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Basta che ti metti il libro davanti e lo fai: non è necessario né concentrarsi né sforzarsi.
Anzi, sicuramente ti sarà capitato di leggere anche per ore consecutive pensando
serenamente ai fatti tuoi, arrivando a fine capitolo senza avere la più pallida idea di quello
di cui si è parlato.
Ora, certamente anche sulla lettura si può lavorare molto rendendola più attiva e quindi
più efficace.
Per esempio con lo skimming e la lettura veloce, oppure formattando gli appunti in
maniera differente, o anche solo imparando a concentrarsi meglio.
Per completare il ciclo poi, e massimizzare comprensione e memoria, ritorna sul testo e
verifica la qualità e quantità del tuo ricordo.
Controlla insomma:
Una volta che hai letto un pezzo di testo, hai chiuso il libro, e ti metti a cercare di
ricordare, scoprirai infatti che, di primo acchito, ti sembra di non ricordare davvero nulla.
Buio totale o quasi.
Fino a che, come sforzo finale, ripeti ad alta voce tutto quello che ti è venuto in mente,
consolidandolo in maniera davvero molto forte: l’hai già passato, come per magia, nella
memoria a lungo termine.
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seguirla!)
I vantaggi del richiamo attivo sono insomma dimostrati ed evidenti per quanto riguarda
l’elaborazione e il passaggio delle info nella memoria a lungo termine.
Ce ne sono però degli altri, più sottili, meno studiati, ma secondo me quasi altrettanto
importanti.
Pochissimi studenti sono in grado di dare un giudizio corretto su quello che sanno e quello
che non sanno, specialmente poi se hanno appena finito di leggerlo.
Alcuni tendono a sopravvalutare quello che hanno imparato, scambiano cioè il fatto di
“aver capito” una cosa con il “saperla”.
Altri, magari per un carattere un po’ ansioso, tendono a sottovalutare quello che sanno,
e quindi a studiare più tempo e con molta preoccupazione in più del necessario.
Che tu appartenga all’una o all’altra categoria, testarti continuamente durante lo studio ti
permetterà di stimare in maniera molto più accurata quello che sai e quello che non sai,
aggiustando di conseguenze la tua strategia.
Tutti sappiamo che aggiungere una componente di gioco o di sfida può rendere
interessanti anche le attività più noiose.
Il fatto allora di sapere che, alla fine di ogni sessione di lettura, ti farai un piccolo test di
richiamo attivo, può essere uno stimolo motivante, o che comunque ti farà annoiare
meno.
Prova allora a vivere il richiamo come una gara contro te stesso (senza stress però, che
non è il caso), cercando di ricordare di più e in maniera più precisa.
Abbiamo già detto che leggere per ore consecutive spesso significa semplicemente far
rotolare gli occhi sul libro mentre pensi ad altro.
Se però la lettura viene spezzettata, e al termine di ogni pezzettino fai una sessione di
richiamo attivo, sarà chiaramente più facile mantenere una miglior concentrazione
globale, passando dalla modalità “cervello passivo” alla modalità “cervello attivo”.
Sai una cosa, l’hai capita, l’hai memorizzata, e poi quando è il momento di usarla, per
esempio di fronte al professore all’esame … BUM! Buio totale e panico.
Stati emotivi negativi, un momento no, una giornata sfortunata, possono influenzare la tua
performance e farti rendere molto meno di quanto meriti.
Se però hai abituato il tuo cervello a lavorare contro il buio totale in centinaia di sessioni di
richiamo attivo, ecco che all’esame sarai mentalmente molto più forte.
Avrai infatti vissuto la sensazione del buio totale così tante volte che ti farà meno paura.
E l’avrai già superata così tante volte da avere un armamentario di strategie in testa per
farle fronte al meglio.
Richiamo con indizio (“clue”): lo fai per esempio quando ripassi con il libro aperto
buttandoci di tanto in tanto un occhio, o quando ripassi con un amico che ti interroga e ti
“imbecca” un po’ sulle risposte. In questa modalità il richiamo è molto più facile e
soprattutto veloce. In generale quello con il libro aperto lo sconsiglio, a meno che non sia
un ultimo ripasso super-veloce. Con il compagno che interroga invece, soprattutto se ne
trovi uno paziente, capace, e più preparato di te, può essere davvero utile.
Consigli Pratici
Abbiamo visto che cosa è e come funziona il richiamo attivo, ma magari ora hai qualche
dubbio su come incorporarlo nella tua strategia di apprendimento.
Qua, chiaramente, non ci sono ricerche scientifiche che possano aiutarci più di tanto, è
una questione di pratica, esperienza e gusto personale.
Ti posso dire però come la vedo io, e darti delle linee guida:
Quando affronti per la prima volta un libro di testo, non usare il richiamo attivo, ma
cerca anzi di leggerlo tutto il più velocemente possibile. Hai bisogno infatti di
costruirti velocemente quella che io chiamo mappa del percorso, e che ti orienterà
nello studio successivo. Comincia invece ad usarlo già dalla seconda lettura!
Non utilizzarlo solo con i testi, ma anche con gli appunti o qualunque altro formato
utilizzi per imparare. Se, per esempio, stai imparando guardando dei video, fai il
richiamo attivo anche su questi.
Spezzetta il contenuto tenendo conto del suo grado di difficoltà e della quantità di
dati da ricordare: più il contenuto è difficile e intenso, più dovrà essere
spezzettato.
Spezzetta il contenuto sulla base della tua conoscenza del medesimo: ad ogni
ripasso quindi dovrai allungare le sezioni in cui lo hai diviso.
Ripeti ad alta voce quello che hai ricordato, e poi ricontrolla sempre nel testo qualità
e quantità del ricordo. (E’ questa la fase di consolidamento per me più importante).
Incorpora se puoi anche altre tecniche (come per esempio quelle di memoria, ma
anche semplicemente una mappa concettuale o uno schema), già nella fase di
controllo di quanto hai ricordato.
Non sempre il richiamo attivo deve essere preceduto da una fase di lettura,
soprattutto quando fai i ripassi successivi. La fase di controllo invece, per quanto
breve, ci deve sempre essere!
Per alcuni tipi di informazioni, in particolare quelle di grande dettaglio, o le parole
nuove in lingua straniera, la miglior forma di richiamo attivo è costruire delle
flashcards (anche qui, ma è facoltativo, puoi utilizzare tecniche di memoria come il
keyword method).
Nella prima fase di studio il richiamo deve essere fatto subito dopo la lettura. Nei
ripassi invece cerca di trovare degli intervalli ottimali per il materiale che stai
studiando, secondo i principi della ripetizione spaziata.
Ti faccio io allora un riassunto delle idee base da “portarti via” da questa lettura:
Infine, davvero: se non usi il richiamo attivo perdi una enorme occasione per studiare
meglio e più in fretta, quindi, provalo!
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Comments
Antonio says
19/08/2019 at 9:36 am
Articolo interessante, però non ho capito come funziona la fase di controllo, quello
che non ricordo va riletto e ripetuto subito dopo oppure bisogna prima terminare
tutto il paragrafo/capitolo?
Rispondi
Gianluca says
16/06/2019 at 11:05 pm
Caro Armando, mi sono venuti due dubbi sul richiamo attivo. Quando affermi di
usarlo a partire dalla seconda lettura intendi dopo lo skimming o dopo lo skimming
insieme a una lettura veloce intera?
L’altro è dopo aver effettuato la lettura, e aver effettuato il richiamo attivo avrebbe
senso trasformare la parte capita in uno schema a cascata per poi trasformarla in
una sorta di mappa concettuale e infine applicare in ultimo su queste le tecniche di
memoria sapendo che prima hai già organizzato le idee e hai compreso il
materiale?
Rispondi
Per la maggior parte delle materie si può così: skimming + lettura veloce su
tutto. Poi, seconda lettura con richiamo attivo ogni tot pagine (o paragrafi, a
seconda della situazione).
Completamente d’accordo sulla trasformazione in schema successiva, è
utilissima. Applicazione finale delle tenciche è facoltativa, ma certamente utile
se già le padroneggi un po’.
Un saluto
Rispondi
Elizabeth says
13/02/2019 at 7:49 am
Grazie, molto utile. Anche io trovo difficoltà a costruire il palazzo. Sono molto
riconoscente, i suoi articoli mi sono di un enorme aiuto.
Elizabeth
Rispondi
20/02/2019 at 6:52 pm
Grazie a te!
Rispondi
28/01/2019 at 5:51 am
Articolo letto grazie alla mail di…..richiamo attivo, se mi si passa il gioco di parole.
Nel passato (molto molto lontano…ahimè) mi è capitato di fare una cosa che mi ha
ricordato questa tecnica: pochissimi giorni per studiare un esame di fitopatologia
(…..sono agronomo….) tantissime nozioni e quindi? Ho fatto a pezzetti esatti il
materiale, l’ho suddiviso nei giorni che mi separavano dalla prova e ogni giorno ne
facevo un pezzetto esatto. Alla fine della giornata ripassavo il lavoro del giorno e
quello dei giorni precedenti; alla fine per ripassare tutto impiegato una giornata e
per studiare mezz’ora.
Vale!
Enrico
Rispondi
29/01/2019 at 4:11 pm
Grazie a te Enrico
Rispondi
Andrea says
25/01/2019 at 10:28 am
Rispondi
joachim says
21/01/2019 at 8:23 am
Rispondi
Armando Elle says
21/01/2019 at 4:14 pm
Grazie a te!
Rispondi
Marco says
21/01/2019 at 7:11 am
Per alcuni aspetti trovo la tecnica del richiamo attivo molto simile al palazzo della
memoria che da poco ho conosciuto e applico un po ovunque. L’articolo secondo
me ha un grande valore, dato che è assurdo che si studi ancora con un metodo (se
così lo si può chiamare il leggere e ripetere) che forse andava bene alle elementari
e alle medie.
Rispondi
21/01/2019 at 4:16 pm
Rispondi
Davide says
08/03/2019 at 10:17 am
Rispondi
12/03/2019 at 3:01 pm
Rispondi
Giuseppe says
18/01/2019 at 8:34 am
Caro Armando,
Arrivo al dunque:
Dal momento che sono ancora acerbo, potresti darmi qualche consiglio su come
utilizzare le tecniche insieme, con la speranza di passare quanto prima a quelle del
palazzo?
Rispondi
21/01/2019 at 4:21 pm
Un saluto
Rispondi
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