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CULTURE DELL’INFANZIA E SOCIETA’ GLOBALE

LEZIONE 1

Prof si è occupato di adozioni, allontanamenti familiari, affidi, comunità, come bambini e bambine
vivevano questo processo che in realtà è un processo lunghissimo. Ricerca trasformativa, sociologia
riflessiva sì ma che tenta di cambiare le cose, le situazioni di disuguaglianza.

Bambini come categoria sociale soggetta a forti diseguaglianze.

Panico morale: disciplina scientifica, come si costruiscono i drammi sociali veicolati dai media,
esiste tutto un filone per quanto riguarda l’infanzia.

Allontanamento familiare in ITA è maggiore o minore rispetto a Spagna, UK, Francia?


È minore! Nonostante la narrativa dei media lo faccia sembrare come un problema molto
importante. L’ITA, ritiene molto importante la famiglia quindi vengono messe in atto tutte delle
politiche che vanno a cercare di intervenire e sostenere la famiglia (ovviamente se non in presenza
di reati) prima di optare per l’allontanamento. Il secondo aspetto, difficoltà più che altro, le persone
tendono a non riconoscere il maltrattamento dei bambini, il vicinato sociale tende a coprire le
situazioni di disagio.
I miei testi:
 Sociologia dell’infanzia
 i bambini tra cittadinanza e investimento
 pink is the new black (ok kindle)

interrogarsi sul contributo che la pedagogia può dare a queste tematiche, se cozzano o meno le due
prospettive.
Parliamo sempre di minori, inteso come accezione giuridica (CHILD/CHILDREN).
LEZ 2

Di solito la tematica dell’infanzia non è tipica della sociologia di Padova. In ita solo 3 corsi che si
occupano di questo. Sociologia dell’educazione o sociologia della famiglia non si occupano dei
bambini.
Questa prospettiva sociologica si è affermata avendo interni al proprio campo di studio soggetti che
non si occupano di bambini noi sudiamo i bambini perché li riteniamo attori sociali
(trasformazione/creazione mantenimento) attivi. Il problema è che i bambini non sono riconosciuti
di avere questa caratteristica (soc adultocentrica) basata sulla visione che vede l’uomo adulto al
centro. I bambini hanno un ruolo ben preciso all’interno della società e hanno una dimensione che
cambia non solo la propria vita ma acnhe quella degli adulti.
I bambini non esistono come soggetti soli (seconda prospettiva), non interessa vedere come il
bambino si sviluppa.

A noi interessano le culture dei bambini però in modo diverso dal punto di vista antropologico.

3 dimensione: infanzia è aspetto strutturale della società, esistono investimenti, lavoratori,


istituzioni che sono dedicate a questo aspetto.
4 dimensione: essere bambini oggi non è equivalente ad essere bambini di 20/30 anni fa, si
differenziano per genere, geografia, cultura e dimensione storica.
Childhood studies, soprattutto nei paesi anglosassoni sono nati veri e proprie unioni di professionisti
e prospettive che si occupano dell’infanzia.

Parsons: come funzionano le società, perché funzionano, come si costruisce la coesione sociale. I
bambini come fanno a imparare la socialità? Li descrive come selvaggi. Compito fonamentale della
società è socializare i bambini (unidirezionale) è il bambino che è senza regole e mette in
discussione l’unità sociale della famiglia e del contesto in cui è inserito.
Anche Bordieu dice sostanzialmente che una società per mantenersi crea gli apparati del sapere
(scuola) e utilizza “habitus” ovvero come x apprende y. Es. chi è figlio di universitari pù facilmente
lo sarà a sua volta ecc.
Entrambi comunque vedono il bambino come costruzione sociale, figli di un processo
unidirezionale

Già nel 1936 Maria Montessori faceva notare che i bambini in quanto tali sono sprovvisti di potere
e chi questo potere lo ha legittima su come gestire la dimensione dei bambini stessi
LEZ 3

Goffman pur non trattando di bambini ne parla, rendendo chiara l’idea che i bambini non siano
riconosciuti come persone/soggetti ma come oggetti a cui si può togliere qualsiasi decisione,
dignità. Rende evidente la dimensione del potere che c’è tra bambini e adulti. Neanche le buone
maniere valgono, così come le convenzioni
Rogoff descrive la situazione fiorentina dei bambini, i bambini erano coloro che per primi
scagliavano le pietre durante le esecuzioni pubbliche e a loro veniva dato il compito di portare via i
cadaveri una volta ultimate le esecuzioni. I bambini occupavano dei ruoli simili a quelli degli adulti.
I cstruittu che si sono stabiliti per l’infanzia che conosciamo oggi sono stati stailiti con la modernità.
Aries riscostruisce tramite l’arte il ruolo dei bambini (pensiamo alla figura di gesu, che ha sempre
fattezze adulte, le espressioni sono quelle degli adulti, poiché non c’era l’idea del bambino che
appartiene a fasce diverse di età/rresponsabilità)

Il sentimento dell’infanzia che nasce con l’età moderna stabilisce che l’infanzia da bene produttivo
diviene un bene affettivo.
Nasce un’attenzione spasmodica alla morale (divieti, scelte di percorso) pensiamo al lavoro
minorile, via via si afferma l’idea che i bambini possono fare alcune cose e non possono farne altre.
I bambini potevano vivere dentro e fuori la famiglia, avere trasgressioni.
Da indistinzione si inizia a pensare all’infanzia come separazione. Bambini e adulti prima vivevano
negli stessi luoghi, non c’era una distinzione dei luoghi in cui un infante doveva o meno stare, oggi
l’infanzia vive in posti diversi rispetto a quelli degli adulti. Si arriva a confinare i soggetti che
appartengono a diverse fasi della vita in luoghi diversi. I bambini vengono “confinati” in
determinati luoghi ben distinti da quelli degli adulti, isole, zone precise che non confinano con
quelle degli adulti (se non quando gli adulti sono soggetti atti a “far funzionare” il bambino).

Altro tratto importante è che l’infanzia diviene bene pubblico (investimenti scolastici, tutela,
welfare, il bambino entra nell’agenda della politica in modo preponderante ecc) e privato
(apparteneva alla famiglia come forza lavoro e oggi è investimento)

Pevenzione: welfare che vuole prevenire abusi


Nel tempo si sono ridefiniti i rapporti tra generi (cura) nei confronti dei bambini. Crescita
dell’instabilità familiare, rapporto donne-lavoro, difficoltà conciliazione cura-lavoro.
I bambini quindi di chi sono? Se sono sia della collettività che della famiglia?
Cosa può fare la politica su questo? Sono andati in crisi i modelli di welfare classici proprio a causa
di questa ridefinizione dei rapporti tra generi e le politiche non si sono mosse per comprendere e
gestire questo cambiamento. La questione infanzia emerge perché vanno in crisi questi modelli.
Tante associazioni/movimenti che si prefissano di tutelare l’infanzia. (es. pro bambini)

queste istituzioni creano occasioni per de-familizzare il bambino. Ad esempio nido, spazi dove il
bambino apprende competenze sociali (come stare con gli altri, con i pari e con adulti diversi da
quelli che compongono il nucleo familiare), ludoteche, palestre, ecc.porre in una prospettiva di
diritto i bambini. (relazioni significative, diritto dei genitori di mantenere il rapporto con il bambino
ecc)
La nuova prospettiva di politicizzazione dell’infanzia non è solo orientata alla prevenzione, alla
tutela ecc ma interviene un’altra dimensione su cui lavoriamo tanto, la PROMOZIONE
riconoscimento della soggettività, dei diritti ecc.

1. Protezione,
2. provision (accedere a servizi),
3. partecipazione (quanto i bambini costruiscono la nostra comunità, alle regole della
famiglia, come si riconoscono le sue capacità nella famiglia ma anche nella società
[pedbus])
partecipazione/autonomia non significa rimuovere il bambino dalla sua rete relazionale, anzi, far si
che il bambino ne diventi punto nevralgico.
Negli anni 90 inizia ad affermarsi un nuovo paradigma

g) significa un’insieme di linguaggi, cultre che vengono scambiati con i pari, e molto spesso non
sono riconosciuti dagli adulti.

Valorizzare il bambino è una forma di democrazia, fare esprimere i bambini è democrazia.


k) strutture di potere
La più diffusa è la prima

STRUTTURA GENERAZIONALE DEFINITA: i bambini s collocano in una società in cui c’è una
diversificazione del potere (coorti più che generazioni che hanno poteri diversi). Potere di deciddere
ddella vita, di scegliere tra varie opportunità. Sono definite perché lo sono per noi come costrutto
(ma possono variare per esempio da regione a regione) i soggetti sono quindi divisi per classi d’età
e a queste classi appartengono certi poteri.
Caterina Satta. Diario etnografico

Noi siamo i piccoli! Il bambino ha assimilato la cultura per cui lui ha precedenza rispetto agli altri.
Noi siamo piccoli…. Stanno sbeffeggiando la maestra, rimarcando quanto detto prima dalla
maestra, mettendo in luce la cultura a cui è abituato e ributtandola fuori.
LEZ 4

Lavoro di gruppo 23/24


I DIRITTI DEI BAMBINI
Lisa Cerantola, esperta in diritti umani, ricerca sui diritti dei bambini e la loro partecipazione nei
progetti per la loro cura, come aumentare il loro benessere, e come farli partecipare in modo che
non siano in secondo piano rispetto alla prospettiva degli adulti e dei loro educatori.
Presa sul serio delle attività di ascolto e presa in carico delle loro opinioni.
Modulo formativo che nasce dai diritti umani, materiali che aiutano chi si occupa di diritti umani
(consiglio d’Europa) approfondimento sui diritti > sfida= facciamo entrare in uni questa modalità,
con la possibilità di sperimentarsi, lavori di gruppo, dialogo, confronto, brain storming.
Confrontarsi su materiali e consegna, in gruppo, portavoce poi espone e ragiona in plenaria circa
quanto emerso. A volte il tempo sembra non essere sufficiente, è una scelta di questa attività, il cui
scopo è primariamente ragionare. Sarà necessario ragionare assieme. Il portavoce prenderà appunti
sulla lavagna di zoom. Nella plenaria possiamo riproporre il nostro schema, SALVALO PERO’.
Abbiamo la possibilità di chiedere l’aiuto di Lisa nel caso in cui le cose non fossero troppo chiare,
Lisa si inserirà nei gruppi e ascolterà, nella chat materiali del prof.
Diritti dei bambini e degli adolescenti, soprattutto convenzione dell’89 sui diritti dell’infanzia.
Domani ci concentreremo su alcuni principi fondamentali e su alcune sfide molto attuali.
1) consegna iniziale e 1) seconda che proporrà Lisa. Circa 20 minuti e poi mezz’ora di discussione.

Pensiamo a un minore di 18 anni, che conosciamo abbastanza bene, dove abita, cosa ama fare.
Utilizziamo questo soggetto per una simulazione, il minore deve essere allontanato dal suo contesto
di vita e pensiamo a quelle azioni che gli adulti che si occuperanno di lui dovrebbero fare o non
fare, che azioni dovranno mettere in campo?
 Chiedere al bambino come si sente, nella situazione in cui è: è triste, arrabbiato, sereno.
Accettare le sue emozioni e fargliele comprendere, senza cercare di sminuirle o non
prenderle sul serio – valorizzare la sua percezione
 Cercare il più possibile di conoscere il bambino, dialogare con lui imparando quali sono le
cose che ama e quelle che non ama.
 Chiedergli quale sia la sua routine, evitando di trasformarla completamente considerato che
la situazione nuova è già di per sé stressante. Chiedere se magari ci sono situazioni per lui
rassicuranti che vorrebbe ripetere anche fuori dal contesto famigliare (leggere un libro,
raccontargli una storia, giocare ad un determinato gioco, avere un oggetto con sé che gli
ricorda casa)
 Non cercare di eliminare completamente la sua identità precedente al distacco con coloro
che si occupavano di lui, parlare delle figure per lui importanti, se possibile far mantenere
con loro un contatto. Della cultura della sua famiglia, cercare di mantenere la lingua se
diversa
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LAVORO DI GRUPPO
La situazione presentata ci è sembrata da subito molto ampia, generale, interpretabile, durante la
discussione, proprio per questo, sono emersi molti punti di vista differenti. Il minore può essere
stato allontanato per via di una situazione che lo metteva in pericolo, ma questo allontanamento
potrebbe fare riferimento anche ad una situazione di tipo diverso: come il cambio scuola, il cambio
città, l’allontanamento da persone di riferimento non necessariamente genitori ma magari
insegnanti, nonni (situazione covid). Per questa ragione abbiamo dato gradi di importanza diversa ai
nostri spunti in base alla situazione che ci stavamo immaginando. CI SIAMO TROVATE
ABBASTANZA IN LINEA CON LA CONVENZIONE
Abbiamo scelto di dare innanzitutto valore al minore in sé nella sua identità
Poi ci siamo concentrate sulle attività che bisognava garantirgli (scuola, gioco, relazioni)
Istruzione
Azioni da non fare
ART 17

Non avevamo considerato sul momento, il ruolo delle istituzioni, della legislatura E
DELL’AMBIENTE. E ABBIAMO ANCHE DATO PER SCONTATO LA NAZIONALITA
D’APPARTENENZA
Ultimo report italiano è dell’anno scorso.
Promuovere una cultura piuttosto di imporre.
La convenzione tiene assieme diverse idee di bambino proprio perché essendoci più paesi in ballo le
idee erano ddiverse.
Le indicazioni di ginevra sono molto specifiche.

LEZ 5

Secondo giorno di lavoro di gruppo.


Riprendiamo aspetti tracciati ieri durante la conversazione.

Prima della fase dei diritti c’è un periodo in cui il bambino viene visto come da curare in famiglia.
La fase dopo cerca di stabilire diritti poiché vi è la necessità di definire. Dichiarazione dei 59 è una
prima bozza (10 punti), primo tentativo di dare una soggettività ai bambini e ai ragazzi,
successivamente documento più completo che potesse essere realizzato in tempi brevi ma in realtà
ci vogliono molti più anni (‘89) dopodichè c’è il periodo di ratifica da parte dei vari paesi. È
significativo pensare che è il trattato sui diritti umani più ratificato – USA no perché c’è la pena di
morte (anche per i minori in alcuni stati)
4 fase: proliferazione strumenti internazionali

In ambito nazionale troviamo la necessità di ratificare gli strumenti internazionali e il doverli


percepire in maniera propria (contesto).
Attualmente, dove siamo arrivati? Siamo arrivati a un livello di sufficienza?

Secondo aspetto: come la convenzione si rappresenta a bambini e ragazzi? In alcune parti emerge
l’agency attribuito ai ragazzi.
Dall’altro, la convenzione trasmette articoli finalizzati alla necessità di proteggere i ragazzi da
pericoli, violenze ecc. possiamo dire che la convenzione risolve e sceglie un orientamento rispetto
all’autonomia del bambino? No!

Ecco alcune considerazioni emerse dai nostri spunti. Come tenere assieme universali dei diritti e
garanzia degli stessi? Il sistema di monitoraggio per scelta non moratorio per i paesi è realmente
efficace? Come è possibile che un doc di 30 anni sia ancora al passo con i tempi? La convenzione è
predisposta da adulti e rivolta ai ragazzi, quale spazio la convenzione offre ai soggetti stessi per
essere protagonisti della loro vita quotidiana?
Rapporto delle nazioni può sollevare delle osservazioni all’ONU. Protocolli opzionali: solo per
alcuni paesi (pedopornografia, violenza, conflitti armati e procedura di comunicazione dei reati).
La migliore fotografia per la situa ita è un pool di associazioni che raccoglie le osservazioni dell’nu,
le risposte del governo e le associazioni (gruppo CIRC).
Per il nuovo lavoro di gruppo ci focalizziamo sui diritti fondanti della convenzione ^ .
Leggere questi articoli nella loro forma originale provando ad individuare i doveri che le istituzioni,
gli adulti dovrebbero mettere in atto, prendere in considerazione per realizzare quello specifico
diritto.
1) Elenco di doveri che emergono a partire dalla lettura che l’articolo chiama in causa
2) Individuare un esempio che ci racconti della realizzazione o meno di quel diritto nel mondo
di oggi
Totale 20” ma ci aggiorna lei. 12.20

Oppure BULLISMO.
Lez 6

Agency = riconoscimento che i bambini sono attori sociali.

Non cadiamo nell’errore dell’innocentismo, del bambino puro, lontano dai problemi degli adulti. Il
bambino è una persone pensante, che compie scelte e propone la sua visioone, una visione di cui
bisogna tener conto anche se al giorno d’oggi questa cosa è molto difficile da realizzare.
Gioco collettivo, ruoli, si condividono. Le culture dei pari ed il gioco simbolico sono fondamentali.
Densi di significati

La capacità di creare dei bambini spesso è sotterranea,


Ogni potere ha una resistenza – focault. I bambini tendono a resistere ai poteri ma anche ad aggirarli
all’interno di un ordine generazionale specifico
Quanto è riservato ai bambini all’interno della società e quanto in realtà è riservato agli adulti? A
livello di investimento sociale, spesso è strutturato per generazioni > ogni bambino è inserito in un
ordine generazionale che va ad influire sul suo potere decisionale. Come possono essere avvicinati i
bambini a queste decisioni?

Azioni di interesse pubblico che devono portare benessere > bisogni primari, provision, servizi,
mantenersi in vita e sviluppare le proprie competenze. Le 4 dimensioni sono tutte sullo stessso
piano, non c’è qualcuna che è superiore all’altra
30% 1/3 del pil è improntato alla protezione sociale. L’ita p caratterizzata da un diverso profilo tra
le diverse politiche (pensioni, sanitaria, lavoro, assistenziali)
Ws e welfare mix due tipologie di welfare integrati, non senza difficoltà.

Attori Welfare: stato, famiglia, aziende, mercato, associazioni intermedie (associazioni)


Politica sociale: insieme di politiche
Welfare state: profilo di questo insieme di politiche

Instabilità: famiglia uni genitoriale per esempio.


Esempio mercato: asili e scuole infanzia privati – quindi no stato

No vincoli di bilancio perché volendo posso aumentare le tasse in favore dei cambiamenti che
voglio operare.
Onlus, cooperative sociali, cooperative che si occupano di disabilità e inserimento lavorativo, onlus
migranti, caritas, telefono azzurro,
Solidarietà non ha confini, reciprocità è rivolta agli aderenti/associati,
producono beni e servizi.

Divisione tra i 4 attori in base alle azioni che svolgono:

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