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La neuropsichiatria infantile è una branca della medicina

che si occupa dei disturbi neurologici, emozionali, cognitivi


e comportamentali degli individui in fase di sviluppo,
ovvero dei bambini e dei ragazzi in età fra 0 e 18 anni
• E’ una disciplina relativamente giovane.
• In Italia le prime Cattedre e le prime Scuole di specializzazione sono state
istituite nella seconda metà degli anni 60.

• È necessario ritornare indietro di molti più anni perché le patologie di cui


parliamo sono certamente presenti fin dall’inizio dell’evoluzione umana.
• Nel mondo occidentale vi è un atteggiamento sostanzialmente omogeneo in tema di
definizione e garanzia dei bisogni del bambino.

• Quando sono compromesse le condizioni essenziali per la sopravvivenza vi è poco spazio


per bisogni esistenziali ed emotivi dei minori (ciò vale anche per gli adulti) e di conseguenza
vi è poco spazio per lo sviluppo delle discipline neuropsichiatriche dell’infanzia e
dell’adolescenza, almeno nella forma in cui oggi sono nel nostro contesto concepite.
• Programmare azioni tendenti ad esportare le nostre conoscenze e le nostre
strategie in altri contesti è possibile per gli aspetti strettamente medici
(vaccinazioni, prevenzione e trattamento delle malattie, assistenza al parto)
ma molto complesso per i modelli culturali che certamente interferiscono
con la valutazione ed il trattamento delle problematiche comportamentali o
decisamente psichiatriche
Ambiti NPI
Principi di base
Epigenetica, innato ed acquisito
Epigenetica: nuovo modo di considerare la genetica
• studia le modifiche chimiche a carico del DNA o delle regioni che lo circondano,
che non coinvolgono cambiamenti nella sequenza dei nucleotidi
• studia il modo in cui l’ ambiente interferisce sul genoma, dirigendone
l’espressione e la manifestazione fenotipica: partendo da uno stesso genotipo, si
possono realizzare differenti fenotipi

“ impronte ambientali sul DNA”


• L’epigenoma decide quale gene deve essere ‘ON’ oppure ‘OFF’ in un
singola cellula, determinando un segnale di espressione genica

• L’epigenoma può essere ereditato da generazioni di cellule, salvando lo


stesso programma genico o può cambiare (plasticità dell’epigenoma)
Cellule di uno stesso individuo
• Prima: genotipo inteso come ‘programma stabile’ in grado di determinare il nostro fenotipo
• Epigenetica: genoma inteso come una potenzialità
• La metilazione del DNA cambia continuamente, anche nei neuroni maturi
• L’ambiente e l’esperienza acquisita inducono nel genoma delle marcature relativamente stabili:
una sorta di memoria molecolare, che rappresenta il principale substrato biologico della nostra
memoria (individualità) neuropsichica.
Quello che cambia non è tanto, dunque, il genoma, bensì appunto l’epigenoma e, di
conseguenza, il connettoma

la totalità delle connessioni che costituiscono le reti neuronali, cioè i circuiti cerebrali
che sono altamente plastici (in specie nella prima fase della vita) e si modificano in
base alle stimolazioni ambientali (informazioni!) che ricevono
• Il “ cervello plastico” risponde attivamente alle informazioni provenienti dall’ambiente

• Ogni gene è interconnesso ad altre decine di geni e lavora in modo diverso a seconda delle informazioni
che gli arrivano.

• Il flusso dell’informazione dovrebbe essere considerato centripeto (dall’ambiente verso il DNA) e


circolare

• Il DNA ha sempre bisogno di informazioni che gli dicano in quale punto aprirsi per essere trascritto
(espresso) secondo le esigenze della cellula e dell’intero organismo
• Grande attenzione deve essere prestata all’ ultimo periodo di gestazione e alla
prima fase di vita dei bambini (i primi 2 anni), poiché è in questo periodo che
la plasticità di sviluppo è massima e l’individuo programma
“epigeneticamente” i propri tessuti ed organi, e, in particolare, il proprio
connettoma.
• Tra il 7 e 9° mese dell’ontogenesi embrio-fetale si formano le sinapsi tra i neuroni: i
“punti di raccordo” tra le cellule nervose, le connessioni dendritiche.

• Si passa, così, dalle 2.000 sinapsi per neurone alla nascita, alle 15.000 a due anni di vita.
• È importante che i neuroni siano “correttamente informati” su come sviluppare tali
connessioni ed è fondamentale che agenti esterni non li “disturbino”.

• Da tali interferenze, infatti, potrebbe essere originato l’aumento dei disturbi del
neurosviluppo in età evolutiva.
• Nel DNA sono stati riconosciuti, in particolare, alcuni markers genetici di danno che
possono promuovere lo sviluppo tanto di disturbi del neurosviluppo (in particolare dello
spettro autistico), che di malattie neuropsichiatriche (schizofrenia, depressione major) e
neurodegenerative (malattia di Alzheimer)

• Potremmo paragonare il cervello a un hardware, geneticamente controllato, e il


connettoma al software che continuamente muta ed evolve grazie alla continua
interazione con l’ambiente (informazione).
Perché è così importante l’epigenetica collegata alla didattica?

• Nei processi di apprendimento e memoria sono implicati cambiamenti


epigenetici cruciali.

• Un cervello correttamente stimolato sviluppa una rete di connessioni


dendritiche ricca e, soprattutto, armonica (sinaptogenesi).
Potremmo dunque affermare che..
• Il nostro modo di relazionarci con i bambini interviene direttamente sul loro
connettoma

• Il nostro comportamento e le nostre reazioni agli eventi e alle situazioni si


ripercuotono direttamente su di loro

• La qualità dell’ambiente e il suo arricchimento possono favorire il proliferare


delle connessioni dendritiche
La ricchezza del comportamento umano è attribuita all’espansione evolutiva della
corteccia cerebrale, dovuta principalmente ad un’espansione dell’area di superficie
Quest’espansione è associata ad un aumento di dimensioni, numero e complessità
dei moduli verticali della corteccia (Geschwind and Rakic, 2013) ed ha consentito
l’emergenza di nuove aree quali quelle collegate al linguaggio e l’estensione della
corteccia prefrontale e delle aree associative (Hofman, 2014).
Sviluppo cerebrale precoce
• Lo sviluppo del cervello umano avviene nell’arco di diversi anni.
• Intorno ai 40 anni raggiunge la sua piena configurazione adulta (De Graaf-Peters
and Hadders-Algra, 2006).

• I processi evolutivi sono il risultato di continue interazioni tra geni ed ambiente,


attività ed esperienza (Ben-Ari and Spitzer, 2010; Spitzer, 2006).
• Lo sviluppo neurale inizia nella 5^ settimana PMA con lo sviluppo del tubo neurale
(Nakatsu et al., 2000).

• Subito dopo la chiusura del tubo neurale, aree specifiche adiacenti ai ventricoli
cominciano a generare neuroni, soprattutto tra 5 e 25-28 settimane PMA. I primi
neuroni corticali emergono a 6.5 settimane (Bystron et al., 2008; Kostović et al.,
2015; Lui et al., 2011; Malik et al., 2013; MarínPadilla,2014;Zecević,1993)
Durante la migrazione, i neuroni cominciano a differenziarsi. La differenziazione neuronale è un processo
complesso che consiste non solo nella produzione di assoni, dendriti e sinapsi coi NT, ma anche nella
creazione del macchinario intracellulare e delle complesse membrane neuronali.
• Lo sviluppo cerebrale comprende anche fenomeni regressivi.
• Apoptosi o morte celulare programmata, come risultato dell’interazione tra
processi endogeni e segnali chimici ed elettrici indotti dall’esperienza (Lossi and
Merighi, 2003).

• Molto attiva nel terzo trimestre di gestazione (Rabinowicz et al., 1996).


• I processi regressivi coinvolgono anche il numero di assoni e di sinapsi (Innocenti and Price,
2005).

• L’eliminazione delle sinapsi comincia durante il secondo trimestre di gestazione e gioca un


importante ruolo nella riorganizzazione dell’input afferente al piano corticale (Hoerder-
Suabedissen and Molnár, 2015).

• Sono soprattutto le sinapsi coinvolte in connessioni più deboli ad essere rimosse


(Le Bé and Markram, 2006).

• Il processo di eliminazione delle sinapsi prosegue sino all’età adulta (Petanjek et al., 2011).
Come possiamo usare il connettoma per mappare il cervello dalla
struttura alla funzione, processo essenziale per comprendere come
i processi cognitivi emergono dai loro substrati morfologici ?
• Nella vita quotidiana, l’attività dei networks funzionali cortico-corticali, cortico-
sottocorticali è continuamente riconfigurata (Cocchi et al., 2013; Cole et al., 2013; Kipping
et al., 2013; Pessoa, 2014).

• Infatti un nodo o connessione particolare può essere coinvolto in multipli contesti


cognitive e comportamentali (Mišić and Sporns, 2016).

• Questo significa che, sebbene le aree e networks cerebrali hanno una specializzazione
preferenziale per tasks specifici geneticamente determinata (Sunetal.,2005;Yang etal.,2016),
i networks locali sono utilizzati e quindi anche riutilizzati in molti tasks differenti
(Anderson, 2014, 2016a, 2016b; Anderson and Penner-Wilger, 2013; Pessoa, 2014).
Per il cervello molte strade portano a Roma…
• Il cervello del’adulto è caratterizzato da attività spontanea nei networks locali e globali, continuamente
coinvolti in coalizioni mutevoli, in cui una specifica coalizione dipende dalla specificità del compito e del
contesto.

• Questo significa anche che il comportamento neurale è caraterizzato da ‘degenerazione’, intesa come la
capacità di elementi strutturalmente diversi di svolgere la stessa funzione (Edelman and Gally, 2001).

• Il cervello è in grado di modificare e adattare il suo comportamento.


• Il pattern di elementi e connessioni all’interno del connettoma vincola la dinamica cerebrale e forgia le
operazioni e i processi cognitivi

• Il connettoma ed eventuali sue specifiche variazioni strutturali potrebbero avere un ruolo maggiore nella
comprensione del danno cerebrale e quindi anche del recupero successive.

• Migliore comprensione dei danni ai network neuronali consente una migliore comprensione delle cause
strutturali della disfunzione e potrebbe consentire strategie di recupero basate sull’analisi del network
nonchè adeguate strategie di prevenzione.
L’immensa attività evolutiva cerebrale durate la seconda metà della
gravidanza rende fortemente vulnerabile il cervello dei prematuri, più a
rischio per PCI, disturbi cognitivi e psichiatrici, inclusi ADHD e
Disturbi dello Spettro Autistico
E’ ipotizzabile che l’interferenza con l’integrità dei processi evolutivi, che si verifichi
nella seconda metà della gravidanza e i primi 3 mesi post-natali, potrebbe essere un
importante meccanismo patogenetico nello sviluppo dei disturbi neuroevolutivi.
• I processi di neuromaturazione continuano sino all’età adulta e parallelamente si
assiste ad una evoluzione delle funzioni motorie, cognitive e comportamentali.

• La lunga durata della neuromaturazione spiega il timing necessario affinchè alcuni


disturbi neurovolutivi si rendano manifesti.
• I segni clinici di DSA e ASHD sono prescolari, quelli della schizophrenia in adolescenza o età adulta
• Ciò suggerisce una differenza nel timimg dell’esordio del neurosviluppo atipico o, se seguiamo l’idea di
un ruolo cruciale del subplate, un timing differente della rottura evolutiva del subplate

• Si ipotizza che la finestra di massima vulnerabilità per lo sviluppo di AHDH e DSA sia il terzo trimestre
di gravidanza

• Per la schizophrenia si ipotizza un periodo di vulnerabilità che si estende sino al primo anno di vita
• In relazione all’idea che i circuiti sinaptici siano substrati comuni dei disturbi mentali,
numerosi studi genetici negli ultimi anni hanno implicato geni della ‘neuroplasticità’
nell’eziologia di questi disturbi.

• In effetti è ormai ampiamente riconosciuto che varianti sia rare (CNV e mutazioni
puntiformi) che comuni di geni che controllano lo sviluppo e la plasticità delle sinpapsi e
dei dendriti aumentino il rischio di disturbi mentali (Gilman et al . 2011; Gai et al . 2012;
Guilmatre et al . 2009; Kirov et al . 2012).

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