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Prof Facoetti
Introduzione
Studia le basi biologiche del comportamento (percezione, cognizione e emozioni)
-Ruolo della genetica nell'esperienza e nell'evoluzione nella genesi dei comportamenti
-Strutture che controllano il comportamento
-Il funzionamento dei neuroni
-Sistemi sensoriali, percettivi e attenzionali
-Plasticità cerebrale
> come si sviluppa il sistema
> come si ripara in caso di danno
> come apprendiamo e ricordiamo
-Specializzazione emisferica, linguaggio, emozioni, stress, salute e disturbi psichiatrici.
• Neurobiologia :
o Lo sviluppo di determinate aree corticali è dato da specifici programmi genetici
Genetica comportamentale è la disciplina scientifica fondata da Ploming che studia i geni che regolano il
comportamento
o I geni regolano la sintesi delle proteine tra le proteine di membrana cioè i canali ionici che regolano l’ingresso o
l’uscita di cariche + o- dai nostri neuroni regolati da recettori
o Le due varianti alleliche di ogni gene formano due parti che funzionano in maniera diversa e regolano diversi livelli
del comportamento.
o Spiegazione dei comportamenti ha vari livelli e uno di questi è la base genetica che attraverso la trascrizione di
proteine genera un certo tipo di comportamento
o L'approccio della neurobiologia è sbagliato perché si basa sulla mono-direzione dalla genetica al comportamento
senza considerare l'esperienza!!!!
Epigenetica: scienza che oltre a considerare il cambiamento dell'espressione del comportamento per via dei geni dona
molta importanza anche al ruolo dell’esperienza che non può variare il pattern genetico, ma influenza
l’espressione del comportamento >> implicazione bidirezionale
• Psicobiologia :
o Invece di studiare il comportamento solo attraverso la genetica prende in considerazione anche altre variabili
come l’esperienza
o Metodi di indagine
NEUROIMMAGINE > visualizza in vivo quello che fa il cervello durante un compito
fRMI > visualizza l'attivazione localizzata e l'attività metabolica attraverso la quantità di sangue
assorbita da determinate aree del cervello (neuroscienze cognitive)
o Introduce una variabile intermedia per capire il legame tra genetica e il comportamento
o Studia le funzioni psicologiche attraverso
Osservazione dei comportamenti
Un’esperienza soggettiva come i questionari
o Considera l’interazione tra le basi cerebrali e le basi genetiche
Interazione bidirezionale tra comportamento e ambiente e tra la mente e il cervello.
o 5 livelli di analisi:
1. Genetico- molecolare = guarda solo il pattern genetico Tra un livello e l’altro
2. Neurobiologico - Ambiente
3. Cognitivo - Esperienza
4. Comportamentale - Manifestazioni
- Altre variabili
5. Fenotipo = manifestazione clinica, ciò che si vede
o Gli psicobiologi utilizzano i metodi della risonanza magnetica e la neuroimmagine, che sono variabili da loro
controllabili, per riuscire a studiare tutte le altre
Funzionamento psicologico
Gene > Struttura > Funzioni > Esperienza Gene <> Struttura <> Funzione <> Esperienza
o Nel dislessico non si attivano determinate aree del lobo prefrontale, ma questa
non è la causa della dislessia, bensì un effetto del fatto che, evitando la lettura,
queste aree non si sviluppano >> lo stesso avviene negli aborigeni dell’Amazonia
o Le cause della dislessia sono biologiche e cognitive, non c’è un gene della
dislessia e l’ambiente ha un grande ruolo nel determinare gli effetti
o La genetica predispone alla dislessia, ma l’ambiente può mettere a disposizione
gli strumenti necessari e giusti per migliorare le abilità di lettura e favorire
l’attivazione delle aree corrette
❖ Psicologia fisiologica: studia i meccanismi nervosi del comportamento attraverso metodi chirurgici elettrici o chimici
applicati direttamente sul sistema nevoso in esperimenti controllati
Soggetti generalmente non umani TMS
Ricerca pura che contribuisce allo sviluppo di teorie sul controllo nervoso del comportamento
Attraverso impulsi ben studiati è possibile stimolare l’uomo ed osservarne il comportamento
Attraverso delle lesioni nel cervello dell’animale si studiano i comportamenti che ne derivano
Es:lesione bilaterale della V5-MT nel Macaco
Interferenza con il normale funzionamento del sistema nervoso per osservare i comportamenti che ne
derivano
❖ Neuropsicologia: studia nell'uomo gli effetti psicologici in senso lato prodotti da lesioni cerebrali
Si focalizza sullo studio delle funzioni corticali
I soggetti sono umani
Si basa esclusivamente su casi di studio e su quasi-esperimenti
Sotto disciplina maggiormente applicativa
➢ Neuropsicologia clinica = cerca di migliorare le prestazioni di chi ha una lesione
Es: Afasia di Wernicke = ictus che compromette le aree temporo-parietali posteriori dell’emisfero SX
❖ Psicofisiologia: studia il rapporto tra attività fisiologica e i processi psicologici in soggetti umani
Procedure di registrazione non sono invasive, l’attività psicofisiologia viene registrata dalla superficie del
corpo attraverso
➢ Elettroencefalogramma (EEG) di superfici
➢ Elettroencefalogramma = la misurazione dell’ attività cardiaca
Soggetti sono umani
Misura l’attività del sistema nervoso autonomo
➢ Frequenza cardiaca
➢ Conduttanza cutanea = macchina della verità
Comprensione della fisiologia dei processi psicologici
➢ Emozioni
➢ Attenzione
➢ Analisi degli stimoli
➢ Applicazioni cliniche
Es: EEG in un bambino con epilessia (epilessia generalizzata o focale )
❖ Neuroscienze cognitive : studia le basi della cognizione, cioè i processi intellettivi più elevati come il pensiero la
memoria l’attenzione e i processi complessi.
Partecipanti umani
Metodi non invasivi
Metodo più utilizzato neuroimmagine funzionale
➢ La registrazione di immagini relative all’attività del cervello umano vivente mentre il
partecipante svolge un attività cognitiva
❖ Psicofarmacologia : manipolazione delle attività nervosa e del comportamento attraverso l’utilizzo di farmaci.
Ormai considerata una disciplina a sé
Studiano gli effetti dei farmaci su cavie da laboratorio.
❖ Psicologia comparata :studio dell’evoluzione della genetica e dell’adattività del comportamento soprattutto attraverso
l’uso del metodo comparativo.
Psicologia fisiologica Rimozione dell'ippocampo dei ratti per vederne gli effetti sul comportamento
Neuropsicologia Studia l'effetto che l’alcol ha sulla memoria in pazienti che ne fanno uso
Psicofisiologia Studia cosa accade nel presentare al paziente il volto di persone famigliari sebbene non
vengano riconosciuti
Il cervello percepisce di aver già elaborato quel viso, ma questo non arriva alla coscienza
Neuroscienze cognitive Studia l'attivazione di varie aree mentre il paziente è sottoposto a compiti di memoria
Psicologia comparata Uccelli che seppelliscono i semi hanno un ippocampo molto sviluppato soprattutto nel
ricordare i luoghi
METODI PSICOBIOLOGICI >> il punto di forza della psicobiologia risiede nella varietà dei suoi metodi e dei suoi approcci
• INFERENZA CONVERGENTE = unire più approcci delle sei branche di modo che più evidenze empiriche dimostrino la
presenza del dato
➢ Sindrome di Korsakoff
o Incapacità di generare nuovi ricordi
o INFERENZA NEUROPSICOLOGICA = causa della sindrome è un elevato uso di alcol
o INFERENZA PSICOFARMACOLOGICA = la sindrome è presente anche in soggetti che non hanno mai
bevuto
o Unendo le inferenza si arriva a dire che la sindrome è associata a una mancanza di TIAMINA (vitamina B1)
necessaria per formulare nuovi ricordi
o Può essere molto spesso associata all’alcolismo in quanto la maggior parte del loro apporto calorico deriva
dall’alcol che è privo di vitamine e interferisce con il metabolismo della tiamina
o I progetti di prevenzione permettono di prescrive tiamina a soggetti predisposti allo sviluppo della sindrome
• INFERENZA SCIENTIFICA = sistema diretto alla scoperta attraverso un’attenta osservazione
Molti dei processi studiati dagli scienziati non possono essere osservati
DEDUZIONE SCIENTIFICA >> gli scienziati misurano attentamente eventi chiave osservabili e utilizzano
queste misure come base per dedurre in maniera logica la natura degli eventi
che non si possono osservare
Il fatto che i meccanismi nervosi alla base del comportamento non siano osservabili direttamente e richiedano
una deduzione scientifica per poterli studiare è ciò che rende laboriosa la ricerca psicobiologica
➢ Merton e il tentativo di mantenere gli occhi fermi nonostante il tentativo del cervello di muoverli
o Ha assunto una sostanza paralizzante capace di inibire il movimento dei muscoli
o Nel momento in cui cerca di muovere gli occhi vede gli oggetti fermi presenti nel suo campo visivo
spostarsi nella stessa direzione in cui cercava di muovere gli occhi
o Se un oggetto del campo visivo è messo a fuoco su una parte della retina e la sua immagine retinica resta
ferma nella stessa posizione nonostante un movimento degli occhi significa che anche l’oggetto si è mosso
o Il cervello presume che il movimento ordinato sia stato eseguito e quindi percepisce gli oggetti di
conseguenza
DANNI FATTI DALLA PSICOBIOLOGIA PERCHÉ NON SONO STATI APPLICATI I METODI
2. La lobotomia prefrontale di Moniz, Becky >> "Qualcuno volò sul nido del cuculo” film sulla lobotomia
• 40 mila persone negli USA a partire dagli anni 50
• Intervento di psicochirurgia per controllare l'aggressività utilizzato spesso in soggetti schizofrenici o con disturbi
dell'attenzione
• Ha ricevuto il premio Nobel
• Ha fatto un solo esperimento su una scimmia prima di applicare la tecnica sull’uomo
• LEUCOTOMO
o Sorta di bisturi utilizzato per l’operazione
o È infilato nelle aree prefrontali profonde attraverso un’apertura della calotta cranica
o Una volta infilato, attraverso un marchingegno, esce una lama che è fatta ruotare all'interno del cranio
provocando la recisione delle connessioni tra il lobo prefrontale e il resto dell’encefalo
o Si provocano tre lesioni nel lobo prefrontale destro e tre in quello sinistro
o Le parti recise dalla lama non erano esportate, ma restavano lì degenerando e portando ad ulteriori
danni
• Questa pratica disconnetteva le aree prefrontali dal resto e in particolare dalle aree percettive
• In questo modo di lesionava particolarmente la materia bianca principalmente costituita da assoni che sono i
collegamenti tra neuroni
• Da un lato c'era meno aggressività, ma questo intervento provocava molti altri danni
- Amoralità
- Perdita della capacità di previsione
- Indifferenza emotiva
- Epilessia
- Incontinenza urinaria
• Questi esperimenti sono stati avvalorati perché erano gli stessi neuropsicologi che avevano eseguito l’operazione a
registrare gli effetti successivi all'esperimento
• Per permettere una maggior diffusione, un minor dispendio di energie e di tempo si è poi sviluppata:
o PROCEDURA TRANS ORBITALE
- Sviluppata inizialmente in Italia e poi diffusa negli USA negli ultimi anni 40
- Trattamento che non necessita l'apertura della teca cranica
- Inserito sotto la palpebra un dispositivo simile a un punteruolo di ghiaccio, poi con un
martelletto si rompe l'orbita e di penetra nella zona prefrontale recidendo le zone di interesse
andando avanti e indietro
- Rischio era quello di lesionare il nervo ottico provocando cecità
• Oggi questa tecnica è vietata negli USA me ancora usata in molti paesi
CAPITOLO 3
ANATOMIA DEL SISTEMA NERVOSO (Appendici I, II, III, IV)
IL SISTEMA NERVOSO
1. I neuroni di entrambi rendono conto della prima tappa del percorso terminando a
livello di altri neuroni di secondo ordine che completano la tappa a livello degli
organi target
2. Ogni organo target riceve segnali simpatici e parasimpatici
3. Modificazioni di
o Sistema simpatico = eccitazione psicologica
o Sistema parasimpatico = rilassamento psicologico
3. PIA MADRE
- Strato più interno e a diretto contatto con la corteccia celebrale
- Molto sottile e morbido
o Liquido cerebrospinale
▪ Riempie lo spazio subaracnoideo
▪ Si trova nel canale centrale (canale centrale del midollo spinale), nei ventricoli cerebrali dell’encefalo
▪ Funzioni si sostegno e ammortizzazione degli urti al cervello
▪ Pazienti a cui ne è stata rimossa una parte soffrono di mal di testa e dolori se muovono bruscamente la
testa
▪ Prodotto dai plessi corioidei (capillari e vasi sanguigni) e il suo eccesso è assorbito dallo spazio
subaracnoideo in spazi ripieni di sangue detti SENI DURALI che decorrono nella dura madre fino alle
giugulari
▪ L’accumulo di liquido nei ventricoli pota a un ampiamento di questi centri e a l’idrocefalo
o Ventricoli cerebrali
▪ Distribuiti nelle diverse strutture dell’encefalo
▪ Permettono di capire quale sezione del cervello si sta osservando in una radiografia
▪ All’interno si trova il liquido cerebrospinale
▪ All’interno di questi si generano i neuroni che poi migrano nella loro posizione
▪ Alla loro base restano delle ricche formazioni di cellule gliali che sembrano essere alla base della
neurogenesi anche dell’adulto
▪ In seguito a una lesione è possibile determinarne la gravità osservando quanto si sono ingranditi i
ventricoli
▪ Quattro ampie camere interne all’encefalo
a. Due ventricoli laterali
1. Forma affusolata
b. Terzo ventricolo
c. Quarto ventricolo
o Tra il terzo e il quarto ventricolo si trova l’acquedotto cerebrale è dopo il quarto ventricolo diventa canale
centrale (midollo spinale)
o Spazio subaracnoideo, canale centrale e ventricoli comunicano tra di loro formando un’unica camera
• BARRIERA EMATO-ENCEFALICA
o Il cervello è un organo elettrochimico finemente modulato la cui funzione può essere gravemente alterata
dall’introduzione di determinai composti chimici
o La barriera è il meccanismo che impedisce il passaggio di molte sostanze tossiche dal sangue al cervello
o Cellule strettamente impacchettate
o Protegge l'encefalo
o Blocca il passaggio di grandi molecole (alcol)
➢ Sopra una grande percentuale di queste sostanze non riesce più a bloccarle e quindi arrivano
all’encefalo
o Il grado con cui le sostanze a uso terapeutico possono influenzare l’attività cerebrale dipende dalla facilità con
cui riescono a penetrare la barriera emato-encefalica e questo è permesso dai precursori che alzano il livello
della percentuale
o Alcune molecole di grandi dimensioni la cui presenza è necessaria al buon funzionamento del cervello
(glucosio) sono trasportate attivamente attraverso le pareti dei vasi cerebrali
MORFOLOGIA DEI NEURONI
CARATTERISTICHE ESTERNE
1. Corpo cellulare
o Centro metabolico del neurone
o Chiamato anche soma
2. Membrana cellulare
o Composta da
Doppio strato lipidico
Proteine canale
o Permettono il
passaggio di
determinate molecole
Proteine di segnalazione
o Trasferiscono un
segnale all’interno del
neurone in seguito al
loro legame con alcune
molecole esterne alla
membrana
o Membrana semi-impermeabile
o Il potenziale d’azione crea una
particolare affinità con questa
struttura e con le vescicole per
scatenare l’ESOCITODSI cioè la
fuoriuscita di neurotrasmettitori
3. Rami dendritici
o Brevi prolungamenti che si diramano
dal corpo cellulare
o Ricevono la maggior parte dei
contatti sinaptici
4. Cono di emergenza
o Zona di giunzione a forma di cono tra l’assone e il corpo cellulare
o Si sommano le variazioni di corrente elettrica recepita dai diversi rami dendritici
o Può originare il potenziale d’azione che è il modo che il neurone ha per comunicare con i neuroni che seguono
5. Un assone
o Può arrivare anche a una lunghezza di 1 metro
o Prolungamento che si stacca dal corpo cellulare
o Si collega poi a un neurone motorio che regola i muscoli volontari
6. Mielina
o Riveste l’assone
o Strato lipidico isolante
o Permette una veloce conduzione
1. Neuroni mielinizzati = molto rapidi
2. Neuroni non mielinizzati = molto più lenti
o Fenomeno di mielinizzazione inizia in età pre-natale
1. Il fatto che i bambini non abbiano grandi capacità motorie è dato dal fatto che i neuroni non sono
ancora completamente rivestiti
2. Picco di mielinizzazione = 15 mesi, poi potatura
o È da associare alla materia bianca, quindi alle connessioni, trasporto di informazioni
o Tra una guaina mielinica e l’altra ci sono degli spazi chiamati NODI DI RANVIER
7. Nodi di Ranvier
o Meccanismi che ottimizzano la produzione di segnali
o Interruzioni interposte tra brevi segmenti di mielina
8. Bottoni sinaptici
o Allargamenti dell’assone
o Permettono la trasmissione effettiva delle informazioni
o Terminali che rilasciano le sostanze chimiche chiamate neurotrasmettitori
o Punto in cui un neurone si congiunge con un altro neurone
9. Sinapsi
o Spazio compreso tra neuroni adiacenti
o Trasmette segnali chimici
CARATTERISTICHE INTERNE
1. Nucleo
o Contiene il DNA
o Forma sferica
2. Mitocondri
o Rilasciano energia
3. Reticolo endoplasmatico
o Sistema di membrane ripiegate
o Trascrive i geni
o Rugoso
➢ Sintesi proteica
o Liscio
➢ Sintesi lipidica
4. Ribosomi
o Strutture in cui avviene la
trascrizione proteica
o Situati nel reticolo
endoplasmatico
5. Citoplasma
o Liquido trasparente contenuto
nella cellula
6. Complesso di Golgi
o Sistema interconnesso di
membrane
o Importante per la sintesi dei
neurotrasmettitori incapsulati
in vescicole con uguali
proprietà della membrana
citoplasmatica
7. Microtubuli
o Si sviluppano lungo l’assone
o Trasportano attivamente
sostanze
o Parte terminale le varie
sostanze sono veicolate nei
bottoni
8. Vescicole sinaptiche
o Strutture sferiche avvolte da
membrana
o Si accumulano le molecole dei neurotrasmettitori
o Il potenziale d’azione ha un effetto su di esse
9. Neurotrasmettitori
o Molecole rilasciate da neuroni attivi
o Influenzano l’attività di altre cellule
• Neurone multipolare
o Neurone con più di due prolungamenti
• Neuroni unipolari
o Unico filamento che raccoglie la parte recettiva e la
parte di trasmissione del segnale
o Ha un unico polo
• Neuroni bipolari
o Due prolungamenti che si estendono dal corpo cellulare
o Presente nella retina
• Interneurone multipolare
o Non hanno assoni
o Funzione
➢ Mediare e modulare i segnali che provengono
dagli altri neuroni
➢ Integrare l’attività nervosa all’interno di una
singola struttura encefalica
o Non producono potenziale d’azione
o Presenti nei vari strati lipidici dell’occhio
STRUTTURA NEUROANATOMICA
TECNICHE NEUROANATOMICHE
• LA COLORAZIONE DI NISSL
o Sfrutta l’azione del violetto di cresile
o Le sostanze penetrano in tutte le cellule presenti, ma si legano solo ai neuroni
o Isola solo il corpo cellulare dei neuroni
o Permette di stimare il numero di corpi cellulari presenti in una particolare area
• MICROSCOPIA ELETTRONICA
o Microfotografia elettronica
o Fornisce informazioni sui dettagli della struttura dei neuroni
o Mostra in reale la complessità delle connessioni di un singolo neurone
o Vedono i bottoni terminali che fanno sinapsi con il neurone in questione
o L’interazione di un singolo neurone con gli altri neuroni è estremamente complessa
• Attraverso queste tecniche si è scoperto che nei soggetti DSA la distribuzioni dei neuroni nelle strutture profonde del
diencefalo è minore
• gli orientamenti delle varie strutture sono descritti in relazione all’orientamento del midollo spinale
• Le diverse strutture del SNC e del SNP hanno tre assi
• Anteriore – posteriore
o Porzioni anteriori
➢ Parte frontale dell’encefalo
➢ Parte alta della spina dorale
o Porzioni posteriori
➢ Parte occipitale dell’encefalo
➢ Parte bassa della spina dorsale
Spostandosi dalla spina dorsale all’encefalo
l’orientamento delle porzioni e delle vie ruota a
• Dorsale - ventrale
o Via dorsale causa del fatto che l’evoluzione ci ha portato a
➢ Parte alta dell’encefalo sviluppare una posizione eretta
➢ Parte volta alla schiena della spina dorsale
➢ Permette di percepire
➢ Le informazioni arrivano
o Via ventrale
➢ Parte bassa dell’encefalo
➢ Parte volta al petto della spina dorsale
➢ Permette di agire
➢ Le informazioni partono
• Mediale – laterale
o Orientamento mediale
➢ Interno
➢ Parte più profonda
o Orientamento laterale
➢ Esterno
➢ Permette di vedere i giri, i solchi
dell’encefalo
• Prossimale – distale
o Prossimale
➢ Vicino al SNC
o Distale
➢ Lontano dal SNC
ANATOMIA DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE
• Sono strutture formate da raggruppamenti di neuroni che hanno una particolare funzione
• MIDOLLO SPINALE
o Formato da
➢ Sostanza grigia
▪ Zona centrale
▪ Formata da corpi
cellulari e interneuroni
➢ Sostanza bianca
▪ Zona periferica
▪ Assoni mielinizzati
o Corni dorsali e ventrali
➢ Rami della sostanza grigia
➢ Formano i nervi del SNP
o Nervi spinali
➢ Emergono a 31 livelli differenti
della colonna vertebrale
➢ Nell’avvicinarsi ciascun nervo si divide in modo da unirsi al midollo attraverso due vie dette radici
o Radici
➢ Dorsali
▪ Prolungamenti sensoriali di neuroni unipolari afferenti che arrivano dai muscoli
▪ Terminali sinaptici si trovano nel cormo dorsale della sostanza grigia
➢ Ventrali
▪ Prolungamenti di neuroni motori multipolari efferenti che si dirigono poi al muscolo da
controllare
▪ Corpi cellulari si trovano nel corno ventrale
o Gangli
➢ Della radice dorsale
▪ Appena esterno al midollo spinale
▪ Contiene i corpi cellulari dei neuroni unipolari sensoriali
o Se si ha una lesione a un nervo si perde la capacità di agire con quel nervo e di percepire quel nervo
➢ Dipende però a che livello di danneggia il nervo e se la lesione comprende entrambe le vie o meno
o Le informazioni possono
➢ Partire dell’encefalo
➢ Arrivare all’encefalo
➢ Non arrivare all’encefalo ma fermarsi a interneuroni che mediano comportamenti elementari come i
riflessi
• CINQUE DIVISIONI DELL’ENCEFALO
o Nell’embrione il tessuto che da origine al SNC è un
tubo pieno di liquido
o Primo abbozzo sono tre rigonfiamenti a livello
dell’estremità anteriore del tubo neurale
1. PROSENCEFALO
a. Diencefalo
b. telencefalo
2. MESENCEFALO
3. ROMBENCEFALO
a. Mielencefalo
b. Metencefalo
o Prima della nascita i rigonfiamenti diventano cinque
➢ I primi quattro ci chiamano nel complesso
TRONCO ENCEFALICO
➢ Il quinto subisce il maggior accrescimento
1. MIELENCEFALO
❖ Continuazione verso l’alto del midollo spinale
❖ Composto da tratti nervosi che trasportano i segnali tra il resto del corpo e l’encefalo
❖ Chiamato anche MIDOLLO ALLUNGATO
➢ Formazione reticolare
▪ Accende e spegne il cervello
▪ Rete complessa di 100 minuscoli muscoli
▪ Occupa la parte centrale del tronco encefalico
▪ Una di destra e una di sinistra
▪ Di distribuisce dal midollo allungato fino alle strutture più alte
▪ Legata a
• Cicli sonno e veglia
• Attenzione
• Movimento
• Mantenimento del tono
muscolare
• Riflessi cardiaci, circolatori e
respiratori
▪ Svolge un ruolo nell’arousal
2. METENCEFALO
❖ Sede di molti tratti ascendenti e discendenti e di una
parte della formazione reticolare
➢ Ponte
▪ Protuberanza
➢ Cervelletto
▪ Struttura voluminosa
▪ Aspetto convoluto
▪ Posto sulla superficie dorsale del tronco
encefalico
▪ Struttura sensoriale e motoria
▪ Un suo danno determina
• Abolizione delle capacità di
controllare con precisione i
movimenti e di adattarli a
condizioni mutevoli
• Deficit cognitivi
▪ Modulatore durante le fasi apprendimento
• Una possibile causa dell’autismo è un mal funzionamento del cervelletto
• Condiziona anche la lettura
3. MESENCEFALO
❖ Regola importanti riflessi quali respiro, battito cardiaco
❖ Regola il riflesso di accomodazione che avviene nel cristallino
➢ Tetto
▪ Superficie dorsale
▪ Ammasso di neuroni
▪ Due paia di tubercoli
1. Collicoli superiori
a. Tubercoli anteriori
b. Funzioni visivo-motorie involontarie
c. Coinvolti nell’orientamento del corpo verso o lontano a particolari stimoli visivi
2. Collicoli inferiori
a. Tubercoli posteriori
b. Funzioni uditive involontarie
c. Ammasso di neuroni
➢ Tegmento
▪ Superficie ventrale
▪ Accoglie una parte della formazione
reticolare
▪ Contiene tre strutture c
1. Acquedotto cerebrale
• Dotto che connette il terzo e il
quarto ventricolo
• Ruolo nella mediazione degli
effetti analgesici
2. Grigio periacqueduttale
• Sostanza grigia che riveste
l’acquedotto
• Importante per il dolore
3. Sostanza nera
• Sistema senso-motorio
• Alla base del Parkinson
• Produce dopamina
4. Nucleo rosso
• Sistema senso-motorio
• Nucleo motorio
4. DIENCEFALO
❖ La maggior parte delle informazioni che arrivano la nostro
corpo devono passare per questa struttura
❖ Nuclei sensoriali che veicolano le informazioni
➢ Talamo (Appendice V)
▪ Struttura bilobata che sormonta il tronco encefalico
▪ Ha due lobi posti a ciascun lato del terzo ventricolo
▪ Sono uniti tra loro dalla MASSA INTERMEDIA
che decorre lungo il ventricolo
▪ Sulla sua superficie è presente una lamina bianca di
assoni mielinizzati che permette la comunicazione
tra i due talami
▪ Composto da molte paia di nuclei diversi che
proiettano dalla corteccia
o Nuclei di relè sensoriale
▪ ricevono segnali da recettori
sensoriali, li elaborano e li
trasmettono all’area appropriata
della corteccia
▪ oltre a inviare ricevono anche
segnali di feedback dalle stesse
aree della corteccia a cui
proiettano
• Nuclei genicolati laterali = sistema visivo
• Nuclei genicolati mediali = sistema uditivo
• Nuclei ventrali posteriori = sistema somato-sensoriale
▪ Elabora le informazioni motorie e sensoriali
▪ Comunica con la componente sensoriale
▪ Qui avvengono le prime connessioni tra le diverse modalità sensoriali
▪ Alcune disfunzioni in questa zona sono collegate ai disturbi dell’apprendimento
➢ Ipotalamo
▪ Situato subito sotto alla porzione anteriore del talamo
▪ Zona mediale, ventrale
▪ Funzione di mediazione endocrina
▪ Esercita i suoi effetti regolando il rilascio di ormoni da parte dell’ipofisi
▪ Importante per la regolazione dei comportamenti motivati
o Sete
o Fame
o Sesso
▪ In questa posizione si trovano anche
1. Chiasma ottico
• Punto in cui i nervi ottici provenienti da ciascun occhio convergono
2. Corpo mammillare
• Nuclei sferici situati sulla superficie inferiore dell’ipotalamo
5. TELENCEFALO
❖ Divisione più voluminosa dell’encefalo
❖ Da avvio ai movimenti volontari
❖ Interpreta gli input sensoriali
❖ Media processi cognitivi complessi come
o Apprendimento
o Linguaggio
o Risoluzione di problemi
➢ Corteccia celebrale
▪ Costituita prevalentemente da piccoli neuroni non mielinizzati
• SOSTANZA GRIGIA
▪ Strato sotto di essa è costituito da assoni mielinizzati
• SISTANZA BIANCA
▪ Circonvoluzioni hanno il ruolo di aumentare la superficie della corteccia senza un
contemporaneo aumento del volume complessivo dell’encefalo
• Scissure e solchi = valli tra circonvoluzioni
• Giri o circonvoluzioni = creste
▪ 90% è neocorteccia
• Corteccia a sei strati di evoluzione recente
Differiscono in termini di dimensioni e densità
• Anatomia neocorticale
Due categorie di neuroni
a) Cellule piramidali
• Neuroni multipolari
• Dendrite apicale
• Grosso assone
b) Cellule stellate
• Piccoli interneuroni
• Nel IV strato sono specializzate nella ricezione di segnali
sensoriali provenienti dal talamo
▪ IPPOCAMPO
• Area importante per
Memoria, in particolare dei luoghi
• Situato in corrispondenza del margine mediale della corteccia cerebrale dove si
ripiega nel lobo temporale mediale
➢ Scissure
❖ Dividono parzialmente ogni emisfero in quattro lobi
1. Scissura longitudinale
▪ Separa i due emisferi
▪ Spesso negli esperimenti con impulsi elettrici si stimola in questa zona così da evitare
danni a altre parti
▪ Attraversata da alcuni tratti chiamati commessure cerebrali che connettono i due emisferi
• Corpo calloso
2. Scissura laterale o silviana
▪ Separa il lobo temporale dal parietale
▪ DSA dovuto a alterazioni di zone vicine a questa scissione
▪ Giro temporale superiore
3. Scissura centrale
▪ Separa il lobo frontale dal parietale
▪ Giro precentrale
• Lobo frontale
• Input per attivare il movimento
• Zone più anteriori del lobo si occupano della pianificazione del movimento
▪ Giro post-centrale
• Lobo parietale
• Rappresentazione della sensazione tattile del corpo
➢ Commessure celebrali
▪ Connessioni tra i due emisferi
➢ Quattro lobi
❖ Non rappresentano unità funzionali
❖ Corteccia cerebrale è una lamina piatta di
cellule la cui divisione in lobi avviene a causa
di pressioni che ne causano il ripiegamento
1. Frontale
▪ Attività motoria
▪ Giro prefrontale
• Funzione motoria
▪ Corteccia frontale anteriore
• Funzioni cognitive complesse
2. Parietale
▪ Attività attentiva e sensoriale
▪ Giro post-centrale
• Le sensazioni provenienti dal corpo
▪ Le restanti aree
• Percezione della posizione degli
oggetti e del corpo
3. Occipitale
▪ Attività visiva
4. Temporale
▪ Giro temporale superiore
• Udito
• Linguaggio
▪ Corteccia temporale inferiore
• Complessi pattern visivi
▪ Porzione mediale
• Memoria
La maggior parte del della porzione subcorticale del telencefalo è costituita da assoni che proiettano da e ala neocorteccia
SISTEMA LIMBICO
• Si occupano di
o MOVIMENTO VOLONTARIO
o CIRCUITI RINFORZO
• Controllano i movimenti volontari
• Si estende esternamente a partire a partire dall’amigdala posta sulla
coda del caudato
• Composto da
1. Nucleo caudato
CORPO
➢ Forma un cerchio quasi completo
STRIATO
2. Putamen
➢ Nel centro del nucleo caudato perché ha
➢ È collegato al caudato da fibre un aspetto
a ponte a strisce
3. Globus pallidus
➢ Origina dalla struttura diencefalica e migra poi
nella zona telencefalica
4. Proiezioni nigro-striatale
➢ Via che si proietta la corpo striato partendo dalla
sostanza nera
➢ Una loro alterazione porta al Parkinson
• Rigidità
• Tremore
• Povertà di movimento volontario
CAPITOLO 4
CONDUZIONE NERVOSA E TRASMISSIONE SINAPTICA
o Il potenziale di membrana è la differenza di cariche elettriche tra l’interno e l’esterno della cellula
o Si misura attraverso due rilevatori chiamati microelettrodi che misurano le cariche positive e negative
o POTENZIALE DI RIPOSO DEL NEURONE in una situazione di base line è di -70 millivolt = POLARIZZATO
o Anche i sali presenti nel tessuto nervoso si separano in due tipi di particelle cariche chiamate IONI
• IONI SODIO (Na+)
• IONI POTASSIO (K+)
o Nei neuroni a riposo
➢ Più ioni Na+ all’esterno della cellula che non all’interno
➢ Più ioni K+ all’interno della cellula che non all’esterno
➢ Questa condizione è mantenuta grazie ai CANALI IONICI che consentono il passaggio solo a specifici
ioni
▪ Canali ionici sodio sono chiusi riducendone l’ingresso
▪ Canali potassio sono aperti ma pochi escono in quanto trattenuti dalla carica negativa del
neurone
o Gli ioni Na+ sono soggetti a una forte pressione che tende a favorire il loro ingresso nella cellula
• Pressione elettrostatica
o La carica negativa di – 70 millivolt attrae gli ioni Na+
• Pressione dovuta a un movimento casuale degli ioni Na+
o Induce le particelle a spostarsi lungo il proprio gradiente di concentrazione, quindi da
zone ad alta concentrazione a zone a bassa concentrazione
L’ingresso però non è possibile per la maggior parte degli ioni a causa dei canali ionici chiusi
o POMPE SODIO-POTASSIO
➢ Meccanismo responsabile dello scambio continuo di tre ioni di Na+ intracellulari con due ioni K+
extracellulari
➢ Contemporaneamente al passaggio passivo nei pochi ioni Na+ all’interno dei neuroni, altri Na+ sono
trasportati attivamente all’esterno della cellula attraverso questa pompa
➢ Contemporaneamente al passaggio passivo dei pochi ioni K+ all’esterno del neurone, altri ioni K+ sono
trasportati attivamente all’interno della cellula attraverso questa pompa
➢ Questo meccanismo permette al potenziale di membrana di restare stabile
o Punto di partenza dell'attività neuronale è data dalla diversa concentrazione di ioni positivi di iodio e potassio
all'interno e all'esterno della membrana nucleare
➢ Se si crea uno squilibrio tra la parte esterna e interna si cerca un riequilibrio attraverso le pompe o altri
sistemi
o POTENZIALI POSTSINAPTICI
• Quando i neuroni di attivano rilasciano dai bottoni terminali i NEUROTRASMETTITORI, sostanze chimiche
che diffondono attraverso le strutture sinaptiche e interagiscono con specifici recettori
o Questo passaggio trasforma l’azione elettrica in azione chimica
• L’interazione tra neurotrasmettitori di un neurone e recettori di un altro neurone può essere di due tipi
1. POTENZIALE POSTSINAPTICO ECCITATORIO (PPSE)
• Avviene una depolarizzazione della membrana del neurone postsinaptico
• Lo stimolo porta alla riduzione della negatività del neurone
o Dalla situazione di standard di – 70 mV si passa a una situazione che si avvicina a
- 65 mV
• Aumenta la probabilità che il neurone raggiunga la soglia minima di -65 mV necessaria per
produrre un potenziale d'azione
• Con un'eccitazione il potenziale si avvicina alla soglia e quando arriva alla soglia permette la
trasmissione del segnale al neurone successivo
• Dopo aver raggiungo il livello di soglia (anche +50 millivolt) il neurone espelle tanti ioni
positivi per potersi ribilanciare
2. POTENZIALE POSTSINAPTICO INIBITORIO (PPSI)
• Avviene una iperpolarizzazione della membrana del neurone postsinaptico
• Lo stimolo porta all’aumento della negatività del neurone
o Dalla situazione standard di – 70 mV si passa a una situazione di maggiore negatività
• Riduce la probabilità che il potenziale arrivi a -65 producendo così un potenziale d’azione
Proprietà importanti
➢ Risposte graduate
❖ L’ampiezza di PPSE e di PPSI è proporzionale all’intensità del segnale che li ha provocati
❖ PPSE e PPSI si propagano passivamente a partire dal loro punto di origine a livello delle
sinapsi
❖ La trasmissione dei segnali postsinaptici è
o Rapida
o Trasmessa a grande velocità
➢ Risposte decrementali
❖ L’ampiezza di PPSE e PPSI si riduce progressivamente via via che essi viaggiano lungo il
neurone
❖ Viaggiano per distanze di un paio di millimetri
POTENZIALI D'AZIONE
• I singoli segnali postsinaptici generati a livello di una sinapsi hanno scarso effetto sull’attivazione del neurone postsinaptico
• L’attivazione di un neurone dipende dall’equilibrio tra i segnali eccitatori e inibitori che raggiungono il suo assone
• Il potenziale d’azione è un’inversione drastica ma temporanea del potenziale di membrana
• Nell’arco di 1 millisecondo passa da – 70 mV a + 50 mV
• La generazione dei potenziali d’azione avviene a livello della sezione adiacente dell’assone chiamata polo di emergenza
o I PPSE e i PPSI prodotti dai neurotrasmettitori nei siti recettivi della membrana sono trasportati in maniera
decrementale fino al segmento iniziale dell’assone
o Se il segnale è sufficiente a depolarizzare la membrana fino a un livello critico chiamato soglia di attivazione
che è pari a – 65 mV si genera un potenziale d’azione
• Non sono risposte graduate, quindi la loro ampiezza non è correlata all’intensità, ma sono risposte “tutto o nulla”
o O si manifestano in tutta la loro ampiezza o non si manifestano affatto
• Si INTEGRANO
o In ogni neurone multipolare tutti i SSPE e SSPI che raggiungono l’assone si sommano tra loro e in funzione della
somma il neurone si attiva o resta inattivo
1) Sommazione spaziale
➢ Due potenziali postsinaptici eccitatori contemporanei producono un potenziale postsinaptico più ampio
+2 +2 +4
➢ Due inibitori contemporanei producono un potenziale più ampio
-2 -2 -4
➢ Se uno è eccitatorio e uno è inibitorio i due si annullano
+2 -2 0
2) Sommazione temporale
➢ I potenziali postsinaptici prodotti in rapida successione a livello della stessa sinapsi si sommano tra loro
➢ Se una sinapsi attivata da uno stimolo viene esposta a un altro stimolo prima che il potenziale postsinaptico
iniziale si estingua completamente l’effetto del secondo stimolo si sovrappone al primo
o Ogni neurone integra continuamente i segnali sia nel tempo che nello spazio ed è continuamente bombardato da
stimoli
• Si pensava che la posizione della sinapsi sulla membrana recettiva fosse importante per determinare la capacità di
influenzare l’attivazione del neurone a causa della proprietà decrementale
MA, si è dimostrato che alcuni neuroni hanno un meccanismo in grado di amplificare i segnali dendritici che originano in
zone distanti dal segmento iniziale dell’assone
• Potenziali d’azione vengono condotti lungo l’assone attraverso l’azione di canali ionici voltaggiodipendenti= si
aprono e si chiudono i risposta a variazioni del potenziale di membrana • BASI IONICHE DEI POTENZIALI
D’AZIONE :
Potenziale di membrana di un neurone a riposo è costante nonostante le pressioni che tendono a
spingere gli Na+ all’interno della cellula. ciò si verifica perché la membrana a
riposo è relativamente impermeabile agli ioni Na+ e i pochi Na+ che entrano vengono pompati
fuori attivamente.
Situazione cambia quando il potenziale di membrana dell’assone viene depolarizzato da un
PPSE(potenziale postsinaptico eccitatorio) fino a raggiungere la soglia di eccitazione
Il potenziale d’azione coinvolge solo gli ioni che si trovano fuori dalla membrana
Gli ioni che fluiscono attraverso la membrana sono solo un piccolo numero rispetto al numero di ioni presenti
all’interno della cellula e nell’ambiente circostante.
PERIODO REFRATTARIO :
o Periodo che si verifica dopo l’inizio del potenziale d’azione o Dura 1-2 millisecondi
o È responsabile dell’unidirezionalità con cui viaggiano i potenziali d’azione lungo l’assone (= perché le porzioni
dell’assone investite dal PA restano momentaneamente refrattarie e quindi il PA non può invertire la direzione
o Rende conto delle relazione tra : frequenza di scarica e intensità della stimolazione (=se la stimolazione è appena
sufficiente ad attivare il neurone nel suo stato di riposo questo si attiverà solo al termine dei 2 periodi refrattari)
o 2 tipi:
ASSOLUTO: È impossibile indurre un secondo potenziale d’azione
RELATIVO : è possibile attivare nuovamente il neurone ma solo applicando livelli di stimolazione molto alti
▪ CONDUZIONE ASSONICA DEI POTENZIALI D’AZIONE (PA)
Differisce dalla conduzione di PPSE e PPSI
1. Non è decrementale : l’ampiezza del PA non si riduce via via che esso attraversa l’assone
2. I PA vengono condotti più lentamente rispetto ai PPSE e PPSI
Motivo di queste differenze la diversa conduzione: PPSE e PPSI ( passivi) PA (attivi) 1) Genesi del
potenziale d’azione
1) Sul corpo cellulare e sui
dendriti viene indotta la
produzione di potenziali
postsinaptici(PPS)
2) I PPS vengono condotti
fino all’assone
3) Quando la somma dei PPS
supera la soglia di eccitazione si
genere il PA
4) Il PA viene condotto
lungo l’assone fino al bottone
terminale
5) L’arrivo del PA a livello
del bottone innesca l’ esocitosi
2) Viaggio passivo lungo la membrana assonica per raggiungere i canili sodio voltaggio dipendenti (ancora chiusi)
3) Arrivo del segnale elettrico determina l’apertura di questi canali
4) Ioni Na+ entrano nel neurone
5) Generano un potenziale d’azione completo in questa porzione di membrana
6) Segnale condotto passivamente ai canali sodio successivi
7) Dove viene innescato un nuovo potenziale d’azione
8) Questo processo si ripete fino alla formazione di un potenziale d’azione completo a livello dei bottoni terminali.
L’onda di eccitazione generata si diffonde sempre indietro attraverso il corpo cellulare e i dendriti del neurone =
CONDUZIONE ORTODROMICA
Se all’estremità terminale dell’assone viene applicata una stimolazione di intensità sufficiente si genera un potenziale
d’azione in direzione contraria= CONDUZIONE ANTIDROMICA
Comunicazione tra neuroni avviene grazie alle sinapsi : in corrispondenza ai siti specializzati dei bottoni terminali le molecole dei
neurotrasmettitori vengono rilasciate nella fessura sinaptica dove producono PPSE PPSI legandosi a particolari recettori presenti
sulla loro membrana postsinaprica.
SINAPSI DIRETTE : a livello delle quali i siti di rilascio del neurotrasmettitore sono in stretta prossimità
SINAPSI INDIRETTE : i neurotrasmettitori vengono rilasciati da una serie di varicosità (protuberanze) situate
lungo l’assone e le sue diramazioni e poi diffusi alle cellule target circostanti chiamate anche sinapsi a filo di perle .
I neurotrasmettitori producono segnali nei neuroni postsinaptici legandosi a recettori presenti nella membrana
postsinaptica
Recettore costituito da una proteina con siti di legame per un particolare neurotrasmettitore
Ligando= molecola che si lega ad una altra= neurotrasmettitore ligando di uno specifico recettore
Sottotipi di recettore: diversi recettori a cui si lega un neurotrasmettitore
Vantaggio legato all’esistenza di diversi sottotipi di recettori: singolo neurotrasmettitore è in grado di trasmettere
differenti tipi di messaggi a partire da parti diverse del cervello.
Il legame di un neurotrasmettitore a uno dei
suoi sottorecettori può influenzare il neurone
post sinaptico in due modi a seconda della
natura del recettore: 1- I recettori
ionotropi sono associati a canali ionici ligando
dipendenti.
▪ Gli ASTROCITI sono distribuiti uniformemente nelle diverse aree cerebrali senza sovrapposizioni tra le proiezioni di
astrociti adiacenti
- Presentano un grande potenziale di coordinazione
- Qui le giunzioni comunicanti sono presenti a livello dell’estremità in corrispondenza dei punti di
contatto con i processi di astrociti adiacenti
SINAPSI TRIPARTITA: ipotesi secondo cui la trasmissione sinaptica dipenda dalla comunicazione di 3 cellule
(neurone presinaptico, neurone postsinaptico astrocita)
NEUROTRASMETTITORI
FUNZIONE o esclusivamente eccitatoria o esclusivamente inibitoria
Due gruppi :
• GRANDI:
o NEUROPEPTIDI:
❖ Le azioni di questo dipendono dalla sua sequenza amminoacida
❖ 5 categorie generali :
o PEPTIDI IPOFISARI
o PEPTIDI IPOTALAMICI
o PEPTIDI GASTROINTESTINALI
o PEPTIDI OPPIOIDI
o PAPTIDI VARI
• PICCOLI : 3 classi
o AMMINOACIDI
❖ Glutammato PRINCIPALE NEUROTRASMETTITORE ECCITATORIO -
❖ Glicina
• Acido amminobutirrico (GABA) sintetizzato da una modificazione della struttura del glutammato
PRINCIPALE NEUROTRASMETTITORE INIBITORIO
o MONOAMINE:
• Sintetizzate a partire da un amminoacido
• Effetti tendenzialmente più diffusi
• Presenti nei neuroni in cui il corpo cellulare si trova nel tronco encefalico
• Senza assoni
• Ramificati Tappe di sintesi delle catecolamine
DOPAMINA
ADRENALINA
NORADRENALINA
SERATONINA(indolamina)
(sintetizzata dal triptofano)
o ACETICOLINA:
• Sintetizzata con l’aggiunta di un gruppo acetile a una
molecola di colina
• Agisce a livello :
Giunzioni neuromuscolari
Sistema nervoso autonomo
Sinapsi presenti nel sistema nervoso centrale
Azione di alcuni farmaci: es. bloccanti recettoriali si legano ai recettori post sinaptici senza attivarli ma bloccano l’accesso del
neurotrasmettitore.
Anni ’70 scoperta dei farmaci oppioidi che si legano a particolari recettori presenti nell’ipotalamo e in altre regini del sistema
limbico e nell’area del tronco encefalico attorno all’acquedotto cerebrale (Grigio periacqueduttale ) es: morfina
La presenza di questi recettori suggerì che nel cervello potevano esserci sostanze oppioidi:
Questi farmaci non dimostravano alcuna cura se non dopo 3 settimane dall’assunzione
Schizofrenia: causata da un eccessiva attività a livello di sinapsi dopaminergiche e che l’uso degli antagonisti della
dopamina sia efficace nel trattamento della malattia
Parkinson : dovuta alla degenerazione di una via dopaminergica nel cervello ( antagonisti della dopamina cocaina e
anfetamine)
CAPITOLO 2
• La biologia nasce nel 1942
• Zeitgeist: clima intellettuale generale che domina la cultura della nostra epoca
• Limite della biologia : dicotomie di pensiero
1. FISIOLOGICO O PSICOLOGICO?
o Aspetto nato nelle culture occidentali dopo il conflitto tra scienza e Chiesa Cattolica nel XVII secolo.
▪ Per gran parte della storia la verità combaciava con ciò che veniva decretato dalla chiesa.
o 1400 Rinascimento
▪ Interesse per l’arte
▪ Si iniziano a studiare le cose attraverso l’osservazione diretta
▪ DUALISMO CARTESIOANO
❖ Renè Descartes = riconosceva il dominio della terra
o Suddiviso i domini di studio tra Chiesa e scienza
o Sosteneva che la terra fosse composta da
1. Una parte di materia fisica che si comporta in base alle leggi della
natura soggetta ad un immagine scientifica
2. Mente umana che obbedisce a leggi diverse ed è prerogativa della
Chiesa.
o Evidenze contro la dicotomia di pensiero fisiologico o psicologico
a. Dimostrazioni secondo cui anche i cambiamenti psicologici più complessi possono essere prodotti da
un danno o da una stimolazione di parti del cervello
Caso 1: “"Il pensiero è prodotto del cervello" Mattrie
- Reato per cui è condannato
- Un danno cerebrale influisce sul funzionamento psicologico
b. Dimostrazione che alcune specie non umane, come i primati, possiedono alcune capacità un tempo
ritenute esclusivamente umane.
Caso1: Asomatognosia mancanza di consapevolezza di alcune parti del proprio corpo
- Interessa il lato sx causato da un danno al lobo parietale dx
- "Il caso dell'uomo che cadde dal letto" Sacks
Caso2: Ricerca sull’autoconsapevolezza degli scimpanzé
- Riconosce nello specchio l'immagine di sé stesso
- Autoconsapevolezza
- Condizione sperimentale controllata
o Addormentano lo scimpanzé
o Colorano il bordo dell'occhio con una vernice
o Si sveglia davanti allo specchio
o Si vede riflesso e cerca di togliersi la macchia
2. INNATO O APPRESO?
o Dicotomia nello sviluppo delle capacità comportamentali
o Dilemma natura-cultura
o Maggior parte dei primi psicologi sperimentali del Nord America erano a favore dell’alternativa ‘cultura’.
▪ Watson
▪ Comportamentismo
❖ L’esperienza determina il comportamento
o Con l’avvenire dell’etologia in Europa , concentrandosi sui comportamenti istintivi si enfatizzò il ruolo della
natura nello sviluppo del comportamento.
▪ Pavlov e Lorenz
▪ Aspetti genetici che determinano il comportamento
• In realtà i due aspetti, genetica e ambiente, interagiscono
o In un primo periodo si dimostrò che lo sviluppo del comportamento è influenzato anche da fattori diversi dalla
genetica come l’ambiente
o Si segnò quindi il passaggio da natura\cultura a fattori genetici\esperienza
o Si sviluppò poi l’idea che il comportamento si sviluppa sotto il controllo dell’una e dell’altra
o Fattori genetici ed esperienza si combinano in maniera additiva.
o Si mostra l'errore nel pensiero che l'intelligenza è data per 3/4 dalla genetica e 1/4 dall'esperienza
▪ Esempio del musicista, quanto la capacità è data dallo strumento e quanto dal musicista = è dato
dall'interazione tra i due
2. SELEZIONE NATURALE
• Processo ecologico dato dal fatto che in natura c'è sempre un contrasto tra specie
o Qualunque specie tende a crescere continuamente fino ad occupare tutti gli spazi = SPECIE
INVASIVE
o Spesso questo non avviene perché l'ambiente pone dei limiti (predatori, condizioni ambientali)
o La natura quindi è in equilibrio continuamente sbilanciato
• Nell'uomo questo non avviene perché apparteniamo tutti alla stessa specie
o Tra uomini diversi il cambiamento genetico non supera mai l'1 x 1000
• L'evoluzione avviene attraverso un sistema ad albero
➢ In una specie alcuni si staccano mutando alcuni aspetti
➢ Da questi altri si staccano ancora diversificandosi per altri aspetti
➢ A seguito di altre ramificazioni e altre speciazioni si hanno evoluzioni
➢ L'evoluzione non avviene in modo lineare
• L'evoluzione avviene
o A livello genetico
o Al genetica ha ripercussioni nei comportamenti
o I comportamenti formano dei gruppi
o I gruppi formano diverse specie
L'evoluzione avviene su molti diversi livello
• PSICOLOGIA EVOLUZIONISTICA :
Comportamenti umani prendendo in considerazione le pressioni selettive che hanno portato alla loro evoluzione
▪ ACCOPPIAMENTO
o POLIGAMIA E POLIANDRIA:
▪ Prevalentemente praticata dalla maggior parte dei mammiferi
▪ Sviluppata perché le femmine della specie apportano un contributo maggiore nella crescita dei
cuccioli
▪ Conseguenza: le donne danno alla luce solo un piccolo numero di discendenti al contrario
dell’uomo
▪ Nelle femmine dei mammiferi si è quindi evoluta la tendenza a stabilire legami riproduttivi
soltanto con i maschi più adatti
▪ Poliandria: femmina forma legami riproduttivi con più maschi (es:cavalluccio marino)
o MONOGAMIA:
▪ 9% circa della specie dei mammiferi
▪ Sistema riproduttivo in cui si forma un legame duraturo tra maschio e femmina
▪ Si pensa che si sia evoluta nella specie di mammifero in cui la femmina è in grado di allevare
un numero maggiore di piccoli .
GENETICA MENDELIANA
• Cerca di studiare i caratteri dicotomici
o Colore che può essere di due soli tipi
• Studia le linee pure = linee di organismi che danno sempre luogo a una discendenza che conserva lo stesso carattere
• Caratteri
o Dominanti
o Recessivi
• Genotipo = caratteri trasmissibili alle generazioni successive mediante materiale genetico
• Fenotipo = insieme dei caratteri osservabili di un organismo
• Omozigoti = due geni uguali per un determinato carattere
• Eterozigoti = due geni diversi per un determinato carattere dove uno dei due domina sull’altro
• Incrocia due linee pure: i semi marroni (M) con i semi bianchi (b)
o Prima generazione aveva solo il carattere dominante (M)
o Seconda generazione solo l'1/4 aveva il carattere recessivo (b)
M1M2 b1b2
Bianco
• Ciascun fattore ereditario è un gene
• Lo stesso carattere dicotomico è definito da due geni chiamati alleli (M1M2)
• I geni si trovano nei cromosomi
o Strutture filamentose contenute nel nucleo delle cellule
o Uomo ha 23 paia di cromosomi
o I due geni che controllano un determinato carattere sono situati nella stessa posizione su ciascun cromosoma
omologo
o Sono stati scoperti negli anni ‘60
o Molecole a doppio filamento di DNA
▪ 4 basi nucleotidiche
▪ Nucleotidi si associano sempre a nucleotidi specifici
• Adenina >> Timina
• Guanina >> Citosina
▪ Codice genetico = sequenza delle basi su ogni cromosoma
o MEIOSI
▪ Processo di divisione cellulare che porta alla formazione dei gameti
❖ Cromosomi omologhi si separano si separano e vengono ripartiti tra i due gameti
• Ciascun gamete avrà la metà del numero di cromosomi presenti normalmente in una cellula
somatica
❖ Quando uno spermatozoo e un ovocita si fondono insieme si forma uno zigote dotato del corredo
completo di cromosomi
▪ È possibile la differenziazione grazie alla ricombinazione genica
❖ Cromosomi si allineano con gli omologhi
❖ Bracci di ogni coppia si incrocia in punti casuali
❖ Si spezzano e si scambiano materiale genetico = LINKAGE
o MITOSI
▪ Processo di divisione di tutte le cellule somatiche
▪ Tipo di riproduzione che produce cellule uguali a quelle di partenza
▪ REPLICAZIONE
o Due filamenti del DNA si srotolano
o Le basi nucleotidiche attirano le basi complementari che sono disperse nel mezzo acquoso
o Risultato sono due filamenti di DNA identici
▪ Possibili delle mutazioni nella formazione del nuovo filamento di DNA
- Presenza di un cromosoma in più = sindrome di Down
- Alcune sono piccole mutazioni di replicazione che spariscono nel pool genetico
poiché riducono le prestazioni dell'individuo
- Altre mutazioni avvenute per caso e di grande portata possono permanere e essere
trasmesse alle generazioni successive perché aumentano le capacità di adattamento
• Cromosomi autosomi
o Tipici
o Presenti in coppie appaiate
• Cromosomi sessuali
o Aspetto diverso dagli altri
o Determinano il sesso dell’individuo
o Portano a geni diversi
▪ Femmina = XX
▪ Maschio = XY
o Caratteri genetici sono contenuti per la maggior parte del cromosoma X
o Il cromosoma Y è piccolo e ha solo pochi geni
o Caratteri dominanti sono più visibili nelle femmine che non nel maschi perché hanno due geni con caratteri
dominanti e quindi è più difficile che entrambe le coppie di alleli siano recessive
GENETICA CLASSICA
• Geni strutturali
o Necessari per la sintesi proteica
o L'1% del DNA umano contiene le informazioni necessaire
• Segmenti di DNA privi di geni strutturali sono fondamentali per l'espressione genetica
o Regola l'espressione dei geni strutturali
• Meccanismo dell'espressione genetica
o TRASCRIZIONE
➢ Filamento DNA si srotola
➢ RNA messaggero è sintetizzato dal DNA
o TRADUZIONE
➢ mRNA lascia il nucleo e si attacca ai ribosomi
➢ Ribosoma sintetizza proteine richiamando rispetto al codone analizzato (triplette di nucleotidi)
l'amminoacido corrispondente
• Fattori che permettono la trascrizione
o Enhancer = promotori, sequenze di DNA non strutturale, che determinano quando attivare i fattori di trascrizione
o Fattori di trascrizione = sono influenzati dai segnali che la cellula riceve dal suo ambiente come lo stress e
modificandoli si ha il cambiamento dell'espressione dei geni in base all'ambiente
• PROGETTO GENOME UMANO
o Unione di vari progetti per mappare tutte le proteine del genoma umano
o Scopo è di comprendere le basi genetiche delle malattie per poterle curare
o Risultati
1. Avanzamento tecnologico
• Da piccole sequenze di DNA si può decifrare l'interno codice genetico di specie estinte
2. State mappate quasi tutte le proteine
• Uomo ha 20 000 geni che non sono molti
3. Molte variazioni genetiche sono legate a una stessa malattia
• Elevato numero di geni sono
▪ Correlati a una malattia
▪ Spiegano una ridotta variazione fenotipica
• Tantissimi fattori ereditari non sono spiegabili
• 18 variabili genetiche legate al diabete ne spiegano solo il 6% dell'ereditabilità della malattia
o È impossibile determinare le conseguenze che un gene ha sulla malattia
▪ Perché i geni sono influenzati dall'ambiente che è individuale
o Il fallimento del progetto ha portato alla rivoluzione dell'epigenetica
EPIGENETICA
• Disciplina che studia i meccanismi dell'ereditarietà diversi dal codice genetico e alla sua espressione
• Basa sull’unione di esperienza e genetica
• Studia tutti i geni che non sono strutturali e che non determinano il codice genetico
• Scoperte
1. Solo l'1% del DNA umano è strutturale
2. La codifica delle proteine è la funzione minore dell'RNA
3. Meccanismi di integrazione geni-esperienza
4. Molte aree del DNA non genico sembrano controllare i geni adiacenti
EPIGENETICA NELL'UOMO
• Fattori genetici e esperienza interagiscono tra loro per guidare l’ontogenesi comportamentale
o Ontogenesi = sviluppo di un individuo nel corso della sua vita
o Filogenesi = sviluppo evoluzionistico della specie attraverso le varie ere
• Studi influenti nell'interazione tra fattori genetici e esperienza
1. Selezione artificiale dei topolini
2. Malattia monogenica
3. Sviluppo del canto negli uccelli
4. Fumo da cannabis e schizofrenia
IL CONCETTO DI EREDITABILITA'
• Osservabile attraverso determinati comportamenti in soggetti in cui si conosce il grado di somiglianza genetica
o Gemelli
• Studiati determinati comportamenti
o ADHD (disturbo dell'attenzione)
• Disturbo dovuto al 70% da fattori genetici
o Schizofrenia
• Genetico al 62%
o Dislessia
• Genetico al 60%
o Autismo
• Genetico al 57%
o Abilità di lettura
• Genetico al 30%
o Fobia sociale
• Genetico al 18%
• La stima di ereditabilità varia de si guarda lo sviluppo normale o la patologia
o Più facile spiegare i fattori estremi o patologici che non le abilità normali
3- LO SVILPPO DEL CANTO DEGLI UCCELLI, PARALLELISMO CON LO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO UMANO
• L’apprendimento del canto ha molti parallelismo con l’apprendimento del linguaggio umano
• Due fasi di sviluppo del canto degli uccelli
a. Sensoriale
• Predisposizione ad apprendere i canti presentati dai conspecifici
• Gli apparati sensoriali si sintonizzano ai suoni a cui sono stati esposti nel periodo critico dello sviluppo
• Forte stimolazione solo di alcuni suoni
b. Sensomotoria
• Necessità di un feedback uditivo
• Il soggetto esposto a determinati suoni attiva non solo le aree sensoriali, ma anche quelle motorie
• Per poter sviluppare migliori abilità sensoriali c'è la necessità di sperimentare attivamente producendo i suoni
• In base alla specie ci sono diversi tipi di apprendimento
a. Apprendimento limitato al periodo sensibile
• Finita il periodo di massima possibilità di apprendimento le abilità di fossilizzano
• In seguito a questo periodo non è più possibile modificare le proprie capacità
b. Apprendimento indeterminato
• Apprendimento plastico
• Possibilità di imparare nuovi canti
• Lo sviluppo plastico può avere anche un andamento plastico
• Anche in seguito al periodo sensibile si ha la possibilità di modificare le proprie abilità
• Circuito nervoso che controlla il canto
Via motoria discendente
o Origina dal centro vocale superiore su ciascun lato del cervello
o Si porta alla siringe
o La via sinistra ha un ruolo più importante
Via prosencefalica anteriore
o Media l’apprendimento del canto
• Aspetti notevoli
o Lateralizzato nell'emisfero sinistro
o Centro vocale più grande nei maschi
• Devono attirare le femmine
o Centro vocale raddoppia le dimensioni in primavera
o Aumento del centro vocale è dato dalla nascita di nuovi collegamenti sinaptici
STIME DI EREDITABILITA'
• Minnesota Study of Twins Reared Apart
o Per isolare l'effetto genetico dall'esperienza si fanno studi su gemelli adottati
o 59 gemelli monozigoti
o 47 gemelli dizigoti
o Alcuni sono stati cresciuti separatamente, altri insieme
o Età compresa tra 19 e 68 anni
o Sottoposti a test di intelligenza e personalità
o RISULTAI
▪ I gemelli monozigoti risultano sostanzialmente più simili tra loro in relazione a tutte le dimensioni
psicologiche studiate indipendentemente dal fatto che fossero cresciuti o meno nello stesso ambiente
• Fattore puramente genetico
o Stime di ereditabilità
▪ Alta coerenza interna
▪ Alta coerenza esterna tra i diversi studi fatti
▪ Non riguardano lo sviluppo individuale ma è una stima numerica della percentuale di variabilità di un
determinato carattere, in un particolare studio, attribuibile alla variabilità genetica osservata nello studio
▪ Forniscono informazioni in merito al contributo delle differenze genetiche alle differenze fenotipiche esistenti
tra i partecipanti a uno studio, ma non forniscono nessuna informazione sul contributo relativo dei geni e
dell’esperienza allo sviluppo degli individui
▪ L’entità della stima relativa a uno studio dipende dal grado di variabilità genetica e ambientale da cui è stata
calcolata e non può essere applicata ad altre situazioni
CAPITOLO 5
• CASO DEL PROFESSOR P
1. RAGGI X
• Hanno un assorbimento differenziale in base allo strato attraversato
• Sostanze che compongono l'oggetto colpito hanno una diversa modalità di assorbire i raggi x
• Tecnica utile nella caratterizzazione di strutture interne che presentano una capacità di assorbimento diversa dalle
strutture circostanti
• Passaggio di un fascio di raggi x attraverso un oggetto e la sua successiva proiezione su un’apposita lastra
• Banda elettromagnetica fortemente cancerogeno
• Sono utilizzati in due modi
3. CAMPI MAGNETICI
a. RISONANZA MAGNETICA
➢ Anni '90
➢ Permette lo sviluppo delle tecniche e lo studio della
neuroimmagine
➢ Neuroimmagine strutturale con una buona risoluzione
spaziale
➢ Misura le onde a radiofrequenza emesse dagli atomi
di idrogeno quando si allineano per via di un magnete
❖ Più il magnete è grande più la risoluzione spaziale
dell'immagine è alta
➢ Fornisce un'immagine tridimensionale del cervello
b. RISONANZA MAGNETICA FUNZIONALE
➢ Strumento più influente nel campo delle Neuroscienze
Cognitive
➢ Permette la visualizzazione di immagini funzionali del cervello
➢ Produce immagini che rappresentano l’aumento del flusso di
sangue ossigenato verso le aree più attive del cervello
➢ I segnali registrati sono detti BOLD cioè dipendono dal livello
di ossigeno presente nel cervello
❖ Sangue ossigenato emette onde captabili attraverso
questa tecnica
❖ Dove c'è più ossigeno il cervello sta lavorando di più
➢ Utilizzata in casi clinici con pazienti vegetativi
➢ Vantaggi rispetto alla PET
❖ Non utilizza sostanze radioattive o altre sostanze
❖ Immagine strutturale e funzionale
❖ Migliore risoluzione spaziale
❖ Immagine tridimensionale di tutto il cervello
❖ RMF registra il livello di ossigenazione del cervello
➢ Bassa risoluzione temporale
❖ Riesce a registrare il livello dell'attività del cervello in
un tempo compreso nei 3 sec quando molte risposte
nervose come i potenziali d’azione si svolgono in tempi
nell’ordine dei millisecondi
4. STIMOLAZIONE TRANSCRANICA
• PET e RMF
o Creano immagini dell’attività cerebrale mentre i soggetti volontari sono impegnati in particolari attività
o Usati per identificare la presenza di una correlazione tra attività cerebrale e attività cognitiva, ma non sono
in grado di dimostrare la relazione causa-effetto
• Due modi per supportare l’ipotesi che un’attività cerebrale sia la causa di un’attività cognitiva
1. Valutare l’attività di individui che hanno un deficit rispetto all’area cerebrale che controlla quella
determinata attività
2. Valutazione dell’attività cognitiva di un soggetto dopo aver attivato l’area relativa a quella attività cerebrale
EEG di superficie
Misurano l’attività cerebrale
Magnetoencefalografia
➢ Tensione muscolare
Misurano l’attività del SN somatico
➢ Movimenti oculari
o L’attività viene misurata da elettrodi a disco di diametro pari a 2 cm attaccati al cuoio capelluto
o Il segnale riflette la somma degli eventi elettrici che si verificano nel cervello
o Utilità: non è quella di fornire una rappresentazione fedele dell’attività nervosa MA alcuni picchi dell’onda
dell’EEG sono associati a particolari stati di coscienza o a patologie cerebrali
- Es: onde alfa : sono onde regolari frequenza 8\12 cicli al s hanno una ampiezza molto elevata = associate
allo stato di veglia rilassata
o Ampiezza dei segnali si riduce all’aumentare della distanza dalla sorgente che li ha generati
o L’attività elettroencefalica viene registrata simultaneamente da diversi punti
o Psicofisiologia = maggior interesse alle onde EEG che accompagnano determinati eventi psicologici piuttosto
che alle EEG di fondo.
- Queste onde vengono chiamate POTENZIALI EVENTO CORRELATI (ERP)
o Un tipo di potenziale che viene studiato è il POTENZIALE EVOCATO SOMATICO= ossia la
variazione del segnale EEG corticale dovuto alla presentazione momentanea di uno stimolo
sensoriale
- EEG rilevato in seguito ad uno stimolo sensoriale ha due elementi:
o Risposta allo stimolo (il segnale)
o Attività di EEG di fondo (il rumore)
o Il segnale è la componente di interesse
o Il rumore è quella priva di interesse
- Il problema risiede nel fatto che spesso il rumore è così elevato da nascondere il potenziale evocato
- Averaging del segnale = metodo utilizzato per ridurre il rumore dell’EEG
o Si registra la risposta di un soggetto ad uno stimolo per molte volte
o Si considera il valore di ogni tracciato a 1 (ms) dall’inizio della stimolazione e si calcola una media
di questi valori
o Si fa la stessa cosa a 2ms \3ms riportando un grafico di questi valori medi = la risposta media
evocata dallo stimolo e l’EEG di fondo (rumore) si annulla
o L’analisi dei potenziali evocati medi (AEP)si concentra sulle varie onde del segnale
medio
o Ogni onda è caratterizzata da una direzione + o – e da una latenza
• Es: Onda P300: onda positiva registrata circa 300 ms dopo la presentazione di
uno stimolo significativo per il soggetto
• Le porzioni di Potenziale evocato registrato nei primi millisecondi non sono
influenzate dall’presentazione dello stimolo = si chiamano POTENZIALI DI CAMPO
LONTANO in quanto anche se vengono registrate dalla superficie del cranio
originano a livello del tronco encefalico
MAGNETOENCEFALOGRAFIA (MEG)
Misura le variazioni dei campi magnetici a livello della superficie del cuoio capelluto prodotte dai pattern di
attività nervosa sottostanti
Essendo dei segnali molto piccoli vengono registrati solo quelli vicino alla superficie del cervello.
o Combinando la MEG e la EEG è possibile visualizzare l'attività in tutte le aree del cervello
o L'attività è meglio catturabile in base all'orientamento della corteccia
➢ Teca cranica = MEG
➢ Solchi = EEG
o Non è invasiva
➢ Gravidanza
➢ Bambini
o Permette di visualizzare le varie condizioni di attivazione del soggetto
➢ Arousal
➢ Grande attivazione è data da una bassa ampiezza, ma alta frequenza delle onde
➢ Stato rilassato
o Alta ampiezza e bassa frequenza
o Caratterizzato da onde alfa dove l'attivazione è temporaneamente più bassa
➢ Sonno
o Andamento oscillatorio negativo – positivo
o Attività elettrica è a bassa frequenza, alta ampiezza
➢ Sonno profondo
o Attività elettrica è a bassa frequenza e a alta ampiezza o L'elettroencefalografia di superfice
permette di determinare la morte cerebrale
➢ TENSIONE MUSCOLARE:
Muscolo composto da milioni di fibre ogni fibra si contrae quando viene attivata dal motoneurone
All’interno di un muscolo a riposo alcune fibre sono in stato di contrazione mantenendo il tono complessivo del
muscolo
Modo di definire una persona ‘tesa’ : deriva dal fatto che gli individui ansiosi mostrano alti livelli di tensione
muscolare anche a riposo
▪ CONDUTTANZA CUTANEA :
o Pensieri e espressioni che suscitano emozioni = provocano un aumento della capacità della cute di condurre
elettricità
o 2 indici dell’attività elettrodermica:
- Il livello di conduttanza cutanea (SCL). Misura del livello di base della conduttanza associata ad una
particolare situazione
- Risposta di conduttanza cutanea (SCR): Misura della variazione temporanea associata ad esperienza
specifiche
▪ ATTIVITA’ CARDIOVASCOLARE:
o Esistenza di una relazione tra l’attività cardiovascolare e le emozioni
o Sistema cardiovascolare 2 parti :vasi sanguigni e cuore
o Sistema deputato alla distribuzione di ossigeno e nutrienti
o Impiegato in 3 modalità diverse:
▪ Frequenza cardiaca:
• Attraverso gli elettrodi sul torace si può misurare il battito cardiaco
• Tracciato che si ottiene = elettrocardiogramma (ECG)
• Frequenza cardiaca media di un adulto sano 70battiti al minuto ma aumenta rapidamente
▪ Pressione sanguigna :
• Comporta due misurazioni :
o La misurazione della pressione di picco durante i peridi di contrazione cardiaca (sistoli)
o La misurazione della pressione minima durate i periodi di rilascio (diastoli)
• Viene espressa come il rapporto tra le due pressioni misurate in millimetri di mercurio (mmHg)
• Normale pressione sanguigna = 130\70
• Qualora la pressione superi i 140\90= ipertensione
• Pressione misurata attraverso lo sfigmomanometro
▪ Volume sanguigno:
• Ad alcuni eventi psicologici sono associate variazioni del volume
• La pletismografia : insieme delle tecniche impiegate per misurare la variazione del volume
sanguigno in alcune parti del corpo.
• Metodi per la misurazione :
o Registrare il volume del tessuto target avvolgendolo con un estensimetro
o Far passare un fascio luminoso attraverso il tessuto in esame e misurare la quantità di luce
assorbita.
METODI INVASIVI DI RICERCA DELLA PSICOLOGIA FISIOLOGICA
❖ CHIRURGIA STEREOTASSICA :
❖ METODI DI LESIONE :
o Una parte del cervello viene lesionata , distrutta o inattivata e si valuta il comportamento del soggetto = per capire le
funzioni della struttura lesa
▪ LESIONI DA ASPIRAZIONE :
• Produrre una lesione nella parte del tessuto corticale accessibile agli occhi e agli strumenti del
chirurgo = per aspirazione
• Tessuto viene rimosso tramite aspirazione attraverso una pipetta di vetro a punta fina
• Essendo la sostanza bianca sottostante più resistente si può aspirare senza ledere alla sostanza
bianca e ai vasi sanguigni
▪ LESIONI DI RADIOFREQUENZA:
• Produzione di piccole lesioni sottocorticali dovute al passaggio attraverso il tessuto target di una
corrente a radiofrequenza emessa dalla punta di un elettrodo posizionato attraverso la chirurgia
stereotassica
• Dimensione e forma della lesione dipendono dalla durata e dall’intensità della corrente
▪ TAGLI DA BISTURI:
• Serve per abolire la conduzione lungo un nervo attraverso la sezione (taglio) della struttura
• Taglio minuscolo può assolvere al compito senza creare danni estesi
• Utilizzato nell’uomo nell’epilessia ( per far si che non si dilaghi i entrambi gli emisferi)
▪ LESIONI REVERSIBILI :
• Metodo utilizzato per interrompere temporaneamente l’attività di una particolare area del cervello
per eseguire test
• Attraverso il raffreddamento della struttura target o iniettando un anestetico ( es: lidocaina)
▪ INTERPRETAZIONI DEGLI EFFETTI DELLE LESIONI:
• Effetti delle lesioni sono ingannevoli e più o meno selettivi
▪ LESIONI BILATERALI E MONOLATERALI :
• Gli effetti delle lesioni monolaterali sono molto più lievi e possono essere difficili da rilevare
• Gli effetti delle lesioni bilaterali coinvolgono entrambe le metà del cervello e sono quelle più
utilizzate negli studi sperimentali
❖ STIMOLAZIONE ELETTRICA:
o Stimolando elettricamente una struttura nervosa è possibile avere indicazioni sula funzione che svolge
o Realizzata con un elettrodo bipolare (due fili metallici isolati avvolti assieme)
o Il rilascio di deboli impulsi produce un aumento di attivazione dei neuroni situati in prossimità della punta
dell’elettrodo
o Produce effetti comportamentali di senso opposto rispetto a quelli provocati da una lesione dell’area
o Evoca anche sequenze di comportamenti complessi : mangiare, bere dormire copulare
o La particolare risposta di comportamento dipende dalla posizione dell’elettrodo e dall’ambiente sperimentale
o Impiegato per lo più su esseri non umani
o Utilizzato anche su esseri umani coscienti durante la rimozione di un tumore al cervello
❖ REGISTRAZIONE ELETOFISIOLOGICA:
▪
DIALISI CEREBRALE:
metodo utilizzato per la misurazione della concentrazione extracellulare di specifiche sostanze
neurochimiche
Attraverso l’impianto nel cervello di un tubicino semipermeabile che viene posizionato sulla struttura
d’interesse in modo che le sostanze vengano diffuse nel tubo
Per poi essere sottoposte a successive analisi
❖ LOCALIZZAZIONE DEI NEUROTRASMETTITORI NEL CERVELLO:
Due metodi che prevedono l’esposizione del cervello ad un ligando marcato
▪ IMMUNOCITOCHIMICA:
Quando una proteina esterna viene iniettata in un animale l’organismo produce anticorpi che si
legano a questa proteina favorendone la rimozione o distruzione = reazione immunitaria
dell’organismo
Tecnica utilizzata per localizzare neuroproteine nel cervello con la marcatura dei relativi anticorpi con
un colorante o elemento radioattivo
Le regioni in cui si accumula il colorante rappresentano le sedi delle neuroproteine target
Le sezioni cerebrali vengono esposte ad anticorpi marcati che si legano a enzimi situati solo nei
neuroni che contengono il neurotrasmettitore di interesse
▪ IBRIDAZIONE IN SITU :
Sfrutta il fatto che tutti i peptidi e tutte le proteine vengono trascritte a partire da sequenze di basi
nucleotidiche presenti sull mRNA
Sono identificate le sequenze che codificano un particolare neurotrasmettitore e sono stati creati
artificialmente degli ibridi di mRNA contenenti la sequenza complementare
I filamenti di mRNA ibrido vengono marcati con un colorante e le sezioni cerebrali vengono esposte ai
filamenti di m RNA ibrido marcato, questi ultimi si legheranno ai filamenti complementari
permettendo di identificare la posizione dei neuroni che rilasciano a neuroproteina target.
INGEGNERIA GENICA
Due approcci :
▪ TECNICHE DI KNOCKOUT GENICO:
Metodo utilizzato per creare organismi privi di un particolare gene che si intende studiare
Prodotti vengono definiti : topi knockout
Studi condotti per chiarire il meccanismo di nevrosi nel comportamento.
Es: melanopsina: proteina che è presente nella retina e controlla i ritmi circadiani da parte della luce.
La soppressione di questo gene compromette la capacità di regolare i ritmi circadiani a variazioni di
cicli di luce\buio
▪ TECNICHE DI SOSTITUZIONE GENICA:
I geni patogeni estratti da cellule umane possono essere inseriti nel DNA di un altro animale
Es: aggiungendo un gene difettoso che era stato legato alla schizofrenia a dei topini ( topi transgenici)
sono state dimostrate delle anomalie e dei comportamenti imputabili alla schizofrenia
In un'altra tecnica si procede alla sostituzione del gene target con un gene identico = in modo che il
gene possa essere attivato o sospeso in determinati momenti dello sviluppo
o PROBLEMI :
o Gran parte dei comportamenti richiede più geni
o Eliminando un gene si può alterare l’espressione degli altri
o Espressione genica dipende anche dall’ambiente (epigenetica)
➢ TEST NEUROPSICOLOGICI :
Prescritti solo ad una piccola parte dei pazienti con danni cerebrali
• Paradigmi comportamentali utilizzati nello studio della psicobiologia nelle specie di laboratorio
• Tre categorie
1. Paradigmi per la valutazione dei comportamenti di specie
2. Paradigmi di condizionamento tradizionali
3. Paradigmi semi naturali di apprendimento negli animali
➢ TEST DELL’OPEN-FIELD
o Soggetto è posto in un’ampia camera vuota
o Registrata l’attività dell’animale nella camera
▪ Attraverso
• Grado di inattività
• Tigmotassia
• Defecazione
▪ Bassi punteggi di attività e alto numero di escrementi sono indicatori di paura
▪ Ratti paurosi sono
• Tigmotassici = si allontanano raramente dalle pareti e raramente si alzano sulle
zampe posteriori o si toelettano
• Lo sono spesso quando sono posti per la prima volta in un campo aperto nuovo
o Registra
▪ Paura
▪ Emozione
▪ Curiosità
o Permette di verificare la funzione di determinati farmaci
▪ Il farmaco ansiolitico aumenta le esplorazioni anche in situazioni paurose
➢ CONDIZIONAMENTO PAVLOVIANO
o Stimolo iniziale neutro chiamato stimolo condizionato e associato a uno stimolo incondizionato
che evoca una risposta non condizionata o riflessa
o Il risultato di questo abbinamento è che lo stimolo condizionato acquista la capacità di evocare una
risposta condizionata
➢ CONDIZIONAMENTO OPERANTE
o Aumento o riduzione della probabilità di occorrenza di una determinata risposta attraverso i
meccanismi di rinforzo o punizione
o PARADIGMA DELL’AUTOSTIMOLAZIONE
▪ Gli animali premono una leva
▪ Rilasciano uno stimolo elettrico a particolari regioni del cervello
▪ Le aree del cervello che danno luogo all’autostimolazione sono state spesso indicate come
centri di piacere
❖ PUPILLA E CRISTALLINO
o Iride
▪ Bande a forma di ciambella di tessuto contrattile
▪ Dà il colore agli occhi
▪ Regola l quantità di luce che può raggiungere la retina
o Pupilla
▪ Foro che permette l’ingresso della luce nell’occhio
▪ La sua dilatazione è un RIFLESSO legato e regolamentato da cellule gangliari
▪ L’aggiustamento della sua dimensione rappresenta il compromesso fra
• SENSIBILITA’
o Abilità di discriminare la presenza di oggetti poco illuminati
• ACUITA’
o Abilità di vedere i dettagli degli oggetti
▪ Quando il livello di illuminazione è alto e la sensibilità non è importante il sistema visivo restringe
la pupilla
▪ Quando la pupilla è ristretta l’immagine è
• Più nitida
• Con una maggiore profondità di fuoco, quindi una maggiore gamma di profondità è
messa a fuoco
▪ Quando il livello di illuminazione è troppo basso per attivare i recettori le pupille di dilatano per
far entrare più luce sacrificando l’acuità e la profondità di campo
o Cristallino
▪ Lente che si trova dietro a ciascuna pupilla
▪ Mette a fuoco la luce che entra sulla retina
▪ Processo di ACCOMODAZIONE
• Quando si dirige lo sguardo su di un oggetto vicino la tensione dei legamenti che reggono
il cristallino è corretta dai muscoli ciliari
o Aumenta l’abilità del cristallino di rifrangere la luce e mettere a fuoco in modo
più chiaro gli oggetti vicini
• Quando mettiamo a fuoco gli oggetti distanti il cristallino è appiattito riducendo la sua
capacità rifrattiva
▪ Per un’efficace messa a fuoco il cristallino deve accomodarsi di modo da far cadere l’immagine
dell’oggetto nella fovea, un particolare punto sulla retina
• EMETROPIA
o Immagine cade esattamente sulla fovea
• MIOPIA
o Immagine cade prima della fovea
o Può essere data dall’allungamento del bulbo
• IPERMETROPIA
o Immagine cade oltre la fovea
▪ Sorretto dal legamento e dal muscolo ciliare
o Muscoli oculari
▪ Permettono il movimento dell’occhio
▪ L’alterazione del funzionamento di questi muscoli genera lo STRABISMO
o La struttura dell’occhio è pressoché uguale per tutte le specie
1. RECETTORI
2. CELLULE ORIZZONTALI
▪ Specializzate per le comunicazioni laterali
3. CELLULE BIPOLARI
• Ce ne sono di due tipi
o Scotopici = rispondono ai bastoncelli
o Fotopici = rispondono ai coni
4. CELLULE AMACRINE
• Specializzate per le comunicazioni laterali
5. CELLULE RETINICHE GANGLIARI
• Attraverso gli assoni mielinizzati trasportano il
segnale
o Neuroni retinici comunicano tramite sinapsi segnali chimici e tramite interconnessioni cellulari con
segnali elettrici
o La retina è rovesciata
▪ La luce raggiunge lo strato dei recettori solo dopo aver attraversato gli altri quattro strati
▪ Il segnale nervoso riattraversa gli strati retinici fino
alle cellule gangliari i cui assoni si dispongono
sull’esterno della retina prima di riunirsi in un fascio e
uscire dal globo oculare
o Ci sono due problemi
1. La luce in entrata è distorta dal tessuto retinico che
deve essere attraversato prima di raggiungere i
recettori
o Risolto dalla FOVEA
▪ Piccolo incavo di 0,33 cm
▪ Al centro della retina
▪ Area della retina specializzata per la
visione ad alta acuità
▪ L’assottigliarsi delle cellule
gangliari in questa zona riduce la
distorsione della luce
o FOVEAZIONE
▪ Meccanismo riflessivo che permette
di muovere la fovea insieme
all’occhio per estrarre informazioni
dettagliate su una zona del campo
visivo posta in periferia
2. La presenza del fascio di assoni delle cellule gangliari
crea un’area priva di recettori chiamata macula o
macchia cieca
o Risolto dal FENOMENO DEL COMPLETAMENTO
▪ Sistema visivo utilizza le informazioni fornite dai recettori introno alla
macchia cieca per riempire il vuoto che si crea nell’immagine retinica
▪ Ruolo importante nella visione normale
• Nel guardare un oggetto il sistema visivo estrae le informazioni più
importanti e le invia alla corteccia
• La percezione all’interno dell’occhio è creata a patire da quelle
informazioni parziali
❖ CONI E BASTONCELLI
o Due diversi tipi di recettori
o TEORIA DELLA DUPLICITA’ secondo cui coni e bastoncelli mediano differenti tipi di visione
a. CONI
• Caratterizzano le specie attive di giorno
• Mediano la visione FOTOTIPICA
o Meno convergenza
o Più acuità
o Predominante in condizioni di
buona illuminazione
o Percezione a colori con un alto
livello di acuità
o La scarica di una cellula
gangliare connessa a un cono
necessita di più luce perché la
cellula in questione riceve
l’output da un solo cono, ma
l’attivazione genera minore
ambiguità riguardo alla
localizzazione
b. BASTONCELLI
• Caratterizzano le specie attive di notte
• Mediano la visione SCOTOPICA
o Più convergenza
o Meno acuità
o Perde i dettagli e i colori
o L’output di numerose centinaia di bastoncelli converge su di un’unica cellula
gangliare retinica
▪ Una luce poco intensa stimola molti bastoncelli influenzando la frequenza di
scarica della cellula gangliare associata
o Coni e bastoncelli differiscono anche nella distribuzione sulla retina
▪ FOVEA = non ci sono bastoncelli, ma solo coni
▪ BORDI DELLA FOVEA = quantità di coni decresce e si ha un aumento dei
bastoncelli
▪ 20 GRADI DALLA FOVEA = massimo della densità di bastoncelli
▪ Ci sono più bastoncelli nell’EMIRETINA NASALE che in quella TEMPORALE
❖ SENSIBILITA’ SPETTRALE
o Il nostro sistema visivo non è ugualmente sensibile a tutte le lunghezze d’onda dello spettro visibile
o Luci della stessa intensità ma di diversa lunghezza d’onda= possono differire in luminosità
o Curva di sensibilità spettrale = grafico della luminosità relativa di luci di uguale intensità ma diversa
lunghezza d’onda
o Due curve di sensibilità spettrale :
▪ CURVA DI SENSIBILITA’ SPETTRALE
FOTOPICA (coni) : può essere determinata
chiedendo ai soggetti di giudicare la
luminosità relativa di luci di diversa
lunghezza d’onda proiettata sulla fovea
o In condizioni di visione fotopica il sistema visivo è
maggiormente sensibile alla lunghezza d’onda di
circa 560 nm( quindi intensità di una luca di 500 nm
maggiore di una di 560 nm)
▪ CURVA DI SENSIBILITA’ SPETTRALE
SCOTOPICA (bastoncelli): può essere
determinata chiedendo ai soggetti di
giudicare la luminosità di luci di diversa
lunghezza d’onda proiettate sulla retina a un
intensità sufficiente bassa da non far
attivare i coni presenti in periferia
o In condizioni di visione scotopica il sistema visivo è maggiormente sensibile alle lunghezze d’onda di circa
500 nanometri ( intensità di una luce di 560nm maggiore di una di 500 )
o A causa della diversa sensibilità può essere osservato un effetto visivo = EFFETTO DI PURKINJE
▪ Si accorse guardando nel suo giardino che nel giro di poco tempo l’intera scena appariva in
maniera diversa
❖ MOVIMENTI OCULARI :
o Ciò che noi vediamo non è solo determinato da quello che è proiettato sulla retina
o La nostra percezione visiva è la somma di input visivi
o INTEGRAZIONE TEMPORALE = spiega il motivo per cui il mondo non scompare ogni volta che
sbattiamo le palpebre
o Movimenti oculari di fissazione = 3 tipi : tremori, movimenti di deriva e le saccadi
o Quando i movimenti oculari sono bloccati = gli oggetti visivi cominciano a scomparire
o Questo avviene perché molti neuroni visivi rispondono solo al cambiamento delle immagini
o Se le immagini retiniche sono artificialmente stabilizzate = iniziano a scomparire e riapparire
o Movimenti oculari ci permettono di vedere durante la fissazione mantenendo in movimento le immagini
sulla retina
❖ TRASDUZIONE VISIVA:
o Trasduzione = conversione di una forma
di energia
o Trasduzione visiva = conversione della
luce in segnali nervosi per opera dei
recettori visivi
o 1876 estratto un pigmento rosso
(rodopsina) dai bastoncelli
o Quando questo pigmento veniva esposto
ad una luce intensa e continua = sbiadiva
e perdeva la sua capacità di assorbire la
luce
o Quando tornava ad una condizione di
oscurità riacquistava il suo colore e la sua
capacità di assorbire
o Assorbimento della luce da parte di questo
pigmento è il primo momento di visione
mediato dai bastoncelli
▪ Evidenze dovute a dimostrazione
di come la percezione visiva
degli umani sia predetta dal
grado in cui la rodopsina assorbe
luce in varie condizioni
• Es : il grado in cui la
rodopsina assorbe le
luci di diversa
lunghezza d’onda è
relata all’abilità umana
di rilevare presenze di
diverse lunghezze
d’onda della luce in
condizioni di visione
scotopica
▪ Relazione tra spettro di assorbimento della rodopsina e la curva di sensibilità spettrale scotopica
umana = corrispondenza in condizioni di scarsa luminosità la nostra sensibilità a varie lunghezze
d’onda sia una diretta conseguenza della capacità della rodopsina di assorbirle
▪ Rodopsina recettore che è legato alle proteine-G= quando vengono attivati i recettori danno inizio
ad eventi chimici :
• Quando i bastoncelli sono al buio i loro canali di sodio sono aperti
• Questo mantiene i bastoncelli depolarizzati e permette un rilascio costante di molecole di
glutammato (neurotrasmettitore eccitatori)
• Quando i recettori della rodopsina assorbono la luce = vi è la chiusura dei canali di sodio ,
iperpolarizza i bastoncelli e riduce il rilascio di glutammato
❖ SISTEMA RETINO-GENICOLATO-STRIATO
o L’informazione visiva viene trasportata nel cervello attraverso tre vie :
▪ Retinica
▪ Nucleo Genicolato laterale :
composto da 6 strati
▪ Striata
o Tutti i segnali provenienti dal campo visivo
di sinistra raggiungono la corteccia primaria
di destra o ipsilateralmente dall’emiretina
temporale dell’occhio destro e contro
lateralmente ( attraverso il chiasma ottico)
dall’emiretina nasale dell’occhio sinistro.
o Ogni nucleo genicolato laterale = ogni
strato riceve input dal campo visivo
controlaterale di un occhio ( tre strati
ricevono l’input da un occhio tre dall’altro)
o Corteccia visiva primaria = è definita
striata : molti neuroni del nucleo genicolato
laterale che proiettano alla corteccia
primaria terminano nella parte inferiore
dello strato IV della corteccia = producendo
una caratteristiche riga osservabile nella
corteccia visiva primaria
❖ ORGANIZZAZIONE RETINOTOPICA
o Ogni livello del sistema è organizzato come
una mappa della retina
o Due stimoli presentati in punti diversi
adiacenti della retina eccitano neuroni adiacenti a tutti i livelli del sistema
o La struttura retinotopica della corteccia visiva primaria ha una rappresentazione sproporzionata della fovea
o Dobelle, Mladejovsky e Girvin (1974) dimostrarono l’organizzazione della corteccia visiva primaria
❖ I CANALI M e P
o Due vie di comunicazione parallele attraversano ciascun nucleo genicolato laterale
1. Strati PARVOCELLULARI :
▪ Composti da neuroni con corpo cellulare piccolo
▪ Passa attraverso i 4 strati superiori
▪ Responsabili del colore , dettagli , stimoli statici o in movimento lento
▪ Coni fanno da input
2. Strati MAGNOCELLULARI :
▪ Composti da neuroni con grandi corpi cellulare
▪ Attraversano i due strati inferiori dei due nuclei genicolati
▪ Responsivi del movimento
▪ Bastoncelli fanno da input
▪ Questi neuroni proiettano a diverse aree della parte inferiore dello strato IV della corteccia
striata che a loro volta proiettano a diverse aree della corteccia
❖ CAMPI RECETTIVI
o I campi recettivi dei neuroni dello strato IV sono diversi da quelli della maggior parte della corteccia striata
o I campi recettivi della maggior parte dei neuroni della corteccia visiva primaria si dividono in due categorie:
▪ CELLULE CORTICALI SEMPLICI
• Queste cellule hanno campi recettivi che possono essere divisi in regioni on\off= non
rispondono alla luce diffusa
• Sono tutti monoculari
• Maggiore differenza è che i margini dei campi recettivi sono lineari invece di essere
circolari
▪ CELLULE CORTICALI COMPLESSE
• Rispondono meglio alle barre di luce in aree poco illuminate
o Ogni cellula ha una risposta massima solo quando lo stimolo con margini lineari è in una particolare
posizione e con un particolare orientamento
o Più numerose delle cellule semplici
o Campi recettivi rettangolari e rispondono meglio agli stimoli lineari presentati con uno specifico
orientamento e non rispondono alla luce diffusa
o Differiscono per tre componenti
1. Hanno campi recettivi più grandi
2. Non è possibile dividere i campi recettivi delle cellule complesse in regioni statiche ‘on off’
risponde a particolari stimoli con margini lineari con un particolare orientamento
indipendentemente dalla loro posizione all’interno del campo recettivo della cellula. Molte cellule
complesse rispondono maggiormente al movimento di una linea retta che attraversa il loro campo
recettivo in una particolare direzione.
3. Sono binoculari rispondono a stimolazioni di entrambi gli occhi
o Se il campo recettivo di una cellula complessa è misurato attraverso un occhio e poi attraverso l’altro i
campi recettivi risultano avere la stessa posizione nel campo visivo e la stessa preferenza per
l’orientamento
▪ Dominanza oculare cellule che rispondono maggiormente alla stimolazione di un occhio rispetto
all’altro
❖ ORGANIZZAZIONE DELLA CORTECCIA VISIVA PRIMARIA
o Hubel e Wiesel concentrarono le loro analisi sul modo in cui i neuroni con diversi campi recettivi siano
organizzati nella corteccia visiva dei primati
o Corteccia visiva organizzata in colonne verticali funzionali= tutti i neuroni della stessa colonna verticale
rispondevano agli stimoli applicati alla stessa area della retina. Sono dominati dallo stesso occhio e
preferiscono gli stimoli lineari con uguale orientamento
o La posizione delle varie colonne verticali funzionali è influenzata dalla posizione sulla retina dei campi
recettivi della colonna. Tutte le colonne funzionali nella corteccia visiva che analizzano gli input
provenienti da un area della retina sono raggruppate insieme e che metà delle colonne ricevono gli input
dall’occhio di destra e metà dall’occhio di sinistra. Ogni colonna comprende neuroni con delle preferenze
per stimoli lineari con vari orientamenti
o Questo avviene perché i neuroni con semplici preferenze convergono in neuroni con preferenze più
complesse
• PROSOPOAGNOSIA
o Agnosia visiva per i volti
o Può essere
▪ Acquisita durante lo sviluppo
▪ Risultato di una lesione cerebrale
o AGNOSIA
▪ Incapacità nel riconoscimento che non è attribuibile a deficit sensoriali o verbali o a una
compromissione intellettiva, ma è specifica per gli stimoli visivi
▪ Spesso sono specifiche di particolari aspetti degli stimoli visivi
o I prosopoagnosici sono agnosici visivi con una specifica difficoltà a riconoscere i volti
▪ Vedono un miscuglio di elementi individuali di un volto che non sono mai fusi in un insieme facile da
riconoscere
o La diagnosi di prosopoagnosia è data a pazienti neuropsicologici che hanno difficoltà a riconoscere particolari
volti ma che sanno identificare gli altri oggetti
o Alcuni pazienti hanno difficoltà nel riconoscere oggetti specifici che appartengono a complesse classi di oggetti
o La diagnosi di prosopoagnosia acquisita è spesso associata a un danno della superficie ventrale del cervello al
confine tra i lobi occipitale e temporale = AREA FUSIFORME DEI VOLTI
o Deriva da un danno bilaterale alla via ventrale quindi questo suggerisce che il funzionamento della via dorsale
possa restare intatto
▪ I prosopoagnosici possono essere in grado di riconoscere inconsapevolmente i volti che non sanno
riconoscere consapevolmente
▪ Studi di Tranel e Damasio
• Ricercatori mostrano una serie di fotografie
• Quando venivano mostrati i volti famigliari i pazienti mostrano una maggiore risposta di
conduttanza cutanea la quale non si verifica con i volti non famigliari
• ACHINETOPSIA
o Deficit nell’abilità di vedere il movimento progressivo in una normale scena
o Può essere causata a alte dosi di alcuni farmaci antidepressivi
o È spesso associata a un danno dell’area MT corticale la cui funzione riguarda la percezione del movimento
▪ Il 95% dei neuroni dell’area MT risponde a specifiche direzioni del movimento e poco altro
▪ Ogni neurone ha un ampio campo recettivo binoculare
o Quattro linee di ricerca implicano l’area MT nella percezione visiva del movimento
▪ I pazienti con achinetopsia tendono ad avere un danno unilaterale o bilaterale all’area MT per cui non
percepiscono il movimento , ma vedono il mondo a scatti
▪ L’attività dell’area MT aumenta quando gli umani vedono il movimento
▪ Bloccando l’attività dell’area MT attraverso una stimolazione magnetica transcranica si causa una
cecità al movimento
▪ La stimolazione elettrica dell’area MT in pazienti umani induce la percezione visiva del movimento
• Il sistema visivo non trasmette immagini visive del mondo complete e intatte alla corteccia, ma trasporta informazioni
inerenti a poche caratteristiche critiche del campo visivo
• In base a questi pezzetti di informazione esso crea una percezione migliore dell’immagine retinica
• Il sistema visivo può percepire cos senza averne consapevolezza cosciente
Recettori >> Nuclei talamici >> Corteccia sensoriale primaria >> Corteccia sensoriale secondaria >> Corteccia associativa
▪ Ciascun livello di una gerarchia sensoriale riceve i suoi input dal livello inferiore e raggiunge un grado
di elaborazione prima di passarlo al livello gerarchico superiore
▪ L’organizzazione gerarchica dei sistemi sensoriali è evidente comparando gli effetti di lesioni a diversi
livelli = più alto è il livello della lesione più specifico e complesso è il deficit
▪ Per evidenziare la struttura gerarchica dei sistemi sensoriali suddividono i processi
• SENSAZIONE = processo di rivelazione della presenza di uno stimolo
• PERCEZIONE = processo di livello più alto, di integrazione, riconoscimento e interpretazione
del completo pattern di sensazioni
o SEGREGAZIONE FUNZIONALE
▪ I sistemi sensoriali sono caratterizzati da una segregazione funzionale
▪ Ciascuno dei tre livelli della corteccia cerebrale primaria, secondaria e associativa, di ciascun sistema
sensoriale, contiene aree funzionalmente distinte, specializzate per eseguire tipologie di analisi diverse
o ELABORAZIONE IN PARALLELO
▪ In n sistema seriale le informazioni passano attraverso le diverse componenti tramite un’unica via
▪ Recenti evidenze suggeriscono che i sistemi sensoriali siano sistemi PARALLELI nei quali
l’informazione passa attraverso le diverse componenti percorrendo una molteplicità di vie
• ELABORAZIONE IN PARALLELO dell’informazione attraverso diverse vie del sistema
neurale
• Due vie parallele per l’analisi degli stimoli
1. Influenza il nostro comportamento senza consapevolezza
2. Influenza il nostro comportamento coinvolgendo la consapevolezza
▪ I sistemi sensoriali sono caratterizzati dalla suddivisione delle elaborazioni: molteplici aree
specializzate, su molteplici livelli, sono interconnesse da molteplici vie parallele
▪ PROBLEMA DELL’INTEGRAZIONE è risolto con l’identificazione di un’area della corteccia che
riceve i segnali provenienti da tutte le altre aree sensoriali e li combina assieme
• CLAUSTRO = struttura costituita da una sottile striscia di neuroni localizzata appena sotto la
neocorteccia circa a metà del cervello
▪ Sebbene la maggior parte dei neuroni trasporti l’informazione dai livelli più bassi ai livelli più alti delle
gerarchie sensoriali, alcuni trasportano anche informazioni nella direzione opposta
SISTEMA UDITIVO
• I suoni sono vibrazioni delle molecole
dell’aria che stimolano il sistema uditivo
• Gli esseri umani percepiscono soltanto le
vibrazioni fra i 20 e i 20.000 Hertz
• DIMENSIONI FISICHE E
PERCETTIVE DEL SUONO
o I suoni vengono normalmente registrati
sotto forma di onde e la relazione fra le
dimensioni fisiche delle vibrazioni del suono
e le nostre percezioni di esse
▪ Ampiezza = intensità o volume
▪ Frequenza = altezza
▪ Complessità = timbro
o I toni puri sono prodotti solo in
laboratorio
o Analisi di Fourier è la procedura
matematica per scomporre l’onda complessa
nelle diverse onde sinusoidali elementari che
la costituiscono
o La relazione fra le frequenze che
costituiscono il suono reale e l’altezza
percepita è complessa ed è connessa alla
frequenza fondamentale
• L’ORECCHIO
o Le onde sonore si muovono
▪ Dall’orecchio esterno lungo il canale uditivo provocando la vibrazione della membrana timpanica
▪ Le vibrazioni sono trasmesse all’orecchio medio: martello, incudine, staffa
▪ Le vibrazioni della staffa stimolano la finestra ovale e sono poi trasferite al liquido della coclea
▪ Questa struttura interna è l’organo recettivo uditivo = ORGANO DEL CORTI
• Qualunque pressione che modifica la forma della finestra ovale viene trasmessa lungo
l’organo del Corti sotto forma di onda
• Composta da
o Cellule ciliate che sono i recettori uditivi
o Membrana basilare
o Membrana tettoria
• Una deflessione dell’organo del Corti in un punto qualsiasi della sua lunghezza produce una
sollecitudine sulle cellule ciliate presenti in quel punto
▪ La sollecitudine delle cellule ciliate stimola la generazione dei potenziali di recettore che trasmettono
l’attivazione agli assoni del nervo uditivo, un ramo del VIII nervo cranico
▪ Le vibrazioni del fluido cocleare sono dissipate tramite la finestra rotonda
o Le diverse frequenze che compongono ciascun suono complesso attivano cellule ciliate in più punti lungo la
membrana basilare e i diversi segnali provocati da un suono complesso sono trasportati fuori dall’orecchio da
neuroni uditivi diversi
o L’organizzazione del sistema uditivo è
TONOTOPICO
▪ Le diverse frequenze di ciascun suono
attivano numerosi punti lungo la membrana
basilare
▪ Il sistema uditivo riesce a separare le
frequenze dei diversi messaggi sonori in
categorie diverse combinandole in modo da
sentire ciascuna fonte di suoni complessi
come indipendente dalle altre
o Canali semicircolari sono gli organi recettivi del
sistema vestibolare che trasporta informazioni
riguardanti la direzione e l’intensità dei movimenti
della testa aiutando a mantenere l’equilibrio
• DALL’ORECCHIO ALLA CORTECCIA UDITIVA
PRIMARIA
o Gli assoni di ciascun nervo uditivo formano sinapsi
con i neuroni dei nuclei cocleari ipsilaterali portando
ai nuclei olivari superiori
o Gli assoni dei neuroni olivari proiettano attraverso il
lemnisco laterale ai collicoli inferiori dove formano
sinapsi con i neuroni che proiettano ai nuclei
genicolati mediali del talamo
• MECCANISMI SUBCORTICALI DI LOALIZZAZIONE DEL SUONO
o La localizzazione dei suoni nello spazio è mediata in modi diversi sia dalle olive superiori laterali che da quelle
mediali
▪ Olive superiori mediali hanno neuroni sensibili alle minime differenze nel tempo di arrivo dei segnali
delle due orecchie
▪ Le olive superiori proiettano al
collicolo superiore e al collicolo
inferiore
▪ Gli strati interni dei collicoli superiori
sono disposti secondo una mappa
spaziale uditiva
o Sembra quindi che la funzione generale dei
collicoli superiori sia la localizzazione nello
spazio delle informazioni sensoriali
• CORETCCIA UDITIVA
o La corteccia visiva primaria è localizzata nel
lobo temporale, nascosta alla vista all’interno
della fessura mediale laterale
▪ Comprende tre aree tra loro adiacenti
• Aree centrali
• Cintura che è una banda di aree intorno all’area centrale
• Aree prossimali alla cintura
▪ È principalmente crociata
o Organizzazione della corteccia uditiva nei primati
▪ Corteccia visiva primaria è organizzata in
• Colonne funzionali
o Tutti i neuroni rispondono efficacemente a suoni appartenenti allo stesso intervallo di
frequenza
• Modo tonotopico
o Ciascuna area della corteccia primaria e secondaria risulta essere organizzata in base
alla frequenza
o Chiara evidenza di un’organizzazione gerarchica nella corteccia uditiva
▪ Le risposte neurali della corteccia uditiva secondarie tendono a essere più complesse e variegate
rispetto a quelle della corteccia visiva primaria
▪ I suoni naturali sono migliori nell’elicitare risposte dai neuroni della corteccia uditiva dei mammiferi
▪ Nell’uomo, invece, si ha un’attivazione vigorosa con i suoni associati al linguaggio
o DUE VIE DELLA CORTECCIA UDITIVA
▪ I segnali uditivi sono trasmessi a due grandi aree di corteccia
associativa
• Corteccia prefrontale
o Via uditiva anteriore
o Coinvolta nell’identificazione dei suoni
• Corteccia parietale posteriore
o Via uditiva posteriore
o Coinvolta nella localizzazione dei suoni
o INTERAZIONE VISUO-UDITIVA
▪ I sistemi sensoriali interagiscono tra di loro nella corteccia associativa
▪ È stato osservato che parte dei neuroni parietali erano sensibili a segnali nel campo visivo, altri ai
segnali uditivi, altri ancora a entrambe le tipologie di segnali
▪ Le tecniche di neuroimmagine funzionale sono utilizzate per studiare le interazioni tra i sistemi
sensoriali
▪ L’interazione tra le diverse informazioni sensoriali avviene nella corteccia associativa, ma ci sono
anche interazioni sensoriali a livelli più bassi della gerarchia delle cortecce sensoriali
• L’interazione fra i sistemi sensoriali non avviene dopo che sono state completate le analisi
unimodali
• L’interazione tra i diversi sistemi sembra essere parte precoce e integrante dell’elaborazione
sensoriale stessa
• Le interazioni avvengono già all’inizio delle vie = COLLICOLO SUPERIORE
• GLI EFFETTI DELLE LESIONI AL SISTEMA UDITIVO
o Lesioni alla corteccia uditiva
▪ La maggior parte della corteccia uditiva si trova all’interno della scissura laterale
▪ Raramente è distrutta completamente perché nel caso in cui questo avvenga sarebbero lesionate in
modo importante anche le zone circostanti
▪ La maggior parte degli studi sugli effetti delle lesioni alla corteccia uditiva si basa su valutazioni di
grandi lesioni che coinvolgono l’area centrale e gran parte delle aree della cintura
▪ A lesioni bilaterali segue
• Completa perdita dell’udito che deriva dallo shock della lesione
• La sordità totale dura solo per un periodo breve dopo la lesione
• Effetti permanenti riguardano la perdita della capacità di localizzare i suoni e l’impossibilità di
discriminare le frequenze
▪ Le lesioni unilaterali suggeriscono
• Il sistema è parzialmente sviluppato con organizzazione controlaterale, ma non ipsilaterale
o La sordità nell’uomo
▪ Una delle disabilità più diffuse = 360 milioni di persone ne soffrono
▪ La sordità totale è rara e rappresenta solo l’1% dei casi di disturbo
▪ Due tipologie più comuni di problematiche all’udito
1. SORDITA’ CONDUTTIVA
o Associata a danni agli ossicini
o Possibile risoluzione sta nella plasticità del timpano
2. SORDITA’ NEUROSENSORIALE
o Associato a danni alla coclea o al nervo uditivo
o Riguarda l’orecchio interno
o Se è danneggiata solo una parte della coclea può manifestarsi sordità neurosensoriale
per alcune frequenze e non per altre
o È possibile l’utilizzo di impianti cocleari
➢ Scavalcano le lesioni alle cellule ciliate
➢ Convertono i suoni prelevati da un microfono posto sull’orecchio del
paziente in segnali elettrici
➢ I segnali sono trasportati oltre la coclea da una serie di elettrodi
➢ Gli elettrodi raggiungono direttamente la corteccia uditiva primaria
➢ Attivano il nervo acustico
➢ Prima l’impianto cocleare è inserito più è probabile che la persona se tragga
beneficio
▪ La perdita dell’udito causata dall’età è data da un deficit specifico nella percezione delle alte frequenze
• È utile usare apparecchi acustici molto precocemente, al presentarsi dei primi sintomi, per
evitare la progressione della sordità data dall’inutilizzo della corteccia uditiva
▪ La sordità è fortemente collegata alla capacità di rapida elaborazione delle frequenze dei vari suoni
• I problemi nella discriminazione dei vari suoni in rapida successione porta a una difficoltà di
comprensione
• È il caso dei DSA che fanno fatica a discriminare i suoni in rapida successione confondendo la
successione del suono
▪ La perdita di udito è talvolta associata al manifestarsi di ACUFENE
• Ha un’origine centrale
• Fischi continui dovuti all’incapacità di elaborare i suoni
• Se è lesionato un solo orecchio l’acufene sembra provenire da lì
• Se si recide il nervo connesso all’orecchio da cui sembra provenire l’acufene non si ha la
risoluzione del problema
• Sono le modifiche al sistema uditivo centrale causate dalla sordità a causare il tinnio
2. SISTEMA ANTEROLATERALE
o Informazioni sul dolore e sulla
temperatura
o Il percorso dell’informazione
➢ I nuclei delle radici
dorsali formano sinapsi
non appena entrano nel
midollo spinale
➢ Gli assoni decussano e
salgono al cervello nella
porzione anterolaterale
del midollo spinale
o Comprende tre tratti distinti
a. Tratto spinotalamico
• Proietta al nucleo ventrale posteriore del talamo
• Una lesione provoca la perdita delle sensazioni legate al corpo e la
percezione del dolore acuto
b. Tratto spinoreticolare
• Proietta alla formazione reticolare e ai nuclei talamici
parafascicolari e intrafascicolari
• Una lesione riduce la percezione del dolore cronico
c. Tratto spinorettale
• Proietta al tetto mesencefalico attraverso il tronco reticolare
o Le branche del nervo trigemino trasportano agli stessi siti del talamo le informazioni
sul dolore e sulla tempreatura dal volto
▪ Se entrambi i percorsi somatosensoriali ascendenti sono sezionati da una lesione spirale il paziente non
può sentire alcuna sensazione della corpo dalle aree al di sotto del livello della lesione
• SISTEMA GUSTATIVO
o Le cellule recettoriali del gusto si trovano sulla lingua e in parti particolari della cavità orale
o 50-100 recettori chiamati bottoni gustativi
▪ Sulla lingua i bottoni gustativi si trovano spesso intorno a piccole protuberanze chiamate papille
▪ In ogni bottone gustativo solo una delle cellule
recettoriali
• La cellula presinaptica forma sinapsi con
il neurone che porta i segnali fuori dal
bottone gustativo attraverso giunzioni
comunicanti
• Le cellule recettoriali vivono solo per
alcune settimane
• In passato si presupponeva ci fossero 5
gusti
o I gusti primari sono dolce, aspro,
amaro, salato e sapido e che tutti
gli altri fossero codificati da
specifici pattern di attivazione di
questi 5.
o Limite di questa teoria è che
molti gusti non possono essere
creati da una combinazione di
questi cinque
o Trasduzione del gusto: scoperta dei recettori G all’interno
delle membrane una proteina che sembra codificare dolce
amaro e sapido. Un recettore accoppiato alla proteina G potrebbe dar vita al salato.
o Un solo tipo di recettore proteico all’interno delle singole cellule recettoriali
o I recettori proteici per il gusto non sono individuabili solo all’interno della cavità orale ma anche nell’esofago
nei polmoni e nella gola
o Le vie principali attraverso la quali i segnali gustativi vengono trasmessi alla corteccia (figura)
▪
I neuroni gustativi afferenti lasciano la bocca come parte dei nervi cranici facciali, glossofaringeo e
vago i quali trasportano le info della parte anteriore della lingua da quella posteriore e dal retro della
cavità orale
▪ Fibre terminano nel nucleo del tratto solitario del midollo allungato dove fanno sinapsi con i neuroni
che proiettano al nucleo ventrale posteriore del talamo
▪ Gli assoni del nucleo ventrale posteriore del talamo proiettano alla corteccia gustativa primaria situata
nell’insula
o Aree diverse della corteccia gustativa corrispondono a gusti diversi
o Corteccia gustativa secondaria è situata all’interno della corteccia orbitofrontale
o SINTONIZZAZIONE AMPIA versus SPECIFICA
▪ La prima teoria sosteneva una sintonizzazione ampia (5 gusti)
▪ Ora si può definire che ogni recettore gustativo sia sintonizzato in modo specifico
▪ La maggior parte delle cellule recettoriali presenta al suo interno un solo tipo di recettore proteico
▪ Bottone gustativo: eccezione! = cellula presinaptica che reintegra i segnali provenienti da tutte le
cellule recettive che si trovano all’interno del bottone e di conseguenza risulterebbe a sintonizzazione
doppia
▪ Nella corteccia la codifica avviene in modo ancora più ampio
• DANNI CEREBRALI E SENSI CHIMICI
o Anosia
▪ Incapacità di sentire odori ( causa trauma cranico che porta al recidere i nervi olfattivi)
▪ Può verificarsi a seguito di disturbi neurologici es: alzheimer e sindrome Down epilessia, sclerosi ,
sindrome di Korsakoff e Parkinson
o Ageusia
▪ Incapacità di sentire il gusto molto rara perché i segnali attraversano 3 percorsi ( dovuta ad un danno
all’orecchio ipsilaterale = ageusia parziale )
ATTENZIONE SELETTIVA
• CARATTERISTICHE DELL’ATTENZIONE SELETTIVA :
o Migliora la percezione degli stimoli che sono all’interno del suo fuoco
o Inibisce la percezione degli stimoli che si trovano all’esterno
o L’attenzione può essere focalizzata tramite due diverse modalità:
▪ Per attivare processi cognitivi interni (endogena) mediata da meccanismi cognitivi dall’alto verso il
basso (top-down)
▪ A causa di eventi esterni ( esogena) mediata da meccanismi dal basso verso l’alto ( bottomup)
o Movimenti oculari svolgono un ruolo importante
o Effetto cocktail party
• CECITA’ AL CAMBIAMENTO
o Si verifica perché quando vediamo una scena non abbiamo alcuna memoria di quelle parti che non sono al
centro della nostra attenzione (dovuta all’intervallo di tempo tra le due foto)
• MECCANISMI NEURALI DELL’ATTENZIONE
o Hanno origine dalla corteccia prefrontale e la corteccia parietale posteriore
• SIMULTANEOAGNOSIA
o Difficoltà specifica nel porre sotto la propria attenzione più di un oggetto alla volta ( problema dovuto a danni
della via dorsale della corteccia parietale)
o
o Unità motorie
▪ Più piccole unità dell’attività motoria
▪ Ogni unità motoria è composta da
• Un singolo motoneurone
• Tutte le fibre muscolari della sua unità motoria si contraggono simultaneamente
▪ Differiscono nel numero di fibre muscolari in esse contenute
▪ Unità che contengono il numero minore di fibre consentono il più alto grado di controllo motorio selettivo
o Muscolo scheletrico
▪ Composto da centinaia di migliaia di fibre muscolari filiformi attaccate al segmento scheletrico per mezzo
di un tendine
▪ L’acetilcolina rilasciata dai motoneuroni attiva la placca motrice presente su ciascuna fibra muscolare
determinandone la contrazione
▪ La contrazione è l’unico mezzo attraverso cui i muscoli sono in grado di generare forza in una sola
direzione
▪ Insieme dei motoneuroni che innervano le fibre di un unico muscolo è chiamato POOL
MOTONEURONALE
2. FUSI NEUROMUSCOLARI
Situati nel muscolo stesso
Rispondono alle variazioni di lunghezza del muscolo, ma non alla sua tensione
Circuito di feedback dei fusi
o Il fuso è provvisto di un proprio muscolo intrafusale innervato da un motoneurone
intrafusale
o In assenza dell’input motorio intrafusale il fuso neuromuscolare si affloscerebbe ogni
volta che il suo muscolo scheletrico extrafusale dovesse contrarsi senza essere in grado di
svolgere la sua funzione cioè di rispondere a lievi variazioni di lunghezza del muscolo
extrafusale
o Motoneurone intrafusale determina l’accorciamento del muscolo intrfusale ogni volta che
il muscolo extrafusale di accorcia così è mantenuta la tensione sufficiente a conservare la
capacità del fuso di rispondere alle variazione di lunghezza extrafusale
• RIFLESSO DA STIRAMENTO
o Un riflesso evocato da un’improvvisa forza esterna di stiramento che agisce sul muscolo
o Riflesso del tendine rotuleo o patellare
▪ Quando il medico colpisce il tendine del ginocchio il muscolo estensore viene stirato
▪ L’improvviso stiramento determina lo stiramento dei fusi neuromuscolari in esso contenuti
▪ I fusi stimolano l’insorgenza di una scarica di potenziali d’azione trasportata al midollo spinale dai neuroni
afferenti fusali
▪ La scarica di potenziali d’azione eccita i motoneuroni del corno ventrale del midollo che rispondono
inviando potenziali d’azione di ritorno al muscolo
▪ L’arrivo degli impulsi al punto di partenza determina la contrazione del muscolo compensatoria e
l’estensione della gamba
o Funzione del riflesso di stiramento è impedire che eventuali forze esterne alterino la posizione voluta del corpo
o Quando la forza esterna determina uno stiramento improvviso il circuito di feedback produce un’immediata
contrazione compensatoria che controbilancia la forza esterna
• RIFLESSO DI EVITAMENTO
o Non è monosinaptico
o Quando è applicato uno stimolo doloroso le prime risposte dei motoneuroni dei muscoli riflessori sono registrate 1,6
millisecondi dopo, tempo necessario perché uno stimolo nervoso attraversi due sinapsi
o Dopo la scarica iniziale è possibile registrare anche altre risposte stimolate da segnali che viaggiano lungo vie
plurisinaptiche
• INNERVAZIONE RECIPROCA
o Principio importante nell’ambito dei circuiti del midollo spinale
o Muscoli antagonisti sono innervati in modo tale da produrre risposte motorie fluide senza impedimenti
▪ Quando un muscolo si contrae l’altro si rilascia
o Nel riflesso di evitamento
▪ L’evento doloroso giunge al corno dorsale del midollo dove il segnale attiva gli interneuroni eccitatori e
quelli inibitori
• Interneuroni eccitatori attivano il muscolo flessore
• Interneuroni inibitori inibiscono il muscolo estensore
▪ Un singolo input sensoriale produce pattern coordinati di risposte motorie
o Movimento volontario
▪ Movimenti sono prodotti attraverso un aggiustamento del livello di co-contrazione dei muscoli antagonisti
• Movimenti di co-contrazione sono fluidi e possono essere interrotti attraverso un aumento della
contrazione dei muscoli antagonisti
• RUOLO GENETICO
o 5 FASI DEL NEUROSVILUPPO :
▪ Una cellula uovo fecondata è totipotente = in grado di svilupparsi in qualsiasi tipo di cellula del corpo, ma
subito dopo la creazione queste tendono a specializzarsi
▪ Le cellule in via di sviluppo hanno la capacità di svilupparsi in molti tipi di cellule chiamate pluripotenti
▪ Mentre l’embrione si sviluppa le nuove cellule divengono sempre più specializzate = vengono chiamate
multipotenti
▪ Il maggior numero di cellule in via di sviluppo diverrà alla fine unipotente ( possono sviluppare un solo tipo
di cellula)
o Descrizione di come i neuroni compiano in 5 fasi questo percorso:
▪ Inizialmente vi è uno zigote (singola cellula formata dall’unione di un ovulo e uno spermatozoo)= da
origine a due cellule figlie\poi 4 \poi 8 e così via
▪ In primo luogo le cellule devono differenziarsi
▪ Devono raggiungere i luoghi appropriati e allinearsi con le altre cellule che le circondano per formare
particolari strutture
▪ Devono stabile delle relazioni funzionali appropriate con le altre cellule
1. INDUZIONE DELLA PLACCA NEURALE:
3 settimane dal concepimento il tessuto destinato a
svilupparsi nel sistema nervoso diventa riconoscibile
come Placca neurale dall’Ectoderma (strato più esterno
dei tre strati delle cellule embrionali)
Prima fase del neurosviluppo in tutti i vertebrati
Lo sviluppo della placca neurale è indotto da segnali
chimici ( provenienti dal mesoderma)
Cellule della placca neurale definite come cellule
staminali embrionali
o Cellule staminali= cellule che rispondono a 2
criteri specifici
a) Hanno la capacità di autorinnovarsi
• Questo è possibile perché nella
riproduzione le due cellule figlie hanno
caratteristiche diverse
o Una si svilupperà in maniera
specifica
o Altra si evolverà in una cellula
staminale
• Possono dividersi infinite volte = ma
l’accumulo di errori interrompe questo
processo
b) Hanno la capacità di svilupparsi in molti tipi diversi di cellule
La placca neurale in via di crescita si piega per formare la doccia neurale
Dalla fusione di labbra e doccia si crea il tubo neurale
o Difetti del tubo neurale portano a deficit del SNC
o Possono derivare da errori nel processo di chiusura
L’interno del tubo neurale si sviluppa in : ventricoli cerebrali e midollo spinale
Dopo 40 giorni sono visibili tre rigonfiamenti all’estremità anteriore del tuo neurale = questi si svilupperanno in
proencefalo, mesencefalo, rombencefalo
2. PROLIFERAZIONE NEURONALE:
Una volta che le pareti si sono fuse le cellule del tubo iniziano a proliferare
Questa proliferazione non avviene contemporaneamente in tutte le parti del tubo
La maggior parte della proliferazione avviene nella zona ventricolare ( zona adiacente al ventricolo)
Le cellule nelle diverse parti proliferano in base ad una sequenza che è responsabile dei rigonfiamenti e
restringimento tipico della forma del cervello di ogni specie
Processo controllato da segnali chimici che vengono da 2 aree nel tubo neurale : la piastra del pavimento e la
piastra del tetto
3. MIGRAZIONE E AGGREGAZIONE:
MIGRAZIONE :
o Le cellule create migrano verso la loro postazione
o Durante questo periodo sono ancora in uno stato immaturo
(mancano le estensioni [assoni e dendriti] che definiscono
un neurone maturo)
o Elementi importanti : TEMPO e POSIZIONE
o 2 tipi di migrazione :
▪ MIGRAIONE RADIALE : procede dalla zona
ventricolare secondo una linea retta verso la parte
esterna del tubo
▪ MIGRAZIONE TANGENZIALE: avviene
secondo un angolo retto o Molte cellule prendono
parte ad entrambe le migrazioni o Vi sono due metodi con cui le cellule in via di sviluppo
migrano
o Traslocazione del soma : un estensione cresce dalla cellula in via di sviluppo nella direzione della
migrazione, l’estensione esplora l’ambiente circostante attraverso meccanismi attrattivi e di repulsione
oMigrazione mediata dalle glia :
durante la proliferazione e dopo che
le pareti del tubo neurale si sono
inspessite un circuito di cellule
gliali dette cellule gliali radiali
(alcune di queste sono pluripotenti
) compare nel tubo neurale i via di
sviluppo
▪ Fin dai primi anni di
questo secolo la
migrazione radiale è stata
considerata l’unica
funzione delle cellule
gliali = ma ora si è
scoperto che molte cellule
gliali si sviluppano in
neuroni
o Andamento ordinato nella migrazione che procede dagli starti più profondi a quelli più superficiali
(modello dentro-fuori)
o Molte cellule corticali sono coinvolte in lunghe migrazioni tangenziali per raggiugere la loro
destinazione finale e ii modelli sono diversi in base all’area corticale presa in esame
o Cresta neurale = struttura che si trova appena sopra al tubo neurale composta da cellule che si staccano
dal tubo neurale durante la loro formazione = queste cellule si sviluppano in cellule gliali del sistema
nervoso periferico
o Numerose sostanze chimiche guidano varie classi di neuroni durante la migrazione : attirandoli e
respingendoli ( importante funzione perché il cervello non potrebbe funzionare se ogni classe di
neuroni in via di sviluppo non arrivasse a destinazione)
AGGREGAZIONE :
o Dopo aver compiuto la migrazione i neuroni si allineano con altri neuroni per formare strutture del
sistema nervoso
o Si pensa che questo processo e la migrazione siano mediati da molecole di adesione delle cellule
nervose (CAM) le quali si trovano posizionate sulla superficie dei neuroni di altre cellule
▪ Queste cellule hanno la capacità di riconoscere le molecole su altre cellule e aderire ad esse
▪ L’eliminazione di un solo tipo di CAM in topi knockout= devastante per lo sviluppo cerebrale
▪ Giunzioni comunicanti = punti di comunicazione tra cellule adiacenti colmati da proteine che
le connettono sono prevalenti nello sviluppo
cerebrale
DISTURBI NEUROLOGICI
• EPILESSIA
o Sintomo è la crisi epilettica
o La diagnosi è fatta solo ai pazienti le cui crisi sono generate ripetutamente da una disfunzione cerebrale cronica
o La diagnosi è resa difficile dalla diversità e dalla complessità delle crisi epilettiche
o Possono presentarsi come
▪ CONVULSIONI
• Tremori, rigidità, perdita di equilibrio e di conoscenza
▪ Cambiamenti di pensiero, umore, comportamento difficili da individuare
o Cause sono virus, neurotossine, tumori, traumi cranici
o Collegata a più di 100 geni difettosi
o Molti casi sono associati a sinapsi inibitorie difettose che causano una scarica sincronizzata di molti neuroni in
un’area particolare
o Ne sono responsabili anche i processi infiammatori
o La diagnosi si basa sull’elettroencefalografia (EEG)
▪ Crisi epilettiche sono associate a picchi ad alta ampiezza nell’EEG
o AUREE EPILETTICHE
▪Cambiamenti psicologici appena prima dell’attacco
▪Importanti perché
• La loro natura offre indizi riguardo alla posizione del focus epilettogeno
• Avvertono il paziente di una crisi imminente
o Diversi tipi di crisi
1. CRISI FOCALI
- Non coinvolge tutto il cervello i neuroni coinvolti iniziano a scaricare insieme causando il
picco epilettico
- L’attività sincrona tende a diffondersi ad altre aree del cervello
- Sintomi comportamentali dipendono da dove questa scarica anomala inizia e in quali
strutture si diffonde
- Spesso non sono associate a una totale perdita di coscienza
- Due diverse categorie
o CRISI PARZIALI SEMPLICI
▪ Sintomi primariamente di tipo sensoriale o motorio o entrambi
▪ Via via che le scariche di diramano i sintomi si propagano
o CRISI PARZIALI COMPLESSE
▪ Ristrette ai lobi temporali (epilessia del lobo temporale)
▪ Il paziente mette in atto comportamenti più complessi che sembrano
quasi normali
▪ Durante le crisi i pazienti ricordano poco o niente di ciò che avviene
2. CRISI GENERALIZZATE
- Coinvolgono l’intero cervello
- Possono derivare da patologie diffuse o iniziare da una particolare struttura e diffondere
poi alle altre
- Varie forme
o CRISI TONICO-CLONICA
▪ Perdita di coscienza, di equilibrio e convulsione tonico-clonica
(mordersi la lingua, incontinenza urinaria e cianosi)
▪ Ipossia, cioè la mancanza di ossigeno a un tessuto, può causare un danno
cerebrale
o CRISI DI ASSENZA
▪ Perdita di conoscenza associata a un interruzione del comportamento in
corso, sguardo assente e sbattimento di ciglia
▪ Tracciato EEG è caratterizzato da scariche punta-onda di 3 cicli al
secondo, simmetriche e bilaterali
▪ Comuni nei bambini e sono spesso causate dalla pubertà
o La severità delle crisi può essere ridotta da farmaci antiepilettici, stimolazione magnetica transcranica e la dieta
chetogenica
• MORBO DI PARKINSON
o Disturbo del movimento che si verifica una volta raggiunta la mezza età o l’età avanzata
o Colpisce l’1% della popolazione che ha più di 55 anni
o I sintomi iniziali sono deboli
o I sintomi comuni sono
▪ Tremore nei movimenti di inattività
▪ Rigidità muscolare
▪ Difficoltà nell’avvio del movimento
▪ Lentezza del movimento
▪ Perdita dell’espressione del viso
▪ Spesso presentano deficit cognitivo
o Pare non avere una causa unica
▪ DNA danneggiato
▪ Infezioni cerebrali
▪ Ictus
▪ Tumori
▪ Lesioni traumatiche cerebrali e neurotossine
o Nella maggior parte dei casi nessuna causa specifica è evidente
o Associato a una degenerazione diffusa particolarmente severa nella substantia nigra (nucleo del mesencefalo)
▪ Neuroni proiettano attraverso la via nigrostriatale allo strato dei neuroni della base
▪ Vi è poca dopamina nella substantia nigra e nello striato dei pazienti cronici con morbo di Parkinson
▪ Presenti in questa substantia grumi di proteine nei neuroni dopaminergici sopravvissuti chiamati corpi
di Lewy
o I sintomi possono essere alleviati tramite iniezioni di L-dopa
▪ Il suo uso diventa via via meno efficace con l’utilizzo prolungato
o Al momento non vi è un farmaco che permetta di bloccare in modo permanete il progredire dello sviluppo del
morbo di Parkinson
o Stimolazione cerebrale profonda
▪ Trattamento molto discusso
▪ Applicata una stimolazione elettrica a bassa intensità costante mediante degli elettrodi impiantati
stereotassicamente
▪ Trattamento che coinvolge la stimolazione elettrica bilaterale cronica su un nucleo che si trova appena
sotto al talamo = NUCLEO SUBTALAMICO
▪ Stimolazione elettrica ad alta frequenza che blocca il funzionamento della struttura interessata come nel
caso di una lesione
▪ Se la stimolazione è interrotta i miglioramenti terapeutici cessano rapidamente
▪ Effetti collaterali dal punto di vista cognitivo, del linguaggio e della deambulazione
• COREA DI HUNTINGTON
o Disturbo di natura motoria che tende a progredire
o È raro
o Base genetica
o Associato a una demenza severa
o Sintomi
▪ Irrequietezza
▪ Movimenti rapidi complessi e convulsi degli arti
▪ Deterioramento motorio e intellettivo che portano all’impossibilità di nutrirsi e di riconoscere i cari
o Trasmessa di generazione in generazione da un singolo gene mutato e dominante = HUNGTINTINA
o Non si sa esattamente come i cambiamenti della proteina danneggino il cervello
• SCLEROSI MULTIPLA
o Disturbo progressivo che attacca la mielina degli assoni del SNC
o Attacca le persone nei primi anni dell’età adulta
o Alla fine il danno mielinico è così severo che i neuroni corrispondenti divengono disfunzionali e degenerano
o Disturbo autoimmune per cui il sistema immunitario attacca una parte del corpo come se fosse una sostanza
estranea
o La mielina è il fulcro della reazione immunitaria difettosa anche se i danni ad assoni e neuroni avvengono anche
in assenza di una demielinizzazione
o Difficile da diagnosticare perché la natura e la severità del disturbo dipendono da molti fattori
o Possono esservi dei periodi di remissione in cui i pazienti sembrano normali
o Sintomi
▪ Disturbi visivi
▪ Debolezza muscolare
▪ Addormentamento di parti del corpo
▪ Tremore
▪ Atassia = perdita della coordinazione motoria
▪ Deficit cognitivi
▪ Cambiamento emozionale
o Epidemiologia è lo studio di come fattori quali la dieta, la posizione geografica, l’età, il genere e la razza
influenzano la distribuzione del disturbo
▪ Fattori genetici sembrano svolgere un ruolo minore
▪ Incidenza è maggiore nelle donne che negli uomini e nei caucasici
▪ È maggiore nelle persone che hanno vissuto in ambienti freddi
o Fattori di rischio
▪ Mancanza di vitamina D
▪ Esposizione al virus Epstein-Barr
▪ Fumo di sigaretta
• MALATTIA DI ALZHEIMER
o Causa di demenza più diffusa tra gli anziani
o La sua probabilità di insorgenza aumenta con l’aumentare dell’età
o È una malattia progressiva
▪ Prime fasi
• Selettivo declino della memoria
• Deficit attentivi
• Cambiamenti della personalità
▪ Fasi intermedie
• Confusione
• Irritabilità
• Ansia
• Deterioramento del linguaggio
▪ Fasi più avanzate
• Deglutizione
• Controllo della vescica
• Morte
o Non può essere diagnosticata con certezza sulla base dei cambiamenti comportamentali
o La diagnosi definitiva deve aspettare l’autopsia
o Tre caratteristiche che definiscono la malattia
a) Grovigli neurofibrillari
- Grovigli filiformi di proteine all’interno del citoplasma neuronale
b) Placche amiloidi
- Pezzi di tessuto cicatriziale composti da neuroni in via di degenerazione e aggregati in una
proteina chiamata beta-amiloide presente solo in piccole quantità nei pazienti sani
c) Perdita di neuroni
o Microsanguinamenti che generano delle piccole lesioni puntiformi
▪ Maggiormente presenti in determinate aree
• Strutture del lobo temporale mediale
• Corteccia endorinale
• Amigdala
• Ippocampo
o Forte componente genetica
▪ Mutazione di tre diversi geni contribuiscono all’insorgenza della malattia nella forma famigliare
▪ Gene sul cromosoma 19 che codifica la proteina apolipoproteina E (APOE) la suscettibilità del 50%
dell’insorgenza della forma tardiva
• APOE si lega alla beta-amiloidi riducendo lo spazio e aumentando l’aggregazione delle beta-
amiloidi
o Attualmente non vi è una cura per la malattia dell’Alzheimer perché non è chiaro quale sia il sintomo primario
▪ Ipotesi amiloide
• Placche amiloidi sono il sintomo primario che scatena tutti gli altri
• Supporto è l’analisi genetica su famiglie con malattie a insorgenza precoce
• Fattore a sfavore dell’ipotesi è che molte persone presentano queste placche
o Che presenta un normale elevato numero di placche ha un maggior rischio di
sviluppare un declino cognitivo e sviluppare la malattia
▪ La ricerca dei trattamenti si è soffermata sul declino dei livelli di acetilcolina in quanto primo
cambiamento neurochimico identificato nei pazienti
▪ Possibile cura
• Ridurre i depositi amiloidi
• Si è mostrata poco efficace sull’uomo
▪ Due recenti studi hanno mostrato che la somministrazione di anticorpi per beta-amiloidi possono
rallentare la progressione della malattia
▪ Attenzione sulla sindrome di Down come una fonte di idee per i meccanismi neurali della malattia
• Gene che codifica le beta-amiloidi risiete nel cromosoma 21
• La presenza di un cromosoma 21 in più porta a produrre più beta-amiloidi
• Il 15% dei neuroni nei cervelli di pazienti malati contiene una copia in più del cromosoma 21
▪ Ipotesi della diffusione patogena
• Molti disturbi neurodegenerativi derivano dalla presenza di un errore di ripiegamento delle
proteine che innesca una reazione a catena in cui altre proteine e ripiegano erroneamente
• RIORGANIZZAZIONE NEURONALE
o Riorganizzazione corticale a seguito di una lesione in
animali da laboratorio
▪ Maggior parte degli studi si occupa della riorganizzazione della corteccia sensoriale e motoria grazie
alla loro organizzazione topografica
▪ Tre studi influenti
a. Kaas e collaboratori 1990
o Effetto di una piccola lesione effettuata sulla retina rimuovendo l’altra
o Neuroni della corteccia visiva primaria che in origine avevano campi recettivi
nell’area lesionata della retina ora possedevano campi recettivi nell’area della
retina adiacente alla lesione
b. Pons e collaboratori 1991
o Mapparono la corteccia somatosensoriale primaria delle scimmie i cui neuroni
sensoriali del braccio controlaterale erano stati tagliati 10 anni prima
o La rappresentazione corticale del volto si era sistematicamente espansa
c. Sanes, Suner e Donoghue 1990
o Sezionarono i neuroni motori che controllavano i muscoli delle vibrisse dei ratti
o Dopo poche settimane la stimolazione dell’area cerebrale che prima controllava
le vibrisse ora attivava altri muscoli del viso
o Riorganizzazione corticale a seguito di una lesione egli umani
▪ Utilizzata la tecnologia delle neuroimmagini per studiare la corteccia di individui cechi
▪ Vi è una continua competizione per lo spazio corticale entro i circuiti funzionali
▪ In assenza di stimoli visivi alla corteccia vi è un’espansione della corteccia uditiva e somatosensoriale
▪ Conseguenza funzionale a questa riorganizzazione
• Volontari ciechi mostrano abilità superiori rispetto ai normo-vedenti di controllo in vari
compiti uditivi e somatosensoriali
o Meccanismi di riorganizzazione neuronale
▪ Rafforzamento delle connessioni esistenti attraverso il rilascio dell’inibizione
• Supporto indiretto è il fatto che la riorganizzazione avviene troppo velocemente per essere
spiegata dalla crescita neuronale
▪ Creazione di nuove connessioni dallo sprouting collaterale
• Supporto indiretto è che la rilevanza della riorganizzazione a lungo termine può essere troppo
grande per essere spiegata da cambiamenti nelle connessioni esistenti
• RECUPERO DI UNA FUNZIONE DOPO UNA LESIONE ALL’SNC
o I miglioramenti degli esseri umani adulti dopo un danno sono modesti o inesistenti e per questo difficilmente
studiabili
o Ci sono anche cambiamenti compensativi che possono essere confusi con un recupero
o Il recupero è più probabile quando le lesioni sono poco estese e i pazienti sono giovani
o Riserva cognitiva probabilmente gioca un ruolo nel miglioramento osservato in seguito a un danno cerebrale
▪ Il miglioramento avviene perché la riserva cognitiva permette di svolgere lo stesso compito in modo
alternativo, non perché vi sia un recupero delle funzionalità perse
o Animali adulti da laboratorio vi è un aumento della migrazione di cellule staminali nelle vicinanze delle aree
danneggiate e alcune di queste si sviluppano in neuroni che possono sopravvivere per alcuni mesi
CAPITOLO 11
APPRENDIMENTO MEMORIA E AMNESIA :
• Apprendimento e memoria sono due processi neuroplastici = riguardano la capacità del cervello di modificare il proprio
funzionamento in risposta all’esperienza
• Apprendimento= riguarda il modo in cui l’esperienza modifica il cervello
• Memoria = riguarda il modo in cui questi cambiamenti vengono conservati e successivamente
riattivati
• Le conoscenze in merito derivano dallo studio di pazienti neuropsicologici affetti da amnesia
Ha dimostrato che i lobi temporali mediali svolgono un ruolo importante nella memoria = questo mise in crisi la visione secondo
la quale le funzioni della memoria erano distribuite diffusamente e in modo uguale tra tutte le aree del cervello
• Questo caso collegò quindi le strutture cerebrali a specifici processi mnemonici
• Il fatto che la lobectomia era in grado di abolire le capacità di H.M di formare alcuni tipi di ricordi a lungo termine senza
alterare le sue prestazioni nei test di memoria a breve termine o al sua memoria remota = questo da supporto alla teoria
secondo cui esistono diverse modalità di immagazzinamento de ricordi per la MBT e MLT
• Il problema di H.M sembrava essere nella difficoltà di consolidamento della memoria
• Un paziente amnesico può non avere alcun ricordo consapevole di un esperienza precedente ma può dimostrare attraverso un
miglioramento delle prestazioni di aver memorizzato tale esperienza
• Questa esperienza portò alla creazione di due distinte categorie di memoria :
• Memoria esplicita (o dichiarativa) che riguarda i ricordi a lungo termine di cui il soggetto è cosciente
• Memoria implicita che riguarda i ricordi a lungo termine di cui il soggetto non ha consapevolezza
• CELLULE ENGRAMMA:
Negli studi di optogenetica si inserisce il gene di un opsina in particolari neuroni e in seguito viene utilizzata una sorgente
luminosa per ipo o depolarizzare i neuroni
o L’identificazione di queste cellule è un processo a due fasi :
1. Fase di etichettatura: = i neuroni si attivano durante un particolare compito di apprendimento e vengono
indotti a esprimere le opsine mentre l’animale è impegnato a svolgere tale compito
2. Fase di manipolazione = i neuroni che si erano in precedenza attivati vengono inibiti o stimolati da una
sorgente luminosa in modo da influenzare l’attività degli elementi cellulari e etichettati con le opsine
• I ricercatori hanno dimostrato che queste cellule quando si attivano portano al recupero di ricordi nell’Alzheimer =
suggerendo così che sono deficit di recupero
• Nessuna struttura ha dimostrato tale comportamento : le lesioni particolari tendono a non produrre amnesia retrograda
o I ricordi diventano più resistenti con il tempo
o I ricordi vengono conservati diffusamente nel cervello e possono sopravvivere alla distruzione di una singola
struttura
• Strutture che sembrano svolgere un ruolo nella conversazione dei ricordi
▪ Ippocampo
▪ Corteccia temporale mediale (memo episodica)
▪ Nucleo mediodorsale del talamo
▪ Prosencefalo basale (deficit memoria associati)
• CINQUE AREE CEREBRALI COINVOLTE NELLA MEMORIA
o CORTECCIA INFEROTEMPORALE :
▪ Studi di registrazione elettrofisiologica e di neuroimaging funzionale : aree del cervello che si attivano
durante l’esperienza
▪ Focalizzare l’attenzione sulle funzioni mnemoniche delle aree sensoriali
▪ Con la corteccia peririnale svolga un importante ruolo nella conservazione dei ricordi associati a input
visivi
•
Registrano le risposte di scimmie mentre i soggetti apprendevano la relazione tra due elementi
di una coppia delle immagini visive
▪ Recupero di ricordi visivi
o AMIGDALA:
▪ Memoria del significato emotivo delle esperienze
• I ratti con lesione all’amigdala non mostrano paure di fronte a uno stimolo neutro
▪ L’amigdala potrebbe rappresentare lo substrato anatomico che spiega il perché gli eventi che suscitano
emozioni vengono ricordati meglio
o CORTECCIA PREFRONTALE:
▪ Struttura composta da aree anatomicamente distinte= gli studi di pattern di attività prefrontale sono
associati a varie funzioni mnestiche
▪ Alcune regioni della corteccia sembra svolgano processi cognitivi fondamentali durante l’ esecuzioni
dei compiti coinvolgenti la memoria di lavoro
▪ I pazienti affetti da un danno non mostrano amnesie particolari
▪ Questa mancanza di deficit può in parte derivare dal fatto che diverse parti della corteccia svolgono
ruoli differenti ai fini dell’analisi
▪ Nei pazienti con lesioni sj osservano perdite di due capacità della memoria episodica
▪ Lesioni prefrontali estese mostrano deficit anterogradi e retrogradi nella memoria della sequenza
temporale degli eventi anche quando sono in grado di ricordare i singoli eventi
▪ Spesso difficoltà nell’eseguire i compiti che coinvolgono la sequenza di risposte
o CERVELLETTO E CORPO STRIATO:
▪ Ricordi impliciti dell’apprendimento sensomotorio sono conservati nei circuiti sensomotori
▪ Si pensa partecipi alla conservazione di ricordi di abilità sensomotorie apprese
▪ Corpo striato= immagazzina i ricordi relativi a relazioni costanti tra stimoli e risposte memoria che si
sviluppa in maniera incrementale di molte prove
• VARIABILITA’ DELL’LTP
• Depressione a lungo termine LTD che rappresenta l’altra faccia della medaglia dell’ LTP e si verifica in risposta ad una
stimolazione prolungata a bassa freq.
• Metaplasticità che si riferisce al fatto che l’induzione dell LTP e LTD può essere modulata da una precedente attività
sinaptica
CONCLUSIONE: LA PSICOBIOLOGIA DELLA MEMORIA E VOI
• AMNESIA INFANTILE:
• Non ricordiamo nulla dei primi anni della nostra infanzia
• Studio mostrando delle fotografie e disegni valutando dopo i ricordi impliciti di queste immagini : gli adulti rivelarono
una migliore memoria esplicita rispetto ai bambini di 3 anni
SPLIT-BRAIN
o Corpo calloso
▪ Grandezza di 200 milioni di assoni
▪ Posizione centrale
▪ Venne reciso in molti animali da laboratorio per poterne studiare le funzioni
▪ Gli animali non sembrano mostrare nessuna differenza dopo l’intervento
▪ Pazienti umani nati senza corpo calloso oche avevano subito una lesione apparivano quasi normali
• IL RIVOLUZIONARIO ESPERIMENTO DI MYERS E SPERRY
o Una funzione del corpo calloso consiste nel trasferire le informazioni apprese da un emisfero all’altro
o Quando il corpo calloso viene reciso ogni elemento è in grado di funzionare in modo indipendente
o 1953 esperimento condotto sui gatti da
Myers e Sperry
▪ Allenarono i gatti a svolgere
un semplice compito di
discriminazione visiva
▪ In ogni prova il gatto era
posto di fronte a due pannelli
che rappresentavano uno un
cerchio e uno un quadrato
▪ Le posizioni dei due pannelli
variavano da prova a prova
▪ I gatti dovevano imparare
quale simbolo premere per
ricevere del cibo
▪ Messe in atto procedure per
addestrare e testare un
emisfero alla volta
• Due vie attraverso cui l’informazione visiva può passare da un occhio all’emisfero
controlaterale
o Corpo calloso
o Chiasma ottico
• Sezionarono sia il chiasma ottico che il corpo calloso
• Posero una benda su un occhio limitando l’informazione visiva in entrata all’emisfero
ipsilaterale all’occhio non bendato
▪ Risultati
• Gruppo sperimentale ha appreso la discriminazione rapidamente
• La sezione nel chiasma ottico ha prodotto uno scotoma che coinvolge la porzione mediana di
ogni retina
▪ Un emisfero che lavora da solo è in grado di apprendere semplici risultati
▪ Nella seconda parte dell’esperimento la benda è spostata sull’altro occhio
• Non vi è differenza di prestazione nel gruppo di controllo e nei gatti in cui è lesionato solo il
chiasma o solo il corpo calloso
• Effetto devastante nella prestazione dei gatti sperimentali resi ciechi nell’emisfero che in
origine aveva appreso il compito
• I gatti impararono di nuovo il compito senza mantenere alcuna conoscenza precedente
o Il cervello ha la capacità di agire come due cervelli separati e la funzione del corpo calloso è quella di
trasmettere informazioni attraverso essi
• COMMISSUROTOMIA IN SOGGETTI UMANI CON EPILESSIA
o Le scariche epilettiche spesso si trasmettono da un emisfero all’altro attraverso il corpo calloso
o Studi di Sperry, Vogel e Bogen
▪ Programma di commissurotomia per il trattamento dei casi di epilessia severi
▪ La gravità delle convulsione può ridursi se le scariche sono confinate all’emisfero da cui originano
o Sperry e Gazzaniga
▪ Batteria di test basati sul togliere informazioni ad un emisfero per darle all’altro
▪ A ogni paziente sottoposto a Split-Brain veniva chiesto di fissare il centro di un monitor
▪ Stimoli visivi venivano fatti lampeggiare sul lato sinistro o su quello destro del monitor
▪ Tutti gli stimoli presentati nel campo visivo di sinistra sono trasmessi alla corteccia visiva
dell’emisfero destro e viceversa
▪ Ogni mano coperta da un pannello doveva svolgere compiti tattili e motori di precisione
▪ I pazienti umani split-brain sembrano avere due cervelli indipendenti
▪ Gli emisferi dei pazienti split-brain non sono in grado di svolgere certi compiti nello stesso modo
o Nella vita di tutti i giorni i pazienti split-brain hanno comportamenti normali in quanto i due cervelli affrontano
la vita insieme e acquisiscono informazioni simili
• EVIDENZA A SOSTEGNO CHE GLI EMISFERI DI PAZIENTI SPLIT-BRAIN POSSONO FUNZIONARE IN
MODO INDIPENDENTE
o Presentata velocemente un’immagine nel campo visivo di destra l’emisfero sinistro può dimostrare di aver
immagazzinato l’informazione sia prendendo in mano l’oggetto che dicendo a voce il nome dell’oggetto
o Se invece è chiesto all’emisfero destro di indicare l’identità di un oggetto questo non è in grado di farlo
nonostante la consapevolezza che ci sia qualcosa
▪ Le informazioni tattili grezze sono trasmesse da fibre somatosensoriali ipsilaterali
▪ Non è in grado di comunicare cos’è
• SUGGERIMENTO CROCIATO (CROSS-CUING)
o Se i due emisferi di un paziente split-brain sono in gradi di funzionare in modo indipendente dovrebbero essere
in grado di svolgere compiti diversi contemporaneamente
▪ Mostrati contemporaneamente due stimoli visivi
▪ Afferrare con ciascuna mano l’oggetto presentato sullo schermo all’occhio sinistro e all’occhio destro
▪ Dire cosa hanno in mano
▪ I due emisferi del paziente avevano appreso due cose diverse allo stesso tempo
o Altro test sul fenomeno della mano aiutante
▪ Due stimoli sono presentati contemporaneamente
▪ Chiesto di prendere l’oggetto da un insieme di oggetti sul tavolo
▪ La mano destra stava per raggiungere l’oggetto visto sotto indicazione dell’emisfero sinistro, l’emisero
destro pensava ad un errore, la mano sinistra scatto e guidò la mano sull’oggetto che aveva visto,
diverso da quello visto dall’emisfero sinistro
o Ogni emisfero degli split-brain sembra essere in grado di mantenere un focus dell’attenzione in modo
indipendente
o I pazienti split-brain possono ricreare e identificare un target visivo in un insieme di stimoli simili molto più
velocemente degli individui di controllo sani
o Fenomeno del completamento visivo
▪ Capacità di completare l’immagine utilizzando informazioni provenienti dalle aree circostanti del
campo visivo
o L’abilità degli emisferi split-brain di effettuare simultaneamente e in modo indipendente un completamento è
stata dimostrata da studi che utilizzano le figure chimeriche
▪ Fotografie ottenute mediante l’unione di due mezzi volti di persone diverse al centro di uno schermo
posto davanti ai pazienti
▪ Pazienti devono descrivere ciò che vedono
▪ Ogni emisfero sinistro riportò di aver visto un viso
completo e bilateralmente simmetrico
• LA LENTE Z
o Studio di pazienti split-brain permette di confrontare le abilità
degli emisferi
o Primi studi sulla lateralizzazione sono limitati dal fatto che gli
stimoli visivi richiedono più di 100 millisecondi per essere
percepiti con l’impossibilità di impiegare il metodo
tradizionale per limitare l’ingresso visivo a un solo emisfero
o Zeidel sviluppo la LENTE Z per limitare l’input visivo a un
solo emisfero
▪ Ogni orecchio proietta ad entrambi gli emisferi
▪ Presentò il materiale ad entrambe le orecchie
▪ Chiese al paziente di scegliere la risposta corretta o
ripetere la risposta corretta sotto le indicazioni di un
solo emisfero
• DOPPIO FUNZIONAMENTO MENTALE E IL CONFLITTO NEI
PAZIENTI SPLIT-BRAIN
o In questi pazienti l’emisfero destro non sembra avere molta
forza di volontà
o L’emisfero sinistro sembra controllare la maggior parte delle attività quotidiane
o Se l’emisfero destro è più attivo si assiste a veri e propri conflitti tra i due emisferi
• INDIPENDENZA DEGLI EMISFERI DIVISI: PROSPETTIVA ATTUALE
o La completa indipendenza emisferica non è una conseguenza inevitabile della chirurgia split-brain
o Nella maggior parte dei pazienti split-brain è possibile dimostrare un qualche tipo di comunicazione
▪ Emozioni attraversano prontamente gli emisferi
▪ I compiti semplici sono elaborati meglio in un solo emisfero
▪ I compiti complessi richiedono l’impegno cognitivo di entrambi gli emisferi
MODELLO WERICKE-GESCHWIND:
LA DIMOSTRAZIONE
o Essendo un modello di processo
cognitivo coinvolge pochi centri
localizzati sulla neocorteccia uniti tra
loro in modo seriale
o Il modello era inizialmente basato su
studi di casi di pazienti afasici a causa di
ictus, tumori e lesioni che avevano
penetrato il cervello
• EFFETTI DI UN DANNO CORTICALE E
DELLA STIMOLAZIONE CEREBRALE SULLE ABILITA’ DEL LINGUAGGIO
o EVIDENZE DAGLI STUDI DEGLI EFFETTI DEL DANNO
▪ Lo studio di pazienti neurochirurgici non ha confermato le previsioni del modello Wernicke-Geschwind
▪ La chirurgia che compromette tutta l’area di Broca non ha effetti duraturi sulle abilità di linguaggio
▪ Difficoltà permanenti del linguaggio non sono prodotte da lesioni al fascicolo arcuato
▪ Alessia e agrafia non sono prodotte da lesioni ristrette alla corteccia del giro angolare
▪ Una buona porzione dell’area di Wernicke è stata rimossa senza duraturi deficit relativi al linguaggio
▪ Hécaen e Angelergues hanno dimostrato che
• Piccole lesioni all’area di Broca raramente producono dei deficit di linguaggio che durano nel
tempo
• Piccole lesioni all’area di Wernicke non sempre producono dei deficit di linguaggio permanenti
• I problemi di articolazione erano probabili anche nel caso di lesioni parietali o temporali o a aree
prossime all’area di Broca
o EVIDENZE DAGLI STUDI DI NEUROIMAGING FUNZIONALE
▪ Tecniche di TAC e RM sono state molto usate
▪ Risultati
• Nessun paziente afasico ha un danno ristretto all’area di Broca o all’area di Wernicke
• Pazienti afasici hanno un danno significativo alla materia bianca sottocorticale
• Grandi lesioni anteriori causano sintomi di tipo espressivo
• Grandi lesioni posteriori causano sintomi recettivi
• Afasia globale spesso è relata a grandi lesioni della corteccia anteriore, della corteccia posteriore e
della materia bianca sottostante
• Pazienti afasici presentano a volte danni cerebrali che non colpiscono le aree del modello
Wernicke-Geschwind
▪ Studi obiettivi svolti su larga scala sulla relazione tra i deficit di linguaggio e le lesioni cerebrali non hanno
confermato le previsioni principali del modello
o EVIDENZE DAGLI STUDI DI STIMOLAZIONE ELETTRICA DELLA CORTECCIA
▪ Utilizzata la stimolazione elettrica cerebrale
▪ Scopo degli studi è mappare le aree del linguaggio in ogni cervello dei pazienti così da evitare il tessuto
coinvolto nel linguaggio durante gli interventi chirurgici
▪ La stimolazione elettrica è molto più localizzata di una lesione cerebrale
▪ 1959 Penfield e Roberts
• Rilevarono che i siti in cui la stimolazione bloccava o interrompeva il linguaggio erano distribuiti
su una vasta area che comprendeva
o Corteccia frontale
o Corteccia parietale
o Corteccia temporale
• Siti in cui la stimolazione produceva un’alterazione della pronuncia, confusione nel conteggio,
incapacità nel denominare oggetti o un errore nella denominazione degli oggetti erano decisamente
eterogenei
▪ 1983 Ojemann
• Valutò
o Denominazione
o Lettura di semplici frasi
o Memoria verbale a breve termine
o Abilità di compiere movimenti mimici della faccia e della bocca
o Abilità di riconoscere i fonemi
• Risultati
o Stimolazione delle aree distanti dai confini delle aree del linguaggio era in grado di
alterare l’uso del linguaggio
o Ogni test sul linguaggio era alterato dalla stimolazione di siti largamente distribuiti
o Grandi differenze tra i pazienti nell’organizzazione delle loro capacità linguistiche
• Sugerì che la corteccia linguistica fosse organizzata come un mosaico con delle colonne di tessuto
che svolgono una particolare funzione distribuite sulle aree corticali del linguaggio
o STATO ATTUALE DEL MODELLO WERNICKE-GESCHWIND
▪ Le evidenze hanno confermato che le aree di Broca e di Wernicke giocano ruoli importanti nel linguaggio
▪ Afasie
• Molti afasici hanno danni corticali diffusi che coinvolgono una o entrambe le aree
• Tendenza nelle afasie con danni anteriori a deficit espressivi
• Tendenza nelle afasie con danni posteriori a deficit recettivi
▪ Osservazioni che confermano il modello
• Danni ristretti ai confini delle aree corticali del modello causano degli effetti sull’uso del
linguaggio a breve termine
• Un danno cerebrale che non include nessuna area del modello può causare afasia
• Le afasie di Broca e di Wernicke raramente esistono in forma pura
• Vi sono delle grandi differenze nella localizzazione delle aree corticali del linguaggio tra persone
diverse
La ricerca delle neuroscienze cognitive si basa sulla premessa che ognuno di questi complessi processi derivi da una
combinazione di molti processi cognitivi costituenti
I neuroscienziati cognitivi dividono le analisi dei processi costituenti coinvolti nel linguaggio in tre
• Analisi fonetica
• Analisi grammaticale
• Analisi semantica
2. Le aree coinvolte nel linguaggio non sono dedicate solamente a questa complessa funzione cognitiva
3. Le aree cerebrali che svolgono delle funzioni specifiche nel linguaggio sono probabilmente piccole, distribuite e
specializzate
o I ricercatori delle neuroscienze cognitive impiegano altre tecniche oltre all’analisi di pazienti con danno cerebrale
▪ Neuroimaging funzionale che è una tecnica che non può dare un’interpretazione causale
• NEUROIMAGING FUNZIONALE E LOCALIZZAZIONE DEL LINGUAGGIO
o GLI STUDI DI BEVELIER SULLA LETTURA ATTRAVERSO L’USO DI RMF 1997
▪ Utilizzata la RMF per misurare l’attività cerebrale di volontari sani mentre leggevano a mente
▪ RMF permise di identificare le aree di attività con grande accuratezza
▪ Registrarono l’attività cerebrale durante la lettura di frasi
▪ Risultati
• Aree di attività erano disomogenee
• Aree di attività erano variabili rispetto ai partecipanti e alle prove
▪ Maggiore attivazione dell’emisfero sinistro
▪ L’attività si estende oltre le aree previste dal modello
o GLI STUDI DI DAMASIO SULLA DENOMINAZIONE ATTRAVERSO L’USO DELLA PET 1996
▪ Osservazione selettiva dell’attività del lobo temporale durante la denominazione di oggetti appartenenti a
particolari categorie
▪ La denominazione di oggetti attiva aree del lobo temporale di sinistra al di fuori della classica area del
linguaggio di Wernicke
CAPITOLO 18
La psicobiologia dei disturbi psichiatrici
• Attualmente la diagnosi viene formulata in base alla classificazione proposta dal DSM-5(manuale diagnostico e statistico
dei disturbi mentali)
o Esistono due difficoltà nella diagnosi dei disturbi psichiatrici :
- I pazienti affetti dallo stesso disturbo spesso mostrano sintomi differenti
- I pazienti affetti da diversi disturbi spesso mostrano sintomi uguali
LA SCHIZOFRENIA:
o Significa “separazione delle funzioni psichiche”= termine coniato nel XX secolo per descrivere la rottura
dell’integrazione tra emozioni, pensieri e azioni (sintomo ritenuto il principale del disturbo)
o DISTURBO PSICHICO GRAVE
- Colpisce l% della popolazione esordendo nell’adolescenza o nella prima fase adulta
o La principale difficoltà riscontrata nello studio è la mancanza di una definizione precisa
- I sintomi sono complessi e diversificati
- Si mostra come ampia sovrapposizione con sintomi di altri disturbi e spesso si modificano con la
progressione della malattia
o La diagnosi di schizofrenia mostra sovrapposizioni con quella di diversi altri disturbi si utilizza il termine :
disturbi dello spettro schizofrenico per far riferimento alla schizofrenia e ai disturbi correlati
o SINTOMI:
- Sintomi positivi :sembrano rappresentare un eccesso della funzione tipica
• Deliri : convinzione di essere controllati , manie di persecuzione o deliri megalomanici
• Allucinazioni : voci immaginarie che fanno commenti critici o che dicono ai pazienti cosa
fare
• Affetto inappropriato: incapacità di reagire con affetti adeguati alle situazioni
• Pensiero ed eloquio disorganizzati: pensieri privi di logica, associazioni insolite tra idee ,
credenza nelle forze soprannaturali
• Comportamento anormale :difficoltà nello svolgimento di azioni quotidiane , mancanza di
igiene personale, parlare a rime
- Sintomi negativi: sembrano rappresentare una riduzione o la mancanza di una funzione tipica
• Diminuzione dell’espressione delle emozioni
• Abulia : riduzione o assenza della motivazione
• Catatonia: immobilità spesso in posizioni goffe per lunghi periodi
o La ricorrenza di due di questi sintomi per almeno 1 mese è sufficiente per porre questa diagnosi
• FATTORI CAUSALI NELLA SCHIZOFRENIA :
o La probabilità che il disturbo si sviluppi in un parente biologico stretto di un paziente affetto è del 10% anche
quando il paziente schizofrenico viene adottato subito dopo la nascita
o Tasso più elevato nei gemelli monozigoti 45-50%(esperienze assume un effetto significativo sullo sviluppo del
sintomo )dizigoti 10-17%
o Il rischio aumenta se il disturbo è presente nei genitori biologici , ma non nei genitori adottivi
o Alcuni individui ereditano la potenzialità di sviluppare la malattia che può essere più o meno attivata
dall’esperienza
- Studio condotto su un campione di prole di gemelli monozigoti discordanti per la schizofrenia :
l’incidenza nella prole dei gemelli non affetti dal disturbo non era inferiore a quella registrata nella
prole dei rispettivi gemelli affetti
o Molteplici cause sono associate al disturbo = nessun singolo gene sembra in grado di causare questo disturbo
anche se alcuni di essi presentano un associazione più forte rispetto ad altri
- I geni agiscono in combinazione tra loro
o I meccanismi non sono stati ancora determinati
o Sviluppo del disturbo ha chiamato in causa vari fattori esperienziali precoci: complicanze al parto, fattori socio
economici, nascita o residenza in un contesto urbano e avversità infantili
- Si ritiene che queste esperienze alterino il decorso tipico dello sviluppo neurologico portando alla
comparsa del disturbo
• A supporto di questa teoria
o Autismo e schizofrenia condividono molti fattori causali
o Due carestie del XX secolo (i bambini nati da donne che avevo partorito durante
queste carestie avevano maggiori possibilità di sviluppare la schizofrenia in età
adulta.
• LA SCOPERTA DEI PRIMI FARMACI ANTIPSICOTICI :
o Anni ’50 primo farmaco ANTIPSICOTICO = destinato al trattamento di alcuni sintomi della schizofrenia e dei
disturbi bipolari
- CLOROPROMAZINA : si notò che somministrata prima di un intervento chirurgico per contrastare lo
sviluppo di edemi aveva un effetto calmante sui pazienti = suppose allora che poteva avere un effetto
calmante sui pazienti difficili da gestire affetti da psicosi
• Era in grado di alleviare i sintomi della schizofrenia: aveva un effetto calmante sui pazienti
con agitazione psicomotoria e un effetto attivante sui pazienti con ottundimento emotivo=
alcune volte diminuisce i sintomi a livello tale da poter dimettere i pazienti
- RESERPINA : Con principio attivo di RAUWOLFINA SERPENTINA : che veniva usata da tempo per
curare i disturbi mentali in India.
• Una volta somministrata ai pazienti ne confermò l’azione antipsicotica
• Ora non viene più usata perché produce un grave declino della pressione sanguigna alle dosi
necessarie per un trattamento efficiente
o Questi due farmaci presentano delle strutture chimiche differenti i loro effetti antipsicotici sono molto simili:
- L’effetto si manifesta dopo 2 o 3 settimane
- L’insorgenza dell’effetto è associato a effetti motori simili ai sintomi del Parkinson
o Si deduce quindi che questi farmaci agiscono attraverso lo stesso meccanismo (correlato alla malattia del
Parkinson)
• Quindi ipotizzarono che questa agisse da bloccante recettoriale a livello delle sinapsi dopaminergiche = si lega ai
recettori dopaminergici senza attivarli >impedendo la loro attivazione da parte della dopamina
• Ipotizzarono che la mancanza di attività a livello dei recettori postsinaptici dopaminici inducesse ( con un meccanismo di
feedback) un aumento del rilascio di dopamina da parte dei terminali presinaptici e che la dopamina liberata venisse
degradata nello spazio sinaptico
• Spiega perché fosse possibile osservare una riduzione di attività della dopamina > anche se i
suoi livelli extracellulari rimanevano invariati e i livelli extracellulari dei suoi metaboliti
risultassero aumentati
- Queste osservazioni portarono ad una revisione della teoria = il principale fattore coinvolto era un alto
livello di attività in corrispondenza dei recettori dopaminergici
o Metà anni ’70 Snyder
- Valutarono il grado di legame ai recettori dopaminergici dei vari farmaci antipsicotici
• Aggiunsero la dopamina radiomarcata a campioni di membrane neuronali ricche di recettori
dopaminergici ottenute dal corpo dei vitelli.
• Sciacquarono i campioni per eliminare le molecole di dopamina non legate e determinarono il
livello di radioattività residua (misura del numero di recettori dopaminergici presenti)
• Misurarono poi la capacità di ciscun farmaco di bloccare il legame della dopamina radioattiva
ai recettori presenti nel campione
o Presupposti : i farmaci con alta affinità per i recettori dopaminergici avrebbero
lasciato un minor numero di siti disponibili per il legame con la dopamina
▪ Videro che la clorpromazina aveva un alta affinità per i recettori
dopaminergici
▪ Gli antipsicotici inefficaci = minore affnità
▪ ECCEZIONI: Aloperidolo :farmaco molto potente ,a ridotta affinità per i
recettori dopaminergici
• Soluzione all’enigma arrivò quando si scoprì che la dopamina si lega a più di un sottotipo
recettoriale
o Si scoprì che la clorpromazina (classe fenotiazine) e altri farmaci antipsicotici
appartenenti alla stessa classe chimica si legano tutti ai recettori D1 e D2
o Mentre l’ aloperidolo (butirrofenoni) e altri farmaci si legano ai recettori D2 e non
D1
▪ La scoperta di questo legame selettivo > portò ad una revisione della teoria
dopaminergica della schizofrenia in base a questo fu suggerito che la
patologia fosse causata da un iperattività specifica a livello dei recettori D2
anziché dei recettori dopaminergici generici
• Snyder e colleghi confermarono che il grado di legame ai recettori D2 degli antipsicotici tipici
è correlato alla loro efficacia nel sopprimere i sintomi della schizofrenia
• Nonostante l’esistenza di forti evidenze a supporto del coinvolgimento dei recettori D2 nella
schizofrenia > divenne chiaro che questa teoria dopaminergica non poteva spiegare due
osservazioni:
o anche se gli antipsicotici tipici bloccavano l’attività a livello dei recettori D2
nell’arco di alcune ore , i loro effetti terapeutici si rendono evidenti dopo varie
settimane
o la maggior parte degli antipsicotici è efficace solo nel trattamento dei sintomi positivi
della schizofrenia ma non nei confronti dei sintomi negativi.
▪ La comprensione di questi limiti portò alla visione attuale della teoria dopaminergica > in
base a questa visione l’eccessiva attività a livello dei recettori D2 è uno dei fattori
responsabili del disturbo ma esistono anche molti altri fattori coinvolti
1. ANTIPSICOTICI ATIPICI:
Costituiscono spesso farmaci per il trattamento della schizofrenia
o Sono farmaci efficaci nei confronti della schizofrenia ( che non presentano una forte affinità di legame per i
recettori D2)
▪ Clozapina: primo antipsicotico utilizzato per uso clinico , ha affinità per i recettori D1 e D4 e diversi
recettori serotoninergici e istaminergici , ma solo una debole affinità per i recettori D2
o All’inizio si pensava che questi antipsicotici fossero più efficaci e che svolgessero la loro azione senza produrre
effetti indesiderati di tipo parkinsoniano
o Questo spiega perchè l’uso di questi farmaci è stato adottato cos’ rapidamente
o Nel complesso i loro effetti non differiscono da quelli degli antipsicotici tipici ma differiscono in termini di
efficacia terapeutica
o La scoperta degli antipsicotici atipici sembra screditare la teoria dopaminergica in quanto nessuno di questi
farmaci agiva come antagonista primario su D2
▪ Ma si è dimostrato che tutti gli antipsicotici atipici antagonizzano i recettori D2 anche se debolmente
o Alcuni antagonisti dei recettori D2 non hanno azione antipsicotica
o Nei test preliminari i farmaci che potenziano gli effetti della glicina o bloccano quelli del glutammato si sono
rivelati efficaci nel trattamento della schizofrenia
o È evidente il ruolo della deregolazione del glutammato nello sviluppo della schizofrenia
DISTURBI DEPRESSIVI:
▪ Depressione =normale reazione ad una perdita dolorosa
• In alcune persone la tendenza alla depressione è sproporzionata rispetto alla portata dell’effettivo evento
• FARMACI ANTIDEPRESSIVI
o Cinque principali classi di farmaci
4. ANTIDEPRESSIVI TRICICLICI :
Sono cosi chiamati a causa della loro azione antidepressiva e della loro struttura chimica
Imipramina : inizialmente concepito come un farmaco antipsicotico
- Blocca la ricaptazione sia della serotonina sia della noradrenalina aumentandone i livelli cerebrali
DISTURBI BIPOLARI
Alcuni depressi mostrano periodi di ipomania o mania
DISTURBI D’ANSIA
Ansia> paura cronica che persiste in assenza di qualsiasi minaccia diretta = è correlata allo stress
SPERIMENTAZIONI CLINICHE: sono studi condotti su volontari umani diretti a valutare l’efficacia del farmaco
• SPERIMENTAZIONI CLINICHE : LE TRE FASI
o VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA:
▪ Obiettivo = determinare se il farmaco è sicuro per l’uso umano e determinare la quantità di
farmaco tollerabile
▪ I partecipanti sono volontari sani che ricevono un compenso
▪ La fase inizia con la somministrazione di minuscole quantità di farmaco che verranno poi
gradualmente aumentate
▪ Le reazioni vengono monitorate e se ci sono reazioni avverse lo studio viene interrotto
o DETERMINAZIONE DEL PROTOCCOLO SPERIMENTALE :
▪ Obiettivo : determinare il protocollo da utilizzare nella fase di verifica finale al fine di ottenere un
risultato chiaro
▪ I ricercatori mirano a scoprire quali dosi possono essere efficaci dal punto di vista terapeutico , con
quale frequenza debbano essere somministrati e per quanto tempo per esercitare un effetto
terapeutico ,quali sono i benefici
▪ Quest prove vengono condotte su pazienti volontari affetti dal disturbo
▪ La sperimentazione comprende gruppi di controllo trattati con il palcebo e il disegno della
sperimentazione è a doppia cieca (tutti all’oscuro del trattamento)
o VERIFICA FINALE :
▪ Studio in doppio cieco controllato con placebo condotto su pazienti affetti
▪ Si basa sui risultati della fase precedente e dimostra gli effetti terapeutici del farmaco