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LEZIONE XIV

Continuiamo il discorso relativo alla Teoria delle associazioni differenziali di Sutherland. Questa
teoria tentava la strada della ‘teoria generale’ sul crimine e la criminalità, cioè Sutherland voleva
raggiungere un risultato spendibile per spiegare qualunque crimine e qualunque criminalità.
La premessa di Sutherland è che si diventa delinquenti mediante l’apprendimento che si
farebbe accostandosi, avvicinandosi, entrando a far parte di un gruppo differenziale che
sceglie di delinquere perché sceglie di seguire la strada della criminalità. Le associazioni
differenziali secondo Sutherland non erano altro che quei contesti che fungevano da
apprendistato per quei soggetti.
Da questo punto di vista nel 1956 un sociologo della devianza Daniel Glaser pubblica un articolo
nel “Giornale americano di sociologia” di carattere empirico, ovvero una ricerca mediante la quale
dimostra che molte persone che commettono crimini e delitti non lo fanno necessariamente perché
inseriti in un gruppo differenziale. Dimostra che esiste un alto numero di casi di persone che hanno
delinquito senza aver allacciato una relazione interpersonale con il gruppo differenziale. Quindi
sostanzialmente è come se X, Y, Z, sottoposte ad una indagine statistica si scopre che hanno
commesso, ognuno per conto proprio, un reato pur non conoscendo nessuno, senza una relazione
interpersonale con una associazione differenziale, quindi come fatto autonomo. Dunque Gleser
considera rilevante ai fini della dinamica delinquenziale non necessariamente la dinamica
della relazione interpersonale bensì LA IDENTIFICAZIONE DIFFERENZIALE, ovvero ‘LA
POSSIBILITA’ CHE LA PERSONA FACCIA UNA SCELTA AUTONOMA E DI TIPO
IMMAGINIFICO RISPETTO ALLA COMMISSIONE DI UN CRIMINE’. La scelta è basata sulla
identificazione, cioè sul fatto che io scelgo quello come modello, tendo ad indentificarmi; non sulla
associazione. Badiamo bene: scelgo questo modello ma non è una scelta di un modello solo dal
punto di vista estetico (acquisizione di aspetti che afferiscono il modello estetico/connotati 
tendenza ad assomigliare) ma si tende a compiere, anche facilmente, scelte comportamentali fino
all’acquisizione dei valori, del sistema valoriale ovvero all’acquisizione di un modello etico e
morale.
Gleser mette in discussione la teoria della validità delle associazioni differenziali, o meglio, mette
in discussione il suo riferimento alla generalità dei crimini, a qualunque tipo di criminalità.
PASSAGGIO SUCCESSIVO: Questa ricerca di Gleser non è importante solo per mettere in
difficoltà
Questo ci aiuta a capire che bisogna stare attenti con i modelli che passano attraverso i mezzi di
comunicazione, c’è il rischio che qualcuno possa emulare un comportamento errato.
ULTIMI RILIEVI CHE POSSONO ESSERE MOSSI ALLA TEORIA DELLE ASSOCIAZIONI
DIFFERENZIARI:
1. Primo rilievo critico: NON SPIEGA L’INVENZIONE. Oltre a non tener conto dello
schema della identificazione differenziale non risolve un altro problema = quello della
Invenzione, Innovazione cioè non è in grado di spiegare la Novità.
2. Secondo rilievo critico: NON SPIEGA LA CRIMINALITA’ CHE SI VERIFICA SENZA
CONTATTI. (Uno che prende e delinque senza avere previ rapporti con una associazione
differenziale)
3. Terzo rilievo critico: CHIUDE IL DISCORSO DI AVERE LA POSSIBILITA’ DI
RAGIONARE IN TERMINI DI TEORIA UNITARIA DELLA DELINQUENZA. Gleser
dimostra che questa ambizione di Sutherland ha una deflagrazione definitiva, da questo
momento in poi sarà impossibile ragionare in termini di teoria onnicomprensiva in termini di
criminalità. Gleser gli aveva portato l’empiria, non aveva mosso solo critiche meramente
teoriche, astratte.
Però se è vero che l’impostazione di Sutherland conteneva questi limiti, è anche vero che
Sutherland fondamentalmente riesce a dimostrare quale sia l’importanza di uno schema di una
chiave di lettura criminologica che rifugge da una idea che la criminalità sia frutto di una
problematica proveniente solo dagli strati sociali più sfavoriti, da collegare alla povertà, al
sottoproletariato etc..
Se possiamo dire che gli studi di Sutherland hanno un valore lo hanno certamente per il fatto che dal
punto di vista metodologico si è posto il problema della ‘criminalità degli strati sociali agiati, delle
classi abbienti’ (imprenditori, professionisti, commercianti etc… cioè quella parte di società che
fino a quel momento non era oggetto di studio della criminologia e della sociologia della devianza)
Facciamo un passaggio in avanti perché dentro questa Teoria delle associazioni differenziali
Sutherland colloca un’altra serie di studi che sono arrivati a noi con il nome di “LA
CRIMINALITA’ DEI COLLETTI BIANCHI”. Il contesto di riferimento in cui va a maturarsi
questo settore della criminologia costituisce certamente una novità. Sutherland è stato uno dei
primi (alcuni si erano mossi già in Italia circa questa criminalità economica, ma Sutherland è stato il
più famoso tra quelli che hanno messo sotto accusa la criminalità economica).
Fino a Sutherland questo tipo di criminalità viene ad essere, l’opinione pubblica non era molto al
corrente di queste forme di criminalità che non erano mappate, che non costituivano parte di studi
statistici sulla criminalità e questa scelta che fece Sutherland fu una scelta molto osteggiata, e
questo ci fa capire qual è il contesto in cui si muove Sutherland, addirittura gli furono tolti i fondi
alla ricerca.
Sutherland andò a cercare di capire, non dal punto di vista legale, la criminalità economica dei
colletti bianchi (colore camicia dei professionisti etc..). La criminalità economica è una criminalità
particolare, si manifesta/si innesta nel suo meccanismo istituzionale proprio [l’imprenditore che
porta la mazzetta all’amministratore per ottenere la concessione edilizia]; è una criminalità che
potremmo definire di contesto, che troviamo nei gangli, negli interstizi della criminalità lecita,
all’interno del meccanismo fisiologico si inserisce la patologia. A questo bisogna aggiungere tutte
quelle che sono le ovvie, le evidenti ricadute del numero oscuro. Attraverso questo studio della
criminalità dei colletti bianchi venne fuori un dato preoccupante e cioè che la criminalità economica
beneficiava dei limiti derivanti dal cosiddetto numero oscuro, cioè non se ne parlava, non se ne
sapeva niente. Questo non perché non se ne sapeva niente ma perché la maggior parte delle persone
di prestigio erano le stesse che facevano operazioni imprudenti attraverso le banche, manovre
spregiudicate attraverso la finanza, erano gli stessi che avevano le leve di comando e che poteva
beneficiare di appoggi e relazioni di un certo rilievo, era una criminalità potente (soprattutto
negli USA diversamente dall’Italia dove l’inquirente non è organo terzo ma è espressione della
classe politica).
Sutherland, da questi studi, tira fuori una linea descrittiva delle caratteristiche di questo tipo di
criminalità, cioè quali sono gli ingredienti affinché possa parlarsi di criminalità dei colletti bianchi :
In linea astratta:
1) UNA CRIMINALITA’ CHE VA AD INSERIRSI ALL’INTERNO DEI
MECCANISMI DI PRODUZIONE DI BENI E SERVIZI; è ovvio ed evidente che
quanto più è ampio il mondo della produzione di beni e servizi più sarà ampia la platea della
criminalità.
2) E’ UNA CRIMINALITA’ CHE POTREMMO DEFINIRE “POSITIVA” nel senso che
non è parassitaria, di quelle che sfruttano e basta, ma è una criminalità che produce
ricchezza. (magari prendo la mazzetta ma vado ad investire creando posti di lavoro). Se
questo è vero c’è però il lato negativo: la criminalità economica fa un disastro sociale
elevatissimo (mentre il rapinatore di strada farebbe un danno solo a me)
3) CREA UNA DANNOSITA’ SOCIALE/COSTI SOCIALI VATISSIMA, VA AD
INCIDERE SU UNA PLATEA MOLTO AMPIA.
4) E’ UNA CRIMINALITA’ OCCULTA, IN QUANTO DI DIFFICILE
IDENTIFICAZIONE. E’ una criminalità che beneficia di professionisti che si muovono
per favorire la criminalità, diventa complesso trovare il responsabile.
5) TASSI DI IMPUNITA’ : sono elevatissimi in materia di criminalità economica e questo un
po’ perché le leggi favoriscono questo tipo di criminalità, un po’ perché ci sono procure che
non sono strutturate per perseguire la criminalità economica.
6) LA MODALITA’ DEL LINGUAGGIO e quindi anche la censura sociale = la modalità
del linguaggio attraverso il quale si sceglie chi censurare e chi no, o qual è il grado di
censura viene ad essere differenziato in ragione del soggetto che delinque (chiamiamo
delinquente il 13enne che scippa una borsa; non chiamiamo criminale pericoloso quello in
ferrari che ha commesso un’evasione)
7) ULTERIORE ASPETTO DEL COLLETTO BIANCO E’ CHE: MOLTO SPESSO IL
COLLETTO BIANCO NON SI CONSIDERA UN DEVIANTE. E’ un soggetto che non
ritiene di delinquere, che non si ritiene un criminale, non ha una percezione negativa di sè.
Lui ritiene di comportarsi così per come sono i tempi.
8) Questione dell’ABBANDONO DEFINITIVO DELLE ANOMALIE DELLA
PERSONALITA’. Gli aspetti del Positivismo antropologico perdono di efficacia ed è
questa una delle ragioni per cui nella criminologia del filone americano scompare quasi del
tutto quella ricerca affannosa di qualcosa di malati, di deviato.
9) LA CRIMINALITA’ DEI COLLETTI BIANCHI E’ TALE SOLO SE IL DELITTO
E’ COMMESSO ALL’INTERNO DELLA PRODUZIONE DI BENI E SERVIZI.
Da questo punto di vista il prof. ritiene che la teoria delle associazioni differenziali abbia prodotto
qualcosa di innovativo nella criminologia, abbia consentito di fare dei passi in avanti, ma la strada è
ancora lunga.. da Sutherland fino ad oggi sembrerebbe che le cose non siano cambiate molto.

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