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Prestiti francesi nel campo semantico della moda

Indice
1. Introduzione ..................................................................................................................3
2. Il prestito linguistico......................................................................................................4
2.1.Tipi di prestiti.................................................................................................................6
2.1.2 Italianismi del francese francesismi dell'italiano...................................................10
3.1. Deonimici: nomi propri diventati appellativi..............................................................14
3.1.2. Rimodellamento dei vocaboli...................................................................................19
4. I francesismi in italiano durante i secoli.........................................................................21
4.1. I francesismi nei primi secoli (fino al 1300)................................................................22
4.1.2 I francesismi nei secoli XIV e XV.............................................................................22
4.1.3 I francesismi nel Cinquecento....................................................................................22
4.1.4 I francesismi nel Seicento...........................................................................................23
4.1.5. I francesismi nel Settecento......................................................................................24
4.1.6. I francesismi nell'Ottocento......................................................................................26
4.1.7. I francesismi nel Novecento......................................................................................28
5. Presentazione del corpus.................................................................................................29
5.1. Analisi del corpus........................................................................................................58
6. Conclusione....................................................................................................................59
7. Bibliografia.....................................................................................................................60
7.1. Sitografia......................................................................................................................61

1. INTRODUZIONE

La lingua italiana ha accolto durante la sua evoluzione molte voci straniere. Linflusso di
varie lingue sullitaliano stato diverso ma senza dubbio quello pi forte stato linflusso
della lingua francese. Le condizioni storico-politiche e culturali hanno favorito il
passaggio di numerosi francesismi nella lingua italiana. Linflusso non sempre stato
ugualmente forte, ma durante tutta la storia sono entrate delle voci francesi che riguardano
quasi tutti i campi, ma particolarmente ci soffermeremo sul campo dellabbigliamento e
della moda. Grazie ai contatti culturali tra la Francia e lItalia, ci sono state molte
influenze reciproche delle due lingue. La Francia ha goduto di un grande presigio per
quanto riguarda il campo della moda e dellabbigliamento e nel corso dei secoli ha
arricchito notevolmente il lessico della lingua italiana.
La mia intenzione e di analizzare i presititi francesi appartenenti al campo semantico della
moda. Il Corpus sar costituito da voci tratte dal Dizionario della moda di G. Vergani
(Milano 2004) e sono stati confrontati con Lo Zingarelli, Vocabolario della lingua
italiana (Bologna 2008), Le Petit Larousse dictionnaire (Paris 2008) e DELI Dizonario
etimologico della lingua italiana di Cortellazzo Zolli (Bologna 2004)
Per rendere pi chiara lidea, nel capitolo seguente parler del fenomeno del prestito
linguistico.

2. IL PRESTITO LINGUISTICO
Il patrimonio lessicale di una lingua si arricchisce con la formazione di nuove parole con
l'importazione di parole nuove da altre lingue.1 Nella terminologia linguistica internazionale le
parole importate da altre lingue si chiamano i prestiti linguistici. L'importazione di nuove parole
legata a diversi fattori extralinguistici: rapporti culturali, scambi economici, invasioni militari. Il
passaggio da una lingua all'altra sar pi facile e frequente se i rapporti tra le popolazioni parlanti
quelle lingue saranno pi stretti. Per tutti questi motivi durante la storia varie lingue hanno
prestato molte voci (alcune lingue di pi, altre di meno) all italiano.
Paragonando linflusso della Francia e della Spagna, vediamo che la Francia, pi vicina all'Italia
geograficamante, ha dato un grade numero di prestiti durante tutti i secoli, anche se non sempre
nella stessa misura. Il flusso notevole di ispanismi, invece limitato ad un periodo, al Seicento.
I linguisti che hanno affrontato il problema del prestito lingustico hanno notato che il fenomeno
strettamente legato alla superiorit di un popolo in un campo. Possiamo menzionare a proposito
alcuni esempi in italiano: la terminolgia musicale ed artistica prevalentemente di origine
italiana; i termini nel campo della moda invece sono principalmente d'origine francese a causa
della dominazione francese in questo campo; i termini dello sport provengono dalla lingua
inglese a causa della diffusione degli sport nell' Ottocento dagli Inglesi. Pu succedere che le due
lingue godono di uguale prestigio in un determinato settore e come conseguenza c uno scambio
dei termini reciproco fra le due lingue relativo allo stesso ambito semantico. 2
Di tale tipo erano frequentemente influssi tra litaliano e il francese: in certe epoche litaliano
riceveva termini militari francesi, contemporanemente ne dava una buona parte al francese.
Litaliano caratterizzato anche da un numero notevole di presiti di ritorno dal francese ivi
compresi i rimodellamenti delle voci sotto linflusso della lingua francese. Secondo Zolli la forza
di espansione di una lingua e il prestigio culturale si misurano dal tipo di voci che la lingua
esporta.3 Se i rapporti tra i due paesi sono esclusivamente commerciali, le parole che si esportano

1
2
3

Cfr. Zolli 1976: 1


Cfr. Zolli 1976: 2
Cfr. Zolli 1976: 2

sono generalmente nomi comuni che designanono oggetti concreti, se invece, i rapporti sono pi
profondi i prestiti sono anche i verbi e gli aggettivi e anche le parole astratte.
2.1. TIPI DI PRESTITI
I prestiti si possono dividere in prestiti di necessit e prestiti di lusso. I prestiti di necessit
riguardano i nuovi oggetti e concetti. La conoscenza di paesi nuovi porta alla conoscienza di
oggetti, prodotti, animali precedentemente sconosciuti, dunque, pi facile in questo caso
importare insieme alloggetto anche la sua denominazione (come per esempio boomerang, patata
ecc.) 4
I presiti di lusso, chiamati anche i prestiti di moda, sono le parole per cui una lingua gi possiede
un termine corrispondente (es: it. manicare/manducare si sostituisce dal francesismo mangiare).
Zolli sostiene che questa divisione di prestiti molto comoda, ma infatti, la necessit, in senso
assoluto, di un prestito non esiste. Secondo Zolli ogni lingua ha i mezzi per indicare nuovi oggetti
e nuovi concetti senza utilizzare parole straniere. Un esempio la parola francese tomate che il
francese ha preso dallo spagnolo, mentre litaliano per denominare lo stesso prodotto ha usato la
perifrasi pomodoro.
Molti prestiti cadono in disuso perch la loro struttura estranea al sistema linguistico della
lingua ricevente, cosicch vengono "espulsi" dalla lingua. Molte parole straniere sono accolte da
unaltra lingua se la loro struttura simile a quella delle parole della lingua ricevente. Come
esempio possiamo citare la parola francone *werra "guerra" che sostituisce la parola latina
bellum, ma non a causa della importanza della guerra per i popoli germanici, ma perch bellum
coincideva con la parola bellus "bello". 5 Secondo il dizionario etimologico DELI, pp. 703-704: la
voce germ. werra "mischia", da collegarsi con l'ant.-alto ted. (fir-)werran "avviluppare". Le
ragioni dell'abbandono in tutta la Romania della corr. parola lat. bellum sono state variamente
interpretate, ma si pu accettare l'ipotesi che la "sostituzione ci mostra il prevalere il disordinato
modo di combattere dei Germani sull'ordinato bellum dei Romani". In quanto all'epoca
dell'affermazione del vocabolo guerra in Italia, non c' nessun fondato motivo per cui non
considerare guerra come un prestito (nel lat.parlato) del IV secolo, o anche anteriore.
4
5

Cfr. Zolli 1976: 2


Cfr. Zolli 1976: 3

Una parola straniera pu entrare in unaltra lingua in forme diverse, in forma non adattata,
adattata, e anche come calco.
Zolli sostiene che sia relativamente recente luso di adoperare le parole straniere senza adattarle
al proprio sistema linguistico.6 Tale uso comincia nel Seicento e Settecento: ad esempio ''i calzoni
aux bas roulz". 7 Questo fenomeno continua durante lOttocento e nel Novecento. Quello che
Zolli conclude che esistono delle oscillazioni: le parole in questioni non hanno sempre luso
perfetto, ci sono molte imprecisioni per quanto riguarda la grafia e la pronuncia, i suoni che non
esistono nella lingua del parlante si adattano in modo aprossimativo.
A causa dei puristi, fattori linguistici e extralinguistici le parole non adattate sono quelle che sono
maggiormente esposte alle operazioni di rigetto da parte della lingua che le riceve. Spesso queste
parole sono spinte ai margini della lingua o si devono integrare nel sistema attraverso
ladattamento, come per esempio la parola vernissage, s.m. si traduce con "verniciatura ", s.f., la
parola inglese undesirable, agg., corrisponde alla parola italiana "indesiderabile", agg., la parola
francese chauvinisme, s.m., con la parola italiana "sciovinismo", s.m. ecc.
Il fenomeno delladattamento della parola straniera al sistema fono-morfologico della lingua che
riceve molto pi comune ed antico. Un tempo ladattamento si faceva anche ai nomi di luogo
come per esempio nomi di citt di Parigi, Londra, Vienna. Queste parole esistono da secoli e si
presentano in forma adattata mentre i nomi di centri minori e meno conosciuti sono caratterizzati
da forme non adattate.
Pu succedere che la parola subisca deformazioni per "etimologia popolare"8 quando passa da
una lingua ad unaltra. Ad esempio: fr. bchamel viene cambiato in italiano in balsamella per

Cfr. Zolli 1976: 4


La locuzione non adattata''i calzoni aux bas roulz" non registrata nello Zingarelli e neanche nel dizionario
francese Larousse. Ho trovato invece nel Dizionario del dialetto Veneziano di Giuseppe Boerio (Venezia 1867, p.15)
la forma barul (senza la consonate z) scritta tutta insieme che proviene dal francese e indica unavvoltura fatta
insieme delle estremit della calza e dei calzoni sotto o sopra il ginocchio; foggia antica di calzare che fin poco dopo
la met del secolo XVIII. Possiamo notare che tutte le due forme hanno laccento grave e la forma originaria
francese invece dovrebbe avere laccento acuto.
7

Etimologia popolare o paretimologa (o paraetimologa) s. f. In linguistica, etimologia apparentemente


plausibile ma senza fondamento scientifico: consiste in genere in un accostamento, sul piano sincronico, di due

laccostamento alla voce italiana balsamo; la parola fr. contredanse (da cui la parola it.
contraddanza) deriva dallinglese country-dance "ballo di campagna" accostate
paretimologicamente con le altre parole francesi composte con contre-.
Il calco rappresenta un altro modo in cui una parola straniera pu entrare in unaltra lingua.
Esistono due tipi di calchi: il calco formale e quello semantico. Il calco formale (strutturale) si ha
quando la struttura del modello straniero viene riprodotta nella lingiua ricevente. Ad esempio:
litaliano autogoverno dallinglese self-government, it. franco tiratore dal francese franc- tireur,
it. fuomo di Londra dallinglese London smoke, it. grattacielo dallinglese skyscarper, it.
pallacanestro dallinglese basket-ball.
Il calco semantico si ha invece quando una parola gi esistente in una lingua assume un nuovo
significato per influsso del significato che ha la parola corrispondente di unaltra lingua. Per
esempio: it. aperitivo, usato da secoli in italiano come aggettivo nel significato di "che apre,
lassativo ecc.", assume nel XX secolo il significato di "bevanda lievemente alcoolica che eccita
lappetito" , per influsso del francese apritif, che aveva ambedue i significati; la parola it.
farmacia, oltre al significato di "arte farmaceutica" assume ai primi dellOttocento il significato
che prima aveva "spezieria" per influsso del francese pharmacie; it. magazzino ha preso il
significato di giornale per linflusso dellinglese magazine. 9
Secondo un altro linguista, Alberto Sobrero, dagli esordi della lingua italiana fino allepoca
contemporanea il prestito linguistico ha contribuito in modo sostanziale alla formazione del
lessico italiano.10 Negli ultimi cinquantanni linglese ha sostituito il francese come lingua
straniera pi conosciuta e pi fluente in Italia.
Klajn distingue invece tra "calchi", neologismi formati con materiale italiano sul modello
straniero, e "prestiti semantici". In ambedue le categorie linterferenza promossa sia
dallomonimia che dalla sinonimia.11 Dunque, si hanno calchi omonimici (fondati sulla
somiglianza del significante es: it. abolizionismo / ingl. abolitionism, it. pressurizzare / ingl. to

vocaboli che in realt hanno etimologia diversa (per es., manometro a mano, anzich al gr. poco denso). Se
una etimologia di questo tipo viene accettata per vera da una intera comunit di parlanti, pi propriam. detta
etimologia popolare., tratto dal Treccani: il portale del sapere; http://www.treccani.it/
9
Cfr. Zolli 1976: 5
10
Cfr. Sobrero 1993: 349-350
11
Cfr. Sobrero 1993: 354

presurize) e calchi sinonimici ( it. fuorilegge / ingl. outlaw, it. grattacielo / ingl. sky-scaper). Si
hanno prestiti semantici omonimici come per esempio classe con il significato di "distinzione,
eleganza" proviene dallinglese class. Abbiamo invece gli esempi di prestito semantico
sinonimico: it. colomba, falco "fautore della pace" e rispettivamente "della guerra"/ ingl. dove,
hawk; it. stella (del cinema) / ingl. star, it. vertice "incontro fra i massimi rappresentanti"/ ingl.
summit. Si hanno calchi di locuzioni sia omonimici (it. lenti a contatto / ingl. contact lenses) sia
sinonimici (it. alta fedelt/ ingl. high fidelity).
Gusmani sottolinea invece che esite il fatto che si ha un prestito quando si identifica il
significante e il significato del modello per senza tener conto della "motivazione allinterno del
sistema linguistico cui appartiene", dunque motivata ed articolata nella sua struttura". Secondo
Gusmani il calco presuppone un grado di bilinguismo che molto pi avanzato del prestito ed ha
un carattere generalmente colto.12 Si ha un "calco strutturale " se del modello si riproduce sia la
motivazione formale sia quella semantica, se invece, secondo lautore, si riproduce soltanto la
motivazione semantica si ha un "calco semantico".
Carlo Tagliavini parlando dei prestitili li definisce come parole o locuzioni che provengono ad
una lingua da unaltra. Il vocabolo "prestito" fa parte della terminologia linguistica internazionale
anche se non uno dei felici adattamenti alla linguistica di voci del linguaggio comune o di una
diversa terminologia specifica. Il "prestito" dovrebbe porta con s lidea della "restituzione" che
accade raramente nel caso del prestito linguistico. 13
Ernst Tappolet (1870 1939), romanista svizzero, ha diviso i prestiti in " prestiti di necessit" e
"prestiti di lusso". I prestiti di necessit si riferiscono agli oggetti o ad un concetto inesistente
nella lingua che lo riceve. Con la scoperta del Nuovo Mondo e con le esplorazioni di paesi, si
introducono in Europa prodotti e oggetti fino ad allora sconosciuti, come per esempio: patata,
mais. Quando invece la parola mutata corrisponde perfettamente o quasi ad una voce gi esistente
nel lessico indigeno allora si tratta del prestito di lusso, cio la lingua ricevente possiede gi un
termine corrispondente come per esempio:it. manicare/manducare si sostituisce con mangiare.

12
13

Cfr. Sobrero 1993: 355


Cfr. Tagliavini 1969: 270

Secondo Tappolet talvolta non facile trovare la ragione di un prestito, succede che la moda
della parola nuova pu concorrere a indebolire la parola indigena e questa pu man mano sparire.
Questo il caso delladozione del termine germanico per designare la "guerra" (francone *werra
>franc. guerre e di qui it., sp., port., prov., cat. guerra ) e la perdita di lat. bellum.
Succede anche che la voce mutata pu sviluppare significati secondari e conservarsi pi a lungo
che nella lingua originaria come per esempio: it. palio significava in origine "panno o drappo che
si dava per premio a chi vinceva una gara, specialmente di corsa" poi anche premio in genere.14
Secondo lautore arko Muljai il termine "prestito" ("posuenica") non appropriato, non solo
perch tali lessemi si utilizzano per "prendere" ("uzeti") e "dare" ("dati"), ma comportano anche
lidea della "restituzione". 15 Il termine "prestito" non il migliore, perch non indica tutti i
lessemi di origine "straniera", indica solo quelli che si sono adattati secondo vari criteri della
lingua ricevitrice. Se i lessemi non si sono affatto adattati Muljai li chiama "tuice" che in
italiano corrisponderebbe a "prestito". Secondo Muljai interessante il passaggio dei lessemi
da una lingua allaltra, il lessema come ananas arrivato in tutte le lingue europee tramite
linglese, il portoghese o tramite altre lingue e non come alcuni credono direttamente dalla lingua
indigena. Alcuni italianismi croati, francesismi o anglicismi sono arrivati infatti in croato tramite
il tedesco, allora in croato queste parole sono dei germanismi, mentre in tedesco queste parole
sono arrivate dallitaliano e si considerano italianismi. Muljai inoltre cita altre classificazioni
dei prestiti. Esempi come ingl. skyscraper, hrv. neboder, it. grattacielo sono esempi di
"traduzione" di elemeni lessicali con le risorse lessicali della lingua ricevitrice. Possiamo dire che
gli esempi citati non appartengono ai prestiti (totali), ma appartengono ai calchi (come Muljai
chiama prevedenice). Il romanista tedesco G. Holtus (1989) non accetta la divisione binaria in
"prestiti non adattati" ("neadaptirane tuice") e "prestiti adattati" ("adaptirane posuenice").
Holtus menziona che ci sono distinzioni pi chiare tra gli elementi lessicali "esterni" e
"interni"dei prestiti ed pi accettabile classificare come prestito : calco.16

14

Cfr. Tagliavini 1969: 274


Cfr. Muljai 1998: 267
16
Cfr. Muljai 1998: 273
15

2.1.2 ITALIANISMI DEL FRANCESE FRANCESISMI DELLITALIANO


Il significato dei prestiti spesso pu cambiare rispetto a quello dei loro modelli. Il nuovo
significato rappresenta il motivo per cui la voce viene ripresa dalla lingua da cui stata mutata e
in tal modo diventa il suo modello. 17 Il francese e litaliano hanno un ruolo importante nella
formazione della civilt europea, cosicch molti studiosi di linguistica hanno provato interesse ad
analizzare e a seguire i percorsi delle unit lessicali che "viaggiano" dallitaliano al francese e
viceversa. Esiste anche il nome scherzoso per i vocaboli che "ritornano" da luna lingua allaltra,
nominato da Carlo Tagliavini18: "cavalli di ritorno". Questa espressione si riferisce ai vocaboli
che, dopo che siano stati assorbiti dalla lingua ricevente L2 (nella quale subiscono cambiamenti
semantici e formali), ritornano per qualche motivo alla lingua di partenza L1. La parola che
subisce questi cambiamenti non uguale a quella che stata presa in prestito. Inoltre, il prestito
non implica nessuna perdita da parte della lingua che lo fornisce.
Il significato dei prestiti spesso pu cambiare rispetto a quello dei loro modelli e questo nuovo
significato lessicale viene scoperto quale motivo principale per cui la parola in questione (replica)
viene in seguito ripresa dalla lingua fornitrice del modello. Per consequenza, succede che il
rapporto si capovolge cio la parola-replica diventa il modello: un italianismo francese si
trasforma in un francesismo italiano. Dunque, possiamo distinguere la lingua donatrice e quella
ricevitrice delle "stesse" unit linguistiche, cio le voci sono uguali per uno storico di lingua o un
etimologo, per diverse per i parlanti delle due lingue. 19
Molti termini di moda italiani sono di origine francese. Possiamo notare che in questo campo
semantico ci sono numerosi esempi di prestiti di ritorno, in quali tali sono effettivamente di
origine italiana. Ecco alcuni esempi: la voce italiana macchietta (dim. di macchia entrata nel
francese nel Settecento e significava "shizzo"), dandovi la forma maquette "shizzo iniziale o
modello per la pittura o scultura". La parola maquette nei dizionari francesi registrata come un

17

Cfr. Ljubii 2008:301


Carlo Tagliavini (Bologna, 18 giugno 1903 Bologna, 31 maggio 1982) un glottologo e linguista italiano.
19
Cfr. Ljubii 2008: 303-304
18

italianismo. Nel Novecento la parola francese maquette entrata in italiano in forma non adattata
come termine specialistico e vi rappresenta pertanto un prestito di ritorno. 20 La parola maquette
in terminologia artistica francese designa uno schizzo preparatorio per un dipinto o riproduzione
in miniatura di una scultura, mentre nella grafica editoriale ha il significato di "bozzetto di un
manifesto, di un annuncio pubblicitario" La parola francese perruque21 un prestito
dallitaliano. Litaliano parrucca registrato come un francesismo nel DISC. La voce it.
parrucca entrata come prestito medievale in francese (XIVsec.fr. perruque) con il significato di
"capigliatura" , sinonimo del francese chevelure che fino al Cinquecento era lunico significato
dellitalianismo francese e con lavvento della moda dei capelli posticci la parola ha subito la
specializzazione semantica. Dopo aver assunto il nuovo significato, litalianismo francese si
stato trasformato in modello per litaliano, per la parola subito identificata con la parola
preesistente italiana parrucca capigliatura naturale che ha preso il nuovo significato di
"capigliatura posticcia".
Il caso della parola francese baguette diverso e risale al Cinquecento. Si tratta delladattamento
della parola italiana bacchetta che si usava nella locuzine commander, obir (la) baguette. La
parola francese stata ripresa in italiano nel Novecento come termine di moda che significa
"ricamo laterale sullesterno della caviglia delle calze da donna, ornamento leterale dei guanti",
adattata in baghetta. Inoltre, baguette designa anche il pane a forma di bastone, si pu trovare
anche sotto il significato di taglio di una pietra preziosa,diamante, a forma di rettangolo
allungato, nelle riviste di moda la parola appare sotto il significato di "borsetta in forma di
baguette".
Un altro esempio del francesismo italiano della sfera semantica della moda la parola favoriti
m.pl. "basette lunghe tipiche della moda dellOttocento" (sin. fedine) che un adattamento del

20

21

Cfr. Ljubii 2008: 304

Nel dizionario francese Petit Larousse letimologia della parola diversa: perruque, nom fminin
(espagnol peluca, du latin pilus, poil) "coiffure postiche en cheveux naturels ou en fibres synthtiques"; Dallo
Zingarelli invece non esiste la forma perruque ma parrucca e letimologia incerta, il vocabolo risale al 1463 il
significato lo stesso e indica lacconciatura di capelli posticci, portata per moda, per travestimento, per nascondere
la calvizie e sim.: portare la parrucca; parrucca incipriata. Secondo DELI, p.1139: parrucca, s.f. lunga capigliatura
(perucca: av. 1463).

nome francese favoris22 m.pl. Nel vocabolario del dialetto veneziano del 1867 viene registrato
come favorite f.pl. che indicava le persone colte "que gunacie, e che sono come appendici
decapelli"23 In questo caso si tratta del presito di ritorno, ma cambiata la categoria
grammaticale. Litaliano favorito un participio passato in funzione di aggettivo che, nel
Cinquecento entrato in francese ed ha dato la forma favori,-ite "favorito, amato, prediletto".
Dallaggettivo sostantivato sorto il neologismo favoris "fedine", di nuovo ripreso dallitaliano.
Varie interferenze lessicali che succedono tra litaliano e il francese provocano i prestiti di
significato, che spesso passano inosservati, vale a dire che le parole delle due lingue i cui legami
etimologici risultano chiaramente riconoscibili si accostano facilmente e si indentificano dal
punto di vista semantico. Possiamo menzionare lesempio gi citato della perruque "capelli
posticci" che dopo stata sostituita dalla voce italiana parrucca, dunque si tratta delle varianti
(sopratutto di pronunicia) che non sono completamente adatatte del modello perruque.24
I calchi lessicali possono rappresentare un tipo speciale di "reduci" cio si tratta dei casi in cui ad
un vocabolo della lingua ricevente , che faceveva il modello in precedenza, si aggiuge
semplicemente un significato della voce che era la sua replica. Ecco alcuni esempi: la voce
francese salon25 un italianismo, adattamento dellitaliano salone, ascrescitivo di sala che
entrato in francese nel XVII secolo. Dopo si sono sviluppati nuovi significati che dopo due secoli
sono stati ripresi dallitaliano e si riferivano al posto dove si incontrano le persone.26 La parola

22

Fedine s. f. pl. [vc. tosc. di etim. incerta; 1863] * Strisce di barba che dalle tempie scendono lungo le guance,

tipiche spec. dell'Ottocento. SIN. Favoriti, scopettoni, Lo Zingarelli, Bologna, 2008, p. 808
23

Cfr. Ljubii 2008: 306

24

Cfr. Ljubii 2008: 308

25

Salon nom masculin (italien salone, de sala, salle) pice d'un appartement, d'une maison, destine recevoir les
visiteurs, Le Petit Larousse 2008, p. 912

26

Salone (1) [1550] s. m. 1 Accr. di sala (1). 2 Ampia sala con particolari funzioni di rappresentanza: salone da

ballo; salone affrescato, istoriato; aprire i saloni per un ricevimento. Salone (2) [dal fr. salon; 1825] A s. m. 1
Mostra di prodotti artigianali o industriali che ha luogo periodicamente: il salone dell'automobile, della tecnica, della
moda, dell'alimentazione | Luogo, edificio in cui tale mostra si svolge; 2 (merid.) Negozio di barbiere o di
parrucchiere | Salone di bellezza, locale dove si praticano trattamenti estetici. B in funzione di agg. inv. * (posposto

italiana casino in principio non aveva connotazioni negative. Nel Cinquecento si usava con il
senso di "residenza signorile rustica", dopo, nel Settecento cambia il significato in "casa di
gioco"; "bordello" e dopo un secolo diventa il modello dellitaliano. Nei testi italiani
dellOttocento possiamo incontrare le forme casin e casino con il significato da "casa da gioco".
In italiano moderno si usa casin per indicare "la casa di gioco" e la forma casino per indicare
"casa di tolleranza, bordello". 27

al sost.) Nella loc. vettura salone, vettura ferroviaria di lusso, con poltrone e tavolini, tratto dal Treccani: il portale
del sapere, http://www.treccani.it/
27

Cfr. Ljubii 2008: 309-310

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