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riassunto di psicologia dinamica integrato con manuali e libri

Psicologia Dinamica Avanzato (Università degli Studi di Parma)

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PSICOLOGIA DINAMICA

La psicologia dinamica studia il mondo interno e relazionale dell’individuo.

1. RIFERIMENTI EPISTEMOLOGICI:
- Scienza positiva e teoria della complessità
- Conoscenza psicoanalitica
- Psicoanalisi e scienza

SCIENZA POSITIVISTICA = paradigmi scientifici

 Idea di realtà statica: parametri oggettivi, leggi invarianti, risultati verificabili.


 L’osservatore è inquinante.
 La visione degli eventi è lineare e casuale.
 La scienza positivistica ha un paradigma rigido e totalizzante.

TEORIA DELLA COMPLESSITÀ

 Realtà mutevole: attenzione al caso e al disordine.


 Osservatore parte essenziale: osservatore al centro e osserva la realtà dall’interno, fa parte del
campo osservativo.
 Visione non lineare degli eventi: attenzione sul dinamismo, su particolari e sulla contraddittorietà
del reale.
 Paradigmi non preformati.

FREUD
CONOSCENZA PSICOANALITICA

Nasce nel 1899 grazie a Freud, in un contesto positivista ma con l’idea di avvicinarsi verso un’ottica
complessa.

Aspetti principali:

1. Influenza dell’inconscio;
2. Importanza del livello di realtà latente (nascosta) + realtà manifesta (evidente);
3. L’analista interpreta sogni,atti mancati, lapsus …
4. Concetto del DETERMINISMO PSICHICO = idea che i nostri comportamenti sono determinati
dall’inconscio;
5. Corpo e mente sono estremamente INTRECCIATI;
6. Il DUBBIO è la componente fondamentale della conoscenza;
7. L’analista è parte integrante del sistema duale paziente-analista.

PSICOANALISI E SCIENZA

La psicoanalisi può essere considerata come una scienza?

 SI - Se si rapporta alla teoria della complessità i quanto la maggior parte dei parametri sono rispettati:
elevato rigore metodologico, esplicitazione dei parametri teorici, utilizzo di concetti generali.

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 NO - Se si rapporta alla teoria positivista e sperimentale, in quanto sussistono dei limiti: sedute non
riproducibili caratterizzate da irripetibilità e unicità; risultati non misurabili o quantificabili; impossibilità di
condivisione di ciò che avviene in analisi; discrepanza tra la lettura intersoggettiva dei dati e i criteri
sperimentali.

2. INCONSCIO PRIMA DI FREUD

PUYSÉGUR: “sonno magnetico”, per far emergere le cause inconsce della sintomatologia.

LIÉBAULT: metodo ipnotico, per convincere il paziente della scomparsa dei sintomi. Focus su capacità
mnemoniche del soggetto, regressione nel comportamento e nell’espressione verbale ( il paziente agiva e
parlava come un bambino).

BERNHEIM: inizialmente seguace del metodo ipnotico come pratica terapeutica, successivamente teorico
della “suggestione allo stato vigile”, da lui denominata “psicoterapia”.

Sottolineiamo l’importanza relazione medico - paziente in queste pratiche ipnotiche.

3. FREUD: DALL’IPNOSI ALLA PSICOANALISI

Nasce da una famiglia ebraica, si laurea in medicina e si trasferisce a Vienna dove collabora con Charcot che
sta conducendo delle ricerche sull’isteria, usando il metodo ipnotico.

CHARCOT E L’ISTERIA

L’isteria era considerata una malattia esclusivamente femminile, in quanto si supponeva fosse collegata a
disturbi dell’apparato genitale delle donne e in particolare dell’utero. Charcot, faceva risalire questa
patologia a cause organiche ed ereditarie; la considerava legata ad un involontario fondamento di
menzogne.

Charcot, è stato poi il primo a riconoscere la dignità di nevrosi a un fenomeno di devianza allora ritenuto del
tutto misterioso e inspiegabile. La sua terapia consisteva nell’ipnotizzare le pazienti e, in base al
presupposto secondo cui esse erano malate semplicemente perché erano convinte di esserlo, comunicava
loro che, al risveglio, il sintomo sarebbe scomparso. Nella maggior parte dei casi, le pazienti non
presentavano più il loro sintomo isterico. Ma l’inconveniente consisteva nel fatto che, dopo un certo tempo,
gli stessi sintomi ricomparivano, o altri si potevano sostituire ai precedenti.

BREUER

Anche Breuer curava l’isteria; la causa andava identificata, secondo Breuer, con uno o più eventi traumatici
infantili di cui la paziente era rimasta vittima. L’isteria era determinata da eventi esterni che la paziente non
era in grado di ricordare e perciò il medico, per far emergere il ricordo di quei fatti, doveva ricorrere
all’ipnosi.

IL METODO CATARTICO

La rievocazione di quegli avvenimenti eliminati dalla coscienza, abbinata all’estrinsecazione delle reazioni
emotive da parte della paziente, portava alla scomparsa dei disturbi. La procedura si centrava su un sintomo
per volta e veniva ripetuta tante volte quanti erano i sintomi presentati.

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Questa modalità terapeutica ha preso il nome di METODO CATARTICO, perché la riattivazione del ricordo,
unita alle intense emozioni rivissute dal soggetto durante la terapia, portava alla liberazione, alla
“purificazione” (catarsi), in altre parole alla liquidazione del sintomo, insieme alle cariche emotive connesse
ai fatti rievocati.

Un aspetto che Breuer riscontrava regolarmente nelle pazienti isteriche era l’esistenza di uno STATO
IPNOIDE. Questo coincideva con una scissione della personalità che portava alla creazione di una seconda
coscienza che affiancava quella “normale” dalla quale rimaneva isolata.

IL CASO DI ANNA O.

Il caso clinico più famoso riportato da Breuer è quello che riguarda una giovane donna chiamata Anna O., i
cui sintomi isterici trovavano la loro spiegazione in relazione alla lunga malattia e alla morte del padre della
paziente. Nella paziente si manifestava un vero e proprio terrore del ricordo che impediva al trauma di
riemergere nella memoria. Breuer interruppe il trattamento di Anna O a causa del forte legame emotivo
stabilitosi, che permise lo sviluppo delle riflessioni freudiane intorno ai meccanismi di transfert (l’analista è
il falso bersaglio del pazienze, il quale riversa su di lui tutte le sue pulsioni) e di controtransfert (l’analista
riversa sul paziente le sue pulsioni).

4. FREUD E LA PSICOANALISI

Secondo Freud, alla base dell’isteria e delle nevrosi in genere, non stanno generiche esperienze traumatiche
del passato, ma le cause sono più precisamente riconducibili alla sfera sessuale;

Ritiene che nelle pazienti si attivino delle difese (rimozione – atto inconscio) che mantengono fuori dalla
coscienza un’idea inaccettabile;

È con Elisabeth Von R., paziente difficile da ipnotizzare, che Freud ha fatto un ulteriore passo importante.
L’ha fatta distendere con gli occhi chiusi per favorire la condizione di rilassamento; Freud non mira più
all’individuazione della causa, ma lascia che questa emerga con gradualità in mezzo ai diversi ricordi della
paziente;

Freud pone l’accento sul fatto che i traumi che coincidono con le cause dell’isteria sono di natura sessuale ,
si tratta in ogni caso di traumi reali, che normalmente risalgono all’infanzia;

L’isteria è da ricondurre a un conflitto psichico dovuto ad un’idea incompatibile che promuove una difesa da
parte dell’Io, imponendo la RIMOZIONE, cioè collocando quel contenuto mentale doloroso e destabilizzante
nell’Inconscio;

Freud considera il trauma come un evento esterno che però diventa effettivamente patologico e dà origine
all’isteria nel momento in cui, dopo essere stato introiettato, costituisce un contenuto mentale inaccettabile
che si pone in una relazione conflittuale con gli altri contenuti psichici;

IL CASO CLINICO DI DORA

Dora, quando ha iniziato l’analisi con Freud, era una diciottenne che presentava sintomi isterici dall’età di
otto anni (dispnea cronica con accessi in determinate occasioni).

Cause esterne e cause interne

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Secondo Freud, a monte dei fenomeni psicopatologici, un intenso senso di colpa, un incontenibile desiderio
di autopunizione, un forte rimorso (cause interne), possono essere connessi a eventi reali oppure a fatti
immaginari.

La tecnica

Freud lascia Dora libera di dire ciò che vuole, limitandosi a seguirla, lasciandosi guidare dalle sue
associazioni libere, dalla sua narrazione. Vediamo Freud assumere quel ruolo caratterizzato da passività e da
distacco che costituirà l’atteggiamento tipico della terapia psicoanalitica.

La parola, la verità e la menzogna

Alla paziente Freud chiede di parlare della storia della sua vita e della sua malattia con la più assoluta
libertà, pur sapendo che Dora, come qualsiasi paziente, non fornirà dati del tutto attendibili su di sé, a
causa delle proprie resistenze inconsce  REPRESSIONE.

Ricostruzione, costruzione, interpretazione

La RICOSTRUZIONE consiste nell’organizzazione da parte dell’analista dei ricordi del paziente per dare
coerenza alla sua storia personale e interpersonale. La COSTRUZIONE riguarda invece il collegamento con il
materiale rimosso. L’analista va alla ricerca di tracce nascoste che rivelino il senso latente della narrazione o
di alcune sue porzioni. L’INTERPRETAZIONE consiste nell’esplicitazione del senso latente che si cela nella
narrazione del paziente ed ha una funzione trasformativa fondamentale.

Il sintomo

I SINTOMI acquisiscono un significato profondo nella prospettiva freudiana. Non consistono in


manifestazioni puramente somatiche, ma risultano inestricabilmente connessi a dinamiche inconsce.

Il complesso di Edipo

Secondo Freud il COMPLESSO EDIPICO, caratterizza lo sviluppo del bambino e consiste in un intreccio di
desideri ostili, di morte, nei confronti del genitore dello stesso sesso e di desideri amorosi, libidici, verso il
genitore di sesso opposto. Nel caso clinico di Dora il complesso edipico costituisce un aspetto fondamentale
ed emerge dall’intreccio di relazioni.

Il transfert

Con l’espressione transfert Freud intende la ripetizione, la riedizione di dinamiche, di conflitti, di relazioni
interpersonali, di manifestazioni pulsionali che risalgono all’infanzia e che il paziente riattiva inconsciamente
nei confronti dell’analista. La relazione tra Dora e Freud e i sentimenti che la caratterizzano sono la
trasposizione dell’analoga relazione tra Dora e suo padre e degli affetti che avevano preso corpo tra i due.

L’identificazione

Per IDENTIFICAZIONE si intende un processo psichico con cui “un soggetto assimila un aspetto, una
proprietà, un attributo di un’altra persona e si trasforma, in tutto o in parte, sul modello di quest’ultima”;
Nell’isteria l’identificazione è un meccanismo psichico che si manifesta in maniera intensa e con grande
frequenza; infatti Dora di volta in volta si identifica con gran parte dei personaggi del caso clinico
(padre,governante,ecc).

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5. METAPSICOLOGIA

Riguarda le formulazioni teoriche che Freud utilizza nei suoi studi.

Progetto di una psicologia (1895) nasce dal desiderio di comprendere l’attività psichica umana nel suo
insieme ed è centrata sul tentativo di fornire una rappresentazione complessiva del funzionamento della
mente.

PROGETTO DI PSICOLOGIA

La psicologia è una scienza naturale

I processi psichici sono stati quantitativamente determinati di particelle materiali: ciò che distingue
l’attività dalla quiete è l’energia, intesa come QUANTITÀ ( energia psichica) in movimento, la quale eccita i
neuroni, considerati come particelle soggette a variazioni quantitative.

Grazie al PRINCIPIO di INERZIA, i neuroni tendono a liberarsi della quantità di energia per raggiungere uno
stato di quiete.

Il sistema nervoso ha una funzione primaria (eccitazione-scarica neuronale) e una secondaria (impossibilità
di effettuare istintivamente questa scarica). La scarica dell’eccitazione produce piacere, mentre l’incremento
di eccitazione provoca dispiacere).

La MEMORIA è definita come la capacità dell’individuo di conservare traccia delle esperienze passate.

Esistono neuroni (permeabili) si lasciano attraversare dall’energia ma non si modificano e (impermeabili)


si trasformano con il passaggio dell’energia, responsabili della memoria.

PULSIONE (domanda esame)

“Spinta elementare e irriducibile”, che si colloca “ai confini tra somatico e psichico”: ha origine all’interno
dell’individuo e si manifesta a livello corporeo.

Si distingue dallo “stimolo” (esterno e momentaneo, al quale ci si può sottrarre) e dall’istinto


(manifestazione automatica e trasmessa ereditariamente).

L’eccitazione intesa come conseguenza pulsionale.

COMPONENTI DELLA PULSIONE

1. Fonte: parte dell’organismo in cui compare l’eccitamento somatico; (b) processo fisico e chimico che
produce la pulsione stessa;

2. Meta: obiettivo della pulsione - scarica della pulsione, la scarica produce piacere; la meta è uguale
per tutte le pulsioni.

3. Oggetto: ciò tramite cui la pulsione raggiunge la meta;l’oggetto può essere reale o fantasmatico .

4. Pressione/spinta: l’intensità della pulsione.

DUE TIPI DI PULSIONI

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1) pulsioni di autoconservazione - pulsione dell’IO (hanno origine dal bisogno e si soddisfano


attraverso un oggetto reale-corrispondono al Principio di realtà)
2) pulsioni sessuali (hanno origine dal desiderio e si possono soddisfare anche in modo fantasmatico-
corrispondono al principio di piacere). LIBIDO sta a monte delle pulsioni sessuali

PULSIONI AGGRESSIVE:

- pulsioni di vita: sforzi dell’Eros per tenere coesa la sostanza vivente;

- pulsioni di morte: fanno riferimento a Thanatos che punta alla disgregazione inorganica della materia.
Obiettivo è la riduzione completa e con l’annullamento della tensione pulsionale.

Coazione a ripetere, fa parte delle pulsioni di morte, qualcosa a cui non ci si riesce a sottrarre – ripetiamo
comportamenti al di la della nostra volontà. Anche se questi impulsi poi non verranno ricordati.

PLASTICITÀ DELLE PULSIONI = cambiamento di forma

Modificazione delle pulsioni tramite:

a) la conversione nell’opposto: o attraverso la trasformazione reversibile attivo-passivo, oppure attraverso


la conversione del contenuto della pulsione (da sadismo a masochismo).

b) la sostituzione dell’oggetto: l’oggetto della pulsione viene sostituito con un altro.

c) la SUBLIMAZIONE: indirizzare una pulsione verso una meta non sessuale e verso oggetti valorizzati
socialmente (chirurgo abbia dei desideri sadici che butta fuori attraverso gli interventi).

AFFETTO E RAPPRESENTAZIONE

Una pulsione può manifestarsi come:

 AFFETTO: componente pulsionale che viene percepita dal soggetto a livello emotivo; è l’espressione
qualitativa dell’energia pulsionale e delle sua variazioni, che si manifesta in vari stati affettivi,
piacevoli o dolorosi, vaghi o definiti.
 RAPPRESENTAZIONE è, nella terminologia freudiana, ciò che di un oggetto viene trascritto nei
sistemi mnestici dell’individuo. In particolare, Freud distingue tra:

a) rappresentazione di cosa, essenzialmente visiva, che si colloca nel sistema inconscio; nelle
allucinazioni può sostituire l’oggetto assente ed essere investita al suo posto;

b) rappresentazione di parola, non visiva ma acustica e verbale, riferibile al sistema preconscio-conscio.

TOPICHE

La PRIMA TOPICA corrisponde a un modello topografico, nel senso che la mente è concepita come articolata
in alcune parti, o “province”, definite Inconscio, Preconscio e Conscio.

Paragonando la mente ad un iceberg, la porzione visibile corrisponde al conscio, mentre quella sommersa,
che è di gran lunga più grande della precedente, rappresenta l’Inconscio. Il Preconscio è la zona che collega
le altre due, lo strato dell’iceberg che sta tra la parte emersa e quella sommersa.

INCONSCIO

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L’Inconscio viene considerato il “deposito del rimosso”.

Funzionamento: funzione tramite il principio di piacere.

Contenuti: rappresentanti pulsionali e i contenuti rimossi.

Aspetti tipici:

1. La mancanza di reciproca contraddizione;


2. La mobilità degli investimenti, connessa all’energia libera che attraversa l’inconscio;
3. La mancanza di riferimenti spazio-temporali: nell’inconscio non c’è né il riferimento ad un tempo
definito né la successione temporale; non esistono né il quando, né il prima, né il dopo;
4. La sostituzione della realtà esterna con la realtà psichica;
5. La presenza di meccanismi mentali quali la condensazione (una rappresentazione può consistere
nella sovrapposizione e nella fusione di diverse altre rappresentazioni) e lo spostamento (una
rappresentazione inconscia può aver preso il posto di un’altra rappresentazione).

Nucleo: le prime esperienze infantili rimosse.

PRECONSCIO

ll Preconscio è una zona intermedia tra l’Inconscio e il Conscio, in cui i pensieri latenti e in generale i
contenuti inconsci si possono riversare nel momento in cui riescano ad attraversare la censura posta tra
Inconscio e Preconscio.

Funzionamento: Funziona secondo il principio di realtà.

Contenuti: elementi che sfuggono alla censura (nel momento in cui, per motivi fisiologici o patologici, essa
risulti meno efficace e attenui la propria impermeabilità- es durante il sonno) e rappresentazioni di parola
(immagine mentale del segno verbale)

Aspetti tipici:

-energia legata: non trascorre liberamente da una rappresentazione all’altra, ma si lega ad una
rappresentazione;

-censura deformante: La censura deforma i contenuti inconsci, che pertanto, una volta giunti nel Preconscio,
sono trasformati tanto da non essere facilmente riconoscibili.

CONSCIO

Il conscio è la provincia psichica che comprende i contenuti mentali di cui il soggetto è consapevole.
Costituisce il collegamento tra la realtà esterna e la dimensione psichica dell’individuo ( Sistema Percezione-
Coscienza).

Funzionamento: funziona secondo il principio di realtà.

Aspetti tipici: censura selettiva: filtro che lascia transitare verso la coscienza alcuni contenuti e ne respinge
altri.

PROCESSO SECONDARIO

1. Funziona con energia legata, che si “lega” in modo generalmente stabile alle rappresentazioni;

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2. Comprende le categorie di spazio e di tempo, che rendono possibile il differimento del


soddisfacimento e la tolleranza della frustrazione, il pensiero vigile, l’attenzione, il giudizio e il
ragionamento; si è in grado di sopportare la frustrazione perché se uno non è in grado di tollerare
la frustrazione no è capace di pensare. Il pensiero richiede la capacità di rimandare il
soddisfacimento pulsionale.
3. L’obiettivo è quello di stabilire una IDENTITA’ DI PENSIERO (ricerca il soddisfacimento del bisogno o
del desiderio attraverso strategie attivate dal pensiero che possano risultare utili e produttive.
Include, inoltre, il ricorso a modalità di pensiero e analoghe strategie per affrontare e risolvere
situazioni ed esperienze reciprocamente assimilabili);
4. Dai processi mentali dell’identità di pensiero nasce l’Io, il mediatore tra la realtà esterna e la sfera
pulsionale dell’individuo.

PRINCIPIO DI PIACERE E PRINCIPIO DI REALTÀ

Il PRINCIPIO DI PIACERE, funziona tramite il principio di identità: identità di percezione. Il principio di


piacere che è geneticamente primario, si centra sulla scarica e sul soddisfacimento pulsionale ottenuti per la
via più breve ed immediata. Nella sua forma più semplice e automatica, esso è alla base del funzionamento
del processo primario e caratterizza la prima fase della vita individuale in cui, secondo Freud, è assente
qualsiasi confronto con il mondo esterno.

Il PRINCIPIO DI REALTÀ si lega al processo secondario, fa riferimento al sistema preconscio-conscio e


prevede un sistematico confronto con il mondo esterno. Il principio di realtà è geneticamente secondario e
si lega a funzioni dell’apparato psichico (quali la coscienza, l’attenzione, la memoria, il giudizio e il pensiero).

SECONDA TOPICA

È UN MODELLO STRUTTURALE- Nella seconda topica, la mente è tripartita; tuttavia, non si parla più di
“province”, ma di “istanze” psichiche. 3 modi di funzionamento della mente: ES,IO, SUPER-IO

ES:

STRUTTURA INCOSCIA, NUCLEO PRIMARIO DELLA NOSTRA MENTE

In esso si trovano le pulsioni e le rimozioni originarie che nella topica precedente non avevano una
collocazione precisa, essendo poste genericamente tra il somatico e lo psichico;

IO:

l’Io è costituito da una parte CONSCIA, che si manifesta nel pensiero vigile, nell’attenzione, nel giudizio, nel
ragionamento, e da una INCONSCIA, responsabile dell’attivazione delle resistenze e dei meccanismi di
difesa. Funziona sulla base del principio di piacere.

 È il risultato della modificazione di una porzione dell’Es, prodotta dal contatto con il mondo esterno;
è la sede del pensiero, è in grado di gestire la frustrazione.
 La funzione è quella di fungere da mediatore tra mondo interno e realtà esterna da un lato, e tra
pulsioni dell’Es e richieste censorie del Super-io dall’altro;
 Non dispone di un’energia propria, ma usa quella dell’Es; è legato alle sensazioni corporee e può
essere pensato come una proiezione psichica della superficie del corpo;
 La formazione ha luogo gradualmente, anche attraverso le successive identificazioni.

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SUPER-IO

Il Super-io è la nostra coscienza morale, è una formazione psichica che si costituisce in relazione al
superamento del complesso edipico, un processo di identificazione con il genitore del proprio sesso e ciò
porta il bambino ad assimilare i valori sociali.

 È una formazione in parte conscia e in parte inconscia che si contrappone soprattutto alle pulsioni
dell’Es;
 È un’istanza prevalentemente censoria che comprende la coscienza morale e appare sintonica con
le esigenze di autoconservazione;
 È considerato un’istanza psichica trans - generazionale: la morale appare relativamente costante
attraverso le diverse epoche perché viene rinnovata senza particolari modificazioni da ogni
generazione;
 Nel Super-io le pulsioni di morte prevalgono sulle pulsioni di vita;
 Il conflitto tra Io e Super-io determina il senso di colpa.

IDEALE DELL’IO E IO IDEALE

L’Io ideale va pensato come l’incarnazione dell’ideale di perfezione che ha il suo modello nel narcisismo
primario. È un modello di perfezione che viene utilizzato come riferimento privilegiato e termine di
confronto.

L’Ideale dell’Io rappresenta il modello di perfezione rappresentato dai genitori. I divieti e le minacce (del
padre) costituiscono il Super-io; l’Ideale dell’Io è invece l’altra faccia della funzione genitoriale, quella più
amichevole e positiva (di solito materna), alla quale si possono ricondurre i consigli e i suggerimenti. Come
al Super-io si riconduce il senso di colpa, così all’Ideale dell’Io si fa risalire la vergogna.

6. IL SOGNO

Nel sogno c’è una parte conscia e inconscia, tant’è che il sogno è l la parte fondamentale per arrivare
all’inconscio.

Il sogno per Freud acquista la dignità di un atto psichico dotato di un autentico significato.

Nel sogno sono individuabili due livelli:

• Manifesto: ciò che il sognatore ricorda;

• Latente: i pensieri onirici latenti costituiscono invece lo strato nascosto del sogno, a cui è possibile
accedere solo in seguito ad un’analisi approfondita;

IL LAVORO ONIRICO

I contenuti del sogno sono per gran parte inconsci. Tra l’Inconscio e il Preconscio si trova una censura che
impedisce l’emergere di contenuti rimossi. Sogno = Realizzazione di un desiderio inconscio

Alcuni contenuti eludono la censura e danno origine al sogno, non senza essere stati opportunamente
deformati dalla censura stessa. Tali operazioni di deformazione fanno parte del LAVORO ONIRICO.

L’impressione di assurdità o di stranezza dei sogni deriva dal lavoro onirico, che trasforma i pensieri onirici
latenti nei contenuti manifesti del sogno.

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OPERAZIONI PSICHICHE CHE SI ATTIVANO DURANTE IL SOGNO:

1. Drammatizzazione: immagini vive e cariche di emozioni;


2. Spostamento: il peso specifico narrativo e semantico dei contenuti del sogno manifesto può
non corrispondere a quello che caratterizza i contenuti profondi;
3. Condensazione: ogni contenuto manifesto può rimandare a più contenuti latenti, che vengono
condensati nelle immagini del sogno;

4. Dispersione: è il contrario della condensazione


5. Rappresentazione per immagini: i concetti astratti non sono rappresentabili nel sogno
manifesto se non attraverso una modalità concreta, quindi per mezzo di immagini;
6. Elaborazione secondaria: la censura onirica non agisce solo mediante eliminazioni, omissioni e
deformazioni di contenuti latenti, ma produce anche interpolazioni e arricchimenti.

IL MATERIALE DEL SOGNO

Ci sono dei riferimenti di ricordi reali, passati e molto remoti – spesso legati all’infanzia (desideri repressi
nell’infanzia). Si tratta di DESIDERI LIBIDICI,MASOCHISTI,PERVERSI,SADICI,ESIBIZIONISTICI.

Sono presenti stimoli sensoriali: fame,sete,dolore,freddo,caldo,emozioni.

Tutto viene rimaneggiato,modificato e non si ha una corrispondenza lineare con il materiale della veglia.

Nel sogno può essere anche presente la sfera temporale.

I sogni di angoscia e gli incubi, avvengono quando è insufficiente la censura dei desideri inconsci o
quando irrompono troppo velocemente alla coscienza = timore di non riuscire ad essere/fare.

Le interpretazioni libere abbinate all’interpretazione dei sogni, danno origine alle ASSOCIAZIONI AL SOGNO
 il ricordo del sogno emerge in modo spontaneo durante la seduta.

I SIMBOLI DEL SOGNO ONIRICO

I simboli onirici non possono essere soggetti ad una decodificazione rigida, perché sono per loro natura
polisemici e ambigui. Solo il contesto semantico che si delinea attraverso le associazioni libere del soggetto
e la rete di rinvii interni al testo onirico consentono di volta in volta di attribuire ai simboli un significato
plausibile e adeguato;

Il significato di un simbolo può essere ricavato in base alla forma o alla funzione dell’oggetto che lo
rappresenta;

LA GRAMMATICA E GLI AFFETTI DEL SOGNO

Il linguaggio del sogno è quello del processo primario, che non può essere tradotto direttamente in quello
ben diverso del processo secondario. Perciò è necessaria una grande attenzione nell’approccio e
nell’interpretazione di qualsiasi sogno: basti pensare che una sua componente può rimandare a se stessa o
al proprio contrario, dato appunto che la negazione non esiste nel linguaggio dell’Inconscio.

I SOGNI DI ANGOSCIA

L’angoscia e il desiderio, secondo Freud, non sono inconciliabili, infatti anche i sogni d’angoscia possono
essere l’appagamento di desideri latenti;

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Essi hanno come contenuto lo scacco di un desiderio oppure qualcosa di indesiderabile che provoca
angoscia. Nella maggior parte dei casi, anche questi sogni rappresentano la soddisfazione di desideri, però
di natura masochistica = SOGNI DI CONTRO DESIDERIO

7. LO SVILUPPO INDIVIDUALE = SVILUPPO PSICOSESSUALE


 Bambino perverso polimorfo – il piacere è il suo obiettivo
 Sviluppo psicosessuale concepito secondo un modello epigenetico, cioè ogni nuova fase
evolutiva si pone in continuità con quella che la precede e risulta condizionata da quella.
 Regressione: la direzione seguita nel corso dello sviluppo si inverte rispetto al percorso
prestabilito e l’individuo fa ritorno ad una fase che aveva già attraversato (es. mangio un gelato
e torno alla fase orale).
 Fissazione: arresto evolutivo.

LE FASI DELLO SVILUPPO PSICOSESSUALE

FASE ORALE:
Età: si sviluppa dalla nascita fino ad un anno e mezzo.
Zona erogena: bocca ed è connessa all’attività principale del bambino  succhiare e nutrirsi .
In quest’area il bambino trova il soddisfacimento del suo desiderio sessuale.
Successivamente, il piacere si scinde dalla funzione fisiologica dell’alimentazione, e il seno materno può
venire sostituito dal dito, dalla lingua, dalle labbra stesse.
Inizialmente l’oggetto della pulsione è esterno (il seno), in seguito viene sostituito da una parte del corpo
del bambino.
Meta: la meta è l’incorporazione dell’oggetto; si tratta di un aspetto fondamentale, perché costituisce il
modello dei successivi meccanismi di identificazione.

FASE ANALE:
Età: 1.5 – 3
Zona erogena: ano – è collegata al controllo degli sfinteri.
Il piacere consiste nel trattenere (conservare l’oggetto buono)/lasciare (liberarsi dell’oggetto cattivo).
Un aspetto importante è la prima percezione del mondo esterno: Il trattenere o espellere le feci si pone in
relazione alle richieste-imposizioni di una realtà che non coincide più con il proprio corpo.
In relazione al rapporto con l’oggetto, Freud introduce il concetto di sadico anale. L’accento viene posto
sulla volontà di dominio sull’oggetto (sia interno-feci-che esterno- l’altro), che si può esplicare tanto nel
controllarlo quanto nel distruggerlo. Il genitore deve educare il bambino al controllo e all’autonomia.
Meta: la meta è la conservazione o l’eliminazione di un’entità interna; si tratta della prima manifestazione
dell’AMBIVALENZA, cioè della possibilità di percepire uno stesso oggetto come positivo e negativo, buono
e cattivo e quindi di scegliere l’azione e l’atteggiamento da adottare.
L’ambivalenza produce a livello mentale l’alternativa tra la passività e l’attività, prima delle dicotomie che
condurranno, passo dopo passo, a quella tra maschile e femminile.

FASE FALLICA – COMPLESSO DI EDIPO


Età: 3-6
Zona erogena: genitali
Il piacere consiste nella manipolazione dei genitali. La manipolazione del genitale produce piacere, ma è
anche segno di curiosità, di conoscenza, di esplorazione e di organizzazione del proprio schema corporeo.
In questa fase nasce e si risolve il complesso Edipico.
Il bambino desidera come oggetto sessuale la propria madre, ma egli è consapevole della relazione
affettiva-sessuale che essa ha con il padre. Questo desiderio provoca GELOSIA verso il padre.

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Questa fase è una fase di svolta perché il bambino inizia ad accertare la supremazia del padre. Si sposta
l’interesse dalla madre al padre, il bambino vede il padre come un modello da imitare.
È in questa fase che nasce il super-io come interiorizzazione delle regole e delle norme acquisite dal
genitore.

FASE DI LATENZA
Età: 6-pubertà
Fase di stallo della libido, in cui il bambino perde interesse sessuale.
Egli si dedica alla costruzione della propria identità sessuale.
Si verifica una desessualizzazione delle relazioni oggettuali: la tenerezza prevale decisamente sui desideri
sessuali.
Emergono sentimenti come il pudore e la ripugnanza e si manifestano le aspirazioni morali ed estetiche.
La rimozione agisce sulle tendenze sessuali, producendo l’amnesia nei confronti della sessualità perversa
dell’infanzia.
La latenza è determinata organicamente ed ereditariamente, ma è condizionata in maniera significativa
anche dall’educazione.
Meta: la meta è quella di utilizzare la pulsione sessuale, opportunamente sublimata e inibita, per
instaurazione delle relazioni sociali con i coetanei e con gli altri individui anche al di fuori della famiglia

FASE GENITALE
Età: inizia con la pubertà
Zona erogena: organi genitali
Caratteristiche: risveglio delle pulsioni sessuali - la maturazione biologica gioca un ruolo fondamentale e
l’organizzazione libidica dell’individuo raggiunge la maturità e la completezza.
Freud intende la genitalità come il punto d’arrivo di uno sviluppo sequenziale per fasi che si succedono
secondo un ordine prestabilito. Questo percorso conduce ad un traguardo coincidente con: (a) un corretto
sviluppo sia fisico che psichico, con l’Io che si potenzia in maniera adeguata; (b) la piena integrazione
sociale; (c) un equilibrio che favorisce il mantenimento della salute mentale.
Meta: la meta è il raggiungimento della capacità generativa attraverso la quale il soggetto acquisisce la
possibilità di raggiungere la propria completezza e realizzazione, da intendersi come il congiungimento con
un partner sessuale in funzione della riproduzione.
In questa prospettiva, tutto ciò che esula dalla genitalità eterosessuale finalizzata alla procreazione rientra
nella categoria delle perversioni.

AUTOEROTISMO, NARCISISMO, RELAZIONE OGGETTUALE.

Il bambino orienta le proprie pulsioni su di sé cercando il soddisfacimento. Fin dall’inizio infatti egli ha un
rapporto con un oggetto esterno (il seno della madre), ma non lo percepisce come qualcosa di diverso da sé
stesso; al contrario, lo avverte come una fonte di piacere che gli appartiene.

Autoerotismo = soddisfacimento del bambino come autogestione di se stesso.

Narcisismo primario, corpo inediti unitaria – immagine coesa di se stresso, le dinamiche partono e arrivano
dal bambino.

 La libido narcisistica può essere indirizzata sulla persona che nutre e accudisce oppure sulla propria
persona (scelta narcisistica).
 La scelta d’amore narcisistica, secondo Freud, è alla base dell’omosessualità.

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 Il narcisismo primario, una volta superato, ricompare nell’atteggiamento dei genitori verso i propri
figli, ai quali viene attribuita ogni virtù e ogni perfezione.
 Il narcisismo nell’adulto prende corpo nell’idealizzazione di sé che dà origine all’Io ideale, modello
in relazione al quale l’individuo commisura il proprio Io reale.
 È necessario che il narcisismo e l’investimento oggettuale si bilancino nell’individuo.

L’EVOLUZIONE DELL’OGGETTO

Lo sviluppo psicosessuale del bambino comporta un graduale passaggio dall’OGGETTO PARZIALE (il cui
prototipo è il seno materno) all’OGGETTO TOTALE (la madre come persona)L’oggetto totale compare nella
fase genitale, in quanto l’investimento libidico, raggiunta la maturità sessuale, viene indirizzato sulla
persona scelta come partner genitale.

Nella fase fallica si assiste alla transizione dall’oggetto parziale a quello totale: le dinamiche edipiche sono
instaurate con le figure genitoriali nella loro interezza, però buona parte dell’attività fantasmatica del
bambino e della bambina è concentrata sui genitali (oggetti parziali) ed è intorno a loro che nascono i tratti
centrali dell’Edipo, come il complesso (o la minaccia) di castrazione e l’invidia del pene.

Nella fase di latenza poi il ragazzino amplia le sue relazioni interpersonali, coinvolgendo anche individui
esterni alla famiglia, come i suoi coetanei (oggetti totali). Si tratta però di relazioni sublimate, nelle quali la
componente sessuale della pulsione, inibita alla meta, dà vita a legami di amicizia, simpatia, curiosità.

RIASSUMENDO:

Il primo oggetto con cui il neonato si relaziona è esterno (il seno della madre). Egli però non è consapevole
della sua esistenza come oggetto indipendente da lui, in quanto l’autoerotismo impedisce la percezione di
qualsiasi realtà diversa dal proprio corpo. La prima percezione vera dell’oggetto si può far risalire alla fase
anale (non si può interpretare esattamente in questo senso l’aggressività sadica del bambino nei confronti
del seno). Le feci sono percepite come oggetto da donare o da conservare e il mondo esterno è il
destinatario del dono e il regolatore delle funzioni evacuatorie. A partire dalla fase fallica poi si raggiunge la
piena consapevolezza dell’oggetto esterno, che è investito dalle pulsioni sessuali e aggressive edipiche.
L’oggetto totale compare nella fase genitale, in quanto l’investimento libidico, raggiunta la maturità
sessuale, viene indirizzato sulla persona scelta come partner genitale.

7.TRA SALUTE e PSICOPATOLOGIA

Psicopatologia della vita quotidiana:

Secondo Freud, il funzionamento mentale del soggetto nevrotico e quello dell’individuo non nevrotico sono
fondamentalmente simili e si distinguono soprattutto per ragioni quantitative.

Un’interessante conferma di questa concezione emerge nella Psicopatologia della vita quotidiana, il cui
titolo allude al fatto che nel comportamento quotidiano di ogni individuo si possono riscontrare espressioni,
atteggiamenti, comportamenti riconducibili a dinamiche mentali che richiamano quelle psicopatologiche,
senza però che esista una effettiva nevrosi.

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Si tratta di una sorta di “sintomatologia della normalità”, riscontrabile in qualsiasi persona e centrata
soprattutto sui cosiddetti ATTI MANCATI o paraprassie.

 Un atto psichico pienamente valido, dotato di un significato preciso, di un fine, di un’intenzione


inconscia.
 Alla base si trova un conflitto, un’interferenza tra una tendenza perturbatrice e una tendenza
perturbata.
 Le principali tipologie sono: le dimenticanze (di nomi propri, di parole straniere, di sequenze di
parole, di impressioni e di propositi), i lapsus (verbali, di lettura, di scrittura), le sbadataggini, le
azioni sintomatiche e casuali (piccoli gesti che si eseguono inconsapevolmente, come battere
ritmicamente una penna sul tavolo, attorcigliarsi i capelli con le dita).

Il principio di fondo è che nulla avviene per caso, e dietro ogni evento, anche apparentemente fortuito,
si cela un’intenzione, un significato: in questo consiste il DETERMINISMO PSICHICO freudiano.

Gli atti mancati sono il segno che il nostro Inconscio si sta manifestando contro la nostra volontà
cosciente.

La dimenticanza dei nomi, per esempio, può essere causata da ricordi e argomenti dolorosi connessi
direttamente o indirettamente alla parola che non torna alla mente, e che spesso genera un falso
ricordo, ovvero un nome sostitutivo, che si è ben consapevoli non sia quello che si sta cercando e che si
impone ugualmente come copertura di ciò che è rimosso, o che in ogni caso non si vuole far emergere
alla coscienza.

Motto di spirito:

Il motto di spirito è la dimostrazione di come si possano riscontrare gli stessi processi mentali tanto
nelle condizioni di salute mentale quanto negli stati nevrotici.

1. TIPOLOGIE: innocenti (giocati sul piacere rasserenante che deriva da un gioco di parole gradevole o
da una buona battuta, non aggressivi nei confronti di un’altra persona né dotati di riferimenti
all’ambito sessuale) e tendenziosi. Questi ultimi, a loro volta, comprendono i motti ostili (che sono
al servizio della pulsione aggressiva) e quelli osceni (al servizio della pulsione sessuale).

2. MECCANISMI DI FUNZIONAMENTO INCONSCI: la condensazione e lo spostamento (si esprimono


nei doppi sensi, nei giochi di parole, nelle ambiguità semantiche).

3. FUNZIONE: La funzione del motto è in sintonia con la concezione quantitativa e dinamica


dell’apparato psichico e con il principio secondo cui il piacere deriva da una scarica del surplus di
tensione accumulata.

4. ARGOMENTI: Gli argomenti trattati dal motto, soprattutto se connessi alla sfera sessuale o a quella
aggressiva, solitamente rimandano a tematiche mantenute inconsce e che pertanto richiedono un
investimento energetico che renda efficace e impenetrabile la barriera della censura.

Il motto di spirito e il sogno:

 Aspetti comuni: fenomeni psichici dotati di un significato e basati sul linguaggio dell’Inconscio.
 Aspetti differenziali: modalità di produzione e di fruizione il sogno è un fatto privato, individuale,
asociale e costituisce un appagamento allucinatorio di desideri rimossi; il motto è invece

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comunicabile, ha una portata sociale e il suo scopo consiste nel raggiungere una piacevole
attenuazione delle tensioni sia in chi lo produce sia in chi lo ascolta.
Formazione il sogno viene preparato da pensieri inconsci che giungono alla coscienza deformati
dalla censura per non generare dispiacere; il motto invece si forma partendo da pensieri preconsci,
che vengono abbandonati per un momento all’elaborazione inconscia e poi sono subito
riconsegnati alla coscienza per produrre piacere.

Il motto di spirito e gli atti mancati:

a) Negli atti mancati un contenuto inconscio sfugge al controllo dell’Io e si manifesta affiancando
un’entità conscia (come nelle deformazioni verbali) oppure annullandola e sostituendola (come
nelle dimenticanze); l’atto mancato quindi si manifesta nonostante l’Io.

b) Nel motto invece è proprio l’Io che consente ad un pensiero preconscio di immergersi
temporaneamente nell’Inconscio, quindi è l’Io che permette l’abbassamento le difese e la
manifestazione di alcuni contenuti inconsci; il motto di spirito, quindi, si forma grazie all’Io.

LE PSICOPATOLOGIE: NEVROSI ATTUALI E PSICONEVROSI

Freud distingue le psicopatologie in due categorie:

a. Nevrosi attuali (nevrosi d’angoscia, nevrastenia, ipocondria);


b. Psiconevrosi:

b1) nevrosi di transfert (isteria d’angoscia, isteria di conversione, nevrosi ossessiva);


b2) nevrosi narcisistiche (o psicosi: schizofrenia, paranoia).

NEVROSI ATTUALE

Le nevrosi attuali non sono curabili con la psicoanalisi, ma sono più propriamente di competenza
neurologica.

– Non hanno origine dai conflitti infantili, ma le loro cause sono riconducibili al presente e
consistono in soddisfacimenti sessuali inadeguati.
– La loro eziologia si connette non alla sfera psichica, ma all’ambito somatico.
– I loro sintomi non hanno una portata simbolic a e quindi non rimandano ad alcun significato
latente particolare.

La nevrosi d’angoscia: accumulo di tensione sessuale (libido) che non riesce a venire scaricata
adeguatamente a causa di eccitazioni frustranti. Si manifesta con ansia intensa, vertigini, sudori e sintomi
fobici.

La nevrastenia: ricorso eccessivo alla masturbazione e un funzionamento sessuale insufficiente, che non
riesce a soddisfare in maniera adeguata le richieste libidiche. Si manifesta con stanchezza fisica e mentale,
insonnia, irritabilità.

L’ipocondria: condizione di continua ansia per la propria salute, che può sfociare in stati d’angoscia o
depressione. Le cause rimandano a una tendenza a ritirare la propria libido dal mondo esterno e a
concentrarla su di sé e sull’organo sul quale si focalizza la propria ansia.

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PSICONEVROSI: DISTURBI PSICHICI CHE NON DIPENDONO DA ALCUNA CAUSA ORGANICA.

b1) Nevrosi di transfert: la libido è investita, traslata su oggetti esterni. I sintomi esprimono un conflitto tra
le spinte pulsionali dell’Es e la funzione contrastante e difensiva attuata dall’Io. Sono curabili con la
psicoanalisi: (a) le loro cause non sono organiche, ma (b) risalgono al passato e in particolare all’infanzia del
paziente; inoltre (c) permettono l’attivazione del transfert con l’analista.

Nell’isteria di conversione: il conflitto psichico è simbolizzato da sintomi somatici (tremori, paresi, afonia,
anestesia o iperestesia, cecità, allucinazioni, svenimenti, attacchi convulsivi). Sono la manifestazione in
forma simbolica di un conflitto inconscio (dinamiche edipiche) caso di Dora.

Nell’isteria d’angoscia: l’angoscia rimane come affetto vissuto con intensità dal soggetto e ne diventa
sintomo. Può non avere un referente esterno a cui agganciarsi, oppure può fissarsi a precisi oggetti o
situazioni che ne determinano l’insorgere: in questi casi si parla di fobia (o fobia isterica) caso di Hans.

La nevrosi ossessiva: costrizione a sottostare ad impulsi ai quali non ci si può sottrarre (azioni, gesti, rituali,
pensieri, motivi musicali …) e che non ci si riesce a spiegare razionalmente (alternative complesse e
insuperabili tra possibilità opposte-stati d’animo, pensieri, azioni). La regressione giunge alla fase anale e la
personalità ossessiva è caratterizzata da un Super-io particolarmente severo e sadico che opprime l’Io
caso clinico dell’uomo dei topi

b2) Nevrosi narcisistiche (o psicosi).

La libido è investita sull’Io, anziché sull’oggetto esterno: per questo motivo sono dette psiconevrosi
narcisistiche.

Le funzioni dell’Io sono in misura diversa compromesse.

Non sono curabili con la psicoanalisi proprio perché la mancanza di capacità di investimento libidico
sull’oggetto rende impossibile l’attivazione del transfert.

Le forme di psiconevrosi narcisistica più note sono la schizofrenia e la paranoia.

LE PERVESIONI SESSUALI:

Il voyeurismo e l’esibizionismo: riportare alla luce atteggiamenti sessuali riconducibili all’infanzia.

Il feticismo: perversione considerata da Freud esclusivamente maschile, consiste nella sostituzione del
partner come oggetto di desiderio sessuale con parti del suo corpo o con suoi indumenti o oggetti che gli
appartengono.

L’omosessualità maschile: fissazione intensa alla figura materna durante l’infanzia. Così in seguito l’uomo si
identifica con la donna (la madre) e assume se stesso come oggetto sessuale. A monte dell’omosessualità
maschile si trova di solito la carenza della funzione protettiva e orientante del padre, assente o comunque
non dotato della sufficiente personalità e del carisma necessario.

L’omosessualità femminile: investimento sessuale estremamente intenso della bambina sulla madre, che
non le consente poi di spostare l’investimento libidico sulla figura paterna.

8. LA TECNICA PSICOANALITICA

DALL’ABREAZIONE ALL’ANALISI DELLE RESISTENZE

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1. Terapia dell’isteria, metodo catartico e ipnosi di Freud e Breuer:

• Tramite l’ipnosi si facilita l’accesso alla coscienza degli eventi traumatici passati che, verbalizzati e
accompagnati dalle relative emozioni, consentono l’abreazione (scarica dell’importo di energia che
non era stata liberata al momento in cui il soggetto aveva subito il trauma).
• La storia degli eventi collegati al sintomo viene indagata a ritroso, fino a individuarne la causa e
permettere la scomparsa del sintomo.
• L’atteggiamento dell’analista è attivo: la paziente viene invitata a ricordare, le sono rivolte
domande, sollecitazioni, per costringerla a portare alla luce i ricordi sepolti nel suo Inconscio.

2. Abbandono del metodo catartico e focus sul metodo delle associazioni libere:

 Le associazioni libere consistono in una comunicazione libera e spontanea in cui il paziente dice
tutto ciò che gli passa per la mente, senza alcun filtro.
 Il nucleo del percorso terapeutico consiste nella conoscenza del passato: divenire consapevole delle
cause della propria nevrosi conduce il paziente all’eliminazione dei sintomi e alla guarigione. In
questo prospettiva, anche l’interpretazione è orientata in direzione “storica”.
 Passività dell’analista, che interviene il meno possibile e non orienta l’analizzando.

Freud rinuncia a cercare di individuare primariamente un determinato evento o un particolare problema


collocati nella storia remota del paziente.

o Si concentra sul presente della seduta e sulla comunicazione verbale in corso;


o Utilizza l’interpretazione centrandola questa volta sulle resistenze, che vengono portate alla
coscienza del paziente.
o Dopo che l’analista ha individuato le resistenze e le ha comunicate all’analizzando, questo spesso
riferisce senza difficoltà i fatti e le connessioni dimenticate.

IL SETTING

Quando si parla di setting non si fa riferimento solo all’organizzazione degli spazi in cui ha luogo la seduta,
ma anche a tutto ciò che fa parte della relazione tra l’analista e il paziente.

1. L’ambiente deve essere silenzioso e neutro, per evitare di distrarre l’attenzione dell’analizzando.
2. Il paziente si distende su un lettino, posizione che favorisce il rilassamento e orientato alla
libertà associativa.
3. L’analista è seduto dietro; il paziente non deve avere la sensazione di trovarsi di fronte un
interlocutore che agisce secondo la normale prassi comunicativa, in quanto il suo ruolo è quello
di rinviare al paziente la sua propria immagine (concezione di SPECCHIO RIFLETTENTE).
4. Il silenzio, le mancate risposte dell’analista, il senso di isolamento rientrano nell’ ASTINENZA e
consistono nel distacco frapposto tra i due protagonisti dell’analisi.
5. Il distacco, il silenzio, l’astinenza favoriscono la disposizione mentale dell’analista caratterizzata
dall’ATTENZIONE FLUTTUANTE, attraverso la quale egli si sintonizza sulla comunicazione del
paziente sulla base di una comprensione empatica.

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6. La REGOLA FONDAMENTALE della psicoanalisi consiste nel fatto che il paziente dica tutto ciò
che gli passa per la mente, senza porsi problemi di natura logica, di ordine morale, di
convenienza, di opportunità.
7. Le interpretazioni devono essere comunicate al paziente non prima che in lui si siano stabiliti un
efficace transfert e una solida ALLEANZA TERAPEUTICA con l’analista.

IL TRANSFERT

Il transfert è la riedizione, da parte del paziente, di atteggiamenti, affetti, comportamenti, dinamiche


pulsionali del suo passato, e in particolare della sua infanzia, sulla figura dell’analista e sulla situazione
analitica.

1) COAZIONE A RIPETERE: fenomeno inconscio consistente nella tendenza incoercibile del soggetto a
ripetere esperienze del passato, piacevoli e soprattutto dolorose, in modo diretto oppure più spesso
mediato, deformato, simbolico.
2) NEVROSI DI TRANSFERT: condizione di nevrosi artificiale e provvisoria, generata appositamente nel
corso del trattamento e accessibile all’analista in ogni momento, che viene poi elaborata e superata
con il lavoro terapeutico.
3) AMORE DI TRANSFERT: L’analista può diventare oggetto di un investimento affettivo intenso. Tale
amore è espressione di una resistenza, che usa questo sentimento per intralciare il progresso della
cura. Il desiderio della paziente non deve essere smantellato né ignorato, perché è una forza per
operare cambiamenti.
4) CONTROTRANSFERT: l’investimento pulsionale simmetrico al transfert, attivato dall’analista sul
paziente.

TEMPO E DENARO

Elemento essenziale del trattamento analitico è l’instaurazione di un contratto che prevede accordi sul
denaro e sul tempo.

Tempo: Freud fissa un’ora precisa in cui incontrerà nella stanza di analisi il suo paziente, e rimane a
disposizione di quest’ultimo anche se egli non usufruisce della seduta.

Durata della cura: non è prevedibile in anticipo, perché il cammino della psicoanalisi non è lineare né
regolare.

La frequenza va dalle tre alle cinque sedute alla settimana, a seconda della gravità della patologia.

Denaro: la posizione di Freud è precisa. L’analista deve astenersi dalle visite gratuite, e questo è un aspetto
che deve chiarire al paziente senza alcun timore.

CONCLUSIONE DELL’ANALISI

L’analisi, secondo Freud, si può considerare conclusa in relazione a due condizioni:


(a) quando il paziente non soffre più dei suoi sintomi e ha superato angosce e inibizioni;
(b) quando è stato reso cosciente tanto materiale rimosso e sono state eliminate tante resistenze che
non c’è più da temere il rinnovarsi della patologia.

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I pericoli più significativi che possono minare il successo di un’analisi sono la forza costituzionale delle
pulsioni e le alterazioni subite dall’Io del paziente.

9. CIVILTA’, RELIGIONE E ARTE

CIVILTA’ E PULISONI
• Secondo Freud la civiltà è fonte di sofferenza e di infelicità per l’uomo, soprattutto perché gli
impone di rinunciare alla realizzazione dei suoi desideri, di contenere, di deviare, di contrastare o di
sublimare le spinte pulsionali;
• La civiltà con le sue norme si è rivelata essere uno strumento efficace per proteggere le persone
dalla forza della natura e per regolare le reciproche relazioni.
• Freud fa dunque risalire una parte significativa delle cause delle patologie nevrotiche alla società e
alle sue regole frustranti;
TOTEM E TABU’

• In Totem e tabù (1913), un testo in cui la psicoanalisi si aggancia all’antropologia, Freud tratteggia
una possibile ipotesi sulle origini della civiltà. Il motivo di fondo che sta alla base di questa sua
indagine è il parallelismo tra la storia arcaica dell’uomo e i fenomeni psichici individuali e sociali,
normali e patologici, del presente.

• Ogni clan aveva un proprio totem, solitamente un animale, che era considerato il progenitore e il
nume tutelare dello stesso clan. Nei confronti dell’animale-totem esistevano due tabù: il divieto di
ucciderlo e di nutrirsi delle sue carni. Un terzo tabù che vigeva nel clan riguardava l’incesto e
imponeva l’esogamia, ovvero il divieto di avere rapporti sessuali e di contrarre matrimonio con
persone dello stesso clan.

LA RELIGIONE
 Secondo Freud la religione è un’illusione, che può avere avuto in passato un ruolo positivo, ma che
è destinata a scomparire di fronte alla cultura e alla scienza moderne.
 Dunque la religione è un sistema di rappresentazioni creato con lo scopo di rendere sopportabile la
miseria umana attraverso il rinvio all’aldilà delle soddisfazioni e dei piaceri che sulla terra non sono
realizzabili.
 Il sentire religioso, che in uno scambio di opinioni tra Freud e Romain Rolland viene definito
“sentimento oceanico”, affonda le sue radici, secondo Freud, nella condizione del lattante che non
distingue il proprio Io dal mondo esterno.

L’INDIVIDUO E LA MASSA

 Freud, nell’opera Psicologia delle masse e analisi dell’Io (1921), ha analizzato le principali
componenti sociali della mente umana. L’individuo viene osservato, in questo testo, sulla base delle
relazioni che instaura con gli altri. L’individuo perde razionalità e si assiste a un influenzamento
emotivo.

 Ciò che alimenta le masse è la libido, le relazioni con gli altri sono viste come pulsioni sessuali inibite
alla meta. Legami libidici alimentano l’ingroup e in questo modo l’individuo si protegge
dall’outgropu.

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 Il fatto di appartenere ad un gruppo (familiare, nazionale, culturale, istituzionale) orienta in maniera


significativa le dinamiche psichiche dell’individuo.

 “Nella vita psichica del singolo l’altro è regolarmente presente come modello, come oggetto, come
soccorritore, come nemico”. In questa prospettiva, la psicologia individuale non può essere separata
in alcun modo dalla psicologia sociale.

L’ARTE

Secondo Freud (1907), l’arte è appagamento di desiderio, è una modalità di approccio alla realtà
che consente di correggerne gli aspetti insoddisfacenti e frustranti. In ciò è analoga al gioco dei
bambini, al fantasticare dell’adulto e in parte al sogno, in quanto deriva dall’esigenza di appagare
desideri inconsci o preconsci che trovano l’opposizione di una censura.

Riassumendo la concezione freudiana, l’arte è (Ferrari, 1999): espressione di conflitti; appagamento


sostitutivo di desideri; sublimazione di contenuti inconsci; difesa e consolazione; strumento di
attivazione del pensiero magico e onnipotente.

KARL ABRAHAM

Alunno di Freud, approfondisce in modo critico gli studi del suo Maestro.

1. TRAUMA E PSICOPATOLOGIA

La psicoanalisi, secondo Abraham, non è efficace nella cura delle psicosi, ma costituisce uno strumento utile
per comprendere le manifestazioni e le loro cause.

 Psicosi derivanti da una causa organica (non di pertinenza dello psicoanalisi, perché agiscono
sull’Io).
 Psicosi indotte da un blocco della libido: regressioni che si spingono fino ai primi stadi dello
sviluppo psicosessuale.

Trauma = evento reale, è accaduto realmente e risale all’infanzia.

La dementia praecox è caratterizzata da una regressione allo stadio autoerotico e da un’eziologia traumatica
(trauma sessuale).

Concezione di Abraham circa i traumi infantili:

 Intenzionalità inconscia: il bambino è convinto, a livello inconscio, di non aver subito del tutto
passivamente l’abuso o la violenza, in generale l’atto traumatico, di non essere solo vittima, ma di
condividere una parte di responsabilità  nasce il senso di colpa = fissazione = blocco evolutivo.
 Desiderio sessuale e senso di colpa: in relazione alla seduzione subita, il bambino percepisce
qualcosa di simile a un desiderio sessuale. Ciò provoca il senso di colpa, il blocco evolutivo e la
conseguente fissazione libidica a uno stadio precoce (autoerotico) dello sviluppo psicosessuale.
 Il trauma non è necessariamente di origine sessuale, ma possono risultare traumatici anche fatti di
altra natura, purché fortemente destabilizzanti (es. abbandono).

DIFFERENZA FRA ISTERIA E DEMENZA PRECOCE

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ISTERIA DEMENZA PRECOCE


Natura: nevrosi Natura: psicosi
Origine: evento traumatico rimosso Origine: evento traumatico rimosso
Capacità di traslazione (transfert)presente Capacità di traslazione assente
Sessualità anomala Amore sessuale assente
Sublimazione accentuata Presenza di deliri di grandezza o persecuzione

2. STADI DI ORGANIZZAZIONE DELLA LIBIDO

Ad ogni fase dello sviluppo sessuale corrispondono delle attività che si legano a delle fantasie inconsce. Alle
attività si legano gli stadi evolutivi dell’amore che si manifestano con una patologia.

FASE ORALE: stadio precoce e tardo, il primo connesso all’attività di succhiare, nel secondo il bambino
morde (sadico-orale).

Nel primo il piacere non è separato dall’assunzione di cibo  La meta è l’incorporazione dell’oggetto.

Nel secondo il piacere scinde dall’assunzione di cibo  la meta consiste nell’appropriazione dell’oggetto.
Difficoltà relative allo svezzamento.

 Stadio orale precoce: privo di oggetto, coincide con l’autoerotismo.


 Stadio orale tardo: primo abbozzo di oggetto, la libido assume le dinamiche caratteristiche del
narcisismo primario.

FASE ANALE: precoce (espellere) e tardo (trattenere = controllare e dominare = sadismo)

La conquista del controllo sfinterico si ripercuote a livello psicologico producendo due fantasie inconsce:
annientare l’oggetto (espulsione) e dominarlo (ritenzione). La possibilità di scelta tra i due atteggiamenti
produce la conquista dell’ambivalenza nei confronti dell’oggetto stesso.

 Fase anale precoce: espellere = annientare le feci;


 Fase anale tarda: trattenere = controllare e dominare = sadismo. Il bambino controlla l’oggetto

FASE GENITALE: precoce e maturo

Fasi fallica e genitale vengono a far parte di una stessa fase, definita genitale, distinta a sua volta, come le
precedenti, in due stadi: uno stadio genitale precoce, che coincide in tutto con la fase fallica freudiana, con il
corollario di manifestazioni e fantasie edipiche, e uno stadio genitale maturo.

 Fase genitale precoce: per Freud fallica: attività e fantasie fallico – edipiche  passaggio all’oggetto
totale.
 Fase genitale maturo: per Freud genitale: attività e fantasie genitali  conquista dell’amore
oggettuale genitale.

!! VEDI TABELLA SU SLIDE 8 – MELANCONIA (malinconico - depresso)

La dementia praecox si caratterizza per la mancanza di investimento libidico oggettuale

Nella melanconia:

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I. Le dinamiche psichiche sono simili a quelle del lutto. La differenza consiste nel processo di
introiezione del melanconico, conseguenza di un disturbo oggettuale fondamentale ed
espressione di un grave conflitto tra un sentimento d’amore e un affetto opposto che lo
minaccia.
II. Una mancanza e la delusione costringe la persona ad espellere l’oggetto come un contenuto
corporale, annientandolo (fantasia di espulsione sadico-anale).
III. A questa espulsione segue un’introiezione (fantasia di incorporazione orale) dello stesso
oggetto. Il desiderio di vendetta sadica si trasforma in un tormento di se stesso da parte del
melanconico, il quale si identifica con l’oggetto assimilato in sé.
IV. Infine l’oggetto viene fatto ritornare al mondo esterno (fantasia di evacuazione).

La complessa dinamica di questa patologia la colloca a cavallo tra lo stadio orale tardo (sadico-orale:
divorare l’oggetto per appropriarsene) e quello anale precoce (espellerlo per annientarlo).

La nevrosi ossessiva si contrappone alla melanconia perché l’oggetto viene conservato e l’eventuale perdita
è una minaccia alla quale l’individuo si oppone con uno sforzo orientato a trattenere l’oggetto stesso, per
controllarlo e dominarlo (dinamiche sadico-anali riconducibili allo stadio anale tardo).

L’isteria va considerata come una regressione allo stadio genitale precoce (fallico) a causa delle sue
dinamiche rapportabili alle triangolazioni edipiche. L’esclusione della genitalità trova il suo riscontro nel
divieto edipico e nell’angoscia-minaccia di castrazione.

3. LA FORMAZIONE DEL CARATTERE

Freud lo collega allo sviluppo psicosessuale: carattere anale,orale,genitale.

Per Abraham:

Carattere anale si articola intorno a tre atteggiamenti di fondo:

1. Tendenza all’ordine;
2. Ostinazione: si può manifestare in due modi opposti: (a) come intrattabilità e caparbietà, quindi in
una direzione asociale e improduttiva; (b) come perseveranza e precisione, quindi in una
prospettiva socialmente positiva;
3. Parsimonia.

Altri aspetti riconducibili a tratti caratteriali anali sono: l’avarizia, la tendenza a collezionare e a conservare
tutto (sublimazione della tendenza a trattenere le feci); la contemplazione compiaciuta dei propri prodotti
intellettuali e manuali (i propri prodotti fisiologici, cioè le feci); il piacere di classificare e di rubricare tutto, il
bisogno di simmetria (estensioni della tendenza all’ordine); l’adozione di comportamenti opposti alla massa
(ampliamento della tendenza all’ostinazione).

Carattere orale si ha quando:

1. Se lo stadio della suzione è stato attraversato in modo positivo e senza turbamenti particolari,
l’individuo mostrerà la convinzione che tutto debba andargli sempre bene (ottimismo), che ci sia in
ogni caso una persona premurosa pronta a venire in suo soccorso.
2. Se lo stadio della suzione è stato caratterizzato da frequenti frustrazioni, l’individuo mostrerà un
carattere orientato al pessimismo e alla continua apprensione, atteggiamenti legati alla delusione
dei piaceri orali della prima infanzia.

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Altri tratti riconducibili al carattere orale: tratti ostili e invidiosi (allontanamento del seno-frustrazione e
sofferenza-piacere di mordere), impulso ostinato a parlare (dare attraverso la bocca), tratti sadico-orali.

Carattere genitale lo sviluppo libidico è alla base dell’inserimento sociale.

Il raggiungimento positivo dello stadio genitale dello sviluppo libidico è alla base dell’inserimento completo
dell’individuo nella comunità.

La normalità, secondo Abraham, coincide con la condizione di un soggetto che, nel suo adattamento alla
collettività, non si trova condizionato da un’accentuazione eccessiva di alcuni tratti caratteriali, ma plasma il
suo atteggiamento e la sua disposizione d’animo in relazione alle esigenze degli altri.

SÁNDOR FERENCZI

1. TRANSFERT E IDENTIFICAZIONE ISTERICA

Per Freud, il transfert è una difesa attraverso la quale l’individuo nevrotico proietta i propri affetti sulla
persona dell’analista, distogliendo in questo modo l’attenzione da sé e dai contenuti del proprio inconscio.

Per Ferenczi il transfert si manifesta verso tutte le persone perché è una modalità affettiva che il soggetto
nevrotico attiva in ogni situazione interpersonale. È una relazione oggettuale abbinata ad uno spostamento
in seguito al quale gli affetti provati nel passato vengono amplificati su oggetti del presente.

Questa relazione transferale assume le forme dell’imitazione e del contagio psichico = identificazione
isterica  Fenomeno attraverso cui il soggetto isterico si appropria dei sintomi, dei tratti di carattere,
delle modalità comportamentali e comunicative di un’altra persona, si commuove con estrema facilità,
partecipa con grande intensità alle esperienze e alle emozioni altrui, riesce perfettamente a mettersi nei
panni degli altri.

Conseguenze dell’identificazione isterica:

o gesti di bontà e di generosità (identificazione nei problemi altrui).


o interesse eccessivo e entusiasmo, per persone e cose della realtà esterna (spostamento
dell’attenzione dal mondo esterno a quello interno).

2. INTROIEZIONE E PROIEZIONE

Modalità di funzionamento della mente che ogni individuo attiva nel rapporto con il mondo esterno.

La mente è un’entità dinamica che svolge ininterrottamente due attività: proiezione, attraverso la quale
proietta nella realtà esterna determinati contenuti vissuti come negativi, introiezione attraverso la quale
colloca dentro di sé aspetti e oggetti della realtà esterna,ritenuti positivi.

L’ Io si trasforma gradualmente attraverso una ininterrotta serie di introiezioni.

La realtà esterna si struttura attraverso le proiezioni.

La proiezione originaria:

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Il bambino percepisce dentro di sé alcuni aspetti che non si adeguano ai suoi bisogni e non si conformano
alla loro volontà.

Questi aspetti vengono proiettati fuori di sé e formano il primo nucleo del mondo esterno  il bambino
costruisce la realtà esterna, connotata da un mondo del tutto negativo.

Il suo Io diventa il punto di riferimento di tutto ciò che è buono  è alla base della distinzione tra
sentimenti e sensazioni: i sentimenti si connettono alla dimensione interna (Sé dell’individuo), le sensazioni
costruiscono l’idea di una realtà circostante (non - Sé dell’individuo).

 L’introiezione è simmetrica alla proiezione ed entrambe segnalano l’avvenuto superamento degli


investimenti pulsionali autoerotici, infatti presuppongono un rapporto con la realtà esterna.

La libido è centrata sull’Io del bambino  Il bambino avverte il dispiacere  Il bambino attiva la proiezione
e si libera di ciò che provoca dolore e angoscia, collocandolo nel mondo esterno  Il bambino mette in
moto l’introiezione nei confronti dell’oggetto percepito come buono.

L’amore e l’odio oggettuali si identificano con il transfert, in quanto consistono nell’investimento su un


oggetto esterno di una pulsione inizialmente centrata in direzione autoerotica e poi investita sugli oggetti
genitoriali.

L’amore oggettuale comporta aspetti di identificazione con l’oggetto, derivante in parte dalla proiezione (il
soggetto colloca negli oggetti esterni dei tratti di sé) ed è alla base dell’introiezione (il soggetto colloca
dentro di sé ciò con cui si identifica).

NEVROTICO PARANOICO
Prevale il meccanismo dell’INTROIEZIONE Prevale il meccanismo della PROIEZIONE
Interessi e curiosità, partecipa con grande trasporto Chiuso e diffidente, si sente perseguitato, avverte
ai problemi degli altri, si infiamma d’amore e gli altri come presenze ostili, e quindi tende a
d’entusiasmo e si fa travolgere dal risentimento o proteggersi da qualunque contatto con l’esterno.
dall’odio.
Dilatazione dell’Io Concentrazione dell’Io

3. TEORIA DEL TRAUMA

Il trauma è reale ed è alla base delle diverse patologie. Per comprenderne la realtà, occorre tenere in
considerazione l’intrecciarsi della percezione della realtà del bambino con quella dell’adulto.

 Ricerca da parte del bambino di affetto nell’adulto.


 Presenza di un amore diverso rispetto alla richiesta del bambino, che può spingersi fino alla
seduzione e agli atti sessuali.
 Reazione di rifiuto,odio e disgusto da parte del bambino, accompagnati dalla paura di perdere
l’adulto.
 Il bambino accetta la violenza dell’adulto.
 Identificazione con l’aggressore e introiezione della figura persecutoria.

 Scissione della personalità del bambino in due parti in conflitto: una buona e innocente, l’altra
percepita cattiva e colpevole

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4. FASI EVOLUTIVE DEL SENSO DI REALTÀ

a) Periodo dell’onnipotenza incondizionata  fase precedente alla nascita  bisogni primari


soddisfatti nel grembo materno – presenza del senso di onnipotenza;

b) Periodo dell’ onnipotenza magico – allucinatoria  desiderio di riconquistare lo stato di


appagamento iniziale, svanito con l’abbandono del grembo materno – presenza di modalità
allucinatorio – sensazione che la realtà si modifichi da Sé = basta immaginare qualcosa affinché il
desiderio venga appagato;
c) Periodo dell’onnipotenza con l’aiuto di gesti magici  nascita dell’idea dell’esistenza del mondo
esterno – utilizzo di strumenti per appagare il desiderio (piangere quando ha fame), i quali si
perfezionano con il tempo;
d) Periodo del pensiero simbolico percezione semi-matura del mondo esterno – percezione della
realtà secondo una prospettiva animistica – percezione della rete di corrispondenze morfologiche e
funzionali tra bambino e mondo esterno – presenza dei simboli del sogno, dell’inconscio e del mito
– capacità di relazioni simboliche;

e) Periodo dei pensieri magici e delle parole magiche  apprendimento del linguaggio verbale
secondo modalità imitative – presenza del simbolismo dei suoni del linguaggio – contenimento
grazie all’aiuto dei genitori del senso di frustrazione e della sensazione di onnipotenza;

Ferenczi approfondisce le psicopatologie in rapporto alle fasi evolutive del senso di realtà.

a) Il riscontro patologico della regressione al periodo dell’onnipotenza magico allucinatoria è


rappresentato dall’appagamento allucinatorio dei desideri dello psicotico.

b) Gli attacchi isterici rappresentano l’appagamento di desideri rimossi con l’aiuto di gesti magici:
la regressione patologica giunge quindi, nell’isteria, al periodo dell’onnipotenza con l’aiuto di
gesti magici.

c) Infine la nevrosi ossessiva costituisce una regressione al periodo dei pensieri magici e delle
parole magiche, infatti il soggetto ossessivo attribuisce ai propri pensieri e alle proprie parole
dei poteri magici che determinerebbero ricadute concrete nella realtà.

5. TECNICA ATTIVA

Tecnica attiva  consiste in stratagemmi applicabili solo in casi eccezionali, finalizzati a far accedere più
facilmente al paziente al proprio materiale psichico inconscio.

Viene usata solo quando non si nota alcun progresso – ha la funzione di sbloccare il processo terapeutico.
Non appena questo obiettivo è stato centrato, l’analista torna alla sua posizione passiva.

È applicabile solo se tra paziente e analista si è creato un legame di fiducia – l’analista costringe il paziente a
inventare fantasie che spontaneamente non riesce a produrre.

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Ferenczi nota che diversi pazienti, soprattutto quelli affetti da isteria d’angoscia, non riescono a superare i
punti morti dell’analisi se non vengono costretti ad uscire dal “rifugio sicuro”. La tecnica attiva permette di: •
Abbattere il muro protettivo che circonda il paziente;

• Elaborare modalità d’intervento finalizzate a far aumentare sensibilmente l’intensità dell’angoscia


dell’analizzando;

• Modificare, aggredire la condizione di stasi del paziente, intensificando l’angoscia del soggetto (agendo su
due piani):

 Aumentando in maniera drastica la frustrazione connessa alla regola freudiana dell’astinenza,


impedendo soprattutto le gratificazioni che il paziente desidera più intensamente;
 Costringendo il paziente ad eseguire determinati atti da lui considerati spiacevoli e quindi
probabilmente connessi a importanti contenuti rimossi.

La tecnica attiva provoca un aumento dell’angoscia nel paziente, e ciò determina un’esacerbazione dei
sintomi connessa ad un’intensificazione del conflitto interno. La ricaduta consiste in un turbamento della
quiete di settori remoti della mente e in una spinta affinché i contenuti rimossi riescano a filtrare nella
coscienza.

6. STILE MATERNO E LA TECNICA DEL BACIO

Attraverso la propria empatia, l’analista deve:

 Percepire i bisogni affettivi del paziente, prodotti in passato da una madre assente, disattenta,
depressa o comunque inadeguata.
 Colmare i vuoti di affetto, per quanto possibile.
 Rispondere alle carenze affettive con disponibilità e amore.

Nel corso delle sedute, il rivivere prende il posto del ricostruire, e il controtransfert, tanto combattuto da
Freud, diventa uno degli strumenti terapeutici più importanti a disposizione di Ferenczi.

Nei termini della teoria della complessità, si può affermare che con Ferenczi l’osservatore diviene
consapevole di essere parte integrante del sistema in cui agisce, e capisce che non basta osservare l’oggetto
(il paziente), ma è necessario anche che il soggetto (l’analista) faccia tesoro delle osservazioni dell’oggetto e
inoltre osservi se stesso nell’atto di osservare l’oggetto, assumendo una prospettiva autoriflessiva e
complessa.

OTTO RANK

1. L’ANGOSCIA

L’angoscia primaria di natura psicosomatica, derivante dall’evento traumatico della nascita, è il dato
fondamentale che segna ogni individuo e viene considerata da Rank come il primo sintomo comune a tutti.

 Ogni manifestazione di angoscia si connette al trauma della nascita.


 Si manifesta soprattutto durante l’infanzia, considerata come un normale periodo di nevrosi.

L’angoscia di castrazione viene collegata alla castrazione originaria, ovvero la nascita, e alla seconda
castrazione, lo svezzamento, la cui drammaticità dipende dalla intensità del trauma originario.

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La paura della morte è collegata all’idea di separazione dalla persona amata (come al momento della
nascita) e il lavoro del lutto è una rielaborazione del trauma originario.

Il sonno è considerato alla stregua di un rientro nel grembo materno.

2. INCOSNCIO E PULSIONI

INCONSCIO PULSIONI
E’ un residuo dell’esperienza di vita embrionale, i cui Sono il risultato della trasformazione degli istinti
aspetti specifici si conservano nell’Io senza aver biologici operata dall’angoscia primaria.
subito particolari trasformazioni.

3. RIMOZIONE E MEMORIA

RIMOZIONE MEMORIA
Il trauma della nascita viene eliminato dalla Considerata come la facoltà di ritenere in modo
coscienza ad opera della rimozione originaria e parziale informazioni che si agganciano in vario
costituisce a sua volta l’origine della memoria. modo ai lasciti del trauma originario.

L’accresciuta capacità mnestica che accompagna l’analisi, viene spiegata con la tendenza dell’Inconscio a
riprodurre il passato traumatico e la condizione originaria, anche il sogno e le regressioni psicotiche sono
considerate un’attività ipermnestica connessa.

4. SESSUALITA’ E PERVERSIONI

LA SESSUALITÀ E LE PERVERSIONI HANNO UNA CONNESSIONE PIÙ O MENO DIRETTA CON IL TRAUMA DELLA
NASCITA E CON I PRIMI EVENTI CHE UNISCONO E POI SEPARANO IL BAMBINO E IL CORPO MATERNO.

SESSUALITÀ PERVERSIONI
La penetrazione durante l’atto sessuale richiama Il feticista evidenzia una rimozione che colpisce il
inconsciamente, nel maschio, un parziale ritorno nel genitale femminile (materno) e l’angoscia connessa
ventre della madre, anche grazie all’identificazione lo porta a investire con la propria libido una zona
tra il pene e il bambino. sostitutiva del corpo femminile oppure l’indumento
che la copre.
Complesso di Edipo: il genitale della madre e Il masochista trasforma la sofferenza della nascita in
l’interno del ventre materno, che fino ad allora sono una sensazione di piacere.
stati connotati rispettivamente in modo negativo e
positivo, si riavvicinano.
La minaccia di castrazione edipica: costituisce il Il sadico incarna l’odio inestinguibile derivante dalla
terzo trauma, che segue il primo e fondamentale sua espulsione dal ventre materno e, nei casi in cui
(quello della nascita) e il secondo (lo svezzamento). si spinge fino a squartare la sua vittima, segnala il
desiderio inconscio di tornare idealmente nel luogo
da cui è stato cacciato al momento della nascita,
oppure di rendere impossibile la riproduzione su
altri individui dello stesso trauma.
L’esibizionista rivive la piacevole nudità della
situazione originaria.
Il rifiuto del genitale materno si manifesta
nell’omosessualità maschile, ma anche nell’invidia
del pene femminile.

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5. NEVROSI

L’esperienza traumatica, costituisce una ripresa e una ripetizione del fantasma del trauma della nascita,
comune a tutto il genere umano. Secondo questa prospettiva, in ogni manifestazione nevrotica si possono
individuare connessioni con il trauma originario e con il piacere dello stato prenatale.

• Il nevrotico fallisce nel campo sessuale perché non si accontenta della via normale di soddisfacimento e
manifesta sproporzionate esigenze infantili in base alle quali vuole tornare per intero nell’utero materno,
per recuperare la condizione di beatitudine precedente la nascita.

• I fenomeni di conversione isterica, ossia i sintomi che si manifestano a livello somatico, sono riconducibili
al trauma della nascita (es. le difficoltà respiratorie isteriche sono una riproduzione dell’asfissia che si è
provata al momento della nascita).

La connessione tra la sintomatologia e il trauma della nascita accomuna tutte le patologie, qualunque sia la
loro natura (psichica, neurologica o organica).

6. SIMBOLI E SOGNO

La realtà creata dall’uomo è una “catena ininterrotta di simboli che rievocano la realtà originaria perduta,
ma che anche la tengono lontana dalla coscienza”.

Chiave interpretativa della simbologia inconscia e onirica: Ogni rappresentazione simbolica si aggancia al
nucleo arcaico costituito dalla nascita, tenuto lontano dalla coscienza e allo stesso tempo evocato attraverso
il simbolo in maniera deformata.

Il simbolo è il mezzo più potente di adattamento alla realtà e trova la manifestazione più interessante nei
sogni.

7. MITO E CULTURA

Tutte le produzioni culturali dell’uomo sono elaborazioni del trauma della nascita, l’eroe tipico della
mitologia presenta aspetti simbolici che rimandano ai significati che si stanno indagando.

 La nascita del bambino destinato a diventare un eroe è solitamente traumatica.


 L’atteggiamento amoroso della madre è controbilanciato dall’opposizione di un padre persecutorio,
ostile e tirannico.
 L’invulnerabilità dell’eroe rappresenta simbolicamente il bambino circondato e avvolto da un utero
permanente che lo protegge.
8. PSICOANALISI

La situazione analitica è vissuta come un evento biologico: essa infatti ripropone un vissuto analogo a quello
della gravidanza e il termine dell’analisi è una ri-nascita.

CARATTERISTICHE:

1. Il compito dell’analisi è far distaccare la libido dall’oggetto a cui era rimasta fissata (il corpo
materno), attraverso l’attenuazione della rimozione originaria.
2. La difficoltà connessa alla conclusione della terapia e al distacco dall’analista ripropone il desiderio
di non abbandonare il corpo materno.

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3. Il transfert è pensato come un investimento libidico verso la madre-analista, simile a quello che
caratterizzava il periodo prenatale.
4. Il setting analitico richiama la situazione fetale: in un ambiente in penombra, il paziente in
posizione rilassata si lascia andare ad uno stato mentale il più possibile isolato dalla realtà esterna e
cullandosi in attività fantastico-allucinatorie.
9. CONCLUSIONE

Aspetti del pensiero di Rank relativi alla clinica: il suo orientamento verso le terapie brevi; la sottolineatura
dell’analisi come esperienza emotiva autenticamente trasformativa; la precisazione del ruolo fondamentale
del paziente, la cui volontà di guarigione è l’autentica forza dell’analisi.

Va evidenziato anche come l’attenzione di Rank abbia preso in considerazione un aspetto originale, ovvero
la vita psichica fetale, aprendo successivi percorsi di indagine e di ricerca.

GUSTAV JUNG – PSICOLOGIA ANALITICA

Prof. Tommaso Manari

Cenni biografici:

 Primi anni

Nasce nel 1875 in Svizzera, quasi contemporaneo a Freud, Janet e Adler. Lavorando nella clinica psichiatrica
di Zurigo, viene a contatto con pazienti psicotici e schizofrenici  inizia i primi studi sui sogni, deliri e
allucinazioni di pazienti psicotici, che formeranno le basi per lo sviluppo delle sue future teorie.

Jung inizia i primi test psicometrici per misurare i tempi di risposta ad una lista di 10 parole stimolo, Jung
pone maggiore attenzione alle risposte emotive, più che sui tempi di reazione.

Maggiore tempo di risposta = risposte emotive = complesso a tonalità emotiva

COMPLESSO A TONALITÀ EMOTIVA:

Sono rappresentazioni, pensieri e ricordi, collegati tra loro e parzialmente o completamente inconsci, con
una forte carica emotiva.

Metafora della costellazione: al centro vi è un nucleo, un’idea, un ricordo, una rappresentazione emotiva
con una forte carica emotiva, a cui sono collegate altre immagini.

Il complesso non è necessariamente negativo, può essere neutro o positivo.

 Incontro con Freud

Legge l’interpretazione dei sogni di Freud, ma solo dopo ne capisce il senso; da qui nasce l’interesse e la
passione per il pensiero freudiano. Freud e Jung si incontrano a Vienna e nasce una profonda amiciza.

Freud considerava Jung il suo promettente studente, a cui affidare la guida del movimento psicoanalitico.
Mentre Jung vedeva il loro rapporto come un libero scambio alla pari.

 Il libro rosso

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Profonde differenze teoriche tra Jung e Freud, la libido per J. è energia psichica che si esprime attraverso
singoli.

Dopo la separazione J. entra in una profonda crisi e depressione che lo porta a lavorare su se stesso 
scrive e pubblica il ‘Libro rosso’. Vive un periodo di malattia creativa, che lo porta a passare una profonda
depressione che lo porta a sviluppare una nuova teoria  psicologia analitica.

Teoria:

 Strutture psiche

1912 rottura da Freud, J. cerca di ampliare la teoria freudiana ma cerca di ampliarla e renderla universale.

Principali punti di rottura:

1. Rifiuto di concetto di libido come pulsione sessuale  energia psichica, entità dinamica in
continuo movimento. Concepita come una tensione tra due poli psichici, in progressione e
regressione.

La libido comprende i bisogni fondamentali di sopravivenza, è definita indifferenziata perché non è collegata
a un fenomeno specifico.

Come intende la psiche Jung?

Io: processi coscienti = consapevolezza

Inconscio: elementi psichici repressi

Sé: totalità di processi consci e inconsci

Conscio = io Inconscio = è qualcosa di realmente inconscio

INCONSCIO PERSONALE: memorie represse, desideri respinti ed esperienze infantili. Materiale psichico che
rimane inconscio o che non ha ancora raggiunto la soglia della coscienza.

INCONSCIO COLLETTIVO: esperienze ancestrali comuni e universali dell’umanità  simili agli istinti.

2. Le nevrosi hanno un significato attuale

La nevrosi deve essere contestualizzata nelle condizioni di vita attuale. J. non accetta la nozione di
complesso Edipico di Freud.

3. Trauma infantile è secondario nelle nevrosi

 Inconscio e archetipi

INCONSCIO PERSONALE: memorie represse, desideri respinti ed esperienze infantili. Materiale psichico che
rimane inconscio o che non ha ancora raggiunto la soglia della coscienza.

INCONSCIO COLLETTIVO: esperienze ancestrali comuni e universali dell’umanità  simili agli istinti.

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ARCHETIPI: immagini universali, impersonali, comuni a tutti gli uomini, presenti nell’inconscio collettivo.

Jung studiando religioni, miti e soni di culture lontane, individua delle manifestazioni comuni in tutte le
epoche e culture.

a) Archetipi in sé: è l’idea in sé – insisto in ogni struttura psichica e non percepibile direttamente
b) Archetipi attualizzati: immagine archetipica che diventa percettibile attraverso il simbolo (archetipo
femminile: la madre,la notte, la principessa – maschile: il padre,il re, il leone, il sole).

ARCHETIPI:

 OMBRA = Parte più primitiva e istintuale dell’individuo. Tutto ciò che si rifiuta di se stessi, ma si proietta
sugli altri. È il nostro lato oscuro che tendiamo a rifiutare perché è in contrasto con i nostri principi coscienti.

 PERSONA = maschera dietro cui la persona si rifugia. Separa il ‘vero Io’ dalle convenzioni sociali. È
l’insieme di comportamenti e atteggiamenti che sono manifesti, cioè appaiono all’esterno. Si può
identificare con l’Io e con la parte conscia. È il compromesso tra individuo e società.

 ANIMA = immagine collettiva del femminile e del materno, ma anche la componete personale inconscia
femminile nell’uomo. Parte nascosta di noi che non accettiamo.

L’animus è l’immagine collettiva del maschile e del paterno, ma anche la componente personale inconscia
maschile nella donna.

 Tipi psicologici

Jung scrive nel 1921 ‘tipi psicologici’. Cerca di tracciare delle personalità degli individui, ma la personalità
varia da persona a persona e cambia nel corso del tempo.

La personalità è come l’individuo tende ad agire e pensare, come si relaziona con gli altri e con ciò che lo
circonda.

Personalità divisa in atteggiamento, movimento della libido (introverso ed estroverso) e funzioni


psicologiche (razionali: pensiero e sentimento – irrazionali: sensazioni e intuito)Introverso: trae le proprie
motivazioni da spinte interne. È spinto a osservar e pensare, la libido è orientata verso l’interno del soggetto
 riflessiva,sensibile, poco socievole.

Libido: movimento della libido

Estroverso: trae motivazioni da spinte esterne, è dipendete dalle altre persone. È spinto ad agire, la libido è
orientata verso l’esterno.

Funzioni psicologiche: modo che abbiamo di comprendere ed elaborare i contenuti interni ed esterni.

Pensiero: si pone una domanda fondamentale ‘ è giusto o è sbagliato?’ – guidato dal giudizio = razionale

Sentimento: domanda ‘ mi piace o non mi piace?’ – guidato dal giudizio = razionale

Sensazione: affermazioni ‘voglio percepire l’oggetto’ - irrazionali = percezioni

Intuito: ‘cerco nuove possibilità- irrazionali = percezioni

Clinica:

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 Metodo dialettico

Basato su assunti teorici precisi, ma è anche un metodo eclettico che non prevede leggi immutabili. Pone al
centro la complessità del paziente.

Primo passo: portare il paziente alla realtà e alla consapevolezza della sua situazione attuale, il paziente
deve sempre essere posto davanti al problema.

La nevrosi per J. si collega al presente e al futuro, indaga il significato attuale della nevrosi (perché c’è questo
sintomo adesso?).

Non si sofferma sui traumi  i sintomi sono il risultato di dinamiche inconsce che tendono ad aggiustare
alcuni conflitti psichici del paziente.

Terapeuta è attivo, il terapeuta può porre domande o intervenire con il paziente. Può interagire con il
paziente e aiutarlo a conoscerlo meglio, aiuta il paziente a integrare in se le parti scisse della sua
inconsapevolezza.

Transfert, simile a quello Freudiano. Per J. è vissuto dal paziente insieme al terapeuta. È una crescita sia del
paziente, sia del terapeuta.

La nevrosi per J. è il risultato di una dissociazione tra 2 complessi in conflitto, uno conscio e l’altro inconscio.
Questi complessi, rimangono collegati e coerenti fra loro.

Un conflitto che va in contrasto con desideri morali, sociali e individuali  provoca nevrosi.

La psicosi: perdita di adattamento ala realtà, i complessi in conflitto si rendono autonomi l’uno dall’altro e
questo porta ad una frammentazione della psiche individuale. La psiche perde la sua coerenza interna e
rimane frammentata.

 Interpretazione dei sogni

Sistema complesso di dinamiche psichiche, dai molteplici riferimenti e significati.

Si inizia con i resti diurni, cioè immagini che rimandano ad avvenimenti dei gironi precedenti. Nel sogno il
tempo e lo spazio non hanno lo stesso significato e non sempre è presente un lineare rapporto di casualità

Utilizza un linguaggio arcaico, simbolico e prelogico.

L’interpretazione di J. sono orientati al presente e al futuro. Per interpretare i sogni J. si serve del metodo
dell’AMPLIFICAZIONE, con lo scopo di integrare l’inconscio nel conscio.

 Percorso di individuazione

La finalità della terapia è aiutare l’individuo nel suo processo di individuazione, eliminando gli ostacoli che
impediscono lo sviluppo completo della sua personalità.

Percorso di individuazione è la ricerca e il tentativo di integrare in sé stessi gli opposti psichici.

Individuazione: conciliare l’inconscio con il conscio all’interno ella propria personalità  se gli opposti
dialogano, si ha maggiore integrazione del Sé e ci si avvicina a ciò che J. chiama individuazione o sviluppo
del Sé.

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ALFRED ADLER

Dottor Mazzoli – Dott.ssa Moruzzi

Teoria Adleriana è utile nella psicoanalisi ma anche nel contesto educativo per capire il comportamento del
bambino.

1. VITA ADLER

Psicologia del profondo, si occupa della psicoterapia e psicoanalisi, riguardano i dinamismi interni della
psiche umana. La psicologia del profondo osserva la mente, la psiche e l’inconscio.

Nasce a Vienna nel 1870, ebreo. Studia medicina, entra a far parte del circolo di Vienna nel 1902 - si
distacca da Freud nel 1911. Nel 1912 fonda la sua società di psicologia individuale.

Lui, come la sua famiglia, è cagionevole di salute (il fratello muore in seguito a una grave malattia), studia
medicina e in seguito postulerà i complessi di inferiorità.

Idee politiche socialiste  psicoterapia a portata di tutti VS Freud che cura i borghesi

Idee di sentimento sociale = connessione con la comunità.

2. CONFRONTO CON FREUD

Adler rifiuta il modello pulsionale di Freud: rifiuta di spiegare il funzionamento dell’intera psiche in termini
di scarica libidica, ma osserva la presenza di diverse energie aspecifiche come la volontà di potenza e il Sé
creativo.

Visone bio-psico-sociale: anticipa i concetti di olismo e psicosomatica, portando una visione dell’individuo
in quanto unità corpo-mente e aggiunge importanza alle influenze sociali e culturali sulla persona. Visone
intrsoggettiva.

Inconscio: l’inconscio non è un’istanza psichica differente dalla coscienza, né ha una locazione differente
(topiche per Freud). Per Adler una parte rimane inconscia e l’altra inconsapevole.

Interpretazione dei sogni: rivelano lo stile do vita della persona e la meta a cui la persona tende, non sono
una mera scarica pulsionale. Per Adler sognare significa mettere dentro il sogno il proprio stile di vita.

Adler cerca di collaudare lo stile di vita dell’individuo e mette in scena alcune scene di vita ipotizzate, sono
scene immaginate perché altrimenti l’individuo dovrebbe cambiare il proprio stile di vita.

Finalismo casuale: non è solo l’esistenza di un passato che determina il funzionamento psichico in termini di
causa-effetto, ma una prospettiva TELEOLOGICA  la personalità si organizza in base ad una progettualità
e quindi ad un futuro.

Soggettivismo fenomenologico: il mondo è filtrato attraverso la nostra interiorità, parte intellettuali e


affettive (cognizione + affettività – natura + cultura). Noi utilizziamo dei modelli interpretavi della realtà
basati sulla nostra storia precedente.

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Mente relazionale: la psicoanalisi pone l’attenzione solo sui dinamismi intrapsichici, Adler fa una lettura
della psiche in quanto intersoggettiva  Per Adler la mente nasce come mente relazionale, la psiche si
forma nella relazione con gli altri.

Cosa si significa mente relazionale?

La coscienza si forma in relazione con gli altri, noi ci pensiamo sempre in relazione con qualcuno. Nasciamo
nella relazione e nell’interazione con gli altri, il sentimento sociale è il punto cardine della nostra coscienza

Importanza della madre: la prima ad insegnare sociale tramite la cura. Le madri incuranti, iperprotettive e
maldestre, creano problemi.

Una madre sufficientemente buona imposta nella relazione con il figlio una relazione di base sicura 
attaccamento sicuro = mondo accogliente, non pauroso, esplorativo. La relazione con l’estraneo non è
spaventosa.

Madre problematica, imposta nella relazione con il figlio dei sentimenti di rifiuto  base insicura per il figlio
= attaccamento insicuro. Diffidenza, ostilità verso gli altri e verso il mondo.

 Se si sviluppa il sentimento positivo, per Adler si sviluppa di conseguenza il sentimento sociale.


 Se si sviluppa il sentimento negativo, ci sarà un rifiuto sociale menomato o assente 
antisocialità.

Sentimento sociale: bisogno dell’uomo di cooperare e di compartecipare emotivamente con i propri simili.

IL FUNZIONAMENTO DELL’ESSERE UMANO PER ADLER

Funzioni interpretative sul sé, sull’altro da sé, sul rapporto sé-altro da sé  il rapporto sarà positivo, la mia
visione degli altri è positiva, sarò portato ad interagire e a progettare con gli altri.

Se sono presenti dei problemi di inadeguatezza  sentimento di inferiorità.

PSICOTERAPIA ADLERIANA

Differenze da quella Freudiana:

 Setting: il paziente sta di fronte all’analista, ogni cosa è fondamentale nel’interazione paziente-
terapeuta;
 Transfert: parte che viene interpretata dal terapeuta, per poi essere elaborata dal paziente. Il
transfert prevede l’empatia tra paziente e terapeuta.
 Controtransfert: metafora del pendolo, due stile di vita a confronto che piano piano si sincronizzano
- Il terapeuta si sincronizza con il paziente per correggerlo.

Caratteristiche terapia adleriana:

 valutazione diagnostica;
 incoraggiamento, infondere fiducia,sicurezza,stima, credere nelle sue capacità (uso di strumento
empatico oltre l’interpretazione);
 esperienza emotiva correttiva (cosa può avvenire all’interno della relazione terapeutica e creativa
tra paziente e terapeuta).

PARTE PEDAGOGICA – DREIKURS

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4 TIPOLOGIE DI BAMBINO

1) Richiesta di attenzione: il bisogno di appartenenza e di importanza porta il bambino ad agire nella


costante del “guardami” richiesta di attenzione è la meta!
2) Lotta di potere: il bambino si sente importante e di appartenere solo quando agisce come “il capo
sono io, tu non mi puoi comandare”.
3) Vendetta: il bambino sa molto bene che non appartiene, lo ha già sperimentato e sa che fa male,
per questo motivo agisce come se dovesse fare del male all’altro tanto quanto ne ha già subito,
oppure come se chiedesse continuamente una validazione delle proprie emozioni.
4) Sentimento di inadeguatezza: quando ci sono bambini che hanno problematiche diagnostiche o si
sviluppa un’azione come per esempio “lasciami stare, io mollo” (bambini con problematiche
emotive o di apprendimento).

HEINZ HARTMANN – LA PSICOOGIA DELL’IO

Heinz voleva trasformare la psicoanalisi in una psicologia generale,sistema la teoria freudiana per renderla
più coerente e facendola uscire dall’ambito strettamente clinico.

Centra l’attenzione sulla necessità di dotare di una superiore dignità all’Io. L’obiettivo e il risultato consiste
nella modificazione radicare dell’immagine dell’uomo, l’individuo non è dominato da pulsioni MA è dotato
di RAZIONALITA’ e VOLONTA’ che consentono di affrontare le pulsioni e nominarle.

1. IO

Io: da semplice mediatore tra Es e Super-io e la realtà, diventa struttura della mente dotata di una propria
autonomia.

L’io è dotato di energia propria  ENERGIA PRIMARIA DELL’IO

L’Io può utilizzare l’energia dell’ES dopo che ha subito un processo di neutralizzazione.

L’energia primaria è utilizzata nei processi psichici non conflittuali mentre quella secondaria, quella
derivante della neutralizzazione, nei processi psichici.

Le pulsioni possono essere modificate dall’esperienza, l’oggetto contribuisce a controllare e plasmare le


pulsioni.

L’Io è responsabile dell’attivazione delle difese, l’aggressività interiorizzata è alla base del funzionamento del
Super-io.

2. PRINCIPIO DI PIACERE E REALTA’

Il principio di piacere sembra precedere il principio di piacere, perché l’aggancio alla realtà assicura la
sopravvivenza del bambino; istinto innato che lo spinge a sopravvivere e agganciarsi al principio di realtà
ancora prima del principio di piacere. Il piacere invece deriva da un rapporto positivo con la realtà.

3. ADATTAMENTO

L’Io è l’organo specifico dell’ADATTAMENTO connesso allo sviluppo biologico dell’individuo e alla storia
individuale.

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Il mondo circostante del bambino deve essere un ambiente medio prevedibile per consentire un
adattamento positivo. Un ambiente incontrollabile può essere causa di psicopatologie.

Tre tipologie di adattamento:

1) Adattamento autoplastico: implica la modificazione dell’individuo, il soggetto modifica se stesso;


2) Adattamento allo plastico: implica la modificazione dell’ambiente, il soggetto modifica l’ambiente;
3) Adattamento del terzo tipo: cambiamento nell’ambiente, il soggetto cambia ambiente.

L’adattamento è pensato come un insieme d strategie che vengono tramandate da una generazione all’altra
attraverso la tradizione. Il super-io è il principale veicolo della tradizione.

L’attivazione automatica di tale serie di comportamenti adattivi è definita automatismo preconscio.

Adattamento progressivo: sintonico con la società, conduce ad una buona integrazione della persona con
l’ambiente.

Adattamento regressivo: ottenuto distaccandosi dal mondo esterno, rifugiandosi in attività mentali che
allontanano il soggetto dalla società

La psicoanalisi deve fornire un migliore adattamento all’adulto alla realtà.

L’evoluzione dell’Io si articola in tre aspetti: componente ereditaria, pulsionale e rapporto con la realtà.

I deficit nella costruzione dell’Io riguardano la forza delle pulsioni e la relazione con la realtà DEFICIT 
condizione legata alla storia individuale e al rapporto della persona con la realtà esterna.

Lo scopo dell’analisi è offrire all’Io nuove possibilità di adattamento alla realtà, riconducibile ad una
funzione educativa.

4. AUTONOMIA PRIMAIRA (L’io dispone di energia propria) E SECONDARIA DELL’IO (l’io utilizza
energia neutralizzata dell’Es).

ANNA FREUD

Si concentra sulle funzioni dell’Io, i meccanismi di difesa, l’osservazione diretta del bambino, analisi infantile.

Sulle possibilità di prevenire le patologie attraverso l’opera educativa. I conflitti interni potenzialmente
patogeni tra Es, Io e Super-io non sono però eliminabili.

Per Anna F. si può conoscere l’Es solo attraverso i suoi derivati che penetrano nel sistema Preconscio-
Conscio. I contenuti dell’Es e del Super-io si possono intercettare solo in presenza di tensioni (conflitti) con
l’Io o con la realtà esterna. Il conflitto ci permette di conoscere il mondo interno della persona.

I contenuti dell’Es percepiti dall’Io sono diversi dai contenuti inconsci originari in quanto deformati dai
meccanismi di difesa.

Durante le associazioni libere il paziente cerca di mantenere l’Io inattivo per lasciare spazio alla
manifestazione dell’Es, ma a seguito dell’attivazione dell’Es l’Io non può che attivarsi mediante i meccanismi
di difesa.

L’attività dell’analista appare all’Io come una minaccia, turba l’equilibrio costruito dal paziente.

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1. I MECCANISMI DI DIFESA

1) RIMOZIONE: contenuti inaccettabili fuori della coscienza, difesa più efficace.


2) REPRESSIONE: oscuramento di determinanti contenuti psichici, opera tra il preconscio e conscio, è
attiva consciamente.
3) FORMAZIONE REATTIVA: atteggiamenti coscienti che costituiscono il ribaltamento del contenuto
inconscio.
4) ISOLAMENTO: contenuto conflittuale isolato e meno doloroso.
5) ISOLAMENTO DELL’AFFETTO: contenuto della mente sganciato dai suoi affetti, punto di vista
relazionale.
6) ANULLAMENTO RETROATTIVO: attivazione di un comportamento di segno opposto a un
comportamento precedete (funzione di annullare tale comportamento) o ripetizione dello stesso
atto con significato opposto.
7) PROIEZIONE: il soggetto espelle da sé e colloca nell’altro affetti, desideri e tratti di carattere
generalmente negativi che rifiuta di riconoscere in se stesso
8) INTROIEZIONE: simmetrico alla proiezione. Il soggetto trasferisce dentro di sé aspetti del modo
esterno generalmente positivi. E’ alla base dell’identificazione.
9) CONVERSIONE NELL’OPPOSTO: trasformazione della meta di una pulsione in forma contraria.
10) RIVOLGIMENTO CONTRO SE’ STESSI: sostituzione dell’oggetto.
11) SUBLIMAZIONE: processo di neutralizzazione delle pulsioni libidiche e aggressive, deviandole verso
mete e oggetti accettati socialmente.
12) NEGAZIONE: desiderio, sentimento o pensiero negando che ci appartenga.
13) NEGAZIONE IN FANTASIA: tratti destabilizzanti nella fantasia.
14) NEGAZIONE TRAMITE PAROLE E ATTI: capovolge attraverso parole e atti alcuni tratti destabilizzanti
della realtà.
15) LIMITAZIONI DELL’IO O STRATEGIE DI EVITAMENTO: angoscia viene evitata prima che si presenti.
16) INIBIZIONE NEVROTICA: difesa contro un pericolo interiore o istinto destabilizzante.
17) IDENTIFICAZIONE CON L’AGGRESSORE: il bambino avverte una sensazione di paura o di angoscia
verso un oggetto e si identifica in lui. Il bambino diventa l’oggetto temuto e si trasforma da
minacciato in minacciante.
18) RINUNCIA ALTRUISTICA: investire i propri desideri sugli altri.
19) ASCETISMO DELLA PUBERTA’: la pubertà si manifesta con la ripresa delle pulsioni, tale difesa
permette l’annullamento degli istinti attivando un atteggiamento opposto (ascetismo).

20) INTELLETTUALIZZAZIONE DELLA PUBERTA’: coinvolgere il meno possibile l’istinto nella propria
esistenza concentrando l’attenzione su astrazione e riflessione. Meditazione finalizzata ad
alimentare i sogni ad occhi aperti.

2. ADULTI E BAMBINI: EGOCENTRISMO /IMMATURITA’ /FRAGILITA’ /VALUTAZIONE

Il trattamento del bambino è diverso da quello dell’adulto. L’analisi infantile richiede prudenza.

Aspetti da considerare:

 L’egocentrismo: orienta la relazione del bambino con l’oggetto materno. La madre non è autonoma,
ma esiste in funzione del figlio e dei suoi bisogni/desideri. Difficoltà ad instaurare relazioni
oggettuali complesse.

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 Immaturità dell’apparato sessuale infantile.

 Fragilità dei processi secondari di pensiero rispetto alla forza delle pulsioni e delle fantasie.

 Valutazione del tempo: dipende dalla prevalenza dell’Es o dell’Io.

3. ANALISI INFANTILE

Si concentra su disegni, gioco e sogni. Non sviluppa l’alleanza terapeutica (non decide di iniziare la terapia e
non avverte il disagio, egosintonico).
Coinvolgimento della famiglia nella terapia: se il contesto familiare rimane immutato con le sue dinamiche
patologiche la terapia non darebbe risultati.

Il gioco e i disegni non sono il corrispettivo delle associazioni libere e sono dotati di una componente
simbolica che può essere decodificata, non direttamente con cautela e prudenza. Per sviluppare il transfert
vero e proprio è necessario superare il complesso edipico. Nell’infanzia il transfert si trasforma nella
riedizione di relazioni oggettuali precoci (non edipiche) in conformità con la fase psicosessuale raggiunta.

NARCISIMO PRIMARIO – TENDENZE SIMBIOTICHE – DINAMICHE ORALI e ANALI – ESTERIORIZZAZIONE

La regressione al narcisismo primario si manifesta nel ritiro dal mondo.

Tendenze simbiotiche: desiderio di fusione con l’analista.

Dinamiche orali: individuate nelle continue richieste e nella sua permanente insoddisfazione.

Dinamiche anali: nell’ostinazione, ritenzione del materiale, atteggiamenti provocatori e ostili.

Esteriorizzazione: modo in cui il bambino riproduce nella relazione con l’analista i propri conflitti interni.
L’analista incarna tutte le figure psichiche: Es quando è tollerante nei confronti della libertà di agire, attivare
fantasie, pensare..; Io ausiliario quando lo aiuta a verbalizzare e lo protegge dall’angoscia; Super-io in
quanto adulto.

4. LINEA EVOLUTIVA

L’analisi del bambino è delicata e richiede la valutazione di una serie di aspetti espressi nella LINEA
EVOLUTIVA FONDAMENTALE:

Sequenza di tappe che conducono dalla totale dipendenza alla conquista dell’indipendenza e autonomia.
Ciascuno ha una propria linea evolutiva specifica che deve essere confrontata con quella evolutiva
fondamentale per determinare le deviazioni e gli scarti.

Le fasi evolutive sono:

1. Unità biologica della coppia madre-bambino: prime fasi di vita del bambino; le due persone vivono in
uno stato di simbiosi.

2. Fase del rapporto con l’oggetto parziale o rapporto anaclitico: rapporto attivato sulla base dell’urgenza
imposta dalle esigenze pulsionali del bambino.

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3. Fase della costanza dell’oggetto: il bambino è in grado di conservare un’immagine interna positiva
dell’oggetto; ha introiettato stabilmente dentro di sé un oggetto buono che permette di superarne la
mancanza.

4.Rapporto ambivalente della fase pre-edipica: caratterizzato da dinamiche di natura sadico-anale.


Rapporto ambivalente con l’oggetto. Il bambino si attacca agli oggetti d’amore, cercando di dominarli e
controllarli.

5. Fase fallico-edipica: possessività verso il genitore di sesso opposto e rivalità/gelosia verso il genitore dello
stesso sesso.

6. Fase di latenza: attenuazione delle spinte pulsionali e manifestazioni di libido inibita alla meta
(sublimazione).

7. Preadolescenza: si ripresentano tendenze delle fasi precedenti (investimento sull’oggetto parziale e


ambivalenza), ma è transitoria e poco significativa dal punto di vista clinico.

8. Adolescenza: desiderio e necessità di distaccarsi dalle figure genitoriali e necessità di sfogare la libido su
persone di sesso opposto.

• Si parla di patologia solo se lo scarto dalla linea evolutiva è molto marcato oppure quando l’Io, il Super-Io
e l’Es si sviluppano a velocità differenti.

• La regressione non sempre segnala una psicopatologia. Regressione psico-sessuale e regressione

5. IL PROFILO META PSICOLOGICO

Il risultato del confronto tra ciò che emerge dall’osservazione e la linea evolutiva fondamentale prende il
nome di PROFILO METAPSICOLOGICO:

1. Descrizione del bambino: comportamenti, atteggiamenti, postura, sguardo, umore…

2. Storia personale.

3. Sfondo familiare.

4. Sviluppo pulsionale: da considerare in relazione alla fase evolutiva e alla relazione oggettuale.

5. Sviluppo dell’Io e del Super-io.

6. Valutazione genetica.

7. Valutare la tolleranza alla frustrazione, capacità di sublimazione, controllo dell’angoscia, tendenze


progressive e tendenze regressive.

In età evolutiva il profilo deve essere costantemente aggiornato e fornisce un quadro in divenire, mentre
nell’adulto è uno stato, una condizione stabile. Si deve stabilire se il soggetto ha bisogno di un intervento e
di quale tipo di intervento necessita.

JHON BOWLBY – ATTACCAMENTO

1. ATTACCAMENTO BASE SICURA

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Legame di attaccamento: relazione stabile, legame primario che si instaura tra la madre e il bambino fin
dalla nascita.

Base sicura: madre.

Comportamento di attaccamento: qualsiasi comportamento che consente di mantenere la vicinanza.

Sistema dei comportamenti di attaccamento: modo in cui si realizzano e si strutturano le relazioni diadiche.
Periodo sensibile: 1° anno di vita

Monotropismo: attaccamento alla figura materna  attaccamenti multipli.

Sistema esplorativo: conoscenza dell’ambiente circostante (esplorativo/attaccamento).

2. QUATTRO FASI DI SVILUPPO

1° Fase: Orientamento e segnali senza discriminazione della persona (0-6 mesi): Comportamenti di
attaccamento istintivi.

2° Fase: Orientamento e segnali verso una o più persone discriminate (0-6 mesi): Comportamenti di
attaccamento selettivi.

3° Fase: Mantenimento della vicinanza ad una persona discriminata mediante la locomozione e mediante
segnali (6 mesi-3 anni): attaccamento articolato.

4° Fase: Rapporto reciproco diretto secondo uno scopo (+3 anni): attaccamento come insieme di modalità
complesse per influenzare il comportamento dei genitori.

MOI MODELLI OPERATIVI INTERNI: rappresentazioni mentali di Sé in relazione all’altro.

Per studiare gli stili di attaccamento si utilizza la STRANGE SITUATION: procedura osservativa standardizzata
messa a punto da Mary Ainsworth.

3. STILI DI ATTACCAMENTO

Stile di attaccamento: relazione tra bambino e la figura di attaccamento

ATTACCAMENTO SICURO

ATTACCAMENTO INSICURO EVITANTE

ATTACCAMENTO INSICURO AMBIVALENTE (ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO/DISORIENTATO -


ATTACCAMENTO EVITANTE/AMBIVALENTE)

4. MOI

MODELLI OPERATIVI INTERNI: Rappresentazioni mentali che orientano la percezione e l’interpretazione


degli eventi  creazione di aspettative e anticipazioni.

Dinamici: relazione con un ambiente variabile

È un modello interiorizzato con schemi ridefinibili e accomodabili sulla base di differenti esperienze, la
funzione è quella di elaborazione delle informazioni.

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5. GLI STRUMENTI DI VALUTAZIONE

STRANGE SITUATION

ADULT ATTACHMENT INTERVIEW: Valutazione delle rappresentazioni di attaccamento in adolescenti e


adulti, è un intervista semi-strutturata per le madri e uno strumento per valutare lo stato della mente
dell’adulto in relazione alla propria esperienza di attaccamento in maniera indiretta.

Identificate 4 categorie di attaccamento:

 Attaccamento Sicuro
 Attaccamento Distanziante
 Attaccamento Preoccupato
 Attaccamento Non Risolto

ATTACHMENT STORY COMPLETION TASK

SECURITY SCALE

6. CURE MATERNE E PSICOPATOLOGIA – ATTACCAMENTO E PRATICA TERAPEUTICA

DEPRIVAZIONE MATERNA: mancanza degli apporti emotivi e dell’accudimento della madre —> ricadute
sullo sviluppo fisico, emotivo, intellettuale e sociale.

CIRCOLO NEGATIVO: figlio trascurato diventerà un genitore trascurante.

CARATTERE ANAFFETTIVO: inibizione ad amare prodotta dalla rabbia e dalle fantasie distruttive connesse
alle frustrazioni subite.

TEORIA DELL’ANGOSCIA DA SEPARAZIONE: angoscia che si manifesta ogni volta che viene minacciata
l’alleanza tra la madre e il bambino.

ATTACCAMENTO E PRATICA TERAPEUTICA

Analista: base sicura che il paziente non ha avuto durante l’infanzia.

Difese: dimensione interpersonale, no intrapsichica

1° fase: elaborare le difese secondarie e patologiche generate dall’attaccamento insicuro  riduzione delle
difese del paziente.

Alleanza terapeutica: relazione di fiducia con l’analista, base sicura.

3 modalità di strutturazione della relazione analitica sulla base della tipologia di attaccamento del
paziente. Base sicura si fonda su tre aspetti:

a) Sintonia tra il paziente e l’analista


b) Competenza autobiografica
c) Elaborazione degli affetti

MARGARET MAHLER – PSICOLOGIA DELL’IO

1. STUDIO LONGITUDINALE

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Utilizzo dell’osservazione naturalistica non basata sul linguaggio verbale per trarre inferenze sul
funzionamento mentale infantile. L’ambiente era stato realizzato per essere il più possibile naturale.

L’osservazione viene affidata a due gruppi: osservatori partecipanti e osservatori non partecipanti.

La Mahler conduce colloqui con le madri, con i padri – conduce riprese sulle interazioni madre-bambino,
test dei profili evolutivi e proiettivi.

2. LA NASCITA PSICOLOGICA DEL BAMBINO

Nascita psicologica: processo intrapsichico che porta il bambino alla separazione-individuazione nei conforti
della madre:

 Separazione  emergenza (venire fuori) da una fusione simbiotica del bambino con la madre.
 Individuazione  il bambino assume le proprie caratteristiche individuali.

Entrambe le spinte sono innate e complementari , la separazione-individuazione è il requisito per la


formazione dell’identità del soggetto.

Se tale processo risulta difficoltoso può portare a:

 Autismo primario: è un muro che separa il soggetto dall’oggetto (Oggi sappiamo con certezza che le
persone affette da spettro autistico hanno un disturbo dello neuro sviluppo).

 Psicosi simbiotica: senso di fusione e mancata differenziazione.

3. FASE AUTISTICA NORMALE (0-2 MESI):


Il neonato è un sistema chiuso, incapace di rispondere agli stimoli esterni. I processi fisiologici prevalgono su
quelli psicologici. Gli interventi tempestivi materni e il ricorso all’allucinazione da parte del bambino
finalizzati al prolungamento illusorio dello stato prenatale, dimensione narcisistica assoluta.

Stato di indifferenziazione: non distinzione tra Io e Es, libido e aggressività, Sé e non-Sé. Meta
raggiungimento dell’equilibrio omeostatico dell’organismo, ottenuta attraverso tentativi di liberarsi della
Carica propriocettiva-enterocettiva (tensione interna) in modo autonomo (attività escretorie) oppure
attraverso la madre.

4. FASE SIMBIOTICA (2-4 MESI):

Pre-oggettuale: Interno e esterno iniziano lentamente a differenziarsi , bambino e madre fanno parte di un
sistema duale onnipotente chiuso. Confine più permeabile del precedente. La simbiosi è una fusione
somatopsichica onnipotente, allucinatoria e delirante. Importanza del volto materno come prima
percezione significativa.

Compare il sorriso sociale: primo segno dell’avvio di una fase di relazione verso l’altro. Percezione del
proprio io corporeo si effettua con lo spostamento alla carica sensorio-percettiva periferica, dal graduale
contatto del bambino con il mondo esterno. Madre come oggetto parziale. Formazione delle isole di
memoria: tracce strutturate in maniera dicotomica (buono/cattivo, piacevole/doloroso) delle tensioni
dolorose e delle sensazioni di sollievo.

5. PROCESSO DI SEPARAZIONE/INDIVIDUAZIONE

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1° SOTTOFASE: DIFFERENZIAZIONE (4-10 mesi)

Differenziazione e sviluppo dell’immagine corporea Il bambino inizia a distanziarsi dalla figura materna e
acquisiste una prima consapevolezza della propria dimensione corporea.

SORRISO SPECIFICO: La formazione dei confini corporei avviene tramite il tatto della madre e con il suo
investimento libidico sul figlio.

EMERGENZA: bambino esce dall’unità simbiotica, si affaccia al mondo. Se la fase simbiotica è superata
senza difficoltà il bambino si mostra curioso e sorpreso verso l’estraneo. Se gli apporti simbiotici materni
sono insufficienti, la fase simbiotica tende a continuare, se troppo intensi e difficoltosi si passa troppo
precocemente alla differenziazione e quindi si presenta angoscia.

2° SOTTOFASE: SPERIMENTAZIONE (10-15 mesi)

SPERIMENTAZIONE PRECOCE: possibilità del bambino di muoversi a carponi (gattonare) allontanandosi dalla
madre. Allargamento del mondo del bambino che gli consente di sperimentare la realtà. La presenza della
madre rimane fondamentale, il bambino fa ritorno per un rifornimento affettivo attraverso il contatto fisico.

Madre come campo base.

SPERIMENTAZIONE EFFETTIVA: deriva dalla possibilità del bambino di camminare in posizione eretta. Tale
posizione genera un cambiamento del campo visivo del bambino. E’ totalmente concentrato sulle novità ed
euforico da esse. La madre presente per mantenere tale tono d’umore.

3° SOTTOFASE: RIAVVICINAMENTO (15-24 mesi)

Maggiore consapevolezza della propria individualità e della separazione fisica dalla madre. La nascita
psicologica avviene con la deambulazione ed anche con l’intelligenza rappresentativa (Piaget) che culmina
nel gioco simbolico e l’acquisizione del linguaggio. Diminuzione dell’indifferenza alla frustrazione. Si
manifesta angoscia da separazione, aumento del bisogno della presenza materna. Attivazione di due
strategie: segue la madre come un’ombra e si allontana all’improvviso aspettandosi di essere rincorso e
abbracciato. Due stati interni contraddittori: il desiderio di riunirsi e il timore di essere inghiottito dalla
madre. La consapevolezza della separazione attiva strategie per negare tale situazione coinvolgendo la
madre nei propri giochi.

RIAVVICINAMENTO INIZIALE: madre non più un campo base, ma viene coinvolta dal figlio nella scoperta del
mondo. Il piacere deriva dall’interazione sociale che include anche il padre.

CRISI DI RIAVVICINAMENTO: (18° mese) il bambino raggiunge un alto livello di autonomia che determina un
conflitto tra essere grande/onnipotente e avere a disposizione la madre. Ambitendenza Nega la
consapevolezza della separazione e vede la madre come estensione del proprio sé. Ricompare la reazione
all’estraneo.

MODELLI INDIVIDUALI DI RIAVVICINAMENTO: distanza ottimale (21° mese) i conflitti e l’angoscia tendono a
diminuire grazie alla distanza ottimale dalla madre. Il bambino inizia a sviluppare il linguaggio verbale,
interiorizza le regole e progredisce nella capacità di esprimere desideri e fantasie nel gioco simbolico.

4° SOTTOFASE CONSOLIDAMENTO DELL’INDIVIDUALITA’ E INIZIO DELLA COSTANZA DELL’OGGETTO EMOTIVO


(3° ANNO)

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Permanenza della propria individualità e costanza oggettuale. L’oggetto è emotivo, l’acquisizione della
costanza dell’oggetto si basa sulla qualità affettiva del legame con esso. Il bambino acquisisce una identità
più stabile, elabora i confini del proprio Sé, si identifica con l’oggetto che è diventato costante. Tale costanza
è legata al fatto che l’immagine materna sia stata investita positivamente. Integrazione tra pulsioni libidiche
e aggressive, l’oggetto non totalmente gratificante non viene più rifiutato Capacità di giocare da solo, senza
la presenza della madre, in quanto ne conserva la sua immagine.

6. LA PSICOPATOLOGIA

AUTISMO PRIMARIO: Condizione che può rappresentare simbolicamente un muro che separa il soggetto
dall’oggetto. I sintomi rappresentano una difesa contro traumi legati alla differenziazione. Negazione
dell’esistenza del partner.

PSICOSI SIMBIOTICA: Fusione tra il Sé e il non-Sé che impedisce la differenziazione tra soggetto e oggetto. I
sintomi rappresentano una difesa contro aspetti del processo di separazione-identificazione. Negazione
della distanza dal partner.

CRITCHE:

Nelle prime fasi di vita esiste una leggera differenziazione e un leggero interesse per la realtà esterna. Nella
fase simbiotica può esistere una differenziazione percettiva tra sé e l’oggetto, ma non emotiva. Importanza
delle componenti relazionali dell’adattamento. Lo sviluppo è pensato come un processo graduale di
evoluzione da una fase in cui il bambino è legato in modo simbiotico alla madre ad una condizione in cui
assume una propria identità individuale stabile.

MELANIE KLEIN

Ha praticato la psicoanalisi infantile, pone l’accento sul mondo interno. Il suo approccio teorico è definito
MODELLO O TEORIA DELLE RELAZIONI OGGETTUALI  pone al centro l’oggetto introiettato.

1. FANTASIA INCONSCIA

Partiamo da FREUD che distingue tra:

a) Fantasie consce: sono consapevoli e sono manifeste durante lo stato di veglia.


b) Fantasie inconsce: sono quelle inconsapevoli e possiamo solo intuirle indirettamente, attraverso
dei sintomi (atti mancati, lapsus).
c) Fantasie primarie: sono un’eredità trans genitoriale, che si riconducono a delle fantasie inconsce
(fantasia morte,nascita, seduzione), la scena primaria è la congiunzione sessuale dei genitori.

Secondo Freud le fantasie subentrano in conseguenza a uno stato di frustrazione del soggetto.

Per la KLEIN

Anche se non abbiamo patito frustrazioni, le nostre fantasie inconsce sono sempre attive e sono innate.

 Rappresentazioni mentali di istinti rivolti ad un oggetto, oltre all’istinto possono rappresentare


anche le difese che si oppongono agli istinti stessi.
 Dietro ad ogni manifestazione, agiscono forze poste al di sotto della coscienza che si riferiscono a
fantasie inconsce.
 La nozione di oggetto come elemento fondamentale è indispensabile.

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 La dimensione allucinatoria della fantasia è sempre presente, le fantasie inconsce accompagnano


ogni attività e ogni funzione del pensiero individuale. Qualunque azione, parola o pensiero è una
manifestazione di uno o più fantasie inconsce.

 Sono innate nel soggetto.

2. OGGETTO  NON INNATO


Ogni sensazione corporea produce un’esperienza mentale vissuta come relazione con l’oggetto che causa
quella sensazione:
 Sensazione piacevole: l’oggetto è amato e buono;
 Sensazione dolorosa: l’oggetto è odiato e cattivo.

Il mondo interno è rappresentato come uno spazio popolato da oggetti interni dotati di una propria vita.

Gli oggetti interni non sono innati, ma il risultato di una serie di introiezioni di oggetti del mondo esterno,
gli oggetti esterni attraverso l’introiezione vengono trasformati in oggetti interni. Gli oggetti interni,
attraverso la proiezione vengono espulsi nella realtà esterna, e con l’introiezione vengono trasformati in
oggetti interni.

OGGETTO  EMOZIONALE

Gli oggetti interni non sono semplici immagini, ma sono costituenti sostanziali dell’individuo (bambino e
schizofrenico li percepiscono concreti).

Sono oggetti emozionali: legati alle emozioni piacevoli/spiacevoli provate dall’individuo. L’oggetto ha una
connotazione affettiva e sensoriale. Gli oggetti interni sono vissuti dal bambino in modo tale da provocare
sensazioni di piacere o di dolore a livello corporeo e somatico. Se il bambino ha fame, vive questa
sensazione come un oggetto interno che lo fa soffrire e viceversa per gli oggetti buoni.

Il bambino è in grado fin dalla nascita di instaurare relazioni oggettuali (primo oggetto e prototipo è il seno
materno). L’introiezione non è collegata alla perdita dell’oggetto, ma è uno dei meccanismi fondamentali del
funzionamento mentale fin dalla nascita. Introiezione dell’oggetto buono e stabile è una difesa contro gli
istinti di morte.

3. ISTINTO DI MORTE E ANGOSCIA

ISTINTO DI MORTE: collegato a aggressività, sadismo, distruttività.

ANGOSCIA: reazione alle minacce del mondo esterno e del mondo interno.

 Angoscia depressiva: Angoscia derivata dalla paura di perdere la madre che soddisfa i propri bisogni
(oggetto esterno) e paura che la madre sia annientata dai propri attacchi sadici e distruttivi (oggetto
interno e esterno).  Angoscia attiva
 Angoscia paranoide o persecutoria: Angoscia derivante dall’essere aggredito dall’oggetto e di
essere distrutto.  Angoscia passiva

Il mondo del soggetto funziona nella maggior parte dei casi nel seguente modo: proietta gli oggetti esterni
cattivi e persecutori ed introietta gli oggetti esterni buoni. Alcune volte il soggetto tende a proiettare alcuni
oggetti buoni, bonificando il mondo esterno, rendendolo meno persecutorio. Viceversa può introiettare
l’oggetto esterno persecutorio cattivo: introiettandolo si tiene sotto controllo.

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4. POSIZIONI SCHIZO-PARANOIDE (Klein posizione paranoide e depressiva domanda)

Posizione concetto strutturale, indica 1) modalità di funzionamento psichico e un livello di organizzazione


dell’Io; 2) particolare relazione con oggetto; 3) difese e angosce.

Posizione SCHIZO-PARANOIDE (0-6 mesi)

Si caratterizza fin da subito da delle difese  scissione, introiezione, proiezione.

a) SCISSIONE = Dividere in modo preciso chiaro e preciso l’oggetto buono da quello cattivo.
Fondamentale il seno buono e il seno cattivo (oggetto), diventano due oggetti diversi, non c’è l’idea
che l’oggetto sia contemporaneamente buono e cattivo.
b) PROIEZIONE = prendo qualcosa che è dentro di me e la proietto nella realtà esterna, per
liberarmene.
c) INTROIEZIONE = prendo oggetto dal mondo esterno e lo introietto dentro di me.

Gli oggetti interni sono qualcosa di concreto e di materiale, che sono autonomi rispetto al soggetto che li
contiene.

Sperimentata dalla nascita l’angoscia, il bambino usa i meccanismi di difesa e instaura rapporto oggettuali
nella fantasia e nella realtà  io come regista della vita mentale.

Schizo  tendenza alla scissione dell’oggetto buono da quello cattivo.

Paranoide  tipo di angoscia, persecutoria o paranoide.

Altri meccanismi di difesa:

 IDENTIFICAZIONE: possibile grazie all’introiezione del seno buono per mantenerlo al riparo dagli
attacchi dell’istinto di morte e dalle minacce della realtà esterna. Costituisce un riferimento
importante attorno a cui il soggetto costituisce la propria identità.
 IDEALIZZAZIONE: consiste nell’attribuire valori esageratamente positivi all’oggetto. Ha funzione
difensiva, protegge l’individuo dalla percezione del seno cattivo, negando le sue caratteristiche
persecutorie: DINIEGO

 DINIEGO: cancellare gli aspetti negative delle realtà, negando le sue caratteristiche cattive e
persecutorie.

L’individuo può proiettare parti di sé che avverte pericolose e che sono state oggetto di scissione. Quindi
espulse e introdotte negli oggetti esterni ( la madre). Il soggetto è così alleggerito indirizzando l’odio, invece
che verso se stesso, verso l’oggetto esterno che non lo vediamo più come un oggetto separato da sé, ma
diventa il sé cattivo perché contiene la parte di sé proiettata, che contempla a distanza, ma che controlla:
IDENTIFICAZIONE PROIETTIVA

 IDENTIFICAZIONE PROIETTIVA: proiezione che riguarda quella parte dell’Io che collocata
nell’oggetto esterno, permette di identificarsi con l’oggetto stesso. Riconosce le parti cattive solo
quando la vede nell’altro.

 IDENTIFICAZIONE INTROIETTIVA: se le parti sono elaborate, contenute e bonificate, possono essere


restituite e quindi reintroiettate.

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5. POSIZIONE DEPRESSIVA

Integrazione dell’oggetto parziale buono e di quello cattivo in un unico oggetto totale che presenta la
caratteristica dell’ambivalenza. Lo stesso oggetto è origine del male e del bene.

Cambia la relazione con l’oggetto, il bambino attacca con il suo istinto di morte la parte cattiva dell’oggetto
rischia di distruggere anche la parte buona dell’oggetto  angoscia depressiva.

L’oggetto viene introiettato perché la paura è quello di perderlo = formazione del lutto e della colpa.

 LUTTO: connesso alla perdita dell’oggetto buono.

 COLPA: sentimento connesso alla consapevolezza che tale perdita è stata determinata dai propri
attacchi distruttivi.

Lutto e colpa: base delle manifestazioni del desiderio di riparazione dell’oggetto attaccato e distrutto. La
riparazione è prodotta dalla colpa ed è la consapevolezza di poter riparare i danni provocati e consente un
diverso rapporto con l’angoscia. Permette di tollerare la perdita e il senso di colpa, il bambino avverte la
responsabilità, la fiducia e l’ottimismo.

Creatività e sublimazione: attività riparative dirette verso l’oggetto e verso il sé.

Si creano così tre tipi di riparazione:

1) Riparazione basata sull’amore: espressione di una buona relazione oggettuale;

2) Riparazione ossessiva: angoscia intensa, ripetizione coatta di azioni di annullamento;

3) Riparazione maniacale: legata al rifiuto delle conquiste della posizione depressiva = dipendenza
dell’oggetto, ambivalenza, diniego della realtà psichica.

Due tipi di difese:

o DIFESE NEVROTICHE: rimozione, inibizione  arresto del pensiero e della capacità di


simbolizzazione per difendersi da un possibile attacco aggressivo da parte di qualcuno in fantasia o
in realtà, difesa di tipo psicotico e spostamento.

o DIFESE MANIACALI: negano le caratteristiche principali della posizione depressiva  dominio (io
comando), trionfo (io vinco), disprezzo dell’oggetto (se perdo l’oggetto non mi interessa), diniego
della realtà psichica (azzero la mente)

6. SUPER-IO E COMPLESSO EDIPICO

IO: esiste dalla nascita, il neonato è in grado di attivare subito istintive e inconsapevoli relazioni d’oggetto.
L’Io ha la funzione di separare il me dal non-me, discriminare il buono dal cattivo e permettere le fantasie di
incorporazione e espulsione.

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Super-io  è concepito come oggetto interno dei tratti persecutori che deriva dall’introiezione delle parti
cattive degli oggetti parentali esterni. Spinge il bambino a ricercare una relazione rassicurante con i genitori
esterni, precede il complesso di Edipo e ne determina lo sviluppo.

Le dinamiche edipiche riguardano una dimensione interiore, si sviluppa a partire dalla posizione depressiva,
quando l’oggetto diventa totale.

I bambini hanno fantasie inconsce relative alla sessualità, la consapevolezza che esiste una relazione libidica
tra i genitori è un aspetto importante della nascita del complesso edipico. Nel bambino coesistono spinte
orali, anali e falliche e immagina che i genitori si scambino quelle gratificazioni che lui vorrebbe per sé. Tali
fantasie producono intensi sentimenti di invidia e gelosia che lo portano a proiettare in loro il proprio istinto
di morte trasformandoli in figure minacciose che introiettate costituiscono il Super-io.

Contro tale angoscia il bambino attiva le difese, tra cui la scissione, un genitore viene idealizzato, l’altro
diventa oggetto persecutorio.

Il corpo materno è pieno di contenuti positivi su cui il bambino attiva fantasie di esplorazione e conoscenza,
istinti libidici e desideri invidiosi.
Questi attacchi producono angosce psicotiche e fantasie di persecuzione da parte del corpo materno.
Quando il bambino percepisce il padre come oggetto totale (e non più come oggetto parziale pene-
contenuto nel corpo della madre) elabora la fantasia dei genitori combinati e su tale figura proietta la
propria aggressività (figura terrificante in lotta o alleata contro il bambino). L’aggressività della scena
primaria è data dalla proiezione del bambino.

Durante lo svezzamento, l’assenza del seno materno attiva fantasie di attacco sadico ad esso e elegge il pene
paterno come oggetto sostitutivo (rivalità con la madre per ricevere al suo posto il seno-pene paterno) 
Trauma svezzamento

INVIDIA affetto cardine del modello Kleinanio

Invidia: sentimento distruttivo, originato dalla pulsione di morte che il bambino manifesta in seguito al fatto
di non essere onnipotente e autonomo.

Il seno, oggetto buono, desiderato tanto da volere la sua presenza costante, genera invidia e la conseguente
azione distruttiva.

Se l’invidia è forte la scissione tra oggetto buono e cattivo non regge.


Se è contenuta permette la gratitudine quindi la capacità di godere della bontà del seno.

Gratitudine: favorisce l’Io perché consente l’introiezione del’oggetto buono.

L’invidia si esaurisce da sola, l’oggetto distrutto non fa più sorgere invidia, la distruzione è una difesa.

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La scissione tra oggetto buono e cattivo troppo rigida effettuata per difendere l’oggetto buono dal cattivo
crea un oggetto persecutorio e un oggetto idealizzato e quindi troppo perfetto e bersaglio di invidia.

Difese nei confronti dell’invidia:


• Confusione tra oggetto buono e oggetto cattivo cambio di oggetto
• svalutazione dell’oggetto (richiama il disprezzo)
• Svalutazione di sé
• Stimolazione dell’invidia negli altri idealizzando se stesso
• Repressione dei sentimenti d’amore e intensificazione dell’odio

Gelosia: prevede una relazione a tre. Il soggetto vuole possedere l’oggetto amato ed eliminare il suo
avversario. Nasce dall’amore per l’oggetto e si manifesta nell’odio e nell’aggressività rispetto ad un oggetto
diverso, avversario.

Nell’avidità il soggetto cerca di appropriarsi di tutta la bontà dell’oggetto, si basa sull’introiezione.

7. SIMBOLISMO

Il simbolo è il mediatore tra l’individuo e la realtà, non esiste attività umana non basata sulla
simbolizzazione.

La simbolizzazione nasce dall’aggressività e dalla necessità di librarsi di oggetti interni mediante la


proiezione, gli oggetti esterni espulsi sostituiscono e rappresentano simbolicamente quelli interni. Esiste
una connessione  relazione di equivalenza tra il proprio corpo e il mondo esterno.

Gli oggetti esterni rimandano alla sessualità in quanto sono pieni di corporeità perduta.

La fantasia di aggredire il corpo materno per appropriarsi dei suoi contenuti ha un ruolo primario nella
formazione del simbolo.

Equazione simbolica: perfetta coincidenza tra il simbolo e la cosa simbolizzata (il simbolo è la cosa). Non
esiste distanza tra oggetti esterni e parti del corpo del mondo esterno  posizione schizo-paranoide.

Rappresentazione simbolica: (simbolo vero e proprio) è alla base del pensiero ed è il risultato di
elaborazioni più complesse, il simbolo sta per la cosa simbolizzata. Esiste uno spazio mentale che mantiene
distinti due poli  posizione depressiva.

Per riconoscere il simbolo come oggetto separato:

1. Rinuncia a forme onnipotenti di identificazione che negano la separazione;

2. Capacità di tollerare il lutto per la scomparsa dell’oggetto;

3. Consapevolezza della distinzione tra realtà esterna e mondo interno.

Fondamentali nel processo d riparazione per ricercare l’oggetto interno danneggiato.

8. ANALISI INFANTILE E GIOCO

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Per la Klein è fondamentale il gioco e il disegno che hanno una portata simbolica, in quanto riducono ed
esprimono attraverso i simboli del mondo interno, attraverso l’Inconscio del bambino.

I simboli sono interpretati mediante il codice onirico, centra l’attenzione sul transfert.

È importante la stanza d’analisi: silenziosa,sobria e con pochi oggetti.

9. NEVROSI

Difese nei confronti dell’angoscia persecutoria di natura psicotica tipica della posizione schizo-paranoide.

Psicosi e nevrosi nascono dagli stessi nuclei psicotici, fondamentali per lo sviluppo del’individuo. Il disturbo
psicotico corrisponde al fallimento.

Focus centrato sulla scissione e identificazione proiettiva, anche le psicosi sono curabili con la psicoanalisi in
quanto tutti possono attivare relazioni oggettuali.
BION – MODELLI PSICOANALITICI RECENTI

Pone l’attenzione sulla formazione del pensiero nell’individuo e nel gruppo, in soggetti psicotici e non.

Attinge dei riferimenti teorici freudiani e kleiniani, ma si orienta in direzione relazionale.

Il concetto di pulsione scompare.

1. LE DINAMICHE DI GRUPPO

Il gruppo è costituito da una dimensione mentale condivisa, in cui i singoli membri prendono in misura
diversa la propria unicità.

All’interno del gruppo si notano due tendenze di segno opposto:

 Finalizzata all’esecuzione del compito: conscia, indirizzata in direzione del pensiero;


 Si oppone all’esecuzione del compito: inconscia, indirizzata a boicottare il pensiero.

La dimensione gruppale impone le sue regole  analisi di gruppo. Il gruppo non è un semplice contenitore
di individui, ma un’entità indivisibile e si può ricondurre alla somma dei suoi membri.

 DUE TENDENZE:

MENTALITÀ DI GRUPPO: attività mentale collettiva, condivisa dal gruppo, con la quale i singoli si
sintonizzano tra loro in modo automatica. Dimensione inconscia che si riferisce a desideri, volontà e
opinioni accettate da tutti. questa dinamica è creata inconsapevolmente dai singoli membri.

CULTURA DEL GRUPPO: quando uno o più membri non condividono unanime la stesa idea.

 ASSUNTI DI BASE

La mentalità di un gruppo è il contenitore, gli assunti di base sono i suoi contenuti.

Le modalità in base alle quali il gruppo si struttura sono gli ASSUNTI DI BASE:

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 Fantasie gruppali dotate di tratti onnipotenti e magici relativi alla possibilità di raggiungere gli scopi
del gruppo.
 Emozioni intense, primitive, inconsce e irrazionali che hanno la funziona di rendere il gruppo
inattaccabile dall’attività di pensiero.
 Il gruppo in assunto di base conferma il proprio assetto, ma non apprende dall’esperienza.

Assunto di base di dipendenza: convinzione magica che esiste un’entità esterna al gruppo, in grado di
soddisfare tutti i bisogni. È presente un leader che assume un ruolo di onnipotenze e che protegge il
gruppo;

Assunto di base di attaccamento-fuga: il gruppo è convinto di essere minacciato da un nemico da cui si


deve difendere.

Assunto di base di accoppiamento: convinzione inconscia che i problemi di gruppo possano essere
affrontati e risolti solo da un essere o da un avvenimento futuro che sono attesi.

Gli assunti di base si manifestano uno per volta, i due non attivati sono confinati nell’area protomentale.

La partecipazione all’assunto di base è automatica e inconscia da parte del singolo. La capacità del singolo di
allinearsi inconsciamente all’assunto di base operante nel gruppo è definita valenza.

Gruppo di lavoro: manifesta una reale capacità di collaborazione. Il leader è scelto per le sue capacità di
perseguire lo scopo comune. I membri entrano in relazione alle loro capacità.

- Gruppi specializzati di lavoro: depositari del controllo di tre assunti base.


- Mistico o genio: leader dotato di qualità eccezionali.

Il rapporto tra mistico e establishment può assumere 3 forme:

 Conviviale:mistico e gruppo convivono senza influenzarsi;


 Simbiotico: il confronto tra mistico e gruppo produce trasformazione positiva per entrambi;
 Parassitario: la relazione tra mistico e gruppo produce danno e impoverimento per entrambi.
2. IL PENSIERO

Alla base di ogni attività di pensiero si trovano le esperienze emotive e le impressioni sensoriali non ancora
elaborate.

I nuclei emotivi e sensoriali grezzi sono filtrati dalla:

a) Funzione alfa: componente della personalità che elabora le emozioni in direzione della loro
pensabilità e si trasformano in:
b) Elementi alfa: immagine inconsce, prevalentemente visive. Gli elementi alfa sono la prima tappa
verso la formazione del pensiero.

Tutto ciò che non si trasforma in elemento alfa viene espulso attraverso processi di identificazione proiettiva
come  elemento beta: dato non trasformato quindi non pensabile, posto nel proto mentale.

La madre è il contenitore delle proiezioni del neonato  madre dotata di reverie

Le emozioni e le sensazioni costituiscono i protopensieri  nuclei mentali derivanti da esperienze non


ancora elaborate.

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PRECONCEZIONE: immagini primarie che si trovano nella mente dell’individuo.

Se la preconcezione trova la realizzazione dà origini ad una concezione  pensiero potenziale.

Se incontra una frustrazione produce un pensiero, il pensiero si forma in relazione all’assenza.

CONCETTO: il risultato del processo di astrazione dei contenuti di una o più concezioni.

Il pensiero si realizza in relazione alle seguenti condizioni:

1. TOLLERANZA ALLA FRUSTRAZIONE: permette di pensare all’oggetto che non c’è e a rappresentarlo come
esistente

2. OSCILLAZIONE CONTENITORE-CONTENUTO: capacità di attivare una relazione dinamica tra un oggetto che
viene proiettato (contenuto) e un oggetto che lo contiene (contenitore).

3. OSCILLAZIONE PS (posizione schizo-paranoide) - D (posizione depressiva): modalità di destrutturazione (i


contenuti sono scissi e frammentati) e ristrutturazione (i frammenti sono riuniti e integrati) dei contenuti
psichici che rendono possibile il pensiero e la conoscenza.

Il passaggio da PS a D è spesso reso possibile da un fatto scelto (o prescelto), un’emozione o idea che funge
da catalizzatore.

3. LA PSICOSI

BARRIERA DI CONTATTO: membrana semipermeabile, costruita dall’aggregazione degli elementi alfa, separa
il conscio dall’inconscio. La barriera di contatto e la funzione alfa sono le basi del funzionamento mentale.

Nella psicosi è presente lo schermo di elementi beta. La personalità psicotica: non tollera la frustrazione,
prevalenza di impulsi/atteggiamenti distruttivi, timore di annientamento. Ricorso all’identificazione
proiettiva patologica: deriva dall’invidia e dall’intolleranza alla frustrazione. Contenuti mentali intollerabili e
parti della struttura psichica (Io e Super-io) sono evacuati all’esterno in modo caotico.

La personalità psicotica: modalità di funzionamento mentale riscontrabile in tutti. La psicosi è generata da


una disposizione congenita e dalla relazione con la madre priva di r ȇverie.

Psicotico: mancanza di confini tra sé e l’oggetto esterno, sensazione di non esistere, convinzione di non
riuscire a dare senso a sé e al mondo, difficoltà di comunicazione, assetto mentale caratterizzato da
onnipotenza e onniscienza, alterazione capacità di simbolizzazione.

Psicotico: causa del deficit della funzione alfa e alla mancanza della barriera di contatto, è incapace di
sognare, quello che crede sogni sono in realtà allucinazioni

4. LA CONOSCENZA E I LEGAMI

CONGIUNZIONE COSTANTE: connessione tra elementi emotivi che si presentano solitamente uniti.
Conoscenza è un’esperienza relazionale e si instaura attraverso tre tipi di legami: L (love, amore, passione),
H (hate, odio, aggressività necessaria per appropriarsi della conoscenza) e K (knowledge, conoscenza), più il
negativo di ciascuno di essi: -L (non-amore, raffreddamento emotivo), -H (non-odio, azzeramento delle
tensioni, di aggressività e di possesso dell’oggetto di conoscenza) e -K (onniscenza). -L, -H e -K sono
manifestazioni della parte psicotica della personalità. La conoscenza implica dolore mentale, non è un
processo lineare e gratificante. Funzione psicoanalitica della personalità: conoscenza di sé.

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5. LA GRIGLIA

Strumento di registrazione e classificazione di ciò che accade nel corso della seduta. E’ strutturata su due
assi:

• ASSE VERTICALE (asse genetico): disposte in successione:

 Elementi beta: entità ipotetiche non osservabili


 Elementi alfa: entità ipotetiche in quanto immagini inconsce.
 Pensieri onirici, sogni, miti, allucinazioni: prevalentemente di natura visiva che emergono in pensieri
onirici della veglia.
 Pre-concezione: stato di attesa.
 Concezione: la pre-concezione trova la sua realizzazione, diventa satura.
 Concetto: maggior grado di astrazione rispetto alla concezione
 Sistemi deduttivi scientifici: sistema logico coerente
 Calcolo algebrico: livello teorico

ASSE ORIZZONTALE (asse dell’uso): modo i cui i pensieri del paziente e dell’analista sono usati nel contesto
specifico.

 Ipotesi definitorie: primo approccio che porta a dare un nome ad uno stato d’animo.
 Ψ (Psi, pseudos, falso): emozioni, pensieri e teorie che si possono riconoscere come false, è il luogo
del -K, -H, -L. Notazione: ricordi
 Attenzione: attenzione fluttuante, stato mentale recettivo, capacità negativa fino all’emergere del
fatto scelto che riesce a dare coerenza.
 Indagine: interpretazioni che orientano il paziente a un’indagine in profondità.
 Azione: il pensiero promuove un’evoluzione reale, crescita effettiva della personalità del paziente e
dell’analista
6. LE TRASFORMAZIONI

Trasformazione: cambiamento di forma.

I contenuti della mente procedono per successive trasformazioni

Ogni trasformazione parte da uno stato iniziale, O: Origine, che identifica il nucleo inconscio di verità,
origine di pensieri e emozioni, parte irraggiungibile. Da O inizia la trasformazione T, che comprende un
processo di trasformazione Tα e un prodotto finale Tβ. O: Tα -> Tβ

Ciò che resta immutato dall’inizio alla fine è l’invarianza. L’analista partendo da Tβ del paziente deve
individuare le tecniche di trasformazione Tα per cogliere l’origine O. Se tra Tβ ed O non c’è grande differenza
allora c’è elevata invarianza. Il discorso dello psicotico invece ha una bassa invarianz

Le trasformazioni sono di tre tipi:

TRASFORMAZIONI A MOTO RIGIDO: differenza tra Tβ ed O contenuta. Invarianza è elevata. Trasformazione


di pensieri in parole, transfert.

TRASFORMAZIONI PROIETTIVE: tra Tβ ed O si riscontrano forti deformazioni. Le invarianti sono minime e


rendono il lavoro di risalire da Tβ a O difficoltoso. Discorso dello psicotico.

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TRASFORMAZIONI IN ALLUCINOSI: necessità di allucinare qualsiasi cosa desideri, per compensare il dolore
derivante dalla frustrazione. Il prodotto finale è caratterizzato da certezza e ovvietà. Sono legate al mancato
contenimento materno, che impedisce di trasformare gli elementi beta in alfa.

7. IL SOGNO E L’INCONSCIO

Sogno: tentativo di generare un nuovo significato a partire dalla percezione di un’esperienza emotiva. Sogno
e pensiero vigile non si differenziano a livello qualitativo, ma dipendono dalla stessa matrice: dall’attivazione
della funzione alfa che agisce sulle impressioni sensoriali e sulle esperienze emotive. Il sogno è una modalità
che accompagna costantemente il pensiero anche durante la veglia, l’esperienza viene prima sognata e poi
razionalizzata: PENSIERO ONIRICO DELLA VEGLIA. L’atto di sognare crea l’inconscio e la coscienza: due stati
transitori e reversibili della mente. Esistono pensieri onirici nella veglia e pensieri vigili nel sogno. Sogno:
funzione di preservare il soggetto da uno stato psicotico

8. LA TECNICA PSICOANALITICA

Cambiamento catastrofico La coppia analitica deve affrontare il dolore connesso alla conoscenza, in
particolare alla conoscenza di sé. Analisi: funzione di aumentare le capacità del paziente di tollerare la
frustrazione. Analista dotato di rȇverie e costituire un contenitore delle identificazioni proiettive del
paziente, bonificarle e restituirgliele. Analista senza memoria senza desiderio e senza comprensione
L’analista deve sintonizzarsi con le emozioni del paziente Il paziente deve superare le proprie cesure che
corrispondono ai punti di separazione tra i diversi stati mentali Analista deve disporre di CAPACITA’
NEGATIVA. Il linguaggio della psicoanalisi è il linguaggio dell’effettività

DONALD WINNICOTT

Winnicott ha ripreso molti aspetti della teoria freudiana e soprattutto quella kleiniana, rendendosi parte
indipendente da questi modelli di riferimento.

Per quanto riguarda i rapporti con il pensiero freudiano, Winnicott ha accantonato la pulsione, elaborata da
Freud, in riferimento al funzionamento mentale, con il “bisogno”, concetto + empirico e verificabile.
Riguardo ai principali concetti elaborati da Melanie Klein, Winnicott ha conservato quello di “fantasia
inconscia” ma ne ha criticato la sua natura a priori, sostenendone invece l’origine interpersonale. Inoltre,
pur non negando l’importanza delle angosce infantili, non ha assegnato loro la posizione centrale come fa la
Klain.

Per Winnicott la psicoanalisi è stata l’approdo di un percorso che l’ha visto dapprima pediatra e poi
psichiatra. Ha avuto modo di studiare diverse patologie, ponendo l’attenzione sui bambini, osservandoli a
partire dai primi giorni di vita e collegando le modalità di strutturazione delle relazioni con la madre ai
diversi percorsi di sviluppo, normali e patologici.

1. DIPENDENZA ASSOLUTA E RISPECCHIAMENTO

La relazione madre-bambino è pensata da Winnicott non in termini pulsionali e di spinte dall’Es, come
avveniva in Freud, ma viene pensata in una prospettiva egoica, in quanto gli scambi tra i due sono
controllata dall’Io e sono indipendenti da qualsiasi componente pulsionale. Le modalità relazionali che si
attivano tra madre e bambino sono la matrice dello sviluppo e della strutturazione mentale del soggetto.

Winnicott colloca ciò che emerge dall’osservazione su tre assi:

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1. Primo asse: riguarda il passaggio dalla dipendenza assoluta all’indipendenza, attraverso la fase
intermedia della dipendenza relativa.
2. Secondo asse: è centrato sulla progressiva organizzazione della mente
3. Terzo asse: è focalizzato sull’integrazione e sulla personalizzazione.

Nelle settimane che precedono e seguono il parto, la madre si trova in una condizione psicologica
particolare, definita da Winnicott PREOCCUPAZIONE MATERNA PRIMARIA  “Stato di esaltata sensibilità”
che consente alla madre di adattarsi con maggiore empatia possibile ai bisogni del figlio. Tale disposizione
mentale della madre costituisce un aspetto iniziale fondamentale del periodo della Dipendenza Assoluta.

Alla base della preoccupazione materna primaria si trova un processo di reciproca identificazione e di
fusione tra madre e bambino in seguito al quale la donna accetta di rinunciare momentaneamente al
proprio Sé adulto per sintonizzarsi con il proprio figlio.

La madre patologicamente preoccupata continua invece a identificarsi con il figlio troppo a lungo,
influenzando negativamente il suo sviluppo mentale.

Il concetto di “bambino”, secondo Donald Winnicott, non è altro che un’astrazione. Egli infatti esiste
esclusivamente come parte di una relazione. È il sistema duale costituito dalla madre e dal suo bambino che
deve essere osservato e studiato.

Madre  processo di ACCOMODAMENTO della realtà ai bisogni del figlio = madre in sintonia con il bambino
per soddisfare le sue necessità e rendere possibile la formazione del suo senso di onnipotenza, che è
fondamentale per costruire una relazione con la realtà basata sulla fiducia e non sull’insicurezza e
sull’angoscia.

La prima modalità comunicativa tra madre e bambino è definita COMUNICAZIONE DIRETTA ,


successivamente si verifica la COMUNICAZIONE INDIRETTA, che è esplicita, intenzionale e avviene tra
individui separati.

Aspetti significativi della comunicazione diretta:

 RECIPROCITA’ DI ESPERIENZA: coinvolge entrambi i soggetto in una dinamica circolare;


 RISPECCHIAMENTO: importante in quanto nello sviluppo individuale, il precursore dello specchio è
il volto della madre.

In un rapporto sano, la madre funge da specchio in quanto restituisce al bambino l’immagine di lui che è
stata percepita empaticamente da lei. Il volto materno è lo specchio del bambino, o meglio è l’immagine del
modo in cui il bambino viene pensato ed amato dalla madre.

Nelle madri problematiche questo processo non avviene in maniera adeguata e così il bambino non vede sé
stesso ma il volto della madre.

Il rispecchio iniziale da parte della madre diventa parte dell’ambiente interiorizzato e costituisce la base
indispensabile da cui prendono corpo i successivi processi di IDENTIFICAZIONE INCROCIATA tra la madre e il
bambino.

2. DIPENDENZA RELATIVA

Il bambino passa gradualmente ad uno stato di dipendenze relativa (fino 2 anni), in cui:

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o Inizia a rendersi conto dell’esistenza della madre che lo accudisce.


o Inizia a distinguere il me da non-me e percepisce gli oggetti come permanenti nello spazio e nel
tempo.
o La realtà materiale emerge attraverso il giusto equilibrio tra soddisfacimento e frustrazioni.
o Sviluppo dell’indipendenza.

o L’equilibrio tra i bisogni personali e gli interventi materni gli procura la giusta fiducia nell’ambiente
esterno che sta alla base della sua graduale conquista dell’indipendenza.

3. L’ORGANIZZAZIONE DELLA MENTE. IL SÉ E L’IO.

Il bambino passa gradualmente dal non essere organizzato all’ essere organizzato. L’organizzazione viene
raggiunta in relazione alla formazione del Sé e dell’Io, a monte dei quali si trova un SÉ CENTRALE PRIMARIO
 formazione innata, è il nucleo potenziale della futura organizzazione mentale che consentirà al soggetto
di esperire la continuità del proprio essere.
SÉ CENTRALE PRIMARIO:

 Ha una dimensione contemporaneamente somatica e psichica, comprendendo sia lo schema


corporeo sia la realtà mentale.
 Non comunica con l’ambiente esterno ma è un’entità interna, che il bambino possiede fin dalla
nascita.
 Il sé second coincide con il senso di identità e con l’autoconsapevolezza.
 L’Io è una caratteristica del sé e ha la funzione di organizzare ed integrare l’esperienza nel tempo e
nello spazio.
 L’Io trasforma gli aspetti dell’Es, impersonali, in esperienze individuali.
 L’Io è legato allo sviluppo neurofisiologico, alla percezione e alla memoria e trova un suo riferimento
fondamentale nella dimensione somatica.

L’ Io esiste fin dalla nascita, ma solo in modo abbozzato. In questa primissima fase, l’Io del bambino è
costituito dalla madre, che trasmette la capacità di affrontare e di tollerare la frustrazione.

In questo modo la relazione del bambino con la realtà inizia a strutturarsi e diviene gradualmente gestibile
con il pensiero. L’organizzazione mentale, corporea e psicosomatica dell’individuo dipende dunque dalla
relazione e dall’equilibrio tra i tre concetti metapsicologici di Winnicott:

 Sé centrale primario
 Sé

 Io

4. LO SVILUPPO DELL’IO E L’INTEGRAZIONE

Durante il periodo della dipendenza assoluta, il bambino non distingue gli stimoli interni da quelli esterni.
Le caratteristiche della mente infantile, in questa fase della vita, sono la dispersione e la frammentazione.

Il bambino, alla nascita e per gran parte del periodo della dipendenza assoluta, si trova in una condizione di
non-integrazione e non si percepisce come individuo integrato, separato e coeso.

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Le sensazioni del bambino sono centrate intorno alle categorie antitetiche di vantaggio e di danno, di
esistenza e di disintegrazione.

Non-integrazione  difesa attivata dal bambino quando gli manca il sostegno materno. Se le angosce non
vengono raccolte dalla madre, il bambino crea una condizione mentale di caos che gli dà l’illusione di poter
conservare la propria onnipotenza.

Il raggiungimento dell’integrazione avviene gradualmente nel passaggio dalla dipendenza assoluta a quella
relativa, e per questo sono fondamentali i processi di:

• L’HOLDING : consiste nel “sostenere”; la madre sostiene il bambino in due modi:

- Da un lato materialmente, tenendolo in braccio, ma anche nutrendolo, lavandolo ed accudendolo; -


- Dall’altro lato con un’holding psichico, che consiste nel sostenere il bambino a livello di pensiero,
cioè nell’avere il figlio nella propria mente, nel farlo sentire pensato dalla madre stessa.

L’holding consente di affrontare positivamente la condizione di frammentazione e di dispersione iniziale in


cui si trova il bambino, accompagnandolo verso uno stato di integrazione.

L’Holding quindi si declina come contenimento materno che da un lato consiste nel proteggere il bambino
da eventi traumatici e nel soddisfare i suoi bisogni, dall’altro consiste nel trasmettergli inconsciamente la
sensazione di essere riconosciuto e pensato dalla madre.

• L’HANDLING: consiste nella manipolazione corporea del bambino effettuata dalla madre. Le mani che
toccano il suo corpo nelle diverse fasi dell’accudimento consentono al bambino di percepirsi come un’unità
e di acquisire uno schema corporeo. Il risultato dell’Handling è definito da Winnicott come
“Personalizzazione”. Nel caso di una scissione patologica tra la mente e il corpo si produce una condizione di
depersonalizzazione.

• L’OBJECT PRESENTING: è l’offerta d’oggetto effettuata dalla madre. Si tratta di una relazione che Winnicott
definisce come presentazione del mondo al bambino. La madre si presenta in primo luogo come oggetto al
figlio. Quando i bisogni del bambino trovano un riscontro positivo grazie alla tempestività dell’intervento
della madre, il bambino si convince di essere il creatore del mondo  si sviluppa l’onnipotenza.

5. SPAZIO POTENZIALE E OGGETTO TRANSAZIONALE

La relazione dell’oggetto passa attraverso tre fasi:

1. Oggetto OGGETTIVO SOGGETTIVO: inizialmente il bambino non ha propria consapevolezza


dell’esistenza di una realtà esterna indipendente da lui e dai suoi bisogni. Nel periodo della
dipendenza assoluta egli è creatore della sua realtà e il compito della madre sufficientemente
buona consiste nel presentargli l’oggetto rendendosi invisibile, in modo che lui stesso si convinca di
essere il creatore della realtà. Questa fase è caratterizzata dell’oggetto soggettivo, un oggetto che è
percepito come parte di sé.
2. OGGETTO TRANSIZIONALE: Il passaggio dalla dipendenza assoluta alla dipendenza relativa.
Passaggio difficile e doloroso, in quanto porta alla luce la dimensione del non-me, che in
precedenza non esisteva nella concezione del bambino.
In questo passaggio viene creato lo SPAZIO POTENZIALE, la cui funzione è quella di costruire un
cuscinetto che colmi il vuoto tra la fantasia e la realtà, tra il mondo interno e la realtà esterna.

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OGGETTI TRANSIZIONALI utilizzati dal il bambino come difesa contro l’angoscia, soprattutto contro
quella depressiva collegata alla perdita dell’onnipotenza.
Con l’oggetto transizionale il bambino ha un rapporto privilegiato e tende ad investire la sua libido
oggettuale e quella narcisistica.
Il bambino può usare l’oggetto transizionale quando l’oggetto interno è vivo e sufficientemente
buono.

3. OGGETTO INTERNO: dipende dall’esistenza e dalla vitalità dell’oggetto esterno. In altre parole, se
l’oggetto esterno è inadeguato, per esempio se la madre non è sufficientemente buon, l’oggetto
interno perde vitalità e significato e di conseguenza anche l’oggetto transizionale ne risente
negativamente. Se la madre è assente o depressa, la rappresentazione interna di lei gradualmente
può sbiadire; di conseguenza anche i fenomeni transizionali diventano privi di significato e il
bambino non è più in grado di viverli adeguatamente. L’oggetto transizionale si forma dunque
all’interno di una buona relazione con la madre ed è segno di un positivo rapporto oggettuale e di
un sano equilibrio psichico.

6. IL GIOCO

Nello spazio potenziale si colloca il gioco  importante per lo sviluppo psichico e sociale del bambino.

Ciò che è significativo è la disposizione mentale del bambino che è legata alla condizione di parziale
isolamento in cui egli si trova. L’area del gioco coincide con la zona d’illusione, nella quale il bambino
raccoglie oggetti della realtà esterna e li usa al servizio del proprio mondo interno. Il gioco presuppone la
fiducia nell’ambiente da parte del bambino e ciò determina la sua capacità di “Stare da solo in presenza
degli altri” (cioè della madre). Tale capacità è un importante segno di maturazione nello sviluppo affettivo
dell’individuo. Il gioco secondo Winnicott risulta fondamentale e costituisce la base di tutte le successive
esperienze dell’individuo.

Il gioco è segno di salute mentale, porta alle relazioni di gruppo e favorisce la crescita del pensiero. È inoltre
considerato di per sé una pratica terapeutica. La stessa psicoanalisi si svolge nel luogo illusorio in cui si
sovrappongono due aree di gioco, quella del paziente e quella dell’analista. Il gioco si connette anche alla
creatività come base di un atteggiamento produttivo e sano nei confronti della realtà.

La creatività è il vero motore della mente dell’individuo in quanto orienta verso la realtà in una direzione
positiva.

Il contrario della creatività è l’acquiescenza che porta ad una costruzione di sé modellata sull’altro e
caratterizzata da un senso di futilità e di svuotamento dell’esperienza personale.

7. LA PERMANENZA DELL’OGGETTO E L’AGGRESSIVITÀ

OGGETTO OGGETTIVO : il passaggio dall’oggetto soggettivo all’oggetto transizionale e infine all’oggetto


oggettivo si accompagna dal superamento dello stato di non integrazione primaria e alla percezione del
mondo esterno, del “Non-me”.

Nella relazione con l’oggetto, questo è percepito non come qualcosa di esterno, ma come un’entità
proiettiva del soggetto che egli può controllare in modo onnipotente.

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Nell’uso dell’oggetto prevede invece il ricorso all’aggressività che Winnicott intende come sinonimo di
attività e vitalità.

Il bambino inizia a riconoscere se stesso come individuo separato. Con il tempo impara a controllare
l’aggressività e la usa come spontaneità e forza vitale per conseguire determinati scopi.

All’aggressività si connette la distinzione di Winnicott tra la relazione madre-oggetto e la relazione madre-


ambiente.

a) Relazione Madre-oggetto: è centrata sull’es, ed è il bersaglio degli attacchi aggressivi e distruttivi


del bambino.
b) Relazione Madre-ambiente: è attivata dall’Io, è quella che accudisce il figlio e tiene sotto controllo
l’imprevedibile.

La confluenza di madre-oggetto e di madre-ambiente è fondamentale per lo sviluppo del senso morale del
bambino. Quando il bambino attacca la madre-oggetto prova angoscia, perché in questo modo può
distruggere la madre e quindi perderla. La madre-ambiente a questo punto contribuisce a dar fiducia al
bambino e gli consente di contenere l’angoscia che si trasforma in senso di colpa. Quando poi si rafforza il
rapporto di fiducia con la madre, il senso di colpa viene ulteriormente elaborato dando origine alla
sollecitudine (o capacità di preoccuparsi) ed è un passaggio importante perché il bambino inizia ad
assumersi la responsabilità dei propri comportamenti.

8. IL PADRE, LO SPAZIO E IL CONFINE

Winnicott rivaluta la figura del padre. Il padre ha un ruolo protettivo non solo nei confronti del figlio, ma
anche verso la madre.

Attraverso il padre il bambino scopre che ci sono rapporti in cui l’amore e il rispetto possono esistere
anche senza l’idealizzazione. La figura del padre si pone anche come confine che contiene uno spazio;
dapprima la sua funzione è quella di un confine che contiene e protegge lo spazio occupato dalla madre
e dal bambino nel periodo della dipendenza assoluta, poi aiuta a contenere gli attacchi distruttivi del
bambino nel suo cammino verso l’indipendenza. Se il padre non assolve adeguatamente la sua funzione
di ambiente indistruttibile e di confine sicuro, il figlio si aggirerà in uno spazio privo di un limite preciso e
non avrà un adeguato contenimento. In questo caso potrà orientarsi verso comportamenti antisociali
oppure potrà cercare figure di riferimento fuori dalla famiglia

9. IL TRAUMA E LA PSICOPATOLOGIA

La concezione elaborata in merito al trauma si focalizza sulla relazione madre - bambino.

TRAUMA  stimolazione eccessiva o imprevista che determina una forte reazione emotiva nel bambino.

Madre = contenitore che soddisfa i bisogni del bambino.

Se la madre non contiene adeguatamente le angosce del figlio e non soddisfa i suoi bisogni o se l’ambiente
stimola il bambino in modo eccessivo, si genera in lui un trauma e la continuità della sua esistenza viene
minacciata e momentaneamente interrotta.

TRAUMA  stimolazione da parte dell’ambiente che interviene prima che il bambino abbia sviluppato i
meccanismi che rendono prevedibile l’imprevedibile. Se il trauma dipende da un evento episodico e viene

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seguito da una ripresa della correlazione positivava tra i bisogni e il loro soddisfacimento, solitamente il
trauma non lascia tracce significative.

Se al contrario le stimolazioni traumatiche si accumulano, possono creare le condizioni per pregiudicare la


stabilità e la salute mentale dell’individuo.

Secondo Winnicott tutte le psicopatologie derivano da carenze nelle relazioni con le persone di riferimento,
in particolare con la madre, tanto che sono definite “malattie da carenza ambientale”.

3 ORGANIZZAZIONI PSICOPATOLOGICHE

 Le nevrosi
 I disturbi nell’organizzazione del sé
 Le tendenze antisociali

PSICOSI  sono le psicopatologie più gravi; la loro origine viene fatta risalire a cause di natura traumatica e
a un mancato adattamento dell’ambiente ai bisogni del bambino durante la fase della dipendenza assoluta. I
traumi devono essere gravi e duraturi perché si manifesti l’ angoscia primaria catastrofica, nei cui confronti
si è attivata la funzione difensiva della scissione.

SCHIZOFRENIA  patologia in cui l’individuo erige delle difese efficaci contro l’angoscia in modo da non
percepirla e di non soffrire.

DISTURBI NELL’ORGANIZZAZIONE DEL SÉ  questa psicopatologia ruota intorno al concetto di “falso Sé”.
CAUSA: mancata realizzazione dell’onnipotenza del bambino da parte di una madre non sufficientemente
buona. L’incapacità materna di soddisfare i bisogni del figlio produce in lui uno stato di acquiescenza, che
consiste nella prima manifestazione del falso sé.

Il falso sé può finire per nascondere il vero sé tanto da consentire lo sviluppo di un’identità falsata.

TENDENZE ANTISOCIALI  le tendenze asociali si rifanno alla deprivazione, che consiste nella
trasformazione di un ambiente inizialmente buono in uno più avverso. I comportamenti antisociali si
distinguono in 2 categorie:

 tentativo inconscio di giustificare il senso di colpa; qui l’individuo è tormentato da un senso di colpa
inconscio e l’atteggiamento antisociale ha la funzione di giustificarlo;

 perdita della capacità di provare senso di colpa; il comportamento antisociale qui ha lo scopo di
provocare il senso di colpa, ricercato come sentimento forte, che però non si manifesta.

10. PSICOANALISI E LAVORO PSICOANALITICO

In relazione al tipo di strutturazione mentale del paziente, Winnicott individua due modalità di approccio
terapeutico:
1) PSICOANALISI: si dimostra efficace solo su soggetto doto di un Sé sufficientemente strutturato, che
sia quindi in grado di reggere un’esperienza complessa lunga ed impegnativa dal punto di vista
mentale;
2) LAVORO PSICOANALITICO: che si differenzia nella modalità di conduzione e nella frequenza delle
sedute, nel setting e nella durata della terapia.

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Le origini della privazione e della deprivazione vengono indagate con grande attenzione e prudenza, e la
funzione dell’analista non è tanto quella di interpretare, ma di fornire al paziente le risposte che non ha
ricevuto nel corso della sua vita. L’analista deve quindi prendere il posto della madre, sanando le lacerazioni
che essa ha creato nella mente del soggetto.

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