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TAB. 7 .4.

Suggerimenti per fare sentire competenti e sostenere il valore di apprendere


SINTESI APPLICAZIONI CAPITOLO

Siamo motivati a riuscire, dominare e sentirci È importante tenere in considerazione questi motivi di base nel comprender
i casi di de-motivazione e nel sostenere i processi motivazionali valorizzand e
accettati.
le stime di successo e promuovendo emozioni anticipate di soddisfazione.
La motivazione è conflittuale: lo stesso motivo Può risultare critico leggere correttamente le situazioni. Ad esempio, una ma­
o
Emozioni
ci può portare a fare o a evitare. nifestazione di disinteresse può segnalare la paura di non riuscire a dominar e
la situazione: lo studente vorrebbe fare, perché è motivato, ma ha paura di
sbagliare e si ritira, anche a livello emotivo-motivazionale.
La percezione di competenza è sostenuta da È importante evitare l'aiuto non richiesto e quindi non intromettersi o sosti­
un ambiente che favorisce il provarci. tuirsi, ma lasciare che lo studente possa fare i propri errori e successivamente
risolvere il compito autonomamente.
È importante sostenere i tentativi, cioè il Si tratta di incoraggiare a provarci, mostrando interesse e partecipazione e
cimentarsi, non i risultati. valorizzando i progressi.
L'autoefficacia prevede quattro passi per È fondamentale «evitare di evitare» e quindi essere stimolati ad affrontare
essere rafforzata. il compito, vedere altri che riescono, convincersi di farcela e saper gestire
l'emotività negativa.
Non basta credere di riuscire, è fondamentale L'ambiente dovrebbe suggerire il valore di apprendere e stimolare obiettivi
anche dare valore al compito. alla riuscita, attraverso messaggi impliciti ed espliciti. Sono particolarmente
efficaci modalità attive, ad esempio scrivere a un amico, spiegandogli perché
♦ Perché ci emozioniamo?
è importante studiare quella materia, trovare connessioni fra gli argomenti ♦ Che relazione esiste fra obiettivi ed emozioni?
studiati e la propria realtà, riflettere su casi-interviste di studenti che riportano
le ragioni per cui la materia è o è stata utile e importante per loro [cfr. Gaspard ♦ In cosa consiste la spirale di positività?
et al. 2015, per un approfondimento). ♦ Si possono controllare le emozioni? Come?
A volte è il costo percepito a frenare la mo­ Si tratta di capire cosa fa sembrare così «costoso» il compito (sul piano ogget­
tivazione. tivo, ma anche soggettivo, ad esempio per particolari emozioni, percezioni,
convinzioni) e attuare interventi mirati a una ristrutturazione di pensieri o
convinzioni disfunzionali per la gestione delle proprie emozioni. Immaginate di essere un docente che ha trattato un certo argomento per
La curiosità è stimolata da novità e com- È efficace proporre domande e non dare subito risposte, ma invitare a un bel periodo, al termine del quale decidete di proporre una verifica. Il
plessità. scoprire.
Funziona inserire sorprese nelle spiegazioni e stimolare quesiti, ad esempio giorno della prova alcuni studenti sono decisamente troppo ansiosi, altri
porre a confronto due alternative e poi invitare a individuare la più valida. paiono addirittura quasi annoiati. Perché? I giorni successivi correggete
L'interesse può essere favorito dal coinvol- Far sentire lo studente padrone del suo processo di apprendimento, attivo
gimento. e partecipe, coinvolgendolo nella lezione e considerando il giusto livello di
il tutto e scoprite che più di metà della classe non ha ben compreso
complessità e comprensibilità; può avvenire a livello classe, individuale o alcune cose su cui davvero vi eravate soffermati a lungo. Come reagi­
anche attraverso lavori di gruppo (cfr. anche il cap. 9). reste? Infine, distribuite in classe le verifiche. Al vedere il voto alcuni
È importante stimolare il livello ottimale di Si tratta di proporre compiti «all'altezza» cioè non troppo semplici né diffidi! studenti si arrabbiano, altri si rattristano, qualcuno resta indifferente.
curiosità e di competenza. per il singolo, un po' sopra le abilità già acquisite e nuovi, ma non troppo, cosi
da stimolare senza generare ansia o confusione e incomprensione. Cosa può spiegare queste diverse reazioni emotive?
Di seguito vedremo alcune teorie che possono spiegare l'origine, la
trasformazione e gli effetti delle emozioni, con particolare riferimento
all'ambito educativo e alle emozioni che sorgono durante l'apprendi­
mento e lo studio in particolare in risposta alle difficoltà e agli insuccessi.

1. L'ORIGINE DELLE EMOZIONI: IA TEORIA


CONTROLLO-VALORE
Perché di fronte a uno stesso compito c'è chi va in ansia mentre altri
affrontano positivamente la situazione e altri ancora si annoiano?
Dna risposta viene dalla teoria controllo-valore proposta da Pekrun
[2006), secondo la quale vi sono due antecedenti cognitivi delle emo-
zioni: la percezione di controllo e il valore. Percezione di contro ll icazione di obiettivi, aspettative e valori da parte dell'ambiente,
o ornun
e valore sono due costrutti che, in chiave motivazionale, abbiam o in
� p arti colare gli agenti educativi. Conta quindi cosa l'ambiente veicola,
qualche modo considerato già nel precedente capitolo, per esem pio
quali motivazioni e convinzioni vengono trasmesse.
IIl
quando abbiamo parlato di percezione di autoefficacia e della teo ria
aspettativa-valore . Pekrun però li esamina anche dal punto di vista
delle emozioni che possono produrre nel processo di apprendimen to,
LE. EMOZIONI SI TRASFORMANO: LA TEORIA
Percepire il controllo significa sentire di essere capace, sapere co m e
z.
fare e riconoscere che il buon risultato dipende da sé. Il valore si rife.
COMUNICATIVA
risce al significato e all'importanza data al compito o alla situazione.
Le emozioni servono principalmente a comunicare agli altri le nostre
Le due dimensioni sono in relazione moltiplicativa per cui si accre. • l'insegnante che s1· arrabb'ta con
scono vicendevolmente e sono necessarie entrambe per cogliere la unp ressioni e intenzioni. Ad esempio,
. . . . .
sfumatura emotiva. In particolare, alti livelli di percezione di controllo lo studente può veicolare mo t1 1 me�sagg1 _ co�umc�t1�1, spe�s� non fun-
.
e di valore (sentire di riuscire a farcela in una situazione importante z1onali O perché troppo forti e ans1ogem (gli scatti d1 rabbia mducono
00nfusione e agitazione in chi li «subisce») o pereh'e mterpretat
• l· dag11·
per sé) danno origine al divertimento o alla gioia, ovvero a uno stato
emotivo piacevole e attivante che favorisce un approccio positivo al al nni come «se si arrabbia è un problema suo», il che non facili'ta
r:Ssunzione di responsabilità. In tali casi l'emozione più fun�ion�e
compito che si accompagna a pensieri del tipo «faccio ciò che mi In altn cast la
sarebbe di dispiacere: «Che peccato! Cos'è successo?». .
interessa o mi fa sentire realizzato/a e sento di esserne capace e che soprattutto con stud enti «responsa bil'1»,
ste ssa manifestazione di rabbia,
mi riesce». Bassi livelli di percezione di controllo, ma alta percezione comunicare che pensa che «avre?be �otu�o farcela». D�ver­
p otreb be
di valore determinano ansia, sostenuta da pensieri del tipo «sarebbe .
sam ente l'insegnante che mostra rassegnaz10ne 1mphc1tamente puo far
importante per me riuscire, ma non ci riesco». Bassi livelli di valore,
capire che «lo so che non ce la puoi fa:e». Eviden�emen�� anche l'�n­
indipendentemente dalla percezione di controllo, possono determinare
segnante che mostra senso di sfida e grmta (la reazione ptu produttiva
l'emozione della noia (cfr. fig. 8.1).
per lo studente) comunica «dai che ce la puoi fare: riprovaci!».
Appare quindi importante sostenere le due percezioni di valore e Soprattutto le emozioni però comunicano significati a noi stessi, ci
di controllo. Ciò può avvenire agendo sugli antecedenti distali che, offrono una interpretazione della situazione e ci suggeriscono chi
secondo l'approccio di Pekrun [2006], si riferiscono alla qualità dell'i­ siamo. Perché qualcuno si deprime, mentre altri si arrabbiano o sono
struzione (efficacia didattica, comunicazione di emozioni piacevoli, uso indifferenti? Significa che quella cosa «persa» (un insuccesso, una
di strategie coinvolgenti che valorizzano il ruolo attivo dello studente), difficoltà) era importante per chi si deprime o arrabbia o comunque
al supporto all'autonomia (promozione dell'uso autonomo e consape­ reagisce emotivamente, ma non per chi, invece, non manifesta alcuna
vole di strategie e modalità di apprendimento e studio efficaci) e alla particolare reazione emotiva. Le emozioni quindi ci dicono cosa ci inte­
ressa davvero. Chi dice «non è importante» e poi si arrabbia trasmette
a sé stesso e agli altri il significato che la cosa è rilevante anche se lo

c=J----.1
Alto valore
e alto controllo
È importante
e penso di riuscire
~, J
Divertimento e gioia
sta negando. Conta, in tal senso, come ci sentiamo e come reagiamo.
Una interessante teoria che riguarda la funzione comunicativa delle
emozioni è quella proposta da Oatley e Johnson-Laird [1987], se­
condo i quali le emozioni dipendono dal livello di raggiungimento
degli obiettivi che si stanno perseguendo. In tal senso, le emozioni ci
H
Alto valore,

I ma basso controllo
È importante, ma non
sono capace, non riesco
I •I Ansia ] comunicano a che punto siamo e quali obiettivi sono importanti per
noi. Inoltre, l'intensità dell'emozione provata ci suggerisce quanto è

H
Per noi rilevante l'obiettivo.
Basso valore
e/o basso controllo
Non è importante
e/o non credo
di essere capace
~1 Noia Com e è possibile osservare in figura 8.2, all'inizio l'emozione tipica è la
tristezza a cui si associa la percezione di obiettivo perso o irraggiungibile.
I
Tale emozione segnala che ci pare di non poter mai concretizzare un
fig. 8. 1. L'origine delle emozioni. A seconda dei livelli di percezione di controllo _(per;ep::
obiettivo importante per noi. Tuttavia, seguendo un percorso circolare,
essere capaci e di riuscire) e di va/are (riconoscere importante la riumta, I am se iniziamo a cimentarci potremmo passare dalla tristezza alla paura,
emergono le emozioni di gioia, ansia o noia.
riferita alla percezione di incertezza: potremmo farcela a raggiungere
·-- -- ·· -- -
arriva ai vissuti emotivi piacevoli, su cui ci soffermeremo nel successivo
fig. 8.2. Emozioni e perce­
RABBIA
paragrafo.
zione del livello di raggiungi­
mento del proprio obiettivo
(in corsivo). Secondo la teoria ostocolato
comunicativa, l'emozione che COINVOLGIMENTO
proviamo è legata alla percepi­
ta distanza dai propri obiettivi. PAURA
prossimo 3. LE EMOZIONI PIACEVOLI
Quando si parla di emozioni quasi sempre si hanno in mente rabbia,
I livelli cui sono poste le varie incerto
emozioni mostrano il grado
d'attivazione. La •direzione SODDISFAZIONE paura, tristezza, ansia, ovvero emozioni spiacevoli. Tuttavia, esistono.
L------�=;-:;;::::::=:--1 molte emozioni a carattere piacevole la cui funzione è fondamentale
delle frecce è quella ottimale,
TRISTEZZA

per il ben��ser� e anche p_er aiutar� � e�aborare_ e affron!are il vissut�


ma le relazioni possono essere raggiunto
Ci si rimette in gioco
pensate anche bidirezionali. per ulteriori obiettivi

emo tivo pm spiacevole. Si tratta di g101a, entusiasmo, piacere, soddi­


perso

sfazione. Sono importanti perché, secondo il modello di Fredrickson


[2001] ampliano il repertorio di azioni e pensieri e favoriscono quindi
l'apprendimento, l'attenzione, la creatività, la voglia di cimentarsi e
l'obiettivo, ma ci sono delle possibilità di non riuscire, che preoccupano mettersi in gioco. Inoltre, costruiscono importanti risorse durature,
e possono rendere ansiosi. A questo punto si potrebbe essere vinti dalla quali ottimismo e resilienza, che ci rendono più pronti a provare
paura, abbandonare il compito o provarci, ma non riuscire per tornare ulteriori emozioni piacevoli. Questo aspetto è stato evidenziato in
nello stato di tristezza. Diversamente, se affrontassimo la situazione un esperimento in cui, dopo avere proposto la visione di filmati che
dalla paura si passerebbe alla rabbia, cui corrisponde la percezione di inducevano emozioni piacevoli, spiacevoli o neutre, è stato chiesto di
obiettivo ostacolato. Diversamente dalla paura, la rabbia è più attivante, scrivere 20 cose che «ti sarebbe piaciuto fare». È emerso che il numero
cioè spinge ad agire, nello specifico nel rimuovere o superare l'ostacolo di cose che si volevano fare era il 60% in più nel caso di emozioni
(difficoltà o fatica o incomprensione). Nella situazione ottimale, dalla piacevoli rispetto alle spiacevoli a significare che queste favoriscono la
rabbia si passa poi al coinvolgimento, che può tradursi - anche se non progettualità e l'apertura e danno una specie di carica motivazionale.
necessariamente - in una esperienza di flusso, cioè in una sensazione Le emozioni piacevoli, infatti, hanno una funzione diversa dalle spia­
completa di benessere e padronanza del compito. Diversamente si ri­ cevoli, rendendo più ampio e fluido il processamento di informazioni,
torna all'incertezza e alla paura. Spesso dal coinvolgimento ci si lascia al contrario delle emozioni spiacevoli che portano a focalizzarsi sul
trasportare fino alla conclusione del compito o dell'attività per provare «problema da risolvere». Ad esempio, se una persona ha paura di
soddisfazione. Dalla soddisfazione ci si rimotiva per affrontare forse qualcosa starà molto concentrata e attenta a ciò che teme. Se, invece, è
con meno tristezza e paura ulteriori compiti e attività. Tuttavia, ci può serena, risulterà più attenta e curiosa, pronta a recepire i diversi input
essere il caso in cui si profilino ulteriori ostacoli che fanno ritorn ar e dell'ambiente e non focalizzata su quelli minacciosi. In particolare,
alla rabbia e il processo può bloccarsi o portare a fasi di stallo, fra la a scuola, l'esperienza di emozioni piacevoli dovrebbe favorire una
paura e la rabbia, senza giungere mai alla piacevole?za di vedere che si attenzione ai vari stimoli «libera» e amplia, diversamente l'ansia (che è
sta raggiungendo il termine e quindi alla soddisfazione per l'obiettivo emozione frequente nei contesti scolastici) porterebbe a stare focalizzati
centrato. P rincipalmente su ciò che crea preoccupazione e paura.
La teoria comunicativa spiega perché ci si sente tristi o impauriti o arr ab­ Ne deriva l'importanza di provare spesso stati emotivi piacevoli che,
biati, illustra anche quanto l'obiettivo percepito e la meta influenzino 1� P era ltro, hanno effetti additivi. Infatti, il processo non è del momento,
nostre emozioni e mostra anche che la rabbia o l'ansia sono espressio!ll ma si configura nella crescita di «forze» quali l'ottimismo, la resilienza
di «interesse» mettendo in evidenza quanto l'obiettivo sia importante e la tendenza a vedere le cose nella prospettiva migliore. Provare spesso
per noi. Il modello suggerisce, inoltre, che la soddisfa�ione sarà tant� emozioni piacevoli infatti ci rende più pronti a vivere esperienze e a
maggiore quanto più avremo attraversato e affrontato momenti di leggere, interpretare e reagire alle situazioni in modo da provare ancor
paura e di rabbia ed evidenzia, inoltre, le ragioni emotive per cui è cosl Più emozioni piacevoli secondo il modello illustrato in figura 8.3.
difficile cominciare. All'inizio, infatti, si provano solo emozioni spiace· �na cosa importante da notare è che le emozioni piacevoli non sono
v�li che si presentan_o talvoha �nche in maniera ric�rsiva,_ saltando t il co ntrario delle spiacevoli, avendo funzioni diverse e potendo essere
tristezza a paura, poi ancora tristezza, paura e rabbia: desisto, sono . sperimentate contemporaneamente con le spiacevoli. Ad esempio,
nuovo preoccupato, riaffronto, mi ri-arrabbio. Solo in successione 51 dovendo affrontare un compito nuovo si potrebbe provare un senso di
Maggiore pronte22 che ci rende così attivi. Provare gioia per una notizia, un concetto,
un argomento spinge a essere entusiasti in un modo molto «acceso».
a
a provare ulteriori

L'entusiasmo a sua volta conduce a voler comunicare ciò che di bello


emozioni piacevoli

abbiamo visto e sentito. Tuttavia, è possibile anche agire entusiastica­


Costruzione di risorse
rnente pur non provando una così profonda gioia. A tale proposito,
durature (ottimismo,
resilienza, ...) Keller e colleghi [2016] propongono una distinzione fra entusiasmo
sperimentato e sentito (emozione provata), da un lato, e dimostrazione
di entusiasmo attraverso comportamenti relativi soprattutto alla sfera
Ampliamento
temporaneo
della comunicazione non verbale (cfr. tab. 8.1), dall'altro.
di vedute e interessi

TAB, 8.1 . Gli indicatori comportamentali di entusiasmo secondo Collins [1 978]. Una persona
Esperienza di
che si esprime manifestando questi comportamenti è percepita entusiasta e
emozioni piacevoli: genera coinvolgimento, attenzione e miglioramento nella prestazione
gioia, soddisfazione,
entusiasmo
Voce Rapida, variata, verso l'alto, con cambi improvvisi e importanti, ritmica,
intonata
Occhi Aperti, luminosi, scintillanti, scattanti, danzanti
. ..
fig. 8.3. La spirale di positività. L'esperienza di emozioni piacevoli amplia momentaneame • 1
Gesti Frequenti, ampi, variati nel ritmo, riguardanti tutto il corpo
n• e
morse cogn1t1ve'. soprattutto attentive e diprontezza all'azione, favorendo la costruzio-
_
ne d, morse positive durevoli e facilitando l'ulteriore esperienza di emozioni piacevo/I. Volto Espressioni facciali variate: tristezza, gioia, riflessione, fiducia, sorpresa
Parole Molto descrittive e varie, molti aggettivi
Atteggiamenti Esuberante, prontezza nell'accettare idee e sentimenti degli altri, nell'inco­
raggiare, sostenere e non intimorire
sfida, ma anche paura di non farcela. L'importante è che le emozioni
piacevoli siano più delle spiacevoli, il che porterebbe ad affrontare
il compito anziché desistere: il rapporto ottimale fra le une e le al­
tre p �tre_bb� esser� �i 3 a 1 , che significa tre volte più frequenti le È quindi possibile che un insegnante agisca spontaneamente in maniera
e�oz10�1 pia�evoh rispetto alle spiacevoli (ad esempio, provare il entusiastica esprimendo l'emozione che prova oppure si sforzi comun­
tnplo d1 soddisfazione anticipata rispetto alla paura anticipata di non que di essere entusiasta. L'entusiasmo manifestato viene percepito dagli
farcela). Pertanto, per sostenere l'apprendimento, è importante non studenti, ne cattura l'attenzione e anche sostiene un vissuto emotivo
tanto e non solo ridurre le emozioni spiacevoli (rendere meno ansiosi piacevole che, a sua volta, facilita l'apprendimento [Moè 2016] .
o an�oiat� ) , ma anche incrementare le piacevoli (gioia di imparare, Inolt re, l'entusiasmo favorisce negli insegnanti e negli studenti la
vivacità ovvero la percezione di essere pieni di energia che natural­
sodd1sfaz10ne). Lo stato emotivo piacevole può aiutare ad affrontare
le emozioni spiacevoli. Può essere il caso di uno studente che deve mente rende più attenti, vigili e motivati. È stato evidenziato che, a
affrontare una materia che non gli piace: se oltre che rabbia e noia fare la differenza, non è generalmente l'entusiasmo per la materia
provasse anche soddisfazione anticipata, questo sarebbe motivo ma l'entusiasmo nell'insegnarla. È quest'ultimo che - percepito dagli
stu denti - fa valutare l'insegnante come più efficace [Kunter et al.
per proseguire anziché desistere. L'ambiente può fare la differenza,
2 ? 1 1 J . Pertanto, essere entusiasti nell'insegnare favorisce le emozioni
trasm �ttend � convinzioni, valori, attitudini che amplific an o la
piacevoli negli studenti; promuove l'apprendimento e genera anche
percezione d1 essere capaci e di valere, con ciò favorendo la «gioia
una percezione di «bravura» del docente che infatti riesce a coin­
di imparar�» oppure inducendo emozioni attraverso il «contagio
volgere e trasmettere i contenuti con efficacia. Non è però sempre
emotivo». E questo il caso dell'entusiasmo.
semplice provare ed esprimere entusiasmo e controllare le diverse
altre emozioni (rabbia, ansia, preoccupazione) , come vedremo nel
successivo paragrafo.
4. L'ENTUSIASMO

«Un fuoco dentro» è l'etimologia di entusiasmo. Essere entusiasti


significa essere carichi di positività e avere voglia di comunicare dc}
5. CONOSCERE E CONTROLLARE LE PROPRIE !' elab o razione profonda favorisce il benessere, mentre ripetuti sforzi
EMOZIONI di soppressione in assenza di una ri-valutazione delle cause dell' emo­
zion e possono stressare fino a condurre a fenomeni di affaticamento
Può capitare di dover «regolare» cioè controllare le proprie em ozio e d es aurimento (come può accadere nel burn-out dell'insegnante che
(spesso le spiacevoli) per renderle funzionali ad affrontare la situ azionllt «s coppia» e non è più capace di portare avanti l'insegnamento) .
Tale processo di regolazione ha un costo che prende il nome di emotion;Ì Il mo dello d i Gross [200 1 ] mostra che è possibile modificare il proprio
labor, che tradurremo con «costo del controllo emotivo». Esso richied vissuto emotivo e sottolinea l'importanza di riflettere sulle proprie espe­
u� act�n? o�ero un lavorio sul P:O_P rio vis� uto emotivo a due possibili rienze em otive e di comunicare le emozioni per riuscire a elaborarle e
d1vers1 livelli: profondo o superf1c1ale. A livello profondo si attua controllarle. Tale «controllo» riguarda emozioni che già proviamo. Ad
rivalutazione della situazione e delle possibili interpretazioni che :� e s emp io , l'insegnante può modulare la rabbia (elaborazione profonda)
termina una reale modifica del vissuto emotivo; a livello superfici; l
0 e mo dalità attraverso cui esprimerla (elaborazione superficiale) . È
viene modulata solo l'espressione comportamentale, sopprim endo a t interessante però comprendere anche ciò che causa le emozioni, ovvero
naturale manifestazione del vissuto emotivo provato. i p recursori e - a tal scopo - può risultare interessante il modello di
Come è possibile osservare in figura 8.4 , nel caso dell'elabo razione pro­ origine delle emozioni proposto da Frijda [2007] .
fonda la focalizzazione è sugli antecedenti, cioè sui fattori che generano Perché quell'episodio fa arrabbiare alcuni, altri no? Si direbbe che non
l'emozione, mentre per l'elaborazione superficiale la focalizzazione siano gli eventi di per sé a emozionarci, ma altri fattori, individuati da
è solo sulla risposta. L'emozione risulterà trasformata e poi espressa Frijda [2007] nella codifica e nell'interpretazione. Uno stesso evento
in modo autentico solo se ci sarà stata una preliminare riflessione può infatti trasmettere significati differenti e andare a incidere sulla
e modulazione dei significati, con l'attivazione di specifici pattern emotività di alcune persone, ma non di altre. Ad esempio, per un in­
comportamentali, ad esempio reagire per la rabbia, rinchiudersi per segnante può essere fonte di disappunto scoprire che gli studenti non
la tristezza, temporeggiare per l'ansia, che, agiti in varia successione, hanno svolto dei compiti assegnati per casa, perché ritiene importante
possono favorire la trasformazione del vissuto emotivo. In caso con­ la loro esecuzione al fine di meglio introdurre un nuovo argomento e
trario l'emozione sarà solo soppressa superficialmente. È evidente che quindi probabilmente si arrabbierà. Un altro potrebbe invece capire
che il compito non era interessante o che, per quel giorno, i ragazzi
avevano già tanto da studiare e quindi hanno sacrificato una attività.
Contano quindi gli obiettivi, i potenziali ostacoli che si esperiscono e
le informazioni che si hanno al fine di giudicare un evento emotigeno e
generatore di emozioni di varia natura. Questo fenomeno è ricorsivo per
cui le valutazioni cognitive danno luogo a reazioni e comportamenti che
rimodulano il processo (si parla di re-appraisal ovvero ti-valutazione) .
Riprendendo l'esempio di prima magari l'insegnante all'inizio sarà stato

Modificazione Attenzione
Scelta della
dell'interpre­ diretta a certi Cambio del Modu lazione fig. 8.5. Secondo Frijda [2007]
ciò che ci accade (evento) atti­
situazione significato della risposta
tazione aspetti Valutazione Risposte emotive:
cognitiva 1 . Predisposizione va una riflessione (valutazione
Codifica e attribuzione all'azione e pensieri
associati (agire, cognitiva) che può generare
risposte emotive ed eventual­
LIVELLO LIVELLO di significato in base
SUPERFICIALE ai propri obiettivi e rimuginare, opporsi ...) Comportamento
PROFONDO
soppressione valori 2. Modificazioni mente comportamenti. Il pro­
cesso è ricorsivo: le reazioni
rivalutazione corporee (tensione,
attivazione ...)
3. Esperienze emotive possono modulare sia le rispo­
Focalizzazione sugli Focalizzazione sulla
4. Espressioni corporee ste emotive, che la valutazione
antecedenti risposta
e facciali dell'evento fino a trasformarlo.
Centrale è l'aspetto cognitivo: è
il nostro «pensare la situazio­
fig. 8.4. // modello di Gross [200 1]. La regolazione delle emozioni può avvenire a livello profondo se comporta fa selezione di ne» a generare i vissuti emotivi
certi aspetti della situazione per modificarne il significato e quindi /'interpretazione o codifica dell'evento. t in vece so/O e i possibili modi per reagire
superficiale se lo sforzo di regolazione non riguarda i precursori delle emozioni, ma solo la foro espressione. (comportamenti).
furioso («è sempre così, non fate mai i compiti»), poi magari si sa rà fAB, 8.2. Promuovere le emozioni piacevoli e ridurre le spiacevoli nei contesti di apprendimento
arrabbiato ( «portate assolutamente l'esercizio per domani! »), dopo
un po' innervosito («Perché non vi applicate?») e magari infine più
--
S1NT_
es...
• --·----- APPLICAZIONI

Fare sentire competenti e accrescere l'importanza assegnata al compito


risollevato avendo visto che la classe ha risposto positivamente Pro. Le emozi oni dipendono dalla percezione di favoriscono la piacevolezza e riducono ansia e noia.
co ntrollo e dal valore assegnato al compito.
mettendo di essere più puntuale nelle consegne (modifica dell'event o l'am bient_e comunica valori, aspett�tive e È importante agire sull'ambiente (insegnanti e genitori) affinché riesca a
che è reinterpretato sulla base di informazioni diverse). ercezioni che influenzano le valutazioni d1 trasmettere aspettative di riuscita, anche attraverso messaggi del tipo «Ce
la puoi fa re!» e fa r apprezzare l'importanza di imparare.
Ogni emozione è unica, secondo Frijda, perché unici sono i contesti e �ontrollo e di valore.
prima di iniziare si provano soprattutto emo­ Occorre prestare particolare attenzione all'inizio; rendere consapevoli gli
i pensieri e sentimenti di quel momento. Inoltre, non sono le persone zioni di tristezza e pau ra. studenti che cominciare può essere difficile; dividere grossi compiti o obiettivi
a farci emozionare, ma siamo noi a «decidere» che emozione prova re. in parti più gestibili.
Non è il professore che mette in ansia lo studente, ma la valut azione Il coinvolgimento e la soddisfazione motivano, Rendere consapevoli che i compiti possono non piacere subito, ma che
ma si provano dopo avere affrontato ostacoli affrontandoli poi si proveranno coinvolgimento e soddisfazione.
dell'evento «interrogazione» data dallo studente, a creare pensieri che e avere temuto di non farcela.
alimentano tensione e lo fanno reagire in modo ansioso. In tal senso noi Le emozioni piacevoli ampliano il repertorio Individuare modalità e contesti per favorire un vissuto emotivo piacevole, ad
siamo «padroni» delle nostre emozioni o almeno possiamo
, controllame di risorse. esempio comunicando aspettative di riuscita o attraverso il contagio emotivo.
e modularne lo sviluppo. Prov are spesso emozioni piacevoli ci trasforma l:ottimismo, la resilienza, la tendenza a esprimere speranza e agentività
e ci rende più pronti a provarne altre. (sentirsi artefici) si costruiscono anche attraverso la frequente esperienza di
In chiave evolutiva, tale processo è identico, ma a volte risulta più vissuti emotivi piacevoli.
complicato a seconda del limite di risorse cognitive. Per una adeguata 11 rappo rto ottimale emozioni piacevoli" vs Per favorire il benessere non si tratta solo di ridurre le emozioni spiacevoli,
gestione delle emozioni, servono capacità quali riuscire a ben rappre­ spiacevoli è 3 : 1 . ma anche di incrementare quelle piacevoli.
sentarsi la situazione, tenere conto di più aspetti contemporaneamente l'entusiasmo fa provare emozioni piacevoli e È importante provare gioia per insegnare e quindi mostrarsi entusiasti nel
migliora l'apprendimento. trasmettere le conoscenze.
(memoria di lavoro), ragionare su cause e conseguenze, anticipare po­
Si può esprimere solo superficialmente una Per controllare il proprio vissuto emotivo risulta più funzionale agire sull'in­
tenziali scenari. Il meccanismo è lo stesso a tutte le età, ma si realizza emozione che non si prova in modo profondo sieme di convinzioni e credenze che lo originano anziché solo sulla sua
al meglio e nella sua complessità solo raggiunta la piena maturazione (a l ivello di pensieri, prospettive...). espressione.
di tutte le abilità di pensiero e di memoria oltre che attentive · che il Le interpretazioni degli eventi generano le È importante valorizzare la tendenza a vedere la situazione da più punti di
emozioni in un processo ricorsivo. vista e attraverso modalità maggiormente orientate al processo e al cambia-
processo sottende. Tal processo può risultare particolarmente difficile mento anziché al giudizio.
per bambini che, da un lato, sperimentano spesso a causa delle loro
difficoltà situazioni negative, dall'altro, non possiedono risorse suf­
ficienti e strategie adeguate per interpretare correttamente e gestire
adeguatamente le loro emozioni. Vi sono, a tal proposito, programmi
cognitivo-comportamentali che non solo aiutano il bambino problema­
tico a essere più consapevole delle sue emozioni, ma anche lo mettono
in situazioni «simulate» in cui egli è indotto a sperimentare le emozioni
spiacevoli e ad allenarsi nell'affrontarle in modo adeguato.

L'importanza delle emozioni nell'apprendimento è innegabile. In tabella 8.2 vengono ripresi i


principali contenuti e delineate alcune modalità applicative per promuovere un vissuto emotivo
favorevole all'apprendimento e stimolare i processi di regolazione delle emozioni.
CAPITOLO

So cia lizzazione e a pprendimento

♦ Quali sono i bisogni fondamentali? Come si esplicano e valorizzano?


♦ Che cosa favorisce l'auto-regolazione?
♦ In cosa consistono gli obiettivi sociali?
♦ Attraverso quali meccanismi funziona l'apprendimento cooperativo?

Immaginate che vi venga detto come fare una certa cosa oppure che
siate guidati a farla. In quale dei due casi capireste e ricordereste di più?
Certamente imparereste meglio facendo, anziché solo ascoltando. Inoltre,
supponete che dobbiate risolvere un qualche problema complesso da
soli o in squadra. Quando sarebbe più probabile arrivare alla soluzione?
È evidente che il gruppo favorisce lo scambio di idee e competenze.
L'apprendimento condiviso da più persone non sempre garantisce ri­
sultati migliori rispetto allo studio individuale, ma rende il processo una
costruzione sociale, che può sfruttare punti di vista diversi e valorizzare
la partecipazione attiva di ognuno.
L'apprendimento, infatti, si realizza in un contesto sociale che lo pro­
muove e che lo determina. Esistono fattori ambientali che favoriscono
contrapposti ad altri che, invece, rallentano il processo. Si pensi al caso
di b ambini posti in contesti che non stimolano a sentirsi competenti
nell'imparare o trasmettono valori, convinzioni e motivazioni che non
sostengono l'apprendimento. Contano molto anche l'ambiente classe
e, in particolare, il fattore «compagni come risorsa», implementabile
attraverso forme di apprendimento cooperativo.
1. IL SUPPORTO SOCIALE ALL'APPRENDIMENTO d enziava fattori che influiscono sul modellamento sono: la somiglianza
E L'IMITAZIONE delle caratteristiche personali tra osservatore e modello, il grado in cui
può avvenire l'identificazione, e infine la competenza e l 'autorevolezza
La deprivazione sociale nei primi anni di vita può avere conseguenze (agli occhi dell'osservatore) del modello.
drammatiche sull a maturazione e sull'apprendimento del bamb ino,
Per rendersi conto di ciò basta confrontare gli esiti sostanzialmente
diversi fra bambini che, pur venendo da ambienti privi di cultura e 2. IL BISOGNO DI RELAZIONE
forme strutturate di educazione ( come gli indigeni dell'Amazzonia)
sviluppano competenze soddisfacenti e bambini di società avanzate' Una fondamentale teoria che specifica l'importanza della relazione
ma privati della loro famiglia, di relazionalità e rapporto affettiv o. ' nel favorire il benessere e la motivazione, con conseguenze importanti
Conforto affettivo e relazionalità sono per sé stessi due profondi e in­ per l 'apprendimento, è quella proposta da Ryan e Deci [2000], nota
tensi motori dell'apprendimento, ma i loro effetti possono anche essere co me Self-Determination Theory (SDT). Infatti, secondo la teoria,
indiretti e cioè dovuti ai meccanismi che instaurano. In parti colare è cruciale il soddisfacimento e la non frustrazione di tre bisogni
la presenza di un'altra persona, mentre il bambino acquisisce i primi innati, fondamentali e universali : nell'ordine relazione, competenza,
apprendimenti, può aiutare a sviluppare capacità di autoregolazione e autonomia (cfr. tab. 9.1). Le persone esperiscono benessere e spinta
perfezionare le acquisizioni, con i feedback e gli aiuti che accompagnano motivante in ciò che fanno quando si sentono sostenute e capaci di
continuamente le attività svolte dal bambino. fare cose scelte da sé.
Un altro meccanismo sociale fondamental e che accompagna l 'ap­ Secondo la teoria dell'autodeterminazione è possibile favorire benessere
prendimento del bambino è rappresentato dall'imitazione. Infatti, il e motivazione non solo facendo sentire le altre persone competenti,
bambino sin da piccolo è portato a imitare gli altri e quindi a sviluppare ca paci di scegliere e approvate per gli sforzi, ma anche evitando mes­
capacità che siano svolte da altre persone, purché alla portata della sua saggi o atteggiamenti che trasmettono senso di incompetenza, sottoli­
maturazione biologica e cognitiva. Importanti ricerche svolte presso neature di obbligo, un ambiente ostile, ovvero sostenendo, ma anche
l 'Università di Parma [Rizzolatti e Sinigaglia 2006] hanno identificato i non frustrando i tre bisogni. La metafora usata dagli autori è che la
meccanismi biologici dell'imitazione identificando dei neuroni (chiamati soddisfazione dei bisogni è come una vitamina, mentre la frustrazione
neuroni-specchio) che si attivano in modo da rappresentare le azioni è come un veleno, a sottolineare che la soddisfazione «nutre» il naturale
che si vedono fare da altre persone, e sono presenti anche in altre specie bisogno di avere relazioni che sostengono gli sforzi per essere capaci
animali e nel bambino piccolo (ma in alcuni, come per esempio nel caso e autonomi, mentre la «frustrazione» attivamente ci fa sentire fuori
dell'autismo, in minore misura). posto, meno capaci e costretti a fare delle cose di cui magari ci è anche
Come Strauss [2017] ha evidenziato vi sono molte teorie che posson o �eno chiaro il senso. In particolare, non è sufficiente che i tre bisogni
concettualizzare questi meccanismi imitativi, ma la teoria dell'appren· siano soddisfatti, ma occorre che ci sia equilibrio nella soddisfazione di
dimento sociale di Albert Bandura [1973; 1977] costituisce tuttora un essi: ad esempio, non creerebbe benessere sentirsi competenti nel fare
riferimento fondamentale. Bandura ha descritto in modo esem plare cose non scelte o dover scegliere fra alternative in cui non ci si sente
l'apprendimento (da lui chiamato modellamento, modeling) che si
riscontra osservando il comportamento di un altro individuo che ha la
funzione di modello, mettendo anche in luce come attraverso l' osser·
vazione possiamo apprendere comportamenti anche negativi, come per
TAB, 9, 1 . I tre bisogni fondamentali secondo Ryan e Deci [2000]. Non frustrarli e soddisfarli aumenta il benessere, la
motivazione e il senso di integrazione
esempio quelli aggressivi.
L'apprendimento osservativo richiede che l'osservatore diriga l 'att�·
BISOGNO SODDISFAZIONE FRUSTRAZIONE

zione verso il modello con il quale in qualche modo deve identifi�� Relazione Sentirsi accolti e accettati, sostenuti negli sforzi Esperire un senso di non connessione o di
Questo processo di identificazione è legato anche ad aspetti affetuVl, e Cornpetenza
esclusione

al gioco di ruoli o personaggi rappresentati dall'osservato.


Riuscire, percepire di sapere come fare Sentire di non essere capaci, di non avere
le
L'apprendimento per osservazione resta una chiave fondam enta
strumenti per riuscire

dell'apprendimento a tutte le età ed è quindi importante riconoscern e


Poter scegliere come organizzare la propria Sentire di essere obbligati a fare delle cose,
attività senza possibilità di gestirle e magari anche
caratteristiche e le condizioni che lo favoriscono. Come già Ban dnra non capendo le ragioni per farle
~ ! APPRENDIMENTO

capaci o quando l'ambiente scoraggi a il nostro scegliere o il fatto di Questo tipo di sostegno e affiancamento che fa sentire autonomi, capaci
sentirci capaci. e realizzati favorisce il processo di internalizzazione della motivazione
Per soddisfare e non frustrare i tre bisogni si tratterebbe, in primis, di 0vvero il
fare le cose in modo auto-regolato.
creare un ambiente caring owero che fa sentire accolti per i tentativi
di costruire la propria motivazione. Le caratteristiche di questo tipo
di ambiente sono state delineate da Reeve [2009] che ha proposto le 3. AMBIENTI SUPPORTIVI E AUTOREGOIAZIONE
cinque modalità rappresentate in figura 9 .1.
È supportivo dell'autonomia, della competenza e della relazione l'i n. L'autoregolazione consiste nella capacità di gestire da sé strategie e
segnante che non usa un linguaggio controllante (del tipo «Devi. ..» m otivazioni funzionali alla riuscita e in particolare a saper svolgere
«Bisogna . . . », «Così non si fa . . . »), ma uno supportivo («Potresti compiti e attività considerati importanti e a cui si dà valore. Per
provare... », «Forse ti converrebbe ... » o meglio ancora «Che strategia acquisirla si attua un processo di «internalizzazione» che consiste
useresti per... ?») , che rispetta i tempi individuali, non fa pression e in gradi diversi di regolazione del proprio agire, dalle più eterore­
e non mette fretta (è paziente e aspetta che sia lo studente a fare 0 g olate a quelle caratterizzate dalla massima auto-regolazione della
scoprire, evitando di dare subito la risposta) , che fa sentire compe­ m otivazione.
tenti e valorizza lo sforzo e il progresso (assegnando compiti fattibili Come è possibile osservare in figura 9 .2, spesso l'autoregolazione della
e suggerendo modalità per affrontarli) , che consente di scegliere, motivazione segue una traiettoria che inizia all'esterno della persona
sostenendo l'iniziativa (offre opzioni o chiede come fare), che spiega e progressivamente viene interiorizzata. In questi casi, all'inizio la
le ragioni per svolgere compiti, che magari sembrano insignificanti o motivazione è regolata esternamente, owero serve un «controllore» o
solo faticosi, e che soprattutto rispetta e non «giudica» le emozioni motivatore esterno che dia dei rinforzi o incoraggiamenti: la persona
negative. Ad esempio, di fronte a un compito che agli studenti «non non agirebbe e non si motiverebbe se non ci fosse una qualche forma
piace», l'insegnante accetta le espressioni di rabbia, incoraggia comun­ di controllo esterno. Il passaggio successivo è quello della regolazione
que ad affrontarlo chiedendo come farebbero, lascia tempo e spiega «introiettata» in cui non vi è più la necessità di un motivatore esterno (la
l'importanza di farlo, evitando di fare pressione, di essere intrusivo persona riesce a rinforzarsi autonomamente), ma ancora sono presenti
o imporre modalità e tempi. delle perplessità, caratterizzate da pensieri incerti (del tipo: non vorrei
ma lo faccio) e le principali spinte sono a non deludere, non fare brutta
figura, evitare di sentirsi in colpa o vergognarsi, accondiscendere. A
seguire ci sono due forme di regolazioni più intrinseche. La prima è
per identificazione, la seconda per integrazione. La regolazione per
fig. 9.1 . Modalità per esse­
re supportivi e soddisfare le
Accettare
spinte naturali a muoversi in le espressioni
un ambiente accogliente che Spiegare di emotività Rispettare i tempi
fa sentire capaci e consente di le ragioni negativa individuali e sostenere
scegliere. per fare interesse e curiosità fig. 9.2. La crescita delle abi­
Regolazione
lità di auto-regolazione della
integrata: l'attività motivazione. All'inizio c� biso­
è percepita
Adottare un linguaggio gno di un «motivatore» esterno
non controllante: come parte di sé
Non giudicare, potresti . . . che sostiene e trasmette signifi­
fare sentire come pensi d i. . . Regolazione cati e valori ed eventualmente
competenti, identificata: ci si
lasciare scegliere �""' identifica con
rinforza. Successivamente tale
.,�-----�;i:>,,0. �l'_
� it_
a t_
tiv
_ à ___� «motivatore» è interiorizzato e
Regolazione � 1 Ciò che faccio ci si premia o «punisce» da sé
introiettata:
ha valore e
��0
,..
senso per me
(regolazione introiettata). Poi
dimostrarsi bravi,
�<>' la motivazione diventa sempre
non sentirsi �,:,
in colpa �0 più propria fino a identificarsi
Regolazione
,;,
;s> con il sé: ciò che faccio è parte
O.,:
esterna: "''o di me.
premi elogi Senso di costrizione e di
obbligo in ciò che si fa
r,�::::====:=:::::::==::::::===::::==========------,:rol:J/Wrzil'IZIOm:t �l'l'KENDIMENTO ., .._,

identificazione porta a fare perché ci si sente quella persona (sono uno con dotto»), in un ambiente caring owero che faccia sentire accolti, che
studente e studio). Quella per integrazione porta a sentire che l'attività è sia aperto e supportivo , attento alle difficoltà, problematicità, che poi
parte di sé: non posso farne a meno, mi viene naturale motivarmi e aut0- faccia sentire capaci (ad esempio chiedendo agli studenti come pense­
regolarmi. Si passa pertanto dalle prime due modalità che portano ad rebbero di organizzare il lavoro e accogliendo le singole idee) e che dia
agire perché «si deve» alle ultime due in cui si agisce perché «si vuole» p ossibilità di scelta (non giudicando o svilendo) (indicazioni pratiche,
È l'ambiente a favorire l'internalizzazione e a portare verso una progres� in particolare per il momento dei compiti, vengono riportate in Moè e
siva integrazione dell'attività nella sfera di sé. Infatti, tale crescita nella friso [2014]). Tale ambiente supportivo andrebbe implementato con
auto-regolazione e auto-motivazione corrisponde a un sentire sempre attenzione al singolo, ma anche ai suoi obiettivi di natura sociale e legati
più l'attività come parte di sé e quindi definente della propria identità. al le rappresentazioni di sé.
Ad esempio, una persona potrebbe dire «faccio l'insegnante» che è
qualcosa di esterno a sé oppure «sono un insegnante» che suggerisce
una identificazione o integrazione che rende tutto ciò che è connesso a 4 . OBIETTIVI SOCIALI, RAPPRESENTAZIONI DI SÉ
insegnare una esplicazione della propria identità, anziché una pressione E AUTOSTIMA
a fare cose sentite come non facenti parte di sé.
In tutto questo processo è importante il ruolo della struttura data L'apprendimento si svolge in un contesto sociale. Può essere pensato in­
dall'ambiente, definita come chiarezza negli obiettivi, nelle strategie, fatti come un graduale inserimento nella vita intellettuale dell'ambiente
nelle modalità, nei limiti, nei risultati attesi e anche come disponibi­ in cui si vive e la cui cultura si assorbe con i vari mezzi. In tale contesto
lità a fornire feedback costruttivi. Vi possono essere ambienti ad alta si sviluppano conoscenze, ma anche vengono a delinearsi obiettivi sociali
struttura, in cui è chiaro ciò che ci si aspetta e vengono eventualmente in aggiunta a quelli legati ali' apprendimento: padroneggiare, ottenere
definiti mezzi e modalità, suggeriti anche da messaggi che indirizzano buoni risultati e dimostrarsi bravi (cfr. par. 6.3 ). Con «obiettivo sociale»
a identificare la struttura. A questi si contrappongono ambienti a bassa si intende uno scopo rivolto agli altri e quindi non solo e unicamente al
struttura in cui il tutto risulta meno definito: non è chiaro cosa ci si fin e individuale del proprio apprendere. Come rappresentato in tabella
aspetta, come fare e neppure si ha un rimando circa la bontà del proprio 9.3 , è possibile distinguere quattro tipologie che derivano dall'incrocio
agire Uang, Reeve e Deci 2010]. Struttura e orientamento supportivo di due dimensioni: l'orientamento e lo scopo [Wentzel 2000].
dell'autonomia dello studente sono quindi due condizioni fondamentali Tali obiettivi possono agire sinergicamente con gli obiettivi di appren­
per motivare l'alunno. Le due dimensioni «struttura» e «supporto» si dimento oppure anche entrare in conflitto. È evidente che la situazione
incrociano dando origine a quattro tipologie (cfr. tab. 9.2). ottimale è quella in cui c'è una congruenza di intenti e logicamente
È particolarmente efficace l'ambiente supportivo dell'autonomia che an­ l'ambiente scolastico potrebbe puntare a rafforzare queste sinergie
che suggerisce una chiara struttura, mentre è decisamente problematico anziché contrapposizioni. L'ambiente potrebbe stimolare in partico­
l'ambiente controllante che inoltre non chiarisce cosa si vuole ovvero lare un orientamento alla padronanza in un contesto di solidarietà, ad
impone, non spiega perché si tratterebbe di fare certe cose e non rend e esempio, assegnando in un gruppo a ognuno un ruolo e sostenendo i
chiari gli obiettivi. L'ottimale per motivare e creare un clima relazion ale compagni in difficoltà a sentirsi più padroni dell'argomento.
funzionale sarebbe quindi chiarire il progetto (ad esempio spiegare che
«si tratta di svolgere una relazione sull'esperimento di scienze appena

TAB. 9.3 . Classificazione degli obiettivi sociali. Non contano solo imparare e migliorare: vi sono, nell'ambito educativo,
TAB. 9.2. Struttura e supporto. È particolarmen te funzi o � ale alla cre� cita della a �todeterminazione l'ambi ente :�:
_ _ _ importanti obiettivi sociali quali essere approvati e inclusi, compiacere e «sentirsi adeguati», essere solidali e
supportivo e che offre una struttura chiara: definisce cosa c1 s1 aspetta e da un sostegno affettivo prom uov
contribuire al bene comune. Questi obiettivi, trasmessi dall'ambiente, possono essere fatti propri dagli studenti
il senso di competenza e la scelta
ORI ENTAMENTO
SCOPO
STRUTTURA E CHIAREZZA DI OBIETTIVI E MEZZI
APPARTENENZA VALUTAZIONE
ORIENTAMENTO
I ALTA BASSA
A sé Approvazione da parte del gruppo e senso di Compiacere e assecondare, non dispiacere e fare
Supportivo, autonomia Sostiene gli sforzi per il raggiungimento degli Accoglie i bisogni di competenza , a
inclusione ciò che gli altri si aspettano e/o non nuoce loro
obiettivi in modo autonomo e competente e relazione
Solidarietà e senso di vicinanza e identificazione Essere membro produttivo e utile di un gruppo,
Controllante Fa pressione, minaccia e non soddisfa i bisogni Favorisce paure, senso di col pa, v
con un gruppo di cui favorire il benessere
di competenza, autonomia e relazione incertezza
144 LAPITOLO ~ ====~~~~~~~~~~~~~~=============~~~~~::::~,
Oltre agli imprescindibili obiettivi sociali, contano le rappresentazio ni C on il termine autostima si intende la valutazione e valorizzazione glo­
di sé, pure personali, ma costruite nell'ambiente e dall'ambiente. Ch i bale di sé. Autostimarsi significa piacersi e anche ritenersi capaci. Alla
sono e chi vorrei o credo di dover essere: queste sono le rappresenta­ base ci sono due dimensioni parafrasabili in «io posso» (sel/-competence)
zioni di sé secondo il modello proposto da Higgins [ 1 987) . Inoltre che è la percezione di competenza e di auto-efficacia e «io valgo» (self­
si hanno rappresentazioni di sé presenti (chi sono, come mi vedo) � /iking) che è la convinzione di valore e di importanza data al compito
future (chi vorrei essere e chi credo di dover essere) [Markus e Nurius e al sé che apprende. Entrambe dipendono in parte dal supporto for­
1986) . Queste rappresentazioni sono molto importanti poiché defi. nito dall'ambiente attraverso meccanismi che possono promuovere o
niscono la spinta al cambiamento. Desiderare o voler essere diversi bloccare la crescita dell'autostima quali il re/lected appraisal (mi valuto
tipicamente migliori, attiva verso il cambiamento. In particolare, I� sulla base della considerazione degli altri), il contingent sel/-worth (valgo
discrepanza fra chi sono e chi sento dovrei essere risulta essere un a e mi sento apprezzato se ottengo buoni risultati) e la trasmissione di
forte fonte di motivazione. Ad esempio, lo studente che si accorgesse con vinzioni sel/-defining (i risultati dicono chi sono) o sel/-enhancing
di non riuscire bene nelle traduzioni, ma che ritenesse importante (le eventuali difficoltà mi consentono di migliorare).
padroneggiare meglio la lingua straniera sarebbe spinto e motivato D reflected appraisal (valutazione riflessa) si riferisce al modo attraverso
ad applicarsi nel migliorare la conoscenza del lessico, delle strutture cui costruiamo la nostra autostima ovvero riflettendo su di noi le
grammaticali e delle diverse abilità necessarie per riuscire efficace­ valutazioni e i rimandi che gli altri ci danno. Ad esempio, se ci fanno
mente nel compito. Tuttavia, è possibile delineare anche altre forme capire che siamo simpatici tenderemo a definirci e valutarci sulla base
di discrepanza fra chi crediamo di essere, vorremmo essere e anch e di questa dimensione. Se ripetutamente sottolineano le nostre incapa­
fra rappresentazioni che altri hanno di noi che possono determinare cità, tenderemo a valutarci come meno competenti e cercheremo di
vulnerabilità emotiva e risultare meno funzionali [Barnett, Moore e avere dall'esterno conferme sul nostro valore. Il contingent sel/-worth
Harp 2017 ) . (valorizzazione di sé in base alle contingenze) riguarda per l'appunto
Come s i può osservare in tabella 9.4, ci possono essere diversi tipi di la tendenza ad accrescere la propria autostima solo in caso di buoni
reazioni emotive e spinte al cambiamento a seconda di chi si aspetta risultati e - viceversa - a credere di non valere se non si riesce o le cose
quale rappresentazione di sé. In particolare, risulta particolarmente vanno male. Evidentemente tale modalità rende l'autostima instabile
pregnante la discrepanza fra rappresentazioni attuali e ideali di sé ovvero e fluttuante in base ai risultati e progressi. È pertanto preferibile non
il percepire di voler essere migliori o diversi da come si è, che possono, promuovere tale collegamento riassumibile in «se riesci vali» e piuttosto
nel migliore di casi, spingere a superare l'insoddisfazione applicandosi invece valorizzare gli sforzi e i progressi della persona, accettandola per
per realizzare ciò che si desidera e si pensa essere capaci di raggiungere. come è e per quanto riesce a f are. A questo proposito appare impor­
Un positivo atteggiamento verso la scuola (per degli spunti applicativi tante la modalità sel/-enhancing che consente, in seguito a insuccessi, di
cfr. Friso, Moè e Pazzaglia [2005)), che si realizza più efficacemente accrescere l'autostima facendo sviluppare l'idea che quella può essere
fra pari che condividono interessi e obiettivi, può favorire l'idea che l'occasione per migliorare anziché una dimostrazione di incapacità.
si può cambiare nella direzione del proprio sé ideale. Una divergenza � fine di accrescere l'autostima è importante rimandare una immagine
fra sé ideale e sé attuale può tuttavia produrre anche disagio, ridotta di persona che può e che vale, che conta l'impegno e non la dimostra­
accettazione di sé, poca iniziativa con conseguente abbassamento della zione di abilità e che ogni prestazione è espressione di sé e semmai
autostima. indice di miglioramento, apprendimento e crescita e non strumento
di giudizio o definizione di sé. Per esempio, gli insegnanti potrebbero
accrescere la personale autostima e quella degli alunni aiutando ad
accettarsi come persone, a non definirsi in base ai risultati, a credere di
TAB. 9.4. Discrepanze ed emozioni associate. !.:ambiente sociale (gli altri) possono trasmettere visioni di sé non in linea con
le personali rappresentazioni e questo può determinare vissuti emotivi più o meno (de)motivanti Poter migliorare e a stimarsi più per il potenziale che non per le effettive
a bilità dimostrate. Ulteriori modalità specifiche possono essere date
DISCREPANZA AUMENTANO DIMINUISCONO I �alle strategie di auto-affermazione che richiedono di pensare ad ambiti
Sé presente e sé ideale (personale): non sono come vorrei Tristezza, insoddisfazione Allegria, piacere, sorpresa 111 cui si riesce e a episodi recenti in cui si è riusciti. Anche in questo
Sé presente e sé imperativo (per sé): non sono come credo di dover essere Ansia, senso di colpa Serenità cas o, il lavoro di gruppo, il confronto e la costruzione fra pari possono
Sé presente e sé ideale (per gli altri): non sono come vorrebbero che io sia Paura, agitazione Senso di sicurezza essere d'aiuto nel rafforzare e valorizzare le diversità e l'individualità
Sé presente e sé imperativo (per gli altri): non sonocome vogliono che io sia Vergogna Gioia [per una trattazione in italiano su questi temi cfr. Moè 2014) .
5. L'APPRENDIMENTO MEDIATO DAI COMPAGNI TAB, 9.6. Atteggiamenti dell'insegnante a favore della partecipazione attiva o maggiormente centrati su direzione e
controllo [ripreso e adattato da Pinto 201 7]. La partecipazione attiva favorisce la cooperazione, l'apprendimento
per scoperta e la costruzione di conoscenze
L'assunto di base dell'approccio costruttivista è che lo studente è
artefice, protagonista e costruttore attivo della propria conoscenza e
MODALITÀ

che fra le principali modalità per sviluppare questo approccio attivo PARTECIPAZIONE ATTIVA DIRETTIVA E CONTROLLANJE
"
e costruttivo vi sono la collaborazione fra compagni, il dialogo, l'attri­ Studente Docente
centratura
buzione di ruoli e responsabilità, l'esperienza diretta e dialogata alla Condivisa Insegnante
Leadership, responsabilità e organizza-
scoperta della conoscenza. zione delle attività
In un contesto cooperativo è possibile fare o capire cose che in autono­ conduzione della classe Guida Sorveglianza
mia sarebbero state oltre le capacità dei singoli, che sono in questo caso Disciplina e responsabilità Ognuno si impegna Garantita dall'insegnante
stimolati da idee e sostenuti da motivazioni dei compagni. Viene così Regole Co-costruite e condivise Decise e comunicate
sfruttata la zona di sviluppo prossimale ovvero quella sfera di capacità Attenzione Al singolo e ai suoi bisogni e caratteristi-
che, alle differenze individuali
Al rispetto di standard normativi ugUpli
per tutti
non ancora padroneggiate, che sarebbero state sviluppate in seguito,
· ma che - con adeguata stimolazione dell'ambiente - possono emer­
gere [Vygotskij 1966, si veda anche 5.5]. Ciò può avvenire attraverso
il '!'�deling (cioè offrendo modelli di comportamento) e lo scaffolding assumono particolare rilievo il brainstorming (esprimere in un gruppo le
_ idee spontanee su un certo argomento), ilperspective taking (porsi dal
(c10e dando un supporto-impalcatura da rimuovere man mano che lo
studente padroneggia ed è autonomo) e, nello specifico, adottando punto di vista dell'altro: cosa avresti fatto se fossi stato al suo posto?)
delle modalità riassunte in tabella 9.5. e l'uso sociale del pensiero narrativo (raccontare le proprie scoperte e
L'obiettivo generale delle diverse forme di apprendimento mediato conoscenze) che facilitano la comprensione di significati (nello sforzo
socialmente consiste nel creare un ambiente-piattaforma efficace per di spiegare ad altri si capisce meglio). In questo processo assume un
il successivo insegnamento-trasmissione di contenuti. In tutto questo particolare rilievo l'atteggiamento dell'insegnante che dovrebbe essere
risulta importante promuovere l' agentività ovvero la percezione di es­ aperto e caratterizzato da una attenzione rivolta a ciascun alunno e
sere protagonista della costruzione delle proprie conoscenze. A favorire a ogni argomento prodotto, mirata a capire ciò che ognuno vuole
tale percezione negli stude.nti è l'atteggiamento dell'insegnante che può esprimere, volta a favorire la relazione empatica fra sé e l'alunno e
assumere modalità a favore della partecipazione attiva o più incentrate fra gli alunni stessi. (Importante in questi contesti è «chiamare per
sul controllo (cfr. tab. 9.6). nome», ascoltare più di parlare e saper aspettare le risposte senza
Si parla di apprendimento mediato dai compagni per tutte le occasioni preoccuparsi dei silenzi).
in cui un certo apprendimento è stato possibile grazie al fatto che lo Rispetto al tradizionale lavoro di gruppo, le tecniche moderne di
studente collaborava (cooperava) con altri studenti. La partecipazione apprendimento cooperativo sono molto più strutturate e quindi
attiva può implementarsi attraverso alcune modalità pratiche fra cui evitano non solo la dispersività, ma anche i pericoli insiti nei gruppi
non-guidati, in cui si può verificare un effetto-boomerang tale per cui
prevalgono modalità primitive di relazione fra compagni, con l'emer­
TAB. 9.5. Alcune modalità per valorizzare forme di apprendimento mediato socialmente. Attraverso la loro adozio ne è
genza di fenomeni di leadership, gregarietà, isolamento e bullismo.
possibile favorire una serie di aspetti costruiti in ambito sociale, ma che rafforzano l'apprendimento e la costruzione Le cosiddette tecniche «personalizzate» [Rivetti e Capodieci 2017]
di conoscenze individuali di peer tutoring (lavoro a còppie) e apprendimento cooperativo sono
altamente strutturate e attente alle caratteristiche degli studenti più
fragili. Tipicamente si comincia creando un clima di classe e insegnando
MODALITÀ DIDATTICA EFFmo POSITIVO

Coinvolgimento in momenti decisionali Produce responsabilità congiunta agli studenti a lavorare insieme, poi si procede con attività cooperative
Sperimentazione partecipata Favorisce esperienza diretta e costruzione conoscenza s e mplici, spesso a coppia, e quindi si passa al lavoro con gruppetti più
Dialogo con l'insegnante {che pone domande) Promuove discussione, critica costruttiva e approfondimento ampli, tipicamente di 4 alunni a ciascuno dei quali viene assegnato un
di significati
compito preciso. Negli anni sono state sviluppate anche altre tecniche
Produzione di materiali creativi, a esito non definito Consapevolezza del proprio lavoro
Cooperazione con ruoli definiti
specifiche quali il Teambuilding, il Jigsaw e il Group Investigation che
Valorizza, potenzia e distribuisce l'expertise
fav oriscono la responsabilizzazione e la costruzione di gruppi efficaci
(si rimanda a Pinto [2017], per una trattazione approfondita).
PARTE TERZA
A P P L I C A R E
G l i a pprendi menti scolastici
In tabella 9.7 sono ripresi i punti centrali del capitolo e riassunte alcune indicazioni per soste­
nere l'apprendimento valorizzando gli aspetti relazionali e di co-costruzione della conoscenza.
fondamenta l i
TAB. 9.7. Modalità attraverso cui l'ambiente può sostenere i processi di socializzazione e l'apprendimento
SINTESI APPLICAZIONI
1
È fondamentale favorire un ambiente caring. Si tratta di fare sentire accolti e poi consentire di sperimentarsi, cioè di esperire
competenza e scegliere modalità, strategie e compiti.
Fare sentire competenti e offrire scelta motiva. È importante che l'insegnante sia «paziente» e rispetti gli sforzi dei singoli
nel trovare le personali strategie e modalità.
Ci sono differenti modalità per sostenere i Risulta importante evitare di fare pressione e consentire l'espressione di
fondamentali bisogni alla competenza, auto- emozioni anche di rabbia, noia o che sottolineano difficoltà.
nomia e relazione.
È importante dare struttura al contesto: cosa Indicare obiettivi, strumenti, risultati attesi aiuta a capire cosa ottenere e
ci si aspetta e come si potrebbe fare, cosa sarà quindi a individuare modalità autonome per pianificare il lavoro.
valutato o richiesto.
Sono da considerare non solo gli obiettivi di Per il benessere collettivo e individuale è importante fare sentire di essere
apprendimento, ma anche gli obiettivi sociali. accettati, utili, capaci, facendo esperire un senso di inclusione.
I sé futuri e le rappresentazioni di sé orientano Capire come ci si rappresenta ·adesso e chi si vorrebbe diventare aiuta a
le scelte e la motivazione. comprendere eventuali blocchi e anche a motivare, costruendo forme stabili
di orientamento motivazionale.
Si impara facendo in un contesto sociale. Apprendere per esperienza nel contesto sociale consolida le acquisizioni
in modo più efficace e personale rispetto a forme di apprendimento più
tradizionali basate sull'insegnamento frontale.
In cooperazione si svi I uppano abilità non Si tratta di valorizzare forme di collaborazione che portino a costruire assieme
costruibili individualmente. la conoscenza.
Rafforzare l'autostima genera benessere e È buona prassi ridurre il confronto sociale, evitare autovalutazioni basate solo
apprendimento. sui risultati e valorizzare le potenzialità piuttosto che i risultati.
Una buona autostima rende più capaci di Poiché non sono gli insuccessi a determinare eventuali cali di autostima,
affrontare le difficoltà e gli insuccessi. ma il modo attraverso cui sono interpretati, bisogna valorizzare il «diritto
all'insuccesso» e l'utilità dell'errore, facendo percepire che si può migliorare
che si può imparare a partire dai propri errori.

l
CAPITOLO

Lettu ra e com prensione

♦ Cosa significa leggere?


♦ Quando e come si realizza la comprensione?
♦ Come si sviluppa e si promuove la lettura?
♦ E il piacere di leggere?

Per introdurvi operativamente alla tematica di questo capitolo vi chie­


diamo di leggere ad alta voce il breve testo riportato qui di seguito:

I due si guardarono nervosamente mentre si avvicinavano all'uomo


che stava lì ad aspettarli. Egli si rivolse loro parlando per circa dieci
minuti, ma parlò abbastanza forte, così che anche gli altri presenti nella
stanza poterono sentire. Poi diede loro due oggetti, che gli erano stati
precedentemente consegnati, uno a ciascuno di loro. Dopo che egli ebbe
pronunciato qualche altra parola, tutto ebbe fine.

Come avete potuto sperimentare direttamente la vostra lettura, sebbene


fluente, non vi ha. garantito di accedere al significato del testo. Ora
leggete il brano in modo silente, nella vostra mente, soffermandovi su
alcuni punti e facendo delle ipotesi sul possibile significato.
Nel primo compito avete messo in atto prevalentemente un processo
di decodifica .(lettura decifrativa o strumentale) che vi ha permesso,
attraverso l'associazione rapida grafema/fonema o l'accesso diretto
alle parole scritte, di pronunciare le parole del testo, tuttavia non avete
la garanzia di accedere automaticamente al significato. Nella seconda
situazione, che ovviamente presuppone in ogni caso la decodifica, vi
siete concentrati sul significato, avete cioè attivato un processo di com­
Prensione, che in questo caso è reso difficile dalla tipologia di testo e
dal contesto non chiaro della descrizione.
Con l'espressione leggere, quindi, si intendono sostanzialmente due z. stadio alfabetico, si colloca all'inizio del processo di scolarizzazione
processi cognitivi differenti, in parte indipendenti tra loro, che n el ed è cruciale nell'apprendimento della lettura perché il bambino im­
lettore esperto sono interconnessi e poco distinguibili. Nel capitolo para a riconoscere che il suono di ognj parola può essere scomposto
saranno presentati modelli teorici, dati di ricerca relativi ai differenti in p arti più piccole (sillabe e fonemi) . E in questa fase che il bambino
aspetti supportanti la decodifica e la comprensione e spunti di rifles­ apprende le regole di conversione grafema/fonema tipiche della sua
sione e indicazioni operative. La lettura rappresenta una acquisizione lin gua. Inizialmente il piccolo lettore si basa su ogni singolo grafema
fondamentale e imprescindibile per una società alfabetizzata come rna ben presto riconosce sillabe, prefissi, suffissi e morfemi;
la nostra, strumento di accesso alla molteplicità di conoscenze ed .3. stadio ortografico, in questo stadio il bambino perfeziona ed econo­
esperienze trasmesse in forma scritta che l'evoluzione tecnologica ( si mizza quanto appreso nelle precedenti fasi. Impara meglio le regolarità
pensi a internet, e-book) ha ulteriormente ampliato. nel meccanismo di conversione grafema/fonema e le eccezioni della
lingua. Questo è un passaggio importante ai fini della correttezza nella
lettura;
1 . DECODIFICA E COMPRENSIONE: MODELLI 4. stadio lessicale, l'ultimo stadio consente al bambino il riconosci­
TEORICI m ento diretto della parola che porta all'automatismo della lettura
attraverso la formazione di un magazzino lessicale. Le parole già note
In letteratura si trovano diverse proposte per spiegare i processi vengono lette accedendo direttamente alla forma fonologica della pa­
implicati nella lettura che riguardano la decodifica (per esempio rola e non attraverso la conversione grafema/fonema. L'automatismo
modelli «evolutivi» e modelli «neuropsicologici di funzionamento»), di questo stadio, che si perfeziona nel tempo, porta il bambino a una
la comprensione del testo (per esempio modello Structure Building lettura sempre più fluida e veloce, tipica del lettore abile.
Framework) e la loro possibile relazione (per esempio Simple ½·ew of Il modello di Frith [1985] (cfr. fig. 10.lt essendo un modello a stadi,
Reading, modelli derivanti dal paradigma dei movimenti oculari) di cui ipotizza un andamento gerarchico: le acquisizioni dello stadio logogra­
daremo una breve sintesi. fico sono necessarie per acquisire le competenze tipiche dello stadio
successivo e un rallentamento in uno stadio spiega una decodifica
poco automatizzata, in particolare sembra essere molto rilevante la
fase alfabetica.
1.1. Il mo<Jello evolutivo stadiale

I modelli evolutivi e i modelli di apprendimento si preoccupano di


seguire come progressivamente un bambino acquisisce una certa com­
petenza. Il modello stadiale di Frith [1985], pur essendo un modello
fig. 1 O. 1. Fasi di sviluppo se­

semplice ma elegante basato su una descrizione dell'apprendimento,


l ( )
condo il modello di Frith [1985).

permette di ipotizzare quali abilità siano necessarie per apprendere le J


STADIO LOGOGRAFICO Leggere parole in senso globale

abilità sottese alla lettura strumentale, organizzandole secondo una r


scansione che in qualche modo è in relazione con una descrizione dello
sviluppo e tenendo conto, al tempo stesso, del modello neuropsicologico
di funzionamento della lettura. Uta Frith, infatti, si è basata sul modello
[ STADIO ALFABETICO

I
) [ Prima applicazione delle regole
di conversione grafema/fonema
J
neuropsicologico classico, illustrato più sotto.
Frith ha individuato quattro stadi nel processo di apprendimento della
lettura che interessano anche il rapporto fra lettura e scrittura:
[ STADIO ORTOGRAFICO
J [ Si instaurano associazioni
nuove tra parti più complesse
'(sillabe, suffissi, morfemi) ]
1. stadio logogra/ico, tipico dell'età prescolare. Il bambino in questo r
stadio sa riconoscere alcune parole per la presenza di alcuni indizi di
natura visiva che ha imparato a discriminare, ma ancora non ha cono·
[ STADIO LESSICALE
J
Le parole sono lette senza
trasformazioni parziali,

scenze sulla struttura ortografica e tantomeno fonologica della parola.


in maniera diretta

Semplicemente si è creata un'associazione tra configurazione grafica


della parola e significato;
grafema/fonema e assicura il riconoscimento e la lettura delle parole
regolari («mamma») e delle non parole («citagone») .
1.2 . Il modello neuropsicologico di funzionamento «a due vie»

Il _ modell_o _ sicuramente più noto e più studiato che descrive il processo per una lettura adeguata sono necessarie ambedue le vie poiché la via
lessicale ci consente di ottimizzare il processo e quella fonologica d�
?1 decod1f1ca d�l lettore esperto è quello «a due vie» [Coltheart 1981]
illustrato nella figura 1 0.2. Elaborato negli anni '80 attraverso lo stu di leggere qualsiasi parola, le parole sconosciute o le pseudoparole. Se s1
di pazienti adulti con dislessia acquisita, cioè come conseguenza d� pensa all'apprendimento di una lin?�a stra?iera qu�ste sinergie risultano
una malattia o lesione cerebrale, prevede l'esistenza di due modali/ evidenti. Nessuno leggerebbe mai il termme marmaro yacht nel modo
per arrivare alla lettura �i parole siano esse appartenenti al lessic; giusto se non sapesse già che va letto in quel modo !
(«mamma», «ancora») o mventate (parole senza senso ma plausibili
come ad esempio «citagone») . La via lessicale o diretta postula che il
lettore, con la pratica, abbia costruito un magazzino lessicale nel quale a 1 .3, Il modello Structure Building Framework
ogni parola corrispondono alcune rappresentazioni mentali (dalla forma
grafica della parola scritta, a come si pronuncia) che gli consentono un Per spiegare il processo di comprensione sono stati elaborati numerosi
riconoscimento immediato e veloce di parole anche irregolari (molto modelli (per una visione più ampia cfr. Carretti, Cornoldi e De Beni
frequenti nelle cosiddette lingue opache, come l'inglese, ma presenti [2007]) ma sostanzialmente tutti concordano sul fatto che sia un pro­
anche in italiano ove, per leggere bene «ancora della nave» non si se­ cesso attivo di costruzione del significato del testo Uohnson-Laird 1983;
gue la regola di accentazione tipica delle parole piane che sono le più Kintsch e van Dijk 1 978] , dipendente - come altri fenomeni percettivi
comuni) . Il modello prevede inoltre che per leggere attraverso la via (cfr. cap. 2) - sia dalle informazioni presenti nel testo (elaborazione
diretta si possa attivare il magazzino semantico e successivamente la bottom-up) sia dalle conoscenze possedute dal lettore (elaborazione
corrispondenza fonologica oppure escluderlo attivando direttamente la top-down). Studi, divenuti ormai classici, della psicologia cognitiva (per
corrispondenza fonologica della parola intera. La viafonologica, invece, esempio Bransford e Johnson [ 1 972]) hanno evidenziato che, in man­
chiamata anche indiretta, e sublessicale, utilizza le regole di conversione canza dell'interazione fra informazioni presenti nel testo e conoscenze,
il lettore, pur essendo in grado di comprendere il significato del testo
a un livello superficiale, cioè a livello delle singole parole o di strutture
frasali elementari (textbase level, Van Dijk e Kintsch [ 1983]), non riesce
ad attivare uno schema appropriato del brano [Bartlett 1 932; Anderson
1983] e a costruire un modello mentale o modello situazionale coerente,
Parola scritta Modello standard di lettura
+ (adattato da Coltheart)
non pervenendo quindi alle strutture significative testuali.
Avete sperimentato questa situazione leggendo il breve testo che vi è
Analisi visiva

stato proposto all'inizio del capitolo, tratto dalla ricerca sperimentale


Lessico Ortografico 2 [Clark e Clark 1977] . Avete capito le parole e le frasi ma il significato,
probabilmente, vi è restato oscuro. Tutto diviene improwisamente
in entrata

chiaro leggendo la seguente frase:


Sistema Semantico·
Conversione
Con il velo di lei alzato, i due si baciarono, si girarono e si affrettarono
Grafema - Fonema
t
Lessico Fonologico fuori della stanza, mentre tutti li seguirono festanti.
in uscita

Come avete potuto sperimentare, la situazione, che è stata creata


artificialmente, rende conto di come l'interazione tra lettore e testo
sia indispensabile per comprendere. L'ultima frase vi ha permesso di
Buffer Fonemico

attivare uno schema e una rappresentazione appropriata; una funzione


simile avrebbe potuto svolgerla anche un titolo, che nel testo manca.
Parola letta

All'interno di questa tradizione di ricerca si inserisce il modello elabo­


fig. 1 0.2. Modello a due vie.
rato da Gernsbacher [1991] e definito Structure Building Framework
Fonte: Castles e Coltheart (1 993].
in cui l'autrice utilizza la metafora della costruzione di un edificio P er Secondo questo modello il livello di comprensione del testo può es­
delineare un modello di lettura, in cui lo scopo della comprensione è sere predetto dall'interazione fra due componenti: la decodifica (D)
quello di creare una coerente rappresentazione del testo. Per questo e la comprensione del linguaggio (L), secondo una specie di formula
modello, la costruzione della rappresentazione avviene partendo dai matematica per cui la comprensione C = D x L. Ne deriva che quando
primi elementi presenti nel testo: sulla base dei loro contenuti alcune la capacità di decodificare è uguale a zero, come accade per bambini
informazioni depositate nella memoria saranno attivate, altre invece non ancora scolarizzati o all'inizio della scuola primaria, non ci sarà
saranno inibite. Se proseguendo nella lettura, le informazioni attivate co m prensione del testo, e la stessa cosa accade se la comprensione del
saranno ancora coerenti, la costruzione sarà mantenuta, in caso contra. [inguaggio è pari a zero. Dal punto di vista evolutivo, il modello predice
rio saranno attivate altre celle della memoria e ricomincerà il processo che nelle fasi iniziali dell'apprendimento il livello di comprensione sarà
di costruzione. completamente spiegato dall'efficienza nella lettura strumentale, che è
Ai fini della comprensione del testo sarà proficuo elaborare una unica soggetta a più grandi variazioni, mentre la correlazione fra compren­
costruzione poiché, quante più substrutture saranno create, tanto p iù sione del linguaggio orale e comprensione del testo sarà di poca entità.
difficoltoso sarà il recupero del significato del testo. Nel processo di Al contrario, al crescere del livello di scolarità, con il miglioramento
costruzione rivestono un ruolo fondamentale due meccanismi: l'at­ dell'automatizzazione della decodifica, la comprensione del testo sarà
tivazione e la soppressione. Il primo consente di mantenere attive le meglio predetta dal livello di comprensione orale.
informazioni rilevanti, mentre il secondo diminuisce l'attivazione di Gli studi crosslinguistici, tuttavia, non hanno sempre confermato i dati
quelle non rilevanti. Questi due meccanismi consentono, ad esempio, riportati da Gough e colleghi, mostrando che nelle lingue trasparenti
al lettore di seguire le azioni del protagonista di un racconto senza 0 semitrasparenti, come ad esempio l'italiano e il francese, la com­
subire l'interferenza di quello che accade ad altri personaggi secondari prensione d'ascolto risulta essere un predittore più forte del livello di
oppure di rendersi conto che il protagonista ha modificato i suoi scopi. comprensione del testo rispetto all'abilità di decodifica anche nei primi
In varie ricerche Gernsbacher e collaboratori hanno dimostrato che i anni di scolarizzazione (cfr. ad esempio DeJong e Van der Leij [2002];
lettori con bassa comprensione del testo differiscono dai lettori abili Megherbi, Seigneuric e Ehrlich [2006] ; Carretti e Zamperlin [2010];
nell'utilizzo del meccanismo di soppressione: i cattivi lettori (traduzione Florit e Cain [201 1]).
in italiano dell'espressione poor comprehender adottata nella letteratura Il ruolo modesto della decodifica per la comprensione del testo, nei
internazionale) mantengono attive anche informazioni non più rilevanti bambini più grandi, e soprattutto la relazione tra comprensione del testo
con la struttura costruita e tendono quindi a costruire per lo stesso testo e comprensione da ascolto, suggerisce la possibilità che training per la
più substrutture. La scarsa efficienza del meccanismo di soppressione promozione della comprensione da ascolto possano avere ripercussioni
implica che i cattivi lettori siano meno efficienti nell'inibire il significato positive anche sulla comprensione del testo come è stato suggerito da
inappropriato di parole polisemiche o di trovare il corretto referente uno studio di Clarke e colleghi [2010] i cui esiti poi sono stati però
di un'anafora [Carretti, Cornoldi e De Beni 2007]. ridimensionati da Carretti e colleghi [2014]. I promettenti risultati di
ricerca sul ruolo della comprensione orale hanno stimolato anche qui
in Italia la elaborazione di programmi didattici da utilizzare a partire
dalla scuola dell'infanzia alla scuola secondaria di primo grado volti
1.4. Il modello Simple View of Reading e il ruolo della com· alla promozione di tale competenza (per una sintetica presentazione
prensione orale cfr. Zamperlin [2017]).

Il modello proposto da Gough e colleghi [Gough e Tunmer 1986;


Hoover e Gough 1990], chiamato Simple View o/Reading, ha com e
punto centrale la distinzione fra decodifica e comprensione del 1.5. Il paradigma dei movimenti oculari
testo all'interno del processo di lettura, inoltre mette in evidenza il
ruolo fondamentale della comprensione orale come abilità connessa Quando si legge può sembrare che i nostri occhi scorrano il testo lungo
e sottesa alla comprensione del testo scritto. (La comprensi one la riga spostandosi da sinistra a destra in modo continuo e lineare,
orale è un campo meno esplorato dalla psicologia cognitiva della cogliendo le lettere durante il movimento. Questo non è vero perché
psicopedagogia, ma riveste interessanti risvolti scientifici e proficue invece si procede irregolarmente a rapidi salti e pause e la lettura awiene
ricadute operative.) durante le pause. In seguito allo sviluppo di tec1;1ologie raffinate che
?anno permesso una registrazione più puntuale dei movimenti ocu lati -------- Ord
ine delle fissa zion i
e stato possibile rende re conto di ciò che avviene durante la lettura. G]i
3 5
2 4
_
1

occhi pr�c�dono per piccoli balzi in avanti, chiamati saccadi, seguiti d a I I I


momenti di pause, chiamate fissazioni oculari, e intervallati ogni tant
I I
) my own preca
ution s, I was stili safe enou gh, the mere

da movimenti all'indietro, le regressioni. Le fissazioni, la cui durata ?


e a \ \ \ I I Tem po
tipicamente di 200/300 millisecondi circa, permettono al lettore di p e 12 6 -----
--- per fissa zione ( 1 /50 sec.)

cepire ed elaborare l'informazione visiva, mentre i movimenti saccadi �­


7 11
11

essendo molto rapidi (10/20 millisecondi circa), non permettono �


leggere; le regressioni (spostamenti all'indietro dell'occhio) consento
inve�e di co�liere nuov� informazi�ni t:tili'. risol:er� pun�i ambig;�
.
fissaz ioni
-------- Ordin e delle
modific�re 1 interpretazione d�ta. Si puo dire quindi che i movimenti 8
2 7 9 10 6 11
3
_
1 4
5

oculari riflettono il processo di comprensione in atto [Carpenter e Just


198 1 ; 1 986] che mette in relazione le informazioni che via via si leg­ II I I I I I I I I I
b) my own preca ution s,
I was stili safe enou gh, the mere
gono con le conoscenze possedute attraverso processi guidati dai dati
(bottom-up o dal basso) e guidati dai concetti (top-down o dall'alto).
I primi rispondono ai segnali in arrivo agli occhi del lettore (grafe mi,
\I, 1� 1� l ,� ,l 1� ! L ,I, -------- ;��fis�azione (1 /50 sec.)

parole, testo), i secondi vanno nella direzione opposta, poiché cono­


scenze acquisite , anche durante la lettura, permettono di fare ipotesi e to fetta da un lettore abile e da uno poco abile (r
egis trazione dei movimenti ocu
lari, operata
aspettative sul significato del testo che si sta leggendo. ' · da Tinker e riportata da Gibson e Levin [1975)
fig, 10 3 Esempio di una riga di tes M di am nt i movim nta oc ulare 1mp1ega
e Corno/di e Tagliab ue [20041).
e e l e
e _
wca 9 let�ere, ma_
Gli studi sui movimenti oculari e la comprensione del testo, dimostrano
use. �gn, fissazione cogl,e bene
mo to minor /circ 1 /1 O) rispetto al tempo richiesto dalle pa
na part e righ e di testo, 1 trattini
e a
u e l
fig r , opra otto l
che la scelta dei punti di fissazione non avviene a caso , ma è guidata dal
testo più che tripla. N l a u a s e s
arriva a raccogliere informazioni su una parte di
e l
ca con che ordin e sono s tate_ fatt
e le
e s i è fermato e il numero specifi
verticali descrivono i punti in cui l'occhio del lettor
process o di comprensione dal momento che alcune parti del testo (pa­ on o, p rc , -p er esempio - la prima fiss �z,on e
del
ant imo di e u
fissazioni. li tempo di ogni pausa è indicato in cinq �
u es sec

role di contenuto come sostantivi e verbi) sono fissate più a lungo e più
ol, 140 m1 1 cond' Q t use sono m ? ualc� e
ondi e la seconda d, ll se ues : ��
lettore in alto (più competente) è di 220 millisec :
s
lunghi o p,u brevi.
richiesto al lettore, a seconda de, casi, tempi p,u
frequentemente di altre che sono meno significative (articoli o congiun­ modo legate al processo di comprensione che ha
zioni). Le pause sembrano essere legate al significato del testo nel quale
si trovano parti semanticamente più importanti e parti semanticamente
essendo for�e �'�i­
meno rilevanti. Proprio durante le pause , il lettore compie una serie su un punto vicino (140 millisecondi), perché -
ssone _vicine .
di processi, prevalen temente di natura inferenziale, che permettono zio - probabilmente aveva bis ogno di informazioni acce_
nto sacca dico e si ferma
il collegamento con quanto già letto e anticipano le parti seguenti del Il bravo lettore poi compie un ampio movim e
eco di . Si resum�
testo. In questo modo è stato dimostrato un assunto molto importante abbastanza lungamente su un terzo punto (240 millis � ! �
mpi div rsi perche
a cui i modelli cognitivi sulla comprensione hanno fatto riferimento: dunque che si sia soffermato su punti divers i per te
e
c mun que
l'attribuzione del significato del testo è un processo cognitivo on-line aveva differente bisogno di soffermarsi (si noti che sono o

tutti tempi brevissimi, ben al .di sotto delle durate di cui possiam o aver
che avviene durante la lettura e non alla fine di un brano.
e

Un ulteriore contributo dello studio dei movimenti oculari è stato quello piena consapevolezza). .. .
egolan e
di delineare le modalità di lettura del lettore esperto rispetto a quello in Nei casi di cattiva lettura invece si hanno movimenti oculari ir-r
difficoltà. Una lettura veloce si basa sulla capacità del lettore di ridurre te mpi più lunghi (riga in basso). Nel primo punto di fis�a�ione q�esto
il numero delle fissazioni e abbreviare in questo modo il tempo della so ggetto si ferma 3 20 millisecondi, nel secondo 240 millisecondi, nel
decodifica, mentre si incrementano i processi dall'alto, soprattutto quelli terzo 200 millis econdi, nel quarto 260 millisecondi. Viene da pensare
di natura inferenziale . Regressioni eccessive , numerosità dei punti di che il soggetto abbia, a un certo punto, fatto un pas so più lun�o della
fissazione, loro localizzazione e durata sono associate sia a scarsa corn· gam ba, in questo cas o un movimento saccadico troppo am�to , . e, o
prensione sia a problemi nella decodifica [Rayner 1978] . Per insicurezza o per incomprensione, perché deve tornare indietro
Come si può vedere in figura 10.3 che riporta una riga di lettura da: Per elaborare il test o. Le parole sono parti del testo e da alcune di ess e
parte di un buon lettore (in alto) e di un cattivo lettore (in basso). An· il lettore cerca di inferire cosa è compreso nella parte che non è stata
che un buon lettore ha degli spostamenti: in questo caso particolar messa a fuoco. Può essere interessante cercare di immaginare cosa è
per esempio, si ferma 220 millisecondi nel primo punto , poi si fis accaduto nella testa di questo cattivo lettore seguendo i vari s postamenti
e le frequenti regressioni. Vediamo che egli corre veloce dal prim o al . Test. La prova (adattata per l'Italia da Palladino et al. [2001 ] ;
quinto punto di fissazione dove si ferma a lungo (480 millisecondi) . p0 1 g) Span
51� co m p one di una serie di frasi (esempio: «Il burro e l a marmellata
il senso del testo non deve essergli ancora chiaro per cui torna indietro
1

va n n o con il pane»); la persona ha il compito di leggerle o ascoltarle (nel


al sesto punto di fissazione (180 millisecondi). Poiché questo punto è .
ca s in cui le frasi de 66ano essere asco1tate s1 trattera, d1' tzstenzng · . span
molto vicino a un punto già esaminato (il secondo) , non ha bisogno , deci dere se sono vere o false e ncor
· d are l'ultlma
· paro 1a d'1 ogm·
0

di fermarsi a lungo e, sentendosi abbastanza sicuro, fa un buon s alto frasi sono presentate in numer crescente ( con a p roce dura d'1
tes t)
fra se. Le ? l
_
(280 millisecondi). Ma qualcosa non ha funzionato per questo cattivo che prevede di fermarsi quando il soggetto mostra d1 non essere
sp a n ,
lettore, perché torna nuovamente indietro. ado di andare oltre, co e pres ntat nel cap 3 ) da ue, a tre
in gr � � ? . :
d d
:
da qua ttro, da cinque e da sei (alla fm � d1 ogm sene la perso � a dovra
ri· eordare l'ultima parola di ogni frase e il n umero delle parole ncordate .
(due, tre, quattro, cinque o sei) corrisponde al suo span d_1' memon�. .
2. COMPRENSIONE: PROCESSI COGNITM
E METACOGNITIVO-MOTIVAZIONALI Nella loro ricerca, Daneman e Carpenter hanno correlato 1 punteggi d1
ccuratezza del Reading span test con i risultati di prove di compren­
In questa parte verranno analizzati più nel dettaglio alcuni proces si :ione e hanno trovato alte correlazioni fra le due misure. Le autrici
sottostanti la comprensione anche con riferimento ai processi che ca­ quindi hanno potuto affer�are che la capacità della memoria di lavoro
ratterizzano il buon lettore e che, invece, sono carenti nel cattivo lettore. è cruciale nella comprens10ne del testo (cfr. anche Just e Carpenter
[1992]). Ricerche successive (cfr. per esempio De Beni et al. [ 1998])
hanno replicato il dato con lettori italiani e hanno evidenziato che i
lettori con difficoltà di comprensione del testo hanno uno span minore
di ML anche in prove di memoria di lavoro che non richiedono l'ela­
2.1. Memoria a lungo termine e memoria di lavoro
borazione di frasi. Questi studi hanno anche mostrato che il ruolo della
Il ruolo della memoria a lungo termine (MLT; i vari tipi di memoria
memoria di lavoro nella comprensione del testo è legato alla capacità di
sono stati descritti nel cap. 3 ), in particolare quella semantica, nel pro­
individuare (e trattenere) le informazioni rilevanti e di scartare invece
cesso di comprensione è facilmente intuibile: in essa sono depositate
quelle irrilevanti. Si è inoltre rilevato che una funzione importante
tutte le conoscenze sia generali (visione del mondo) che specifiche,
della ML è rappresentata dalla capacità di aggiornamento (updating)
che costituiscono il nostro bagaglio culturale, la nostra enciclopedia,
per cui è possibile sostituire le informazioni attivate ed elaborare una
attraverso cui interpretiamo ciò che leggiamo e ascoltiamo. Nella MLT
nuova rappresentazione mentale del testo o discorso quando la prima
sono conservati il lessico, gli schemi di. testi prototipici (narrativo,
costruzione risulta incoerente come descritto dal modello Structure
poetico, descrittivo, argomentativo ... ) , le procedure per approcciarsi
a un certo testo secondo scopi specifici, le emozioni collegate ai con­
Building Framework.
In conclusione per comprendere adeguatamente un testo è necessario
tenuti affrontati dal testo. Conoscenze ampie e articolate rendono
che il lettore riesca a mantenere attive le informazioni importanti, ri­
più efficace ed efficiente l'interazione lettore-testo (questo vale anche
ducendo l'attivazione di quelle irrilevanti, e aggiornare, se necessario,
per l'interazione ascoltatore-discorso) e più approfondito il livell o di
il m odello mentale costruito.
comprensione che si realizza.
Il ruolo memoria di lavoro (ML) nella comprensione varia a sec onda
dell'aspetto della ML considerato. Come abbiamo visto nel �apit olo 3
vi iono sistemi della memoria a breve termine (verbali e visuospaziali ) 2.2. Processo inferenziale
e questi nella comprensione non sembrano importanti in- quant o n on
rispecchiano adeguatamente le caratteristiche del processo che richiede Strettamente legato alle conoscenze preesistenti e ai processi mnestici (in
invece l'impegno di un sistema che permette di mantenere e contelll· relazione ai sistemi permanenti e temporanei di memoria) è il processo
poraneamente di elaborare il contenuto del testo [Carretti et al. 2009� inferenziale, cioè l'abilità di dedurre informazioni di varia natura non
Al fine di poter analizzare la possibile relazione con la comprension e d e splicitate nel testo. Fare inferenze significa collegare le informazioni
testo e la memoria di lavoro Daneman e Carpenter [ 1980], partendo da all 'interno del testo e con le conoscenze del lettore, comprendere il
questa riflessione, hanno costruito una prova di ML che pone richies� �ignificato di una parola sconosciuta sulla base del contesto in cui è
di elaborazione e di mantenimento dell'informazione, il Reading (Lisi il}s erita o disambiguare il significato di una parola polisemica (inferenza
lessicale), capire le cose non dette esplicitamente all'interno di un testo Molte ricerche hanno dimostrato che i cattivi_ lettori, pu� essendo capac�
_
(inferenza semantica), mettere in relazione due punti distanti del testo di un processo inferenziale, generano meno mfer�nze r!spet_to a1 buon,1
lettori. Di fronte a una frase del tipo «�a�ra, pnma d1 �s �1re, _ g�ardo
(inferenza ponte).
Ad esempio leggete questo breve passaggio ispirato a un testo di Ca. fuori dalla finestra e decise di mettersi sciarpa e guanti» 1 prlilll non
milleri: deducono spontaneamente la logica inferenza che fuori fa fre�do. I�
una ricerca classica, Oakhill [ 1 984] ha presentato a un gruppo d1 buom
Augello trasì senza tupiare e senza m�nco salutare. Aviva la facci abbut­
lettori e a uno di cattivi lettori una storia, invitandoli, dopo la lettura,
tata. Il problema era il picciliddro. E troppo nico. Guardò fuori dalla
finestra e decise di uscire dal retro dell'edificio. L'incontro con l'infor. a rispondere a domande relative a informazioni che erano esplicite nel
matore era al posto stabilito ma si sentiva agitato. testo e a domande riferite a informazioni che poteva�o essere _o�tenut�
olo attraverso un processo inferenziale. In questa pnma fase, 1 nsultat1
Per comprendere questo breve testo avete attivato diverse inferenze. �ostravano che i buoni lettori facevano meglio in tutti i tipi di domande.
Alcune hanno richiesto il recupero del significato di parole sconosciute Successivamente fu chiesto ai bambini di controllare la correttezza
delle risposte date riguardando il testo e si vide che la differenza fra
(trasì, tupiare, abbuttata, nico) sulla base del significato del contesto
buoni e cattivi lettori si evidenziava esclusivamente nelle domande che
in cui sono inserite. Altre, sulla base di processi logici e della vostra
richiedevano di fare un'inferenza.
esperienza come lettori di gialli, vi hanno permesso di capire che il
Si è ipotizzato che la difficoltà nel fare inferenze dei cattivi lettori sia
protagonista aveva visto qualcosa dalla finestra che giustificava la scelta
di uscire dal retro e la sua agitazione. dovuta da una parte alla minore sensibilità metacognitiva alla neces­
In una fiaba la frase con cui potrebbe iniziare la storia «Il re e la regina sità di fare un'inferenza, focalizzandosi maggiormente sul significato
letterale delle parole, e dall'altra a un deficit di integrazione, cioè nella
non avevano figli. Il sovrano allora decise di chiedere aiuto a un mago»
capacità di integrare fra di loro sia le informazioni presenti nel testo
richiede al bambino di stabilire che due espressioni diverse, re e sovrano,
sia le informazioni del testo con quelle già possedute in MLT [Cain e
si riferiscono allo stesso personaggio attraverso un processo inferenziale
0akhill 1999; Oakhill 1982; 1984]. Approfondendo la natura di questo
che risolve l'anafora e garantisce la comprensione.
deficit di integrazione, Cain e colleghi [2001] hanno anche evidenziato
Il processo inferenziale è fondamentale durante la comprensione del
che i cattivi lettori tendono a perdere le informazioni rilevanti del testo,
testo ma anche del discorso per creare quella che precedentemente
con la conseguenza di un fallimento anche nel processo di integrazione.
abbiamo chiamato una rappresentazione mentale coerente (come nel
1n seguito, Mirandola e colleghi [20 1 1 ] hanno documentato che, anche
modello Structure Building Framework) . La capacità di trarre inferenze è
se l'informazione non è andata persa, essa è meno consapevolmente
strettamente legata al livello di maturità raggiunto nella lettura: bambini
presente, e quindi meno utilizzabile. Questo risultato suggerisce la
piccoli compiono un numero inferiore di inferenze rispetto a bambini
rilevanza di componenti legate alla memoria, nello spiegare il deficit
più grandi [Oakhill 1994].
di produzione di inferenze.
Esistono varie classificazioni circa il tipo di inferenze che un lettore
deve fare durante la lettura (cfr. ad esempio van den Broek [1994]) .
La distinzione più classica è fra inferenze che mantengono la coerenza
e inferenze elaborative [ Oakhill, Cain e Bryant 2003] . Le inferenze 2.3. Processi metacognitivi e motivazionali
che mantengono la coerenza sono fondamentali per la comprensione
in quanto favoriscono la creazione di un modello mentale coerente, Con il termine metacomprensione ci si riferisce a quell'insieme di co­
Questo tipo di inferenze permette di mettere in collegamento fra di lo� noscenze e processi metacognitivi che riguardano la comprensione del
informazioni lontane nel testo (inferenze ponte) oppure le informazio!ll testo e caratterizzano i lettori efficaci dai meno efficaci. La metacom­
presenti nel testo e le conoscenze precedenti del lettore, come avete p rensione fa riferimento alla tematica più ampia della metacognizione
avuto modo di vedere nei testi precedenti. Le inferenze elaborative, focus del capitolo 6. De Beni e Pazzaglia [ 1991] , che hanno proposto
invece, permettono di approfondire il contenuto del testo, sono meno un programma per promuovere la metacomprensione, individuano
necessarie per comprendere un testo rispetto alle prime, tuttavia cons�: quattro ampie categorie di componenti e precisamente:
tono al lettore di elaborare meglio il significato di un testo. La capac ita 1. conoscenze relative al compito;
di fare questo tipo di inferenze è importantissima quando si leggon 2 , conoscenza di strategie;
testi complessi in particolare con lo scopo di imparare, cioè stucliare 3 . consapevolezza di sé come lettore;
·---- -··· ··- ·-
4 . �ontrollo, per lo più inconsapevole, che pianifica, integra e coordina in dividuare anomalie nel testo come una contraddizione, una informa­
le diverse componenti metacognitive. zion e errata o mancante. In compiti di questo tipo sono in gioco anche
Le conoscenze relative al compito sono legate con la consapevolezz i p rocessi cognitivi come la memoria di lavoro e l'attenzione.
dei processi di lettura e della loro finalità di estrazione di significa� A conclusione di questo paragrafo ci pare importante richiamare
e co? 1� sensibilità al testo, intesa come la capacità di valutare la diffi. brevem ente l'attenzione su alcuni aspetti da considerare per formare
In
c�lta d1 un testo, saper individuare informazioni rilevanti ed essenziali un lettore che legge in modo consapevole, con interesse e passione.
leggerà con maggiore
rispetto _ a quelle i :ril �v anti, riconosce�e la p �rticolare struttura del
_ particolare vogliamo ricordare che uno studente
e la c?m·
testo e 1: genere, md1v1duare eventuali erron, incongruenze, punti
_ piacere se !a decodifica è sufficientemente �utoma�izzata
d1 un
poco chian. prensione e b�ona e agevole: senza comprens1one � 1� �resenza
, che
Importante è anche la conoscenza che la lettura non è un'attività uni. eccessivo affaticamento nella lettura strumentale e difficile pensare
taria, ma diversificata in relazione a scopi, consegne e testi differenti possa nascere la voglia di prendere in mano un libro. Infatti, solo uno
cioè sapere che non si legge tutto e sempre allo stesso modo. studente, piccolo o grande, competente e auto-efficace come lettore
La conoscenza e l'uso delle strategie sono tra le componenti meta. (costrutti motivazionali importanti presentati nel cap. 7) potrà sentirsi
cognitive quelle più significative che differenziano la prestazione del intrinsecamente motivato alla lettura.
lettore abile, più strategico e attivo di fronte al testo, da quello meno Il piacere della lettura è anche in funzione della possibilità di poter
abile, poco strategico è quindi più passivo. Tra le strategie di lettura scegliere autonomamente se leggere o meno, quale testo leggere e
di base citiamo: la scorsa rapida del testo, utile a cogliere il senso ge­ come, senza troppe costrizioni. Il modello motivazionale dell'au­
nerale, la lettura lenta e analitica, funzionale a comprendere in modo todeterminazione può essere utile a spiegare questo aspetto che
approfondito i contenuti, la lettura selettiva da adottare nei casi in cui importanti scrittori hanno indicato come requisito essenziale. Daniel
si ricerchino solo alcune informazioni isolate. Strategie più complesse Pennac (Come un romanzo, Milano, Feltrinelli, 1993 , pp. 116-117) nei
(come la lettura esplorativa e la previsione dei contenuti sulla base di «Diritti imprescindibili del lettore» riporta «Il diritto di non leggere»,
conoscenze attivate, la rilettura delle parti più complesse o poco chiare, «Il diritto di saltare le pagine», «Il diritto di leggere qualsiasi cosa».
la sottolineatura e l'annotazione di informazioni rilevanti, il porsi Rodari [Denti e Rodari 1985] nei «Nove modi per insegnare ai ragazzi
domande sui contenuti letti) sono attivate per mantenere il controllo a odiare la lettura» evidenzia come il libro non debba essere messo in
della comprensione (strategie /ix-up) e verificarne il livello raggiunto alternativa alla TV (oggi anche ai videogiochi, tablet, smartphone),
e costituiscono la base per lo studio. Un buon lettore conosce molte non si debba trasformare il libro in uno strumento di tortura, non si
strategie, le usa in modo flessibile e consapevole modificando la scelta possa ordinare di leggere.
strategica in funzione dei suoi scopi e dei testi che gli vengono proposti La motivazione alla lettura la si può sostenere offrendo agli studenti
o che sceglie in prima persona. la possibilità di cimentarsi con diverse tipologie di testi, e non solo in
Le conoscenze che il lettore ha su sé stesso riguardano le sue reali capacità, formato cartaceo, fornendo loro gli strumenti per divenire capaci di
le sue cadute, il suo stile cognitivo, il background di conoscenze, i suoi scelte consapevoli. Le nuove tecnologie potrebbero divenire uno stru­
interessi e la sua motivazione. I buoni lettori possiedono alcune acquisi• mento di miglioramento e potenziamento della competenza del lettore
zioni di base sul funzionamento della loro memoria e sono consapevoli e della sua motivazione senza ovviamente trascurare l'incentivazione a
dell'importanza di attivare le precedenti conoscenze per migliorare la frequentare biblioteche e librerie. L'approccio metacognitivo in senso
comprensione del testo. Tendono a evitare di sovraccaricare la loro ampio e una didattica che stimola la riflessione, la discussione e il con­
memoria nel tentativo di ritenere porzioni eccessivamente ampie di testo fronto tra pari, possono offrire diversi stimoli e indicazioni per lavorare
o di mantenere in sospeso troppi punti oscuri, ma adottano strategie in questa direzione nel modo appropriato.
di semplificazione e/o di piccoli passi.
L'insieme delle diverse conoscenze metacognitive viene utilizzato,
pianificato e integrato grazie a una costante attività di coordinam ento 3. IL TESTO E LE SUE CARATTERISTICHE
e controllo (monitoraggio), che permette di cogliere errori o cadute di
comprensione e di approntare le strategie adeguate al tipo di com pito Nei paragrafi precedenti è stato dato grande spazio al lettore, ai processi
e alla risoluzione di difficoltà incontrate nella comprensione del testo e alle strategie che mette in atto, qui di seguito invece ci soffermiamo
mettendo in atto processi inferenziali se necessario. Una modalità per brevemente a descrivere le caratteristiche del testo e come queste pos­
valutare il controllo metacognitivo è quella di richiedere al lettore di sono più o meno facilitare il processo di comprensione.
·- ........
Il testo può variare in di fficoltà in relazion e a diversi parametri: in . 4. I DISTURBI DELLA LETTURA
tenzione comunicativa, lunghezza, complessità linguistica, a livello d i --
parole e di frase , caratteristiche linguistiche , tipologia e struttura (testo Co me abbiamo visto decodifica e co�prensione sono �s� etti distinti
narrativo, informativo, argomentativo, poetico). Gli studi di psicolin. d eila lettura e non sorprend e quindi incontrare bambini che hanno
guistica hanno, per esempio, evidenziato come la costruzione passiva un p roblema in uno solo dei due aspetti. Un problema severo nel solo
. .
. .mte11emvi
e negativa di una frase ne renda m eno agevole l'acc esso al significato
. tto d lla decodifica, che non sia d ovuto a fatton gen e -
asp e
. .
Similmente una costruzione lineare dal punto di vista temporale è d i mgua ital'iana, viene
ral'i, a scarsa istruzione , a poca conoscenza d e11a 1·
e

più immediata comprensione rispetto a una in cui vi en e esposto pri m a siderato un esempio di disturbo specifico d ell'apprendimento e
il risultato d i un evento e poi l'ante cedente. Un testo, tuttavia, anc h e :��tamente d enominato «dislessia». Poiché �'italiano �i l�gge co�e è
il più breve e semplice come Fate attenzione allo scalino, è qualcosa seri'tto , anche un bambino italiano con grossi problemi di d ecodifica,
di diverso e di più ricco di una sequenza di parole sconnesse. Nella a che ha raggiunto lo stadio alfabetico, può legge re commetten d o
comprensione approfondita di questo passaggio, oltre al collegamento :n numero limitato di errori. In cambio si mostre rà �olto lento nella
semantico fra gli elementi (fai attenzione, c'è uno scalino quindi... ) lettura e tenderà a affaticarsi facilmente n ello s�udio, p�r lo sforzo
avete colto le caratteristiche e lo scopo: è un testo esortativo. L'orga­ COstante svolto per d ecodificare. Nella rice rca mt ernaz10nale sulla
nizzazione e il collegamento tra le parti di un testo varia a seconda si . .
dislessia si è data molta importanza al deficit fono1og1co per cui i'}
tratti di una fiaba, di una lettera o di un articolo scientifico. È intui­ bambino incontra difficoltà a rappresentarsi e a utilizzare i suoni
tivo capire che un testo poetico come «Corno inglese» di Montale linguistici. Tuttavia è emerso che altri deficit possono essere coinvolti
possa presentare più difficoltà nella sua interpretazione di un testo quali quello di attenzione visiva (che spi ega perché il soggetto è mag­
narrativo, come la fiaba di «Cen erentola» o la favola della «Volpe e giormente in difficoltà qùando c'è un affo�a_mento di �e�tere! e_ �uello
l'uva», in cui struttura, legami tra frasi, sintassi e lessico sono familiari di binding, cioè di associazione fra forme v1s1ve e suom lmguist1c1 (che
e semplici. Viceversa alcuni testi poetici, le filastrocche, possono essere spiega perché il bambino fa fatica a imparare l'associazione fra aro�a
semplici e familiari, e alcuni t esti narrativi essere molto complessi o _P
scritta e sua rappresentazione linguistica). Il recupero della dislessia
fuori dall'ordinario. Si pensi alle storie zen per un l ettore occidentale non è facile, perché si tratta di una condizione a base biologica pro­
come quelle che si possono trovare nella famosa raccolta 1 O 1 Storie fondamente sedimentata nel ce rvello del bambino, ma buoni risultati
zen di Senzaki e Reps (Milano, Ad elphi, 1992). La minore o maggiore si possono ottenere sia con abilità riabilitative (svolte soprattutto da
facilità di comprensione di un testo va quindi vista in relazione a logopediste e psicologi d ell'apprendimento) , sia in attività svolte a
diversi parametri: ampiezza e ricercatezza lessicale, complessità sin­ scuola, sia con attività volte ad aiutare l'allievo a convivere con la
tattica, coerenza testuale, struttura o schema testuale identificabile o propria difficoltà.
prototipico, informazioni e passaggi più o meno espliciti, familiarità La legge italiana 170, che - prendendo spunto dai risultati di una
o meno dei contenuti. inizi ativa di dive rse parti interessate (Consensus Conference) - ha
Sono stati elaborati diversi sistemi per analizzare la facilità di un testo.
sancito la presenza dei disturbi specifici di apprendimento (DSA)
Sono molto conosciuti quelli che si ispirano alla classica formula di leg·
e ha riconosciuto l' esistenza della dislessia, non ha preso in consi­
gibilità di Flesch [Kincaid et al. 1975] che considerava in primo luogo la
derazione la possibilità che esista un vero e proprio disturbo della
lunghezza di parole e frasi come indici di difficoltà (si noti che l e parole
comprensione del testo. È indubbio tuttavia che vi sono molti studenti
corte sono tipicamente più frequenti e la frequenza è pure un indi ce di che incontrano problemi a capire un testo, m entre si dimostrano suf­
leggibilità). Recentemente è stato elaborato un software, denominato
fici entemente competenti nella decodifica e in altre abilità cognitive.
Coh-Metrix, capace di produrre una analisi del testo molto articolata
Anche in questo caso è possibile prendere iniziative che riducano
e sofisticata che riguarda il numero di frasi e parole contenute, il n u·
queste difficoltà. Un programma a tale scopo, che ha riscosso buon
mero medio di parole per frase, il numero medio di sillabe per parola, successo non solo in Italia, ma anche in altri paesi del mondo, è ba­
la narratività, i giudizi medi di concretezza delle parole-contenuto, � sato sulla identificazione, valutazione e potenziamento differenziato
rapporto tra i connettivi e i verbi [Eason et al. 2012]. Questi sisteflll in 10 componenti fondamentali della comprensione [De Beni, Cor­
quantitativi tuttavia possono offrire solo una misura grossolana dell� no ldi, Caponi e Gasparetto 2003 , vol. 2; D e B eni, Vocetti, Cornoldi
leggibilità e coerenza di un testo che sono solo in parte indicativi di e G ruppo MT 2003 , voll. 3 e 4]. In tabella 10.1 sono riportate le 10
come il lettore potrà interagire in modo significativo con esso pe rve<
componenti della comprensione.
nendo alla comprensione.
TAB. 1 0. 1 . Aspetti fond_amenta l i del pro�esso di com � rensione_del testo scritto: tasso no m i fig. 1 0.4. Numero di sillabe
a
d1 Nuova gwda alla comprensione [De Beni, Cornold1, Carretti, Meneghetti 200 mediamente lette al secondo
3
voi. 1 ] dagli studenti italiani dalla
6 prima primaria alla quinta
Personaggi, luoghi, tempi e fatti Sensibilità al testo secondaria di Il grado. A ogni
riga orizzontale corrisponde
Fatti e sequenze Gerarchia del testo
un aumento di una sillaba, per

---
Struttura sintattica Modelli mentali cui, per esempio, un bambino
Collegamenti
di metà prima legge media­
Flessibilità
mente una sillaba di un brano
Inferenze Errori e incongruenze al secondo e uno di quinta
superiore ne legge più di sei,
con un aumento medio di poco
inferiore a mezza sillaba al
secondo [Corno/di e Candela
5. EVOLUZIONE DEI PROCESSI DI DECODIFICA 2014).
E COMPRENSIONE o -1------------------
Sec. I Grado Sec. Il Grado
-------,
Primaria

Le abilità di lettura sono anticipate da processi che cominciano sin dai - Parole -- Non parole -- Brano
primi anni di vita. Per quanto sia dubbio che la lettura al neonato po ssa
avere degli effetti sostanziali, è certo che esporre i bambini piccoli
ai cartonati e cominciare a leggere e mostrare le letterine ai bambini
può avere un effetto positivo duplice, da un lato perché li induce a da uno studente, dalla prima primaria all'ultimo anno della scuola
riflettere sulla lingua scritta (alfabetizzazione generale), dall'altro secondaria di secondo grado, in base ai dati raccolti all'Università di
perché li avvia alla rappresentazione delle letterine e dei loro suoni Padova, con più di 10.000 studenti di tutta Italia. Vengono considerati
(consapevolezza fonologica). Alcuni di questi processi sono associati tre tipi diversi di materiale. Parole che non esistono, parole isolate e
allo stadio logografico in cui, secondo il modello stadiale di Frith brano. Si noterà che, per tutti e tre i tipi di materiale, c'è una notevole
[1985 ] , il bambino inizialmente considera le parole scritte in senso evoluzione, ma che questa è maggiore per il brano e, sia pur in minore
globale-figurativo per poi cominciare ad applicare le regole di con­ misura, per le parole isolate, mentre il miglioramento per non parole
versione grafema-fonema. Già all'ultimo anno di scuola dell'infanzia, è più ridotto. Questo risultato riflette il fatto che, per decodificare
molti bambini sanno distinguere fra testo scritto e disegno [Ferreiro non parole, anche il lettore maturo è costretto a ricorrere alla via
et al. 1992] e riconoscono le letterine. Il processo vero e proprio di fonologica. Al contrario per le parole e per il brano, più ci si espone
apprendimento della lettura avviene tipicamente nei primi due/tre alla lingua scritta, più si riconosce immediatamente quanto è scritto,
anni della scuola primaria in cui si può osservare come la velocità di e - per il brano - ci può essere una facilitazione della comprensione.
lettura aumenta a un ritmo sostenuto che diviene più lento, ma pro­ Questo significa che la lettura strumentale si affina con l'età e che una
gressivo, nelle scolarità successive. Ricerche sulla velocità di lettura, lettura sufficientemente automatizzata offre la possibilità al lettore di
indice fondamentale di automatismo per le lingue trasparenti come avere maggiori risorse cognitive disponibili per comprendere quello
l'italiano (dove sostanzialmente si legge come è scritto), di studenti che legge , scopo principale della lettura.
dalla primaria alla quinta secondaria di secondo grado, evidenziano Nell e lingue a ortografia trasparente o semitrasparente la comprensione
che i normolettori accrescono la loro rapidità di lettura di mezza sil ­ del testo ha come prerequisito la comprensione del linguaggio orale
laba al secondo per anno, mentre gli studenti con disturbo di lettura e la seconda (solo però se si riferisce a testi complessi che in qualche
(profilo dislessico) progredirebbero con un ritmo più lento, di circa tno do riflettono le caratteristiche del testo scritto) predice la prima già
0,3 sillabe al secondo per anno [Tressoldi, Stella e Pagella 200 1; cfr. a Partire dai primi anni della scuola primaria. La comprensione orale
però Cornoldi e Carretti 2016]. Pertanto, se in passato si riteneva ch e 9uindi riveste un ruolo significativo per lo sviluppo della comprensione
l'apprendimento della lettura riguardasse solo i primi anni di scuola e testuale con la quale il bambino si cimenterà già dai primi anni di sco­
eventualmente la velocità di lettura arrivasse a un livello soglia ver so la l arizzazione, ma verrà più severamente impegnato a partire dalla classe
fine della scuola secondaria di primo grado, oggi si hanno evidenze che terza e quarta primaria. Il bambino comincia col comprendere brevi
evolve fino all'età adulta (cfr. fig. 10.4, ripresa da Cornoldi e Cand na�razioni, descrizioni di luoghi e fenomeni, spiegazioni scientifiche in
[2014]) . La figura 10.4 mostra il numero di sillabe mediamente lett cui le informazioni sono esplicite e lineari.
Con il passaggio alla scuola secondaria di primo grado il ragazzo divien
e Aspetti fo ndamentali della lettura e spunti applicativi
via via più strategico e consapevole dei diversi scopi per cui si legge
TA B, 1 0.2.

della necessità di elaborare inferenze e capace quindi di monitorare il LEfTIJRA: ASPETTI FONDAMENTALI ESEMPI/RIFLESSIONI/IDEE PER PROMUOVERE APPRENDIMENTO.

suo proc�sso di comprensione. Tuttavia è durante il periodo della scuola


«POTREBBE ESSERE UTILE...»

_
secondaria di secondo grado che lo studente può avere maggiori stitnoU o
Le ggere significa sia decodificare il testo, Il docente/tutor/f rmatore dovrà chiedersi se gli studenti siano competenti
e ?cca�ioni per di�enire un lettore ancora più competente: leggere testi rocesso da automatizzare, sia comprenderlo, nei due ambiti per valutare se possono essere autonomi nella lettura. In caso
�roce sso in p� rte controllat?. I due proc_essi contrario potrà, in certe occasioni, facilitarli proponendosi lui come «deco­
di vana natura di sua scelta, comprendere in modo approfondito son o sem i-ind1pendent1 ma interconnessi. dificatore» (o sfruttando le tecnologie di lettura sintetica) e incoraggiare il
critic? facendo collegamenti, considerare la lettura come strumento &
processo di comprensione.
_
crescita personale. Va precisato che la comprensione, processo com.
Modelli esplicativi della decodifica, «a due vie» Offrire al lettore testi composti da parole famigliari facilita la sua decodifica.

plesso e articolato, continua a evolvere in relazione anche al contesto


ed evolutivo, considerano la lettura diretta di Nella lettura di un brano in lingua straniera, compreso anche il latino e il
parole come indice di lettura automatizzata, greco, questo aspetto va considerato per comprendere il maggiore impegno
formativo/ scolastico e all'ambiente culturale di appartenenza e, come è cioè flue nte e corretta, tuttavia evidenziano richiesto.

noto, in situazioni svantaggiate, si può verificare ciò che viene definito


che di fronte a una parola che non appartie­

un analfabetismo di ritorno.
ne al magazzino lessicale di lettura anche il
lettore esperto può ricorrere all'associazione
grafema fonema.
11 modello Simple View of Reading e altre ri­ Lo sviluppo della competenza da ascolto si promuove a scuola attraverso
cerche hanno evidenziato il ruolo importante percorsi strutturati. Inoltre uno studente con difficoltà di decodifica può
della comprensione orale e la relazione tra ascoltare brani di una certa complessità e accedere così ad abilità linguistiche
questa e la comprensione del testo. di alto livello.

Qui di seguito in tabella 10.2 vengono riassunti i principali ·aspetti della lettura affrontati nel
Il paradigma dei movimenti oculari ha permes­ Essere consapevoli che gli studenti �anno compet(!nze e difficoltà di lettura
so di «fotografare» la lettura in atto del lettore diversificate aiuta a progettare il lavoro da svolgere in aula. La dimostrazione
capitolo e alcuni esempi e idee che potrebbero essere tenuti in considerazione da un insegnante esperto e di quello in difficoltà e la relazione che i bravi lettori sono selettivi nella fissazione del testo può stimolare a usare

o in generale da altra figura professionale che nella sua attività formativa e didattica mira a
tra decodifica e comprensione. I noltre ha processi attivi e mirati nell'approccio al testo scritto.
dimostrato che l'attribuzione del significato
promuovere e a sostenere la lettura e la comprensione indispensabili per apprendere. del teso avviene on-li ne.
La comprensione del testo è un processo Il docente/tutor interessato può sviluppare o potenziare la ML con esercizi
complesso in cui interagiscono diversi aspetti: appropriati volti ad aiutare la mente a selezionare e aggiornare le info rma­
MLT. ML, processi inferenziali. zioni da tenere attive. Si possono anche proporre esercizi di ML ancorati al
testo, come ad esempio richiedere di modificare una prima interpretazione
o cogliere la contraddizione fra due parti del testo. Può essere inoltre utile
proporre esercizi che stimolano l'attivazione di conoscenze possedute in
MLT e di processi inferenziali come capire una parola sconosciuta o un tema
ambiguo o dedurre un certo evento da una concatenazione di fatti non
chiaramente esplicitati.
Metacognizione: una adeguata conoscenza •Bisogna insistere sul fatto che al di sotto del testo scritto c'è una persona che
degli scopi e della natura del leggere facilita ci vuole dire qualcosa e che, normalmente, non sono importanti le parole
la comprensione. esatte, ma il significato che esse trasmettono.
Strategie di lettura: non si legge sempre allo È importante abituare lo studente a essere attivo e strategico, ricÒnoscen­
stesso modo, ma in funzione delle caratteristi­ do - caso per caso - come è più opportuno leggere un testo.
che del testo e di propri scopi.
Monitoraggio: è importante che il lettore si Si possono proporre giochi che mettono in luce il «capire di non capire»
renda conto di quando non sta comprendendo proponendo testi per loro natura poco comprensibili. Progressivamente lo
e del perché di ciò. studente dovrà sviluppare una specie di sensore interno che gli segnala che
non sta comprendendo.
Caratteristiche e difficoltà del testo. Un tutor/insegnante attento verificherà a quale livello di difficoltà si pone il
testo che vuole proporre e si chiederà anticipatamente se gli studenti saranno
in grado di elaborarlo in modo autonomo in relazione agli scopi richiesti. Po­
trebbe chiedersi: lo studente deve leggere il testo per avere un'idea generale
o lo deve studiare? Quali conoscenze pregresse richiede il brano/capitolo? Lo
studente le possiede? Il testo tratta argomento/i del tutto nuovo/i? Ci sono
espressioni o termini particolari? Ci sono immagini che possono facilitare
la comprensione della parte testuale? Il testo richiede inferenze? A partire
da queste considerazioni deciderà quali aiuti e indicazioni strategiche sarà
opportuno fornire per facilitare l'integrazione testo/lettore.
CAPITOLO

Scrittu ra

♦ Cosa significa saper scrivere?


♦ Quali sono gli scopi della scrittura?
♦ Come si sviluppa e si promuove la scrittura?
♦ Come motivare gli studenti a scrivere?

A introduzione dell'argomento del capitolo vi proponiamo questo


breve testo:

Ìv/ �;,t,J ,o.,,u\\_' ;,/ i '1luu wf... I .l.m,,,,,,.Wo,


\n.r.»., 'tn.W!rvm.u.... 1 �

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1lim it �Tuk ,,_ J.w,,, �, L,.., è
iJn,_ I """4,,_ ,(,: I �/
,l<J,+· A>t. �... , &u. to'.lo__ lwll¼,l\t ?
.J;
�- '1\.1)1\. -� +
Come si può osservare il testo, estratto dalla traduzione italiana del
Diario di scuola del celebre scrittore francese Daniel Pennac (Diario di
scuola, Milano, Feltrinelli, 2008), esprime molto bene la preoccupazione
e lo sconforto dell'autore relativamente ai suoi risultati scolastici e
nello stesso tempo esemplifica come siano in gioco, nella scrittura, tre
componenti fondamentali: il grafismo (la trascrizione in corsivo della
traduzione italiana è nostra), ]'ortografia, l'espressione scritta. Infatti,
]' abilità di scrittura è un insieme di più componenti, estremamente
diverse tra loro, alcune più legate a processi automatizzati altre a quelli
controllati, che concorrono a realizzare il prodotto finale visibile, il testo
--• 1 "'I'°--.......
scritto . ÈJimp o rtant e-:pe~- .r.r...,..!
t utt i· ijdocent operator
,r,ont-1 i! e')T"Ot",,,,t,-. ....1 i;h oc cupan
ch el,.~ sI i r.rnn~ o ·di
nn ;
fla. 11.1. Numero medfo di
fig.
g11., ,._ f,fl ;,._f,"tt,Nu
1 1 .1 . m e ro m ed io d
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2 3 4 3 3 4
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ILe modalità con c u i i l bambino diviene competente nell'o rtog raf ia e l
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2 3 4 5
Sec. G r d
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3 4
Sec. 11 Grado
5
S c. I a o
Pr i ma r ia
sue peculia rità sono state g ià i n pa rte illu st rate ne i modell i p re sentat i nel S ec . 11 G r ad o
ecapitolo
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de i v a r i gr a e mi c e c
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u:llf"'\""" ..) p t ) 'lll'l'rri1bilità rr,~ grafismo
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c r i e r e: prenSJ?ne pr e i e c'"!!'1 de a penna
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prova .... ., -'"'l_..,,re valutare la r·
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uella utilizzata da Tressoldi,
1,h 1 " >'7,0:,i-n, • \"T'"PC~l'\t t•
r11Al1''\ f'o P''lt-Ì"q
matita ('--. (lo :-nu studente 1 >ntP IISll h 'l lj;.j_! r:"1m·~
usa le 3 dit a din a m ic he '!., cou po lli e e e !"',..''.è
c o n po!'=-::e
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indic e per pe r

Cornoldi re Re (2013 r-- f. .


] che richiede di r-f"iaa,-,.o.
r-•-~ f'l ... r-1 . ."~ ,. .
scrivere in /H'lun n"l.;"'\11t""'
minuto :i p11'1TIPI numeri tdirigi'l"Prpere I"\lo :,:tr11ment()
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m o do ~r tale di 8Vf"J:e'av e r e i T);~r• p ie di · aoDOl!ll.'1t;
app oggi t i oer p r terra te r r a
in parole (uno, due, tre ecc .) secondo la modalità preferita (corsivo,
~--1 - ( •- ~ f,. l"".,..o!:11. r--' ;?,._~ ..... . t• - ' ........ -,:a( =a,.i'l'" ,:a ( ,..f)f'C ;""1(' I ;-:i ,.,_ I -1t'1
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stampato minuscolo, stampato maiuscolo) . Potete pr o vare anche voi a "e 'le• ;0g<1ml
ambe ang olo �e~tto
ad ;:inool-i
,. ;:ir' tto., '·ban ~nC'O
co 11.-' alt e z z a p'Oilll"
ad r'·ezza, go s dia c."'
iti,, :,er'':t c h-;.e ri~oett' r spe tt i
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m e
1 vi ... n,," '-- :i-':,,', 11 sor"a. ,..,., i;roruJ!o,
' 1dis tanza tra11 il vis o e il fog . , p os zio n e de a1 spt a1, d l go m i to,
'la1 ,J•~t-in7,:i
farla, vedendo se siete arrivati almeno al ven titré (un n umero raggiunto ... ,,. ' nos•?:inne .- ~
lio? ) i ll ':l all e

... • l"I"' del fog lio . P 1 aur.. •t~ e ''l


da quasi tutt
' i i giovani adulti con buona scolarizzazione) . Si calcola il nu ·
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m,ino,
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osizio n e ,J
nn~'":'')nP -· •-;z'--). t..>'.!r
e r vr v alulare u a r e l a qu ali tà e l a
mero complessivo dei grafemi scritti per confron tarlo con l 'andam en to legg
•oo-•ibi -~ del
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I TNl~,mo si 11t=•=1.z::inn
u tilizz an o ..J'!. de i ouest•ona~·
q u e s tio n a r i ee crec'" ch e c k-·1;rt: lis t: ~•:un• alc u i
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?7<1nn o <:n s olo1n s 11 u alc asp e t ti rnos1..,~rat·
un i ::isne-t+•
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tipico della classe di app ar tenen za (a d es . in classe q uarta primaria è ra s e
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di circa 90 e in classe terza s econdari a di p rimo gr a d o è di circa 1 4 0) . legg us o del sp azio del .... fog ·::,,
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t o', ) , al,.., l t r i "'vecei n v ec e 11e
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17\7i bili· •--, o <:n::iz·n li
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'"~··?7~nn mo olti 1~: ~al1 "nPfin e di J: fe.re-
a r e nn~ una ana'·s!an li i p n"' i ù accurata
a c c ur a t a sop
soorattutto u tt o
a s ra tt

n ti diffi o
11 ::! imp
vohnente rapp res en ta bi le , nelle diverse fasce scolastiche, con senten d
o nnllp - : in
si t u azioni
nelle ,;;!~1"17.; c ui 1lo
;_ f7l; s t ude
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a'-'-•~ .J;!ll ,mDOftant•
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t ,..1,~ '1.:0,._, el1
l t à 0°
e e o a c n
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c e ssario 1Jn
nPrP<:<:<t_;O sp c ifi o
e r v e n t o SOeC~~CQ,
un 'analisi comp a rativa che r vela come an ch e una abilità s t r um en ta!
,:•<1 =ntf'rvF.nt(l
e c .
Il grafismo equivale alla «meccanica» della scrittura (mano dominante )
e, si può dire, non rientri necessariamente nel vero e proprio processo ANALISI DELLA PAROLA UDITA
di scrittura perché è possibile scrivere anche senza usare questa corn.
ponente; basti pensare alle possibilità offerte dalla attuale e futura Parola conosciuta Parola non conosciuta
tecnologia per rendersene conto. A scuola tuttavia la scrittura manuale via lessicale-semantica via fo nologica

viene richiesta in modo quasi esclusivo e per uno studente costituisce I Buffer Fonemico Sistema allografico
quindi una richiesta forte e imprescindibile, che - se disattesa - genera
disagio e insicurezza. Inoltre, se da un lato sembra esistere un mode sto 7
rapporto tra abilità grafiche e componenti linguistiche (ortografia e d iJ Buffer g rafemico

espressione scritta ) , dall'altro è stato evidenziato che il grafismo può ffiu.


incidere in modo significativo sulla abilità di composizione scritt a ffic. FMliiiil·i!H:Iil·IiMIF
[Berninger e Whitaker 1993] . Un ritmo di scrittura lento, ad esempio,
i
vi
e:l
V'>
può rallentare la composizione scritta e interferire con l'elaborazione �
c.
Parametri esecutivi
cognitiva di alto livello richiesta dal compito [Graham 1990] .
fig. 1 1 .2. Modello a due vie
della scrittura.

. 1.2. La competenza ortografica e la disortografia Fonte: Adattata da Coltheart


Secondo il modello stadiale di Uta Frith [1985], già considerato nel [1981],

L'ortografia riguarda il rispetto di regole e convenzioni nella scrit­ capitolo precedente, in ogni fase dello sviluppo sono coinvolte sia la
tura di parole della lingua di appartenenza. La associata competenza lettura che la scrittura come illustrato in figura 1 1 .3. Il bambino, nella
ortografica permette di trasformare (o codificare) la parola pensata fase logografica, dopo aver riconosciuto visivamente una parola, cerca
o ascoltata in parola scritta secondo una sequenza convenzionale di di riprodurla anche in forma scritta, successivamente prende consape­
grafemi [Coltheart 1 98 1 ] . volezza, attraverso la compitazione delle parole, che sono formate da
Possiamo seguire l e caratteristiche della competenza ortografica e elementi costituenti e, grazie alla scrittura, accede al livello alfabetico.
del suo apprendimento, riprendendo i modelli della lettura illustrati Con l'esercizio della letto-scrittura il bambino si costruisce quindi un
in precedenza. Lettura e scrittura sono infatti strettamente associate magazzino ortografico stabilizzando lo stadio ortografico inizialmente
nell'apprendimento non solo perché entrambe hanno a che fare con per la lettura e, successivamente, per la scrittura. Si pongono in questo
gli stessi suoni linguistici e la loro manipolazione, ma anche perché modo le basi per il quarto stadio, quello lessicale, in cui l'intera parola
l'apprendimento dell'una aiuta l'apprendimento dell'altra. Il percorso viene letta o scritta in modo globale. Il modello stadiale, utilizzando la
illustrato in figura 1 1 .2, simmetrico al processo a due vie presentato per distinzione del modello a «due vie», ipotizza che prima venga padroneg­
la lettura nel capitolo precedente, spiega il funzionamento del processo giata la via fonologica e successivamente la via lessicale, sia pur con una
di trascrizione a partire dall'analisi della parola udita (che può attivare sequenza che non va intesa in modo rigido: lo scrittore in erba può usare
due processi centrali distinti), fino all'esecuzione dei pattern grafomo· ben presto la via lessicale per parole frequenti e importanti (come per
tori necessari per scriverla. Se la parola udita è nota al soggetto, il lessico esempio il suo nome) e con esperta efficienza processi non solo fonologici,
grafemico permette di recuperare la forma ortografica corrispondente ma anche lessicali, per parole sconosciute e non parole [Cornoldi 2015] .
(via lessicale-semantica), nel caso in cui la parola sia sconosciuta , in· Per quanto competenia ortografica e grafismo abbiano caratteristiche
vece, il buffer fonemico permette di tradurre i singoli suoni secondo il distinte esiste fra le due abilità una relazione legata alla possibilità di
meccanismo di conversione fonema-grafema e di organizzarli second� avere una rappresentazione chiara di come si scrivono lettere e parole e
un ordine preciso (via fonologica). Il buffer grafemico permette di alla capacità di compiere in modo fluido (o automatizzato) i movimenti
conservare in memoria i grafemi e la loro corretta posizione, mentre il fino -motori della scrittura. Un bambino o uno studente più maturo che
sistema allografico consente di recuperare le caratteristiche del grafema ha difficoltà a livello ortografico è anche incerto o lento nel grafismo
nel formato di scrittura scelto (corsivo, stampato minuscolo, stam pa to [Blason et al. 2004].
maiuscolo), per arrivare a trascrivere la parola attraverso i processi del Vi so no tuttavia numerosi casi di bambini con buon grafismo, ma con
pattern grafo-motorio (via fonologica). note voli difficoltà nello scrivere senza fare errori. Tradizionalmente
fig. 1 1 .3. Modello stadia/e Imparare a scrivere quindi è qualcosa di più e di diverso dall'apprendere
SCRITTURA 1
a trascrivere il parlato in sequenze di parole e frasi. Produrre un testo
di apprendimento di lettura e LETTURA

significa imparare a gestire il «farsi» del testo durante la sua proces­


scrittura.
Fonte: Frith [1 985].
su alità, a sviluppare durante la sua realizzazione una attività riflessiva
Stadio logografico Stadio logografico
e m etacognitiva che dirige e sostiene in modo appropriato l'intero
•J
J
processo [Cornoldi 2015]. L'acquisizione di questa abilità complessa va
Stadio alfabetico
promossa, guidata e sostenuta nei diversi ordini di scolarità, in funzione
Stadio alfabetico J delle differenti richieste ed esigenze, e si migliora lentamente e progres­

Stadio ortografico
l
Stadio ortografico
sivamente per moltissimi anni, possibilmente anche dopo la scolarità.
Nella composizione di un testo sono implicati numerosi processi cogni­
tivi (per esempio attenzione, pianificazione, memoria), metacognitivi
(per esempio strategie, piani di scrittura, revisione e controllo del testo),
Stadio lessicale Stadio lessicale
linguistici (per esempio conoscenza lessicale, morfosintattica, tipologie
testuali) e sociali (per esempio conoscere chi è il destinatario del testo
e p er quale scopo scriviamo).

questi bambini venivano considerati «ignoranti» perché si riteneva che


non avessero imparato come si scrivono le parole a causa di stimolazioni
familiari insufficienti o scarso impegno scolastico, oggi invece ci si è resi
2.1. Modelli cognitivi di elaborazione del testo scritto
cont� che sono _lor c�ratt ri�tiche cognitive, ancorate a fattori biologici,
� � Le p rime ricerche che hanno analizzato e studiato la complessità e la
che h mettono m d1ff1colta sta nel segmentare la lingua parlata in modo
da identificarne i suoni corrispondenti, sia nel memorizzare la forma dinamica delle operazioni sottostanti il prodotto scritto si sono sviluppate
s�ritta delle parole. Si è anche visto che questa difficoltà è spesso asso­ nella prospettiva cognitivista negli anni '80 del secolo scorso. Un modello,
Ctata con una condizione di dislessia, per cui secondo alcuni basterebbe ormai divenuto classico, è stato quello di Hayes e Flower [ 1980] che
individua nell'elaborazione del testo scritto tre componenti interconnesse:
parlare in termini generali di dislessia. Tuttavia la legge italiana 170 che
1. il contesto del compito (titolo e argomento, destinatario e scopo e
ha riconosciuto l'esistenza della dislessia, ha riconosciuto l'esistenza
di un disturbo differenziabile di disortografia, per cui può capitare di lo stesso testo che si sta scrivendo) ;
trovare studenti che hanno avuto la doppia diagnosi. 2. la memoria a lungo termine (conoscenze di varia natura e piani di
scrittura);
L'allievo italiano con disortografia non va solo in difficoltà con i difficili
3. il processo di scrittura vero e proprio articolato a sua volta nelle fasi
gruppi «dispettosi» come «gl», «gn», «eh», ma anche nella scrittura di
normali parole e soprattutto nella scrittura di forme ambigue (in cui della pianificazione, trascrizione e revisione.
Il modello prevede anche il coinvolgimento importante e continuo
in �ase al suono si potrebbe scrivere in modi diversi: per esempio «l'a­
di una attività di controllo e della memoria di lavoro che consentono
rad10», «per tanto», «essi anno») e nella scrittura di doppie e accenti.
di coordinare le diverse variabili implicate nella scrittura. In seguito,
Nell'intervento sulla disortografia si possono ottenere buoni risultati,
Berninger e Swanson [ 1994] hanno posto l'accento sull'importanza di
ma la ricerca sulla efficacia dei training è ancora scarsa.
distinguere tra la generazione del testo, coinvolta anche nell'espressione
orale , e la sua trascrizione. È, infatti, questo secondo aspetto, cioè la
trascrizione, ampliamente influenzato d�a memoria di lavoro, che può
2. PROCESSI E MODELLI DELLA ESPRESSIONE ess ere critico negli scrittori meno esperti o nei bambini.
SCRITTA
N:�a fase della trascrizione entrano in gioco numerosi fattori lingui­
Stìct a livello testuale, sintattico, morfologico, lessicale e ortografico
L'espressione scritta (o competenza testuale) concerne la capacità di che fanno sì che la trascrizione non sia una semplice riproduzione di
scrivere in maniera autonoma testi adeguati a diversi contesti e scopi e segni, p arole e frasi. Gli autori richiamano anche l'attenzione sull'im­
rappresenta l'aspetto più significativo dello scrivere che diviene stru· Portanza di distinguere tra pianificazione e revisione on-line e globale,
mento di espressione, di rielaborazione dell'esperienza person ale, di svolte prima e dopo la trascrizione. Cornoldi e colleghi [2010; 2015],
riflessione in relazione a esigenze, soprattutto comunicative, differenti,
anch� ulla _bas dell'ampia esperienza condotta con bambini e ragazzi
� �
«cattivi scntton», che cioè presentano debolezze di diversa natura
LINGUAGGIO

gr��tà �ell'espres�ione scritta, hanno aggiornato e rivisitato il modell;


ongmano per forrure un quadro più generale del processo di produzi one
testuale come illustrato in figura 11.4.
Generazione Decisione Revisione a livello:
Conoscenze di idee di rivedere linguistico

Analizziamo operativamente come dovrebbe procedere uno studente,


(morfosintassi,
ortografia,
co?1e ad esempio un ragazzino di prima secondaria di primo grado a punteggiatura)

cui venga assegnato il seguente compito tratto dalla Batteria per valutar '
., e
Memoria di lavoro, metacognizione e monitoraggio
1e abiltta trasvers ali' all'apprendimento [De Beni et al. 2005 ] : «Descrivi
la nuova scuola, in modo che una persona che non la conosce poua
. ,
farsene una i·dea precisa. • Hai mezz ora di tempo». Contesto - Richieste del compito - Scopi
Lo student� inizialmente dovrebbe definire il contesto e il compito da
svolgere chiarendo a sé stesso la tipologia di testo da produrre (desc ·. fig. 1 1 .4. Modello dell'elabo­
zione) e l'argomento (la nuova scuola) e, mettendosi nei panni del s� razione del testo scritto.
ipotetico interlocutore, dovrebbe chiarirsi lo scopo del suo elaborat� Fonte: Adattata da Cornoldi [2015].
Anche nei casi in cui è poco organizzato e non si fa una scaletta, lo
(fornire le informazioni ritenute rilevanti). Successivamente (fase della
generazione di idee) inizierà a farsi venire in mente la nuova scuola studente ha comunque un piano implicito che lo porta a definire come
iniziare il testo. Lo studente può ora iniziare a scrivere il testo (trascri­
� edificio, aule, la propria aula, spazi esterni ... ), i nuovi compagni e zione) utilizzando in sinergia le diverse competenze richieste da questa
insegnanti, le varie materie, attingendo alle conoscenze e informazioni
immagazzinate nella memoria a lungo termine e, se non fossero suffi­ fase: attivare una particolare struttura testuale che ha lo scopo di dare
cienti, ricorrendo anche a fonti esterne. informazioni descrittive seguendo la scaletta elaborata, utilizzare un
Il compito di descrizione di una realtà concreta e vicina ali'esperienza lessico appropriato, costruire frasi e periodi che rispettino le regole
dello studente facilita l'accesso alle informazioni richieste, ma in altri casi morfosintattiche e che insieme concorrano a produrre un testo coeso
può essere invece necessario fornire le conoscenze appropriate, come e coerente, scrivere parole ortograficamente corrette e graficamente
potrebbe accadere con un compito dal titolo: «Parla dei vantaggi e degli leggibili. La trascrizione è dunque un processo orientato e soggetto a
svantaggi delle principali forme di energia rinnovabile, idroelettrica, vincoli di varia natura, basato su valutazioni e scelte che lo scrittore
eolica, solare». Per poter elaborare il testo lo studente, in questo caso, c ompie man mano che procede nella composizione testuale.
dovrebbe conoscere il concetto di energia rinnovabile, i sistemi con cui Finito di scrivere lo studente dovrebbe rileggere e correggere il suo
la si produce (centrali elettriche, pale eoliche, pannelli solari), i pro e i elaborato (revisione) al fine di migliorarlo o, se necessario, rivedere il
contro, e - se è privo di queste informazioni - dovrebbe averle da un piano che ne sta alla base. La rilettura è una operazione attiva e pro­
docente o ricercarle in modo autonomo. Eigler e colleghi [1991] hanno duttiva che richiederebbe allo scrittore di assumere un cambio di ruolo
evidenziato che gli alunni componevano testi migliori se venivano istruiti diventando lettore critico del proprio elaborato al fine di individuare
incongruenze, lacune, imprecisioni e di verificare se il testo prodotto
anticipatamente sull'argomento e Hidi e Mc Laren [1990] hanno mostrato
corrisponde agli obiettivi prefissati in precedenza. La correzione potrà
che la qualità di una produzione scritta era influenzata maggiorm ente
riguardare sia modifiche di superficie, meno onerose e utilizzate più
dalla conoscenza della tematica che dal suo interesse.
frequentemente dagli studenti, che cambiamenti nella struttura glo­
Dopo aver generato le idee, avvalendosi anche di una attività di pensiero
a ruota libera ed eventuali brevi annotazioni, il nostro studente dovrebbe bale del testo, più impegnativi e complessi, tali da richiedere maggior
passare a mettere in atto un abbozzo di pianificazione e organizzazione esperienza di scrittura.
del testo da produrre che potrebbe organizzare graficamente con una In conclusione, la scrittura comprende tutti i processi che consentono
«scaletta»: di produrre un testo scritto [Cornoldi 2015], a partire dalla fase di
1. descriiione esterna dell'edificio, descrizione dell'interno, aule spe· generazione delle idee e di organizzazione delle stesse in una struttura
c oerente per arrivare alla loro trascrizione e revisione. All'interno
ciali (per le scienze, il disegno, la palestra), la mia aula;
della fase di trascrizione si inseriscono le componenti strumentali
2. i miei compagni di classe, i miei insegnanti e le diverse materie;
3. differenze con la scuola precedente; della scrittura, la competenza ortografica e quella grafo-motoria,
4. come mi trovo in questo nuovo ambiente. analizzate nel precedente paragrafo. La figura 1 1 .5 illustra il modello
tem po attraverso l'esperienza sistematica e strutturata che consente di
J sperimentare diverse forme di scrittu�a �on scopi diff�ren�i. L? scrittore
ANALISI DELLA PAROLA DA SCRIVERE
via lessicale-semantica via fonologica diviene così consapevole delle carattensuche del compito di scrittura (per
esempio che ci si rivolge a un ipotetico lettore con diversi scopi, quali sono
le fasi della produzione scritta, quali richieste dei diversi generi testuali,
quali sono i vincoli e le convenzioni caratterizzanti la lingua di ap_p�rte­
.. . .
. .. nenza) , delle strategie di intervento (quali possono essere le modalita per
la raccolta e organizzazione delle idee, quali le strategie di pianificazione,
. . ..
di revisione, rilettura) e di sé stesso come scrittore (punti forti e deboli,
Generazione Pianificazione
preferenze di modalità compositive, funz�oriamento _ dei propri processi
cognitivi durante la scrittura). Con l'e�penenza lo scr�ttore 1:1atura �c�e
Conoscenze Revisione a livello
...________,___rl. _____.H.______,,_____.
di idee abbozzata !r1f"ffiffl ➔
Decisione
➔ linguistico:
la capacità di controllo e autoregolazione del compito e diventa via via
di rivedere
I- - - - I
morfosintassi
più abile e competente, cioè capace di fare scelte compositive intenzionali
ortografia
[Boscolo 1997; Cisotto 1998; Kellogg 1999] .
I I
Linguaggio, memoria di lavoro, metacognizione e monitoraggio
Gli aspetti motivazionali della produzione scritta sono ancora poco
Ipunteggiatura
I
a livello testu a l e:
,..,"""""--__ studiati, tuttavia, riferendoci a modelli motivazionali generali (cfr. anche
cap. 7) possiamo delineare quali siano i fattori che possono motivare i
I coerenza 1 1 coesione ]

Contesto - Rich ieste del compito - Scopi a livello bambini e i ragazzi a scrivere volentieri superando le resistenze dovute
comunicativo
al fatto che questa attività richieda loro un impegno cognitivo notevole.
Nel motivare alla scrittura hanno un ruolo fondamentale la percezione
fig. 11.5. Modello integrato di della propria competenza come scrittore e le specifiche attribuzioni
causali (si pensi al ruolo della percezione di competenza, al «senso di
funzionamento della scrittura:

integrato e completo della scrittura in cui si evidenziano i tre aspetti autoefficacia percepita», alle attribuzioni che danno importanza alle
in bianco l'espressione scritta,

fondamentali.
in grigio scuro il grafismo, in
grigio chiaro l'ortografia. proprie caratteristiche) da cui possono derivare aspettative di insuc­
Fonte: Cornoldi [2015]. cesso o successo, disimpegno o impegno, persistenza nello svolgimento
del compito. Lo studente a cui piace scrivere generalmente si sente
3. ASPETTI METACOGNITM E MOTIVAZIONALI capace e trae soddisfazione nel cimentarsi in una attività che non solo
DELLA SCRITTURA valorizza e testimonia la sua abilità, ma anche gli permette di esprimersi
liberamente. Il suo orientamento motivazionale è anche legato alla
La produzione scritta è un processo ricorsivo in cui le diverse fasi si consapevolezza di scrittore e del compito e alla percezione di saper
integrano l'una con l'altra e, inoltre, si basa su continue prese di deci­ gestire quanto gli viene richiesto. La relazione tra metacognizione e
sioni e scelte in funzione di obiettivi definiti. La generazione di idee e la motivazione (inclusi gli stati emotivi associati), come si può osservare,
pianificazione sono rilevanti per avviare la composizione, ma continuano è evidente e l'una sostiene l'altra in una dinamica virtuosa.
a essere presenti durante tutto il processo di scrittura [Van den Bergh e Un altro aspetto che influenza in modo particolare la motivazione a
Rijlaarsdam 2007] . A loro volta, la trascrizione e la revisione richiedono scrivere riguarda il processo di insegnamento e apprendimento. Nella
costantemente allo scrittore di considerare le richieste del compito, nostra scuola tradizionalmente si considera e si valuta soprattutto il
lo scopo e la pianificazione. L'attività di revisione (con le conseguenti testo finale prodotto, s�nza tenere conto dei vari aspetti del processo,
correzioni), poi, può essere necessaria anche durante (e non solo alla evidenziando errori (su alcuni si fanno anche battute e osservazioni
fine) la trascriziohe interrompendo il processo in atto. Come vengono Poco simpatiche), lacune, imprecisioni piuttosto che aspetti positivi.
coordinati e governati i diversi aspetti coinvolti nella scrittura? I modelli Non è difficile immaginare la reazione motivazionale ed emotiva di uno
visti precedentemente prevedonoun ruolo determinante della metacogni· scrittore principiante o con difficoltà in un contesto di istruzione di
zione. La consapevolezza metacognitiva e il controllo esecutivo, insieme questo tipo. I compiti di scrittura quindi possono essere vissuti dagli
alla memoria di lavoro, presiedono e regolano l'elaborazione testuale e studenti come troppo difficili e, in ogni modo, come una prova in cui
ne garantiscono l'unitarietà. La competenza metacognitiva riferita alla uno sbaglio, come un errore di ortografia (che assolutamente non si può
produzione scritta, così come avviene per altre abilità, si acquisisce nel fare), compromette tutto il lavoro svolto e, spesso, il voto complessivo
finale («Come si può dare una sufficienza a un elaborato con questi cose gli appunti consentono di elaborare più a fondo l'informazione
errori ?» potrebbe essere l'espressione di un insegnante). La produzione quindi migliorano la memoria), creando delle situazioni di esercitazione
scritta la si acquisisce prevalentemente a scuola dove dovrebbero essere gui data in aula. La capac�tà � scrivere appunti è a tutti �li e��etti una
messe in atto modalità didattiche ed educative capaci di offrire una p articolare competenza di scrittura, trasversale alle matene di msegna­
molteplicità di situazioni in cui il bambino sia guidato a sperimentare mento, in cui ogni docente potrà contribuire fornendo suggerimenti e
il pi �cere di comunicare in forma scritta o di utilizzare la scrittura in tecniche più specifiche per la propria disciplina, con la consapevolezza
1;1amera strumentale autentica e cioè finalizzata a obiettivi concreti. che è una abilità da costruire insieme con gli altri colleghi del consiglio
E anche indispensabile prevedere una fase significativa di appren di. di classe.
stato in cui gli scrittori principianti possano conoscere e apprezzare Gli appunti di un testo hanno scopi differenti e possono richiedere
la scrittura attraverso variegate attività propedeutiche che non siano an che diverse tipologie di annotazioni che verranno prese in conside­
vissute come minacciose [Cisotto 1 998]. La didattica metacognitiva e razione nel capitolo 13 dedicato allo studio.
cooperativa può offrire valide indicazioni e modalità per progettare
percorsi di insegnamento della scrittura motivante ed efficace. Utili
e interessanti proposte operative in questa direzione si possono tro­ 5. ASPETTI EVOLUTIVI DELLA SCRITTURA
vare nei volumi Scrittura e metacognizione [ibidem] e Super abilità più
[Zamperlin et al. 2012]. Secondo i modelli precedentemente illustrati il bambino inizia precoce­
mente a riconoscere l'esistenza della scrittura e ad acquisire i prerequisiti
della scrittura strumentale che si consolidano verso l'ultimo anno della
4. SCRIVERE PER: FUNZIONI E SCOPI scuola dell'infanzia. Nei primi due/tre anni della scuola primaria, il
bambino diviene capace di scrivere in modo sufficientemente fluente,
Le funzioni e gli scopi della scrittura sono stati oggetto di analisi e studi leggibile e ortograficamente corretto le parole più frequenti, che fanno
sia della linguistica che della psicologia e sono state elaborate diverse parte del lessico infantile. Ad esempio libro e cuore hanno una maggiore
classificazioni e terminologie per indicarle e descriverle [Boscolo 1997]. probabilità di essere scritte in modo adeguato rispetto afibra e cuoio perché
Testi come la narrazione, la descrizione, i resoconti, le istruzioni, le ar­ sono entrate precocemente nel bagaglio lessicale del bambino [Cornoldi
gomentazioni condividono la funzione di riferire, raccontare, spiegare 2015). Successivamente, negli ultimi anni della primaria sia il grafismo che
qualcosa a un ipotetico lettore. Diari personali, lettere o testi in cui si l'ortografia si perfezionano, anche in relazione con l'esperienza scolastica,
esprimono le proprie idee, riflessioni o sentimenti hanno una funzione e divengono processi automatizzati per la maggioranza dei bambini.
più personale, gli interlocutori siamo noi stessi. Quando lo scopo Lo sviluppo della competenza di produzione testuale va vista in re­
principale è quello di creare un prodotto artistico, lo scrittore sceglie lazione allo sviluppo della memoria di lavoro, della metacognizione
in modo libero sia la struttura che i contenuti del testo che desidera e della capacità di elaborazione del testo. Le ricerche di Berninger
elaborare: un racconto, una poesia, una autobiografia ecc. e colleghi [Berninger e Swanson 1 994; Berninger, Fuller e Whitaker
La scrittura è anche una attività di pensiero e ha la funzione di elaborare 1996] hanno reso conto del fatto che i processi fondamentali dello
la conoscenza con ricadute significative sull'apprendimento. Alcune scrivere si sviluppano con ritmi differenti. Dal punto di vista evolutivo
forme di scrittura sono particolarmente utili come il prendere appunti o sembra che la sequenza sia la seguente: prima emerge la trascrizione,
annotare. Gli appunti si possono prendere sia da una lezione/esposizione successivamente la generazione del testo, quindi la pianificazione e la
orale sia da un testo scritto. Nel primo caso l'elaborazione avviene on-line, correzione on-line o locale, infine compare la fase della revisione sia
con il duplice scopo di «fissare» le informazioni e di averle successiva· locale che globale. Una volta costituiti, i processi di scrittura assumono
mente a disposizione per rileggerle o rielaborarle. Risultati di ricerca, la caratteristica della ricorsività tipica della composizione del testo. A
sulle annotazioni prese durante le lezioni, condotte da Kiewra e colleghi Partire dalla scuola primaria cresce anche la capacità della memoria
[Kiewra 1989; Kiewra et al. 1991] hanno dimostrato il loro effetto positivo di lavoro (come precedentemente presentato nel cap. 3 ) che consente
sull'apprendimento in relazione a certe condizioni: gli appunti sono p iù di gestire più informazioni contemporaneamente per comporre un
efficaci se vengono riletti (quindi non è sufficiente scrivere), se sono scritti testo scritto. Con la scuola secondaria di primo grado e i primi anni
personalmente e in modo organizzato, attraverso una matrice predisposta. della secondaria di secondo grado i vari sottoprocessi continuano a
A scuola quindi sarebbe molto importante insegnare agli studenti delle svilupparsi e a coordinarsi tra loro e migliorano via via le competenze
modalità per prendere appunti, esplicitandone i vantaggi (fra le altre tnetacognitive e strategiche.
Tra i contributi più significativi sulla evoluzione della produzion e quel particolare livello formativo. Scrivere una tesi (compilativa o spe­
testuale rivestono particolare importanza gli studi condotti negli a nni rirnentale) è una competenza che va costruita e non data per scontata,
'80 del secolo scorso da Bereiter e Scardamalia [1982; 1987 ] ch e magari attribuendo le responsabilità del fatto che gli studenti non sanno
hanno messo a confronto le modalità di procedere degli scrittori prin. scrivere agli ordini di scuola precedente.
cipianti con quelle degli scrittori esperti rappresentate da due modelli• 4, A tutti i livelli di scolarità vi è la tendenza a scrivere nel modo più
knowledge telling e knowledge tras/orming. «facile» e basandosi sulla forma della esposizione orale. Questa propen­
Il modello knowledge telling descrive una procedura lineare di scrittur sion e è spesso incoraggiata dall'istruzione e dal focus nell'esposizione
in cui, a partire da un argomento o genere testuale, lo scrittore princi� o rale (vedi le interrogazioni) per testimoniare un certo modo di studiare
piante recupera dalla sua memoria le informazioni possedute (ciò che e p oi «raccontare» la conoscenza.
sa) e le trascrive una di seguito all'altra fino a quando pensa di non avere
più nulla da dire. Tutte le energie cognitive dello scrittore sono assorbite
dal contenuto dell'elaborato, vengono invece trascurate le valutazioni
rispetto agli obiettivi, al destinatario e alla completezza e chia rezza
espositiva. La revisione è di tipo locale e riguarda prevalentemente gli
.
A' P P L I . C A R E .
aspetti superficiali come ad esempio gli errori ortografici. Qui di seguito in tabella 11.1 vengono riassunti i principali aspetti affrontati nel capitolo e alcuni
Il modello knowledge tras/orming designa il complesso lavoro cogni­ esempi e idee che potrebbero essere tenuti in considerazione da un insegnante o in generale da
tivo messo in atto dallo scrittore esperto che, a partire dalla richiesta altro operatore/figura professionale che nella sua attività formativa e didattica mira a promuovere
e dal contesto del compito, seleziona e organizza i contenuti, sceglie e a sostenere i processi coinvolti nella scrittura.
la tipologia testuale più adatta agli obiettivi e al destinatario. Questo
procedere compositivo richiede un elevato grado di elaborazione e
trasformazione della conoscenza (da qui la scelta del termine degli
TAB. 11.1. Aspetti fondamentali della scrittura e spunti applicativi

autori), di intenzionalità e di controllo esecutivo. ScRITTURA: ASPETTI FONDAMENTALI POTREBBE ESSERE UTILE: ESEMPI/RIFLESSIONI/IDEE

A conclusione di questo paragrafo ci pare importante sottolineare


alcuni aspetti da tenere in considerazione [Boscolo 1997], quando
Grafismo e ortografia sono aspetti strumentali della scrittura «Potrebbe essere utile».
che si automatizzano nei primi anni di scolarizzazione.
si fa riferimento allo sviluppo della competenza di scrittura testuale, l'Espressione scritta è l'aspetto saliente della scrittura in Proporre agli studenti occasioni dove cimentarsi con diverse
soprattutto per le ricadute che possono avere sul piano operativo nella quanto attraverso di essa si esprimono pensieri, riflessioni, tipologie di espressione scritta facendo riferimento a scopi di­

dinamica insegnamento/apprendimento.
narrazi oni. versi dando valore maggiormente all'aspetto espressivo piut­
tosto che strumentale soprattutto nella fase di apprendistato.
1. Tra le abilità cognitive la capacità di espressione scritta è tra le l'elaborazione scritta prevede diverse componenti e fasi Fornire agli studenti indicazioni e chiarimenti sul processo
più complesse, anche per un adulto, e non è mai acquisita del tutto. in interazione tra loro: contesto/scopo del compito, gene­ di scrittura e dare aiuti specifici e sistematici per svolgere

Si devono quindi considerare e non sottovalutare, a tutte le età, l'un­


razione di idee, abbozzo di pianificazione, organizzazione, le singole fasi: ad esempio lavorare inizialmente solo sulla
trascrizione, revisione. generazione di idee attraverso il pensiero in libertà, poi sulla
pegno strategico e la forte componente dell'autoregolazione e auto loro organizzazione, la trascrizione e revisione. Indurre gli
motivazione richiesti. studenti pigri e svogliati ad apprezzare l'importanza della

2. Il processo knowledge tras/orming non esclude il knowledge telling


revisione. Per la revisione prevedere attività che inizialmente

poiché in alcune situazioni di scrittura si deve ricorrere al secondo,


richiedono una revisione più superficiale e semplice e poi
quella più profonda e globale.

come ad esempio quando riportiamo informazioni ben precise, fa c­ Meta cognizione e motivazione. Far riflettere sugli aspetti del processo ricorsivo della scrittura

ciamo una bozza di testo, buttiamo giù di getto delle idee o una lista
(ideare idee, pianificare, trascrivere, rivedere) e promuovere la

di cose da fare o comperare. Essere uno scrittore competente significa


capacità di gestire e controllare il processo stesso proponendo
situazioni di scrittura differenti e autentiche che motivino lo
utilizzare strategie più o meno impegnative in relazione allo scopo e studente.

alle richieste del compito.


Fu n zio ni della scrittura: si scrive per raccontare, riferire, Sviluppare e promuovere la capacità di scrivere un'ampia

3. I due modelli knowledge tras/orming e knowledge tellingnon van n o


desc rive re, per sé stessi (diari), per esprimersi ·artisticamentetipologia di testi tra cui poi lo studente possa scegliere quella
(Poesia), per imparare e rielaborare in modo chiaro le idee
intesi come due fasi di sviluppo maturativo ma piuttosto come due
più adatta alle richieste del compito o alla sua preferenza.
(an notazioni/appunti da lezioni e testi). Promuovere nello studente l'abilità di prendere appunti

approcci o «stili» di scrittura che sono in stretta relazione con le esp e·


tenendo conto che può essere un obiettivo che accomuna

rienze di apprendimento. È la scuolà, dalla primaria all'università, il


tutti i docenti.
La scrittura, in quanto abilità complessa, richiede più tempo Aver ben presente la complessità dell'elaborazione scritta e
luogo in cui far crescere degli scrittori competenti fornendo loro un�
di altri processi cognitivi a svilupparsi ed è suscettibile di uno la fatica che può richiedereJa sua conquista e accompagnare

varietà di stimoli e occasioni di scrittura in funzione delle richieste di


svi l uppo continuo. ·
con pazienza gli studenti nel loro percorso.

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