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Edward Sapir: Cultura genuina e cultura spuria

La cultura genuina non necessariamente alta o bassa, ma solo


essenzialmente armoniosa, equilibrata, soddisfacente in se stessa E
l'espressione di un atteggiamento, riccamente variato e comunque
unificato e consistente, verso la vita, un atteggiamento che scorge il
significato di ciascun elemento di civilt nel suo rapporto con gli altri.
E una cultura, in cui nulla senza significato spirituale, in cui non
una parte importante del generale funzionamento porta con s un
senso di frustrazione, di sforzo mal diretto o non simpatetico. Essa non
un ibrido spirituale di toppe contraddittorie, di compartimentistagno della coscienza che evitano di partecipare a una sintesi
armoniosa. () Se detesta la schiavit, essa sente il dovere di un
ridimensionamento economico che possa ovviare alla necessit del
suo impiego; non fa gran mostra, nei suoi ideali etici, di una
opposizione intransigente alla schiavit soltanto per introdurre ci
che corrisponde al sistema schiavistico in taluni settori del suo
meccanismo industriale. () Se inclina a smantellare le istituzioni
religiose, anche pronta a fare a meno delle case religiose istituite.
() Non cura l'istruzione dei suoi figli in ci che sa inutile e non vitale
sia a loro che alla propria vita matura, n tollera mille altri
compromessi spirituali che sono manifesti nella vita americana di
oggi. (E. Sapir, linguista e antropologo statunitense, 1884-1939) (1)
A partire dalla fine della seconda guerra mondiale, gradualmente, tutti
i popoli hanno preso a modello di riferimento, economico e culturale,
gli Stati Uniti. Eppure proprio da quel paese erano partiti i primi
segnali dei pericoli insiti in quel modello. Il sociologo Thorstein
Veblen gi nel 1899 aveva denunciato le cause e le possibili derive di
un consumismo, basato su una esasperata competizione sociale.
Lantropologo culturale Edward Sapir, dopo un quarto di secolo, a
quella denuncia ne aggiunger unaltra: quella di una societ
economicamente efficiente, ma incapace di esprimere una cultura
genuina, cio organica ed aderente alle aspirazioni degli individui.

La cultura americana d veramente rilievo al principio


delluguaglianza politica e sociale? A giudicare dai discorsi ufficiali
dei loro Presidenti e dalle linee ispiratrici di giornali e televisioni,
sembrerebbe non esserci alcun dubbio: gli Usa sono la patria delle pari
opportunit e dunque almeno di una 'certa forma di uguaglianza.
Eppure tutti sappiamo del persistere di una sottile discriminazione
razziale e dellemarginazione dei negri (evito la recente, insulsa
variante lessicale del termine) nei quartieri delle grandi citt. Siamo
dunque di fronte ad una societ adagiata su una comoda ipocrisia: nel
2009 elegge un presidente negro, ma ai livelli pi bassi il colore della
pelle ha ancora la sua importanza.
A parte una lunga storia della cinematografia contro i nativi
pellerossa e gli esempi fatti a proposito dei negri, ci troviamo
chiaramente di fronte ad una cultura spuria in cui idee e sentimenti
opposti, parole e fatti, pubblico e privato, entrano perennemente in
conflitto. Sapir si addentra poi anche nei meccanismi economici,
sostenendo che la forma estrema assunta dalleconomia capitalistica in
quel paese in qualche modo assimilabile allo schiavismo. Pi avanti
nel saggio in questione dir che la vita di una telefonista, che non sa
esattamente a cosa serva esattamente il suo lavoro, inautentica, non
corrispondente alla sua interiorit, e dunque molto peggiore di quella
di un indiano dAmerica che risolveva il suo problema economico con
la pesca al salmone.
A questo punto dobbiamo porci un'altra domanda, non esplicitata da
Sapir nel breve saggio del 24, ma alla quale egli dedicher un altro
articolo nel 1932 dal titolo Cultural Anthropology and Psychiatry.
Poich di esso non disponibile la traduzione in italiano, ho potuto
coglierne solo le linee essenziali, ma queste hanno rafforzato in me
lidea secondo la quale esiste un nesso abbastanza stretto fra una
societ spuria (non armoniosa e non equilibrata) ed una larga
diffusione di stati di disagio psichico individuali.
La psichiatria, prima di assegnare ai meccanismi biologici ed alle
terapie farmacologiche un ruolo dominante, con Freud aveva
incardinato nel sociale il problema delle varie forme di patologia. Su

quel versante per essa trovava solo una componente della psiche,
quella dei valori morali ufficiali. Sullaltro versante si trovava ancora
qualcosa che apparteneva alleredit genetica dellindividuo: gli istinti;
in primo luogo, e non senza una certa esagerazione, quello sessuale. A
mediare fra i due era deputato lio razionale, il quale naturalmente
poteva riuscire o meno nel suo compito. La patologia era dunque il
frutto di uno scontro fra la natura, protesa sempre verso la piena libert
di espressione delle pulsioni primordiali, e le regole del vivere sociale,
che tendono ad inibire questa libert.
Lapproccio antropologico-culturale di Sapir, pur non negando
lincidenza delle forze istintuali di amore ed odio, di vita e di morte,
assegna invece ad esse un ruolo secondario. In base a questa diversa
impostazione il disagio dellindividuo sembra sorgere non tanto da un
conflitto fra gli istinti inconsci e un Super-io morale, ma dai contrasti
di una duplice, o addirittura molteplice, educazione morale, derivata
da pi figure autorevoli e gruppi sociali influenti, portatori di norme e
valori antitetici.
Uno psicologo, del cui nome nella mia memoria s persa traccia, ha
raffigurato il cervello umano a un nastro di registrazione a pi piste,
capace di memorizzare contemporaneamente cose diverse. Quando a
un bambino il pap dice che il dolce fa male ai denti e nello stesso
momento la mamma sostiene che in fondo basta lavarseli spesso, il
bambino memorizzer entrambe le risposte e, quando sar adulto, di
fronte ad un dolce non sapr quale dei due insegnamenti utilizzare.
Finch si tratta di cose simili il dilemma si risolve con facilit, ma
quando si tratta di scelte di maggiore rilievo, cominciano i guai. Ad
esempio, lamore un sentimento di bene che ha come sbocco naturale
i rapporti sessuali oppure un desiderio di godimento che pu
giustificare anche un atto di sopraffazione? Se il giovane adolescente
in famiglia e a scuola ha imparato ad avere rispetto per laltro sesso,
ma dal web e nei discorsi fra amici ha imparato ad agire da predatore,
qualche anno pi tardi, di fronte alle situazioni concrete, sar indeciso
nella scelta fra i due modelli di comportamento perch, scegliendo uno
dei due, contravverr allaltro. Se avr un atteggiamento molto

rispettoso verr meno al modello interiorizzato dagli amici, mentre se


sar aggressivo verr meno al modello acquisito in famiglia e a scuola.
Nellun caso e nellaltro, la scelta sar causa di sofferenza.
Quando si vive in una societ non genuina, le cause di sofferenza come
quella appena citata saranno tante. Per molte si troveranno intelligenti
compromessi, ma non sempre ci sar possibile. Ci sono percorsi che
alla fine conducono a un punto di rottura, e da questo potrebbe derivare
una angosciosa indecisione cronica. Oppure si pu giungere alla
soppressione di uno dei modelli acquisiti, a vantaggio esclusivo
dellaltro, la qual cosa pu determinare forme pi o meno serie di
disturbi fobici o maniacali.
(1) Il brano in corsivo tratto da un articolo pubblicato
dallantropologo culturale Edward Sapir nel 1924 sull American
Journal of Sociology col titolo Culture, genuine and spurious e, in
Italia, nel 1960, in Antologia delle Scienze Sociali (Il Mulino) col
titolo Cultura e pseudocultura, da me inserito di recente alla pagina
web https://www.scribd.com/doc/233619377/Edward-Sapir-Culturegenuine-e-culture-spurie
Larticolo invece contenuto nel blog personale Il seme dellutopia
http://ilsemedellutopia.blogspot.it/2011/12/edward-sapir-culturagenuina-e-cultura.html

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