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Questi semi/questa infarinatura di carattere generale vengono poi coltivati da un criminologo dei
primi del ‘900 Wilehlm Bonger che, da studioso del delitto svilupperà una teoria criminologica di
base marxista molto essenziale:
a) Una delle cause del crimine è INSITO NEL MODELLO DELLA CONCORRENZA
perché il modello della concorrenza/del profitto individuale a discapito della comunità
è un modello foriero di crimine e criminalità.
[art. 41 cost. L’attività imprenditoriale è libera ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità
sociale in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana L’attività
economica è libera ma non può svolgersi a danno della comunità principio costituzionale che ha
una chiarissima estrazione marxisista quella dell’iniziativa imprenditoria che non può essere fatta a
danno della comunità. Marx non voleva un modello di produzione capitalista ovviamente il prof
intende dire che l’iniziativa imprenditoria che non può essere fatta a danno della comunità]
Ritornando a Bonger:
b) Una delle cause del crimine, oltre ai profili della concorrenza sono Le grandi ingiustizie
sociali, le grandi differenze, la sperequazione e tutto quello che acuisce i conflitti in
presenza della grande ricchezza degli altri. Quindi un qualche cosa che rende stridente la
propria povertà in presenza della ricchezza altrui.
c) Una delle cause del crimine è Il comportamento emarginante che assume la società nei
confronti delle persone poco abbienti o addirittura povere.
Nel frattempo, agli inizi del ‘900, c’è stato anche in Italia la nascita di un orientamento critico verso
il Primo Capitalismo, e verso il primo capitalismo come causa del crimine e della criminalità.
Noi abbiamo due orientamenti:
L’Orientamento di ENRICO FERRI, positivista che nasce socialista e diventa fascista, progettò un
nuovo codice penale di stampo positivista con al suo interno un forte sbilanciamento verso le
misure di sicurezza (Progetto ferri 1921).
Ferri aveva nel suo pensiero determinista due elementi=
- elementi biologici, condizionamento derivante dalle caratteristiche psicofisiche del singolo di
condizionamento del singolo;
-condizionamento sociale derivante dalla struttura della società] Queste due componenti
indicavano che Ferri era un determinista. Non aveva nulla a che fare con Marx ed Engels e
riteneva che questo determinismo dovesse dunque avere due ingredienti fondamentali: uno di
tipo biologico; ed uno sociale.
Il progetto del 1921 non approdò alla stesura di un nuovo codice ma dal punto di vista intellettuale è
molto importante per far capire le idee che si agitavano intorno ai primi decenni del 1900 in Italia.
Queste due componenti che facevano sì che Ferri potesse essere ascritto nei primi posti dal
determinismo in Italia, venivano contrastate da Turati, che negava rilevanza al determinismo
biologico.
Secondo Turati i comportamenti umani non scaturiscono dalla biologia, dal DNA, ma quasi sempre
dal condizionamento di tipo sociale.