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Quando parliamo di "postulati" in sociolinguistica, intendiamo le idee di base che consideriamo

vere senza metterle in discussione. Il primo postulato è che la sociolinguistica si basa


sull'osservazione dei comportamenti linguistici delle persone, usando un metodo induttivo che parte
da casi specifici per trarre conclusioni generali. Questo è diverso dallo strutturalismo e dal
generativismo, che considerano le differenze linguistiche poco significative perché presumono che
tutti i parlanti siano simili.

La lingua è sia una proprietà individuale, ognuno di noi ha il proprio modo di parlare, ma anche una
cosa sociale perché ci aiuta a comunicare ed evolve con la società. Non esiste una comunità in cui
tutti parlano allo stesso modo, e nemmeno una persona che parla sempre nello stesso modo. La
variabilità linguistica può essere tra individui diversi o nello stesso individuo in situazioni diverse,
come per esempio tra amici o in un contesto formale.

La sociolinguistica studia le differenze linguistiche, anziché presumere che ci sia un unico modo
"ideale" di parlare. Alcune varietà linguistiche, come l'italiano formale o standard, godono di
maggiore prestigio rispetto a varietà più popolari, ma questo non significa che siano migliori, solo
che sono associate a persone più prestigiose.

La lingua ha diverse funzioni, serve a esprimere pensieri, compiere azioni e interagire con gli altri e
con l'ambiente circostante. La variabilità linguistica non riguarda tutti gli aspetti della lingua allo
stesso modo. Ad esempio, la pronuncia può variare molto in Italia, mentre la struttura linguistica
tende ad essere più stabile perché è più codificata nella scrittura.
In una situazione di comunicazione, ci sono diverse componenti da considerare:
1. Contesto spazio-temporale: Si tratta dei dettagli della situazione comunicativa immediata,
come il luogo, il momento e altri aspetti rilevanti per la comunicazione.
2. Partecipanti e destinatari: Le persone coinvolte nella comunicazione, compresi coloro che
possono ascoltare casualmente e influenzare il modo in cui viene trasmesso il messaggio.
3. Scopi e risultati: Gli obiettivi che si vogliono raggiungere con la comunicazione e gli effetti
che si spera di ottenere.
4. Forma del messaggio: Come viene espressa linguisticamente la comunicazione, comprese
le parole e le espressioni utilizzate.
5. Argomento: Il tema o il contenuto del messaggio.
6. Chiave: Il tono o lo stile con cui viene trasmesso il messaggio, che può essere serio,
scherzoso, ironico, eccetera.
7. Genere: Il tipo di evento comunicativo, come una conversazione o un monologo.
8. Canale o mezzo: Il modo in cui viene trasmesso il messaggio, che può essere parlato o
scritto, con variazioni intermedie come l'uso di un copione per una conversazione.
9. Norme di interazione e interpretazione: Le convenzioni sociali che influenzano come
interpretiamo e interagiamo durante la comunicazione.
10. Intenzione comunicativa: La motivazione o il fine dietro al messaggio.

Il rapporto tra i partecipanti è fondamentale, considerando il loro status sociale e il ruolo che
occupano nella comunicazione. Questo può influenzare i fenomeni di convergenza o divergenza
linguistica, ossia se tendiamo ad avvicinarci o ad allontanarci linguisticamente dal nostro
interlocutore. Questi comportamenti dipendono da fattori sociali e psicologici come l'affinità e
l'empatia.

Le situazioni di comunicazione possono essere classificate come formali o informali, e la varietà


linguistica dipende dal contesto situazionale specifico, che include luogo, spazio e tempo.
La competenza comunicativa è la capacità di comunicare in modo efficace e appropriato in diverse
situazioni linguistiche. Include diverse sottocompetenze:

1. Competenza linguistica: La conoscenza della grammatica, del lessico, della fonologia e


della sintassi di una lingua.
2. Competenza sociolinguistica: La capacità di adattare il proprio linguaggio alle varie
situazioni sociali e culturali, utilizzando registri appropriati e rispettando le norme sociali.
3. Competenza pragmatica: La capacità di usare il linguaggio in modo appropriato per
raggiungere obiettivi comunicativi specifici, come convincere, persuadere o chiedere
informazioni.
4. Competenza discorsiva: La capacità di partecipare a conversazioni o discorsi più ampi,
comprendendo e producendo testi coerenti e coerenti.
5. Competenza interculturale: La capacità di comprendere e rispettare le differenze culturali
nel linguaggio e nel comportamento comunicativo.

Queste sottocompetenze insieme formano la competenza comunicativa complessiva di un


individuo, consentendogli di comunicare in modo efficace e appropriato in una vasta gamma di
contesti e situazioni.
Il sociolinguista Heinz definisce la competenza comunicativa come la capacità di sapere quando
parlare e quando tacere, con chi, su cosa, di cosa parlare, dove e in che modo farlo. Questa
competenza è formata da diverse sottocompetenze che lavorano insieme.

1. Competenza linguistica: Conoscenza dei suoni, della grammatica e del vocabolario di una
lingua.
2. Competenza prosodica o paralinguistica: Capacità di utilizzare elementi vocali come
volume, ritmo, velocità e tono di voce per esprimere emozioni ed enfatizzare parti del
discorso.
3. Competenza cinesica: Capacità di utilizzare espressioni facciali, sguardi, sorrisi e gesti per
comunicare messaggi non verbali.
4. Competenza prossemica: Consapevolezza e gestione della distanza interpersonale durante
la comunicazione, in base al rapporto e al contesto culturale.
5. Competenze pragmatiche: Utilizzo della lingua in base agli obiettivi e agli scopi della
comunicazione, includendo la capacità di formulare frasi in modo appropriato e coerente
con il contesto.

La competenza comunicativa implica quindi l'abilità di utilizzare efficacemente tutte queste


componenti - linguistiche, prosodiche, cinesiche e prossemiche - per comunicare in modo efficace,
tenendo conto delle norme sociali e culturali della comunità di appartenenza. Questa visione mette
in discussione l'idea di una norma linguistica unica, poiché ci sono diversi modi "corretti" di
comunicare in base al contesto e agli scopi comunicativi.
Il concetto di repertorio linguistico si riferisce all'insieme delle varietà linguistiche che sono a
disposizione di una comunità o di un individuo per comunicare. Nel contesto della sociolinguistica,
si considera il repertorio della comunità come l'insieme delle varietà linguistiche presenti all'interno
di una determinata comunità linguistica. Ad esempio, per la comunità italiana, il repertorio include
non solo l'italiano standard, ma anche i diversi dialetti regionali e le lingue delle minoranze storiche
o delle nuove minoranze legate ai flussi migratori più recenti.

Il repertorio individuale, invece, è un sottoinsieme del repertorio comunitario e rappresenta le


varietà linguistiche specifiche che ciascun individuo ha a disposizione per comunicare. Questo può
includere, ad esempio, la varietà di italiano che una persona usa comunemente, insieme a eventuali
dialetti o altre lingue che conosce e utilizza.

In sostanza, il repertorio linguistico riflette la diversità linguistica presente all'interno di una


comunità e le varietà linguistiche che ciascun individuo ha acquisito e utilizza per comunicare.
Lo strato sociale, o classe sociale, è un concetto sociologico che si riferisce alla stratificazione
gerarchica della società in base a criteri oggettivi come livello di istruzione, professione e reddito.
Questi criteri influenzano significativamente il modo in cui le persone si comportano e comunicano.
Ad esempio, il livello di istruzione può influenzare il vocabolario e lo stile linguistico di un
individuo. Tuttavia, oltre a questi criteri oggettivi, possono esserci anche fattori soggettivi che
contribuiscono a definire uno strato sociale, come lo stile di vita e le abitudini culturali.

Diversamente dallo strato sociale, il concetto di gruppo sociale non implica una stratificazione
gerarchica della società. Un gruppo sociale è composto da individui che condividono interessi
comuni, come una famiglia, un partito politico o un'associazione culturale. All'interno di un gruppo
sociale, possono essere presenti individui provenienti da diversi strati sociali. La lingua spesso
gioca un ruolo significativo nell'identificazione e nella coesione di un gruppo sociale, poiché le
persone tendono a identificarsi con il linguaggio e lo stile comunicativo del proprio gruppo sociale.
In questo contesto, la lingua diventa un fattore di solidarietà e convergenza all'interno del gruppo.
Dominio e Rete Sociale:

Dominio: In sociolinguistica, il concetto di dominio si riferisce a una classe di situazioni legate allo
stesso ambito di esperienze o contesti. Ad esempio, l'università è un dominio che include diverse
situazioni come le lezioni, gli esami e le attività extracurricolari. Ogni situazione all'interno di un
dominio rappresenta un micro-contesto, ma tutte sono accomunate dal fatto di appartenere allo
stesso ambito di esperienze.

Rete Sociale: La rete sociale si riferisce alla serie di relazioni, più o meno intime, che ciascun
individuo intrattiene con altre persone. Ogni individuo costituisce il centro di una rete sociale, con
strati di relazioni che vanno da quelle più strette a quelle più esterne. Questo concetto aiuta a
spiegare perché due persone con caratteristiche simili, come età e livello di istruzione, possano
parlare in modo diverso se appartengono a reti sociali diverse.

Variabile e Variante Sociolinguistica:

Variabile: Una variabile in sociolinguistica è un elemento del sistema linguistico che può assumere
forme diverse, o varianti, in correlazione con fattori esterni. Questi fattori esterni, chiamati variabili
indipendenti, possono essere di natura sociale, situazionale o geografica. Ad esempio, la pronuncia
di determinati suoni può variare in base al livello di istruzione, al contesto di comunicazione o alla
provenienza geografica del parlante.

Variante: Le varianti sono le forme alternative che una variabile linguistica può assumere. Ad
esempio, nel caso della pronuncia della "TH" in inglese americano di New York, una variante è la
fricativa interdentale sorda, considerata prestigiosa e standard, mentre un'altra variante è la fricativa
occlusiva, considerata meno prestigiosa e associata a parlanti con un livello di istruzione più basso.
Le varianti sono il risultato della variazione di una variabile in correlazione con i fattori esterni.

Labov individua anche la variabile della pronuncia della "r" pre-consonantica, che mostra una
differenza significativa tra l'inglese britannico e quello americano. Labov nota che nell'inglese
americano c'è stato un cambiamento nel tempo, per cui la variante standard e di prestigio, che
consisteva nella non pronuncia della "r" (come avviene nell'inglese britannico), è diventata la
pronuncia sub-standard. Al contrario, la variante precedentemente considerata sub-standard è
diventata la variante di prestigio, più comunemente usata. Questo cambiamento è stato inizialmente
adottato soprattutto dai giovani istruiti.

Conclusioni su Prestigio e Variante:

Questo ci porta a una conclusione importante: il fatto che una variante linguistica sia considerata
più prestigiosa dell'altra non dipende dalla sua qualità intrinseca, ma piuttosto dall'associazione con
parlanti che godono di maggiore prestigio sociale.

Esempio di Variabile Sociolinguistica in Italiano:

Un esempio di variabile sociolinguistica in italiano è la pronuncia della frisata alveo-palatale sonora


"G" nelle parole come "ciliegia", "valigia", "agile" quando si trova tra due vocali. Questa variabile
ha tre varianti, che rappresentano diverse realizzazioni fonetiche. La variante standard è la
pronuncia della "G" come in "valigia". In alcune regioni italiane, come la Toscana, si può trovare
una pronuncia tipica che cambia in una fricativa, come nel caso di "valiscia". Questo suono,
tuttavia, è caratteristico delle parole di origine francese, come "beige" nei francesismi. Nel dialetto
siciliano, invece, si può osservare il raddoppiamento del suono. Quindi, questa variabile è correlata
principalmente alla provenienza geografica dei parlanti.
Definizione del Dialetto:

Il dialetto è una varietà linguistica che si caratterizza per la sua diffusione geografica
ristretta rispetto alla lingua standard, ed è subordinato ad essa. I dialetti sono accomunati
da una relazione genetica e strutturale, derivando spesso da una lingua madre comune,
come nel caso delle lingue romanze che discendono dal latino volgare. Tuttavia, i dialetti
possono differire significativamente tra loro, sia nell'accento che nella pronuncia, nel
lessico e nella grammatica, a seconda della regione o della comunità in cui sono parlati.

Diglossia secondo Ferguson:

La diglossia è un concetto che si applica a situazioni in cui due varietà linguistiche,


chiamate varietà alta e varietà bassa, coesistono all'interno di una stessa comunità
linguistica. La varietà alta è generalmente associata a situazioni formali e istituzionali, come
la scrittura e la comunicazione ufficiale, mentre la varietà bassa è utilizzata nelle interazioni
quotidiane e informali. Questa situazione è caratterizzata da una lunga coesistenza stabile
nel tempo e da una netta differenziazione funzionale e di prestigio tra le due varietà.

Differenze tra Dialetto e Diglossia:

La principale differenza tra dialetto e diglossia risiede nella natura della varietà linguistica e
nella sua funzione all'interno della comunità. Il dialetto si riferisce a una varietà linguistica
regionale o locale, mentre la diglossia riguarda la coesistenza di due varietà distinte, una
delle quali ha maggior prestigio e viene utilizzata in contesti formali. Mentre il dialetto è
spesso associato alla socializzazione primaria e all'uso quotidiano, la diglossia implica una
separazione più netta tra le funzioni delle due varietà linguistiche. Infine, mentre il dialetto
può essere considerato una forma di diglossia in certi contesti, non tutte le situazioni di
diglossia coinvolgono necessariamente i dialetti come varietà bassa.
Le principali tecniche dell'inchiesta sociolinguistica includono:

1. Questionari: Vengono somministrati a un campione rappresentativo della popolazione, al


fine di raccogliere dati quantitativi e qualitativi sulle abitudini linguistiche, le preferenze e le
percezioni dei parlanti.
2. Interviste strutturate e semi-strutturate: Consentono di approfondire specifici argomenti
o tematiche linguistiche attraverso domande mirate, offrendo agli intervistati la possibilità di
esprimersi liberamente.
3. Registrazioni audio e video: La registrazione di conversazioni e interazioni linguistiche
fornisce un'importante fonte di dati per l'analisi sociolinguistica, consentendo agli studiosi di
esaminare variazioni linguistiche, codici, registri e altri fenomeni.
4. Osservazione partecipante: Gli studiosi possono partecipare direttamente a eventi sociali o
situazioni di comunicazione per osservare le pratiche linguistiche in contesti naturali,
acquisendo una comprensione approfondita del comportamento linguistico.
5. Analisi di corpora linguistici: Attraverso l'analisi di grandi raccolte di dati linguistici,
come testi scritti o registrazioni audio, gli studiosi possono identificare tendenze
linguistiche, modelli di uso linguistico e variazioni nell'uso di determinate parole,
espressioni o strutture linguistiche.
6. Test di percezione linguistica: Questa tecnica coinvolge la presentazione di esempi
linguistici a un gruppo di partecipanti per valutare le loro percezioni e giudizi su determinate
varianti linguistiche, accenti o registri.
7. Esperimenti sociolinguistici: Attraverso la progettazione e la conduzione di esperimenti
controllati, gli studiosi possono esaminare come fattori sociali, come età, genere, classe
sociale o contesto comunicativo, influenzino le scelte linguistiche dei parlanti.
8. Analisi statistica: L'uso di metodi statistici consente agli studiosi di analizzare dati
quantitativi raccolti attraverso le varie tecniche di indagine, identificando correlazioni,
tendenze e differenze significative nell'uso linguistico.

Queste tecniche sono fondamentali per comprendere le dinamiche linguistiche all'interno delle
comunità e per indagare sulle variazioni linguistiche in relazione ai contesti sociali, culturali e
storici.

Le funzioni del code-switching (CS) nei giovani possono essere diverse e dipendono da vari fattori,
tra cui la provenienza geografica, il background socio-culturale e l'età. Ecco alcune delle principali
funzioni del code-switching nei giovani:

1. Espressione dell'identità: Il code-switching può essere utilizzato dai giovani per esprimere
la propria identità culturale e linguistica. Ad esempio, utilizzare il dialetto in determinate
situazioni può essere un modo per riaffermare l'appartenenza a una determinata comunità o
gruppo sociale.
2. Creazione di legami sociali: Il code-switching può facilitare l'interazione sociale e la
creazione di legami con coetanei o membri della stessa comunità linguistica. Utilizzare il
dialetto con gli amici può creare un senso di appartenenza e solidarietà all'interno del
gruppo.
3. Espressione di emozioni e sentimenti: Il code-switching può essere utilizzato per
esprimere emozioni e sentimenti in modo più autentico e spontaneo. Ad esempio, passare al
dialetto può essere associato a un'espressione più vivace o emotiva durante una
conversazione informale.
4. Adattamento al contesto comunicativo: I giovani possono utilizzare il code-switching per
adattarsi al contesto comunicativo e alle preferenze linguistiche dei propri interlocutori. Ad
esempio, passare all'italiano durante una conversazione formale o con persone non familiari
può essere considerato più appropriato.
5. Rappresentazione della varietà linguistica: Il code-switching può essere utilizzato per
rappresentare e valorizzare la varietà linguistica presente nella società. Utilizzare entrambi i
codici linguistici può essere considerato un segno di competenza comunicativa e apertura
culturale.
6. Evidenziare parole o concetti specifici: Il code-switching può essere utilizzato per
evidenziare o enfatizzare determinate parole o concetti. Ad esempio, utilizzare il dialetto per
un termine o una frase può conferire loro un significato particolare o sottolineare
l'importanza di ciò che viene comunicato.

Queste sono solo alcune delle molteplici funzioni che il code-switching può svolgere nei giovani,
evidenziando la complessità e la ricchezza della comunicazione linguistica nelle diverse comunità e
contesti sociali.

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