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la totalità delle connessioni che costituiscono le reti neuronali, cioè i circuiti cerebrali
che sono altamente plastici (in specie nella prima fase della vita) e si modificano in
base alle stimolazioni ambientali (informazioni!) che ricevono
• Il “ cervello plastico” risponde attivamente alle informazioni provenienti dall’ambiente
• Ogni gene è interconnesso ad altre decine di geni e lavora in modo diverso a seconda delle informazioni
che gli arrivano.
• Il DNA ha sempre bisogno di informazioni che gli dicano in quale punto aprirsi per essere trascritto
(espresso) secondo le esigenze della cellula e dell’intero organismo
• Grande attenzione deve essere prestata all’ ultimo periodo di gestazione e alla
prima fase di vita dei bambini (i primi 2 anni), poiché è in questo periodo che
la plasticità di sviluppo è massima e l’individuo programma
“epigeneticamente” i propri tessuti ed organi, e, in particolare, il proprio
connettoma.
• Tra il 7 e 9° mese dell’ontogenesi embrio-fetale si formano le sinapsi tra i neuroni: i
“punti di raccordo” tra le cellule nervose, le connessioni dendritiche.
• Si passa, così, dalle 2.000 sinapsi per neurone alla nascita, alle 15.000 a due anni di vita.
• È importante che i neuroni siano “correttamente informati” su come sviluppare tali
connessioni ed è fondamentale che agenti esterni non li “disturbino”.
• Da tali interferenze, infatti, potrebbe essere originato l’aumento dei disturbi del
neurosviluppo in età evolutiva.
• Nel DNA sono stati riconosciuti, in particolare, alcuni markers genetici di danno che
possono promuovere lo sviluppo tanto di disturbi del neurosviluppo (in particolare dello
spettro autistico), che di malattie neuropsichiatriche (schizofrenia, depressione major) e
neurodegenerative (malattia di Alzheimer)
• Subito dopo la chiusura del tubo neurale, aree specifiche adiacenti ai ventricoli
cominciano a generare neuroni, soprattutto tra 5 e 25-28 settimane PMA. I primi
neuroni corticali emergono a 6.5 settimane (Bystron et al., 2008; Kostović et al.,
2015; Lui et al., 2011; Malik et al., 2013; MarínPadilla,2014;Zecević,1993)
Durante la migrazione, i neuroni cominciano a differenziarsi. La differenziazione neuronale è un processo
complesso che consiste non solo nella produzione di assoni, dendriti e sinapsi coi NT, ma anche nella
creazione del macchinario intracellulare e delle complesse membrane neuronali.
• Lo sviluppo cerebrale comprende anche fenomeni regressivi.
• Apoptosi o morte celulare programmata, come risultato dell’interazione tra
processi endogeni e segnali chimici ed elettrici indotti dall’esperienza (Lossi and
Merighi, 2003).
• Il processo di eliminazione delle sinapsi prosegue sino all’età adulta (Petanjek et al., 2011).
Come possiamo usare il connettoma per mappare il cervello dalla
struttura alla funzione, processo essenziale per comprendere come
i processi cognitivi emergono dai loro substrati morfologici ?
• Nella vita quotidiana, l’attività dei networks funzionali cortico-corticali, cortico-
sottocorticali è continuamente riconfigurata (Cocchi et al., 2013; Cole et al., 2013; Kipping
et al., 2013; Pessoa, 2014).
• Questo significa che, sebbene le aree e networks cerebrali hanno una specializzazione
preferenziale per tasks specifici geneticamente determinata (Sunetal.,2005;Yang etal.,2016),
i networks locali sono utilizzati e quindi anche riutilizzati in molti tasks differenti
(Anderson, 2014, 2016a, 2016b; Anderson and Penner-Wilger, 2013; Pessoa, 2014).
Per il cervello molte strade portano a Roma…
• Il cervello del’adulto è caratterizzato da attività spontanea nei networks locali e globali, continuamente
coinvolti in coalizioni mutevoli, in cui una specifica coalizione dipende dalla specificità del compito e del
contesto.
• Questo significa anche che il comportamento neurale è caraterizzato da ‘degenerazione’, intesa come la
capacità di elementi strutturalmente diversi di svolgere la stessa funzione (Edelman and Gally, 2001).
• Il connettoma ed eventuali sue specifiche variazioni strutturali potrebbero avere un ruolo maggiore nella
comprensione del danno cerebrale e quindi anche del recupero successive.
• Migliore comprensione dei danni ai network neuronali consente una migliore comprensione delle cause
strutturali della disfunzione e potrebbe consentire strategie di recupero basate sull’analisi del network
nonchè adeguate strategie di prevenzione.
L’immensa attività evolutiva cerebrale durate la seconda metà della
gravidanza rende fortemente vulnerabile il cervello dei prematuri, più a
rischio per PCI, disturbi cognitivi e psichiatrici, inclusi ADHD e
Disturbi dello Spettro Autistico
E’ ipotizzabile che l’interferenza con l’integrità dei processi evolutivi, che si verifichi
nella seconda metà della gravidanza e i primi 3 mesi post-natali, potrebbe essere un
importante meccanismo patogenetico nello sviluppo dei disturbi neuroevolutivi.
• I processi di neuromaturazione continuano sino all’età adulta e parallelamente si
assiste ad una evoluzione delle funzioni motorie, cognitive e comportamentali.
• Si ipotizza che la finestra di massima vulnerabilità per lo sviluppo di AHDH e DSA sia il terzo trimestre
di gravidanza
• Per la schizophrenia si ipotizza un periodo di vulnerabilità che si estende sino al primo anno di vita
• In relazione all’idea che i circuiti sinaptici siano substrati comuni dei disturbi mentali,
numerosi studi genetici negli ultimi anni hanno implicato geni della ‘neuroplasticità’
nell’eziologia di questi disturbi.
• In effetti è ormai ampiamente riconosciuto che varianti sia rare (CNV e mutazioni
puntiformi) che comuni di geni che controllano lo sviluppo e la plasticità delle sinpapsi e
dei dendriti aumentino il rischio di disturbi mentali (Gilman et al . 2011; Gai et al . 2012;
Guilmatre et al . 2009; Kirov et al . 2012).