Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Per aderire allʹAssociazione e ricevere la pubblicazione Ritterkreuz (in formato PDF via email) basta
semplicemente fare una donazione libera per lʹanno solare in corso. Per coloro invece che desiderano
ricevere una copia stampata della rivista (52 pagine, 4 pagine a colori), cadenza bimestrale, dovrebbero
gentilmente inviare una donazione minima di 40,00 euro (quaranta) a parziale copertura delle spese di
stampa della stessa e della spedizione effettuata esclusivamente con posta prioritaria. Per i nostri associati
stranieri, Europa ed Oltremare, la donazione deve essere di almeno 50,00 euro per coprire le ingenti spese
postali.
Le donazioni vanno effettuate sul Conto corrente postale numero: 93983450
Intestato a: Afiero Massimiliano – Via San Giorgio, 15 – 80021 Afragola (NA)
Nella causale basterà indicare ʺQuota associazione culturale Ritterkreuz anno 2009ʺ. Per attestare subito la donazione e
lʹiscrizione invitiamo i soci ad inviare una email con il loro indirizzo postale ed un eventuale numero di telefono,
allʹindirizzo maxafiero@libero.it. A tutti i soci verrà rilasciata ricevuta della donazione ed una speciale tessera. I dati
anagrafici degli associati verranno trattati nel rispetto della tutela dei dati personali di cui alla legge 31/12/1996, n.675.
SOMMARIO
Editoriale
Non possiamo non cominciare questo secondo numero della pubblicazione, senza ringraziare i nostri amici associati e
lettori, che in tanti, veramente tanti hanno aderito alla nostra iniziativa. Tutti hanno compreso il senso vero della
nostra azione, non solo come una semplice continuità ad un lavoro già svolto in precedenza, ma soprattutto come lʹidea
di un vero nuovo progetto di ricerca storica. La nostra continua acquisizione di documenti di archivio inediti e mai
pubblicati, contribuirà a rendere più autorevoli le nostre pubblicazioni future, non solo la rivista RITTERKREUZ, ma
una serie di studi relativi alle battaglie, ai protagonisti ed ai reparti della Waffen SS, tutto questo sempre grazie ai
nostri eccellenti collaboratori italiani e stranieri, che nessuna altra rivista può vantare. In questo secondo numero della
rivista continua la storia operativa della Waffen SS, rubrica diventata ormai unʹappuntamento fisso ed atteso da tutti.
Si prosegue con la seconda parte del lavoro sullʹRSD, il corpo di sicurezza personale del Führer. Per le formazioni SS si
parla della Landstorm Nederland, una delle formazioni volontarie straniere della Waffen SS sulla quale si è scritto
troppo poco o quasi nulla, con una sezione speciale dedicata alla mostreggiatura dellʹunità, con alcune foto a colori. Cosi
come si è scritto poco sulle SS-Panzer-Brigade 49 e 51, delle quali si parla nel nuovo articolo del nostro Carlos Caballero
Jurado. Per le biografie Marco Linguardo ci parla di Georg Keppler, mentre Mark C. Yerger documenta la carriera
militare di Eberhard Telkamp. Continua anche nella rubrica Armi, la trattazione delle armi anticarro della Waffen SS.
Ritorniamo a parlare di decorazioni, con lʹInfanterie Sturmabzeichen, articolo accompagnato da bellissime foto a colori.
Sperando di incontrare sempre il vostro consenso e di aver soddisfatto la vostra sete di storia militare, arrivederci al
prossimo numero.
Massimiliano Afiero
Presidente Associazione Ritterkreuz
Novità Editoriali
Massimiliano Afiero
Campagne e Battaglie
Waffen SS in guerra
di Massimiliano Afiero
Maggiore tedesco, venne emesso lʹordine di operazioni numero 6, relativo allʹoperazione Zitadelle. In merito
Hitler scrisse:
ʺquesto attacco è di importanza decisiva. Deve avere successo rapidamente e…spingere nelle nostre mani
lʹiniziativa…Tutti i preparativi devono essere fatti con la più grande cura ed energia; le migliori unità, le migliori armi,
i migliori comandanti e una larga quantità di munizioni saranno inviati nellʹarea del massimo sforzo. La vittoria a
Kursk dovrà avere lʹeffetto di un faro per il mondo interoʺ.
Paul Hausser studia i piani per la prossima offensiva, al tavolo del suo posto di comando presso Bjelgorod
Dʹaccordo con Hitler erano i generali Keitel, Zeitzler e Kluge, mentre Guderian, da poco nominato ispettore
generale delle truppe corazzate, era molto preoccupato di rischiare tutte le sue riserve, Jodl e Model molto
sospettosi circa i grandi preparativi sovietici. Anche Manstein, uno dei primi a spingere per lʹattacco,
cominciò ad essere più prudente, consigliando di attendere lʹoffensiva sovietica per poi contrattaccare
ripetendo la stessa azione di Kharkov. Il continuo rinvio dellʹoperazione aveva dato ai sovietici il tempo per
prepararsi ad arginare efficacemente lʹoffensiva tedesca. Sarebbe bastato guardare una mappa del fronte e
senza essere degli abili strateghi, comprendere in un attimo il punto in cui si sarebbe svolta la prossima
mossa del nemico. Inoltre, grazie alla spia Lucy (Rudolf Roessler, tedesco antinazionalsocialista e agente
sovietico che operava da Lucerna in Svizzera) i sovietici furono informati dettagliatamente sui piani
dellʹoperazione Zitadelle con netto anticipo. Questo consentì alla Stavka (lʹAlto Comando sovietico) di
rinforzare le loro posizioni lungo tutto il saliente di Kursk e di far affluire in zona numerosi reparti.
Impegnando la manodopera civile, furono scavati 5.000 chilometri di trincee articolate su ben otto linee
difensive: vennero stesi campi minati, costruiti fossati anticarro e installate postazioni di artiglieria di ogni
calibro. Particolarmente impressionante fu il numero di pezzi anticarro schierato, a dimostrazione del
grande timore dei sovietici per i panzer tedeschi. La ricognizione della Luftwaffe fotografò minuziosamente
tutta lʹarea intorno a Kursk, rivelando ai comandi le formidabili opere difensive dei sovietici, tuttavia i
preparativi per lʹoffensiva continuarono.
La riorganizzazione dei reparti SS
Alla fine di marzo del ʹ43, lʹSS-Obergruppenführer Paul Hausser riuscì a ritirare dalla linea del fronte tutti i
suoi reparti per riorganizzarli. Le tre unità dellʹSS-Panzer-Korps, Leibstandarte, Das Reich e Totenkopf furono
ritirate quindi nellʹarea di Kharkov. Il Führer in persona aveva ordinato una radicale riorganizzazione del
corpo corazzato della Waffen SS. In quello stesso periodo Hitler informò il comandante della Leibstandarte,
Sepp Dietrich, che la sua divisione sarebbe stata inclusa in un nuovo corpo SS, il I.SS-Panzer-Korps (creato
ufficialmente il 28 aprile), dove sarebbe confluita anche una nuova divisione SS, la Hitlerjugend in via di
formazione. La maggior parte dello Stato Maggiore della Leibstandarte sarebbe passato allo Stato Maggiore
del nuovo corpo SS, mentre centinaia di ufficiali e sottufficiali sarebbero stati utilizzati per la formazione
della nuova Panzergrenadier division SS Hitlerjugend. Alla nuova divisione furono trasferiti anche elementi
dellʹartiglieria, del reparto cannoni dʹassalto e del battaglione anticarro della formazione di Dietrich.
Come risultato di questi nuovi sviluppi,
il corpo di Hausser venne ridenominato
come II.SS-Panzer-Korps (ufficialmente
dal 1° luglio 1943), malgrado fosse stato
effettivamente la prima grande unità
della Waffen SS. Mentre i veterani della
Leibstandarte salivano sui treni diretti
verso ovest, quelli che rimasero
dovettero preparare lʹunità ad affrontare
al meglio le prossime battaglie,
soprattutto dovettero istruire le migliaia
di nuovi volontari che erano giunti dalle
unità di deposito ed addestramento. Più
che di volontari, si trattava per la
Estate 1943: alcuni dei comandanti di reparto dellʹSS-PanzerKorps. maggior parte di coscritti e di personale
Da sinistra lʹSS-Gruf. Krüger, lʹOstubaf. Von Reitzenstein, Hausser e di terra della Luftwaffe. Erano
lʹSS-Obf. Ostendorff (Bundes Archiv Bild 101III-Merz-013-33) purtroppo finiti i tempi in cui il
personale per la Waffen SS veniva severamente selezionato. Insieme alle nuove reclute giunsero anche nuovi
carri, veicoli ed altro equipaggiamento. Contemporaneamente il personale addetto alla manutenzione lavorò
giorno e notte per rimettere in sesto i mezzi danneggiati nel corso delle precedenti battaglie. I reggimenti
corazzati delle divisioni Waffen SS furono riorganizzati per integrare i nuovi mezzi ed equipaggiamenti.
La Leibstandarte e la Das Reich ad esempio dovettero inviare i
loro primi battaglioni in Germania, per lʹaddestramento con i
nuovi carri Panther. Purtroppo questo ciclo di addestramento
non si completò per lʹinizio dellʹoperazione Zitadelle, dal
momento che i Panther giunsero sul fronte dellʹest solo verso
la metà di agosto. Per quanto riguarda invece i carri Tigre, per
ogni divisione SS cʹera a disposizione una sola compagnia.
Inoltre sempre per ogni divisione dellʹSS-Panzer-Korps cʹera
un battaglione di cannoni dʹassalto (Stug. III) insieme ad un
forte contingente di cacciacarri Marder III. Al momento
dellʹoperazione Zitadelle, il Panzer Regiment della
Leibstandarte comprendeva un solo battaglione, con 63 Panzer
IV e 13 Panzer III, oltre ad una compagnia Tigre
comprendente 13 mezzi. La Das Reich stava addirittura
peggio avendo solo 33 Panzer IV, 62 Panzer III e 14 Tigre I.
Alfine di aumentare la loro potenza di fuoco furono impiegati
anche una ventina di carri sovietici T-34 catturati. La
Totenkopf, pur essendo lʹunica formazione rimasta con due
battaglioni corazzati nel suo Panzer Regiment, non poteva
ritenersi fortunata, visto che 63 dei suoi carri erano ʹvecchiʹ
Panzer III, oltre a 44 Panzer IV e 15 Tigre I. La Wiking, aveva
Panzerhaubitze Wespe di unʹunità SS trasformato il suo battaglione corazzato in Reggimento, ma
nellʹestate del ʹ43 (Bundes Archiv Bild_146- solo sulla carta per il momento, essendo rimasta con soli 23
1983-003-15) Panzer III e 17 Panzer IV, per cui fu posta in riserva per tutto
il periodo dellʹoperazione. Alfine di incrementare la potenza di fuoco del Corpo di Hausser, lʹesercito fornì
due reggimenti di artiglieria pesante e due reggimenti di Nebelwerfer. Per coordinare tutti i reparti di
artiglieria del Corpo venne a tale scopo formato un apposito comando (ArKo). Per preparare i suoi reparti
alla battaglia, Hausser ordinò intense sedute di addestramento a vari livelli, alfine di migliorare il perfetto
coordinamento tra le varie unità delle varie armi. I sottufficiali si impegnarono duramente
nellʹaddestramento delle nuove reclute, mentre gli equipaggi dei carri e gli artiglieri dovettero ricevere
specifica istruzione sui nuovi mezzi e le nuove armi. Le esercitazioni sul campo a livello di compagnia e
battaglione furono effettuate nellʹarea intorno a Kharkov.
Le difese sovietiche
Per circa tre mesi i sovietici
impegnarono uomini e macchine
per costruire una linea difensiva
profonda ben 48 chilometri
intorno al saliente di Kursk.
Milioni di mine furono piazzate
lungo tutta la linea difensiva e
dietro di essa furono piazzati
migliaia di cannoni anticarro e
pezzi di artiglieria. Tra le varie
linee difensive i sovietici
disposero delle Brigate corazzate
Granatieri SS in attesa dellʹattacco pronte a lanciarsi al contrattacco
mentre alle spalle di tutto il
sistema difensivo erano pronti ad intervenire diversi corpi corazzati di riserva per annullare qualsiasi
eventuale penetrazione tedesca. In particolare, nel settore dʹattacco riservato allʹSS-Panzer-Korps, la 6a
Armata della Guardia aveva preparato una vera e propria trappola per i reparti della Waffen SS: lungo il
fronte di attacco erano state dislocate due divisioni fucilieri della Guardia, la 52a e la 67a, solidamente
trincerate dietro una serie di alture dalle quali potevano avvistare in anticipo i movimenti del nemico e
dirigere il tiro dellʹartiglieria. In appoggio cʹerano due reggimenti anticarro e due reggimenti corazzati, ben
mimetizzati in bunker e sotterranei. Un fitto sistema di fossati anticarro, doveva spingere i panzer tedeschi
verso le postazioni anticarro sovietiche. Più di 1.000 nidi di mitragliatrici e batterie di mortai erano
posizionati dietro i campi minati. In totale nel settore della 6a Armata della Guardia cʹerano più di 400 pezzi
anticarro da 40mm e 76mm, circa 800 mortai e 500 pezzi di artiglieria di vario calibro.
Forze contrapposte
Considerata lʹimportanza dellʹoffensiva, entrambi i contedenti impegnarono consistenti forze per poter
conseguire il successo, una concentrazione di uomini e mezzi mai vista durante tutto il corso della guerra. I
tedeschi misero sul campo la 9a Armata di Model (schierata a nord) e la 4a Armata corazzata di Hoth
(appoggiata dal distaccamento corazzato Kempf) a sud. Entrambe le armate sarebbero state appoggiate dalla
6a Flotta aerea (von Greim) e dalla 4a Flotta aerea (Dessloch): in tutto 900.000 uomini, 10.000 pezzi di
artiglieria, 2.700 corazzati e 1.800 aerei(1). I sovietici schieravano il Fronte Centrale (Maresciallo
Rokossovsky), il Fronte di Voronezh (Maresciallo Vatutin) ed il Fronte della Steppa (Maresciallo Konev): in
tutto 1.337.000 uomini, 20.000 pezzi di artiglieria, 3.300 corazzati e 2.650 aerei. LʹSS-Panzer-Korps di Hausser
era schierato a sud, dove avrebbe agito la 4a Armata corazzata e lʹArmeeabteilung Kempf, schierati
rispettivamente ad ovest e sud-est di Belgorod. Di fronte a queste posizioni cʹerano la 6a e la 7a Armata della
Guardia, a protezione delle due posizioni chiave di Oboyan e Korocha.
LII° Armeekorps
57.Infanterie Division
255.Infanterie Division
332.Infanterie Division
LʹArmeeAbteilung Kempf, agli ordini del generale Werner Kempf, comprendeva:
III° Panzerkorps (6a, 7a e 19a Panzer Division, 168a Infanterie Division, 228a Sturmgeschutz Abteilung, 503a Schwere
Panzer Abteilung)
XLII Armeekorps (39a, 161a e 282a Infanterie Division, 560a PanzerJaeger Abteilung)
XI Armeekorps (106a e 320a Infanterie Division e 393a e 905a Sturmgeschutz Abteilung)
Obiettivi e strategie
La 4a Armata corazzata di Hoth doveva penetrare la linea difensiva sovietica lungo il fronte di Voronezh,
proseguire verso nord-est e conquistare la posizione chiave di Prokhorovka. Dopo aver eliminato le forze
nemiche nellʹarea, gli stessi reparti della 4.Panzer-Armee dovevano spingersi verso nord-ovest in direzione
di Kursk alfine di stabilire il collegamento con le forze della 9.Armee del Generale Model provenienti da
nord. Le tre divisioni dellʹSS-Panzer-Korps di Hausser dovevano attaccare seguendo direttrici parallele, per
potersi appoggiare reciprocamente sui fianchi. Naturalmente a guidare lʹattacco ci sarebbero stati i carri
Tigre. Per tentare di confondere lʹIntelligence nemica, il Comando germanico emise speciali ordini affinché i
reparti corazzati usassero sui loro mezzi simboli di identificazione differenti. Per le tre divisioni SS, furono
adottate delle barre verticali: due per la Das Reich, tre per la Totenkopf, due e mezza per la LSSAH. Nella
mattina del 3 luglio, i reparti dellʹSS-Panzer-Korps si raggrupparono sulle loro posizioni stabilite per lʹinizio
dellʹattacco. A sinistra si attestarono i reparti della Leibstandarte, al centro quelli della Das Reich e a destra i
loro camerati della Totenkopf. Già prima della mezzanotte del 4 luglio furono inviate squadre di guastatori in
avanscoperta, alfine di occupare vantaggiose posizioni per gli osservatori dellʹartiglieria. In quelle stesse ore
anche lʹartiglieria sovietica aveva iniziato a sparare contro le posizioni tedesche, dimostrando che i sovietici
conoscevano con esattezza la data di inizio dellʹoperazione. Lʹoperazione Zitadelle iniziò comunque allʹalba
del 5 luglio.
Inizia lʹattacco
Dopo due ore di combattimenti corpo a corpo con i reparti avanzati sovietici, le prime postazioni nemiche
furono conquistate dai guastatori tedeschi e lʹattacco dei reparti della Leibstandarte potè essere lanciato verso
le quattro del mattino. Ciascuno dei panzergrenadier regiment della divisione aveva un obiettivo ben
preciso. I reparti corazzati ed i granatieri a bordo dei semicingolati erano pronti a tuffarsi nelle brecce aperte.
Per circa unʹora prima dellʹattacco, lʹartiglieria del Corpo colpì
pesantemente le posizioni nemiche. Subito dopo intervennero
gli stormi di Stukas, i bombardieri in picchiata, che demolirono
interi settori difensivi. Una volta lanciato lʹassalto della
Leibstandarte, lʹartiglieria e gli Stukas si interessarono delle
difese nemiche davanti al fronte dʹattacco della Das Reich, il cui
attacco iniziò alle 8.15. In avanti cʹerano i granatieri del
III./Deutschland dellʹSS-Stubaf. Wisliceny, i cui reparti dʹassalto,
appoggiati da gruppi di guastatori armati di lanciafiamme, si
erano infiltrati tra gli avamposti nemici alcune ore prima
dellʹattacco. Le pattuglie tedesche strisciarono attraverso la terra
di nessuno ed attesero in silenzio, per evitare di farsi scoprire
dal nemico, il momento dellʹattacco. Quando fu dato lʹordine,
assalirono alle spalle le posizioni sovietiche e subito dopo
tornarono indietro per colpire la principale linea difensiva
nemica. Tre ore prima dellʹinizio dellʹattacco generale, le truppe
dʹassalto SS poterono comunicare via radio di aver occupato un
villagio nemico. Più sfortunato fu lʹattacco del II./Deutschland, i
cui granatieri finirono sotto un vero e proprio diluvio di fuoco
da parte dellʹartiglieria e delle armi pesanti sovietiche. Costretti
LʹSS-Ostubaf. Wisliceny al suolo, per evitare di finire completamente annientati,
dovettero attendere lʹassalto dei mezzi corazzati per poter continuare la loro avanzata. I granatieri del
III./Deutschland, dopo essere partiti allʹattacco, furono coinvolti in una furiosa battaglia contro la fanteria
sovietica, battaglia caratterizzata da durissimi combattimenti corpo a corpo, in mezzo alle posizioni
difensive sovietiche. Lʹobiettivo del Battaglione di Wisliceny erano una serie trincee poste davanti ad un
fossato anticarro, e dopo il superamento di quellʹostacolo, i granatieri SS dovevano conquistare il villaggio di
Beresov. Per lʹassalto era stato promesso lʹappoggio di carri e cannoni dʹassalto, ma le cattive condizioni del
terreno, trasformato dalle piogge in una palude, costrinse i granatieri a vedersela da soli. Solo quando venne
superato il fossato anticarro e gli uomini di Wisliceny si stavano difendendo da un feroce contrattacco
sovietico, giunsero di rinforzo alcuni cannoni semoventi. Raggiunta la sponda occidentale del fiume Vorska,
il Battaglione si ritrovò nuovamente bloccato dal fuoco di sbarramento nemico. Fu necessario ancora
lʹintervento dei bombardieri in picchiata Stukas per poter riprendere lʹavanzata. Solo dopo le 8.00, i primi
elementi del Battaglione giunsero a nord di Beresov, da qui girarono verso sud e attaccarono il villaggio.
corpo a corpo venne ʹripulitoʹ il percorso verso le difese sovietiche. Dopo altre quattro ore di feroci
combattimenti, furono distrutti numerosi bunker e numerose posizioni anticarro. Nello stesso tempo,
lʹattacco dei granatieri del Reggimento SS ʹDer Führerʹ contro una ben difesa postazione nemica, venne
respinto con gravi perdite: venne quindi richiesto lʹintervento dellʹartiglieria per poter avere ragione della
forte resistenza nemica. LʹSS-Oberführer Theodor Wisch, da pochi giorni nuovo comandante della
Leibstandarte, era avanti nel suo semicingolato ed una volta che i suoi granatieri corazzati riuscirono ad
aprirsi un varco tra le difese nemiche, ordinò ai suoi reparti corazzati di spingersi verso nord.
I panzer della LSSAH dopo aver percorso alcune
centinaia di metri, si ritrovarono di fronte una
formazione corazzata sovietica, comprendente
una cinquantina di carri T-34. Nel serrato scontro
a fuoco che ne seguì, otto carri sovietici furono
distrutti dai panzer SS, altri tre furono invece
messi fuori combattimento dal fuoco dei
bombardieri in picchiata Stukas, che proprio alla
vigilia dellʹoffensiva di Kursk, erano stati
equipaggiati con cannoncini anticarro da 37mm.
Di fronte a quellʹuragano di fuoco da terra e dal
cielo, i carristi sovietici preferirono battere in
ritirata per evitare di finire completamente
annientati. Dopo essersi riforniti di carburante e
munizioni i panzer SS si lanciarono nuovamente
allʹattacco. Dopo aver percorso alcuni chilometri
in direzione nord, incapparono in un nuovo pak-
front ed in alcuni campi minati. Almeno quattro
panzer ed alcuni semicingolati saltarono sulle
mine. Nel frattempo i granatieri corazzati erano
riusciti ad aprire una nuova breccia nel fronte
difensivo sovietico, attraverso la quale
penetrarono i panzer SS della Leibstandarte e della
Das Reich. Dopo aver distrutto una decina di carri
nemici di una formazione corazzata sovietica
Mappa operativa relativa alle azioni del 6 luglio 1943 lanciata in un disperato contrattacco, i panzer
della Waffen SS furono nuovamente bloccati dal fuoco dei pezzi anticarro.
(Continua)
Note
(1) Qualche fonte riferisce la cifra di 2.050 aerei.
(2) J. Lucas, ʺDas Reichʺ, Hobby & Work s.r.l., pagina 105,106
LEGGETE SGM
LA PRIMA RIVISTA ITALIANA
DI STORIA MILITARE DEDICATA ALLA
SECONDA GUERRA MONDIALE
curata da Massimiliano Afiero
Solo nelle librerie specializzate ed in abbonamento
Richieste ed informazioni su:
www.editorialelupo.it
Tel./Fax 055-8497514
Formazioni SS
RSD
Una protezione speciale per il Führer
di Jean Pierre Sourd
2a parte
Lʹalimentazione del Führer
Lʹalimentazione di Adolf Hitler era sotto la responsabilità del Professor Dottor Theodor Morell ed i fornitori
erano sorvegliati dallʹRSHA che, periodicamente, facevano analizzare dei campioni. Hitler aveva dei
problemi di stomaco e Morell aveva l’abitudine di assaggiare gli alimenti del Führer alfine di assicurarsi che
non fossero troppo conditi e questo evitava qualsiasi possibilità di avvelenamento accidentale o criminale.
Comunque sia, la sicurezza divenne di giorno in giorno sempre più paranoica e lʹRSD ricevette lʹordine di
distruggere tutti i regali ʹalimentariʹ per il Führer (che continuarono a giungere da ogni parte del mondo) e
fu così che lʹRSD distrusse grandi quantità di caviale rumeno, dono del maresciallo Antonescu!
Veicoli
Quando si spostava, Hitler era sempre seguito da una vettura dellʹSS Begleit-Kommando e da una vettura
dellʹRSD. Durante gli spostamenti nei paesi occupati (durante la guerra), le grosse Mercedes–Benz
fuoristrada della scorta erano armate con una mitragliatrice MG-34 davanti ed una dietro, alfine di poter
sparare in ogni possibile direzione. Queste mitragliatrici erano dotate anche di un affusto e di un mirino
speciale per essere utilizzate anche in funzione antiaerea. Ottenere dei veicoli non fu semplice per lʹRSD:
quando negli anni tra il 1933 ed il 1934, Hitler si recava ai festival wagneriani di Bayreuth, gli uomini
dellʹRSD dovevano farsi prestare un veicolo alla GESTAPO locale.
Una volta questo veicolo non fu disponibile e gli
uomini di Rattenhuber dovettero seguire il Führer
in taxi! Alfine di evitare altri imprevisti, nel 1935,
venne stanziato una cifra per comprare quattro
veicoli (oltre a 6.000 RM per delle ruote di ricambio,
20.000 RM per il carburante e 4.000 RM per le
eventuali riparazioni). Nel 1936 lʹRSD disponeva
già di otto vetture e quando i compiti dellʹRSD si
estesero alla sicurezza di altri alti funzionari
tedeschi, Rattenhuber ottenne altre tre Mercedes
fuori strada; un modello da 5,4 litri per la squadra
che proteggeva Walter Darré e due modelli da 7,7
Hitler ad una adunata a bordo di una delle sue auto litri per la protezione del Führer, visto che i modelli
a disposizione dellʹRSD in quel periodo non riuscivano più a seguire il Führer che qualche volta viaggiava
anche a 160 km allʹora! Il lavoro degli autisti dellʹRSD era psicologicamente stressante, essi dovevano sempre
avere un occhio sullo specchietto retrovisore alfine di poter girare rapidamente a destra o a sinistra per
evitare che una vettura potesse superare il veicolo con a bordo il Führer. Questa fu una delle ragioni per cui
gli agenti dellʹRSD ottenero il diritto di poter andare in pensione a 50 anni.
La scorta e le armi
Alfine di evitare qualsiasi gelosia tra lʹSS Begleit-Kommando e lʹRSD, Hitler diede disposizione affinché le
scorte fossero composte da un ugual numero di guardie del corpo dellʹuna e dellʹaltra organizzazione: 11
membri dellʹRSD e 11 membri dellʹSS Begleit-Kommando (più i loro capi e gli aiutanti da campo di Hitler),
per un totale di 35 uomini. Quando Hitler si limitava a delle piccole sortite, più intime, la sicurezza doveva
assumere un più basso profilo ed in questo caso la scorta si riduceva a cinque uomini dellʹRSd e cinque
dellʹSS Begleit-Kommando. Per gli spostamenti in treno la scorta aumentava notevolmente: 22 uomini
dellʹRSD e 22 dellʹSS Begleit-Kommando. Per quanto riguarda lʹarmamento, tutti i membri dellʹRSD
portavano sempre due pistole: una Walther PP calibro 7,65mm ed una pistola calibro 6,35mm. Anche la
maggior parte delle guardie della Cancelleria, dellʹRSD, dellʹSS Begleit-Kommando, della LSSAH o della SA,
portavano in servizio una Walther PP cal.7,65mm. Durante il servizio notturno queste pistole erano caricate
con pallottole traccianti. In seguito lʹRSD prese lʹabitudine di portare armi più potenti. Secondo la
testimonianza di Rochus Misch(1), dellʹSS Begleit-Kommando:
“Noi portavamo una pistola, una piccola Walther Walther PP, calibro 7,65mm. Non la lasciavamo mai, anche quando
eravamo negli appartamenti del Führer. Fu proprio con una pistola di questo tipo che si suicidò Hitler nel suo bunker.
La Walther faceva parte della nostra dotazione di soldati. Non avevamo nientʹaltro in particolare. Era lʹRSD, i
funzionari di polizia, che potevano veramente fronteggiare una situazione critica. Essi avevano delle armi, altra cosa
rispetto alla piccola Waltherʺ.
della Polizia Segreta da campo. Essi furono allora autorizzati a portare una uniforme qualsiasi delle Forze
Armate tedesche: Heer, Luftwaffe o Kriegsmarine, a seconda della situazione del momento. Nei confronti
dei militari gli agenti dellʹRSD esibivano i loro distintivi della GFP mentre nei confronti dei civili
continuavano a mostrare il loro distintivo della GESTAPO. Sempre durante la guerra, gli uomini dellʹRSD
furono chiamati a sorvegliare gli artiglieri della 1.Flak-Division, che assicuravano la protezione antiaerea
della Cancelleria. Nessun altro uomo della Luftwaffe stazionava sotto i tetti della Cancelleria.
cartucce per ciascuna arma, insieme alle loro uniformi grigio-verdi ed anche degli abiti civili. Inoltre una
compagnia d’assalto del Führer-Begleit-Bataillon dellʹesercito, pesantemente armata e forte di 234 soldati fu
posta di riserva. I piloti del Führer, membri anchʹessi dellʹRSD, prendevano delle foto aeree dei quartieri
generali per testare la mimetizzazione….Con il passare degli anni ed in particolare sul fronte dellʹest, il
Führer prese molto sul serio la possibilità di un colpo di mano aviotrasportato da parte del nemico. Nel
settembre del ʹ44, ordinò di portare al suo Quartier Generale della Wolfschanze, per lʹRSD, lʹSS Begleit-
Kommando ed i suoi aiutanti di campo: 200 fucili d’assalto Stg 44 con 300.000 cartucce, 250 pistole Lüger P-
08 con 250.000 cartucce, 250 pugnali da trincea, 8 lanciafiamme, 500 Panzerschreck e Panzerfaust, 24 ottiche
per tiratori scelti per fucile, di tipe Z-4 (uno degli ultimi modelli), 200 mine e 550 elmi da paracadutista (più
leggeri dello Stahlhelm M-35, ma con una migliore visione perimetrica…). Hitler aveva ben compreso che in
caso di attacco da parte dei paracadutisti sovietici, non sarebbero state certo delle piccole Walther 7,65mm a
fermarli! Tutte queste misure non impedirono lʹattentato contro il Führer: attentato, da rilevare, non
commesso da un commando nemico, ma da un traditore, un ufficiale dellʹesercito, il conte von Stauffenberg!
Immediatamente dopo lʹattentato, il 20 luglio 1944, gli ufficiali di polizia dellʹRSD effettuarono una rapida
inchiesta sui luoghi, designati dallo stesso von Stauffenberg. Lʹattentato fallì e a Berlino il tentato putsch
contro Hitler venne rapidamente soffocato grazie alla lealtà delle truppe della guarnigione locale. Lʹultimo
azione degna di importanza per lʹRSD ebbe luogo negli ultimi giorni della battaglia di Berlino, lʹarresto di
Hermann Fegelein…
Lʹaffare Fegelein
Venerdì 27 aprile 1945, Hitler si rese conto dellʹassenza senza motivo dellʹSS-Gruppenführer Fegelein,
ufficiale di collegamento della Waffen-SS presso il Quartier Generale del Führer. Hitler chiamò allora
Rattenhuber ordinandogli di trovare Fegelein. In realtà questi era nascosto in un appartamento di cui
nessuna conosceva lʹindirizzo, in compagnia della sua amante irlandese (o scozzese. Una rossa molto bella,
sposa di un diplomatico ungherese). Senza dubbio un agente dei servizi segreti britannici, questa donna
aveva tentato di sedurre Josef Goebbels, prima di buttarsi su Fegelein, giovane ufficiale, eroe della cavalleria
SS, decorato con la croce di cavaliere con fronde di quercia e spade. Fegelein attendeva lʹarrivo di uno
Junker-52 che avrebbe dovuto portarlo lontano da Berlino. Ma lʹaereo non giunse in tempo….Fegelein
commise un errore, lasciò a Gunsche, ufficiale dellʹSS Begleit-Kommando, il numero di telefono del suo
appartamento a Berlino ʹda utilizzare solo in caso di urgenzaʹ. Gunsche diede questo numero a Rattenhuber
il quale chiamò Fegelein. Questʹultimo cercò di prendere tempo, dicendo che era in stato di ʹebbrezzaʹ e non
poteva presentarsi così davanti al Führer. Chiese due ore di tempo…. Alle 17.00 visto che Fegelein non si era
presentato ancora, Rattenhuber inviò un reparto di RSD composto da quattro uomini agli ordini dellʹSS-
Hauptsturmführer Helmuth Frick (anche lui dellʹRSD). Saliti su una Kubelwagen si avviarono per le strade
di Berlino sotto il fuoco dei sovietici.
UnʹUntersturmführer dellʹRSD venne ferito da una
proiettile sparato da un cecchino sovietico. Il
veicolo tedesco fu costretto a cambiare
continuamente strada per poter evitare il più
possibile le aree interessate dai combattimenti e
giunse da Fegelein solo dopo alcune ore.
Questʹultimo fu trovato in abiti civili, non rasato, a
bere del cognac. Fegelein dichiarò a Frick che un
capitano non poteva arrestare un generale SS!
Incredibilmente, Helmuth Frick si lasciò
convincere ed abbandonò lʹappartamento di
Fegelein. Il capitano dellʹRSD ritornò quindi al
bunker del Führer con lʹufficiale ferito e due
pneumatici distrutti da colpi di mortaio sovietici.
Una delle ultime foto di Hitler a Berlino, nellʹaprile del ʹ45
Martin Bormann propose allora di inviare una
nuova pattuglia dellʹRSD, questa volta guidata dallʹSS-Standartenführer Peter Hoegl. La pattuglia salì su un
veicolo semicingolato SPW, guidato dallʹHauptsturmführer Frick che conosceva la strada. Partirono alla
22.00 ed arrivarono unʹora dopo. Fegelein li accolse, si era rasato, era in uniforme e stava preparando le
valigie in compagnie di una bella donna, la sua famosa amante irlandese. Poi affrontò a viso aperto Hoegl,
ricordando anche a lui, che il suo grado non gli permetteva di arrestarlo. Hoegl gli replicò che era il capo
della polizia della Cancelleria e che doveva eseguire un ordine del Führer!
Questa volta Fegelein non aveva scelta. Offrì allora del cognac a
Hoegl e agli agenti dellʹRSD. La sua compagna ne approfittò per
andare a sciaquare dei bicchieri in cucina. Si udì il rumore
dellʹacqua che colava…La donna non fece più ritorno. Nella cucina
la finestra era aperta, nessuno più vide lʹirlandese! (3) . Gli uomini
dellʹRSD presero Fegelein e la sua valigia, prova della sua
intenzione a disertare: questa valigia conteneva 105.725
Reichsmarks, 3.186 franchi svizzeri, dei diamanti e due passaporti
con la foto della sua amante, ma con nomi differenti. Grazie ad un
breve momento di pausa nei combattimenti, gli uomini di Hoegl
riuscirono a fare ritorno rapidamente al bunker, poco prima di
mezzanotte. Fegelein venne messo agli arresti nella sua camera del
bunker mentre Hoegl veniva rimproverato da Bormann: ʺHoegl,
idiota dai piedi piatti! La donna, la donna! Perché non me lʹavete portata al
posto di questa valigia inutile? Fegelein é un traditore. Quella donna é un
agente britannico. Fegelein ha dormito con lei ed ha parlato su tutto!ʺ.
Rattenhuber inviò allora altre due pattuglie dellʹRSD
allʹappartamento di Fegelein, durante la notte e la mattina seguente,
Hermann Fegelein, qui ritratto con i con la speranza che lʹamante di Fegelein ritornasse, ma fu tutto
gradi di SS-Oberführer inutile. Fegelein venne allora giudicato per diserzione da una corte
marziale diretta dallʹSS- Brigadeführer Wilhelm Mohnke. Secondo la testimonianza a posteriori di
questʹultimo, Fegelein era completamente ubriaco; mise in dubbio la competenza legale della corte marziale,
dihiarando che lui era agli ordini di Himmler e non di Hitler. Rifiutò il suo diritto a farsi difendere da un
avvocato, urlò, vomitò, ad un certo punto tirò fuori il suo pene per poter urinare. Subito dopo si tolse lui
stesso le sue mostrine(4) e le gettò a terra, dicendo agli ufficiali SS che lo giudicavano che erano ʺ…una
collezione di buchi di culo tedeschiʺ. Monhke tentò di aiutare il suo camerata Fegelein, dichiarando a giusto
titolo, che lʹimputato non fosse in stato normale e aggiornò la corte marziale. Intervenne allora Heinrich
Müller, il capo della GESTAPO, anche lui nel bunker, il quale chiese la consegna di Fegelein, per giudicarlo
per alto tradimento, un crimine molto più grave... Fegelein fu allora interrogato dalla Gestapo (senza dubbio
dallʹRSD) durante tutta la giornata del 28 aprile. Fu allora che Hitler apprese che Heinrich Himmler, il
Reichsführer SS, aveva intavolato negoziati con gli alleati occidentali, cosa che il Führer qualificò come un
vero e proprio tradimento! Fegelein pagò per Himmler. Secondo la testimonianza di Rochus Misch, allora
SS-Oberscharführer dellʹSS Begleit-Kommando ed addetto alle comunicazioni telefoniche del bunker, un
membro dellʹRSD, Hans Hofbeck, gli raccontò poco dopo che verso mezzogiorno del 28 aprile, un gruppo di
agenti dellʹRSD presero Fegelein e lo portarono in un corridoio del bunker dove gli fu sparata una raffica di
pistola mitragliatrice alle spalle…. Poche ore dopo, Hitler si suicidò. Mentre il suo corpo bruciava, il generale
SS Hans-Johann Rattenhuber, capo della sua sicurezza, guardò le fiamme con il braccio teso, gli occhi pieni
di lacrime. LʹRSD non aveva più nessuno da proteggere…
Note
(1) Op. Citata
(2) Nel corso della sua vita, Hitler fu lʹoggetto di almeno quaranta attentati!
(3)L’amante di Fegelein poté fuggire poiché Hoegl non aveva messo delle sentinelle fuori dellʹappartamento, ciò che Bormann gli
rimproverò più tardi. In realtà Hoegl non aveva voluto esporre i suoi uomini al fuoco dei combattimenti in mezzo alla strada.
(4) Contrariamente a quanto hanno scritto numerosi autori anglo-americani, inclusi quelli che hanno riportato che fu lo stesso Hitler in
persona a strappargliele.
Formazioni SS
Landstorm Nederland
di Massimiliano Afiero
Landwacht Nederland
All’inizio del 1943 il movimento di resistenza in Olanda inizió a diventare sempre piú attivo. Oltre alla
distruzione ed il danneggiamento di installazioni militari tedesche, i gruppi di resistenza minacciavano ed
assassinavano cittadini olandesi molto influenti accusati di collaborare con le forze di occupazione. Tra le
vittime più eminenti, il Generale Seyffardt, che aveva sostenuto la formazione prima della Legione e poi
della Brigata volontaria SS olandese. Il ʺMinistro del Reich per le zone occupate olandesiʺ (Reichsminister für
die besetzten niederlandischen Gebiete), Artur Seyss Inquart, richiese quindi il rafforzamento delle truppe
d’occupazione in Olanda. La sua idea di espandere l’SS-Wachtbataillon III ʺNordwestʺ(1), costituito con
volontari olandesi, alla forza di un Reggimento, venne respinta da Himmler in vista della formazione della
Brigata SS olandese. Seyss Inquart, allora, nella sua veste di Chef der deutschen Polizei (capo della polizia
tedesca) avviò la formazione di una polizia ausiliaria territoriale (Hilfspolizei), comunque sottoposta
organizzativamente alla Waffen SS. L’11 marzo 1943 nacque ufficialmente la ʺLandwacht Nederlandʺ, una
formazione territoriale di difesa nazionale contro attacchi provenienti da nemici esterni o interni.
La costituzione dellʹunità fu
approvata dal Befehlshaber der
Waffen-SS in den Niederlanden
(comandante della Waffen SS in
Olanda), lʹSS-Gruppenführer Karl
Maria Demelhuber con
provvedimento dellʹHöherere SS-
und Polizeiführer Nordwest (Alto
comandante della SS e della Polizia
Nordwest), lʹSS-Gruppenführer
I principali artefici della formazione della Landstorm Nederland: da sinistra Albin Rauter. Ogni olandese sano
Seyss Inquart, Rauter e Demelhuber tra i 17 ed i 45 anni poteva
presentarsi come volontario. Naturalmente la maggior parte dei volontari venne dalle file del Nationaal-
Socialistische Beweging (Movimento Nazionalsocialista, NSB), il partito di Anton Mussert. La nascita della
formazione venne sancita nel Verordnungsblatt (Gazzetta Ufficiale) con data 12 marzo 1943, nel quale
vennero specificati anche i seguenti punti:
Articolo 1: la Landwacht Nederland, o più
brevemente ʹLandwachtʹ è una organizzazione di
difesa nazionale, il suo compito è quello di difendere il
territorio olandese da qualsiasi attacco interno o
esterno.
Articolo 2: la Landwacht è formata in accordo con il
leader del movimento nazionalsocialista in Olanda
(NSB) sotto la supervisione della Waffen-SS e sotto il
comando dellʹʺHöhere SS-und Polizeiführerʺ.
Il reclutamento dei volontari per la nuova unità
era in realtà iniziato alcune settimane prima.
Come già anticipato nellʹarticolo 2 della Gazzetta
Volontari olandesi per la Landwacht Ufficiale, il leader dellʹNSB, Anton Mussert,
appoggiò il progetto per due motivi: il primo, la certezza che la formazione sarebbe rimasta sul territorio
nazionale ed il secondo che la Landwacht poteva rappresentare lʹembrione del nuovo esercito nazionale
olandese. Mussert sperava di poter combattere efficacemente gli attacchi della resistenza contro il suo
governo collaborazionista. Da parte sua, lʹSS-Gruppenführer Hanns-Albin Rauter, mirava con la nascita
della Landwacht a controllare i membri dellʹNSB e a trasformarla in una sua unità personale. Mussert invitò
tutti i membri del suo partito di età compresa tra i 17 ed i 45 anni ad arruolarsi nella nuova formazione. I
volontari firmarono un contratto per un periodo di tre mesi di addestramento. Questo periodo poteva essere
eventualmente esteso di massimo altre sei settimane. Dopo aver completato lʹaddestramento i membri
dellʹunità venivano posti in riserva e mobilitati solo se necessario. Altri invece firmarono un contratto
diverso, restando in servizio attivo.
Formazione
Rauter comunicó il 23 Marzo che il reclutamento per la ʺLandwacht Nederlandʺ procedeva bene e che in un
solo giorno, come esempio, ad Assen si erano presentati 123 uomini, tutti dichiarati idonei e addirittura 77
idonei perfino per le SS. Questi ultimi volontari vennero raggruppati in una compagnia speciale, allo scopo
di poterla trasferire in seguito nei reparti delle Waffen SS olandesi. In seguito al fatto che tra i nuovi elementi
si riscontró una carenza di comandanti, Himmler, in accordo con l’SS-Obergruppenführer Kurt Daluege
(Capo della Ordnungs Polizei) comandó che fossero assegnati alla Landwacht degli ufficiali di polizia della
riserva, con unʹetà superiore ai 40 anni. Fino al 6 Aprile 1943 erano stati selezionati per la Landwacht 1.643
uomini, con i quali furono costituiti i seguenti reparti:
! uno stato maggiore reggimentale (Regimentsstab)
! una compagnia mitragliatrici pesanti (schwere (MG-) Kompanie)
! una compagnia cacciacarri (Panzerjäger-Kompanie) a Den Haag.
! il I° Battaglione con quattro compagnie (a Hertogenbosch)
Visita di Mussert (con lʹuniforme nera) ai volontari olandesi. Alla sua destra, Rauter ed alla sua sinistra
con il braccio nel saluto nazionalsocialista, Seyss Inquart.
Van Heuszt era stato un generale olandese particolarmente filo-tedesco, il cui figlio serviva come medico
nella divisione ʺWikingʺ. Himmler tuttavia rifiutó la concessione del nome per il reggimento, poiché per
ricevere l’onore del nome, lʹunità doveva affermarsi come reparto combattente sul campo di battaglia.
Allʹinizio di agosto il Reggimento olandese venne trasferito da Den Haag (l’Aia) a Vught.
Uniformi e distintivi
I membri della Landwacht inizialmente non ebbero proprio insegne ed uniformi, nella maggior parte dei casi
continuarono ad indossare le divise delle organizzazioni paramilitari o militari da dove provenivano, SS
olandesi, Weer Afdeeling, Polizia, ecc. Come unico segno distintivo, i ʺlandwachterʺ indossarono una fascia
da braccio stampata in nero su base rosso scuro, che riportava la scritta ʺLandwacht Nederlandʺ racchiusa
tra due ʺwolfsangelʺ (runa del lupo) rivolte a destra. Qualche mese dopo venne anche realizzato un fregio da
braccio ricamato su tessuto grigio-verde, raffigurante un leone rampante in serto di alloro sormontato dal
testo ʺLandwachtʺ. Questo distintivo veniva portato sul braccio sinistro dellʹuniforme. Sempre per la
Landwacht, venne creata anche una fascia da polso, esistente in almeno quattro versioni. Al collo i membri
della Landwacht portavano una mostrina nera con un fregio metallico raffigurante una granata esplodente.
Spesso le mostrine nere utilizzate prima dalla Landwacht e poi dalla futura Landstorm, erano più lunghe
delle classiche mostrine della Waffen SS, poiché vennero utilizzati esemplari destinati allʹNSKK(2). Lo stesso
fregio veniva riportato anche sui berretti. Questo fregio metallico (utilizzato anche sui berretti della Polizia
olandese) esisteva in due tipologie, una che potremmo definire a fiamma alta, prodotta spesso in ottone ed
una a fiamma bassa, prodotta sempre in metallo povero o zinco. Questʹultima versione venne in seguito
utilizzata dai membri della Landstorm.
Membro della Landwacht e delle SS (Sichereit LʹUscha Willy van Bynen. Sulla mostrina reca la versione
Dienst) con mostrina fregiata in metallo 2° tipo ricamata da truppa e quella in metallo sul berretto
Landstorm Nederland
Il 16 ottobre 1943 il reggimento organizzato militarmente fu ridenominato come “Landstorm Nederland” su
proposta di Rauters (pubblicazione ufficiale nel Verordnungsblatt del 16 Ottobre 1943). La nuova
denominazione sancì il passaggio definitivo dellʹunità in seno alla Waffen SS.Oltre a questo venne costituita
per compiti di polizia ausiliaria la “Stadt und Landwacht”. Tre giorni piú tardi 650 uomini prestarono
giuramento come “Landstormer” a Roermond In questa occasione erano presenti Demelhuber, Rauter e
Mussert. La formula del giuramento recitava:
ʺAls Angehöriger des ʹLandstorm Nederlandʹ schwöre ich Dir, Adolf Hitler, dem germanischen Führer, Treue und
Tapferkeit. Ich gelobe Dir und den von Dir bestimmten Vorgesetzten Gehorsamkeit bis in den Tod. So war mir Gott
helfe.ʺ
(Come appartenente alla ʹLandstorm Nederlandʹ giuro a te, Adolf Hitler, Führer germanico, fedeltá e valore. Io
prometto a te ed ai superiori da te nominati obbedienza fino alla morte. Che Dio mi aiuti).
Cerimonia funebre presenziata da membri della Landwacht. Lʹufficiale Membro della Landwacht/Landstorm
sulla sinistra reca sulla mostrina la granata esplodente
Allʹinizio di novembre del 1943 a Roermond si formó una compagnia con i membri giovani dellʹNSB, la
Jeugdstorm compagnie. In quello stesso mese il I° Battaglione fu inviato a sorvegliare i lavori per la
costruzione del bacino di Rosendal. Durante quello stesso mese di novembre le riserve dellʹunità vennero
mobilitate per un addestramento a livello reggimentale di tre giorni. Sempre a novembre venne formata una
seconda Landwacht, per essere messa a disposizione dellʹNSB per la lotta alla resistenza, e Mussert richiamò
ancora una volta all’arruolamento i fedeli al partito estendendo questa volta il limite di età a 55 anni.
Ulteriori note
uniformologiche
Con il passaggio effettivo nella Waffen
SS, si verificò anche il primo tentativo
di rendere omogeneo il vestiario dei
membri della Landstorm, con il
conseguente utilizzo di uniformi e
mostreggiatura di fattura tedesca.
Sullʹuniforme grigio-verde venne
adottata la normale aquila da braccio.
Sul colletto la mostrina destra era
spesso priva di fregio: in molti casi
riportava la granata esplodente della
Landwacht e solo nel caso di ufficiali
provenienti da altre formazioni SS, le
Le quattro tipologie della fascia Landwacht doppie rune. Venne prodotta anche
una fascia da braccio con la scritta ʺLandstorm Nederlandʺ dalla BeVo. Questo tipo di fascette erano tessute a
macchina in filo sottile grigio di cotone o di seta, prodotto tra il 1943 e il 1945 e destinate a qualsiasi grado.
Per la Landstorm, non si conosce alcun esemplare specifico per gli ufficiali, tranne qualche fascetta di
manifattura olandese. Per anni si è sempre sostenuto che questa fascia non fosse stata mai distribuita
ufficialmente ai membri della Brigata e poi della Divisione, ed in parte è vero, ma dal racconto di reduci e da
evidenze fotografiche risulta invece che la fascetta venne consegnata in modo non ufficiale.
Riorganizzazione
In seguito al trasferimento dei membri piú anziani della Landstorm Nederland nella Stadt und Landwacht e
degli elementi migliori nella SS-Freiwilligen Panzerbrigade Nederland, l’unitá al 31 Dicembre 1943 aveva una
forza di: 26 ufficiali, 48 sottufficiali e 1.838 soldati.
Membri della Landstorm Nederland durante una cerimonia ufficiale. Nella foto di destra è ben evidente lʹutilizzo di
mostrine nere più lunghe di quelle normali, per lʹutilizzo di esemplari destinati allʹNSKK
Malgrado il Reggimento avesse raggiunto gli effettivi richiesti, mancavano ancora in quantitá notevole
ufficiali e sottufficiali. All’inizio del 1944 furono pertanto trasferiti alla Landstorm 300 ufficiali e sottufficiali,
per la maggior parte reduci dai combattimenti con il III° Corpo Corazzato (germanico) delle SS, dai
convalescenzari. Il 17 aprile 1944 il II° Battaglione venne spostato a Veenendaal, mentre il III° da Roermond a
Groningen. Il I° Battaglione rimase invece ad Hertogenbosch. Il Rgt.Stab, la 13. e la 15.Kompanie presero
posizione a Vught; il Battaglione di riserva a Hoogeveen. A seguito della nuova campagna reclutamenti e del
trasferimento dei circa 300 ufficiali e sottufficiali, il Reggimento aveva al 30 Giugno 1944 la forza di: 32
ufficiali, 226 sottufficiali e 2.920 soldati. Essendo piú della metá della forza degli ufficiali e dei sottufficiali
reduce dai convalescenzari, l’unitá non poteva considerarsi ancora pronta per lʹimpiego al fronte. Dal 1°
aprile la formazione olandese era passata agli ordini dellʹSS-Obersturmbannführer Deurheit. Lʹ11 maggio
1944 il comando passò allʹSS-Standartenführer Martin Kolhroser(3). Il 15 maggio 1944 tutti i reparti vennero
allertati e mobilitati.
Al Fronte
Dopo lo sbarco degli Alleati in Normandia il 6 Giugno 1944, nel giro di 3 mesi essi già premevano ai confini
del Reich tedesco. Alla fine di agosto del 1944, gli alleati riuscirono a respingere nella regione franco-belga, la
15a Armata tedesca sulla linea di Lumbres-Armentieres e la 7a Armata nella zona di Mons-Charleroi-Namur-
Luttich. In questo modo si venne a creare tra Anversa e Hasselt un ampio varco nel fronte, che minacciava
un’avanzata nemica verso l’Olanda meridionale. Dal momento che non cʹerano disponibili truppe tedesche
per contrastare questa minaccia, il Wehrmachtsbefehlshaber Niederlande (alto comandante della Wehrmacht in
Olanda) doveva contrastare lʹoffensiva degli Alleati impegnando il LXXXVIII.Armee-Korps e tutte le altre
truppe a disposizione nellʹarea di giurisdizione, fino all’arrivo della I.Fallschirmjäger-Armee (1a Armata
paracadutisti) previsto per il 4 Settembre 1944. Il LXXXVIII.Armee-Korps occupó quindi le posizioni difensive
sul canale Alberto da Anversa ad Hasselt (Belgio del Nord). Di fronte ad esse cʹera la 2a Armata Britannica,
che in vista dell’operazione Market Garden, aveva ricevuto il compito di attaccare nell’area di Neerpelt. LʹAlto
comandante della SS e della Polizia Nordwest, Rauter, mise a disposizione del Comandante della
Wehrmacht in Olanda il I° ed il II° Battaglione della Landstorm Nederland, che furono messi a disposizione
della 85.Inf.Div. (II.Btl) e della 719.Inf.Div. (I.Btl.). Su queste posizioni i volontari olandesi si batterono contro
i loro stessi compatrioti della Brigata olandese ʹPrincipessa Ireneʹ. Il 4 Settembre 1944 il Comando del
LXXXVIII.Armee-Korps diede l’ordine al I° Battaglione della Landstorm Nederland (SS-Ostubaf. Max Gebhardt)
di coprire l’ala orientale del Corpo. Il Battaglione (con la forza di 438 uomini) prese posizione presso Hasselt
e Beeringen sul canale Alberto e venne rinforzato con sei pezzi da fanteria da 7,5 cm. Il giorno successivo
arrivó ad Hasselt per essere impiegata in combattimento anche la Jugendkompanie (compagnia della
gioventú). Soltanto questa compagnia, ad esempio, ebbe su 160 uomini ben 120 caduti. Le truppe inglesi
riuscirono a travolgere le difese tedesche lungo il canale Alberto e ad attaccare in direzione nord-est. Il I°
Battaglione fu impegnato in pesanti combattimenti difensivi presso Genk e Meersen ed in seguito a Stein,
Brasel e Sittard. I resti del Battaglione, dopo essersi ritirati in direzione Nord-ovest, si attestarono su nuove
posizioni difensive presso Deurne, a sud-ovest di Koersel e presso Hechtel.
In merito al morale del I° Battaglione della Landstorm Nederland (Kampfmoral), riportiamo il rapporto inviato
dal Comandante dello stesso battaglione, lʹSS-Stubaf Gebhardt al Comandante del Reggimento SS:
"L’SS-Unterscharführer Zwaag, dellʹunità
medica, ricevette lʹordine di trasportare a
Genk i feriti. Non è piú tornato. Nello stesso
periodo è sparito anche lʹSS-Rottenführer
Schulz della 3.Kompanie. Si ritiene che,
poiché Zwaag è originario di Brussells e
Schulz è un suo buon amico, entrambi
abbiano disertato. E´ un fatto inammissibile,
perché i feriti non possono piú essere aiutati.
E così un ferito, è rimasto per cinque ore
nella sua buca con una ferita nei polmoni
prima di essere soccorso. In un settore di 12
chilometri di lunghezza non è possibile
fornire l’assistenza sanitaria avendo a
Volontario olandese armato di fucile e Panzerfaust disposizione un dentista come medico del
Battaglione, e due paramedici. A ció si aggiunga che ancora non è presente alcun portaferiti e nessun automezzo per il
trasporto dei feriti. Inoltre ogni qualvolta un mezzo viene mandato nelle retrovie, fuggono sia gli infermieri che lo stesso
autista. L’SS-Ustuf. Dr Pilz ha comunicato che la casa, scelta come posto di soccorso per il battaglione, è bruciata. Il
Battaglione chiede dunque lʹinvio immediato di un portaferiti, due infermieri ed in particolare delle siringhe. Dopo la
perdita dell’SS-Hstuf. Vollmers, la 2.Kompanie è rimasta completamente abbandonata. L’SS-Ustuf. Schüster (Schüster,
Johann nato il 1° febbraio 1901 2./Frw.GR.83) non è in condizioni di comandare la compagnia, egli ha giá rinunciato a
fare il capoplotone. Il suo plotone si è disperso in tutte le direzioni. Ad un certo punto, Schüster si era recato presso il
posto di comando del Battaglione vicino, per ristabilire il collegamento: quando è tornato indietro, i suoi uomini
avevano consegnato le armi ai camerati vicini ed erano in procinto di ritirarsi. Non mi é noto se Schüster ha saputo che
il suo comandante compagnia è caduto. Egli non è in condizione di comunicare con il posto di comando, la sussistenza
e con il gruppo di combattimento. Non é quindi possibile comunicare con lui in alcun modo. Chiedo pertanto l’invio di
un comandante di compagnia più adatto".
Il II° Battaglione della Landstorm Nederland (agli ordini dellʹSS-Hstuf. Müller) fino al 7 settembre occupò le
posizioni difensive nell’area della 719.Inf.Div. sull’ala ovest del LXXXVIII.Armee-Korps a nord-ovest di
Anversa. La cittá era stata occupata tre giorni prima dalle truppe Inglesi. Si verificarono duri combattimenti
difensivi presso Kapel, Merksen e Hooghuis. Fino al 1° Settembre gli olandesi furono alle dipendenze del
Gren. Reg. 723 (719.Inf.Div.) ritirandosi verso Herrentals. Il giorno seguente l’SS-Hstuf Müller radunó gli
elementi del Battaglione nella zona di Poederlee, a nord di Herrentals. Da lí proseguirono verso Aart. Il 15
Settembre gli inglesi riuscirono a giungere nella zona di Neerpelt, costringendo i tedeschi ad un nuovo
ripiegamento. Il 28 settembre lʹHSSuPF Nordwest, Rauter, scriveva al comandante del LXXXVIII corpo:
"….a suo tempo, quando la situazione sul Canale Alberto all’inizio di settembre si presentava difficile, ho messo a
disposizione il II° Battaglione della Landstorm Nederland (al comando dellʹSS-Hstuf. Müller), da me costituito,
nell’attesa che con l’arrivo delle forze del 15.Armee-Korps dalle Fiandre potesse poi essere ritirato. Anche il
Feldmaresciallo Model mi aveva promesso a suo tempo, data la situazione difficile nel paese, a causa della mancanza di
carbone, gli scioperi ferroviari e la scarsitá di mezzi di sussitenza, di impiegare nelle grandi cittá i miei migliori reparti
di polizia. Infatti io devo contrastare i sovversivi nelle cittá, altrimenti si diffonderá un pericolo incontrollabile. Prego
per tale ragione il rilascio urgente del mio battaglione di polizia dalla sua area di giurisdizione e che quindi sia diramata
la disposizione al Comandante del Battaglione ad Apeldoom presso lʹSS-Standartenf. Kohlroser".
A causa della difficile situazione al fronte in quel particolare momento, il Battaglione non poteva comunque
essere ritirato per ricongiungersi al Reggimento. Durante il mese di ottobre gli uomini erano ancora
impegnati nella difesa della linea Baarle-Nassau. Alla fine del mese arrivó l’ordine di ritirarsi da Alphen a
Tilburg e da Chaaro a Breda. In seguito il Battaglione Müller fu ritirato dal fronte e spostato nell’area di
Apeldom, dove venne costituita la SS-Freiwilligen Brigade ʺLandstorm Nederlandʺ. In quello stesso periodo,
in seguito ad un ordine del comandante del gruppo di armate B, il Feldmaresciallo Walter Model, venne
formato con diverse unitá di polizia e della riserva il Korpsgruppe ʺRauterʺ. Anche la nuova Brigata SS
ʺLandstorm Nederlandʺ fu posta alle dipendenze di questo nuovo gruppo da combattimento.
(Continua)
Note
(1) LʹSS-Wachbataillon ʹNordwestʹ, venne formato nel gennaio del 1942, come una formazione non combattente, ma da impegnare
esclusivamente nella guardia ai perimetri esterni dei campi di concentramento tedeschi in Olanda (allʹinterno operavano i membri del
Sichereitdienst). Il Battaglione era agli ordini dellʹSS-Ostubaf. Paul Helle. Furono arruolati volontari olandesi di età compresa tra i 17 ed
i 40 anni, circa 1.200 uomini inquadrati da personale tedesco. I membri del Wachbataillon indossavano lʹuniforme SS. Nel novembre del
ʹ44 il battaglione venne ufficialmente integrato nellʹ84.SS-Regiment della Landstorm Nederland.
(2)Il corpo motorizzato nazionalsocialista, National-Sozialistiches Kraftfahrer Korps (NSKK), fu creato prima ancora dellʹavvento di Hitler
al potere, esattamente nel 1931 per opera di un giovane ingegnere, Adolf Hühnlein, il quale raggruppò in una formazione i conduttori, i
meccanici ed i motociclisti delle sezioni di assalto del Partito Nazionalsocialista. Con dei camion sbrindellati e delle moto schioppettanti,
questi uomini assicurarono i collegamenti ed i trasporti negli anni più duri della lotta per la conquista per il potere. Con lʹascesa al
potere di Hitler il loro ruolo venne ufficializzato e lʹNSKK divenne effettivamente una forza armata parallela e fu anche grazie agli
specialisti di Hühnlein se la Wehrmacht divenne in gran parte una forza motorizzata. Con lʹinizio della guerra cambiarono anche le
mansioni dei reparti dellʹNSKK: oltre ad essere chiamati a controllare il traffico e le strade nelle città e nei villaggi appena conquistati, si
trovarono spesso ad affrontare il nemico con armi in pugno, come dei veri e propri soldati. Con lʹinizio della guerra lʹNSKK aprì inoltre
i suoi ranghi ai cittadini dei paesi occupati dalla Wehrmacht, trasformandosi in unʹorganizzazione internazionale. A partire infatti dal
1941, i reclutatori dellʹNSKK arruolarono volontari stranieri: scandinavi, olandesi, fiamminghi, valloni e francesi. Uno dei primi centri
ʹeuropeiʹ dellʹNSKK fu aperto in Belgio a Vilvorde, alla periferia nord di Bruxelles, sulla strada per Anversa. Le unità che in seguito si
formarono furono aggregate alla Luftwaffe, per cui ai membri furono consegnate uniformi grigio-blu dellʹaviazione tedesca, sulle quali i
volontari stranieri portavano (sul braccio sinistro) lo scudo con i loro colori nazionali. Le compagnie di volontari dellʹNSKK, soprattutto
verso la fine della guerra, furono trasformate in vere e proprie unità combattenti.
(3)Martin Kohlroser, nacque lʹ8 gennaio 1905, SS-Nr. 3 149. prima di approdare alla formazione olandese era passato per la Leibstandarte,
la Nord, la Polizei, la Wiking e la Frundsberg. Il 2 aprile 1942 era stato decorato con la croce tedesca in oro come SS-Staf. e Kdr. DellʹSS-
Inf.Rgt. 7.
Formazioni SS
SS-Panzer-Brigade 49 e 51
di Carlos Caballero Jurado
autorizzata verso la metà del 1944, non fu effettivamente creata che nellʹaprile del ʹ45. La 27a divisione SS era
una divisione di fiamminghi, istituita come tale nel novembre del 1944 a partire da una preesistente
brigata(6). Era un errore degli autori e forse si trattava di divisioni corazzate dellʹesercito? Non era possibile.
La 26.Panzer-Division in quel periodo era impegnata in Italia e la 27.Panzer-Division, dopo una fugace
esistenza, venne disciolta allʹinizio del 1943(7). Da dove uscivano quindi le ʺSS Panzergrenadiere Brigadeʺ 49
e 51? Qual era lʹorigine delle SS-Panzerdivision 26 e 27? Lapierre e Collins non si preoccuparono neanche per
un momento di verificare lʹesistenza reale delle due divisioni.
La terza batteria in posa a Beneschau. Con il cappotto in pelle, lʹSS-Ostuf. Georg Stemma della 49ª Brigata SS
Bartl. Questa unità divenne prima la 3.Batterie/SS-Abteilung-Brigade 49 e poi la
6.Batterie dellʹSS-Artillerie-Regiment 17 (Foto Heimdal).
Il 6 giugno 1944, quando giunse la notizia dello sbarco alleato in Normandia, vennero attività subito gli SS
Kampfgruppen (SS-KG) 1º e 3º. LʹSS-KG 1 doveva raggrupparsi al poligono dʹistruzione di Königsbrück,
vicino Dresda. Tre compagnie di fanteria vennero da Ljubljana, più una dallʹAccademia di Lauenburg,
formarono il Iº Battaglione (I./SS-KG 1). Quattro compagnie della scuola di polizia formarono il II./SS-KG 1.
combattimento furono ribattezzati. LʹSS-KG 1 divenne ufficialmente la 49ª Brigata SS di granatieri corazzati
e lʹSS-KG 3 la 51ª Brigata SS. Data la struttura e la potenza di entrambe le unità, la designazione come Brigata
era appropriata, ma lʹaggiunta di ʺPanzergrenadiereʺ era pura propaganda. Le unità infatti non ricevettero
nessun elemento corazzato: né carri, né cannoni dʹassalto, né cacciacarri, né trasporti blindati per il
personale. Tuttavia lʹAlto Comando tedesco sapeva che lʹIntelligence nemica era al corrente dellʹesistenza di
queste unità, e qualificandole come reparti più potenti, si sarebbe potuto infondere al nemico un certo
timore. Il periodo in Danimarca fu impiegato da entrambe le unità a continuare il piano di istruzione.
Fu data particolare attenzione
allʹistruzione militare del II./SS-49,
formato da membri della Polizia e
non della Waffen SS. Entrambe le
Brigate, in maniera speciale la 49.SS,
persero parte dei loro quadri, per
coprire le perdite subite dalle unità
tedesche in Normandia. Altre perdite
di quadri in seno alla 49.SS, furono
un gruppo di volontari estoni. Erano
stati recuperati a Radolfzell in uno
dei corsi di formazione per
sottufficiali. Quando fu chiaro che
sarebbero stati impegnati contro gli
alleati, manifestarono subito la loro
volontà di volersi battere unicamente
contro i sovietici.
Trasferimento in Francia
Il 4 agosto la 51ª Brigata ricevette lʹordine di trasferimento in Francia. Alla 49ª Brigata, lo stesso ordine
giunse il 12 agosto. A partire dal 10 agosto entrambe le unità furono nuovamente ridenominate: la 49ª
Brigata SS divenne la 26.SS-Panzer-Division, mentre la 51ª Brigata divenne la 27.SS-Panzer-Division. In quel
periodo della guerra, i soldati alleati nutrivano un grande rispetto per i reparti della Waffen SS, e bastava che
lʹunità che avevano di fronte fosse un repato SS a indurli ad usare la massima prudenza. LʹAlto Comando
tedesco utilizzò quindi la carta della guerra psicologica, assegnando denominazioni false alle nuove unità,
per farle sembrare al nemico più potenti. Gli alleati ci cascarono completamente. Con crescente allarme
analizzarono le informazioni che provenivano dalle loro spie (della resistenza francese) che indicavano il
movimento delle due ʹdivisioni corazzateʹ della SS. E cosi fecero anche Lapierre e Collins. Quello che é
assurdo é che gli autori, tramite i dialoghi che descrivono tra i comandi tedeschi, affermano che gli stessi
tedeschi credessero allʹesistenza di queste due divisioni corazzate SS. Se nei messaggi che dovevano essere
intercettati dallʹintelligence alleata o le informazioni riferite dalle spie della resistenza, quelle dovevano
essere due divisioni corazzate, nei documenti in mano ai vari stati maggiori tedeschi non si potevano avere
dubbi: si trattava di due gruppi da combattimento di fanteria, rinforzati con elementi di artiglieria. Ci fu la
possibilità di convertire in futuro questi gruppi da combattimento come basi per due nuove divisioni, per
questo venne assegnata loro la denominazione di ʹReggimenti nucleoʹ delle progettate divisioni (Stamm
Regiment / 26.SS Pz. Div. e Stamm Regiment /27.SS Pz. Div.), ma tutto rimase sulla carta. La 51ª Brigata SS
(27.SS-Panzer-Division) fu inizialmente diretta verso Troyes, sulla Senna, ad est di Parigi, dove mosse
lentamente a causa degli attacchi dellʹaviazione nemica sulla rete ferroviaria. Proprio questi attacchi
provocarono le prime perdite in seno allʹunità, già quando mise piede in Germania, ad Osnabrück. Per
quanto riguarda la 49ª Brigata SS (26.Panzer-Division), iniziò il suo movimento verso il fronte poco dopo la
51ª Brigata. Partì dallo Jutland il 14 e giunse sul suolo francese il 18, dopo aver perso notevoli forze a causa
dei bombardamenti alleati. Inizialmente lʹunità doveva dirigersi vero il settore di Calais, poi il 19 giunse
lʹordine di procedere verso est e poi verso sud in direzione di Parigi. Per ordine diretto di Hitler le due
ʹdivisioni corazzate SSʹ dovevano essere dislocare a sud di Parigi, per bloccare un eventuale avanzata nemica
verso la capitale francese. Lo stesso ordine, specificava, che per rinforzare entrambe le unità, esse dovevano
ricevere elementi di appoggio, comandi con esperienza e se fosse stato possibile alcuni carri o cannoni
dʹassalto, provenienti dalla 17.SS-Panzer-Grenadier-Division ʹGötz von Berlichingenʹ. I comandi tedeschi
ignorarono le indicazioni di Hitler ed inviarono le unità nei settori considerati più opportuni.
capaci di articolare una efficace difesa. Il 28 agosto gli elementi superstiti di entrambe le ʹdivisioni fantasmaʹ
furono assegnati formalmente alla 17.SS-Panzergrenadier-Division ʹGötz von Berlichingenʹ, per essere
utilizzati nella sua ricostruzione. E qui finisce la breve storia delle due ʹdivisioni corazzate SSʹ alle quali
Lapierre e Collins concedono tanto straordinario protagonismo nella loro narrazione della ʹbattaglia di
Parigiʹ. Solo autori come Arrigo Petacco(15) o lo spagnolo Pons Prades si sono prodigati a citare queste due
ʹDivisioniʹ nelle loro opere ʹstoricheʹ, dimostrando cosi che pur di glorificare i ʹresistenti antifascistiʹ, hanno
ritenuto opportuno subordinare ad essi tutta la loro narrazione, senza rispetto alcuno per la verità storica.
Nel loro libro, Lapierre e Collins narrano anche che i tedeschi disponevano di mezzi aerei per distruggere
Parigi, o che avrebbero potuto impiegare i mortai pesanti ʹKarlʹ, da 600mm, per lo stesso scopo. Addirittura
che la città era interamente minata da poter essere volatilizzata....Niente era certo. Sarebbe ulteriormente
eccessivo smontare ognuna di queste falsità. Lʹavanzata della 2ª DB su Parigi si concluse il 25 agosto con la
sua entrata trionfale nella capitale e la resa di Von Choltitz, si concluse con un nulla di epico. Le unità
tedesche che incontrò sul suo cammino, già si erano ritirate. Lʹepicentro dei combattimenti sul fronte
occidentale non fu mai a Parigi, ma più ad est. Quello che stava succedendo sul fronte occidentale era ben
poca cosa se comparato con quello che invece stava accadendo sul fronte dellʹest, con lʹarmata rossa lanciata
verso i Balcani e lʹEuropa centrale.
LʹSS-Ostuf. Henry Asmussen (nato il 20 marzo 1914, SS- LʹSS-Stubaf. Karl Guse, prima comandante dellʹSS-
Nr. 257 671) del II./49 ed in seguito aiutante dellʹSS- Art.Abt 49 e poi dellʹSS-Artillerie Regiment 17.
Pz.Gr.Rgt.37.
Note
(1) D.Lapierre, L.Collins, ʺParigi brucia?ʺ, Mondadori 1987. A parte le numerose edizioni, venne realizzato anche un film, con lo stesso
titolo nel 1966. Diretto da René Clément, su un copione scritto da Francis Ford Coppola e Gore Vidal, con attori del calibro di Kirk
Douglas, Glenn Ford, Yves Montand, Alain Delon, Orson Welles, Jean-Paul Belmondo, Anthony Perkins. Jean-Louis Trintignant,
Charles Boyer, ecc.
(2) Lapierre-Collins, op.cit., pag. 167.
Lapierre-Collins, op.cit., pag. 270. Per ragioni non spiegate, gli autori, o il traduttore, citano queste divisioni una volta come “Panzer-
(3)
SS”, altre volte semplicemente come “SS” e qualche volta solo con “Panzer”.
(4) Lapierre-Collins, op. cit., pag. 280-281.
(5)Marc J. Rikmenspoel nel suo ʺWaffen-SS Encyclopediaʺ, The Aberjona Press, 2004, cita la 26a SS-Panzer-Division, come unʹunità da
formarsi nellʹestate del ʹ44, espandendo la SS-Panzer-Grenadier Brigade 49, operazione cancellata in quanto la Brigata fu integrata nella
17a SS-Panzer-Grenadier Division. La stessa cosa successe per la 27a SS-Panzer-Division. Kurt Mehner, nel suo ʺDie waffen-SS und Polizei
1939-1945ʺ, Militair-Verlag Klaus D. Patzwall, 1995, arriva ad elencarle come unità realmente esistite.
(6) Martin Windrow, “Waffen SS”, Osprey Publishing, Londra, 1973.
(7) Martin Windrow, ʺThe Panzer Divisions (Revised edition)ʺ, Osprey Publishing, Londra, 1982.
La capitale della Slovenia era chiamata Laibach dai tedeschi, per cui nelle fonti germaniche questa accademia sottufficiali é citata
(8)
come Accademia di Laibach. LʹAccademia era stata originariamente posta a Posen-Treskau. Il suo trasferimento in Slovenia si rese
necessario per rinforzare le difese in questa regione, visto che i tedeschi temevano uno sbarco alleato nella penisola dʹIstria.
(9) Ernst-Günther Krätschmer, “Die Ritterkreuzträger der Waffen SS”, Verlag K. W. Schütz KG, Preussisch Oldendorf, 1982, pag. 365-366.
(10) nato il 4 marzo 1912, SS-Nr. 9 296
(11) nato il 21 gennaio 1915, SS-Nr. 287 035
(12) nato il 22 luglio 1916, SS-Nr. 367 397
Walter Jöckel, nato lʹ11 dicembre 1914 (SS-Nr. 272 713) prima di passare alla Brigata militò tra il 1941 ed il 1942 nella divisione
(13)
Wiking precisamente prima nella 5a compagnia del Reggimento Germania e poi come Chef della 12a compagnia nello stesso
Reggimento. Allʹinizio di settembre del ʹ44 fu catturato dalle truppe americane nei pressi di Verdun. Trasferito nella prigione di Metz, fu
condannato a cinque anni di prigione per la sua responsabilità nel massacro di Buchères (vicino Troyes) durante il quale 66 civili furono
uccisi (tra cui 24 donne e 16 bambini), dopo unʹimboscata della resistenza francese nei pressi dello stesso villaggio. Venne rilasciato nel
gennaio del 1951. Jöckel si è spento lʹ11 marzo 1992.
(14) Come la maggior parte degli altri battaglioni corazzati delle divisioni granatieri corazzati, questo battaglione non era equipaggiato
Bibliografia
Hans Stöber, “Die Sturmflut und das Ende. Geschichte der 17. SS Panzergrenadierdivision ‘Götz von Berlichingen’”, Munin Verlag, Osnabrück
1976.
J.C. Perrigault, R.Meister, ʺGötz von Berlichingen, Vol. 1 e 2ʺ, Editions Heimdal
Jean Mabire, “Les SS au poing de fer. La Division ‘Götz von Berlichingen” au combat en Normandie”, Fayard, París, 1984.
A.Munoz, ʺIron Fist: a combat history of the 17.SS-Panzergrenadier Division ʹGvBʹʺ, Axis Europa Books
www.maxafiero.it
Il sito ufficiale
dellʹAssociazione Culturale
Ritterkreuz
Articoli, ricerche e novità
editoriali
Documenti
EBERHARD TELKAMP
Croce tedesca in oro 4 marzo 1942
Croce di cavaliere 23 agosto 1944
di Mark C. Yerger
Nato a Ihrhove lʹ8 maggio 1914, Eberhard Telkamp servì nella HJ dal
settembre del 1932 al dicembre del 1933. Dopo aver conseguito il diploma
entrò nella Allgemeine-SS il 20 dicembre 1933. Servì prima nella 10./24.SS-
Standarte ad Oldenburg, poi entrò nelle SS/VT il 4 maggio 1936 (SS.Nr. 202
741). Dopo lʹiniziale addestramento con la 9. e poi con la 4./Germania, fu
assegnato alla 12.Kompanie dello stesso reggimento allʹinizio del settembre
1937. Dopo aver partecipato ad un corso per aspiranti ufficiali a Radolfzell,
Telkamp frequentò la Junkerschule Bad Tölz dalla metà di novembre del 1938
fino allʹagosto del 1939; il 1° giugno 1939 fu promosso al grado di
Standartenjunker ed il 1° settembre 1939 a quello di Standartenoberjunker. Seguì
subito dopo un corso per artiglieri presso una unità dellʹesercito verso la metà
di ottobre, per poi essere integrato nei quadri iniziali dellʹArtillerie Regiment
SS-Ostuf. Telkamp SS/VT. Qui diventò ufficiale di batteria nella 1.Batterie nel I.Abteilung. Dal
novembre 1940 fu promosso ad aiutante di comandante di batteria. Nel gennaio del 1941, Telkamp
frequentò un corso di addestramento per equipaggi per cannoni dʹassalto sempre presso una unità
dellʹesercito ed il mese successivo divenne uno dei primi membri della nuova Sturmgeschütz Batterie della
divisione Reich come I.Zugführer, unità tatticamente dipendente dal reggimento di artiglieria. In Russia
rimase ferito il 2 luglio ed il 7 settembre 1941, tutte e due le volte da frammenti di scheggia durante scontri
tra carri. Quando lo Batterie Chef Josef Günster rimase ferito, Telkamp guidò lʹunità dal 9 luglio 1941 fino al
24 agosto 1941 quando Günster ritornò dalla convalescenza. Divenne defintivamente Batterie Chef quando
Günster rimase ucciso in combattimento lʹ8 ottobre 1941; il plotone di Telkamp passò quindi
allʹObersturmführer Fritz Glöckle(1). Telkamp fu uno dei due soli uomini decorati con la croce tedesca in oro
per azioni con la prima originaria Sturmgeschütz Batterie, e fu raccomandato da Wilhelm Bittrich. La proposta
recita così:
Colonna motorizzata divisione ʹReichʹ, estate 1941. Due veicoli che Il 1° luglio, Telkamp appoggiò con il suo
trainano pezzi anticarro, seguiti da un cannone dʹassalto. cannone dʹassalto lʹazione del
III./Deutschland durante i combattimenti a Puchowicze. Il villaggio ed il ponte erano stati già conquistati
dallʹAufklärungsabteilung. Lʹunità di Telkamp respinse i forti attacchi nemici provenienti dalle foreste intorno al
ponte. Otto carri, cinque cannoni anticarro ed un gran numero di mitragliatrici furono distrutti.
passando quello del II.Abteilung al precedente comandante della 8./Panzer Regiment, Kurt Rennert(5). Telkamp
ricevette in seguito la croce di cavaliere per aver distrutto più di 100 carri inglesi con il suo II.Abteilung tra il
giugno ed il luglio del ʹ44., con la seguente motivazione firmata dallʹSS-Obersturmbannführer und
Regiments-Kommandeur, Meyer:
ʺ…l‘SS Sturmbannführer Telkamp ha
dimostrato eccezionali capacitá in qualitá di
comandante del neocostituito II./Pz.Rgt.9 del
giovane reggimento corazzato ʹHohenstaufenʹ
dispiegato all‘est, nelle operazioni nellʹarea di
Tarnopol. E´ solo merito suo se il 14.4.44 è
riuscito lo sfondamento con i corazzati a sud di
Horodyce verso Chodackow. L‘unitá di Telkamp
ha messo fuori combattimento 100 corazzati
nemici nel periodo dal 29.6 al 18.7.44. Questi
risultati sono stati conseguiti in duri assalti ed
in combattimenti difensivi, senza che il nemico
abbia ottenuto fino ad allora alcun vantaggio, ed
in una zona in cui l‘impiego dei corazzati è
ritenuto impensabile. E`merito in massima
parte del comandante del reparto se si sono
potuti ottenere questi risultati. La sua
infaticabile attivitá nell‘esplorazione delle zone
operative, le sue esatte disposizioni per il
combattimento impartite alle unitá, la destrezza
nel dare inizio alle operazioni e nel
supervisionare l‘azione coordinata delle
compagnie e soprattutto la sua continua
presenza personale nei momenti cruciali degli
avvenimenti, hanno reso possibile la distruzione
di tanti corazzati. Talkamp ha con ció
contribuito massicciamente ai successi tattici
della divisione. Cosí nella prima fase della
battaglia, mediante un attacco sul fianco del
nemico, è stato sventato il tentativo
dell‘avversario di attaccare sulla quota 112. Le
LʹSS-Stubaf. Telkamp con la croce di cavaliere
elevate perdite inferte al nemico (24), con i colpi
del II./Pz.Rgt.9, hanno costretto alla ritirata le forze avversarie, le quali nel corso del 1.7.44 avevano concentrato 62
carri alle spalle della quota 112. Cosí, con continue perdite inferte al nemico (36), il 1.7 presso Caen è stata allentata la
pressione avversaria sul I.SS-Pz.Korps , che poteva determinare un minaccioso accerchiamento. Con il contrattacco, che
è stato condotto dal II./Pz.Rgt.9 con rapida avanzata dalle retrovie su Maltot presso Eterville il 10.7.44 (42 corazz.), è
stata ridotta la pressione nemica contro le quote 112 e 113, cosicché queste due quote si sono potute tenere. Con il
contrattacco contro Bougy il 16.7.44 i carri del II./Pz.Rgt.9 hanno raggiunto, avanzando davanti ai granatieri,
l‘obbiettivo dell‘assalto. In quest‘area sono stati distrutti 20 carri. In coordinamento con l‘A.A.9, reparti del
II./Pz.Rgt.9 sono poi stati impiegati per risolvere la situazione critica nel punto dello sfondamento presso Noyers (27
corazz.). Essi hanno contribuito con il massiccio supporto dei corazzati ai successi difensivi ottenuti contro i ripetuti
attacchi nemici….ʺ
Il 15 agosto dello stesso anno rimase nuovamente ferito. Assunse il comando dellʹintero SS-Panzer Regiment 9
verso la metà di settembre del ʹ44, dopo che Otto Meyer, il comandante dellʹunità, rimase ucciso in
combattimento il 29 agosto 1944. Mantenne questo comando fino al termine della guerra(6). Dopo essere stato
una dei più esperti e decorati comandanti di reparti di cannoni dʹassalto della Waffen-SS, Eberhard Telkamp
visse tranquillamente nel dopoguerra e morì il 20 aprile 1992, a Rückholz.
Promozioni
Untersturmführer:9 Novembre 1939
Obersturmführer: 20 Aprile 1941
Hauptsturmführer: 30 Gennaio 1943
Sturmbannführer: 21 Giugno 1944
Obersturmbannführer: Settembre 1944
Decorazioni
Croce di ferro di seconda classe: 3 Giugno 1940
Croce di ferro di prima classe: 21 Ottobre 1940
Distintivo di assalto generale: 31 Marzo 1941
Distintivo per feriti di guerra in nero: 5 Luglio 1941
Distintivo per feriti di guerra in argento: 28 Febbraio
1943
Medaglia per il fronte dellʹest: 5 Agosto 1942
Croce di cavaliere: 23 Agosto 1944
Assegnazioni e comandi
10. Batterie SS-Pz.-Art.Rgt. 2
1. Sturmgeschützbatterie ʺDas Reichʺ
SS-Sturmgeschützabteilung 9
II. Panzerabteilung SS-Pz.Rgt. 9
I. Panzerabteilung SS-Pz.Rgt. 9
SS-Panzerregiment 9
Proposta (Vorschlag) per la concessione della croce di
cavaliere a Telkamp, firmata dallʹSS-Ostubaf. Meyer.
Documento ufficiale proveniente dallʹUfficio Personale
della Waffen SS
Note
In seguito comandante della 1./SS-Artillerie Regiment 18, Glöckle (SS-Nr.
(1) 342 635), qualche volta chiamato Glöcke in alcuni
documenti del periodo, rimase ucciso a Bystra il 3 novembre 1944.
(2)Per un breve periodo la 1.Batterie fu agli ordini di Karl-Putz von Rolsberg come comandante temporaneo, eventualmente prendendo
il posto di Graun alla Stabsbatterie, in seguito alla partenza di Telkamp. Anche Wolfgang Otto guidò lʹunità secondo i documenti
ufficiali del periodo, quando venne trasferito dal Panzerjäger Abteilung.
(3)lʹSS-Sturmbannführer Erwin Horstmann (SS-Nr. 29 096) servì allʹiniziò della guerra come comandante di compagnia e poi battaglione
nella ʺLeibstandarteʺ. Fu in seguito comandante istruttore con il I./SS-Panzer-Grenadier-Regiment 25 dopo essere stato trasferito per breve
tempo alla ʺHohenstaufenʺ come comandante dello Sturmgeschützabteilung durante lʹaddestramento e la formazione di questa unità,
diventando un comandante di fanteria al comando del I./SS-Panzer-Grenadier-Regiment 25. Horstmann venne in seguito trasferito alla
17.SS-Panzer-Grenadier-Division ʺGötz von Berlichingenʺ dove venne designato comandante dellʹSS-Panzer-Grenadier-Regiment 38 alla
fine di dicembre del 1943. Con il grado di Obersturmbannführer si suicidò lʹ8 luglio 1944, dopo essere stato deferito ad una corte
marziale.
Ziebell (SS-Nr. 24 048) venne trasferito allʹSS-Führungshauptamt il 1° gennaio 1944. Tuttavia, Telkamp fu al comando dellʹunità prima
(4)
di questa data (per conferire e familiarizzare con lo stesso Ziebell) provenendo da un reparto di cannoni dʹassalto disciolto a novembre.
Ziebell, un membro della 9./Germania prima della guerra, guidò la 14.Kompanie di questo reggimento con la divisione ʺWikingʺ nel 1941
prima di assumere il comando della 1./SS-Panzer Regiment 5. Nel 1944 venne trasferito alla Junkerschule di Bad Tölz come
Sturmbannführer.
(5) Rennert (SS-Nr. 378 006), la cui 8.Kompanie era attualmente una unità assorbita del disciolto reparto cannoni di assalto della
ʺHohenstaufenʺ, venne trasferito a questa divisione nel luglio del 1943 dal reggimento ʺNordlandʺ. Aveva un lungo stato di servizio con
la ʺReichʺ tra il 1941 ed il 1942 come aiutante del IV./Artillerie Regiment, come osservatore di artiglieria e comandante di una batteria.
Venne decorato con la croce tedesca in oro il 19 agosto 1944, al comando della sua Panzer Kompanie.
(6)Lo Sturmbannführer Rudolf Gruber servì brevemente come comandante temporaneo reggimentale e fu decorato con la croce tedesca
in oro il 9 ottobre 1944, designato come Führer i.V. nella proposta per la decorazione. Non esistono documenti ufficiali riguardanti
questo periodo di comando. Gruber (SS-Nr. 49 332) aveva comandato precedentemente il III./SS-Panzer-Grenadier-Regiment 20. Ritornò
allʹSS-Panzer-Grenadier-Regiment 20 ed in seguito servì come comandante reggimentale. Gruber fu al comando dellʹunità per le prime
due settimane dopo la morte di Meyer e venne sostituito da Telkamp verso la metà di settembre quando venne trasferito nella
Führerreserve. Gruber sopravvisse alla guerra e morì il 23 settembre 1982.
Uomini in guerra
Georg Keppler
di Marco Linguardo
ʺL’SS-Oberführer Keppler ed il suo Reggimento SS ‘Der Führer’ - il solo reggimento di fanteria nel X° Corpo d’Armata
– condussero uno sfondamento della linea Grebbe. Questo successo portò al conseguimento di importanti risultati
operativi. L’SS-Oberführer Keppler si distinse in modo straordinario
durante le operazioni di ricognizione, nel combattimento ed alla guida
del suo reggimento. Egli guidò personalmente il III Battaglione
durante l’attraversamento del fiume Ijssel e l’assalto del monte Grebbe
a dispetto del fuoco dell’artiglieria e delle mitragliatrici nemiche. La
rottura attraverso la posizione chiave della ‘Fortezza Olanda’ ebbe un
significativo valore nelle operazioni. L’SS-Oberführer Keppler oppose
resistenza in questa difficile battaglia attraverso una serrata azione
personaleʺ.
Georg Keppler continuò quindi la sua carriera nelle Waffen-SS
attraverso tutta la durata della seconda guerra mondiale. Dopo
l’assegnazione della Croce di Cavaliere, rimase con il Der Führer
fino al luglio del 1941. A ciò seguì il comando temporaneo della
divisione Totenkopf fino al settembre dello stesso anno. Keppler
iniziò a soffrire dei primi malanni causati da un tumore al
cervello, che lo portarono su consiglio dei suoi dottori, lontano
dal servizio attivo fino all’aprile del 1942. Mentre era in
convalescenza ottenne la promozione a SS-Gruppenführer e
Generalleutnant delle Waffen SS. Il suo primo impiego subito
dopo il ritorno al servizio attivo fu al comando della Divisione
SS-Brigadeführer Keppler SS Das Reich, o seconda divisione SS-Panzergrenadier ‘Das
Reich’ come fu conosciuta in seguito. Questo ruolo fu ricoperto fino al febbraio 1943, quando in Russia si
ammalò nuovamente, costretto al riposo fino all’agosto dello stesso anno. Fu quindi destinato al comando
delle Waffen-SS in Boemia e Moravia fino al marzo del 1944 quando fu posto alla guida delle Waffen-SS in
Ungheria fino al settembre dello stesso anno. Ottenne quindi delle ulteriori promozioni a SS-
Obergruppenführer e Generale delle Waffen-SS. Fu inoltre demandato per brevi periodi ad altre unità, la
prima delle quali lo vide comandante del I.SS-Panzerkorps dall’agosto all’ottobre 1944, durante le ultime fasi
della battaglia di Normandia. Tornò poi, per poco tempo, al suo posto di comando in Ungheria prima di
essere assegnato alla guida del III.SS-Panzerkorps fino al febbraio 1945. Il suo ultimo posto fu al comando
del XVIII° Corpo d’armata SS che mantenne fino al termine della guerra, quando si arrese alle forze
americane nel maggio del ʹ45. Come molti altri soldati delle Waffen-SS sopravvissuti, Georg Keppler fu
internato come prigioniero di guerra in un campo alleato fino al 1948. Terminato il periodo di detenzione,
tornò quindi alla vita civile fino alla sua morte sopraggiunta il 16 giugno del 1966 ad Amburgo. Keppler
riassunse in sé lo spirito del soldato delle Waffen-SS e dell’ufficiale di comando: incessantemente al fronte,
come descritto nella raccomandazione per la sua Croce di Ferro, fu sempre nella mischia con i suoi uomini e
capace di valutare la situazione di persona trovando così la giusta strategia sul campo. Le sue capacità
continuarono ad essere ricordate per tutta la guerra attraverso i vari comandi a cui fu destinato ed i suoi
uomini beneficiarono senza alcun dubbio dell’abilità e delle capacità di questo soldato.
Promozioni:
Fahnenjunker: 28 febbraio 1913
Leutnant: 6 giugno 1914
Oberleutnant: 1917
Hauptmann der Schupo: 21 giugno 1920
Major der Schupo: 1° luglio 1931
SS-Sturmbannführer: 10 ottobre 1935
SS-Obersturmbannführer: 20 aprile 1937
SS-Standartenführer: 20 aprile 1938
SS-Oberführer: 13 maggio 1940
SS-Brigadeführer und Generalmajor der Waffen-SS: 9 novembre 1940
SS-Gruppenführer und Generaleutnant der Waffen-SS: 30 gennaio 1942
SS-Obergruppenführer und General der Waffen-SS: 20 aprile 1944
Assegnazioni:
" Fhr. I.Sturmbann/SS-Standarte 1 ʺDeutschlandʺ: dal 10 ottobre 1935 al 23 marzo 1938
" Kdr. SS-Standarte 3 (poi SS-Regiment ʺDer Führerʺ): dal 23 marzo 1938 allʹ11 luglio 1941
" Kdr. SS-Totenkopf-Division: dal 15 luglio 1941 al 21 settembre 1941
" Kdr. SS-Division ʺNordʺ: [per un breve periodo tra il settembre e lʹottobre 1941]
" Kdr. SS-Division ʺReichʺ (poi 2.SS-Pz.Gren.Div. ʺDas Reichʺ): dal 1° aprile 1942 al 10 febbraio 1943
" Befehlshaber der Waffen-SS ʺBöhmen und Mährenʺ: dal 31 agosto 1943 al 20 marzo 1945 (carica assunta dal suo vice,
Karl Hermann, dal 15 gennaio 1944 al 20 marzo 1944)
" Befehlshaber der Waffen-SS Ungarn: dal 6 aprile 1944 al 1° settembre 1944
" Kom.Gen. I.SS-Panzer-Korps: dal 16 agosto 1944 al 24 ottobre 1944
" Befehlshaber der Waffen-SS Ungarn: dal 1 novembre 1944 al 2 febbraio 1945 (carica abolita)
" Kom.Gen. III.(germanisches) SS-Panzer-Korps: dal 30 ottobre 1944 al 4 febbraio 1945
" Kom.Gen. XVIII.SS-Armee-Korps: dal 4 febbraio 1945 allʹ8 maggio 1945
Decorazioni
Ritterkreuz des E.K.: il 14 agosto 1940 come SS-Oberf. e Kdr. SS-Regiment ʺDer Führerʺ / SS-Verfügungsdivision /
18.Armee / Heeresgruppe B
Bibliografia
Peter Money, ʺWaffen-SS knights and their battlesʺ, Schiffer Military History Book, 2008
Mark C. Yerger, ʺWaffen-Ss Commanders: The Army, Corps and Divisional Leaders of a Legend: Augsberger to Kreutzʺ, Schiffer
Publishing, October 1997
Continuiamo la nostra panoramica sullo sviluppo delle armi anticarro tedesche che più da vicino hanno
riguardato la Waffen-SS. Nella seconda parte dell’articolo abbiamo analizzato da vicino le soluzioni praticate
dalla Germania nel campo dei fucili anticarro, mettendo in luce il fatto che - nonostante la validità dei
progetti proposti – i risultati furono scarsi di fronte alla pressante minaccia dei carri sovietici modello T34,
per via delle caratteristiche intrinseche legate a questa tipologia di armamento. Tuttavia abbiamo più volte
ricordato come lo sviluppo dei fucili anticarro non sia stata l’unica strada percorsa dai tedeschi, i quali,
parallelamente, si dedicarono anche ad altri progetti, culminati con l’introduzione del Panzerfaust e del
Panzershreck. Prima però di parlare di queste due armi rivoluzionare, dobbiamo occuparci di un’altra
tipologia di armamenti anticarro, il cui ruolo fu di prim’ordine durante tutte le fasi del secondo conflitto
mondiale: stiamo parlando dei cannoni leggeri serie Pak.
Pak 35/36
Il primo esempio di cannone leggero tedesco,
concepito per ruoli anticarro, risale al 1928 e
prende il nome di Panzerabwehrkanone L/45,
o più semplicemente Pak L/45. Prodotto dalla
Rheinmetall di Düsseldorf, si trattava di
un’arma calibro 3.7cm. all’avanguardia,
caratterizzata da un ottimo design e mobilità
(garantita dall’insostituibile forza equina), in
grado di fronteggiare qualsiasi carro armato
allora in servizio. L’arma, nella sua
semplicità, era da considerarsi innovativa
grazie ad alcune semplici soluzioni
strutturali, mantenute anche negli sviluppi
successivi di questa serie di cannoni. In
particolare il Pak L/45 si fece apprezzare per
lo scudo di protezione robusto ed
intelligentemente profilato, rinforzato
internamente da due barre di sostegno e per
una buona stabilità in fase di sparo che
veniva garantita da due barre tubulari a
Un Pak 35/36 in manutenzione ad opera di membri di una delle forbice saldamente ancorate al terreno per
compagnie anticarro della Das Reich (HITM Archive) contenere il rinculo. Nel 1935 fu adattato al
traino meccanico, attraverso la sostituzione dell’affusto e delle ruote (dalle classiche in legno a raggio a
quelle in acciaio dotate di pneumatico) e soggetto ad alcune modifiche e migliorie. Ridenominato Pak 35/36,
divenne l’arma anticarro standard sia per la Wehrmacht che per la Waffen-SS durante i primi anni di guerra,
sebbene l’esordio ufficiale in combattimento lo ebbe già nel 1936 in occasione del conflitto civile spagnolo.
Con un peso di soli 432Kg. ed un ingombro modesto(1) si rivelò un’arma molto pratica e ben congeniata e
non a caso le prime esperienze di Blitzkrieg confermarono le buone caratteristiche del Pak 35/36, sia in
termini di mobilità che di resa. In particolare, il peso contenuto permetteva alla squadra addetta al cannone –
costituita da tre fanti - di potersi muovere con facilità all’interno del campo di battaglia e occultare
facilmente l’arma sfruttando le caratteristiche dell’ambiente circostante (ad esempio cespugli, alberi, siepi e
quant’altro risultasse utile a celare la posizione del Pak). Le buone doti di mobilità consentivano altresì di
utilizzare il Pak 35/36 per le imboscate contro veicoli nemici, sebbene vada sottolineato il fatto che lo scudo a
protezione del cannone e degli operatori non fosse in grado di garantire efficace protezione a tutta la
squadra addetta al fuoco. In particolare, durante le operazioni di carica e sparo, almeno due degli addetti
finivano per essere esposti al fuoco nemico; ciò ovviamente risultava assai rischioso durante un’imboscata
poiché, una volta messo a segno il colpo se il nemico riusciva a reagire prontamente anche con armi leggere,
gli operatori non avrebbero potuto contare sulla sola protezione offerta dallo scudo del Pak 35/36.
Disegno tecnico di un Pak 35/36 Un pezzo anticarro da 37mm sulle coste danesi, 1940
Oltre alla maneggevolezza, il Pak 35/36 impressionò piacevolmente i tedeschi anche dal punto di vista della
resa. Il potente cannone L/45 era infatti in grado di fronteggiare le corazze di qualsiasi veicolo nemico, per lo
meno fino alla prima metà del 1940 quando sia i carri britannici che francesi non disponevano ancora di
blindature efficaci (tranne quelle frontali). Con un calibro di 37mm. ed una velocità alla volata di 762m/s.
garantiva ad una distanza di 100m. la penetrazione di 35-38mm di corazza (inclinata di 30°) con l’impiego di
un proiettile perforante (standard) Panzergranate 39, che poteva essere sparato con un elevazione rispetto
all’orizzonte variabile da un minimo di -5° ad un massimo di +25° e con un brandeggio di 60°. Ovviamente,
sempre prendendo come riferimento il proiettile Pz.Gr. 39, la resa tendeva a diminuire mano a mano che
aumentava la distanza: a 500m. si poteva contare su una penetrazione di 29mm., mentre sui 1.500m. si
passava a circa 20mm. Il range di azione (teorico) era comunque stabilito intorno ai 5.500m., sebbene a tale
distanza le possibilità di recare danno si riducevano praticamente a zero. Tuttavia le performance del Pak
35/36 non erano limitate dall’utilizzo dei soli proiettili perforanti Panzergranate 39, dal momento che
potevano essere impiegati anche munizionamenti più performanti. Nel 1940, mano a mano che i carri nemici
poterono avvalersi di corazze sempre più spesse, i tedeschi introdussero la Panzergranate 40, che fu prodotta
anche nel calibro più piccolo da 37mm., tale da consentirne l’utilizzo con il Pak 35/36. La Pz.Gr. 40, grazie al
proiettile in tungsteno, garantiva al Pak 35/36 una penetrazione di 64mm ad una distanza di 100m. e di fatto
rendeva l’arma competitiva con i carri nemici presenti sullo scenario bellico a cavallo fra il 1940 ed il 1941(2).
Discorso simile riguardò anche la
Stielgranate 41, introdotta per il Pak
35/36 nel 1942. Si trattava di un
munizionamento che sfruttava il
principio della carica cava(3), grazie al
quale il Pak 35/36 riusciva a penetrare
qualsiasi corazza del tempo ad una
distanza comunque inferiore ai 300m.(4).
Il limitato raggio d’azione non consentì
tuttavia al Pak 35/36 di riconquistare la
prima linea, visto che in quegli anni
furono introdotti altri cannoni anticarro
in grado di coprire distanze maggiori;
motivo per cui l’utilizzo in prima linea
Reparto anticarro SS in Francia del Pak 35/36 con la Stielgranate 41 fu
ristretto ai Fallschirmjäger, per i quali l’impossibilità di ingaggiare scontri sulle lunghe distanze
rappresentava una pecca trascurabile a fronte delle doti di mobilità e leggerezza proprie di quest’arma. In
definitiva, le caratteristiche e le buone performance del Pak 35/36 possono essere considerate di tutto
rispetto, considerando sia gli anni in cui esso fu concepito e sviluppato, sia il numero di pezzi prodotti fino
al 1942: circa 20.000. Inoltre non bisogna dimenticare che la bontà del progetto fu dimostrata dal notevole
successo che il Pak 35/36 ebbe oltre confine. Paesi come l’Italia, il Giappone, l’Olanda e l’Unione Sovietica
utilizzarono il progetto del Pak 35/36 per dar vita ai propri cannoni anticarro, rispettivamente il Cannone
Controcarro 37/45, il Type 97, il 37mm. Rheinmetall e l’M30. Anche gli Stati Uniti dimostrarono un certo
interesse verso l’arma della Rheinmetall, al punto che il nascente Antitank Gun M3 fu realizzato partendo
dal progetto del Pak 35/36. Non dobbiamo poi dimenticarci dell’Etiopia, che nel 1935 ricevette una dozzina
di Pak 35/36 dalla Germania, utilizzati poi contro gli italiani nel corso dello stesso anno. Solo l’avvento della
seconda guerra mondiale, con la sua rapida e frenetica evoluzione degli armamenti, rese ben presto
quest’arma inefficace per l’impiego in prima linea, tanto che dopo i primi otto mesi di guerra i tedeschi
iniziarono a relegare il Pak 35/36 alla seconda linea, a ruoli addestrativi o ausiliari. In merito a questi ultimi
vale la pena ricordare – oltre al già citato impiego con i Fallschirmjager – il connubio tra Pak 35/36 ed i
semicingolati SdKfz 250/10 e SdKfz 251/11. Montati su questi mezzi, i cannoni Pak 35/36 si rivelarono ottime
armi di supporto alla fanteria da impiegare contro veicoli leggeri.
negli scontri anticarro durante i 36 giorni della Campagna. Terminata l’invasione della Polonia, la Germania
si apprestava a preparare l’occupazione della Norvegia e della Danimarca nell’aprile del 1940, per poi
volgere le proprie armi verso il nemico di sempre: la Francia. Ovviamente la Waffen-SS, dopo il felice
esordio in Polonia, accrebbe il proprio organico e nel maggio del 1940, in previsione dell’invasione di Belgio,
Lussemburgo e Olanda (preludio dell’attacco alla Francia), poté contare su un numero maggiore di Pak
35/36. Nel frattempo infatti erano state costituite la SS-Division ʹReichʹ e la SS-Division Totenkopf, che insieme
alla Leibstandarte Adolf Hitler presero parte (con ruoli diversi) alla Campagna di Francia.
Pak della Legione Norvegese sul fronte di Leningrado, Pak da 37mm usato dai paracadutisti tedeschi sul
inverno 1942 fronte di Nettuno, febbraio 1944 (Bundes Archiv)
E fu proprio in occasione della Blitzkrieg ad ovest che il Pak 35/36 iniziò a mettere in luce i propri limiti. Se
da un lato l’invasione del Belgio, dell’Olanda e del Lussemburgo non comportò particolari problemi per il
Pak 35/36, ben altre furono le difficoltà che ebbe quest’arma (ed i suoi addetti!) nel recare danno ai carri
armati francesi e britannici. Veicoli quali il Char de Bataille B1 ed il Matilda MkII, seppur modesti sia in
termini di velocità che di potenza di fuoco, disponevano però di corazze pesanti contro le quali i Pak 35/36
non potevano competere: rispettivamente, 60mm. per il carro francese e 78mm. per il carro inglese. Un
episodio significativo delle difficoltà incontrate dai tedeschi, che coinvolse anche la Waffen-SS, avvenne
durante la battaglia di Arras, nel nord-est della Francia. Il 20 maggio 1940 un contrattacco degli anglo-
francesi coinvolse unità della Totenkopf e della 7.Panzer-Division in avanzamento verso il canale della Manica.
L’azione mirava a rallentare la veloce avanzata dei tedeschi a nord di Parigi ed era volta a scongiurare uno
sfondamento verso il mare, che avrebbe tagliato in due le forze anglo-francesi sulla linea del fiume Somme,
lasciando così ai tedeschi una corsia preferenziale verso Parigi. L’attacco dei carri Matilda MkII creò un
iniziale scompiglio nelle fila tedesche, al punto che le prime difese schierate frettolosamente e che videro
l’impiego dei Pak 35/36 non riuscirono neanche a rallentare la penetrazione inglese. Sebbene le sorti della
Battaglia di Arras volsero ben presto a favore dei tedeschi, che riuscirono a riorganizzarsi prontamente, il
primo attacco provocò gravi perdite nelle fila della Totenkopf, in particolar modo fra gli addetti delle
compagnie anticarro, molti dei quali furono addirittura schiacciati dai carri nemici. Anche le postazioni Pak
35/36 della 7.Panzer-Division, comandata da Erwin Rommel(6), furono travolte dai carri Matilda MkII ed in
alcuni casi addirittura sorpassate e tagliate fuori dal resto del reparto. Con i Pak 35/36 che a malapena
riuscivano a scalfire le corazze frontali dei carri inglesi, fu necessario l’intervento dell’artiglieria e dei
cannoni antiaerei Flak da 8,8cm. (ad alzo zero) per arrestare il contrattacco nemico e risollevare sia le sorti
della battaglia che gli animi dei tedeschi. Questo non fu certamente l’unico episodio che mise in luce
l’inadeguatezza del Pak 35/36. Altri scontri con i carri francesi Char B1 ne confermarono l’obsolescenza, al
punto tale che i molti insuccessi gli fecero guadagnare l’appellativo di ʺbatacchio della Wehrmachtʺ (i
soldati, infatti, erano soliti sostenere che i proiettili PzGr. 39 del Pak 35/36 non facevano altro che ʺbussareʺ
alle corazze dei carri nemici, anziché perforarle). A campagna conclusa, i tedeschi non esitarono dunque a
rivedere il ruolo del Pak 35/36 e provvedere ad un suo avvicendamento. Già da tempo, infatti, la Rheinmetall
si stava dedicando allo sviluppo della tecnologia delle armi anticarro serie Pak e durante la seconda metà del
1940 i tedeschi poterono adottare ufficialmente il nuovo Pak 38 (L/60) calibro 50mm., che andò a sostituire
l’oramai obsoleto Pak 35/36. Tuttavia, contrariamente a quanto si possa pensare, la produzione del piccolo
Pak non si arrestò e continuò sino al 1942. Bisogna infatti considerare che nonostante l’introduzione del Pak
38 nel dicembre del 1940, i tedeschi necessitarono di tempo per la sostituzione delle migliaia di Pak 35/36
prodotte in più di dieci anni di servizio(7). Inoltre, per l’economia di un esercito in piena guerra, sarebbe stato
controproducente non pensare ad una riorganizzazione operativa delle armi di cui si disponeva, specie
quando – ed è il caso del Pak 35/36 – la stessa risorsa avrebbe potuto adempiere ad altri ruoli (ausiliari o
addestrativi) o rispondere a particolari esigenze (vedi il caso dei Fallschirmjäger). Infine non bisogna
dimenticare che i tedeschi, per evitare sprechi ed utilizzare al meglio quanto in loro possesso, dotarono
anche il Pak 35/36 con i nuovi tipi di munizionamento più performanti (Pz.Gr. 40 e Stielgranate 41), la cui
resa contribuì ad allungare la vita operativa del piccolo cannone anticarro della Rheinmetall e gli permise di
prendere parte all’Operazione Barbarossa nel 1941.
Note
(1) con una lunghezza di 340cm. ed una larghezza di 165cm., aveva un ingombro di circa 5,7mq.
(2) nonostante le buone prestazioni della Panzergranate 40, la difficoltà di reperire il tungsteno costrinse i tedeschi ad un utilizzo
morigerato di questo tipo di proiettile.
(3) del principio della carica cava ci occuperemo in maniera dettagliata quando parleremo del Panzerfaust.
(4) il motivo per il quale l’impiego del Pak 35/36 con la Stielgranate 41 era limitato nel raggio dei 300m. è da ricercare nella bassa velocità
alla volata raggiunta dal proiettile (circa 110m/s.) che, nonostante l’elevata capacità di penetrazione, aveva un peso di ben 8.6Kg. e
risultava piuttosto instabile nella traiettoria, specie sulle lunghe distanze.
(5) si pensi alle unità di Cavalleria, che durante un mese di scontri portarono a termine – quasi sempre con successo – 16 assalti contro le
del 20 maggio lo stesso Rommel ritenne di essere stato attaccato da centinaia di carri, mentre in realtà le forze britanniche operarono in
quel frangente con meno di 60 unità.
(7) le cifre parlano di 14.459 pezzi ufficialmente in servizio allo scoppio delle ostilità con la Russia.
Bibliografia
ʺSS-Leibstandarte – The history of the first SS division 1943-1945ʺ di Rupert Butler, edito da Motorbooks International
ʺSS-Das Reich – The history of the second SS division 1943-1945ʺ di Gregory Louis Matton, edito da Motorbooks International
ʺSS-Totenkopf – The history of the Death’s Head division 1940-1945ʺ di C. Mann e A. Donaldson, edito da Motorbooks International
ʺLa Guerra lampo in Franciaʺ di Alan Sheppard, edito da RBA Italia (serie Osprey Publishing)
ʺSGM – Seconda Guerra Mondialeʺ Anno I – Numero 0 – Maggio/Giugno 2008
ʺGerman Light Filed Artillery: 1935-1945ʺ di Joachim Engelmann, edito da Schiffer Military
ʺThe Encyclopedia of Weapons of World War Twoʺ di Chris Bishop
ʺWeapons and Fighting Tactics of the Waffen SSʺ di dr. S. Hart e dr. R. Hart, edito da Brown Packaging Books Ltd
ʺGerman Infantry Weapons – vol.1ʺ edito da Desert Publications
Decorazioni di guerra
L‘Infanterie-Sturmabzeichen
di Marcello Bianchi
circa 900.000 e tra questi vi erano anche dei militari stranieri. A titolo informativo si riporta che i soldati della
R.S.I. furono autorizzati dalle autoritá militari tedesche ad essere decorati con l‘Infanterie-Sturmabzeichen
qualora in possesso dei requisiti previsti.
SS-Ostubaf. Manfred Schönfelder, della Wiking SS-Ostubaf. Kurt Meyer della Leibstandarte
(Bundes Archiv Bild_101III-Jarolin-032-22)
un distintivo ʺin argentoʺ della ditta Rudolf Souval (R.S.) di Vienna. E‘ realizzato in ʺkriegsmetallʺ. La fattura
di questo distintivo non è particolarmente raffinata, come si puó notare non vi è spazio tra il fucile e la
svastica. Il marchio è visibile nella foto 6.B. La Souval ha continuato a produrre i suoi distintivi anche nel
dopoguerra, pertanto è abbastanza difficile discernere l‘originalitá pre-1945 dei suoi articoli.
La foto n. 8.A è relativa ad un
distintivo ʺin bronzoʺ della ditta
Josef Feix & Söhne (JFS). Si tratta di
un esemplare di ottima fattura,
tipica di questo fabbricante, ed è
realizzato in zinco bronzato. Il
particolare del marchio è visibile
nella foto 8.B. La foto n. 9.A è
relativa ad un distintivo ʺin argentoʺ
della ditta Hermann Aurich (HA). E´
realizzato in zinco. Il particolare del
marchio è visibile nella foto 9.B. La
foto n. 10.A è relativa ad un
distintivo ʺin bronzoʺ della ditta
Richard Simm & Söhne (RSS),
Gablonz . E´ realizzato in zinco
bronzato. Il particolare del marchio è
visibile nella foto 10.B. La foto n.
11.A è relativa ad un distintivo ʺin
argentoʺ della ditta Brüder
Schneider, Wien (BSW) . E´
realizzato in zinco argentato. Il
particolare del marchio è visibile
nella foto 11.B.
FALSI
L‘Infanterie-Sturmabzeichen è un
distintivo abbastanza comune,
tuttavia sul mercato esistono molti
falsi, di cui alcuni anche di ottima
fattura ed abbastanza insidiosi.
E`importante precisare che la
presenza del marchio del fabbricante
non è assolutamente una garanzia di
SS-Stubaf. Otto Weidinger della Das Reich autenticitá. Si possono trovare
addirittura alcune riproduzioni in cui i marchi presentano dei grossolani errori ortografici (es. FANK & REIF
anziché FRANK & REIF oppure CF Juncker anziché CE Juncker). A titolo di curiositá nella foto 12 viene
presentata (solo retro) una riproduzione di buona fattura con il marchio, improbabile per l‘Infanterie-
Sturmabzeichen, della ditta JMME.
Bibliografia
ʺFor Führer and Fatherland, military awards of III Reichʺ, R. Angolia, Ed. Bender
ʺForman‘s Guide to third Reich German awardsʺ, A.Forman, Ed. Bender
ʺWorld War 2 German Medals & Political Awardsʺ, C. Ailsby, Ian Allan
ʺThird Reich Militariaʺ, R. Lumsden, Ian Allan
ʺAuszeichnungen des Deutschen Reichesʺ, K.G. Klietmann, Motorbuch Verlag
ʺGerman Combat Badges of the Third Reichʺ, M.F. Tucker, Winidore Press
Ringraziamenti
un particolare ringraziamento va a tutti gli amici collezionisti che hanno fornito le foto dei loro pezzi