che il diritto si manifesta in azioni o attività guidate
da un sistema di norme le quali sono rafforzate da sanzioni ed emanate da organi ritenuti legittimi,
che hanno lo scopo di garantire e perseguire beni e valori fondamentali per la collettività.

Forza del diritto domanda 2


145 Il diritto, qualunque definizione gli si dia, ha nei suoi destinatari una forza implicita. Questa forza si
può esprimere in maniera coattiva, quindi attraverso sanzioni, o in maniera direttiva, sfruttando la
sua capacità di guidare l'azione umana attraverso le norme. Riguardo la prima ipotesi, possiamo dire
che le sanzioni sono una caratteristica fondamentale del diritto e l'origine di molte teorie del diritto.
Le sanzioni giuridiche possono essere definite esterne, in quanto la stessa violazione consiste in un
150 comportamento e ad essa consegue un'azione esterna, e formali, in quanto istituzionalizzate poiché
gli ordinamenti moderni indicano i soggetti autorizzati ad irrogarla nonché i modi e i tempi per
farlo. L'obiettivo principale del diritto, se guardato dal punto di vista della sanzione, sembrerebbe
quello di sostituire la vendetta privata con una pubblica ma allo stesso tempo limitandola e
regolamentandola. Se andiamo alla seconda ipotesi invece vediamo che il diritto viene spesso
155 definito come un insieme di regole che governano la vita sociale dei cittadini. La differenza tra le
regole giuridiche e tutte le altre si trova in tre criteri, i destinatari,la forma e l'origine. I destinatari
L
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s Per molti il fine del diritto sembra essere quello di assicurare la giustizia nei rapporti tra soggetti
pt giuridici. La giustizia, prima ancora di essere vista come elemento fondamentale nella definizione
oe 160 del diritto, è vista come una virtù legata alle proprie convinzioni morali, politiche e religiose. Ma
s con la costante sfida del multiculturalismo che porta negli Stati un pluralismo di punti di vista e di
tc concezioni di bene o male, molti si chiedono se effettivamente il diritto debba fare uso di un
ao concetto così soggettivo come la giustizia. Di fronte a questa critica i sostenitori della giustizia si
r dividono in due scuole di pensiero: secondo la prima è possibile creare una teoria globale della
ar 165 giustizia, ovvero un concetto di giustizia oggettivo ed accettabile per tutti a prescindere dalle
le proprie idee e cultura, mentre un'altra ritiene che i principi di giustizia debbano essere propri delle
lt particolari sfere, ognuna governata da una propria logica, creando così una cosiddetta giustizia
at locale. Un'altra critica molto diffusa viene da Kelsen a dai cosiddetti "emotivisti". Questi ritengono
e
R la giustizia un sentimento che manca di qualsiasi base oggettiva e che non sia altro che una passione
di: 170 irrazionale, poiché la sua definizione non è universale ma particolare. La giustizia viene così ridotta
os ad una mera espressione dei propri stati d'animo per esprimere approvazione o disapprovazione
m
pl riguardo una certa azione. Di fronte a questa critica solitamente si risponde affermando che il
ao sentimento della giustizia è un bisogno istintivo dell'uomo, frutto dell'uso che l'uomo fa della sua
ns ragione. D'altronde non ci si indigna a caso ma per una ragione ritenuta valida.
dtn 175
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r .Qual è la differenza tra la concezione delle norme come comando e come guida del
3cm
. comportamento umano?
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èrS (1/1 punto)
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la norma come comando è vincolante, la norma come guida è facoltativa
eoe
180 V la norma come comando è una prescrizione arbitraria, la norma come guida offre ragioni
rtm
l per agire
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la norma come comando è emanata dal sovrano, la norma come guida dal parlamento
aea
la norma come comando è accompagnata da sanzioni, la norma come guida no
t:c
aom 2.L'interdipendenza normativa si distingue dall'interazione strategica perché nel
.sm
u 185 primo caso
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t (1/1 punto)
iadci si agisce in base a quello che gli altri faranno
sgoep V si agisce in base a regole
pil si agisce per motivi di giustizia
osèta 190 si agisce per motivi di gratuità
sc.a
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3.Le norme secondarie della dottrina classica secondo Kelsen sono
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S (0/1 punto)
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V le vere e uniche norme
cnle
frammenti di norme primarie
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195 giudizi ipotetici del tipo Se è B, deve essere A
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giudizi predittivi del tipo Se è A, è B
rtaepa
easl 4.Le istituzioni secondo Santi Romano sono
tecam (0/1 punto)
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euail gli organi dello stato
:lzt 200 forza sociale organizzata
trii organismi non governativi
lieop V organismi sociali
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val.
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ai
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io. 5.Un popolo di angeli ha bisogno del diritto per
s
ptS (0/1 punto)
oec 205 resistere ai diavoli se attaccano
se V stabilire un azione comune a partire dal pluralismo
tcl sapere come agire bene nel dubbio
aot scoraggiare tentazioni di azioni negative
r.a
6.Il diritto naturale è soprattutto
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S 210 (1/1 punto)
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un codice razionale che fa da esempio al diritto positivo
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un codice divino rivelato
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V un insieme di criteri per giudicare il diritto positivo
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un insieme di aspirazioni di buoni cittadini
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èlu 215 7.Il realismo giuridico definisce il diritto come
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cdni minacce di sanzione
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ldrs V previsione di fatti istituzionali rilevanti
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1im 220 reali comandi del sovrano
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ètse. (1/1 punto)
utiec le norme siano assunte in coscienza
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le norme non abbiano bisogno di sanzione
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225 le norme siano giuste
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V le norme siano viste come guide dell'azione umana
apar.tc 9.Il soft law
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m (1/1 punto)
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c è un diritto più comprensibile con le persone del hard law
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230 è un diritto più internazionale del hard law
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R è un diritto più incerto del hard law
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V è un diritto prodotto diversamente dal hard law
scapp.
lpdo 10.Tra gli elementi per la definizione del diritto soggettivo non si trovano
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oim (0/1 punto)
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c 235 V i diritti umani
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i titolari del diritto
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i beni cui si ha diritto
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i titoli in base a cui si hanno diritti
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om Torna alla pagina di ringraziamento
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