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Vita e opere
Hume nasce nel 1711 in una famiglia della piccola nobiltà scozzese. Intraprese gli studi giuridici, in seguito abbandonati
per dedicarsi a materi storiche, filosofiche e letterarie nel 1729. Nel ’34 si trasferì in Francia, dove lavorò in una ditta
commerciale. Qui scrisse il Trattato sulla natura umana e nel 1742 i Saggi morali e politici. Nel ’51 scrisse la Ricerca
sull’intelletto umano e Ricerca sui principi della morale. Con i Discorsi politici del ’52 ottenne un grande successo come
intellettuale e divenne conservatore della biblioteca degli avvocati di Edimburgo. Intraprese la carriera politica fino a
divenire sottosegretario del Governo Grafton e morì a Edimburgo il 25 agosto del 1776.
Ragione e società
Hume si fece critico del carattere prevalentemente pratico dell’illuminismo inglese, sottolineando la fondamentale
importanza dell’analisi di sentimenti e passioni al fine di ritrovare quelli più confacenti alla vita civile, ispirati dalla
lontananza da posizioni estremiste. La politica è ricondotta da Hume ai fatti e alle esperienze convalidate dalla storia.
Egli si fa aperto oppositore di qualsiasi forma di fanatismo politico evitando di andare a ricercare principi politici
assoluti, i quali, se tradotti in pratica, avrebbero portato a scontri e radicali divisioni. Da qui lo scetticismo anche verso
il liberalismo estremo. Egli rimase sempre fedele al monarca inglese, convinto che solamente uno spirito moderato
(giusto mezzo) avrebbe garantito la prosperità e la tranquillità politica.
Economia e società
La dinamica della società è ricondotta al dispiegamento della razionalità: prima con l’immaginazione, la fantasia e la
superstizione, dopo con il pensiero scientifico e artistico. Sono le arti e le scienze, per Hume, a determinare la
civilizzazione e l’efficacia dell’attività economica. Attraverso il lavoro, l’uomo esprime le tre facoltà che gli consentono
di essere felice: azione, piacere e indolenza. Le arti impiegano l’uomo nell’azione; proprio dalle arti l’uomo può ricavare
quei beni il cui uso gli procura soddisfazione e piacere; infine, il lavoro che l’uomo esplicita nelle arti fa nascere in lui
l’esigenza del riposo per ricostituire le energie consumate.
Hume elogia la società industriale in quanto ha permesso la nascita di un processo di mobilità sociale assente nel
mondo feudale, in cui il potere era monopolizzato da parte dei ricchi. Egli suggerisce, perciò, una politica economica e
sociale finalizzata ad una ripartizione della ricchezza nazionale che non accentui le distanze fra le categorie sociali, ma
che tenda ad attenuarle.