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ETICA SOCIALE I- LEZIONE I

Questo corso è dedicato a Freud. Il tema del corso è intitolato Freud e l’etica. La sua idea è quella di
pensare a Freud come un autore che ha ripreso la riflessione sulla terapia delle passioni che in misura
differente era stata propria sia della filosofia antica che moderna. La riflessione sulle passioni sfocia nella
psicoanalisi. Pensa la psicoanalisi come una trasformazione della filosofia e delle passioni. Si avfà una
riflessione morale sulle passioni.

Connessione filosofia- psicoanalisi.

I TESTI

Testi del Freud “sociale”. Distinzione che viene subito perduta dal discorso precedente.

• Psicologia delle masse e analisi dell’Io.


• L’avvenire di un’illusione. : dimensione individuale con quella sociale. Freud mette in connessione
civiltà e religione.
• Il disagio della civiltà: riassume e apporta qualche novità nella sua teoria.
• Analisi terminabile e interminabile: sistemazione psicologica più avanzata del freudismo.

All’esame:

Evita dispense e si concentra sui testi d’esame. Si concentra sulle nozioni dette a lezione.

CONTENUTO:

Dimostrare che in Freud c’è una teoria morale; il nevrotico perde il mondo e la terapia gli consente di
riacquistare il mondo e di tornare ad amare la vita. Che cosa succede alle passioni quando perdiamo il
mondo? E quando lo riacquistiamo?

L’effetto principale della nevrosi è quello di allontanarsi dalla società.

INTRODUZIONE

L’idea era quella di un Freud morale e di terapia psicoanalitica della passione. Andremo ad introdurre il
concetto di nevrosi e di inconscio.

• Inconscio: non è una propria invenzione di Freud ma sicuramente egli è il primo a far girare l’intera
sua riflessione teorica sul concetto di inconscio. Si ha una traspirazione dell’idea Cartesiana del
concetto della coscienza. Freud è il primo a insinuare che l’io non è padrone a cada proprio, la
coscienza è attraversata da una dimensione di opacità a sé stessa che per ora chiamiamo inconscio,
non è cosciente.
• Conflitto: Freud si rende conto che la psiche umana non è semplicemente l’ambito di processi che
scorrono indisturbati ma è un campo di tensioni e di conflitti che minacciano la nostra capacità di
avere a che fare con il mondo esterno. Insiste sull’idea che la terapia psicanalitica serva a risolvere
un conflitto che l’individuo ha con l’esterno e con gli altri.
Cos’è che spinge Freud ad elaborare una nozione come quella di inconscio?

Freud è un medico e comincerà ad occuparsi delle malattie della mente al tempo classificate come isteria.
L’idea è che vi erano individui che avevano comportamenti patologici, sintomi di malattia. Ai quali non
corrispondeva una lesione organica. Si accorge che nel caso degli isterici vi erano comportamenti patologici
cui non corrispondeva un sanno cerebrale e quindi non si trattava di correggere quel danno ma comincia ad
ipotizzare che si trattasse di un danno di altro tipo. Questo inizio lo porterà ad introdurre la nozione di
INCONSCIO.

Il primo testo di cui ci occuperemo sono gli studi sull’isteria (1895) e sono l’ingresso di Freud nella
psicoanalisi. Appartengono al primo testo sistematico di Freud di un certo rilievo e di un certo interesse per
noi. Questo primissimo periodo freudiano è importate perché restituisce l’imprinting dell’era freudiana che
è caratterizzato da un impasto di questioni tecniche e vita quotidiana.

• L’isteria era considerata la “bestia nera” della medicina poiché gli isterici nei secoli precedenti
venivano bruciati, esorcizzati oppure persone che simulavano e quindi indegni dell’osservazione
clinica. Con Freud l’isteria subisce una certa liberazione, egli compie un passo importante nella
direzione della liberazione dell’isterico che non è più un individuo trattato violentemente ma che
può e deve essere curato. Tra malattia e salute non c’è una differenza qualitativa ma
QUANTITATIVA; l’isterico non è qualitativamente caratterizzato come perduto, ma differisce da una
persona sana solamente per quantità, quindi vi è transitabilità tra salute e malattia e viceversa, può
quindi tornare sano e non. Insieme a questa idea della curabilità dell’isterico viene meno l’idea che
l’isterico fosse il soggetto di una affezione organica ereditaria ma Freud nelle sue indagini si rende
conto che all’istericità non corrisponde una lesione cerebrale.

• Idea di un trattamento psichico: la novità freudiana è che lui inventa la cura della parola; afferma
che le parole dei nostri discorsi quotidiani non sono altro che magia sbiadita. Attribuisce alla parola
un effetto curativo.

• La medicina non deve più occuparsi solamente del corpo. Questo punto dovremmo affrontarlo più
volte poiché il rapporto tra anima e corpo in Freud è particolarmente complesso. L’inconscio è un
concetto limite tra il fisico e lo psichico.

Il nevrotico soffre di reminescenze. Il ritorno del ricordo è uno delle caratteristiche fondamentali
dell’attacco isterico. L’isteria presuppone una certa concezione dell’apparato psichico. Qual è il principio
fondamentale del funzionamento di questo? Il principio di costanza di Fechner: il sistema nervoso tende a
mantenere costante qualcosa che potremmo chiamare somma di eccitamento e che esso realizza questa
condizione liquidando ogni sensibile incremento di eccitamento per via associativa o scaricandolo mediante
una corrispondente reazione motoria; ovvero nell’apparato psichico c’è una certa quantità di energia che lo
mette in equilibrio, ogni turbamento esige che la quantità che eccede venga in qualche modo scaricata.

Che cos’è dunque l’isteria? Sviluppa isteria quell’individuo che per una serie di motivi non riesce a scaricare
l’energia in eccesso. Si tratta di impressioni alle quali viene negata una scarica creando quindi uno
squilibrio. Perché non riesce a avvenire questa scarica? Perché Freud afferma che i malati respingono la
liquidazione di questa energia per paura di penosi conflitti spirituali oppure perché tale scarica è vietata dal
pudore o dai rapporti sociali. C’è quindi un CONFLITTO e ciò diviene trauma (impressione che non riesce ad
essere scaricata).
ETICA SOCIALE I- LEZIONE 2

La psicoanalisi nasce come scienza impropria che poi va sviluppandosi con Freud, primissimo pioniere di
questa nuova disciplina, di conseguenza l’approccio alla sua opera è di tipo evolutivo.

La morale come sintomo: per Freud la morale non è qualcosa di originario e costitutivo per l’essere umano
ma è una costruzione culturale, il sintomo di qualcosa ma dovremo vedere in che senso appartiene o meno
alla natura umana.

Il processo di civilizzazione, secondo Freud ha un suo specifico andamento.

L’oggetto della attenzione di Freud nel primo periodo è l’isteria, soggetti considerati perduti, la medicina li
considera indegni di osservazione, mentre lui si inserisce in un processo di liberazione dell’isteria. Non è un
processo che inizia lui stesso, ma vi si inserisce molto bene. Quello che emerge è un trattamento psichico
che si svolge mediante la parola che Freud definisce “MAGIA SBIADITA”.

IL CONCETTO DI IPNOSI E SUGGESTIONE

La psicoanalisi è una disciplina che deriva dall’ipnosi e dalla suggestione. È importante poiché la
ritroveremo in PSICOLOGIA DELLE MASSE E ANALISI DELL’IO. Freud interpreta il rapporto tra medico e
paziente nei termini di un rapporto tra ipnotizzato e ipnotizzatore.

Le tappe che ci portano dall’ipnosi alla psicoterapia di Freud:

• Johan Joseph Gassner (1727-1789) :era un prete esorcista poiché inizialmente, chi era vittima di
disturbi come quelli isterici, di cui non si riusciva a trovare una causa fisica, veniva interpretato
come posseduto. Interpretava le malattie come se fossero tutte opere di uno spirito diabolico; la
cura consisteva nell’espulsione dello spirito malefico per mezzo di incantesimi. (come ABREAZIONE
= qualcosa da dover espellere). Il primo sperimentatore di un ruolo avvicinabile a quello del
curatore d’anime (psicoanalista) è quello di un prete esorcista cattolico. Tuttavia questo cadde in
disgrazia per l’irrompere dell’illuminismo.

• Mesmer (1834-1915): svolta dall’esorcismo alla psicoterapia dinamica. Inaugura la sequenza


virtuosa che condurrà dall’esorcismo al magnetismo, dal magnetismo all’ipnotismo e dall’ipnotismo
alla psicoanalisi. Egli era un’illuminista il quale pensava che sotto la guida della ragione l’umanità
avrebbe raggiunto traguardi di progresso e quindi avrebbe ottenuto un futuro di felicità universale,
era quindi pienamente inserito nel clima di ottimismo. La sua idea era quella di trovare un comune
denominatore delle malattie e quindi la cura ad esse. Era tedesco ma operò a Vienna e raggiunse gli
stessi risultati di Gassner, ma mediante pratiche non religiose; ebbe il successo di dimostrare che i
fenomeni venivano attribuiti al soprannaturale, potevano invece ricondotti nell’albo delle scienze e
quindi potevano avere una spiegazione razionale.

Egli introduce il concetto di equilibrio. Egli si rifà alle scienze dell’epoca e utilizza le idee di
elettricità, magnetismo, gravità, come fondamento della sua convinzione che un sistema di forze
condizioni non soltanto la natura e la terra ma anche il corpo e la mente, al centro di un sistema di
forze che si TIENE IN EQUILIBRIO. La salute e la malattia erano legati quindi al cosiddetto
MAGNETISMO ANIMALE.

Cos’è il magnetismo animale?


Interpretato da M come un fluido misterioso, simile all’elettricità, di cui ogni corpo animale è
dotato. Le malattie corrispondo o a una perdita di questa energia o ad una squilibrata disposizione
di questa energia tra i vari organi. Il medico ha la caratteristica di essere normalmente dotato di
una quantità superiore alla media di questa energia o fluido e quindi utilizza questo eccesso di
fluido per curare le malattie, o implementando il fluido del paziente o ridistribuendo questo fluido
aiutandosi anche con dei MAGNETI (magnetismo).
Quindi se per Gassner la malattia dipendeva dall’azione del maligno, per Mesmer la malattia
dipendeva dallo squilibrio di questo fluido.

Il magnetismo può essere definito come prima forma di terapia di gruppo. Le sedute consistevano
in incontri, di cui i partecipanti, collegati in cerchio e uniti tra loro intorno ad una tinozza,
stringevano con le mani (punto che ritroveremo nell’immagine che Freud riproponerà a proposito
del rapporto tra il capo e gli individui massa).

Concetto di CRISI (utilizzato da entrambi):


malattia connessa a dei momenti critici, ma crisi nel contempo come segnale della malattia ma
anche primo passo verso la guarigione. La crisi introduce una indeterminazione tra salute e malattia
che suggerirà l’idea freudiana secondo la quale la psiche umana sia continuamente in crisi, mai né
perfettamente sana né perfettamente malata.

Nonostante il Mesmerismo avesse fatto questo passo razionale molto importante, questo fu
profondamente screditato poiché non si avvaleva del metodo scientifico per eccellenza ma fondava
la teoria su prove poco convincenti e rozze. Successe, ufficialmente, che vennero organizzate due
commissioni reali per esaminare il magnetismo animale, una delle due capeggiata da Benjamin
Franklin; entrambe le commissioni negarono l’esistenza del magnetismo animale, come fenomeno
fisico, sostenendo che tutte le evidenze fossero dovute al potere della suggestione. Inoltre aveva
anche una vocazione democratica.

• Marchese Puysegur, autore francese (1751-1825): con lui assistiamo al modo in cui il magnetismo
animale si trasforma nell’ipnotismo (passaggio fondamentale per arrivare agli autori di cui Freud
sarà allievo). Completa il processo di democratizzazione del Mesmerismo portandolo a persone
meno agiate.
Crea il magnetismo intorno ad un Olmo (simboleggia virtù terapeutiche) a cui tutti potevano
attingere, le persone venivano legate intorno ad esso. Quest’olmo sembrava in grado di guarire
contemporaneamente molte persone utilizzando la loro energia.

Egli mette in questione il magnetismo dovuto ad un fluido fisico e dice che questo è dovuto ad una
causa mentale, legata alla volontà e all’immaginazione del magnetizzato. Si ha quindi una causa di
tipo MENTALE, il magnetismo si trasforma lentamente nell’ipnotismo.
Non si parla più di crisi magnetiche, ma si comincia a parlare del fatto che una volta magnetizzato il
paziente cadeva in uno stato particolarissimo di sonno, nel quale il paziente appariva più vigile e
attento di quanto non lo fosse nella veglia (sembrava richiamato ad una attenzione di tipo diverso),
si parla quindi di SONNO MAGNETICO o SONNAMBULISMO PROVOCATO.
Il sonno magnetico veniva chiamato anche CRISI PERFETTA poiché la sua caratteristica è che
durante il sonno il paziente era introdotto in un rapporto preferenziale con il magnetizzatore;
dipendeva dal magnetizzatore. Non aveva più inibizioni di alcun tipo. Quando il paziente veniva
disincantano non ricordava nulla dell’accaduto.

Due punti importanti:

1. In primo luogo, mediante l’ipnosi, si accedeva ad una dimensione non cosciente di


grandissimo significato per l’individuo poiché poteva accedere liberamente a pensieri
profondi che nella veglia erano soggetti ad una censura. Inconscio come dimensione libera
dalla coscienza.

2. In secondo luogo, questa coscienza cominciava ad apparire come una funzione di


inibizione.

• Tra il 1860 e il 1880 sia il magnetismo che l’ipnotismo cadono, ma vengono riportate in auge dalla
scuola di Parigi da Charcot e dalla scuola di Nancy da Bernheim i quali riportarono in auge
l’ipnotismo e lo distinsero dalla suggestione.

La suggestione è un processo di influenza psicologica ottenuto mediante la parola o il gesto che ha


carattere irriflessivo; mediante la suggestione le percezione che vengono suggerite vengono
assunte senza elaborazione critica da parte del suggestionato.

CHARCOT in punti:

1. Eleva l’ipnotismo a dignità scientifica. Lo fece accettare dall’Accademia delle Scienze nel
1882.
2. Arriva alla conclusione che chi era facilmente ipnotizzabile, lo era perché era isterico.
3. Scopre le paralisi isteriche; fisiche che non sono dovute a traumi organici, ma psichici.
4. Riesce a riprodurre sperimentalmente queste paralisi isteriche mediante ipnosi. Charcot
ipnotizzava i soggetti a paralisi isteriche e al suo risveglio riusciva a risolvere la paralisi (la
bloccava e la sbloccava).

BERNHEIM

1. Considera ipnosi non come sintomo di isteria ma come effetto del rapporto tra
suggestionato e suggestionatore; riconduce l’ipnosi a questo rapporto particolare di
suggestione. Non ha più solo a che fare con gli sterici
2. Anche la folla è il prodotto di legami imitativi e di suggestione.
3. Definì la suggestionabilità come la disposizione a trasformare un’idea in un’azione.;
immettere nella testa l’idea di fare qualcosa.
4. Comincia a sbarazzarsi dell’ipnosi e comincia a dire che gli effetti dell’ipnosi potevano
essere ottenuti anche nello stato vigile con la suggestione e questo procedimento, venne
chiamata PSICOTERAPIA (utilizzo della suggestione per curare traumi e malattie isterici).

Emerge quindi il ruolo della suggestione nella cura della malattia isterica, questo viene
definito Psicoterapia e emerge lentamente un nuovo modello di psiche basato su una
dualità di processi consci e inconsci. Si rendono conto che la coscienza è caratterizzata da
una forza inibente, mentre nell’inconscio non compare.

Con questa sequenza si colloca Freud.

Tra 1892 e 1895, i testi di riferimento sono gli studi dell’isteria. L’attacco isterico consiste nel ritorno di un
ricordo e Freud scriverà che l’isterico soffre di reminescenza. Inoltre, l’apparato psichico soffre di costanza;
ad una impressione ricevuta dall’esterno, si reagisce mediante un’associazione oppure mediante una
reazione motoria. Questo significa che il problema emerge nel momento in cui l’apparato psichico non
riesce a reagire ad un’impressione penosa, che non viene abreagita ovvero scaricata e diventa un TRAUMA
PSICHICO. Secondo Freud, quello che dobbiamo fare di fronte ad un’impressione dolorosa è una reazione di
scarica. Sta studiando le reazioni psichiche come se fossero equivalenti a reazioni dovute a stimoli sensibili:
l’impressione penosa (psicologica) deve essere espulsa.

Vedremo che Freud dirà che il nostro apparato psichico è regolato da due principi: di piacere e di realtà. Il
principio di piacere deve essere LIMITATO dal principio di realtà. Freud interpreta il nostro rapporto con il
mondo come un rapporto disarmonico, cioè c’è una disarmonia tra il nostro desiderio (piacere) e la realtà;
la realtà rispetto al piacere ci appare sempre scarsa, che non soddisfa e quindi, secondo Freud, lo sviluppo
psico-sessuale dell’individuo consiste nel contemperare il principio di piacere con il principio di realtà. Non
si tratta di una sostituzione, ma il principio di realtà serve, affinché il principio di piacere venga protetto (lo
vedremo più avanti).
ETICA SOCIALE I- LEZIONE 3

La scorsa volta abbiamo detto che la riflessione di Freud inizia con questa peculiare connessione di isteria e
ipnosi, il suo primo scritto di particolare rilievo (Gli sudi sull’isteria) è ancora impostato nei termini che
abbiamo visto in Charcot e Bernheim, ovvero che l’ipnosi sia un accesso privilegiato ad una dimensione non
accessibile durante la veglia e abbiamo visto una breve evoluzione della questione, ovvero del fatto che
queste malattie psichiche inizialmente vengono comprese in termini religiosi fino ai casi sempre più
complessi di Mesmer e Poysecure.

Abbiamo parlato inoltre di INCONSCIO, CONFLITTO E SVILUPPO. Tre punti fondamentali dai quali ci è
possibile esporre tutto il pensiero Freudiano:

• L’inconscio innanzitutto è un nome per la disarmonia fra soggetto e mondo. La modernità è


caratterizzata da uno squilibrio, o crisi o disarmonia tra soggetto e mondo, ovvero tra desiderio e
realtà (termini freudiani). Questo punto motiva i termini conflitto e sviluppo.

• Il conflitto perché tra desiderio e realtà emerge un conflitto, cioè il concetto di coscienza cartesiano
(la coscienza non ah residui e zone d’ombra) che viene meno e si pone un conflitto fra desiderio e
realtà (desiderio mai esaurito rispetto alla realtà). Questo è un punto decisivo perché vedremo che
il concetto di inconscio diventerà il nome, non semplicemente della crisi isterica, cioè di un
episodio, ma diventerà il nome per una condizione critica costitutiva della soggettività. Proprio per
questo motivo Freud introduce l’elemento quantitativo (siamo tutti potenzialmente nevrotici,ma
anche un po’ nevrotici). Questa indeterminazione di malattia e nevrosi in qualche modo è un modo
di dire questa struttura costitutivamente critica della soggettività e del suo rapporto con il mondo.

• Sviluppo perché in Freud andrà alla ricerca sempre più approfondita del motivo della crisi
nevrotica; si renderà conto che non riguarda solo il singolo ma la soggettività in generale. La sua
indagine si svolge in due livelli connessi, un li livello ontogenetico (sviluppo dell’individuo,
psicosessuale, del singolo) e uno filogenetico (storia dell’umanità, sviluppo della specie e della
dimensione collettiva). Per ora lo intendiamo in termini ontogenetici, dai quali Freud parte. Mano
a mano lui andrà dicendo che l’individuo nella sua crescita va incontro ad una sfida o prova: è
chiamato a compiere lo sforzo di contemperare i principio di piacere con il principio di realtà
(gestire la disarmonia tra il proprio desiderio e la realtà).

Dirà quindi che il principio di realtà non è l’abolizione del principio di piacere, ma è un modo per
PROTEGGERE il principio di piacere stesso. (capiremo che significa).

Charcot, Bernheim e Freud si pongono tutti e tre un problema. Freud essenzialmente nasce in un ambiente:
1. Determinista 2. Materialista → L’ipotesi dello psichico come dimensione parallela del fisico è un’ipotesi
comunque problematica. Anticipiamo che in f. c’è sempre un atteggiamento combattuto con la dimensione
psichica: tenta sempre di ridurre lo psichico al fisico. Come se non fosse mai soddisfatto della nozione di
causa psichica, di ammettere che qualcosa di immateriale possa costituire una causa e quindi sortire un
effetto. Per uno scienziato determinista e materialista è la prassi. Questa è una tensione presente nel
pensiero di Freud che lo va a caratterizzare. Nel 1920 in al di là del principio di piacere f. avanza l’ipotesi che
la psicoanalisi sia una disciplina provvisoria, come se fossimo costretti a causa di una lacuna della nostra
conoscenza ad ammettere una causa psichica ma prima o poi quando riusciremo la ridurremo a una causa
psichica. Per ora curiamo i disturbi psichici con la talking cure ma poi riusciremo a ricondurre al fisico, alla
chimica e ad una pillola. Sembra non avere molto senso in realtà però dobbiamo pensare al suo monismo
materialista. La parola psicoanalisi è stata coniata proprio riprendendo l’idea di analisi chimica, che resta un
obiettivo ideale nella sua mente. Oppure possiamo pensare che f. voglia pagare un tributo alla medicina del
suo tempo, e placare coloro che dicevano che la psicoanalisi era un imbroglio dato che erano materialisti.
tensione importantissima presente in tutto il pensiero di Freud.

Questa tensione fra fisico e psichico, ideale del riduzionismo, è qualcosa che esiste proprio nell’inventore
della causa psichica, è come se questo fosse un dualismo provvisorio che quanto prima debba essere
ridotto al monismo fisico. Freud conia nel 1896 la parola psicoanalisi proprio sul calco dell’analisi chimica
della psiche, oppure possiamo pensare che egli voglia pagare un tributo alla medicina del suo tempo (che
era considerata una frottola) dicendo che tutti questi suoi concetti diventeranno formule chimiche.

ISTERIA E ATTACCO ISTERICO

Il contenuto fondamentale i un attacco isterico è il ricordo di un episodio che il soggetto ha già vissuto.
Avevamo detto che normalmente l’attacco isterico è generato da un’impressione alla quale viene negata
una scarica adeguata poiché questa liquidazione causerebbe un conflitto, oppure perché la scarica di
quest’impressione è vietata dal pudore o dai rapporti sociali. Abbiamo anche detto che la crisi isterica è
causata da un’impressione non abreagita, non scaricata o non liquidata, chiamata TRAUMA PSICHICO.

Ci sono due modi di liquidazione della scarica:

1. Abreazione catartica: liberazione dell’affetto penoso; il rischio di ingorgo isterico viene meno.

2. Mediante associazione: l’ingorgo psico-traumatico può essere scaricato tramite l’aiuto tramite la
parola di un esperto psicoterapeuta. L’analista consente, in qualche modo, di riattivare quelle
associazioni di pensieri che ridimensionano il trauma, lo collocano all’interno di un contesto più
complesso, viene quindi affiancato l’accaduto traumatico da altri accaduti di modo tale da
ridimensionare l’accaduto e il trauma. Si disinnesca così l’effetto traumatico e ci si rimette dinanzi
alla complessità del reale, perduta a causa della funzione di isolamento del trauma.

La psicoterapia quindi consente di prendere qualcosa che era stato incapsulato lontano dalla coscienza, di
sfociare nel discorso e di condurlo alla correzione associativa e lo disinnesca.

Può capitare che Il soggetto resista al fatto che questo affetto incapsulato venga condotto alla dimensione
associativa, creando un ingorgo isterico; quando avviene questo si ha un’anormale espressione delle
emozioni. Questa resistenza avviene perché la rappresentazione che noi abbiamo rimosso altrimenti
entrerebbe in conflitto con altri complessi fortemente radicati (rappresentazioni morali). Il conflitto con
una rappresentazione inammissibile per la coscienza conduce ad una resistenza (che Freud chiamerà
rimozione).

Negli “Studi sull’isteria Freud” dice degli studi importanti su Pierre Janet (psicologo francese), il quale non
divenne conosciuto come Freud, che dirà che negli isterici la prestazione di sintesi della psiche è molto al di
sotto della norma.
ETICA SOCIALE I- LEZIONE 4

Riprendiamo dalla teoria dell’attacco isterico che è importante perché è la prima formulazione che Freud
dà dell’inconscio. L’inconscio entra in gioco come una scissione della psiche per motivi di difesa. Punto
importantissimo perché la giustificazione che Freud dà dell’inconscio è legato al fatto che quest’inconscio
nasce con un atto compiuto per rimuovere rappresentazioni che laddove abreagite creerebbero un
conflitto penoso per l’individuo. Tutti questi concetti servono a Freud per spiegare l’esistenza di
RAPPRESENTAZIONI INCONSCIE.

Tramite un’associazione noi riusciamo a riportare l’evento traumatico ad una grandezza gestibile.

Freud inizialmente, quando parla di resistenza allude, sì alla resistenza della coscienza all’affiorare della
rappresentazione rimossa, sia la resistenza all’analista che cerca di far riaffiorare la rappresentazione
rimossa. Questo ricordo rimosso, tuttavia, spinge per riaffiorare. L’operazione di rimozione non riesca mai
del tutto. Quello che rimuoviamo, per evitare un conflitto penoso, tende a riaffiorare.

Altro punto interessante è che l’individuo preferisce affrontare il costo della rimozione piuttosto che il
costo del conflitto. Questo costo, quindi, è minore del costo del conflitto; preferisce esercitare una forza
per mantenere un ricordo piuttosto che spendere energia per il conflitto. La motivazione è difendersi dal
conflitto. Nozione fondamentale sono i concetti, che si vanno complicando sempre di più, rimozione,
resistenza, difesa.

Freud ad un certo punto afferma che questo conflitto è fra una certa rappresentazione e un complesso di
rappresentazioni che in qualche modo noi ereditiamo, anche passivamente, poiché costituiscono le
rappresentazioni morali della civiltà e del periodo storico in cui ci troviamo; Freud parla di affetti legati a
certe rappresentazioni, non parla ancora di PULSIONE poiché la teoria delle pulsioni è successiva. Ci dice
che queste rappresentazioni che entrano più facilmente in conflitto con la tradizione morale ereditata
(inculcata dall’educazione e dalle istituzioni) sono rappresentazioni di tipo SESSUALE.

LEZIONE DI OGGI

Avevamo cominciato a parlare di Janet. Quando Janet parla della specifica capacità sintetica dei nevrotici
parla di una restrizione della conoscenza, come se si trattasse di una restrizione del campo visivo. In questo
modo la capacità di resistenza contro suggestioni esterne e autosuggestioni è ridotta e quasi annientata.
Questo lo ritroveremo in Psicologia delle masse e Analisi dell’Io. Vedremo che Freud ad un certo punto dirà
che questa condizione di suggestione la si ritrova soltanto nel rapporto tra il padre e il bambino. Possiamo
quindi dire che il nevrotico, in quanto suggestionabile e credulo, rimane inchiodato ad una
rappresentazione infantile del padre. Quando abbiamo parlato di sviluppo, abbiamo visto che esso prevede
esattamente questo, ovvero che il primo rapporto che il bambino ha è un rapporto con il padre. Vedremo
poi che cosa significa che Freud insista tanto con la figura del padre, ed è importante collocare il motivo
poiché, nel momento in cui Freud attribuisce alla percezione ultrapotente del padre all’atteggiamento
nevrotico sta facendo una critica alla società patriarcale, compresa la posizione della donna nella società
(torneremo su questi punti).

Un’altra situazione in cui l’individuo ha la visione completamente invasa dall’oggetto è


l’INNAMORAMENTO.
FREUD NELLE SUE INFLUENZE CULTURALI

• Fromm e Marcuse: Questi autori hanno valorizzato la carica emancipatoria del freudismo. L’idea
del discorso morale ereditato debba essere scardinato o per lo meno allargato per diminuire il
senso di colpa, questo aspetto emancipatorio e antirepressivo è l’aspetto che viene valorizzato da
questi due autori che continuano il freudismo.

• In Francia da Sartre e M. Merleau-Ponty: fenomenologia e esistenzialismo francesi che


interpretano l’analisi freudiana come una scienza umana e umanistica. Punto interessante poiché
Freud propone una tensione che scorre in tutta la sua opera, tra scienze naturali e scienze dello
spirito.

• Ricoeur: autore che più ha influenzato la ricezione di Freud; scrive un saggio molto complesso in cui
annovera Freud insieme a Nietzsche e a Marx all’interno della “scuola del sospetto”, poiché la
psicoanalisi svelerebbe la falsa coscienza, al di sotto della quale c’è l’inconscio.

• Freud ha avuto un destino particolare poiché è stato vittima di un atteggiamento a-geografico, è


stato considerato come una specie di eroe che ha improvvisamente costruito dal nulla una geniale
meta-psicologia, di conseguenza in parte lo si è anche frainteso. In particolare in un’opera di un suo
allievo, Jones. Scrive un’opera tra il 1953 e il 1957 che persegue questa tonalità di mitologizzazione
della figura freudiana.

• Accanto a questo testo sarà un atteggiamento più sano di Ellenberger che nel 1970 scrive “la
scoperta dell’inconscio, storia della psichiatria dinamica” in cui Freud viene costruito all’interno di
un contesto storico della psichiatria.

Proprio per evitare questa forma della mitologizzazione, diciamo che il concetto centrale della sua meta-
psicologia, ovvero l’inconscio ha dei predecessori. Inconscio è un nome per la dismisura, disarmonia tra
soggetto e mondo, piacere e realtà, ma inconscio significa anche spossessare il soggetto dal suo trono, cioè,
la scoperta che la psiche fosse vulnerata da una zona d’ombra residuale, Freud voleva accreditarsi la
paternità di una terza rivoluzione scientifica nel pensiero umano, togliendo all’uomo la convinzione di
determinare in ogni momento la propria condotta (altre due: Copernico che detronizza la terra dal centro
dell’universo; Darwin che detronizza l’essere umano dal centro della creazione).

Tuttavia il concetto di inconscio non è freudiano, egli lo interpreta in un modo particolarmente freudiano
ma non lo è. Si ha:

• Platone: con la TEORIA DELLA REMINESCENZA;

• Montaigne (Saggi; 1500): comincia tutta un’attività di introspezione ed è il momento in cui la


riflessione filosofica comincia a concentrarsi sulla propria coscienza e sui processi più nascosti;
• Cartesio: l’idea e termine di MENTE INCONSCIA, entrano nel pensiero europeo; forte insistenza
sulla coscienza e consapevolezza di sé che permette di inventare l’idea della mente inconscia come
una correzione o conseguenza.

• Leibniz (Nuovi saggi sull’intelletto umano; 1704): parla di piccole percezioni che la mente registra, e
lo fa in un processo psicologico inconscio, una serie infinita di percezioni delle quali non è
consapevole; solo la somma di queste piccole percezioni diventa cosciente.

• Christian Wolff (Psicologia empirica; 1732) afferma la possibilità di dedurre l’esistenza di pensieri
inconsci a partire da idee coscienti, di cui i pensieri inconsci sono la causa.

• Hume: 1740 “Trattato sulla natura umana”: i pensieri si formano per associazione di idee e
quest’associazione non avviene casualmente, ma per via di una dolce forza che comunemente si
impone e questa è un po’ come la gravitazione di Newton, ma di questo processo associativo
l’essere umano non è consapevole.

• Nel romanticismo l’inconscio viene inteso come legame dell’uomo con la natura. Tra gli autori più
importanti: Edward Von Hartmann (1842-1906) che nel 1869 scrive una famosissima
fenomenologia dell’inconscio in tre volumi (Fenomenologia dell’inconscio; Metafisica dell’inconscio;
L’inconscio e il darwinismo).

• Schopenhauer e Nietzsche

• Spinoza: “De affectibus” 1677

• Darwin: idea evoluzionistica che Freud abbraccia a cui si isipira anche per la redazione di “Totem e
Tabù”.
ETICA SOCIALE I- LEZIONE 5

C’è l’idea che l’inconscio sia il nome di una originaria e mai del tutto eliminabile dismisura tra il soggetto è
la realtà. Questa è la definizione di inconscio che individua il freudismo nel suo complesso. Nel momento in
cui Freud ricorre a questo topos, a questa zona, della psiche, lo fa perché deve affrontare questa dismisura
tra desiderio e realtà. L’inconscio in Freud è il nome di questa dismisura. Questa è la definizione filosofica
dell’inconscio. Freud dà l’impressione di trattare il rapporto dualismo/ fisico come un rapporto
PROVVISORIO. Non riuscendo a capire determinate cose fisiche ha “inventato” la psicoanalisi, ma non
perché c’è un’altra dimensione, ma perché per ora non riusciamo a trovare il corrispettivo fisico di alcuni
aspetti patologici.

Da un lato c’è la definizione filosofica e dall’altro c’è il percorso genealogico (che noi stiamo seguendo),
infatti l’inconscio viene pensato, non come una struttura permanente della psiche, ma come una strategia
di difesa degli individui, che non riuscendo ad abreagire, pone l’impressione penosa nell’inconscio; non è
quindi una condizione permanente, ma una scissione episodica della psiche. Il problema, però, è che
questo ricordo spinge per uscire (RITORNO DEL RIMOSSO). Ma noi continuiamo a resistere a questa
pressione.

Perché l’individuo conviene rimuovere?

Perché il costo della rimozione è comunque inferiore al costo che il conflitto che dovrebbe affrontare de
abreagisse all’impressione penosa. La reazione gli costa di più, e quindi preferisce la malattia. La malattia è
ATTRAENTE poiché ci risparmia un lavoro.

Freud dice che l’effetto tipico della nevrosi è quello di alienare l’individuo dalla realtà. Il costo quindi non è
zero, ma comporta l’isolamento da parte della realtà. Il punto importante è che l’effetto principale della
nevrosi è questa auto segregazione difensiva. Perché parliamo di questo? Perché quando Freud andrà a
parlare della RELIGIONE dirà che la religione è una nevrosi collettiva. La genialità di questa definizione è che
appare come una definizione OSSIMORICA, se la nevrosi asocializza, la religione rende asociali gli individui e
crea per tutti coloro una realtà.

LEZIONE DI OGGI

Nel 1896 in “Ereditarietà ed eziologia della nevrosi” il termine PSICOANALISI non esisteva prima di Freud. in
questo termine egli raccoglie la convinzione che la psiche umana possa essere analizzata come un
composto chimico. L’inconscio è sempre una supposizione, tuttavia si possono vedere dei sintomi. Con
psicoanalisi si identifica:

1. sia un metodo di indagine sui fenomeni naturali;


2. sia una teoria del funzionamento della mente umana (psiche), che sul suo sviluppo normale e
patologico;
3. sia una prassi terapeutica; non ci si può liberare del sintomo, ma bisogna continuamente lavorare
sul sintomo.

Freud non è mai del tutto chiaro, poiché nell’inizio di “analisi terminabile e interminabile” afferma che la
psicoanalisi è la liberazione.
La psicoanalisi ha quindi diversi punti di vista ma può essere schematizzata in questo modo:punti

1. PUNTO DI VISTA TOPICO

• prima topica: conscio, preconscio, inconscio. (1900) distinzione che si porterà dietro
ma che trasformerà lentamente fino a completare la seconda strutturazione.
• (1922) seconda topica: io, es, super-io .

2. PUNTO DI VISTA DINAMICO :(interpreta i rapporti nei termini di un gioco fi forze che risulta dal
fatto che queste tre istanze siano in conflitto tra di loro)

3. Punto di vista economico

4. Punto di vista evolutivo: ontogenesi (sviluppo psico-sessuale individuale) e filogenesi (io e super, io
che sono più tardi dell’es, del singolo). Leggi collegate secondo cui ontogenesi è una ricapitolazione
della filogenesi.

Torniamo sui testi

Gli Studi sull’isteria sono datati al 1955, prima di questi egli scrive un piccolo saggio chiamato “La
neuropsicosi da difesa” (1894), in cui arrivano una serie di acquisizioni:

• Pone il collegamento tra sessualità e nevrosi


• Dice che molto spesso la rappresentazione sessuale sgradita, che viene fatta oggetto di
rimozione, viene scissa dal suo affetto e avviene che l’affetto scisso si attacchi ad altre
rappresentazioni. Questo consente a Freud di spiegare come sintomi nevrotici le fobie. La
rappresentazione sessuale viene ridotta ad uno stato di incoscienza, l’affetto non viene rimosso
insieme ad essa, ma si aggancia ad altre rappresentazioni che non sono, in quanto tali,
problematiche per l’individuo e si manifesta tramite sintomi.

Concetto di sintomo

È importante definire il sintomo in quanto l’interpretazione del termine psicoanalisi è inteso sia come
LAVORO INTERMINABILE SUL SINTOMO che come LIBERAZIONE TERMINABILE DEL SINTOMO. Il sintomo è
quindi utile poiché tramite la sua manifestazione, possiamo osservare gli effetti dell’inconscio.

Definizioni di sintomo:

1. Formazione di compromesso
2. Formazione Riduttiva
3. Formazione reattiva

Per ora ci interessa la prima: Freud ipotizza che il sintomo sia un compromesso tra il rimosso e l’istanza
rimovente. Sostiene infatti che la malattia consente un appagamento camuffato del desiderio proibito.
ETICA SOCIALE I- LEZIONE 6

Risposta ad alcune domande

Per ora Freud considera la terapia come consistente nel vincere le resistenze del paziente a ricordare
l’evento traumatico e quindi far sfociare l’effetto incapsulato nelle associazioni e nella parola. Questa
terapia catartica consiste nel rendere conto al paziente il ricordo traumatico rimosso. Questo è un punto
che Freud comincerà a mettere in questione quasi subito. Ci inganna la sua scrittura poiché tutto sembra
fluido, in realtà quando si va a fare uno studio approfondito della teoria ci si accorge che le cose sono molto
più complesse.

Perché quest’idea viene cambiata subito?

L’obbiettivo della terapia non può consistere nel predominio del piacere o della realtà. L’idea di realizzare il
desiderio rimosso non è l’obbiettivo terapeutico, nonostante nei primi testi Freud interpreti la terapia in
modo catartico; in realtà poi queste due idee del “è sufficiente che il paziente diventi consapevole del
ricordo rimosso” e “ è sufficiente che il desiderio rimosso venga realizzato” verranno abbandonate quasi
subito. Il motivo è il fatto che proprio perché si tratta di sostituire la realtà al piacere, la realizzazione della
pulsione del piacere repressa non può essere la soluzione.

LEZIONE DI OGGI

Nel momento in cui utilizziamo il concetto di difesa presupponiamo che il mondo sia ostile al desiderio;
l’atteggiamento che Freud descrive è difensivo. Tuttavia tutte queste forme di nevrosi sono causate
esattamente dal meccanismo della difesa. Questa idea del pericolo che viene dall’interno, siamo governati
da pulsioni interne, la dice da un certo punto in poi, quando questo desiderio nel rapporto di dismisura con
la realtà diventa una caratteristica costitutiva dell’essere umano, ovvero quando scopre il complesso di
Edipo. La difesa è quindi un concetto che dobbiamo attenzionare poiché sembra che la nevrosi utilizzi
questo sistema difensivo; questo concetto che ci sembra assolutamente efficace, però, ha una serie di
presupposti (che la realtà attacchi, il desiderio attacchi e io mi devo difendere): presuppone che noi
facciamo un lavoro poiché la civiltà non ammette la piena realizzazione del nostro desiderio ma non è detto
che la reazione più efficace sia proprio la difesa, dinanzi a questo desiderio.

Non era un caso che Freud ad un certo punto parla di “NEUROPSICOSI DA DIFESA” (1894).

Le principali acquisizioni:

• Isteria di conversione: un primo tipo di isteria è quello in cui l’affetto slegato dalla
rappresentazione rimossa viene convertito nel corpo. C’è un legame tra la somatizzazione e il modo
in cui il trauma ha originariamente innervato il corpo. In generale possiamo dire che l’isteria di
conversione è quell’isteria in cui l’affetto viene somatizzato;

• Isteria che diventa FOBIA O OSSESSIONE: non si ha la somatizzazione ma il legame ad un’altra


rappresentazione traumatica; la nevrosi diventa ad esempio fobia per animali ecc…
• Psicosi o follia allucinatoria: l’io respinge sia la rappresentazione che l’affetto come se nulla fosse
mai avvenuto. Questo per Freud significa distaccarsi da un pezzo di realtà. La psicosi è una radicale
fuga dalla realtà. Questa è una forma di distacco dalla realtà mentre la nevrosi è una forma di
alienazione della realtà; non sono la stessa cosa. Noi non ci occuperemo delle psicosi.

Prima di arrivare all’ Interpretazione dei sogni, Freud fa un ulteriore passo in relazione alla teoria del
trauma; in qualche modo, proprio come aveva fatto negli studi sull’isteria, riporta la causa della nevrosi ad
un trauma ma nel 1896 tenta di trovare una spiegazione sempre più unitaria e strutturale, si sta avviando
verso una teoria strutturale della nevrosi e quindi se prima il trauma era qualcosa che veniva dall’esterno
ed episodico, ora Freud comincia a chiedersi se non consista in un identico evento di natura sessuale che si
è subito. Questo porterà a considerare la soggettività come constitutivamente traumatica o critica
mediante l’Ipotesi dell’Edipo.

Nel 1896 nel testo “Ereditarietà ed eziologia della nevrosi” Freud introduce il trauma a sfondo sessuale.
Questo consiste in un’aggressione che il bambino avrebbe subito tra gli 8 e i 10 anni a sfondo sessuale, il cui
ricordo è stato rimosso e subisce gli effetti con la pubertà. Si ha l’introduzione tra la connessione di trauma
e sessualità.

Freud cercherà di risolvere diverse difficoltà tra cui il trauma sessuale nel momento in cui l’individuo non ha
alcun tipo di sessualità (per Freud in questo momento); quanto è accaduto verrà quindi rimosso è poi
svilupperà un effetto potente durante la pubertà: AZIONE POSTUMA DEL TRAUMA SESSUALE.

La teoria della seduzione infantile verrà abbandonata tuttavia ci sono alcuni elementi importanti:

• Legame nevrosi e sessualità;


• Collegamento tra nevrosi e sessualità infantile (lentamente comincia ad inserire il concetto di
sviluppo);
• Da un ruolo unicamente passivo al bambino. Assunzione che verrà rovesciata poiché Freud
assegnerà un ruolo attivo del bambino nella sua teoria della nevrosi: il bambino diventerà
protagonista attivo della teoria sulla nevrosi (in tutt’altro contesto ovviamente);

Nel 1897 abbandona questa teoria della seduzione infantile un po’ perché non funzionava, un po’ perché i
casi di nevrosi erano tanti e si sarebbe dovuto presupporre una larga diffusione della pedofilia, cosa che era
paradossale, ed infine, nel momento in cui faceva terapia Freud è stato indotto a fare un ipotesi di questo
tipo anche dai ricordi dei pazienti e succede che si rende conto che i quello che i pazienti gli dicevano non
necessariamente era presente un dato di realtà; era impossibile capire se questo contenuto rimosso e
riportato alla coscienza riguardasse un evento realmente accaduto, paventato o addirittura un desiderio del
paziente. Dismette quindi la teoria della seduzione infantile.

Nel 1900 comincia a sostenere che l’origine del conflitto psichico potrebbe piuttosto ruotare intorno ad una
condizione universalmente diffusa ovvero l’amore verso il genitore del sesso opposto e la rivalità con il
genitore del sesso opposto (Complesso di Edipo). Si arriva ad una struttura universale della psiche e del
comportamento dell’individuo.

1899 “L’interpretazione dei sogni”. E’ un testo che per la prima volta si riconosce Freud, il più personale.
L’idea è che il sogno sia la via regia di accesso all’inconscio. Lo scopo di Freud è quello di dimostrare p che
esiste una tecnica che consente di interpretare i sogni e che ogni sogno si rivela essere una formazione
psichica di altissimo significato.
1. Recupera in valore dell’ipnosi nel momento in cui si dedica all’analisi del sogno. Tramite questa
tecnica svela formazioni di grandi significato per l’indagine sulla psiche.

2. Ritiene che il sogno si a un risultato di un gioco di forze che bisogna svelare.

Il presupposto è che i meccanismi che agiscono nella formazione del sogno sono gli stessi che agiscono
nella formazione della psico-nevrosi. Quindi c’è un parallelismo tra il sogno e la nevrosi.

Definizione di Sogno (da imparare a memoria): l’appagamento camuffato di un desiderio rimosso.

Quindi il sogno è l’appagamento allucinatorio che avviene in modo camuffato di un desiderio che l’io ha
rimosso per via della sua inaccettabilità. Il sogno è COME un sintomo della nevrosi, una formazione micro -
nevrotica. Il sogno, come il sintomo, è un appagamento compromissorio.

Anche qui emerge il camuffamento (idea che nel sogno si esprima un appagamento travestito), poiché noi
sappiamo che nella vita vigile il desiderio rimosso non è accessibile alla coscienza, perché è in uno stato di
rimozione e quindi è come se agisse una forza censoria; durante il sonno questa censura si allenta poiché la
coscienza non è più vigile per mantenere una potente censura e quindi il rimosso ha più spazio per
riemergere. La censura non viene sconfitta ma è solo diminuita; è quindi capace di deformare
l’appagamento di desiderio ma questa non è così forte da non renderci capaci di rintracciare il desiderio
rimosso e il suo appagamento mediante una tecnica di interpretazione.

L’interpretazione dei sogni consiste, quindi, nell’utilizzare un metodo per svelare qual è il contenuto del
desiderio che nel sogno viene appagato in modo allucinatorio. Traveste ma ci consente di cogliere sotto il
travestimento. L’sito è che il soggetto viene a conoscenza del desiderio rimosso; il sogno è un accesso
all’inconscio perché ci consente di rendere il paziente cosciente del desiderio che ha rimosso.

Freud qui è ancora dentro l’idea della concezione catartica della terapia, è alla ricerca del desiderio rimosso
e, mediante la tecnica psicanalitica, vuole annullare la rimozione e quindi distruggere la difesa. L’idea è che
il paziente venuto a conoscenza del proprio desiderio risulti alleggerito.

Afferma che questi desideri che emergono come rimossi sono desideri infantili; sta parlando del complesso
di Edipo.

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