Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Educare L’infanzia:Temi chiave per i servizi 0-6 (Anna Bondioli e Donatella Savio)
Le relazioni
L’educazione passa sempre attraverso una relazione tra chi si propone di educare e chi viene educato. Chi
educa orienta la relazione in base agli obiettivi educativi che si propone di raggiungere. In base a come vuoi
preparare cambia il modo educativo.Non esiste quindi una relazione educativa buona valida in assoluto.
Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia ONU (1989): il Bambino emerge come soggetto diverso
ma paritario nella sua relazione con l’adulto, ha diritto di esprimersi su tutte le questioni che lo
interessano,l’educatore lo deve rendere protagonista e partecipe della costruzione del suo percorso.
Conseguenze: 1)se viene messa al centro del percorso la voce del bambino questa esperienza lo porterà ad
una valorizzazione del suo sè. Sè presente in noi sin dalla nascità come dice Stern che si sviluppa con noi ed
è incline ai giudizi degli altri. 2) è di segno meno positivo, infatti al bambino risulta difficile mettere al propio
livello i suoi paritari, egli soprattutto prima dei 6 anni comunica attraverso il corpo e non con un canale
comunicativo verbale, questo suo modo di esprimersi è meno diretto e quindi più difficile da decifrare
inoltre ci sarà uno scambio di voci attraverso il i corpi del bambino e dell’educatore essendo il primo
immaturo e necessita di un aiuto fisico dal secondo.(si rischia di non cogliere questa sottile
voceparticolarmente nei moneti di cura).
L’identità tra cura ed educazione come principio fondante di una relazione pedagogica, in quanto
l’atteggiamento di cura è alla base della postura educativa che pone al centro l’ascolto della voce del
bambino.
La relazione come rispecchiamento e conferma
Carl rogers: dice che i principi di fondo di una buona relazione, che pone al centro la voce del
bambino,avvengono quando esiste una relazione NON direttiva alla base di questo approccio c’è l’idea
che ogni persona abbia valore e dignità propria, e vada rispettata nella sua individualità, ma possiede in sè
la capacità e il diritto di autoregolarsi positivamente verso l’autorealizzazione diventare quello che è. In ciò
consiste l’essere liberi nello sviluppare potenzialità .
Atteggiamenti che una relazione di questo tipo porta secondo Rogers: mettere al centro l’esperienza del
bambino come esso l’ha vissuta accogliere questo punto di vista paertamente per immedesimarsi in esso
La non direttiva quindi si esprime con comunicazioni verbali e non che rispecchiano in modo emotivamente
sintonico ciò che si è compreso della comunicazione dell’interlocutore.
Questa non direttiva ha degli sviluppi personali: il bambino si sente comoreso e sviluppa il suo sè, così si
sentirà libero di esprimersi e ha modo di vedersi nei rispecchiamenti dell’interlocutore
La relazione come contenimento
PSICOANALISTI. Bion: parla del processo attraverso cui si produce la conoscenza, in termini di legame K,
riferendosi al momento in cui il soggetto sta cercando di conoscere qualcosa di nuovo, momento permeato
dal dubbio, solo se è in grado di tollerare il dolore provocato dalla frustrazione insita nel dubbio, il soggetto
può affrontare l’incontro con l’oggetto
Salzberg e Wittenberg: affrontano da vicino le relazione di insegnamento delineando le dinamiche che la
attraversano. L’apprendimento è una funzione in cui si intrecciano piani cognitivi ed affettivi, bisogna anche
ricordare che la relazione tra chi apprende e chi insegna è attraversata dai vissuti di entrambi. L’educatore
ad una espressione di dolore dovrà(distruggere la torre) dovrà mettersi in ascolto dei vissuti interiori del
bambino e tranquillizzarlo (contenimento) 1)osservazione e attenzione a ciò che avviene nella relazione,
2)apertura e recettività, 3) disponibilità a vivere esperienze emotive, 4)riflettere sull’esperienza,5) agire
La relazione come Impalcatura
Vygotskij: la descrizione della relazione educativa è radicata nel concetto di <<Zona prossimale di
sviluppo>> con cui s’intende la distanza tra ciò che il bambino di fronte a un problema da risolvere è in
grado di fare autonomamente(Livello di sviluppo attuale) e ciò che riesce a fare se aiutato da partner più
competenti (livello di sviluppo potenziale).”zona” risultato dell’intevento educativo che sostiene
l’attivazione di livelli didi competenza in via di sviluppo consentendo così i processi di
apprendimento.l’educatore attraverso ciò capirà i limiti della zona.
WOOD BRUNER ROSS: secondo loro lo scaffolding(impalcatura fornita dall’adulto) attiverebbe la zona
Lo scaffolding viene esercitato tramite:1) sollecitazione del suo interesse e della sua adesione emotiva 2)
semplificazione del compito tramite la limitazione delle alternative possibili 3) evidenziazione degli aspetti
cruciali del compito 4)controllo frustrazione5)offerta modelli da imitare (modelling)
per Dewey la risoluzione dei problemi convergenti diventa il fulcro dell’opportunità di apprendere.
Spazi e Tempi
per quanto riguarda lo spazio e il suo allestimento esso deve prevedere: 1)possibilità dei bambini di disporsi
in piccoli fruppi o di appartarsi autonomamente 2)materiali ricchi nella varietà di stimoli che propongono
per quanto riguarda il tempo vengono progettati per prevedere rallentamenti, postcipazioni o anticipazioni,
per dare modo alla voce del bambino i esprimersi;1)possibilità dei bambini di avere tempi propri 2)se
l’esperienza è interrotta prevedere dei momenti in cui riproporla
LE relazioni tra pari
tutti noi sin dalla nascita siamo predisposti all’interazione sociale Piaget dice che il bambino ad un certo
punto supera il suo primitivo egocentrismo e questo avviene soprattutto con le interazioni tra i coetanei
perchè viene posto di fronte a qualcuno che non comprende il suo punto di vista.(questo conflitto produce
un progresso cognitvo).
i 2 bambini coopereranno alla fine per arrrivare ad un pensiero comune,il gioco comune viene costruito
attraverso 3 processi.1 imitazione dei più piccoli di quello che i più grandi fanno2 cooperazione 3 aiuto
tutoriale che attiva la loro zona prossimale.
Studi sociologici hanno riscontrato come bambini di età eterogenee e che frequentazioni assidue possono
creare delle mini culture locali.
RETHA DE VRIES: sostiene che per promuovere la socialità positiva tra pari è fondamentale che la relazione
bambino adulto sia di rispetto reciproco.
L’adulto deve da una parte promozione e di contesti di confronto diffuso dall’altra sostegno alla
realizzazione di prime esperienze di cittadinanza ponendo le fondamenta della formazione di un
comportamento eticamente orientato.
La relazione tra audulti
è essenziale che il team educativo si costruisca intorno ad un identita educativa comune, il team deve
trovarsi discutere di questa identità.(la quale nel tempo si modificherà)
Spzi e Tempi
secondo lo psicologo Lewin: lo spazio nella sua materialità è costituito da un insieme di fattori
extrapsixologici che influenzano enormente l’ambiente psicologico. Il comportamento di un individio è la
somma delle caratteristiche personali e quelle dell’ambiente.
Augè distingue lo spazio in luoghi e non luoghi: 1) luoghi anche gli oggetti hanno una storia ed una
valenza simbolica 2) i non luoghi sono spazi nei quali colui che li attraversa non può leggere nulla della sua
identità
Goffman: dice che gli spazi parlano e ci forniscono un idea di cosa può accadere e come ci si deve
comportare. Questo avviene solo quando i luoghi nella vita sono ripetuti, quindi anche il luogo modella il
comportamento del bambino.
Lo spazio non è un contorno ma un medium educativo o congegno pedagogico, configura ruoli e
relazioni,predispone ad habitus di comportamenti, sottolinea l’appartenenza e l’identità o spersonalizza(si
può parlare di pedagogia latente).
Rousseau<<In educazione è meglio perdere tempo che cercare di guadagnarne>>. Sottolinea come sia
importante prestare attenzione alla significatività e al consolidamento delle esperienze proposte ai bambini
piuttosto che alla velocità nell’acquisizione di nozioni ed abitudini(diverso da il tempo è denaro).
1) il tempo di crescita non è uguale per tutti 2) oltre allo scorrere del tempo oggettivo c’è lo scorrere del
tempo psicologico.
Nei primi anni di vita lo spazio risulta essere di senso-motorio solo con l’arrivo della parola lo spazio diventa
rappresentativo, con l’acquisizione della capacità di rappresentazione e la distinzione oggetto/significato, si
dispiegano le capacità creative del bambino e la possibilità di pensare spazi e tempi diversi da quelli attuali
concreti.
ANNA FREUD Normalità e patologie dell’età infantile
nell’età tra 3-6 anni il bambino oscilla ancora tra quelli che vengono definiti “tempi dell’Es”(vuole tutto e
subito) e “tempi dell’Io”(capacità di attesa) quindi il tempo non dipende dalla sua durata reale
GLI INDICATORI RELATIVI A SPAZI E MATERIALI: 1) Articolazione e destinazione dell’uso e degli spazi della
scuola 2) Fruibilità degli spazi extrasezione 3) artcolazione interna della sezione 4) personalizzazione degli
spazi 5) Valenza Sociale dello spazio 6)Lo spazio e lo sviluppo dell’autonomia 7) qualità estetica dello spazio
8) Attenzione agli adutli (entrata della scuola come carta d’identità) 9) utilizzo pedagogico dello spazio
esterno 10) materiali e giocattoli
GLI INDICATORI TEMPORALI: 1) Progettazione del tempo 2) La giornata educativa. Ritmo, transizioni e
scansioni (giornata prevedibile scandita da momenti riconoscibili, momenti di aggregazione e non) 3) la
continuità dell’esperienza 4) personalizzazione del tempo collettivo 5) il tempo condiviso: L’autonomia e
l’uso sociale del tempo.5) il tempo e la costruzione dell’identità
IL GIOCO
realtà che ha un ruolo centrale per la buona crescita del bambino. L’attività ludica non è semplicemente
una condotta attraverso cui il bambino può apprendere e svilupparsi, ma rappresenta il suo modo peculiare
di stare al mondo, di rapportarsi alla realtà e di esprimere il suo punto di vista su di essa. Il gioco è la voce
stessa del bambimo.
Documento europeo: << il gioco dovrebbe essere messo al centro di ogni esperienza educativa finalizzata a
sostenere l’apprendimento dei bambini in età infantile>>
Secondo Roger Caillois i giochi e gli uomini: IL GIOCO E’ LIBERO chi gioca decide di farlo spontaneamente
chi gioca sotto costrizione non gioca veramente IL GIOCO E’ SEPARATO qualsiasi gioco ha uno spazio
fisico e virtuale, che segna i confini con ciò che è gioco e ciò che non lo è IL GIOCO E’ INCERTO non è
possibile prevedere ne il suo svolgimento ne il suo esito. IL GIOCO E’ IMPRODUTTIVO è fine a sè stesso
non ha un obiettivo educativo. IL GIOCO E’ AUTOREGOLATO il soggetto si sottrae alle regole della vita per
sottomettersi a quelle del gioco. ILGIOCO E’ FITTIZIO Chi gioca è sempre accompagnato dalla
consapevolezza di trovarsi in una dimensione di realtà diversa.
Pieget: il gioco è egocentrismo puro in quanto il bambino piega la realta secondo il suo punto di vista.
Il gioco lo si può dividere in 3 fasce( 0-2): gioco senso-motorio (18 mesi-6 anni): gioco di finzione viene
attivata la rappresentazione mentale.(4-7): gioco di regole fuori da queste categorie c’è il gioco di
costruzione
IL SIGNIFICATO DEL GIOCO PER IL BAMBINO:1) il gioco esperime il piacere di vivere e restituisce il senso
dell’esistere 2)il gioco esprime senso di efficacia e di padronanza della mente e del corpo 3)il gioco è
espressione e modulazione dell’affettività
BETTEKHEIM.<<Il gioco è un attività a contenuto simbolico che i bambini usano per risolvere a livello
inconscio problemi che non sonon in grado di risolvere sul piano della realtà e che consentono loro di
provare un senso di dominio della situazione che sono ben lungi dal possedere nella realtà.>>
Significa che qualsiasi tipo di gioco ha sempre un rimando inconsapevole a contenuti incosci ovvero
consiste nella messa in scena inconscia di vissuti ovvero consiste nella messa in scena inconscia di vissuti e
situazioni che risultano problematici per il bambino, permettendogli di farvi fornte con i propri ritmi e
tempi.
I gioco è pensiero creativo: Winnicott il bambino quando gioca sospende jl suo rapporto usuale con la
relatà. Le sue fantasie ed i suoi desideri inconsci permaneano nella realtà estena. Proprio la
compenetrazione tra la dimensione soggettiva e quella oggettiva è il processo che sta alla base dell’atto
creativo. Secondo winnicott quindi è prototipo di qualsiasi atto creativo e dunque è per il bambino la prima
esperienza di creatività
il gioco simbolico èle prima possibilità di pensiero rappresentativo: durante il gioco il bambino fa guidare i
suoi comportamenti dal cavallo più chedalla scopa reale ciò che immagina non è concreto
Il gioco simbolico è esplorazione dei ruoli sociali e dei processi che li regolano: Il bambino che si
immedesimerà nella mamma (durante un gioco ) si comporterà secondo i canoni in cui una madre si deve
comportare in un contesto sociale. Grazie a questa rappresentazione potremmo anche capire come i
bambini vivono determinate situazioni
Il gioco soprattutto quello simbolico è espressione della cultura fra pari; il gioco è intreccio di competenz