Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Santa Severina, arroccata sul suo alto colle, appare come una
maestosa “nave di pietra”1 (fig. 18), nasce infatti su una grossa roccia
1
L’ingresso alla città avveniva attraverso due accessi2, il primo
2
ORSI 1997, p. 184.
3
Dal latino posterula è una porta secondaria di accesso ricavata all’interno di mura e fortificazioni.
4
Per questa identificazione oltre alle fonti storiche scritte è stato determinante il contributo
dell’archeologia.
5
Nel V secolo Stefano Bizantino nominò tra le città dell’Enotria, Siberine. Questa in epoca
romana prese il nome di Severiana, che rimase tale per tutto il dominio arabo. Sotto i bizantini
(dopo l’anno 886) la città si chiamò prima Nikopolis, poi He Aghia Severine. Qualche tempo dopo
nella designazione delle province dell’Impero fatta da Costantino VII Porfirogenito (913-959),
essa è chiamata Santa Severina, BERNARDO 1960, pp. 15-22.
6
BERNARDO 1960, p. 15.
7
Si è a conoscenza di numerosi scritti provenienti da epigrafi, liste di sedi episcopali o testi di
autori come Stefano Bizantino, ORSI 1997, pp. 186-188.
2
Il rinvenimento di due epigrafi greche8 dell’XI secolo all’interno
8
Oggi una è murata nella parete sinistra della cappella del Crocifisso nell’odierna cattedrale e
l’altra sulla prima rampa dello scalone dell’arcivescovado attiguo alla suddetta cattedrale.
9
Sulla reale esistenza della Santa di nome Severina si è molto discusso, e la sua assenza nei testi
agiografici e negli Annali Sacri ha fatto sì che molti studiosi la considerassero una personalità
misteriosa e assai sospetta. Sicuramente non si trattava di una Santa locale, ma orientale,
probabilmente di origine bizantina, BERNARDO 1960, p. 16.
10
Santa Severina fu a lungo mira degli Arabi, infatti il suo possesso assicurava il controllo
sull’intera valle del Neto, inoltre costituiva una delle tappe fondamentali per la conquista della
Sicilia.
11
ORSI 1997, pp. 188-189.
3
Normanni non si può parlare dell’esistenza del castello, la cui
quanto riguarda Santa Severina non c’è uno studio che esamini le sue
4
varie fasi edilizie caratteristiche dei diversi periodi storici e le
fortilizio, che fu sede di uffici e scuole, oltre ad essere noto per aver
Nazionale16.
Il Kastron Bizantino
L’aspetto attuale del castello (fig. 19) deriva dal susseguirsi delle
5
strutture che si fanno risalire al periodo che va dal V al VII secolo.
anche se gli storici non sono concordi sulla situazione che trovarono i
20
Si fa riferimento alle ricerche condotte per l’abitato e nell’area intorno al castello. Infatti in
ambito territoriale la situazione è differente, in quanto sono emersi elementi molto significativi.
21
Gli unici elementi significativi sono rappresentati da due fibule di bronzo ad anello con estremità
a protomi animali parzialmente conservati, SPADEA 1998, pp. 53-54.
22
SPADEA 1998, pp. 53-63.
23
FALKENHAUSEN 1986, p. 53.
6
dell’attività economica; invece Noyè24 sostiene che la situazione non
del territorio.
7
Siamo di fronte ad un piccolo abitato che si sviluppava intorno ad una
l’altro, nel punto in cui la parete è a contatto con il muro della grande
29
SPADEA 1998, pp. 63-68.
30
Databili IX-X secolo.
31
Attribuiti all’arredo dell’edificio.
32
Si è conservata la parte inferiore di alcuni personaggi, forse Santi, raffigurati frontalmente e
fissi, vestiti con tuniche e mantelli; sulla parete settentrionale è raffigurata a mezzo busto una
figura femminile, mentre dalla parte opposta la parete è decorata con la figura di un orante con
accanto una lunga iscrizione, SPADEA 1998, pp. 63-68.
33
Parete decorata con delle icone che all’interno delle chiese ortodosse divideva la navata dal
presbiterio.
8
torre normanna, una piccola curvatura potrebbe indicare l’esistenza di
sono individuabili solo sui lati nord-est e sud ovest, infatti sul fronte
9
pavimentali: per la realizzazione delle prime è stato rilevato l’uso di
coppi, alcuni dei quali decorati con motivi curvilinei, per i piani
Mediterraneo39.
37
CERAUDO 1998, p. 60.
38
Molto probabilmente si tratta dei resti di una casa.
39
SPADEA 1998, p. 35.
40
SPADEA 1998, p. 61.
10
muratura dai conci che dovevano far parte della cornice delle
feritoie41.
l’ira degli zii, che dopo un lungo assedio conquistarono il territorio 43.
vari edifici presenti sul posto, testimoniata dai numerosi dati materiali
11
religioso e il proprio ordinamento civile, mantenendo a lungo i
presenza di una vera e propria fortezza prima del loro arrivo, sia sul
la sua costruzione (cfr. cap. 1.1.2). Dagli scavi archeologici che hanno
fossato Sud. All’interno del Mastio, gli interventi realizzati tra il XIII
alla prima fase normanna, mentre nel settore esterno, non coinvolto
12
rispettivamente merli48 e saettiere49, è caratterizzata dalla presenza
Tratti delle fondazioni del castello sono stati rilevati nell’area del
con la fondazione del donjon (fig. 22). La struttura, situata quasi alla
13
appare ancora ben chiaro.
per un lungo tratto nella fondazione del Mastio 56. Inoltre le strutture
nella cortina esterna della fortezza, sul lato opposto del donjon, in
54
Scavato nel piano bizantino.
55
MARTORANO 1999, p. 390.
56
Oggi il mastio riconferma l’antica perimetrazione della roccaforte trecentesca, caratterizzata da
un quadrilatero imperfetto, contrassegnato, nei salienti, da quattro torrioni cilindrici e, d'intorno, da
due cortili e da due scarpate.
57
SPADEA 1998, p. 108.
14
Per quanto riguarda l’accesso al castello, oltre all’ingresso antico
d’ingresso: " (…)indi si giunge sotto la porta, dove c’è una conetta
sopra un montetto (…) e poco più avanti si trova una strada insilicata
di pietra viva per la quale si giunge nella porta di detta città detta la
alimentari, sugli usi quotidiani e militari del tempo, è utile anche per
delle scoperte è avvenuta nei silos61, dove sono stati ritrovati resti di
58
CERAUDO 1998, p. 99.
59
LOPETRONE 1995, p. 19.
60
Ceramica, oggetti metallici, ossei e vitrei, rinvenimenti numismatici, SPADEA 1998, p. 108.
61
A partire dall’età normanna i silos, da contenitori di granaglie, si trasformarono in immondezzai
destinati a contenere ogni tipo di rifiuto, SPADEA 1998, p. 109.
15
reperti provengono anche “dall’edificio fonderia”62 e dallo spazio
sulla spalla del vaso o intorno al collo, mentre la più diffusa, quella a
fasce di colore estese lungo l’intero corpo del vaso e le anse 65. Sono
Tra gli altri reperti invece, grande interesse suscitano gli oggetti
documentano ogni tipo di attività, dal gioco (dadi in osso) alla cucina
62
All’esterno del fossato sono stati individuati tre tratti murari di un grande edificio rettangolare.
Al centro di tale struttura è stata scavata una fossa, che probabilmente veniva usata per la fusione
di una campana prima di essere riempita con materiali di scarto, SPADEA 1998, p. 108.
63
Poco nota nei contesti medievali.
64
Che si riscontra in molti altri siti calabresi e del sud d’Italia.
65
A queste si aggiungono le invetriate di colore verde, le anfore del tipo siculo-normanno
realizzate con argilla chiara o rosa, brocche e piatti di tradizione islamica con decorazioni blu su
fondo chiaro, appartenenti ad una classe molto diffusa nel XII secolo, SPADEA 1998, p. 110.
66
Si tratta di lance, lame di spade, speroni e oggetti bizantini come una piccola croce in osso,
SPADEA 1998, p. 111.
16
L’età svevo – angioina
Per quanto è stato possibile osservare, alla metà del XII secolo 69
17
ma anche normanna e angioina.
vicende della città74 anche se si è certi che prima del 1240 la fortezza
Federico II (cfr. cap. 1.2), il quale concentrò nelle sue mani tutti i
nominati.
18
risale il grande progetto dei sovrani finalizzato alla difesa del territorio
castello. Il sovrano angioino si era dunque reso conto del valore della
castello.
cimiteriale sino agli inizi del XIV secolo (fig. 25); nonostante la
sono emersi altri oggetti databili fra il XIII e il XIV secolo, come
inoltre concesse ai cittadini l’esenzione da ogni dazio doganale, BERNARDO 1960, p. 63.
80
Fibbie con ardiglione a gancio, un orecchino con pendente in avorio, uno in rame e argento e
alcuni grani di una collana in pasta vitrea, SPADEA 1998, p. 119.
81
Ceramica attica del V secolo a.C. insieme a quella d’età medievale.
82
In particolare fondi di coppette.
19
La frequentazione angioina è ben documentata anche dalle
da fuoco.
20
pensare che a sostenere le spese dei lavori non era una committenza
86
Probabilmente, in seguito alla riconquista della città da parte di Ladislao, Nicolò Ruffo non
riuscì a portare a compimento l’opera, CERAUDO 1998, p. 70.
87
La città di Santa Severina difese gli Angioini per l’intera durata della guerra del Vespro contro
gli Aragonesi.
88
SPADEA 1998, pp. 117-121.
89
SPADEA 1998, pp. 124-126.
21
evidente dalle opere di ristrutturazione volte al cambiamento del
signorile.
perdere il suo status di città libera e divenne feudo dei grandi signori:
90
Soprattutto dal momento in cui entrò a far parte dei possedimenti di Andrea I Carrapha, quando
divenne necessario adeguare il complesso monumentale alla sua nuova funzione.
22