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INDICE
Nota sull'autore p. 5

Nota dell’autore p. 5

Introduzione p. 6

Perché il cervello dimentica le informazioni? p. 9

Come funziona la nostra testa? p. 11

Il principio della visualizzazione p. 13

La base delle tecniche di memoria: PAV o p. 17


EMAICE
Memorizzare numeri infiniti: la conversione p. 23
fonetica
Come avviene la conversione fonetica p. 27

Lo schedario mentale 0-25: il tuo cervello p. 32


diventa una banca dati
Lo schedario mentale 26-50 e modalità di p. 35
applicazione
APPENDICE 1: come memorizzare l’intero p. 40
calendario annuale in meno di un quarto
d’ora
Schedari mentali 51-75 / 76-100 p. 44

Lo schedario mentale completo 0-100 p. 45

Memorizzare i numeri tramite conversione p. 47


fonetica singola
Memorizzare le date storiche p. 51

Memorizzare gli articoli di legge p. 57

Memorizzare le materie scientifiche & p. 66


formule
APPENDICE 2: memorizzare la tavola p. 73
periodica degli elementi
Memorizzare le lingue straniere p. 75

La tecnica dei loci ciceroniani p. 82

La tecnica delle stanze p. 88

Metodo di studio e mappa mentale p. 91

Come memorizzare una mappa mentale p. 107

APPENDICE 3: Studiare prima degli esami e p. 115


interrogazioni: alcuni consigli sul metodo e
sull’ultimo ripasso

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APPENDICE 4: alcuni consigli per studiare p. 120
matematica
APPENDICE 5: l’arte di prendere appunti p. 122

APPENDICE 6: il metodo Cornell / 6R: uno p. 127


strumento straordinario per prendere
appunti
APPENDICE 7: riconosci il tuo stile di p. 129
apprendimento

Bibliografia essenziale p. 132

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Copyrights 2015 - Proprietà letteraria riservata.
E’ vietata la riproduzione, anche parziale, di questo ebook.

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NOTA SULL’AUTORE

Pierluigi Fratarcangeli è laureato in lettere e in


scienze della formazione primaria. Ha conseguito tre
master post-laurea in ambito umanistico-pedagogico,
di cui due di I livello ed uno di II livello. Con un proprio
scritto ha contribuito all’edizione di un testo a
contenuto pedagogico - didattico.

E’ creatore e amministratore del blog Guamodì Scuola, dedicato alla


didattica, alla pedagogia e alla condivisione di risorse culturali e di
materiali per l’insegnamento.
Si interessa a tematiche legate all’apprendimento, al metodo di studio e
alla crescita personale: questo lavoro prende le mosse proprio da questi
interessi.
E’ insegnante da dieci anni ed attualmente presta servizio nella scuola
statale. Un suo romanzo è in corso di pubblicazione.

NOTA DELL’AUTORE

Questa guida è il risultato di un corso sulle tecniche di memoria seguito


ai tempi dell’università, a cui si aggiungono studi condotti
sull'apprendimento e la memorizzazione rapida, oltre ad un'esperienza
decennale di insegnamento nel mondo della scuola.
Vuole essere uno strumento di facile ed immediato utilizzo per studenti
e, in generale, per coloro che intendono migliorare i tempi di
memorizzazione e ottimizzare le abilità di studio. Chi scrive ha applicato
alcune delle tecniche qui proposte con i propri alunni, ottenendo risultati
decisamente soddisfacenti; per questo auspica che possa essere utile a
più persone possibili.
Per le esigenze di rapidità ed immediatezza che questo scritto si
propone, non ci si soffermerà (se non in minima parte) su questioni
teoriche legate al funzionamento del cervello; piuttosto, si andrà
direttamente al punto con l’applicazione pratica delle singole tecniche.

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INTRODUZIONE

Parlando di tecniche di memoria non ci riferiamo a pratiche di nicchia


riservate a pochi prescelti, né esse hanno a che fare con attività
“stregonesche” dietro cui sono nascosti chissà quali segreti o pratiche
esoteriche. Esistono persone che mostrano una memoria prodigiosa, ma
non perché abbiano capacità fuori dal comune; piuttosto perché
hanno imparato ad applicare delle tecniche - alcune piuttosto semplici
- fino a padroneggiarle.

Apprendere le tecniche di memoria è come apprendere una


qualsiasi altra abilità: all'inizio si procederà lentamente, a piccoli passi;
successivamente le abilità si consolidano e tutto diventa più fluido e
naturale. Chi non ricorda le prime volte che si è messo alla guida?
Si faceva caso ad ogni piccola cosa: dalla pressione sui pedali, alla
distanza dagli ostacoli, alla posizione delle marce. Dopo un po' di
pratica, però, riusciamo a guidare parlando, cantando, senza più
pensare a quello che facciamo.
L'esempio sta a significare che con le tecniche di memoria
funziona allo stesso modo: con impegno, voglia e abitudine
all'utilizzo la padronanza verrà da sé.

Personaggi celebri del passato, come ad esempio Cicerone o Pico


Della Mirandola sono famosi anche per ever avuto una memoria
prodigiosa. Pico Della Mirandola riusciva a ricordare una quantità
incredibile di informazioni e nozioni; Cicerone era in grado di
pronunciare orazioni lunghissime - le actiones - per ore intere senza
perdere mai il filo del suo discorso e senza mai dimenticare nessuna
informazione.
Come facevano? Con delle tecniche specifiche (Cicerone, ad esempio,
utilizzava la tecnica dei loci, che vedremo in seguito) che noi
conosciamo perché ci sono state tramandate da alcuni testi antichi.

Nulla di extraterrestre, dunque, ma tecnica ed esercizio!

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Qualsiasi corso o manuale che affronta il tema delle tecniche di memoria
inizierà con una trattazione più o meno ampia sull'anatomia del cervello
e sul suo funzionamento (ippocampo, sinapsi, bla bla bla); sono tutte
informazioni interessantissime ma non è questa la sede in cui se
ne parlerà. A noi interessa andare subito al sodo, iniziare a vedere
immediatamente, nella pratica, le applicazioni delle mnemotecniche
(altro nome per indicare le tecniche di memoria), dalle più semplici alle
più complesse.

Qualche altra premessa importante:

- Imparare le tecniche di memoria vuol dire affrontare argomenti - passo


dopo passo - tra loro propedeutici: vuol dire che per passare
all'argomento successivo è necessario aver capito il precedente,
altrimenti il nuovo "gradino" risulterà più ostico e complesso.

- Utilizzare le tecniche di memoria permette di ricordare molte più


cose in molto meno tempo; questo non significa che dalla pratica della
memorizzazione si debba eliminare la fase della ripetizione - più volte -
dell'argomento da apprendere. Piuttosto il meccanismo della
ripetizione sarà molto più rapido perché più rapido sarà il processo
di memorizzazione.

- Perché un qualsiasi apprendimento sia efficace - dagli argomenti di


studio fino all'acquisizione delle stesse tecniche di memoria - è
necessario un ingrediente indispensabile: LA MOTIVAZIONE. Senza la
motivazione - cioè senza la spinta che ci porta ad apprendere
canalizzando energie per uno scopo specifico - gli apprendimenti
saranno scadenti e inefficaci. Dunque, prima di iniziare un qualsiasi
percorso è importantissimo scoprire - o riscoprire - la motivazione dentro
di sé.

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Inizia con il porti queste domande: "Voglio imparare questo,
quest'altro e quest'altro ancora: perché? Perché è importante per
me raggiungere questo risultato?"

Nei prossimi capitoli entreremo progressivamente nel vivo


dell’argomento con la pratica di queste tecniche. Troverai tanti spunti,
materiali ed esercizi. Mi auguro che le pagine che seguono siano di tuo
interesse e che tu possa trovare in esse risorse utili per la tua crescita
personale e professionale.

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PERCHE’ IL CERVELLO DIMENTICA LE INFORMAZIONI?

Un noto psicologo, Ebbinghaus, già nella seconda metà dell'Ottocento


iniziò a studiare la capacità di ricordare dell'essere umano. Dopo aver
memorizzato un elenco di 13 sillabe provò a ricordarle nei giorni
successivi. Il suo studio dimostrò che si dimentica più facilmente
dopo i primi due giorni, successivamente si continua a dimenticare per
un mese circa, ma non con la stessa intensità. Inoltre, lo studioso,
provando a memorizzare nuovamente le stesse informazioni, notò che
la seconda memorizzazione era molto più rapida della prima (il
risultato sembra scontato, ma Ebbinghaus fu il primo a darne una
dimostrazione sperimentale).

I motivi per cui si dimentica sono essenzialmente tre1:

1. Mancanza di una strategia di recupero.

Durante lo studio, anche se l’argomento interessa molto lo studente (che


così memorizza rapidamente), è importantissimo utilizzare delle
strategie di recupero dell'informazione. Si tratta in sostanza di
lasciare delle tracce in grado di richiamare alla memoria nozioni ed
informazioni collegate tra loro; un indizio che apra di nuovo delle porte in
precedenza già aperte. Potremmo paragonare tutto ciò ai sassolini che
Pollicino disseminava nel bosco per ritrovare la via del ritorno a casa.
Per fare questo esistono diversi modi, e i più elaborati ed efficaci sono le
tecniche di memoria.

2. Decadimento dell'informazione.

Vi sono dimenticanze del tutto fisiologiche, normali. Nessuno tiene a


mente “tutto di tutto”, sono pochissimi i concetti o le nozioni che
restano in memoria per sempre. C'è un normale decadimento delle
informazioni, in primo luogo di quelle che non usiamo di frequente. Se
imparo a memoria gli affluenti di sinistra del Po e non uso mai più

1 Libero riadattamento da "Maria Teresa Serafini, Come si studia, Strumenti Bompiani, 1989, Milano

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l'informazione, nel giro di pochi giorni dimenticherò del tutto i nomi
memorizzati.

3. Interferenza.

Si verifica quando ho a disposizione due o più informazioni tra loro


molto simili: il cervello, in questo caso, tende a memorizzare la più
facile delle due, se con facilità intendiamo la più nitida, la più isolata,
la più paradossale o la più ricorrente.

La psicologia, però, dimostra anche che due informazioni simili, proprio


per la loro somiglianza, tendono ad essere memorizzate entrambe
facilmente.

A quanto detto finora occorre aggiungere alcune precisazioni, ripetendo


un concetto già espresso nel capitolo precedente. La qualità della
memorizzazione - e quindi anche l'efficacia del ricordo - è
necessariamente legata al fattore emozionale, vale a dire
all'investimento emotivo che ho nel momento in cui memorizzo.
Quanto mi interessa quello che studio? Quello che devo mandare a
memoria mi appassiona? Ho una forte motivazione per quello che
faccio?

Se la risposta a questi quesiti è negativa, è del tutto comprensibile che


le dimenticanze siano frequenti ed intense, perché interessa poco di
quello che si studia.

In fondo è capitato a tutti: se a darmi il numero di telefono è una ragazza


che mi interessa terrò a mente quel numero con molta più facilità
rispetto ad una situazione opposta!

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COME FUNZIONA LA NOSTRA TESTA?

Iniziamo ora ad occuparci concretamente delle tecniche di memoria, per


vedere su quale presupposto esse si basano e come imparare via via
ad utilizzarle in svariati contesti.

Partiamo da alcune premesse essenziali (la più importante riguarda


la MOTIVAZIONE e ne abbiamo già parlato):

- Il nostro cervello tende a ricordare con più facilità LE IMMAGINI, cioè


rappresentazioni concrete di idee, cose, concetti...

Capire quanto sia vero tutto questo è molto semplice: a tutti capita di
sentire il titolo di un film e non ricordare di averlo visto; poi, dopo aver
osservato la locandina, ci torna in mente tutta la trama!

Personalmente, da collezionista, posseggo più di 400 fumetti: quando


mi viene chiesto di cosa parla una storia, partendo dal solo titolo, spesso
ho enormi vuoti di memoria; quando vedo la copertina, però, ne
ricordo esattamente tutto il contenuto, anche nei particolari.

Non sempre ci pensiamo, ma i nostri ricordi sono legati soprattutto


ad immagini: ricordiamo momenti brutti o bellissimi, traumi o episodi di
gioia in relazione ad immagini di luoghi, persone, ambienti.

Anche chi dice "io ricordo soprattutto quello che ascolto" in realtà,
inconsapevolmente, sbaglia: chi ricorda quello che sente ha una
fortissima immaginazione che gli permette di tradurre in immagini -
le più varie e bizzarre - tutto ciò che ascolta.

Questi esempi - e se ne potrebbero fare a decine - stanno a dimostrare


una verità inequivocabile: il nostro cervello memorizza
prevalentemente per immagini.

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Più nello specifico, ecco come immagazziniamo le informazioni
nella nostra testa:

- 80% attraverso immagini;

- 12 % con i suoni (anche i suoni lasciano una traccia nel nostro


cervello);

- 8% con gli altri organi di senso.

Le tecniche di memoria sono efficaci perché si basano sulla


"trasformazione" in IMMAGINI di tutto quello che c'è da imparare.

Numeri, date, formule, concetti, idee astratte, possono essere mutati in


IMMAGINI da associare, collegare e memorizzare. Le tecniche di
memoria si basano su questo: tutto diventa immagine, tutto si può
memorizzare.

Le modalità attraverso cui convertire in immagini sono tantissime, alcune


lineari, altre bizzarre, ma tutte sono molto efficaci... e si apprendono
con l'esercizio.

I risultati sono strabilianti: provare per credere.

Nel prossimo capitolo proponiamo un’applicazione pratica che si basa


proprio sul PRINCIPIO DELLA VISUALIZZAZIONE!

Comincerete a constatare quali potenzialità nascoste abbia la


vostra mente!


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IL PRINCIPIO DELLA VISUALIZZAZIONE

Mettiamoci all'opera per sperimentare un primo assaggio di tecniche di


memoria. Ovviamente si tratta solo di un esempio che non esaurisce
nemmeno una minima parte dell'argomento; ci permette però di iniziare
a farci un'idea.

Seguono 19 parole: leggile con attenzione una sola volta, non di più
(puoi anche barare, ma non servirebbe a nulla perché imbroglieresti te
stesso :) )

1. TAVOLO
2. MELA
3. RE
4. TAPPO
5. MAMMA
6. NAVE
7. SCARPA
8. DOCCIA
9. CERINO
10. LETTO
11. MUCCA
12. LAMA
13. AUTOMOBILE
14. PENNA
15. QUADRO
16. COMPUTER
17. LUMACA
18. BICICLETTA
19. LIBRO

Queste 19 parole - scelte a caso e di getto - sono sufficienti per


iniziare.

A questo punto non tornare a sbirciarle per nessuna ragione e...

SVOLGI GLI ESERCIZI CHE SEGUONO!

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ESERCIZIO 1 - A

Adesso riscrivi le 19 parole nell’ordine esatto in cui le hai lette.

Coraggio! Prendi un foglio, crea un elenco numerato da 1 a 19 e riscrivi


le parole.

Fatto questo, confronta il tuo elenco con quello che ti è stato dato:
verifica quante parole hai ricordato complessivamente e quante ne hai
ricordate nell'esatto ordine in cui erano scritte.

Gli esperti hanno calcolato che, mediamente, una persona ricorda


dalle 3 alle 5 parole in ordine, più qualcun'altra sparsa qua e là.

Sperimentiamo ora - per memorizzare le 19 parole - una strategia


molto semplice che si basa sul principio della visualizzazione. Tale
principio permette di vedere con la mente, di immaginare in modo
nitido oggetti, concetti, idee e proiettarli nel nostro cervello come se
fosse un grande cinema.

Dopo aver trasformato tutto in immagini basta collegarle e ... il gioco è


fatto!

Niente di alchimistico, sono risorse naturali della nostra mente che si


possono sfruttare a proprio vantaggio.

Vediamo come fare:

Inseriremo ora le parole da memorizzare all'interno di una breve


narrazione inventata, con collegamenti fantasiosi e bizzarri. E’
importante immaginare nel modo più particolareggiato possibile ciò che
viene narrato: soffermati ad immaginare sia la vicenda sia le parole
scritte in stampato grassetto.

Via!

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Immagina di osservare un grosso TAVOLO (magari anche quello di casa
tua, ma enorme) e, a guardarlo bene, ti accorgi che non poggia su
normali gambe, ma è sostenuto da un'enorme MELA (verde, è più
buona). Ad un certo punto la mela inizia a rigonfiarsi, come se dentro ci
fosse qualcuno che scalcia... effettivamente si squarcia e da lì esce un
RE, con corona e mantello. Il re inizia ad agitarsi, si tocca la pancia
perché gli fa male, la sua gola si gonfia, la sua bocca si ingrandisce e
sputa un enorme TAPPO che va a finire dritto in fronte a tua MAMMA.
Tua mamma fugge con il tappo su una NAVE a vapore, nave bellissima
e antica, tuttavia urta contro un ostacolo e va in frantumi: l'ostacolo è
una SCARPA enorme, gigantesca e malridotta. All'interno, dove si
inserisce il piede, c'è una DOCCIA; provi ad aprirla ma l'erogatore
sembra ostruito, non esce nulla... lo smonti e dentro trovi un CERINO
grande come un tronco d'albero. Provi a sfregarlo e alla prima scintilla
tutto esplode e tu voli in aria... la tua caduta viene attenuata da un
LETTO comodo e ampio su cui atterri. Il letto piano piano inizia a
gonfiarsi, vedi delle corna emergere da sotto le coperte e poi una
MUCCA squarcia il letto a metà. Ad osservarla bene questa mucca non
ha una normale coda, ma ha una LAMA affilatissima e dentata, la agita
fino a lanciarla su un’ AUTOMOBILE (la tua o, meglio, di tuo padre) che
viene tagliata a metà. Ti accorgi che sotto la macchina, al posto della
marmitta c'è una PENNA bellissima, stilografica, che si anima, inizia a
camminare e da sola dipinge un QUADRO. Il quadro lo guardi bene, ma
è il monitor di un COMPUTER, proprio il tuo COMPUTER, che diventa
sempre più grande e in sovrimpressione compare un conto alla
rovescia .. 3...2 ..1 ... esplode il monitor e dietro appare una LUMACA
gigante, con le sue antenne e ti sorride. Ti saluta con una mano, grigia
come lei, e monta in BICICLETTA. Non si accorge, poverina, che
mentre è intenta a salutarti non guarda la strada e urta contro un
ostacolo enorme fino a spiaccicarvisi del tutto: è un LIBRO, grande
almeno come una casa, il tuo libro preferito.

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Bene, abbiamo utilizzato tutte le parole. Ora ripassa la storiella a
mente, focalizzando la tua attenzione sulle parole chiave.

ESERCIZIO 1 - B

A questo punto non ti resta che riscrivere l’ elenco da 1 a 19 e ... da 19


a 1! Sì, perché ora ricorderai le 19 parole sia nell'ordine in cui sono
scritte sia al contrario... semplicemente ripetendo la storiella dalla fine
all'inizio.

Mettiti all’opera!

Scommetto che sei riuscito a riscrivere esattamente tutte le parole sia in


un verso che nell'altro!

Complimenti!!!

Nei prossimi post entreremo meglio nell'argomento e inizieremo a capire


qualcosa in più su questo interessante mondo delle mnemotecniche.
Intanto puoi inventare tu stesso 19, 20 o più parole (all'inizio ti
suggerisco di usare parole che richiamano oggetti concreti) ed
esercitarti con la tecnica che hai appena imparato. Quando la
padroneggerai, potrai stupire qualche tuo amico o familiare!!! 


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LA BASE DELLE TECNICHE DI MEMORIA: PAV - EMAICE

Gli mnemonisti mettono alla base delle tecniche di memoria un criterio


generale che presiede ad ogni strategia di memorizzazione. Ognuno
chiama questo criterio in modo diverso, utilizzando acrostici come ad
esempio PAV o EMAICE.

Per approfondire.
Il termine EMAICE viene utilizzato nel libro di Pierangelo Garzia e
Gianni Golfera dal titolo “Il grande libro della memoria”, Sperling
& Kupfer, 2010. Il termine PAV compare invece nei libri “Tecniche di
memoria e lettura veloce”, GIUNTI DEMETRA, 2009, Firenze e “Il
segreto di una memoria prodigiosa. Tecniche di memorizzazione
rapida”, GRIBAUDO, 2006, Milano di Matteo Salvo.

In molti casi ognuno crea un nome diverso semplicemente per dare


un'impressione di originalità. A questo proposito non consiglio di seguire
i corsi di mnemotecniche: sono davvero molto costosi e le stesse cose
posso essere tranquillamente apprese studiando un semplice manuale.

Alla base della memorizzazione, come abbiamo già visto, ci sono le


immagini mentali, poiché per circa l'80% il nostro cervello
memorizza attraverso le immagini.

Il punto ora è: come devono essere le immagini che creiamo nella


nostra mente perché siano efficaci e facili da memorizzare?

Utilizziamo a questo proposito l'acronimo PAV: Paradosso - Azione -


Vivido. Con questo metodo, che vediamo a breve, non facciamo altro
che rendere molto più “digeribili", per la nostra mente, le immagini che
creiamo; in questo modo il nostro cervello riesce a fissarle, e quindi a
memorizzarle, con più facilità.

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Per PARADOSSO intendiamo immagini il più possibile improbabili,
strane, bizzarre, inusuali. Tutto ciò che è strano ci impressiona,
smuove qualcosa nel nostro ambito emozionale. Pensiamo ad esempio
ad immagini particolarmente comiche o splatter: ci restano vivide nella
mente perché vanno a "stuzzicare" le nostre emozioni. Le emozioni, lo
ripetiamo continuamente, stanno alla base dell'apprendimento e della
motivazione: più ci appassiona ciò che studiamo, più il successo
nello studio è alla nostra portata.

Quindi immagineremo, a seconda dei casi, non un semplice elefante,


ma un enorme elefante, grande almeno come un grattacielo, in
calzamaglia che balla la Macarena. Non immagineremo una semplice
casa, ma una casa gigantesca, la mia stessa casa, che ha tegole fatte
di caramelle e l'intonaco di zucchero filato, dove si aprono le finestre al
ritmo di un valzer che suona all'interno.

AZIONE. E' più facile memorizzare immagini statiche oppure


immagini in movimento, concatenate in sequenza? Senza dubbio la
seconda opzione: memorizziamo meglio immagini collegate tra loro,
che hanno un senso e una loro logica (anche se bizzarra, non
importa).

VIVIDE. E' presto detto: le immagini devono essere il più possibile


"reali", vivide appunto. E' vivido ciò che è particolarmente intenso,
evidente, chiaro, che non lascia dubbi rispetto alla sua
identificazione.

Dicevamo all'inizio che un altro modo per chiamare le nostre


immagini mentali è la sigla EMAICE; cambiano le parole ma il
concetto non cambia:

ESAGERAZIONE: assegnare all'oggetto da memorizzare dimensioni,


aspetti e proporzioni al di sopra della norma (vedi l'elefante enorme
come un edificio).

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MOVIMENTO: conferire dinamismo all'immagine, movimento, evitare la
staticità (l'elefante in questione balla la Macarena).

ASSOCIAZIONE INUSUALE: creare associazioni bizzarre, folli, senza


un apparente nesso logico tra due o più elementi (l'elefante ha un
cappello da marinaio e una tuta da meccanico).

COINVOLGIMENTO EMOTIVO: è bene usare immagini che siano per


noi affettivamente significative, che richiamino nostri vissuti emozionali:
se immagino la casa, sarà la mia casa; se immagino un’automobile,
sarà la mia prima automobile a cui sono stato particolarmente
affezionato. Sensazioni e sentimenti sono più vividi rispetto a cose,
persone, animali che hanno avuto rilevanza emozionale per noi.

DOMANDA: cosa fare nel caso di parole astratte? E' facile immaginare
ad esempio la parola TAVOLO, ma come posso immaginare la parola
AMORE?

RISPOSTA: In questo caso bisogna fare molta attenzione. Rispetto alla


parola AMORE, ad esempio, ciascuno può avere i pensieri più svariati:
qualcuno penserà all'amore della sua vita, qualcun altro all'ultimo film
sentimentale che ha visto o ad una situazione emozionale
particolarmente intensa. Così facendo, però, si rischia di sostituire
l'immagine che la parola AMORE dovrebbe avere con altre
immagini associate all'amore ma che amore non sono, ad esempio
l'immagine della propria moglie, oppure al titolo del film d'amore che
abbiamo visto recentemente (quindi potrebbe restare in mente la parola
GHOST e non AMORE!).

In questo caso occorre SPEZZARE la parola astratta in parole più brevi


che rappresentano elementi concreti e successivamente collegare le
due parole con il metodo PAV.

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Nel caso della parole AMORE possiamo fare così:

AMORE = AMO + RE

Colleghiamo le due immagini in modo vivido, attivo e paradossale


immaginando che l'AMO infilzi, squartandolo, il povero RE. In questo
modo avremo reso reale, concreta e vivida l'immaginazione di una
parola ASTRATTA.

Vediamo un altro caso: l'immagine della parola SILENZIO. Che fare?


Non posso immaginare cose che mi richiamano ad altro, come ad
esempio una stanza vuota, perché ricorderei l'immagine STANZA e non
SILENZIO, andando così completamente fuori strada.

E allora proviamo a spezzare la parola immaginando separatamente


due immagini concrete che somiglino ai suoni delle parole "spezzate".

SILENZIO = SILos + LENZa

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Immaginiamo ora che questo enorme silos inizi a poco a poco a
crollare, fino a distruggersi completamente e al centro delle macerie
troviamo una lenza enorme, gigante, del tipo di quella in figura.

Nel caso di parole astratte più lunghe e complesse (es. Affermazione,


complementarità, epesegetico), esse posso essere "spezzate" anche
in 3 - 4 o più parti da collegare tra loro. Il procedimento che collega le
singole parti è sempre lo stesso.

ESERCIZI

Per ciascun esercizio è stimato un tempo di esecuzione di 5 / 7


minuti.

(Le prossime volte troveremo esercizi via via più impegnativi)

1. Per le 10 parole che seguono create un'immagine per ogni aspetto


analizzato (il paradosso, l’azione e la vividezza, separatamente).
Potete scegliere i 3 del PAV oppure i 4 dell'EMAICE, fa lo stesso.
L'importante ora è immaginare le parole tenendo separati ciascuno dei
criteri.

Casa
Ombrello
Sedia
Rana
Tigre
Fabbro
Nonna
Condominio
Computer
Scarpa

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2. Immaginare le 10 parole che seguono provando ad applicare tutte
le caratteristiche della visualizzazione in modo simultaneo (sia PAV
che EMAICE, fa lo stesso). Non più una per volta, come nell'esercizio
precedente, ma in modo simultaneo.

Cane
Elefante
Televisore
Libro
Cappotto
Mamma
Gatto
Quercia
Ulivo
Maglione

3. Memorizza ora, spezzando le parole “se” e “come” ritieni


necessario, le seguenti parole astratte.

Ilarità
Giovinezza
Allegria
Sentimento
Stupidità
Curiosità
Efficacemente
Miracolo
Sogno


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MEMORIZZARE NUMERI INFINITI: LA CONVERSIONE FONETICA

Dopo i capitoli precedenti - necessari e importantissimi sia come


introduzione all'argomento, sia per mostrare i principi di base delle
tecniche di memoria - ci concentriamo adesso su un altro principio
cardine delle mnemotecniche, la CONVERSIONE FONETICA.

Questo metodo è stato divulgato dal filosofo e matematico Gottfried


Wilhelm Leibniz e poggia su un principio molto semplice: trasformare
qualsiasi tipo di numero, singolarmente o a gruppi di 2 - 3 (a volte a
gruppi di 4), in IMMAGINI.

Si vede chiaramente che le immagini ritornano sempre perché, lo


ricordiamo di nuovo, sono il fondamento delle tecniche di memoria.

Per applicare il sistema della conversione fonetica è necessario all'inizio


imparare a memoria - in modo del tutto tradizionale, va benissimo - lo
schema che proponiamo in basso, che associa ad ogni numero da 0 a
9 una serie di lettere dell'alfabeto.

Vediamolo subito:

1 - t, d 6 - c, g

2 - n, gn 7 - c, ch, g, gh, q, k

3-m 8 - f, v

4-r 9 - p, b

5 - l, gl 0 - s, z, sc

I motivi che giustificano queste associazioni sono molto semplici.

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Prendiamo ad esempio il numero 1: basta farlo ruotare su se stesso e
assumerà la forma di una T in stampatello e, per assonanza, richiama
la D (direbbe un linguista che sono entrambe consonanti "dentali",
prodotte cioè attraverso la pressione della lingua sui denti).

Numero 1 = t, d

Numero 2: proviamo a farlo ruotare a sinistra di 90°; abbiamo così una


figura molto simile alla lettera "n" e, per assonanza, il gruppo "gn".

Numero 2 = n, gn

Numero 3: facciamolo ruotare a sinistra di 90°; abbiamo un simbolo


molto simile alla “m".

Numero 3 = m

Numero 4: proviamo a metterlo ... allo specchio, a farlo ruotare di


180° sul suo asse verticale. Avremo così la lettera "R"

Numero 4 = R

Numero 5: immaginiamo le 5 dita della mano, dall'indice al mignolo le


dita sono unite, invece il pollice è perpendicolare alle altre dita in
modo da formare una "L" (per assonanza gl)

Numero 5 = L, gl

Numero 6: togliendo un pezzo della "pancia" del numero, è evidente la


somiglianza con la "C" - di ciao, suono dolce, e non di cane, suono

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duro - e per somiglianza fonetica, cioè di suono, la "G" di Giotto, Gelato
(non di gatto, gufo etc...).

Numero 6 = C, G

Numero 7: facciamola ruotare di 90° sulla destra e immaginiamo che


sotto ci si uno specchio; l'immagine che viene fuori somiglia molto ad un
"K", suono duro di "C" cane, casa, cappotto (non suono dolce di ciao,
ciuccio etc...). Per assonanza fonetica abbiamo "G" di gatto, gufo (anche
qui, suono duro e non dolce) e Q.

Numero 7 = K, C, G, Q

Numero 8: tutte le curve di questo numero somigliano a quelle di una


"f" corsiva, scritta a penna. Per assonanza fonetica, quindi, abbiamo
anche la "V".

Numero 8 = F, V

Numero 9: mettiamolo, così come è, ad uno specchio alla destra del


numero; abbiamo una forma molto simile alla "P" e, per assonanza, la
"B".

Numero 9 = P, B

Numero 0: spezziamo il numero a metà, facciamo poi scivolare la metà


di sinistra verso l'alto; abbiamo così un segno simile alla "S" e, per
assonanza, "Z", “SC".

Numero 0 = S, Z, SC

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E' evidente che in questa conversione fonetica mancano
completamente le vocali.

Nella conversione vera e propria, infatti, useremo soltanto le


consonanti; per le vocali ci sarà una maggiore ... "flessibilità".

Impara a memoria lo schedario mentale che trovi nella figura in alto.

Se vuoi puoi scaricarlo al link in basso e stamparlo, così da averlo con


te a “portata di mano” e ripassarlo quando puoi (e vuoi):

SCARICA QUI LA SCHEDA SULLA


CONVERSIONE FONETICA

ESERCIZIO

Dopo aver memorizzato la scheda della conversione fonetica,


disponi accanto ad ogni numero (se non puoi stamparlo scrivilo
separatamente su un foglio) la lettera - o le lettere - corrispondente:

9 - ... 7 - ... 6 - ... 1 - ... 3 - ... 4 - ... 5 - ... 0 - ... 2 - ... 8 - ... 3 - ... 5 - ... 7 -
... 9 - ... 6 - ... 2 - ... 8 - ...

3 - ... 1 - ... 6 - ... 9 - ... 2 - ... 5 - ... 7 - ... 8 - ... 4 - ... 0 - ... 8 - ... 3 - ... 9
- ... 2 - ... 0 - ... 4 - ... 1 - ...

Se lo ritieni utile puoi continuare tu fin quando è necessario per


padroneggiare l'esercizio e per consolidare la memorizzazione.

Nel capitolo successivo useremo la conversione fonetica in modo più


approfondito, per arrivare poi allo schedario mnemonico che ti
permetterà di memorizzare moltissime cose con estrema facilità.
Potrai iniziare anche a memorizzare contenuti di studio.

26
COME AVVIENE LA CONVERSIONE FONETICA

Nel capitolo precedente abbiamo visto in base a quali criteri avviene la


conversione fonetica: ora sappiamo che in corrispondenza dei numeri ci
sono CONSONANTI (non vocali!) ben precise.

Vediamo ora nello specifico secondo quali regole avviene la


conversione fonetica.

Innanzitutto è fondamentale prestare attenzione al suono delle parole,


perciò, soprattutto all'inizio, è importante pronunciare ad alta voce le
consonanti.

Immaginiamo di avere il numero 11 da "convertire" con i criteri della


conversione fonetica.

Sappiamo bene che le consonanti che corrispondono al numero 1 sono


t e d.

Quindi:

1 = t, d

e, di nuovo

1 = t, d

Dobbiamo ora pensare una parola che sia composta da due sole
consonanti; esse possono essere due "t", due "d" oppure t e d
alternate.

Il numero 11, quindi, può essere convertito in "DaDo", in "DiTa"... o


anche in "DiTTa", TeTTo...

Nel caso di consonanti doppie il conteggio avviene come se vi fosse una


sola consonante; quindi la parola TeTTo non si traduce in "111", ma
sempre nel numero 11

27
In questo caso, il numero 111 avrebbe 3 consonanti, per esempio
potrebbe essere convertita in "DeTTaTo" (1 = D, 1 = TT, 1 = T).

Quando si effettuano le conversioni fonetiche e si hanno più


possibilità per una stessa serie di numeri (vedi l'esempio del numero 11
con DaDo, DiTa, DiTTa etc...) è sempre da preferirsi la parola che indica
elementi concreti perché sono ben immaginabili e facili da
"visualizzare" (ricorda l'importanza delle immagini nelle tecniche di
memoria!). Tra DaDo e DiTTa, ad esempio, è molto più facile
immaginare la parola "dado" che "ditta", perché è molto più immediata la
memorizzazione dell'oggetto (la parola "ditta" potrebbe portare a
divagare con l'immaginazione senza focalizzarsi su un'immagine definita
e "nitida").

Nella conversione fonetica bisogna fare molta attenzione a non fare


confusione tra consonanti simili che corrispondono, però, a numeri ben
distinti.

Esempio:

Il numero 65 può essere GiaLLo o CieLo (con G e C dolci!)

Il numero 75, invece, può convertirsi in GaLLO o in CaLLO (G e C


dure!) o in ... C . . O (questa preferisco non scriverla, prova ad
indovinarla! :) )

Ancora:

907 p - s - c (dura) = PESCA

90 p - sc (di sciarpa) = PESCE

5 = g / gl = aGLIo

75 = g/c + l/gl = iGLoo

28
Conversione dalla lingua inglese

In inglese, come è noto, vi sono delle parole che si scrivono in un


modo e si leggono in un altro. Nel caso della conversione fonetica, in
questo caso, si convertono in numeri soltanto le consonanti che si
pronunciano.

Nella parola KNIFE, ad esempio, la conversione è soltanto "28" che


corrisponde a "N" e "F" perché in inglese la consonante "K" non si
pronuncia; LISTEN è 502 cioè "L", "S" e "N" perché la T non si legge.

TAXI corrisponde a 170, "T", "C","S" perché la X si legge "CS".

Child corrisponde a 651, infatti in questo caso "ch" si legge come "c"
dolce

Christal corrisponde a 74015; qui, a differenza del caso precedente,


"ch" si legge come "c" dura

ESERCIZI

Bene! Ora sei pronto per esercitarti. Ricorda, se sei motivato ad


imparare mettiti subito alla prova e svolgi anche esercizi in più a quelli
che ti vengono proposti qui (della stessa tipologia), altrimenti interrompi
la lettura e riprendila in un altro momento.

Prendiamo uno stralcio di un testo di P. Coelho, il "Manuale dello


scalatore di montagne".

1 - Leggendo, disponi sulle parole i numeri in base alle regole della


conversione fonetica che hai appreso finora.

Scegli la montagna che desideri scalare: non lasciarti trascinare dai


commenti degli altri, che dicono “quella è più bella”, o “questa è più
facile”. Spenderai molta energia e molto entusiasmo per raggiungere il

29
tuo obiettivo, quindi l’unico responsabile sei tu, e devi essere sicuro di
ciò che fai.

2 - In questo esercizio ti vengono proposti dei numeri da tre cifre;


per ciascuno prova a trovare 3 possibili "conversioni" differenti.

ESEMPIO - 941 = p, r, t = PoRTa, PoRTo, BRoDo

N.B. Per i primi 5 numeri puoi anche appuntarti le lettere corrispondenti


al numero; successivamente dovresti essere in grado di "convertire" a
mente, senza alcun ausilio. Se non puoi stampare questa pagina svolgi
l’esercizio su un foglio.

801 ________________ _________________ _________________

794 ________________ _________________ _________________

405 ________________ _________________ _________________

504 ________________ _________________ _________________

413 ________________ _________________ _________________

742 ________________ _________________ _________________

981 ________________ _________________ _________________

30
333 ________________ _________________ _________________

451 ________________ _________________ _________________

558 ________________ _________________ _________________

777 ________________ _________________ _________________

192 ________________ _________________ _________________

283 ________________ _________________ _________________

374 ________________ _________________ _________________

3 - Ed ora, in ultimo, un esercizio/gioco: scopri quali proverbi si


nascondono dietro le serie numeriche.

121- 8 - 5 - 71 - 5 - 541 - 7 - 6 - 50 - 5 - 0392

—————————————————————————————————————
—————————————————————————————————————

7 - 149 - 85 - 25 - 01426

—————————————————————————————————————
—————————————————————————————————————

547 - 5 - 85 - 0141 - 5 - 8 - 11 - 5 - 8014 - 7 - 17 - 5 - 3

—————————————————————————————————————
—————————————————————————————————————

31
LO SCHEDARIO MENTALE 0-25: IL TUO CERVELLO DIVENTA UNA
BANCA DATI

Con quello che imparerai in questo capitolo e nei successivi sarai in


grado di fare cose straordinarie, che ti permetteranno, con un minimo
di impegno e applicazione, di imparare decine o centinaia di parole
nell'esatto ordine in cui ti vengono dettate: dalla prima all'ultima o
viceversa; partendo dalla parola sarai in grado di ricordare la sua esatta
posizione nell'elenco, oppure dall'elenco individuerai la parola senza
possibilità di errore.

Per fare tutto ciò è necessario memorizzare lo schedario mentale,


vale a dire un elenco di numeri con le corrispondenti immagini.

Lo schedario che ti proponiamo arriverà fino a 100 schede, suddiviso in


4 gruppi da 25 schede ciascuno, che dovrai memorizzare con molta
attenzione.

Una volta capito il meccanismo, potrai tu stesso inventare altre schede


fino al numero che vorrai (200, 300, 1000), anche se ai fini pratici 100
schede bastano ed avanzano.

Per capire l'utilità dello schedario mentale dobbiamo immaginarlo come


se fosse un enorme armadio con 100 scomparti: tanti scomparti
quante sono le schede; potrebbe anche averne solo 25 o meno se non
abbiamo bisogno di tutti e 100. In ciascuno scomparto di volta in volta
inseriamo le idee, le parole e i concetti che dobbiamo ricordare. E' un
grande catalogatore in cui vengono inseriti i contenuti da memorizzare
attraverso - e questo lo vedremo in seguito - un perfetto sistema di
associazioni di immagini.

Utilizzando correttamente lo schedario mentale, dopo aver memorizzato


100 elementi, avremo la sicurezza di non dimenticarne nessuno e di
tenere a mente l'ordine esatto in cui è avvenuta la memorizzazione
senza alcuna possibilità di errore. All'inizio può accadere, soprattutto
quando si utilizza la tecnica le prime volte, che qualche parola o

32
concetto non sia stato memorizzato con il giusto procedimento;
con l'esercizio, tuttavia, la memorizzazione risulterà perfetta e
impeccabile.

Lo schedario consiste in un elenco di numeri, ciascuno associato ad


un’immagine corrispondente.

Come avviene la scelta dell'immagine da associare al numero?

Semplice: attraverso la conversione fonetica del numero, scegliendo


l'immagine più adatta che lo richiama.

Prendiamo ad esempio la scheda numero "0": al numero zero, secondo


la conversione fonetica, corrispondono i suoni "s", "sc", "z".

Scegliamo per comodità il suono "sc" e creiamo la parola "sci" con la


rispettiva immagine.

Certo, al numero "0" avremmo potuto associare la parola "zoo", "suo",


"suoi", "ascia", ma è sempre da preferirsi la parola concreta di più
facile memorizzazione: ma tra "suo" e "sci" è certo molto più semplice
visualizzare la parola "sci"!!!

Questo ricordalo sempre: ricondurre le visualizzazioni di immagini ad


oggetti concreti che siano semplici da immaginare a da tenere a
mente.

Di seguito ti vengono proposte le prime 25 schede dello SCHEDARIO


MENTALE in un filmato ideato da Studia Con Successo (il mio
precedente blog). Per il momento devi solo rilassarti e memorizzarle;
puoi anche farlo a gruppi di 10 e 5. La prossima volta te ne proporremo
altre 25 che imparerai con lo steso sistema e successivamente
inizieremo ad utilizzarle nella pratica. Riuscirai così a stupire le
persone che conosci mandando a memoria 50 parole che loro ti
detteranno.

33
Alla domanda: "Che parola c'è al numero 36?", tu risponderai
esattamente dopo aver pensato per meno di 2 secondi.

Guarda con attenzione il filmato seguendo le istruzioni che trovi di


seguito!

Ora rilassati e memorizza le prime 25 schede dello schedario mentale


che hai di seguito.

Dopo aver effettuato a mente la conversione fonetica (che devi


necessariamente aver imparato nelle lezioni precedenti) fai
l'associazione mentale e osserva ciascuna immagine della scheda
con la maggiore attenzione possibile, soffermandoti su ogni
particolare.

Dopo le prime 10 schede può essere utile bloccare il filmato e


ripassarle a mente dall'inizio. Quando avrai la certezza di ricordarle
perfettamente prosegui con le 10 schede successive.

A questo punto ripassa di nuovo a mente, con la solita tecnica della


conversione fonetica, le prime 20 schede. Preparati poi per le ultime 5.

Arrivato al termine, tenendo gli occhi chiusi, ripetile tutte a mente.


Ripassale una volta anche nei prossimi giorni: sarà un ottimo collante
che ti permetterà di non dimenticarle più.

Di seguito trovi il video sullo schedario mentale dal mio canale youtube
(clicca sul link):

SCHEDARIO MENTALE 0 - 25
Puoi scaricare il video al link in basso:

SCARICA LO SCHEDARIO MENTALE 0 - 25


Nel prossimo capitolo troverai altre 25 schede e le prime applicazioni
pratiche.


34
SCHEDARIO MENTALE 26-50 E MODALITA’ DI APPLICAZIONE

In questo capitolo vedremo il secondo gruppo di schede dello


schedario mentale, dalla scheda 26 alla 50. Ti sarà utile memorizzarle
a gruppi come è stato suggerito per le precedenti 25: primo gruppo di
10, più un breve ripasso; secondo gruppo di 10, più un breve ripasso
(anche del gruppo delle 10 precedenti); ultime 5 più ripasso generale
delle 25 schede.

Al termine di questo schedario vedremo una prima applicazione


pratica, provando a memorizzare 30 parole, sia concrete che astratte,
nell'ordine in cui le trovi. La vostra capacità sarà sorprendente.

Potrete quindi anche divertirvi, dopo esservi esercitati un po', a stupire i


vostri amici!

Osserva con attenzione il video in basso e usa le stesse modalità di


memorizzazione (in modo tradizionale, anche in questo caso) che hai
usato nel capitolo precedente.

SCHEDARIO MENTALE 26 - 50 (VIDEO)


Puoi scaricare il video al link in basso

SCARICA LO SCHEDARIO MENTALE 26 - 50


Vediamo ora come utilizzare lo schedario mentale per memorizzare
una serie di parole. Si tratta di "incasellare", associandola, ogni parola
in corrispondenza di ciascuna immagine dello schedario mentale. Se
dobbiamo ricordare 10 parole le assoceremo a 10 schede mentali, se
ne dobbiamo ricordare 20 lo faremo per 20 schede mentali e così via.

La memorizzazione avviene attraverso le fasi seguenti:

1. Per ogni parola da ricordare è importante costruire nella mente


un'immagine chiara e concreta. Nel caso di parole astratte seguiremo

35
le indicazioni che abbiamo trattato nel capitolo in cui abbiamo parlato
delle parole PAV.

2. Appena si ha chiara in mente l'immagine della parola da ricordare


bisogna associarla alla parola dello schedario mentale,
collegandole tra loro.

Questo collegamento, per essere efficace, deve seguire due semplici


accorgimenti:

a - Occorre sempre partire dall'immagine dello schedario mentale e


successivamente associare ad essa la parola da memorizzare, altrimenti
si rischia di fare confusione.

Ad esempio, se devo memorizzare nella posizione 20 la parola “mano",


devo prima pensare alla parola dello schedario che è "naso" e poi
collegare la parola mano alla parola naso. Altrimenti potrei
commettere l'errore di dire che alla posizione 32 (che nello schedario
corrisponde esattamente all'immagine "mano") c'è la parola "naso", in
pratica facendo confusione tra le immagini dello schedario e le immagini
da memorizzare.

b - L'associazione, oltre che VIVIDA, dovrebbe anche essere


PARADOSSALE e svolgersi tramite un' AZIONE: si rispettano,
insomma, le caratteristiche del PAV che abbiamo visto nella lezione 4.
Questo accorgimento è molto importante: più l'accostamento delle due
parole è vivido e bizzarro, più l'associazione resterà in mente.

Vediamo ora un paio di esempi che chiariranno quanto detto fino


ad ora.

Esempio 1. Dobbiamo memorizzare la parola "telecomando" nella


posizione 1.

36
Niente di più facile: alla posizione 1 dello schedario mentale
corrisponde l'immagine "tè" (ricordi come era fatta? Mi auguro di sì); a
questo punto si tratta, partendo dall'immagine della parola tè (non
dimenticarlo mai, si parte sempre prima dall'immagine dello schedario),
di collegarla con l'immagine del telecomando (il tuo telecomando,
immaginato vividamente nel dettaglio!).

Immaginiamo così che dalla tazza di tè schizzi fuori, tutto bagnato e


inzuccherato, il tuo telecomando: questo è il collegamento
fondamentale tra le due immagini! Vedremo tutto il tè che esce dal bordo
della tazza e il telecomando bagnato nel tè bollente e fumante che cade
al lato di essa.

Quindi posizione 1 = telecomando

Esempio 2. Memorizziamo la parola "fucile" nella posizione 20.

Nella posizione 20 dello schedario mentale abbiamo la parola "naso".


Bene, richiamala alla mente e immaginala così come l'hai memorizzata,
il naso in ogni particolare. Partendo da questa immagine devi collegare
l'immagine"fucile".

Immaginiamo quindi una situazione vivida, paradossale e in


movimento. Vediamo quindi all'interno del naso qualcosa che inizia a
muoversi sotto la pelle, all'interno delle narici. Si tratta qualcosa di
grosso, molto grosso, che procura senza dubbio dolore. Diventa sempre
più grande, spropositata rispetto alle dimensioni del naso, fino a quando
non squarcia le narici e... viene fuori un fucile, sporco di sangue ma pur
sempre un vero fucile (lo splatter è un metodo ottimo per creare
immagini vivide che restano impresse).

Quindi posizione 20 = fucile

Non credo che occorra fare ulteriori esempi. Piuttosto è arrivato il


momento di mettersi all’opera.

37
ESERCIZIO

Memorizza le 30 parole che ti proponiamo di seguito usando la tecnica


dello schedario mentale. Ti accorgerai di riuscire a ricordarle
nell'ordine esatto in cui le hai memorizzate. Allo stesso modo,
memorizzando le altre immagini dello schedario mentale potrai
memorizzare 50, 60, 80, 100 parole e più! Davvero sorprendente!

1. Cocomero
2. Sedia
3. Telefono
4. Libro
5. Elefante
6. Cubo
7. Tortellini
8. Sangue
9. Statua
10. Bignè
11. Pesca (frutto)
12. Elfo
13. Pantaloni
14. Antonella
15. Salice
16. Latte
17. Elicottero
18. Dinamite
20. Dizionario
21. Calma
22. Rossetto
23. Divano
24. Donna
25. Atleta
26. Lampadario
27. Minestra
28. Liquore

38
29. Nonna
30. Libertà

Occhio alla memorizzazione delle parole astratte!!!

In questo elenco ce ne sono volutamente poche, ma in futuro dovrai


comunque abituarti a memorizzarne molte.

Quindi, se non ricordi quale tecnica applicare ripassala nelle


pagine precedenti!

39
APPENDICE 1

COME MEMORIZZARE L’INTERO CALENDARIO ANNUALE IN


MENO DI UN QUARTO D’ORA

Si può memorizzare un intero calendario ricordando perfettamente in


che giorno cade questa o quella data?

Certamente sì! E vi sarà molto utile non dover cercare in continuazione


nel portafogli, oppure ispezionare le pareti della stanza in cui vi trovate,
alla ricerca disperata del calendario... lo avrete già tutto in testa, ed è il
luogo più sicuro. In più, dopo averlo memorizzato, potrete lasciare a
bocca aperta i vostri amici, parenti, insegnanti!

"Ma come diavolo fai?", ti chiederanno increduli. A quel punto, se vorrete


svelare il vostro segreto, siete liberi di farlo, ma io al vostro posto non lo
farei.

Badate bene... stupirete tutti!

In questo caso memorizzeremo il calendario dell'anno 2012. La


stessa tecnica che andremo ad utilizzare, naturalmente, vale per ogni
anno. Quindi, se vorrete stupire il vostro uditorio, impiegando lo stesso
sistema che vedremo ora e dedicando ad esso un po' del vostro
tempo, potrete memorizzare il calendario degli ultimi 5, 10, 15 anni...

Con la nostra tecnica non andremo a memorizzare ogni singolo giorno


del calendario, sarebbe da folli. Memorizzeremo piuttosto alcuni punti
chiave e il resto lo ricaveremo con semplici addizioni.

Ora da' un'occhiata al CALENDARIO 20122: useremo questo perché ho


il materiale già pronto. Naturalmente le regole valgono allo stesso modo
per ogni tipo di calendario.

Stai per memorizzarlo tutto.

2 Immagine tratta dalla pagine web http://www.calendario-365.it/calendario-2012.html

40
Intanto dobbiamo individuare LE DATE, riportando il solo numero, in cui
cadono le PRIME DOMENICHE di ogni mese.

Esse sono: 1 (gennaio); 5 (febbraio); 4 (marzo); 1 (aprile); 6 (maggio); 3


(giugno); 1 (luglio); 5 (agosto); 2 (settembre); 7 (ottobre); 4 (novembre),
2 (dicembre).

Puoi controllare tu stesso nel calendario in figura.

41
Ora dividiamole in 4 gruppi da 3 date, un gruppo sopra l'altro:

1-5-4
1-6-3
1-5-2
7-4-2

A questo punto, secondo le regole della conversione fonetica, che


devi sapere (in caso contrario ripassale!), trasformiamo i numeri in
parole

1 - 5 - 4 = Tagliare
1 - 6 - 3 = Docce ma
1 - 5 - 2 = Di legno
7 - 4 - 2 = Carino

Di frasi, con le stesse combinazioni numeriche, se ne possono inventare


diverse. Ho scritto naturalmente la prima che mi è venuta in mente. Tu
puoi usare quella che più preferisci.

In questo caso non importa che abbia un senso o che sia formata da
parole facilmente immaginabili: basta memorizzarla, anche nel modo
tradizionale, e tenerla a mente. Questa frase ti permetterà di
memorizzare tutto il calendario dell'anno!!!

Naturalmente nessun numero può essere superiore a 7, perché vuol dire


che abbiamo preso una delle domeniche successiva alla prima, ma non
la prima.

Adesso ricorda sia la frase che i numeri esattamente in colonna,


così come li vedi; in questo modo ti sarà più facile memorizzare.

Ipotizziamo che il mese che ci interessa sia settembre. Settembre è il


nono mese dell'anno. Secondo la colonna che abbiamo predisposto, a
settembre corrisponde il terzo numero della terza colonna.

42
Tengo a mente la frase:

tagliare

docce ma

di legno

carino

Dunque, il terzo numero della terza colonna è il due, perché corrisponde


al suono della consonante GN (che nello schema della conversione
fonetica si associa al numero due).

Ora con semplici calcoli matematici è possibile capire in quale


giorno cadono i "numeri" del mese di settembre.

Sappiamo, infatti, il giorno della prima domenica: giorno due.


Aggiungendo il numero 7 al numero 2 avremo le date delle altre
domeniche: domenica 9 (7+2); domenica 16 (9 +7); domenica 24 (16
+ 7) ... lunedì 1 ottobre!!! Settembre non ha il giorno 31!

Se ci chiedessero così che giorno è il 18 settembre del 2012 basta


partire dalla domenica più vicina che abbiamo calcolato aggiungendo il
7 alla prima domenica e spostarci poi in avanti o indietro in base a
come ci è più comodo: la domenica più vicina al 18 settembre è il 16
settembre, aggiungo due giorni, 17 e 18, e arrivo a ... martedì 18
settembre!!!

Facile no?

N.B. Perché la tecnica riesca è importate sapere se l'anno è bisestile -


quanti giorni ha cioè il mese di febbraio - e ricordare quanti giorni ha
ogni singolo mese, ad esempio con la filastrocca "trenta giorni ha
novembre, con aprile, giugno e settembre, di 28 (o 29) ce n'è uno e
tutti gli altri ne hanno 31!!!"

43
SCHEDARI MENTALI 51 - 75 / 75 - 100

In questo capitolo inseriamo due schedari mentali da scaricare: il


primo da 51 a 75 e il secondo da 76 a 100.

In questo modo terremo a mente 100 schede, dove ad ogni immagine


corrisponde un numero e ad ogni "immagine del numero" occorre
associare il concetto da memorizzare. In questo modo è come se la
nostra mente fosse un enorme armadio da 100 cassetti in cui inserire
date, formule, concetti, parole etc.

Per memorizzarle concentrati più che puoi. Ogni immagine dei video
resterà impressa per 11 secondi. Se avessi bisogno di più tempo per
fissare in memoria le schede stoppa l'immagine e falla ripartire quando
sai di averla memorizzata.

Inoltre, per fare un buon lavoro, al momento della memorizzazione delle


schede devi ripetere a mente le consonanti a cui corrispondono i numeri.
Se non le ricordi devi assolutamente, per la buona riuscita
dell’apprendimento, ripetere lo schema sulla conversione fonetica di
Leibniz.

Potete scaricare i video ai due link in basso.

SCARICA LO SCHEDARIO MENTALE 51 -75

SCARICA LO SCHEDARIO MENTALE 76 -100

44
LO SCHEDARIO MENTALE COMPLETO 0 - 100

Dopo aver memorizzato le 100 schede dello SCHEDARIO MENTALE,


separatamente e tramite i video, in questo capitolo viene proposta una
tabella riassuntiva, dove sono contenuti tutti i numeri e tutte le
immagini fin qui proposti.

La tabella serve sia per ripassare tutte le schede memorizzate fino ad


ora, sia per avere un quadro generale dello schedario.

Le schede, lo ricordiamo, sono come degli enormi cassetti dove inserire


i concetti da memorizzare: ogni cassetto ha un'immagine dove
collegare altre immagini tramite associazioni PAV o EMAICE.

100 cassetti, quindi, sono molti e permettono un utilizzo ampio e


completo, tuttavia nessuno ci impedisce di creare ulteriori "cassetti",
quindi altre schede dello schedario, da utilizzare per le memorizzazioni.
Ciascuno può farlo da sé e come preferisce, purché le schede che si
immaginano siano chiare e non si confondano tra loro.

La tecnica per creare le schede è sempre la stessa: numeri che


corrispondono a consonanti e consonanti da cui creare parole. Certo è
che con tre cifre diventa un po' più complicato.

Nel link in basso potrete scaricare, in un foglio in formato PDF,


tutto lo schedario, lo stesso che vedete nella foto seguente.

Se studiate usando le tecniche di memoria (anche se le applicazioni


specifiche le vedremo meglio in seguito), tenete lo schedario a portata
di mano. Se volete esercitarvi, anche facendo sfide con vuoi stessi o
con i vostri amici, portatele dietro per ripassarle.

Dopo un po', se continuerete ad usarlo con costanza, questo schedario


farà parte del vostro modo di pensare e memorizzare, diventerà cioè
uno strumento automatico... come avviene per i pedali dell'automobile
quando si guida da un po': si usano senza rendersene conto.

45
Ricorda: con le tecniche di memoria si tratta di "riprogrammare" il proprio
modo di pensare e memorizzare.

PUOI SCARICARE LO SCHEDARIO A QUESTO LINK


46
MEMORIZZARE I NUMERI TRAMITE CONVERSIONE FONETICA
SINGOLA

La conversione fonetica inventata da Leibniz, ed esaminata fino a


questo punto, non è l'unica modalità per trasformare i numeri in
immagini.

Esiste infatti un tipo di conversione fonetica più semplice ed immediata


che, però, potrebbe risultare più macchinosa e meno funzionale nel caso
i cui si debbano memorizzare molti dati, in un contesto di studio
complesso. In generale, però, è una buona tecnica e in molti casi è
senz'altro utile e di facile utilizzo (chi scrive l'ha usata per tenere a
memoria i codici bancari e diverse password di accesso).

Nel caso della conversione fonetica elaborata da Leibniz - lo ripeto


ancora - i numeri venivano trasformati in consonanti e dall'unione delle
consonanti abbiamo creato parole da immaginare e inserire nelle nostre
"storielle" intrecciate ed assurde.

In questo caso, invece, è sufficiente visualizzare una sola immagine


per ogni numero compreso tra 0 e 9, in base alla somiglianza, nella
forma, con degli oggetti.

Il processo che porta alla memorizzazione è presto detto: si tratterà di


concatenare queste immagini in una serie di azioni che rispettino le
caratteristiche PAV o EMAICE (come preferite).

Vediamo, quindi, quali immagini possono evocare le forme dei


numeri:

0 = una ciambella squisita


1 = lampione
2 = gancio
3 = tridente
4 = una barca a vela
5 = cavallo rampante
6 = ciliegia

47
7 = una gru
8 = circuito
9 = mongolfiera

Vediamo il tutto in immagini:

Bene, a questo punto il metodo che proponiamo qui è molto semplice: si


tratta di memorizzare le 10 immagini corrispondenti al numero e si
può fare senza problemi in modo tradizionale (la forma del numero,
infatti, richiama con facilità l'oggetto corrispondente).

Questo è sufficiente per passare all'applicazione pratica perché, per il


resto, le tecniche sono le stesse che abbiamo già visto: l'associazione
per immagini in modo assurdo, esagerato, paradossale e in
movimento.

48
Proviamo a memorizzare questo numero:

16354980237 (l'ho scritto di getto e "a casaccio")

Dobbiamo ora creare una scena in cui tutti gli oggetti richiamati dalla
forma dei numeri (vedi scheda sopra) interagiscano tra loro secondo la
regola del PAV.

Immaginiamo ora una stanza che conoscete bene e soffermate


l'attenzione sulla parete che, entrando dalla porta, si trova sulla vostra
sinistra. La scena che andiamo ad immaginare si svolge proprio su
quella parete che, però, nella vostra immaginazione deve essere
spoglia da quadri, poster o qualsiasi altra cosa possa rappresentare
un'immagine di disturbo: non devono esserci altre immagini oltre a
quelle che voi immaginerete.

A questo punto procediamo con la nostra storiella:

Vedete subito un enorme lampione (1), altissimo. Improvvisamente


esplode la parte superiore, dove c'è la lampadina e dalla sommità
schizza una grande ciliegia (6) che, nella caduta, viene infilzata da un
tridente (3) - proprio quello della figura. Il tridente per il contraccolpo
schizza indietro e infilza, nella parte del manico, il nostro cavallino
rampante (5) che inizia ad agitarsi, a nitrire fortissimo con la bocca
spalancata. La bocca diventa sempre più grande fino a quando da lì non
esce una barca a vela (4) che precipita dalle nuvole fin quando non urta
una gigantesca mongolfiera (9), grande come non l'avete mai vista. La
mongolfiera precipita sul circuito (8), ma nel cerchietto superiore
dell'otto immaginario si apre una voragine che la "inghiotte".
Improvvisamente la terra trema e dal sottosuolo emerge un'enorme
ciambella (0) che spazza via tutto e resta lì, da sola. Arriva ad un certo
punto un gancio (2) dal lato che la infilza e la sposta. Come una saetta,
però, arriva dalla sinistra un tridente (3) ancora più grande del
precedente che piomba sul gancio. Nell'urto al tridente si rompe un
dente e schizza in alto, in alto, in alto... fin quando non "atterra" su una
gru (7), che, una volta urtata, si piega e crolla su se stessa.

49
A questo punto ripassate la storiella a mente e...

16354980237

Alcuni, soprattutto all'inizio, obiettano che immaginare queste "storielle"


porti a perdere tempo, a rallentare il percorso di apprendimento e così
via...

Si tratta di un’obiezione legittima ma infondata: quando si prende


dimestichezza con queste tecniche l'invenzione di storielle PAV sarà
automatica e rapidissima, tanto che la memorizzazione avverrà in
modo quasi del tutto spontaneo.

Ricordo di nuovo l'esempio già fatto: quando si impara a guidare,


all'inizio, ogni movimento sul cambio, sui pedali, sullo sterzo, viene
pensato più volte... in seguito tutto sarà automatico. Lo stesso vale per
queste tecniche che stiamo vedendo.


50
MEMORIZZARE LE DATE STORICHE

A questo punto andiamo ad applicare tutto quello che abbiamo imparato


nelle lezioni precedenti per velocizzare lo studio delle diverse discipline.

Iniziamo con lo studio della storia.

Studiare la storia è un compito complesso: si tratta di leggere e


comprendere il testo in modo adeguato, collegare in una serie di cause
ed effetti i diversi aventi, metterli in relazione alle correnti di pensiero,
distinguere le varie correnti storiografiche che hanno portato ad una
interpretazione piuttosto che ad un'altra... e così via.

Naturalmente, sebbene da questo punto di vista l'insegnamento della


storia negli ultimi tempi sia cambiato, resta sempre di primaria
importanza la memorizzazione delle date. Non viene certo chiesto uno
studio che riconduca tutto alla passiva memorizzazione di numeri
associati ad eventi (la storia è molto altro), tuttavia alcuni riferimenti
temporali importanti, pietre miliari della linea del tempo, vanno
necessariamente memorizzati.

Ricordo ancora quando il mio professore di storia contemporanea


all'università lanciò il libretto di un alunno, bocciandolo (con offese ed
umiliazioni annesse), che aveva collocato il Fascismo nella seconda
metà del Seicento!!!

Quindi, se da una parte un eccessivo nozionismo di “date su date” è


nocivo, d'altra parte vi sono date che vanno necessariamente
memorizzate.

Le tecniche che proponiamo qui hanno proprio questa finalità:


aiutarci a memorizzare le date associate agli eventi in modo da
trattenerle in memoria in modo sicuro, stabile e duraturo. Così facendo,
nessun quantitativo di date da memorizzare sarà sufficientemente ampio
da scoraggiarci!

51
La tecnica è molto semplice, ma per applicarla è necessario aver
seguito con attenzione i capitoli precedenti. Gli argomenti e le
tecniche che abbiamo illustrato fin qui sono propedeutiche perché si
possa andare avanti; sono come le fondamenta di un edificio, senza le
quali non è possibile costruire nessun piano superiore. Perciò, se non
hai letto attentamente i capitoli precedenti, oppure non li ricordi perché
eri troppo distratto, ti consigliamo di tornare sui tuoi passi, recuperare i
prerequisiti, e poi tornare a questa lezione.

Di cosa tratta esattamente questa tecnica di memoria?

Alla base, come è facile immaginare, c'è la conversione fonetica dei


numeri e le associazioni di immagini tramite PAV o EMAICE. Nulla di
più semplice. Come tutte le cose, non mi stancherò di ripeterlo, all'inizio
bisogna "farci la mano", cioè entrare consapevolmente in un nuovo
meccanismo di pensiero, in una nuova abitudine mentale;
successivamente ciò che sembrerà farraginoso diventerà fluido e
immediato.

Immaginiamo dunque di dover memorizzare questa data:

476 = caduta dell'Impero Romano d'Occidente

Anzitutto bisogna convertire in immagini il numero corrispondente


alla data. In questo caso abbiamo la data 476 (data fondamentale che
segna, secondo molti storici, il passaggio dalla storia romana al
Medioevo).

476 = R + C (dura) + C (dolce)

oppure

476= R + G (dura) + G (dolce)

Naturalmente si possono fare altre due combinazioni, cioè C (dura) con


G (dolce) e G (dura) con C (dolce).

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A questo punto scegliamo un'immagine (o più immagini) che
scaturisca dalle consonanti corrispondenti ai numeri della data. Per
più immagini intendo la somma di due numeri appartenenti alla stessa
data, ad esempio, in questo caso, 47 + 6, oppure 4 + 76.

Capita, infatti, di non riuscire a trovare nell'immediato una parola singola


che abbia tutte le consonanti del numero. In questo caso, quindi, senza
perdere tempo, si spezza il numero in due immagini e si collegano
tramite la tecnica PAV o EMAICE.

Rispetto a questa operazione, a me veniva in mente la parola RICUCCI


e avrei visualizzato la data con il volto del noto imprenditore italiano. Nel
caso, invece, non avessi avuto una parola singola per l'intera data, avrei
mescolato le due immagini: proviamo con 4 + 76 = il RE (4), che è
l’immagine dello schedario mentale, va a dormire dentro una CUCCIA
(76).

Bene, questa è l'immagine della data. Dobbiamo ora collegarla con le


immagini scaturite dall'evento che dobbiamo memorizzare.

Impero - Romano - Occidente = pero + centurione + dente

Si tratta ora di collegare tutte le immagini in una sequenza assurda,


paradossale e in movimento:

Il RE - 4 - si lancia in corsa e va a finire dentro una CUCCIA - 76 - (dello


schedario mentale). Dalla parte opposta all'ingresso della cuccia inizia a
nascere un enorme PERO (sta per IMPERO), diventa enorme; una delle
pere del pero si ingrossa sempre più, fino a quando non esplode e
dall'esplosione non viene fuori un CENTURIONE (sta per ROMANO),
come quello in figura che, cadendo, perde un DENTE (sta per
OCCIDENTE) che è grosso... almeno quanto la sua testa.

Con queste associazioni PAV - EMAICE "saldiamo" la data con


l'evento da ricordare e difficilmente lo dimenticheremo!

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Altri esempi:

1969: sbarco sulla luna

Per la data 1969 non consideriamo il numero 1 né il numero 9: è


facile capire, infatti, che non può che essere il primo millennio la data
della "conquista della luna"! (Sarebbe difficile immaginare che sia
accaduta nell'Alto Medioevo! :) ) Ed è facile tenere a mente, per gli
stessi criteri di ragionevolezza, che sia una data del Millenovecento! A
questo punto non resta che convertire il numero 69.

69 = Jeep

Presto detto: immaginiamo che la navicella che portò gli astronauti sulla
luna in realtà fosse una Jeep, e immaginiamo anche che la Jeep era
proprio lì quando quell'uomo, con la bandiera americana, fece i primi
passi sulla luna!

Sarà difficile dimenticare, a questo punto, l'associazione Jeep /


conquista della luna!

Nel caso si debbano memorizzare la data di nascita o di morte di un


personaggio famoso, il procedimento è lo stesso, solo che la
storiella PAV - EMAICE sarà un po' più lunga.

Ad esempio:

Napoleone, 1769 - 1821

Immaginate un leone con la maglia del Napoli (Napoleone) che entra in


una CUCCIA BUIA (769 = C dura, C dolce, B, omettendo l'1 del
millesimo); dalla parte opposta rispetto all'entrata, esce a poco a poco
una bara con un DEFUNTO (1821 = D, F, N, T, qui abbiamo usato tutti
i numeri).

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Come fare con la conversione fonetica singola?

Lo stesso procedimento si può fare associando l'evento storico ai


numeri, trasformati in immagini tramite la conversione fonetica singola
vista in uno dei capitoli precedenti. Il procedimento è lo stesso, tuttavia,
anziché convertire foneticamente gruppi di 2, 3 o 4 cifre, i numeri si
prendono singolarmente.

Vediamo un esempio:

1492 = scoperta dell'America

1 = Faro / 4 = Barca a vela / 9 = Mongolfiera / 2 = Gancio

Scoperta = coperta di lana

America = l'immagine dell'America vista dalla carta geografica

Immaginiamo una parete di una stanza che conosciamo e creiamo


le nostre associazioni (chi ha esperienza lo fa in una manciata di
secondi):

C'è un grosso faro, dalla cui lampadina, nella parte superiore, dopo una
violenta esplosione, esce una barca a vela. Viene schizzata in aria e,
mentre precipita, finisce su una mongolfiera. Il pallone della
mongolfiera si buca e inizia a precipitare. Quando sta per sfracellarsi a
terra viene agganciata da un enorme gancio, che la tira su. Tuttavia
un'enorme coperta di lana, grandissima e pesante, avvolge il gancio e
finisce comunque a terra. La coperta, a questo punto, che è enorme e
copre un bel pezzo di terra, si trasforma lentamente in una forma
diversa, cambia anche il colore... fino a quando non assume la forma
dell'America, del continente così come si vede nelle cartine geografiche.

55
ESERCIZIO

Adesso tocca te: utilizzando le tecniche appena mostrate, impara le date


storiche che ti proponiamo di seguito. Come al solito, all’inizio dovrai
abituarti alla tecnica. Successivamente, a mano a mano che ti
eserciterai, sarà per te molto più facile e rapido.

1866: Terza guerra d’indipendenza


1946: nascita della Repubblica Italiana
1630: Galileo Galilei, Dialogo sui massimi sistemi del mondo
1933: Hitler diventa cancelliere del Reich
1978: assassinio di Aldo Moro
1993: Trattato di Maastricht
1203: IV crociata e saccheggio di Costantinopoli
1765: James Watt brevetta la macchina a vapore
1815: la Restaurazione e la Santa Alleanza tra le potenze europee
1929: crollo di Wall Street e concordato tra Stato e Chiesa
1949: Mao in Cina e istituzione della Repubblica Popolare Cinese
1995: guerra civile in Bosnia e intervento della NATO
410: sacco di Roma da parte dei Visigoti
752: donazione di Costantino (falsa!) e nascita dello Stato della Chiesa
1501: il David di Michelangelo
1517: le 95 tesi di Lutero
1618: Guerra dei Trent’anni
1789: scoppia la Rivoluzione Francese
1775: Franklin inventa il parafulmine


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MEMORIZZARE GLI ARTICOLI DI LEGGE

Il procedimento è molto simile a quello che abbiamo visto per la


memorizzazione delle date storiche. Si tratta soltanto di sostituire alla
data storica l’articolo di legge e all’evento corrispondente alla data il
contenuto della norma.

Come vedremo anche per altri ambiti da memorizzare, è utile crearsi un


repertorio di immagini per i concetti e le parole più ricorrenti.

Cosa vuol dire questo?

Abbiamo visto che le tecniche di memoria si basano essenzialmente


sul principio della visualizzazione e su quello dell’ associazione tra le
immagini visualizzate.

Ci sono alcuni ambiti disciplinari (come per esempio il diritto o, come


vedremo, la matematica, la fisica, etc.) che hanno delle parole che
ricorrono spesso, perché sono quelle che connotano e fondano
quella disciplina.

Crearsi un repertorio di immagini fisso, rispetto a questo, vuol dire


avere a disposizione un prontuario di immagini attraverso cui
memorizzare i concetti che si studiano. Vuol dire che qualsiasi cosa si
studi di quella specifica disciplina, le immagini delle parole ricorrenti non
cambiano: quando compare uno dei concetti ricorrenti si applicherà
ad esso sempre la stessa immagine mentale.

In questo modo non si perde tempo e si hanno pronte immagini vivide


da collegare con altre immagine che creeremo di volta in volta, a
seconda del contenuto da studiare.

Vediamo nella pratica di cosa stiamo parlando:

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Nello studio del diritto ci sono dei termini che ricorrono frequentemente.
Chi ha a che fare con lo studio delle leggi e della giurisprudenza
incontrerà quei termini centinaia e centinaia di volte.

Quali sono questi termini?

Ne citeremo solo alcuni. Lo studente è invitato a creare da sé un


personale repertorio di immagini, evitando si appoggiarsi a quelli creati
da altri. La creazione di immagini, infatti, è strettamente personale,
perché rappresenta i gusti della singola persona e la sua personale
creatività. Di seguito trovi, quindi, un repertorio di immagini che è
esemplificativo di quello che lo studente può e deve crearsi da sé.

APPELLO Un cappello
PARLAMENTO Un mento pronunciato con, su di esso, una
bocca che parla.
REGOLAMENTO Un mento pronunciato su cui è conficcato
un regolo
RECLUSIONE Una cella, con tanto di sbarre e lettino
interno
D.P.R. Il personaggio DAMPIR di un fumetto che
conosco molto bene (ricorda che la
conversione in immagini è personale)
SENTENZA Una mia amica di nome ENZA … con gli
apparecchi acustici.
PERSONA FISICA Il mio insegnante di EDUCAZIONE FISICA
al liceo
PERSONA GIURIDICA Un giudice che indossa una bellissima toga

LEGGE L’immagine, nota a tutto il mondo


occidentale, di una bilancia
DECRETO LEGGE La bilancia associata a legge con, sui piatti,
delle statuine di CRETA
DISEGNO DI LEGGE (DDL) La bilancia associata a legge con, sui piatti,
dei bellissimi disegni realizzati da bambini.
DECRETO LEGISLATIVO Statua di creta che balla latinoamericano
(lativo)
CODICE CIVILE (C.C.) Un libro da cui spuntano le … pile (VILE)
CODICE PENALE (C.P.) Un libro da cui spunta un … immagina tu, è
facile!

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Con le tecniche di memoria possiamo agire in modi diversi per fissare
nella mente gli articoli. Può essere sufficiente ricordare il numero
dell’articolo e l’ambito generale a cui si riferisce, oppure ricordare il
numero dell’articolo e il suo contenuto, più o meno fedelmente (a
volte anche a memoria).

Vediamo dunque come fare, anche se a questo punto immaginerete già


il procedimento da attuare. Iniziamo con un caso in cui sia sufficiente
memorizzare l’articolo e il suo contenuto generale:

Art. 149 C.C. - Lo scioglimento del matrimonio

1- C.C. sta per Codice Civile: secondo il nostro repertorio di immagini a


questa sigle corrisponde “un libro da cui spuntano le pile”.
Immaginiamolo vividamente;

2. 149. E’ il numero dell’articolo. Non serve ovviamente memorizzare


la parola “Art.” poiché è ovvio che si parli di articoli di legge. Secondo le
regole della CONVERSIONE FONETICA trasformiamo il numero in
immagini: T + R + P. Mi viene la parola TRUPPA, facile da immaginare,
oppure TRIPPA.

3. Associazione di immagini con un’altra immagine creata per


“Scioglimento del matrimonio”.

ASSOCIAZIONI:

Sulla mia scrivania c’è un libro, molto grande, dalla cui copertina
spuntano delle PILE Duracel, che sono conficcate all’interno della
pagine (CODICE CIVILE). L’estremità di queste pile si toglie, salta come
un tappo, e dall’interno di esse iniziano ad uscire, uno dopo l’altro, dei
soldati: un’intera “TRUPPA” (numero 149). I soldati sono muniti di

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fiamma ossidrica. Si posizionano tutti in fila, con le fiamme ossidriche in
mano, come se stessero per fucilare qualcuno. “Sparano” le loro fiamme
verso una statua di cera di due sposi (simile a quelle che si posizionano
sulle torte nuziali) che inizia a sciogliersi: SCIOGLIMENTO DEL
MATRIMONIO.

Attenzione!
Il procedimento di memorizzazione così descritto sembra lento e
macchinoso, ma non è affatto così! Un conto è scriverlo e leggerlo, altro
conto è pensarlo. In quest’ultimo caso il processo è molto rapido e,
quando si è presa l’abitudine a pensare in questo modo, dura qualche
attimo, non di più.

Nell’esempio precedente abbiamo memorizzato il numero dell’articolo e


il suo contenuto generale. Vediamo ora come memorizzare il numero
dell’articolo e il suo contenuto specifico. Prendiamo un articolo della
Costituzione, il numero 33:

Articolo 33 della Costituzione:

L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.

La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole


statali per tutti gli ordini e gradi.

Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione,


senza oneri per lo Stato.

La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che
chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni
un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni delle scuole
statali.

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E’ prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di
scuole o per la conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio
professionale.

Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di


darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalla legge di Stato.

Come bisogna fare in questo caso?

Seguiamo queste semplici regole e … il gioco è fatto!

1. Trasformiamo il numero in immagini. In questo caso il numero 33,


senza dare altra immagine al termine COSTITUZIONE (essendo la
Legge fondamentale dello Stato, possiamo omettere un’apposita
immagine da inserire nel nostro prontuario). Possiamo utilizzare
entrambi i modi per trasformare il numero in immagini, quindi sia la
tecnica di Leibniz che la conversione fonetica singola: nel primo
caso possiamo immaginare una MUMMIA; nel secondo caso, invece, un
tridente (3) enorme che, cadendo su un lato, urta un altro tridente (3).

2. Individuiamo le parole chiave all’interno del testo di legge. Per


“parola chiave” si intende una parola che racchiude in sé un
significato imprescindibile (“chiave”, appunto) per la comprensione
del testo. Vedremo meglio in un capitolo successivo in quanti altri modi
possono essere usate le parole chiave. La parola chiave non è
generica, come può essere un articolo (il, lo, la, un, una etc.), una
preposizione, un nome vago; essa, riportata alla mente, “apre” una
serie concatenata di significati. Nel testo dell’articolo 33 della
Costituzione abbiamo evidenziato in arancione quelle che possono
essere considerate “parole chiave”.

Le elenchiamo: 33 - Arte e scienza - Libere - Repubblica - Enti privati -


Parità - Esame - Alta cultura - Autonomia

61
ATTENZIONE!
E’ bene proiettare su una parete un massimo di 10 immagini. Una volta
riempita la parete, proseguendo in senso orario (cominciando dalla parete di
sinistra) si passa alla successiva. Se si riempiono tutte le pareti di una stanza si
passa poi ad un’altra stanza e poi ad un’altra ancora. Insomma, gli spazi in cui
incasellare le immagini sono infiniti. Vedremo in seguito altre opportunità nella
tecnica dei LOCI CICERONIANI e nella TECNICA DELLE STANZE.

3. Colleghiamo le immagini tra loro, come abbiamo più volte fatto


fino ad ora (PAV o EMAICE, è indifferente). Per farlo possiamo aiutarci
proiettando le immagini su una parete (spoglia di tutto) di una stanza
che conosciamo (come abbiamo già visto nel capitolo sulla conversione
fonetica singola).

La tecnica che consiste nel proiettare le immagini sulle pareti non è altro
che una variante della tecnica dei LOCI CICERONIANI, che vedremo in
un capitolo successivo.

Vediamo adesso l’associazione di immagini per memorizzare


l’articolo della costituzione:

Una mummia (numero 33), che hai memorizzato nello schedario


mentale, oppure una coppia di tridenti (3+3) urtano un ariete (arte) che
a sua volta incorna Enza (scienza), che invece di lamentarsi inizia a
bere (libere). Dal bicchiere, però, non esce acqua: basta guardare al
suo interno per notare che ci sono delle pagine di giornale. Le tiriamo
fuori e sono le pagine del quotidiano LA REPUBBLICA (che
riconosciamo dalla testata). Sulla prima pagina ci sono le foto dei menti
di alcune persone (enti). Guardando più su dei menti, questi sono privati
della bocche (privati). Nonostante ciò, là dove dovrebbe esserci la
bocca inizia a squarciarsi la pelle, vediamo il taglio … da cui fuoriesce

62
un tabellone calcistico con scritto 1 - 1, perfetta parità.
Improvvisamente, al posto del risultato, sullo schermo cambia
l’immagine e si vede un vecchio trattore SAME (esame), che cammina,
esce fuori dal tabellone e sale una montagna … di enciclopedie (alta
cultura). Inizia la discesa da questa montagna di enciclopedie, ma non
è più un trattore SAME: si è trasformato in un’automobile guidata da
Naomi (autonomia).

Ripassando la “storiella” avrete tutte le parole chiave che vi


richiameranno i contenuti fondamentali dell’articolo. In più avrete
anche trasformato il numero dell’articolo in un’immagine collegata a
quelle delle parole chiave dello stesso articolo: è impossibile, in
questo modo, fare confusione.

ATTENZIONE!

Questa tecnica verrà integrata con altre tecniche che trovate nei
capitoli successivi. Messe insieme sono un potente
“armamentario” di risorse per memorizzare testi più lunghi e
manuali (vedremo la tecnica dei loci ciceroniani e quella delle
stanze, già citate, insieme alle mappe mentali e alle tecniche per
memorizzarle).

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ESERCIZI

Utilizzando le tecniche appena viste, memorizza gli articoli di legge


che ti proponiamo di seguito. All’inizio puoi utilizzare carte e penna, se
può esserti utile, disegnando le associazioni mentali oppure appuntando
le parole chiave. Successivamente sarai certamente in grado di farne a
meno.

Art. 1173 c.c. - Fonti delle obbligazioni

Le obbligazioni derivano da contratto, da fatto illecito o da ogni altro fatto


idoneo a produrle in conformità dell’ordinamento giuridico.

(Puoi appuntare su un foglio le immagini che derivano dalla conversione fonetica dei
numeri, dalle parole chiave o dal tuo schedario fisso di immagini).

Adesso una norma dal CODICE PENALE (c.p.)

Art. 94 c.p. - Ubriachezza abituale

Quando il reato è commesso in stato di ubriachezza, e questa è


abituale, la pena è aumentata. Agli effetti della legge penale, è
considerato ubriaco abituale chi è dedito all’uso delle bevande
alcooliche e in stato frequente di ubriachezza. L’aggravamento di pena
stabilito nella prima parte di questo articolo si applica anche quando il
reato è commesso sotto l’azione di sostanze stupefacenti da chi è dedito
all’uso di tali sostanze.

Art. 21 della Costituzione

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la


parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

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La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità


giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa
espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la
legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.

In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il


tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa
periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che
devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia
all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore
successive, il sequestro s'intende revocato e privo d'ogni effetto.

La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi
noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.

Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre


manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce
provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

65
MEMORIZZARE LE MATERIE SCIENTIFICHE & FORMULE

Rispetto alle materie scientifiche, ciò che serve memorizzare sono, oltre
ai testi, le formule (siano esse chimiche, fisiche, matematiche…).

Per memorizzarle valgono sempre gli stessi principi, cioè la


visualizzazione e l’associazione di immagini. Ovviamente le immagini
vanno create e collegate in un modo specifico, funzionale alle formule
e il più possibile rapide.

Vedremo alla fine, con alcuni esempi, come memorizzare formule


anche molto complesse.

Tuttavia, diciamo fin da subito che per velocizzare la memorizzazione


occorre che lo studente si crei un repertorio di immagini fisse, che
utilizzerà per associazione ogni volta che ne ha bisogno.

Di seguito facciamo un esempio di repertorio di immagini, ricordando


però che ciascuno studente può - anzi, deve - personalizzarsi un
proprio repertorio, creandolo da sé.

Ecco un esempio di simboli che, generalmente, compaiono in


moltissime formule scientifiche:

Sen (seno) Seno scoperto


Cos (coseno) Seno coperto
= (simbolo uguale Binari di una ferrovia
X (moltiplicazione) Bretelle
Cv (coefficiente di variazione) Cavallo
: (divisione) Morso di vampiro sul collo
Log (logaritmo) Ballerini che ballano su un lago
V (volume) Una valle di montagna
( ) (parentesi tonde) Donna incinta, con il pancione
[ ] (parentesi quadre) Un quadro d’autore

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Per quanto riguarda la creazione di simboli associati alle lettere
dell’alfabeto, può aiutarti anche l’alfabeto fonetico radiotelegrafico,
chiamato anche alfabeto fonetico NATO, creato negli anni cinquanta
per essere comprensibile a livello internazionale da tutti i piloti e gli
operatori dell’aviazione civile.

All’occorrenza, puoi memorizzarlo e renderlo il tuo personale archivio di


immagini. Eccolo di seguito3:

3 Immagine tratta dalla pagina web http://fanteria-scaligera.forumfree.it/?t=54212018

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In ogni caso, se per te è più comodo, puoi inventare tu stesso delle
immagini per l’alfabeto, poiché nelle formule esso è molto usato
(compreso l’alfabeto greco).

Per imparare correttamente una formula occorre rispettare i


seguenti passaggi:

- Comprendere la formula (per questo le tecniche di memoria non


possono aiutare);

- Stabilire se ci sono parti che possono essere omesse nella fase


della memorizzazione. Per esempio, se c’è un simbolo che ricorre in
tutte le formule che devi imparare, perché riguardano lo stesso
argomento, allora non serve trasformarlo in immagini ogni volta.

- Cercare di convertire la formula in meno immagini possibili.

- Associare le immagini e quindi memorizzare la formula.

Dopo questa premessa teorica, eccoci finalmente alla pratica.

Di seguito trovi la formula per calcolare il volume del solido in


rotazione:

Ci troviamo in una V valle (ciascuno la immagini come preferisce).


Camminando ci accorgiamo che essa è attraversata da due binari =. Li
percorriamo per un po’, fino a quando raggiungiamo una panchina (il
Pi greco somiglia ad una panchina).

Stiamo per sederci, quando da dietro la panchina esce un enorme


serpente. Dalla sua testa viene fuori una bolla di sapone (la lettera b,

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secondo il mio personale schedario di immagini); dalla sua coda, invece,
spunta la testa di Elvis Presley (la lettera a, che immagino come la
testa di Elvis, con il suo celebre ciuffo). Il serpente mangia voracemente
una libellula (la f in corsivo mi ha fatto pensare ad una libellula e io ho
inserito questa immagine nel mio repertorio personale di immagini).
Dalla testa della libellula, mentre il serpente le ha morso la parte
inferiore del corpo, viene fuori un piccolo Noè (il numero 2, come da
schedario mentale). Noè, schizzando fuori dal corpo della libellula, va ad
urtare contro due donne incinte (le parentesi tonde, ( ) ), messe di
spalle. Tra loro c’è, conficcato nel terreno, una croce di sant’Andrea
(vale a dire la X), che si vedono solitamente in prossimità dei binari dei
treni. La seconda delle donne incinte incespica e sta per cadere in
avanti. Per fortuna urta contro un uomo che, anziché cadere, poggia a
terra la sua mano destra (dx) enorme, gigantesca, più grande di tutto il
so corpo.

A questo punto, come fai a ricordare che questa “storiella” si riferisce


alla formula per calcolare il volume di solidi in rotazione?

Basta associarla alle immagine che ti creerai rispetto alla dicitura


VOLUME DI SOLIDI IN ROTAZIONE: stai ascoltando lo stereo quando
vedi, inspiegabilmente, la manopola del volume girarsi da sé. Il volume
diventa altissimo e, per le vibrazioni, la tua casa crolla. Al posto delle
macerie vedi dei solidi (gli stessi che usavi a scuola: cubi, coni,
piramidi…) che iniziano a ruotare velocemente, come in una tromba
d’aria. Questi solidi vengono catapultati in una valle… e adesso riprendi
la storia precedente.

Prova adesso a ripassare a mente la storiella e … hai la formula sui


volumi di solidi in rotazione fissa nella tua mente!

Una ripetizione necessaria: le tecniche di memoria non ti sono utili per


capire quando e come applicare questa formula che hai imparato. Esse
servono soltanto per aiutarti a memorizzarla, il resto tocca a te.

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Un altro esempio, legato alla formula della VARIABILE ALEATORIA
NORMALE:

Una farfalla enorme (la lettera f) urta contro due donne incinte (le due
parentesi tonde ( ) ) ce sono tra loro di spalle. Tra le due donne c’è la
croce di sant’Andrea (la X). La seconda delle due donne incespica e
va a finire su due binari (il simbolo = ). Su questi binari, invece del
treno, sopraggiunge una FIAT 1 (corrispondente al numero 1). Ad un
certo punto il suolo sprofonda, finendo un una grotta sotterranea (il
simbolo —————, fratto).

La FIAT 1 continua a camminare nonostante tutto, fino a quando non


urta una pistola (la lettera greca sigma). Questa esplode un proiettile
molto grade che frantuma una tettoia che c’è di fronte (il simbolo della
radice quadrata). La tettoia crolla su Noè (numero 2, vedi schedario
mentale) che, stordito, va a sedersi su una panchina poco distante da
lui (il simbolo corrispondente a Pi greco).

A questo punto, come abbiamo già visto per l’altro esempio, dobbiamo
collegare questa “storiella” con il nome della formula, cioè VARIABILE
ALEATORIA NORMALE: una BILE verdastra (VARIABILE), molliccia e
scura, subisce una trasformazione: le spuntano le ALI (ALEATORIA).
Spicca il volo ma, ahimè, non sa volare, quindi precipita subito su una
gigantesca ORMA (NORMALE) di animale.

70
Come memorizzare le formule chimiche?

Dovremmo già saperlo: il procedimento è simile, se non identico, a


quello visto finora per le formule nelle materie scientifiche.

Per questa ragione, in questo caso non ci dilungheremo molto: sarà


sufficiente fare degli esempi.

Prendiamo la formula che segue:

AMMONIO

Immaginiamo Napoleone (il celebre Bonaparte, facile associarlo alla N),


imperatore che, nonostante sia di bassa statura, è enorme, alla luce
della sua alta carica. Cammina come un gigante e, con la sua scarpa,
calpesta un hotel (la H). Prima che l’hotel si distrugga, il tetto si squarcia
e ne viene fuori una croce (il simbolo +), che zampilla e precipita verso il
basso. Si conficca nel cranio di uno sfortunato RE (numero 4 dello
schedario mnemonico), che passava da quelle parti.

Colleghiamo adesso la formula alla parola AMMONIO (questo è un


passaggio importantissimo, senza il quale potremmo fare danni:
potremmo ritrovarci, infatti, a ricordare perfettamente la formula,
dimenticando però a quale elemento chimico si riferisca!).

Ammonio mi fa pensare ad un cartellino giallo (simbolo calcistico


dell’ammonizione). Napoleone, quindi, è stato ammonito con un bel
cartellino giallo…

71
Un’ultima formula:

ACIDO CITRICO - Formula BRUTA

Charlie Chaplin (la lettera C: chi non conosce il celebre attore?)


incespica e cade di peso sulla bambina che fa CIAO (numero 6,
schedario mentale). La mano protesa per fare ciao, diventa enorme,
mentre la bambina cade anch’essa dopo la spinta. La mano assume
dimensioni incredibili e finisce su un’hotel di lusso (la lettera H). L’hotel
barcolla e poi, compatto e senza frantumarsi, cade su un lato. La caduta
è attutita dalla morbidezza di un enorme grappolo d’UVA (il numero 8
dello schedario mentale). Un chicco d’UVA si stacca e diventa un
salvagente (lettera O, simile per forma ad un salvagente e riferimento
del personale repertorio di immagini). Il salvagente vola, vola per aria e
centra la testa di un’ OCA (numero 7 dello schedario mentale).

Colleghiamo adesso la “storiella” all’acido citrico.

Un istruttore di AIKIDO (ACIDO), cintura nera della celebre arte


marziale, decide di andare ad ITRI, un cittadina. Urta contro il cartello
che riporta proprio un’immagine della città. Da questa immagine, dalla
porta di una casa tra quelle raffigurate, esce fuori Charlie Chaplin (la
lettera C della formula, ricordi?), camminando nel suo strano modo e …

72
APPENDICE 2

MEMORIZZARE LA TAVOLA PERIODICA DEGLI ELEMENTI4

Non è affatto difficile. Adesso possiedi tutte le tecniche per


memorizzare l’intera tavola periodica degli elementi. Se non ti sei
esercitato molto con le tecniche di memoria forse potresti impiegare
qualche minuto in più rispetto a chi è più allenato; in ogni caso, però, sei
in grado di memorizzarla per intero e a tenerla a mente, senza
consultarla di continuo.

In questo caso ti daremo soltanto dei consigli, senza creare per te le


immagini o le associazioni tra immagini. Questo dovrai farlo tu.

Come vedi, la tavola periodica è formata essenzialmente da colonne,


formate da quadratini al cui interno trovi scritti dei numeri e la sigla che
corrisponde all’elemento chimico.

4 Immagine tratta dal sito http://www.ptable.com/?lang=it

73
Per cominciare prendi le colonne singolarmente e memorizza i
numeri contenuti nei quadrati.

Come? Trasformandoli in immagini e collegandoli tra loro. Ad


esempio, nel caso della prima colonna trovi i numeri 3 - 11 - 19 - 37 - 55
- 87:

Da una tazza da THE (il numero 1 corrisponde alla tazza da the


secondo lo schedario mentale) spunta fuori un AMO (numero 3) che,
salendo in aria aggancia un grand TETTO (numero 11) … continua tu.

Il passaggio successivo consiste nell’associare il numero


all’interno del quadrato con la parola dell’elemento chimico.

1 - Idrogeno (H) : da una tazza da Tè (numero 1) esce fuori IDRA,


mostro mitologico con con tante teste (IDRO della parola idrogeno); una
di queste teste vomita un GENIO (GENO della parola idrogeno), che
viene fuori dalla bocca anziché da una lampada.

3 - Litio (Li): mentre stai pescando, attaccato al tuo amo c’è un


cartoncino di latte da un LITRO (LITIO)…

74
MEMORIZZARE LE LINGUE STRANIERE

Non serve dilungarsi sull’importanza di imparare una o più lingue


straniere. Oltre alle possibilità che questo dà rispetto al mondo del
lavoro, conoscere una lingua straniera apre orizzonti, aiuta la
comprensione di altre culture, altri modi di pensare. In fondo ogni lingua
è lo specchio del modo di pensare e di “leggere il mondo” di un popolo.

Le tecniche di memoria possono aiutare in modo davvero incisivo


chi voglia imparare una lingua!

Non facciamo solo riferimento, ovviamente, alla lingua inglese, che è in


assoluto la più studiata e la più utilizzata nei contesti di lavoro. Ci
riferiamo a tutte le lingue, perché il procedimento per memorizzare i
vocaboli e le regole segue un criterio estendibile a qualsiasi lingua.

Perché è importante memorizzare vocaboli, quando si studia una


lingua?

Ovviamente imparare una lingua non consiste soltanto nel memorizzare


parole, ci mancherebbe! Serve conoscerne la sintassi, il modo di
costruire le frasi, le frasi idiomatiche, le declinazione dei verbi, regolari e
irregolari, e così via.

Eppure appropriarsi del lessico è fondamentale per utilizzare una


lingua straniera: chi è in possesso mediamente di circa 2000 vocaboli
può sostenere senza difficoltà una normale conversazione e
comprendere circa l’85% di un testo di uso comune (ad esempio un
articolo di quotidiano); con 4500 vocaboli, invece, si è in grado di capire
il 95% di un testo comune. Ci riferiamo a testi comuni e non a testi
specialistici (come ad esempio un testo di biologia, di ingegneria o di
metrica classica).

Con le tecniche di memoria è possibile imparare moltissimi vocaboli, in


un tempo decisamente inferiore a quanto se ne impiega generalmente.

75
Qual è la tecnica per imparare i vocaboli di una lingua straniera?

La tecnica poggia sempre sui soliti principii: la visualizzazione e


l’associazione di immagini.

Per memorizzare i vocaboli in una lingua straniera bisogna creare


un’immagine attinente con il significato in lingua italiana e associarla, con le
tecniche PAV o EMAICE (che abbiamo visto) ad un’altra immagine scaturita
per assonanza o per grafìa alla parola straniera.

Facciamo qualche esempio con la lingua inglese, che può risultarci


più immediato. Provate a memorizzare le parole che seguono:

1. Horse = Cavallo
2. Ceiling = soffitto
3. Quiff = ciuffo
4. Anorak = giacca a vento
5. Fork = forchetta
6. To guzzle = Abbuffarsi
7. Sink = lavandino
8. Smirch = disonore
9. Country = paese
10. Talk = parlare

Avremmo potuto renderti la memorizzazione più difficile, ad esempio


proponendoti 20 parole anziché 10. Ma ciò che qui ci interessa è capire
la tecnica di memorizzazione, non altro.

Se provassi a memorizzare in modo tradizionale 10 parole forse ne


ricorderesti 5 o 6. Il numero non cambia nel caso di 20 parole. Con le
tecniche di memoria, insieme ad un po’ di pratica, puoi arrivare a
memorizzarle tutte!

76
Come?

Facciamo l’esempio con la prima parola: HORSE, che vuol dire


CAVALLO

Ecco i passaggi che dovrai seguire:

1. Per prima cosa creati un’immagine con la parola CAVALLO in


italiano. Se il vocabolo è astratto crea un’immagine concreta per
assonanza, come abbiamo già visto. Immagina vividamente un
cavallo, anche uno che conosci molto bene.

2. Prendiamo quindi la parola nella lingua straniera. ATTENZIONE: non


la grafia, ma la pronuncia del vocabolo! HORSE. Qual è la parola
che per assonanza, cioè rispetto al suono, ti viene in mente, in
LINGUA ITALIANA, pensando a HORSE? A me ORSO!

3. Adesso fai una semplice associazione, seguendo le tecniche PAV -


EMAICE. Assistiamo ad una corsa di cavalli, ma c’è un CAVALLO
che, a ben guardare, non è guidato da un fantino, ma da un enorme
ORSO, dal pelo grigio e artigli lunghissimi.

HORSE = ORSO

Semplice no? In realtà ci vuole più a dirlo che a farlo. Provate ad


esercitarvi: vedrete che praticando questo metodo
progressivamente vi verrà automatico, spontaneo e farete cose
incredibili.

Ancora un altro esempio. Usiamo adesso il verbo TO GUZZLE che vuol


dire ABBUFFARSI.

1. Immagine in italiano: un signore che si ABBUFFA voracemente;

2. Immagine nella lingua straniera (per assonanza, non per grafìa): del
Gasolio (la parola somiglia al suono del verbo GUZZLE);

77
3. Associazione: il signore che hai immaginato si ABBUFFA con una
tale voracità che butta giù anche del GASolio, tracannandolo in pochi
secondi da un erogatore appeso al muro.

TO GUZZLE = ABBUFFARSI

Ultimo esempio: SINK = LAVANDINO

1. Immagine in italiano: il LAVANDINO della cucina di casa tua;

2. Immagine nella lingua straniera (per assonanza, non per grafia):


INCHiostro;

3. Associazione: immagina il LAVANDINO della tua cucina, mentre stai


per lavare i piatti. Improvvisamente dallo scarico inizia ad uscire del
liquido blu. E’ INCHiostro, che riempie tutta la vaschetta.

SINK = LAVANDINO

Ovviamente questa tecnica è validissima anche con altre lingue.


Vediamo un esempio in lingua spagnola.

TENENDOR = FORCHETTA

1. Immagine in italiano: una FORCHETTA, lucida, pesante;

2. Immagine nella lingua straniera: una statua di un TENENte D’ORO,


preziosissimo, brillante;

3. Associazione: immagina di prendere questa FORCHETTA e tentare


di trafiggere questa statua di un TENENte D’ORO. Ovviamente la
forchetta si piegherà, senza scalfire il TENENte D’ORO

TENENDOR = FORCHETTA

78
Con il tedesco?

BLUME = FIORE

Adesso procediamo rapidamente.

In un prato c’è un bellissimo FIORE. Mi avvivino, provo a raccoglierlo,


ma appena cerco di sradicato si accende come un LUME, pieno di
colori.

———————————-

La tecnica di memoria appena appresa può essere utilissima anche per


lo studio delle lingue classiche.

Il principio è sempre lo stesso: l’associazione per immagini. Chi ha


davvero voglia di migliorare le proprie abilità e di studiare una lingua
classica può inventare, seguendo questo esempio, altri modi per
memorizzare desinenze, eccezioni, declinazioni irregolari di verbi…
e così via!

Prendiamo, come esempio, la seconda declinazione in lingua latina,


rispetto al sostantivo POPULUS - I (popolo):

Popul - US Popul - I
Popul - I Popul - ORUM
Popul - O Popul - IS
Popul - UM Popul - OS
Popul - E Popul - I
Popul - O Popul - IS

Non vogliamo qui addentrarci nell’articolata grammatica latina; basti dire


che le desinenze di questo nome, evidenziate in rosso, sono le stesse
per tutti i nomi regolari, maschili o femminili, della seconda declinazione.

79
A cambiare sarà invece la radice del sostantivo, che nello schema è
scritta in colore nero.

Per memorizzare la declinazione latina, quindi, è sufficiente crearsi un


repertorio visivo per ciascuna desinenza. Cambierà la radice del
nome, ma non la desinenza.

Quindi:

US = Bandiera USA E = una forza a tre punte


I = tronco di un albero ORUM = lingotto di ORO
O = una ciambella di salvataggio IS = IStrice
UM = una mUMmia OS = un mucchio di OSsa

Inventando una semplice storiella con le immagini che abbiamo


individuato (adesso sarete sicuramente in grado di farlo da soli), potete
memorizzare facilmente le desinenze della seconda declinazione.
Inventatela nell’ordine in cui le trovate scritte nella tabella in alto,
altrimenti confonderete il singolare con il plurale: prima tutte le singolari
(la prima colonna a sinistra) poi l’altra colonna (a destra).

Questo procedimento potrete utilizzarlo per le altre declinazioni, per i


verbi, gli aggettivi … e così via. Avrete un repertorio di immagini che vi
renderà la vita facile rispetto alla memorizzazione di paradigmi e
declinazioni, come di qualsiasi altra lingua (anche il tedesco, ad
esempio, in modo simile al latino, ha molte declinazioni).

80
ESERCIZIO

Ti verranno proposte delle parole da memorizzare in lingua inglese, per


cui applicherai la tecnica che abbiamo appreso in questo capitolo. Per
aiutarti ti abbiamo proposto uno schema guida, da seguire solo le prime
volte. Successivamente, a mano a mano che prenderai dimestichezza
con questo procedimento di memorizzazione, non ne avrai più bisogno.

Month = mese Healthy = salutare To choose =


Safety=sicurezza
(sano) scegliere
Development = Growth = crescita Expensive = To remember =
sviluppo costoso ricordare

Policy = polizza di Available = Huge = enorme To bring = portare


assicurazione disponibile

Army = esercito Known = Aware = Below = sotto


conosciuto consapevole,
informato
Paper = carta Useful = utile Rather = piuttosto Quickly =
rapidamente

Di seguito trovi uno schema che puoi utilizzare le prime volte in cui ti
cimenterai nella memorizzazione delle parole straniere con la tecnica
appresa. Successivamente sarai perfettamente in grado di farne a
meno.

Vocabolo in italiano Vocabolo in lingua straniera Pronuncia

——————————— ————————————— ——————————————

Immagine per il vocabolo in italiano

————————————————————————————————————————————

Immagine per la pronuncia della parola in lingua straniera

————————————————————————————————————————————

Associazioni tra immagini

————————————————————————————————————————————

———————————————————————————————————————————

81
LA TECNICA DEI LOCI CICERONIANI

In questa lezione impareremo una tecnica importantissima, che sarà


indispensabile soprattutto per la memorizzazione delle mappe mentali
(vedremo in seguito che esse sono l’elemento cardine della
memorizzazione dei libri e dei manuali di studio), ma anche di elenchi,
gruppi di parole o insiemi di concetti che nella vita di tutti i giorni è
fondamentale - o almeno utile - tenere a mente.

A questo punto è interessante dedicare qualche secondo ad una breve


digressione storica. Pare che la tecnica dei LOCI (la parola LOCI deriva
dal latino LOCUS, che vuol dire LUOGO) sia stata utilizzata da Marco
Tullio Cicerone, noto oratore dell’antica Roma, in occasione delle sue
orazioni, cioè di discorsi solenni tenuti in pubblico davanti ad un uditorio
più o meno numeroso. Ebbene, Cicerone era in grado di parlare per
ore e ore senza mai “perdere il filo” del discorso (per usare
un’espressione gergale), ricordando esattamente la disposizione
degli argomenti che aveva precedentemente pianificato.

Utilizzava una tecnica straordinaria, documentata in antichi trattati di


retorica greci e romani (Retorica ad Herennium, De oratore, Institutio
oratoria).

Cicerone stesso, nel De oratore sosteneva che

“… nella memoria si fissano meglio le immagini provenienti dai sensi ed


in particolare modo quelle che si presentano alla vista”.

Aveva perfettamente ragione! Ed infatti egli stesso applicava in modo


creativo questo verissimo principio che, ormai è chiaro, sta alla base di
moltissime tecniche di memoria.

82
In cosa consiste dunque la tecnica dei loci?

Ecco le fasi:

- Immagina un percorso che fai abitualmente a piedi o in macchina.


Ad esempio il tragitto per andare a lavorare, per andare a scuola o
che percorri durante la consueta passeggiata pomeridiana. Insomma,
scegline tu stesso uno che ti è familiare.

- Individua lungo questo tragitto 10 o 15 (se vuoi anche di più) elementi


che ti risaltano agli occhi. Ad esempio un cassonetto
dell’immondizia, una cabina elettrica, una casa di un colore
appariscente, un’insegna in legno, la cabina della fermata
dell’autobus, un albero frondoso, un muretto … ci sono moltissimi
oggetti che puoi fissare nella tua mente, scegli tu quelli che preferisci.

- Esamina ciò che devi memorizzare: una lista, gli argomenti di


studio, un discorso, i capitoli di un libro… Individua le parole chiave
da memorizzare e trasformale in immagini chiare, come abbiamo
visto nei capitoli precedenti.

83
ATTENZIONE! Questa tecnica può essere sostituita anche dallo
schedario mentale, associando le immagini dei concetti/parole con
quelle standard dello schedario, tuttavia la tecnica dei LOCI spesso è
più immediata, perché permette di identificare subito i punti del
percorso con le immagini e avere un “filo logico” che corrisponde alla
direzione di percorrenza del tragitto. In più, con questa tecnica, non è
necessario collegare tra loro le parole da memorizzare (cosa che può
essere ostica): è sufficiente fare singole associazioni tra la parola da
memorizzare e l’oggetto individuato lungo il percorso.

- A questo punto associa le immagini che hai trasformato con gli


elementi che hai individuato lungo il tragitto.

84
Adesso vediamo qualche esempio di applicazione, in cui scoprirai
tutta la potenza di questa tecnica che, di per sé, può sembrare
anche banale.

Immagina di dover memorizzare questi 5 argomenti di cui parlare


nelle tua prossima interrogazione:

- La tratta degli schiavi;

- La scoperta dell’America;

- La Riforma Protestante;

- Il Concilio di Trento;

- La strage degli Ugonotti;

A questo punto bisogna estrapolare 5 immagini dai concetti di cui


parlare. Immaginatele vividamente.

Eccole: 1. Uno schiavo; 2. La bandiera americana; 3. La testa (pro-


testa) mozzata di un monaco agostiniano (Lutero); 4. Un cartello
stradale che rappresenta il limite di 30 km/h; 5. Pugnali insanguinati che
infilzano UGO (Fantozzi).

N.B. Queste sono alcune delle immagini che possono venire in


mente. Ognuno può scegliere quelle che preferisce,
personalizzando la sua immaginazione.

85
Resta l’ultimo passo: associare le immagine estrapolate dagli

argomenti di cui parlare con quelle individuate nel percorso che collega
la casa con la scuola (vedi la figura).

Cassonetto + Schiavo = immagina uno schiavo, con le catene, la


carnagione scura, calvo … dentro il cassonetto dell’immondizia. TRATTA
DEGLI SCHIAVI.

Albero + bandiera americana = immagina di intravedere un lembo di


stoffa tra i rami dell’albero, lo afferri, lo tiri verso di te … e viene fuori una
bandiera americana! LA SCOPERTA DELL’AMERICA.

Traliccio dell’elettricità + testa mozzata di un monaco agostiniano =


immagina sul traliccio, nella parte più alta, la testa di un monaco, con la
barba folta e il cappuccio marocchino degli agostiniani. LA RIFORMA
PROTESTANTE.

86
Cabina telefonica + Cartello stradale = immagina di aprire una cabina
telefonica, una cabina rossa londinese, e di trovare all’intero, al posto
del telefono, un cartello stradale con il limite di 30 km/h raffigurato. IL
CONCILIO DI TRENTO.

La scuola + UGO Fantozzi pugnalato = immagina all’ingresso della tua


scuola, proprio sul pianerottolo, il povero UGO Fantozzi (non ce ne
voglia il simpaticissimo ragioniere, ma è solo un esempio) pugnalato, in
una pozza di sangue, riverso sul pavimento. LA STRAGE DEGLI
UGONOTTI.

—————————

Abbiamo usato questo semplice esempio con appena 5 concetti da


memorizzare: ovviamente, essendo un numero esiguo, potrebbero
essere memorizzati anche senza l’aiuto di nessuna tecnica. Tuttavia la
tecnica dei loci diventa utilissima quando i concetti, le parole - e quindi
le immagini - sono di un numero piuttosto elevato. Provate con la lista
della spesa, dovendo acquistare 15 - 20 o 30 prodotti. Chi scrive lo ha
fatto più volte, con successo e soddisfazione.

Una curiosità, legata a quello che abbiamo appena imparato:

Ancora oggi, quando si parla, si fa riferimento inconsapevolmente


alla tecnica dei LOCI: avete mai usato l’espressione “in primo
luogo”?

ESERCIZIO: Individuate, lungo un percorso abituale che vi è familiare,


20 0 30 elementi. A questo punto stilate la vostra lista della spesa.
Adesso associate il prodotto da acquistare (la sua immagina il più
possibile chiara) con gli elementi che avete individuato lungo il tragitto.
Ora provate a ricordare la lista della spesa. Facile no?

87
LA TECNICA DELLE STANZE

Questa tecnica è molto simile a quella dei loci ed è altrettanto utile.


Potremmo dire che la differenza consiste nell’identificare gli elementi a
cui “agganciare” l’immagine da ricordare, anziché con quelli individuati
lungo un percorso, con gli oggetti di arredamento di una stanza ben
conosciuta.

Prendiamo l’immagine in basso, che rappresenta il terzo piano di


un appartamento.

Immaginiamo di entrare nel primo locale, in corrispondenza della


freccia rossa. Questa sarà la nostra stanza di riferimento, quella per
cui applicheremo la “tecnica della stanza”. Ognuno conoscerà

88
perfettamente le stanze della propria casa e potrà applicare questa
tecnica dove più preferisce.

Attenzione: dopo aver scelto un senso di osservazione, che sia


orario o antiorario, occorre necessariamente mantenerlo, senza
modificarlo in corso di memorizzazione. Si rischia altrimenti di
alterare tutta l’efficacia della tecnica.

Osserviamo gli oggetti della stanza in senso antiorario: 1. Un


tavolo; 2. Il lavandino della cucina; 3. I fornelli; 4. Il divano; 5. Il tappeto;
6. Una pianta da interni; 7. Il mobile su cui è poggiata la TV.

A questo punto, ciò che resta da fare è presto detto: associare le


immagini dei concetti da memorizzare con quelli presenti
all’interno della stanza.

89
Domanda: se i concetti da memorizzare sono più degli oggetti della
stanza come si procede?

Risposta: si passa semplicemente alla camera accanto, procedendo


nello stesso senso di osservazione utilizzato all’interno della singola
stanza (in questo caso in senso antiorario); quindi si passerà alla
camera da letto, in alto a destra rispetto alla stanza che abbiamo
considerato nel nostro esempio.

ESERCIZIO

L’esercizio che proponiamo, a questo punto, è molto semplice e potete


svolgerlo sia con la tecnica delle stanze che con la tecnica dei loci.
Scriviamo di seguito una lista della spesa: non dovete far altro che
memorizzarla interamente con una delle due tecniche proposte. La
prossima volta che andrete al supermercato … eviterete di portare con
vuoi quel misero foglietto stropicciato!

Lista della spesa: 1. Pane; 2. Latte; 3. Spaghetti; 4. Gallette di riso; 5.


Passata di pomodoro; 6. Vino rosso; 7. Parmigiano; 8. Prosciutto; 9.
Bicchieri e piatti di carta; 10. Carta igienica; 11. Shampoo; 12. Cerotti;
13. Philadelphia; 14. Quattro salti in padella; 15. Detersivo per i piatti;
16. Fette biscottare; 17. Marmellata, 18. Basilico; 19. Un pacco di
chewing gum; 20. Biscotti per la colazione.

BUON DIVERTIMENTO!

90
METODO DI STUDIO E MAPPA MENTALE

Questo è forse il capitolo più importante di questa breve, ma intensa,


guida. Nelle pagine che seguono vedremo come approcciare alle
pagine dei libri e manuali da studiare e, soprattutto, come le tecniche
di memoria possano esserci ancora utili per memorizzare grandi
quantità di informazioni in poco tempo.

Attenzione!

La mappa mentale ci permetterà di avere di fronte la mole degli


argomenti da memorizzare organizzati secondo criteri chiari.
Successivamente, applicando tutte le tecniche apprese fino ad
ora, saremo in grado di immagazzinare una quantità vastissima di
informazioni, in un tempo di gran lunga inferiore rispetto a quello
che abbiamo impiegato finora rispetto alle stesse quantità di
informazioni.

Questo non vuol dire che memorizzeremo centinaia di pagine “ad


uno schioccar di dita”: questo è impossibile, e quando vogliono farvelo
credere, presentandovi i costosissimi corsi sulle tecniche di memoria
che sono in giro, vi invito a diffidare.

L’impegno, la costanza, la dedizione, la passione e la motivazione


sono indispensabili per raggiungere qualsiasi buon risultato, nel lavoro
e nello studio. Chi voglia farci credere altro mente, consapevole di
mentire.

Detto questo, torniamo alla nostra trattazione, occupandoci adesso delle


mappe mentali, della loro costruzione e della loro memorizzazione.

La mappa mentale è un utile strumento che ci permette di


rappresentare graficamente il nostro pensiero (e può quindi essere
utilizzata per rappresentare un paragrafo, un capitolo, una sezione di un

91
libro…); è cosa diversa rispetto alla mappa concettuale, che si
costruisce con altri criteri e con altri scopi.

Le mappe concettuali - anch'esse utili per lo studio, ma la cui


trattazione non riguarda questo capitolo - sono state teorizzate negli
anni Sessanta da Joseph D. Novak, docente presso la Cornell
U n i v e r s i t y. E s s e h a n n o u n a s t r u t t u r a r e t i c o l a r e e n o n
necessariamente gerarchica. Privilegiano più l’aspetto logico che
grafico. Le mappe concettuali rappresentano graficamente concetti
complessi e c’è sempre bisogno di evidenziare quali relazioni
sussistono tra i concetti rappresentati (ad esempio di causa- effetto,
inclusività, prima - dopo, concausalità, etc…).

Di seguito un esempio di mappa concettuale5:

5la mappa è tratta dal sito www.guamodi.blogspot.com, alla pagina http://guamodi.blogspot.it/2014/05/come-


dove-quando-studiare-una-bussola.html

92
Si vedono chiaramente le caratteristiche di questo tipo di
rappresentazione: la mappa non ha elementi grafici, usa delle
congiunzioni o frasi che legano logicamente l’idea centrale con i
concetti legati. Le ramificazioni possono essere collegate tra loro con
linee e ulteriori connettivi logici. Non c’è spesso una chiara gerarchia tra
i concetti.

Le mappe mentali sono state


teorizzate dal cognitivista Approfondimento.
Se il lettore fosse interessato ad
britannico Tony Buzan, autore,
a p p ro f o n d i re l ’ a rg o m e n t o
tra l’altro, di molti saggi dedicati consiglio alcuni libri interessanti
alle tecniche di apprendimento e di Tony Buzan:

di memorizzazione. A differenza
delle mappe concettuali, esse - Tony Buzzan e Barry Buzan,
Mappe mentali, come utilizzare
partono da un solo argomento,
il più potente strumento di
da cui si diramano, accesso alle straordinarie
gerarchicamente, tutte le capacità del cervello per
connessioni. Non ha lo scopo di pensare, creare, studiare,
organizzare, Roberti, 2008

definire le relazioni tra i


concetti, ma di presentarli in - To n y B u z a n , I . R u b i n i ,
modo razionale e graficamente L’intelligenza verbale. Testo
rilevante. inglese a fronte, Frassinelli,
2007

Costruire le mappe mentali è


piuttosto semplice (vedremo qualche esempio su come farlo): esse si
basano su due tipologie di connessione, GERARCHICHE e
ASSOCIATIVE.

Non serve dilungarci troppo su questi aspetti teorici; qui è sufficiente


accennare che per “gerarchico” intendiamo la differenza di
importanza tra più concetti. Vedremo infatti che più si procede verso
l’esterno, nella costruzione di una mappa mentale, più le parole chiave

93
(e quindi i concetti a cui si riferiscono) saranno di un rango gerarchico
inferiore rispetto alle precedenti.

Per “associativo”, invece, intendiamo la caratteristica che permette di


rilevare - e all’occorrenza collegare - tra più parti della mappa parole
chiave e concetti che hanno tra loro un pari livello gerarchico.

Niente paura! Sarà tutto chiarissimo non appena vedremo degli esempi
concreti sulla costruzione e l’utilizzo delle mappe mentali.

Secondo gli esperti, chi è in grado di costruire una mappa mentale,


già nella stessa fase di costruzione, memorizza circa il 60% dei
suoi contenuti.

Ecco un esempio di mappa mentale6:

Le caratteristiche della mappa mentale sono evidentemente diverse


rispetto alla mappa concettuale: ci sono molti elementi grafici, cioè
disegni colorati che rappresentano le parole chiave riportate su ogni
ramo. C’è un’idea centrale (in questo caso “la mia vacanza”) e non ce

6La mappa è tratta dal sito www.umbertosantucci.it, alla pagina http://www.umbertosantucci.it/mappe-mentali-


e-mappe-concettuali/

94
ne sono altre di pari importanza gerarchica. I rami che partono
dall’idea centrale corrispondono a parole chiave/concetti di pari
rilevanza: nell’esempio in questione le parole-concetto MARE,
MONTAGNA, MONASTERO, AGRITURISMO, CITTA’ D’ARTE hanno la
stessa importanza. Gerarchicamente inferiori ad esse, ma tra loro alla
pari, sono i “rami” su cui c’è scritto “pro” e “contro”. Lo stesso vale per
tutte le parole che si ramificano da “pro” e “contro”.

Questo ovviamente è solo un esempio, ma è sufficiente per rendere


l’idea di cosa sia una mappa concettuale.

Approfondimento.

Quando e in quali occasioni è utile usare una mappa mentale?


Le mappe mentali possono essere utilizzate ogni volta in cui
vogliamo avere un’idea chiara e globale dell’argomento che
stiamo affrontando. Serve per aumentare le nostre performance
mnemoniche, quando dobbiamo ricordare una lezione, presentare
un progetto, prendere appunti, trovare delle idee.

Come costruire una mappa mentale

Faremo un esempio utilizzando, per ovvi motivi di brevità, una sola


pagina tratta dal web. Sottolineiamo, però, che la tecnica che stiamo per
applicare è valida per qualsiasi tipo di testo, di qualsiasi lunghezza o
difficoltà. Ovviamente, più un testo è lungo e complesso più sarà
elaborata la mappa mentale; oppure, più un testo è lungo più sarà il
numero di mappe mentali da costruire.

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Il primo errore da evitare è iniziare subito a costruire la mappa
mentale. “La fretta è cattiva consigliera”, anche in questo caso.

Prima di mettersi all’opera è indispensabile dare un’occhiata generale al


testo, per rendersi conto di quanti capitoli è composto, quante pagine
ha ciascun capitolo, e in che modo viene suddiviso in sottocapitoli
e paragrafi.

Si tratta di “farsi un’idea”, gettare uno sguardo globale sul materiale


da memorizzare.

E’ come se dovessimo decidere in che modo ristrutturare una casa:


sarebbe certamente necessario vistare tutte le stanze e solo dopo
decidere con quali colori tinteggiare le pareti, dove buttare giù il muro e
dove alzarlo, e quali mobili acquistare.

In altre parole, si tratta prima guardare il percorso da compire, poi


di mettersi in marcia.

Vediamo un semplice esempio: trovate di seguito una pagina tratta


da un manuale di storia della musica7.

7 Storia della musica. Dall’Antichità al Rinascimento, Alessandra Mazza, Edizioni Zarlino

96
97
In questa pagina vediamo innanzitutto il titolo del capitolo (in
corrispondenza, in alto, della freccia rosa): La musica dei preistorici e
le prime civiltà.

Non sappiamo quanto sarà lungo questo capitolo; supponiamo che sia
di 15 pagine. Sappiamo che queste pagine saranno suddivise in
paragrafri, indicati con le frecce blu nell’immagine in alto.
Immaginiamo, quindi, che le 15 pagine ipotizzate per il capitolo abbiano
in media, ciascuna, due paragrafi, quindi avremmo in totale circa 30
paragrafi.

Ma non è tutto. Ogni paragrafo, in genere, è suddiviso in capoversi,


vale a dire il principio del periodo o del verso con cui si va a capo.
Generalmente si riconosce perché è caratterizzato da una rientranza
della riga.

Considerare tutto questo vuol dire dare uno sguardo d’insieme al


materiale che bisogna studiare e memorizzare (le mnemotecniche
aiutano a memorizzare, ma non certo a capire ciò che si studia!), vuol
dire “farsi un’idea”.

In questo caso abbiamo già degli indizi per strutturare una mappa.
L’idea centrale sarà il titolo del capitolo “La musica dei preistorici e le
prime civiltà”. I titoli dei paragrafi, invece, saranno i primi due rami,
gerarchicamente uguali, che partiranno dall’idea centrale.

Nell’immagine che segue vediamo la rappresentazione grafica:

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E’ bene disseminare sulla mappa mentale delle immagini che
rappresentino le parole chiave utilizzate. Questo permetterà sia di
personalizzare la mappa (le mappe mentali sono molto più “personali”
delle mappe concettuali), sia di renderne più facile la memorizzazione.
Le immagini si possono disegnare facilmente, anche in modo stilizzato
(nessuno ci chiede un’opera d’arte). Oppure si possono usare dei
software appositi per la realizzazione di mappe mentali, dove è facile
inserire immagini digitali.

Le parole chiave nel cerchio verde (reperti, disegni, rilievi) sono quelle
individuate all’interno del capoverso. Vedremo a breve di cosa si tratta e
come si fa.

99
Attenzione! Il disegno che si intende realizzare in corrispondenza di
una parola chiave o di un concetto, nel caso in cui si tratti di una
parola astratta e/o complessa, deve riferirsi soprattutto al “suono”
della parola, e non al suo significato. Esempio: immaginiamo di
costruire una mappa mentale studiando un argomento di chimica e di
aver riportato su un “ramo” della mappa la parola ISOTOPO. Quale
parola viene in mente, che somigli nel suono a ISOTOPO? A me
personalmente la parola TOPO, quindi disegnerò sul rampo … un
simpatico topolino.

Vedremo ora un altro esempio per capire come utilizzare le parole


chiave di ogni capoverso. Prima, però, è importante fare una
precisazione, riportata nel riquadro qui sotto.

Attenzione!
Rispetto ad un capitolo, prima di mettersi all’opera con la
costruzione della mappa mentale, occorre leggere tutto il testo,
senza soffermarsi sulle parole chiavi, sulla sua strutturazione, sui
contenuti di ogni capoverso. Si tratta della LETTURA
SCREMANTE, che ha il solo obiettivo di afferrare per sommi capi
i contenuti del capitolo. Solo in seguito si metterà in pratica tutto
il processo che serve alla costruzione della mappa.

Prendiamo adesso una pagina tratta dalla sezione “La filosofia del
Medioevo” del sito www3.unisi.it e vediamo come costruire una mappa
mentale.

100
101
Possiamo definire il testo come un paragrafo di un capitolo più grande
del libro. Si tratta in realtà dell’introduzione ad un manuale di filosofia
medievale, ma poco importa per il lavoro che dobbiamo svolgere. A noi
interessa esemplificare un metodo che sia valido per qualsiasi tipo
di studio si voglia intraprendere. Dal capire l’esemplificazione ad
applicare personalmente la tecnica, il passaggio è breve.

In base a quanto abbiamo detto finora, possiamo già immaginare una


parte della nostra mappa mentale: poiché il testo che stiamo
analizzando corrisponde ad un paragrafo, possiamo collocarlo come il
primo ramo “generato” dall’argomento centrale della mappa mentale,
che è “La filosofia del Medioevo”. Negli altri rami, di pari livello
gerarchico, inseriremo i nomi degli altri capitoli.

E’ bene segnalare con uno “START” il punto da cui iniziare a leggere la


mappa.

La figura che segue può chiarire quello che diciamo.

102
Domanda: dobbiamo inserire i titoli dei capitoli dell’intero libro nello
stesso foglio?

Risposta: certo che no! Altrimenti verrebbe fuori una mappa grande
quanto un tavolo! Si possono inserire i capitoli che ci entrano, poi si
cambierà foglio.

Andiamo adesso più a fondo nel nostro testo. Si vede chiaramente che è
suddiviso in tre capoversi, segnati al lato con una freccia rossa. Ciò
che occorre fare, a questo punto, è leggere con attenzione il
contenuto del capoverso e assegnare ad esso un titolo che, meglio
di altri, sia in grado di riassumerne il contenuto.

Questo processo si chiama tecnicamente “titolazione del capoverso”.


E’ un passaggio importantissimo: dare un titolo a tutto il capoverso
significa averlo già compreso ed essere in grado di riassumerlo con
una sola parola o con un breve frase! E’ un processo cognitivo molto
importante, che contribuisce notevolmente alla memorizzazione dei
contenuti.

In molti libri di testo la titolazione del capoverso è già data. In questo


caso lo studente può affrancarsi da questa fatica. Spesso però, le
titolazioni che restano più impresse nella mente sono quelle scritte
direttamente dallo studente; potremmo dire che sono “personali”,
quindi capita di frequente che chi studia scriva comunque le proprie
titolazioni al lato della pagina, nonostante esse siano già date.

Rispetto al nostro esempio, la titolazione del capoverso è quella scritta


in verde. Ce ne sono 3, e corrispondono, ovviamente, al numero dei
capoversi:

1. MILLE EVENTI IN MILLE ANNI; 2. DUE SENTIERI DI SVILUPPO


DELLA FILOSOFIA; 3. LA RIBELLIONE UMANISTA.

103
Cosa fare a questo punto con le titolazioni individuate?

E’ molto semplice: esse saranno “rami” di ordine gerarchico inferiore


da agganciare a quello corrispondente al titolo del paragrafo.

La nostra mappa mentale sta prendendo forma. Si ramifica sempre più a


mano a mano che andiamo a fondo con l’analisi del testo. Manca un
ultimo passaggio, che riguarda l’individuazione e l’inserimento delle
parole chiave.

Le abbiamo individuate per voi e le trovate evidenziate con il colore


giallo.

Dove inserire le parole chiave?

Lo avrete già capito: esse corrisponderanno ad un’ulteriore


ramificazione e completeranno il primo ramo della nostra mappa
mentale.

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Nel cerchio verde sono state riportate le parole chiave presenti nel
capoverso. In questo caso siamo stati molto “puntigliosi”, ma a volte è
sufficiente individuarne di meno. Accade infatti che se si è compreso il
testo, i collegamenti con le altre parole e i concetti vengano da sé,
partendo da un numero di parole chiave anche molto esiguo.

Cosa sono le PAROLE CHIAVE?


Si capisce già dal termine: sono parole in grado di riferirsi ad un
contenuto specifico, che caratterizza l’identità del testo in cui sono
inserite. Vengono definite “chiave” perché aprono le porte della
comprensione di un testo. Sono parole specifiche, non vaghe: ad
esempio “Islam” e non “religione”; “economia monetaria” e non “rete
commerciale”. Con il tempo imparerai a riconoscere le parole chiave
con facilità. All’inizio serve un po’ di allenamento, soprattutto se non
sei abituato a farlo. In alcuni libri scolastici le parole chiave sono già
evidenziate: sono quelle in neretto.

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ESERCIZI

1. Prendi un tuo libro di studio, scegli liberamente quello che preferisci.


Individua un capitolo, all’interno del quale segna con un simbolo di tua
scelta (una stellina, una freccia, un quadrato) i paragrafi da cui è
composto. All’interno di ciascun paragrafo individua l’inizio e la fine di
ogni capoverso. Successivamente assegna un titolo ad ogni
capoverso.

Ricorda: il titolo non deve essere una porzione di una delle frasi del
testo. Deve avere parole il più possibile originali che riassumano il
contenuto del capoverso. Deve essere una specie di slogan, di testata
giornalistica.

2. Adesso, sul libro che preferisci, individua finalmente un capitolo con


un argomento da studiare e analizzalo come abbiamo fatto finora
(ricorda l’esercizio precedente). A questo punto costruisci una mappa
mentale seguendo il procedimento che hai visto nel corso del capitolo.

106
COME MEORIZZARE UNA MAPPA MENTALE

A questo punto abbiamo tutti gli strumenti per memorizzare una mappa
mentale. Non ci resta che metterci all’opera, in questo ultimo ed
importantissimo gradino sulle tecniche di memoria.

Abbiamo imparato nel capitolo precedente come costruire una mappa


mentale: abbiamo imparato ad analizzare un libro di testo, riconoscendo
i capitoli, i paragrafi e i capoversi. Abbiamo visto come titolare questi
ultimi e come individuare le parole chiave al suo interno.

Da qui abbiamo costruito la nostra mappa mentale, con al centro


l’idea fondamentale, da cui si ramificano tutti gli argomenti, i sotto
argomenti, per giungere alle parole chiave nella parte estrema dei
“rami”.

In ultimo abbiamo anche visto quanto sia importante per una mappa
mentale la presenza di immagini in corrispondenza dei concetti chiave.

Veniamo ora all’ultimo passaggio: memorizzare una mappa


mentale8

Saprete già quali sono i principi che stanno alla base di questa
memorizzazione, anche di questa: la visualizzazione e l’associazione
di immagini con le tecniche PAV o EMAICE.

ATTENZIONE!

Per memorizzare una mappa mentale bisogna utilizzare la tecnica dei


loci, oppure, se lo si preferisce, la tecnica delle stanze.

8 La mappa è tratta dalla pagina web http://www.contucompiti.it/la-civilta-araba.html

107
Vediamo subito come, prendendo spunto dalla mappa mentale
seguente, che ha a tema la civiltà araba.

108
Si vede subito che la mappa mentale proposta è costituita da 8 rami
principali, che partono direttamente dall’argomento centrale (la civiltà
araba). Ciascuno di questi rami principali si ramifica ulteriormente in
altri rami di ordine gerarchico inferiore: su di essi ci concentreremo tra
poco.

In questa mappa mentale, inoltre, mancano le immagini. Provate ad


immaginare voi stessi un’immagine per ciascun ramo principale. Ad
esempio, per il primo ramo “unità” a me viene in mente l’immagine del
noto quotidiano “L’Unità”.

Non ci resta che memorizzarla, applicando o la tecnica dei loci


ciceroniani oppure la tecnica della stanza.

Usiamo la tecnica dei loci:

Ciascuno ha in mente un proprio percorso che fa abitualmente per


recarsi al lavoro, a scuola, in palestra. Prendiamo, come semplice
esempio, il percorso che abbiamo proposto nel capitolo dedicato ai loci
ciceroniani.

109
I rami principali della mappa mentale sono 8, mentre i posti individuati
su questo percorso, se escludiamo il punto di partenza (la casa) e quello
di arrivo (la scuola) sono 4.

Questo vuol dire che avremmo bisogno, per memorizzare al meglio, di


altri 4 posti da individuare lungo il percorso, come ad esempio un
negozio di frutta, una fontana, una chiesa, un cantiere…

Poiché a noi interessa capire soprattutto il procedimento,


utilizziamo il percorso in figura.

Uscendo di casa, il primo elemento che trovo, tra quelli memorizzato


lungo il percorso, c’è il cassonetto dell’immondizia.

Aprendo il cassonetto trovo, all’interno, il quotidiano “L’Unità” (è


l’immagine della prima parola sul ramo della mappa mentale); il
quotidiano si anima e salta fuori dal cassonetto. Cadendo a terra, di lato
al cassonetto, prende la forma di un crocifisso (religione, la prima
parola chiave della mappa). Un’improvvisa ondata di calore fa sì che
questo crocifisso inizi a squagliarsi (era fatto di cera) e assume la forma
di una bilancia in perfetto equilibrio (la legge). Su uno dei due bracci, sul
piatto corrispondente, a ben vedere c’è una lingua umana, sanguinante
(lingua, la terza parola chiave). La lingua ha uno squarcio e all’interno
sembra ci sia qualcosa che luccica: verrebbe da pensare ad un dente
d’oro … e invece è una moneta!

Abbiamo appena memorizzato il primo ramo della mappa mentale!

Ripassiamo la storiella a mente e andiamo avanti lungo il nostro


percorso che collega la casa con la scuola.

Il secondo punto che ho memorizzato lungo il mio tragitto è un albero,


grosso e frondoso.

110
Alla base del tronco dell’albero c’è un’apertura (come quelle in cui si
rifugiano gli scoiattoli). Mi abbasso per vedere cosa c’è dentro e ci trovo
Enza, una mia amica (scienze). Enza sale il tronco dall’intero, che
scopro essere totalmente cavo. Dove il tronco finisce, e dove iniziano i
rami, viene fuori una stella luminosa (astronomia), che esplode e, tra il
fumo, lascia il posto ad una calcolatrice (matematica). Sulla calcolatrice
c’è il numero ZERO che occupa quasi tutto il quadrante con, all’interno,
un turbante indiano (ZERO dall’India); sul display, invece, al posto dei
numeri c’è raffigurato un metro (sistema metrico decimale). La
calcolatrice inizia a tremare, ad agitarsi ed esplode anch’essa. Il fumo
che ne deriva si condensa, si raggruma e forma una serie di provette,
che si poggiano un po’ più su del ramo (alchimia). Le provette si
riempiono di liquidi di vari colori, che iniziano a bollire, si vuotano sul
ramo da cui esce un farmaco che viene ingerito da roboCOP
(farmacopea, che è proprio l’arte antica di preparare i farmaci).

Adesso abbiamo memorizzato il secondo ramo della mappa!

Ripassiamo rapidamente la storiella e andiamo al punto


successivo.

Il terzo elemento lungo il tragitto casa - scuola è il traliccio della


corrente.

Sul traliccio, che guardo abitualmente mentre vado a scuola, trovo,


stranamente, delle spighe di grano, spuntate nel corso della notte
(agricoltura). Dalla sommità del traliccio schizza via una persona, il mio
professore di educazione tecnica delle scuole medie (tecnica) che
durante il volo si scioglie fino a diventare un fiotto di acqua (irrigazione).
Dove cade l’acqua cresce qualcosa: una confezione di riso scotti (riso),
arriva Lino (lino) e la mangia, con tutta la carta, ma subito vomita del
tonno (cotone, per assonanza), proprio una scatoletta di tonno. Si apre
e dentro ci sono dei datteri.Da uno di essi esce una canna di bambù,
dalla cui estremità esce una nuvola di zucchero (canna da zucchero).

111
Questa cade per terra, su una superficie nera, come una lavagna: la
macchia perché in realtà è gesso (gelso).

Ecco memorizzato il terzo ramo della mappa!

Ripassa la storiella e avrai in mente gli argomenti del terzo ramo della
mappa.

A questo punto puoi anche ripassare le storielle dei due rami


precedenti. Scoprirai che tieni ancora tutto a mente, perché le immagini
sono un potentissimo collante per la nostra memoria.

Gli argomenti del quarto ramo, a questo punto, vanno associati al quarto
elemento presente lungo il nostro tragitto: la cabina telefonica in stile
“british”.

Adesso è il tuo momento: il procedimento è lo stesso di quelli visti


fino ad ora. Mettiti alla prova e scoprirai un potenziale enorme
dentro di te.

Domanda: come avviene la memorizzazione della mappa con la tecnica


delle stanze?

Risposta: in modo analogo alla tecnica dei loci, ma al posto degli


elementi individuati lungo il tragitto scelto bisognerà collegare le
immagini della mappa mentale con l’arredamento della stanza che,
di volta in volta, sarà la “scenografia” delle nostre storielle.

Facciamo solo un esempio, che il lettore capirà subito e che potrà


applicare immediatamente.

112
Prendiamo la stanza vista nel capitolo dedicato alla TECNICA DELLA
STANZA:

Immaginiamo adesso di entrare in corrispondenza della freccia rossa,


disegnata sull’immagine.

Procediamo in senso antiorario (anche se sarebbe opportuno


procedere in senso orario, come quando collochiamo le immagini sulle
pareti spoglie, in base a quanto visto nel capitolo sulla conversione
fonetica singola): il primo degli oggetti del mobilio è un TAVOLO.

Sul tavolo c’è una copia del quotidiano “L’Unità”; il quotidiano si anima e
inizia a zampettare sul tavolo. Dopo un ultimo salto prende la forma di
un crocifisso (religione, la prima parola chiave della mappa).
Un’improvvisa ondata di calore fa sì che questo crocifisso inizi a

113
squagliarsi (era fatto di cera) e assume la forma di una bilancia in
perfetto equilibrio (la legge). Su uno dei due bracci, sul piatto
corrispondente, a ben vedere c’è una lingua umana, sanguinante
(lingua, la terza parola chiave). La lingua ha uno squarcio e all’interno
sembra ci sia qualcosa che luccica: verrebbe da pensare ad un dente
d’oro … e invece è una moneta!

Ecco fatto con la prima storiella!

Passiamo adesso al secondo oggetto del mobilio, precedendo nella


direzione che abbiamo già stabilito (attenzione a non fare confusione):
c’è il lavandino della cucina.

Dall’interno dello scarico del lavandino sento dei rumori. Guardo


all’interno e vedo Enza, una mia amica (scienze), rimpicciolita. Enza
viene fuori, assumendo le sue proporzioni reali. Dalla sua tasca tira fuori
una stella luminosa (astronomia), che poggia sul metallo laterale del
lavandino, dove si mettono i piatti a scolare. La stella esplode e, tra il
fumo, lascia il posto ad una calcolatrice (matematica). Sulla calcolatrice
c’è il numero ZERO che occupa quasi tutto il quadrante con, all’interno,
un turbante indiano (ZERO dall’India); sul display, invece, al posto dei
numeri c’è raffigurato un metro (sistema metrico decimale). La
calcolatrice inizia a tremare, ad agitarsi ed esplode anch’essa. Il fumo
che ne deriva si condensa, si raggruma e forma una serie di provette,
che si poggiano un po’ più su del ramo (alchimia). Le provette si
riempiono di liquidi di vari colori, che iniziano a bollire, si vuotano dentro
il lavandino e da lì viene fuori un farmaco che viene ingerito da roboCOP
(farmacopea, che è proprio l’arte antica di preparare i farmaci), che si
trova nella vaschetta laterale.

114
APPENDICE 3

STUDIARE PRIMA DEGLI ESAMI E INTERROGAZIONI: ALCUNI


CONSIGLI SUL METODO E SULL’ULTIMO RIPASSO

Naturalmente di tecniche e consigli da dare per una buona preparazione


di un esame ce ne sarebbero a bizzeffe.

In questo caso ci limitiamo semplicemente a considerare l'importanza


del ripasso nei giorni precedenti all'esame; anzi, forse è meglio dire il
ripasso del giorno prima o di due giorni prima, perché il ripasso finale
non può avvenire troppo tempo prima dell'esame poiché rischierebbe di
perdere la sua efficacia.

Ciascuno, nei giorni precedenti all'esame, si darà dei tempi per


affrontare la mole di studio che gli viene richiesto. Ci sono studenti, ad
esempio, che distribuiscono le pagine del manuale in base a quanto
tempo hanno a disposizione per prepararsi (Es. 1000 pagine x10
giorni di tempo = 100 pagine al giorno).

Accade, però, che al termine dello studio del manuale abbiano letto,
sottolineato, magari abbiano anche ripetuto una volta ad alta voce ma...
il giorno prima dell'esame non ricordano nulla, e non hanno più
tempo per ripassare! Esito? Negativo, naturalmente!

Per preparare bene un esame è necessaria, invece, la ricorsività


negli argomenti di studio.

Cosa vuol dire questa parolaccia? Vuol dire che è opportuno ritornare
più volte sull'argomento di studio, per consolidarlo, padroneggiarlo,
per collegarlo con altri argomenti e, prima dell'esame, per avere un
quadro d'insieme sull'argomento.

Quest'ultimo punto è di grandissima importanza.

L'errore più diffuso dello studente che non ottiene risultati sta soprattutto
in questo: dare poca importanza - o non riuscire ad averla - ad una

115
visione d'insieme dell'argomento che ha studiato; lo studente in questo
caso ricorda porzioni, frammenti dell'argomento globale, ma non
l'argomento nella sua totalità.

Questa eccessiva frammentazione nello studio porta a delle


pessime conseguenze:

- Demotivare lo studente che percepisce se stesso come poco


competente in quanto non padrone della materia.

- Incapacità nel fare collegamenti tra argomenti diversi della stessa


disciplina o tra discipline diverse; la capacità di collegare, di stabilire
relazioni tra concetti e argomenti, è una delle chiavi necessarie perché ci
siano apprendimenti significativi.

- Difficoltà nel memorizzare. Si tiene a mente con più facilità nella misura
in cui i contenuti hanno un senso e una distribuzione razionale nei
significati. Se ho pezzi sparsi qua e là senza legami, la memorizzazione
sarà più difficile perché il contenuto avrà poco o nessun senso.

A dimostrazione di quanto detto finora, soprattutto in riferimento a


quest'ultimo punto, occorre citare le ricerche di un ramo della psicologia,
che prende il nome di GESTALT.

116
Gestalt vuol dire forma, quindi “psicologia della forma”.

Figura 19

Gli studiosi appartenenti a questa scuola, dopo una serie di ricerche


sperimentali, hanno capito che l'essere umano tende a semplificare la
realtà che percepisce secondo forme conosciute. Tutto ciò che viene
percepito, con cui si entra in contatto, viene ricondotto a forme
consuete, diffuse, il più possibile semplici. Ad esempio, se l'essere
umano vede una serie di segni come quelli a lato (fig. 1) tenderà a
semplificare le forme in triangoli; in realtà, però, si tratta di cerchi privati
di una loro parte e di linee che mai formano un vero e proprio triangolo
così come lo intendiamo geometricamente! Il nostro cervello però, che
tende per sua natura a semplificare, vedrà nella figura qui accanto due
triangoli, uno in secondo piano ed un altro, completamente bianco, in
primo piano.

Questo esempio ci dimostra un principio fondamentale attraverso


cui il nostro cervello percepisce e memorizza:

forme semplici e ... visione d'insieme.

9 “Il triangolo di Kanisza, tratto dalla pagina web https://it.wikipedia.org/wiki/Psicologia_della_Gestalt

117
Sempre restando all'esempio della figura qui a lato, l'essere umano non
ricorda tre cerchi privati ciascuno di uno "spicchio", più tre segni
riconducibili ad una V ruotate in tre posizioni diverse; ciò che ricordiamo,
semplificando e generalizzando, sono i triangoli di cui facevamo
menzione in precedenza.

Come fare tesoro di tutto questo e applicarlo al metodo di studio?

Molto semplice: dividere il tempo a disposizione per preparare un


esame in 4 momenti (non in un unico ciclo di lettura!!!):

1. Fase della lettura scremante: in questa fase si legge, senza


memorizzare nulla (in realtà resteranno in mente i contenuti più
interessanti e in modo sparso), e si sottolineano i concetti più importanti;
si può anche utilizzare una sottolineatura a colori, in cui assegnare un
livello di importanza ad ogni colore.

2. Fase della prima ripetizione: capitolo per capitolo si ripete, ad alta


voce o fissando una mappa o uno schema creato appositamente,
cercando di memorizzare il più possibile. Arrivati al termine di questa
ripetizione, accade spesso di ricordare poco delle prime pagine ripetute.
Niente paura!!! Il vostro cervello "ricostruirà" tutto in seguito in
un'ottica ... gestaltica!!!

3. Seconda e ultima ripetizione. Sarà molto più rapida della prima e vi


accorgerete di ricordare tanti concetti, nomi, formule che credevate di
aver dimenticato. A questo punto avrete decisamente un quadro
d'insieme che vi darà sicurezza, attraverso cui percepire in modo globale
l'argomento d'esame.

4. Ripasso rapido. Avviene il giorno prima - o da due giorni prima -


senza ripetere ad alta voce, ma usando solamente la vista. Si tratta di
sfogliare velocemente le pagine del manuale, le mappe e gli schemi
creati, chiudere gli occhi di tanto in tanto per "fotografare" con la mente
ciò che è stato memorizzato e "rivederlo"(aiuta, in questo caso, se la

118
sottolineatura è avvenuta "a colori", magari con gli evidenziatori o con i
pastelli).

Voilà, al termine di questo percorso avrete il quadro d'insieme della


disciplina o dell'argomento dell'esame, vi sentirete più sicuri, sarete
in grado di fare collegamenti tra concetti o discipline; in più, se vi viene
fatta una domanda che non capite o se la risposta pronta lì per lì non vi
viene, avete abbastanza collegamenti in mente da poter temporeggiare
per guadagnare tempo con un'ampia cornice e trovare poi la risposta
giusta. Insomma, grazie alla gestalt e agli sforzi per avere una visione
d'insieme della "forma dell'esame"... avrete molte più probabilità di
successo nello studio!

Non resta che andare a scuola, o all'università, e sostenere


brillantemente esami ed interrogazioni!

119
APPENDICE 4

STUDIARE MATEMATICA: ALCUNI CONSIGLI

Studiare matematica a volte fa un po' paura; si sente spesso, anche


dalla bocca di persone molto intelligenti, che la matematica proprio "non
entra in testa". Questo è vero soltanto in due casi: quando l'insegnante
non sa spiegare la materia, vale a dire quando non riesce a renderla
"digeribile" allo studente, e quando lo studente non sa studiarla.

In questo post daremo alcuni semplici consigli a quanti hanno intenzione


di studiare seriamente la matematica (chi volesse imparare ad
insegnarla, invece, farà riferimento ad una letteratura diversa).

STRATEGIE DI STUDIO DELLA MATEMATICA

1. Copiare tutti i teoremi, principi e definizioni, attentamente ed


esattamente.

In questo caso non bisogna mai riassumere le spiegazioni (come invece


è importante fare per le altre materie). La matematica impone rigore,
precisione, riportando sugli appunti esattamente tutto quello che
l'insegnante ha scritto.

2. Riscrivere gli appunti di matematica a penna, poco dopo il


termine della spiegazione.

Riguardare la spiegazione subito dopo la lezione aiuta a fissare i


contenuti. L'efficacia di questo modo di agire è stata più volte dimostrata.

3. Cercare di essere ordinati.

Non è vero che il genio matematico è disordinato. La materia impone


rigore e precisione; altrimenti si rischia di... dare i numeri!

4. Ripetere continuamente gli esercizi proposti dall'insegnante


finché il loro svolgimento non diventi automatico.

120
L'apprendimento è anche, ma per fortuna non solo, una questione di
ripetizione, di addestramento di alcuni passaggi o contenuti a cui
bisogna abituarsi.

5. Per ogni ora di lezione occorre passare almeno due ore sui libri.

L'importanza della fatica e dell'applicazione è il preludio a qualsiasi


risultato.


121
APPENDICE 5

L’ARTE DI PRENDERE APPUNTI

A cosa serve prendere appunti?

Molti studenti ritengono che prendere appunti sia una perdita di tempo,
perché “le stesse cose sono scritte sul libro” (che spesso non viene
aperto). Di conseguenza si evita di prendere appunti oppure lo si fa in
modo svogliato, superficiale.

In realtà prendere appunti è un momento fondamentale dello studio, un


preludio alla riuscita degli esami o delle interrogazioni. E’ stato
dimostrato che provare a memorizzare gli appunti subito dopo una
lezione, utilizzando pochi minuti, rafforza gli apprendimenti, aumenta la
comprensione dello studio sul libro o manuale, ridimensiona molto i
tempi di studio.

In particolare prendere appunti è un valido supporto per


l’intelligenza e per la memoria.

Infatti gli appunti:

- Riorganizzano le informazioni da imparare in modo nuovo, creativo,


classificando concetti e contenuti secondo vari punti di vista.

- Facilitano la memorizzazione perché corrispondono a sintesi


ragionate di moli di studio ampie e variegate. Utilizzando schemi,
simboli, schizzi, classificazioni si riduce notevolmente il carico per la
memoria.

Organizzazione

Abbreviazioni importanti da usare mentre si prendo appunti

Usare le abbreviazioni permette di semplificare il processo di scrittura


per guadagnare tempo in modo da concentrarsi maggiormente sul
contenuto, cioè sui concetti, sulle relazioni logiche, sui collegamenti

122
disciplinari e interdisciplinari. In più, se l’insegnante parla velocemente è
importante riuscire a seguirlo: a volte quindi, insieme alla capacità di
semplificare e schematizzare, è necessario disporre anche di strumenti
e tecniche che ci permettano di prendere appunti più rapidamente
possibile.

Si ricorre quindi alla tecnica delle abbreviazioni.

Si tratta di utilizzare abbreviazioni/simboli al posto di parole,


concetti, connettivi estesi.

ABBREVIAZIONI COMUNEMENTE USATE:

> Aumento
< Diminuzione
c/ con
≠ Diverso
s/ Senza
¤ Individuale
n.b. Nota bene
= Uguale
es. Esempio
def. Definizione
ns Nostro
v.s. Vedi sopra
xché Perché (attenti a non usarlo durante esami o compiti in classe!)
imp. Importante

OMISSIONE DI VOCALI

Omettere le vocali è un ottimo metodo per appuntarsi parole senza


perdere tempo. La comprensione non è compromessa: vi sono parole
riconoscibili anche dalle sole consonanti, soprattutto se è lo stesso
studente a creare per sé le abbreviazioni.

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VEDIAMO ALCUNI ESEMPI

Prnc = principale
Intl. = inutile
Intss = Intressante
Rvd = Rivedere
v.apt. = Vedi appunti
Cd = chiedere (al prof.)

LE ABBREVIAZIONI POSSONO ESSERE INVENTATE A SECONDA


DELLA DISCIPLINA CHE SI STUDIA:

subc = subconscio
sftw = software
gram = grammatica
us = contro ( storia: in caso di conflitto tra eserciti)
din = dinastia
afr = affresco
trst = transetto
dep = deponente
altz = allitterazione
D.P.R. = Decreto Presidente della Repubblica

INVENTARE, PERSONALIZZARE CON GLI “SCHIZZI”

Studiare non deve mai essere un’esperienza passiva, un fardello da


subire con sottomissione. Quando studiamo tutta la nostra persona si
mette “in moto” per interagire con ciò che si apprende, per modificare il
modo di pensare ed agire una volta accresciute le nostre conoscenze e
abilità sulla disciplina, sulla realtà, sul mondo e sulla vita. Studiare con
efficacia ci rende creativi, ci rende attivi e dinamici.

L’esperienza dello studio non ci impedisce di sognare, valutare,


esprimere opinioni su ciò che studiamo.

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Durante la spiegazione dell’insegnante, oppure mentre leggiamo un libro
o un manuale di studio, possiamo interagire con i contenuti che
studiamo ispezionando le nostre emozioni, le nostre convinzioni,
l’universo dei valori in cui crediamo.

Mentre si prendono appunti – ma vale lo stesso mentre si studia, si


legge o si sottolinea – possiamo contrassegnare gli argomenti, i concetti,
le idee con particolari simboli che corrispondono alle nostre emozioni o a
valutazioni del momento.

Se ad esempio l’insegnante ci riferisce, durante una lezione, il pensiero


del filosofo che si sta studiando e noi non condividiamo affatto quel
modo di pensare, possiamo annotare al lato dell’appunto, oppure nel
primo spazio bianco utile del foglio, un disegno, uno schizzo che
rappresenti la nostra disapprovazione rispetto a quel concetto. In questo
caso, per esempio, disegnando velocemente l’immagine di una faccia
disgustata.

Se una spiegazione di scienze su uno specifico argomento ci disgusta


particolarmente potremmo rappresentare il nostro disgusto con un
piccolo schizzo, un mini-disegno, inventato da noi.

Questo modo di fare permette allo studente di interagire attivamente con


gli argomenti che studia, con le lezioni che segue. Esprimere valutazioni
personali, risonanze emotive o giudizi di valore su ciò che si studia e
sugli argomenti che gli insegnanti ci presentano è già una forma attiva e
consapevole di apprendimento!

Non è difficile inventare dei simboli che richiamino vissuti,


convinzioni, emozioni:

Emoticon: felici, tristi, disgustate.


Cuore
Lampo
Lampadina
Bello!

125
Punto interrogativo (dubbio, perplessità)

PROVATE AD INVENTARE ALTRE ABBREVIAZIONI RIFERITE ALLE


VOSTRE MATERIE DI STUDIO OPPURE INVENTATE I VOSTRI
“SCHIZZI” PERSONALI.

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APPENDICE 6

IL METODO CORNELL / 6R: UNO STRUMENTO STRAORDINARIO


PER PRENDERE APPUNTI

Prendere appunti è un'importantissima abilità attraverso cui


selezioniamo, registriamo e cataloghiamo informazioni che
riteniamo rilevanti per il nostro studio e per il nostro lavoro.

Possiamo prendere appunti in varie circostanze: mentre assistiamo


a lezioni (spiegazioni in classe, seminari, conferenze, laboratori,
workshop), mentre leggiamo dei libri, mentre studiamo, mentre
organizziamo il nostro ripasso.

A questo proposito, una tecnica che merita particolare attenzione per la


sua efficacia e per l'ampia possibilità di utilizzo è il METODO CORNELL,
conosciuto anche come METODO 6R. Si tratta di un metodo elaborato
nel 1989 da Walter Pauk, docente nell'università di Cornell, e
successivamente utilizzato in tutto il mondo.

Apprendere il metodo Cornell è piuttosto facile e consente agli studenti


di godere dei benefici fin da subito, applicandolo anche insieme ad altre
tecniche (come ad esempio la creazione di mappe).

Per la trattazione dell'argomento, anziché scrivere tutto in questo


capitolo (sarebbe troppo lungo e dispersivo), ho preferito allegare qui
sotto una dispensa liberamente scaricabile e consultabile.

Leggendolo si possono trovare ottime indicazioni su come usare il


metodo a scuola, a casa o in aula fin da subito. In più, nella dispensa
vengono segnalati siti utili da cui scaricare liberamente i FOGLI
CORNELL (per questo tipo di tecnica, infatti, è necessario utilizzare un
foglio di appunti tripartito, che si può sia scaricare “bello e pronto”, sia
creare artigianalmente con un po' di pazienza).

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Saper prendere appunti è un'abilità importantissima per chiunque studi o
abbia la necessità di raccogliere e catalogare informazioni. Questo
metodo ci dà una mano.

SCARICA QUI LA DISPENSA (in basso riporto la copertina)

PRENDERE APPUNTI

Il metodo Cornell / 6R

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APPENDICE 7

RICONOSCI IL TUO STILE DI APPRENDIMENTO

Ogni studente, si sa, ha il suo stile di apprendimento, vale a dire un


modo tutto personale attraverso cui affronta i problemi, studia concetti e
nozioni, apprende i contenuti.

Quanti stili di apprendimento esistono?

La risposta è complessa, perché esistono tanti stili di apprendimento


quante sono le persone che apprendono; in altre parole, ogni studente
ha il suo specifico "metodo" di apprendimento.

Tuttavia secondo gli esperti è possibile riassumere gli stili di


apprendimento in due grandi categorie, che da una parte rappresentano
una semplificazione forse eccessiva, dall'altra ci permettono di avere in
mente un'idea generale per capire il proprio stile di apprendimento.

Se lo studente riconosce il metodo personale che usa nell'apprendere


avrà a disposizione nuove risorse per migliorarsi, per eliminare dal suo
metodo di studio tutte le abitudini sbagliate che non assecondano il suo
stile personale.

Nel testo Carbo, M; Dunn, R; Dunn, K., Teaching Students to Read


Through Their Individual Learning Styles, Englewood Cliffs, N.J.,
1986, gli stili di apprendimento vengono classificati in due differenti
approcci: l'APPROCCIO GLOBALE e l'APPROCCIO ANALITICO.

Vediamone le caratteristiche. Chi legge, nel frattempo, può scoprire


quale approccio predilige tra i due.

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Lo studente con approccio globale:

- Si concentra e impara quando l'informazione è presentata globalmente


e in un quadro "generale";

- Elabora l'informazione in modo soggettivo e secondo gli schemi;

- Usa il contesto per comprendere il significato di parole sconosciute;

- Reagisce positivamente a sollecitazioni emotive e ama l'umorismo;

- E' più attratto dal fantastico che dalla concretezza;

- Non ama memorizzare parole e nomi;

- Seleziona con facilità le idee principali di un testo e i tratti salienti di un


discorso.

Lo studente con approccio analitico:

- Si concentra e impara quando le informazioni vengono proposte in


piccole unità;

- Ama ragionare per processi logici e lineari, prediligendo meno approcci


euristici;

- Risolve problemi in modo sistematico;

- Si diverte con le parole crociate e i puzzle;

- E' capace di seguire le istruzioni (ad esempio ricette, istruzioni per


montare oggetti meccanici);

- Impara facilmente nozioni, come date e nomi;

- Individua, in un testo, dettagli e peculiarità.

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E' evidente, lo ripetiamo, che il rischio di queste schematizzazioni è
quello di un'eccessiva semplificazione. Leggendo i due approcci, infatti,
ci si può riconoscere a volte nell'uno a volte nell'altro...

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BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

- Carbo, M; Dunn, R; Dunn, K., Teaching Students to Read Through


Their Individual Learning Styles, Englewood Cliffs, N.J., 1986

- P. Garzia, E. Rosati, G. Golfera, Il grande libro della memoria, Serling


& Kupfer, 2010

- M. Salvo, Il segreto di una memoria prodigiosa. Tecniche di


memorizzazione rapida, GRIBAUDO, Milano, 2006

- M. Possenti e P. Cupini, Tecniche di memoria e lettura veloce, Giunti


Demetra, Firenze, 2009

- Maria Teresa Serafini, Come si studia, Strumenti Bompiani, 1989,


Milano

- Tony Buzzan e Barry Buzan, Mappe mentali, come utilizzare il più


potente strumento di accesso alle straordinarie capacità del cervello
per pensare, creare, studiare, organizzare, Roberti, 2008

- Tony Buzan, I. Rubini, L’intelligenza verbale. Testo inglese a fronte,


Frassinelli, 2007

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