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Pubblicare
La Metodologia chiede ai genitori di esprimere il percorso dell’educazione da loro impartita
attraverso il linguaggio e la narrazione. Propone di rendere palese il processo dell’educazione
familiare tramite la pubblicazione di questi itinerari formativi.
Modi con cui i genitori comunicano la loro esperienza:
1. oralità, ognuno ha uno spazio e un uditorio e dà forma pubblica all’itinerario educativo
condotto col figlio. Ognuno può intervenire, così l’itinerario educativo diventa comunicabile
e riproducibile. Si fa esperienza degli altri e si crea un patrimonio culturale. Inoltre, bisogna
fare in modo che i genitori non si sentano isolati, riconoscano il comune impegno, formino
una rete costruita attraverso le testimonianza diventate patrimonio pubblico. Tale operazione
attribuisce dignità alle famiglie.
2. Scrittura, strumento di formalizzazione del sapere.
I genitori, dopo l’esposizione orale, infatti, devono mettere per iscritto gli itinerari educativi
compiuti assieme ai figli. La scrittura permette di fissare e rendere comunicabile nel tempo e nello
spazio l’impegno educativo. Permette di rendere evidente l’azione educativa, visibile, conoscibile
ad una cerchia sempre più allargata, costituire una rete di persone accomunate dalla condivisione di
quello che viene proposto. Inoltre, significa permettere al pubblico degli esperti e dei professionisti
di prendere in considerazione il pensiero dei genitori, mettendo le basi per il patto educativo. La
scrittura presuppone consapevolezza di sé e della propria azione, e significa attribuire significato
alla propria vita, dare compiutezza alla dignità umana. È un’azione a forte valenza formativa, ed è
un messaggio per i figli. Rivela l’intenzionalità dei genitori, il percorso progettato e realizzato con il
quale i figli sono diventati persone. La narrazione è lo strumento migliore, più diretto, contiene
l’impegno e l’amore di un genitore che un figlio non potrà mai dimenticare. Essa è anche un
messaggio che il genitore scrive a sé stesso, in cui ha la possibilità di chiarirsi e rivelarsi.
Diffondere
Tramite la diffusione delle narrazioni che contengono un messaggio educativo reale ed efficace si
crea coscienza individuale e pubblica. L’attività viene condotta a livello micro e macrosociale. La
costruzione di una nuova sensibilità educativa avviene tramite la coscientizzazione dei genitori e
formazione degli esperti che si occupano di rapporti umani. Grazie alla formazione ottenuta tramite
le narrazioni dei genitori, gli esperti portano nelle loro attività professionali una nuova
consapevolezza che si esprime nella richiesta e valorizzazione delle competenze e delle conoscenze
educative della famiglia. La prima diffusione della Metodologia avviene per comunicazione diretta,
coinvolgimento e convinzione personale e interpersonale, oppure tramite la formazione degli
esperti.
Lo strumento di diffusione è la rete elettronica Internet, con la creazione di siti che presentino i
principi essenziali di Pedagogia dei Genitori. Lo strumento principale per la diffuzione della
metodologia è l’edizione di testi che contengono le narrazioni dei genitori. Gli esperti di rapporti
umani hanno bisogno di queste pubblicazioni su cui riflettere, per rendersi conto della possibilità di
stringere alleanze coi genitori e il testo scritto permette di riflettere sulle frasi scritte dai genitori. La
loro comunicazione non è mai standardizzata, anonima, mantiene lo stile della relazione in cui si
trasmettono sentimenti ed emozioni. Ha un tono di persuasione in cui si cerca di trasmettere l’amore
per il figlio e la sua specificità. Inoltre, sono significativi i titoli delle narrazioniperchè comunicano
lo specifico del sapere genitoriale.
Raccogliere, pubblicare e diffondere le narrazioni degli itinerari educativi che i genitori compiono
con i loro figli è operazione volta alla ricerca di capacità, alla scoperta delle potenzialità. Ogni
itinerario educativo è prezioso. La lettura attenta e meditata degli itinerari educativi permette di
porre rimedio alla limitatezza dell’azione individuale, aiuta a sfuggire agli orizzonti ristretti e
virtuali sempre uguali, cui ci ha costretto la modernità. Le narrazioni degli itinerari offrono una
collezione di qualità e soluzioni proposte da altri genitori. Esse vengono utilizzate come testi di
riflessione all’interno delle formazioni pomosse dalla Metodologia. Sono testi formativi perché
esprimono sentimenti e valori funzionali alla professionalità degli esperti. Una lettura attenta
permette di individuare risorse là dove pregiudizi e luoghi comuni sottolineano manchevolezze e
problemi.
Genitorialità formativa
I genitori presentano il loro itinerario educativo, tramite un racconto soggettivo, informale, espresso
in linguaggio quotidiano. L’effetto è di spiazzamento, di dissonanza cognitiva, perché i tecnici si
trovano di fronte ad una concatenazione di eventi specifici espressi in termini colloquiali, ma
permette loro di percepirli nella loro realtà. La narrazione dei genitori ha il valore di creare un
linguaggio comune per costruire una base su cui edificare un patto educativo/terapeutico.
La nascita di un figlio è una svolta nella vita dei genitori, che da quel momento cambiano modo di
pensare. La narrazione dei genitori, che sia un’esposizione diretta o scritta, permette di verificare i
valori concreti in azione, di valutarne l’applicazione e le conseguenze, di oggettivizzare il percorso
genitoriale con risultati di maggior rispetto e considerazione per l’azione familiare.
Punti di riferimento
La velocità del sistema attuale di comunicazione produce il predominio della reazione diretta e
immediata, il prevalere delle emozioni. La famiglia è ambito dei sentimenti e delle emozioni, centro
nel quale nascono, si sviluppano, e si guidano. Inoltre, essa permette di organizzarle, sperimentarle
e analizzarle. La narrazione è legata al sapere delle emozioni, le esplicita, ne va alla radice, ne
esplora l’evoluzione, le chiarisce in un processo di analisi che ne individua la razionalità. Le
emozioni diventano quindi motivo di crescita collettiva in chi narra e in chi ascolta.
L’educazione ha bisogno di stabilità, durata e continuità, non di sfiducia e sospetto. La genitorialità
non viene riconosciuta nelle sue caratteristiche di positività, non viene valorizzata e a livello sociale
si crea proprio una cultura di sfiducia e del sospetto.
Vi è una forte pressione sociale sulla famiglia. Infatti, l’obiettivo sembra essere quello
dell’omologazione e del prevalere sugli altri. La tendenza a considerae il figlio un essere unico,
funzionale alla crescita identitaria, viene strumentalizzata e dirottata verso il narcisismo
dell’esteriorità. Anche le abilità e il sapere diventano merce. Riattribuire dignità alla famiglia le
permette di appropriarsi della propria identità e funzione sociale, riprendendo in pugno le proprie
esigenze. La famiglia riassume la propria dignità di agenzia formativa che ha in sé, negli altri
partners educativi e nella società le ragioni del proprio agire e identifica nella crescita sana e
autentica del figlio il motivo della propria esistenza. La famiglia deve quindi, proclamare la sua
cultura, alleandosi con la scuola e con l’ente locale, che promuove l’educazione familiare
all’interno della società come capitale sociale e cittadinanza attiva.
Motivi di speranza
E’ in corso una trasformazione della famiglia, dovuta anche alla crisi economica, che forse segna un
superamento del modello individualista e consumista. La famiglia si rivela risorsa sicura e stabile, e
le convivenze, anche se forzate, portano a nuove solidarietà.
Nuove solidarietà
La caratteristica principale della famiglia è la relazionalità, che si trasforma in solidarietà intra ed
interfamiliare per superare eventuali difficoltà. La caratteristica della nuova relazionalità familiare è
di essere rilevante come fonte di risorse umane e di venir riconosciuta come luogo di affetti
all’interno del quale si rimane o si ritorna.
I grandi flussi migratori, che mettono a contatto culture diverse, sono un’occasione per scuola e
famiglia che permettono di arricchire e rinnovare strumenti e metodi educativi e di riconoscere
attraverso il confronto con gli altri i propri modi di allevare i figli. Sono quindi necessarie occasioni
di confronto interculturali e interetniche che permettano uno scambio e una ricerca condivisa. I
gruppi di narrazione costituiscono possibilità di trasmettere valori culturali nella specificità della
narrazione dell’esperienza.
I bimbi, in particolare se prematuri o deprivati, tendono a una crescita migliore dal punto di vista
cognitivo, emotivo e fisico se crescono in ambito di educazione allargata, in famiglie che hanno una
vasta relazionalità.
Orientamento e disabilità ha
L’orientamento per i disabili viene spesso considerato un’attività a parte, da delegare a esperti. Esso
deve essere condotto sulle stesse linee di quello dei compagni, tenendo conto delle loro difficoltà,
ma non incentrandolo su queste, poiché si rischia di fondare sui problemi, non sulle potenzialità e i
problemi.
CAP.9-ACCOGLIENZA E CONTINUITA’
Essa è funzionale al patto educativo scuola/famiglia, fondato sulla valorizzazione delle competenze
e delle conoscenze dei genitori e mirato all'obiettivo comune: l'educazione del figlio alunno. La
scuola, quando accoglie i nuovi allievi, chiede ai genitori di presentare il figlio per acquisire le
coordinate storico culturali dello sviluppo avvenuto nello spazio famiglia. Si apre quindi una
collaborazione che dura nell'arco degli anni e assume particolare importanza nel passaggio di un
ordine di scuola all'altro. I docenti seguono gli allievi per un periodo limitato di tempo, mentre i
genitori hanno una prospettiva educativa basata Sull'arco di vita.
I genitori aggiornano la presentazione del figlio, che viene allegata ai documenti ufficiali funzionali
al passaggio di un ordine di scuola all'altro.
Genitorialità diffusa
La mancanza di educazione collettiva influisce pesantemente sulle funzioni di scuola e famiglia,
sempre più isolate nel loro compito formativo. Presentare il proprio figlio all'inizio dell'anno, ai
docenti ma anche agli altri genitori, significa iniziare un itinerario verso la condivisione dei compiti
educativi e giungere ad una delega estesa agli altri genitori.