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6-FREUD: ISTERIA, IPNOTISMO E SUGGESTIONE  COSì SI SCOPRE L’INCONSCIO

Dopo l’esperienza con charcot in poche parole freud arriva a una concezione dell’ipnosi di stampo
propriamente psicologico che porrà la base della nascita della psicoanalisi e che metterà in relazione con
l’isteria, eliminando il confine tra normale e patologico e consentendogli di muoversi su due binari di
ricerca.

Già in questo primo periodo affermerà che la sintomatologia isterica deve essere curata eliminando, o
meglio portando alla luce, la fonte psichica, il ricordo e ripercorrendo il processo ideativo che ha portato dal
ricordo alla formazione dei sintomi. Inizierà allora ad utilizzare il metodo catartico di breuer che recupera il
ricordo attraverso la coercizione dell’ipnosi e ne mette in luce proprio il processo patogenetico.

Studiando il fenomeno dell’ipnosi, freud parla di un assottigliamento della differenza tra ipnotismo normale
e ipnotismo patologico isterico concordando con Bernheim che alla base dell’ipnosi vi è la suggestione e
che tale fenomeno è in grado di dare vita alle manifestazioni fisiologiche tipiche sia dell’isteria che
dell’ipnosi normale. Se questo è vero, non vi è sostanziale differenza tra processi normali e patologici di
base. Il che consente di poter studiare la patologia per comprendere la normalità.
Allora freud si dedica all’isteria osservando che gli
a. stati affettivi hanno la capacità di modificare stati somatici e che
b. ogni processo di pensiero è in parte affettivo e quindi capace di tali modificazioni.
Arrivando a concludere che
c. lo stato affettivo dell’attesa fiduciosa è alla base dell’ipnosi come fenomeno di suggestione e
quindi della suggestione stessa.
Come? Egli nota che alla base della sintomatologia isterica ci sono affetti che modificano stati fisiologici. E
se ogni processo di pensiero è in parte affettivo allora ogni processo di pensiero influenza il somatico e
quindi nel caso dell’isteria è la psiche che determina un rapporto di influenza sul corpo (soma) e non
viceversa, cioè la psicologia può spiegare i sintomi isterici.
Quindi osserva che alcuni stati in particolare possono influenzare stati patologici o aggravandoli o
migliorandoli. In particolare l’attesa fiduciosa nei confronti del medico e della cura fa in modo che il
trattamento sia più efficace.

Riassumendo: studiando l’isteria freud si interessa della tecnica dell’ipnosi. Attraverso questa arriva a
rifiutare l’ipotetica presenza di una causa organica e sposta la causa nella psiche, cioè la suggestione, che
diviene punto in comune tra ipnotismo normale e patologico.

Freud, scoperto dunque il ruolo cardine della suggestione arriverà ad affermare che tale suggestionabilità
riabilita una modalità di relazione che ricalca la modalità di relazione tra bambino e genitore, cioè basato
su un rapporto di attesa fiduciosa e dipendenza del bambino nei confronti del genitore.
Arriverà per questo a indicare che l’ipnosi non è uno strumento necessario (poiché la suggestione può
essere esercitata anche senza ipnosi), inoltre il suo effetto è limitato al grado di arrendevolezza del paziente
che quindi ne limita l’efficacia.

Comunque attraverso l’ipnosi arriverà ad alcuni esperimenti, uno, in particolare consisteva nel comandare
un’azione in stato di ipnosi ordinando di eseguirla in un certo momento una volta tornato cosciente. Ciò
avveniva e i pazienti offrivano spiegazioni casuali senza sapere realmente perché facevano quel che
facevano.
Da questo freud arrivò a teorizzare l’esistenza di una vita psichica inconscia e introdusse l’ipotesi di un
conflitto tra forze contrastanti alla base delle patologie. Come?
Freud formula le seguenti affermazioni:
a. Esiste una vita psichica inconscia che influenza la vita cosciente
b. Possono sussistere affetti contrastanti in conflitto tra loro
c. Se chiediamo a un paziente in ipnosi di rinunciare alle manifestazioni sintomatiche questo risulta
essere un sacrificio di notevole entità
Da ciò, e studiando alcuni casi di isteria, freud ipotizza che possano esistere conflitti tra rappresentazioni
coscienti e rappresentazioni di contrasto che si oppongono alle prime e che nell’isteria le rappresentazioni
di contrasto vengono scisse e dissociate dalla coscienza ma spostano la loro manifestazione e influenza sul
piano somatico, in virtù della capacità di influenza che hanno i contenuti inconsci (affettivi).

L’ipotesi completa è dunque che l’isteria è data da un conflitto tra volontà contrastanti, dove una di queste
è rimossa e resa inconscia.
Arriverà a ipotizzare che proprio la volontà rimossa e le rappresentazioni che vi sono associate sono
insieme legate a ricordi traumatici allontanati dalla coscienza e che i deliri e le azioni insensate
dell’isterica, insieme ai suoi sintomi, sono manifestazioni di tali contenuti scissi.

VERSO UNA NUOVA TEORIA DEL FUNZIONAMENTO PSICHICO – IL METODO CATARTICO


Freud, abbiamo visto fu propenso ad adottare una tecnica terapeutica basata sula suggestione in stato di
veglia.
Fu questo che portò alla sua collaborazione con breuer utilizzando il metodo catartico per risolvere i
sintomi isterici.

Il caso di Anna O. e la formulazione della tecnica catartica


Breuer, nel perioido della collaborazione con freud lavorava al caso di Anna O., una giovane donna isterica.
Il suo quadro clinico era caratterizzato da disturbi psichici e somatici. In particolare la sua personalità era
scissa in due parti nettamente separate, una normale e lucida e una delirante.
Nel corso della terapia, b. nota che anna, durante i periodi di assenza e delirio ripercorre mentalmente i
ricordi dell’anno precedente. Basandosi su questo breuer la induce in ipnosi chiedendole di esprimere a
parole i pensieri, le fantasie ma soprattutto le emozioni che le occupano la mente durante le assenze.
È così che b. nota i primi miglioramenti e le prime remissioni dei sintomi.
Da questo inizia a farsi un’idea sia sul meccanismo isterico sia sulla modalità di terapia.
I sintomi sono causati da pensieri e affetti che la paziente aveva represso. Tali affetti venivano esclusi dalla
coscienza e generavano quindi una scissione, una seconda coscienza occupata da tali contenuti affettivi
rimossi che riemergevano negli stati di assenza.
Attraverso l’ipnosi e quindi la comunicazione di tali contenuti si cercava di ricondurre il rimosso nel dominio
della coscienza eliminando le manifestazioni somatiche e la scissione della coscienza.
In poche parole, attraverso il recupero dei ricordi e degli affetti rimossi questi venivano reintegrati nella
coscienza eliminando i sintomi, cioè si operava una catarsi, una pulizia della coscienza.

Quindi, l’ipnosi non è utilizzata come per Charcot per correggere i ricordi traumatici, ma per recuperare
quegli stessi e gli affetti connessi. Allo stesso tempo, breur vede nella predisposizione a stati dissociativi
l’eziologia della isteria, tale che traumi avvenuti in stato dissociato andassero a rinforzare una scissione
della coscienza.

Motivi dell’allontanamento tra freud e breuer


Attraverso l’ipnosi si arriva a alcune formulazioni che saranno poi motivo dell’allontanamento tra breuer e
freud.

Innanzitutto, vedendo che l’isteria conduceva al recupero di ricordi traumatici si arrivò a formulare l’ipotesi
che ogni caso di isteria è legato a un trauma che è stato rimosso dalla coscienza.
Successivamente si affermò che vi è sempre un nesso tra il trauma e il sintomo, nesso che può essere
anche simbolico. quindi quegli affetti rimossi associati a quei ricordi traumatici si esprimono in una maniera
o nell’altra anche attraverso deformazioni simboliche.
Da questa formulazione consegue che la natura del trauma è legata alla sensibilità del paziente così come il
sintomo non è tanto riconducibile alla biologia quanto alla psicologia e ai processi ideativi sottostanti.
Ora, questo trauma agisce come un corpo estraneo che persiste nonostante non sia accessibile alla
memoria. Ad esso sono legati affetti non espressi, non abreagiti, che come conseguenza hanno quella di
congelare affetti e ricordi legati al trauma non permettendo l’elaborazione associativa che ne causerebbe
l’eliminazione dalla memoria. Di conseguenza qualsiasi trauma funziona nella psiche come se fosse un
avvenimento presente.

Riassumendo: i sintomi sono legati a un trauma, questo trauma non è accessibile alla coscienza ed è legato
ad affetti vissuti ma non espressi che di conseguenza si mantengono legati ai ricordi che agiscono come se
fossero vivi e relativi al presente.
Tuttavia perché tali ricordi non sono accessibili alla coscienza? Qui le motivazioni di freud e breuer vengono
a divergere.
Per freud alla base di questa dimenticanza vi è una amnesia motivata o dinamica: cioè l’allontanamento
dalla coscienza di ricordi e affetti e il loro mantenimento da quest’ultima sono dovuti alla volontà del
paziente. La forza di tale rimozione è legata al dispiacere di tali contenuti. In sostanza vi è una resistenza
che proviene da una parte della mente non cosciente.
Per breuer invece la difficoltà è data dalla mancanza al fatto che tra i due stati della coscienza non vi è un
nesso associativo fertile.

8-DALLE INNOVAZIONI TECNICHE ALLA COSTRUZIONE DI UNA TEORIA GENERALE DELLE NEVROSI
Possiamo ripercorrere la nascita e l’evoluzione della tecnica psicoanalitica attraverso gli studi sull’isteria
pubblicati insieme a Breuer.

Nello studio del caso di Emmy von N. freud arriva a inferire la natura conflittuale del trauma, rinunciare
all’ipnosi e a mettere a punto quello che diventerà il metodo psicoanalitico e il suo meccanismo
terapeutico.

Emmy von N. è una paziente isterica con sintomi sia somatici che psichici.
Attraverso l’analisi dei racconti della paziente in ipnosi freud arriva a identificare il legame tra trauma e
sintomo. Innanzitutto vede che un ricordo è traumatico in quanto si verifica un blocco associativo,
quest’ultimo è dato dal conflitto tra un proponimento e una rappresentazione di contrasto che non
permettono lo sfogo dell’eccitazione emotiva, congelando quell’esperienza e impedendo il lavoro
associativo che produce l’oblio.
Dato questo legame freud indaga la storia personale dei pazienti, le loro narrazioni e vede che talvolta
queste comunicazioni avvengono senza bisogno dell’ipnosi. Arriva così a rinunciare all’ipnosi per due
motivi: alcuni pazienti sono resistenti al trattamento, l’effetto dell’ipnosi è limitato al consenso del
paziente.
A questo punto freud elabora una nuova tecnica che si compone di due elementi:
a. Ottenere la fiducia del paziente, così da arrivare a arrivare spontaneamente a quei ricordi esclusi
dalla coscienza e all’abreazione
b. Lasciare il paziente di parlare liberamente, senza esercitare direzione o censure.
Infine freud osserva che la scomparsa dei sintomi quindi non è dovuta alla suggestione, ma alla narrazione
completa degli eventi traumatici che sono causa dei sintomi, e alla scarica degli affetti ad essi legati.

Infine, osservando la totale astinenza sessuale della sua paziente, freud innanzitutto afferma che le
circostanze dell’esperienza traumatica determinano la sua valenza e arriverà a individuare nella mancata
liquidazione degli affetti legati alla vita sessuale e alla loro repressione la causa scatenante i sintomi
isterici.
Attraverso il caso di Miss Lucy R. freud analizza meglio il sintomo, il processo di rimozione e le
caratteristiche specifiche dell’isteria e indica la direzione terapeutica.
Questa giovane ragazza è affetta da un caso non grave di isteria, presenta solo alcuni sintomi, come il
persistere di un odore di bruciato, e freud tratta questo caso immediatamente senza ricorrere all’ipnosi.
Analizzando questo sintomo egli arriva a capire che l’odore di bruciato è legato a due ricordi che hanno
generato in lei sentimenti di conflitto tra affetti contrastanti tra loro (la volontà di leggere la lettera e la
rabbia verso le bambine alle quali però vuole bene e la rabbia verso il proprio padrone che però si scoprirà
amare). Dunque in questo caso freud ipotizza il sintomo come simbolo mnestico rappresentativo della
scena traumatica.
Perseguendo l’intendo di capire meglio la relazione tra tali conflitti di affetti e le due situazioni egli arriva a
scoprire che la ragazza si era innamorata del suo padrone e questo innamoramento rendeva
particolarmente saliente il conflitto emotivo che ella sentiva. Inoltre freud arriva a capire che proprio la
paziente aveva eliminato questo ricordo volontariamente proprio perché ritenuto inaccettabile.
Freud chiama così questo processo rimozione, cioè un processo volontario, difensivo, ma non del tutto
consapevole che coinvolge rappresentazioni incompatibili con l’Io; il rimosso non viene eliminato, ma
semplicemente isolato nell’incoscio insieme agli affetti ad esso legati che trovano espressione a livello
somatico attraverso un processo di conversione (che fa del sintomo l’espressione simbolica del contenuto
rimosso).
Freud riconosce in questi due processi la specificità dell’isteria: combinazione di rimozione e conversione.
Quindi, se questo meccanismo di difesa genera una scissione intenzionale nella coscienza, creando
contenuti rimossi che danno vita ai sintomi isterici, l’obiettivo della terapia è quello di riportare nella
coscienza dell’Io il gruppo psichico separato. Questo avviene ripercorrendo la storia dei sintomi dai più
recenti ai più antichi, ricostruendo così la loro stratificazione storica, riportando alla coscienza i contenuti
rimossi annullando la scissione della coscienza.

Il terzo caso è quello della signorina Katharina che freud incontra in una gita. Attraverso questo caso freud
illustra l’origine sessuale del trauma e il meccanismo a due tempi della scissione dell’io e quindi della
formazione dell’isteria.
Katharina soffre di isteria d’angoscia. Parlando ella arriva a far risalire la comparsa dei sintomi ad un evento
molto imbarazzante e disgustoso alla quale ella aveva assistito, un episodio di seduzione del padre con
un’amante. Tuttavia subito dopo ella inizia a raccontare serie di eventi avvenuti anni prima, che
riproponevano lo stesso contenuto sessuale di seduzione da parte del padre sia verso di lei che verso altre
donne.
È così che freud arriva a produrre alcune ipotesi
a. I traumi hanno una natura sessuale
b. La scissione dell’io avviene in due tempi: nell’età prepuberale si verificano eventi a contenuto
sessuale che vengono rimossi e che vengono riattivati in età puberale dal verificarsi di nuovi eventi
che si collegano associativamente ai primi. Questo processo attiva la rimozione verso i contenuti
originari e secondari dando vita ai sintomi.
c. Esiste una vita sessuale anche prima della pubertà, freud lo deduce dal fatto che la rimozione dei
contenuti sessuali in età prepuberale non sia differente da quella adulta e che quindi il bambino
abbia conoscenze in ambito sessuale già prima dell’adolescenza e che tali conoscenze generino
quei contenuti rimossi che poi verranno attivati in un secondo momento e che genereranno la
psicopatologia.

Con l’ultimo caso di isteria, quello di Elisabeth von R. Freud delinea ulteriori concetti fondamentali: la
resistenza, come difesa attiva dal riemergere dei ricordi, e di conseguenza l’importanza della relazione
paziente-terapeuta.
Questa donna rappresenta un caso di isteria caratterizzato da dolori molto intensi alle gambe che
impedivano la deambulazione. Freud indaga l’origine di questi sintomi arrivando ad individuarne la causa in
un conflitto tra affetti e rappresentazioni di dovere verso la propria famiglia (dove prima il padre, la sorella,
e poi la madre sono malati e accuditi dalla paziente stessa).
Tuttavia il lavoro terapeutico si svolge molto faticosamente, la paziente spesso suggerisce idee e sensazioni
in maniera sconnessa. Per freud alla base di tale fatica vi è un meccanismo attivo denominato resistenza,
cioè un meccanismo che si contrappone al riemergere delle rappresentazioni rimosse. La rimozione e la
resistenza sono espressione dello stesso processo, che prima allontana il ricordo dalla coscienza e poi lo
mantiene fuori di essa.
Successivamente, sempre secondo l’ipotesi della natura sessuale del trauma, freud cerca un nesso che
possa stabilire un legame reale tra il sintomo e gli affetti rimossi.
Questo nesso sembra essere l’innamoramento della paziente per il marito di sua sorella (morta dopo il
parto). Dunque l’isteria della paziente si è formata dalla rimozione dei desideri erotici verso il cognato che
entravano in conflitto con rappresentazioni di dovere verso la famiglia, i sintomi sono una conversione degli
affetti penosi in dolori somatici che sono espressione simbolica di rappresentazioni come “non posso più
andare avanti”.

Così freud approfondisce l’importanza del rapporto medico-paziente, rapporto che è essenziale al fine di
riportare alla luce i ricordi traumatici. Infatti se l’obiettivo ultimo della terapia è quella di reintegrare
rappresentazioni rimosse nella coscienza, per fare questo è necessario aggirare le resistenze del paziente
facendo leva sulla fiducia che questo ripone nel medico.
Nel lavoro terapeutico, le resistenze non sono solo un ostacolo, ma indicano la presenza di affetti penosi
che vengono respinti dall’Io del paziente.

Riassumendo, Freud attraverso gli scritti sull’isteria arriva a chiarire i seguenti punti:
1. Meccanismo di formazione dei sintomi: gli affetti legati alle rappresentazioni conflittuali rimosse
vengono tradotti simbolicamente attraverso i sintomi psichici
2. Il significato delle resistenze: sono espressione di processi attivi che primariamente hanno causato
la rimozione e che servono a mantenere le rappresentazioni penose lontane dalla coscienza
3. La causa della malattia: un trauma affettivo
4. La natura del trauma e la sua natura di catena multipla: il trauma ha una natura sessuale e
procede in due tempi, dove un primo trauma in età infantile rimane silente e viene riattivato da un
secondo trauma associativamente connesso al primo e che genera la rimozione di entrambi e
l’insorgere dei sintomi
5. L’importanza della relazione medico-paziente: la terapia, per poter superare le resistenze deve
guadagnarsi la fiducia del paziente, la sua collaborazione; di fatto l’ipnosi è inutile poiché è limitata
alla collaborazione del paziente stesso ma non può agire su di essa.

9 – IL METODO ANALITICO DI PSICOTERAPIA


Siamo intorno alla fine dell’ottocento e freud si dissocia sempre più dalle posizioni di bleuler circa l’origine
dell’isteria.
Infatti per freud continua ad essere il prodotto di una scissione volontaria della coscienza con intenti
difensivi rispetto a contenuti di natura sessuale che provengono dall’infanzia.
Inoltre dallo studio dell’isteria freud arriverà a fondare una teoria generale delle nevrosi e del
funzionamento psichico. Egli affermerà la parentela tra diverse forme di nevrosi (isteria, fobia e
l’ossessione), i due tempi del processo di patogenesi, la natura sessuale e infantile del trauma e lo scopo
della terapia.

Innanzitutto freud riconduce l’isteria, le fobie e le ossessioni alla stessa categoria di psiconevrosi sulla base
del processo basilare di rimozione di contenuti inaccettabili, ma ne giustifica la differenza in base ai processi
di gestione degli affetti rimanenti, cioè:
(segue)
Psiconevrosi = rimozione:
1. + conversione = isteria
In questo caso gli affetti che rimangono dalla rimozione delle rappresentazioni
traumatiche vengono convertiti in sintomi somatici
2. + spostamento o creazione di falsi nessi = fobie/ossessioni
In questo caso gli affetti che rimangono dalla rimozione di rappresentazioni
traumatiche vengono spostati da quella rappresentazione su nuove rappresentazioni.
3. + proiezione = paranoia
In questo caso gli affetti, le intensioni e i desideri esperiti dal soggetto vengono rimosse
e attribuite all’oggetto originario di tali affetti

Per quanto riguarda la natura dei traumi, freud ritiene a partire dai contenuti narrati dai pazienti, che i
traumi siano sempre collegati alla sfera della sessualità.

Siccome però spesso i pazienti narravano di avvenimenti dell’infanzia freud finisce per affermare:
a. Le rappresentazioni infantili traumatiche sono di natura sessuale
b. Avvenimenti nella vita presente risvegliano gli affetti delle rappresentazioni infantili rimosse
c. Il nesso tra i due eventi genera una rimozione su entrambi gli eventi
d. Quindi il sintomo nevrotico deriva da un traumi sessuali infantili che vengono riattivati provocando
la rimozione e impedendo agli affetti ad essi legati di essere abreagiti

Per questo freud formula la sovradeterminazione del sintomo da parte di un insieme di traumi.
Tuttavia se all’inizio pensa che questi traumi siano esperienze reali, successivamente si concentrerà sulla
loro natura fantastica.
Quindi il sintomo è legato a fantasie di desideri sessuali infantili.
Si riconduce così l’eziologia delle nevrosi alla sessualità e alla vita psichica dei pazienti.
Va da sé che la terapia abbia come scopo la riattivazione del lavoro elaborazione cosciente degli affetti e
delle rappresentazioni rimosse.

10-LA SCOPERTA DELLA REALTA’ PSICHICA


Grazie agli studi sull’isteria freud era arrivato ad alcune definizioni importanti che elaborerà nel quadro
generale della “metapsicologia”: la struttura e il funzionamento della psiche, i meccanismi di difesa,
l’origine della psicopatologia.

Innanzitutto freud costruisce una visione dinamica della mente osservabile da tre punti di vista:
a. Visione topica: la psiche non è unitaria ma divisa in strutture o gruppi di intenzioni e
rappresentazioni in interazione dinamica tra loro
b. Visione dinamica: il funzionamento psichico e la coscienza sono determinati da giochi di forze tra le
strutture psichiche che agiscono sinergicamente o antagonisticamente
c. Visione economica: i livelli di intensità delle forze tra le varie strutture variano e sono questi livelli
di forse a determinare l’emergere o meno di contenuti o il verificarsi di un comportamento
Se il sintomo è il frutto di giochi di forze tra contenuti rimossi cercano di emergere e difese che vi si
oppongono, freud descrive diverse difese:
a. Rimozione: meccanismo di difesa che mira a allontanare dalla coscienza rappresentazioni e affetti
inaccettabili e a mantenerli inconsci
b. Conversione: meccanismo di difesa per cui gli affetti legati ad una rappresentazione inconscia
vengono espressi in maniera deformata attraverso stati fisiologici e somatici
c. Spostamento: gli affetti legati ai contenuti rimossi vengono spostati su rappresentazioni
associativamente connesse a tali contenuti ma semanticamente lontani
d. Proiezione: intenzioni, pensieri, affetti inaccettabili vengono attribuiti ad un oggetto esterno,
bersaglio originario di tali rapresentazioni.
e. Distacco dalla realtà, disinvestimento della realtà, cioè ritiro dell’investimento da porzioni di realtà
che provocano dolore (tipico delle psicosi difensive)

Come poi abbiamo già detto freud elabora una concezione genetica della psicopatologia: la malattia
presente può spiegarsi attraverso le vicissitudini del passato. Tuttavia inizialmente freud elabora la teoria
della seduzione sessuale infantile, per cui la psicopatologia era causata da eventi di abuso sessuale
infantile. Il processo era il seguente:
1. L’evento sessuale infantile viene rimosso ma non genera conseguenze poichè non traumatico, dato
che il bambino non sa ancora che significato assegnare a tali eventi
2. La maturazione sessuale rende a posteriori traumatica l’esperienza infantile attivando la rimozione
3. Un evento durante la prima adolescenza o nell’età adulta richiama l’evento infantile
precedentemente rimosso
4. Il conflitto tra il ritorno alla coscienza di tale trauma e le difese che a esso si oppongono
determinano la produzione dei sintomi, da intendersi come formazioni di compromesso tra le due
intenzioni contrastanti
In questa visione la memoria è pensata come continuamente soggetta a processi di ricostruzione. Inoltre
l’esperienza presente viene formulata e vissuta in virtù delle esperienze passate.

Tuttavia successivamente freud ritiene impossibile che ogni isteria sia causata da abusi infantili reali
generalmente attribuiti ai genitori. Passa così a ritenere che siano piuttosto fantasie di desiderio infantile a
generare un trauma.

Questa è una svolta fondamentale perché lascia un interrogativo importante: se non è l’esperienza reale ad
essere traumatica quale è la vera eziologia della patologia? Perché sono presenti queste fantasie?

Infine freud, sulla spinta della necessità di ricondurre ogni fenomeno psicologico alla fisiologia, e quindi alla
chimica e poi alla fisica, freud elabora teoricamente un metamodello che concepisca elementi assimilabili a
entità biologiche, chimiche e fisiche.
Infatti pensa alle intenzioni come se fossero mosse da energie, poiché ogni movimento è generato da
energie. Tali energie scorrono lungo canali che sono le strutture psichiche.

11-L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI E IL PRIMO MODELLO DELL’APPARATO PSICHICO


Spesso, durante la terapia capitava a freud che i pazienti parlassero sia dei propri eventi di vita, sia dei
propri sogni. Questo inizia a portare la sua attenzione sull’analisi dei sogni che egli arriverà a considerare
come un sintomo fisiologico, cioè un atto psichico caratterizzato da un senso che viene espresso in maniera
deformata e che rimanda ai contenuti dell’inconscio rimosso.
E delinea così gli elementi di un sogno:
a. Testo manifesto, cioè ciò che del sogno si ricorda, si narra e si osserva che trae origine dalla
b. Pensieri onirici latenti, dei contenuti inconsci o preconsci di cui il testo manifesto si fa
rappresentazione. In particolare abbiamo:
1. Residui diurni, cioè la fonte del sogno: pensieri e emozioni preconsci generatisi il giorno del
sogno
2. Contenuti sessuali infantili, questi si legano associativamente ai residui diurni
Il processo che va dal testo manifesto al contenuto latente è quello associativo, mentre dai pensieri onirici a
quello manifesto è il lavoro onirico.

Per questo freud mette a punto il metodo per l’interpretazione dei sogni e dei sintomi, cioè il metodo delle
libere associazioni
Il metodo per l’interpretazione dei sogni
Freud afferma che sintomi e sogni possono essere analizzati per mezzo delle libere associazioni così come i
sintomi.
Questo metodo consiste nel parlare di qualsiasi cosa non esercitando un controllo cosciente sui contenuti,
permettendo l’emergere dell’intenzionalità inconscia e dei suoi contenuti.
Di fatto se il sintomo e il sogno sono espressione di conflitti tra la parte cosciente e quella inconscia
rimossa, bisogna che questa parte si esprima per poter far emergere quei contenuti patogeni che ne sono
la fonte.
Al contempo l’ascolto deve essere caratterizzato da una attenzione fluttuante o uniformemente sospesa,
cioè non guidata dal giudizio cosciente, di modo che venga a costruirsi un dialogo tra gli inconsci fino al
momento della restituzione da parte dell’analista del senso compreso di quanto è stato comunicato – cioè
l’interpretazione.

Rispetto all’ipnosi questo consente di superare le difese del paziente conquistandone la fiducia, e di poter
analizzare le resistenze quando queste si presentano.

Allora l’azione del terapeuta, oltre all’ascolto, consiste di:


1. Individuare le resistenze e esortare il paziente a superare
2. Interpretare le comunicazioni del paziente e
3. Ricostruire la storia del paziente colmando le lacune

Fonte e funzione del sogno, i livelli di comprensione del sogno


Il sogno è una manifestazione a metà tra il sintomo patologico e la normalità. Esso si fa portatore di un
senso relativo a quei contenuti rimossi che premono per riemergere. Tuttavia il lavoro onirico è
caratterizzato da processi di distorsione, questo consente di affermare che i sogni per essere compresi
vanno interpretati. Esistono allora due livelli di senso e due relative funzioni:
1. Residui diurni  guardiano del sogno
A questo livello il sogno è espressione deformata di quei contenuti (pensieri e affetti) generatisi
durante il giorno del sogno ma che non hanno raggiunto la coscienza e che se lo facessero
perturberebbero il sonno. Dunque a questo livello il sogno è il guardiano del sonno.
Tuttavia questi contenuti non bastano, per energia, a generare il sogno. C’è bisogno di altro.
2. Desideri sessuali infantili  appagamento di desideri
Se il sogno è un atto, questo ha bisogno di energia. L’energia è data proprio dai contenuti sessuali
infantili i cui affetti si spostano sui residui diurni, ad essi legati associativamente, che vengono poi
espressi nel testo manifesto in maniera deformata. Da questo punto di vista allora il sognare è
un’espressione e un appagamento di quei desideri sessuali infantili che sono stati rimossi
Per comprendere il senso del sogno è necessario comprendere i processi di deformazione.

Il lavoro onirico
Il lavoro onirico consiste di un processo di deformazione dei contenuti che verranno poi espressi nel testo
manifesto del sogno. I fattori che determinano tale processo sono:
1. Condensazione: un elemento del testo manifesto rimanda a più pensieri onirici latenti, più elementi
del testo manifesto possono derivare da uno stesso pensiero onirico latente.
2. Spostamento: gli elementi più rilevanti dei pensieri onirici latenti sono rappresentati nel testo
manifesto per mezzo di loro sostituti legati associativamente ad essi ma più periferici e meno
rilevanti
3. Simbolizzazione: alcuni contenuti come la morte la vita la nascita e la sesualità trovano espressione
in rappresentazioni simboliche a volte costanti e magari provenienti dal linguaggio, dal folklore ec…
4. Raffigurabilità: il linguaggio onirico è un linguaggio principalmente di immagini. Questo comporta
che vi sia una selezione dei contenuti rappresentati in base alla loro raffigurabilità e che gli
elementi logici di connessione vengano espressi attraverso qualità formali del testo del sogno
5. Rielaborazione secondaria: processo non tanto onirico quanto cosciente che consiste nel
rielaborare il testo onirico manifesto in maniera da costituire una narrazione coerente

La deformazione onirica
Freud si chiede perché questi gli elementi del sogno debbano essere deformati. Egli individua tre motivi:
1. Durante il sonno la mente torna ad una modalità di funzionamento primitiva, dunque il suo modo
di processare le informazioni è primitivo
2. I contenuti del sogno provengono dall’infanzia, dunque risentono di quelle modalità di pensiero
infantili
3. La parte adulta e razionale impone una censura a tali contenuti, dunque affinché il sogno non
venga perturbato da contenuti inaccettabili questi vengono deformati sotto la pressione della
censura dell’io.
Dunque il sogno si definisce come l’appagamento di desideri infantili rimossi servendosi dei residui diurni
ma tenendo conto della censura.

Tuttavia ci sono alcuni sogni particolari:


- Sogni d’angoscia: avvengono quando il testo del sogno è troppo esplicito rispetto ai contenuti
latenti per cui l’io si sente minacciato e reagisce con angoscia
- Sogni di punizione: sono l’appagamento di desideri di della coscienza morale
- Sogni traumatici: sono sogni particolari che non provocano appagamento né hanno scopo punitivo,
bensì sono sogni nei quali un contenuto traumatico si ripete in maniera coercitiva al fine di cercare
di elaborare il trauma.

Implicazioni dell’interpretazione dei sogni: le fantasie


Avendo già stabilito un parallelo tra sogno e sintomo freud torna a pensare sul fenomeno delle fantasie
coscienti e inconsce.
Inizialmente f riteneva che le fantasie fossero deformazioni di ricordi di eventi reali. Tuttavia grazie
all’introduzione dei processi di deformazione e di difesa osservati nei sogni freud può tornare sulla fantasia
proponendo che anche questa è una forma di appagamento di desideri infantili rimossi deformati dalle
difese. Il processo fantastico si svolge nel seguente modo:
a. Frustrazione nel presente che causa una
b. Introversione e regressione dell’energia psichica dall’esterno a tracce mnestiche passate che
rappresentano l’appagamento passato dei desideri frustrati nel presente. Queste tracce diventano
modello per
c. Rimodellamento delle rappresentazioni presenti in base al modello fornito dalle rappresentazioni
passate
d. Proiezione nel futuro
Tra le fantasie più comuni abbiamo:
1. Fantasie di desideri erotici
2. Fantasie di auto-affermazione
3. Fantasie autobiografiche, consistono nel mistificare la propria storia familiare.
4. Fantasie primarie

Primo modello dell’apparato psichico


Freud elabora attraverso l’interpretazione dei sogni la prima teoria della psiche: la teoria topica o anche
teoria dell’arco riflesso.
Inizialmente la psiche ha una struttura semplice caratterizzata da:
a. Estremità sensoriale, che riceve gli stimoli che incrementano l’energia presente nell’apparato
b. Estremità motoria, deputata alla scarica degli stimoli
Il funzionamento della psiche è regolato dal principio di costanza (dei livelli di energia) o principio di
piacere, cioè l’incremento di energia è associato a dispiacere, quindi l’organismo reagisce sfogando
l’energia e ristabilendo lo status quo, processo fonte di piacere.
Nel corso del tempo, tra le due estremità, vengono a svilupparsi tre istanze: inconscio, preconscio e
coscienza, ognuno con diverse funzioni e con diverse modalità di funzionamento che permettono di
modulare la percezione e l’azione in funzione delle richieste del mondo esterno.
Sarà il principio di realtà, modificazione di quello di piacere, a regolare il funzionamento psichico,
relativamente a ciò che è utile, e non ciò che è direttamente piacevole.
La struttura è la seguente:
a. Sistema C, o coscienza:
contiene le percezioni, i pensieri e gli affetti provenienti dall’esterno o dall’interno su cui
momentaneamente si posa la nostra attenzione.
Questo sistema contiene energie mobili che si spostano di rappresentazione in rappresentazione
(l’attenzione).
Il suo funzionamento e quello del prec sono regolati dal processo secondario e dal principio di
realtà.
1. Prima censura: l’attenzione. I contenuti presenti nel prec devono superare questa barriera per
diventare coscienti. Tale barriera è lo sforzo attentivo.
b. Sistema Prec, preconscio  funzione mnestica
Contiene gli elementi non coscienti ma che possono essere recuperati attraverso uno sforzo
attentivo.
Le rappresentazioni qui presenti sono rappresentazioni di cosa e di parola.
Energie regolate dal processo secondario, cioè investono in maniera vincolata rappresentazioni
collegate da nessi logici. Se così non fosse il sistema preconscio non potrebbe svolgere la funzione
inibitoria rispetto a quello inc e non potrebbe assolvere al principio di realtà.
2. Seconda censura: la rimozione. La rimozione insieme alle difese provengono dal sistema prec
che inibisce il sistema inc.
c. Sistema Inc
Contiene rappresentazioni di cosa non accessibili neanche con uno sforzo attentivo, tali contenuti
sono i desideri infantili, e tutto ciò che ad essi si associa.
Le energie sono regolate dal processo primario, per cui l’energia è libera di muoversi tra le diverse
rappresentazioni.
Il funzionamento è primitivo e risponde al principio di piacere.

Sulla base di questa teoria possiamo rileggere i sogni e i sintomi come l’esito di un conflitto tra sistema inc e
meccanismi difensivi del prec, tra principio di piacere e quello di realtà, tra processo primario e secondario.
Possiamo anche descrivere il processo di regressione dei sogni sotto tre aspetti:
a. Regressione topica, i pensieri onirici latenti si connettono alle rappresentazioni di cosa dell’inc e
vengono rielaborati prima dal processo primario e poi dal processo secondario per essere espressi
nel testo manifesto
b. Regressione formale, riguarda la forma di espressione, cioè gli elementi latenti verbali vengono
rielaborati dal processo primario sotto forma di immagini
c. Regressione temporale, da una modalità di funzionamento superiore si torna al funzionamento
tipico della vita infantile

12 – LA PSICOPATOLOGIA DELLA VITA QUOTIDIANA


Sostanzialmente freud partendo dalla convinzione che tra fenomeni patologici e normalità non vi sia un
differenza qualitativa, ma che si collochino su un continuum quantitativo arriva ad analizzare fenomeni
della vita quotidiana dal punto di vista della psicoanalisi.
Tali fenomeni sono: dimenticanze, falsi ricordi, lapsus linguae, di lettura e di scrittura, sbadataggini, gli
errori, le azioni sintomatiche e casuali e le superstizioni.
Questi fenomeni verrebbero a manifestarsi come i sintomi, cioè perturbazioni del funzionamento
intenzionale e cosciente della psiche operate da motivazioni rimosse o comunque inconsce.
Il processo che spiega questi fenomeni è il seguente:
a. Vi è un elemento A rimosso volontariamente risvegliato da un
b. Elemento B che vi si collega associativamente
c. Tale elemento B viene rimosso per evitare di riportare alla coscienza l’elemento A
Nel caso dei ricordi d’infanzia o dei lapsus l’elemento B viene sostituito da un terzo elemento, un ricordo di
copertura. Questi sono formazioni di compromesso tra ricordi rimossi e la tendenza della mente a
mantenerli rimossi.

14 – LO SVILUPPO PSICOSESSUALE, DALL’INFANZIA ALL’ETA’ ADULTA


Freud, in una prospettiva evolutiva si concentra sulla sessualità che egli afferma essere presente fin
dall’infanzia, e il cui sviluppo determina l’organizzazione psichica e la personalità dell’individuo e consente
di spiegare le varie forme di psicopatologia.
Freud ipotizza la sessualità infantile dalle seguenti osservazioni:
a. I ricordi di abusi sessuali durante l’infanzia sono fantasie
b. Le fantasia sono appagamenti di desideri
c. Quindi i bambini nutrono desideri sessuali
La sessualità è concettualizzata avente le seguenti componenti:
1. Libido: è l’energia coinvolta negli
2. Fonti: impulsi con origine localizzata su specifiche parti del corpo
3. Spinta: che spingono l’individuo a compiere
4. Mete: azioni specifiche che hanno l’obiettivo di ridurre la tensione generata dalle fonti e che
coinvolgono
5. Oggetti: specifiche parti del corpo o altre persone
La sessualità infantile è:
a. Perversa: cioè i desideri si concentrano su alcune zone specifiche del corpo e sui familiari, di
qualsiasi sessualità, di fatto la sessualità non è finalizzata alla procreazione
b. Disorganizzata: cioè i moti sessuali sono reciprocamente indipendenti, coinvolgono parti del corpo
diverse, e appunto non c’è una coordinazione nella direzione di un rapporto sessuale
c. Non genitale: cioè le fonti pulsionali non sono quelle genitali. In ordine le fonti sono: la bocca, l’ano
i genitali.
Dunque anche la perversione viene fatta risalire alla normalità infantile.
Secondo freud lo sviluppo sessuale è
a. stadiale e preordinato, ci sono fasi prestabilite che si caratterizzano per la fonte pulsionale. Tuttavia
non vi è un superamento completo delle fasi, ma una perdita di importanza e una coesistenza.
b. secondo diverse prospettive è un passaggio da:
1. oggetto: autoerotismo  amore oggettuale
2. livello di organizzazione: non-coordinazione  coordinazione
3. affettivo: si arriva alla integrazione di sentimenti di amore e di odio con il prevalere del primo.
4. Fonte: passaggio dalla zona orale, all’anale alla genitale.
c. È possibile che vi siano punti di fissazione della libido, cioè punti dello sviluppo non pienamente
superati (per un eccessivo o per insufficiente appagamento) ai quali si regredisce nel caso di una
frustrazione. Dalla fase dipende la forma dei sintomi.
Lo sviluppo sessuale è influenzato da alcuni fattori:
a. Prima serie complementare: fattori congeniti e ambientali che hanno un’importanza inversamente
proporzionale nel generare fissazione
b. Seconda serie complementare: fissazione e regressione sono fenomeni che si conseguono
In base alla fonte abbiamo le seguenti fasi di sviluppo: fase orale, anale e fallica, latenza e genitale.

Autoerotismo e fase orale 0-1 anno


Karlk Abrahm suddivide questo periodo in due fasi:
a. Autoerotica, di suzione pre-ambivalente: in questa fase la libido investe tutto il corpo e l’oggetto
seno con il quale si identifica
b. Sadico-orale e narcisistica: in questa fase le frustrazioni derivanti dal seno generano ambivalenza, il
bambino oltre a succhiare morde il seno. Tematica di inglobare e distruggere/annullare.

Fonte: tutto il corpo/bocca


Meta: suzione, mordere  divorare, inglobare annullare l’alterità
Oggetto: inizialmente sé stessi, poi il seno materno, con esso vi è una identificazione primaria
Tematica: piacere/dispiacere  io tutto piacere. Il bambino ha la tendenza ad introiettare tutto ciò che è
fonte di piacere e a identificarsi con esso, e a espellere tutto ciò che provoca dispiacere. Queste funzioni
fisiche diventeranno gli atti psichici di introiezione e proiezione
Angoscia: questo è il sentimento spiacevole principale. Perdita dell’oggetto, morire di fame, essere
avvelenati. Questo genera sentimenti di ambivalenza, al quale si riconnette la tematica del
mangiare/annullare l’oggetto amato.
Psicopatologia: una fissazione a questa fase produce patologie legate all’oralità: schizofrenia (perché si
ritorna ad un iperinvestimento di sé), disturbi alimentari, tossicomanie, isteria, deliri di avvelenamento,
melanconia (depressione come ritorsione di sentimenti ambivalenti verso di sé) e narcisismo.

La fase sadico-anale e l’erotismo uretrale 2 anni


Sottofasi:
a. Sadico-anale: caratterizzata dall’attività erotica di espulsione delle feci e attività distruttive,
emergono i primi sensi di colpa, origine paranoia
b. Anale ritensiva: massimo piacere dal controllo dell’ambiente e dalla ritenzione delle feci, ne viene il
disgusto, origine nevrosi ossessiva (doc)

Fonte erogena: ano, il bambino è nella fase di acquisizione del controllo muscolare dello sfintere
Meta:
a. Espulsione delle feci, il bambino trae piacere dall’esercizio della funzione fecale. Questo si connette
al tema del potere narcisistico e al piacere sadico della distruzione
b. Ritenzione delle feci, il bambino rinuncia al potere narcisistico per amore del caregiver e trae
piacere dal controllare o ritenere le feci
Oggetto: feci. Il bambino vive le feci come parte di sé. Il dono, è manifestazione sublimata del dare qualcosa
di sé, le feci, come pure altri sostituti sono il denaro.
Tematica: attività vs passività e quindi il potere narcisistico. Il bambino che acquisisce il controllo del
proprio sfintere trae piacere da esercitare questo controllo in funzione della propria autodeterminazione,
prima con l’espulsione e poi, sotto pressione delle richieste materne, nella ritenzione. All’attività di
espulsione si associa poi il piacere per la sporcizia, il giocare con le proprie feci, il disordine e la distruzione.
A quella di ritenzione invece si associa, per formazione reattiva, il piacere per l’ordine, per la pulizia, per il
controllo.
Personalità:
a. Testardaggine, cioè la prosecuzione della volontà di autodeterminarsi opponendosi alle pretese
dell’autorità genitoriale
b. Ordine e pulizia, esito di formazioni reattive rispetto all’amore per lo sporco, il disordine e le feci
c. Parsimonia, sublimazione della tendenza a ritenere le feci.
Psicopatologia:
a. Paranoia, fissazione alla fase dell’espulsione.
b. Nevrosi ossessiva, la reazione alle richieste del genitore di abbandonare i propri desideri di sporcizia
e disordine possono generare l’ossessione per l’ordine e la pulizia proprio in risposta a quegli
impulsi primordiali di caos.

Fase fallica 3-6 anni


Freud chiama questa fase fallica, poiché la vagina ritiene non avere un ruolo in questa fase e che la
sessualità in questo momento sia principalmente maschile, attiva e aggressiva.
Fonte: il pene o la clitoride
Meta: masturbazione, stimolazione del pene o clitoride ma non in modalità autoerotica, bensì oggettuale.
Ne derivano fantasie di penetrazione, esercizio di violenza, dare o ricevere un bambino da uno o entrmabi i
genitori
Oggetto: fantasie circa i propri genitori. L’oggetto è un oggetto totale, integrato di aspetti negativi e
positivi, ma è escluso il genitale femminile
Tematica: evirazione vs presenza del pene. Il bambino se prima ricercava il piacere, poi l’attività, ora ricerca
il piacere dell’attività nell’esercizio del proprio fallo.
Angoscia: castrazione

Complesso edipico

Fase di latenza 6-11 anni


Dunque il bambino passa la fase edipica caratterizzata da conflitti con i propri genitori, pulsioni sessuali
frustrate, angoscia di castrazione che infine portano alla rimozione e al tramonto del complesso di edipo.
A seguire vi sarà una fase di latenza, cioè un periodo in cui le tematiche sessuali infantili vengono sospese
prima del loro riemergere nell’adolescenza e sostituite da sentimenti sociali, etici, estetici ecc…
Infatti le tematiche sessuali infantili vengono rimosse e al loro posto subentrano i tratti caratteriali che
risultano dal compromesso tra quei desideri infantili e le difese erette verso di essi, tra le quali
a. Formazione reattiva che è responsabile dei sentimenti estetici ed etici rispetto alle pulsioni anali e
sadiche infantili.
b. Sublimazione che consiste nell’investimento dell’energia libidica in attività socialmente accettabili,
cioè invece di ritenere le feci, accumulare denaro
c. Inibizione alla meta cioè un processo per cui le pulsioni sessuali vengono soddisfatte modificando
l’azione originaria, cioè invece di trarre piacere nell’osservare il rapporto sessuale altrui studio la
sessualità in genere
Inoltre freud individua in questo periodo il terreno fertile per la psicopatologia e specifica i fattori
patogenetici della nevrosi:
1. Inizio a due tempi della sessualità, cioè prima il periodo infantile e successivamente quello
adolescenziale
2. Prolungata impotenza dell’infanzia, per cui si è dipendenti dagli adulti
3. Tardiva e imperfetta differenziazione tra inconscio e coscienza

Pubertà e adolescenza
Questa fase ha la sua valenza in quanto il fisiologico aumento delle spinte sessuali riattiva le tematiche
edipiche e rimette in discussione gli equilibri difensivi raggiunti.
Infatti l’individuo è chiamato a:
1. Far fronte all’impulso masturbatorio e al conflitto tra difese e desideri sessuali che sono ancora
legati alle figure genitoriali
2. Riformulare i legami con i genitori, investiti di libido inibita alla meta e desesssualizzata durante la
fase di latenza, ora questi rapporti richiamano in maniera più critica quei sentimenti di amore-odio
3. Riunire la libido non inibita nella meta (che investe ancora le rappresentazioni edipiche inconsce) e
la libido inibita alla meta (che investe i rapporti con i genitori) per poter creare legami di amore e
attrazione sessuale verso oggetti esterni alla famiglia, cioè integrare sentimenti non sessuali con
quelli sessuali senza attivare difese verso questi ultimi
4. Superare l’ambivalenza e relazionarsi a oggetti interi, cioè avere una rappresentazione di oggetti
che includa i sentimenti di amore ed odio e che siano interni, complessi.
5. Porre il principio di realtà al posto del principio di piacere

15 - I CASI CLINICI

Il caso clinico di Dora


Attraverso il caso clinico di Dora, o Ida Bauer, freud illustra quello che è il ruolo del complesso edipico nelle
vicende isteriche, ribadisce il concetto di sintomo e identifica il fenomeno del transfert.

Innanzitutto Dora è stata una paziente tenuta in cura solo per tre mesi con una diagnosi di isteria ma che ad
oggi definiremmo di personalità borderline.

I suoi sintomi vengono fatti risalire a due episodi di seduzione operati dal Signor K di cui però era
segretamente innamorata. Tuttavia K è il marito della signora K, amica di Dora e amante del padre di dora.
Questi e altri attori risvegliano in dora le tematiche edipiche positive ma anche negative.
Infatti vengono a configurarsi diverse configurazioni triangolari.
In sostanza l’esperienza di seduzione del sig. K e i conflitti che ne sono derivati con la sig.ra K e con il
proprio padre sono dovuti al fatto che tale seduzione ha riattivato le tematiche edipiche di amore e i
conseguenti tabù dell’incesto insieme ai sentimenti di odio verso i rivali amorosi.
Infatti prima K era un sostituto paterno e successivamente dora regredisce al triangolo edipico positivo
dove però anche lì si accende il conflitto legato al fatto che il padre ama la signora K come in passato aveva
amato la madre di dora. E ancora, dora vive l’esperienza del tradimento della sig.ra K come
precedentemente fece sua madre.

Questo porta freud a parlare di transfert cioè: riedizioni di impulsi e fantasie verso una persona del
presente dove questa è un sostituto della persona a cui originariamente tali affetti erano rivolti. Possiamo
avere due tipi di transfert:
a. Ristampe: traslazioni il cui contenuto non varia di nulla rispetto al modello passato se non per il
soggetto a cui si rivolgono.
b. Rifacimenti: traslazioni sublimate i cui contenuti vengono mitigati e possono divenire coscienti
appoggiandosi ad una qualche particolarità reale
Il transfert si pone ad ostacolo del trattamento in quanto difesa, tuttavia può essere utilizzato dal terapeuta
come sintomo e quindi deve essere interpretato per neutralizzarne gli effetti così da ricostruire il passato
rimosso sulla base di questi indizi.
Il termine dell’analisi di dora secondo freud è dato proprio dalla sua incapacità di gestire il transfert
negativo della paziente, cioè come si era allontanata dal padre per vendetta, dopo essersi sentita tradita e
non protetta da lui rispetto al signor K freud viene tradito ed abbandonato.

Infine freud interpreta i sintomi della paziente e chiarisce alcuni aspetti:


a. Tornaconto primario: le formazioni patogene sono conseguenza della fuga da un conflitto psichico
che non si riesce a gestire, dunque il sintomo permette di non affrontare il conflitto
b. Tornaconto secondario: la capacità dell’io di utilizzare un sintomo per ottenere dei vantaggi
concreti.
Questi concetti poi rimandano a quella che è la “compiacenza somatica”, cioè il nucleo di alterazione
organica che nell’isteria viene utilizzato dai processi di significazione psichica così da acquisire un certo
significato.
Inoltre i sintomi sono sovradeterminati, cioè risultanti da più fattori causali.

Dunque, concettualmente il sintomo è:


a. Simbolo mnestico di certe impressioni ed esperienze traumatiche a cui si sostituisce
b. Espressione di fantasie inconsce sessuali e mezzo del loro appagamento che nell’infanzia era una
modalità di soddisfacimento reale.
c. Compromesso tra affetti o pulsioni opposti, da una parte vi è la spinta all’espressione della pulsione
dall’altro la forza di repressione
Possiamo infatti vedere come il sintomo della tosse nervosa di Dora sia espressione di fantasie di
soddisfacimento sessuale orale verso il padre, mentre la pressione al petto derivi da uno spostamento
verso l’alto della sensazione di pressione operata dai genitali del sig. k sui genitali di Dora.

Da questo punto di vista un sintomo sorge nelle seguenti condizioni:


1. Verificarsi di eventi associativamente connessi al complesso edipico
2. Accrescimento organico dei desideri sessuali frustrati in assenza di appagamenti adeguati
3. Tornaconto primario e secondario del sintomo

Il caso del piccolo Hans: nevrosi d’agoscia


Attraverso questo caso freud illustra quelle che sono gli elementi principali del complesso edipico oltre alla
sintomatologia e all’intervento nei casi di fobie.

Il piccolo hans inizia la propria terapia all’età di circa 5 anni con il padre sotto supervisione a distanza da
parte di freud (il quale vedrà il bambino solo 3 volte).
Il piccolo si trova nella fase fallica ed ad affrontare le vicissitudini del complesso edipico. Dunque si trova
coinvolto in sentimenti ambivalenti sia verso il padre sia verso la madre (che è in cinta di un bambino).
Proprio in questo periodo sviluppa una fobia per i cavalli, per le carrozze e i trasporti di carichi pesanti.
Ora vediamo alcuni elementi di connessione:
a. Cavallo-padre: il bambino sposta i propri sentimenti ambivalenti dal padre al cavallo. In particolare
due aspetti che riguardano il cavallo sono:
1. La paura che il cavallo cada: i sensi di colpa per l’odio provato verso il padre vengono spostati
verso il cavallo e si manifestano nella paura che il cavallo cada e si faccia male
2. La paura che il cavallo lo morda: i sentimenti di odio vengono spostati sul cavallo, proiettati su
di lui e invertiti da attivo in passivo, per cui il proprio odio diventa la minaccia del cavallo di
morderlo. Inoltre questo si associa all’ansia di castrazione che il bambino teme possa essere
praticata dal padre come punizione per le attività masturbatorie e il proprio amore materno.
b. Carrozze e carichi pesanti-madre: i sentimenti ambivalenti del bambino vengono simboleggiati da
questi oggetti per analogia alla madre in gravidanza. La paura che questi mezzi cadano è frutto dei
sensi di colpa per l’odio provato verso la madre e il nuovo fratellino, dunque la paura che succeda
loro qualcosa.
Questi sono gli elementi sintomatici. Altri elementi tipici dello sviluppo sessuale delineati dalla teoria di
freud sono:
a. Madre fallica: il bambino ritiene che tutti posseggano un “fapipì”, anche la mamma e che i bambini
nascano da uomini e donne uscendo dall’ano
b. Teorie sessuali ingenue: il bambino ha delle proprie teorie sessuali che mostrano che
inconsciamente egli ha capito la natura del rapporto sessuale e della differenza tra i sessi, infatti
egli ricrea la scena primaria attraverso una bambola dentro la quale inserisce un temperino che poi
fa uscire fingendo sia un bambino o attraverso un sogno dove lui è in una vasca da bagno e arriva
uno stagnaio che svita la vasca e colpisce il bambino nella pancia con una trivella
c. Hans prova frustrazione dal confronto con il padre anche per quanto riguarda le dimensioni del
pene
Successivamente alla scomparsa dei sintomi Hans risolverà il proprio complesso edipico comprendendo
che lui non può partorire bambini, dunque immaginando di sposare la mamma e di dare in sposa il
papà alla nonna. Questo si accompagna ad un sogno dove lo stagnaio arriverà a montare su di lui un
pene grande quanto quello del papà.

16-LEONARDO, SCHREBER, LA TEMATIZZAZIONE DEL NARCISISMO E LA TEORIA DELLE PSICOSI

Leonardo : la passione del sapere e il narcisismo

Il caso del presidente Schreber


Attraverso questo caso Freud analizza la genesi e i processi coinvolti nella psicosi e in diversi tipi di deliri e
torna sull’idea di una fase narcisistica dello sviluppo psicosessuale.

Schreber è stato il presidente della Corte d’Appello di Dresda ed ha pubblicato un libro autobiografico
“memorie di un malato di nervi” che è stato successivamente analizzato da freud e pubblicato nel 1910.
Schreber sviluppa due episodi psicotici di cui il secondo sembra configurarsi proprio come una schizofrenia
paranoide. I deliri principali sono:
a. Delirio di persecuzione sessuale: il paziente crede di essere stato evirato e trasformato in donna per
poter essere abusato, prima dal suo precedente medico, il dottor Flechsig, e successivamente da
Dio
b. Delirio di grandezza di tipo religioso: il paziente crede di essere stato trasformato in donna non più
per essere abusato, ma per adempiere al compito di redimere il mondo e generare una nuova
umanità
c. Delirio di fine del mondo: legato al precedente, il paziente crede che il mondo è generato da un
disastro cosmico.
Le cause scatenanti sembrerebbero essere:
1. La frustrazione per l’impossibilità di aver avuto figli e di poterne avere
2. Il presentarsi di una seconda crisi nervosa
Attraverso lo studio del caso di Schreber freud arriva ad affermare che lo sviluppo della psicosi paranoide
coinvolga i seguenti processi:
1. Una frustrazione di desideri genitali eterosessuali legati al complesso edipico positivo, nel caso di
schreber si tratta dell’impossibilità di avere figli
2. Regressione ad una impostazione edipica negativa (omosessuale) con le relative e oggetti che
causano la rimozione e il distacco della libido dagli oggetti reali e quindi la perdita di contatto con la
realtà.
In questo caso l’amore eterosessuale riguardo la propria moglie e il desiderio di avere figli recede
agli oggetti dell’edipo negativo che sono il padre e il fratello - rappresentati in maniera distorta per
azione delle difese nel dottore e in Dio – e al desiderio di dare luce a dei bambini; Tali desideri però
vengono rimossi e distorti.
Insieme alla rimozione vengono attivati altri processi difensivi:
a. Formazione reattiva e proiezione  deliri persecutori: l’amore omosessuale verso l’oggetto
fraterno e paterno viene spostato su due sostituti (dottore e dio) e si convertono in odio per
poi essere proiettati e attribuiti agli oggetti esterni, che divengono persecutori
b. Regressione e investimento libidico dell’io  deliri da fine del mondo e di grandezza: l’amore
omosessuale viene rifiutato, dunque la libido viene ritirata dagli oggetti esterni (in generale
dalla realtà esterna) generando il delirio da fine del mondo; successivamente la libido viene
investita sull’Io e tale iperinvestimento dell’Io come oggetto genera il delirio di grandezza, nel
caso di Schreber l’idea di essere l’oggetto sessuale di Dio e il redentore dell’umanità.
3. La formazione sintomatica di deliri come tentativi di ristabilire un contatto con la realtà, quindi
come tentativo di guarigione. Di fatto le relazioni di tenerezza che si avevano precedentemente,
come quelle con il padre e il fratello di Schreber vanno perdute per via della regressione, ma poi
riacquistate sebbene sotto forma di persecuzione.
Successivamente freud riformulerà questo modello soprattutto per quanto riguarda quest’ultimo punto
affermando che il sintomo non è più un tentativo di guarigione e contatto con la realtà, piuttosto
1. La regressione libidica favorisce il riemergere di contenuti rimossi che diventeranno il nucleo dei
deliri
2. Tali contenuti vengono distorti dalle difese attivate dal principio di piacere
3. Il delirio risulta, come sintomi e sogni, una formazione di compromesso tra spinte inconsce e difese,
il cui valore di verità dipende dalla realtà storica dei ricordi riemersi
Ora, tornando alla genesi dei deliri di grandezza, freud afferma che la libido venga investita sull’Io, e tale
investimento è generato da una regressione; inoltre, proseguendo secondo l’idea che la patologia sia una
regressione ad una modalità di funzionamento precedente freud vede affermarsi l’ipotesi dell’esistenza di
uno stadio di sviluppo narcisistico, situato tra la fase dell’autoerotismo e quella dell’investimento
oggettuale. Tale fase sarebbe poi superata dall’investimento di oggetti aventi i propri genitali, la madre
fallica prima e il padre poi.

Introduzione al narcisismo
Questo saggio è dedicato al fenomeno del narcisismo, inteso da freud come un investimento libidico del Sé
caratterizzato da:
a. Distacco dal mondo esterno
b. Delirio di grandezza
c. Il proprio corpo come oggetto sessuale
In questo saggio si avanza l’ipotesi, anticipata dagli studi su schreber e leonardo, che il narcisismo, e i
fenomeni psicotici sopracitati, siano manifestazioni di una regressione ad un assetto libidico e psichico
infantile.
A prova di ciò vi sono quei fenomeni tipici del pensiero primitivo, dell’infanzia e di nevrotici come
l’onnipotenza dei pensieri, il potere magico attribuito alle parole e il pensiero magico che rimandano tutti a
una sovrastima delle proprie abilità e delle proprie capacità.
Ora, se la sopravvalutazione di sé, erotismo verso il Sé sono fenomeni legati all’investimento riflessivo della
libido, possiamo affermare che la libido risponda a diversi fenomeni:
1. La libido è responsabile dell’interesse e dell’investimento affettivo ed erotico
2. La libido è responsabile del valore e delle qualità attribuiti all’oggetto della libido
3. La libido è il veicolo di una richiesta di essere amato dall’oggetto o di poter amare quest’ultimo

Freud dunque fa una distinzione tra:


a. Narcisismo primario: fase dello sviluppo psichico di investimento del Sé. Si genera così un:
1. Io-piacere-purificato: formatosi un sé unitario, questo viene investito dalla libido generando un
io-piacere-purificato, introiettando tutto ciò che è piacevole e proiettando ciò che è spiacevole,
configurando una relazione con il mondo ostile.
Successivamente il bambino, prima di raggiungere un investimento oggettuale completo,
investe oggetti che però sono riflessi narcisistici, come la madre fallica e il padre.
2. Ideale dell’Io, la rappresentazione di ciò che il soggetto pensa di dover essere per sentirsi
perfetto. Si forma a partire dalle critiche che il soggetto ha subito da figure importanti ed
esercita la funzione di coscienza morale, osservando in modo critico il sé reale paragonandolo
all’ideale.
È al confronto tra ideale ed io che si devono i processi di rimozione e censura onirica
La libido narcisistica diviene poi fonte di tutti i successivi investimenti, cioè è dall’io che poi si va
agli oggetti ed è all’io che poi si torna in caso di frustrazioni.
F. specifica anche che sempre al narcisismo vanno ricondotte l’angoscia di castrazione e
l’invidia del pene e la conseguente protesta virile.
b. Narcisismo secondario: regressione della libido dagli oggetti esterni al sé in conseguenza di
frustrazioni.
Sempre attraverso il narcisismo poi freud spiega alcuni fenomeni:
a. La scelta dell’oggetto d’amore. Questa scelta può essere di due tipi:
1. Scelta oggettuale  per appoggio
La libido si rivolge all’oggetto che ha procurato il piacere legato alla stimolazione delle zone
erogene (es.: la madre che pulendo i genitali del bambino gli provoca piacere).
La libido si fa veicolo di una richiesta all’oggetto di farsi amare
2. Scelta narcisistica  per somiglianza a sé o al proprio ideale
La libido investita sul sé viene in parte riversata sull’oggetto che mostra somiglianze con il sé
ideale, divenendo il sostituto del sé del soggetto. Per questo motivo
- l’amore narcisistico dell’altro è un amore di sé, in quanto tale
- essere amato dall’oggetto narcisistico provoca sentimenti di orgoglio
- l’ideale dell’io viene proiettato sull’oggetto, per cui essere amato dall’altro è essere amati
dal proprio ideale dell’io
la libido si fa veicolo di una richiesta all’oggetto di amare il sé
b. L’autostima o sentimento di sé: questo sentimento deriva da tre fonti:
1. Narcisismo primario residuo
2. Assimilazione tra Io reale e ideale dell’Io
3. Amore oggettuale ricambiato

17-IL CASO DELL’UOMO DEI LUPI: SCENA PRIMARIA E FANTASIE PRIMARIE COME ORGANIZZATORI
PSICHICI

Il caso clinico dell’uomo dei lupi si riferisce a Sergej Costantinovic Pankeev.


Il paziente aveva ricevuto diagnosi di disturbo maniaco-depressivo, tuttavia freud sostenne si trattasse di
nevrosi ossessiva risalente alla fase di latenza, risoltasi spontaneamente ma in maniera imperfetta.
Ad ogni modo freud vede questo paziente come scisso nella sua psiche in tre parti: una parte omosessuale
fallica, una parte sadico-orale e una sadico-anale. Tali scissioni furono causate dal verificarsi di alcune
regressioni a causa di eventi trauma legati alla minaccia di evirazione.
Il nome di uomo dei lupi gli deriva da un sogno fatto all’età di quasi 4 anni che raffigura se stesso mentre
giace sul letto con i piedi verso la finestra dalla quale si vedono alcuni lupi seduti su di un noce che gli
facevano temere di essere divorato.

Il momento della prima regressione: dalla fase fallica a quella sadico-anale


Tale sogno rappresenta la scena del coito tra i genitori del paziente alla quale aveva assistito all’età di un
anno e mezzo – la scena primaria e freud spiegherà la storia clinica di questo paziente proprio a partire da
quella scena e ricostruisce la sua storia a partire da ricordi di copertura.
1. Egli inseguiva una farfalla, questa si posò su di un fiore e lui si spaventò e corse via.
Le caratteristiche della farfalla si associarono a quelle di una tipologia di pere il cui nome era lo
stesso della sua domestica. Il ricordo che la riguardava fu l’averla vista a terra in una posizione
simile a quella della madre nel sogno e in virtù della sua identificazione con il padre mostrò la sua
eccitazione urinando a terra. La donna allora lo minacciò di evirazione
2. Altri due ricordi invece andavano a coprire un episodio di seduzione sessuale operato dalla sorella
Gli effetti di questi eventi furono:
a. Minaccia di evirazione  regressione da fase fallica a sadico-anale
b. Passività della seduzione  scelta oggetto d’amore dalla governante al padre
c. Regressione e passività  ricerca di essere punito dal padre secondo modalità di amore
masochistiche e anali.
Inoltre da adulto il paziente riuscirà a defecare solo grazie a clisteri praticati da uomini. Questo viene
ricondotto alla fantasia di un ritorno al ventre materno, così da ricevere il pene dal padre in modo da
partorire se stesso come figlio, e al contempo alla fantasia di un rapporto sessuale con la madre.
Inoltre a 5 anni, in seguito all’istruzione religiosa svilupperà un’identificazione con Cristo e con Dio nel ruolo
di padre e l’interesse per il possesso di cristo di un sedere lasciava trapelare la sua omosessualità e se
potesse essere usato dal padre come la madre nella scena primaria.

Il sogno dei lupi e la regressione alla fase sadico-orale


All’avvicinarsi del quarto compleanno, il giorno di natale, l’uomo dei lupi fece il suddetto sogno. Attraverso
di esso comprese il significato della scena primaria e l’implicazione di essere l’oggetto d’amore del padre, la
castrazione. Per questi due motivi quel sogno diventò traumatico.
Conseguenze:
a. Attraverso il sogno il bambino comprende la natura della scena primaria
b. Comprende che il prezzo del rapporto sessuale con il padre è la castrazione
Dunque il sogno agisce come trauma e se precedentemente l’esercizio delle pulsioni falliche aveva portato
alla minaccia di evirazione e quindi ad una fuga regressiva, adesso è la fantasia anale e passiva che risveglia
l’angoscia di castrazione ed una fuga regressiva verso l’oralità.
un evento conseguente a questo è:
a. Sviluppo della fobia per un’illustrazione raffigurante un lupo in posizione eretta circondato di
capretti, il quale sarebbe l’immagine del padre nella scena primaria e la paura di esserne divorato è
la rappresentazione dell’aggressività orale da una parte, ma anche del desiderio fallico di essere
posseduto dal padre

18 – LA SISTEMATIZZAZIONE METAPSICOLOGICA DEGLI ANNI DELLA GRANDE GUERRA


I principi dell’accadere psichico
Freud cerca di chiarire i rapporti della psiche con il mondo esterno. Poiché vede che nei nevrotici e ancora
di più negli psicotici tali rapporti vengono spesso elusi.
Egli delinea due principi dell’accadere psichico:
1. Principio di piacere: tendenza della psiche a cercare ciò che è piacevole e rifuggire ciò che è
spiacevole, indipendentemente dal suo valore di verità e dalla sua utilità. Ad esso corrisponde il
principio biologico di costanza, per cui il piacere è associato alla riduzione degli stimoli per il
mantenimento dello status quo.
Tale modalità di funzionamento risponde al processo primario ed è proprio dell’inconscio. Si tende
ad un appagamento allucinatorio delle pulsioni
2. Principio di realtà: tendenza della psiche a cercare ciò che è utile in funzione di un piacere
dilazionato. Ad esso corrispondono le pulsioni di autoconservazione.
Tale modalità di funzionamento risponde al processo secondario proprio del preconscio e della
coscienza. Si passa da un appagamento allucinatorio ad una ricerca realistica e sicura del piacere.
Questo secondo principio è un’evoluzione del primo. Tale evoluzione avviene in seguito alle frustrazioni
derivanti dal soddisfacimento allucinatorio delle pulsioni che risulta infatti inefficace.
Tale principio coesiste e si sviluppa a partire dall’investimento di funzioni e sistemi psichici che hanno il
ruolo di favorire un contatto con la realtà esterna in modo coerente, realistico ed efficace.
Questo con l’effetto di:
a. Differenziare l’inconscio dal preconscio
b. Sviluppo dei processi secondari
c. Superamento del narcisismo
La teoria delle pulsioni
Freud cerca di meglio definire che cosa siano le pulsioni, quali pulsioni esistano, quali elementi le
compongano e ripercorre brevemente il loro sviluppo.
Le pulsioni sono costrutti a metà tra lo psichico e il somatico e rappresentano nella loro sostanza l’insieme
di spinte di origine interna che “muovono” la psiche e generano poi il comportamento.
Gli elementi psichici delle pulsioni sono le rappresentanze ideative e l’ammontare affettivo (idee e affetti).
Tali elementi si distinguono poi in:
a. Fonte, cioè processo somatico, organico, che ha come rappresentazione dello stimolo nella psiche
proprio la pulsione.
b. Spinta, cioè l’essenza della pulsione, cioè l’ammontare di energia, o l’insieme di operazioni che le
pulsioni rappresentano
c. La meta, la modalità di soddisfacimento, cioè di estinzione della sollecitazione alla fonte. Pulsioni
inibite alla meta sono pulsioni che si muovono in direzione del proprio soddisfacimento ma che a
un certo punto vengono inibite o deviate.
d. Oggetto, ciò verso cui la pulsione conduce, al quale si lega, al fine di raggiungere la meta. L’oggetto
non è originariamente collegato alla pulsione, ma questa vi si associa in virtù delle sue proprietà
soddisfacenti.
A questo punto freud distingue due pulsioni:
1. Pulsione sessuale, che spingono alla riproduzione: queste pulsioni partono da una condizione di
reciproca indipendenza (pulsioni orali, anali, falliche, voyeuristiche ecc…) e ricercano un piacere
d’organo specifico. Passano poi ad una reciproca coordinazione in funzione della riproduzione
genitale. Inoltre si passa da una condizione narcisistica e autoerotica ad un investimento
oggettuale.
2. Pulsioni di autoconservazione, pulsioni che mirano alla sicurezza dell’organismo
La libido si sviluppa in appoggio alle pulsioni di autoconservazione, legandosi sia alle parti e alle attività del
corpo necessarie per la sopravvivenza, sia agli oggetti utili a tale fine.

Freud inoltre articola l’attività psichica, guidata dalle pulsioni, lungo tre polarità:
a. Polarità reale soggetto-oggetto
b. Polarità economica piacere-dispiacere
c. Polarità biologica attivo-passivo

Ad esempio nel caso delle pulsioni di esebizionismo/voyeurismo: inizialmente la persona è soggetto e


oggetto della pulsione, per cui prova piacere nell’osservarsi, dopodiché fa dell’altro il suo oggetto dove lui è
soggetto e prova piacere nell’osservare la nudità altrui, oppure si pone come oggetto e prova piacere nel
farsi osservare.
Al contempo l’Io subisce un’evoluzione: da un Io-realtà primordiale e un Io-piacere purificato, dove all’iio si
attribuisce tutto ciò che è piacevole ed è investito di libido mentre la realtà contine tuttò che che è
spiacevole, si passa ad un Io-realtà adulto, genitale e capace di amare ciò che è diverso ed estraneo da sé.

Freud allora osserva che la pulsione può andare in contro a diversi destini, a causa di difese. Per cui le
pulsioni possono:
1. Ripiegarsi sul soggetto
2. Subire un mutamento dell’attività in passività (come sadismo /masochismo)
3. Trasformarsi nel contrario (amore/odio)

I sistemi psichici
la psiche è suddivisibile in tre sistemi: inconscio, preconscio e coscienza. Ognuno dei quali caratterizzato da
diversi contenuti e diversi processi che ne determinano il funzionamento.
Inoltre tra inc e prec vi è la barriera della rimozione e tra prec e cosc vi è la barriera dell’attenzione. Per
supereare queste barriere è necessario che i contenuti in oggetto vengano sovrainvestiti di energia.
a. Inconscio. caratteristiche:
- Contiene elementi rimossi o meno
- Sede delle pulsioni
- Contiene rappresentazioni di cosa (le fantasie invece si legano a rappresentazioni di parola
e sono coscienti)
- Formazioni psichiche ereditarie e conoscenze istintive
- Energia mobile
- Funziona in base al processo primario, quindi in base a meccanismi di spostamento e
condensazione, senza contraddizione, negazioni o distinzioni temporali
- Principio di piacere
b. Preconscio. Caratteristiche:
- Contiene rappresentazioni di cosa legate a rappr. Di parola
- Energia fissa, consente di distinguere la realtà dalla fantasia
- Funziona in base al processo secondario
- Principio di realtà
c. Coscienza. Caratteristiche:
- Contiene rappresentazioni di cosa e parola
- Energia mobile che può muoversi agilmente da una rappresentazione all’altra (attenzione)
- Funziona in base a processo secondario
- Principio di realtà
Ogni pensiero nasce nell’inc e deve superare prima le due suddette barriere attraverso ulteriori
investimenti libidici.
L’inconscio inoltre esercita due forze rispetto ai sistemi superiori:
a. Forza attrattiva, per legare i contenuti verbali alle rappresentazioni di cosa rimosse
b. Spinta ascensionale, per far emergere i contenuti rimossi e per soddisfare i desideri

La rimozione
Freud riafferma che la rimozione è la barriera che separa l’inconscio dal preconscio e che tale barriera trae
le sue energie dai controinvestimenti del preconscio, consentendo una uguaglianza tra processi di
rimozione e di resistenza.
Inoltre si chiarisce la distinzione tra due tipi i rimozione, la rimozione primaria e quella secondaria.
1. Rimozione primaria: si riferisce ai processi che temporalmente hanno generato il nucleo di
contenuti inconsci rimossi che fungerà da polo di attrazione di rappresentazioni prec.
Tali contenuti, non sono mai stati investiti dal preconscio, o forse solo per un momento, dopodiché
sono stati immediatamente allontanati dalla coscienza andando così a generare il nucleo inconscio
alla base dei fenomeni di rimozione secondaria.
2. Rimozione secondaria: questa deriva dall’associazione di contenuti preconsci a quei contenuti
originariamente rimossi che risucchiano i primi cercando di riemergere. Dunque gli investimenti del
preconscio su tali contenuti vengono ritirati e l’energia reimpiegata per mantenere tali
rappresentazioni nell’inconscio, insieme a ciò a cui si sono associati.
In generale si può dire che una volta escluse certe rappresentazioni dalla coscienza i loro affetti e la loro
carica pulsionale resta attiva e genera connessioni tra tutte le rappresentazioni rimosse per cercare di
associarsi a quelle preconsce e trovare espressione.
Dunque la psiche si trova presa in processi dinamici di forze che spingono per il riemergere dei contenuti
rimossi, forze che si oppongono a tali spinte ascensionali generando così formazioni di compromesso tra il
rimosso e le difese che ad esso si oppongono.
Vediamo tra tali formazioni di compromesso i lapsus (dove i nomi sostitutivi a quelli rimossi sono proprio il
compromesso in questione) o i sintomi (somatici quando l’affetto di contenuti rimossi viene spostato sul
corpo, o le fobie che derivano dallo spostamento di tali affetti su oggetti ad essi distanti), i sogni ecc…

Metapsicologia del sogno


In breve freud aggiunge grazie alla cornice metapsicologia alcuni elementi di novità: il sonno e sogno come
regressione al narcisismo primario della vita intrauterina e il materiale simbolico dell’eredità arcaica come
nuovi elementi per i processi onirici.
Per quanto riguarda il sonno come regressione freud afferma che nel sonno gli investimenti verso la realtà
vengono ritirati e impiegati sul corpo e sul proprio Io il quale allora ricerca un soddisfacimento allucinatorio
dei desideri.

Inoltre tornando al processo di formazione onirica: durante il giorno si generano pensieri che durante la
notte conservano ancora una quota di investimento; abbassatesi le difese della rimozione questi contenuti
vengono risucchiati dall’inconscio dove vengono ricondotti a sole rappresentazioni di cosa (immagini) e
riplasmati al fine di fornire un mezzo di appagamento ai desideri sessuali. Si genera così il contenuto onirico
latente.
Tale contenuto onirico viene rispinto verso la coscienza dove subisce le deformazioni prima del lavoro
onirico, poi dell’elaborazione secondaria generando il testo onirico manifesto.

19 – NOTE SULL’EVOLUZIONE DELLA TECNICA PSICOANALITICA DI FREUD


Ora seguiremo quelli che sono gli elementi terapeutici della tecnica psicanalitica e i principi teorici alla loro
base. Quindi vedremo l’utilizzo delle libere associazioni, gli elementi del setting come la durata e l’utilizzo
del lettino, il ruolo dell’interpretazione, il transfert e il processo analitico.

Libere associazioni
Se la psicopatologia deriva dall’opposizione delle difese dell’io rispetto a contenuti inconsci, il processo
terapeutico deve cercare di far emergere tali contenuti sospendendo le difese. Il metodo utile è quello del
parlare per libere associazioni, per i seguenti motivi:
a. Avvicinamento al processo primario e al funzionamento secondo il principio di piacere
b. Sospensione dei processi di censura e controllo dell’io
A questo deve corrispondere un ascolto uniformemente sospeso in maniera tale che l’analista possa
cogliere il senso inconscio delle comunicazioni del paziente attraverso un ascolto che segua le modalità
dell’inconscio. da qui l’idea di due inconsci che comunicano.

Setting analitico
L’impostazione della seduta riguarda:
a. Tempo: 6 sedute a settimana e 3 nei casi meno gravi da un’ora ciascuna
b. Posizione: utilizzo del lettino con l’analista seduto dietro il paziente, così da essere più rilassato e da
non influenzare il paziente mostrando le proprie reazioni

L’interpretazione e l’analisi delle resistenze


Il materiale inconscio emerge in forma grezza senza che il paziente ne comprenda coscientemente il senso.
Il compito dell’analista allora è proprio quello di interpretare questi dati grezzi per arrivare al senso
inconscio delle comunicazioni, dei sintomi ecc… e di identificare interpretare e aggirare le resistenze che
impediscono al materiale di riemergere e la sua comprensione.
Più di preciso:
L’interpretazione: è lo strumento che cerca di cogliere il senso inconscio del materiale che emerge in analisi
per:
1. Reintegrare il rimosso nella coscienza, cioè permettere l’espressione e l’abreazione degli stati
emotivi associati ai contenuti inconsci così da eliminare la sofferenza psichica facendone
emergere la causa
2. Superare resistenze e difese: l’interpretazione agisce non tanto sul contenuto inconscio ma
sulle resistenze e le difese, cioè quei processi di controinvestimento dell’io che mirano a
mantenere lontani dalla coscienza i contenuti spiacevoli e quindi la loro comprensione.
Una volta infatti che si individuano e si interpretano le resistenze i contenuti inconsci possono
raggiungere la coscienza e possono essere compresi automaticamente.
Una forma di queste resistenze, è il transfert
Metapsicologicamente si tratta di offrire rappresentazioni verbali anticipatorie congruenti alle
rappresentazioni di cosa inconsce, in maniera che tali rappresentazioni vi si leghino e possano quindi essere
elaborate verbalmente, passare quindi dal dominio inconscio, del processo primario e del principio di
piacere al dominio della coscienza, del processo secondario e del principio di realtà
L’interpretazione deve essere attuata quando l’analista ha creato un rapporto sufficientemente solido con
l’analizzando e quando il paziente è a un passo dal comprendere da solo il senso inconscio di ciò che fa o
dice.

Il transfert
Per transfert freud intende quel fenomeno per cui nella terapia il paziente finisce per rivivere emozioni
legate a esperienze passate dove l’oggetto viene però sostituito nel presente dal terapeuta.
Come nei sogni, questo spostamento di libido avviene perché le rappresentazioni preconsce legate
all’analista vengono investite dalla libido rimossa e dunque si fanno veicolo di quelle emozioni rimosse
legate a esperienze passate.
Esistono tre tipi di transfert, di cui il primo è un elemento positivo nella cura, mentre gli altri due hanno una
funzione di resistenza alla cura. I tipi di transfert sono:
1. Transfert positivo irreprensibile: insieme di emozioni di fiducia e stima di cui il medico viene
investito e che consentono la collaborazione tra medico e paziente nella cura. Si tratta di libido
presente nel sistema prec e C, quindi non rimossa ed orientata alal realtà
I seguenti due tipi di transfert sono generati da investimenti di libido rimossa e svolgono una funzione di
resistenza, infatti precedentemente al riemergere di contenuti importanti queste reazioni di transfert
diventano più intense
2. Transfert erotico: sentimenti di amore vengono investiti sull’analista
3. Transfert negativo: sentimenti di odio
Il transfert sembra allora una sorta di ripetizione del passato, piuttosto che un ricordare il passato rimosso.
Il compito dell’analista allora è quello di controllare il proprio controtransfert, quindi non deve essere
controagito, bensì analizzato, compreso e quindi superato.

Freud a questo punto afferma che una volta liberata la libido alla base dei sintomi questa venga investita
nella relazione terapeutica generando una “nevrosi di traslazione” o “nevrosi artificiale”.

Il processo analitico
Freud individua tre grandi fasi del processo terapeutico: ricordare, ripetere, elaborare.
1. Ricordare: cioè superare le resistenze attraverso l’interpretazione così da consentire il ricordo di ciò
che è stato rimosso e quindi la guarigione dei sintomi.
In questa fase è importante prima di tutto far sviluppare un transfert positivo irreprensibile. Da
questo poi interpretare le resistenze del paziente facendo leva sul transfert, questo favorirà il
riemergere di contenuti, desideri, emozioni passati rimossi e consente di risolvere i sintomi,
liberando dunque quella libido che vi era fissata.
Bisogna però specificare che gli eventi fondamentali della vita infantile non vengono propriamente
ricordati, bensì ricostruiti e pensati come veri.
2. Ripetere: cioè analizzare la ripetizione di esperienze passate nella relazione di transfert con il
medico e quindi risolvere la nevrosi artificiale.
Freud introduce qui il concetto di “coazione a ripetere” per spiegare il fenomeno della ripetizione
transferale, la quale poi è rinforzata dalla frustrazione della libido e dalle resistenze.
Infatti una volta risolti i sintomi e analizzate le resistenze della prima fase, la libido liberata arriva ad
essere investita nella relazione terapeutica portando dalla nevrosi patologica alla nevrosi
transferale. A questo punto il paziente ripete in maniera stereotipata modalità di relazioni passate
con i relativi conflitti, desideri ed emozioni.
L’analista dunque deve utilizzare il transfert erotico e negativo come fonte informativa e trattarlo
come ultima resistenza alla cura.
3. Rielaborare: cioè confrontarsi con le resistenze rilevate fino a quel momento per scoprire i moti
pulsionali rimossi interrompendo la coazione a ripetere.
In questa fase il paziente cerca di comprendere le resistenze che ha incontrato finora per arrivare a
quelli che sono i moti pulsionali sottostanti. In altri termini la libido rimossa e rimovente vengono
impiegate per confrontarsi e superare le resistenze per stanare la libido dal rimosso.
Il clinico da parte sua deve esercitare il ruolo della ragione, del principio di realtà rispetto a quelli
che sono i meccanismi del principio di piacere e della ripetizione.

20 – LA COMPRENSIONE PSICOANALITICA DELLA DEPRESSIONE E I PRIMMI PASSI VERSO LA


RIFORMULAZIONE DELLA METAPSICOLOGIA
Nello studio della depressione freud ne comprende le cause comparandola al lutto, pone l’accento sui
processi narcisistici che ne sono alla base, la relazione ambivalente con l’oggetto per arrivare poi a
individuare una scissione interna all’Io così da porre le basi per la nuova teoria strutturale della psiche.

Innanzitutto freud osserva che sia nel lutto sia nella melancolia vi sono degli aspetti manifesti comuni:
a. Dolore psichico
b. Perdita di interesse verso il mondo esterno e qualsiasi attività
c. Perdita della capacità di amare
La spiegazione che freud da di questi punti in comune è che:
a. Sia nel lutto che nella melanconia vi è la perdita di un oggetto amato investito di libido oggettuale
b. Il dolore è causato dalla libido ancora investita nelle rappresentazioni dell’oggetto che però non
può essere appagata e si ritira dal mondo esterno verso le rappresentazioni interne dell’oggetto
iniziando un processo di disinvestimento (questo spiega il ritiro dal mondo esterno e la perdita di
interesse verso le attività)
Dunque in entrambi i casi vi è un ritiro della libido dal mondo esterno alle rappresentazioni interne.
Tuttavia due sono le differenze che saltano all’occhio nella fenomenologia del lutto e della melanconia:
1. Nella melanconia è l’Io che appare svuotato al paziente e non il mondo esterno
2. Nella melanconia è presente un violento sentimento di svalutazione di sé che si concretizza in sensi
di colpa e autoaccuse
Tuttavia c’è un’incongruenza: i soggetti depressi piuttosto che ritirarsi, non si vergognano di
mostrare i propri sentimenti agli altri fino anche ad essere eccessivi e pesanti
La spiegazione di questo fatto afferma che rispetto al lutto la relazione con l’oggetto perduto era
ambivalente, presentava cioè componenti narcisistiche e sadiche e questo poiché vi è una fissazione del
soggetto alla fase sadico-orale alla quale il soggetto depresso regredisce in seguito alla frustrazione (della
perdita).
Una volta perso l’oggetto, questa libido ricerca soddisfazione ritirandosi sull’io:
a. La libido narcisistica trova soddisfacimento introiettando l’oggetto
b. La componente ambivalente e aggressiva invece si rivolge sull’io generando il senso di colpa
Sempre secondo il modello eziologico che vede la malattia come regressione freud afferma che la
melanconia si riconduce alla fissazione alla fase nacisistica sadico-orale.
Da questa elaborazione teorica freud osserva inoltre che l’io non sembra essere unitario, piuttosto sembra
esserci una parte dell’io fortemente svalutante e giudicante e un’altra parte oggetto di tali svalutazioni.
Dunque una parte si identifica con l’oggetto, prima ambivalente e poi perduto, e una parte invece attacca la
prima ed è assibilabile alla coscienza morale.

21 - UN NUOVO MODELLO DELLA MENTE E UNA NUOVA TEORIA DELLE PULSIONI


Al di là del principio di piacere
In questo saggio freud riformula quelle che sono le pulsioni fondamentali e i principi del funzionamento
psichico sulla base dell’impossibilità di spiegare i fenomeni di ripetizione di traumi secondo il principio di
piacere.

In sostanza freud osserva che nel caso delle nevrosi traumatiche e nei fenomeni di transfert per cui si
rivivono esperienze relazionali traumatiche non può esserci piacere.
Per questo freud arriverà a definire la coazione a ripetere come una qualità o tendenza di tutte le pulsioni a
ripetersi e che le pulsioni fondamentali sono due: pulsione di vita e pulsione di morte, quest’ultima in
particolare per spiegare i fenomeni di distruzione e autodistruzione.

a. Pulsione di vita, Eros: tendenza all’unità, all’unione per la creazione e la conservazione della vita,
tende all’incremento della diversità, degli stimoli
- include libido oggettuale e narcisistica (se rivolta all’oggetto o all’io)
- include pulsioni di autoconservazione
- eros alla base del principio di piacere (il piacere ora è inteso come derivato da una qualità
ignota dello stimolo, non al decremento di energia)
- proprio della psiche preconscia per la sua tendenza all’organizzazione
b. Pulsione di morte, Thanatos: tendenza a dividere e scomporre la materia vivente fino a riportarla
alla condizione inorganica, di azzeramento degli stimoli (principio di Nirvana)
Nel corso dello sviluppo psicosessuale vi è un progressivo rafforzarsi di Eros, quindi di ricerca di un rapporto
con l’altro, con la diversità della realtà, che si fonde con Thanatos, mentre i fenomeni regressivi implicano
un disimpasto delle pulsioni e un rafforzarsi di Thanatos.
Inoltre lo sviluppo implica che Eros modifichi il princ. Nirvana di Thanatos nel principio di piacere; l’incontro
con la realtà trasforma il principio di piacere in quello di realtà.

L’Io e l’Es
Freud arriva a teorizzare una nuova teoria della struttura psichica e ne consegue la riformulazione delle
istanze del conflitto nevrotico, dei processi di identificazione narcisistica e il ruolo dei sensi di colpa nella
psicopatologia.

Innanzitutto freud parte dall’osservazione che le difese attivate spesso sono inconsapevoli, dunque
inconsce. A questo punto non si può più sostenere che la psicopatologia derivi da un conflitto tra coscienza
e inconscio.
Riformula allora la psicopatologia come risultato di un conflitto tra istanze differenziate dal loro grado di
organizzazione e funzioni svolte, non più sulla base della qualità di essere coscienti o meno.
Tali istanze sono: Es, Io e Super-Io
a. Es: caratterizzato dalla mancanza totale di organizzazione, cioè di un principio unificatore. In esso
sono presenti rappresentazioni di cosa, il rimosso e tutto il materiale ereditario; inoltre ci sono le
pulsioni libere e dis-integrate e segue il funzionamento del principio primario.
b. Io: nucleo coerente e organizzato dei processi psichici, si prolunga per tutti e tre i sistemi (inc, prec,
c), si sviluppa dall’Es a contatto con la realtà, dunque funziona secondo processo secondario
(contiene rappresentazioni di cosa e parola legate), ma anche quello primario, risponde al principio
di realtà ma anche quello di piacere (attiva le difese secondo questo principio) e svolge tutte le
funzioni superiori di percezione, memoria, movimento ecc…
c. Super-Io: divisione interna all’Io, funzione di auto-osservazione, Ideale dell’Io, coscienza morale.
Esso gestisce le componenti aggressive delle pulsioni rivolgendole contro l’Io.

Parlando della genesi di queste strutture, l’Es risulterebbe essere la componente primordiale.
Dall’es si genera poi l’Io attraverso il contatto con la realtà e attraverso la stratificazione delle identificazioni
con gli oggetti poichè non essendo ancora presente l’io investimento libidico degli oggetti si configura come
un’identificazione con essi – l’identificazione primaria. L’io si formerebbe proprio dalle stratificazioni di
processi di identificazione e introiezione di oggetti.
Inoltre, se all’inizio non esiste un Io, il narcisismo, inteso come investimento libidico dell’io è sempre
secondario all’identificazione (dove libido narcisistica e oggettuale non sono scindibili proprio per l’assenza
di un io).

Dall’introiezione degli oggetti genitoriali e con il tramonto del complesso edipico, per cui il bambino
rinuncia al narcisismo e investe idealmente i propri genitori rinunciando ad essi come a oggetti di
soddisfazione pulsionale, si genera il Super-Io, cioè l’immagine interna dei propri genitori.
Per cui l’aggressività del super io è proporzionale al rimorso verso i propri sentimenti aggressivi direzionati
verso i genitori, successivamente rimossi con il tramonto del complesso edipico.

Sotto questo punto di vista la psicopatologia deriva dal conflitto tra Es e Super-io mediato dall’Io che cerca
di rispondere alle esigenze della realtà.

Arrivato a questo freud indaga il ruolo del senso di colpa nella psicopatologia. In particolare il senso di colpa
come espressione dell’aggressività e il bisogno masochistico di essere punito tipico delle psicopatologie.
Vede infatti tre fenomeni in particolare:
1. Malattia conseguente al successo: il successo risveglia il senso di colpa e la necessità di punirsi a
causa di un’equazione inconscia tra questo e il trionfo edipico
2. Criminali del senso di colpa: soggetti che ossessionati dal senso di colpa (di origine edipica) cercano
di dare una motivazione consapevole commettendo crimini reali.
3. Reazioni terapeutiche negative: fenomeno per cui i pazienti in fase di miglioramento peggiorano di
nuovo. La spiegazione è che vi è un senso di colpa e un bisogno di punizione inconscio per cui non
sente di meritare la guarigione.
Le conclusioni allora sono due:
a. Il senso di colpa è la prosecuzione interna (Io vs superio) del conflitto con il rivale edipico
b. L’io, in questo scontro, mostra la ricerca del piacere nell’essere punito
Questo secondo punto porta allo studio del masochismo.

Il problema economico del masochismo


Freud definisce il masochismo secondo la nuova teoria strutturale, ne distingue alcune tipologie e arriva a
formulare una semplificazione nosologica della psicopatologia.

Se prima il masochismo era secondario al sadismo, ora freud afferma che vi è un masochismo primario,
derivato dal permanere di una quantità di pulsione di morte investita ancora nel corpo.
Questo masochismo primario si chiama anche masochismo erogeno, cioè il piacere che deriva dalla
stimolazione dolorosa del corpo.
il masochismo secondario invece deriverebbe dalla ritorsione di impulsi sadici sull’io, conseguenti al senso
di colpa attivato da tematiche edipiche. Forme di masoc. second. sono:
a. Masochismo femmineo: piacere di essere trattato come un bambino cattivo o una bambina.
È alla base della perversione e delle fantasie masturbatorie. Queste infatti derivano dal senso di
colpa verso desideri connessi al complesso edipico e al desiderio di essere posseduto dal padre.
Questi attivano la critica da parte del super-io e vengono deformati in forma regressiva e
masochistica (voler essere posseduto dal padre = voler essere picchiato e trattato male)
b. Masochismo morale: desiderio di essere punito, quindi riconducibile alla relazione masochistica tra
io e superio derivata dalle tematiche edipiche espresse in via regressiva, sadico anale.

Vediamo allora che freud in questo mette al centro di tutte e tre le diverse categorie nosologiche il
complesso edipico, formulandole così:
1. Nevrosi: conflitto tra io, superio e realtà vs Es
2. Nevrosi narcisistiche (melanconia?): conflitto tra superio vs io identificato con un oggetto perduto
(caratterizzato da relazione narcisistica e ambivalente)
3. Psicosi: conflitto tra io alleato con l’es vs la realtà

Feticismo, scissione dell’io e rinnegamento


Freud si concentra qui sul fenomeno del feticismo come espressione di processi di scissione dell’io e
rinnegamento della realtà, da ciò ne osserva la presenza in ogni tipo di psicopatologia.

Si ipotizza che di fronte a una realtà dolorosa (legata alle tematiche edipiche) l’Io reagisca rinnegando la
realtà, scindendosi in parti diverse, ovvero le parti scisse psicotiche. Un esempio ne è il feticismo: il
processo patogenetico è il seguente:
1. Conflitto traumatico e scissione: il bambino nota la mancanza del pene e si trova preso nel conflitto
tra la nuova percezione e l’idea che anche lui può venir castrato. L’io del bambino allora si scinde
2. Sostituzione per feticcio: dunque vi è una parte dell’io che accetta la realtà e una parte che invece
la nega. Il compromesso risulta nell’investimento ,da parte dell’io del diniego, di un’altra parte del
corpo in maniera equivalente al pene assente (la scelta può avvenire o per processi simbolici o per
immediatezza della percezione di un oggetto altro)
A questo punto per evitare l’angoscia di castrazione da parte dell’io scisso l’uomo si trova a poter amare
solo donne che presentano tale feticcio.

Inizialmente freud rilega questo processo solo alla psicosi e alle perversioni. Tuttavia dirà invece che l’io è
sempre in qualche grado scisso e che la parte dell’io sana è la parte utile nell’alleanza terapeutica.

22 – LA SECONDA TEORIA DELL’ANGOSCIA


Freud in questo periodo elabora una nuova teoria dell’angoscia, ne distingue alcune tipologie specifiche,
definisce la qualità di ciò che è traumatico, elabora meglio il concetto di difesa e mette in relazione la
funziona sintetico-organizzatrice dell’io ed il sintomo.

La prima teoria dell’angoscia si schematizza così:


desiderio (/ritorno rimosso)  conflitto  difese  angoscia (+ sintomo) cioè:
l’angoscia nevrotica è la conseguenza delle difese psichiche attivate dall’Io rispetto ad un pericolo interno e
funzione dell’accumulo di libido frustrata e inibita dalle difese stesse. Il sintomo allora è una formazione di
compromesso tra pulsioni e difese che ha la funzione di eliminare l’angoscia legandola a situazioni
specifiche (vedi fobia).

Successivamente freud osserva che se impedisce ad un paziente di mettere in atto un sintomo questo va in
angoscia. Quindi il sintomo come frutto delle difese ha la funzione di allontanare l’angoscia. Allora rielabora
il modello dell’angoscia secondo questo schema:
desiderio (/ritorno rimosso)  angoscia  conflitto  difese (+ sintomo) cioè:
l’angoscia deriva da stimoli (interni) ritenuti pericolosi dall’Io, tali stimoli creano angoscia allora l’io attiva le
proprie difese per gestire tali sentimenti. Si tratta quindi di un’angoscia segnale.
A questo punto freud cerca di capire cosa renda una situazione pericolosa e quindi fonte di angoscia.
Egli afferma che:
ciò che è ritenuto come traumatico è l’esperienza della separazione e della perdita.
A livello metapsicologico se l’obiettivo primario della psiche è la scarica energetica e il piacere allora
traumatica è una qualsiasi situazione in cui si possa verificare un aumento eccessivo di stimoli psichici che
l’Io non può elaborare – impotenza psichica, perdita del controllo.

In più freud delinea una classificazione delle angosce:


a. Angoscia da impotenza psichica: è l’angoscia fondamentale. Si differenzia in base allo stimolo
1. Angoscia reale: pericolo della realtà esterna che minaccia l’io
2. Angoscia nevrotica: pericolo da parte dell’es
3. Angoscia morale: pericolo da parte del super-io, evoluzione dell’angoscia di castrazione e di
perdita dell’amore da parte dei genitori, che sono rappresentati internamente dal super-io.

Identifica anche alcune tematiche angosciose, in relazione alla fase di sviluppo e alla centralita nelle diverse
patologia:
1. Angoscia per la perdita dell’oggetto amato (nascita), fase orale,
2. Angoscia perdita amore dell’oggetto, fase anale  isteria di conversione
3. Angoscia di castrazione, fase fallica e complesso edipico  fobie
4. Angoscia morale, sviluppo super-io in fase di latenza  nevrosi ossessive

Ulteriormente, freud arriva a distinguere la rimozione rispetto al processo difensivo, di cui questa fa parte.
E definisce altri due meccanismi di difesa tipici dei pazienti ossessivi:
a. Isolamento: una rappresentazione traumatica viene sconnessa da tutte le possibili associazioni e
dagli affetti che la connotano. Al contrario degli isterici quindi i traumi scatenanti non sono rimossi
ma isolati rispetto ai traumi originari che invece vengono rimossi.
b. Annullamento retroattivo: due impulsi di segno opposto trovano appagamento diacronico così da
negarsi in modo magico e reciproco.

Infine se con la nuova teoria delle pulsioni l’Io gestisce la pulsione di vita con funzione organizzatrice come
sintetizza i conflitti, le difese e la formazione dei sintomi?
1. Se il sintomo è un rappresentante di ciò che è rimosso per cui inizialmente è rifiutato dall’io e
2. Se l’Io cerca di integrare gli elementi della vita psichica
3. L’io si riappropria del sintomo attraverso il tornaconto secondario, cioè cerca di trarre un beneficio
dal sintomo e di renderlo parzialmente egosintonico.

A questo punto il trattamento analitico deve lottare contro 5 tipi di resistenze:


1. Resistenza dell’es, la coazione a ripetere, gestita con il processo di rielaborazione
2. Resistenza dell’io:
a. Transfert
b. Rimozione
Entrambe facendo leva sul transfert positivo irreprensibile e attraverso interpretazione
c. Tornaconto secondario, contro cui l’analista può poco
3. Resistenza super-io e masochismo dell’io, la reazione terapeutica negativa

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