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Il sistem) soci)le e l) devi)nz)

La realtà sociale è mutevole, ma nel suo mutare è anche


ordinata: l’ordine è uno strumento per organizzare e
stabilizzare ciò che é mutevole=divenire sociale
Si pone una domanda: chi o che cosa esercita l’azione
dell’ ordinare?
Ordinare la società significa strutturare i rapporti
sociali.
L’ordine sociale è strutturato:
-mediante le norme che sono formulate dalle autorità
superiori.
-dalle istituzioni, organismi che decidono, attuano e
fanno osservare le norme.
In sociologia le istituzioni sono un insieme di norme,
valori e consuetudini che regolano in maniera durevole le
relazioni sociali. Collegati troviamo i concetti di:
Posizione sociale (collocazione di un individuo nella
rete di relazioni doc.), ruolo (insieme norme e
aspettative legate all posizione soc di un individuo),
classe sociale.
Lo status è l'insieme delle risorse
considerate
positivamente e desiderate a livello sociale, quindi il
grado di prestigio che queste garantiscono; la classe
sociale è l'insieme di tutte le persone che condividono
la stessa condizione, nell'accesso alla ricchezza
sociale.
T. Parsons, uno dei più importanti sociologi americani.
Elabora una teoria definita struttural-funzionalismo,
secondo la quale, la società è un sistema in cui le
"strutture" o istituzioni esistono perché svolgono una
determinata funzione. La struttura sociale si fonda
sull'azione.
Secondo Parsons, la società si forma a partire
dall'azione finalizzata del soggetto, che mediante
processi di istituzionalizzazione, costituisce delle
strutture sociali stabili. « sistema sociale, dunque, è
un insieme organizzato di comportamenti, di azioni
reciproche che svolgendo la propria funzione determinano
l'equilibrio di tale sistema, all'interno del quale, il
sociologo, individua quattro dimensioni: il sistema
organico-
comportamentale, il sistema della personalità,
mil
sistema sociale, il sistema culturale. Il nome di Parsons
è legato al cosidetto modello AGIL.
Questa sigla indica i quattro imperativi a cui ogni
sistema sociale deve rispondere ovvero: trovare e
I trasformare le risorse necessarie per la
sopravvivenza del sistema; definire e perseguire gli
scopi a cui il sistema sociale deve tendere; regolare i
conflitti interni alla società; conservare i valori sui
Quali la società poggia.
Ad ognuno di questi
imperativi corrisponde l'istituzione sociale che ha il
compito di occuparsene.

Al sistema economico spetta la funzione adattiva, al


sistema giuridico la funzione integrativa, le istituzioni
politiche, individuano gli scopi da perseguire, le
agenzie educative si preoccupano di mantenere saldi i
valori. Il concetto di devianza è l'allontanamento dalle
regole presenti in una società, ma non solo, la devianza
testimonia che è possibile mettere in discussione le
relazioni di potere. Sociologicamente la devianza non
esiste in assoluto, infatti, certi comportamenti definiti
devianti, all'interno di una società, possono, invece,
essere considerati normali presso altri gruppi sociali,
le cosidette subculture.

La devianza non si riduce alla criminalità perché


comprende, anche, tutti quegli
•atti che si
allontanano dalle aspettative di una società" A livello
sociologico, in riferimento alla devianza, si
propone la "teoria dell'etichettamento" ( labeling
theory )che nasce a metà degli anni '60 del Novecento,
secondo la quale bisogna considerare non l'atto o il
soggetto deviante, ma la norma e la reazione sociale.
Becker, è uno dei più importanti esponenti di questa
prospettiva.

Secondo Becker, la devianza diventa un'etichetta che


influirà sul comportamento del soggetto e introduce il
concetto di carriera deviante, il processo sociale in cui
il soggetto impara le motivazioni e gli interessi per cui
agirà al di fuori delle norme sociali. Si distinguono due
fasi della carriera deviante: la devianza primaria e la
devianza secondaria che è caratterizzata dalla reazione
sociale, cioè quel processo con cui la società risponde
all'atto deviante. Anche E. Goffman, sociologo canadese,
dà il suo contributo concentrandosi sulla devianza in
relazione alla costruzione dell'identità sociale e tal
fine utilizza concetto di stigmatizzazione.
Lo stigma , secondo Goffman, diventa costitutivo
dell'identità della persona individuata come tale;
inoltre, osservando criticamente gli effetti delle
"istituzioni totali*
dimostra come queste, spesso, radicalizzano la figura già
stigmatizzata ed esclusa del deviante.
R. Merton, sociologo americano funzionalista, che però
critica lo stesso struttural-funzionalismo, sostiene che
la devianza, può essere disfunzionale ma anche funzionale
al sistema sociale. I devianti, esistono a causa del
funzionamento complessivo del sistema sociale, ovvero:
ogni società prevede delle mete che vengono definite
culturalmente e dei mezzi per raggiungere tali mete. La
devianza si produce nel rapporto tra mete culturali e
mezzi limitati per ottenerle; in questo contrasto nasce
l'anomia sociale.

Merton, schematizza i modi di adattamento a tale


situazione come segue:
la conformità,
l'innovazione, il ritualismo cioè, la mancata adesione
alle mete culturali condivise, che si accompagna però ad
un comportamento conforme alle norme; la rinuncia ovvero,
il rifiuto delle mete e dei mezzi stabiliti dalla
società; la ribellione cioè, la crisi dei mezzi e delle
mete per provocare un cambiamento sostanziale della
società.

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