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FREUD: vita ed opere -Nasce nel 1856 a FREIBERG da una coppia di ebrei, dopo il diploma nel

1872 decide di frequentare medicina, morirà il 23 settembre 1939. TRA LEGGENDA E STORIA: Il
fondatore della psicoanalisi scambiò tante lettere con l’amico Fliess medico berlinese per quasi 20
anni. In Fliess Freud credeva di aver trovato un interlocutore attento ed aperto, dopo la rottura dei
contatti Freud distrusse tutte le lettere ma alla morte dell’amico la moglie mise in vendita le
lettere di Freud che una sua allieva acquistò, anche se lui propose di distruggere anche quelle.
Dalle prime lettere è evidente un legame, quasi dipendenza, dalle opinioni di Fliess, ci sono lettere
anche tra Freud e Jung, Freud sperava diventasse suo erede mentre lui voleva solo un rapporto
paritario.

LE ORIGINI FILOSOFICHE DEL CONCETTO DI INCONSCIO: il concetto di inconscio è fondamentale


perché esista la psicoanalisi, voleva avere con questa ide la paternità della terza riv. Scientifica
nella storia del pensiero umano: 1 prima riv. Scientifica con Copernico che smentì la centralità
della terra. 2 seconda riv. Con Darwin che smentì la centralità dell’uomo nel creato. 3 la terza
voleva essere di Freud che avrebbe tolto all’uomo l’ultima delle sue illusioni, di essere in grado di
determinare coscientemente le proprie azioni. Il pensiero che esista una parte inconscia della
psiche è bel anteriore a Freud, va fatta risalire a Platone secondo il quale conoscere significa
ricordare perché l’anima ha conoscenza acquisita prima della nascita quando completava il mondo
delle idee, iperuranio. Dato che la psiche è in moto perenne e comunica al corpo si può dire che
Platone abbia una concezione dinamica della psiche. Spesso la vera radice dell’inconscio si
ricollega a Leibniz con le “petits perceptions” x lui la mente umana registra un’infinità di percezioni
delle quali non è consapevole, il loro sommarsi da vita alle percezioni consce, il campo delle
percezioni inconsce è più grande delle consce. Hume vede la conoscenza come un teatro, l’IO
come illusione e sviluppa l’idea che il pensiero si formi per associazione di idee, non x caso ma x
una “dolce forza che si impone inconsapevolmente. Kant sostiene che la conoscenza della mente
da parte della mente stessa non è qualitativamente distinguibile dalla conoscenza del mondo
esterno. Schopenhauer con “mondo come volontà e rappresentazione” riprende il dualismo
kantiano tra fenomeno (rappresentazione) e cosa in sé (volontà) dove la volontà è manifestazione
inconscia e ha quindi affinità col pensiero onirico. Nietzsche descrive quanto le motivazioni
dichiarate dall’agire umano siano diverse dalle motivazioni reali. Una concezione diversa di
inconscio si sviluppa nella psicologia empirica dove l’inconscio è inteso come fenomeno celebrale
ma non mentale, con l’ipnosi la possibilità di una vita mentale inconscia sembra diventare
osservabile. Le osservazioni di Charcot sulle pazienti isteriche vengono divulgare in lezioni delle
quali lui stesso ipnotizza le pazienti e chiede loro di compiere azioni che non ricordano più dopo
l’ipnosi.

NORMALE E PATOLOGICO: nel 1800 molti sostengono una teoria dei rapporti tra normale e
patologico x la quale la mattia è una variazione quantitativa in eccesso o difetto di un fenomeno
fisiologico. Questa idea si afferma con Ribot ed è il primo tentativo di fondare una psicologia su
basi scientifiche, se mente è frutto dell’evoluzione delle facoltà psichiche, la sua patologia è frutto
del processo inverso che si osserva quando le facoltà vengono meno. X Freud non c’è differenza
qualitativa tra condizione nevrotica e normale, solo quantitativa: ogni essere umano può essere un
nevrotico, sia in generale che nello specifico.

IL RUOLO DEL TRAUMA PSICHICO: la psicoanalisi costituisce una terapia che interviene sul
funzionamento psichico, Freud non è convinto dell’indipendenza della mente dal corpo e
intraprende dei tentativi x abbozzare una psicologia fondata sulla fisiologia, ma furono
abbandonati. Fu allievo di Bruck che era esponente del circolo fisicanalitico di Berlino dove c’era
una visone materialistica del mondo: si voleva spiegare ogni aspetto della vita in termini di
funzionamento fisico, anche Charcot partiva da una tradizione di ricerca materialistica e trova
fenomeni di rilevanza neurologica ma apparentemente non spiegabili in termini fisici e sono
spiegati come indotti da cause sia fisiche che psicologiche e x lui esiste anche una condizione
ereditaria che la descrive in due modi: 1 in parte come eredità specifica di una certa malattia 2 in
parte come una più diffusa disposizione alla patologia che poteva manifestarsi prima in un
disturbo specifico poi in un altro. L’occasione traumatica è ciò che crea le premesse perché l’isteria
diventi conclamata. F. avrà una concezione simile a Charcot ed affermerà che il trauma è un
fattore necessario ma non sufficiente x la malattia mentale, approfondirà il ruolo del trauma e
abbandonerà le idee di Charcot sull’eredità dimostrando che alcuni disturbi erano la conseguenza
di reminiscenze traumatiche e il trauma come evento singolo perderò importanza con l’entrata del
concetto di Sovradeterminazione: ogni manifestazione dipende da molteplici cause e la causa della
nevrosi in fine sarà il senso di una minaccia incombente.

LA SESSUALITA’ COME CENTRO DELLA VITA PSICHICA: un aspetto centrale è della vita sessuale
nell’economia psichica, x F. l’uomo è motivato fin dalla nascita alla soddisfazione dei desideri
sessuali. Il materialismo di F. perderebbe forza se non avesse al suo centro l’istinto riproduttivo
come principio biologico. Non è stata comunque una scintilla nel buio: nel contesto di F. ci sono
molti psichiatri che avevano studiato il comportamento sessuale e le sue derivazioni postando
l’attenzione sul legame tra sessualità e malattia mentale. Ciò è freudiano è l’idea che lega la
sessualità a quali ogni forma di psicopatologia.

IL CONCETTO DI PSICOANALISI: il termine psicoanalisi fu coniato da F. nel 1896 e nasce in forma di


ossimoro: è convinto del fatto che la psiche di per sé immateriale, possa essere analizzata come un
comporto chimico. Psicoanalisi è un concetto polivalente che identifica: 1 un metodo di indagine
sui fenomeni mentali, 2 una teoria del funzionamento della mente, 3 una prassi terapeutiche x
allievare le sofferenze della psicopatologia. Il metodo d’indagine nasce con l’abbandono
dell’ipnosi: consiste in tecniche mirate ad identificare elementi della vita mentale dei quali l’uomo
non ha coscienze, elementi inconsci. La loro presenza non è episodica ma costituisce una
caratteristica della mente. L’origine di ogni patologia è da cercare nella vita mentale inconscia che
è in ogni essere umana, la vita mentale è inconscia e la coscienza ne è una parte come la parte
emersa di un iceberg che è solo una piccola parte di tutto. La terapia psicoanalitica presuppone
che i pensieri e gli affetti inconsci dell’origine della patologia possano essere riportati alla
coscienza, rendere conscio l’inconscio. La teoria psicoanalitica fu schematizzata da F. e poi da
Rapaport in alcuni punti di vista: 1 PUNTO DI VISTA TOPICO: la mente è divisibile in inconscio,
preconscio (ricordi, emozioni) e conscio. 2 PUNTO DI VISTA DINAMICO: la mente è descritta come
un gioco di forze e la condotta umana è il risultato di tali forze. 3 PUNTO DI VISTA ECONOMICO: di
tali forze ne descrive origine e intensità. 4 PUNTO DI VISTA GENETICO: descrive l’origine della
psiche adulta tramite passaggi evolutivi, la mancata realizzazione di questi porta ad una
psicopatologia. 5 PUNTO DI VISTA STRUTTURALE: vede la psiche formata da Es (inconscio) Super-Io
(parzialmente inconscio) Io (mediazione tra Es, Super-Io e realtà). Rapaport aggiunge 6 PUNTO DI
VSITA ADATTIVO: x identificare aspetti non conflittuali dell’adattamento alla realtà.

LINGUAGGIO FREUDIANO E TEORIA PSICOANALITICA: ci sono molti concetti, come Transfert:


compare 4 anni dopo e non sarà messo a punto prima del resoconto sul caso di Dora. Freud è
molto creati nel coniare termini ma alcuni specifici termini possono perdere in parte o del tutto la
loro valenza in fasi successive. Spesso accade che uno stesso concetto evolvendosi venga
etichettato in un nome diverso. Infine il suo linguaggio non è mai esoterico (misterioso) ma
naturale, la scelta di tradurre parole freudiane con termini complicati ha portato a risultati
discutibili.

L’EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI PSICOANALISI: i primi ad avere idee diverse da F. furono: Adler e
Jung che furono esclusi dal movimento psicoanalitico e identificarono le loro idee con nomi diversi.
Dagli anni ’40 il termine psicoanalisi fu applicato a teorie diverse. Alla morte di F. i seguaci della
figlia Anna e di Melanie iniziarono delle conteste teoriche dette discussioni controverse. Si
distinsero un gruppo di annafreudiani, uno kleiniano ed uno indipendente con Winnicot, Bowlby e
Fairbairn. “psicoanalisi” è stata chiamata ogni psicoterapia che consideri F. come creatore,
originando due paradossi: uno identitario perché molti terapeutici che si definivano psicoanalisti
adottarono una prassi non freudiana. Uno epistemologico perché gli attacchi rivolti alla
psicoanalisi freudiana sono stati considerati validi x ogni forma di psicoanalisi.

1 LA NASCITA DELLA PSICOANALSI: FIGURE DI RIFERIMENTO DEL GIOVANE FREUD -nacque nel
1856 a Freibeg, si stabilisce a Vienna dove trascorre quasi tutta la sua vita, muore a Londra nel
1939. A prescindere dalle disponibilità dell’ambiente culturale fu esposto a molte influenze, le
filosofiche sono le più difficili da individuare anche perché lui non voleva ammetterlo. Non si forma
come filosofo ma medico neurologo, qui è stato influenzato da Bruck, Charcot, Fliess… Bruck è
considerato da F. l’autorità più grande, Charcot attirò la sua attenzione nei confronti dell’isteria.

GLI ANNI DELLA FORMAZIONE: anche se non da famiglia agiata fu messo nella condizione di
studiare, risulta ateo ma conscio delle proprie origine ebraiche. Nel 1885 fu docente di
neuropatologia, x una borsa di studio si trasferisce a Parigi dove lavora Charcot dove in quel
periodo aveva iniziato a trascurare l’approccio anatomico alle malattie nervose in favore di quello
fenomenologico, in particolare sull’isteria: patologia descritta spesso in modo superficiale come
frutto dell’eccitamento genitale eccessivo. Ne studiava le manifestazioni più forti caratterizzati da
disturbi della sensibilità, forse di paralisi inspiegabili, ipotizzabilità. Gli attacchi isterici sarebbero
stati indotti da un’attività mentale inconscia da indurre uno stato ipnoide. Ipnotizzando un
soggetto isterico si potevano riprodurre i sintomi dell’attacco, durante le sue lezioni mostrava
pazienti che ipnotizzava e riconduceva alle condizioni dei sintomi dei quali soffrivano, senza che
essi una volta svegliati ricordassero. La definizione di Charcot dell’isteria era in parte psicologica in
parte fisica, si pensava che molte forme erano legate alla degenerazione: un’alterazione fisica che
insorgeva in alcune persone ed era trasmessa in via ereditaria peggiorandosi. F. introduce una
novità in tutto ciò, la terapia. Un metodo efficace era quello praticato da Breuer: ricondurre il
paziente sotto ipnosi alla preistoria psichica del suo disturbo costringendolo a riconoscere
l’occasione che ha scatenato il disturbo, è il più adatto x l’isteria.

TRA NEUROLOGIA E PSICOLOGIA IPNOSI E SUGGESTIONE: F. è al corrente che Berneim (medico) ha


messo in discussione le idee di Charcot in merito all’ipnosi dando luogo alla disputa tra la scuola di
Berneim e quella di Charcot. F. li analizza entrambi e prende le posizioni di Charcot ritenendo che
dove si fosse dimostrata l’assenza di una componente fisiologica alla base dei fenomeni ipnotici,
tutte le altre osservazioni su malati di isteria sarebbero state nulle. Si scoprì poi che buona parte
delle idee di Charcot erano frutto di una consapevole collaborazione da parte delle pazienti.
Berneim crea un impegno dell’ipnosi x la cura di diverse patologie nevrotiche, suscita l’interesse di
F. che si reca da lui, la pratica dimostra a F. che il trattamento non garantisce di x sé risultati,
davanti a disturbi di origine psichica non ottiene nulla con un’unica ipnosi, ma con la ripetizione di
essa.
TRAUMA, ABREAZIONE, RIMOZIONE: F. giunge a due conclusioni: 1 si convince che il ruolo delle
esperienze di trauma e della relativa reminiscenza (ricordo) sia fondamentale nella formazione dei
sintomi isterici. 2 svaluta e respinge l’idra dell’ereditarietà ma ammette la possibilità di una
generica predisposizione individuale. Nascono poi 2 archiviati del suo pensiero: rimozione riferito
agli eventi traumatici e abreazione x scarica emozionale con cui il soggetto si libera dal trauma.
Nelle isterie il malato riviveva in modo allucinatorio sempre lo stesso avvenimento, grazie
all’ipnosi dei malati diventa possibile estendere la relazione col il trauma al sintomo. Questa
connessione può essere diretta come quando un’emozione dolorosa che si tenta di reprimere
finisce x provocare nausea e vomito: una forma isterica di vomito può durare x mesi. La
connessione può anche avere un carattere simbiotico quando al dolore psichico si associa una
nevralgia. Tutto ciò necessita di un’estensione al concetto di isteria traumatica, il concetto di
trauma come agente provocatore viene respinto perché credevano che i sintomi isterici
scomparissero subito quando si era riusciti a rivedere con chiarezza il ricordo dell’evento. Senza
catarsi o abreazione il trauma mantiene il suo effetto patologico, la mancata abreazione è legata a
due condizioni: 1 rimozione intenzionale del ricordo, 2 stato emotivo intenso vissuto durante il
trauma. È quindi introdotto il concetto rimozione tramite il quale il ricordo viene intenzionalmente
represso al punto da dimenticarlo apparentemente perché si conserva intatto della memoria. F.
spera la “teoria degli stati ipnoidi” di Breuer con la sua teoria della difesa: il primo esercizio di
difesa è la rimozione, davanti al trauma l’atteggiamento è più attivo che passivo. Nella
“comunicazione preliminare” si evita di affrontare il tema dell’origine dell’isteria, si parla solo del
maccanismo dei sintomi isterici perché le cause andrebbero ricercate anche sul piano fisico. Si
anticipa il “principio di costanza” idea che la psiche tenda a mantenere un livello di eccitazione
basso e tenda a scaricare ogni eccesso energetico.

L’ETIOLOGIA SESSUALE DELLA NEVROSI E IL CONCETTO DI DIFESA: nelle prime lettere x Fliess
emerge che il comportamento sessuale influisce sulla nascita della nevrosi d’angoscia e
nevrastenia: la prima dovuta alla pratica del coutis reservatus (il maschio non eiacula nel corpo
femminile x mantenere l’eccitamento= e la seconda è l’eccessiva masturbazione. Queste forme
saranno poi dette “nevrosi attuali” perché legate all’attività sessuale presente e non a traumi
passati, sono prevedibili ma non curabili. La loro insorgenza è dovuta alla diffusione nel sistema
nervoso di una sostanza tossica, emanante dagli organi riproduttivi e si è tradotta nella
convinzione che esiste una differenza tra affetti normali e patologici: nella nevrosi l’affetto avrebbe
una fonte interna di eccitamento, in condizioni normali la fonte è esterna. Nel saggio “la
neuropsicosi da difesa” F. è convinto della pervasività del legame tra sessualità e nevrosi. Parte
dalla definizione della nosografia (studio medico di una malattia) isterica, ammettendo la
possibilità di isteria di origine in parte ereditaria e teorizza un’isteria da difesa che sarebbe
prodotta da uno sforzo di volontà di motivazione individuale. F. x la prima volta prende in
considerazioni tre gruppi di sintomi: 1 le condizioni fobiche 2 le idee ossessive 3 gli stati
allucinatori di tipo psicotico. L’origine dall’isteria da difesa delle fobie e ossessioni hanno il comune
che allontano dalla coscienza il contenuto mentale sgradito. Secondo il processo di conversione di
F. l’io si libera di ogni ragione di contrasto ma si prende il peso di un simbolo mnestico (memoria).
Il concetto di difesa ha un’evoluzione nella psicoanalisi: F. all’inizio aveva identificato la sola
rimozione, abbandonerà poi il termine difesa x tornare ad usare rimozione come suo sinonimo,
perché ogni forma di difesa è riconducibile ad una rimozione.

VERSO LA PSICOANALISI: PSICOTERAPIA SENZA IPNOSI -F. e Breuer in “studi sull’isteria” hanno
alcune opinioni differenti come Breuer che non condivide l’idea della centralità tematica della
sessualità. L’opera è il passaggio dalla preistoria alla storia della psicoanalisi e x la prima volta si
narra il caso di Anna O: la paziente aveva mostrato sintomi isterici mentre accudiva il padre
malato, tanto da non poterlo più fare, la sua giornata era divisa tra una fase di coscienza segnata
da allucinazioni la mattina, una fase tranquilla nel pomeriggio ed uno stato ipnotico dal tramonto.
Viveva le allucinazioni con spavento incomprensibile, Breuer si accorse che ricordando alla
paziente le parole pronunciate durante le allucinazioni lei era in grado di rievocarle, quando
accadeva passava ore tranquille la notte ma la mattina ricominciava. X la Liberazione nello stato
ipnotico lei stessa aveva creato degli appellativi come “talking cure” (curare attraverso il parlare,
accade che dopo alcuni discorsi durante l’ipnosi Anna O. non trasse solo sollievo x la notte ma si
liberò anche dai sintomi isterici che la opprimevano: l’incapacità di bere acqua. Raccontò inorridita
che una volta una dama di compagnia era entrata della sua stanza e aveva visto il suo cane bere da
un bicchiere, non disse sulla x gentilezza, dopo aver sfogato la sua rabbia chiese di bere acqua
senza problemi e si svegliò dall’ipnosi col bicchiere alla bocca. Il disturbo era scomparso per
sempre insieme altri sintomi, tutte le circostanze nelle quali si era manifestato vennero raccontare
inverse, iniziando coi giorni precedenti la degenza del paziente fino al primo manifestarsi. F. in
seguito rinuncerà all’ipnosi x tre motivi: 1 perché alcuni pazienti non era ipnotizzabili 2 x mancata
disponibilità da parte dei pazienti 3 x alcuni effetti collaterali come il possibile risveglio della
sessualità delle pazienti sotto ipnosi. La terapia senza ipnosi viene applicata dal caso Elisabeth e si
sviluppa da quando si capisce che i pazienti sempre più sembravano poter revocare i ricordi ma
con fatica.

UN PROGETTO ABBANDONATO: nel “progetto di una psicologia” si tratta di un ultimo tentativo x


tracciare le dinamiche psicologiche del cervello in termini anatomici, fu subito scartata come
insoddisfacente da F. stesso che decise di accontentarsi del livello di descrizione patologico. Scrive
che l’intenzione del progetto è di dare una psicologia che sia una scienza naturale cioè
rappresentare i processi psichici come stati determinati di particelle materiali al fine di renderli
chiari, abbandona un obiettivo meccanico-fisiologico nei confronti della scienza in favore di uno
più evoluzionistico.

2 PROGRESSIVE TRANSIZIONI: LA TEORIA DELLA SEDUZIONE INFANTILE – nel 1895 matura che
l’etiologia dell’isteria possa essere ricondotta ad un trauma sessuale infantile reale. L’esperienza
clinica alla quale F. fa riferimento porta 13 casi nevrosi, in ognuno dei quali ritiene di aver trovato
l’episodio decisivo x l’insorgere della nevrosi, in età tra i 2 e 10 anni. L’episodio è emerso solo
lottando contro un’enorme resistenza da parte dei pazienti, riuscendo in fine a strappare pezzo
per pezzo il ricordo. Sorge però una difficoltà: se il trauma è da ricondurre ad età precoce nella
quale la sessualità non ha ancora un senso, come fa ad avere delle conseguenze tanto importanti?
F. risponde che proprio perché si tratta di un soggetto infantile, l’irritazione sessuale precoce non
produce alcun effetto o quasi all’età in cui si verifica, ma viene conservata la traccia psichica e più
tardi in pubertà accade che questa traccia psichica inconscia si riattivi. Il ricordo agirà come fosse
un episodio attuale, si ha quindi l’azione postuma di un trauma sessuale, tutto ciò che accade in
età infantile non viene rimosso dalla mente, sono le esperienze ad avere un effetto traumatico, il
ricordo del trauma rimane inconscio. F. afferma che ci sono tre nodi della teoria: 1 la ragione x
collocare l’origine della nevrosi infantile 2 la sua etiologia nella sessualità 3 l’impossibilità di un
ricordo immediato del trauma. I ricordi all’inizio seguono percorsi a ritroso, solo dopo però si
ramificano, da una scena si dividono 2 o più ricordi dai quali hanno origine altre catene di ricordi.
Conducendo questa analisi si può arrivare a questo risultato: qualunque sia il caso e il sintomo dal
quale si è partiti, alla fine si giunge sempre nel campo dei fatti sessuali. Il presupposto dal quale la
teoria della seduzione infantile parte è che il nevrotico abbia da bambino una parte solo passiva
nella scoperta della sessualità e desiderio, F. si convincerà però del contrario e giungerà ad
elaborare una teoria che prevede il bambino attivamente predisposto alla sessualità.

L’ABBANDONO DELLA TEORIA DELLA SEDUZIONE ED IL MITO DI EDIPO: nel 1897 F. perde la fiducia
nel valore della teoria della seduzione infantile e lo scrive x lettere a Fliess. Masson, che pubblicò
le loro lettere, affermò che F. aveva deciso di abbandonare il modello della seduzione x questioni
di convivenza politica, più che x reali convinzioni: la teoria sarebbe risultata troppo scandalosa x
l’ambiente medico dell’epoca e temeva di essere isolato. F. suppone che l’origine dei conflitti
infantili e di conseguenti nevrosi, possa ruotare attorno ad una condizione mentale
universalmente diffusa: l’amore verso il genitore del sesso opposto e la rivalità verso il genitore
dello stesso sesso. F. dice di aver spostato l’attenzione sulla sua autoanalisi e di aver raggiunto la
conclusione che in sé stesso ha trovato l’innamoramento x la madre e la gelosia verso il padre, ora
ritiene che questo sia un evento generale della prima infanzia anche se non sempre si manifesta
tanto presto come nei bambini isterici. Nel mito sulla tragedia di Edipo lui era convinto di essere
figlio di una coppia di Corinto, si era regato quindi da un oracolo e gli era stato annunciato il
terrificante destino di uccidere il padre e sposare la madre. In realtà era figlio del re Laio che a sua
volta aveva ricevuto notizia di essere destinato ad essere ucciso dal figlio ed aveva cercato di
liberarsene ma il pastore incaricato di ciò lo aveva dato in adozione. Edipo e Laio si incontrarono x
caso ed Edipo lo uccide e fu proclamato re della città e marito della regina che era sua madre. Il
desiderio infantile verrà chiamato poi complesso di Edipo.

FUNZIONE E SIGNIFICATO DEI SOGNI IL MASCHERAMENTO DEL DESIDERIO: primo testo


importante di F. fu “l’interpretazione dei sogni” nel 1899 propose nuove teorie non ammettendo
l’abbandono di altre, il suo obiettivo principale è di dimostrare l’esistenza di una tecnica
psicologica che consenta di interpretare i sogni e ognuno di questi diventi una formazione psichica
nell’attività della veglia. Il sogno è l’appagamento di un desiderio spesso di natura sessuale,
trattandosi di un desiderio individuale ogni sogno sarà levato alla vita del sognatore, il desiderio
all’origine del sogno è il più delle volte rimosso dalla coscienza che lo ritiene inaccettabile, lo stato
di sonno rende possibile però la sua formazione e l’espressione del desiderio è manifesto (ciò che
è sognato) e contenuto latente (ciò che si ricorda) questi due contenuti stanno davanti a noi in due
lingue diverse che prendono il nome di lavoro onirico ed è diviso in due livelli: 1 comprende i
meccanismi di deformazione del contenuto onirico: condensazione (unificazione di più elementi)
spostamento (sostituzione al centro della scena del sogno del pensiero onirico) condensazione
della raffigurabilità (i pensieri sono raffigurati in una dimensione che si ha la sensazione di vedere).
2 elaborazione secondaria: è un lavoro di ricostruzione x dare un senso al contenuto). Il sogno
oltre ad appagare i desideri rimossi ne appaga un altro, quello di continuare a dormire, il continuo
del sonno è uno dei motivi della formazione del sogno. Tra le teorie scartate è che esso sia il
custode del sonno: l’uomo dorme x sognare e non sogna x dormire, il sogno può scegliere il suo
materiale da qualsiasi momento della vita purché ci sia un collegamento tra le esperienze del
giorno del sogno e quelle lontane.

DAL SOGNO PROTOTIPO ALLA TECNICA INTERPRETATIVA: il primo sogno in cui F. ha trovato un
significato è fatto da lui su una paziente, Irma: lei nel sogno non si sente bene e viene visitata da F.
e un dottore M. e O. Irma ha una macchia bianca in bocca risalente all’iniezione di un farmaco
fatta da O. con una siringa non pulita. M. sostiene che Irma guarirà da sola, nella realtà F. era stato
rimproverato da O. x non aver curato bene l’ammalata, nell’interpretazione di F. la diagnosi
dell’altro dottore appaga da una parte il desiderio di vedere Irma guarire, dall’altra quello di non
essere responsabile delle sue condizioni, lo scarico di responsabilità su O. appaga anche un altro
possibile desiderio, di vendetta sull’amico che lo accusava di non averla curata bene.

CONTENUTO E LOGICA DEL SOGNO: il sogno filtra nella mente adulta, quella infantile e ciò si
traduce nel ritorno dei desideri infantili nel sogno, sono i sogni tipici. Pare che dal punto di vista di
F. il significato reale del sogno si ottenga sempre ribaltando il significato apparente. La teoria
freudiana sui sogni è stata molto discussa sul piano psicologico ma sembrava confutata sul piano
fisiologico la “teoria dell’attivazione-sintesi” di Hobson x la quale il sogno sarebbe innescato da
segnali neurali casuali provenienti dal tronco encefalitico producendo fenomeni simil-perfettivi,
teoria che ha goduto di grande popolarità dal 1970, poi screditata da Solms che afferma che le
lesioni del tronco dell’encefalo non producono deprivazioni della produzioni di sogni, al contrario
di numerosi tipi di lesione cerebrale.

TEORIA DELLA MENTE E TEORIA DELLE NEVROSI NELL’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI: la psicologia
emergente dall’interpretazione dei sogni è una teoria della motivazione, tale teoria è detta “di
transizione” x la sua breve adozione da parte di F. la centralità del desiderio verrà poi rimpiazzato
dalla centralità della pulsione, x questo motivo F. voleva riscrivere “l’interpretazione dei sogni” ma
fu bloccato dall’editore. Secondo la teoria esposta dell’opera il principio di sostanza caratterizza
l’apparato psichico solo infantile e si può dire che nella vita adulta l’atto di sognare è un brano
della superata vista psichica infantile. Però i pensieri del sogno non sono solo infantili, sono anche
desideri del presente ma inaccettabili x la coscienza, esiste una parte di vita psichica che è preclusa
alla coscienza stessa. I contenuti dell’inconscio x giungere al conscio dovrebbero passare il vaglio
della censura ed accedere al preconscio: contenuti in linea di massima disponibili alla coscienza,
come un ricordo lontano. F. sostiene che esiste una forma di censura anche tra preconscio e
coscienza ma è la censura tra inconscio e preconscio a rivestire un ruolo importante perché senza
censura i desideri inconsci tenderebbero a manifestarsi anche di giorno e a prendere il controllo,
come nelle psicosi. Il sogno x F. può essere l’unica modalità in cui l’inconscio appaga o tenta di
farlo, un desiderio, la forma classica di espressione del desiderio inconscio è rappresentata dal
sintomo nevrotico, frutto di un desiderio inconscio e risultato di un conflitto. È possibile x F.
comprendere che il sistema inconscio, rispetto ad altri, funziona sulla base di principi differenti, i
processi mentali inconsci sono detti “processi primari” quelli coscienti “processi secondari”
l’intensità di questi è definita “investimento”.

IL NATURALISMO FREUDIANO E IL DUALISMO PROVVISORIO: l’idea di costruire una teoria della


mente basata sul funzionamento neuronale è abbandonata da F. in cui c’è la convinzione che il
funzionamento della mente sarebbe riconducibile al funzionamento fisico. L’idea che i sogni
abbiamo un significato è legata al principio del determinismo psichico x cui ogni evento mentale
ha una sua causa/e in base alla sovradeterminazione. La creazione di F. si chiama “psico-analisi” x
analogia col il processo chimico: come i composti vengono ridotti dall’analisi dei loro componenti,
così la psico-analisi coglie le nevrosi scomponendo i sintomi, tra i chimici esistono legami atomici,
tra gli psichici legami associativi, la vita psichica è un “gioco di forze”.

3 L’AVVENTO DELLA TEORIA DELLE PULSIONI PSICOANALISI E QUOTIDIANO: INCONSCIO, LAPSUS E


ATTI MANCANTI -ci sono due testi che portarono F. alla notorietà: 1 “la psicopatologia della vita
quotidiana” e 2 “il motto di spirito e il suo rapporto con l’inconscio”. 1 Il primo nucleo principale
della vita quotidiana si trova in una lettera di Fliess dove F. sostiene di aver supposto da tempo che
eventi come la dimenticanza di un nome fossero significativi, prende in esame vari tipi di errori
quotidiani: dimenticanze, lapsus di lettura o scrittura ed azioni sbagliati come omissioni. Anche se
apparentemente casuali sono detti “atto mancato” in quanto l’atto intrapreso non ha il risultato
previsto sul piano cosciente. Un fenomeno di notevole dimenticanza è la scomparsa di intere
catene di nomi dalla memoria, avviene quando nel cercare un nome dimenticano se ne cerchi un
altro collegato al primo x associazione ma sfugge anche questo secondo. Un’alterazione della
moria è costituita dai “ricordi di copertura”. La dimenticanza di elementi complessi conduce F. a
riflettere sulla memoria, ponendo l’accento sull’assenza di una teoria che spieghi i meccanismi
generali che portano la mente a ricordare o dimenticare. Presenta il suo come un piccolo
contributo alla teoria della dimenticanza riguardante quanto ci si potrebbe aspettare di ricordare e
non si ricorda. Il ricordo è allontanato dal sistema cosciente con una forma di resistenza, F.
sostiene che soprattutto la dimenticanza di propositi è un argomento contro il senso comune che
spiegherebbe la “defagliance” della memoria come pura e semplice mancanza d’attenzione.
Importante anche il caso della formazione dei falsi propositi: intenti che non possono essere in
pratica realizzati.

IL MOTTO DI SPIRITO: 2 l’origine del motto di spirito ha un carattere sintomatico ma ha in comune


con i sogni l’origine inconscia e i meccanismi di formazione. Nel motto considerazioni e
spostamento operano diversamente: il motto ha un carattere sociale, ha bisogno di 2-3 persone x
ottenere il suo effetto: chi li enuncia, chi ne è soggetto e chi ride. F. nota che alcuni motti possono
avere carattere innocente mentre altri tendenziosi riconducibili alla sessualità e aggressione.
Hanno fine di procurare piacere e liberano dell’energia psichica che altrimenti sarebbe rimasta
bloccata dalla censura.

LA TEORIA DEL TRANSFERT: è un tipo di formazione mentale, inconscia che consiste nella copia
degli impulsi e fantasia che devono essere resi coscienti durante l’analisi. Al paziente succede di
rivivere esperienze psichiche del passato all’interno della relazione col terapeuta: verso di lui il
paziente prova sentimenti già provati in passato verso un’altra persona, dandogli allo stesso
tempo anche i pensieri originariamente attribuiti a quest’ultima. La differenza tra esperienza
originale e rivissuta può essere più o meno forte, in alcuni casi gli impulsi possono essere soggetti
ad una sublimazione. F. afferma che il transfert è un requisito necessario di qualunque analisi che
non può essere evitato, le patologie curabili con la psicoanalisi saranno definite nevrosi da
transfert. La cura psicoanalitica però non crea il transfert ma lo scopre, dopo F. a introdurre novità
sul transfert fu Heinz: ritiene che il transfert sia solo un’esperienza di ripetizioni delle esperienze
passate che chiama “oggetto-sé” in quanto l’altro è percepito come del tutto separato. L’oggetto-
sé porta alla fondazione di una nuova corrente della psicoanalisi detta self psychology.

LA TEORIA DELLE PULSIONI: DINAMICA DELLA PULSIONE -i 3 saggi sulla teoria sessuale
introducono il modello pulsionale che sostituisce quello del desiderio. Per PULSIONE intendiamo la
rappresentazione psichica di una fonte di stimolo in continuo flusso, endosomatica, a differenza
dello stimolo in quale è prodotto da eccitamenti dell’esterno. La pulsione è un concetto che sta al
limite tra lo psichico e il corporeo. Ciò che distingue le pulsioni è la relazione che hanno con le loro
fonti somatiche, la fonte della pulsione è un processo eccitante in un organismo. La pulsione
sessuale è percepita necessaria come l’assunzione di cibo, che è chiamata “fame” il termine x la
pulsione è “libido” intesa come l’energia di tale “spinta”. X SPINTA si intende l’elemento motorio
di questa, x META il soddisfacimento che può essere raggiunto sopprimendo lo stato di
stimolazione alla fonte della pulsione, la FONTE è il processo che si svolge in un organo in cui lo
stimolo è rappresentato nella vita psichica della pulsione, l’OGGETTO è ciò mediante cui la
pulsione può raggiungere la sua meta. F. considera 2 tipi di pulsioni necessarie x la teoria: quella
di auto-sopravvivenza e quelle sessuali. La sessualità acquista un carattere esclusivo, l’origine delle
nevrosi è ascritta alla sfera sessuale e legata a problemi riconducibili al periodo dello sviluppo. F.
inizia a teorizzare lo sviluppo psicosessuale del bambino come una successione di stadi che, se
alterata, porta a psicopatologie. Nella vita sessuale la scelta dell’oggetto è varia ma resta costante
la necessita di soddisfare le pulsioni, x F. è un motivo sufficiente x dire ce la meta delle pulsioni
non sia un rapporto con l’oggetto. Sulla libido e le pulsioni ci saranno molte discussioni, le prime di
Adler e Jung che porteranno la nascita di due teorie esterne alla psicoanalisi: psicologia individuale
e analitica, metteranno in discussione la centralità della sessualità. Adler determinerà la volontà di
potenza come principale movente della condotta umana, Jung teorizza l’esistenza di una libido che
però interpreta non come energia sessuale ma generale.

LA SESSUALITA’ INFANTILE: F. è certo che già da neonati sono presenti dei germi di impulsi
sessuali, presume che la vita sessuale infantile comincia ad esprimersi in modo osservabile dal 3
anno di vita, periodo detto DI LATENZA: le pulsioni sessuali sono contenute in parte e si riversano
su mete diverse mediante la sublimazione. La prima manifestazione si attua attraverso il
“succhiare con delizia” e si accompagna ad un contatto di sfregamento con parti sensibili del
corpo, altra zona erogena gin dall’inizio è quella anale che mantiene un ruolo importante x tutta la
vita. La zona genitale anche è erogena e si risvegli fin dall’allattamento, x queste cose si ha
un’origine della sessualità riconducibile a esperienze naturali e necessità fisiologiche. L’attività
sessuale (sfregamento) connessa alle zone erogene è detta autoerotica: una forma di
soddisfazione tipica delle pulsioni infantili e non si riscontra la necessità dell’oggetto sessuale
esterno. F. parla però si alcune pulsioni indipendenti dalle zone erogene: la presenza di altre
persone come oggetti, si tratta del piacere di guardare ed esibire che avranno poi una relazione
con la sessualità genitale, sono “pulsioni parziali”. Tutti i bambini/e attraversano delle fasi della
vita sessuale, FASE ORALE: in cui l’attività sessuale non è separata dall’assunzione di cibo, la meta
sessuale è l’incorporazione dell’oggetto. FASE ANALE: in cui l’attività sessuale è prodotta da
pulsioni di appropriazione servendosi della mucosa esogena intestinale. FASE FALLICA: che
conosce un solo genitale quello maschile.

NORMALITA’, NEVROSI E PERVERSIONE: la NORMALITA’ è il risultato della rimozione di


componenti della sessualità infantile e della subordinazione delle rimanenti sotto il primato della
zona genitale in servizio della funzione riproduttiva. Le PERVERSIONI sono alterazioni del processo
di rimozione e subordinazione, il ruolo della realtà rispetto quello dell’interpretazione soggettiva
della realtà risulta secondario, questo trova applicazione su due piani: 1 la teoria della relazione
con il proprio ambiente ovvero non è importante il rapporto obiettivo tra individuo e ambiente ma
quello soggettivo. 2 l’oggetto di indagine della psicoterapia analitica dove l’interesse di F. è nella
narrazione rispetto ad aventi intersoggettivi.

4 LA PSICOANALISI ED IL CONFRONTO TEORICO: NASCITA DEL MOVIMENTO PSICOANALITICO ED


IMPATTO SULLA TEORIA FREUDIANA -F. svolgeva delle riunioni con chi si interessava alle sue idee,
si tenevano sempre di mercoledì sera ed erano chiamate “le serate psicologiche del mercoledì”. F.
capisce che le sue idee suscitarono interesse su un gruppo svizzero dell’ospedale di Zurigo, in cui
c’era anche Jung che mise a punto l’esperimento associativo che conferma delle tesi di F.
sull’inconscio. La società del mercoledì diventa “società psicoanalitica di Vienna” 1908, F. e J.
Tennero una serie di conferenze degli USA, F. non amava essere messo in discussione e x questo
perderà molti della sua cerchia. Si possono individuare tre nuclei nuovi delle riflessioni su F: 1
l’impiego della teoria psicoanalitica nella spiegazione dell’origine della psicosi 2 l’ampiamento
della concezione del lavoro sul sogno 3 l’uso della psicoanalisi x interpretare fenomeni sociali. La
teoria dei sogni è tra gli argomenti che suscitano più proposte, F. non prende in considerazione
delle ipotesi di Jung: che la vita dei sogni possa essere il riflesso della condizione della psiche del
sognatore, che il sogno passa rappresentare un’indicazione su eventi mentali e conflitti psichici
futuri, la teoria dei simboli arricchisce l’analisi dei sogni di un elemento di comprensibilità
immediata: associazione tra simbolo e significato. Il simbolo onirico è importante perché si pensa
che alcuni elementi del sogno possano avere un significato costante indipendentemente dal
sognatore. F. e Jung tentano un’analisi reciproca durante il viaggio negli USA ma falliscono, il primo
caso di analisi di bambini è sul figlio di un membro della società psicoanalitica ma F. non è
convinto di poter applicare l’analisi nei bambini perché crede che le “confessioni” da parte loro
siano difficili da ottenere. Ma l’analisi del bambino diventerà apertura nel settore dell’analisi
infantile.

SOGNI E SIMBOLI: F. è contro la sopravvalutazione dei simboli x l’interpretazione dei sogni, contro
la riduzione del lavoro di traduzione del sogno a traduzione dei simboli e rifiuta la tecnica che
utilizza le associazioni di chi sogna. Le 2 cose devono completarsi ma l’interpretazione deve essere
più importante mentre la traduzione dei simboli come mezzo di aiuto, i simboli sono spesso
ambigui e hanno più di un significato.

L’ORIGINE DELLA PSICOSI E LA SCELTA DELLA NEVROSI: IL CASO DEL PRESIDENTE SCHREBER -il caso
di Schreber da la conferma della teoria della libido: il protagonista reduce della remissione dei
sintomi di una malattia nervosa, ricopre una carica di notevole importanza e poco dopo gli si
presenta la fantasia x la quale sarebbe stato bello essere una donna ed avere rapporti in posizione
passiva. Afflitto da insonnia torna in clinica sotto le cure di un dottore che si trasformò ai suoi occhi
in un assassino di anime. Poco dopo finì x costruire un complesso sistema delirante nel quale il suo
ruolo era di prescelto da dio x salvare il mondo e al tempo stesso era perseguitato dalla divinità:
l’interpretazione di F. è che il suo desiderio omosessuale si era rivolto verso il dottore come amore
transferale: la negazione dei desideri omosessuali aveva trasformato l’oggetto d’amore in odio, F.
ipotizza che il suo caso possa costituire un prototipo x identificare il meccanismo di origine della
paranoia e sostiene che sono le sconfitte sociale e le umiliazioni le cause del senso di persecuzione
di origine. F. sviluppa l’ipotesi identificando la scelta oggettuale omosessuale: cioè la scelta di un
oggetto dotato di organi genitali simili ai propri, ci sarebbe una transizione che consiste in una
scelta di sé stesso (del proprio corpo come oggetto di amore) e poi di un oggetto sessuale di organi
genitali come i nostri. Alcune persone attraversano questa transizione x un tempo più lungo della
norma o non riescono ad uscirne: loro diventano gli omosessuali. X F. le pulsioni omosessuali non
vengono mai completamente abbandonate ma sono sviate x altri scopi.

LA PERSONALITA’ E LA SCELTA DELLA NEVROSI: F. e Jung hanno sviluppato il termine “scelta della
nevrosi” x trovare i motivi che portano una persona verso una psicopatologia più tosto che
un’altra. JUNG: pone l’accento sulla doppia natura del pensiero, che può avere modalità di
espressione primitive dettate dall’inconscio o mature dettate dalla parte cosciente. F: rimanda
ogni forma di psicopatologia ad una forma di distacco dalla realtà che nello psicotico è totale. Sono
in contrapposizione, F. basa le sue idee partendo da quelle che considera le 3 forme principali di
psicopatologia: isteria, nevrosi ossessiva, paranoia, demenza precoce, è l’ordine cronologico in cui
queste irrompono nel corso della vita. Jung imposta il rapporto tra personalità e patologia in modo
diverso, confronta la psicoanalisi di F. con la visione di Adler che intanto aveva sviluppato una
teoria dell’origine della psicopatologia con al centro non la sessualità ma inferiorità organica: la
convinzione di non essere adeguati x un difetto del corpo che Adler chiama “complesso di
inferiorità” uscendo dal movimento psicoanalitico x entrare nella “psicologia individuale”. Jung
presentala teoria di Adler e di F. come ambedue legittime e di fornire una spiegazione parziale
all’origine della patologia: la prima perché gli introversi danno più importanza al mondo interno
rispetto le relazioni, la seconda perché gli estroversi dà più importanza al mondo esterno.

EREDITA’ PSICOLOGICA, COMPLESSO EDIPICO ED ORIGINE DELLA CIVILTA’ “TOTEM E TABU’”:


definisce il suo libro come un tentativo di applicare risultati della psicoanalisi a problemi irrisolti
della psicologia dei popoli, Jung cerca di riconoscere elementi religiosi e mitologici definendoli
archetipi usando la teoria degli archetipi x spiegare movimenti storici e culturali. Totem e Tabù
prende spunto dalle opere di FRAZER che descrivono il totemismo delle civiltà primitive divise in
clan identificate da animali totem. L’organizzazione della società ha 2 obblighi: ESOGAMIA cioè la
possibilità di formare coppie solo con persone esterne al clan. DIVIETO DI UCCIDERE IL PROPRIO
ANIMALE TOTEM. Tali costumi corrispondono x F. alle 2 facce delle proibizioni proprie del
complesso edipico: x l’esogamia la necessitò dell’uomo di cercare una compagna fuori dal clan
rende impossibile l’incesto, il legame della proibizione di uccidere il padre con quella di uccidere
l’animale totem è evidente dalla convinzione dei membri del clan di discendere da quell’animale.

5 L’ALBA DELLA METAPSICOLOGIA: LA PSICOANALISI COME METAPSICOLOGIA -nel 1914 F. e Jung


sono divisi, F scrive “metapsicologia” e “lezioni di introduzione alla psicoanalisi”. Il termine
“metapsicologia” era già stato usato da F. x descrivere la psicoanalisi nella dimensione teorica,
afferma che se riusciamo a descrivere un processo psicoanalitico nei rapporti dinamici, topici ed
economici la nostra esposizione deve chiamarsi metapsicologia. I 3 nomi si riferiscono: forze
psichiche, collocazione conscia preconscia e inconscia e all’investimento energetico.

LA TESI DELLA CONDIZIONE NECESSARIA: “lezioni di introduzione alla psicoanalisi” è un tentativo


di fondazione scientifica della psicoanalisi x rispondere alle critiche di chi sosteneva che i successi
della psicoanalisi siano dovuti solo ad un effetto suggestivo della terapia analitica. F. si basa sul
fatto che rispetto alle forme di terapie basare sull’ipnosi, la psicoanalisi fa un suo provvisorio della
suggestione. GRUNBAUM è attratto da questi argomenti e scrive “testi della condizione
necessaria” costituita da due condizioni casualmente necessarie: solo l’interpretazione ed il
trattamento del metodo psicoanalitico possono costruire il medium x una corretta visione da parte
del paziente delle cause inconsce alla sua nevrosi, la corretta VISIONE della sua causa conflittuale
che sta alla base della sua attuale condizione. La guarigione può avvenire solo se le
rappresentazioni fornite dall’analisi concordano con la realtà interna del paziente, GRUNBAUM
chiama il suo TNC anche “argomento della concordanza” e sostiene che se la TCN fosse stata
accettabile, F. sarebbe riuscito a fondare epistemologicamente la psicoanalisi, ma la TCN non è
accettabile perché la remissione dei sintomi può essere ottenuta anche con metodi diversi da
quello analitico freudiano. La psicologia individuale di Adler e quella analitica di Jung sono
considerate da F. delle deviazioni rispetto le sue idee, proposte di compromesso rispetto la sua
rivoluzionaria teoria della libido. La TCN vuole dimostrare in pratica che la suggestione ipnotica in
sé non sia sufficiente e efficace a confronto della psicoanalisi.

I DESTINI DELLE PULSIONI: LA COMPLESSA DIALETTICA TRA ATTIVO E PASSIVO -nella visione di F. la
sessualità genitale è frutto di una sintesi matura di pulsioni parziali che in autonomia tendono al
piacere dell’organo, in alcuni case le pulsioni non ottengono una diretta soddisfazione: 1 la
trasformazione del contrario 2 il volgersi sulla persona stessa del soggetto 3 la rimozione 4 la
sublimazione 5 la trasformazione delle loro energie psichiche in affetto ed angoscia 5 la
regressione. Qui cambia la META delle pulsioni, x identificare pulsioni orientate in modo opposto
introduce il termine AMBIVALENZA che descrive più nello specifico la coesistenza di odio e amore
verso la stessa persona.

L’ARTICOLARSI DELLA RIMOZIONE E LA CLASSIFICAZIONE DELLA PSICONEVROSI: RIMOZIONE era


già stata usata da F. ma viene chiarito che la rimozione non è tecnicamente possibile all’origine
della vita psichica perché presuppone una differenziazione tra conscio e inconscio, la sua esistenza
consiste nell’espellere e tener lontano qualcosa dalla coscienza, esiste a causa del ritorno del fatto
che non vogliamo riportare in vita.

LUTTO, MELANCONIA E OGGETTO: F. ritiene di poter accostare lutto e melanconia, in entrambe si


osserva uno stato d’animo doloro, perdita d’interesse per l’esterno, è una limitazione dell’attività
dell’Io che appare normale nel lutto solo perché si sa la causa. L’elaborazione del lutto mette la
persona nelle condizioni di abbandonare l’oggetto non più esistente, il melanconico si caratterizza
x una valutazione negativa di sé, della capacità di agire, sulla sua dignità morale. Chi subisce un
lutto può trovare l’inizio della sua situazione con la perdita dell’oggetto, il malinconico si ritrova ad
estendere il sentimento a tutta la sua esistenza e pare x F. aggravarsi la sera come fosse una
tossina la concausa della condizione melanconica. X spiegare il rapporto tra melanconia e mania si
partire da due osservazioni: 1 sia melanconia che mania lottano contro lo stesso complesso: nella
melanconia l’Io è stato sopraffatto, nella mania riesce a padroneggiarlo. 2 tutte le condizioni
psicologiche che appaiono come il corrispettivo normale della mania sembrano sorgere
dall’improvvisa possibilità di una grande quantità di energia psichica prima bloccata, come quando
una persona in perenne crisi entra in possesso di una grande somma di denaro, generando allegria
e disponibilità a compiere ogni sorta di atto.

L’AVVENTO DEL MODELLO STRUTTURALE LA GUERRA, LA VITA E LA MORTE: NUOVE PROSPETTIVE


SU CONDOTTA INDIVIDUALE E CONDOTTA COLLETTIVA -F. inizia ad interrogarsi sul
comportamento dell’uomo riunito in gruppo, poiché la psicologia dell’individuo non pare essere
sufficiente x spiegare la condotta collettiva.

ISTINTO DI VITA ED ISTINTO DI MORTE: F. smentisce l’egemonia del principio di piacere sul flusso
dei processi psichici, se tale egemonia esistesse i nostri processi psichici sarebbero accompagnati
dal piacere. Le principali limitazioni al principio di piacere sono lo scontro col principio di realtà.
Non è solo dal lavoro interno della psiche che sorgono le esperienze spiacevoli, anzi l’origine di
molte va identificata nell’interazione col mondo esterno: quasi tutti i dispiaceri sono percezionali
date dall’assillo di pulsioni insoddisfatte. La COAZIONE A RIPETERE consiste nel ripetere esperienze
passate nel presente, il paziente rivive nella relazione con l’analista esperienze già vissute con le
figure importanti della sua vita, è la storia dello sviluppo psicosessuale infantile ad essere di per sé
fonte di dolore e delusione, come quando si vuole l’esclusiva d’affetto del genitore del sesso
opposto, tutto questo porta una FERITA NARCISISTICA intesa come un danneggiamento alla
stabilità soggettiva dell’amor proprio. X narcisismo F. intende intendendo la condizione della quale
l’investimento pulsionale viene effettuato dal soggetto sull’oggetto stesso. Se il narcisismo ferito è
una condizione di sofferenza, la condizione narcisistica è intesa come condizione positiva. Il
MODELLO PULSIONALE aveva distinto PULSIONE e ISTINTO caratterizzando questo come
standardizzato nella sua espressione ed organico dove la meta delle pulsioni è una scarica di
energia che può attuarsi in modo diversi. Le PULSIONI ORGANICHE sono “conservatrici” cioè
tendono alla regressione. F. ipotizza una seconda classe di pulsioni in contrasto con la prima, che
spinge gli organismi alla sopravvivenza, pone l’esistenza di due tendenze contrastanti che
caratterizzano tutta la vita organica. In “teoria della libido” F. ipotizza che gli investimenti possano
attuarsi attraverso un “impasto” delle pulsioni che sarebbe reversibile: le pulsioni erotiche e quelle
di morte avrebbero dato luogo a regolari impasti ma è possibile anche un “disimpasto”. La vita
consisterebbe nelle manifestazioni del conflitto tra queste due pulsioni.

IL RAPPORTO TRA INDIVIDUO E COLLETTIVITA’: I PRESUPPOSTI DELLO STUDIO DELLA PSICOLOGIA


DEI GRUPPI -quando scrive “psicologia delle masse ed analisi dell’io” è già stato notato che la
condotta umana in un gruppo differisce dalla sua condotta da singolo. Se da solo l’uomo compie
scelte razionali, nella massa è irrazionale ed emotivo, soggetto al “contagio” di un leader. L’idea di
massa è influenzata da fattori inconsci spiegati con il concetto di suggestione e la chiave x
comprenderlo è l’Eros e la libido sessuale. I legami emotivi tra i membri e con il capo sono la
chiave del sentimento di appartenenza, risulta evidente nelle situazioni di panico. F. nota che
queste situazioni dette “gruppale tipico” sono invece sintomo della disgregazione del gruppo, x
esempio non è tipico di un esercito perdere insieme la testa e darsi alla fuga, il timore del panico
presuppone il rilassamento della struttura libidica della massa. I legami libidici non sono però volti
al perseguimento di mete sessuali, si tratta di legami basati sul meccanismo dell’identificazione: il
processo tramite il quale il bambino guarda il genitore del proprio sesso come ad un modello.

L’IDEALE DELL’IO E LA SUA CRESCENTE IMPORTANZA: in “psicologia delle masse e analisi dell’Io”
ricorda l’ipotesi che si sviluppi un’istanza suscettibile di separarsi dal resto dell’Io e entrare in
conflitto con esso, lo chiama ideale dell’Io e può assumere un ruolo di immagine ideale di ciò che
l’essere umano vorrebbe essere e di fatto non è. L’ideale dell’Io è destinato a diventare Super-Io.
L’affinità tra ipotesi e innamoramento è evidente: la relazione ipnotica è l’anello di congiunzione
tra l’innamoramento e la formazione di una massa soggetta ad un leader. La differenza tra questi
due è solo nel numero delle persone coinvolte: la relazione ipnotica è una formazione collettiva a
due. X la massa afferma che una massa primaria è costituita da un certo numero di persone che
hanno un medesimo oggetto al posto del loro ideale dell’Io che si sono identificati gli uni negli altri
nel loro Io. IDENTIFICAZIONE e REGRESSIOEN sono le componenti delle masse. X la prima specifica
che una forma di identificazione caratterizza non solo i componenti con il capo ma anche i
componenti fra loro. F. riprende il termine PULSIONE GREGARIA che spinge l’uomo a vivere
insieme a gli altri.

LA NUOVA TEORIA DELLA MENTE: IO, ES, SUPER-IO -l’inconscio non può essere come il luogo del
rimosso, In “IO e ES” afferma che le esperienze individuali non vanno perdute se si ripetono con
frequenza e intensità negli individui delle generazioni successive. La sintesi in “IO e ES” propone il
“modello strutturale” in quanto propone una struttura della mente divisa in istanze psichiche,
“punto di vista strutturale” in quanto ulteriore elemento della metapsicologia e “seconda topica”
in quanto tracciatura dei confini spaziali della mente. Il fulcro di tale proposta è la tripartizione
della psiche in IO, ES, SUPER-IO. L’IO è da un lato organizzatore della personalità, dall’altro ciò che
consente o impedisce una rappresentazione o una tendenza di superare la soglia della coscienza. Il
conflitto che genera la nevrosi non è contrapposizione tra inconscio e coscio ma tra “io coerente”
e “io rimosso” una volta stabilito che una parte dell’Io è inconscia F. stabilisce che il rimosso non
esaurisce completamente neanche ciò che rimane nell’inconscio, viene identificato un polo
inconscio della personalità che F. chiama ES “esso” ed è la parte della vita psichica più distante
dalla coscienza e dalla logica razionale, è la parte più profonda dell’inconscio. Nel super-io la
novità è data dal fatto che questa parte dell’Io ha un rapporto meno stretto con la coscienza,
diviene chiaro che la separazione dell’Super-Io dall’Io non è casuale: il processo porta ad una
diversità tra Io e super-Io non è possibile una scissione ma una differenziazione. Il super-Io si forma
e differenzia a partire dall’Io, l’Io si forma e differenzia a partire dall’Es. IL SUPER-IO ED IL
COMPLESSO DI EDIPO: x es: quando il bambino comprende che il suo desiderio verso la madre è
ostacolato dal madre ha origine il complesso edipico. L’ambivalenza verso il padre e l’affetto verso
la madre sarebbero così il contenuto del complesso. F. è convinto che la vicenda della bambina sia
diversa: si ha l’identificazione con la madre che rafforza il carattere femminile o quella del padre
che amplifica le tendenze mascoline.

MODIFICHE ALLA CONCEZIONE DEL COMPLESSO DI EDIPO E DEL SUPER-IO: il bambino maschio si
trova ad essere esposto prima al trauma della separazione dalla madre alla nascita, poi al seno
materno e poi ad una serie di separazioni quotidiane dal proprio contenuto intestinale. La
bambina trovandosi a confrontare il suo organo con quello maschile si troverà in condizioni di
mancanza anche se spererò di avere anche lei in futuro un genitale simile, la bambina accetta
l’evirazione come fatto compiuto mentre il bambino la teme in un futuro. Nella donna il desiderio
di un bambino sostituisce il desiderio del pene ma conferma la differenza tra sviluppo maschile e
le conseguenze sulla formazione del super-io e sulla moralità femminile, anche il fatto che la
donna sia intellettualmente inferiore all’uomo è come un dato di fatto ma frutto di un’educazione
sbagliata.

LA NUOVA PROSPETTIVA SU NEVROSI, PSICOSI E PERVERSIONE: la nevrosi sarebbe l’effetto di un


conflitto tra IO e ES, la psicosi è l’analogo dei rapporti tra IO e mondo esterno. Prende il concetto si
MASOCHISMO che era un problema x la teoria della libido, afferma che se il principio del piacere
domina i processi psichici in modo tale che il loro primo scopo è quello di ottenere piacere, il
masochismo è incomprensibile. Alla luce però di compresenza di pulsioni di vita e di morte si può
spiegare: la pulsione di morta che opera nell’organismo coincide con il masochismo. Riprende
anche la questione del FETICISMO, c’è l’dea che il feticcio sia un sostituto del pene e del fallo
materno, il bambino secondo questo schema è convinto all’inizio che la madre possieda un fallo.
La scoperta che non è vero è un problema perché pensa che subirà una castrazione già stata
messa in pratica sulla madre.

6 TRA RIFLESSIONE CLINICA E RIFLESSIONE SPECULATIVA: GLI ULTIMI ANNI DI FREUD -con il
nazismo cambia l’atteggiamento verso la psicoanalisi: disciplina fondata da un ebreo e quindi
pratica degli ebrei. La dottrina di F. è abolita come scienza degenerata. Il regime Hitleriano vede
bene Jung: lo psicologo svizzero che propone una psicologia dove l’aspetto spirituale della vita
psichica non è secondo alla sessualità. Jung inizialmente accetta le lusinghe naziste, accetta la
carica di presidente dell’associazione internazionale di psicoterapia in Germ x cercare di limitare i
danni ai colleghi ebrei. Quando anche l’Austria nel 1938 è presa dai tedeschi F. è in pericolo, Jung
prova ad offrirgli aiuto ma F. lo considera un nemico e va a Londra. L’ANGOSCIA ED IL MODELLO
STRUTTURALE: l’IO è il responsabile della rimozione, il quale magari x incarico del super-io non
vuole essere coinvolto in un investimento oggettuale che ha tratto origine dall’ES. L’IO così
sarebbe in grado di prevenire il decorso di pulsioni provenienti dall’ES con una reazione di
angoscia. Dato che il principio di piacere regola il funzionamento della psiche tale segnale basta x
la vittoria sull’ES. questa spiegazione contrasta con la precedente teoria dell’angoscia x la quale
sarebbe stata generata automaticamente x trasformazione dell’energia pulsionale. F. si trova
davanti un altro problema teorico: posto che l’angoscia sia originata da una quantità di energia
trasformata, si deve capire dove l’IO prende quest’energia. F. risponde che l’angoscia non è
prodotta ex novo dal processo di rimozione ma viene riprodotta. La prima esperienza traumatica è
la nascita, le atre possono essere nell’infanzia: assenza della madre e quando un genitore fa
sentire il bambino non amato. Nei traumi si verifica una sensazione di impotenza che porta poi
angoscia in due modi: uno involontario automatico sempre giustificato dal punto di vista
economica. Uno causato dalla perversione da parte dell’Io di una possibile minaccia. Esiste un
legame tra nevrosi e angoscia ma le reazioni non sono sempre da considerare nevrotiche quindi
ANGOSCIA REALE: di fronte a qualcosa di pericoloso realmente e agisce sul piano affettivo
ANGOSCIA NEVROTICA: davanti qualcosa che non consociamo, portando alla coscienza questo
pericolo all’IO annulliamo la differenza tra reale e nevrotica. Ci può essere mescolanza tra angoscia
reale e nevrotica quando il pericolo è reale ma da una reazione spropositata. Ciò che caratterizza
la nevrotica è l’aspettativa di una ripetizione della situazione traumatica e delle relative sensazioni
di impotenza.

IL RECUPERO DEL CONCETTO DI DIFESA: la nuova concezione di angoscia implica che l’IO possa
difendersi dal pericolo senza allontanarlo dalla coscienza. F. ammette che rendere non avvenuto e
l’isolare non presuppongono la rimozione, il non avvenuto noto come “annullamento retroattivo”
e intende irrazionalmente “soffiar via” un evento sgradito però verificato. “l’isolamento
dell’affetto” si attua in modo che dopo un’attività viene introdotta una pausa nella quale può
verificarsi che nessuna percezione viene accolta e nessuna viene eseguita. L’idea di difese si
estende a due intuizioni: 1 viene ipotizzata una connessione tra particolari forme di difese e
determinazioni affettive: l’individuo non usa tutti i possibili meccanismi di difesa ma si limita ad
usare alcuni che si fissano nel suo IO diventando abituali modalità di reazione. 2 può darsi che
l’apparato psichico prima della differenziazione tra IO e ES e del SUPER-IO usi metodi di difesa
diversi da quello che usa dopo aver raggiunti questa organizzazione, in uno sviluppo normale
l’uomo usa meccanismi di difesa progressivamente più maturi.

CIVILTA’ RELIGIONE E REPRESSIONE: la religione è uno strumento di repressione delle pulsioni. F.


fa un parallelismo tra primordi dell’umanità e della vita infantile: i bambini si sentono inermi
davanti al padre pur sapendo che li protegge. Gli uomini primitivi si sentivano altrettanto inermi
davanti la natura e personificarono le forze x chiedere loro protezione. Ci si può chiedere perché i
dogmi religiosi sono accettati universalmente nonostante non vi sono argomenti razionali e è
vietato metterli in discussione. Divieto che x F. è una motivazione, le rappresentazioni religiose
non sono esiti dell’esperienza ma illusioni, appagamenti dei desideri più antichi e forti
dell’umanità. F. è attento a non porre argomenti contro l’esistenza di divinità ma è convinto
nell’opporsi all’idea che l’impossibilità di conoscere il senso delle cose apre la necessità ad una
fede. F. propone di evitare di inculcare ai bambini idee sulla religione prima che essi siano in grado
di comprenderne la portata. La civiltà si è formata in modo analogo a come si è sviluppato l’uomo
come individuo, tra la lotta tra il principio del piacere e il principio di realtà e si è formato un
super-io della civiltà che istituisce l’etica. F. propone l’idea che il totemismo possa essere stata la
prima forma di religione, cui deve essere seguita una fase di umanizzazione dell’essere venerato:
progressivamente gli dei assumono sembianze metà uomo metà animali o hanno per compagni gli
animali. Seguita poi una fase di comparsa di divinità materne con altre maschili spesso come figli. Il
passo successivo è un ritorno ad un unico dio padre. Nel cristianesimo ci sono molte tracce delle
religioni storiche: dalla comunione che rievoca il pasto totemico agli animali totemici legati agli
evangelisti come il leone di s. Marco.

IL SIGNIFICATO DELLA NEGAZIONE E L’ARGOMENTO DELLA CONFLUENZA: un concetto


problematico della psicoanalisi è la RESISTENZA: rifiuto x motivi inconsci di ciò che appare
oggettivamente vero. X F. si manifesta nella singola psicoterapia come rifiuto di un’interpretazione
corretta sia nella situazione storico-culturale in cui la psicoanalisi tenta di espandere la sua
influenza come rifiuto della scoperta psicoanalitica. L’assenza può essere ipocrita o
condiscendente, il valore della risposta all’interpretazione da parte del paziente ha tre criteri: 1
tonalità affettiva che caratterizza la risposta: l’immediato riconoscere interiore accompagnato da
emozione positiva rivela qualcosa del proprio mondo interno, il rifiuto accompagnato da emozioni
negative è segno di resistenza 2 presenza immediata di dati confortatori: riguarda le particolari
circostanze dove il paziente fornisce subito delle conferme verbali indirette 3 confluenza del dato
costituito da contenuto affermativo o negativo della risposta: è quello che Grunbaum ha chiamato
argomento della confluenza, x F. solo il seguito dell’analisi può consentire di giungere alla validità
di un’interpretazione, dovrebbe essere comunque l’emersione di un ricordo precedentemente
rimosso. PSICOANALISI E CAMBIAMENTO: LA PROSPETTIVA FINALE -la terapia analitica è un
processo lungo, viene chiarito x la prima volta il concetto di “fine analisi” ed è quando l’accordo tra
paziente e terapeuta di smettere di contrarsi, x due condizioni: 1 il paziente non soffre più dei suoi
sintomi 2 l’analista giudichi che sia stato reso cosciente al malato il materiale rimosso e non teme
il rinnovarsi della patologia. Il lavoro si può svolgere partendo dall’alleanza che stabiliamo con l’IO
del paziente per trovare porzioni incontrollate del suo ES e si può attuare solo con uno IO normale.
Gli ostacoli x la cura possono venire dalla personalità dell’analista: ogni analista dovrebbe proporsi
un nuovo periodo di analisi didattica ogni 5 anni.

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