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RICONOSCIMENTO DEL

PH E TITOLAZIONE
ACIDO BASE

Scritto da: Fasanella Vincenzo Pio


Prof.ssa: Barbato Lucia e De Chiara Pina
INDICE
Introduzione 02

Cosa sono gli acidi e le basi? 03

La forza degli acidi 04

Cos'è il pH e il pOH? 05

La misura dell'acidità e della basicità 06

Cos'è il piaccametro? 07

Gli indicatori di pH 08

Cos'è la cartina a tornasole? 09

Cos'è una buretta? 10

Cos'è una titolazione? 11

Sostanze, strumenti, vetreria 12

Procedimenti 13

Osservazioni 14/15
02
INTRODUZIONE//SCOPO
Con questa esperienza di laboratorio abbiamo
riconosciuto tramite l'ausilio del piaccametro e
delle cartine a tornasole il pH delle sostanze.
Nel secondo esperimento invece abbiamo
titolato una base con un acido per ottenere la
neutralità della soluzione.
03 PRINCIPIO DEL METODO
Cosa sono gli acidi e le basi:
Abbiamo 3 definizioni di acidi e basi che sono:
Arrhenius: Un acido è una sostanza che in acqua
libera ioni H+ (protoni), mentre una base è una
sostanza che libera ioni OH− (ioni idrossido). La
definizione di Arrhenius non si adatta a tutte le
basi. Per esempio l’ammoniaca NH3 non possiede
OH−, ma ha un comportamento decisamente
basico.
Brønsted e Lowry: acido è una specie chimica che
può cedere uno ione H+ a un’altra sostanza, base
è una specie che può acquistare un protone da un
acido. Una sostanza si può comportare da
acido/base solo in presenza di un’altra sostanza
in grado di accettare/donare un protone. Due
specie che differiscono per un protone
costituiscono una coppia coniugata acido/base.
Le sostanze che, come l’acqua, possono
manifestare un comportamento sia acido che
basico sono dette anfotere.
Lewis: Lewis enunciò una definizione di acido e
base ancora più ampia. Un acido è una qualsiasi
sostanza capace di accettare una coppia di
elettroni di non legame da un’altra specie
chimica. Una base è una sostanza capace di
donare una coppia di elettroni di non legame a
un’altra specie chimica, con la formazione di un
legame dativo. Le specie chimiche che si
comportano da acidi di Lewis sono reagenti
elettrofili, quelle che si comportano da basi di
Lewis sono reagenti nucleofili. Gli acidi e le basi
si distinguono in forti, medi e deboli in base alla
loro capacità di protonare l’acqua.
04
PRINCIPIO DEL METODO
La forza degli acidi:

La forza di un acido è ricavabile dal valore della


costante di equilibrio. La concentrazione molare
dell’acqua si può considerare costante e si
omette dall’espressione della costante di
ionizzazione acida Ka. Sono acidi forti gli acidi
con Ka maggiore di 10^3. In acqua sono
completamente ionizzati, quindi le loro soluzioni
acquose contengono soltanto ioni A− e H3O+. Gli
acidi deboli sono gli acidi con Ka minore di
10^−3. In acqua sono perlopiù non dissociati. Le
loro soluzioni acquose contengono
prevalentemente molecole AH. Gli acidi con Ka
compresa fra 10^3 e 10−3 sono detti acidi
intermedi o medio-deboli e le loro soluzioni
contengono sia AH che A− e H3O+.
Più un acido è forte, più alto è il valore di Ka e
più la sua base coniugata è debole. Allo stesso
modo, la forza di una base esprime la sua
capacità di catturare un protone dell’acqua.
Dove Kb è la costante di ionizzazione basica, che
definisce la forza della base.
Più è alto il valore di Kb più la base è forte e di
conseguenza più debole è il suo acido coniugato.
La relazione fra le costanti di equilibrio di un
acido e della sua base coniugata è espressa dalla
relazione: Ka/Kb = Kw.
Kw è la costante di equilibrio della dissociazione
dell’acqua (prodotto ionico dell’acqua) ed è pari a
10^−14. Se in acqua non vi sono altre sostanze
disciolte le concentrazioni di [H+] e [OH−] sono
uguali tra loro e pari a 10^−7, in modo da dare
come prodotto 10^-14. Come ogni costante di
equilibrio Kw varia solo con la temperatura:
anche nel caso di soluti disciolti, il valore del
prodotto ionico resta immutato.
05 PRINCIPIO DEL METODO
Cos'è il pH e il pOH?
Il pH di una soluzione è il logaritmo decimale
cambiato di segno della concentrazione degli
ioni H+.
n una soluzione neutra [H+]= 10^−7 perciò il pH
= 7. Al di sopra e al di sotto di tale valore si
trovano rispettivamente le basi e gli acidi.
Per ogni soluzione si può definire un pOH: che
si calcola con il logaritmo negativo della
concentrazione degli ioni OH-.
Essendo che la scala massima del pH è 14 la
somma tra pH e pOH deve necessariamente
essere massimo 14.

Un acido debole a contatto con l’acqua non si


ionizza completamente. All’equilibrio la
concentrazione di H+ sarà inferiore alla
concentrazione iniziale dell’acido Ca. Per
calcolare il valore di pH occorre conoscere
anche il valore della Ka. Lo stesso
ragionamento vale per le basi deboli.
06 PRINCIPIO DEL METODO
La misura dell'acidità e della basicità
Il pH di una soluzione si può misurare con
uno strumento detto piaccametro. Un
piaccametro è un elettrodo sensibile alle
concentrazioni di H+ e OH− collegato a un
misuratore di corrente elettrica. Si immerge
l’elettrodo nella soluzione e si legge il
valore di pH su un display.
Gli indicatori di pH sono acidi o basi
organiche deboli a elevato peso molecolare,
che assumono colorazioni diverse a secondo
del pH. Se si vuole conoscere se il pH è
maggiore o minore di un certo valore si
possono usare gli indicatori colorimetrici di
pH. Sono sostanze che in soluzione acquosa
assumono un colore diverso a seconda che il
pH sia superiore o inferiore a un certo valore
limite detto pH di viraggio, tipico
dell’indicatore. I più usati sono:
1. Blu di bromo timolo;
2. Fenolftaleina;
3. Metilarancio;
4. Rosso di bromocresolo;
Esistono delle cartine di indicatore
universale: sottili rotoli di carta imbevuta di
una miscela di indicatori con diversi pH di
viraggio. Immergendone un pezzetto in
soluzione, la cartina assume un colore che
varia con il pH e che può essere confrontato
con una scala cromatica.
07 PRINCIPIO DEL METODO
Cos'è il piaccametro?
Un pH-metro (o piaccametro) è un apparecchio
elettronico usato per misurare il pH di un liquido. Può
essere equipaggiato anche con sonde particolari
adatte alla misura del pH di campioni solidi e semi-
solidi.
Un tipico piaccametro consiste di una sonda (un
elettrodo a vetro) collegata ad un dispositivo
elettronico che raccoglie il segnale della sonda,
calcola il valore di pH corrispondente e lo rappresenta
su un display. La sonda per pH è generalmente un
elettrodo a vetro che misura la differenza di
potenziale elettrico su due lati di una sottile
membrana di vetro posta all'estremità dell'elettrodo,
tale differenza di potenziale è legata alla differenza
tra le concentrazioni degli ioni idrogeno all'interno e
all'esterno della membrana. Un'unità di pH
generalmente produce una differenza di potenziale di
circa. Spesso le sonde immerse nella soluzione sono
due: oltre all'elettrodo viene immersa anche una
sonda di temperatura, il cui compito è correggere la
lettura dell'elettrodo in funzione dell'effettiva
temperatura del campione. la calibrazione viene
condotta con due o tre soluzioni tampone standard,
preferibilmente prima dell'uso, anche se i piaccametri
più moderni sono stabili anche fino ad un mese. Nella
calibrazione a due punti si usa una soluzione tampone
a pH 7,01 (praticamente neutra) e una a pH 10,01; in
quella a tre punti si aggiunge anche una terza
soluzione tampone a pH 4,01. Guadagno e offset
vengono aggiustati ripetutamente fino a quando gli
standard utilizzati producono la lettura di pH attesa.
Negli strumenti più moderni questo aggiustamento è
eseguito in maniera completamente automatica.
Terminata la calibrazione, l'elettrodo viene sciacquato
con acqua distillata, asciugato e immerso nel
campione.
PRINCIPIO DEL METODO:
08
Gli indicatori di pH?

Gli indicatori di pH sono sostanze alocromici, ovvero che


hanno la proprietà di cambiare colore quando passano da
una soluzione acida ad una soluzione basica. Questo
cambiamento viene detto viraggio ed avviene per ciascun
indicatore ad un determinato valore di pH. Se indichiamo
con In un indicatore, quando si trova in soluzione acquosa,
se si aggiunge acido l’equilibrio della reazione si sposta
verso sinistra e l’indicatore si trova nella forma associata
con l’idrogeno dando una determinata colorazione, se si
aggiunge una base l’equilibrio si sposta verso destra e
l’indicatore si trova nella forma dissociata dando una
colorazione diversa.

Equilibrio di un indicatore:

da cui otteniamo:

Gli indicatori più usati nei laboratori sono:


Il Blu di bromo timolo
Il Metilarancio
La fenolftaleina
PRINCIPIO DEL METODO:
09
Cos'è la cartina a tornasole?

La cartina tornasole è una tipologia di carta assorbente


lavorata in modo tale da essere utilizzata in ambito
chimico al fine di individuare se una soluzione con cui
entra in contatto sia acida o basica. La misurazione del pH
è infatti uno step fondamentale per riconoscere le
proprietà chimiche di un composto e può venirci in
soccorso a condurre studi di controllo di qualità su matrici
varie quali cibo, l’acqua ed altri elementi che
comunemente vengono studiati ed analizzati.
In ambito chimico, tutti gli elementi comuni ed i composti
possiedono proprietà di acidità e basicità, cioè, sono
classificati come sostanze acide quelle che possiedono pH
bassi, basiche quelle che possiedono pH alti o neutre
quelle che possiedono un pH intermedio. La proprietà del
pH definirà come si comporterà la sostanza quando accetta
o dona ioni e/o coppie di elettroni, nonché quale tipo di
composti forma un elemento.
Dopo il contatto questa cartina diventa rossa in caso di
acidità, o azzurra in caso di basicità. In particolare vira al
rosso in ambiente acido a pH inferiore a 4,4 e vira
all’azzurro in ambiente basico a pH superiore 8,0. In
ambiente neutro invece presenta una colorazione verde,
tipica del materiale lichenico di partenza.
Dal punto di vista chimico è una complessa miscela di
diverse sostanze, di cui la principale è rappresentata dalla
molecola 7-idrossi-2-fenazinone. La parte principale della
cartina di tornasole, chiamata tornasole dalla parola
norrena che significa “colorare” o “dipingere”, proviene da
un materiale naturale formato dal lichene Lecanora
Tartarea e Roccella Tinctorum, che sono stati usati per
tingere i tessuti per diversi secoli.
La carta utilizzata è composta di pasta di legno e altri
materiali organici e necessita di essere completamente
priva di contaminanti per evitare alterazioni nei risultati
della misurazione del pH. Il legno viene lavorato con
diversi solventi al fine di eliminare il materiale resinoso
prima di passare attraverso un bagno di soluzione. Viene
quindi lasciato fermentare prima ed asciugare dopo, in
presenza di carbonato di potassio ed ammoniaca. Il
processo è soggetto a variazione a seconda che venga
prodotta una tipologia di cartina blu o rossa.
PRINCIPIO DEL METODO:
10
Cos'è una buretta?
È uno strumento di misurazione costituito da un tubo si vetro
graduato in decimi di millimetro utilizzato nei laboratori chimici
per la misurazione e prelievo di liquidi. Nella parte inferiore è
munita di un rubinetto mentre all’estremità superiore inizia la
scala numerica. Fissata, a circa 2/3 della sua lunghezza, ad
un’asta metallica mediante una pinza a ragno, la buretta viene
riempita caricandola (con un imbuto) dall’alto e dosando
esattamente il volume di soluzione agendo sul rubinetto posto in
fondo assicurandosi che il rubinetto, posto nella parte inferiore
della buretta sia completamente chiuso. E’ utilizzata di solito
nelle titolazioni ed in prove sperimentali in cui è necessario
dosare un liquido con precisione. Preparazione della buretta La
buretta è uno strumento di misura molto preciso ed ha bisogno di
una preparazione preliminare per evitare errori grossolani nelle
misurazioni di seguito riportate : 1) Avvinare la buretta con lo
stesso liquido che andremo poi a prelevare. 2) Aggiungere il
liquido circa 5 ml ed assicurarsi che non si siano formate micro
bolle nella parte inferiore ( beccuccio ). 3) Azzerare la buretta
secondo la quantità di liquido che andremo poi a prelevare,
assicurandosi che non ci sono micro bolle all’interno della stessa.
Lettura della buretta La lettura del valore di volume sulla scala
graduata deve essere effettuata con attenzione, in corrispondenza
della parte inferiore del menisco. Se sulla buretta è presente la
“banda di Schellbach” in corrispondenza del menisco formato dal
liquido, per effetto della rifrazione, si vedono due triangoli
contrapposti (talvolta descritti come due frecce che convergono),
il punto in cui i triangoli si uniscono viene utilizzato per leggere
il valore. Se non è presente la riga di Schellbach si prende come
riferimento la parte inferiore del menisco per le soluzioni
trasparenti, altrimenti la parte superiore. Lo stesso metodo deve
essere utilizzato sia per l’azzeramento che per la lettura
successiva. Le burette sono classificate per precisione: le burette
di classe A sono precise fino a 1/20 di millilitro (± 0,05). Lettura
del menisco da acqua e da mercurio menisco* concavo La lettura
del valore di volume sulla scala graduata va effettuata con
attenzione, ponendo l'occhio alla stessa altezza del livello del
liquido. Lo stesso metodo si utilizza sia per l'azzeramento che per
la lettura successiva. *Il menisco è una conca superficiale di un
liquido presente in qualsiasi contenitore (per es. in una pipetta, in
un cilindro o in un becher). Questa conca è più o meno evidente
secondo il diametro del recipiente: minore è il diametro,
maggiore è il menisco e viceversa
PRINCIPIO DEL METODO:
11
Cos'è una titolazione e cosa significa titolare?

Una titolazione è una tecnica analitica che consente di


determinare la concentrazione di una soluzione attraverso
operazioni di misura di volumi (analisi volumetrica). La
titolazione si basa su una reazione chimica tra due
sostanze in soluzione, A e X. La soluzione della sostanza A
(titolante) sia a concentrazione nota, mentre la soluzione
della sostanza X (analita) sia a concentrazione incognita
(da determinare). La titolazione si basa sulla misura del
volume di soluzione titolante che contiene un ammontare
del titolante esattamente equivalente, dal punto di vista
stechiometrico, all’ammontare d'analita contenuto in un
volume noto di soluzione analita.
La base chimica di ogni titolazione è una reazione di
neutralizzazione che si verifica quando, in uno stesso
sistema, vengono a contatto una sostanza acida e una
basica.
Neutralizzare significa che gli ioni presenti nell'analita
vengono neutralizzati da quelli del titolante portando un
pH neutro alla soluzione ottenuta.
Dal punto di vista pratico una determinazione volumetrica
prevede alcuni passaggi:
Si misura con precisione il volume dell’analita Va a
concentrazione incognita, aggiungere un indicatore di
pH nell'analita.
Si prepara un titolante a concentrazione Mt nota,
capace di reagire rapidamente e completamente con
l’analita.
Aggiungere il titolante nella buretta (un tubo di vetro
graduato che termina ad un’estremità con un rubinetto)
e far toccare tutte le pareti in modo da avvinare la
buretta per evitare formazione di bolle d'aria.
Si aggiunge a poco a poco il titolante alla soluzione
incognita fin quando non si completa la reazione.
al termine della reazione cioè quando il numero di
moli è lo stesso la nuova soluzione ottenuta cambierà
di colore.
al viraggio dell’indicatore, si chiude il rubinetto e si
misura il volume del titolante impiegato Vt.
12
SOSTANZE, STUMENTI, VETRERIA

Soda Caustica (NaOH) pH-metro 7 Becher

Acqua distillata (H2O) Cartina a torna sole bacchetta di vetro

Ammoniaca (NH3) Morsetto per buretta buretta

Acido cloridrico (HCl) Guanti

Acqua di rubinetto Camice

Fenolftaleina
13 PROCEDIMENTO 1:
Prima fase

L'insegnate prepara delle sostanze incognite


contenete NaOH, HCl e NH3;
Posizionare un becher con acqua;
Queste sostanze vengono consegnate agli studenti;
Aggiungere le sostanze in un becher;
Con l'ausilio di una becchetta porre poche gocce su
una cartina a tornasole;
Osservare i risultati ottenuti.

Seconda fase
Aggiungere nel becher le sostanze;
Accendere il pH-metro
Tarare il pH-metro
Immergere nel becher l'elettrodo;
Con il valore che si osserva sul display del pH-metro
definire l'origine della sostanza.

PROCEDIMENTO 2:
L'insegnate preparerà l'analita ad una concentrazione
incognita
Gli alunni allestiscono un morsetto per buretta
Aggiungere pochi ml del titolante nella buretta per
avvinarla (in modo da evitare la formazione di bolle)
Posizionare la buretta sul morsetto
Posizionare sotto la buretta l'analita
Aggiungere nell'analita la fenolftaleina
Aggiungere il titolante nella buretta
Aprire di poco il rubinetto in modo da far uscire il
titolante a gocce
versare le gocce e attendere il viraggio
14 OSSERVAZIONI 1:
Prima fase

Nel 1° becher la cartina a Nel 2° becher la cartina a Nel 3° becher la cartina a


contatto con la sostanza ha contatto con la sostanza ha contatto con la sostanza ha
virato divenendo verde scuro virato divenendo gialla quindi virato divenendo arancione
quindi basica (NaOH). neutra (H2O). leggermente acida e quindi
acqua di rubinetto.

Nel 5° becher la cartina a


Nel 4° becher la cartina a contatto con la sostanza ha
contatto con la sostanza ha virato divenendo un rosso scuro
virato divenendo blu scuro quindi acida (HCl).
quindi basica (NH3).

Seconda fase

Immergendo l'elettrodo nel 1° Immergendo l'elettrodo nel 2°


becher si è riscontrato sul becher si è riscontrato sul
display il valore di 0.22 quindi il display il valole di 12.35/13.02
pH è molto acido (HCl). quindi il pH è molto basico
(NaOH).
15 OSSERVAZIONI 2:
Durante questa titolazione tra un acido e
una base forte. Abbiamo riscontrato che la
fenolftaleina ha virato dal trasparente ad un
roseo tenue indice che le moli della base
hanno reagito con tutte le moli dell'acido.
A questo punto per conoscere la nuova
concentrazione misuriamo quanto titolante
è stato utilizzato, successivamente con
alcuni calcoli analitici possiamo ricavare la
concentrazione dell'analita.

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