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oh, no, ce l'ho qui sulla punta della lingua, ma guarda, in questo momento proprio non me lo

ricordo più...
Già avrei dovuto leggere tuta questa roba per oggi, ma proprio non ho fatto in tempo: e
adesso?
davvero, signora suo figlio è un ragazzo sveglio, potrebbe ottenere risultati eccellenti, ma
quello che gli manca è un metodo di apprendimento.
Quante volte ci siamo ritrovati a pronunciare o a sentirci dire frasi analoghe a queste?
La società contemporanea richiede a tutti i livelli e in tutti i settori una specializzazione
crescente, oltre a una disponibilità continua al cambiamento (dimensioni e di mentalità).

Non solo l'automazione delle industrie e destinata a svilupparsi ulteriormente e quindi a


richiedere personale sempre più qualificato aggiornato, preparato, ma la stessa vitta
quotidiana in tutti i suoi aspetti trasforma gli individui in studenti a vita, continuamente
stimolati al perfezionamento e all'ampliamento delle proprie competenze.
Il tempo a disposizione, però, e sempre di meno: come fare?
Aspetti dell'apprendimento
La nostra proposta è nata proprio per rispondere al quesito e aiutare chi vuole migliorarsi
cercando di ottenere il massimo da sé stesso. Un corso in cui tratteremo tre aspetti distinti,
ma strettamente correlati dell'apprendimento e cioè:

 La memorizzazione.
 La lettura veloce.
 La metodologia di apprendimento (o di studio).

Con un linguaggio semplice e immediato ti piacevole da leggere e nel contempo


scientificamente rigoroso e spiegheremo i metodi più adatti per permettere alla mente di
sviluppare pienamente le proprie potenzialità.
La distinzione delle tre sezioni è di ordine pratico: le tre tecniche si sono sviluppate negli
ultimi anni su percorsi autonomi e per ciascuna sono estate quindi mese a punto
metodologie differenti.
Qui però i tracciati a tratti paralleli finiranno per convergere quando si identificheranno dei
punti in comune.

Può servire anche a me?


Sembra interessante commenterà qualcuno a questo punto. Ma a me una cosa del genere
può davvero essere utile?
L'esperienza maturata in anni di attività in questo campo chi ha permesso di giungere alla
conclusione che migliorare le proprie capacità mnemoniche, velocemente e possedere un
valido Metodo di apprendimento e di studio non solo risulta utile, ma addirittura
indispensabile praticamente a tutti (uomini o donne che siano). Qualche esempio?

Un'amplissima categoria è senz'altro quella degli studenti e se alla parola “studente”


vogliamo sostituire l'espressione “chi studia”, ecco che si moltiplica ulteriormente il numero
degli interessati. A parte i giovani che frequentano corsi di ogni ordine e grado e per i quali il
metodo di studio spesso la cosa più importante da acquisire la richiesta incalzante di
aggiornamento professionale costringe anche chi già è uscito dal mondo della scuola e
dell’università a ritrasformarsi periodicamente in studente, con più il problema spesso, di
una mente meno “elastica” di quella degli anni più verdi.

Un’altra categoria comprende quei professionisti e manager, funzionari e dirigenti, ai quali


viene richiesto un alto livello di preparazione e di efficienza. Il conseguimento di una certa
posizione in ambito aziendale non significa la possibilità di dormire sugli allori: spesso è solo
un punto di partenza, e comunque i livelli raggiunti vanno mantenuti con un aggiornamento
e un automiglioramento constante, quotidiano. A contrastare con questa necessità c’e il
problema del tempo sempre più esigui a disposizione che costringe a imparare a ritenere le
informazioni più velocemente.

Va comunque ricordato che in tutti gli ambiti e i livelli lavorativi, per chiunque voglia
migliorare la propria posizione o anche soltanto lavorare con profitto e soddisfazione, e
indispensabile non fossilizzarsi e mantenere una perfetta efficienza mentale.

Per chi poi ancora non e entrato nel mondo del lavoro e sta vivendo quella scomoda fase
intermedia tra la fine degli studi e l’inizio dell’attività, l’acquisizione delle tecniche di
memorizzazione, lettura veloce e metodologia di apprendimento sono addirittura un must
sia per sostenere test e colloqui in vista de un’eventuale assunzione sia poi, una volta trovato
il posto adatto, per superare brillantemente la fase di prova e integrarsi facilmente nel nuovo
ambito, acquisendo senza sforzo le competenze richieste, anche quelle più difficili.

Un’altra fascia di pubblico interessata e motivata e senz’altro quella della terza età che
affronta il problema dell’invecchiare bene. E ormai dimostrato che l’invecchiamento
cerebrale e il conseguente decadimento delle primarie funzioni mentali derivano dal disuso,
ovvero da un minore allenamento della mente. Esercitare la memoria e mantenere vivi i
processi mentali che presiedono all’apprendimento favorisce di conseguenza il
mantenimento della massima efficienza mentale senza limiti di età.

Un’ ultima considerazione prima di entrare nel vivo della materia: ciascuno di noi utilizza, nel
corso dell’esistenza, una minima percentuale del proprio potenziale mentale. Uno spreco
inammissibile al quale fortunatamente e possibile ovviare, ricavandone tutti i vantaggi pratici
e gli effetti positive e benefici conseguenti.

Una premessa diversa


Le premesse sono sempre noiose e inutili. Ma non in questo caso. Il corso che presentiamo e
molto diverso dai soliti: serve per imparare ad apprendere, a memorizzare e a leggere in
maniera ottimale.
Il suo scopo e di insegnare al lettore tecniche e metodologie speciali, così da renderlo
mentalmente più efficiente offrendogli gli strumenti per utilizzare al meglio le proprie facoltà
mentali.

Attenzione, però: gli strumenti che vi daremo saranno utilissimi per raggiungere questo
scopo a un’unica condizione: la piena disponibilità da parte dell’allievo.
Solo così, seguendo con cura quanto e suggerito nelle cassette e ne capitoli del corso, senza
saltare nulla e facendo esattamente quanto viene di volta in volta richiesto i risultati saranno
assolutamente fantastici, superiori a ogni attesa.
Un’ ambiziosa Novità
Non è mai esistita finora un’opera organica su questo argomento, in grado di fornire tutte le
informazioni in modo semplice e conciso. Ci sono, e vero, svariati libri in commercio,
ciascuno dei quali offre in genere informazioni per forza di cosa frammentaria, settoriali e
limitate.

Alcuni si occupano di tecniche di memorizzazione, altri dissertano sulla struttura del cervello,
altri ancora sviscerano particolari fenomeni mentali quali l’apprendimento, l’emotività o
magari il rilassamento.

Le stesse mnemotecniche vengono interpretate sempre secondo il personale giudizio


dell’autore. Quest’opera nasce invece dall’esperienza diretta in corsi di sviluppo personale
tenuti dal vivo.

In parecchi anni di attività le tecniche si sono perfezionate: si è passati dall’insegnamento di


quelle più semplici, per lo più tramandate dall’antichità, a trattazioni sempre più
approfondite e specifiche, di pari passo con la crescente specializzazione degli istruttori.

Vale la pena a questo proposito di raccontare in che modo e scaturita la scintilla che ha poi
condotto alla realizzazione di quest’opera. I corsi dal vivo stavano dando risultati eccezionali
in breve tempo e l’ausilio di qualche pubblicazione specifica permetteva di approfondire gli
argomenti, a seconda del particolare interesse del momento. Gli istruttori possedevano a
loro volta decine di questi testi e man mano la loro competenza aumentava.

Una sera, durante una riunione, si intavolò una discussione su quali testi consigliare agli
allievi. Fu subito evidente che tutti erano d’accordo su un punto: quei libri potevano servire
esclusivamente per approfondire argomenti già noti, ma mai per imparare.

In altre parole, davano per scontato che solo partecipando a un corso dal vivo sarebbe stato
possibile imparare a utilizzare al meglio la propria memoria e a leggere velocemente.
La discussione proseguiva e a un certo punto qualcuno si domando: “Ma se per noi e
semplice ottenere ottimi risultati con i nostri allievi, perché non dovrebbe essere possibile
trovare un sistema per insegnare anche a chi resta a casa propria”

La soluzione baleno lampante:


bisognava portare l’istruttore a casa dell’allievo, o meglio, portargli la sua voce.
“Memo: memoria e metodo” ha quindi due scopi principali, distinti ma connessi: in primo
luogo riprende dai corsi dal vivo le caratteristiche positive legate all’effetto-voce; in secondo
luogo, intende offrire agli interessati un panorama veramente della materia.
Il corso e sempre articolando in lezioni, ognuna delle quali e composta da un capitolo della
sezione che si sta affrontando e della relativa audiocassetta.

Nell’audiocassetta si sente la voce dell’istruttore che spiega e suggerisce gli esercizi, nel testo
di accompagnamento vengono presentate presentare in modo esauriente le base tecniche e
scientifiche di quanto si insegna.

Il linguaggio semplice e compressibile permette di soddisfare ogni curiosità sul


funzionamento del cervello, della memoria, dei sistemi di lettura veloce e
dell’apprendimento.

Istruzioni per l’uso


Come si segue il nostro corso? L’esperienza acquisita ci ha insegnato che la semplice lettura e
spesso disturbata da difficolta di attenzione e concentrazione perché, quando qualcuno
legge, e di norma condizionato dalle proprie emozione e abitudini.

C’è chi legge per riuscire a prendere sonno la sera, e certo non può essere gran che
concentrato: c’è chi legge ascoltando la musica, il che può qualche volta addirittura favorire
la concentrazione, altre volte essere elemento de disturbo e fonte di distrazione.
Quando si legge, lo si fa nello stato d’animo di quel particolare momento: si può essere
annoiati, stressati, tranquilli o addirittura rabbiosi.

Per aggirare lo scoglio della distrazione si e deciso di ribaltare l’usuale schema di


insegnamento che ricorre nelle pubblicazioni attualmente in commercio. La pagina scritta
non è più la fonte esclusiva dell’insegnamento, ma e un ausilio per gli esercizi e soprattutto
lo strumento da cui attingere ogni informazione inerente la materia, un manuale comodo,
esauriente e sempre a portata di mano.

La vera fonte di insegnamento e l’istruttore, la sua voce che giunge all’allievo per il tramite di
semplici cassette.

Come nei corsi dal vivo, dunque, nei quali il partecipante segue attentamente e attivamente
il proprio insegnante, il lettore potrà affidarsi al suo personale istruttore o ottenere lo stesso
risultato anche a casa propria. E con un vantaggio non trascurabile: potrà seguire i suoi
tempi e le sue abitudini.

Infatti, la cassetta su può fermare per tutto il tempo necessarie per fare con calma gli
esercizi, può essere fatta tornare indietro per riascoltare un punto particolare, può essere
ascoltata più volte, fino ad aver assimilato tutto il contenuto in situazioni diverse (per
esempio anche in machina), così da utilizzare al meglio anche i ritagli di tempo.

Segreti del nostro metodo:


A costo di correre il rischio di sembrare ovvi, sottolineiamo le regole su cui si basa il nostro
metodo, semplici ma di fondamentale importanza per conseguire dei buoni risultati.

1. L’importanza della gradualità


Le lezioni del corso sono state concepite e preparate con difficolta sempre crescente e
ogni lezione presuppone, per essere affrontata con successo, la perfetta conoscenza
delle precedenti. Può capitare che qualcuno abbia interessi specifici e decida di applicarsi
subito alla lezione corrispondente, saltando a pie pari tutto quello che viene prima.

E molto probabile che quella lezione risulti di difficile comprensione, perché chi legge
manca dei dati e delle informazioni che avrebbe dovuto acquisire nelle lezioni
precedenti. Si consiglia quindi di seguire con rigore l’ordine progressivo delle lezioni, che
è stato curato e concepito con uno scopo ben preciso di gradualità dell’apprendimento.

2. TEST
prima di ogni argomento sono inseriti dei test iniziali che devono essere considerati il
punto di partenza per l’apprendimento. La settimana successiva, infatti, saranno forniti i
test di verifica, per permettere una valutazione dei progressi compiuti.
Se non si avvertono sensibili miglioramenti, significa che bisogna ripetere quella lezione.

3. LE TESSERE DEL MOSAICO


Abbiamo già detto della gradualità, però e necessario precisare ancora meglio come
e stato strutturato il corso: per meglio riuscire nell’intento ricorreremo alla metafora
di un mosaico del quale ciascuna lezione costituisce solo una tessera, importante ai
fini del risultato finale, ma insufficiente da sola per consentire qualsivoglia giudizio
d’insieme. L’allievo dovrà quindi approcciare la materia delle singole lezioni – di ogni
singolo tassello – con questo spirito unitario, ben sapendo che essa e inserita in un
contesto globale nell’ambito del quale ha il suo peso calibrato al milligrammo. La
lezione sulla visualizzazione, per esempio, non si presta ad applicazioni pratiche
specifiche se non in abbinamento con altre tecniche che sono spiegate
successivamente.

4. L’allenamento graduale
Per utilizzare un’atra metafora, possiamo dire che se decidessimo do migliorare la nostra
forma fisica col body building ci recheremmo in palestra e riceveremo una scheda con
una seria di esercizi per ciascun muscolo, considerato in maniera autonoma con esercizi
specifici.

Se allenare quel singolo muscolo che fino ad allora non ci eravamo nemmeno accorti che
esistesse potrà in qualche momento sembrare poco esaltante, basterà pensare al
risultato finale – un fisico perfetto davanti allo specchio e davanti agli occhi di tutti – per
ritrovare la carica necessaria per impegnarsi al massimo.
Piano dell’opera
Per facilitare la consultazione e offrire all’allievo fin dal primo approccio un’esauriente
panoramica del corso presentiamo subito il piano completo di tutti gli argomenti trattati.
MEMORIZZAZZIONE

E la sezione principale del corso perché gli insegnamenti in essa contenuti offrono rilevanti
opportunità in campi molto vasti. Inoltre, negli ultimi sei fascicoli di questa sezione vi
verranno fornite le tecniche per memorizzare 500 vocaboli fondamentali delle lingue inglese,
francese e spagnola.

 Rilassamento en concentrazione
 Visualizzazione
 Associazione
 Fotografia mentale
 Alfabeto visivo
 Approccio con i numeri
 I numeri
 La creatività
 La mente umana
 Lo schedario mnemonico mentale
 Uso dello schedario
 Leggere e ascoltare
 Parole difficili è strane
 Lingue straniere
 Nomi e visi
 Carte de gioco
 Schedario alfanumerico
 Calendario, messi e settimane
 Agenda mentale, ricordare le scadenze.
 Ricordare la storia e la geografia
 I quiz di guida, l’alfabeto, morse ecc.
 I codici e le leggi, la medicina.
 La chimica, la statistica, l’ingegneria, l’informatica, l’elettronica.
 I concorsi, applicazioni, pratiche sul lavoro e in officio
 Ricordare la musica, la poesia, i sogni.

Lettura veloce

Tutti noi impariamo a leggere intorno ai sei anni, se non prima, e poi continuiamo a leggere
per tutta la vita, commettendo e cronicizzando infiniti errori, il più grave dei quali è quello
comunissimo definito “pronuncia mentale”: noi “sentiamo” la nostra vice che pronuncia ciò
che stiamo leggendo.

Ora, poiché si parla mediante alla velocità di 125-125 parole al minuto, di solito si legge alla
stessa velocita, che è almeno di 7-8 volte più lenta della velocita mentale. La conseguenza di
questo “rallentamento” e che la mente riempie la differenza di tempo con altri pensieri,
generando la famosa “distrazione”.

Attraverso gli esercizi e le tecniche di lettura veloce quindi non soltanto si raddoppia o si
triplica la propria velocita di lettura, ma si migliora notevolmente la capacità di
comprensione del testo. Il corso si sviluppa nel seguente modo:

 Introduzione, difetti nella lettura


 I test di verifica
 Il campo visivo
 Riconoscimento rapido di numeri e segni
 I punti di fissità
 Intuizione del significato
 Il ritmo
 Lettura orizzontale
 Lettura verticale e diagonale
 Ricerca veloce di parole
 La lettura a blocchi
 La lettura dei quotidiani
 La lettura dei libri
 Lettura superveloce
 La rassegna stampa
 Dove e quando leggere rapidamente
 Test finale

Apprendimento

In questa sezione si tratteranno i metodi ottimali per apprendere e quindi per studiare,
comprese nuovissime, rivoluzionarie tecniche di suggestione e auto motivazione per
affrontare non solo interrogazioni ed esami, ma anche colloqui di lavoro, riunioni importanti
e ogni situazione che presenti analoghe problematiche.

 La preparazione allo studio


 I metodi di concentrazione
 La metodologia classica
 Il comportamento nell’apprendimento
 Le parole chiave e le parole concetto
 I collegamenti fra discipline diverse
 La mappa mentale
 Come prendere appunti
 I colloqui di lavoro
 Le prove di interrogazione
 Gli esami
 Come superare l’emotività e il blocco mentale
Dinamica Mentale

Attraverso tecniche ed esercizi particolari, in questa sezione imparerete non solo a risolvere
problemi di creatività e di logica e a effettuare complicati calcoli mentali, ma anche a essere
padroni della vostra mente fino a dominare il sonno e la veglia.

 Introduzione e rilassamento profondo


 Le immagini mentali
 La propria immagine
 La sveglia mentale
 Dormire, stare svegli, pronto intervento
 Il laboratorio mentale
 Assistenti di laboratorio
 Sviluppare i propri sensi
 Il controllo del corpo
 Il controllo del dolore
 Le malattie professionali
 Potenziamento mentale
LEZIONE 1
IL RILASSAMENTO: UN’ARMA CONTRO LO STRESS

Il nemico numero uno dell’apprendimento e, come tutti sappiamo, la mancanza di


concentrazione. L’antidoto principe alla disattenzione e il rilassamento, poiché il meccanismo
mentale della concentrazione presuppone un atteggiamento di totale disponibilità.

Ecco quindi perché abbiamo deciso di parlare fin dalla prima lezione di una delle più efficaci
armi di cui l’uomo moderno dispone per migliorare la propria vita quotidiana.

Le applicazioni possibili delle tecniche di rilassamento, infatti, trascendono le sole


applicazioni mnemoniche e si rivelano molto soddisfacenti contro lo stress che tutti temiamo
e del quale ormai conosciamo le dannosissime conseguenze a breve e a lungo termine.

COME SEGUIRE LA LEZIONE

Il lato A della cassetta e una presentazione di tutto il corso connessa al fascicolo di premessa
e si conclude con una breve spiegazione sulla lezione odierna. Se lo desiderate, potrete
ascoltarla tranquillamente anche in auto.

L’ascolto del lato B, invece, presuppone la conoscenza di tutte le nozioni relative al


rilassamento che vi presenteremo in queste pagine: bisognerà quindi apprendere queste
nozioni prima di sentire il lato B della cassetta, che contiene un esercizio di rilassamento
completo della durata di 20 minuti.

Un ultimo consiglio: accingendovi all’ascolto del lato B, premunitevi contro eventuali


interruzioni, staccate il telefono e chiudere la porta.

STRESS VENTIQUATTR’ORE SU VENTIQUATTRO

Anche se il periodo nel quale viviamo e certo molto stimolante e tutto sommato favorevole
(lo sviluppò civile e tecnologico ha permesso la realizzazione di sogni secolari della specie
umana), il rovescio della medaglia e rappresentato dai ritmi imposti dalla civiltà del
benessere. Sorvolando sulle catastrofiche condizioni ambientali, sulle quali il singolo può
influire in misura poco determinante, sul piano individuale la lotta contro lo stress, le
malattie psicosomatiche, l’ansia e i suoi derivati si fa ogni giorno più accanita. Per vincerla
senza creare ulteriori problemi di salute (i farmaci spesso hanno effetti secondari nocivi).
Esiste un rimedio naturale: Il rilassamento.

Quotidianamente sottoposto a stress di vario tipo, l’organismo umano accumula tensione


fino a somatizzare i disturbi generati da ventiquattr’ore di traffico convulso, telefonate,
appuntamenti, scadenze da rispettare, fast-food, code, contrattempi e grattacapi.

Lo stress diventa così un fenomeno sociale e molte discipline, come lo yoga, l’ipnosi e il
training autogeno, per citare solo le più note, si candidano come soluzione. L’elemento che
accomuna tutte queste tecniche e il rilassamento.
È evidente, comunque, che non può bastare rilassamento deve diventare una buona
abitudine periodica e trasformarsi in un’arma che si è pronti a sfoderare al momento del
bisogno.

Onde cerebrali sono, sogno.

Il rilassamento e una tecnica messa a punto solo di recente, mentre e già dall’inizio del
secolo che su è cominciato a studiare con interesse il sonno: da queste ricerche discendono
le nostre attuali conoscenze, rivedute e aggiornate, in questo campo.

È ormai noto che è proprio durante il sonno che si recuperano le energie mentali, ma non
tutti sanno che il rilassamento produce sul cervello gli stessi effetti fisiologici del sonno.

Gli studi sul sonno sono giunti a un punto molto avanzato: dopo un primo periodo nel quale
lo scienziato era costretto a limitarsi a interrogare da sveglio il soggetto in esame,
l’introduzione di uno strumento fondamentale segno una svolta nelle ricerche.

L’avvento dell’elettroencefalografo che riesce a esprimere graficamente su foglio di carta le


cariche elettriche del cervello, misurate da appositi elettrodi applicati sul cranio del soggetto
in esame, fu una rivoluzione.

Le cariche elettriche derivano dall’attività di miliardi di neuroni che pulsano


contemporaneamente generando tracciati graficamente diversi a seconda delle differenti
attività mentali.

Sulla base di questi principi l’elettroencefalografo rileva quattro diversi tipi di onde cerebrali,
che sono state denominate beta, alfa, theta e delta, misurabili in ritmo e ampiezza.

STRESS: CHE COSA VUOLE DIRE?

Il vocabolo inglese stress, che in origine stava a significare tensione o sforzo in senso sia
concreto, sia anche concreto, sia anche astratto, e entrato di diritto nei dizionari dei paesi
cosiddetti civilizzati per indicare nel linguaggio comune proprio quel “male da civiltà” di cui
tutti, in misura più o meno accentuata, soffriamo.

In campo biologico fu utilizzato per la prima volta da Hans Selye, uno scienziato viennese
nato nel 1907 che a venticinque anni si stabili in Canada, a Montreal, dove diresse a lungo
i’Institute of Experimental Medicine and Surgery. Intorno agli anni Cinquanta si dedicò ad
approfonditi studi sulle reazioni dell’organismo sottoposto a svariati stimoli. In questo
contesto utilizzo il termine stress nel significato di risposta biologia naturale a un
determinato stimolo.

Onde alfa: Le onde del rilassamento. Piu lente delle precedenti (da 8 a 13 cicli al secondo),
contraddistinguono una fase di “veglie rilasciata”, priva di un’intensa attività sensoriale,
caratteristica di uno stato di presonnolenza, calma, benessere e rilassamento fisico. La
mente si abbandona alla fantasia e al pensiero creativo, lasciando fluire intuizioni e
ispirazioni.

Onde beta: La loro frequenza aumenta in presenza di stati d’ansia. A basso voltaggio e con
ritmo elevato (si ripetono più di 14 volte al secondo), le onde beta sono caratteristiche della
fase di veglia.

In fase di onde beta a frequenza elevata l’individuo adulto ha piena coscienza dei propri
sensi oggettivi e massima capata logica.

Onde theta: le onde del primo sonno.


Ancora più lente delle alfa (dai 4 ai 7 cicli al secondo), caratterizzano la fase del primo sonno,
in cui la mente perde coscienza esterna. Sono concomitanti con un profondo rilassamento
fisico in cui anche il ritmo cardiaco rallenta.

In questi grafici, si possono vedere i ritmi diversi delle onde cerebrali da misurare sull’unita u
tempo (secondo).
Dall’alto, le onde beta, tipiche della fase di veglia: le onde alfa, con un ritmo più rallentato,
che si riferiscono a una fase di veglia rilassata; le onde theta, caratteristiche del primo sonno
e, sotto, quelle delta (fase del sonno profondo).
Nelle culture orientali e con queste inde che effettuano le meditazioni più profonde.

Onde delta: Hanno frequenza compresa tra 0,5 e 3,5 cicli al secondo. L’incoscienza e totale e
il rilassamento fisico praticamente completo. Battito cardiaco e respirazione sono al minimo.
Questa e la tipica fase del sonno profondo, del coma o dell’anestesia totale.

Tutti tipi de onde cerebrali sono presenti nel sonno (non solo le theta e le delta): infatti si è
appurato che le beta, alfa, theta e delta si alternano almeno 4 o 5 volte per notte, ripartendo
dalla veglia fino al sonno profondo.

Il sonno e stato diviso in due fasi, che sono denominate rispettivamente REM e NON REM.
REM e una sigla che significa Rapid Eye Movimenti, ossia movimenti veloci degli occhi. NON
REM e semplicemente la fase di “non” REM.

La fase e stata anche denominata “del sonno paradosso”, visto che la sua fisiologia e molto
simile a quella dello stato di veglia, con battito cardiaco, funzioni muscolari e respirazione
completamente diversi da quelli ricorrenti nel restante periodo di sonno.

La fase NON REM e stata invece divisa in quattro stadi. Nel primo le onde beta,
caratteristiche della veglia, via via rallentano premettendo la comparsa delle alfa. Se in
stadio alfa si verificano rumori o stati di tensione provocati da ricordi particolari,
immediatamente riprendono le onde beta.

Successivamente le alfa rallentano ulteriormente per lasciare il campo alle theta, con ritmi
ancor più bassi. Nello stadio theta sono possibili piccoli spasmi o sensazioni di caduta. Inizia
qui il secondo stadio.

Se vi svegliassero in questo momento, penseremmo di non esserci mai dormentati, ma in


realtà, anche se tenessimo gli occhi aperti, non vedremmo più nulla. Con l’apparire delle
onde delta inizia il terzo stadio di ancor maggiore rilassamento e attività vitali ulteriormente
ridotte, il quale prelude al quarto, il più profondo di tutto il sonno. Se ci svegliassero di
soprassalto, ci metteremmo un po’ di tempo a riacquistare lucidità.

Il quarto stadio dura circa un’ora, dopo di che inizia un viaggio di ritorno attraverso tutti gli
stadi finora descritti, solo un po’ più rapido. Ogni alternanza di fase REM e NON REM viene
definita “ciclo” del sonno e varia-dai 70 ai 110 minuti.

I cicli variano da persona a persona in base a molteplici fattori, tra cui ha un peso rilevante
l’età del soggetto. Ogni notte attraversiamo 4 o 5 cicli completi e la fase REM aumenta ogni
volta a scapito di stadi di sonno più profondo.

Il Sogno

Fin da quando fu scoperta, la fase RAM venne subito associata al fenomeno onirico, e i
successivi esperimenti compiuti confermarono quest’ipotesi. Solo, in seguito, si e appurato
che e possibile sognare anche in altri stadi, caratterizzati peraltro da una possibilità di
ricordare e da un’emotività molto ridotte.

L’importanza del sogno per la sua funzione di ricaricamento dell’energia psichica e ormai
universalmente riconosciuta.
Nel sonno con sogni della fase REM il tracciato delle onde cerebrali e molto simile a quello
registrato in stato di rilassamento e ciò significa che, dal punto di vista fisiologico, applicare
una buona tecnica di rilassamento permette di ricaricarsi di energia come nella fase di sonno
con sogni.
Una notte di sonno. Il grafico mostra i vari del sonno durante alcune ore di riposso. Le frecce
indicano le onde dell’elettroencefalogramma (EGG) caratteristiche di questi stadi. Come si
può notare, seguendo il tracciato delle onde, la profondità del sonno aumenta e diminuisce
circa ogni novanta minuti: col passare delle ore il sono diventa più leggero e la durate dei
periodo REM, quelli in cui avvengono i sogni, sempre maggiore.

Il passaggio dal sonno NON-REM a quella REM e indicato contemporaneamente dal maggio
frequenza delle onde cerebrali, che diventano molto simili alle onde dello stato di veglia,
dalla cessazione dell’attività muscolare e dalla comparsa dei movimenti rapidi degli occhi.
COMME IMPARARE A RILASSARSI

Attacco alla diligenza: una posizione quasi perfetta

Nei fil western il postiglione della diligenza assalita dagli indiani, anche se trafitto da due o
tre frecce, non crolla e resta a cassetta esanime fino alla fine. Non e colpa di un regista
distratto: il corpo umano, nella posizione che su assume proprio a cassetta, raggiunge la
massima stabilita. La posizione e quella seduta, con piedi ben piantati, gambe leggermente
divaricate, gomiti all’altezza della vita e busto bilanciato.

Non a caso l’inventore del training autogeni. Il neurologo tedesco Johannes Heinrich Schultz,
la raccomanda come quella ideale da assumere per praticare gli esercizi volti a rilassamento.

Anche noi la consigliamo per le prime volte: può essere facilmente assunta in qualsivoglia
luogo e circostanza, anche con poco tempo e poco spazio a disposizione; non favorisce la
sonnolenza. A patto di non tenere mai braccia né gambe incoriate, e molto adatta.

Una variante più comoda richiede una poltrona a schienale alto; in questo caso la testa sarà
appoggiata allo schienale e sognerà mantenere la schiena a contatto con la poltrona per non
scivolare in avanti.

La posizione supina

La posizione ideale un assoluto per rilassarsi rimane comunque quella supina, con alcuni
accorgimenti: evitare le superfici troppo morbide, per esempio, altrimenti si rischia di
ritrovarsi addormentati (a meno che il rilassamento venga praticato proprio a questo scopo).

La cosa migliore consiste nello sdraiarsi con le gambe leggermente divaricate e le braccia
lungo il corpo con i palmi verso l’alto.
In casa ci si potrà sdraiare sulla moquette o sul pavimento, sopra un tappetino da ginnastica
o una stuoietta; all’aperto si avrà l’imbarazzo della scelta tra un prato verde, una spiaggia di
sabbia eccetera. Il terreno ha comunque il benefico potere di aiutare a scaricare la tensione.

Non ci dilungheremo qui con istruzioni precise perché questo compito e già svolto dalla
cassetta; sarà la viva voce dell’istruttore a dirvi quel che bisogna fare e basterà seguire le sue
indicazioni in tempo reale. Ma che una cosa succede effettivamente durante il rilassamento,
tralasciando il discorso già affrontato delle onde cerebrali?

Durante gli esercizi si sperimentano sensazioni molto piacevoli e si ha spesso l’impressione


di tornare indietro negli anni alla nostra infanzia.

Oggi, da adulti, bisogna che la voce di un istruttore ci ordini: “Concentrati sul piede destro e
rilassali” per riuscire a farlo. Ma da bambini ci rilassavamo spontaneamente e
completamente ogni notte e solo l’abitudine alla tensione prolungata ci ha privati da adulti di
questa fondamentale capacità.
Il suggerimento nel dettaglio di rilassare questo o quell’arto, questo o quel muscolo, serve a
eliminare globalmente lo stato di tensione cronica che impedisce il benessere.
Per raggiungere uno stato di rilassamento ideale esistono molte altre tecniche: si potrà per
esempio visualizzare il proprio corpo come un palloncino che venga sgonfiato con l’aiuto di
uno spillo, o si potrà immaginare di avere dei rubinetti ai piedi, aprendo i quali le tensioni
siano libere di fluire, come l’Acqua, oppure considerare il nostro corpo come una corda tesa
da rilasciare gradualmente. Ciascuno può scegliere l’immagine per lui più efficace.

Il tarlo dubbio
Le prime volte che si prova a rilassarsi seguendo le tecniche suggerite possono sorgere dubbi
del tipo: “Ma mi sarò rilassato bene” Oppure ci possono essere dei problemi a visualizzare le
immagini proposte dalla voce nella cassetta. Lo stato di rilassamento presuppone un
completo distacco dalla coscienza attiva e se si rimane vigili per verificarne il risultato si
finisce con l’ostacolare la buona riuscita dell’esercizio che si esta praticando.

La verità e che difficilmente si raggiungono i massimi risultati al primo ascolto. Bisogna


esercitarsi per migliorare gradualmente il proprio livello di riuscita.

Dopo aver ascoltato due o tre volte la cassetta, sarà opportuno ripetere l’esercizio
opportuno alla fine senza più la voce dell’istruttore. Per un certo periodo si potrà procedere
alternando i due sistemi: un po’ con l’aiuto della cassetta e un po’ facendo da soli.

L’obiettivo e quello di diventare capati di rilassarsi da soli, anche in condizioni non ottimali,
impiegando un tempo via via sempre più breve, fino a farcela in pochi secondi.
IL LINGUAGGIO DEL CORPO

Sapete perché abbiamo raccomandato di evitare di incrociare braccia e gambe?


Traduciamo in parole e utilizziamo per la comunicazione verbale solo una minima parte dei
nostri pensieri; ciò non significa, tuttavia, che pensieri ed emozioni non vernalizzate siano
condannate a restare inespresse anzi: gesti, sguardi, espressioni e movimento ti parlano con
più forza delle voci.

I nostri antenati delle caverne utilizzavano il linguaggio del corpo come mezzo principale di
comunicazione. Noi, invece, siamo costretti a non manifestare apertamente molti dei nostri
pensieri e abbiamo così maturato l’abitudine a un atteggiamento-barriera per difenderci da
cose, persone e situazioni che ci disturbano. Se in presenza di un individuo odioso l’uomo
delle caverne non avrebbe esitato ad allontanarsi fisicamente senza porsi problemi di
etichetta, noi uomini moderni non sempre ci possiamo permettere di girare platealmente le
spalle al capufficio rompiscatole che sta dicendo un sacco di sciocchezze, allontanandoci per
la nostra strada.

Dobbiamo rimanere, ma lo facciamo reagendo, anche se inconsciamente, con una tipica


posizione di difesa e rifiuto, incrociando le braccia o le gambe o tutt’e due, come se stessimo
erigendo fra noi e lui una barriera immaginaria.
Ecco perché sconsigliamo di incrociare braccia o gambe durante gli esercizi del rilassamento;
gli arti in posizione di barriera genererebbero un surplus di tensione da rimuovere. Solo
dopo molto esercizio e per lo più come lo yoga si può in qualsivoglia posizione.

Gambe Accavallate, braccia aperte: indicano difesa con disponibilità.

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