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La sua unità di misura è il lessema che è il comune denominatore a cui si riconducono le forme
flesse di nomi, aggettivi e verbi. Il lemma invece è la parte lessicografica del lessema, cioè il
lessema nel momento in cui entra nel dizionario.
Il lessico è una categoria aperta, è lo strato più esterno della lingua ed è per questo che è in costante
movimento.
Le nuove parole entrano a far parte di una lingua attraverso due vie: i prestiti e i calchi. (vedi sbob)
I prestiti possono essere distinti in base alla trafila attraverso la quale entrano nella lingua replica:
contatto diretto, contatto indiretto e intermediazione (club e bluff che hanno intermediazione
francese)
I prestiti vengono classificati in base alle motivazioni del loro insorgere: prestiti di necessità e
prestiti di lusso (prestigio culturale e tecnico) in realtà non è così.
(nb: fenomeno di tabuizzazione: preferire la parola straniera a quella italiana, es. toilette e non
bagno).
I prestiti apparenti parole che hanno una veste straniera ma che magari in quella lingua hanno un
altro significato, possono dividersi in:
Per quanto riguarda la forma è possibile distingue il prestito non adattato/fedele (se mantiene
struttura fonologica e morfologica – film) dal prestito adattato (bistecca – beefsteak, questi
risultano entrati nella lingua italiana diacronicamente più tempo fa). È possibile anche un
adattamento parziale (chattare). Un importante prestito fedele è quello ricavato dal procedimento di
fore clipping (chatbot e cobot da robot inglese ma anche da data latino usato con funzione
aggettivale, ancora open, sharing, smart, life skills, troll).
Nel procedimento del prestito la lingua replica non ha mai un ruolo passivo, ma reagisce in modi e
tempi diversi di fronte agli influssi alloglotti, cercando di rielaborare la replica adeguandola alle
proprie strutture linguistiche. Quando parliamo di prestiti adattati e non, è possibile fare riferimento
al concetto di integrazione: si intende l’adeguamento del termine di provenienza straniera alla
struttura grafica, morfologica e fonologica della lingua replica, per questo possiamo distinguere
l’integrazione grafica (la parola viene rappresentata in italiano attraverso una grafia diversa – goal
gol), morfologica (rende poco evidente che la parola sia un prestito) e fonologica (a sua volta può
essere – progressiva (cucina fusion, email, stalking), la pronuncia si avvicina alla lingua replica
oppure – regressiva, quando una realizzazione distante dal modello viene affiancata da una
realizzazione più fedele, puzzle).
L’integrazione semantica: la nuova unità sappiamo essere in grado non solo di sviluppare una
propria semantica ma anche di intervenire nei meccanismi di formazione delle parole. Una
situazione interessante è quando l’elemento alloglotto entra in uno spazio già occupato da una
parola patrimoniale mettendosi in concorrenza, quindi dopo una fase di convivenza e una di
conflitto, può subentrare la neutralizzazione semantica: eliminazione di uno dei due termini dopo
un periodo di concorrenza. La polarizzazione semantica consiste invece della istituzionalizzazione
nella lingua replica di entrambi i concorrenti con ristrutturazione del campo semantico.
Parlando di detecnificazione, anche i calchi linguistici possono seguire percorsi interni alla lingua
replica e, una volta arrivati nella lingua comune, possono essere adattati con una reinterpretazione
del significato tale da rendere oscuro il legame con il modello alloglotto. danni collaterali, fuoco
amico, hub, link, resettare, cookies)
Acclimatamento non comporta sensibili alterazioni della replica, si può manifestare oltre che
dalla generalizzazione d’impiego, anche dalla creazione di derivati (bar – barista).
Prestiti camuffati al confine tra prestiti e calchi semantici (realizzare con il senso di
comprendere. Editor con il senso di editore).
Il calco semantico si ha quando una parola presente nella lingua replica assume un nuovo
significato per influsso di una parola presente nella lingua modello sulla base di una coincidenza
semantica (seguace usato come follower). Sono fenomeni di interferenza linguistica che consistono
in estensioni semantiche stimolate da modelli alloglotti in grado di produrre effetti profondi sul
sistema della lingua replica. Al contrario del calco strutturale, non si verificano alterazioni evidenti
sul piano dell’inventario lessicale, in quanto consiste nella semplice variazione del campo di
impiego, si può osservare infatti che i calchi semantici si sviluppano da precedenti calchi strutturali
(angolo ricalca il modello di corner ma attraverso corner kick).
Non è sempre facile riconoscere un calco semantico, infatti esistono casi in cui è possibile parlare di
situazione borderline e di continuum, al cui centro ritroviamo i calchi per ricomposizione casi
in cui il nuovo elemento nasce in modo autonomo rispetto all’elemento patrimoniale (tavola
rotonda).
Il calco è perfetto quando ripete fedelmente il significato, il numero e l’articolazione dei costituenti
del modello, al contrario sarà imperfetto quando la struttura della replica diverge più o meno da
quella del modello.
Derivazione fenomeno per cui l’imitazione del modello alloglotto non si limita al significato del
termine ma anche alla struttura morfologica derivazionale. Affidabilità da reliability, stellina da
starlet, evoluzionismo ed evoluzionista dai corrispondenti inglesi,
Calco sintematico i sintemi sono unità lessicali d’ordine più complesso sono frutto di una scelta
unica, differenziandoli dai sintagmi in senso proprio visti come combinazioni di carattere meno
marcatamente unitario. I sintemi, quindi, hanno il carattere di locuzioni cristallizzate e unitarie.
L’etichetta di calco sintematico designa quei casi in cui il modello e la riproduzione hanno l’aspetto
di sintemi, cioè unità lessicali complesse, ma portatori di un significato unitario. (cigno nero, guerra
fredda).
Nb: risemantizzazione degli affissoidi per esempio, tele- va incontro a due risemantizzazioni che
lo portano ad acquisire altri valori in italiano: dal greco tele- utilizzato come termine scientifico
siamo arrivati alla valenza di “relativo all’impiego di mezzi telematici” a partire da telematica.
Semicalco è una particolare categoria di calco in cui pur restando verisimile il rapporto di
dipendenza, si constatano divergenze sul piano formale e semantico: fantascienza da science fiction.
Calco concettuale Si tratta di un’equivalenza tra i due termini, modello e replica, fondata
primariamente sul piano della realtà extralinguistica. Bisogna però distinguere tra le traduzioni
approssimative e i neologismi sostitutivi: la traduzione approssimativa è conseguenza diretta del
calco concettuale (panfilo da yatch) mentre il neologismo sostituisce il prestito fedele. Un caso di
traduzione approssimativa è bug in italiano mutato da bug inglese come prestito non adattato.
Calco sintattico L’influsso di una lingua può avere ripercussioni anche sulla struttura sintattica
della lingua mutante mediante il trasferimento di schemi strutturali propri di una lingua modello. Il
calco sintattico è definito come un fenomeno che consiste nell’imitazione dell’organizzazione delle
unità linguistiche del discorso: grazie di non dall’inglese thank you for not, zero con funzione di
aggettivo con il valore di “nessuno”.
La stratificazione storica: per analizzare il lessico di una lingua bisogna tener conto di 3 elementi
le parole ereditarie, i prestiti e le formazioni endogene. L’italiano ha avuto un contatto con il
latino che si è manifestato su due piani distinti, uno è quello dei lessemi ereditari (parole che
vengono dal latino parlato) e uno è proprio il risultato del rapporto intenso con la cultura latina,
infatti, i termini presi in prestito dal latino dei libri in vari momenti storici prendono il nome di
latinismi.
Nb: Lessemi ereditari oltre la metà delle nostre parole è costituita da parole ereditarie, che
possono essere diverse dalla forma base ma anche diverse in significato. Attraverso il latino
l’italiano ha acquisito anche parole di origine greca (lingua di sostrato).
Latinismi dal punto di vista strutturale sono dei prestiti. Nel 2/300 un buon numero di latinismi
passò nel lessico volgare attraverso le traduzioni, così entrarono nella lingua parole astratte,
tecnicismi ecc. Ovviamente un forte impulso alla latinizzazione fu dato da Dante. In generale
durante i secoli ci sono stati momenti alternati tra correnti che esaltavano il latino e correnti
antilatine. In ogni caso, i latinismi, hanno determinato alcune conseguenze:
Esistono ancora latinismi non adattati (curriculum) e latinismi semantici (uso di parole italiane che
assumono un altro significato per influsso del significato latino originario).
La composizione attuale:
Il nucleo del lessico è costituito dal vocabolario di base, formato da: vocabolario fondamentale,
vocabolario di alto uso e vocabolario di alta disponibilità. Il vocabolario comune è l’insieme delle
parole note a parlanti italofoni che abbiamo raggiunto un livello di istruzione superiore, quindi
vocabolario di base + vocabolario comune costituiscono il vocabolario corrente, cioè le parole che
conosciamo a prescindere da cosa facciamo.
Regionalismi una parola utilizzata in una varietà regionale di italiano, limitata dal punto di vista
diatopico. Un tipo particolare di regionalismi sono i geosinonimi termini diversi che designano
lo stesso referente su scala regionale (anguria e cocomero), alcuni geosinonimi hanno perso la
connotazione regionale e sono diventati veri e propri sinonimi (somaro e asino).
I geoomonimi sono parole uguali che aseconda dell’area geografica assumono un significato
diverso.
Dialettismi una parola la cui provenienza si percepisce, ma utilizzati anche all’interno di testi
scritti in italiano.
Neologismi
Solitamente, le parole nuove, sono o prestiti o formazioni endogene (parole derivate e composte
create con elementi italiani combinati secondo le regole della morfologia – derivazione e
composizione).
Possiamo creare parole anche a partire da parole già esistenti, attraverso i cosiddetti fenomeni di
riduzione:
- Sigle
- Parole macedonia (cantautore)
- Accorciamenti (auto)
- Abbreviazioni (prof.)
Un occasionalismo è una parola che viene utilizzata per un certo periodo ma non entra nel
vocabolario come neologismo.
le parole possono stabilire tra loro rapporti sintagmatici (in presenza, che fanno decidere in che
maniera sia meglio combinare le parole) e rapporti paradigmatici (in assenza, rapporti che
intercorrono tra parole in competizione tra loro). Tra questi ultimi distinguiamo i rapporti di
iperonimia (generale) e iponimia (specifico). Esistono anche rapporti di melonimia (che attiva la
cornice) e olonimia (che fa parte della cornice). Questi sono verticali, mentre tra i rapporti
orizzontali ritroviamo la sinonimia e l’antinomia.
Le lingue romanze derivano dal latino volgare, o meglio, il latino parlato dal popolo (si usa il
termine parlato e non volgare 1. Per non far riferimento a strati socioliguistici bassi e 2. Per non
confondere il latino volgare con le lingue volgari prima di essere standardizzate).
La maggior parte delle parole italiane derivano dal latino, ma bisogna tener presente la distinzione
tra le parole di trafila popolare (parole che sono sempre state utilizzate da quando si parlava latino)
e le parole di trafila dotta, o anche latinismi, che sono in realtà dei prestiti, non erano usate nel
latino parlato ma sono rientrate attraverso la lingua scritta. La compresenza delle due trafile genera
allotropi (doppioni – vizio e vezzo).
Per il latino parlato abbiamo poche ma utili fonti, come per esempio le iscrizioni murali graffiti
pompeiani in cui ritroviamo alcune forme cambiate come AMA – AMAT VALIA – VALEAT.
Questo ci aiuta a comprendere che nella trasformazione vocalica dal latino alle lingue romanze è
cambiato qualcosa.
Un'altra fonte utile è l’Appendix probi lista di parole scritte in modo scorretto e poi corretto.
Nb: i dialetti non sono varietà diverse della lingua italiana, ma sono dei sistemi linguistici autonomi
sviluppatisi, al pari del fiorentino, a partire dal latino. Questa è la differenza con gli italiani
regionali.
Il sistema vocalico del latino la quantità vocalica ha valore distintivo dunque fonologico. La
perdita del valore distintivo ha determinato un cambiamento che ha dato luogo a sistemi vocalici
diversi nei vari dialetti.
Altri cambiamenti ritroviamo nel consonantismo: caduta delle consonanti finali, palatalizzazione
delle velari, assimilazione regressiva (nocte – notte), i nessi con la laterale (cl – ch). In morfologia
si perde il sistema dei casi e il genere neutro, in sintassi si passa alla costruzione progressiva SVO.
L’inizio della transizione è datato con la caduta definitiva dell’Impero Romano d’occidente nel 476
dc e la fine è datata nel 9 secolo, è stato possibile datarla grazie ai primi documenti in volgare:
Concilio di Tours 813, Giuramenti di Strasburgo 842, Placiti Campani 960, iscrizione della
catacomba di Commodilla e basilica di San Clemente.
Koinè lingua comune che i comuni volevano creare su base regionale, la creazione della koinè
poteva avvenire per addizione di modelli (mescolanza di varietà locali) o per sottrazione. La koinè
era caratterizzata da fenomeni comuni e al tempo stesso conservativi, al contrario della lingua
cortigiana.
‘800 Manzoni individua come lingua da utilizzare il fiorentino parlato delle persone colte
Fine ‘800 e ‘900 dopo l’unificazione nel 1861 scuola (legge Casati, Legge coppino, Legge
Orlando, Riforma Gentile), movimenti migratori, burocrazia ed esercito, la stampa e i mezzi di
comunicazione di massa.
Dilalia la lingua di prestigio copre tutti i domini d’uso mentre il dialetto è limitato ai domini più
informali.
Gli usi linguistici dipendono da parametri extralinguistici che prendono il nome di dimensioni di
variazione: diatopica (gli italiani regionali), distratica (caratteristiche sociali), diafasica (situazione
comunicativa – informale, burocratica), diamesia (scritto – orale).
Nella descrizione di una lingua occorre tener presente che ci sono 3 livelli: il sistema (le regole
astratte), la norma e l’uso. Possiamo immaginarli come la grammaticalità, la correttezza e
l’accettabilità.
È evidente anche nel sistema verbale alcuni verbi sono sottoposti al sovraccarico funzionale, per
esempio l’imperfetto usato come ipotetico, attenuativo, ludico. Il congiuntivo è in regresso
nell’italiano neo-standard ed è in aumento l’uso del futuro epistemico.
I mass media televisione come azione pedagogica controllo sulla lingua, Manzi, riforma rai,
telegiornali ma man mano l’azione pedagogica diminuisce.
I dialetti sono varietà sorelle dell’italiano in quanto condividono col fiorentino la comune origine
latina, ma è possibile individuare nel territorio italiano delle aree dialettali di maggiore estensione.
Per rappresentare queste aree si usano le isoglosse, ovvero linee immaginarie usate per separare
un’area in cui è presente un determinato tratto linguistico – come la sonorizzazione di un’occlusiva
– dall’area in cui questo tratto non è presente. In alcuni casi si formano veri e propri fasci di
isoglosse, che indicano che le aree al di sopra e al di sotto presentano tratti molto differenti: le
principali sono la linea La Spezia-Rimini e la linea Roma-Ancona. I confini linguistici possono
ovviamente coincidere con i confini naturali.
In ogni caso la coesistenza tra italiano e dialetto determina sempre l’alternanza dei due codici.
Gli italiani regionali sono varietà parlate le cui tracce sono percettibili nella pronuncia,
nell’intonazione e nel lessico quotidiano. Le varietà geografiche nel loro insieme mostrano
un’evoluzione diretta verso la progressiva diminuzione dell’impronta diatopica, cioè gli italiani
regionali si sono nel tempo avvicinati alla lingua comune ma anche i dialetti sono andati incontro a
un processo di italianizzazione. Quindi la netta separazione tra i dialetti e gli italiani regionali si
mantiene storicamente ma non attualmente.
1
Innalzamento della vocale tonica (e/o) per effetto di una -i o -u finali del latino volgare. Questo>kistu
Politicamente corretto
A volte i sostituenti vengono formati attraverso facili procedimenti linguistici: negazione del
contrario, astratto per il concreto, perifrasi, neologismi.
Altre volte è possibile avere come risultato effetti contrari a quelli immaginati e voluti dal parlante,
in più, l’alterazione del lessico può indurre alla mistificazione.
Il sessismo nella lingua spesso il genere grammaticale non rispecchia il genere sessuale del
referente, è il caso del maschile generico e della servitù grammaticale nell’accordo del verbo e nelle
proforme. Uno dei casi più diffusi è la mozione, cioè il passaggio di genere nei nomi che indicano
professioni. Ciò assume in realtà un grande rilievo sociale più che linguistico.