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Interventi per promuovere lo sviluppo

Il fine applicativo di questo insegnamento è quello di promuovere lo sviluppo, individuando possibili


atipicità o disfunzionalità dello sviluppo in una fase precoce (obiettivo primario e prioritario dell’attività di
ricerca) e individuando interventi tempestivi e precoci al fine di ridurre gli effetti sul successivo sviluppo
(attività principale della clinica).
Il fine dell’insegnamento è quello di promuovere la ricerca sulle prime fasi dello sviluppo affinché ne
benefici proprio la clinica.

Lo sviluppo tipico e atipico non è predeterminato (né da geni né ambiente), ma avviene grazie a continui
scambi bidirezionali tra le caratteristiche individuali (seme) e le caratteristiche ambientali nel quale il
bambino matura (suolo).

Sviluppo armonico  La ricerca scientifica ha ampiamente dimostrato che lo sviluppo non procede a
mosaico, ma piuttosto è il risultato dei reciproci rapporti tra domini evolutivi diversi (sviluppo armonico). Lo
sviluppo è armonico quando è adattivo e procede in modo coordinato in tutte le componenti dello sviluppo.

La ricerca scientifica ha altresì messo in evidenza l’elevata rilevanza delle esperienze precoci sul successivo
benessere fisico e psicologico del bambino e gli effetti a lungo termine che esse esercitano nel corso
dell’intero ciclo di vita.
Uno sviluppo armonico, quindi, parte da fondamenta stabili (metafora iceberg -> se la porzione dell’iceberg
sommersa è stabile lo sarà anche quella in superficie)

Come si può promuovere lo sviluppo armonico nelle prime fasi dello sviluppo?
Interventi precoci, mirati e personalizzati possano agire da fattori di protezione per lo sviluppo.

L’immagine sintetizza in che modo dovrebbe avvenire l’intervento nei disturbi del neurosviluppo.
È un approccio centrato sull’ambiente arricchito e sulla famiglia, non solo sul bambino. L’ambiente
arricchito ha un effetto sulla plasticità cerebrale che, a sua volta, ha un effetto a cascata sull’acquisizione di
comportamenti abilità cognitive. Questa interazione è massima in determinati periodi dello sviluppo, i
periodi sensibili.
Arricchire gli ambienti per arricchire la mente
L’idea di ambiente arricchito nasce negli Stati Uniti in seno al modello comportamentista, quando i
ricercatori indagavo il comportamento delle cavie da laboratorio. Queste venivano messe in gabbie isolate
e private di ogni stimolazione.
Bennett ha il merito di aver scoperto il beneficio di un ambiente arricchito sul comportamento e sulla
cognizione di queste cavie.
Questo comportamentista si portò a casa alcuni topolini per far giocare i figli. L’ambiente in cui erano
inseriti era più organizzato e strutturato di una gabbia classica. Erano in compagnia e venivano spesso
toccati e stimolati da questi bambini.
Bennett riuscì a scoprire che questi topolini che venivano tolti dalle gabbie avevano performance più
elevate ai test comportamentali e cognitivi.
Questi topolini erano:
• Più socievoli
• più abili
• miglior memoria
• mantengono il peso
• corteccia più spessa
• accelerazione sviluppo cerebrale -> effetti impattanti sullo sviluppo cerebrale e cognitivo

L’ambiente arricchito dei ratti corrisponde all’ambiente nel quale vive il ratto selvatici. Le gabbie sono
ambienti deprivati.
I topi che venivano tolti dalle gabbie erano inseriti in un ambiente più ecologico dove normalmente vive il
ratto selvatico.

Ambienti strutturati ma non iperstimolanti


Un ambiente iperstimolante non è di per sé di aiuto nel compensare una difficoltà, LE ATIPIE, le
disfunzionalità.
Le caratteristiche dell’ambiente devono essere adeguate alle competenze del bambino e al momento dello
sviluppo che egli sta attraversando.
È possibile ottimizzare l’ambiente di un bambino strutturandolo.

Ambienti strutturati
Sin dalla nascita il bambino è in grado di inferire le regolarità presenti nell’ambiente circostante,
strutturando in tal modo la realtà percettiva che lo circonda. Il nostro cervello è predisposto a riconosce le
regolarità e le utilizza per prevedere, anticipare ciò che accadrà in maniera proattiva.
Promuovere lo sviluppo significa collocare il bambino in un ambiente in cui questa estrazione viene
facilitata. Significa anche aiutare il bambino nel dare senso al flusso di eventi che si susseguono senza
soluzione di continuità attorno a lui.
Tanto più sono piccoli, tanto più i bambini prediligono ambienti strutturati piuttosto che caotici, vale a dire
ambienti nei quali gli eventi sono predicibili, poiché inseriti in una sequenza regolare di avvenimenti, cioè le
routine.
Routine rassicuranti: Nel momento in cui la routine ha inizio, il bambino sa cosa accadrà di lì a poco e sa
che tutto sta procedendo secondo la consueta rassicurante routine (i.e., prepararsi per andare a dormire,
addormentarsi, fare un lungo sonno).
I bambini sono amanti delle abitudini. Gli ambienti strutturati facilitano lo sviluppo cognitivo ed emotivo del
bambino.
Ovviamente l’ambiente strutturato non è un ambiente impoverito o deprivato. Infatti, ambiente strutturato
non implica che non sia importante introdurre elementi di novità nella quotidianità del bambino. Al
contrario, solo nel quadro di un ambiente strutturato e regolare, ad esempio in un contesto educativo, la
novità può essere adeguatamente apprezzata, piuttosto che costituire un ulteriore elemento di confusione.
Il bambino è affascinato e incuriosito dalla novità ma questa può essere apprezzata solo in un contesto in
cui è facile riconoscere il nuovo dal consueto.

Sedentarizzazione dell’infanzia
Spesso le attività di movimento nell’infanzia e in età prescolare e scolare è trascurata, tanto che il
fenomeno della sedentarizzazione dell’infanzia, nei paesi occidentali sta diventando sempre più
preoccupante.
Quando corriamo, saltiamo, cantiamo, la quantità di ossigeno che entra nel corpo cresce, aiutando il
cervello ad inviare informazioni più velocemente e in maniera più efficiente. L’attività fisica e l’esplorazione
senso-motoria aumentano il rilascio di adrenalina, serotonina ed endorfine, ormoni e neurotrasmettitori
che svolgono funzioni fondamentali nella regolazione della attività del sistema nervoso e che incrementano
la sensazione di benessere.
Nel periodo in cui il cervello è massivamente sensibile e vulnerabile agli effetti dell’ambiente, l’esperienza
motoria diventa fondamentale di cui nessun bambino dovrebbe essere provato.

Si parla quindi di ambienti strutturati, non iperstimolanti.


Il gioco, che è l’attività più spontanea che i bambini possono mostrare, stimola lo sviluppo del linguaggio, lo
sviluppo cognitivo, lo sviluppo emotivo e lo sviluppo sociale.
È tuttavia importante sottolineare che sia il corpo che il cervello hanno la necessità di riposare. Anche il
riposo aiuta la concentrazione. Gli ambienti iperstimolanti non sono solo caotici di oggetti, ma anche di
cose che vengono richieste ai bambini.
I momenti di quiete sono molto importanti, anche perché in questi momenti il cervello integra e connette le
informazioni.

Magica-mente
È proprio nei momenti di quiete che ha luogo quel processo di esplicitazione che rende la mente magica.
La fantasia, l’immaginazione, i sogni a occhi aperti, il pensiero magico sono prodotti della mente solo in
parte aderenti e vincolati dalla realtà. Utilizzano la realtà come punto di partenza, ma poi se ne liberano,
come un sasso lanciato sullo stagno che produce una serie infinite di onde. La prima onda è quella
provocata dalla stimolazione ambientale ma durante la quiete il contatto con la realtà viene rielaborato
staccandosi dai suoi vincoli.
Fantasticare quindi non è una perdita di tempo, ma è un aspetto intrinseco del sistema cognitivo umano e
del suo sviluppo. La fantasia, l’immaginazione, la creatività sono, in sostanza, uno strumento di
adattamento che ci consente di concepire alternative al presente, di prefigurarci scenari futuri, di rivivere il
passato, rielaborandolo in modo creativo per servircene nel presente e nel futuro.

Promuovere lo sviluppo (tipico e atipico), quindi, significa creare ambienti strutturati che favoriscono una
mente attiva (attiva-mente). Il bambino ha l’occasione di esplorare attivamente il contesto in cui è inserito.
È anche un ambiente in cui può usare la sua mente logica (logica-mente) in cui può usare i software pre-
installati e la sua mente creativa (creativa-mente).
Promuovere lo sviluppo significa quindi rendere la mente attiva, logica e creativa.

 Esempi di interventi rivolti ai bambini ad alto rischio come i nati pretermine


La nascita del pretermine avviene proprio quando il sistema nervoso centrale si sta “organizzando” ed è
quindi in un momento del suo sviluppo particolarmente sensibile e vulnerabile, ciò influenza il successivo
sviluppo. Viene cambiato repentinamente l’ambiente, passando da uno intrauterino con delle sue
peculiarità a uno extrauterino.
Momento particolarmente sensibile e vulnerabile che ha degli effetti a cascata sullo sviluppo armonico
successivo.

- Programma NIDCAP (Newborn Individualized Developmental Care Assessment Programme)  Un


approccio evolutivo che sostituisce l’approccio al curare con quello del prendersi cura (in un
momento in cui il sistema nervoso non è ancora del tutto organizzato e l’ambiente cambia
repentinamente).
Coinvolge tutto il personale della TIN: medici, infermieri, fisioterapisti, psicologi, personale
ausiliario e tecnico, famiglie. Tutte queste figure hanno successo solo se condividono le motivazioni
e le competenze necessarie per accompagnare il neonato nel suo percorso evolutivo e per
sostenere la famiglia nel momento critico del ricovero.

- Ambiente prossimale  è un tipo di intervento che favorisce un contesto di relazioni con i familiari,
gli insegnanti, il gruppo dei pari.
Gli esperimenti di Harlow hanno al meglio dimostrato il ruolo del contatto fisico e
dell’attaccamento nello sviluppo neuro-socioaffettivo del bambino: le scimmiette venivano
allontanate dalla madre e messe in gabbie. Vi erano due simulacri di scimmia: una era fredda e
robotica ma dispensava cibo, una era ricoperta di peluche ed emanava calore.

- Marsupioterapia (Kangaroo Mother Care)  Promuove il contatto pelle a pelle del bambino con la
mamma, facilitando l’interazione della diade e favorendo i comportamenti materni di attaccamento
e la regolazione delle funzioni fisiologiche del bambino.
Il bambino viene posto verticalmente sopra il seno della mamma e in seguito viene coperto (visto
che non ha un sistema di regolazione del calore sufficiente) con un lenzuolo, in modo da ricreare un
ambiente molto simile a quello uterino.
In questo intervento il caregiver spontaneamente accarezza il bambino e gli parla. Esperienza
uditiva, di calore e tattile.
Questi interventi hanno mostrato evidenze scientifiche di un notevole sviluppo sullo sviluppo del
bambino.

- Massaggio Infantile  Costituisce una modalità di “care” neonatale (dopo essere usciti dal periodo
di terapia intensiva), durante la quale si osserva un aumento della produzione di ormoni come le
endorfine, l’ossitocina e la prolattina, ed un conseguente abbassamento dei livelli degli ormoni
dello stress (ACTH, cortisolo e norepinefrina).
Ridurre gli ormoni dello stress significa mettere il cervello (che in quella fase si sta organizzando) in
un ambiente che propone ormoni positivi.
L’evidenza clinica e le recenti ricerche hanno confermato l’effetto positivo del massaggio sulla
maturazione e sullo sviluppo del bambino a livello:
● Fisico: favorisce il rilassamento muscolare, favorisce lo sviluppo cerebrale promuovendo ed
accelerando le connessioni neuronali, la crescita della guaina mielinica e l’acuità visiva (la
modalità visiva è quella che si preferisce nelle prime fasi dello sviluppo per poter apprendere).
Guzzetta e colleghi (2009) hanno condotto uno studio su neonati pretermine per documentare
gli effetti del massaggio sulla maturazione dei potenziali evocati visivi (VEPs), sull’acuità visiva, e
sull’attività elettroencefalografica.
Risultati:

1) Il massaggio accelera la
maturazione del sistema nervoso;
2) Il massaggio influenza il sistema
visivo (i bambini sottoposti a
massaggio mostrano una riduzione
della latenza della componente
N300);
3) Il massaggio ha effetti sullo
sviluppo dei primi mesi (a 3 mesi i
bambini sottoposti a massaggi
presentano un’acuità visiva
maggiore rispetto ai bambini di
controllo. Vi sono effetti quindi
anche a medio termine).

Questi dati indicano che il massaggio accelera la maturazione del sistema nervoso, soprattutto del
sistema visivo, portando nuove evidenze sull’esistenza di strette relazioni tra tatto e visione nello
sviluppo sensoriale.

● Psicologico: i movimenti ritmici delle mani, il susseguirsi della frequenza, la ritualità dei gesti,
sono tutti elementi che possono facilitare l’acquisizione del ritmo sonno-veglia ed aiutare il
bambino a scaricare le tensioni accumulate per l’eccessiva stimolazione. Un massaggio rilassante va
a conciliare il sonno e il riposo è quella fase in cui il cervello ha la possibilità di rielaborare tutte
quelle esperienze fatte in uno stato di veglia.
Riduce l’ormone dello stress (cortisolo) e aumenta quello della crescita (IGF-1).
Facilita lo scambio di messaggi affettivi sia attraverso il linguaggio verbale (non soltanto l’adulto lo
tocca, ma gli sorride anche, gli sussurra, gli parla) che quello non verbale; aiuta i genitori (scambio
sempre reciproco tra seme-suolo) nel riconoscimento dei segnali inviati dal piccolo, implementando
così la loro capacità di sentirsi competenti (favorisce l’intersoggettività primaria e secondaria). È il
momento in cui l’adulto si rispecchia nel bambino e viceversa.

Promuovere lo sviluppo comunicativo-linguistico


- Il canto e la musica  Una recente meta-analisi, che ha preso in considerazione 15 interventi effettuati
con l’uso della voce materna, ha mostrato che questa ha effetti positivi sulla regolazione delle funzioni
fisiologiche (interconnessione tra salute fisica e benessere psicologico), in particolare della frequenza
cardiaca, respiratoria e del livello di saturazione dell’ossigeno, e del comportamento e sullo sviluppo
neurologico (Filippa et al., 2017).
La presenza dei genitori in reparto si associa ad un aumento della produzione vocalica del neonato tra
le 32 e le 36 settimane e la quantità di linguaggio rivolto al neonato in quel periodo correla con lo
sviluppo linguistico e cognitivo del bambino a 7 e 18 mesi (Caskey, Stephens, Tucker, Vohr, 2014).
L’effetto della presenza dei genitori supera i rischi.
Anche l’esposizione precoce alla musica sembra avere effetti positivi sull’accrescimento e lo sviluppo
neurosensoriale dei neonati pretermine.
Queste evidenze confermano l’importanza di precoci esperienze uditive ecologiche per la maturazione
cerebrale e lo sviluppo neuropsicologico.

Questi interventi hanno mostrano effetti positivi durante il ricovero in TIN con una riduzione del numero di
giorni di ventilazione meccanica, delle complicazioni neonatali e dei giorni di ospedalizzazione, un passaggio
più precoce all’alimentazione orale e un maggior coinvolgimento dei genitori nella cura e nella relazione
con il bambino ed effetti, dopo le dimissioni dal reparto, sullo sviluppo e la salute mentale del bambino
pretermine e della sua famiglia, documentati prevalentemente nel primo anno di vita (Als et al., 2004).
Vanno proprio a strutturare ambienti non caotici ma strutturati e idonei a favorire al bambino una serie di
stimolazioni sensoriali, motorie e tattili che ne favoriscono lo sviluppo.

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