Sei sulla pagina 1di 5

Lunedì 3 ottobre.

A fine corso presentazioni - iniziare a pensare l’argomento (gruppi di 2-3 pax); esonero dopo la fine del corso (fine corso
31.10)
Illeciti penali (dal punto di vista del diritto positivo)

- Delitti: sanzioni previste sono l’ergastolo, la reclusione, la multa


Delitto doloso, preterintenzionale, colposo
- Contravvenzioni: sanzioni previste sono l’arresto, l’ammenda
* arresto e reclusione, prevedono la privazione della libertà personale del soggetto condannato, per un periodo determinato di
tempo
* arresto e reclusione, pene pecuniarie

- Reati strumentali finalizzati a ottenere un beneficio, vantaggio, importante la componente razionale (es. reati predatori, cioè
che consistono nella sottrazione di beni altrui), ad es. rubare un portafoglio è un reato strumentale, tendenzialmente la
componente razionale, di ragionamento che mi fa pensare che possa trarre un vantaggio ha un certo peso.
- Reati espressivi per i quali la componente razionale non è rilevante, mentre pesano stato d’animo, bisogni impellenti, impulsi
non controllati (es. femminicidio —> ciò non si intende che è esito di un raptus, spesso non sono predeterminati, ma non
seguono una logica di tipo utilitaristico, ...), si tratta di reati che sono commessi d’impulso, suscitano in noi delle reazioni
incontrollate, e non sono spiegabili con la stessa logica dei reati strumentali; poss essere anche loro razionali ad es. il
vandalismo - ho fatto un’azione che richiede un certo coraggio perché ho rischiato di essere colto sul fatto e andare in contro
ha una sanzione, però ho dimostrato di aver coraggio.

Tale distinzione analitica/concettuale influenza le sanzioni (es. reati commessi da individui minorenni, codice di procedura
penale minorile). Reati così diversi avranno bisogno di diverse teorie interpretative, è una distinzione di tipo analitico e astratta
ci serve per capire, è una distinzione concettuale, ma non è una teoria speculare all’altra.

I reati possono essere individuali (commessi singolarmente) oppure di gruppo/collettivi si guardano all’appartenenza di un
gruppo sia nel caso dell’individuo facente parte di un gruppo oppure l’intero gruppo (ad es. reati associativi —> criminalità
organizzata come la camorra, la mafia), la responsabilità è sempre individuale, ma occorre considerare la pressione del gruppo
di appartenenza. Inoltre vi sono i reati comuni (ad es. la microcriminalità, i reati di tipo predatorio) e i reati d’impresa (non
hanno una componente di violenza, agiscono meno sulla nostra emotività ma sono più dannosi socialmente ad es. i colletti
bianchi), ed infine i reati con o senza vittima (senza vittima ad es. non c’è un rapporto diretto tra l’autore del reato e la vittima
come un’aggressione, ma è anche la prostituzione che è illegale, non è punita penalmente come anche chi fa uso di sostanze e
non c’è una vittima).
Le teorie sono semplificazioni che tendono a generalizzare, sono delle lenti che indossiamo per interpretare il mondo intorno
a noi, sono quindi dei tentativi di spiegazione del modo in cui due o più eventi sono in relazione, naturalmente la disciplina
della sociologia non appartiene alle scienze naturali ma fa parte di quelle sociali e anche quando parliamo di teoria non è la
stessa cosa di quando detto nelle scienze naturali, non parliamo di determinismo (se e x allora è y, automatico) nelle scienze
sociali non è cosi, non c’è automatismo, possiamo individuare delle condizioni nel quale un determinato fenomeno si verifica;
non c’è profilazione - coloro che hanno commesso uno stupro avranno certe caratteristiche, comprare più frequentemente x,
y e z ma non è detto che chi ha queste caratteristiche saranno dei futuri stupratori, sono troppe le variabili ed è impossibile
controllarle tutte; posso semplicemente, sapendo che ci sono degli elementi che non sono predittivi, tenere in considerazione
tali elementi così che non si creino dei reati specifici, eliminare degli elementi che favoriscono ma non causano, non c’è mai
la certezza.

Una teoria si dice scientifica quando si basa su osservazioni empiriche condotte in modo sistematico, quindi con regolarità e
con rigore logico; le teorie possono variare anche in base alla dimensione del contesto (es macro teorie - come il
conflittualismo e vedere se ci sono delle relazioni);
Macroteorie: quadro generale , spiegazioni di come funziona il mondo, come è strutturata la società, rapporto crimine
e struttura sociale (tassi di criminalità – epidemiologia)
Microteorie: si focalizzano su piccoli gruppi specifici, individui (come le persone diventano devianti – eziologia)
Teorie ponte: sono tra le due e mettiono in relaazioni coni trucchi e la società nel suo insieme
Teorie diverse hanno obiettivi diversi:
Livello di spiegazione (struttura sociale, classi di persone parte di una società, specifici gruppi, individui).

Le teorie sociologiche della devianza mirano a rispondere ai seguenti interrogativi:


- Chi è il deviante? Ci si focalizzano sulla figura del deviante, cioè sulle rappresentazioni di colui che viola le norme, quindi chi
è e che caratteristiche possiede.
- Perché si diventa devianti? Ci si concentra sulle cause, perché si infrangono le norme e anziché guardare le caratteristiche
vado a vedere le cause
- Come si diventa devianti? Ci si concentra sul processo attraverso il quale si diventa devianti (es. quello li ha la faccia da
delinquente), non mi interessa sapere tanto il chi o il come ma quale il processo, qual’è la strada che porta a diventare
deviante tant’è che si parla di carriera deviante
- Come la società reagisce alla devianza? Si rivolge l’attenzione alle politiche di intervento, alle prassi operative di contrasto
della devianza, è possibile prevedere? No, ma prevenire è possibile (es. agisco sui fattori che possano favorire la devianza e
la criminalità).
🫧

Ci dev’essere un contesto nel quale parliamo di devianza, ci


dev’essere un autore e una vittima. È fondamentale la
reazione sociale, questo atto dev’essere visibile agli altri (ad
es. abuso su minore o violenza sulle donne, al di fuori della
casa rimane una criminalità nascosta se non emerge nel
mondo sciale, è come se non ci fosse).
Da un lato abbiamo le agenzie di controllo quando si parola
di illeciti penali, devianze e dall’altro il pubblico che possono
intervenire con sanzioni informali (es. il vicino che togli il
salute all’altro dimostrandogli la sua disapprovazione).

La reazione sociale è una modalità con la quale sia l’istituzione che i normali cittadini esercitano quello che è il controllo sociale.

Perché si commettono atti devianti?


Diverse risposte sono state date nel corso della storia (ad es. Lombroso), altre teorie possono convivere insieme nelle scienze
sociali anche se nelle varie epoche ci sono alcun teorie che sono più di moda di altre e anche a volte a fasi alterne; si vedono
proprio dei cicli, facendo emergere le caratteristiche delle varie epoche (ad es. il positivismo ha influenzato anche le scienze
sociali).
Quando parliamo di paradigma intendiamo un insieme di teorie interpretative di un fenomeno che hanno delle caratteristiche i un
comune (come spiegarlo, interpretarlo, affrontarlo) dominanti in un certo periodo storico tra la comunità scientifica, ma anche
nella comunità. Ad es. il paradigma dei fattori individuali
Nel libro vi sono due tipi di paradigmi: paradigma delle assenze o paradigma dei deficit e paradigma dei condizionamenti forti o
paradigma delle presenze e raggruppano da un lato teorie che individuano fattori mancanti (sempre nel sociale) e viceversa teorie
che individuano la ragione della devianza ad un condizionamento forte nell’ individuo.

Se nelle scienze naturali si arriva ad una nuova teoria, quest’ultima scalza la precedente,
c’è un susseguirsi e una sostituzione ad un’altra senza gradualità (es. teoria tolemaica e
teoria copernicana). Vi sono anomalie, crisi vecchi modelli interpretativi/paradigmi,
emergere e affermarsi di nuovi che si sostituiscono ai precedenti (rivoluzione scientifica).
Nelle scienze sociali/Sociologia, ci sono più teorie, più paradigmi compresenti, il contesto
socio-economico è essenziale riguardo al mutamento delle teorie.

Quali sono i paradigmi interpretativi che nel corso del tempo s sono succeduti e hanno continuato ad avere un peso ed un
valore? ( = non sono sociologiche)
Paradigma classico, presuppone che le persone agiscano per massimizzare il proprio piacere (Beccaria) (seconda metà
Settecento)
Paradigma positivista (Lombroso, guarda la persona e le sue caratteristiche) (seconda metà Ottocento/inizio Novecento)
Paradigma sociale, abbiamo tutta una serie di teorie che prima raggruppa in quei due paradigmi e vanno a porre al centro
delle spiegazioni della devianza (perché, come e chi) dove l’individuo è inserito in quello specifico contesto (fine Ottocento fino a
anni Novanta del secolo scorso)
🌻

Paradigma neoclassico (ultimi decenni Novecento e nuovo secolo) insieme al paradigma classico parte dal presupposto
che l’individuo deviante non è da rieducare, non guardano l’istruzione, la condizione economica … ma gli individui commettono
reati per massimizzare il loro beneficio, la loro attività, non guardano il sociale ma solo il singolo, non c’è interpretazione
sociologica ma bensì economica.
Paradigma neopositivista (ultimi decenni Novecento e nuovo secolo)
L’affermarsi di un paradigma è strettamente collegato alle condizioni del periodo storico in cui si forma

Cos’è un fenomeno nascosto?


Con fenomeno nascosto si intende un comportamento, atteggiamento, opinione... che in quanto oggetto di riprovazione sociale
(sanzioni sociali informali) e/o sanzioni legali (sanzioni sociali formali) vengono generalmente tenuti nascosti dai suoi autori,
sonno oggetto di una qualche sanzione. Ad es. quando ci dicono quest’anno c’è stato un tasso di criminalità x - da dove
prendono queste informazioni? Quando abbiamo a che fare con fenomeni di questo tipo si devono usare delle misure indirette
come il numero delle denunce, ciò rispecchia la realtà ma non del tutto… è una stima (ci sono reati non denunciati). Si servono
di informazioni che derivano da dati ufficiali però si deve avere la consapevolezza che questi dati hanno di limiti, in alcuni casi il
dato ufficiale è molto lontano dalla realtà.
Questo vale per tutti i reati? No, per es. sugli omicidi è difficile non far sapere che si è ammazzato qualcuno, c’è la criminalità
reale (quella visibile), ufficiale (da parte delle istituzioni) e infine la criminalità nascosta (quella non denunciata). Ci sono dei
metodi che anziché basarsi sulle statistiche ufficiali cercano di andare a stimare o quante persone hanno commesso un certo
tipo di reato (es. questionari anonimi) si puo anche agire sul versante delle vittime sempre in maniera anonima. Ma allora ci
servono i dati ufficiali? Sì, perché comunque ci dicono certe cose che riguardano le agenzie di controllo come agiscono, come
controllano, i numeri che ci sembrano neutri in realtà nascoomnnodelle scelte.
Vi sono maggiori problemi nel rilevarli rispetto ad altri fenomeni sociali e basare la formulazione di teorie esplicative su evidenze
empiriche, cioè mettere alla prova le ipotesi su origini della devianza, cause non in senso deterministico, processi, come e se
alcuni fattori (variabili indipendenti) incidono sul fenomeno che stiamo studiando (variabile dipendente).
Per esempio: l’introduzione della pena detentiva per gli evasori fiscali incide sulla diffusione del reato connesso? È molto
complicato perché da un lato è difficile sapere quanti sono gli evasori fiscali, e sono molteplici le ragioni per cui lo fanno.

Quali sono i limiti?


Limiti nella rilevazione quantitativa della diffusione di un fenomeno, sia che mi basi su dati ufficiali, perché appunto c’è
questa parte di criminalità nascosta
Limiti i nell’identificare protagonisti/autori, abbiamo dei problemi di ricerca proprio per la difficoltà ad identificare (es.
denunce contro ignoti)
Limiti nel delineare le loro caratteristiche di reati perché spesso le denunce sono contro ignoti, anche quando si sa, i dati
sono difficili
Limiti nell’individuare le motivazioni nel compiere i reati.
Quando faccio ricerca su devianza e criminalità posso limitarmi ad un piano descrittivo, possono essere ricerche che hanno
come obiettivo la tendenza nel corso del tempo piuttosto che andare a vedere la diffusione di quel comportamento, in uno stesso
periodo ma in diverse aree territoriali che mi interessano e compararle.
Piano descrittivo
Posso anche cercare di guardare ad alcune caratteristiche che hanno i diversi soggetti coinvolti nell’evento criminale, cercare
caratteristiche in base a dati socio - economici e demografici, posso andare a vedere le vittime e tutti i soggetti coinvolti nel
reato.
Descrizione degli individui a diverso titolo coinvolti nel fenomeno, autori: coloro che mettono in atto il comportamento, vittime:
coloro che (eventualmente) subiscono le conseguenze del comportamento messo in atto, coloro che a vario titolo sono
coinvolti, entrano in contatto con autori e vittime, anche solo assistendo all’evento (spettatori/bystander)
Obiettivi: Quantificazione delle caratteristiche, demografiche, sociali, culturali (indagini quantitative) e dove sia possibile
esplorare le motivazioni dell’agire (ma anche del subire), giustificazioni, reazioni, vissuti... (indagini qualitative)

Un altro aspetto delle indagini di tipo descrittivo sono i contesti nei quali si verificano i fenomeni e quindi sono situati i
protagonisti dell’evento criminale, andare a descrivere le caratteristiche di specifici quartieri, aree urbane... oppure specifiche
culture o subculture (gang giovanili, criminalità organizzata...). O più in generale andare a vedere la situazione economica nei
suoi diversi aspetti (locali e non), andare a guardare a tutto tondo quello che sta dietro ad un fenomeno deviante

Posso far un analisi sui contenuti e forme delle norme, sui contenuti e forme delle politiche di intervento (quali interventi si
mettono in atto, con quali obiettivi), anche poi per passare ad un livello esplicativo, spiegando il perché alcuni fenomeno i
avvengono e per un interesse da parte della sociologia della devianza (come la soc. del diritto e la soc. politica) ai processi di
elaborazione e definizione delle norme formali, ai loro contenuti sostanziali, alle politiche che a tali norme conseguono, più in
generale si intendendono i processi di implementazione delle leggi. Una norma non sempre ha in sè stessa la sua efficacia, per
essere efficace dev’essere effettiva (passare dalla carta alla pratica) e sulla base di questo processo valutare la su efficacia.

Potrebbero piacerti anche