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Sociologia del diritto 14/12

La teoria della subcultura


La teoria delle subculture fa riferimento a norme sociali accettate, criteri di giudizio e
principi in basi ai quali i comportamenti vengono giudicati. All'interno della società però si
sviluppano altri valori, diversi da quelli generali, dando così luogo a una subcultura.
Una subcultura è data da valori e principi in parte diversi da quelli seguiti dalla
maggioranza.
Questa teoria fa quindi riferimento a una società dove esiste una cultura dominante e una
o più subculture.
Ciò si sviluppa, ad esempio, tra soggetti con caratteristiche affini, e conducono vite simili
tra loro e finiscono per aggregarsi. Un esempio possono essere i gruppi emarginati
(drogati, prostitute eccetera). Dei comportamenti che nella mentalità comune vengono
considerati negativi, vengono considerati positivi nella subcultura o viceversa.
La criminalità, secondo questa teoria, non dipende né dalla struttura della società o né
dallo squilibrio dell'individuo. Un orientamento politico diverso, ad esempio, non basta
quindi per definire una subcultura.

Subcultura delle bande giovanili


La subcultura giovanile raggruppa diversi soggetti accomunati dal fatto di avere la stessa
età, la stessa situazione sociale e la stessa esperienza di vita. Questi si riuniscono dando
vita a una nuova visione del loro rapporto con la società. Ciò porta allo sviluppo di una
subcultura.
Questo fenomeno fu approfondito negli anni '50 da Cohen, il quale nel '55 scrisse un libro
intitolato "Ragazzi delinquenti".
Altri autori furono Cloward e Ohlin, che nel 1960 scrissero un libro sulla delinquenza e
l'opportunità.
Tutti questi autori ripresero fondamentalmente le la teoria dell'associazione differenziale di
Sutherland e alcuni elementi dell'anomia mertoniana, applicandoli sulle bande giovanili.
Cohen in particolare, durante l'urbanizzazione e mentre vi era una forte emarginazione
sociale, si mise a studiare la delinquenza delle bande giovanili. Nei suoi studi, attraverso i
tassi di criminalità, nota che nei gruppi formati dai ragazzi di famiglie povere, il tasso di
delinquenza era più alto. Questo perché si trattava di bande giovanili composte perlopiù
da componenti di sesso maschile e provenienti da famiglie di operai.
Nell'analisi di questo fenomeno Cohen si affida alla teoria di Merton. In particolare, la
delinquenza giovanile era particolarmente diffusa nei figli di operai perché vi era una forte
dissociazione tra le mete prospettate dallo Stato e i mezzi di cui disponevano. Da ciò
derivava un sentimento di frustrazione e di vergogna, quando si confrontavano con figli di
famiglie facoltose, e a tale sentimento i giovani reagivano riunendosi in bande e adottando
stili di vita e valori diversi da quelli della classe media. Ciò portava quindi alla formazione
di una subcultura, che sfociava nella devianza e nella delinquenza. Inoltre facendo parte
del gruppo deviante e criminale, tendevano a imparare a commettere crimini.

Le conclusioni di Cloward e Ohlin si concentrarono invece sul concetto di opportunità


differenziali. Nella società vi sono delle opportunità di raggiungere le mete che non sono
uguali per tutti. I due autori realizzarono un'analisi delle principali tipologie di bande
giovanili, individuandone 3 principali:
-bande integrate:
Caratterizzate da un certo grado di integrazione. Queste non sono refrattarie alla società,
ma condividono molti principi, norme e mete della società. Adottano però delle vie diverse
per raggiungere le mete socialmente condivise.
-bande conflittuali:
Mirano a raggiungere uno status, un modo per farsi riconoscere nella società. Non sono
interessati al successo nella società, ma vogliono che gli venga riconosciuto uno status di
vita nella società. Queste danno spesso conflitti con altre bande o conflitti con la società.

-bande rinunciatarie:
Coloro che hanno rinunciato a ottenere un riconoscimento nella società, a far valere le
proprie idee, o a raggiungere qualsiasi tipo di meta.

Teoria dell'etichettamento
È una teoria che si è diffusa negli anni '60, soprattutto a Chicago. Gli appartenenti a
questa teoria sono spesso chiamati "Nuova Scuola di Chicago" in quanto è una scuola
sviluppata in quella città.
Questa teoria adotta un punto di partenza diverso: per spiegare la criminalità ci si deve
basare sulla reazione che la società ha in presenza a determinati comportamenti, e che
giudica come non conformi ai valori condivisi.
Difronte a determinati comportamento devianti non sempre la società agisce nello stesso
modo, e può arrivare ad attribuire delle etichette (o stigmi). Non tutti vengono però additati
come devianti dalla società. Questo perché la società decide quali comportamenti devianti
considerare delinquenziali (esempio rubare) e quali considerare comunque tollerabili
(esempio superare i limiti di velocità).

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