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28 Nuova Serie
Anno XIV – 2018
PAIDEUTIKA. Quaderni di formazione e cultura
28 – Nuova Serie – Anno XIV – 2018
semestrale
Editoriale 5
SAGGI 9
Gianmarco Pinciroli, Diritto, violenza, mezzi puri. Note su Per la
critica della violenza di Walter Benjamin 13
Pierangelo Barone, L’irrazionalità della violenza in adolescenza: un
effetto indesiderato della rimozione del conflitto 33
Gianluca Giachery, “Tu devi”. Patologie dell’educazione: potere e coercizione 53
OGGI UN FILOSOFO 91
Rubrica di Fulvio Papi
Studi ed esperienze 93
Germana Berlantini, «…mais je veux effacer la trace de mes pas…».
Éthique de la connaissance et violence du langage dans Georges Bataille 95
Marta Ilardo, La scuola dei diritti universali. Hannah Arendt e il caso
“Little Rock” 113
4
RECENSIONI 169
Giorgio van Straten, Storie di libri perduti (di Giuliano Gozzelino) 169
Sergio Luzzatto, I bambini di Moshe (di Cristina Gatti) 171
Simone Chicchi, La società della prestazione (di Silvano Gregorino) 174
Augusto Romano, L’inconscio a Torino (di Gianluca Giachery) 177
Yves Bonnefoy, Luoghi e destini dell’immagine (di Gianmarco Pinciroli) 180
Suze Rotolo, Sulla strada di Bob Dylan (di Gianmarco Pinciroli) 183
Giovanni Maria Bertin, Educazione alla ragione. Lezioni di pedagogia
generale (di Gianluca Ammannati) 185
Mino Conte (a cura di), La forma impossibile (di Irene Papa) 189
Walahfrid von Reichenau, Hortulus. Coltura e cultura del giardino, a
cura di M. Gennari (di Giusi Ruotolo) 192
Abstract 199
L’irrazionalità della violenza in adolescenza:
un effetto indesiderato della rimozione del conflitto
Pierangelo Barone
1
Cfr. M. Mitterauer, I giovani in Europa dal Medioevo a oggi, Roma-Bari, Laterza, 1991;
G. Levi, J.C. Schmitt, Storia dei giovani. Dall’antichità all’età moderna – Vol. I, Roma-Bari,
Laterza, 1994; O. Niccoli, Il seme della violenza. Putti, fanciulli e mammoli nell’Italia tra Cinque
e Seicento, Roma-Bari, Laterza, 1995.
34
2
Cfr. P. Barone, Pedagogia della marginalità e della devianza. Modelli teorici, questione mi-
norile e criteri di consulenza e intervento, Milano, Guerini, 2011.
3
Cfr. F. Heritier (a cura di), Sulla violenza, Roma, Meltemi, 1997; N. Elias, La civiltà
delle buone maniere, Bologna, Il Mulino, 1988; P. Clastres, Archeologia della violenza, Roma,
Meltemi, 1998.
36
Il mos juvenum
4
Cfr. P. Barone, Pedagogia dell’adolescenza, Milano, Guerini, 2009, p. 63.
37
5
Cfr. E. Crouzet Pavan, Un fiore del male: i giovani nelle società urbane italiane (secoli
XIV-XV), in G. Levi, J.C. Schmitt, Storia dei giovani. Dall’antichità all’età moderna (Vol. I),
cit., p. 231.
38
6
Su questo si vedano O. Niccoli, Op. cit., e V. Marchi, Teppa. Storie del conflitto giovanile
dal Rinascimento ai giorni nostri, Roma, Red Star Press, 2014.
7
Cfr. V. Marchi, Op. cit., pp. 47-49.
39
bito e sanzionabile – mette non a caso sotto accusa due istituti-cardine dei
giovani popolani (non soltanto cinquecenteschi): la vita in strada e l’aggre-
gazione in ‘bande’. Sulla vita di strada si appunteranno interessi economi-
ci, ed essa sarà progressivamente tollerata soltanto nelle zone ancora non
urbanisticamente appetibili8.
8
Ivi, pp. 50-51.
9
Si veda M. Mitterauer, Op. cit.
10
Cfr. V. Marchi, Op. cit., p. 56.
11
Ibidem.
40
12
La popolazione variopinta degli insensati è costituita da numerose categorie di
emarginati e inoperosi: si tratta di “indigenti, di vagabondi e di mendicanti”, di “donne
caduche”, di “vecchie rimbambite o inferme”, di “innocenti gobbe e deformi”, di folli dallo
“spirito debole o pazzi furiosi”, di “ragazze incorreggibili”, di “grandi e piccoli paralitici”,
di “furfanti e libertini”, di “infermi e criminali”. Cfr. M. Foucault, Storia della follia nell’età
classica, Milano, BUR, 1992, p. 86.
13
Ci riferiamo ancora a M. Foucault, Storia della follia nell’età classica, cit.
14
Su questo V. Marchi, Op. cit., p. 67.
41
crinatura pedagogica con cui viene inaugurata, nella prassi reale, la peda-
gogia moderna. Il principio che è sotteso all’idea di minorità del minore – è
un’aetas infirma, i fanciulli non possono, senza rischio, esser lasciati ad una
libertà priva di costrizione gerarchica15 – è quello di una loro connatura-
ta insufficienza e dell’inevitabilità che l’adulto eserciti nei loro confronti
la propria responsabilità educativa, fatta di imposizione di regole rigide e
di disciplina del corpo e della mente. La minorità del minore si esprime
attraverso una colpevolizzazione del fanciullo rispetto alla sua incapacità
di gestire l’insieme disordinato e irrazionale di istinti, desideri, pulsioni:
“si determina”, in tal senso, “una contiguità tra istinto e pericolosità che si
riversa nell’immaginario culturale, così come nei discorsi e nelle pratiche
pedagogiche, chiamate a svolgere un’azione di controllo e gestione del cor-
po e della mente del ragazzo”16; compito educativo dell’adulto è dunque
principalmente quello di regolarne il comportamento per annullarne o,
quanto meno, limitarne, la pericolosità intrinseca.
A questa frattura storica, seguirà una lunga stagione - che si spingerà
fino all’Età Contemporanea – in cui l’adolescente, pensato e descritto a
partire dal suo status di minorità, sarà sottoposto a stretta vigilanza educa-
tiva e disciplinare, attraverso pratiche di assoggettamento che non rispar-
mieranno l’utilizzo di mezzi coercitivi e violenti per ottenere l’obbedienza
del giovane a cospetto del potere dell’adulto; oltre tre secoli di pedagogia
nera contribuiranno significativamente a rimarcare la funzione di ribellio-
ne e di emancipazione che viene ad assumere la violenza giovanile come
forma di conflitto contro l’Autorità degli adulti.
15
Cfr. P. Ariès, Padri e figli nell’Europa medievale e moderna, Roma-Bari, Laterza, 1968.
16
Cfr. P. Barone, Pedagogia dell’adolescenza, cit.
42
17
Cfr. M. Benasayag, G. Schmit, L’epoca delle passioni tristi, Milano, Feltrinelli, 2004.
18
Cfr. M. Recalcati, L’uomo senza inconscio, Milano, Cortina, 2010.
44
rato sulla rimozione inconscia del desiderio, oggi il disagio sarebbe strut-
turato sull’angoscia del non avere più niente da desiderare: sull’impossi-
bilità del desiderare come cifra del “godimento coatto”19. Al principio del
godimento acritico verso cui spinge quell’assunto feticistico della merce,
di cui Marx ha indicato gli effetti alienanti sull’essere umano, è sotteso
un modello pedagogico non intenzionale che risponde agli effetti specifici
dell’organizzazione economica e sociale del capitalismo globale: si tratta
di un modello formativo strutturato sulle istanze di una performatività
assoluta, in cui diviene indispensabile, ai fini della sopravvivenza sociale,
mostrare enormi capacità prestazionali – determinazione, potenza, aggres-
sività – ai limiti della sopraffazione, disconoscendo qualsiasi forma di alte-
rità per affermare la supremazia egotistica.
Ma la coazione a godere che appartiene al “discorso del capitalista”20 non
rivela solo il volto della mercificazione consumistica, in cui il soggetto è
libero, senza vincoli e senza limiti, nella ricerca del godimento, bensì an-
che quello della disperazione di chi si scopre a precipitare nell’angoscia
impotente quando evapora l’illusione di onnipotenza che la vertigine con-
sumistica produce. Il senso di vuoto, la percezione di una propria inutilità,
la convinzione dell’impossibilità di rispondere alle richieste sociali, di non
essere mai all’altezza di un modello esistenziale da «lupo performante»21,
sono i correlati di questo «nichilismo passivo»22 che sembra colpire soprat-
tutto le generazioni più giovani. Il «disagio sommerso»23 degli adolescenti
prende la forma del malessere interiore, della fatica relazionale, dell’in-
terferenza comunicativa; esso si gioca su un nuovo genere di estensione
rispetto al passato, che riguarda lo spazio interiore.
Il disagio degli adolescenti sembra delineare una incapacità a rendere
presente e strutturare la dimensione del «desiderio», e non tanto, o non
più semplicemente, una mancata soddisfazione del «bisogno»24. Da tale
19
Cfr. J. Orsenigo, Disagio ed esistenza, in C. Palmieri (a cura di), Crisi sociale e disagio
educativo, Milano, Franco Angeli, 2012, p. 65.
20
Cfr. M. Recalcati, Cosa resta del padre?, Milano, Cortina, 2011, p. 43.
21
Cfr. M. Benasayag, G. Schmit, Op. cit., p. 104.
22
Cfr. C. Palmieri, Op. cit., p. 87.
23
Cfr. P. Barone, Pedagogia dell’adolescenza, cit., pp. 113-126.
24
Ivi, p. 122.
45
25
Cfr. C. Palmieri, Op. cit., p. 85.
26
Cfr. M. Benasayag, Oltre le passioni tristi, Milano, Feltrinelli, 2016.
27
Cfr. M. Serra, Gli sdraiati, Milano, Feltrinelli, 2013.
46
28
Ci riferiamo in particolare alle acute analisi di: G. Pietropolli Charmet, Fragile e
spavaldo. Ritratto dell’adolescente di oggi, Roma-Bari, Laterza, 2008; U. Galimberti, L’ospite
inquietante. Il nichilismo e i giovani, Milano, Feltrinelli, 2008.
29
Cfr. A. Marchesi, Stati di eccezione in adolescenza, in P. Barone (a cura di), Vite di flusso.
Fare esperienza di adolescenza oggi, Milano, Franco Angeli, 2018, pp. 57-58.
30
Tra altri: M. Recalcati, Cosa resta del padre?, cit.
47
31
Cfr. M. Ammaniti, La famiglia adolescente, Roma-Bari, Laterza, 2015.
32
Cfr. M. Benasayag M., A. Del Rey, Elogio del conflitto, Milano, Feltrinelli, 2008.
33
Ibidem.
48
34
Cfr. M. Foucault, Sorvegliare e punire. Nascita della prigione, Torino, Einaudi, 1976, p.
112 e p. 143.
35
Cfr. A. Marchesi, Op. cit., p. 59.
49
36
Ibidem.
50
Riferimenti bibliografici