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Oggi parliamo di... Approfondimenti, materiali e interviste.

IL METODO DI STUDIO
Ottobre 2010 Alessandra Rosa Fonti: Materiali Esu Venezia http://studenti.unimi.it/studentestrategico http://www.giottocerchio.net/mazzeoro/studiare.htm http://www.nonsoloscuola.org/Metodo/index.htm http://www.viveremeglio.org/0studio_facile/studio/0_studio.htm

STUDIARE l'attivit che occupa la maggior parte del tempo dei giovani, sia alle scuole superiori che all'Universit. Sarebbe bello fosse facile e piuttosto divertente, ma solitamente non cosi, anzi! Non molti hanno una predisposizione naturale per lo studio, molto spesso i risultati sono poco soddisfacenti e nei casi pi gravi ci sono seri rallentamenti nel percorso intrapreso...studiare diventa allora un'impresa pesante e carica di ansia. Lo studente universitario ancor di pi, si trova di fronte a un grande cambiamento nel suo stile di vita e, a differenza di chi frequenta ancora quotidianamente la scuola, non ha pi imposizioni e regole rigide impartite dall'alto dei professori. Da qualsiasi lato la guardiamo, pensiamo che il nocciolo fondamentale della questione sia il METODO con cui ci approcciamo allo studio, per cui cerchiamo di sviscerare questo processo e di ricavare qualche utile dritta per essere studenti efficaci. Per prima cosa: cosa significa studiare? Studiare significa acquisire e memorizzare nuove conoscenze e abilit, organizzarle nella propria mente in modo ordinato per poi poterle utilizzare nel momento opportuno
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Il classico studio sui libri non l'unico modo che abbiamo per apprendere, ma necessario per lassimilazione di nozioni, concetti e informazioni complesse come quelle che vengono proposte a scuola. Apprendere significa "venire a conoscenza di qualcosa" ed uno dei bisogni essenziali per l'uomo, lo stimolo continuo ad evolversi, crescere sia in termini di conoscenze intellettuali che di attitudini pratiche importantissimo. Letimologia del termine deriva dal latino "ad prehendere" e ne sottolinea la forma attiva: l'arte dellapprendimento si pu definire come acquisizione di competenze, di qualunque tipo si tratti. Significa applicarsi metodicamente nell'imparare qualcosa; il che implica ricercare, osservare indagare, progettare. Lapprendimento non avviene in modo naturale e automatico: necessario cercare, prendere e fare nostre le informazioni. Non qualcosa che si fa in un momento ma un processo a tappe, che ha bisogno di tempo e ORGANIZZAZIONE. Il processo di apprendimento generalmente si completa in tre stadi: 1) acquisizione di un input dallesterno; 2) rielaborazione personale dei dati; 3) verifica dei risultati raggiunti. E nel dettaglio possiamo definire 5 tappe di questo percorso: 1. CONOSCERE E COMPRENDERE: la prima tappa prevede la comprensione di ci che stiamo studiando, bene non procedere oltre se non sono state capite le cose essenziali dell'argomento in questione per non sommare a oltranza le incomprensioni. E' importante quindi cercare il significato delle parole che non si conoscono e capire i concetti di base, chiedere spiegazioni a chi ne sa pi di noi. 2. MEMORIZZARE: il "sapere" la somma di due azioni: capire + ricordare. Quindi dopo aver compreso cerchiamo di sistemare nei magazzini della memoria tutto ci di cui siamo venuti a conoscenza. Se non ricordiamo le cose come se non le avessimo mai studiate. 3. COLLEGARE LE CONOSCENZE: importante avere la mente aperta nel creare collegamenti tra le nozioni e tra i concetti, per ampliarli ed arricchirli. Non studiare per compartimenti stagni ma legare le cose a ci che sappiamo gi costruendo un sapere complessivo, a tutto tondo. 4. SAPER SPIEGARE: molto spesso abbiamo studiato e immagazzinato le informazioni ma quando siamo in sede di interrogazione non riusciamo a rispondere in modo sufficiente al prof e non riusciamo a spiegare con parole nostre la materia che abbiamo studiato. Qusto succede perch non ci alleniamo assastanza a ripetere a voce alta gli argomenti trattati, usando con correttezza i termini giusti e formulando dei discorsi compiuti e non casuali. 5. SAPER FARE: molti argomenti che studiamo hanno legami con aspetti pratici. Riuscire a fare anche delle dimostrazioni di quello che abbiamo imparato potrebbe aiutarci nella nostra prestazione. Sono state definite 3 macro tipologie di studio, attraverso le quali tutti gli studenti passano: > lo studio meccanico o mnemonico lo studio che implica imparare a memoria le nozioni e le informazioni, senza collegarle e spesso senza comprenderle a fondo. E una sorta di assorbimento noioso che porta generalmente ad un apprendimento di basso livello. > lo studio assimilativo o concettuale si fonda sullassimilazione dei concetti o concettualizzazione,
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ovvero sulla comprensione dei significati. In questo senso significa cercare di diventare padrone del linguaggio verbale, musicale, artistico, tecnico, ecc. > lo studio creativo o critico prevede il protagonismo dello studente che si pone in prima persona in ricerca, elabora concetti, formula giudizi, controlla e verifica informazioni. Etimologicamente metodo significa lungo o attraverso il cammino: il metodo di studio linsieme dei passi compiuti per studiare nel modo personale pi sicuro ed efficace possibile. E non si impara se non c impegno: lapprendimento, infatti, dipende dalliniziativa personale dello studente, che dipende dalle motivazioni, dalla disponibilit, dalle maturazione delle capacit e dallo stile di vita della persona. Il metodo di studio efficace se permette allo studente il massimo rendimento nel pi breve tempo possibile e con il minimo sforzo; e quando garantisce la qualit dellistruzione nel tempo, per cui man mano che i giorni passano si impara di pi e si approfondisce meglio il proprio sapere. Il primo elemento fondamentale nello studio la MOTIVAZIONE, anche se studiare non significa non dedicarsi a nullaltro se non ai libri: anzi, lo studio deve essere applicato a tutte le realt della vita: dal gioco, allo sport, alla natura, agli amici, alla musica, ecc. E importante saper imparare da tutto e da tutti, facendo interessanti esperienze dentro e fuori la scuola.

Cos' la motivazione? La motivazione il motore che spinge luomo ad agire e a perseguire determinati scopi. La motivazione quindi il perch delle azioni, il fine che spinge luomo ad impegnarsi per soddisfare i propri bisogni. Questo importante soprattutto per gli studenti universitari che non sono obbligati a farlo, ma si presuppone siano spinti da forti motivazioni, di vario genere: bisogno di conoscere, autorealizzazione personale, prestigio sociale, guadagno economico, ecc. Quali sono i fattori che caratterizzano la motivazione degli studenti ? 1. FORTE MOTIVAZIONE INTERNA Esiste una motivazione intrinseca secondo la quale lo studio di per se gratificante e ci si sente realizzati per il solo fatto di apprendere. Spesso questo non sufficiente, sia per la complessit del sistema scolastico/universitario sia perch non si pu studiare sempre solo ci che interessa, anzi molti esami che sosteniamo non ci piacciono per nulla. Scatta allora limportanza delle motivazioni esterne che ci sostengono allo studio, in primis il completamento del percorso e la possibilit di svolgere un lavoro che ci piace. Se ci rendiamo conto che la nostra motivazione personale rispetto alla scelta intrapresa non abbastanza forte necessario analizzare realisticamente le possibilit a disposizione: una scelta pu non essere ideale, ma comunque rappresentare la miglior soluzione in rapporto al ventaglio delle possibilit. Oppure prendere coscienza di aver effettivamente fatto una scelta sbagliata e rimediare nel pi breve tempo possibile rinnovando una scelta pi proficua. 2. CHIAREZZA E FATTIBILITA' DELLO SCOPO DA PERSEGUIRE All'inizio degli studi la meta finale del diploma o della laurea appare molto lontana nel tempo e difficile da raggiungere. E importante in questo caso stabilire chiaramente delle mete intermedie, come dei sottocompiti da svolgere per raggiungere lobiettivo finale. Inoltre si rende necessario un costante investimento di

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tempo ed energia per il raggiungimento dei risultati. 3. SAPER AFFRONTARE LE SITUAZIONI DIFFICILI Superare le diverse situazioni che ci troviamo a dover affrontare quotidianamente dipende da un sacco di variabili. Per esempio: come consideriamo un esame o uninterrogazione andata male? Il successo/fallimento di un determinato comportamento viene attribuito a cause interne (non sono capace, non sono abbastanza intelligente, non ho studiato bene) o esterne ( troppo difficile, il prof. ce lha con me, sono stato sfortunato con le domande)? Come sempre la giusta misura sta nel mezzo, per solitamente se reputiamo noi stessi sempre responsabili dei fallimenti e cause esterne come motivo di successo la nostra autostima traballer parecchio e ci sentiremo sempre incapaci di poter portare a termine i nostri compiti. E particolarmente importante sviluppare un elevato senso di autoefficacia personale, ovvero il senso di potercela fare, e di fiducia nelle proprie capacit. Questo non significa delegare o non sentirsi mai responsabili, ma neppure cadere nel vittimismo di essere dei piccolo calimeri incompresi, e soprattutto considerare gli esami non come minacce ma come sfide, momenti per mettersi alla prova, misurarsi con se stessi in modo stimolate. Troppo spesso infatti prevale la paura e la reazione emotiva negativa alla possibilit del fallimento cosi forte che ci paralizza. Se questo il nostro caso fondamentale lavorare sulle nostre emozioni, cercare di controllare i nostri atteggiamenti e rivalutare le nostre risorse. Oppure il problema ci sembra cosi grande da iniziare ad evitarlo, cominciando col studiare sempre meno fino a non presentarci pi agli esami. 4. LAUTOSTIMA Lautostima la considerazione globale che un individuo ha di se stesso e delle proprie capacit. La mancanza di una valutazione positiva circa le proprie capacit pu generare ansia e incertezza tali da portare al fallimento nonostante ci sa una buona preparazione di base. Viceversa pu succedere che un eccesso di sicurezza non supportato dalla realt, possa portare a sottovalutare le difficolt e quindi a non munirsi di strumenti adeguati. La giusta misura dellautostima ideale caratterizzata dallaccettazione globale di s, dalla convinzione di essere accettati cos come si , nonostante i difetti e a prescindere dalle proprie prestazioni. La persona che ha una corretta stima di s sa quali sono i propri punti di forza e debolezza e conoscere i propri obiettivi a breve e lungo termine. Sa valutare le situazioni ed capace di comportarsi in modo adeguato in specifici contesti, portando a termine con successo determinate attivit e progetti. Chi ha unalta autostima soddisfatto di s ed incentivato a lavorare ulteriormente per migliore sempre pi.. Chi ha una bassa autostima, invece, tende ad impegnarsi poco, ad essere sopraffatto dallansia, a non persistere nello sforzo se i primi tentativi sono inefficaci. E possibile quindi analizzare le nostre situazioni di studio e valutare certi contesti: > ridimensionare i propri obiettivi quando siamo troppo esigenti e severi con noi stessi; non bisogna valutarsi in maniera troppo rigida e dobbiamo tener presente il voto su una prova desame non un giudizio sulla persona. > non attribuirsi tutta la colpa di un fallimento perch linsuccesso agli esami spesso determinato da una serie di fattori sia interni che esterni: bene essere onesti nel distinguere tra i due. Inoltre bene ridimensionare limportanza attribuita agli insuccessi, perch fallire un esame non un errore irrimediabile. IL METODO DI STUDIO Possedere un buon metodo di studio sicuramente funzionale al raggiungimento di risultati soddisfacenti. E importante dire che non esiste un metodo unico, valido per tutti e per tutte le discipline = quindi necessario organizzare il proprio studio in base alle materie che dobbiamo studiare, alle competenze che gi abbiamo, agli obiettivi che ci siamo posti, agli impegni extrascolastici che abbiamo: in altre parole dobbiamo PIANIFICARE il nostro studio.

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Gestire bene il nostro tempo significa organizzarlo in modo efficace tenendo conto di tutte le attivit che dobbiamo fare, dal giusto riposo, alle lezioni da seguire, lo studio, gli hobby e le relazioni sociali. Non dobbiamo sentirci stressati tra mille cose: sappiamo quali sono i nostri impegni e li viviamo serenamente. Un valido alleato che ci pu aiutare soprattutto quando inesperti lagenda, usata non semplicemente come promemoria degli impegni, ma soprattutto come mezzo di pianificazione. Ovvero facciamo un planner, in cui possibile tenere sottocchio in un colpo solo la situazione settimanale, mensile ed annuale. Allinizio questo pu sembrarci inutile e lidea sempre quella che ci sia un sacco di tempo per prepararsi allesame, ma poi subentrano gli imprevisti, due giorni di malattia, unuscita in pi e improvvisamente non siamo pronti. E bene suddividere il materiale da studiare nei giorni che abbiamo a disposizione, gi calcolando qualche giorno in meno da tenere per il ripasso finale e per gli eventuali imprevisti. In questo modo possiamo auto valutare come procede il nostro studio, tarare il tiro se necessario, rispettare le scadenze con minor ansia. Consideriamo che a volte necessario porsi delle priorit: la settimana prima dellesame, per es, rinunceremo agli svaghi personali e organizzeremo invece dei momenti di studio di gruppo cosi da supportarci nello sforzo. Qualche consiglio utile: Preparare un calendario comprensivo di tutto lanno accademico con gli impegni universitari gi conosciuti: corsi, esami, seminari, laboratori, attivit varie. Fare una prima valutazione sullimpegno che dovr investire per ciascuno di essi, perch non tutti sono complessi allo stesso modo. Poi considero i semestri e definisco gli obiettivi realistici da raggiungere n. corsi da seguire e n. esami cercando di alternare esami grossi con altri pi piccoli. Attenzione alla concentrazione: se consideriamo la giornata di uno studente di 8 ore come un lavoratore bene fare 10 min. di pausa ogni 50 minuti per ossigenare la mente, ma senza esagerare nella distrazione. E consigliato definire costantemente del tempo per la ripetizione, per es. a cadenza settimanale, ma anche pi spesso. Perch abbiamo bisogno di consolidare spesso le cose imparate, non sufficiente un unico ripasso finale per ricordare tutto. Inoltre lo studio concentrato nella corsa finale spesso contro producente. Cerchiamo di studiare nel luogo che meglio si concilia alla nostra concentrazione: ognuno ha le proprie preferenze e capacit diverse di concentrazione, c chi riesce a studiare tra i rumori del treno chi necessita del silenzio assoluto della biblioteca, ciascuno sa cosa lo aiuta e cosa lo disturba. Utilizzare lo studio di gruppo come valido supporto alla preparazione dellesame: dopo una prima parte di studio personale infatti, possibile collaborare con gli altri e utilizzare il gruppo come luogo di confronto, approfondimento, ripasso e memorizzazione. Questo ci da la possibilit di valutare il nostro livello di preparazione, di simulare le domande dellesame, di chiedere chiarimenti su argomenti poco chiari, di supportarci nei momenti pi difficili. Per studiare bene e con gusto occorre essere curiosi, coltivare il desiderio di fare domande e di affrontare ogni tipo di problema. Studiare un capitolo o gli appunti di una lezione, perci, vuol dire fare emergere domande, valutarne la portata, verificarne le risposte. Se non capiamo alcune cose rivolgiamoci senza timore ai professori o a compagni pi esperti di noi. Se possiamo, seguiamo gli appelli desame precedenti al nostro per renderci conto del tipo di domande che far il prof e dal livello di approfondimento richiesto.

LIMPORTANZA DI PRENDERE APPUNTI Lo studio comincia con la partecipazione attiva alle lezioni, il che significa arrivare puntuali, ascoltare con attenzione il prof. e prendere appunti nel modo pi efficace possibile: i buoni appunti costituiscono la prima forma di elaborazione su quanto da apprendere, quindi un modo per capire cosa serve veramente, come
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organizzare i materiali e come riassumerli in forme concettuali comprensibili a colpo docchio. Non serve appuntare tutto come se fosse un dettato: bisogna imparare a scrivere i concetti principali con un breve riassunto, fare degli schemi o usare delle parole chiave. Si possono usare abbreviazioni e simboli, purch siano chiari a distanza di tempo. A tal proposito si consiglia di rivedere gli appunti presi a lezione a breve distanza di tempo (al massimo il giorno successivo) per assicurarsi che siano ancora chiari ed eventualmente sistemarli. Prendere appunti durante la lezione ci mantiene pi attenti, ci indica qual il percorso seguito dal docente e spesso ci fa capire quali sono gli argomenti pi importanti, ci permette di segnare la terminologia da utilizzare e i suggerimenti bibliografici del docente. E diverso invece il prendere appunti durante lo studio personale con lobiettivo di organizzare il materiale e quindi di schematizzare, riassumere, rielaborare personalmente la materia favorendo la comprensione e la memorizzazione. A fine i metodi sono svariati: scrivere dei riassunti dei capitoli, costruire schemi, diagrammi e mappe mentali che sfruttino delle parole chiave in grado di evocare concetti e teorie, prendere nota di ci che non capiamo per ricordarsi di colmare la lacuna, scrivere ci che difficile ricordare perch scrivere facilita il ricordo e consente di rintracciare subito le informazioni da memorizzare invece di ricercarle in diversi punti dei testi. Ci che realmente importante negli appunti la capacit di rievocare nella mente di chi li consulta, in tempi pi brevi di quelli necessari a rileggere il testo, la struttura portante del discorso originario, inclusi i contenuti non riscritti direttamente nello schema. In linea di massima degli appunti efficaci sono lunghi meno di un terzo del testo originario, pur riportando in ordine logico (o cronologico) le date salienti, i nomi e i termini che sono da ricordare.

LA LETTURA Leggere in modo efficace importante per il nostro studio. Durante la lettura necessario comprendere ci che stiamo leggendo, ovvero mettere in relazione i concetti contenuti nel testo con le informazioni che gi si possiedono. Le ricerche mettono in evidenza che per una lettura funzionale allo studio bisognerebbe rispettare tre fasi: 1. La prefettura ci permette una visione dinsieme del testo: identifichiamo il tema centrale dellargomento, sottolineiamo i titoli e i paragrafi, guardiamo le tabelle, i grafici e le figure, identifichiamo le parole chiave e contestualizziamo i dati che abbiamo ricavato. 2. La lettura vera e propria ci permette di individuare i problemi e i contenuti di tutti i capitoli del libro, identificando per ognuno di essi le tematiche centrali e le relazioni fra di esse, cercando di ricostruire il percorso logico dellautore e le argomentazioni su cui basa le affermazioni. Dobbiamo approfondire ci che non comprendiamo, senza per perderci nei dettagli cosi detti accessori: in questa fase di lettura bisogna distinguere i contenuti principali da quelli accessori. Questa fase generalmente dovrebbe essere ripetuta almeno due o tre volte: nel primo passaggio si legge tutto, nel secondo gi si possono sottolineare le parti pi importanti e prendere delle annotazioni, tralasciando i contenuti accessori, in modo che dal terzo passaggio in poi ci si possa concentrare solo sul materiale rilevante. 3. La post-lettura la fase dellelaborazione personale finalizzata alla memorizzazione: necessario affrontare le domande lasciate in sospeso e costruire schemi e appunti organizzando in modo logico tutti i contenuti.

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LA MEMORIA La fase della memorizzazione la parte pi intensa dello studio e spesso siamo molto preoccupati dal dover ricordare un sacco di cose, soprattutto i dettagli dei testi, nomi e date. Sapere come funziona la nostra memoria pu aiutarci a farla funzionare meglio: la memoria la capacit di conservare nella nostra mente le informazioni, immagazzinarle e recuperarle all'occorrenza. Possiamo distinguere una memoria episodica, relativa a cose successe o eventi autobiografici e relazioni spazio temporali, e una memoria semantica che riguarda la conoscenza di date, parole e simboli. La memoria la conseguenza di un processo distinto in tre fasi successive: 1. Durante la fase dellacquisizione entra in azione la memoria a breve termine (MBT), che ha la funzione di trattenere le informazioni solo temporaneamente. la memoria che viene utilizzata per per ricordarsi un numero di telefono, un nome. 2. Nella fase della ritenzione avviene il passaggio delle informazioni dalla memoria a breve termine alla memoria a lungo termine. Limmagazzinamento nelle MLT richiede la ripetizione, mentale o verbale, delle informazioni. E pi facile ricordare se le informazioni hanno un senso, e non sono dati singoli e irrazionali. Le informazioni ripetute e comprese, rimangono per tempi lunghissimi, anche per sempre. 3. Recupero: pur contenendo moltissime informazioni e per lungo tempo, non sempre ci ricordiamo le cose, anche quelle che abbiamo studiato a lungo negli anni passati. Non tutti i dati registrati nel cervello sono immediatamente recuperabili, dipende dal tempo passato e da quanto spesso abbiamo usato quei dati. Come possiamo aiutare la memoria? Conoscendo il meccanismo di funzionamento della memoria possibile utilizzare alcuni trucchi per migliorarla: distribuire il materiale da studiare nel tempo e non concentrare tutto negli ultimi due giorni per permettere alle nozioni di sedimentare e di creare associazioni durature tra quello che si conosce gi e le nuove informazioni; ripetere pi e pi volte, ma non meccanicamente: mantenere la visione dinsieme della disciplina e i collegamenti tra i concetti; recuperare spesso le informazioni nella memoria a lungo termine per fissarle sempre meglio; chiarire e semplificare il testo perch ci che si comprende bene si ricorda meglio; avvicinarsi in modo emozionale alla materia, con il maggior interesse possibile, perch se non ci piace largomento anche la memoria sar inibita; sfruttare gli effetti primacy e recency (si ricordano con pi facilit le prime e le ultime cose lette), e quindi studiare per primi o ripassare per ultimi gli argomenti pi difficili da ricordare; studiare con altri compagni e ripetere insieme perch condividere e confrontarsi favorisce il recupero dei dati. Possiamo cercare di potenziare la nostra memoria con alcune tecniche e strategie che possono migliorare la nostra capacit di ricordo: le tecniche dipendono dalle caratteristiche del materiale da memorizzare (date, numeri, nomi, vocaboli stranieri, teorie) e dalle preferenze personali (memoria visiva, uditiva, motoria). Ci sono alcune tecniche tradizionali utili soprattutto in contesti limitati, per ricordare poche parole o concetti: > creare delle filastrocche o delle rime per ricordare parole in un ordine specifico e in modo divertente; > gli acronimi ci permettono di ricordare gruppi di parole a partire dalle loro iniziali; > gli acrostici sono frasi in cui le prime lettere di ogni parola fungono da suggerimento per il recupero di altre
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informazioni; > sviluppare delle associazioni, ovvero dei collegament, tra quello che dobbiamo imparare e cose o eventi a noi gia noti; le associazioni fonetiche ci aiutano con la somiglianza del suono, possono risultare utili per ricordare parole straniere, nomi, riferimenti geografici o termini non conosciuti; > creare sinestesie coinvolgendo nel azione del ricordare il maggior numero di sensazioni possibili, per renderlo pi reale e intenso; > usare lo humor per rendere lo studio pi divertente e creare dei collegamenti originali e pi facili da ricordare; > usare limmaginazione per creare delle storie, vedere i personaggi, metterli in azioni, creare un legame personale con loro. Ci sono invece tecniche pi complesse, utili per lo studio accademico, che possono essere visive o verbali. Esempi di Tecniche visive Flow chart: sono dei diagrammi a blocchi che mettono in evidenzia dinamiche ed interconnessioni tra pi fattori, sono utili quando si devono memorizzare sequenze relative a processi che richiedono pi passaggi, rappresentati da frecce disposte secondo un preciso ordine. Time line: una tabelle per linee cronologiche che permettono di rappresentare eventi multipli, sono particolarmente adatte per sequenze temporali, mostrando sia la successione di eventi, che la contemporaneit. Gerarchie: sono tabelle che consentono di organizzare le informazioni in pi sottoparti. Si pone all'inizio della gerarchia l'elemento principale e lo si suddivide nelle sue parti specifiche (diagramma ad albero e diagramma a grappolo). Esempi di Tecniche verbali Riassunti: consentono di organizzare le informazioni in seguito ad una rielaborazione personale dello studente. La lunghezza dei riassunti dipende dalla materia e dal livello di dettaglio che si usa. Profili: ogni testo segue uno schema, una struttura logica che reggono tutto l'elaborato. Schematizzare tale struttura permette di individuare i punti salienti del testo in strutture verbali pi brevi, identificando, per esempio: tesi, elementi di sostegno, critiche, esempi, conclusioni. Ogni studente elabora nel tempo il proprio stile di apprendimento, ovvero quello pi congeniale per lui per studiare, a seconda di come si trova meglio a ricordare: alcuni studenti apprendono e ricordano pi facilmente informazioni visive (figure, schemi, immagini, grafici) che informazioni verbali (parole pronunciate e scritte), altri invece preferiscono le esemplificazioni pratiche. Essere consapevoli del proprio stile pu aiutarci a usare strategie pi efficaci per noi, alternando modalit diverse in base anche alle materie di studio. Migliorare le nostre tecniche e allenare la nostra memoria ci permetter di rendere migliori le nostre prestazioni, diminuendo i livelli di ansia.

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