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NEURODIDATTICA

Insegnare al cervello che


apprende

Pier Cesare Rivoltella


Brainstorming introduttivo

“Cos'è la vita se non imparare a vivere


la vita?”

Chi ha scritto questa frase?


Un filosofo?
Un pedagogista?
Uno psicologo?
“Cos'è la vita se
non imparare a
vivere la vita?”

Achille Lauro in
“Marilù”
Il cantautore italiano in questo verso ha
colto, forse inconsapevolmente, un'eco dei
risultati delle ricerche antropologiche e
neuroscientifiche.

Questi risultati ci portano alla


CENTRALITA' dell'APPRENDIMENTO
per la sopravvivenza umana.
DOMANDE di RICERCA

A) Qual'è la funzione evolutiva


dell'apprendimento?

B) Come i risultati delle ricerche


neuroscientifiche sull'apprendimento
possono aiutare la didattica?
A) Qual'è la funzione evolutiva
dell'apprendimento?
A) Qual'è la funzione evolutiva
dell'apprendimento?
Gli altri animali nascono con un bagaglio istintuale che
li rende in breve tempo adatti a vivere nell'ambiente.
Gli esseri umani no.
Gli umani vivono una lunga infanzia nella quale se
qualcuno non si cura di loro e non li accompagna,
non sopravvivono.
Lo sviluppo del sistema nervoso è ritardato rispetto a
quello degli altri mammiferi.

Quale è il vantaggio evolutivo di questo


“ritardo di sviluppo” degli umani rispetto
agli animali?
La risposta del neuroscienziato Leonardo
Fogassi alla domanda è: la PLASTICITA'
del CERVELLO.

Spunto di riflessione: In che modo la


plasticità del cervello costituisce un
vantaggio evolutivo?
Il vantaggio è l'ADATTABILITA'.

La plasticità del cervello dura tutta la vita,


ed è ciò che permette agli essere umani di
adattarsi continuamente all'ambiente.
E questo adattamento altro non è che un
apprendimento: a costruire strumenti e
mezzi per estendere le proprie funzioni e
sopravvivere, a immagazzinare esperienze
per fare previsioni sui comportamenti
futuri, a conoscere il mondo per
interpretare la realtà.
La conoscenza ha una funzione adattiva

L'essere umano è geneticamente


programmato ad apprendere per
sopravvivere.
“Passaggio di consegne” dalla
genetica all'educazione

Nel 1996 il genetista Edoardo Boncinelli scriveva:


“Con la specie umana l'evoluzione biologica ha superato
se stessa e ha condotto a una sorta di paradosso. Nel
nostro caso infatti il patrimonio genetico, signore quasi
assoluto della vita e del comportamento degli animali
inferiori, ha per così dire volontariamente abdicato,
lasciando ampi spazi all'azione dell'ambiente circostante,
all'apprendimento e all'educazione”.
Funzione evolutiva della
TRASMISSIONE CULTURALE

Già nel 1957 l'antropologo Arnold Gehlen scriveva:


“L'uomo non è un animale a cui si aggiunga la ragione, ma
un animale a cui si tolga l'istinto. La ragione è ciò che gli
consente di sopperire all'istinto perché attraverso di essa
l'uomo trasforma l'ambiente in modo da poterci vivere (qui
sta il significato antropologico profondo della tecnologia).
L'esistere dell'uomo nel mondo è culturale per
definizione: ogni sua azione, nella misura in cui non
dipende dall'istinto, è per ciò stesso culturalizzata.”
Funzione evolutiva della
TRASMISSIONE CULTURALE: la
COMUNICAZIONE VERBALE

Biologi e paleontologi hanno indicato nella


nascita della comunicazione verbale uno
SNODO nella vicenda filogenetica dell'uomo.

La funzione evolutiva della comunicazione


verbale è stata quella di poter delegare alla
trasmissione culturale la possibilità di veicolare
alle future generazioni il passaggio di
esperienze e conoscenze ormai troppo ampie e
complesse da poter essere trasmesse solo con
gesti e suoni inarticolati.
La laringe umana si è modellata in modo da favorire la
FONAZIONE A SCAPITO della RESPIRAZIONE.
A livello evolutivo per la specie umana parlare è diventato
addirittura più importante che mangiare e respirare.
B) Come e quali risultati delle
ricerche neuroscientifiche
sull'apprendimento possono
aiutare la didattica?
1) la centralità dell'ESPERIENZA per
l'apprendimento

L'esperienza serve al cervello per REPERTORIARE gli


stimoli e organizzare CATEGORIE da cui attingere per
guidare i comportamenti.

Vilayanur S. Ramachandran (neuroscienziato


indiano): “Il cervello è una macchina per produrre
MODELLI partendo da ESEMPI”.
La prassi scolastica di fornire prima regole generali e poi
fare esercitare gli studenti su casi particolari deve essere
completamente ribaltata.
2) CONOSCERE è PREVEDERE

ESPERIENZE CATEGORIZZAZIONE
e attribuzione di valori

PREVISIONE di
comportamenti futuri.

Tutto questo in un CONTINUUM in cui le nuove


esperienze aiutano la ri-strutturazione delle
conoscenze.
È proprio nel ritornare ciclico l'apprendimento
significativo → efficacia del curricolo a spirale.
2) CONOSCERE è PREVEDERE:
ricadute didattiche

In questo meccanismo previsionale il FEEDBACK


è ciò che sostanzia l'apprendimento:
ESPERIENZE CATEGORIZZAZIONE

FEEDBACK PREVISIONE

APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO
2) CONOSCERE è PREVEDERE:
importanza del FEEDBACK
È sul FEEDBACK che può agire l'insegnante, è lì che
la mediazione didattica riacquista centralità.

Un feedback appropriato affina il percorso


previsionale su cui la conoscenza si costruisce
per tentativi ed errori.

Fornisce un METODO su cui fare affidamento nella


riorganizzazione e ristrutturazione della
conoscenza.

Un'altra metafora per esemplificare il ruolo mediatore


del docente è quella dello SCAFFOLDING,
l'impalcatura per sostenere lo studente nel suo lavoro
previsionale.
3) CERVELLO VISIVO e DIDATTICA
delle IMMAGINI
Le neuroscienze confermano l'importanza dei
MEDIATORI DIDATTICI come semplificatori
dell'oggetto di conoscenza.
In particolare dei MEDIATORI ICONICI.
La PERCEZIONE è già ELABORAZIONE delle
informazioni, essa opera una riduzione di complessità
rispetto alla realtà individuando gli elementi che in essa
ricorrono attraverso la legge della costanza.
Immagini, schemi, mappe geografiche, mappe
concettuali, diagrammi, grafici, tabelle riducono
l'AMBIGUITA' COGNITIVA di quanto
l'insegnante spiega.
I MEDIATORI ICONICI operano un'ulteriore
semplificazione di quella già proposta
dall'insegnante:

RIDONDANZA AMBIGUITA' di
DECODIFICA
3) CERVELLO VISIVO e DIDATTICA
delle IMMAGINI

Lavoro a coppie sui


MEDIATORI ICONICI:
Allestimento di mediatori iconici (anche
schemi e mappe concettuali) per
semplificare, rafforzare e accompagnare i
punti affrontati nelle slides precedenti.

Utile supporto per la creazione di MAPPE


CONCETTUALI: https://lucid.app
4) Socialità dell'apprendimento,
neuroni specchio e MODELING
A cosa servono i NEURONI SPECCHIO?


FUNZIONE ADATTIVA comprendere le
intenzioni altrui per poter agire di conseguenza

FUNZIONE SOCIALE EMPATIA

SUPPORTO alla COMUNICAZIONE grazie al
riconoscimento del significato dei gesti altrui


FUNZIONE EDUCATIVA produzione di
immagini motorie interne che fa da supporto
all'apprendimento per imitazione.

MODELING:
osservare il METODO in AZIONE

“Mettendo in scena”, rappresentando agli studenti il


percorso di acquisizione delle conoscenze, l'insegnante
offre loro di verificare attraverso una ESPERIENZA
MODELLO la costruzione di categorie della conoscenza.
MODELING: imparare attraverso l'esperienza altrui.
5) DRAMMATURGIA DIDATTICA

L'ultima frase della slide precedente ci porta all'analogia


tra DIDATTICA e TEATRO.
L'attore non è colui che finge, ma etimologicamente colui
che AGISCE per stimolare reazioni attraverso un
rispecchiamento (neuroni specchio).
RAPPRESENTAZIONE DIDATTICA e rappresentazione
teatrale sono entrambe arte di mettere in scena, di
rappresentare, di agire e di incarnare un messaggio.
Come l'attore, il bravo insegnante vive ed incarna le parole
di altri (altrimenti le citazioni scadrebbero nel nozionismo).
ATTIVITA' FINALE per consolidare
l'apprendimento

2 MINUTE PAPER

Indicate concisamente:

I 3 concetti più significativi appresi in questa
sessione didattica

1 concetto che desiderate approfondire

1 domanda su un aspetto non compreso.

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