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Léon Degrelle, il più famoso volontario europeo della Waffen SS, qui ritratto sulla copertina della rivista Signal,
fascicolo numero 5 del 1944. Il testo recita: ʺLeon Degrelle, un decorato della croce di cavaliere. Il capo del movimento
rexista belga comanda la brigata di volontari delle SS Wallonien, che si é particolarmente distinta nel settore di Cercassiʺ.
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dati anagrafici degli associati verranno trattati nel rispetto della tutela dei dati personali di cui alla
legge 31/12/1996, n.675.
Collaboratori: Eduard Abramian, Jacopo Barbarito, Giorgio Barsotti, Carlos Caballero Jurado, Massimiliano
Casanova, Rene Chavez, Mauro Cardellini, Antonio Guerra, Marco Linguardo, Andrea Lombardi, Erik Norling,
Alberto Peruffo, Roland Pfeiffer, Jean Pierre Sourd, Marco Rossi, Charles Trang, Luca Valente, Eugenio
Vendrame, Harm Wulf, Mark C. Yerger.
SOMMARIO
Editoriale
Perché questa nuova pubblicazione? Abbiamo cercato di spiegarlo a tutti i nostri amici e lettori come
meglio potevamo ma aldilà dei contrasti con il nostro precedente editore, il nostro principale intento é
stato quello di riappropiarci del nostro progetto di ricerca storica per meglio controllarne gli sviluppi e
la sua espansione a livello mondiale. Ci sentivamo già da tempo in qualche modo bloccati e non
vedevamo lʹora di poter tornare liberi di muoverci a nostro piacimento senza alcun vincolo di natura
commerciale. La scelta di tutto lo staff editoriale é stata unanime e devo veramente ringraziare tutti
per la stima e la solidarietà che hanno dimostrato nei miei confronti e soprattutto il riconoscimento del
lavoro di ricerca fin qui svolto. Tutti insieme, volontariamente, hanno scelto di seguirmi su questa
nuova strada, seguendo il vecchio motto: ʺ…quando tutti tradiranno, noi resteremo fedeli!ʺ. La nuova
pubblicazione, essendo emanazione di una Associazione culturale, apolitica, senza fini di lucro, vuole
essere un semplice strumento di ricerca storica dove verranno di volta in volta pubblicati i lavori e le
ricerche dei più noti studiosi italiani e stranieri, cosi come avevamo già fatto in passato, lavori che
verranno pubblicati man mano anche sul nostro sito web che diventerà una vera e propria fonte unica
di informazioni relative alla Seconda Guerra Mondiale ed in particolare alla storia militare della
Waffen SS. I nostri progetti a breve termine riguarderanno una banca dati relativa a tutti i decorati
della Waffen SS, a tutti gli ufficiali delle varie formazioni, un archivio dei documenti ufficiali
provenienti dagli archivi di tutto il mondo relativi alle varie formazioni della Waffen SS. Ci aspetta un
duro lavoro ma siamo sicuri di riuscire a portarlo a termine, anche grazie al vostro aiuto ed al
contributo di quanti vorranno partecipare attivamente e proficuamente al nostro progetto. Le pagine
di Ritterkreuz saranno solo la punta dellʹiceberg del nostro lavoro di ricerca e speriamo che la
pubblicazione sia sempre più interessante e sempre più rispondente alle esigenze dei nostri associati,
anche di quelli più esigenti. In questo primo numero troverete la continuazione di alcuni articoli
iniziati sulla precedente rivista alla quale il nostro gruppo di lavoro collaborava, proprio per dare un
segno di continuità e non lasciare i nostri affezionati lettori con degli articoli incompleti: lʹinteressante
testimonianza di Cirillo Covallero e lʹarticolo sulle armi anticarro della Waffen SS di Stefano
Canavassi. Viene anche ripresa la nostra storia militare della Waffen SS, un lavoro che prestò sarà
racchiuso in un volume dedicato solo ai nostri associati. Il nostro Jean Pierre Sourd ci presenta un
interessante articolo sullʹRSD, il corpo di sicurezza personale del Führer. Per le formazioni SS Marco
Linguardo ci parla dellʹSS-Regiment Thule, mentre per la rubrica battaglie Alberto Peruffo ci parla
dellʹimpegno della divisione SS Frundsberg durante i combattimenti nella sacca di Falaise. Per le
biografie Marco Rossi ci parla di Gustav Schreiber, mentre Mark C. Yerger documenta la carriera
militare di Christian Tychsen, con bellissime foto provenienti dalla sua collezione personale. Dal
prossimo numero ritornerà anche la rubrica dedicata alla posta dei lettori.Un caloroso benvenuto a
tutti i nostri associati ed ai nostri lettori, restando sempre a vostra completa disposizione.
Massimiliano Afiero
Presidente Associazione Ritterkreuz
Campagne e Battaglie
Waffen SS in guerra
di Massimiliano Afiero
lʹSS-Stubaf. Leiner, considerato inadatto a dirigere una formazione corazzata, venne trasferito allʹSS-
FHA. Gli successe lʹSS-Stubaf. Eugen Kunstmann. Hermann Priess si impegnò subito ad organizzare
delle sedute di addestramento per i sottufficiali e gli aspiranti sottufficiali alfine di compensare le
gravi perdite nei quadri della divisione. Vennero formati anche dei tiratori scelti e dei nuovi autisti per
i veicoli. LʹSS-Kradschützen-Regiment ʹThuleʹ, a causa delle gravi perdite subite, venne disciolto. I suoi
elementi superstiti andarono ad
ingrossare le file del gruppo da
ricognizione e dalla loro fusione
dovevano nascere un battaglione
motociclisti ed un nuova reparto
esploratori. Anche lʹSS-Kradschützen
Bataillon 3, agli ordini dellʹSS-Hstuf.
Häussler, venne disciolto ufficialmente
il 20 maggio 1943 ed integrato nel
gruppo da ricognizione. La Totenkopf
iniziò ad essere rilevata dalle sue
posizioni a nord di Bjelgorod dalla
168.Inf.Div. a partire dal 24 aprile. I
reparti della divisione si trasferirono
quindi nellʹarea a nord-ovest di
Kharkov, dove completarono la loro
Max Simon
riorganizzazione. E così allʹinizio del
mese di maggio, vennero formati dei nuovi equipaggi per i cannoni dʹassalto ed i panzer. Tuttavia,
mentre per la Leibstandarte e la Das Reich era stato previsto un nuovo battaglione corazzato
equipaggiato con i carri Panther, per la Totenkopf non se ne fece nulla. Su ordine del Führer, il I.SS-
Panzer-Korps(3), doveva ricevere 75 Pzkpfw IV, 20 Pzkpfw VI ʹTigreʹ e 30 Stug III. Tra maggio e giugno
giunsero grandi quantità di armi, materiali e veicoli, distribuiti ai vari reparti. In questo modo il I./SS-
Art.Rgt. ʹTʹ venne equipaggiato con dei cannoni
semoventi Sdkfz.124 ʹWespeʹ (1. e 2.Batterie) e
Sdkzf.165 ʹHummelʹ (3.Batterie). Contemporaneamente
ufficiali e sottufficiali furono inviato a seguire corsi di
specializzazione alle varie scuole sparse in tutta
Europa. Al 1° giugno, grazie allʹarrivo dei nuovi
rinforzi, la divisione contava 586 ufficiali, 2.964
sottufficiali e 16.567 soldati (su un totale di 19.999). I
suoi effettivi combattenti comprendevano 287 ufficiali,
1.047 sottufficiali e 7.966 soldati; questo significava che
il numero dei soldati dei reparti non combattenti era
superiore. La divisione continuò a ricevere rinforzi nel
corso del mese, rinforzi che portarono gli effettivi della
divisione a più di 21.000 uomini alla fine del mese di
giugno. Al 1° giugno, lʹSS-Panzer-Regiment 3 disponeva
di 49 Pzkpfw III, 33 Pzkpfw IV e 10 Pzkpfw VI ʹTigerʹ.
Questo periodo di riposo a nord-ovest di Kharkov fu
importante per la divisione, uscita abbastanza
malconcia dalla recente controffensiva . Inoltre, come
già rimarcato prima, la maggior parte delle reclute non
avevano che poche settimane di addestramento. Il 26
giugno, lʹSS-Brigadeführer Max Simon, lasciò
definitivamente la Totenkopf ed Hermann Priess Hermann Priess, qui ritratto con i gradi da SS-
divento così ufficialmente il suo successore al comando Gruppenführer.
della divisione. Il giorno dopo i reparti si misero in marcia per raggiungere le loro posizioni di
Carri Tigre e cannoni dʹassalto della Waffen SS si preparano per lʹoperazione Zitadelle
(continua)
Note
Le prime 25 parti di questo lavoro sono state pubblicate sulla rivista Volontari alla quale lʹautore non collabora
(1)
più.
Secondo le stime della 4.Panzer-Armee, i sovietici lamentarono la perdita di 567 carri, 1.072 pezzi di artiglieria,
(2)
(3) LʹSS-Panzer-Korps venne denominato I.SS-Pz.Korps dal 28 aprile per ordinde del Reichsführer-SS. Il 1° luglio
LEGGETE SGM
LA PRIMA RIVISTA ITALIANA
DI STORIA MILITARE DEDICATA ALLA
SECONDA GUERRA MONDIALE
Formazioni SS
RSD
Una protezione speciale per il Führer
di Jean Pierre Sourd
Führerschutzkommando
Il Reichsfuehrer SS Himmler si inquietò non poco sulla mancanza di professionalità dellʹSS Begleit-
Kommando (i problemi con lʹalcool di Gesche e Gildisch, ad esempio...) e formò nel marzo 1933 una
unità destinata, se non a sostituirlo del tutto, almeno ad affiancarlo. Questa unità venne formata da
poliziotti professionisti (si ricorda che Heinrich Himmler era allʹepoca capo della polizia bavarese),
tutti provenienti dalla KRIPO
(Kriminal Polizei) e dalla BAYPOPO
(polizia politica bavarese, il cui capo
era unʹaltra SS, Reinhardt Heydrich) ed
assunse il nome di
“Führerschutzkommando”. Questo
ʺCommando di protezione del Führer”
fu posto allʹinizio agli ordini del
capitano di polizia Hans-Johann
Rattenhuber(19). Il suo aiutante era il
commissario di polizia Peter Hoegl(20).
Se Rattenhuber e Hoegl erano dei
nazionalcosialisti di fresca data,
Himmler fece in modo che i poliziotti
Entrata della Cancelleria sulla Wilhelmstrasse del “Führerschutzkommando” fossero
dei ʺvecchi combattentiʺ dellʹNSDAP. Di fatto il 90% dei poliziotti del Führerschutzkommando, e poi
dellʹRSD erano dei bavaresi, ex-membri della BAYPOPO(21). Nel 1934 il “Führerschutzkommando” fu
amministrativamente aggregato alla GESTAPO. Allʹinizio Hitler aveva confidenza solo con il suo SS
Begleit-Kommando (dipendente dalla Leibstandarte SS) a tal punto che nella primavera del 1933,
Hitler fece notare che una vettura lo seguiva; ordinò allora al suo autista di accelerare...era infatti una
vettura del “Führerschutzkommando” che seguiva il Führer!
Reichssicherheitsdienst
Solo nella primavera del 1934, Hitler accettò la
presenza della guardia del corpo della GESTAPO!
Nel 1935 il “Führerschutzkommando” della
GESTAPO fu ribattezzato come RSD
(Reichssicherheitsdienst - Servizio di sicurezza del
Reich)(22), e divenne, de facto se non de jure, una
agenzia governativa autonoma. Poco a poco la
professionalità dellʹRSD si impose sulle altre
formazioni a guardia della Cancelleria e dello stesso
SS Begleit-Kommando. Ad esempio, una volta
Hitler andò su tutte le furie perché una guardia
della LSSAH aveva ʹpressatoʹ il suo naso contro il
vetro della sala delle conferenze della Cancelleria
durante la visita di alcuni ministri stranieri. Inoltre
durante la notte, gli uomini della LSSAH si
divertivano ad usare gli ascensori della
Cancelleria…Altre volte le guardie della LSSAH si
mettevano ad ascoltare la radio ad alto volume.
Tutto questo faceva innervosire il Führer. Partì così
una lamentela ufficiale per Sepp Dietrich, il
comandante della Leibstandarte SS. Per tutta
Hans-Johann Rattenhuber
risposta, pochi giorni dopo furono sparati
accidentalmente dei colpi di arma da fuoco allʹinterno della Cancelleria! Lʹ8 dicembre 1937, una
guardia della LSSAH, mentre ʹgiocavaʹ con la sua arma, lasciò partire un colpo al primo piano della
Cancelleria. Il 23 gennaio 1938, una guardia SA in servizio alla Cancelleria, fece partire un colpo
mentre scaricava la sua pistola. Era il terzo incidente del genere dallʹinizio dellʹanno!!! Tutti questi
spari accidentali avrebbero potuto uccidere il Führer casualmente. La sua sicurezza divenne così un
fattore di insicurezza! Più volte le guardie della Leibstandarte SS furono trovate a dormire al loro
posto come nel caso dellʹSS-
Rottenführer Nowotzek,
trovato a russare al suo
posto di guardia il 19 marzo
1939. A completare il quadro
i problemi riguardanti la
sicurezza della Cancelleria
da parte di più servizi
armati: SS Begleit-
Kommando, altri
elementi della LSSAH,
Wacht-Bataillon dellʹesercito
regolare, Schutzpolizei e SA,
provocarono spesso una
mancanza di coordinazione
e dei ʹbuchiʹ temporali nel Da sinistra: Rattenhuber (Kdr. RSD), Himmler (RFSS), Kempka (autista SS-
servizio di protezione. BK), Gesche (Kdr. SS-BK), Schädle, uno sconosciutoo e Högl.
Rattenhuber, lo chef
dellʹRSD, fu allora nominato ufficialmente come capo della sicurezza della Cancelleria, con la
missione di coordinare il tutto. Hans-Johann Rattenhuber organizzò quindi un “Sicherheits-
Kontrolldienst” (servizio di controllo della sicurezza) forte di 42 uomini (poi 50…), tutti poliziotti in
pensione, incaricato di verificare che tutte le sentinelle fossero al loro posto nei tempi prestabiliti. Non
essendo membri della GESTAPO, questi uomini rendevano conto solo allʹRSD ed al suo capo. In
seguito il Sicherheits-Kontrolldienst fu incorporato definitivamente nellʹRSD. Tutti gli uomini
dellʹRSD portavano lʹuniforme SS della GESTAPO: nera poi grigio-verde a partire dal 1938, con al
collo una mostrina nera senza doppie rune. LʹRSD, dal quale dipendeva veramente la sicurezza del
Führer continuà a crescere nel tempo: 14 uomini nel 1934, 45 nel 1935, 56 nel 1936, 100 nel 1937 e 200
nel 1939. Nel 1945 arrivò a contare 400 uomini, dei quali 176 ufficiali. Agli ordini di Rattenhuber e dei
suoi aiutanti Peter Hoegl e Paul Kiesel (anche questʹultimo ex-commissario della KRIPO), lʹRSD
comprendeva i seguenti reparti:
1 Führer
2 Goering(*)
3 Rudolf Hess
4 Heinrich Himmler
5 Dr.Goebbels
6 Frick
7 Walter Darré
8 residenza di Hitler a Monaco
9 Hitler a Berchtesgaden
(*) prima del 1935 questo compito era assegnato al Landespolizei gruppe “Hermann Goering”.
Nel 1944
1 Führer
2 Goering
3 Ribbentrop
4 Heinrich Himmler
5 Dr.Goebbels
6 Frick
7 Hermann Frank a Prague (Reichsprotektor della Boemia e Moravia)
8 residenza di Hitler a Monaco
9 Hitler a Berchtesgaden
10 Reichsminister Seyss-Inquart allʹAia in Olanda
11 Reichskommissar Terboven a Oslo in Norvegia
12 Gross-Admiral Doenitz
13 Reichskommissar Dr Best a Copenhagen in Danimarca
14 SS Obergruppenführer Kaltenbrunner, chef dellʹRSHA
In più cʹerano altre tre sezioni non numerate per la sicurezza del Dr Ley, del Gauleiter Koch e dello
stesso Sicherheits-Kontrolldienst della Cancelleria. Con lʹinaugurazione della nuova Cancelleria del
Reich nel 1939, le misure di sicurezza diventarono sempre più efficaci, malgrado il dispositivo di
sicurezza restasse in teoria sempre lo stesso: allʹesterno, sentinelle della Wehrmacht, della LSSAH e
della SA. Allʹinterno la sicurezza era a carico dellʹRSD e dellʹSS Begleit-Kommando.
Führer-Begleit-Kommando
Il comando di Hans-Johann Rattenhuber fu ufficializzato per rendere chiaro a tutti che egli era il capo
della sicurezza del Fuehrer! I due gruppi di sicurezza, lʹRSD e lʹSS Begleit-Kommando della LSSAH
furono posti alle sue dipendenze e ridenominati
congiuntamente come il “Führer-Begleit-Kommando”.
Rattenhuber ebbe allora due aiutanti: lʹSS-Stubaf. Peter Hoegl
per lʹRSD e lʹSS-Stubaf. Bruno Gesche per lʹSS Begleit-
Kommando. Gesche apparteneva alla LSSAH, cioé alla
Waffen-SS mentre Hoegl apparteneva alla Gestapo. LʹSS-
Obergruppenführer Reinhardt Heydrich, il capo dellʹRSHA,
inviò una nota a tutti i servizi di polizia:
Questʹultima frase lasciava intendere che se qualcosa fosse arrivato o successo al Führer, Heydrich
non avrebbe avuto alcuna responsabilità. Questo lasciava trasparire una punta di gelosia da parte di
Heydrich, che non aveva alcun potere sullʹRSD malgrado i suoi agenti appartenessero alla GESTAPO.
Problemi logistici
Dagli 80.068 Reichsmarks del 1934, il budget dellʹRSD, versato allʹinizio dalla BAYPOPO di Monaco, si
passò a 1.062.800 RM nel 1937, pagati direttamente dal Ministero degli Interni. La mancanza di
sufficienti fondi provocò dei problemi sugli alloggi dei membri dellʹRSD. Nel 1934 gli agenti del
“Führerschutzkommando” furono alloggiati in albergo, ma poiché costava troppo, lʹSA-
Gruppenführer Brueckner, aiutante da campo di Hitler, affittò alcuni appartamenti al 40 di
Kanonierstrasse a Berlino, dove trovarono posto anche il Generale Baur ed i piloti personali di Hitler.
Quando lʹRSD si espanse furono comprate alcune case ed il gruppo si trasferì al 4 di Kronenstrasse.
Altri agenti dellʹRSD furono alloggiati invece nella Hermann-Goering-Strasse insieme a membri
dellʹSS Begleit-Kommando.
Compiti assegnati
I compiti assegnati allʹRSD erano i seguenti:
In definitiva lʹRSD ebbe un approccio metodico e tecnico della sicurezza, coordinando e analizzando,
con la GESTAPO, tutte le voci di possibili di attentati contro la vita di Hitler. Il loro lavoro fu
intellettualmente più esigente di quello delle SS del Begleit-Kommando, che dovevano solo pensare ad
avere una eccellente forma fisica come tutti i membri della Leibstandarte. Inoltre i membri dellʹRSD
dovevano perquisire i visitatori e, dopo lʹattentato del 20 luglio 1944, anche gli ufficiali dellʹesercito e
della SS. Questo lavoro di perquisizione, era sempre efettuato dagli agenti dellʹRSD e mai dalle SS del
Begleit-Kommando: ʺ…il Führer non permise che un uomo della sua propria guardia si comportasse cosi con
un uno dei suoi ospiti!ʺ(23). In tutto questo, gli agenti dellʹRSD si
mostrarono molto più professionali delle SS del Begleit-
Kommando le cui funzioni di sicurezza li vedeva spesso
impiegati come valletti da camera (come nel caso degli
ufficiali SS Guensche e Linge) e camerieri. In tutti i casi però
le SS del Begleit-Kommando erano certamente pronte a
sacrificare la loro vita nel caso di un attentato, mentre la vera
prevenzione spettava allʹRSD.
Papier Bitte
Una delle attività più importanti dellʹRSD era lʹelaborazione
ed il controllo dei lasciapassare, i famosi “scheinen”, cosi
indispensabili ai tedeschi! “Papier Bitte” (documenti prego).
Era una faccenda complessa....I lasciapassare dei membri
della sicurezza del Führer erano gialli. I lasciapassare dei
loro familiari (che veniva talvolta a fargli visita) erano grigi.
Per gli altri “scheinen” la cosa era ancora più complicata:
! Lasciapassare verde senza barra gialla: Schein che permetteva di accedere a qualsiasi ufficio della
Cancelleria (non a quello di Adolf Hitler). Poteva essere firmato da Brueckner o dallʹSS-
Obergruppenführer Lammers, amministratore della Cancelleria.
Questi sono solo alcuni esempi, la lista era molto lunga. Da notare che per i visitatori che
desideravano fare solo un giro della Cancelleria come ʹturistiʹ, cʹera bisogno di un lasciapassare
speciale, rilasciato da Brueckner o dal suo aiutante, lʹSS-Sturmbannführer Wernicke (ufficiale della
LSSAH), o ancora dal Maggiore della Polizia Deckert. Inoltre lʹRSD doveva dare la sua autorizzazione.
Lʹaccesso al garage della Cancelleria (sulla Hermann Goering-Strasse), sorvegliato costantemente da
una sentinella della LSSAH, era possibile solo con un lasciapassare verde firmato dallʹOstubaf.
Kempka. La perdita o il furto di un lasciapassare doveva essere immediatamente segnalata allʹRSD.
Gli eventuali lavoratori (idraulici, elettricisti, meccanici....) che dovevano svolgere un lavoro nella
Cancelleria, dovevano, tutti i giorni, lasciare i loro “scheinen” allʹuscita, agli agenti dellʹRSD. Per
evitare duplicazioni, la forma dei lasciassare veniva regolarmente modificata. Nel giugno del 1939,
lʹufficiale SS Linge, del Begleit-Kommando perse il suo lasciapassare ma, in quanto valletto del Führer,
era conosciuto da tutti e nessuno gli richiedeva il suo “schein”. Da parte sua Linge non ne denunciò la
scomparsa allʹRSD. Gi agenti dellʹRSD si accorsero della cosa qualche tempo dopo, a novembre e
Rattenhuber comunicò ufficialmente alla LSSAH, alla polizia di Berlino, alla GESTAPO, al Wacht-
Regiment della Wehrmacht ed allo stato Maggiore della SA che il lasciapassare di Linge era più
valido. La vicenda si sarebbe potuta risolvere più discretamente, ma lʹRSD ne approfittò per
dimostrare una volta di più lʹincompetenza dellʹSS Begleit-Kommando. Alla fine del 1940 la
Cancelleria aveva rilasciato più di 1.000 lasciapassare, quindi lʹRSD decise di stampare nuovi tipi di
“scheinen” alfine di ridurre questo numero. In quellʹoccasione, Rattenhuber si rese conto che otto
lasciapassare erano andati perduti e la cosa non era stata denunciata. Venne messo allora a punto un
nuovo sistema di ʺscheinen”, con un timbro valido solo per un mese (rinnovabile), a partire dal 1°
marzo 1940. La stessa Eva Braun dovette farsi apporre il timbro sul suo lasciapassare ogni mese. Il solo
Note
Julius Schreck: membro numero 53 dellʹNSDAP e membro numero 5 della SS, rimpiazzò Emil Maurice come
(3)
autista del Fuehrer. LʹSS-Oberfuehrer Schreck fu uno dei fondatori della “Stosstrupp Adolf Hitler” (lʹantenata
della SS). Morì di meningite nel 1936.
Julius Schaub: nato il 20 agosto 1898, fu uno dei primi membri della Stosstrupp Adolf Hitler. Schaub ottenne il
(4)
grado di SS-Obergruppenfuehrer rimpiazzando Wilhelm Brueckner come aiutante di campo personale del
Fuehrer. Uscito di prigione nel 1948, continuò ad esercitare il suo mestiere di chimico. Morì il 27 dicembre 1967.
Ulrich Graf: garzone di macelleria, fu lui a salvare Hitler durante il Putsch di Monaco nel 1923 gettandosi tra
(5)
Hitler e le pallottole, proteggendolo con il suo corpo. Ottenne in seguito un alto grado onorario nella SS e divenne
durante la guerra alto funzionario del comune di Monaco. Morì in miseria nella stessa Monaco nel 1950.
(6)Max Amann: nato il 24 novembre 1891. Sergente di Hitler durante la prima guerra mondiale, Amann fu in
seguito editore e direttore delle Edizioni Centrali dellʹNSDAP. Reichsleiter del Partito, fu condannato a 10 anni di
lavori forzati nel dopoguerra. Liberato nel 1955, morì a Monaco nel 1957.
(7) Josef Berchtold: Leutnant durante la prima guerra mondiale, fu uno dei fondatori della Stosstrupp Adolf
Hitler.Veterano del Corpo franco della Brigata Ehrhardt. Nel 1926 divenne il primo comandante della SS
(Reichsfuehrer SS) ma si scontrò con von Salomon, allora capo della SA alla quale la SS era
subordinata….Rassegnò le dimissioni nel marzo 1927 e divenne membro del consiglio editoriale del giornale
ʺVoelkischer Beobachter”.
Hans-Ulrich Klintzsch: Leutnant durante la prima guerra mondiale, divenne collaboratore di Ernst Roehm e fu
(8)
aiutante da campo personale del Führere e SA-Obergruppenführer. Nellʹottobre del 1940 ebbe una disputa con
Hitler riguardo ad un ufficiale di ordinanza, addetto alla Cancelleria del Reich, un certo Kannenberg. Offeso,
Brueckner chiese di essere trasferito come Leutnant nella Wehrmacht. Catturato dagli americani nel 1945,
Brueckner restò prigioniero fino al 1948. Morì nel 1954 a Herbstdorf.
(10) Erhardt Heiden: successore di Berchtold come Reichsfuehrer SS nel 1927, ebbe dei contrasti con i capi della SA
e, demoralizzato rassegnò le dimissioni passando il comando al suo aiutante, Heinrich Himmler che divenne il
terzo Reichsfuehrer SS nel gennaio del 1929.
Franz Schaedle: nato il 19 novembre 1906 a Westerheim. Ingegnere, membro dellʹNSDAP e della SS nel 1930.
(11)
SS Sturmbannführer, ultimo capo dellʹSS Begleit-Kommando della LSSAH a partire dal 5 gennaio 1945. Ferito, si
suicidò nel Bunker di Berlino il 1° maggio 1945.
Bruno Gesche: nato nel 1905, comandò lʹSS Begleit-Kommando della LSSAH tra il giugno 1934 ed il 4 gennaio
(12)
1945…Gesche era strabico e Hitler una volta salendo sulla sua vettura disse: “…sono contento che Gesche non é
seduto dietro di me, poiché potrebbe spararmi alle spalle accidentalmente!ʺ. Ma Gesche era anche un ubriacone e
il 26 settembre 1938 dovette promettere ad Hitler di smettere di bere...senza risultato. Nel 1942 il suo
comportamento lo fece trasferire sul fronte del Caucaso dove rimase ferito. Ritornato al Quartier Generale del
Führer nel dicembre 1942, ottenne il grado di SS-Obersturmbannführer. Nel dicembre 1944, trovato nuovamente a
bere, Gesche minacciò un altro ufficiale SS con la sua pistola. Venne quindi degradato a Unterscharführer da
Himmler che ordinò inoltre il suo trasferimento alla Brigata disciplinare SS “Dirlewanger”. I generali SS Fegelein
et Maximilian von Herff (capo dellʹUfficio del personale della SS) intercessero in suo favore ed alla fine Gesche fu
trasferito alla 16.SS Panzergrenadierdivision “Reichsfuehrer SS”, in seno alla quale si batté coraggiosamente in
Italia ed in Ungheria!
(13)Erich Kempka: nato il 16 settembre 1910 ad Oberhausen, Kempka divenne lʹautista personale del Führer
rimpiazzando Julius Schreck nel 1936. Durante la guerra, venne promosso SS-Obersturmbannführer, gestendo
tutti gli autisti ed il parco macchine della Cancelleria del Reich. Arrestato il 18 giugno 1945 e liberato nel 1947,
lavorò come consulente della Mercedes-Benz. Morì il 24 gennaio 1975 a Heutingsheim.
August Koerber: nato il 20 gennaio 1905, membro dellʹNSDAP e della SS nel 1932. SS-Hauptsturmführer, fu
(14)
incaricato di trasportare dei documenti al Berghof il 22 aprile 1945 e arrestato dagli americano nel maggio 1945.
Adolf Dirr: nato il 14 febbraio 1907, fabbro e boxer. Membro dellʹNSDAP e della SA nel 1929, passò alla SS ed
(15)
al Begleit-Kommando nel 1932. SS-Hauptsturmführer, raggiunse l’Obersalzberg il 22 aprile 1945. Arrestato dagli
americani nel maggio 1945, liberato nel 1948, morì a Monaco dopo la guerra.
(16) Kurt Gildisch: maestro di scuola disoccupato, entrò nella polizia prussiana ma ne venne espulso nel 1931 a
causa delle sue attività nazionalsocialiste. Entrò nelle SA il 1° aprile 1931 e nelle SS il 29 settembre dello stesso
anno. Comandò lʹSS Begleit-Kommando tra lʹ11 aprile 1933 ed il 15 giugno 1934, ma come Gesche, Gildisch era un
alcolizzato e quindi venne espulso dallʹSS Begleit-Kommando! Nel 1936 venne espulso dalle SS per lo stesso
motivo, ma fu autorizzato ad arruolarsi nella Waffen SS allʹinizio della guerra, durante la quale si distinse per la
sua bravura (o incoscienza alcolica?). Nel 1953 fu condannato a 15 anni di prigione nella Germania federale per la
sua partecipazione allʹesecuzione del Dr. Klausener durante la notte dei lunghi coltelli nel giugno del ʹ34.
Boldo Gelzenleuchter: primo capo dellʹSS Begleit-Kommando, lasciò lʹunità per accettare un posto più
(18)
(19)Hans-Johann Rattenhuber: nato il 30 aprile 1897, volontario durante la prima guerra mondiale nel 1916,
nominato sottotenente sul campo nellʹottobre 1918. Servì nei Freikorps fino al marzo 1920, poi si arruolò nella
Landespolizei (la Polizia territoriale, una forza di polizia militarizzata). Divenne ufficiale di collegamento tra
Heinrich Himmler e la polizia quando lo stesso Himmler assunse il comando della polizia bavarese nel 1933.
Comandante del Führerschutzkommando nel 1934, poi dellʹRSD nel 1935, membro del partito nel 1935
(n.3.212.449). SS-Standartenführer nel 1934, poi SS-Oberführer nel 1939 e SS-Brigadeführer, restò nel bunker di
Berlino insieme ad Hitler fino alla fine. Catturato dai sovietici, fu liberato il 16 novembre 1951. Morì a Monaco il
30 giugno 1957, sofferente per i duri anni di detenzione nei gulag comunisti.
Peter Hoegl: nato il 19 agosto 1897 a Passau, veterano della prima guerra mondiale, nel 1919 entrò nella
(20)
polizia. Nel 1932 divenne commissario nella Kripo. In quel periodo era membro del Partito Popolare Bavarese,
una formazione di destra. Il 1° aprile 1933 entrò nel Partito Nazionalsocialista. Nel 1934 entrò nella SS. SS-
Standartenführer, rimase ucciso durate il tentativo di evasione dalla Cancelleria il 2 maggio 1945.
BAYPOPO: Bayerisches Politische Polizei, questa polizia politica bavarese venne creata da Himmler e diretta
(21)
(22) Da non confondere con lʹSD (Sicherheitsdienst) che era il servizio di sicurezza della SS, un servizio di
spionaggio/controspionaggio.
(23) Citato da Rochus Misch nel suo libro ʺLʹultimo: Il memoriale inedito della guardia del corpo di Hitler (1940-1945)ʺ,
Battaglie e campagne
canadesi del II Corpo attaccavano a sud di Caen, nell’ambito dell’operazione Totalise, veniva lanciata
la controffensiva tedesca, chiamata in codice Lüttich, su Mortain con il XLVII.Panzerkorps facente
parte della 7a Armata al comando dell’SS-Obergruppenführer Paul Hausser.
giornata. Anche nella giornata dellʹ11 agosto, la Frundsberg si trovò a respingere alcuni attacchi nemici
ma, presso i comandi tedeschi, ci si rese conto che questi attacchi non rappresentavano lo sforzo
principale ma si trattava solo di una copertura laterale di una più vasta penetrazione verso est, lungo
la strada Barenton-Argentan. In quegli stessi giorni, l’operazione Lüttich, dopo un iniziale successo,
era ormai sul punto di arenarsi completamente. Gli alleati impedirono ai tedeschi ogni progresso
verso il mare. Questo fu in
qualche modo una fortuna
per i tedeschi che evitarono di
cacciarsi più a fondo nella
trappola nemica per
ritrovarsi, ancor di più, in una
situazione analoga alla
battaglia di Canne, con una
tenaglia americana che
premeva da sud ed una
inglese che muoveva da nord
verso Falaise. Solo il giorno 12
il comando tedesco si accorse
del mortale pericolo della
gigantesca tenaglia che si
stava per chiudere alle loro
spalle. Era necessario
ricostituire una nuova linea
Colonna di carri Sherman in Normandia
difensiva ad est di Falaise.
Combattimenti in retroguardia
Mentre i resti della divisione Leibstandarte e della 12a divisione SS con altre unità minori si trovarono
mortalmente impegnate nella zona di Falaise, contro la tenaglia inglese, la 10.SS-Panzer-Division fu
impegnata sul fianco meridionale della sacca che andava formandosi. Tra la mattina dell’11 agosto ed
il pomeriggio del 12 gli americani lanciarono una nuova serie di attacchi nella zona di Barenton
facendo affidamento soprattutto sui pesanti tiri dellʹartiglieria che andarono a sconquassare
completamente tutto il terreno in mano ai tedeschi. In questa situazione di estrema difficoltà, la
Frundsberg dovette impiegare tutte le sue riserve. La battaglia ridusse ancor più gli effettivi della
divisione, rimasta con soli 8 Panzer, mentre il 21° reggimento SS si era ridotto a 500 uomini ed il 22° a
soli 150. La sera del 12 agosto
venne dato ordine alla Frundsberg
di cominciare a ripiegare verso est,
mantenendosi sempre a difesa del
fianco meridionale tedesco. Con il
favore delle tenebre le SS si
spostarono verso la cittadella di
Lonlay, abbandonando l’area di
Barenton. Il giorno successivo
trascorse in una calma relativa e la
notte successiva la Frundsberg
cominciò a spostarsi ancora più ad
est verso Domfront. Tutti questi
spostamenti avvennero a nord
della strada principale Barenton-
Argentan ormai in mano alla 3a
Armata americana. Alle 14:00 del Carristi SS vicino al loro mezzo pronti a ripartire allʹattacco
giorno 14 agosto il reggimento d’artiglieria, malgrado la scarsità di munizioni, appoggiò gli ultimi 8
panzer della Frundsberg durante l’attacco contro alcune colline a nord di Domfront che, occupate dagli
americani, minacciavano il fianco della divisione SS. Con i Panzergrenadier arrampicati sui carri, le SS
sorpresero il nemico che, sicuro
della vittoria, non aveva disposto le
difese per un attacco di mezzi
corazzati. Gli americani furono
costretti così a ritirarsi verso la
strada Barenton-Argentan senza
tentare altre sortite in direzione
nord, ma limitandosi a controllare
la città di Domfront e la vitale
arteria stradale. Il Brigadeführer
Harmel, osservando dalle colline
appena conquistate, poteva ora
vedere le interminabili colonne
della 3a Armata americana sfilare
verso nord-est e andare a chiudere
SS-Panzergrendieren in Normandia
(Bundes Archiv Bild 146-1994-025-11) la sacca, rammaricandosi di non
poterle attaccare in forze sul loro
fianco esposto. Nella notte del 15 agosto, la ritirata proseguì verso est. Lo spuntare del sole vide la
retroguardia della Frundsberg coinvolta in confusi combattimenti a distanza ravvicinata. Su un terreno
irregolare, i carri armati ed i cannoni controcarro, affiancati da unità dell’esercito, distrussero diversi
carri americani. Le artiglierie di quest’ultimi finirono per colpire le loro stesse linee a causa del terreno
frastagliato che rendeva difficoltose le operazioni di puntamento anche se guidate da apparecchi in
volo sulla zona di combattimento. Una volta sventata la
minaccia sulla retroguardia, venne ordinato alla divisione SS
di raggrupparsi a nord di Argentan, per formare un Corpo
alle dipendenze della 5.Panzer-Armee che avrebbe dovuto
tenere una via aperta nel settore meridionale, mentre, il resto
delle forze tedesche, si sarebbe attestato sulla sponda
orientale del fiume Dives. Durante la ritirata, nella notte del
16, Harmel stesso rischiò di finire prigioniero, quando,
arrivato nei pressi di Briouzes, si accorse che era già stato
occupato dagli americani costringendolo ad una lunga
deviazione per evitare il villaggio. La mattina stessa i tedeschi
dovettero combattere nella stessa zona di Briouzes per potersi
aprirsi una via di fuga. Tutti i reparti disponibili della
divisione SS andarono all’assalto, su un terreno irregolare con
i campi ricoperti da un erba molto alta, con i pochi mezzi
ormai disponibili. Negli scontri gli americani furono respinti
lasciando in mani tedesche la cittadina di Bellau e la stessa
Briouzes, permettendo alla divisone di posizionarsi su un
terreno favorevole a protezione del fianco meridionale
tedesco. Durante la giornata del 17 agosto e la successiva
notte, la Frundsberg dovette respingere diverse puntate
offensive nemiche nella zona di Saires la Verrière e, SS-Hstuf. Ernst Tetsch comandante del
soprattutto, presso il villaggio di Fromental, dove, il I./Pz.Rgt. 10
battaglione pionieri, con gli ultimi 8 carri armati della divisione, respinse un attacco di mezzi corazzati
americani. La ritirata portò, nella notte stessa, i reparti superstiti della divisione, a superare il fiume
Orne. L’operazione si concluse con successo all’alba, perdendo così il contatto con i reparti nemici, ma
rimanendo sempre sottoposti ad un pesante martellamento da parte dell’aviazione nemica. A questi
attacchi aerei rispondeva il battaglione Flak con l’ultimo pezzo da 88, mentre i calibri minori fornivano
la copertura ravvicinata lungo le strade della ritirata. Una volta superato il fiume Orne la divisione si
concentrò su Habloville ad ovest di Argentan. A quel punto, i resti del 10° reggimento corazzato delle
SS, vennero inviati a difendere il lato settentrionale della sacca contro la tenaglia inglese. Gli ultimi
Panzer si unirono così ai restanti reparti SS, come la “Hitlerjugend” che, allo stremo delle loro forze,
avevano resistito agli inglesi nella zona di Falaise per mantenere aperta una via di salvezza per le due
armate tedesche; la 5a Armata Corazzata e la 7a Armata intrappolate nella sacca. In realtà le strade
difese per la ritirata dalla sacca erano due, una che passava per il villaggio di Tour ed un’altra, meno
di 10 km più a sud, attraversava Mont Ormel.
che la resa fosse l’unica soluzione praticabile. Allora intervenne il Brigadeführer Harmel, il quale
approfittando del fumo creato dalle esplosioni, riuscì a far ripulire il ponte, gettando i detriti nel
fiume. Nel frattempo lʹSS-Sturmbannführer Brinkmann, dopo aver formato un kampfgruppe con
soldati della Frundsberg e con i resti della 116.Panzer-Division, riuscì a far uscire dalla sacca lo stato
maggiore della 7a Armata.
Tigre e granatiere SS In Normandia Sepp Dietrich discute i piani di fuga dalla sacca
(Bundes Archiv Bild 101I-738-0267-35A) (Bundes Archiv Bild_146-1994-035-18)
Nel pomeriggio anche Harmel organizzò dei kampfgruppe con i mezzi corazzati rimasti e tentò un
attacco ad est di St. Lambert per spezzare l’accerchiamento nemico. In particolare venne lanciato un
attacco sulla collina 117 che, occupata dai mezzi corazzati alleati, impediva di percorrere la strada
verso est. Gli americani non si vollero impegnare a fondo nel contendere l’importante quota alle SS e
preferirono ritirarsi senza arrivare ad uno scontro ravvicinato col nemico. Nello stesso momento un
kampfgruppe comandato dall’SS-Hauptsturmführer Hans Krug (comandante della 1./Nachr.Abt.)
riuscì a raggiungere per primo le linee tedesche fuori dalla sacca; con lui vi erano numerosi feriti tra
cui lo stesso comandante della 7a Armata Paul Hausser per l’ennesima volta ferito nel corso di questa
guerra. Colpito ad una guancia da uno spezzone d’artiglieria mentre, al comando di un kampfgruppe
composto da due carri armati, cercava di aprirsi un varco tra le linee nemiche combattendo appiedato
e armato di una pistola mitragliatrice. Durante la notte molti tedeschi tentarono di uscire dalla sacca a
piedi evitando le postazioni nemiche. La maggior parte degli uomini della Frundsberg riuscì a mettersi
in salvo prima che il giorno successivo le maglie della sacca alleata si saldassero del tutto. E’ da
sottolineare che la salvezza di molti reparti tedeschi, in quei giorni, fu dovuto principalmente al II.SS
Panzerkorps che con la Das Reich e la Hohenstaufen, dopo essere uscite dalla sacca di Falaise,
contrattaccarono nelle prime ore del 20 agosto nella zona di Mont Ormel dove reparti corazzati
canadesi e, soprattutto, la 1a divisione corazzata polacca, vennero isolati in una mini sacca per tutta la
giornata, rischiando di venire annientati a loro volta. Il flusso dei fuggitivi continuò in modo sempre
più disorganizzato fino a mezzogiorno del 21 agosto, quando, le forze alleate chiusero del tutto la
sacca annientando così le ultime unità della 5a Armata Corazzata e della 7a Armata. Intrappolati senza
più cibo né munizioni agli ultimi superstiti non rimase altro che arrendersi.
Bibliografia
W. Tieke, ʺFirestorm of the Last Years of the War: II SS-Panzerkorps with the 9th and the 10th SS-Divisions Hohenstaufen
and Frundsbergʺ, J.J. Fedorowicz Publisching Inc.
K. Ford, ʺFalaise 1944ʺ, Campaign, Osprey
Uomini in guerra
Gustav Schreiber nacque il giorno di Natale del 1916 a Selm (Nord Westfalia), nel periodo centrale
della Grande Guerra. Nel 1939 faceva parte delle SS-Verfugungstruppe nella 7./SS-Infanterie-
Standarte “Germania”. La sua spiccata attitudine per la vita militare venne subito alla luce, tanto che
alla fine della guerra verrà considerato tra gli uomini della Westfalia più decorato nelle Waffen-SS. Il
battesimo del fuoco di Schreiber avvenne in Polonia nel 1939, cui fecero seguito i combattimenti nel
1940 in Francia ad Arras e lungo la Marna. Nell’agosto del 1940 arrivano le prime decorazioni: la
Croce di Ferro di seconda classe ed il
Distintivo in bronzo per assalto della
fanteria, insieme alla promozione a SS-
Rottenfuhrer. Nel 1941 il Reggimento di
Schreiber venne motorizzato e andò a far
parte insieme ad altri due Reggimenti
(Nordland e Westland) della nuova
divisione SS “Wiking”, divisione nella
quale militavano oltre che tedeschi e
austriaci, anche volontari stranieri
provenienti dal Belgio, Danimarca,
Norvegia, Svezia, Svizzera, Finlandia e
più tardi anche volontari baltici,
diventando nel corso della guerra la
Divisione delle Waffen-SS più europea.
All’inizio dell’operazione “Barbarossa” la
Wiking insieme alle divisioni corazzate
dell’esercito avanzò rapidamente nel
settore meridionale del fronte orientale,
da Lemberg a Tarnopol poi Uman e a
nord della Crimea. L’SS-Scharführer
Schreiber era a quel punto della guerra
già un esperto veterano, figura di
esempio per il suo plotone, un coraggioso
e valoroso guerriero. Nell’agosto del 1941
il comandante della sua compagnia lo
decorò con la Croce di Ferro di prima
classe. Durante la conquista di Rostov ed
i successivi combattimenti difensivi
Gustav Schreiber: ben visibili sullʹuniforme, la croce di lungo il fiume Mius, Schreiber Rimase
cavaliere, la croce tedesca in oro e la spilla per il
ferito. Al comando della Divisione c’era il
combattimento corpo a corpo in oro.
carismatico SS-Gruppenfuhrer Felix
(Bundes Archiv Bild 101III-Jarolin-014-24)
Steiner, il quale riceverà “Le Spade”
dopo l’offensiva nel Caucaso nell’estate del 1942. Nel dicembre del 1942 la Wiking si ritrovò trincerata
lungo il fiume Mius ed al comando del II° Battaglione del Germania venne nominato lʹSS-Hstuf. Hans
Juchem. Con il suo viso da fanciullo non venne preso all’inizio troppo sul serio dai suoi soldati,
induriti da tante battaglie. Ma durante le settimane successive dovettero ricredersi e Juchem ricevette
rispetto ed ammirazione dai suoi uomini in quanto partecipò in prima persona e da esempio a molti
combattimenti corpo a corpo arrivando addirittura a essere decorato con la Spilla in oro per il
combattimento corpo a corpo e la Croce di Cavaliere (postuma) dopo un’eroica azione di guerra a
Izjum nell’estate del 1943, azione durante la quale trovò la morte. Pur essendo soltanto un SS-
Scharführer Schreiber ed un comandante di plotone, aveva comunque accumulato numerosi giorni di
combattimento corpo a corpo durante i combattimenti difensivi lungo il Mius e a Stalino. Al suo
plotone vennero assegnati spesso compiti difficili,
come difendere importanti crocevia stradali o
posizioni trincerate di vitale importanza. In tutti
questi compiti a lui assegnati Schreiber si comportò
sempre con grande coraggio, senso del dovere
dimostrando innegabili doti di Comando. Il 2
dicembre del 1943 Schreiber venne decorato con la
Croce di Cavaliere, per essersi comportato
valorosamente nell’immediato contrattacco lungo la
linea difensiva Karkov-Poltava. Il 1° novembre era
stato già promosso al grado di SS-Hauptscharführer
e dopo solo 5 giorni dal 2 dicembre ricevette con
grande sorpresa anche la Spilla in oro per il
combattimento corpo a corpo, meritandosi una
citazione del suo comandante come esempio di
valore e di abnegazione.
La sacca di Korsun-Cerkassy
Conquistata Kiev e consolidata la testa di ponte sul
fiume Dnieper, i sovietici si prepararono ad una
nuova grande offensiva. L’attacco per la nuova
offensiva venne fissato per il 25 gennaio del 1944: le
Gustav Schreiber forze sovietiche ammassate ad ovest del saliente di
(Bundes Archiv Bild 101III-Jarolin-014-25) Cerkassy, dopo un fuoco di preparazione
dell’artiglieria e sostenuti dall’aria da centinaia di aerei, attaccarono. L’assalto nemico si sviluppò
lungo due direttrici, che dovevano confluire sulla posizione di Shenderovka. L’attacco riuscì e chiuse
in una sacca circa 53.000 uomini, compresa la SS-Panzer-Grenadier-Division “Wiking”. All’interno
della sacca erano rimasti intrappolati il XLII.Armee-Korps della 1.Panzer-Armee e l’11.Armee-Korps
dell’8.Armee. Inoltre erano presenti unità dell’8.Flieger-Korps. L’Armata Rossa aveva a disposizione
12 Divisioni incluse formazioni di élite e di provata esperienza ma nonostante queste soverchianti
forze gli uomini all’interno della Sacca respinsero tutti gli assalti animati anche dalla speranza che i
reparti corazzati accorsi in loro aiuto avrebbero prima o poi spezzato l’accerchiamento. Quando il 16
febbraio 1944 si diffuse tra i soldati la parola d’ordine: libertà (Freiheit!), tutti capirono che quella era
l’ultima opportunità per sfuggire dalla sacca di Cerkassy e malgrado una temperatura di 15 gradi
sottozero e 60 centimetri di neve gli uomini erano pronti a vendere cara la pelle pur di sfuggire da
quell’inferno. La parola d’ordine arrivò quando i reparti mandati in soccorso erano a soli pochi
chilometri dalla Sacca e a pronunciarla fu il GeneralFeldmarschall von Manstein, comandante in Capo
e responsabile del Gruppo di Armate operante in quel Settore del fronte russo. Sul fianco sinistro
dell’area un piccolo gruppo di uomini si preparò per l’operazione di sfondamento: furono distribuite
le rimanenti munizioni, le bombe a mano ed ogni uomo si attrezzò come meglio poteva con ogni sorta
di arma utile per il corpo a corpo. L’SS-Hauptscharführer Schreiber guardò i suoi uomini, facce
emaciate, sporche e barbute; in tutti quei giorni non una sola interruzione dei combattimenti ed il suo
plotone della 7.Kompanie dellʹSS-Panzer-Grenadier-Regiment Germania si era ridotto a soli 24 uomini,
tutti comunque dei veterani che avevano combattuto lungo i fiumi Mius, Terek e a Kiev, totalizzando
dozzine e dozzine di giorni di combattimento. Schreiber, che già era stato decorato con la Croce di
Cavaliere e la Spilla in oro per il combattimento corpo a corpo, si trovava ad essere tra quei pochi
soldati di fanteria più decorati operanti in quel settore del fronte. La battaglia per uscire dalla sacca di
Cherkassy durò fino al 18 febbraio del 1944. Per meglio coordinare le operazioni all’interno della
sacca, venne creato un comando unico per tutte le forze tedesche, assegnato al Generale
Stemmermann. Contemporaneamente venne organizzato un ponte aereo dalla Luftwaffe, ma il cattivo
tempo e l’aggressività dei caccia sovietici, resero difficili le operazioni aeree. Malgrado tutto in 15
giorni di voli sulla sacca si riuscirono a lanciare 2.026 tonnellate di materiale e a riportare indietro
2.835 feriti. Schreiber, veterano di tante battaglie, era abituato a combattere contro un nemico
notevolmente superiore sia in uomini che in mezzi e quando il 16 febbraio del 1944 arrivò la parola
d’ordine: libertà, si preparò con i suoi uomini a combattere per uscire dalla trappola di Cerkassy. Alle
23,00 iniziò la manovra di rottura contro le posizioni sovietiche a nord e a sud di Shenderovka; la
rottura ebbe successo e si concluse, come già detto il 18 febbraio con il ricongiungimento con le unità
tedesche poste al di fuori dalla sacca. I reparti tedeschi difesero la testa di ponte fino al 19 mattina, per
permettere agli ultimi fuggitivi di mettersi in salvo. Il bilancio finale fu di 35.000 uomini salvati
dall’annientamento mentre 18.000 finirono invece inghiottiti nella sacca. Tra i prigionieri anche l’SS-
Hauptscharfuhrer Gustav Schreiber insieme a 13 superstiti del suo plotone. Schreiber passò sei anni di
prigionia nei campi di concentramento sovietici e tornò in Patria nel 1950. Morì il 5 marzo del 1995
nella sua città natale Selm nella Vestfalia settentrionale.
Decorazioni
Croce di Ferro di II classe
Croce di Ferro di I classe
Croce tedesca in oro
Croce di Cavaliere il 2 dicembre 1943
Spilla per il combattimento corpo a corpo in bronzo nel 1943
Spilla per il combattimento corpo a corpo in argento nel 1943
Spilla per il combattimento corpo a corpo in oro il 7 dicembre 1943
Distintivi
Distintivo in argento per assalto della fanteria
Distintivo per feriti di guerra in nero
Documenti
Christian Tychsen(1) è probabilmente il più conosciuto e valoroso comandante di mezzi corazzati della
SS-Panzer Division “Das Reich.” I seguenti documenti dettagliano le motivazioni che gli valsero la
concessione della croce di cavaliere ed in seguito delle fronde di quercia(2). Il 14 ottobre 1942, il Panzer
Abteilung divisionale della Das Reich fu espanso a livello di reggimento. Con lʹintegrazione del già
esistente II./Langemarck di Tychsen come nuovo II.Abteilung, una settimana dopo egli venne
confermato come comandante del nuovo reparto corazzato(3). Tychsen venne subito dopo inviato a
seguire un corso per comandanti di reparti corazzati presso una scuola dellʹesercito dal 26 ottobre
allʹ11 novembre 1942, precisamente alla Heeres Panzertruppen Schule di Wünsdorf. Decorato con la
croce di cavaliere su raccomandazione del comandante divisionale Walter Krüger dopo gli intensi
combattimenti per Kharkov, la proposta per la decorazione, inoltrata da Herbert Vahl, riferiva le
seguenti parole(4):
Tychsen guidò la sua unità dentro la città e bloccò le forti colonne nemiche. Durante la notte successiva coprì la
ritirata della divisione con la sua unità evitando i settori già occupati della città. La sua decisione di impegnarsi
nei combattimenti per le strade, senza riguardo per la sua stessa incolumità, permise ai restanti reparti della
divisione di ripiegare in buon ordineʺ.
nemici. Durante la ritirata verso il fiume Dnieper, lʹunità di Tychsen ricevette lʹordine di rallentare il nemico
con i suoi pochi carri rimasti, così da permettere il ripiegamento della fanteria meccanizzata. Questa missione in
retroguardia durò diversi giorni e Tychsen riuscì anche ad evitare la cattura di alcuni suoi carri danneggiati da
parte del nemicoʺ.
Christian Tychsen riceve le fronde di quercia da Hitler. Lʹaiutante del Führer alle sue spalle é Fritz Darges.
Questʹultimo fu decorato con la croce di cavaliere con il Panzer Regiment della Wiking (Collezione
M.C.Yerger).
Trasferito in riserva con la maggior parte dei reparti della Das Reich nel dicembre del ʹ43 per una
nuova riorganizzazione, Tychsen rimase al comando del Panzer Regiment. Durante le battaglie in
Normandia, in seguito al ferimento di Heinz Lammerding, Tychsen assunse il comando della Das
Reich il 26 luglio 1944, mentre Rudolf Enseling assunse il comando del Panzer Regiment. Due giorni
dopo Tychsen rimase ucciso dopo essere stato catturato quando una avanguardia corazzata americana
attaccò il comando divisionale allʹincrocio di Trelly in Francia(6). Allo stato maggiore della divisione
non sapevano se il loro comandante fosse rimasto ucciso o catturato, per cui il suo successore, Otto
Baum, tentò invano di negoziare il suo rilascio offrendo 50.000 Reichsmark come riscatto!!!
Straordinariamente coraggioso e capace, Christian Tychsen fu uno dei più valorosi comandanti di
reparti corazzati e contribuì notevolmente ai successi della Das Reich. Venne definito uno dei più
prolifici distruttori di carri nemici in tutta la Waffen SS. La sua memoria fu onorata da un gruppo di
veterani intitolato con il suo nome, composto da ex-soldati che avevano combattuto ai suoi ordini.
Note
Christian Tychsen nacque il 3 dicembre 1910 a Flensburg. Tychsen entrò nelle SS nel dicembre 1931, nella 50.SS-
(1)
Standarte. Venne in seguito trasferito alle SS/VT nellʹottobre del 1934. Dallʹottobre del 1936 al dicembre del 1938 fu
comandante di plotone nel Bataillon ʺNʺ, e poi comandante della 1.Kompanie dello stesso. Quando il Battaglione
ʺNʺ venne disciolto Tychsen assunse il comando della 1.Kradschützen-Ersatz Kompanie. Lʹunità nellʹaprile del ʹ40
divenne la 3a compagnia esploratori. Nel febbraio del 1941 la sua unità venne assorbita dal Kradschützen
Bataillon sempre come 3.Kompanie, con Tychsen sempre al suo comando. Nel gennaio del 1942 assunse il
comando del Krads. Btl. Il 12 febbraio 1942 rimase ferito in combattimento e fu ricoverato a Braunschweig fino al
maggio del ʹ42. In seguito ottenne il comando del II./Langemarck e lo mantenne fino a quando questa unità
divenne il II./Pz. Rgt. nellʹottobre del ʹ42.
(2)Lʹistituzione della Croce di Ferro (Eisernes Kreuz) risale al periodo delle guerre napoleoniche durante la lotta
per lʹindipendenza della Prussia e rimase negli anni successivi la principale decorazione delle forze armate
prussiane e tedesche. La decorazione veniva concessa ai soldati di ogni arma e grado. Esistevano due classi, 1a
classe (EK I Klasse) e 2a classe (EK II Klasse).
Per le cariche più alte esisteva invece la Gran
Croce (GrossKreuz). Con lʹinizio della seconda
guerra mondiale, Adolf Hitler modificò
lʹordinamento della decorazione ed
ovviamente il suo aspetto. La Croce di ferro
del 1939 si distingueva dalle precedenti
versioni per la presenza della croce uncinata al
centro (al posto della corona prussiana) e per
lʹindicazione dellʹanno di istituzione (1939)
nella parte inferiore. I gradi della decorazione
diventarono quattro: alla 1a classe, 2a classe e
Gran Croce venne aggiunta la Croce di
cavaliere (Ritterkreuz des Eisernen Kreuzes),
che come la Gran Croce andava portata al collo
con un nastro (di 45mm di larghezza) con i
colori del Reich: nero, bianco e rosso. La
concessione delle varie decorazioni era
strettamente graduale, nel senso che si poteva
ricevere un grado della Croce di ferro solo se si
possedeva già il precedente. Questo
significava che per ricevere ad esempio la
Croce di cavaliere, non bastava essersi distinti
in combattimento, ma era necessario possedere
già la Croce di Ferro di 1a e 2a classe. In
particolare la Ritterkreuz era assegnata per:
ʺatti di eroismo particolarmente decisivi per lo
svolgimento dei combattimenti uniti a grande
determinazione personaleʺ. Hitler in persona
ordinò che il popolo tedesco doveva
Tychsen manifestare gratitudine verso i decorati con la
Ritterkreuz. La croce di ferro e la croce di
cavaliere erano molto simili in apparenza, ma erano facilmente distinguibili per come venivano portate
sullʹuniforme. La croce di ferro veniva ʺappuntataʺ sul lato sinistro dellʹuniforme. Quando veniva concessa quella
di 1a classe, quella di seconda veniva rappresentata con un piccolo nastro attaccato al secondo bottone della divisa
partendo dallʹalto. A causa del protrarsi del conflitto, vennero istituiti a partire dal 1940, gradi superiori alla Croce
di cavaliere. Il 3 luglio 1940 vennero istituite le ʺFronde di querciaʺ (Eichenlaub), tre foglie di quercia in argento
da apporre sullʹocchiello che reggeva la croce di cavaliere. Il 21 giugno 1941 fu la volta delle ʺfronde di quercia
con spadeʺ (Eichenlaub und Schwerten), due spade incrociate sotto le fronde. Il 15 luglio 1941 si aggiunsero i
brillanti (Ritterkreuz des Eisernes Kreuzes mit Eichenlaub, Schwerten und Brillanten.
(4) “Vorschlagsliste Nr. 2 für die Verleihung des Ritterkreuzes des Eisernen Kreuzes”, datata 1° marzo 1943.
(5) “Vorschlag für die Verleihung des Eichenlaubes zum Ritterkreuzes”, datata 2 Dicembre 1943.
Rimase ucciso mentre viaggiava a bordo di una kubelwagen con il suo autista ed un sottufficiale ed incontrò un
(6)
carro americano. Rimasto gravemente ferito nello scontro a fuoco che seguì, morì dopo la cattura. Venne sepolto
come un soldato qualunque, dopo che gli americani lo spogliarono di tutte le sue decorazioni ed i documenti di
identificazione. Solo dopo la sua tomba venne identificata.
Ricevettero la Ritterkreuz:
SS-Sturmannführer Tychsen
Formazioni SS
SS-Infanterie-Regiment 9 'Thule'
di Marco Linguardo
La nascita dell’unità
LʹSS-Sonder-Bataillon “Reitz” venne costituito a Stralsund il 24 giugno 1940 nella caserma delle SS con
reclute della classe 1921-22 ed ufficiali provenienti dal III./SS-Totenkopf-Rekruten-Standarte. Una sezione
di cannoni di fanteria fu fornita dal Reggimento Germania ed una anticarro dalla Leibstandarte SS Adolf
Hitler e dalla SS-Verfügungsdivision. Il 28 giugno, il battaglione fu rinominato Verstärktes SS-Totenkopf-
Battallion Norwegen. Comprendeva 13 ufficiali, 62 sottufficiali e 871 soldati (per un totale di 946
uomini). Da Stralsund, fu trasferito a Stettino, da dove venne imbarcato per la Norvegia. Al suo arrivo
ad Oslo, si spostò a Kirkenes, una città situata sul circolo polare. Quindi fu ribattezzato SS-Totenkopf-
Bataillon Kirkenes. La sua missione
era di copertura al settore
Jacobselven-Tana. Il 23 agosto, fu
presa la decisione di costituire un
secondo battaglione e fu formato
un reggimento combinando i due
battaglioni. Questa nuova unità
venne allestita il primo settembre
a Posen-Treskau. Era comandata
dallʹSS-Sturmbannführer Herms
ed il suo personale proveniva
essenzialmente dalla 12.SS-
Totenkopf-Standarte, dallʹSS-Ersatz-
Bataillon Der Führer (stanziato al
momento a Graz-Wetzelsdorf) e
dallʹSS-Regiment Germania. Alla
fine di settembre, il battaglione fu
Estate 1941. La SS-Infanterie-Regiment 9 (SS-IR 9) ancora copre i a sua volta trasferito in Norvegia.
fiordi di Varanger e Tana in Norvegia. Pochi mesi dopo, sarà trasferita Le due unità dovevano
in Finlandia per prender parte allʹoffensica verso Murmansk, nel sorvegliare i fiordi Tana e
settore Luostari. Varanger. Il 15 ottobre, giunse
come rinforzo una sezione di armi leggere antiaeree, ceduta dallʹSS-Fla-MG-Ers.-Kp. Arolsen (SS-Ostuf.
Fend). In aggiunta, una batteria di obici fu mobilitata da Berlino-Lichterfelde dallʹSS-Ustuf. Nickmann
dallʹSS-Art.Ers.Rgt., al fine di aumentare la loro potenza di fuoco. Il 15 novembre, il quartier generale
della 9.SS-Totenkopf-Standarte fu disciolto. La sua sezione trasmissioni fu trasferita alla SS-Totenkopf-
Standarte Kirkenes che era comandata dallʹSS-Ostubaf. Ernst Deutsch. Fu in seguito rinominata SS-
Totenkopf-Standarte 9 Kirkenes. Il 1° febbraio, un terzo battaglione fu creato sotto la supervisione
dellʹSS-Stubaf. Klein. Una settimana dopo, il reggimento cambiò il suo nome ancora una volta e
divenne la 9.SS-Standarte prima di essere rinominato SS-Infanterie-Regiment (motorizzato) il mese
successivo.
giugno, una nuova 12.Kompanie dovette essere formata a Stettino dalla SS-Wach-Kompanie
Obersalzberg, comandata dallʹSS-Hstuf. Keidel. Il 15 giugno, il reggimento fu posto sotto l’AOK
“Norwegen”. Una settimana dopo, quando le Forze dell’Asse invasero l’Unione Sovietica, esso occupò
la lunghezza della costa norvegese a Vardsö
(III./SS-IR 9), Vardö (II./SS-IR 9) e Kirkenes (I./SS-
IR 9). Allora vi erano 3.071 uomini subordinati al
Gebirgs-Korps “Norwegen” comandato dal
Generale Dietl. Il 29 giugno, questo mosse
un’azione offensiva nella direzione di Murmansk.
La SS-IR 9 non fu impegnata fino alla terza
settimana di agosto. Il 26 agosto, fu assegnata alla
2.Gebirgs-Division. Il suo primo battaglione (I./SS-
IR 9, SS-Stubaf. Deisenhofer) giunse a rinforzo
dellʹSS-IR 7. Attraversò il fiume Kairala e
raggiunse le sponde del fiume Nurmitunturi. Due
giorni dopo, combatté aspramente nella valle
Ahkioja. Il 30 agosto, attaccò le posizioni
sovietiche ad ovest di Alakurtti, respingendole
indietro e raggiungendo Tuntsajok. Fu pagato un
prezzo molto alto per questo successo: il
battaglione ebbe 52 morti e 52 feriti. Quale
risultato del combattimento, l’I./SS-IR 9 fu posto
come riserva dietro alle linee XXXVI.AK nel
settore di Luostari. Il 5 settembre, il resto del
reggimento ricevette la seguente missione:
allargare la testa di ponte ad est del fiume Liza.
L’attacco fu lanciato tre giorni dopo. Nonostante il
Interessante foto di un membro della SS-IR 9. Come
suo entusiasmo, l’II./SS-IR 9 comandato dallʹSS-
gran parte dei suoi camerati, indossa la testa di
morto ereditata dalla SS-Totenkopfverbände. La sua
Stubaf. Herms lamentò pesanti perdite
compagnia è la 13.(IG)Kp./SS-IR 9. confrontandosi con le posizioni saldamente
stabilite dai sovietici sulla collina 129. Il III./SS-IR
9 comandato dallʹSS-Stubaf. Dusenschön prese la collina 173.7. Un contrattacco sovietico spinse
indietro il II./SS-IR 9, mentre anche il III./SS-IR 9 venne condotto indietro ad est di Lopatkina ed il suo
comandante rimase ferito. In questo modo
l’intero fianco sinistro della 2.Gebirgs-
Division risultò minacciato. Un contratto dei
Gebirgsjäger appoggiato dal
I./Geb.Jg.Rgt.137 permise di tenere lontano
il nemico. Il 9 settembre, il Gruppe
“Deutsch” si riunì dietro la collina 173.7. Il
II./SS-IR 9 fu rilevato dal Pi-Btl.82. Nei
giorni seguenti, la 2.Gebirgs-Division
continuò l’attacco, ma senza giungere a
risultati apprezzabili. Il 19 settembre, il
Gerbirgs-Korps “Norwegen” fu
definitavemnte bloccato sulla strada per
Murmansk e dovette costruire delle
Convoglio della 13.Kp./SS-IR 9.
posizioni difensive. Tra il 20 ed il 23
settembre, il I./SS-IR 9 partecipò all’operazione di rastrellamento ad est del fiume Liza nelle retrovie
Fronte di Leningrado
Da Tallinn, raggiunse Narwa. Il 20 dicembre, fu subordinato allʹHeeresgruppe “Nord” e posto in
riserva della 18a Armata. Al fine di incrementare le forze delle compagnie, il II./SS-IR 9 fu disciolto ed i
suoi uomini divisi tra le altre unità del reggimento. Perciò il giorno di Natale, lʹSS-IR 9 (motorizzato)
“Thule” aveva la seguente struttura:
Stab, Stabs-Kp.
I.Btl. (SS-Hauptsturmführer Kiklasch)
III.Btl. (SS-Hauptsturmführer Spanka)
13.(IG)Kp. (SS-Obersturmführer Förster)
14.(Pz.Jg.)Kp. (SS-Hauptsturmführer Schulz)
15.(Pi.)Kp. (SS-Obersturmführer Kinzler)
Bibliografia
Martin Månsson, Charles Trang, ʺThule SS-Infanterie-Regiment 9ʺ, Heimdal 2008
RICERCA DI MATERIALE
Tutto ciò che riguarda i decorati della croce tedesca in oro della Polizia e della SS per la realizzazione di un libro
(Bender Publishing USA) in particolare sulla “Totenkopf” e la “Wiking”. Foto (con o senza la croce tedesca in
oro), attestati di conferimento per ogni decorato della croce tedesca in oro (Croce di ferro, Distintivo per feriti o
altro). Foto di comandanti di reparto e 1.Generalstabsoffizier. Solo materiale inedito e non pubblicato in altri libri.
Le foto devono essere stampate o in formato digitale con una risoluzione minima di 300 dpi.
Ricordi di guerra
Cirillo Covallero
Un volontario italiano nella 4a divisione SS-Polizei
a cura di Massimiliano Afiero
Seconda parte(1)
Breve riassunto della prima parte: Cirillo Covallero, classe 1922, prima alpino, poi dopo lʹ8 settembre 1943
finì per essere arruolato suo malgrado nella divisione SS Polizei (nella compagnia riparazioni) e trasferito in
Grecia. Nel 1944, seguì la ritirata della divisione attraverso i Balcani….
Partiti da lì siamo arrivati a Vienna, una bellissima città, ma ero senza soldi e senza documenti con la
divisa da “esse esse polizai” (SS-Polizei, ndr). Potevo entrare ovunque in tram, in prima classe. Sono
stato lì due giorni…..c’erano molti ufficiali di tutte le armi e li salutavo e loro contraccambiavano il
saluto. Ho incontrato anche un soldato
vestito di nero che portava nel petto la
croce di ferro (che era un’alta onorificenza
dei combattenti) e io non ho fatto il saluto
e questi mi ha rimproverato in modo
minaccioso, ma in questi casi facevo
capire che ero italiano e non conoscevo il
tedesco. Poi sono partito per Buchenwald.
Lì c’erano ancora dei fuochi accesi fatti
dai bombardamenti delle fortezze volanti
alleate e subito prima di entrare in
camera abbiamo fatto la doccia e messo
tutti i vestiti e la roba in una stanza a
disinfettare il tutto con i gas. Era il cinque
di settembre del 1944 e ho visto la
differenza da quando sono partito da lì a
fine novembre del 1943 .C’erano rovine
dappertutto, le caserme e i capannoni del
campo di concentramento erano stati
distrutti e ho saputo della morte della
Principessa Mafalda; non so quanti morti
ci sono stati. So che suonava spesso
l’allarme perché la direzione dei
bombardieri era verso la nostra parte.
Tutti i prigionieri venivano inquadrati,
con una guardia ogni 100 prigionieri e si
Dicembre 43, Cirillo Covallero con lʹuniforme SS fuggiva tutti in basso dove c’erano i pini
ed era terrificante vedere le formazioni di
fortezze volanti in pieno giorno. Erano migliaia e passavano parecchie volte e si fuggiva sempre dal
campo di concentramento, compresi i prigionieri…..Poi mi mandarono in Italia con altri 20 soldati,
destinazione Pinerolo. Salito sul treno a Weimar, carico di carri armati. Arrivati a Monaco di Baviera
suonò l’allarme e alla stazione furono emessi i fumogeni…A Pinerolo c’erano reparti di “esse esse”
italiani comandati da ufficiali tedeschi e da lì mi mandarono, con altri cinquanta soldati, ad Alzate di
Brianza in provincia di Como. Noi eravamo accampati in un capannone e il nostro compito era di
preparare il posto pulito in una villa, con un parco tutto recintato, che doveva servire per i
comandanti tedeschi e noi dovevamo fare la guardia. Io ero sempre con la mia divisa da tedesco….Lì
ho passato un paio di mesi, diciamo bene. I paesani ci parlavano, partigiani non ce n’erano e anche lì
avevo un’amica e mi ero comperato una stoffa per farmi un vestito da borghese.
ferrovia fino a Schio. Dietro di me c’era uno che parlava male dei “fascisti” e io che ero vestito da
soldato della Decima Mas continuavo a girarmi per paura che mi desse qualche pugnalata… Arrivato
a casa dei miei genitori, li salutai e salutai anche i fratelli e poi mi rimisi in viaggio per ritornare. Un
maresciallo delle brigate nere mi portò fino a Vicenza e mi lasciò sulla strada che portava a Treviso e ci
salutammo; era di pomeriggio e anche lì passava qualche rara macchina e tutti mi dicevano che
andavano un poco più in là perché il ponte era distrutto. Io non gli credetti e gli imposi di portarmi
fino al ponte e lo attraversai a piedi e di là trovai dei contadini con un carro trainato a buoi e salii e mi
portarono fino a Cittadella. Era venuto buio, allora andai al cinema poi andai a dormire dalle Brigate
Nere per sicurezza della mia persona e mi hanno anche dato da mangiare e da bere. Alla mattina mi
sono messo sulla strada per Treviso. Arrivato a Treviso mi sono incamminato verso Valdobbiadene. E’
passato un camion e io l’ho fermato e li c’erano anche dei civili, ma il camionista non voleva farli salire
e allora io gli ho imposto di farli salire. Allora il camion fu completo e arrivammo a Valdobbiadene.
Mi presentai al Comandante Capitano di Corvetta Buttassoni (Nino Buttazzoni, ndr) e raccontai che
ero andato a casa. Nessuna punizione e voleva anche promuovermi “Sottocapo”. Ma io rifiutai e fui
mandato a Vidor nella seconda compagnia chiamata “dei leoni” e lì incominciai l’istruzione per fare i
lanci col paracadute. Ma noi eravamo nuotatori paracadutisti e si dovevano fare i lanci in acqua. Ma
siccome era freddo non ho mai fatto lanci, ma portavo il distintivo da paracadutista. Tre paracadutisti
mi chiesero quanti lanci avevo fatto con un tono molto aggressivo. Io gli risposi : “nessuno”. Allora mi
dissero : ʺcome mai porti il distintivo?,
dove sei stato ? perché ci vogliono
almeno tre lanci per poter portarloʺ. Io
gli risposi che ero stato in Grecia nelle
“esse esse” divisione “Polizai
corrazzata”. Si sono stupiti e mi hanno
detto che potevo portarlo e siamo
andati al bar a bere e raccontai a loro
della mia permanenza nelle “esse esse”.
continuavano a chiamare: ʺDecimaʺ e anche il porta munizioni rispose: ʺDecimaʺ e un’altra raffica di
parabello fischiò nelle orecchie. Allora io cercai di piazzare il fucile mitragliatore per sparare. Il
tenente mi disse di non sparare, ma sapevo che il fucile mitragliatore quando salendo ero scivolato, si
era riempito di neve e non avrebbe potuto sparare. Infatti dopo tre colpi si é inceppato. Allora io che
avevo pratica di come farlo funzionare, mi sono levato il basco e ho asciugato con il fazzoletto un
pezzo alla volta. Asciugati tutti i pezzi li ho rimontati. L’altra metà della pattuglia gridava: ʺ…noi
scappiamo!!! Sono in tantiʺ. Nessuno di noi parlava allora io dissi: ʺ…apro il fuoco e voi uno alla volta
cercate di fuggire!ʺ e così si è fatto. Il fucile mitragliatore ha incominciato a cantare, sparavo alla cieca
perché non vedevo nessuno e poi dopo l’ultima raffica mi sono lasciato scivolare sul sentiero dove si
poteva correre. Questa azione mi ha portato bene in seguito perché la Decima non era per combattere
contro i partigiani. Quando è arrivato
l’ordine di andare a Selva di Tarnova il
comandante Buttassoni ha chiamato a
rapporto tutti i comandanti del battaglione
N.P. Uno si è opposto dicendo che noi
eravamo fatti solo per andare al fronte e
allora il Comandante Buttassoni gli disse di
tacere altrimenti gli avrebbe sparato, ma lui
continuava a parlare e allora il comandante
gli sparò in faccia. Io ero a Vidor quando è
arrivata questa notizia di andare a Selva di
Tarnova e che il comandante Buttassoni
aveva ammazzato uno. Sono stati processati
e così anche il mio comandante della
seconda compagnia non è venuto a Selva di
Tarnova e il comando lo ha preso il Tenente
con il quale eravamo sul monte alle prese
con i partigiani….
di Gorizia nella caserma dove ero col nono reggimento alpini, stessa camerata, priva di letti. Abbiamo
scaricato la roba e io e il mio compagno l’abbiamo messa in un angolo della camerata quella della
prima compagnia , in un altro angolo quella della seconda e in un altro angolo ancora quella della
terza. Eravamo in sei con il mutilato della decima, tenente Remo Venturi, il quale disse che sarebbero
bastati due a fare la guardia e che non dovevamo rubare niente fra di noi.
….il giorno dopo siamo andati a Selva di Tarnova col camion a portare un pasto caldo e viveri al
nostro Battaglione che aveva liberato un altro battaglione della Decima Mas, mezzo distrutto dai
partigiani di Tito. Ma non voglio raccontare quello che ho visto. I miei compagni mi dissero che la
strada di montagna era stretta e su una curva c’era una mina segnalata e scoperta e io sono sceso a
segnalarla al conducente del camion, indicando se poteva passare. Per fortuna ce l’ha fatta a passare
piano piano, ma penso ancora adesso se non ce l’avessimo fatta non sarei qui a scrivere. Arrivati sul
posto, l’autista del camion ci disse che dovevamo ritornare subito indietro a piedi. Io e il mio
compagno sardo avevamo paura e allora ogni tanto buttavamo una bomba a mano di quelle
rumorose. Passato il paesino continuavamo a buttare qualche bomba finchè abbiamo visto un posto di
blocco tedesco che ci guardava col cannocchiale.
…Qualche giorno giorno dopo è venuto l’ordine di tornare noi a Vidor e il resto del battaglione a
Valdobbiadene. Con il camion e rimorchio siamo partiti in cinque in cabina e si vedeva bene la strada
sebbene incominciasse a diventare buio. Dovevamo essere per le venti a Canale, un Paese lungo il
fiume Isonzo. Abbiamo passato un posto di blocco tedesco, ma non ci dissero che più avanti il ponte
era distrutto e bisognava girare piano a destra. La strada era bella larga, asfaltata lungo il fiume Isonzo
e l’autista che si chiamava Maffettone era bravo ma spericolato e gli hanno anche dedicato una
canzone. Era diventato buio e anche con i fanali accesi non si vedeva più la strada e si viaggiava
abbastanza veloci. L’autista fece una frenata facendo testa coda, noi fummo sbattuti di qua e di là nella
cabina. Il rimorchio con le ruote e le ruote posteriori del camion si sono fermate in fondo al ruscello.
Noi eravamo tutti ammaccati, ma illesi. Il camion non riusciva a risalire la china e allora due compagni
sono andati verso il posto di blocco tedesco per chiamare soccorso, mentre io mi sono spostato al di là
del ponte per fare la guardia. Era diventato buio pesto e il tempo non passava mai, non si vedevano
ritornare quelli che erano andati a chiedere soccorso ai tedeschi. Erano passate un paio d’ore e non si
vedeva nessuno e non si sentiva niente. Silenzio assoluto. A un certo punto sento dei passi venire
avanti; gli do il chi va là? E mi sento rispondere ʺDecimaʺ e io gli risposi: ʺDecima alto làʺ. Riconosciuti
con la parola NP, era l’avanguardia del battaglione che vedendo che non eravamo giunti per le venti
erano partiti a piedi e subito dopo sono arrivati anche quelli che erano andati a chiamare soccorso dai
tedeschi. Con un altro camion e la forza delle braccia del battaglione siamo riusciti a tirar fuori il
camion e anche il rimorchio. Rimesso in strada l’autocarro siamo saliti tutti e ritornati a Vidor e
Valdobbiadene. Voglio ricordare che io e i miei compagni facevamo addestramento per fare un lancio
in acqua, ma era freddo….Quei quattro mesi passati nella Decima Mas sono stati molto
movimentati….
Note
La prima parte dellʹarticolo é stata pubblicata sul numero 25 della rivista Volontari (Nov/Dic. 2008), con la
(1)
Estratto dalla testimonianza ʺin maniche di camiciaʺ, 4 marzo 2003. Per avere una copia completa della
testimonianza, basta inviare una email al signor Giorgio Prandina: giorgio@witcom.com
Nella precedente puntata(1) abbiamo iniziato ad affrontare il tema delle armi anticarro partendo
dallʹanalisi dello sfortunato Panzerbüchse 38 e del suo successore, il Panzerbüchse 39. Abbiamo poi
visto come questʹultimo fucile, nonostante le buone caratteristiche ed un esordio tutto sommato
positivo, confermato anche dallʹalto numero di unità prodotte, si sia rivelato inefficace a partire dalla
seconda metà del 1941. Infatti, nel
luglio di quello stesso anno e con
grande stupore per i tedeschi,
apparve sul fronte russo il
famigerato T34, la cui corazza
frontale di ben 47mm. rese vano ogni
utilizzo del PzB 39(2). Infine, abbiamo
accennato alle diverse strade
intraprese dalla Germania allo scopo
di fronteggiare con tempestività la
crescente minaccia dei carri sovietici
in attesa di una soluzione definitiva,
Il Granatbüchse 39. Notare lʹadattatore Schiessbecher montato il Panzerfaust, in grado di sostituire
sulla volata per il lancio di granate modello Große gli obsoleti fucili anticarro e
Gewehrpanzergranate. (MoD Pattern Room) contrastare con efficacia le pesanti
corazze dei carri moderni. Andiamo dunque a vedere, tra le molte soluzioni, quali abbiano interessato
più da vicino le Waffen SS e la loro attività.
Ne è un esempio lʹOperazione Market Garden, in occasione della quale alcune unità di addestramento
della 16.SS-Panzergrenadier Reichsführer, aquartierate ad Arnhem fecero ricorso ad alcuni PzB 39 per
contrastare la 1a Divisione Paracadutisti Britannica, rivelandosi molto efficace contro le corazze dei
veicoli leggeri di supporto alla fanteria dellʹaria atterrati grazie agli alianti.
già in dotazione, spinse le SS a percorrere questa strada in maniera autonoma ed indipendente. Grazie
al controllo di alcune fabbriche di armamenti in Cecoslovacchia, le SS intrapresero progetti di ricerca
separati che diedero vita a due tipi di granate anticarro molto potenti: la SS-Gewehrpanzergranate 46
e la SS-Gewehrpanzergranate 61, in grado di penetrare rispettivamente corazze da 90mm. e 125mm.
Inoltre le SS prestarono particolare attenzione agli studi della Bergmann & Co., madre del mitra
leggero MP35, che a partire dal 1943 stava lavorando ad un nuovo tipo di granata a due stadi, la
Doppelschußgranate, ad alta capacità di penetrazione: ben oltre i 150mm. SS-Gewehrpanzergranate 46
e 61 e Doppelschußgranate furono tutti progetti validi, in grado di costituire ottime alternative in
Il PzB M SS 41, sviluppato per conto delle SS dalla Zbrojovka di Brno . (MoD Pattern Room)
mancanza di Panzerfaust la cui produzione, seppur ragguardevole, non riuscì a tener testa alle
esigenze belliche. Purtroppo, come per altri progetti tedeschi allʹavanguardia, anche per lʹattività di
ricerca e sviluppo di armamenti delle SS il tempo fu tiranno: mentre le SS Gewehrpanzergranate 46 e
61 riuscirono ad entrare in produzione nel tardo 1944, seppur in modeste quantità, la
Doppelschußgranate non superò la fase dei test e non riuscì a raggiungere la produzione.
allʹattività dellʹHeereswaffenamt, decisero di scommettere sulla tecnologia basata sul fucile, dando
vita al progetto denominato Panzerbüchse M SS 41. Potendo infatti contare sul controllo della della
Zbrojovka, una fabbrica di armi a Brno in Cecoslovacchia, le SS ebbero la possibilità di sviluppare e
realizzare propri progetti per armamenti anticarro. Questa fabbrica fu incaricata di sviluppare proprio
il Panzerbüchse M SS 41(6), il quale, su ordine delle SS, doveva essere in grado di far fuoco con
munizioni modello Patrone 318 (7.92x94mm.), già utilizzate per gli altri fucili anticarro dellʹesercito
tedesco. Gli ingegneri della Zbrojovka, che già prima della guerra si erano occupati di armi anticarro
di tipo “bullpup”(7), dimostrarono il loro talento dando vita ad unʹarma di tutto rispetto, compatta
(127cm.), leggera (12,9Kg.), con un rateo di fuoco teorico di 70 colpi al minuto. Lʹarma, sia per
desiderio delle SS che per le sue
caratteristiche, risultò adatta contro
veicoli corazzati leggeri e per lʹimpiego
allʹinterno di postazioni statiche.
Tuttavia sia lʹutilizzo che la
produzione non furono cospicue:
allʹincirca un migliaio di unità, poche
se si pensa che il solo PzB 39 raggiunse
le 37.000 unità. Probabilmente anche il
PzB M SS 41, seppur valido come
progetto, smise di costituire una
priorità anche per le SS nel momento
in cui, una volta ottenuto il battesimo
del fuoco nel 1942, nuove tipologie di
armamenti lasciavano ormai
intravedere orizzonti migliori.
Note
(1) La prima parte di questʹarticolo é stato pubblicato sul numero 25 della rivista Volontari.
occorre precisare che la corazza frontale del T34 era inclinata di 45° allo scopo di deviare la traiettoria rettilinea
(2)
dei proiettili. In questa maniera si aumentava la capacità di resistenza della corazza, al punto che uno spessore
inclinato di 47mm. poteva garantire una protezione equivalente a quella di una lastra dʹacciaio di ben 90mm. in
posizione verticale.
questo adattatore, che veniva applicato allʹestremità della canna, poteva essere utilizzato anche con fucili
(3)
la Große Gewehrpanzergranate, granata anticarro ad alto potenziale basata sul principio della carica cava (che
(4)
analizzeremo nel dettaglio quando ci occuperemo del Panzerfaust), era solo una delle granate che potevano
essere lanciate dal Granatbüchse.
ci riferiamo in tal senso alle esperienze del Panzerbüchse 40 (W) della Walther, prodotto in soli 6 prototipi nel
(5)
1941; al Panzerbüchse 40 (G) della Gustloff, prodotto anchʹesso in soli 5 esemplari nel 1941; al Panzerbüchse 40
(K) della Krieghoff di cui ne furono prodotti, nel 1941, 7 prototipi; infine allʹunico prototipo della Mauser
prodotto nel 1941 denominato Panzerbüchse 41.
occorre precisare che la Zbrojovka di Brno si occupò dello fase progettuale e di realizzazione dei primi prototipi
(6)
del PzB M SS 41, mentre la produzione in serie fu affidata alla Solothurn in Svizzera per scongiurare, con buona
probabilità, possibili sabotaggi da parte della manodopera ceca.
con il termine “bullpup” si fa riferimento ad una tipologia di armi in cui la parte che racchiude il sistema di
(7)
sparo (otturatore, sistema di scatto, caricatore) è posta dietro al grilletto e allʹinterno del calcio, costituendo con
questʹultimo elemento una specie di corpo unico. Questo sistema permette di privilegiare la lunghezza della
canna senza pregiudicare le dimensioni generali dellʹarma ed il suo peso.
Bibliografia
“German Anti-Tank Weapons: Panzerbüchse, Panzerfaust and Panzerschreck” di G. de Vries e B.J. Martens, edito da
Special Interest Publicaties BV.
“The Encyclopedia of Weapons of World War Two” di Chris Bishop
“Weapons and Fighting Tactics of the Waffen SS” di dr. S. Hart e dr. R. Hart, edito da Brown Packaging Books Ltd
“German Infantry Weapons – vol.1” edito da Desert Publications
“German Anti-Tank Guns” di Haupt Werner
Documenti
Ottomar Anton
Il fascino del manifesto
di Harm Wulf
Ottomar Anton (1895-1976) nasce il 15 dicembre 1895 ad Amburgo. Tra il 1912 e il 1913 frequenta la
scuola d’arte decorativa di Amburgo e completa la sua formazione all’interno della Società del
manifesto artistico Arno Kypke. Intraprende viaggi di studio in Norvegia, Spagna ed Italia. Nominato
nel 1935 professore di arti grafiche, si consacra al manifesto artistico settore in cui si fa subito
conoscere vincendo diversi concorsi. Disegna centinaia di poster su commissione di compagnie aeree e
di navigazione quali la Hamburg-Amerika
Line (HAPAG), la Deutsche Afrika Line ed
anche per la Cunard Line. Le scene di
viaggio sono rappresentate in un
accattivante stile, sognante ma al tempo
stesso moderno: le navi superano
maestosamente gli oceani, i dirigibili
Zeppelin solcano il cielo spettacolari e
veloci. Viene considerato un maestro della
grafica per la composizione e l’uso dei
colori assolutamente innovativo. Durante
il Nazionalsocialismo realizza numerosi
manifesti politici particolarmente per le
SS, la Waffen SS e la gioventù hitleriana
che diventano famosi per il loro stile
originale. Tra i tanti citiamo il famosissimo
bando di arruolamento della Waffen SS
del 1941 con il ritratto
dell’Obersturmführer Klemens Behler che
sarà decorato con la Ritterkeuz il 17 marzo
1945 (l’esemplare epopea di Klemens
Behler 1921- 1998, iniziata con
l’arruolamento nella Leibstandarte Adolf
Hitler e terminata il 10 ottobre 1998, è
raccontata dettagliatamente al sito
http://de.metapedia.org/wiki/Klemens_Be
hler). Il manifesto, un’icona della Waffen
Manifesto dedicato alla Leibstandarte SS, sarà diffusissimo nei vari centri di
arruolamento. Nell’agosto del 2007 il settimanale tedesco Stern lo inserirà nella copertina insieme al
volto dello scrittore e premio Nobel per la letteratura nel 1999 Günter Grass che, dopo un silenzio
pluridecennale, aveva dichiarato in unʹintervista al giornale Frankfurter Allgemeine Zeitung, di aver
combattuto durante la guerra nella 10.SS-Panzer-Division ʺFrundsbergʺ delle Waffen-SS, come
volontario. Lo scrittore, censore intellettuale e morale degli ultimi sessant’anni, racconterà l’esperienza
nel libro autobiografico “Sbucciando la cipolla” - Edizioni Einaudi 2007 - uscito in contemporanea con
l’intervista. Nel 1938 Anton disegna un cartellone pubblicitario per il Mein Kampf senza menzionarne
il titolo; la scritta dice “Il Libro. La fonte di potenza della Nazione”. Altri lavori grafici (Auch du! – Anche
tu! del 1938 eseguito per lʹ“SS-Hauptamt-Ergänzungsamt der Waffen-SS”, Gerade du! (Proprio tu!),
vengono dedicati dal Prof. Ottomar Anton ai ragazzi della Hitlerjugend che aderiranno in massa
all’appello per arruolarsi in tutti i corpi militari ma specialmente nella 12. SS Panzer Division
“Hitlerjugend”. Altri manifesti di Anton vengono sottotitolati nelle varie lingue dei volontari europei:
francesi: “Coude a coude contre lʹennemi commun” del 1942, fiamminghi: ”De Waffen-SS roept u
beschermt ook gij uw vaderland” del 1942, perfino russi: il manifesto inserito nella galleria dice: “Pensa al
tuo futuro! Diventa un membro delle Waffen SS”. Pochissimi originali di questi lavori politici sono stati
conservati per ovvie ragioni: solo qualcuno può essere visionato nel sito del Deutsche Historisches
Museum di Berlino (http://www.dhm.de/). Molti lavori del Professor Ottomar Anton sono stati inseriti
nel sito SS Relics (http://www.ssrelics.net/ss-propaganda.htm) che ringraziamo per le informazioni e
la cortesia. Dopo la guerra lavora per numerose ditte tra cui la “4711 Cologne” e la “Adler”. Diviene
professore alla Scuola d’Arte di Brema.
I suoi lavori sono anche oggi molto apprezzati e ricercati dai collezionisti che spendono per i suoi
manifesti cifre altissime, anche migliaia di dollari o euro (vedi articolo “Un manifesto e la sua storia”
in http://www.redok.de/content/view/176/40/). Il suo logo, che appare in tutti i suoi lavori è “O
Anton” talvolta sotto appare la scritta Hamburg. Ottomar Anton muore nel 1976 ed è sepolto nel
cimitero Ohlsdorf di Amburgo insieme a molti altri artisti. Tutti i lavori disponibili del Prof. Ottomar
Anton saranno inseriti nella Galleria d’Arte Thule che già ha reso accessibili diversi artisti che
militarono nella Waffen SS o che ne illustrarono le gesta: ricordiamo che nel sito c’è la più grande
collezione di lavori dell’ufficiale delle SS italiane Gino Boccasile, le opere dell’artista Wolfgang
Willrich di cui molti dedicati a volontari Waffen SS, i quadri del milite Waffen SS Wilhelm Petersen ed
il magnifico dipinto di Ernst Krause “Decorati di Croce di Cavaliere della Leibstandarte Adolf Hitler”
del 1942 vedi http://www.galleria.thule-italia.com/ . Segnaliamo ai lettori della rivista Ritterkreuz
anche il sito Die Ritterkreuzträger der Deutschen Wehrmacht und Waffen-SS (Decorati con la Croce di
Cavaliere dell’esercito tedesco e Waffen SS) http://www.ritterkreuztraeger-1939-45.de/ in cui è
possibile trovare le biografie dei 1554 decorati tra cui anche quella di Klemens Behler.
Manifesti
ʹAnche tuʹ, propaganda per la Hitlerjugend Proprio tu!, altro manifesto per la Hitlerjugend