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Molti composti chimici inorganici (acidi, basi e sali) quando sono presenti in soluzione acquosa si trovano sotto forma
di ioni. La reazione mediante la quale acidi, basi e sali solubili in acqua si dissociano in ioni di carica elettrica opposta
si chiama dissociazione ionica.
Acidi: composti molecolari polari che presentano una parziale separazione di cariche elettriche (δ+ e δ‒), es: acqua
Se versiamo un acido (HCl) in acqua, le molecole di acqua si legano con interazioni intermolecolari (legami
dipolo-dipolo) ai due atomi (idrogeno e cloro), accentuando la separazione delle cariche elettriche.
Le reazioni di dissociazione ionica in acqua di acidi, basi, sali evidenziano alcune caratteristiche di questi composti:
• acidi: sono composti che in soluzione acquosa si dissociano (ionizzano) in ioni idrogeno H+ e in anioni
monoatomici (Cl‒) o poliatomici (NO ‒)
• basi: sono composti che in soluzione acquosa si dissociano in cationi metallici (Na+, Ca2+) e in ioni idrossido (OH‒)
• sali: sono composti che in soluzione acquosa si dissociano in cationi metallici (Li+, Ca2+) e in anioni monoatomici
(Cl‒) o poliatomici (SO 2‒)
4. LA TEORIA DI ARRHENIUS
Nel 1887 il chimico Svante Arrhenius formulò la prima teoria relativa agli acidi e alle basi con riferimento al loro
comportamento chimico e alla loro composizione. Arrhenius si basò sull’osservazione che gli acidi (simbolo HA) e le
basi (simbolo BOH) in soluzione sono elettroliti e che gli acidi contengono almeno un atomo di idrogeno, mentre le
basi contengono almeno un gruppo idrossido.
• acido: è una specie chimica che in soluzione acquosa si dissocia liberando ioni idrogeno H+
• base: è una specie chimica che in soluzione acquosa si dissocia liberando ioni idrossido OH−
Tali definizioni non spiegano il comportamento acido di alcuni composti (CO2, SO2) che non possiedono atomi di
idrogeno e il comportamento basico di alcuni composti (NH3, CaO) che non hanno gruppi idrossido. Pertanto, le
definizioni di Arrhenius vengono modificate.
• acido: è una specie chimica che in soluzione acquosa aumenta la concentrazione degli ioni idrogeno
• base: è una specie chimica che in soluzione acquosa aumenta la concentrazione degli ioni idrossido
5. LA TEORIA DI BRØNSTED-LOWRY
Nel 1923, i chimici Johannes Brønsted e Thomas Lowry (contemporaneamente ma separatamente l’uno dall’altro)
formularono una teoria molto più ampia e soddisfacente di quella di Arrhenius, senza collegarla al solvente acqua.
Nella teoria di Brønsted-Lowry il comportamento di un composto come acido (simbolo HA) o base (simbolo B) è
descritto in termini di trasferimento (cessione o acquisto) di protoni H+.
L’idrossido di sodio NaOH in acqua si dissocia nello ione sodio Na+ e nello
ione idrossido OH-: NaOH(aq) ⇄ Na+(aq) + OH−(aq)
L’ossido di calcio CaO in acqua si dissocia nello ione calcio Ca2+ e nello ione
ossido O2−: CaO(aq) ⇄ Ca2+(aq) + O2−(aq)
Si definiscono anfotere o anfiprotiche le specie chimiche (molecolari o ioniche) che si comportano da acido in presenza
di una base e da base in presenza di un acido.
Nell’acqua si verifica una reazione di protolisi definita dal trasferimento di un protone da una molecola d’acqua, che si
comporta da acido, a un’altra, che si comporta da base:
Le rispettive basi coniugate non hanno tendenza ad accettare un protone e sono quindi basi
molto deboli.
Tanto più debole è un acido, tanto più forte è la sua base coniugata.
Prendiamo in esame una reazione di protolisi di un generico acido HA con l’acqua come
base, cioè accettore di protoni.
Costante di equilibrio Kc: parametro che esprime la misura quantitativa della forza dell’HA.
- Per gli acidi forti, completamente dissociati, l’equilibrio è tutto spostato a destra, per cui il valore di Kc è molto alto. La
dissociazione di acidi forti non raggiunge l’equilibrio: HA(aq) + H2O(l) H3O+(aq) + A−(aq)
- Per gli acidi deboli, parzialmente dissociati, l’equilibrio è spostato a sinistra, per cui il valore della costante di
equilibrio Kc è basso. La reazione è rappresentata da: HA(aq) + H2O(l) H3O+(aq) + A−(aq)
La concentrazione molare dell’acqua indissociata [H2O] si può ritenere costante. Quindi, questo valore può essere
inglobato nella costante Kc, ottenendo una nuova costante, chiamata costante di dissociazione acida (simbolo Ka) o
costante di ionizzazione acida o costante di acidità: Kc · [H2O] = Ka
Gli acidi, in base al numero di ioni di idrogeno ovvero di protoni che possono cedere a una base, si distinguono in:
• acidi monoprotici, se possono cedere un solo protone (alcuni acidi monoprotici sono l’acido fluoridrico HF e l’acido
nitroso HNO2).
• acidi poliprotici, se possono cedere più di un protone. Nello specifico si chiamano diprotici (H2S,H2CO3), triprotici
(H3PO4), tetraprotici (H4SiO4), a seconda che siano capaci di cedere due, tre o quattro protoni.
Gli acidi poliprotici si dissociano gradualmente. A ogni stadio di dissociazione corrisponde una ben definita costante. È
più facile sottrarre un protone a una specie neutra che a un anione, per cui la Ka è maggiore per la prima dissociazione
che per le successive: Ka3 < Ka2 < Ka1
9. LE BASI SI CLASSIFICANO IN FORTI E DEBOLI SECONDO LA LORO TENDENZA AD ACCETTARE PROTONI
• Le basi si classificano in forti e deboli. Una base è forte se ha un’alta tendenza ad accettare un protone. Quanto
maggiore è la tendenza di una base ad accettare un protone, tanto più l’equilibrio di protonazione è spostato a destra
e tanto più la base è forte: B + H+ BH+
Lo ione ossido O2− accettando un protone si trasforma nello ione idrossido OH−.
• Una base è debole se ha una bassa tendenza ad accettare un protone; quanto minore è la
tendenza della base ad accettare un protone, tanto più l’equilibrio di protonazione è spostato a
sinistra, tanto più la base è debole: B + H+ BH+
Prendiamo in esame una reazione di protolisi di una generica base B nella quale l’acido,
ovvero il donatore di protoni, sia l’acqua.
Costante di equilibrio Kc: parametro che esprime la misura quantitativa della forza della B.
- Per le basi forti l’equilibrio è tutto spostato a destra e quindi il valore di Kc è molto alto. Le basi forti non danno,
pertanto, reazioni di equilibrio: B(aq) + H2O(l) BH+(aq) + OH−(aq)
- Per le basi deboli l’equilibrio è spostato a sinistra e quindi il valore di Kc è basso: B(aq) + H2O(l) BH+(aq) + OH−(aq)
Trattandosi di basi deboli, la concentrazione dell’acqua indissociata si può ritenere costante e il suo valore può essere
inglobato nella costante Kc. Si ottiene una nuova costante chiamata costante di dissociazione basica (simbolo Kb) o
costante di ionizzazione basica o costante di basicità: Kc · [H2O] = Kb
La forza della base aumenta andando verso l’alto; i valori di Kb diventano più grandi:
Anche le basi, a seconda del numero dei protoni che possono accettare da un acido, sono distinte in:
• basi monoprotiche, se possono accettare un solo protone;
• basi poliprotiche, se possono accettare più di un protone.
Si chiamano diprotiche, triprotiche, tetraprotiche, a seconda che siano capaci di accettare due o tre protoni.
Le basi poliprotiche accettano protoni gradualmente. A ogni equazione di protonazione corrisponde un ben definito
valore di Kb. È più facile protonare specie con più cariche negative che con una sola, per cui la Kb è maggiore per la
prima reazione di protolisi che per le successive: Kb3 < Kb2 < Kb1
I valori di Ka e Kb delle coppie coniugate acido-base permettono di prevedere se l’equilibrio di una reazione di protolisi
è spostato a favore dei prodotti (destra) o dei reagenti (sinistra).
In una reazione di protolisi la posizione dell’equilibrio è spostata nella direzione di formazione dell’acido e della base
più deboli, che hanno i valori minori di Ka e Kb.
Nella forma idratata, (A) lo ione ossonio forma legami a idrogeno con
quattro molecole d’acqua, (B) lo ione idrossido con tre.
La reazione di autoionizzazione o di autoprotolisi dell’acqua si può rappresentare così: 2 H2O(l) H3O+(aq) + OH−(aq)
La concentrazione dell’acqua indissociata all’equilibrio si può considerare uguale alla concentrazione iniziale
dell’acqua: [H2O]ind. = [H2O]iniz.
Il valore della concentrazione dell’acqua indissociata può considerarsi costante ed essere inglobato in Kc:
[H3O+] · [OH−] = Kc · [H2O]2
Il prodotto tra due costanti è una nuova costante indicata con Kw: Kc · [H2O]2 = Kw
Il prodotto ionico dell’acqua è il prodotto della concentrazione degli ioni H3O+ e degli ioni OH−.
Il valore del prodotto ionico dell’acqua dipende solo dalla temperatura; quando T=25 °C vale: Kw = 1,0 · 10−14 M2
Il suo valore aumenta all’aumentare della temperatura.
Nell’acqua pura la concentrazione degli ioni H3O+ è uguale alla concentrazione degli ioni OH−: [H3O+] = [OH−]
Alla temperatura di 25 °C si ha: [H3O+] = 1,0 · 10−7 M [OH−] = 1,0 · 10−7 M
Il prodotto ionico dell’acqua vale 1,0 · 10−14 (mol/L)2 in tutte le soluzioni alla temperatura di 25 °C.
Se aggiungiamo all’acqua pura una base, la concentrazione degli ioni OH− assumerà un valore maggiore di 1,0 · 10−7
mol/L. La concentrazione degli ioni H3O+ può essere calcolata con la seguente relazione:
Se aggiungiamo all’acqua pura un acido, la concentrazione degli ioni di H3O+ avrà un valore maggiore di 1,0 · 10−7
mol/L. La concentrazione degli ioni OH− si determina così:
L’aumento della concentrazione di uno ione (H3O+ o OH−) determina la diminuzione della concentrazione dell’altro. Il
valore del prodotto ionico dell’acqua è costante in una qualunque soluzione acquosa.
Il pOH di una soluzione è il logaritmo negativo in base 10 della concentrazione degli ioni OH− espressa in molarità
(mol/L): pOH= −log [OH−]
Noto il valore del pOH, è possibile calcolare la concentrazione degli ioni OH− con la relazione: [OH−] = 1,0 · 10−pOH
La scala riporta i valori del pH e del pOH corrispondenti alle diverse concentrazioni di ioni H3O+ e OH−.
Gli acidi forti monoprotici (HClO4, HNO3, HCl, HBr, HI) sono completamente
dissociati in ioni, per cui la concentrazione molare degli ioni H3O+ coincide con la
concentrazione molare iniziale dell’acido (simbolo Ca): [H3O+] = [Ca]iniziale
Anche le basi forti sono completamente dissociate; se è nota la concentrazione molare iniziale della base (simbolo Cb),
è possibile determinare la concentrazione molare degli ioni OH−.
Per le basi forti dei metalli alcalini, che dissociandosi liberano una mole di ioni OH−, la concentrazione degli ioni OH−
coincide con la concentrazione iniziale della base: [OH−] = [Cb]iniziale
Per le basi forti dei metalli alcalino-terrosi (tranne il berillio), che dissociandosi liberano due moli di ioni OH−, la
concentrazione molare degli ioni OH− è il doppio della concentrazione iniziale della base: [OH−] = 2 [Cb]iniziale
Per determinare il pH di acidi o basi deboli occorre prendere in esame il valore della costante di dissociazione
dell’acido Ka o della base Kb, e quindi la concentrazione degli ioni H3O+ o OH−. I valori della concentrazione di H3O+ e di
OH− sono:
Noti tali valori, si può stabilire la concentrazione iniziale dell’acido (Ca) o della base (Cb):
Il punto di equivalenza di una titolazione è raggiunto quando il numero degli equivalenti dell’acido è uguale
al numero degli equivalenti della base: neq(acido) = neq(base)
Il numero di equivalenti di una soluzione di un acido o di una base è dato dalla relazione: neq = N(eq/L) · V(L)
Quindi, se sostituiamo i corrispondenti valori nell’equazione precedente otteniamo l’uguaglianza: NA · VA = NB · VB
↳ dalla quale si può determinare la concentrazione non nota (NA o NB):