Sei sulla pagina 1di 1

7)NAZISMO

venerdì 28 gennaio 2022 15:02

GAIA MODICA

Quando Hitler esce di prigione, la situazione in Germania è cambiata a causa della crisi del 1929 con il crollo
della borsa di Wall Street, aggravando la situazione economica e questo rende la situazione molto più
favorevole nei confronti della propaganda nazista.
Il discorso nazista si articola su alcuni punti principali:
• un acceso nazionalismo, quindi l'idea che il grande esercito tedesco non ma hai perso la guerra e quindi la
Germania non deve essere punita in questo modo tanto duro; devono essere rivisti i Trattati di Versailles,
poiché non soltanto avevano imposto durissime riparazioni ai tedeschi, ma avevano anche sottratto
alcune parti del territorio alla Germania (l’Alsazia e la Lorena erano state ridate alla Francia, le loro colonie
erano state divise tra Francia, Gran Bretagna e Giappone), e avevano costretto la Germania a mantenere
un numero limitato di soldati perché non doveva esserci la possibilità di un eventuale riarmo.

• La propaganda nazista individua come capro espiatorio gli ebrei, in quanto esponenti di una razza diversa
che non è quella a cui appartengono i tedeschi (che appartengono alla “razza ariana”, alla razza
superiore).
Da qui il razzismo prende la forma antiebraica (antisemitismo), con l'idea che dietro a queste trame, che
hanno determinato la sconfitta della Germania e che stanno continuando a determinare la crisi, vi sono gli
ebrei, che vengono chiamati nemici della nazione.

Nel 1932 ci sono ulteriori elezioni per la presidenza della Repubblica in cui, però, Hitler (destra rivoluzionaria)
non ha la meglio, poiché viene sorpassato da un vecchio ufficiale dell'esercito tedesco della destra
conservatrice, che si chiama Paul Von Hindenburg. Dal presidente dipendono i governi e Hindenburg vuole
formare dei governi di destra perché si rende conto che i risultati elettorali danno chiara dimostrazione che
l'asse politico è chiaramente spostato a destra. Nel 1933 nomina Hitler cancelliere, cioè come capo del governo,
e nel ‘34, con l’avvenire della morte dell’anziano Hindenburg, cumula anche la carica di Presidente della
Repubblica. Da quel momento inizia quello che si definisce Terzo Reich, una nuova fase politica della Germania
dove ha inizio il regime nazista.

Nel 1933 avviene l'incendio del parlamento tedesco, il Reichstag. È un incendio quasi certamente di
responsabilità nazista ma di cui, in verità, Hitler accusa i comunisti; questa è un’occasione per attuare una
stretta repressiva nei confronti delle opposizioni. Vengono sciolti anche tutti i partiti che non fossero quello
nazista e i sindacati. Viene costituita una polizia politica, la Gestapo.
A questo punto, però, uno dei problemi per il nazismo è quello di gestire l’ala più radicale del movimento, a cui
faceva capo una delle prime formazioni paramilitari naziste, ovvero le SA.
Anche qui possiamo analizzare la situazione in parallelo con il fascismo, anche Mussolini in più momenti ha il
problema di gestire l’ala più radicale, le squadre.
Per questo motivo in Germania avviene la completa sostituzione dei vertici della forza paramilitare delle SA in
maniera particolarmente cruenta nella “notte dei coltelli” nel 1934, in cui vengono eliminati e sostituiti dalle SS.
Nel 1935 vengono emanate le leggi di Norimberga, una prima serie di provvedimenti discriminatori nei
confronti degli ebrei, che privavano gli ebrei del diritto di cittadinanza, non potevano più esercitare la propria
professione.
Nella “notte dei cristalli” nel 1938 i nazisti assaltano negozi e abitazioni degli ebrei. Da questo si arriva alla
“soluzione finale”, con cui gli ebrei vengono deportati nei campi di concentramento e campi di sterminio.

Totalitarismo
Una delle caratteristiche del totalitarismo è la tendenza a voler esercitare un controllo totale e quanto più
pervasivo possibile su tutti i componenti della società e le polizie politiche sono un elemento cruciale. Quindi, vi
è l’idea che tutto vada tenuto sotto controllo, persino elementi interni allo stesso movimento nazista o fascista.
Tutto converge e dipende dal fuhrer, ovvero il capo, che ha un rapporto diretto con le masse.
Per un lungo periodo, questi aspetti erano stati attribuiti soprattutto al nazismo e allo stalinismo (Unione
Sovietica), ma non al fascismo perché si riteneva che non rispondesse pienamente alle caratteristiche dei regimi
totalitari.

Secondo Hannah Arendt: il compromesso con la monarchia aveva lasciato il sistema legale dello Stato
tradizionale; mancava un sistema del terrore basato sui campi di concentramento. Per lungo tempo, al fascismo
veniva affibbiata la categoria di “totalitarismo imperfetto”. Invece, è vero che determinati tratti, come la
centralità del capo, il rapporto con le masse, la volontà di controllo totale della società, la proliferazione degli
organismo di controllo, sono presenti anche nel fascismo. È vero che la monarchia è rimasta in piedi e l’azione
cattolica ha potuto continuare a svolgere la propria attività, ma fino ad un certo punto, perché si è visto, ad
esempio, come al momento della marcia su Roma nel ’22, Vittorio Emanuele III avesse volontariamente
nominato capo del governo Mussolini perché convinto della necessità dell’ascesa di un uomo forte e, nel corso
del ventennio, da parte della corona non ci fu alcun tipo di opposizione al regime.
Ciò che contraddistingue molto il nazismo e, solo in parte il fascismo, è la relazione con il problema ebraico. Un
“nemico oggettivo” è un nemico in quanto ebreo, al di là di quello che fa o non fa, soprattutto perché
appartenente ad una razza inferiore che non è ariana; è di fatto un nemico della nazione. Questo accade in
misura minore nel fascismo, anche se era presente una forte vena di antisemitismo già nel corso degli anni ’20
che sfocerà nelle leggi raziali del 1928.

Potrebbero piacerti anche