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Quando il saggio Aldilà del principio del piacere (APP) viene pubblicato, nel 1920, la psicanalisi è
ormai presente sulla scena medico-scientifica a livello internazionale. APP è l’esempio più
eloquente del bisogno di spingere sempre oltre l’esplorazione della psiche e in essa Freud (1)
modifica sostanzialmente la sua teoria (2) introducendo dei nuovi concetti.
Stesa in soli 15 mesi, è un’opera elaborata e complessa. Emerge una concezione dualistica delle
pulsioni fondamentali: alle pulsioni di vita (già presenti nella teoria freudiana) si affiancano le
pulsioni di morte (distruttività vs sé/gli altri).
Nel 1920 muore la figlia di Freud, Sofia, ma il padre negò l’influenza di questo evento sul suo
pessimismo; maggior effetto avevano forse avuto gli orrori della Prima Guerra Mondiale o le
scissioni del movimento psicanalitico, dal momento che Adler (1911) e Jung (1913) abbandonarono
Freud poco dopo la fondazione della Associazione Psicanalitica Internazionale (1910).
Domanda fondamentale: quali forze elementari stanno alla base della vita degli uomini? Domanda a
livello di psicologia, psicanalisi, ma anche biologia e metafisica.
Dei 7 brevi capitoli dell’opera, 3 hanno carattere tecnico-empirico (materiali clinici) ed evidenziano
come alcune pulsioni hanno come meta la morte; gli altri 4 capitoli sviluppano tale idea in rapporto
a biologia e metafisica, con carattere di aperta speculazione.
rimozione, ma tali operazioni sono inconsce. Tale opposizione cede se consideriamo che l’Io è
conscio e inconscio insieme: rimozione e resistenza dipendono allora dall’Io coerente (a contatto
con la realtà) ma sono eseguite da parti inconsce di esso. Rispetto a Platone, Agostino,
Schopenhauer, Freud dà caratterizzazione dinamica dell’inconscio.
CAPITOLO 2 – Nevrosi traumatica (causata spesso dalla Prima Guerra Mondiale appena finita): (1)
dipende dal fattore spavento e (2) di solito senza ferite. Lo spavento è tale per il fattore sorpresa
(inaspettato), per cui l’esperienza traumatica tende a ripresentarsi nel sonno: il paziente è fissato al
trauma. “Le isteriche soffrono principalmente di reminiscenze”: perché il trauma del passato è
fissato nella loro mente.
Freud affronta i primi casi di isteria con il metodo di Breuer (ipnosi, talking cure, abreazione), ma il
caso di Lucy R. (1892), soggetto non ipnotizzabile, porta Freud oltre tale metodo: invita il paziente
a dire quello che gli passa per la mente, senza operare selezioni; le resistenze rivelano situazioni
sessuali inaccettabili e inconfessabili, spesso un tentativo di violenza da parte di un genitore che
emerge nell’età puberale ma viene rimosso causando sintomatologia isterica.
Freud osserva il gioco del bambino che lancia il rocchetto di filo dietro la tenda e lo fa ricomparire
(un anno e mezzo, non piange mai). Scomparsa e ritorno: il bimbo si compensava della assenza
materna riproducendone la dinamica con il rocchetto. Rivive l’esperienza del distacco come
coazione a ripetere, che opera oltre il principio di piacere ma in conformità a esso, poiché rivivere è
meno doloroso che ricordare un trauma e doverlo riconoscere ed elaborare come tale.
CAPITOLO 3 – Per convincersi del rimosso, il paziente lo rivive oltre che ricordarlo. Si tratta quasi
sempre di nevrosi legate alla vita sessuale infantile che divengono nevrosi di transfert.
Il caso di Dora (1900): la paziente interrompe bruscamente la cura, Freud non ha colto il transfert da
lei operato, proiettando sul terapeuta desideri e sentimenti in origine diretti sui genitori. Il
meccanismo della coazione a ripetere genera il transfert per rivivere ciò che non basta ricordare. Il
medico deve poi aiutare il paziente a capire che ciò che sembra realtà è solo il riflesso di un passato
dimenticato. La nevrosi da transfert in APP è il contesto clinico in cui la coazione a ripetere si
manifesta.
La resistenza scaturisce dall’io (dall’io coerente tramite suoi elementi inconsci), mentre la coazione
a ripetere deriva dal rimosso. Se la resistenza tende a evitare il dolore della liberazione del rimosso,
la coazione è invece causa di sensazioni spiacevoli. Eppure vi è anche soddisfacimento, nel senso
che si risponde al bisogno di rivivere quanto è stato rimosso. Sofferenza e soddisfacimento, dunque.
La coazione a ripetere è “eterno ritorno dell’identico”: l’espressione freudiana indica la chiara
ispirazione alla filosofia di Nietzsche, per quanto Freud non amasse le letture filosofiche. Altro
punto di contatto è la nascita della morale: in Nietzsche essa sorge dal risentimento degli schiavi, in
Freud dal superamento del complesso edipico; la differenza è che Nietzsche auspica il superamento
e l’abbandono della morale, mentre per Freud essa risponde al naturale processo di sacrificio di
bisogni arcaici e favorisce il progresso sociale).
CAPITOLO 4 – Inizia la speculazione sulla ipotesi che la coazione a ripetere riveli un APP.
La memoria non coincide col conscio (fossero attivi tutti i ricordi, non potremmo riceverne altri).
L’eccitazione diviene cosciente nel sistema Conscio (C) ma è solo in quelli contigui che lascia
tracce. Per l’organismo vivente la protezione vs stimoli è quasi più importante della ricezione degli
stimoli stessi. Il sistema C è protetto dagli stimoli esterni, non da quelli interni. Quando giungono
stimoli piacevoli/spiacevoli interni li si tratta come se fossero esterni, così da poter attivare le difese
(proiezione). La nevrosi è conseguenza di una breccia prodotta nello schermo difensivo vs stimoli
(non è shock a livello istologico o di corteccia cerebrale, bensì psichico). I sogni che riportano al
trauma hanno senso e non sono casuali, operano indipendentemente dal PP e non sono appagamenti
dei desideri, bensì subordinati alla coazione a ripetere.
Prof. Diego Manetti Filosofia
In ciò consiste la novità di APP: ci sono dei sogni che non rispondono al PP: (1) per traumi
dolorosi; (2) per episodi infantili dolorosi. Il principio che regola tali sogni è la coazione a ripetere,
per dominare retrospettivamente una situazione che ci aveva sorpresi, fissando con ciò trauma e
nevrosi.
CAPITOLO 6 – Le pulsioni di morte cercano di regredire allo stato inanimato, di morte naturale.
Ma la morte sembra essere opposta alla procreazione, originaria nella materia vivente. Eccoci così a
Schopenhauer: la morte è scopo della vita e la pulsione sessuale ricalca la volontà di vivere.
La coazione ha indotto Freud ad ammettere pulsioni di morte che si oppongono dualisticamente a
quelle di vita. Una simile opposizione si potrebbe forse riscontrare nel sadismo sessuale, che
diviene masochismo quando la pulsione di morte si rivolge contro il soggetto stesso. Solo il mito
platonico dell’essere androgino del Simposio può permettere a Freud di parlare di regressione anche
per le pulsioni vitali (riunire M/F come in origine). Dunque tutte le pulsioni hanno carattere
regressivo e la coazione caratterizza l’intera vita pulsionale.
Il PP risulta dunque dominante ma altresì coincidente col Principio del Nirvana (PN): ritorno alla
pace assoluta, all’assenza di bisogni e desideri (ancora Schopenhauer). Il PN esprime più
propriamente la tendenza della pulsione di morte a ripristinare lo stadio di non-vita precedente alla
vita stessa. In tal modo le pulsioni vitali e di morte tendono nuovamente a distinguersi, poiché il PN
si associa specificamente alle seconde.