Allport (1935): “L’atteggiamento è il concetto più distintivo e indispensabile della psicologia sociale contemporanea”
Lo studio dell’atteggiamento è un precursore del comportamento e articola la relazione fra l’individuo e il mondo
sociale.
Atteggiamento = valutazione globale di un oggetto con un certo grado di favore o sfavore.
Gli atteggiamenti: a cosa servono?
• Funzione strumentale: orientano le azioni di avvicinamento e allontanamento rispetto ad un oggetto a
seconda della soddisfazione dei bisogni e dell’evitamento dei costi.
• Funzione espressiva dei valori, dell’identità, dell’appartenenza a gruppi sociali
• Funzione di difesa dell’Io da conflitti interni o da minacce esterne
• Funzione conoscitiva: aiutano ad interpretare e dare un senso al mondo; semplificano, danno significato e
organizzazione alla complessità delle informazioni in entrata.
Thomas e Znaniecki (1918) i primi autori a parlare di atteggiamenti:
• Valori sociali = ogni oggetto che ha significato in connessione con determinate azioni dell’individuo (es. una
moneta).
• Atteggiamenti = processi di coscienza individuale che determinano l’azione.
Aspetti positivi Definizione innovativa per l’epoca
Critiche
• Definizione aspecifica
•Atteggiamenti considerati solo come processi individuali
Dagli anni ‘20 si ipotizza una relazione causale tra atteggiamenti e comportamenti: gli atteggiamenti come
antecedenti dei comportamenti.
• costruzione di molte scale di misura degli atteggiamenti
Critiche: • Definizioni di atteggiamenti spesso non concordanti: oltre 500 definizioni operative di “atteggiamento”
Definizione di Allport (1935):
Gli atteggiamenti sono uno stato mentale o neurologico di prontezza, organizzata attraverso l’esperienza, che esercita
un’influenza direttiva o dinamica sulla risposta dell’individuo nei confronti di ogni oggetto o situazione con cui entra
in contatto.
Da evidenziare:Atteggiamento come stato non direttamente osservabile, ma inferibile sulla base della risposta:
variabile interveniente fra stimolo e risposta.
•Definizione ancora generica.
•L’aspetto valutativo è in secondo piano.
•Impostazione individualistica che ha caratterizzato questo ambito di ricerca soprattutto negli USA.
Rosemberg e Hovland (1960): modello tripartito
Gli atteggiamenti sono un costrutto psicologico costituito da 3 componenti:
• Componente cognitiva: informazioni e credenze verso un oggetto.
• Componente affettiva: reazione emotiva verso l’oggetto
• Componente comportamentale: azioni di avvicinamento o allontanamento dall’oggetto.
Le tre componenti sono classi di risposte valutative che non sempre possono essere colte in maniera distinta sul piano
empirico, ma contribuiscono in modo relativamente indipendente alla valutazione globale. Il peso di ciascuna
componente è variabile.
Fino alla metà degli anni ’70, la ricerca ha studiato soprattutto la componente affettiva; dopo soprattutto la
componente cognitiva.
Si parla quindi di conoscenzeSocial cognition (Fazio, 1986):
Atteggiamento = struttura cognitiva costituita dall’associazione in memoria tra la rappresentazione dell’oggetto e la
sua valutazione caratterizzato da:
•Disponibilità: associazione tra oggetto e valutazione immagazzinata nella memoria a lungo termine
•Accessibilità = forza dell’associazione: tempo e sforzo richiesti per il recupero mnestico di tale struttura Funzione di
organizzare la codifica e l’interpretazione delle informazioni. Questa definizione non è in contrapposizione con il
modello tripartito: le componenti sono nodi della struttura
Aspetti innovativi: introduce il concetto di “forza dell’associazione tra oggetto e valutazione” misurato attraverso il
tempo di latenza = tempo che occorre all’individuo per formulare la valutazione dal momento in cui appare lo stimolo.
Di conseguenza l’individuo agisce attivamente e consapevolmente nella costruzione della propria reputazione, anche
se non ha il pieno controllo sull’esito finale che dipenderà dalla interpretazione e rielaborazione degli altri membri
della comunità (reputazione = costruzione sociale).
Teoria dell’etichettamento (Becker, 1950): una volta stabilizzatasi la reputazione diventa difficilmente modificabile,
soprattutto quando è negativa, e si produce una sorta di circolo vizioso. Vs. Emler e Reicher (1995): l’individuo può
intervenire consapevolmente nello sviluppo o nell’interruzione di questa spirale -> gestione della presentazione di sé.
Critiche alla teoria della società di massa secondo cui nelle società moderne:
• La comunicazione diretta è un evento raro, non si basa più su legami reali
• I rapporti sono legati ai ruoli e alle categorie di appartenenza
Per Emler e Reicher (1995):
• I contatti informali in cui le persone sono percepite nella loro individualità sono importanti nelle società moderne
• Gli individui si scambiano informazioni su di sé e sui conoscenti => Il processo di formazione e trasmissione della
reputazione è attivo anche nelle società di massa.
Appartenenze molteplici => reputazione variabile nei diversi gruppi: •Comportamenti diversi •Norme e valori diversi
La reputazione si può trasferire da un gruppo all’altro ma solo se le norme sono simili.