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PEDAGOGIA GENERALE

Educare L’infanzia:Temi chiave per i servizi 0-6 (Anna Bondioli e Donatella Savio)

Un Curricolo per lo 0-6?


Tutta la tradizione della pedagogia infantile intende la formazione dei bambini come sostegno alla crescita
di tipo olistico, che integra gli asoetti emotivi, cognitivi e sociali dello sviluppo attraverso esperienze
significative, guidate e promosse da adulti capaci di tenere conto della peculiarità dell’età infantile.
Un curricoloè un percorso intenzionale che si fonda su valori, tenendo conto del contesto socio-culturale, si
realizza tramite didattiche specifiche, si avvale di feedback tramite i quali il percorso viene valutato e
modificato se necessario  si è così iniziato a parlare di curricolo anche nella scuola dell’infanzia l, le quali
però hanno una tradizione pedagogica peculiare composto da un intreccio di cura ed edcuazione, da un
approccio olistico finalizzato allo sviluppo dell’intera personalità infantile, dalla necessità di una stretta
cooperazione con le famiglie.
Dai 0-6 periodo nel quale vengono messe in campo potenzialità evolutive enormi dai punti di vista affettivo,
sociale e cognitivo.(solo se sorretto da un amiente relazionale supportante il bambino conquista la capacità
di comunicare e di esprimersi in maniera raffinata).
Non esiste però un unico traguardo maturativo visto che l’idea stessa di maturità varia da cultura a cultura.
Per parlare di educazione non bisogna quindi riferirsi a un idea di sviluppo che ha tappe standardizzate.
Dewei filosofo americano sottolinea come solitamenteper curricolo s’intende un insieme di saperi che si
sono sviluppati. Per i bambini 0-6 la conoscena non deve essere divisa in materie perchè ciò che il bambino
conosce del mondo in questa età è per curiosità propria. Un sapere formale, spezzettato e sconnesso
dall’esperienza non produce un reale apprendimento in quanto manca di qualsiasi connessione organica
con ciò che il bambino ha già visto, sperimentato e amato.
Il punto di partenza è il bambino, ma essa va interpretata alla luce dell’esperienza sistematizzata di un
adulto e sorretta in modo che diventi un arricchimento.L’adulto intravede nell’esperienza del bambino e
nelle sue curiosità l’avvio di un processo conoscitivo.Saranno i “fini in mente”a guidare il processo e a
rendere le esperienze coese e articolate.
Susan Isac (esempio dell’aereoplano e i bambini che chiedono) lo psicoanalista risponde ponendo una
domanda nella curiosita che quell’esperienza ha suscitato in loro, educandoli ma allo stesso tempo
lasciandoli fare le deduzioni da soli.
“come pensiamo” il filosofo Dewei propone una riflessione su come la ricerca è intesa come processo
ipotetico-deduttivo. L’insegnante è come un ricercatore che progetta e realizza contesti educativi
verificandone(segnandosile risposte dei bambini a questo metodo) l’efficacia secondo una modalità
ricorsiva e continua con innovazioni.
L’esperienza educativa è un processo dinamico in cui partecipano adulto e bambini.
Bisogna anche che nella scuola dell’infanzia ci sia una regolarità di maestre così che i bambini possano
instaurare anche un legame affettivo e così crescere.
L’ambiente gioca un ruolo essenziale nel promuovere la crescità;i saperi dell’adulto non sono trasmissibili
direttamente ai bambini ma costituiscono mete nella mente dell’educatore she lo aiutano a riconoscere
nelle curiosià infantili germi di quelle conoscenze che hanno valore nel mondo adulto.
Verso i 6/7 anni ilba,bino passa attraversiìo il periodo di latenza: periodo in cui conclitti ed angosce si
attenuanoè uno stat di tranquillità che permette al bambino di impegnarsi nelle attività intellettuali
(FREUD)
Il bambino apprende attraverso l’azione e la percezione e nel gioco il bvambino inizia ad esplorare i
significati delle cose. Il tempo della crescita non è lineare e non è uguale per tutti i bambini: l’età nel corso
dell’infanzia non è sempre un indicatore attendibile delle capacità e delle competenze maturate da un
bambino.
Il bambino insieme all’insegnante co-costruisce apprendimenti significativi. La CURA non deve coincidere
con la custodia, i modi in cui vengono gestiti i momenti di cura hanno una grossa ricaduta sulla percezione
che il bambino ha del suo corpo. La cura costituisce un presupposto fondamentale per favorire la
motivazione e il coinvolgimento nei processi di apprendimento, contribuendo a creare un contesto emotivo
rassicurante entro cui i bambini acquisiscono fiducia nelle loro capacità. EDUCAZIONE nei servizi per
l’infanzia deve assumere uan connotazione più ampia rispetto a quella prevalentemente istruttiva.
L’approccio olistico respinge dunque l’idea di curricolo come avvicinamento alle discipline, intese come
campi del sapere, sia quella di progressione lineare verso il raggiungimento di obbiettivi predefiniti.
Il comportamento dei compagni è un indicatore del grado di sviluppo del sentiento di solidarietà e amcizia
tra i bambini. La riformulazione dell’ambiente può produrre un cambiamento positivo in 3 direzioni: 1
relative al gioco, alla relazione tra i bamabini, accoglienza genitori.
Caratteristiche curricolo: 1) Emergenteè incentrato su bambino e muove dai suoi interessi e curiosità non
è quindi statico.si fa mentre so fa. 2) Interattivoapprendimento e sviluppo avvengono sempre all’interno
di relazioni ciò si fonda su interazioni adulto bambino e bambino bambino.l’educatore si propone solo
come facilitatore attraverso strategie di scaffolding. 3) identitario tiene conto di ogni singolo bambino ed
è calibrato sulle sue esigenze. 4)Ludicoil gioco è il comportamento attraverso cui il bambno esprime il suo
punto di vista.
Come sostenere e promuovere il gioco simbolico dei bambini? Come sostenere l’atteggiamento
esplorativo? Come sostenere la linea evolutiva che va dall’egocentrismo fino alla socievolezza? Come
sostenere l’autonomia emotiva? Come sostenere la l’espressività grafica.? Come sostenere lo sviluppo
linguistico? -- intreccio cura ed educazione, approccio olistico; centralità del gioco; importanza relazioni
tra pari; sostegno all’apprendimento attraverso un ambiente generoso; Adulto come scaffolding;
rivelazione progressi del bambino.
Esperienze per il benessere psico-fisico: 1) ambiente che proponga sfide alle loro capacità emergenti.2)
conoscenza e padronanza del proprio corpo gli danno autostima.
Esperienze espressive: 1)attività quali pittura e costruzioni 2) lasciare libera espressione 3)attività
spontanee che vanno valorizzate attraverso il gioco.
Linguaggio e comunicazione:1) affinchè il piccolo possa sviliuppare abilità linguistiche ha bisogno di
interagire con gli adulti 2) utlizzare il linguaggio per una varietà di usi.

Le relazioni
L’educazione passa sempre attraverso una relazione tra chi si propone di educare e chi viene educato. Chi
educa orienta la relazione in base agli obiettivi educativi che si propone di raggiungere. In base a come vuoi
preparare cambia il modo educativo.Non esiste quindi una relazione educativa buona valida in assoluto.
Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia ONU (1989): il Bambino emerge come soggetto diverso
ma paritario nella sua relazione con l’adulto, ha diritto di esprimersi su tutte le questioni che lo
interessano,l’educatore lo deve rendere protagonista e partecipe della costruzione del suo percorso.
Conseguenze: 1)se viene messa al centro del percorso la voce del bambino questa esperienza lo porterà ad
una valorizzazione del suo sè. Sè presente in noi sin dalla nascità come dice Stern che si sviluppa con noi ed
è incline ai giudizi degli altri. 2) è di segno meno positivo, infatti al bambino risulta difficile mettere al propio
livello i suoi paritari, egli soprattutto prima dei 6 anni comunica attraverso il corpo e non con un canale
comunicativo verbale, questo suo modo di esprimersi è meno diretto e quindi più difficile da decifrare
inoltre ci sarà uno scambio di voci attraverso il i corpi del bambino e dell’educatore essendo il primo
immaturo e necessita di un aiuto fisico dal secondo.(si rischia di non cogliere questa sottile
voceparticolarmente nei moneti di cura).
L’identità tra cura ed educazione come principio fondante di una relazione pedagogica, in quanto
l’atteggiamento di cura è alla base della postura educativa che pone al centro l’ascolto della voce del
bambino.
La relazione come rispecchiamento e conferma
Carl rogers: dice che i principi di fondo di una buona relazione, che pone al centro la voce del
bambino,avvengono quando esiste una relazione NON direttiva  alla base di questo approccio c’è l’idea
che ogni persona abbia valore e dignità propria, e vada rispettata nella sua individualità, ma possiede in sè
la capacità e il diritto di autoregolarsi positivamente verso l’autorealizzazione diventare quello che è. In ciò
consiste l’essere liberi nello sviluppare potenzialità .
Atteggiamenti che una relazione di questo tipo porta secondo Rogers: mettere al centro l’esperienza del
bambino come esso l’ha vissuta accogliere questo punto di vista paertamente per immedesimarsi in esso
La non direttiva quindi si esprime con comunicazioni verbali e non che rispecchiano in modo emotivamente
sintonico ciò che si è compreso della comunicazione dell’interlocutore.
Questa non direttiva ha degli sviluppi personali: il bambino si sente comoreso e sviluppa il suo sè, così si
sentirà libero di esprimersi e ha modo di vedersi nei rispecchiamenti dell’interlocutore
La relazione come contenimento
PSICOANALISTI. Bion: parla del processo attraverso cui si produce la conoscenza, in termini di legame K,
riferendosi al momento in cui il soggetto sta cercando di conoscere qualcosa di nuovo, momento permeato
dal dubbio, solo se è in grado di tollerare il dolore provocato dalla frustrazione insita nel dubbio, il soggetto
può affrontare l’incontro con l’oggetto
Salzberg e Wittenberg: affrontano da vicino le relazione di insegnamento delineando le dinamiche che la
attraversano. L’apprendimento è una funzione in cui si intrecciano piani cognitivi ed affettivi, bisogna anche
ricordare che la relazione tra chi apprende e chi insegna è attraversata dai vissuti di entrambi. L’educatore
ad una espressione di dolore dovrà(distruggere la torre) dovrà mettersi in ascolto dei vissuti interiori del
bambino e tranquillizzarlo (contenimento) 1)osservazione e attenzione a ciò che avviene nella relazione,
2)apertura e recettività, 3) disponibilità a vivere esperienze emotive, 4)riflettere sull’esperienza,5) agire
La relazione come Impalcatura
Vygotskij: la descrizione della relazione educativa è radicata nel concetto di <<Zona prossimale di
sviluppo>> con cui s’intende la distanza tra ciò che il bambino di fronte a un problema da risolvere è in
grado di fare autonomamente(Livello di sviluppo attuale) e ciò che riesce a fare se aiutato da partner più
competenti (livello di sviluppo potenziale).”zona” risultato dell’intevento educativo che sostiene
l’attivazione di livelli didi competenza in via di sviluppo consentendo così i processi di
apprendimento.l’educatore attraverso ciò capirà i limiti della zona.
WOOD BRUNER ROSS: secondo loro lo scaffolding(impalcatura fornita dall’adulto) attiverebbe la zona
Lo scaffolding viene esercitato tramite:1) sollecitazione del suo interesse e della sua adesione emotiva 2)
semplificazione del compito tramite la limitazione delle alternative possibili 3) evidenziazione degli aspetti
cruciali del compito 4)controllo frustrazione5)offerta modelli da imitare (modelling)
per Dewey la risoluzione dei problemi convergenti diventa il fulcro dell’opportunità di apprendere.
Spazi e Tempi
per quanto riguarda lo spazio e il suo allestimento esso deve prevedere: 1)possibilità dei bambini di disporsi
in piccoli fruppi o di appartarsi autonomamente 2)materiali ricchi nella varietà di stimoli che propongono
per quanto riguarda il tempo vengono progettati per prevedere rallentamenti, postcipazioni o anticipazioni,
per dare modo alla voce del bambino i esprimersi;1)possibilità dei bambini di avere tempi propri 2)se
l’esperienza è interrotta prevedere dei momenti in cui riproporla
LE relazioni tra pari
tutti noi sin dalla nascita siamo predisposti all’interazione sociale Piaget dice che il bambino ad un certo
punto supera il suo primitivo egocentrismo e questo avviene soprattutto con le interazioni tra i coetanei
perchè viene posto di fronte a qualcuno che non comprende il suo punto di vista.(questo conflitto produce
un progresso cognitvo).
i 2 bambini coopereranno alla fine per arrrivare ad un pensiero comune,il gioco comune viene costruito
attraverso 3 processi.1 imitazione dei più piccoli di quello che i più grandi fanno2 cooperazione 3 aiuto
tutoriale che attiva la loro zona prossimale.
Studi sociologici hanno riscontrato come bambini di età eterogenee e che frequentazioni assidue possono
creare delle mini culture locali.
RETHA DE VRIES: sostiene che per promuovere la socialità positiva tra pari è fondamentale che la relazione
bambino adulto sia di rispetto reciproco.
L’adulto deve da una parte promozione e di contesti di confronto diffuso dall’altra sostegno alla
realizzazione di prime esperienze di cittadinanza ponendo le fondamenta della formazione di un
comportamento eticamente orientato.
La relazione tra audulti
è essenziale che il team educativo si costruisca intorno ad un identita educativa comune, il team deve
trovarsi discutere di questa identità.(la quale nel tempo si modificherà)

Spzi e Tempi
secondo lo psicologo Lewin: lo spazio nella sua materialità è costituito da un insieme di fattori
extrapsixologici che influenzano enormente l’ambiente psicologico. Il comportamento di un individio è la
somma delle caratteristiche personali e quelle dell’ambiente.
Augè distingue lo spazio in luoghi e non luoghi: 1) luoghi anche gli oggetti hanno una storia ed una
valenza simbolica 2) i non luoghi sono spazi nei quali colui che li attraversa non può leggere nulla della sua
identità
Goffman: dice che gli spazi parlano e ci forniscono un idea di cosa può accadere e come ci si deve
comportare. Questo avviene solo quando i luoghi nella vita sono ripetuti, quindi anche il luogo modella il
comportamento del bambino.
Lo spazio non è un contorno ma un medium educativo o congegno pedagogico, configura ruoli e
relazioni,predispone ad habitus di comportamenti, sottolinea l’appartenenza e l’identità o spersonalizza(si
può parlare di pedagogia latente).
Rousseau<<In educazione è meglio perdere tempo che cercare di guadagnarne>>. Sottolinea come sia
importante prestare attenzione alla significatività e al consolidamento delle esperienze proposte ai bambini
piuttosto che alla velocità nell’acquisizione di nozioni ed abitudini(diverso da  il tempo è denaro).
1) il tempo di crescita non è uguale per tutti 2) oltre allo scorrere del tempo oggettivo c’è lo scorrere del
tempo psicologico.
Nei primi anni di vita lo spazio risulta essere di senso-motorio solo con l’arrivo della parola lo spazio diventa
rappresentativo, con l’acquisizione della capacità di rappresentazione e la distinzione oggetto/significato, si
dispiegano le capacità creative del bambino e la possibilità di pensare spazi e tempi diversi da quelli attuali
concreti.
ANNA FREUD Normalità e patologie dell’età infantile
nell’età tra 3-6 anni il bambino oscilla ancora tra quelli che vengono definiti “tempi dell’Es”(vuole tutto e
subito) e “tempi dell’Io”(capacità di attesa) quindi il tempo non dipende dalla sua durata reale
GLI INDICATORI RELATIVI A SPAZI E MATERIALI: 1) Articolazione e destinazione dell’uso e degli spazi della
scuola 2) Fruibilità degli spazi extrasezione 3) artcolazione interna della sezione 4) personalizzazione degli
spazi 5) Valenza Sociale dello spazio 6)Lo spazio e lo sviluppo dell’autonomia 7) qualità estetica dello spazio
8) Attenzione agli adutli (entrata della scuola come carta d’identità) 9) utilizzo pedagogico dello spazio
esterno 10) materiali e giocattoli
GLI INDICATORI TEMPORALI: 1) Progettazione del tempo 2) La giornata educativa. Ritmo, transizioni e
scansioni (giornata prevedibile scandita da momenti riconoscibili, momenti di aggregazione e non) 3) la
continuità dell’esperienza 4) personalizzazione del tempo collettivo 5) il tempo condiviso: L’autonomia e
l’uso sociale del tempo.5) il tempo e la costruzione dell’identità

IL GIOCO
realtà che ha un ruolo centrale per la buona crescita del bambino. L’attività ludica non è semplicemente
una condotta attraverso cui il bambino può apprendere e svilupparsi, ma rappresenta il suo modo peculiare
di stare al mondo, di rapportarsi alla realtà e di esprimere il suo punto di vista su di essa. Il gioco è la voce
stessa del bambimo.
Documento europeo: << il gioco dovrebbe essere messo al centro di ogni esperienza educativa finalizzata a
sostenere l’apprendimento dei bambini in età infantile>>
Secondo Roger Caillois i giochi e gli uomini: IL GIOCO E’ LIBERO chi gioca decide di farlo spontaneamente
chi gioca sotto costrizione non gioca veramente IL GIOCO E’ SEPARATO qualsiasi gioco ha uno spazio
fisico e virtuale, che segna i confini con ciò che è gioco e ciò che non lo è IL GIOCO E’ INCERTO non è
possibile prevedere ne il suo svolgimento ne il suo esito. IL GIOCO E’ IMPRODUTTIVO è fine a sè stesso
non ha un obiettivo educativo. IL GIOCO E’ AUTOREGOLATO il soggetto si sottrae alle regole della vita per
sottomettersi a quelle del gioco. ILGIOCO E’ FITTIZIO Chi gioca è sempre accompagnato dalla
consapevolezza di trovarsi in una dimensione di realtà diversa.
Pieget: il gioco è egocentrismo puro in quanto il bambino piega la realta secondo il suo punto di vista.
Il gioco lo si può dividere in 3 fasce( 0-2): gioco senso-motorio (18 mesi-6 anni): gioco di finzione viene
attivata la rappresentazione mentale.(4-7): gioco di regole fuori da queste categorie c’è il gioco di
costruzione
IL SIGNIFICATO DEL GIOCO PER IL BAMBINO:1) il gioco esperime il piacere di vivere e restituisce il senso
dell’esistere 2)il gioco esprime senso di efficacia e di padronanza della mente e del corpo 3)il gioco è
espressione e modulazione dell’affettività
BETTEKHEIM.<<Il gioco è un attività a contenuto simbolico che i bambini usano per risolvere a livello
inconscio problemi che non sonon in grado di risolvere sul piano della realtà e che consentono loro di
provare un senso di dominio della situazione che sono ben lungi dal possedere nella realtà.>>
Significa che qualsiasi tipo di gioco ha sempre un rimando inconsapevole a contenuti incosci ovvero
consiste nella messa in scena inconscia di vissuti ovvero consiste nella messa in scena inconscia di vissuti e
situazioni che risultano problematici per il bambino, permettendogli di farvi fornte con i propri ritmi e
tempi.
I gioco è pensiero creativo: Winnicott il bambino quando gioca sospende jl suo rapporto usuale con la
relatà. Le sue fantasie ed i suoi desideri inconsci permaneano nella realtà estena. Proprio la
compenetrazione tra la dimensione soggettiva e quella oggettiva è il processo che sta alla base dell’atto
creativo. Secondo winnicott quindi è prototipo di qualsiasi atto creativo e dunque è per il bambino la prima
esperienza di creatività
il gioco simbolico èle prima possibilità di pensiero rappresentativo: durante il gioco il bambino fa guidare i
suoi comportamenti dal cavallo più chedalla scopa reale ciò che immagina non è concreto
Il gioco simbolico è esplorazione dei ruoli sociali e dei processi che li regolano: Il bambino che si
immedesimerà nella mamma (durante un gioco ) si comporterà secondo i canoni in cui una madre si deve
comportare in un contesto sociale. Grazie a questa rappresentazione potremmo anche capire come i
bambini vivono determinate situazioni
Il gioco soprattutto quello simbolico è espressione della cultura fra pari; il gioco è intreccio di competenz

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