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IL GIUDIZIO SOCIALE

Allport (1935): “L’atteggiamento è il concetto più distintivo e indispensabile della psicologia sociale contemporanea”
Lo studio dell’atteggiamento è un precursore del comportamento e articola la relazione fra l’individuo e il mondo
sociale.
Atteggiamento = valutazione globale di un oggetto con un certo grado di favore o sfavore.
Gli atteggiamenti: a cosa servono?
• Funzione strumentale: orientano le azioni di avvicinamento e allontanamento rispetto ad un oggetto a
seconda della soddisfazione dei bisogni e dell’evitamento dei costi.
• Funzione espressiva dei valori, dell’identità, dell’appartenenza a gruppi sociali
• Funzione di difesa dell’Io da conflitti interni o da minacce esterne
• Funzione conoscitiva: aiutano ad interpretare e dare un senso al mondo; semplificano, danno significato e
organizzazione alla complessità delle informazioni in entrata.
Thomas e Znaniecki (1918) i primi autori a parlare di atteggiamenti:
• Valori sociali = ogni oggetto che ha significato in connessione con determinate azioni dell’individuo (es. una
moneta).
• Atteggiamenti = processi di coscienza individuale che determinano l’azione.
Aspetti positivi Definizione innovativa per l’epoca
Critiche
• Definizione aspecifica
•Atteggiamenti considerati solo come processi individuali
Dagli anni ‘20 si ipotizza una relazione causale tra atteggiamenti e comportamenti: gli atteggiamenti come
antecedenti dei comportamenti.
• costruzione di molte scale di misura degli atteggiamenti
Critiche: • Definizioni di atteggiamenti spesso non concordanti: oltre 500 definizioni operative di “atteggiamento”
Definizione di Allport (1935):
Gli atteggiamenti sono uno stato mentale o neurologico di prontezza, organizzata attraverso l’esperienza, che esercita
un’influenza direttiva o dinamica sulla risposta dell’individuo nei confronti di ogni oggetto o situazione con cui entra
in contatto.
Da evidenziare:Atteggiamento come stato non direttamente osservabile, ma inferibile sulla base della risposta:
variabile interveniente fra stimolo e risposta.
•Definizione ancora generica.
•L’aspetto valutativo è in secondo piano.
•Impostazione individualistica che ha caratterizzato questo ambito di ricerca soprattutto negli USA.
Rosemberg e Hovland (1960): modello tripartito
Gli atteggiamenti sono un costrutto psicologico costituito da 3 componenti:
• Componente cognitiva: informazioni e credenze verso un oggetto.
• Componente affettiva: reazione emotiva verso l’oggetto
• Componente comportamentale: azioni di avvicinamento o allontanamento dall’oggetto.
Le tre componenti sono classi di risposte valutative che non sempre possono essere colte in maniera distinta sul piano
empirico, ma contribuiscono in modo relativamente indipendente alla valutazione globale. Il peso di ciascuna
componente è variabile.
Fino alla metà degli anni ’70, la ricerca ha studiato soprattutto la componente affettiva; dopo soprattutto la
componente cognitiva.
Si parla quindi di conoscenzeSocial cognition (Fazio, 1986):
Atteggiamento = struttura cognitiva costituita dall’associazione in memoria tra la rappresentazione dell’oggetto e la
sua valutazione caratterizzato da:
•Disponibilità: associazione tra oggetto e valutazione immagazzinata nella memoria a lungo termine
•Accessibilità = forza dell’associazione: tempo e sforzo richiesti per il recupero mnestico di tale struttura Funzione di
organizzare la codifica e l’interpretazione delle informazioni. Questa definizione non è in contrapposizione con il
modello tripartito: le componenti sono nodi della struttura
Aspetti innovativi: introduce il concetto di “forza dell’associazione tra oggetto e valutazione” misurato attraverso il
tempo di latenza = tempo che occorre all’individuo per formulare la valutazione dal momento in cui appare lo stimolo.

•Quando il legame è forte: attivazione automatica della struttura cognitiva.


•Quando il legame è debole: elaborazione consapevole per recuperare tale struttura.
•Quando il legame è molto debole: incapacità di recuperare l’associazione e formulazione della valutazione nel
momento stesso (online).
Tre modalità:

1.Esperienza diretta (mera esposizione, condizionamento valutativo)


• Porta a una forte associazione in memoria tra la rappresentazione dell’oggetto e la sua valutazione
• Il ripetersi dell’esposizione rende l’associazione automatica
• Atteggiamento più resistente al cambiamento
2. Osservazione dell’esperienza altrui
• L’associazione tra la rappresentazione dell’oggetto e la sua valutazione è meno forte
• Atteggiamento meno resistente al cambiamento
3.Comunicazione
• Associazione tra rappresentazione e oggetto molto debole, difficile recupero dalla memoria
• Atteggiamento molto meno resistente al cambiamento
Gli atteggiamenti possono formarsi nel corso della semplice esposizione ripetuta ad uno stimolo nuovo per
l’individuoMera esposizione = l’esposizione ripetuta ad uno stimolo porta a modificare l’atteggiamento relativo.
Esperimento di Zajonc (1969) aumentando la frequenza di esposizione ad uno stimolo nuovo (parole turche o
ideogrammi) aumenta il grado di piacevolezza di tale oggetto
Condizionamento valutativo = uno stimolo neutro è ripetutamente associato con un altro stimolo positivo o negativo e
così il primo assume la valenza del secondo.
Esempio: la pubblicità , legata alla familiarità, l’idea di avere tutto sotto controllo
Zajonc presentò ai suoi partecipanti degli ideogrammi cinesi 氣(parole turche, sillabe senza senso) per un numero
diverso di volte (1, 2, 5, 10, 25 volte). Lo studio era presentato come una ricerca sull’apprendimento di una lingua
sconosciuta. Disse ai partecipanti che ciascun ideogramma esprimeva un aggettivo e che il loro compito era di
indovinare se tali aggettivi avessero una connotazione positiva o negativa.
L’effetto della mera esposizione è positivo solo quando non c’è un atteggiamento precedente (l’atteggiamento è
neutro) o quando l’atteggiamento è già positivo
L’ANCORAGGIO FISICO DEGLI ATTEGGIAMENTI
•Embodied cognition, «cognizione incarnata»: reazioni emotive e cognitive, ma anche sentimenti e giudizi complessi
affondano le loro radici nei vincoli biologici costituiti dal corpo e delle sue proprietà.
•I risultati di molti studi sperimentali suggeriscono che il corpo partecipa dei processi di elaborazione delle
informazioni vs. filosofia occidentale fino a Cartesio.
•Formazione e uso degli atteggiamenti: il movimento o la posizione del corpo di una persona influenza il modo in cui
questa persona valuta un oggetto.
•Anche la cultura è codificata nel corpo e guida il modo in cui un comportamento fisico predispone a una risposta
affettiva o cognitiva tra le molte possibili.
Nonostante la tendenza al conservatorismo cognitivo, gli atteggiamenti possono cambiare. Come? Processi individuali
e processi sociali (influenza, persuasione)

COME SI MISURANO GLI ATTEGGIAMENTI?


Attitudes can be measured (Thurstone, 1928)
Dagli anni ‘20-’30 -> costruzione di molte scale di misura degli atteggiamenti: la possibilità di quantificare questi
costrutti psicologici permetteva di confrontarli, cogliere la forza delle loro relazioni e quindi di spiegare il
comportamento umano in modo scientifico.
Problemi:
• oltre 500 definizioni operative di “atteggiamento” (1975);
• molteplici scale di misura;
• gli altri costrutti psicologici non avevano conosciuto lo stesso sviluppo => non erano quantificabili.
Gli atteggiamenti non sono osservabili => sono soltanto inferibili da alcuni indicatori (risposte manifeste e
comportamenti).
Tecniche dirette e indirette.
Dirette: le scale (self-report )
Le risposte sono sotto il controllo dei rispondenti => problemi legati
• alla capacità di introspezione
• alla desiderabilità sociale
Permettono di misurare:
• La direzione e l’intensità delle valutazioni e La frequenza dei comportamenti
Prima scala Thurstone e Chave (1929)
• raccolta delle opinioni che coprono tutte le posizioni che le persone esprimono su un determinato tema; • un
gruppo di “giudici” ordinano le opinioni dalla più favorevole alla meno favorevole all’oggetto in questione
indipendentemente dal loro atteggiamento;
• si calcolano i valori scalari e si selezionano gli item da includere nella scala.
Critiche alla scala di Thurstone:
 lungo e dispendioso lavoro di preparazione;
 l’assunto di indipendenza dalla posizione dei giudici non è sostenibile se si considerano temi di una certa
rilevanza sociale.
Scala Likert (Likert, 1932):
E’ costituita da item (affermazioni favorevoli o sfavorevoli) che coprono gli aspetti rilevanti nell’area semantica
dell’oggetto studiato. I rispondenti devono indicare su una scala di risposta il grado di accordo o disaccordo con le
affermazioni.
Esempio:
Penso che la carne non possa essere sostituita da un altro alimento
Completamente in disaccordo 1 2 3 4 5 6 7 completamente d’accordo
Consente di effettuare operazioni statistiche come l’aggregazione delle risposte sullo stesso oggetto, il calcolo della
media.
Differenziale semantico (Osgood, Suci e Tanenbaum, 1957):
• insieme di coppie di aggettivi bipolari separati (in genere) da sette spazi che rappresentano una gradazione da uno
all’altro
• oggetto di atteggiamento posto all’inizio del questionario
Esempio: Come giudica il conformismo?
Buono _ _ _ _ _ _ _ Cattivo
Bello _ _ _ _ _ _ _ Brutto
Gli autori hanno rilevato che le coppie di aggettivi si raggruppano sistematicamente in tre fattori: • Valutazione (es.
buono/cattivo) • Potenza (es. forte/debole) • Attività (es. stabile/instabile)
Il primo spiega la maggior parte della varianza nei dati => il più rappresentativo dell’idea di atteggiamento. Tecniche
indirette di misurazione:
Reazioni fisiologiche:
• Risposta elettrogalvanica (capacità della pelle di condurre elettricità)
• Attività dei muscoli del viso
Vantaggi: Risposte non influenzate dalla desiderabilità sociale
Svantaggi: Metodologie troppo intrusive
Misure implicite basate sui tempi di latenza nell’espressione della risposta (indici di accessibilità dell’atteggiamento e
coinvolgimento verso l’oggetto) Utilizzo di software che permettono di calcolare il tempo tra l’apparizione dello
stimolo sullo schermo del computer e la pressione esercitata dal rispondente su appositi tasti per la risposta
Atteggiamenti impliciti = Valutazioni automatiche, attivate velocemente, senza sforzi né intenzione.
• Misurati tramite la rilevazione dei tempi di risposta a compiti di categorizzazione o decisione lessicale.
• Permettono di superare i problemi dei self-report legati alla desiderabilità sociale e alla capacità introspettiva dei
rispondenti
• Validità predittiva incrementale rispetto agli atteggiamenti espliciti
• Correlazioni variabili con gli atteggiamenti espliciti
• Non si tratta dello stesso costrutto misurato in modo diverso ma di costrutti differenti: processi
spontanei/automatici/associativi vs. processi controllati/deliberativi/proposizionali
Esempio: Implicit Association Test (IAT) - Greenwald et al. (1998)
• Misura la forza dell’associazione tra due concetti (stereotipo) o tra un concetto e una valutazione (atteggiamento)
• 5 compiti di categorizzazione di stimoli presentati sullo schermo del pc: 3 fasi di allenamento e 2 fasi di test
• Atteggiamento: stimoli appartenenti a 2 categorie di concetti e a 2 polarità valutative
• Da categorizzare usando 2 tasti (q-p oppure e-i)
Compito compatibile = quando le categorie che condividono lo stesso tasto di risposta sono associate nelle
rappresentazioni mentali del rispondente => risposte più rapide e più accurate VS. compito incompatibile. Nel nostro
esempio, si può rilevare una preferenza per gli snack rispetto alla frutta se il partecipante è più veloce e fa meno errori
nel compito critico in cui sono associate le categorie snackpiacevole e frutta-spiacevole. E quando l’oggetto di
atteggiamento non ha una categoria complementare con cui essere confrontato?
Single Category IAT (Karpinski e Steinman, 2006 ) • Inoltre lo IAT standard non è in grado di distinguere gli
individui che valutano positivamente entrambi gli oggetti da quelli che li valutano entrambi negativamente • Quindi è
più informativo misurare l’atteggiamento verso un oggetto singolarmente piuttosto che relativamente ad un altro
oggetto.
PREVEDERE IL COMPORTAMENTO A PARTIRE DALL’ATTEGGIAMENTO
Prima ricerca su atteggiamenti e comportamenti: La Piere (1934)
Parte da una forte discriminazione iniziale degli americani verso i cinesi. Viaggio in USA in compagnia di una coppia di
cinesi (251 esercizi turistici) e questionario postale.
Comportamenti: Casi rari di discriminazione da parte di albergatori e ristoratori; solo una volta venne negato il servizio
alla coppia.
Atteggiamenti: risposte molto negative nei confronti dei cinesi nel questionario; il 90% degli esercenti dichiarò che non
avrebbero accettato clienti cinesi!  Atteggiamenti e comportamenti non coerenti
Anni ‘60: ricerche volte a indagare SE c’è un legame tra atteggiamento e comportamento. Rassegna di Wicker
(1969): r = .30, ∆ R2 = .10.
Alcuni studiosi arrivarono a proporre l’abbandono dello studio degli atteggiamenti.
Altri studiosi hanno cercato di capire QUANDO (in quali condizioni) c’è una correlazione tra atteggiamento e
comportamento individuando due tipi di fattori di moderazione:
•Metodologici Un atteggiamento generale (Att verso l’inquinamento) non predice un comportamento specifico
(raccolta differenziata) => principio di corrispondenza di (Fishbein e Ajzen, 1975): atteggiamento e comportamento
sono maggiormente correlati quando sono rilevati allo stesso livello di specificità.
• ConcettualiCaratteristiche personali
- Caratteristiche situazionali
- Caratteristiche degli atteggiamenti: stabilità, accessibilità, formazione per esperienza diretta, sicurezza,
coerenza tra componenti affettiva e cognitiva => forza
Teoria dell’Azione Ragionata (Fishbein e Ajzen, 1975) : Licenziati formulare una proposta che si proponeva di
includere il costrutto di atteggiamenti come uno dei fattori causali del comportamento insieme ad altri fattori cruciali.
Secondo questa teoria, i comportamenti sono preceduti da una profonda elaborazione cognitiva. L’intenzione è il
prodotto delle credenze che gli ha circa le conseguenze di quel comportamento, associate alla valutazione che dà di
queste conseguenze.
Critiche: Spiega soltanto il comportamento sotto il completo controllo dell’individuo, ma alcuni comportamenti non lo
sono. In particolare:
• Comportamenti che derivano dall’abitudine (es. mangiare carne)
• Comportamenti che sono frutto di dipendenza (es. fumare)
• Comportamenti che derivano da stati emotivi (es. piangere)
• Comportamenti orientati a scopi difficili (es. scrivere un bel romanz0)
Ajzen (1988) ha riformulato la teoria introducendo come fattore causale, insieme agli atteggiamenti verso il
comportamento e alla pressione sociale, la percezione di controllo comportamentale (della facilità/difficoltà di
attuare il comportamento). ⇒La Teoria del comportamento pianificato (TPB)
La percezione di controllo:
•può essere influenzato da fattori personali (possesso delle informazioni necessarie, abilità, ruolo delle emozioni) e da
fattori situazionali (opportunità e dipendenza da altri).
•ha implicazioni motivazionali sulle intenzioni (solo se penso di potercela fare ho intenzione di…) quindi influenza il
comportamento indirettamente ma anche direttamente, in quanto indicatore del controllo effettivo.
Critiche: Secondo Fazio (1986; 1990)
•la TPB si applica solo quando l’individuo è motivato e ha l’opportunità (abilità cognitiva) di procedere a un’analisi
attenta dei fattori in gioco
•mentre quando l’associazione tra oggetto e valutazione è disponibile e accessibile/forte (per es. è frutto
dell’esperienza diretta, dell’abitudine) l’atteggiamento si attiva automaticamente e guida il comportamento
direttamente bypassando l’intenzione.
IL CAMBIAMENTO DEGLI ATTEGGIAMENTI
Un altro modo per cambiare atteggiamento è la Teoria della dissonanza cognitiva (Festinger, 1957) Processo di natura
motivazionale che deriva dal bisogno di mantenere coerenza tra le proprie cognizioni (credenze e valori) e/o
comportamenti
Esempio: - credo che mettere il casco sia utile - a volte non indosso il casco
Strategie per ristabilire l’equilibrio:
• cambiamento del comportamento: l’individuo inizia ad utilizzare sempre il casco
• cambiamento dell’atteggiamento: cambiamento della credenza relativa all’utilità del casco attraverso la percezione
selettiva delle informazioni (es: l’individuo ricorda le informazioni che criticano l’utilità del casco)
Modificazione dell’elemento dissonante meno resistente al cambiamento, cioè l’atteggiamento. ⇒ Se una persona
viene indotta a mettere in atto un comportamento che non corrisponde al suo atteggiamento sperimenta uno stato di
dissonanza in grado di motivare il cambiamento dell’atteggiamento (il comportamento passato non si può cambiare)

Esperimento di Festinger e Carlsmith (1959) “20 $ per una menzogna”


I partecipanti prendevano parte ad un esperimento molto noioso(si sa perché avevano già fatto uno studio pilota)
•In seguito dovevano riferire ad altri che il compito era molto interessante => Dissonanza cognitiva
•Per farlo venivano pagati: o 20 dollari o 1 dollaro (variabile indipendente). Alla fine i partecipanti dovevano valutare
il compito attraverso un questionario (valutazione del compito = variabile dipendente)
Risultati I partecipanti che hanno ricevuto 20 dollari: Menzogna giustificata dalla ricompensa («ho mentito in
cambio di 20 dollari») => Il compito è giudicato molto noioso
I partecipanti che hanno ricevuto 1 dollaro: Denaro non sufficiente per giustificare la menzogna => dissonanza =>
riduzione della dissonanza valutando più positivamente il compito.
N.B.: I partecipanti devono sentirsi liberi di scegliere: altrimenti compiranno una attribuzione causale esterna Il
cambiamento degli atteggiamenti .Gli atteggiamenti cambiano anche tramite
 processi sociali -> le ricerche classiche sugli atteggiamenti: Influenza del contesto sociale -> la ricerca di
Newcomb sulla socializzazione politica
 Comunicazione persuasiva -> la ricerca di Hovland e della scuola di Yale
i modelli duali
1. Modello della probabilità di elaborazione – ELM (Petty e Cacioppo, 1981; 1986 LIBRO
2. Il modello euristico-sistematico (Chaiken, 1980; 1987; Eagly e Chaiken, 1984) LIBRO
Modello della probabilità di elaborazione. Prevede che possiamo elaborare le informazioni attraverso due processi
a) Percorso centrale: elaborazione attenta delle argomentazioni e delle informazioni = elementi centrali.
Richiede risorse cognitive:
• focalizzazione dell’attenzione
• comprensione delle argomentazioni
• confronto e integrazione fra informazioni e credenze possedute
b) Percorso periferico: basato su elementi che non hanno a che fare con le argomentazioni ma sul modo in cui
vengono presentate e su elementi del contesto come attrattività della fonte, musica, colori vivaci = elementi
periferici.
I due processi sono concepiti come gli estremi di un continuum.
Quali condizioni favoriscono il primo o il secondo percorso?
• Motivazione = rilevanza del messaggio per il ricevente in relazione ai suoi scopi
• Abilità cognitiva = capacità stabili (intelligenza, competenze necessarie) e condizioni contingenti (livello di allerta,
carico cognitivo, comprensibilità del messaggio)
 Individuo motivato e capace di elaborare le informazioni: atteggiamento finale come esito del processo
centrale => dipende dalla qualità delle argomentazioni che possono produrre pensieri favorevoli/sfavorevoli.
 Individuo non motivato e/o non in grado di elaborare le informazioni: atteggiamento finale come esito del
processo periferico => dipende da elementi di contesto.
In entrambi i casi è possibile il cambiamento.
Il cambiamento di atteggiamento che deriva dal processo centrale: è più persistente nel tempo, più predittivo del
comportamento e più resistente alla contro-persuasione rispetto a quello derivante dal processo periferico.
Esperimento di Petty, Cacioppo e Goldman (1981)per mostrare importanza della rilevanza personale
Studenti ascoltano una comunicazione sulla necessità di istituire un esame generale prima della fine del corso.
Disegno between subject 2x2x2 => 8 condizioni sperimentali (manipolazione di tre variabili indipendenti):
1. Rilevanza personale della comunicazione (alta motivazione: l’esame riguarda l’università dei partecipanti vs bassa
motivazione: l’esame riguarda studenti futuri )
2. Qualità delle argomentazioni a sostegno dell’utilità dell’esame (forte: università prestigiose vs. debole: buona
reputazione dell’università)
3. Livello di expertise della fonte (alto: commissione Carnagie vs. classe di studenti)
Risultati: Condizione di alta rilevanza personale (alta motivazione): il grado di accordo varia in relazione alle
argomentazioni fortemente vs. debolmente convincenti (elemento centrale) Condizione di bassa rilevanza personale
(bassa motivazione): il grado di accordo è influenzato dal livello di expertise della fonte (elemento periferico)
Il modello euristico-sistematico
Prevede 2 processi di natura diversa attraverso i quali un individuo può arrivare alla conclusione di accettare o meno la
tesi veicolato in una comunicazione persuasiva
Il primo processo è sistematico e coincide con l’elaborazione approfondita dei contenuti informativi del messaggio
indicato come percorso centrale del modello visto sopra
Il secondo processo è euristico consiste nel raggiungimento di un’opinione finale attraverso la semplice applicazione di
un euristica strategia di risparmio di energie
Quando tutte le condizioni sono presenti, i due processi possono realizzarsi simultaneamente => effetti congiunti:
Fine anni 90’: elaborazione di un modello unimodale
(Kruglansky et al.). Il cambiamento di atteggiamento è l’esito di un processo di elaborazione unico che funziona come
un qualsiasi processo di formazione dei giudizi: raccolta di informazioni rilevanti incluse in un sillogismo come
premesse minori (e poi combinata con una premessa maggiore).
Il cambiamento di atteggiamento avviene attraverso un ragionamento di tipo sillogistico (se…..allora….) e consiste
nella:
 Verifica ipotesi
 Generazione di inferenze da informazioni rilevanti quelle che abbiamo in memoria
Es.: dr smith dice che il freon è da abolire.credenza in memoria (Premessa magg): se un esperto esprime una opinione allora è valida
(premessa min): è un esperto il freon è da abolire
Differenze non nella natura ma nell’estensione (durata) del processo di elaborazione che dipende da:
•Motivazione: influenza la probabilità di dare avvio all’elaborazione, di continuarla e ne orienta la direzione.
• Abilità cognitiva:
 Software = disponibilità e accessibilità in memoria di informazioni che formano la premessa maggiore ->
comunque necessarie
 Hardware = allerta ed energia cognitiva disponibile -> solo questi aspetti influenzano l’estensione del
processo
L’elaborazione approfondita non si applica a una classe particolare di informazioni ma a tutte quelle che il ricevente
ritiene pertinenti e rilevanti per il giudizio che deve formulare. Le differenze emerse nelle ricerche tra elementi centrali
e periferici sono dovute ad artefatti metodologici.
Nell’esperimento di Petty e altri:
- Le informazioni sull’expertise della fonte sono più brevi e più semplici delle informazioni relative al messaggio
- La stessa differenza si riscontra nella maggior parte delle ricerche basate sul modello a due vie
- Pertanto, le informazioni sulla fonte potrebbero essere più facili da elaborare del contenuto del messaggio e per
questo motivo avere più impatto quando la rilevanza è bassa.
Ripetizione dell’esperimento di Petty, Cacioppo e Goldman 1981
Variazione: messaggio unico, informazioni sulla fonte più complesse
Variabili indipendenti:
•livello di coinvolgimento: alto vs basso
•expertise della fonte: alta vs bassa
Le persone più coinvolte sono più influenzate dalla fonte esperta.
LA FORMAZIONE DELLE IMPRESSIONI
Solomon Asch (1946): modello configurazionale nella formazione delle impressioni.
L'ipotesi di ash prevede che le persone si formino in primo luogo un'impressione globale degli altri Entro la quale
Fanno puoi rientrare le ulteriori informazioni che li descrivono: Le persone sono concepite come unità psicologiche.
Processo di elaborazione top down: Quando ascoltiamo la descrizione di una persona non ci limitiamo ai dati che ci
hanno appena fornito ma cerchiamo di formare una rappresentazione coerente ai nostri schemi.
Esperimento: I partecipanti leggevano una lista di aggettivi relativi ad un individuo. Veniva chiesto loro di valutare
questo ipotetico individuo
Intelligente, abile, lavoratore, freddo, risoluto, pratico, prudente = persona calcolatrice, arrivista Intelligente, abile,
lavoratore, caldo, risoluto, pratico, prudente = persona affabile, generosa
Effetto primacy (Asch, 1964): I primi tratti della lista sono più influenti perché sono quelli che attivano e formano la
configurazione globale dell’impressione Quando una lista inizia con tratti positivi, i tratti negativi sono interpretati
meno negativamente rispetto al caso contrario.
1.Intelligente – lavoratore – impulsivo – critico – ostinato – invidioso. “The person is intelligent and fortunately he puts his intelligence to work.
That he is stubborn and impulsive may be due to the fact that he knows what he is saying and what he means and will not therefore give in easily to
someone else's idea which he disagrees with”
2.Invidioso – ostinato – critico – impulsivo – lavoratore – intelligente. “This person's good qualities such as industry and intelligence are bound to be
restricted by jealousy and stubbornness. The person is emotional. He is unsuccessful because he is weak and allows his bad points to cover up his
good ones”
Modello algebrico: Le impressioni si formano dalla media ponderata delle valutazioni di tutte le informazioni su una
persona
Processo di elaborazione bottom up: sforzo maggiore di elaborazione rispetto a quello previsto da Asch. Processi
alternativi ma entrambi validi in condizioni diverse
Fine anni 80’: i due processi possono essere agli estremi di un continuum (Fiske e Neuberg, 1990)
Processo basato su appartenenza Processo basato su informazioni
categoriale (top down) --------------------------------------------- individuali (bottom up)
Ruolo della motivazione nel processo di elaborazione
Esempio: Impressione verso uno sconosciuto
Inizialmente sono utilizzate informazioni categoriali (sesso, età..): impressione quasi automatica, poco sforzo e
attenzione.
Elaborazione di tipo Top Down: dall’unità agli elementi
Se la persona diviene rilevante per il raggiungimento di uno scopo: elaborazione più profonda e maggiore sforzo.
Elaborazione di tipo Bottom up: attenzione alle informazioni individuali
LA REPUTAZIONE
Impressioni degli altri come elementi di scambio comunicativo. Tre modalità per conoscere gli altri:
•Osservazione diretta del comportamento
•Fonte diretta: ascoltare ciò che gli altri dicono di loro stessi
•Avere informazioni da terzi = formazione della reputazione
Che cosa è la reputazione?  “Giudizio formulato da una comunità su un individuo in particolare che generalmente,
ma non necessariamente, appartiene alla comunità stessa” (Emler, 1994)
•Forma di conoscenza sociale mediata dall’esperienza altrui
•Prende il via dalla formazione delle impressioni e si costruisce nella comunicazione => È possibile solo dove esiste
una struttura sociale
Perché un individuo abbia una reputazione è necessario che (Emler e Reicher, 1995):
• Faccia parte di una comunità come membro stabile
• I membri scambino, nelle conversazioni, informazioni sui comportamenti e sulle qualità altrui
• I membri siano inseriti in una rete che colleghi chi non si conosce per via diretta
I contenuti della reputazione:
• Qualità umane variabili
• Che rivestono una certa importanza per la collettività
• Sono difficilmente osservabili  Le inferiamo sulla base dei comportament
• E relativamente rare
Funzion:i a che cosa serve la reputazione?
A livello individuale
• è un bisogno fondamentale e intrinseco alla natura umana: è gratificante in sé
• aumenta la possibilità di influenzare gli altri, di accedere alle interazioni e alle risorse
A livello sociale
• Assicura gli scambi cooperativi: coordina gli sforzi degli individui
• È una forma di controllo sociale: limita l’accesso alle interazioni a persone potenzialmente dannose => disincentiva la
violazione delle norme sociali
• Promuove l’autocontrollo: l’individuo ha interesse ad avere una reputazione positiva per avere accesso
all’interazione e alle risorse.

Di conseguenza l’individuo agisce attivamente e consapevolmente nella costruzione della propria reputazione, anche
se non ha il pieno controllo sull’esito finale che dipenderà dalla interpretazione e rielaborazione degli altri membri
della comunità (reputazione = costruzione sociale).

Teoria dell’etichettamento (Becker, 1950): una volta stabilizzatasi la reputazione diventa difficilmente modificabile,
soprattutto quando è negativa, e si produce una sorta di circolo vizioso. Vs. Emler e Reicher (1995): l’individuo può
intervenire consapevolmente nello sviluppo o nell’interruzione di questa spirale -> gestione della presentazione di sé.
Critiche alla teoria della società di massa secondo cui nelle società moderne:
• La comunicazione diretta è un evento raro, non si basa più su legami reali
• I rapporti sono legati ai ruoli e alle categorie di appartenenza
Per Emler e Reicher (1995):
• I contatti informali in cui le persone sono percepite nella loro individualità sono importanti nelle società moderne
• Gli individui si scambiano informazioni su di sé e sui conoscenti => Il processo di formazione e trasmissione della
reputazione è attivo anche nelle società di massa.
Appartenenze molteplici => reputazione variabile nei diversi gruppi: •Comportamenti diversi •Norme e valori diversi
La reputazione si può trasferire da un gruppo all’altro ma solo se le norme sono simili.

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