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IL CAPITALISMO VA SOSTITUITO?

Parliamo del capitalismo come sistema economico –sociale, parliamo del fatto che il capitalismo sia
stato, a piu’ riprese, messo in discussione come sistema che va sostituito in quanto si fonda sullo
sfruttamento, in base a quale criterio etico possiamo giudicare lo sfruttamento dei lavoratori come
qualcosa di inaccettabile?

Come è noto, Marx teorizza il superamento del capitalismo considerandolo un sistema fondato sullo
sfruttamento dei lavoratori, tuttavia, in varie occasioni, afferma che lo stesso capitalismo non può essere
considerato un sistema ingiusto.

Va ricordato che quando Marx parla di giustizia, lo fa in maniera talmente confusionale e contraddittoria
da mettere in difficolta’ tutti i suoi interpreti. Tuttavia, nell’ambito della sua peculiare nozione di giustizia
come conformità al quadro giuridico, il comportamento dei capitalisti, dei proprietari terrieri e dei
prestatori di denaro non può essere criticato né messo in discussione su basi etiche o morali, in quanto
perfettamente conforme al corpus di norme giuridiche vigente.

Ma allora perché il capitalismo va sostituito?

In questa occasione interviene un’interpretazione della giustizia inteso in senso piu’ amplio e meno
tecnico, ovvero come giustizia sociale e ridistributiva.

La società civile viene intesa negativamente, come del resto lo era nella tradizione hegeliana, perché la si
fa coincidere con il luogo dell’interesse personale, del soddisfacimento dei bisogni e degli scambi
commerciali, in definitiva con il cuore del sistema capitalistico.

Marx sta dunque affermando che i diritti dell’uomo hanno valore solo per l’uomo “egoista” e “scisso
dalla comunità”, autointeressato ed individualista. Anche il più basilare e fondamentale diritto
dell’uomo, il diritto alla libertà, è criticato perché, secondo Marx, non si fonda «sul legame dell’uomo
con l’uomo, ma piuttosto sulla separatezza dell’uomo dall’uomo. Esso è il diritto a quella separatezza, il
diritto dell’individuo limitato, limitato a sé».

Si tratta di un vero e proprio “diritto al proprio tornaconto”, come lo definisce il filosofo. La critica al
progetto di emancipazione politica che costituisce la promessa del liberalismo dei diritti umani si fonda
sul fatto che tale emancipazione è mendace perché «lascia che ogni uomo rinvenga nell’altro uomo non
la realizzazione, ma piuttosto il limite della propria libertà».

D’altra parte, si schiera invece un’interpretazione del capitalismo liberale tipico della scuola britannica,
ripreso successivamente dalla dottrina economica statunitense e adottato dalla stessa Unione Europea,
che vede il mercato come un quadro di azione altamente democratico, dove vige la meritocrazia e il
lavoro come drive di affermazione personale.

Ma allora, il capitalismo va sostuito?

Secondo quanto difeso dalla dottrina americana e dalla stessa scuola di Chicago, il capitalismo e’ il
sistema economico-sociale che meglio si adatta alla modernita’ e al sistema democratico, laddove invece
tanto il socialismo, (come il piu’ ortodosso comunismo), soffrono il peccato di essere spesso e volentieri
degenerati in uno stato totalitario e caratterizzato dalla personificazione del potere.
Tornando a Marx, egli non è un riformista; non si accontenta di generiche rivendicazioni in vista di una
distribuzione della ricchezza più egualitaria o su migliori condizioni di lavoro.

Tuttavia, aldila’ dell’aspetto romantico relativo e al fascino della rivoluzione, il pensiero keynesiano e’
probabilmente il piu’ affermato e vicino alla realta’ dei fatti, ovvero un sistema in un certo qualsenso
riformista, laddove lo stato ha il compito di stabilizzare l’economia nel breve periodo, rilasciando
tuttavia il destino della stessa all’inerzia e alla “gravita’” dettati dal mercato stesso.
Marx rimane uno dei piu’ grandi interpreti dell’economia moderna, tuttavia la sua idea di cancellazione
del sistema capitalista rimane uno dei piu’ grandi insuccessi della storia economica, e, sebbene sia di
grande fascino per ogni generazione, a livello pratico, il capitalismo rimane il sistema economico meno
obsoleto.

Ma allora perche’ il mondo odierno conosce tanta ingiustizia? Se e’ vero che il capitalismo e’ funzionale
all’interazione economica e sociale tra i cittadini e tra gli stati, perche’ esso crea tanta sofferenza e
poverta’? Probabilmente perche’ all’uguaglianza sociale non viene dedicato il sufficiente investimento
pubblico, proprio perche’ in contraddizione con i principi del capitalismo stesso, e non tanto perche’ il
capitalismo in se’ sia sbagliato, ma poiche’ ne sono sbagliati gli interpreti.

Salvare il capitalismo dai capitalisti, dunque, e’ la vera missione di tutti coloro che ambiscono ad una
societa’ piu’ giusta ed egualitaria, tanto a livello di diritti civili e di tuteta ambientale, ma soprattutto a
livello di diritti umani e relazioni tra capitalisti e forza lavoro, tra paesi che godono di un vantaggio
competitivo storico, rispetto a paesi che soffrono, ancora oggi, gli strascichi di un passato coloniale.

SHOULD CAPITALISM BE REPLACED?

On several occasions, capitalism as an economic-social system has been questioned as a system. It is


argued that it must be replaced because it is based on exploitation. Therefore, on the basis of which
ethical criterion can we judge the exploitation of workers as something unacceptable?

As is known, Marx theorises the overcoming of capitalism by considering it a system based on the
exploitation of workers. However, in various sayings, he states that capitalism itself cannot be
considered as an unfair system.

It should be remembered that when Marx talks about justice, he does so in such a confusing and
contradictory manner, which at the end puts all his interpreters into difficulty. However, within his
peculiar notion of justice, the behavior of capitalists, landowners and moneylenders cannot be criticised
or questioned on ethical or moral grounds, as it perfectly conforms to the corpus of current legal
regulations.

But then why should capitalism be replaced?


As per a viewpoint, an interpretation of justice intervenes, which is understood in a broader and less
technical sense, known as social and redistributive justice.

Civil society is understood negatively, as it was in the Hegelian tradition, because it is made to coincide
with the place of personal interest, the satisfaction of needs and commercial exchanges, ultimately with
the heart of the capitalist system.

Marx once states that human rights have value only for the ‘selfish’ and that they are ‘separated from
the community.’ He talks about a self-interested and individualistic man. Even the most basic and
fundamental human right, the right to freedom, is criticised, because, according to Marx, it is not based
on the bond of man with a man, but rather on the separation of man from a man.

He even talks about the ‘right to one's own advantage’. As a criticism, the promise of human rights and
liberalism is based on the fact that this emancipation is mendacious because ‘it allows each man to find
the limit of his own freedom.’

This is the interpretation of liberal capitalism, typical of the British school of thought, subsequently
taken up by the US economic doctrine and adopted by the European Union itself. It sees the market as a
highly democratic framework of action, where meritocracy and individualism work in pursuit of personal
affirmation.

But then, should capitalism be replaced?

According to what is defended by the American doctrine and by the Chicago school itself, capitalism is
the economic-social system that best adapts to modernity and the democratic system, whereas both
socialism (like the more orthodox communism) suffer the sin of having often degenerated into a
totalitarian state and characterised by the personification of power.

Returning to Marx, he cannot be considered as a reformist as he is not satisfied with the generic
demands for a more egalitarian distribution of wealth or better working conditions.

However, beyond the relative romantic aspect and the charm of the revolution, Keynesian thought is
probably the most affirmed and closest to the reality of facts today. It is a reformist system where the
state has the task of stabilising the economy in the short term. Although, leaving its fate to the inertia
and ‘gravity’ is dictated by the market itself.

Marx remains one of the greatest interpreters of modern economics. His idea of canceling the capitalist
system remains one of the greatest failures in economic history. While his thinking is of great fascination
for every generation, capitalism remains the least obsolete economic system, on a practical level.

But then why does today's world experience so much injustice? If it is true that capitalism is functional
to economic and social interaction between citizens and states, then why does it create so much
suffering and poverty? Probably because sufficient public investment is not dedicated to social equality.
The social spending contradicts the principles of capitalism itself. It isn’t because capitalism itself is
wrong, but because its interpreters are wrong.

Hence, saving capitalism from the capitalists is the true mission of all those who aspire for a more just
and egalitarian society. This future movement should not only be at the level of civil rights and
environmental protection but also at the level of human rights and its relations between capitalists and
workforce. It should activate activism not only in countries that enjoy a historical competitive advantage,
but also in nations that still suffer the consequences of a colonial past.

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