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IL POTERE

Chi occupa una certa posizione sociale riveste un determinato ruolo, agisce quindi secondo determinati
modelli di comportamento che dipendono dalla posizione occupata.
Questo processo è un irrigidimento sociale e viene chiamato processo di istituzionalizzazione.
Tale processo da vita a strutture sociale anch’esse rigide.

La società è una struttura organizzata in cui le interazioni personali devono rispettare determinate regole
di comportamento formali e informali.

Colui che occupa una posizione inferiore nella gerarchia sociale è di fatto colui che deve subordinare i
propri comportamenti e decisioni rispetto ai comportamenti di qualcun altro.

Questa gerarchia delle posizioni è basata sul potere, chi occupa la posizione superiore ha l’autorità di
riuscire a far compiere determinate cose a chi occupa la posizione inferiore.

Ogni organizzazione sociale presenta una distinzione di ruoli e posizioni, ciò comporta anche una
distribuzione differenziata del potere.

La società è una struttura stabile, in quanto le interazioni non sono casuali ma vengono fissate
diventando istituzioni o organizzazioni, la quale è organizzata in modo che le interazioni rispettino delle
regole di comportamento che possono essere: esplicite o implicite, formali o informali.

Per interagire tra di loro gli individui devono rispettare delle regole e occupare dei ruoli, quest’ultimo
punto fa in modo che si stabilisca una gerarchia delle posizioni che si basa sul potere.

Es. in un’impresa se non ci fosse una chiara definizione di chi deve comandare e chi deve esguire
sfocerebbe tutto nel caos

Il potere in ogni caso non si limita semplicemente alla sfera politica dello stato ma ad ogni livello sociale
esistono rapporti di potere e ogni singolo individuo ne è coinvolto (es. in famiglia, a scuola)

Weber definisce il potere come la possibilità che i comandi di un individuo trovino obbedienza da parte
delle altre persone. Più una persona è certa che i propri comandi vengano rispettati più essa ha potere.
L’obbedienza è in un certo senso la “misura” del potere.

Es. il caporeparto di una grande industria ha potere nel suo reparto perché è altamente probabile che i
suoi comandi vengano eseguiti dai suoi sottoposti

Si trovano comunque delle disuguaglianze nella distribuzione del potere che hanno natura nei generali
rapporti umani.

Ogni interazione tra gli uomini è aperta all’instaurazione di rapporti di potere ma non sempre questo va
per forza a discapito di qualcuno. Il potere è sì, per definizione, potere su qualcuno ma è anche potere di
fare qualcosa. Può andare quindi anche a vantaggio di chi lo subisce.
Il potere può essere anche visto come la probabilità che un certo soggetto ha di imporre la propria
volontà all’interno di una relazione sociale e divederla realizzarsi nonostante l’opposizione di altri
soggetti.
In contrapposizione con l’altra definizione di potere questa non fa riferimento ad un comando esplicito,
è una manifestazione più generalizzata del potere che consiste nella capacità di ottenere qualcosa contro
la volontà di qualcun altro senza dover necessariamente ricorre a dei comandi espliciti.

Da un lato si possono trovare le relazioni di potere informali che prevedono tutte le interazioni sociali, al
suo interno quindi hanno un ruolo molto importante fattori come il sesso o l’età.
Dall’altro si possono trovare le relazioni di potere istituzionalizzate o meglio le autorità.

La differenza fondamentale tra le due è che la prima dipende sempre dalla personalità individuale del
singolo, l’autorità invece è sempre inerente ad una certa posizione sociale, non dalla personalità di chi si
trova in quella posizione ma bensì dal ruolo che è chiamato a svolgere chi occupa quella posizione.

Il potere informale è un rapporto di fatto che vale quindi solo nella misura in cui i protagonisti
dell’interazione lo fanno valere, mentre l’autorità è un potere legittimo quindi una forma di potere valida
e riconosciuta da tutti, indipendentemente dal timore delle ritorsioni che il potente potrebbe mettere in
atto (es. il rapinatore si fa obbedire dagli impiegati della banca in virtù della minaccia che egli
rappresenta per la loro incolumità).

Il potere si basa anche sul consenso, ciò significa che esso viene concesso da qualcuno. In questo caso si
parla di potere legittimo (autorità).

Il potere legittimo può essere di 3 tipi:


-potere razionale o legale: basato sulle leggi e l’autorevolezza di colui che fa rispettare le leggi
-potere tradizionale: basato sulla sacralità delle tradizioni (es. il potere pontificio è basato sulla tradizione
religiosa)
-potere carismatico: basato sul carisma ovvero sul prestigio personale dell’individuo che riesce a far
valere le proprie idee.
Quest’ultimo potere si divide in potere informale, non revocato da norme esplicite, e potere formale
revocate da un sistema accentrato
Parsons dice che il potere non è solo uno strumento di vessazione, ma rappresenta anche la condizione
per poter fare e agire. Torna frequentemente a vantaggio del vivere associato anche per gli svantaggiati.

Il potere ha una funzione “sana” quando è uno strumento per mobilitare delle risorse in vista di un
obiettivo. Quindi le strutture di potere e le posizioni di autorità hanno una funzione positiva non solo
per chi le occupa ma anche per chi ne è sottomesso.
Es. la scuola dove l’insegnante è l’autorità che ha dunque una posizione di potere sull’ “ordine del
giorno”, ciò può essere visto dagli studenti come una cosa sofferente o meno.

L’istituzionalizzazione del potere è molto importante in quanto, se non ci fosse, si dovrebbe ogni volta
ricominciare da capo con la contrattazione su chi deve fare cosa.

La distribuzione del potere è un fatto sociale che non può essere eliminato e può assumere significati
positivi o negativi a seconda del modo in cui il potere viene esercitato. Non è possibile quindi eliminare
ogni esercizio di potere.

LA DIMENSIONE POLITICA DELLA SOCIETÁ


Siccome le relazioni tra le persone tendono a istituzionalizzarsi producono delle norme sociali, ovvero
regole di comportamento e d’interazione che vanno al di là della volontà e delle inclinazioni dei singoli
soggetti.

Nelle società odierne queste norme tendono a diventare delle leggi in quanto sono vincolati per tutti gli
individui.

Per far in modo che una società funzioni bisogna seguire delle leggi, scritte o non.

Una legge è formalmente codificata, questo la rende univoca e uguale per tutti al contrario di una norma
informale che è implicita e di conseguenza incerta.

Una legge è formalizzata quando il suo contenuto viene reso esplicito da un’autorità sconosciuta

Dovunque ci siano delle leggi o delle norme ci sono anche delle istituzioni che ne curano la stesura. In
Italia questo compito appartiene al Parlamento formato a sua volta dalla Camera dei deputati e dal
Senato della Repubblica.

Coloro che presiedono la formulazione e curano l’applicazione delle leggi formano le istituzioni politiche
che fissano le regole, governano e organizzano molti aspetti pratici della società.

Lo Stato è il titolare legittimo del diritto di fare leggi e anche l’unico soggetto sociale che può far
rispettare la legge promulgata. È un’organizzazione sociale attraverso cui viene istituzionalizzato il
potere politico. Inoltre detiene il monopolio dell’uso legittimo della forza fisica.

Istituzionalizza il potere politico.

Una delle sue funzioni è quella di organizzare nel suo insieme la società che si è sviluppata in un
determinato territorio, finendo anche per gestire gran parte dei processi burocratici e di
istituzionalizzazione. Ciò può comportare a un conflitto tra Stato e cittadino che potrebbe vedere lo
Stato come il responsabile del processo che gli sottrae sempre più autonomia e libertà individuale
favorendo comportamenti standardizzati.

Lo stato è il soggetto sociale che ha il potere di far rispettare le proprie leggi conferendogli quindi
legittimità e validità. Una legge che non ha strumenti per farsi rispettare non è una legge.
La legittimità della sovranità dello Stato consiste sempre nel consenso che riesce ad ottenere anche senza
esercitare la forza. Lo Stato legittimo è il soggetto sociale a cui vengono riconosciuti il diritto e il potere
di governare la collettività.

Con società civile si indica l’insieme dei soggetti sociali che svolgono un ruolo attivo nell’affrontare e
risolvere questioni di rilevanza collettiva (es. sindaco, associazioni, movimenti spontanei).

La politica è la sfera di tutte quelle azioni il cui scopo finale è governare i comportamenti e gli
atteggiamenti collettivi, risolvere i conflitti e gestire le risorse, per questi motivi è anche untile alla
società, di fatto è questa la sua funzione. È anche il “posto” in cui avviene la competizione tra i vari
soggetti sociali. Qualunque soggetto voglia far sentire la propria deve conquistarsi una posizione di
potere.

Ci si può soffermare su due forme di regime politico tra loro anche opposte ovvero il totalitarismo e la
democrazia.

Nel primo il potere politico non è distribuito tra i vari gruppi sociali ma è concentrato in una sola
persona. Si poggia sul concetto di ideologia che designa ogni credenza utilizzata per controllare i
comportamenti collettivi. Un regime che non ammette opposizioni e che è intollerante nei confronti di
chi la pensa diversamente. Impone ai suoi cittadini un comportamento basato sull’uso della forza. C’è
anche un controllo dell’informazione attuato attraverso, ad esempio, la censura.

Nella democrazia invece la formulazione delle leggi e il governo dello Stato appartengono al popolo. È il
regime più adatto alla società attuale in quanto ha la capacità di conferire un alto grado di legittimità allo
Stato. È molto importante e quasi irrinunciabile il concetto di consenso che in politica è definito come la
libera e spontanea approvazione del fatto che il diritto e il potere di governare convengano nelle mani di
un particolare gruppo di persone.

Il consenso può essere attuato attraverso le elezioni che devono essere fatte periodicamente in quanto, in
caso di mancanza di rielezione, la società potrebbe legare a sé i detentori del potere politico prendendoli
sotto controllo, sollecitando in essi il senso di responsabilità civica.

Si possono trovare due tipi di democrazia: quella diretta e quella indiretta.


Nel primo caso il popolo decide in prima persona (es. nel gruppo di amici che si ritrova per decidere a
maggioranza cosa fare), nel secondo si decide solo attraverso l’intermediazione di un rappresentante che
viene scelto attraverso il sistema di elezione (es. il gruppo di amci che lascia la decisione su che cosa fare
ad uno di loro). Perciò la cosa che le distingue è il meccanismo di rappresentanza. Su tale principio si
fonda la democrazia indiretta che è quella più diffusa nelle società occidentali attuali.
Nella democrazia diretta le decisioni vengono prese direttamente dal cittadino che può partecipare
collettivamente. Questo tipo di democrazia però presenta dei limiti: da un lato è particolarmente difficile
e costoso da gestire e dall’altro è meno efficace, rispetto alla democrazia indiretta, nel salvaguardare i
principi e i valori su cui questo sistema si basa.
Un aspetto distintivo del regime democratico è il rispetto dei diritti e delle esigenze delle minoranze e
tra i due tipi visti il più efficace in questo caso è quello indiretto.

Lo stato moderno si compone di tre poteri principali: legislativo che spetta al Parlamento eletto
direttamente dal popolo, esecutivo che spetta al governo i quale è controllato dal Parlamento, e
giudiziario che spetta alla magistratura che è un organo indipendente.

Un’ulteriore frammentazione è data da coloro he hanno il compito e il diritto di prendere delle decisioni
di rilevanza collettiva e coloro che hanno l’incarico di attuare e far rispettare tali decisioni.

Ci sono delle organizzazioni centrali della nazione, delle organizzazioni decentrate a livello regionale,
organizzazioni locali e la pubblica amministrazione che è l’insieme degli organismi statali che hanno
come scopo l’attuazione delle politiche pubbliche.
Colui che si occupa per lavoro di applicare le leggi è il funzionario della pubblica amministrazione.

Al giorno d’oggi accade sempre più frequentemente che i cittadini si isolino dalla vita e dagli interessi
della collettività, trasformandosi anche in élite separate.

Viene data origine alla partitocrazia ovvero l’accentramento del potere reale negli organi dirigenti degli
stessi partiti a scapito del parlamento e del governo.

Il principio stesso della democrazia viene a mancare passando così alla tecnocrazia quindi dove il sistema
politico è fondato sulla gestione del potere da parte dei tecnici, giungendo così alla depoliticizzazione
della politica.

Può anche venire a crearsi un regime di mediocrazia in quanto i media e la televisioni esercitano una
forte influenza sull’opinione pubblica.

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