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Ai miei cari…

Ho viaggiato attraverso il tempo e lo spazio……


Ho visto tutta la storia dell’uomo………………….
Ho scoperto che l’unico viaggio indispensabile
è quello che attraversa la nostra anima……….....

Gilgamesh-Cesare
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L’ EPOPEA DI GILGAMESH
COMPLETA

DALL’INIZIO ALLA FINE DEL TEMPO E DELLO SPAZIO

3
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VIAGGIO NEL TEMPO E NELLO SPAZIO

PROLOGO

Nel mese di dicembre del 2033, appena finita la guerra


contro l‟Iraq durata oltre trent‟anni, durante gli scavi effettuati
sotto le macerie della città di Baghdad distrutta dalla guerra e
da un terribile terremoto, il mio gruppo di archeologi fu
chiamato per dare una risposta a quanto ritrovato.
Quello che ritrovammo aveva dell‟ incredibile.
Erano svariate tavolette in alluminio incise con il laser in
lingua sumerica ed ittita che trattavano della epopea di
Gilgamesh. Una nuova epopea rispetto a quella risalente tra
il secondo e terzo millennio a.C. descritta in tavolette con
scrittura cuneiforme ritrovate intorno al 1850 d.C.1

<<Gilgamesh, Re di Uruk, quinto sovrano della prima


dinastia post-diluviana, regnò per 126 anni intorno al 2700
a.C.
E‟ il protagonista del poema anonimo “L‟Epopea di
Gilgamesh” , considerato un capolavoro della letteratura.
1
Le tavolette furono travate in scavi nella città di Baghdad da Rawlinson che iniziò a
pubblicarle a partire dal 1866 d.C.

4
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Il suo regno troppo lungo fa pensare ad una figura mitica. Il


preposto al suo nome ne esprime la natura divina, ma svariati
documenti ne provano la storicità.
Dei tanti racconti sulla sua epopea “Sumeriana” restano sei
poemi (in varie tavolette cuneiformi), ritrovati negli scavi di
Ninive.
Molti i problemi proposti dall‟ epopea e non risolti: il suo
incontro con Utnapistim , eroe del diluvio universale, a cui gli
Dei in dono hanno offerto l‟immortalità; con Enkidu, uomo
forte e rude, ed il suo amore per lui; la sua lotta contro la
morte che costringe l‟uomo alla fine solo perché fa comodo
agli Dei.
Il suo eterno viaggiare per il mondo è condensato nella
prima strofa del suo poema ”Gilgamesh colui che tutto
vide”………………………>>.

Nel 2033 d.C. trovammo numerose tavole in alluminio con


vari dialoghi incisi mediante luce laser, miracolosamente
salvatosi dalla distruzione.
Qui riportiamo interamente tradotto quello che è stato
trovato senza alcuna modifica.
Delle almeno 20 lastre di alluminio alcune sono andate
distrutte (in alcune la scrittura non è più visibile), anche qui il
racconto si svolge tramite delle tavole numerate, quasi a
ricordare le vecchie tavolette cuneiformi del secondo
millennio a.C.
La parte iniziale è andata persa, si inizia dalla Tavola 3, e
si prosegue fino alla Tavola 4, manca quindi un collegamento

5
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con la Tavola 7, da qui le tavole sono progressive fino alla


Tavola 10 (manca la Tavola 11 ed un piccolo pezzo della
Tavola 7(parte quinta)), per proseguire senza interruzioni fino
alla Tavola 18.
La numerazione delle tavolette è sicuramente successiva
al momento della loro scrittura, e forse nella Tavole 5 e 6 si
poteva trovare un collegamento logico con la Tavola 7.
Le parti relative ai due primi dialoghi sono completamente
indipendenti dal resto, anche se alcuni avvenimenti vengono
ripresi successivamente. Riportano, infatti, una storia che
nelle tavolette successive viene in gran parte modificata.
Sono state scritte in un epoca diversa rispetto a quelle che
hanno inizio con la Tavola 7, di altro autore ed in lingua
sumerica. A partire dalla tavola 7 la lingua utilizzata è quella
Ittita.
Non è stato possibile trovare un collegamento tra l‟utilizzo
del laser (scoperto nel 20esimo secolo) e la tipologia della
scrittura così antica.
Da parte dello scrivente sono state aggiunte solo delle
note esplicative.
A noi che viviamo in questi anni sconvolti da quella guerra
e dalle sue conseguenze su tutta l‟umanità, questo potrebbe
farci riflettere e sperare che tutto non sia oramai praticamente
concluso.

6
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TAV 3

Alla ricerca dell’immortalità (dialogo tra un semidio ed


un eroe)

GILGAMESH Utnapistim2, come posso trovare l‟immortalità?.


UTNAPISTIM Gilgamesh3, la troverai solo varcando alte
montagne, immensi deserti, vasti oceani e combattendo
contro tutte le tirannidi.

GILGAMESH Ma una volta trovata potrò mantenerla?.


UTNAPISTIM Si, solo se non combatterai mai contro il tuo
popolo.

GILGAMESH Se è così sarà facile mantenerla.


UTNAPISTIM No, vedo che combatterai contro Alessandro
Magno, contro i Romani, contro Gengis Khan, contro le
invasioni barbariche, contro Napoleone, contro Hitler, in
Vietnam, in Afghanistan, e vedo anche che combatterai,
infine, contro gli eredi del tuo popolo, nella città di UR4.

2
Utnapistim è la figura di Noè (bibbia) del diluvio universale, che aveva visioni sul futuro e
che visse tantissimi anni.
3
Gilgamesh, eroe leggendario ma anche reale re di Uruk, cercò e sognò a lungo la
immortalità, ma mai nessuno seppe della sua fine.
4
La città di UR (Uruk, luogo di provenienza anche di Abramo) della civiltà Sumerica era
posta nella vecchia Babilonia e si può pensare a Ninive o Baghdad situate oggi in Iraq.

7
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Lì perderai l‟immortalità5 e con te sarà sconfitta l‟intera


umanità.

5
La risposta di Utnapistim fa presagire che Gilgamesh avesse trovato l’immortalità prima di
perderla nuovamente.

8
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Alla ricerca dell’immortalità (parte seconda)

GILGAMESH Utnapistim, se è vero quel che dici, l‟umanità è


destinata a scomparire!.
UTNAPISTIM Gilgamesh, sono stati troppi gli errori fatti e non è
stato sufficiente a Dio sacrificare suo figlio.

GILGAMESH Ma se così sarà, è valsa la pena cercare di


cacciare i tiranni e vale la pena continuare a combattere?.
UTNAPISTIM Tutto ciò che era possibile fare, andava fatto.
Tutto ciò che è possibile fare, va ancora fatto.

GILGAMESH Non servirà a salvare l‟umanità.6


UTNAPISTIM No, ma servirà almeno a salvare la tua anima.7

6
Utnapistim salvò se stesso e la sua famiglia dal diluvio universale, salvando così l’umanità.
7
Gilgamesh non ha trovato l’immortalità della vita ma quella dell’anima.

9
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Alla ricerca dell’immortalità (parte ultima)

GILGAMESH E‟ giusto, Utnapistim, salverò la mia anima, ma


non mi sento felice!.
UTNAPISTIM Gilgamesh, ho salvato l‟umanità dal diluvio, ma
anch‟io non mi sento felice.

GILGAMESH Ma allora forse quello che devo cercare è proprio


la “felicità”?.
UTNAPISTIM Che io sappia è impossibile trovarla.

GILGAMESH Non sarà un errore quello di cercarla durante la


vita, forse perché è proprio nella nascita?.
UTNAPISTIM Si, credo che tu abbia questa volta ragione, la
“felicità” sta nell‟iniziare ad esserci.8

8
Utnapistim , Gilgamesh e tanti altri semidei ed eroi probabilmente forse non sono mai nati
se non nella nostra fantasia ed è per questo che non riescono ad essere mai “felici”.

10
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TAV 4

Alla ricerca del valore della moralità (dialogo tra un


semidio ed un eroe)

GILGAMESH Utnapistim, tu che sei un “salvato” dagli dei e


quindi sicura fonte di sapere, cos‟è la moralità?.
UTNAPISTIM Gilgamesh, definire una “etica morale” è difficile,
dipende molto dal tempo in cui si vive.

GILGAMESH Ma come definiresti l‟amore che ho provato per


Enkidu? 9
UTNAPISTIM Nel nostro tempo forse sconveniente…… ma
in futuro non sarà sempre così.

GILGAMESH Se diventassi immortale ed incontrassi un altro


“Enkidu” il problema sarebbe allora finalmente risolto.
UTNAPISTIM No, perché comunque, a tempi in cui la morale
sarà dalla tua parte, seguiranno sempre tempi in cui la
moralità ti sarà contro.

9
Enkidu fu un eroe fortissimo, creato dagli dei per sconfiggere Gilgamesh, ma diventò
invece suo grande amico, incorrendo così nell’ ira degli dei che lo fecero ammalare e poi
morire, per dispetto verso Gilgamesh.

11
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Alla ricerca del valore della moralità (parte seconda)

GILGAMESH Utnapistim, ma allora la moralità non ha un‟etica


durevole?.
UTNAPISTIM Gilgamesh, la morale non può rimanere immutata
nei secoli, proprio perché l‟uomo non rimane immutato nei
secoli.

GILGAMESH Ma allora come è possibile che ci sia una


“religione” con dogmi fissi?.
UTNAPISTIM Anche la “religione”, che si dice voluta dagli dei,
muta con il mutare dell‟uomo, ma purtroppo ahimè con
sensibile ritardo.

GILGAMESH Dunque è meglio essere Ateo, senza una morale,


che credere nella dea Aruru.10
UTNAPISTIM No, perché anche gli atei hanno una morale che
muta e va appresso agli uomini e non agli dei. Spesso però
è più rigida di quella della “religione”.

10
Aruru è la dea dei Sumeri che plasmò l’uomo dall’argilla e che creò Enkidu, forte come
un dio, per combattere Gilgamesh.

12
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Alla ricerca del valore della moralità (parte ultima)

GILGAMESH Utnapistim, è inutile cercare l‟immortalità, e


sconveniente amare esseri di pari sesso, non serve essere
Atei o credere in un Dio, cosa debbo fare?.
UTNAPISTIM Gilgamesh, se avessi la soluzione ai tuoi problemi
non mi peserebbe essere preso come un “Oracolo”, a cui si
chiede di tutto, ma che non risolve mai nulla.

GILGAMESH Non mi resta, dunque, che tornare nella città di


Uruk senza alcuna soluzione alle numerose domande che ti
ho posto.
UTNAPISTIM Torna, ma non pensare che io non ti abbia
risposto, perché l‟ho fatto. Non ho solo risolto i tuoi problemi,
che è cosa molto diversa.

GILGAMESH Mi sento sconfitto e veramente come già morto,


come d‟altronde voleva la Dea Aruru.
UTNAPISTIM In realtà tu sei un vincitore, perché tu mortale hai
insegnato a me immortale11 che l‟amore e la morte sono cose
per cui vale la pena vivere e che voi prima o poi ottenete, noi
invece no.

11
Utnapistim inizialmente mortale come Gilgamesh dopo aver salvato l’umanità dal Diluvio
universale fu reso immortale dagli dei come dono. Vide così scomparire tutti i suoi cari
senza poterli seguire.

13
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NOTA AUTORE Da qui inizia la parte dell‟epopea con i


viaggi nel tempo.

14
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TAV 7

La visione della Storia (prima parte)

GILGAMESH Prima di tornare ad Uruk12, Utnapistim, vorrei un


ultimo favore. Tu puoi vedere il futuro, perché non mi fai
vedere cosa succederà?.
13
UTNAPISTIM Va bene Gilgamesh ti farò vedere la “Storia” ,
ma è l‟ultima cosa che farò per te. Ti farò viaggiare come
non avresti mai pensato di fare, ma segui sempre quello che
ti dico.

Su di una grande parete iniziarono a scorrere le pagine


della Storia.

Gilgamesh , attonito, vide il sorgere del grande Egitto ed il


suo tramonto, il tramonto del suo popolo sumerico e lo
scorrere del tempo su di una strana fessura in alto nella
parete.
Chiese ad Utnapistim cosa indicassero quei simboli scritti
in una lingua che non conosceva. Utnapistim spiegò in breve
cosa erano, e che erano significativi solo per indicare a che
punto della storia si trovassero.
12
Evidentemente Gilgamesh è da tempo lontano da casa forse al ritorno di un lungo
viaggio…..
13
Utnapistim come tutti gli dei aveva la facoltà di vedere nel futuro, ma non poteva
modificare il corso degli eventi.

15
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Lui li conosceva e gli avrebbe spiegato, man mano che


scorrevano, il loro significato.
Ad un certo punto quei numeri indicarono il 550 a.C. e
Utnapistim fermò la visione, spiegò a Gilgamesh che più tardi
avrebbe compreso il senso della scritta14, e che erano passati
più di 2000 anni dal suo tempo.

La parete si illuminò intensamente e si aprì una porta su di


essa, in basso a destra.

Utnapistim disse a Gilgamesh che sarebbero entrati nella


porta per trovarsi nel periodo storico indicato nella fessura.
Gilgamesh non capiva ma lo segui ed insieme passarono
la porta.
Una luce intensa ed azzurra li accompagnò lungo il tragitto.

14
L’orologio digitale ed i numeri arabi erano sconosciuti a Gilgamesh non ad Utnapistim
che poteva vedere il futuro.

16
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TAV 8

Alla ricerca del valore dell’esistenza (dialogo tra un eroe


ed un uomo)

GILGAMESH Utnapistim, come faremo a tornare nel nostro


tempo?.
UTNAPISTIM Gilgamesh, tu non sei immortale, ma vivrai molto
a lungo, ora qui aspetterai svariati anni e vagherai fino ad
incontrare un uomo sulle rive di un fiume che ti farà
conoscere il “Valore dell‟ esistenza”.
Tornerai da me alla sua morte passando dalla stessa porta
che comparirà in quel momento. Ricordati però di non parlare
mai a nessuno della storia che hai visto per non modificare
mai il futuro che verrà.15

Utnapistim tornò subito indietro attraversando la porta e


Gilgamesh partì alla ricerca dell‟uomo.
Attraversò il mondo intero, trascorse un tempo
sufficientemente lungo in India da permettergli di imparare la
lingua del posto e alla fine giunse sulla riva di un fiume dove
conobbe un Barcaiolo.16

15
Utnapistim ammonisce Gilgamesh sui pericoli di un viaggio nel tempo per la possibilità di
modificare il futuro.
16
Un altro Barcaiolo, Ursanabi, nelle tavolette sumeriche antiche, aveva aiutato
Gilgamesh in un viaggio nell’oceano alla ricerca dell’inferno.

17
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GILGAMESH Dimmi Barcaiolo sei tu l‟unica persona che può


spiegarmi “Il valore dell‟esistenza”?.

Il Barcaiolo rispose con un sorriso, e aggiunse <<Tu l‟hai


detto e se avrai tempo per stare con me e vivere su questo
fiume anche tu capirai il valore dell‟esistenza.>>

GILGAMESH Qual è il tuo vero nome, se ne hai uno?.

Il Barcaiolo rispose senza attendere <<Il mio vero nome è


Siddharta.>>17

17
Siddharta visse molto tempo della sua vita in Cina lungo la riva di un fiume, e così, come
per Utnapistim, lo scorrere dell’acqua ebbe una importanza fondamentale nella sua vita.

18
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Alla ricerca del valore dell’esistenza (parte seconda)

GILGAMESH Siddharta, ho attraversato il mondo per arrivare da


te ed ho una certa età, come hai fatto tu, in un tempo così
breve rispetto al mio, a trovare il valore dell‟esistenza?.
SIDDHARTA Gilgamesh, il tempo è relativo ed il trovare o no il
valore dell‟esistenza non dipende dalla sua durata, ma solo
dal modo in cui si cerca.

GILGAMESH Ma quale regola devo seguire per trovarla?.


SIDDHARTA Non devi seguire alcune regola o Dottrina18, non
devi credere a ciò che ti si impone, devi solo sperimentare
sulle tue spalle il succedersi della vita, il nascere del dolore,
della solitudine ed il piacere dell‟amare.

GILGAMESH E‟ quello che ho fatto durante tutta la mia vita ma


non ho trovato ciò che cercavo.
SIDDHARTA Alle volte ciò che uno cerca con insistenza e fatica
non è chissà dove, ma è già accanto a te, come l‟acqua di
questo fiume che nello stesso punto corre sempre rigenerata,
sempre trasformata e non serve allontanarsi per trovare altro
divenire19.

18
Siddharta rifiutò ad un certo punto della sua vita ciò che la Dottrina gli imponeva di fare
per ascendere al Nirvana ed evitare così la reincarnazione, perché capì che questa non era
la via più giusta né la più breve.
19
Nella cultura greca Eraclito ( VI secolo a.C.) fece di questo il suo principio filosofico.

19
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Alla ricerca del valore dell’esistenza (parte ultima)

GILGAMESH Siddharta, quando parli di dolore, solitudine,


amore, ci sono delle regole che possono essere seguite?.
SIDDHARTA Si, Gilgamesh, quattro sono le regole fondamentali
da riconoscere: 1° Esistenza del dolore- 2° Origine del
dolore- 3° Estinzione del dolore- 4° La Via che conduce alla
Estinzione del dolore.

GILGAMESH Seguendo quindi queste quattro regole si arriva al


“Nirvana”?20.
SIDDHARTA Si, sperimentando e vivendo effettivamente queste
“nobili verità” si può evitare la reincarnazione21, come spero
di fare 22 questa volta.
GILGAMESH Ma perché evitare la reincarnazione, non è in
fondo un modo per raggiungere infine l‟immortalità?.
SIDDHARTA No potrebbe sembrare, ma il livello in cui ci si
reincarna potrebbe essere molto peggiore di quello
precedente, e le conseguenze da sopportare molto negative.

20
Nirvana è la condizione in cui non si ha più la percezione del dolore.

21
La reincarnazione nella cultura buddista permane (anche diventando animali, etc.) fino a
quando non si sperimenta la Via che conduce alla estinzione del dolore detto “Nirvana”,
costituita da una vita austera e frugale che favorisce la concentrazione spirituale e porta
alla illuminazione.
22
Siddharta significa “colui che ha raggiunto lo scopo”.

20
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TAV 7

La visione della Storia (parte seconda)

Alla morte di Siddharta, Gilgamesh lasciò la riva del fiume,


ritornò nella sua terra attraverso la porta e si ripresentò da
Utnapistim.

UTNAPISTIM Gilgamesh, come è andato questo tuo viaggio


durato così tanto, hai trovato le risposte che volevi sul valore
dell‟esistenza?.
GILGAMESH In parte sì, Utnapistim, ma in parte no. Quello che
ho imparato mi è servito e mi servirà ma c‟è ancora qualcosa
che mi sfugge.

UTNAPISTIM Gilgamesh, passerai molte altre volte attraverso


questa porta. Il suo nome è “la porta delle stelle” e come
avrai capito permette di viaggiare nel tempo a piacimento.
Ora non ti posso spiegare il suo funzionamento, ma un giorno
qualcuno lo farà.
GILGAMESH Utnapistim, eccomi, sono pronto a tutto, quello
che ho vissuto è stato grandioso e non vedo l‟ora di
proseguire questo viaggio così fantastico.

Sulla grande parete ricominciarono a scorrere le pagine


della Storia.

21
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Gilgamesh, assistette a battaglie tra Greci, Spartani,


Macedoni e Romani. Vide il compiersi di una battaglia navale
epica tra Greci e Persiani, persa da quest‟ultimi che fermò la
loro espansione.23
Vide se stesso partecipare alle volte per sconfiggere i
tiranni24 anche se sempre in modo da non destare sospetti
sulla sua presenza. La sua più di una partecipazione era
sempre stata una testimonianza.
Il calendario continuava a scorrere velocemente e gli anni
invece di aumentare diminuivano, fino ad arrivare all‟anno
343 a.C., allora Utnapistim fermò lo schermo e spinse
Gilgamesh verso la porta.
Utnapistim disse a Gilgamesh che una volta entrato si
sarebbe trovato ad Atene e avrebbe conosciuto lì un uomo
che avrebbe modificato fortemente il modo di pensare del
mondo.
Gilgamesh lo ascoltò e passò attraverso la porta.

23
La battaglia di Salamina del 480 a.C.
24
Unico riferimento , anche se indiretto, a quanto espresso nella tavola 3.

22
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TAV 9

Alla ricerca del valore del pensiero filosofico (dialogo


tra un eroe ed un uomo)

Gilgamesh si trovò a girare per la Grecia ed arrivò ad


Atene, nel 335 a.C. , dopo essere stato a Mitilene e alla corte
di Filippo il Macedone, per seguire da vicino i passi di
Aristotele. Qui lo conobbe.

GILGAMESH Aristotele, sono venuto da lontano per conoscere il


tuo pensiero sulla filosofia.
ARISTOTELE Non è facile spiegarti tutto ciò ma ci proverò,
visto che ti mostri tanto interessato all‟argomento.
Partirò dal movimento25. Il movimento è connesso con
l‟ordine cosmico , perché esso è il passaggio di una sostanza
da un termine a un altro. Il movimento connette ogni
sostanza con il complesso delle altre sostanze.
L‟ordine inerente al movimento è la causalità, il termine da
cui il movimento parte è la causa materiale , la sostanza che
costituisce il soggetto del movimento è la causa formale, il
termine cui il movimento tende è la causa finale e la
sostanza che dà inizio al movimento è la causa efficiente.

25
Pensieri dalla Teoria del movimento e della causalità.

23
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Alla ricerca del valore del pensiero filosofico (parte


seconda)

GILGAMESH Caro Aristotele, ti sono grato di queste tue


spiegazioni ma non riesco ad apprenderle compiutamente..
ARISTOTELE Passiamo ora a parlare della Sostanza26 e forse
ti risulterà più semplice perché in fin dei conti si parla di
qualcosa che conosci.
La sostanza può essere il soggetto delle predicazioni,
l‟essenza, la materia, la forma, l‟insieme della materia e della
forma.
Come essenza la sostanza è oggetto di definizione, come
soggetto di predicazione è individuo logicamente irriducibile,
come materia è un aggregato di parti, come forma è unità
nella molteplicità e permanenza nel divenire, come insieme di
materia e forma è un esistente individuale.

GILGAMESH Aristotele, ti direi una grossa bugia se ti dicessi di


aver capito tutto, qualcosa comincia ad illuminarmi. Ma io
volevo sentire da te qual è l‟oggetto della “Filosofia”
ARISTOTELE La Filosofia27 studia l‟essere in quanto tale
(metafisica), cioè le strutture più pure e generali dell‟essere,
che appartengono a qualsiasi ente.

26
Pensieri dalla Teoria della Sostanza.
27
Teorizzazione filosofica descritta nel IV libro dell’ opera intitolata Metafisica.

24
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Queste strutture sono costituite da organismi di proprietà


collegate le une con le altre. Il principio che presiede a
questa organizzazione è il principio di non contraddizione,
che garantisce che nessuna proprietà è collegata con una
proprietà e con la negazione di essa. In tutti i casi l’essere
della sostanza è la sua organizzazione.
L‟universo è perciò essenzialmente ordine, un ordine divino
che si realizza con perfezione negli astri e che mette in
relazione termini, ciascuno dei quali è a sua volta un sistema
ordinato, cioè una sostanza.
La permanenza della forma , dell‟ordine, è l‟anima, che è la
sostanza di un corpo organizzato, che ha la vita in potenza.
L‟anima è la causa della vita e delle funzioni vitali.
La parte più alta dell‟anima è l‟intelligenza, che è comune
all‟uomo e alla divinità, che è la capacità di cogliere i principi
dell‟ordine cosmico.

25
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Alla ricerca del valore del pensiero filosofico (parte


ultima)

GILGAMESH Aristotele, credo che tu veramente abbia una


testa fuori dall‟ ordinario, e penso che per molto tempo
ancora i tuoi pensieri non saranno facilmente interpretati, ma
credo che arriverà anche quel tempo. Ti ringrazio della
lezione che mi hai dato e del tempo che hai perso per
spiegarmi il tuo pensiero.

Aristotele avrebbe voluto parlargli ancora di tante altre teorie


e di tanti aspetti del pensiero filosofico, anche se vedeva la
fatica che comportavano i suoi ragionamenti. Gilgamesh,
infatti, sarebbe stato sicuramente un buon allievo e sarebbe
arrivato facilmente a capirlo, in quanto vedeva in lui un uomo
disponibile a conoscere tutto ciò che non sapeva. E la sua
partenza lo rattristò.

26
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TAV 7

La visione della Storia (parte terza)

Tornato dal viaggio nel tempo Gilgamesh trovò Utnapistim


in attesa davanti alla parete, come se dalla sua partenza
fossero passati pochi minuti.
Anche questo fatto Gilgamesh avrebbe capito più tardi.28
Gilgamesh ripensò a quello che gli aveva detto Aristotele e
si accorse che molto del suo pensiero filosofico cominciava a
prendere forma nella sua mente.
Intanto sulla parete videro l‟inizio di un‟opera mastodontica
per l‟epoca in cui venne costruita29 e che sarebbe rimasta a
testimonianza della grandezza degli uomini.
Roma conquistava pian piano parte del mondo.
Il tempo scorreva inesorabilmente su quello strano
calendario, appena vide che l‟orologio temporale si era
avvicinato all‟anno 0 , Utnapistim spense lo schermo e disse
a Gilgamesh che era ora di riaprire la porta.
Quello che avrebbe visto nei prossimi 40 anni, sarebbe
stato di importanza fondamentale per la sua vita, e avrebbe
capito perché il tempo della storia era stato diviso in prima e
dopo quella data.

28
Leggere dialoghi sulla scienza.
29
La Grande muraglia lunga circa 6000 Km fu costruita tra il 229-221 a.C.
dall’imperatore Cinese Shi Huangdi.

27
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Utnapistim30 disse a Gilgamesh di vivere pienamente quei


momenti.

30
Utnapistim non accompagnò Gilgamesh nella terra di Palestina, perché essendo li
conosciuto sotto il nome di Noè voleva evitare qualsiasi turbamento temporale.

28
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TAV 10

Alla ricerca del valore del sacrificio (dialogo tra un eroe


ed un Dio)

Gilgamesh si trovava in Palestina proprio durante la


nascita di Gesù, e pochi giorni dopo lo andò a visitare nella
grotta, senza farsi notare come fosse un qualsiasi pastore
palestinese.
In effetti non si era spostato tanto dalla terra in cui era
nato, seguendo l‟ Eufrate da Uruk non ci voleva molto ad
arrivare nella terra dei cananei.
Per anni e anni seguì il suo cammino, ma fece in modo che
nessuno si accorgesse di lui. Agli occhi di molti sembrò
essere uno dei tanti pastori di quei luoghi.
Per più di trent‟anni gli fu accanto discretamente per
seguire le gesta, prendendone nota per riferirlo un giorno ad
Utnapistim.
Finché un giorno, durante un pranzo di nozze al quale il
Signore Gesù era stato invitato, si sentì apostrofare da
questi.

GESU‟ Gilgamesh, mi segui da tanto, testimone31 del tempo e


della storia, ti aspetto domani sera nell‟ orto dei getzemani

31
Vedere dialoghi sulla fine della storia (parte quarta).

29
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“Testimone che vedrà tutto”. Gilgamesh rimase attonito,


come faceva Gesù a sapere il suo nome?, non disse niente e
si apprestò con ansia all‟ appuntamento del giorno dopo.
Era stato molto attento a non farsi notare, e soprattutto
aveva evitato ogni possibile incontro tra di loro, eppure non
solo Gesù lo aveva notato ma sapeva il suo vero nome,
malgrado durante quel suo vagare in terra di Palestina ne
avesse usato un di origine ebraico-palestinese. Lo aveva
definito “Un Testimone32 che vedrà tutto”.

32
Vedere nella prima parte del prologo la definizione di Gilgamesh.

30
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Alla ricerca del valore del sacrificio (parte seconda)

Il giorno dopo nell‟ orto sul monte degli ulivi33 mentre Gesù
stava pregando il Padre , Gilgamesh si presentò a lui.

GILGAMESH Gesù, come fai a conoscere il mio nome, se in


tutti questi anni ho fatto in modo di non farmi notare pur
seguendoti sempre?.
GESU‟ Vedi Gilgamesh, io ti conosco da sempre da oltre 2730
anni, ho seguito le tua gesta e soprattutto conosco bene il tuo
amico Utnapistim con il nome di Noè, perché l‟ho salvato dal
diluvio universale.

GILGAMESH Orbene accetto questo anche se mi è difficile


capirlo, ma cosa intendi dire con testimone del tempo e della
storia?.
GESU‟ In parte già puoi capire perché in effetti vieni a me dalla
porta delle stelle, ma più tardi realizzerai meglio ciò che ti ho
detto.
Come tu mortale vai in cerca, su questa terra
dell‟immortalità; io immortale vado in cerca della morte.
Entrambi alla fine riusciremo nello scopo.

33
Matteo 14, 39.

31
pagina n.32 499272_LAVORATO.pdf

Alla ricerca del valore del sacrificio (parte terza)

GESU‟ Gilgamesh, tu sarai testimone del mio sacrificio, della


mia morte e della mia resurrezione, che io più volte ho
annunciato.34
Il mio sacrificio35 servirà a salvare l‟intera umanità.
Solo attraverso il sacrificio ed il dolore36 è possibile salvare
gli uomini dal baratro dell‟ inferno, e solo gli uomini che
capiranno ciò potranno aspirare al paradiso.
GILGAMESH Gesù, ciò che mi dici in parte mi è stato già detto
in passato, anche se ora il senso delle tue parole mi è più
chiaro.
Ma è necessario questo immenso sacrificio?.

GESU‟ Gilgamesh, è necessario come lo è il fatto che tu ne sia


testimone, e sappi che chiunque andrà in giro a proclamare
la fede in me sarà spesso torturato, ucciso ed odiato.37

34
Matteo 16,21 >< 17, 22 >< 20,18.

35
Matteo 20,28.

36
Vedere dialoghi con Siddharta.
37
Matteo 24,9.

32
pagina n.33 499272_LAVORATO.pdf

Alla ricerca del valore del sacrificio (parte ultima)

GESU‟ Gilgamesh, tu sarai testimone anche del giorno del mio


ritorno sulla terra.38
GILGAMESH Gesù, quando verrà quel giorno?.39

Gesù disse a Gilgamesh <<Nessuno sa quando verrà


quel giorno e quell‟ora: solo il Dio Padre lo sa. Come è
accaduto ai tempi di Noè. A quei tempi, prima del diluvio, la
gente continuò a mangiare, a bere e a sposarsi fino a quando
Noè entrò nell‟arca. Nessuno si rese conto di nulla, fino al
momento in cui venne il diluvio e li portò tutti via.
Così accadrà anche quando verrà il Figlio dell‟uomo.>>40

Gilgamesh chiese a Gesù se poteva fare qualcosa per lui,


qualsiasi cosa. Gesù disse di ricordare le parole del ladrone
sulla croce.
Gilgamesh vide crocifiggere Gesù ed ascoltò le sue ultime
parole.
Al ladrone che gli chiese <<Gesù, ricordati di me quando
sarai nel tuo Regno>>.

38
Matteo 24,30.

39
Apocalisse di Giovanni.
40
Matteo 24,32-39.

33
pagina n.34 499272_LAVORATO.pdf

Gesù rispose <<Ti assicuro che oggi sarai con me in


paradiso.>>41 Ed infine gridò a gran voce <<Padre, a te
affido la mia vita.>>
Tre giorni dopo essere morto, Gesù risorse e si presentò a
suoi apostoli. Dopo aver parlato loro, incominciò a salire in
alto nel cielo sotto i loro occhi attoniti.
Poi venne una nube ed essi non lo videro più. Mentre
avevano ancora gli occhi fissi verso il cielo, dove Gesù era
salito, due uomini vestiti di Bianco,42 comparsi
improvvisamente, si avvicinarono loro e dissero: <<Uomini di
Galilea, perché ve ne state lì a guardare il cielo?. Questo
Gesù che vi ha lasciato per salire in cielo, un giorno ritornerà
come lo avete visto partire.>> 43

41
Luca 23,42-43.
42
I due testimoni dell’ apocalisse.
43
Atti degli apostoli I (9).

34
pagina n.35 499272_LAVORATO.pdf

TAV 7

La visione della Storia (parte quarta)

Alla morte di Gesù, Gilgamesh lasciò la Palestina e


sconvolto da quello che aveva visto, ma soprattutto sorpreso
di aver conosciuto un uomo/dio così, tornò attraverso la porta
delle stelle da Utnapistim che lo aspettava ansioso.

UTNAPISTIM Gilgamesh, come è andato questo incontro?.

GILGAMESH Non ho parole, capisco però come mai dalla


nascita di quell‟uomo il mondo è cambiato e la data della sua
nascita sia diventata lo spartiacque della storia. Nessun
uomo avrebbe potuto sopportare quello che ha sopportato lui,
forse veramente solo un Dio lo poteva.

UTNAPISTIM In effetti è la rappresentazione di un Dio molto


diverso da tutti gli altri Dei.44

Un Dio Padre che sacrifica il Figlio per l‟umanità è


qualcosa di inconcepibile nella nostra cultura assiro-
sumerica, e probabilmente nelle maggior parte delle culture
degli uomini..

44
Nessun altro Dio in nessuna religione è mai stato disposto a morire per salvare degli
uomini.

35
pagina n.36 499272_LAVORATO.pdf

GILGAMESH Credo che per questo motivo il cristianesimo sia la


religione più innovativa.
Comunque ha parlato di me e di te, e ci conosce veramente
bene. Ti conosce sotto altro nome, ma ti assicuro che quello
non puoi essere che tu.
Ho capito molte cose, ma molte altre mi sono rimaste
oscure.

Utnapistim e Gilgamesh ricominciarono a vedere lo


scorrere della Storia sulla parete illuminata.
Fino a quando arrivati nel 600 d.C. Utnapistim propose a
Gilgamesh di attraversare la porta delle stelle per incontrare il
Profeta Maometto.
Questa volta Gilgamesh fu ansioso di passare dall‟altra
parte. Sapeva oramai da Utnapistim che la maggior parte
degli eredi del suo popolo avrebbero considerato Maometto il
profeta sommo della nuova Religione, e per questo pensò
che incontrarlo sarebbe stato il miglior modo per capire la
nascita e l‟espansione dell‟ Islam.45

45
<Segue qui sicuramente il passaggio nella porta delle stelle, corrispondente alla tavola
11>.

36
pagina n.37 499272_LAVORATO.pdf

NOTA AUTORE Da qui, probabilmente, manca


interamente la tavola 11 ed una parte della tavola 7
(parte quinta), che così prosegue

Continuarono così ad assistere all‟ evolversi della storia


sulla parete.46
Tra il 600 ed il 700 d.C. grandi civiltà come quella Maya
occuparono una terra sconosciuta.
Nel 990 d.C. si espanse l‟ impero degli Inca (Perù)47,
qualche anno dopo i Vichinghi colonizzarono la Groenlandia
e scoprirono una terra nuova…48.
Il tempo sembrava passare velocemente, ma loro vivevano
gli avvenimenti come se fossero presenti.

46
Questa pagina fa parte sicuramente della parte finale della tavola 7 (quinta parte).

47
Gilgamesh e Utnapistim vedono cosa succede sulla Terra intera, nelle diverse epoche.
48
Nuovo continente Nord Americano.

37
pagina n.38 499272_LAVORATO.pdf

I Normanni conquistarono l‟Inghilterra e poco dopo iniziò la


Prima Crociata della Chiesa. Iniziò la grande espansione di
Gengis Khan in tutta l‟ Asia. In Africa sorsero comunità stato
degli Hausa (Nigeria) e nel nuovo continente gli Aztechi si
stanziarono nella valle del Messico. Sulla parete videro il
mondo conosciuto ritirarsi in piccole città fortificate per
difendersi dagli invasori, e soprattutto l‟esplodere della civiltà
cinese.

Arrivarono cosi all‟ anno 1200 d.C. e Utnapistim fermò di


nuovo lo scorrere degli avvenimenti sulla parete.

38
pagina n.39 499272_LAVORATO.pdf

TAV 12

Alla ricerca del valore della povertà (dialogo tra un eroe


ed un uomo)

Entrarono insieme dalla porta delle stelle nel 1200 circa.


UTNAPISTIM Gilgamesh, continua ancora a cercare un nuovo
valore, sfruttando la tua semi- immortalità49, e vai in un
piccolo paese dell‟Italia centrale, lì tra qualche anno troverai
un altro uomo molto importante.
GILGAMESH Utnapistim, se non mi dai qualche altro riferimento
la mia ricerca potrebbe rivelarsi infruttuosa.

UTNAPISTIM In un piccolo paese chiamato Assisi incontrerai un


uomo diverso, lo riconoscerai subito e ti assicuro che ti
insegnerà molto.
Ma questa volta alla sua morte non tornerai dalla porta delle
stelle, rimarrai ancora nei pressi per altri 50 anni, spostandoti
a Firenze dove cercherai l‟uomo che ha creato la nuova
lingua di quel popolo.
E‟ un uomo straordinario che ti racconterà di un viaggio
inverosimile, come se anche lui fosse passato attraverso la
porta delle stelle…..

Utnapistim tornò indietro attraverso la porta delle stelle.

49
Gilgamesh come eroe era dotato di una lunghissima vita ma non di un tempo eterno
come invece Utnapistim.

39
pagina n.40 499272_LAVORATO.pdf

Alla ricerca del valore della povertà (parte seconda )

Arrivato ad Assisi, Gilgamesh, rimase impressionato da


quella piccolissima cittadella e dalla gente che ci viveva e
chiese se c‟era un uomo diverso che tutti conoscevano.
Gli dissero di cercare un uomo che viveva nella completa
povertà, dopo aver abbandonato denaro e agi.
Alla fine lo trovò, il suo nome era Francesco e gli parlò:

GILGAMESH Francesco, è vero che hai abbandonato tutto


quello che avevi per vivere in povertà?.
FRANCESCO La definizione di povertà è solo in riferimento alla
definizione di ricchezza, in realtà, quello che io cerco è
l‟assoluta indipendenza dai beni materiali. Le mie regole si
basano solo su questo.50

GILGAMESH Credo che questo sia impossibile, qualcosa serve


per vivere e dobbiamo in definitiva dipendere sempre da
qualcuno.
FRANCESCO Certo che dipendiamo da qualcuno, ma è la
natura che in qualche modo è in grado di fornirci sempre
quello di cui abbiamo bisogno.

50
Le regole di S. Francesco accettate dal papa nel 1219, dopo essere state ostacolate a
lungo, stabilivano le regole per essere frati e come vivere tale situazione.

40
pagina n.41 499272_LAVORATO.pdf

GILGAMESH Ho letto il tuo cantico delle creature e mi hai


impressionato; il tuo immenso credo in elementi come il sole,
la luna, le stelle, la terra, gli animali, tutto il creato...
FRANCESCO Vedi tutto ciò che è stato creato da Dio ha un
valore immenso e deve essere rispettato, niente è stato fatto
per niente.

Francesco raccontò a Gilgamesh molte delle sue


tribolazioni, e soprattutto di aver ricevuto le stimmate da Dio
sul monte della Verna vicino ad Assisi, proprio poco prima di
scrivere il Cantico delle creature.

41
pagina n.42 499272_LAVORATO.pdf

Alla ricerca del valore della povertà (parte ultima)

GILGAMESH Francesco, invero la parte che mi interessa di più


del tuo cantico è quella legata alla pace e soprattutto alla
morte, che tu chiami sorella.
FRANCESCO Gilgamesh, la pace sarebbe la vera e unica
grande rivoluzione per il nostro mondo, solo attraverso essa
è possibile pensare a uomini liberi non asserviti ad altri
uomini.
Ma ancor di più lo è la povertà.

GILGAMESH Penso che su questo tu abbia ragione, ma che la


morte sia una nostra sorella non lo accetto.
Io da tempo immemorabile sono alla ricerca della immortalità
e tu mi vieni a dire che la morte è bella.
FRANCESCO La morte è parte integrante della nostra vita, è
essa a renderla degna di essere vissuta, e poi è anche
l‟unica cosa che ci rende tutti uguali.

GILGAMESH Ma proprio questo io non voglio, diventare eguale


agli altri, magari dopo essere stato tanto diverso.
FRANCESCO Infatti l‟uguaglianza di cui Dio parla non è quella a
cui molti pensano, ma è l‟uguaglianza e la giustizia nel
momento della decisione finale, cioè dove andare una volta
per sempre.

42
pagina n.43 499272_LAVORATO.pdf

GILGAMESH Parli forse del paradiso e dell‟ inferno51, che ho


sentito nominare altre volte in questi anni?.
FRANCESCO Si, parlo di questo e del fatto che Dio, proprio sul
valore della povertà, ha detto <<E‟ più facile che un cammello
passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno del
paradiso.>>52

51
Prima nel colloquio con Gesù, dopo in quello con Dante.
52
Matteo 19, 23-24.

43
pagina n.44 499272_LAVORATO.pdf

TAV 13

Alla ricerca del valore dell’arte e dell’amore (dialogo tra


un eroe ed un uomo)

Gilgamesh dopo la morte di Francesco si spostò da Assisi


verso Firenze, come gli aveva detto Utnapistim, non sapendo
molto di quello che l‟aspettava.
Ma come sempre bastarono pochi anni vissuti lì per capire
chi era l‟uomo che doveva incontrare.
La lingua che poi da lui sarebbe derivata già era utilizzata
in quei luoghi.
Ma solo quando fu pubblicata la sua opera “La Divina
Commedia” capì perché Utnapistim avesse voluto che lui si
trovasse in quei luoghi in quel preciso momento storico.
Incontrò Dante durante il suo lungo esilio che si sarebbe
protratto dal 1301 fino al 1321.

GILGAMESH Dante, ho letto attentamente la tua commedia, ma


come hai fatto a viaggiare nel tempo e nello spazio, visitando
quei luoghi?.
DANTE Gilgamesh, io in realtà ho sognato tutto questo, ho
53
sognato di passare attraverso le stelle dall‟ inferno al

53
Vedere i tre versi finali dell’ inferno , del purgatorio e del paradiso.

44
pagina n.45 499272_LAVORATO.pdf

purgatorio e poi al paradiso, facendomi accompagnare da un


uomo54 che veramente sa cos‟è l‟ Arte.

54
Virgilio accompagnerà Dante attraverso l’inferno ed il purgatorio.

45
pagina n.46 499272_LAVORATO.pdf

Alla ricerca del valore dell’arte e dell’amore (parte


seconda)

DANTE Ho incontrato tante persone, anche a me care, e


conosciute nella storia. Tutte o quasi si sono dimostrate
contente di parlare e spiegare i loro errori. Ho cercato di
capire, spesso però senza riuscirci.
GILGAMESH Dante, si può scrivere ciò che hai scritto solo
vivendo realmente tutto ciò.
Anch‟io ho viaggiato al di là delle acque della morte55 aiutato
da un Barcaiolo, ed ho visto cose inenarrabili, è forse
possibile crederlo un sogno?.

DANTE Gilgamesh, l‟Arte e l‟‟Amore sono quegli elementi che


rendono possibile l‟impossibile, che vanno tante volte oltre la
Storia, anzi alle volte la superano o la precorrono, soprattutto
investono in maniera totale i sentimenti e le emozioni, sono
grandi come “l‟amor che move il sole e l‟altre stelle”.56

55
Gilgamesh affronta il viaggio attraverso l’oceano con il barcaiolo Ursanabi.
56
Canto XXXIII Verso 145 del Paradiso.

46
pagina n.47 499272_LAVORATO.pdf

Alla ricerca del valore dell’arte e dell’amore (parte


ultima)

Gilgamesh pensò a come il viaggio di Dante assomigliasse


a quello che anche lui stava effettuando attraverso la porta
delle stelle, e che gli aveva permesso di conoscere persone
veramente speciali. A Dante non poteva dire di più secondo
quanto raccomandatogli da Utnapistim.

GILGAMESH Dante, leggendo la tua Divina Commedia ho


compreso molte cose.
DANTE Gilgamesh, sono contento che tu sia rimasto così preso
dalla mia opera. Ricordati però che molto è frutto della
fantasia e del valore dell‟Arte e dell‟Amore.
Comunque io per accedere al Paradiso dalla cima del
Purgatorio (il paradiso terrestre) ho dovuto staccarmi dalla
Terra e quasi senza accorgermene la mia anima si è
trasumanata57 al di fuori dello spazio e del tempo.

GILGAMESH Un'altra cosa che mi ha colpito molto è la tua


descrizione della madre di Dio.58 Sei il primo uomo che sento
parlare di una donna in questo modo. Tutti gli uomini che ho

57
Dante – Paradiso Canto I versi 40-60.
58
Dante – Paradiso tutto il Canto XXXIII.

47
pagina n.48 499272_LAVORATO.pdf

incontrato fino ad ora hanno sempre trascurato la donna in


quanto tale.
DANTE Gilgamesh la donna è tutto e senza di lei l‟uomo non ha
alcun significato. E‟ la più grande opera d‟arte e la somma di
tutto l‟Amore.

GILGAMESH Ma alla fine di questo viaggio surreale cosa ti


rimane?.
DANTE Come ho scritto “Quella circulazion che sì concetta
pareva in te come lume reflesso, da li occhi miei alquanto
circunspetta, dentro da sé, del suo colore stesso, mi parve
pinta de la nostra effige: per che il mio viso in lei tutto era
messo”59

GILGAMESH Dante, è proprio vero si gira l‟universo intero per


ritrovare, alla fine, solo noi stessi.

59
Dante vede nel secondo circolo della trinità , il circolo del figlio di Dio, la sua stessa
immagine, e quindi il mistero dell’ incarnazione, le due nature di Cristo la umana e la divina.

48
pagina n.49 499272_LAVORATO.pdf

TAV 7

La visione della Storia (parte sesta)

Gilgamesh tornò da Utnapistim attraverso la porta delle


stelle senza aspettare la morte di Dante, colpito soprattutto
dalla grande figura di questo poeta.

UTNAPISTIM Gilgamesh, hai girato molto questa volta e sei


tornato qui solo dopo molti anni. Adesso vediamo insieme
altri avvenimenti, ma presto dovrai tornare lì da dove sei
appena arrivato.

Insieme ripresero a guardare quello che scorreva sul


grande schermo.
Anche stavolta le battaglie fecero la loro parte.
Videro l‟inizio della dinastia Ming in Cina, gli Ottomani
prendersi Adrianopoli, Il Grande scisma d‟occidente, il
Tamerlano invadere l‟India , ed il sacrificio di Giovanna
d‟Arco. Infine i Turchi Ottomani conquistare Costantinopoli e
la fine dell‟ impero bizantino.
Sulla strana fessura in alto sulla parete correva l‟anno
1490. Utnapistim disse a Gilgamesh che era arrivata l‟ora di
tornare a Firenze per sentire parlare di due immensi artisti
Leonardo Da vinci e Michelangelo Buonarroti, ma subito

49
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dopo prima dell‟ agosto del 1492 doveva trovarsi al porto di


Palos per salpare per un lungo viaggio.

50
pagina n.51 499272_LAVORATO.pdf

TAV 14

Alla ricerca del valore della scoperta (dialogo tra un


eroe ed un uomo)

Gilgamesh passò attraverso la porta e si ritrovò di nuovo a


Firenze. Qui non si faceva che parlare di questi due grandi
artisti amici-nemici che si sarebbero sfidati nell‟arte; nella
pittura, nella scultura e nell‟architettura.
Leonardo era già famoso, Michelangelo era alle prime armi
ma già grande, da lì a poco sarebbero stati chiamati da molte
personalità influenti per realizzare opere immortali. L‟Arte,
che essi rappresentavano, era quella di cui aveva parlato con
Dante.60
Gilgamesh sarebbe rimasto volentieri più a lungo per
vedere l‟evolversi di tale sfida, ma doveva andare a Palos e
si incamminò per arrivare in tempo.
Un certo Cristoforo Colombo stava organizzando un viaggio
per trovare una nuova strada per le indie attraverso l‟oceano.
61

60
Vedere dialoghi con Dante.
61
Colombo pensava che solo 5000 km separassero l’ Europa dal Giappone , verso ovest.

51
pagina n.52 499272_LAVORATO.pdf

Gilgamesh riuscì a farsi prendere come marinaio, in effetti


62
lui aveva attraversato l‟oceano, e così poté imbarcarsi
proprio sulla caravella guidata da Colombo: la Santa Maria.

62
Viaggio di Gilgamesh con Ursanabi oltre le porte d’Ercole.

52
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Alla ricerca del valore della scoperta (parte seconda)

Gilgamesh era contento di essere riuscito a partecipare a


quel viaggio così importante.
Forse così avrebbe compreso di più tutta quella parte della
storia che aveva visto sulla parete e che faceva riferimento a
continenti di cui lui durante i suoi viaggi, effettuati
attraversando la porta delle stelle, non aveva mai sentito
nominare.
Gilgamesh si stancò veramente, per più di 50 giorni scrutò
il mare sperando di vedere comparire quella terra che
sapeva. Anche lui, che conosceva in parte la fine, faceva
fatica a convincere tutto l‟equipaggio che sarebbero giunti
alla terra desiderata. Colombo con insistenza e caparbietà
affermava che sarebbero arrivati, mancava solo poco tempo,
e alla fine sarebbero sbarcati sulle Indie.

GILGAMESH Colombo, forse hai sbagliato, l‟oceano è più


grande di quanto tu pensi, e forse arriveremo su di un‟altra
terra.
COLOMBO Caro marinaio non è possibile che io abbia
sbagliato, forse è la rotta che ci ha portato un po‟ fuori, ma
sicuramente arriveremo dalle parti del Giappone o di sue
isole.

53
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GILGAMESH Colombo sono sicuro che arriveremo63.. basta


saper aspettare e convincere gli altri marinai.

63
Gilgamesh sapeva oramai che esisteva un modo tutto nuovo non conosciuto dagli
Europei.

54
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Alla ricerca del valore della scoperta (parte ultima)

COLOMBO E‟ molto importante per me e per il mondo scoprire


quest‟altra strada per arrivare in Asia. Le scoperte passano
sempre attraverso la fatica, l‟incomprensione e la forza di
volontà. Solo attraverso scoperte del genere l‟umanità è
andata avanti. La scoperta è sempre un viaggio attraverso lo
spazio ed il tempo.64
GILGAMESH Colombo, hai ragione tu, e non sai quanto.

Il 51esimo giorno la vedetta poté gridare “Terra” , non


sapendo che il suo grido sarebbe rimasto nella storia
dell‟umanità.
Era il 12 ottobre 1492 l‟isola avvistata fu chiamata San
Salvador.
La tribù che accolse Colombo si chiamava Arawak, lui li
chiamò indiani e tali sono rimasti gli abitanti di quel nuovo
continente.
La Santa Maria naufragò vicino a Cap-Haitien , a Natale.
Colombo fece ritorno in Spagna a bordo della Nina, ma
dovette lasciare 39 persone dell‟ equipaggio a terra. 65

64
Come la porta delle stelle.
65
Furono lasciati sull’ isola di Hispaniola in un insediamento fortificato.

55
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Gilgamesh si fece lasciare sull‟ isola, sia per conoscere un


po‟ di questo nuovo mondo, ma soprattutto perché lui poteva
tornare utilizzando la porta delle stelle.
Colombo non capì che quella era veramente una terra
nuova, così perse l‟occasione di darle il proprio nome.
Il nome le fu dato da Amerigo Vespucci, che aveva
finanziato la sua terza missione e che poi da solo nel 1501
dopo una precedente spedizione nella quale aveva esplorato
66
il Rio delle amazzoni, scoprendo la baia di Rio de Janeiro
ed il Rio della Plata , capì definitivamente che quello era un
nuovo continente.

66
La scoperta di questa terra incuriosì il re del Portogallo Manoel 1 che convinse
Americo ad effettuare il viaggio successivo che sancì la scoperta del nuovo mondo.

56
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TAV 7

La visione della Storia (parte settima)

Gilgamesh tornò da Utnapistim dopo aver visitato il nuovo


continente ed aver scoperto molte cose interessanti sulle
storie dei popoli che lì erano nati.
Utnapistim l‟aspettava come al solito e senza nemmeno
chiedergli che fatiche ed avventure avesse passato, gli disse
che era importante proseguire nella visione della storia, per
altri 200 anni prima di passare ancora attraverso la porta
delle stelle per un viaggio molto duro, poiché si stavano
avvicinando periodi veramente importanti.
Nelle Americhe iniziarono le grandi conquiste. Cortes
cominciò la conquista dell‟impero azteco, Pizarro la conquista
dell‟ impero Inca, gli spagnoli conquistarono le Filippine. In
Europa iniziò la riforma protestante e poco dopo la
controriforma.
Ma soprattutto il mondo cristiano sconfisse a Lepanto in
una battaglia memorabile l‟impero Turco decretando per
sempre la fine della sua espansione.
In Cina nacque una nuova dinastia (Ch‟ing), ed i cinesi
occuparono la Mongolia. Gli olandesi iniziarono i loro viaggi e
fondarono la colonia del Capo in Africa.
A Roma venne completata la costruzione di San Pietro.

57
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Dalla grande pittura fiamminga si passò all‟illuminismo


europeo.
Venne scoperta la macchina a vapore che avrebbe
cambiato il modo di viaggiare nel mondo.
Era passato da poco il 1800 ed Utnapistim chiese alla
parete di tornare indietro di una ventina d‟anni.
Utnapistim disse che era arrivato il momento e Gilgamesh
si preparò per quest‟altro viaggio.
Era la fine del 1700.67

67
Epoca delle rivoluzioni: quella americana e quella francese.

58
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TAV 15

Alla ricerca del valore della rivoluzione (dialogo tra un


eroe ed un uomo)

Gilgamesh passò attraverso la porta per trovarsi a Parigi


nel 1776 d.C.
Seppe che in America c‟era stata una rivoluzione che
aveva portato alla dichiarazione di indipendenza, e proprio a
Parigi68 la Gran Bretagna aveva riconosciuto l‟indipendenza
del nuovo continente. Pochi anni dopo si trovò in mezzo ad
una rivoluzione che avrebbe sconvolto il modo di pensare di
milioni di persone.
Nel 1789 scoppiò la Rivoluzione Francese.69
Gilgamesh volle incontrare uno dei rivoluzionari.

GILGAMESH Robespierre, tu sei uno di quelli che stanno


decidendo le sorti di questa rivolta, che pensi porterà di
nuovo?.
ROBESPIERRE Credo che il mondo dopo questa rivoluzione
cambierà, ma occorre stare attenti perché sicuramente c‟è
chi tramerà contro tutto questo.

68
Trattato di Parigi del 1783.
69
La rivoluzione iniziò con la presa della Bastiglia.

59
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Alla ricerca del valore della rivoluzione (parte seconda)

ROBESPIERRE La rivoluzione è un bene immenso che


permetterà la liberazione della gente più povera, sconfiggerà
il potere delle classi nobili e renderà giustizia all‟umanità.
GILGAMESH Ho sempre avuto paura di coloro che asseriscono
di aver trovato la via della giustizia, spesso sono i primi a
passare dalla democrazia alla dittatura.

ROBESPIERRE La fase iniziale di una rivoluzione è la più


difficile, occorre stare molto attenti per evitare che gruppi di
persone prendano il potere data la immancabile vacanza di
potere che vi è all‟inizio.
Per questo instaurerò un periodo di controllo di tutti, sia su
quelli che hanno partecipato che su coloro che l‟hanno
ostacolata.70
GILGAMESH Non credi che così facendo tradirai proprio i
principi che l‟hanno ispirata?.

ROBESPIERRE Probabilmente si, ma non è possibile fare


diversamente.

70
Periodo detto del “Terrore” .

60
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Alla ricerca del valore della rivoluzione (parte ultima)

GILGAMESH Temo che farai così, e proprio per questo motivo


questa rivoluzione terminerà molto presto, anche se l‟idea
che l‟ha ispirata rimarrà indelebile.
ROBESPIERRE Gilgamesh, non so perché tu parli in questo
modo, io ed i miei amici71 pensiamo che questa rivoluzione
sarà invece duratura.

GILGAMESH Robespierre, io penso che invece non sarà così, e


fra non molto proprio chi vi ha aiutato militarmente a farla
provvederà in poco tempo a distruggerla.72 Ti auguro
comunque di riuscire nel tuo intento e comunque vada credo
che la Storia non potrà più dimenticare quello che avete fatto.
ROBESPIERRE Vedremo chi ha ragione.

71
Marat, Danton .
72
Napoleone che aveva partecipato alla rivoluzione con l’esercito francese, prenderà il
potere e nel 1804 diventa Imperatore di Francia.

61
pagina n.62 499272_LAVORATO.pdf

TAV 7

La visione della Storia (parte ottava)

Gilgamesh passò di nuovo attraverso la porta delle stelle


ritrovandosi da Utnapistim.
Lo vide scuro in volto e pensò che doveva essere accaduto
qualcosa.

GILGAMESH Utnapistim, cosa ti intristisce e ti rende così


cupo?.
UTNAPISTIM Questa volta sei tu Gilgamesh. Hai trasgredito ad
73
una regola fondamentale di cui ti avevo parlato. Avresti
potuto modificare il futuro, ma spero che ciò non succeda.
Ricordati di non farlo mai più.

Gilgamesh ricordò solo allora le parole che aveva detto a


Robespierre e capì l‟errore che poteva aver commesso.
Altre volte era stato attento, questa volta lo aveva
dimenticato.
Si misero a vedere quello che si svolgeva sulla parete
senza però dialogare tra di loro.

73
La regola che Utnapistim nella prima parte della visione della storia aveva spiegato
a Gilgamesh.

62
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Un altro secolo e mezzo trascorse . Napoleone occupò


parte del mondo, ma venne alla fine sconfitto nella
memorabile battaglia navale di Trafalgar74.
Gilgamesh fece notare ad Utnapistim, pensando a
Salamina a Lepanto a Trafalgar, che nella storia erano state
sempre delle battaglie navali a fermare la crescita di imperi.
Napoleone, dopo un lungo esilio, venne definitivamente
sconfitto a Waterloo nel 1815.
L‟Italia venne liberata ed unita sotto un Re, la Russia
cominciò a conquistare parte dell‟Asia, in America iniziò la
guerra messicana, iniziarono lavori per la grandi ferrovie e
l‟Europa si dedicò ad occupare l‟Africa.
All‟ inizio del secolo il mondo era molto cambiato ma stava
per mutare ancora di più.
Gilgamesh, attonito, vide lo svolgersi della I guerra
mondiale ed i milioni di morti lasciati sui campi di battaglia,
vide generazioni di figli pianti dai loro genitori.
Poco dopo l‟inizio della grande guerra lo svolgersi della
Rivoluzione Russa e l‟ascesa del Comunismo.
Ad una breve pace seguì l‟ ascesa di una serie di pericolosi
dittatori, in vari paesi come l‟Italia, la Germania e la Spagna.
Utnapistim disse a Gilgamesh che prima di assistere ad
una cosa spaventosa che stava per succedere era
importante che passasse la porta delle stelle, per parlare con
uno scienziato ebreo che gli avrebbe dato la possibilità di
capire.

74
La battaglia di Trafalgar fu vinta da H. Nelson che lì perse la vita nel 1805 d.C.

63
pagina n.64 499272_LAVORATO.pdf

Utnapistim gli disse che era importante chiedere a questo


scienziato spiegazioni sulle possibilità di viaggiare nel tempo,
avrebbe finalmente, forse, capito anche ciò.
Gilgamesh entrò nella porta per trovarsi in Germania poco
prima del 1933.

64
pagina n.65 499272_LAVORATO.pdf

TAV 16

Alla ricerca del valore della scienza (dialogo tra un eroe


ed un uomo)

Gilgamesh era passato per la sesta volta attraverso la


porta delle stelle, oramai per lui era una cosa normale.
Questa volta doveva incontrare un grande scienziato e
capì subito che si trattava di Einstein.
Poteva chiedergli tante cose, Utnapistim gli aveva
suggerito di chiedergli del viaggi nel tempo.

GILGAMESH Einstein, secondo te è possibile viaggiare nel


tempo?. La richiesta fu diretta e senza preamboli.
EINSTEIN Gilgamesh, da sempre noi viaggiamo nel tempo e
nello spazio basta alzare gli occhi al cielo, li vediamo il
nascere e il morire delle stelle. Questo è successo migliaia di
anni fa e noi assistiamo in diretta a tutto ciò. 75
Le stelle sono la nostra porta verso il passaggio nel tempo
passato.

Gilgamesh pensò a quanto avesse ragione quest‟uomo,


lui sfruttava proprio la porta delle stelle per viaggiare nel
tempo.

75
Come la parete su cui Utnapistim e Gilgamesh osservano la storia.

65
pagina n.66 499272_LAVORATO.pdf

Alla ricerca del valore della scienza (parte seconda)

EINSTEIN Gilgamesh, ora te lo spiego meglio.


Pensa all‟Universo come una grande bolla che si espande
nel tempo, sulla superficie della bolla c‟è il presente, il
passato rimane sulla superficie delle bolle precedenti,
contenute nella bolla che si sta espandendo. Il centro è lo
stesso per tutte le bolle. Il centro è l‟inizio dello spazio e del
tempo.76 Il tempo passa, la bolla aumenta di volume e lo
spazio occupato dalla sua superficie aumenta, spazio e
tempo coincidono.
Ora pensa di passare da un buco, simile ad una porta, sulla
superficie della bolla in una bolla sottostante, ti troverai nel
passato, analogamente attraverso lo stesso buco potrai
tornare nel presente.
Il futuro non esiste finché non diventa presente.
Tutto questo è possibile attraverso delle stelle che in certe
condizioni permettono la nascita di questo buco77 e l‟aprirsi di
questa porta. In realtà più che di una sfera dovrei parlarti di
un sella (come quella da cavallo) dove il passaggio nel tempo
è ancora più evidente ma forse è troppo difficile capirlo.

GILGAMESH Einstein, sei stato più chiaro di quello che pensi.

76
Il Big-bang dell’universo.
77
Stelle immense che collassato in buchi neri, dove s’annulla lo spazio ed il tempo.

66
pagina n.67 499272_LAVORATO.pdf

Comunque di fatto è possibile in questo modo anche andare


nel futuro. Basta pensare al viaggio di cui mi hai parlato fatto
in senso inverso. Dalla superficie di una bolla più piccola a
quello di una bolla più grande per chi lo opera è come
andare nel futuro e tornare infine al proprio tempo.

EINSTEIN Gilgamesh, hai detto una cosa molto giusta, infatti


tutto è relativo78 e dipende da chi fa l‟osservazione della
realtà. Però ricorda che al più si può arrivare sull‟ “ultimo
presente”. E‟ che nessuno sa quale sia ed è in grado di dire a
che momento del tempo assoluto ci troviamo. Questo perché
siamo totalmente immersi in quell‟ attimo temporale. Un cosa
ad una dimensione non sa che ne esiste un‟altra, una cosa a
due dimensioni non sa che ne esiste un‟altra, una cosa a tre
dimensioni non sa che ne può esistere un‟altra, etc. etc. etc.:
Le dimensioni conosciute dall‟ umanità sono quattro ma chi
può dire che non ne esista un‟ altra o chissà quante altre?.
L‟universo a quante dimensioni è?. Nessuno lo sa.79

78
Le teorie della relatività ristretta e di quella generale sono opera della mente di Einstein.
79
Le dimensioni dell’ universo sono state affrontate da molto scienziati, partendo dalle idee
di Einstein.

67
pagina n.68 499272_LAVORATO.pdf

Alla ricerca del valore della scienza (parte ultima)

GILGAMESH Einstein, ho sentito parlare di una grandissima


scoperta “la scissione dell‟ atomo” e dell‟energia da essa
provocata che potrà essere utilizzata al meglio dagli uomini.
EINSTEIN Questo non è dato sapere, so solo che se gli uomini
useranno questo non per la pace ma per la guerra, allora,
dopo una guerra con armi nucleari, la prossima (se l‟uomo ci
sarà ancora) la combatteranno di nuovo con le frecce.80

GILGAMESH Einstein, sull‟ esistenza di Dio cosa pensi?.


EINSTEIN Non so se l‟universo sia frutto di un caso, anche se è
possibile, ma Dio certamente non gioca a dadi81 perciò se lo
ha voluto così è perché così doveva essere. So però con
certezza che comunque la vita sulla terra finirà e Dio, se
esiste, dovrà a quel punto decidere se farla rimanere unica
od invece ricostruirla da qualche altra parte, o forse è già…
così.

GILGAMESH Einstein, non sai quanto mi sei stato utile,


veramente grazie di tutte le risposte che mi hai dato.

80
Frase di Einstein prima della fine della costruzione della bomba atomica.

81
Frase di Einstein sul suo credo di ebreo.

68
pagina n.69 499272_LAVORATO.pdf

TAV 7

La visione della Storia (parte nona)

Gilgamesh rientrò dalla porta e raccontò ad Utnapistim il


suo dialogo con Einstein e tutte le cose che questi gli aveva
spiegato in modo così chiaro, ed anche il fatto che Einstein si
era trasferito poco dopo in America. Sulla parete continuava
a scorrere la parte della storia dopo il 1933 e videro
scoppiare una guerra ancora più devastante di quella del
1915, che coinvolse quasi tutto il resto del mondo.
Ma soprattutto Gilgamesh vide l‟olocausto ed iniziò a
piangere, erano quasi suoi parenti quelli che venivano
distrutti in modo così sistematico, capì perché Einstein era
andato via dal suo paese.
Poi vide forse il massimo di una guerra, la morte istantanea
di duecentomila uomini, questo lo colse di sorpresa, andava
oltre la sua concezione di guerra e morte.
Ricordò quello che gli aveva detto Einstein, e sperò che
l‟uomo si fermasse lì e non andasse oltre.
Poi vennero guerre locali lunghe e meno lunghe, invasioni,
terrore diffuso.
82
Infine vide la guerra arrivare a casa sua ed ebbe una
immensa paura.

82
La guerra del golfo si è svolta proprio nei luoghi in cui è nato vissuto Gilgamesh, e molte
città simbolo sono state bombardate.

69
pagina n.70 499272_LAVORATO.pdf

Utnapistim lo rassicurò non era ancora arrivato il tempo


della sua fine83, come gli aveva già predetto.
Passarono per la seconda volta insieme dalla Porta, ma
Utnapistim sarebbe stato solo un osservatore, il compito di
fare domande era di Gilgamesh.

83
Nei dialoghi sulla immortalità (parte prima) Utnapistim avverte Gilgamesh della sua
possibile fine.

70
pagina n.71 499272_LAVORATO.pdf

TAV 17

Alla ricerca del valore della libertà (dialogo tra un eroe


ed un uomo)

Utnapistim e Gilgamesh si ritrovarono di nuovo in America.


Ora entrambi avrebbero voluto capire molto di più sulla
idea di Libertà.
Seguirono le tracce di un uomo che della libertà ne aveva
fatto l‟unica ragione di vita, e ne trovarono molte.
Attraversarono l‟intero continente da cima a fondo e
sentirono parlare di lui su di una piccola isola nell‟ oceano
atlantico.
Cominciarono allora a cercarlo seguendo la via delle sua
leggenda, non si trovava più a Cuba,84 si era ritirato nella
foresta amazzonica per lottare contro delle dittature.
Infine lo trovarono, protetto da uomini armati fino ai denti,
Gilgamesh ed Utnapistim si presentarono a lui per fargli delle
domande.

84
A Cuba quel personaggio aveva partecipato alla sua prima rivoluzione.

71
pagina n.72 499272_LAVORATO.pdf

Alla ricerca del valore della libertà (parte seconda)

GILGAMESH Che85, perché hai lasciato Cuba dove eri riuscito


nel tuo intento di liberare il popolo dal dittatore Batista?.
CHE Gilgamesh, la Libertà non può essere appannaggio solo di
pochi popoli, la Libertà va cercata e per lei si deve
combattere in ogni luogo ove non ci sia.

GILGAMESH Che, ma come la si ottiene?.


CHE <<La nostra Libertà e il suo sostegno quotidiano hanno il
colore del sangue e sono pieni di sacrificio. Il nostro sacrificio
è cosciente; quota per pagare la libertà che costruiamo.>>

GILGAMESH Che, ma allora solo attraverso la sofferenza è


possibile ottenere la libertà 86.
CHE Gilgamesh, noi <<Ci formeremo nell‟ azione quotidiana
creando un uomo nuovo con una nuova tecnica.>>

85
Che Guevara nato in Argentina si laureò in medicina , prima lottò contro Peron, poi
andò in Guatemala e successivamente in Messico, infine lottò insieme a Castro contro la
dittatura di Batista per liberare Cuba.
86
Come nei dialoghi con Siddharta, non è possibile raggiungere il nirvana, la libertà,
l’amore...senza la sofferenza ed il sacrificio.

72
pagina n.73 499272_LAVORATO.pdf

Alla ricerca del valore della libertà (parte ultima)

GILGAMESH A me sembra che alla fine, ed io ho camminato


tanto e vengo da lontano, sia quasi impossibile ottenere
quello che dici.
CHE Gilgamesh <<Il cammino è lungo e in parte ignoto;
conosciamo i nostri limiti. Faremo l‟ uomo del secolo XXI: noi
stessi.>> 87

GILGAMESH Ne sarei felice, anche se ho molta paura del XXI


secolo, e penso che l‟ uomo difficilmente cambierà.
Ti auguro comunque di arrivarci, anche se il mio passato mi
dice che tu non ci sarai. 88
Stai attento qui in Bolivia.89
CHE Gilgamesh forse hai ragione, io non ci sarò nel XXI secolo
e nel nuovo millennio, ma CHE GUEVARA sì, ed è questo
forse l‟unico modo per raggiungere l‟ immortalità.

87
Tutti i discorsi del Che virgolettati sono tratti da “Il socialismo e l’ uomo a Cuba” di
Ernesto Guevara, edito Feltrinelli.
88
Gilgamesh fece attenzione a parlare di una cosa che sapeva facendo riferimento solo al
passato (come a dire in base alla sua esperienza).
89
Che Guevara fu ucciso dall’ esercito Boliviano nel 1967 a Santa Cruz.

73
pagina n.74 499272_LAVORATO.pdf

TAV 7

La visione della Storia (parte ultima)

Tornarono insieme dalla porta delle stelle.

GILGAMESH Utnapistim, sono di nuovo pronto a vedere il


seguito della “Storia”.
UTNAPISTIM Gilgamesh, ora avremo delle sorprese.

Il nuovo secolo, che coincideva con l‟inizio del nuovo


millennio, iniziò subito in modo clamoroso.
Gilgamesh vide, sulla grande parete, crollare due immense
Torri nella città di New York che si stagliavano orgogliose
verso il cielo, come fossero due inverosimili Torri di Babele.
Subito dopo iniziò una guerra contro Bin Laden, ritenuto
l‟ispiratore di quell‟atto, nella terra dove si riteneva si
nascondesse.90.
Passò solo un anno e si profilò una nuova guerra contro il
popolo di Gilgamesh.
Gilgamesh vide se stesso vagare come impazzito fra la
sua gente, ma improvvisamente la grande parete diventò
tutta nera..…

90
Scoppiò la guerra contro L’Afghanistan senza sapere bene se i talebani fossero tra i
terroristi autori della strage dell’ 11 settembre 2001.

74
pagina n.75 499272_LAVORATO.pdf

GILGAMESH Utnapistim dimmi com‟è che tutto si è oscurato.


UTNAPISTIM Gilgamesh, forse, è arrivato oramai il Tempo che
mi è stato reso possibile vedere, o forse siamo arrivati proprio
ora all‟ultimo presente, per usare le parole che ti ha detto
Einstein. Il futuro da qui in poi non esiste ancora. Oppure è
arrivata la fine del Tempo.

GILGAMESH Utnapistim, è arrivata dunque la nostra ora…


UTNAPISTIM Gilgamesh, forse, è arrivata l‟ora dell‟ Umanità.

Una musica triste da lontano cominciò a riempire


l‟ambiente intorno, la parete iniziò a colorarsi piano dei colori
dei pianeti, poi delle stelle, delle galassie e infine dell‟
Universo.
Gilgamesh ed Utnapistim sentirono entrare nel proprio
cuore angosce mai provate e distolsero lo sguardo dalla
grande parete, ma alzando gli occhi al cielo parve loro di
vedere le stelle spegnersi una dopo l‟altra..

75
pagina n.76 499272_LAVORATO.pdf

TAV 18

Dialoghi sulla fine della Storia (parte prima)

GILGAMESH Utnapistim, le stelle si stanno spegnendo cosa


può voler dire?.91
UTNAPISTIM Gilgamesh, ti ho già detto che non riesco a
vedere oltre questo tempo. Probabilmente dovremmo leggere
sul Libro dei Libri quello che accadrà.

GILGAMESH Possibile che questa guerra contro la mia città sia


l‟ultima guerra?.
92
UTNAPISTIM E‟ possibile. Pensa che strano la prima guerra
che mai l‟ uomo abbia combattuto si è svolta da queste parti
tra uomini provenienti da Uruk contro la città di Tell Hamurkar
nel 3500 a.C., 750 anni prima che nascessi tu caro
Gilgamesh. L‟ultima potrebbe essere questa.

Improvvisamente la grande parete si riaccese. Erano


passati circa trentatre anni dal giorno della guerra nella terra
di Gilgamesh e videro L‟ Armaghedon, una grande meteorite,
cadere sulla terra.

91
leggere dialoghi sul valore della storia tra G e U.

92
La prima guerra di grandi proporzioni è probabilmente avvenuta nel 3500 a.C. al confine
tra Siria ed Irak (dove c’era l’ antica Uruk).

76
pagina n.77 499272_LAVORATO.pdf

Ed una voce penetrante recitava versi …..…


Sta scritto sul libro dei libri…
<<Appena il primo angelo suonò la tromba grandine e
fuoco mescolati a sangue scrosciarono sulla terra. Un terzo
della terra fu arso, un terzo degli alberi andò bruciato ed ogni
erba verde si seccò.

Il secondo angelo suonò la tromba: come una gran


montagna di fuoco fu scagliata nel mare. Un terzo del mare
divenne sangue, un terzo delle creature che vivono nel mare
morì e un terzo delle navi andò distrutto.

Il terzo angelo suonò la tromba e cadde dal cielo una


grande stella, ardente come una torcia, e colpì un terzo dei
fiumi e le sorgenti delle acque.
La stella si chiama Assenzio: un terzo delle acque si mutò
in assenzio e molti uomini morirono per quelle acque, perché
93
erano diventate amare.>>

GILGAMESH Utnapistim dimmi chi è che racconta questi


avvenimenti così tremendi?.
UTNAPISTIM Gilgamesh so solo che il suo nome è Giovanni,
l‟unico a cui Dio ha permesso di assistere alla fine della
Storia. 94

93
Passo dell’apocalisse 8,7-8,8-8,9-8,10.
94
L’apocalisse è di San Giovanni evangelista che ha scritto tale opera tra il 94 ed il 95 d.C.

77
pagina n.78 499272_LAVORATO.pdf

Dialoghi sulla fine della Storia (parte seconda)

GILGAMESH Utnapistim, ma allora la fine del mondo è questa?.


UTNAPISTIM Gilgamesh, io non conosco la vera fine, in questo
momento vedo su questa grande parete quello che vedi tu.

La voce penetrante continuò a recitare..

<<Quando il quarto angelo suonò la tromba , furono colpiti


un terzo del sole, della luna e delle stelle: la loro luce diminuì
di un terzo, e un terzo del giorno e della notte rimasero privi
di luce.>>95

GILGAMESH Ecco perché le stelle stavano spegnendosi, e la


luce era scomparsa.96
UTNAPISTIM Aspetta non è ancora tutto.

<<Un‟aquila volando alta gridava a gran voce “Sventura,


sventura a voi abitanti della terra, ora che gli altri tre angeli
stanno per suonare le tre ultime trombe”.>>
<<Il quinto angelo suonò la tromba e vide l‟armaghedon
cadere dal cielo sulla terra, si apri il pozzo che conduce al

95
Passo dell’ apocalisse 8,12.
96
leggere dialoghi sul valore della storia tra G e U.

78
pagina n.79 499272_LAVORATO.pdf

mondo sotterraneo e dall‟apertura, come da una grande


fornace, salì un fumo che oscurò il sole e l‟aria.>> 97

GILGAMESH Utnapistim, credo che veramente siamo alla fine


dell‟ umanità in effetti è veramente inutile la mia ricerca
dell‟immortalità.
UTNAPISTIM Caro Gilgamesh se tu non la potrai trovare, io
forse a questo punto la dovrò perdere.

97
Passo dell’apocalisse 8,13-9,1-9,2.

79
pagina n.80 499272_LAVORATO.pdf

Dialoghi sulla fine della Storia (parte terza)

La voce che usciva dalla parete continuò senza sosta…

<<Dal mondo sotterraneo uscirono delle locuste a cui Dio


diede l‟ordine di non danneggiare né l‟erba, né le piante, ma
solo coloro che non avevano il segno di Dio sulla fronte.
Dio non concesse alle locuste di uccidere ma solo di farli
soffrire per cinque mesi.
A capo delle locuste c‟era un re, l‟angelo del mondo
sotterraneo.
Il suo nome in ebraico è <<Abaddon>> che vuol dire
sterminatore.>> 98

GILGAMESH Ma questo Dio è lo stesso di cui ho sentito


spesso parlare?.
UTNAPISTIM A questo punto anch‟io sono confuso,
continuiamo a guardare.

<<Il sesto angelo suonò alla tromba e la voce gli disse


”libera i quattro angeli incatenati presso il fiume Eufrate!”,
questi furono liberati per uccidere un terzo degli uomini.>>

98
Passo dell’ apocalisse 9,3-9,11.

80
pagina n.81 499272_LAVORATO.pdf

<<Malgrado tutto ciò gli uomini che erano stati risparmiati,


non rinunziarono ai loro delitti, alla magia, ai loro idoli d‟oro,
d‟argento, …..>> 99
La voce gridò ancora: <<Non passerà molto tempo
ancora, e quando Il settimo angelo suonerà la tromba, Dio
realizzerà il suo piano segreto come aveva promesso ai
profeti che insegnavano nel suo nome.>>100

99
Passo dell’ apocalisse 9,13-9,21.
100
Passo dell’ apocalisse 10,7.

81
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Dialoghi sulla fine della Storia (parte quarta)

GILGAMESH Utnapistim, perché rimaniamo qui incollati a


questa parete?.
UTNAPISTIM Gilgamesh, non lo so ma forse arriverà una
risposta.

La voce continuò…

<<Nemici di Dio per quaranta due mesi calpesteranno


Gerusalemme, la città santa, ma ai miei due Testimoni darò
la possibilità di annunziare la mia parola per mille duecento
sessanta giorni, vestiti a lutto con ruvido panno.>> 101

Gilgamesh e Utnapistim si guardarono negli occhi e


rimasero sgomenti….”Due Testimoni”…..

<<Se qualcuno tenterà di fargli del male dalla loro bocca


uscirà un fuoco e distruggerà tutti i loro nemici.
Quando poi avranno finito di annunziare la mia parola, il
mostro che sale dal mondo sotterraneo li assalirà e li
ucciderà.
I loro cadaveri saranno esposti nella piazza della grande
città, là dove il Signore fu crocefisso.

101
Passo dell’ apocalisse 11,2.

82
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Gente di ogni popolo e razza starà a guardare i loro


cadaveri, farà festa rallegrandosi della loro morte.
Ma dopo tre giorni, un soffio di vita verrà da Dio ed entrerà
in loro: si alzeranno in piedi, e tutti quanti rimarranno atterriti.
Poi udranno una voce che viene dal cielo e dice << Venite
quassù>>, allora saliranno verso il cielo con una nuvola,
mentre i loro nemici staranno a guardare…>> 102

Gilgamesh ed Utnapistim videro sullo schermo un


grandissimo terremoto…..e pensarono che forse l‟immortalità
potevano averla trovata in un modo del tutto inaspettato.

102
Come Gesù aveva detto a Gilgamesh dopo tre giorni sarebbero resuscitati.

83
pagina n.84 499272_LAVORATO.pdf

Dialoghi sulla fine della Storia (parte quinta)

GILGAMESH Utnapistim, manca ancora qualcosa o è tutto


finito?.
UTNAPISTIM Gilgamesh, oramai non ci rimane che guardare
per sapere e sperare che non sia tutto vero.

La voce continuò….

<<Il settimo angelo suonò la tromba e voci nel cielo


gridavano: “Ora comincia nel mondo il regno di Dio nostro
Signore e del suo Cristo. Un regno per i secoli eterni.”.
E‟ il momento di distruggere tutti quelli che corrompono la
terra, il tempio di Dio che è nel cielo si aprì e apparve l‟arca
dell‟alleanza.>> 103

GILGAMESH Utnapistim, anche tu hai usato una Arca per


salvare l‟umanità ecco forse perché sei un testimone. 104
UTNAPISTIM Gilgamesh, credo che tu abbia ragione, ma
anche tu sei un testimone perché in tutto questo tempo hai
attraversato la terra conoscendo tante persone che ne hanno

103
Passo dell’ apocalisse 11,15- 11,19.
104
Utnapistim è il Noè della sacra Bibbia.

84
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fatto la storia.105 Inoltre a te Gesù aveva già fatto cenno di


ciò.106

La parete si fece silenziosa di un silenzio che sembrava


solo anticipare qualcosa di ancora più terribile e definitivo.
La parte conclusiva dell‟ Apocalisse. 107

105
Vedere le varie parti della “ la visione della storia”.
106
Vedere i dialoghi con Gesù.

107
Inizia la Grande Tribolazione dell’umanità - Apocalisse 12

85
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Dialoghi sulla fine della Storia (parte sesta)

GILGAMESH Utnapistim, credo proprio che si stia avvicinando


la fine di tutto.
UTNAPISTIM Gilgamesh, abbiamo vissuto tanto a lungo
vedendo l‟uomo fare di tutto. Vediamo ora che farà il Dio di
noi tutti.

<<Una donna con una corona di dodici stelle in capo, e la


luna sotto i piedi, stava per dare alla luce un bambino….
Un drago enorme con sette teste e dieci corna si pose di
fronte alla donna che stava per partorire per divorare il
bambino appena fosse nato. Il bambino fu rapito e portato
da Dio. La donna scese sulla terra e continuò ad essere
perseguitata dal drago.108
Un mostro simile al drago salì dal mare …
Una bestia con la voce simile al drago salì dalla terra.109
Gli uomini che li seguirono furono marchiati sulla mano e
sulla fronte.
Altri uomini scortati da angeli erano stati riscattati fra gli
uomini. …………….

108
Passo dell’ apocalisse 12,1-,12,13.

109
Passo dell’ apocalisse 13,1-,13,11.

86
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Arrivarono gli ultimi angeli con i sette flagelli che versarono


le loro coppe del terribile castigo di Dio su tutta la terra…
Il settimo angelo versò la sua coppa nell‟aria e dal santuario
del cielo uscì una voce tonante che veniva dal trono, ed
esclamò: <<E‟ fatto!>>.
Ci fu un violento terremoto.>>

Da quando gli uomini esistono sulla terra non si era mai


avuto un terremoto così violento...

<<E alla fine cadde la grande Babilonia insieme alle altre


città del mondo che l‟hanno seguita.>> 110

GILGAMESH Utnapistim, ecco perché da tempo mi sentivo


angosciato, avevo il presentimento della fine delle terre dove
sono nato ma non pensavo sarebbe stato così.
UTNAPISTIM Gilgamesh, ci apprestiamo ad assistere alla
battaglia finale. Non è da tutti poterla vivere . Ne saremo
testimoni attraverso le parole di Giovanni.

110
Passo dell’ apocalisse 14- 18.

87
pagina n.88 499272_LAVORATO.pdf

Dialoghi sulla fine della Storia (parte ultima)

GILGAMESH Utnapistim, comunque vada siamo testimoni di


una cosa incredibile.
UTNAPISTIM Gilgamesh, forse dobbiamo alla fine essere
contenti di essere stati coinvolti.

La parete si illuminò per l‟ultima volta riportando le ultime


parole di Giovanni .
Iniziò la prima battaglia finale…111.
<<Poi, nel cielo aperto vidi un cavallo bianco. Colui che lo
cavalcava è chiamato “Fedele” e “Verace”, perché giudica e
combatte con giustizia. Il suo nome è “La Parola di Dio”.
Tutti gli uccelli che volavano nel cielo furono radunati per il
grande banchetto di Dio.. .mangiarono carne di re, di
comandanti, di eroi, di cavalieri, di liberi e di schiavi, di
piccoli e di grandi, uccisi dalla spada che usciva dalla bocca
del cavaliere sul cavallo bianco.
Tutti avevano il marchio sulla mano o sulla fronte.
Il drago fu incatenato per mille anni e gettato nel mondo
sotterraneo.
Seduti su di un trono stavano gli uomini incaricati da Dio per
giudicare, uomini che non si erano mai inginocchiati davanti

111
Passo dell’ apocalisse 19.

88
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al mostro e non avevano mai avuto il marchio112 che


tornarono in vita per mille anni. Questa è la prima
resurrezione.>>

Trascorsi mille anni iniziò la seconda battaglia finale…113

<<Satana sarà liberato e andrà a convincere Gog e Magog


e tutti i popoli del mondo numerosi come la sabbia del mare e
li radunerà per la guerra.

Ma giù dal cielo venne un fuoco che li divorò, li gettò nel


lago di fuoco dove saranno tormentati giorno e notte per
sempre…
Furono aperti i libri ed il libro della vita, i morti furono
giudicati secondo le loro opere come stava scritto in quei
libri.
Tutti coloro il cui nome non fu trovato nel libro della vita
vennero gettati per sempre nel lago di fuoco.
Vidi un nuovo cielo e una nuova terra, quelli vecchi non
c‟erano più.
Una voce forte disse: << Ecco l‟abitazione di Dio dove vivrà
con il suo popolo, non ci sarà più lutto né pianto né dolore. Il
mondo di prima è scomparso per sempre>>.
Allora Dio dal suo trono disse: << E‟ fatto. Io sono l‟Inizio e
la Fine, il Primo e l‟Ultimo. A tutti i vincitori toccherà l‟acqua
della vita ed essi saranno miei figli per sempre. Tutti gli
112
I marchiati erano quelli che erano condannati per sempre.
113
Passo dell’ apocalisse 20.

89
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sconfitti andranno a finire nel lago di fuoco per sempre.


Questa è la seconda ed ultima morte.>>114 .>>

Gilgamesh e Utnapistim non sapevano quanto mancasse


alla fine del mondo e se fosse arrivato il momento decisivo,
si guardarono in fronte e sulle mani, non avevano il marchio
perché forse il loro nome stava scritto sul libro della vita.
Davanti alla parete che si era fatta improvvisamente
talmente luminosa da accecarli, temporaneamente si
addormentarono, proprio mentre la terra sotto di loro
cominciava lentamente ma inesorabilmente a tremare ….

EPILOGO

114
Passo dell’ apocalisse 21.

90
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Gilgamesh ed Utnapistim si svegliarono senza ricordare


quanto tempo avevano dormito. Il terremoto continuava ad
esprimere la sua potenza in maniera sempre più assordante.
La parete si stava dissolvendo, l‟orologio digitale era fermo.
Indicava un anno scritto con dei numeri a loro per la prima
volta sconosciuti.
La porta delle stelle, che ora simboleggiava una grande
lettera Omega, era aperta ed attraverso essa videro
l‟universo senza più stelle e galassie, sembrava di trovarsi in
115
un vero buco nero , era rimasta una piccolissima stella la
cui luce si stava allontanando a velocità inverosimile.
Gilgamesh ed Utnapistim capirono che il tempo della Storia
dell‟Umanità e quindi anche il loro era finito. Presi da un
angoscia infinita, si strinsero per mano ed insieme si
gettarono attraverso la porta, poco prima che essa si
chiudesse e scomparisse per l‟eternità.

115
Vedere passo del dialogo con Einstein.

91
pagina n.92 499272_LAVORATO.pdf

“Abbiamo rinvenuto una strana impronta sui lidi


dell’ignoto. Abbiamo formulato profonde teorie, una dopo
l’altra, cercandone l’origine. Alla fine, siamo riusciti a
ricostruire la creatura che l’ha lasciata.
E accidenti! Siamo stati proprio noi.”

Eddington

92
pagina n.93 499272_LAVORATO.pdf

VIAGGIO VERSO L’INIZIO DELLA VITA

PROLOGO

“Gilgamesh e Utnapistim capirono che il tempo della Storia


dell‟Umanità e quindi anche il loro era finito. Presi da un
angoscia infinita, si presero per mano e insieme si gettarono
attraverso la porta, poco prima che essa si chiudesse e
scomparisse per l‟eternità.”116
……………………………………………………………………
………………………………………………………………………
……………………………………………

Si trovarono in un posto sconosciuto, la luce era strana,


sembrava più calda del solito, pur essendo il sole posto quasi
sulla linea dell‟orizzonte.
Tutto intorno la vita sembrava essersi spenta, non si
vedeva muovere alcunché, c‟erano solo delle piante
gigantesche che non avevano mai visto prima sulla terra.
Gilgamesh ricordò a Utnapistim che l‟aveva viste disegnate
solo su alcuni libri che rappresentavano la Terra prima
dell‟arrivo dell‟uomo.

116
Vedi Epilogo dell’Epopea di Gilgamesh-Viaggio nel tempo e nello spazio.

93
pagina n.94 499272_LAVORATO.pdf

La notte si avvicinava lentamente insieme alzarono gli


occhi al cielo rimanendo sorpresi per quello che stavano
vedendo.
Nel cielo tutto blu e nero si stagliavano tre lune
apparentemente molto vicine.

UTNAPISTIM Gilgamesh vedi tu quello che vedo io…non siamo


più sulla Terra ma su un altro pianeta, non solo ci sono tre
lune, anche la luce del sole mi è sembrata diversa e molto
più intensa, stamani si vedevano in lontananza altri due soli
molto più distanti di quanto fosse il nostro sole dalla Terra.

GILGAMESH Utnapistim credo che il nostro ultimo viaggio ci


abbia portato in un posto sconosciuto. Siamo su un pianeta
completamente nuovo e se guardi bene in cielo non solo le
stelle sembrano di meno, ma le costellazioni che si vedono
sono del tutto differenti da quelle che si vedevano dalla Terra.
Questo pianeta gira sicuramente intorno alla stella centrale,
anche se le altre due sembrano gemelle di questa.

UTNAPISTIM Gilgamesh hai ragione o la morte è qualcosa di


veramente nuovo e sconosciuto, oppure ci troviamo in un
altro spazio e in un altro tempo.

94
pagina n.95 499272_LAVORATO.pdf

GILGAMESH Utnapistim tutto ciò mi ricorda qualcosa che mi


aveva detto Einstein117 circa lo spazio, il tempo e l‟esistenza
di altri Universi.

Gilgamesh e Utnapistim passarono quella prima notte


senza dormire, pensando a quello che era accaduto, non
riuscendo a spiegarsi cosa fosse successo con il passaggio
attraverso la porta delle Stelle.
Discutendo tra di loro non arrivarono ad una spiegazione
che li soddisfacesse. Erano sicuri che la loro vita non era
terminata, ma niente potevano dire della vita sul loro pianeta
d‟origine. Si addormentarono solo quando si stava alzando
l‟alba.

117
Vedi : Alla ricerca del valore della scienza (parte ultima) in L’Epopea di Gilgamesh –
Viaggio nel tempo e nello spazio.

95
pagina n.96 499272_LAVORATO.pdf

Alla ricerca della nuova vita

Nel primo pomeriggio Gilgamesh e Utnapistim si


svegliarono, e alzando gli occhi al cielo videro subito che il
sole era di un intenso color viola oltre ad esser molto più
grande del “vecchio sole”.
Si resero conto, molto presto, che dove si trovavano erano
veramente soli, tutto intorno non c‟era nulla che potesse
rappresentare un minimo di ciclo vitale, a parte le piante.
Dopo svariate ore passate ad osservarle non erano riusciti
a vedere nemmeno il più piccolo insetto o essere che si
muovesse, certamente se c‟erano dei microbi non potevano
vederli, ma tutto faceva pensare che il pianeta fosse
veramente disabitato.
Si trovavano sulla sponda di un piccolo lago alla
confluenza con un fiume più simile ad un rigagnolo.
Erano stanchi e spossati e toltesi le lunghe e bianche
toghe si immersero nelle acque del lago con la speranza di
sentire l‟effetto rinfrescante dell‟acqua. La temperatura del
lago era ottimale, anzi l‟acqua era quasi calda.
Rimasero immersi per più di un‟ora. Alla fine emersero e si
riposarono sulla riva del lago, su una splendida e
bianchissima sabbia.

96
pagina n.97 499272_LAVORATO.pdf

UTNAPISTIM Gilgamesh credo veramente che siamo soli in


questo pianeta. Ma del Dio descritto dall' apocalisse e dell‟
ultimo118 suo atto cosa rimane?. Il fatto che siamo qui è una
conseguenza?.

GILGAMESH Utnapistim sinceramente riesco solo a pensare


che per fortuna non mi trovo qui da solo. Ma se ricordo tutto
quello di cui siamo stati testimoni, ho la certezza che
troveremo prima o poi una spiegazione a tutto ciò e spero
che non passi troppo tempo.

Gilgamesh e Utnapistim cominciarono a prepararsi per la


notte e utilizzando delle enormi frasche divelte da quegli
alberi giganteschi, che si trovavano vicino, riuscirono a
costruirsi una parvenza di capanna. Come pavimento della
stessa posero delle foglie, anch‟esse giganti che da sole
occuparono l‟intera capanna.
Quella sera si misero ad osservare le stelle, e oltre a
scoprire che erano aumentate rispetto alla sera prima, videro
che la costellazioni in cielo avevano cambiato la loro
posizione.
Videro la via lattea e la costellazione del Toro in una
posizione opposta a quanto si vedeva dalla Terra, la
costellazione di Orione non era più visibile. Andarono

118
Vedi : Dialoghi sulla fine della Storia (parte ultima) in L’ Epopea di Gilgamesh – Viaggio
nel tempo e nello spazio.

97
pagina n.98 499272_LAVORATO.pdf

comunque a dormire presto perché la mattina avevano


deciso di spostarsi da quella zona per esplorare i dintorni.
Una cosa però era risultata a loro chiara, non avevano
toccato assolutamente cibo e non ne sentivano affatto il
bisogno.
Si addormentarono quella seconda notte, certi che il giorno
dopo sarebbe successo qualcosa, ma l‟angoscia del nulla
continuava ad occupare le loro menti.
L‟alba era veramente stupenda, il sole di un rosso tendente
al violaceo, la sua luce rischiarava tutto l‟ambiente intorno,
era molto più grande del vecchio sole, il che poteva
significare che era molto più vicino, oppure molto più grande.
Il calore però era sopportabile, solo che Gilgamesh e
Utnapistim non sapevano in che stagione si trovassero.
Iniziarono ad esplorare l‟ambiente intorno, c‟erano solo
piante, piante e solo piante in una foresta immensa, che
lasciava passare però la luce dato che le loro foglie
grandissime erano molto rade e c‟era molto spazio fra una e
l‟altra.
Passarono l‟intera giornata ad esplorare quel posto,
lasciando sempre dei segnali per poter tornare alla
confluenza del fiume con il lago, dove avevano posto la loro
capanna. Nessun segnale neanche microscopico di vita si
presentò a loro e molto probabilmente questa situazione era
presente in tutto il pianeta, anche se ciò doveva essere
verificato.
Tornarono verso sera e si ripararono dentro la capanna.

98
pagina n.99 499272_LAVORATO.pdf

UTNAPISTIM Gilgamesh ti sembra possibile che il nostro


destino sia quello di passare qui l‟eternità ad aspettare che
nasca l‟uomo?.

GILGAMESH Utnapistim se è Dio che ci ha mandato qui un


motivo ci sarà e non può nemmeno essere troppo nascosto.
Penso che lo scopo della nostra venuta si chiarirà quanto
prima, certo è che se dovessimo aspettare l‟arrivo dell‟uomo
secondo le teorie119 di cui ho letto quando ero sulla Terra,
passeremmo qui veramente una eternità.

UTNAPISTIM Dio, se è veramente eterno, vuol dire che ha


aspettato anche lui un‟eternità e oltretutto mi sembra da solo,
mentre noi per fortuna siamo in due.

GILGAMESH E‟ vero, ma lui nel frattempo ha creato tanti


Angeli che poi, in parte si sono trasformati in Demoni, quindi
viveva un tempo pieno di avvenimenti, mentre qui mi sembra
che ci sia solo da aspettare e nient‟altro.

UTNAPISTIM Allora aspetteremo quello che serve.

GILGAMESH Utnapistim sto pensando a ciò che mi disse


120
Einstein , a proposito del tempo. Se è iniziato in un

119
Teoria dell’evoluzione di Darwin di cui al trattato “Sull’origine della specie per selezione
naturale”.
120
Vedi : Alla ricerca del valore della scienza (parte seconda e ultima) in L’Epopea di
Gilgamesh – Viaggio nel tempo e nello spazio.

99
pagina n.100 499272_LAVORATO.pdf

momento preciso, prima esso non c‟era, quindi Dio viveva in


qualcosa che non lo si può definire tempo, e non poteva dare
a lui le sensazioni che invece da a noi l‟essere qui isolati e in
attesa…..
………………………………………………………………………
La notte passò tra discussioni e ragionamenti, alle volte
pieni di logica altre volte completamente al di fuori di questa.
Gilgamesh pensò che forse gli sarebbe stato di nuovo utile
incontrare Aristotele e fargli tante domande. Ma sapeva che
era impossibile senza la porta delle stelle.
Alla fine si addormentarono.
Era l‟alba del terzo giorno.
Già il terzo giorno fondamentale nella loro vita
121
precedente , come il giorno della resurrezione. Testimoni
vestiti di bianco risorti e ascesi in cielo.
Gilgamesh svegliatosi guardava l‟immensa distesa di alberi
intorno a lui pensando a come poter vedere oltre loro, per
scoprire cosa altro ci fosse. Non finì di pensare a ciò che si
ritrovò come sospeso in alto appena sopra la distesa di
alberi, da lì poteva vedere tutto intorno. In lontananza c‟erano
delle montagne altissime con le cime innevate.
Come poteva essere sospeso in aria senza cadere?,
voleva tornare giù per dirlo ad Utnapistim ma se lo trovò
accanto.

121
Vedi : Dialoghi sulla fine della Storia (parte quarta) in L’Epopea di Gilgamesh – Viaggio
nel tempo e nello spazio.

100
pagina n.101 499272_LAVORATO.pdf

UTNAPISTIM Gilgamesh vedendoti volare ho capito cosa


siamo e perché possiamo farlo. Avevo avuto qualche
sospetto non sentendo il desiderio di mangiare ma
soprattutto pensando a quanto apparso sulla parete durante
la visione sull‟apocalisse122. Siamo diventati “ANGELI” e
questo ci permette di non sentire la fame, di volare e chissà
che altro.

GILGAMESH Credo che tu abbia ragione, siamo diventati così


alla fine del tempo, e il nostro compito è quello di annunciare
e testimoniare la “Nascita dell‟uomo nuovo”123. Seguiremo l‟
evoluzione senza interferire alla fine porteremo a Dio la
“Buona Novella”. Diamo un nome a questo pianeta,
suggerisco il nome di “Aurora”, per dire che siamo all‟inizio e
non alla fine.

UTNAPISTIM Sono d‟accordo con te lo chiameremo “Aurora”.

Gilgamesh e Utnapistim cominciarono a volare sull‟ intero


pianeta cercando la vita. Passarono molti anni oltre un
migliaio senza che alcuna forma di vita anche elementare si
presentasse.
Piante, boschi, foreste, pianure e deserti, montagne,
vulcani, fiumi, laghi, oceani c‟era tutto su quel pianeta
….mancava solo la vita animale.

122
Vedi : Dialoghi sulla fine della Storia (parte quarta) in L’Epopea di Gilgamesh – Viaggio
nel tempo e nello spazio.
123
Vedi : Alla ricerca del valore della libertà (parte ultima) in L’Epopea di Gilgamesh –
Viaggio nel tempo e nello spazio.

101
pagina n.102 499272_LAVORATO.pdf

Un giorno capitarono proprio li dove erano comparsi la


prima volta. La capanna era ancora praticamente intatta, i
fusti d‟albero che costituivano il tetto si erano mineralizzati,
intorno la vegetazione era leggermente aumentata e si
notavano alcune piante nuove che non avevano visto da
nessuna parte del pianeta.
Gilgamesh si tolse la tunica e si immerse nel lago come
migliaia di anni prima e cosi fece Utnapistim, ma notò subito
che c‟era del leggero movimento sull‟acqua. Piccolissimi e
infinitesimi insetti scivolavano sull‟acqua, e altri minuscoli
esseri popolavano il fondo del lago. Si guardarono in viso
ammutoliti.
LA VITA………………………………………

UTNAPISTIM Gilgamesh pensi anche tu quello che penso io?.

GILGAMESH Si, Utnapistim. Quando abbiamo fatto il primo


bagno in questo lago, eravamo da poco usciti dalla porta
delle Stelle provenienti dalla Terra. Sicuramente su di noi
c‟erano microbi e batteri, che alla fine si sono riprodotti. Ecco
lo scopo del nostro viaggio.

102
pagina n.103 499272_LAVORATO.pdf

Gilgamesh e Utnapistim ricordarono quanto avevano letto


su alcuni libri di scienza nella loro vita terrestre.
La vita sulla Terra poteva essere arrivata dallo spazio su di
una meteorite.
La vita su quel nuovo pianeta era arrivata dalla Terra
tramite loro.
Ora si trattava solo di aspettare secondo la teoria di
Darwin svariati milioni di anni e L‟UOMO sarebbe arrivato su
quel pianeta.
Gilgamesh e Utnapistim pensarono che il loro lavoro li era
praticamente concluso.
Ma Dio non li richiamò, e capirono che questo poteva solo
voler dire che il loro compito non era terminato.
Gilgamesh e Utnapistim guardando in alto il cielo lo videro
popolato da miliardi e miliardi di stelle, si prepararono ad
aspettare solo qualche migliaio di anni, al più qualche
milione, chissà cosa era poi veramente accaduto sulla Terra
dopo la loro dipartita.

103
pagina n.104 499272_LAVORATO.pdf

Alla ricerca della sopravvivenza

Erano passati circa cento anni da quel lontano 2033 d.C.124


anno del ritrovamento delle tavole di Gilgamesh.
La terra era in pessime condizioni, in seguito agli
avvenimenti di cui si parlava in quelle tavole, la popolazione
della terra era veramente ridotta a poche migliaia di persone.
Alla grande carestia dovuta alla guerra infinita era seguita
una malattia talmente sconosciuta e letale chiamata “La
peste viola“ che aveva ucciso oltre il 99% delle popolazioni,
probabilmente dovuta alla caduta della meteorite proveniente
dallo spazio, avvenuta una ventina di anni prima della 2033
d.C. nel 2012.
In alcune nazioni la mortalità era stata praticamente totale,
si stimava che si fosse salvato solo un uomo ogni diecimila.
Inoltre gli uomini che si erano salvati erano praticamente
lontani uno dall‟altro ed era stato difficile riunirsi tra di loro.
Le radio di tutto il mondo erano riuscite a dare solo un
ultimo messaggio che in un piccolissimo villaggio nei pressi
125
della città di Khafãjí si erano salvate circa duemila anime
su duemila cinquecento e che lì la “peste viola” si era
fermata.

124
Vedi : Prologo in L’Epopea di Gilgamesh- Viaggio nel tempo e nello spazio.
125
Città a circa 30 km da Bagdad , nota fin dal 3500 a.C.

104
pagina n.105 499272_LAVORATO.pdf

I salvati si incamminarono con ogni mezzo verso questo


villaggio, ma le difficoltà di trasporto, la lontananza dal posto
e le malattie più comuni li avevano falcidiati ulteriormente.
I milioni di cadaveri sparsi per i vari paesi in un primo
tempo erano stati ammassati in gigantesche discariche, alla
fine non era stato più possibile alcun controllo e i corpi
rimanevano la dove morivano.
Scappare da lì fu quindi un motivo ulteriore di necessità.
Le nazioni rimasero deserte e la gente in fuga verso la
cittadina di Khafãjí, lasciò la situazione così come era nelle
città abbandonate.
Durante i viaggi estenuanti la popolazione in fuga diminuì
ulteriormente e quelli che riuscirono ad arrivare nella città di
Khafãjí non superarono i duemila.
Il mondo tutto diventò una immensa discarica di morti, e
solo il rifugiarsi in quel piccolo villaggio permise all‟uomo di
resistere.
Anche moltissimi animali erano morti durante quel periodo,
la peste viola non aveva fatto differenza tra essi e gli uomini.
Alla scomparsa della peste viola quattromila uomini erano i
salvati in quella città, con circa diecimila capi di bestiame,
tutto il resto del mondo animale, compreso il mondo
acquatico e i volatili, era dell‟ordine di migliaia di esseri, poco
di più erano il numero degli insetti e degli invertebrati.
Il tempo poi fece la sua parte, la vegetazione e alcuni
animali fecero il resto nel giro di cento anni, il popolo che si
era riparato a Khafãjí era praticamente destinato a
scomparire.

105
pagina n.106 499272_LAVORATO.pdf

…………………………………………………………
Una strage senza fine. Praticamente la fine degli esseri
viventi sulla terra era oramai prossima.

La città di Khafãjí era posta su di un collina alta circa


seicento metri e tutto intorno c‟era solo una vasta pianura
desertica. Questo era stato uno dei motivi che aveva
permesso ai loro abitanti di salvarsi dall‟ incedere della natura
incontrollata e dall‟ attacco di animali affamati. Erano riforniti
di moltissime armi che avevano utilizzato solo nella prima
fase di isolamento, poi il succedersi degli avvenimenti e la
continua morte degli animali affamati, avevano preservato la
vita umana a Khafãjí.
Ma per tutti la tragedia non era ancora terminata.

Oettam si svegliò come faceva sempre al sorgere dell‟alba,


ma quel giorno non se la sentiva di andare nei campi ad
aiutare gli altri coloni a mietere il grano.
Insieme ad Eneri, sua sorella, si diresse verso la vecchia
città che le persone più colte chiamavano ancora Uruk.
Bagdad126 era la città distrutta nel 2033 d.C., circa un
secolo prima, che le persone più anziane della città-villaggio
temevano, perché si diceva che tutto fosse partito da lì.
Era oramai completamente invasa dalla vegetazione e si
potevano solo osservare antiche rovine che a malapena
sporgevano da essa.

126
Città denominata anticamente Uruk di cui Gilgamesh ne era stato Re.

106
pagina n.107 499272_LAVORATO.pdf

Oettam e Eneri ne avevano sentito parlare dai genitori fin


da piccoli, e si erano appassionati alla sua storia.
Il padre Erasec e la madre Airam Aizitel avevano cercato
di istruirli, in un mondo in cui oramai la cultura non esisteva
più.
Utilizzando i pochi libri conservati dopo la grande
distruzione avevano insegnato loro la storia, la geografia, la
matematica e la fisica essendo loro professori di queste
materie in una scuola che oramai pochissimi seguivano in
attesa della fine.
Erasec era anche un grande appassionato di astronomia,
sapeva molte cose sulle stelle e sulle costellazioni.
La loro casa era praticamente l‟unica biblioteca di Khafãjí,
Erasec aveva conservato tutti i libri che la sua libreria poteva
contenere, evitando così che andassero distrutti. Il popolo di
Khafãjí, non aveva tempo ne voglia di studiare e conoscere la
storia dell‟uomo, impegnato a sopravvivere alla distruzione
della Terra.
La maggior parte dei libri erano edizioni uniche che il
tempo aveva in parte rovinato, ma stranamente erano
rimaste intatte le tavolette dell‟epopea di Gilgamesh127 che
erano diventate per molti una specie di libro della Storia
dell‟uomo.
Le uniche persone storiche conosciute da tutti erano
quelle di cui si parlava nelle tavole stesse. Il resto era entrato
in un grande oblio.

127
Vedi prologo: L’Epopea di Gilgamesh- Viaggio nel tempo e nello spazio.

107
pagina n.108 499272_LAVORATO.pdf

Eneri si era appassionata alla storia degli antichi Egizi e


aveva letto e riletto La “Grammatica Egiziana” sul metodo di
interpretazione dei geroglifici.
Oettam invece era appassionato della storia di Gilgamesh
e Utnapistim.
Arrivarono a Bagdad, e riuscirono ad entrare nella
vecchissima biblioteca. Il terremoto del 2033 l‟aveva
completamente sepolta ma era rimasto un piccolo passaggio
sotto una trave del tetto caduto.
Nessuno mai più era ritornato lì da oltre cento anni, sia per
la paura della peste sia perché niente era rimasto in piedi.

Oettam e Eneri si inoltrarono attraverso un cunicolo e si


trovarono di fronte ad una immensa catasta di libri riversati in
terra.
Evidentemente l‟uomo aveva voluto dimenticare la sua
storia, visto che gran parte di essa era contenuta in quei testi.
La maggior parte di questi erano a malapena conservati,
nel buio e nella profondità del cunicolo. Eneri si accorse
subito di un testo dell‟autore francese Champollion128,
“Sommario del sistema geroglifico degli antichi egizi” di cui la
madre Airam Azitel le aveva parlato raccontandole la storia
dei ritrovamenti delle piramide di Giza e delle tombe dei
Faraoni.
Comunque tutti i libri rimasti erano antecedenti al 2033, nei
cento anni seguenti nessuno aveva più scritto.

128
Archeologo Francese tradusse la famosa “Stele di Rosetta” e il significato dei geroglifici
Egizi.

108
pagina n.109 499272_LAVORATO.pdf

Dalla terra emergeva anche una Tavoletta colorata, con


disegnata sopra una mappa.
La mappa riportava l‟ubicazione di una piccola piramide
posta alla confluenza di due fiumi, vicini al Mar morto.129
Si misero subito alla ricerca del posto, la mappa era
abbastanza precisa e così riuscirono a trovare la piccola
piramide.
La piramide era praticamente distrutta, rimanevano solo
alcuni gradoni e una parvenza di punta, ma anche qui
nessuno era entrato dopo le grandi catastrofi.

Oettam e Eneri si misero a scavare e trovarono un


passaggio. Lo percorsero interamente fino ad arrivare in una
piccola sala che era rimasta quasi intatta. Al centro della sala
c‟era una parete con sulla destra una porta chiusa,
rappresentata da una grande omega.130
Oettam ricordò subito quello che aveva letto sulle tavole di
Gilgamesh, spesso aveva pensato che tutto quello che c‟era
scritto sopra fosse più leggenda che storia…ma….quella
doveva essere la porta delle Stelle, e lì probabilmente il posto
dove Utnapistim e Gilgamesh si incontravano per vedere lo
scorrere della Storia.
Averla ritrovata così facilmente gli fece credere che fosse
un segno del destino ma quasi subito si dimenticò di questa
idea e iniziò a pensare come fare per aprirla.

129
L’Epopea di Gilgamesh di N.K. Sandars (1960)-trattasi del posto dove riposava
Utnapistim.
130
Viaggio nel tempo e nello spazio - Epilogo.

109
pagina n.110 499272_LAVORATO.pdf

Tornarono al villaggio e avvertirono gli anziani del


ritrovamento. La maggior parte guardò a ciò con disprezzo e
noncuranza, solo suo padre Erasec si appassionò e chiese di
tornare insieme a vederla.
La tragedia di quel popolo oramai rimasto non era
terminata, negli ultimi anni molte persone si erano ammalate
di cancro dovuto sicuramente alle radiazioni sparse dalle
tante guerre e da ciò che i tanti terremoti avevano portato in
superficie.
Non c‟era speranza di salvarsi.
La Terra era diventata dopo un secolo sempre meno
abitata e se l‟umanità voleva salvarsi doveva emigrare su altri
pianeti
La scienza si era fermata a partire dal 2012 a.C. e l‟uomo
era quasi ritornato ad una civiltà arcaica.
Restava una unica possibilità, sfruttare “la porta delle
Stelle” per andarsene da lì e emigrare su di un altro pianeta.
Di questo ne era conscio Erasec ma soprattutto era la
speranza di Oettam, Eneri e dei giovani come loro.
Accompagnarono il padre nella città di Bagdad nella
biblioteca e da lì nel luogo della piramide per vedere “la porta
delle Stelle”.
Il professore notò che sul bordo della porta c‟erano incisi
dei geroglifici, che non erano fissi ma potevano spostarsi in
qualsiasi posizione.
Disse a Oettam che probabilmente il modo per aprire la
porta era quello di trovare la giusta sequenza dei segni.

110
pagina n.111 499272_LAVORATO.pdf

Sembrava impossibile però farlo a caso, i segni erano circa


cinquanta e la possibilità di indovinare la sequenza era
praticamente nulla.
Solo utilizzando dei computer, oramai scomparsi, ci
sarebbero voluti migliaia di anni, e il tempo oramai concesso
al popolo della città di Khafãjí non superava una o due
generazioni.
Riportarono su una pagina i simboli e tornarono al
villaggio, il professore avrebbe dedicato tutto il tempo
rimastogli a decifrare la scritta aiutato dal gruppo degli amici
di Oettam.

…………………………………………………………

Questa era la sequenza posta sulla porta.

Il primo passo era interpretare ciascun simbolo e poi alla


fine provare a mettere in fila una sequenza che avesse un
senso logico.

111
pagina n.112 499272_LAVORATO.pdf

Eneri ricordò di aver visto il libro del francese Champollion,


insieme tornarono a prenderlo nella biblioteca di Bagdad e
iniziarono a leggerlo per capire il suo metodo e quindi
arrivare a decifrare le scritte proprio come lui aveva fatto per
le tombe dei Faraoni131.

Airam Aizitel organizzò corsi per i giovani della città che


avevano deciso di seguire Oettam e Eneri nella ricerca della
soluzione e che credevano che la porta delle Stelle fosse
l‟unica possibilità rimasta all‟umanità per salvarsi.
Passarono alcuni anni prima di trovare il significato di
alcuni geroglifici una prima parte era stata probabilmente
risolta, e anche la parte finale.
Si parlava di “milioni di anni, del re Ra , del dio del sole,
della porta delle stelle, di sigilli e sepolture, e del cielo”
mettere insieme una frase con un senso non era difficile ma
le probabilità che fosse quella esatta erano invece scarse.
Erasec e Airam Aizitel provarono con la posizione dei
geroglifici che esprimevano la frase “Il dio del sole del cielo
Ra sepolto un milione di anni fa, la porta delle stelle sigillata
per sempre”.
Attesero che la porta si aprisse, ma ciò non avvenne.
Dovevano provare e riprovare ancora nella speranza di
riuscire.
Alla fine con l‟aiuto dei giovani, oramai diventati maturi, e
che si erano impegnati strenuamente nello studio dei

131
Champollion oltre a decifrare la Stele di rosetta interpretò i geroglifici della tomba di
Ramses.

112
pagina n.113 499272_LAVORATO.pdf

geroglifici si trovò la parte centrale “sigillata e sepolta per


sempre”.
Erasec pensò che nella prima parte si parlasse della vita
del Dio Ra, e nell‟ultima della porta delle Stelle.
Alla fine mise insieme l‟intera frase “Un milione di anni fa
nel cielo è Ra , Dio del sole. Sigillata e sepolta per sempre, la
porta delle Stelle”

Mise i geroglifici nella sequenza:

Appena i geroglifici furono posti in questa sequenza la


porta delle Stelle si aprì in un silenzio assoluto.
Oettam, Eneri, e altri amici passarono attraverso di essa e
si trovarono in un posto vicino ad un lago alla confluenza con
un fiume, lì vicino c‟era una capanna coperta da legni che
erano del tutto pietrificati.

113
pagina n.114 499272_LAVORATO.pdf

Si vedeva la vita abitare il lago, centinaia di animali, piante


lussureggianti, una grande radura e soprattutto la zona
sembrava abitabile e priva di pericoli.
Tornarono indietro per avvisare gli abitanti di Khafãjí per
dire loro che forse avevano trovato la via della sopravvivenza
per l‟umanità.

114
pagina n.115 499272_LAVORATO.pdf

Ritorno al punto di partenza

Utnapistim e Gilgamesh erano stanchi di aspettare, la


natura aveva fatto il suo corso per migliaia di anni, la vita era
esplosa su quel pianeta, solo l‟uomo non era ancora
comparso.
Sentirono una voce chiamarli, era la prima volta che il
silenzio veniva rotto dopo una eternità. Dio disse loro che
dovevano tornare dove si erano ritrovati appena usciti dalla
porta delle Stelle per portare a termine il loro compito.
Tornarono velocemente verso il luogo dove c‟era il lago in
cui si erano immersi, proprio in tempo per vedere uscire dalla
porta delle Stelle una miriade di persone, ne contarono circa
un migliaio, seguiti da migliaia di animali.
Capirono che l‟uomo aveva infine trovato la strada, mentre
loro avevano preparato il pianeta affinché gli esseri umani
arrivassero in un posto ospitale.
Oettam guardò quei due e riconobbe subito Gilgamesh e
Utnapistim.

OETTAM Voi siete certamente Gilgamesh e Utnapistim?.

GILGAMESH E tu come sai tutto ciò?.

115
pagina n.116 499272_LAVORATO.pdf

OETTAM Ho letto la tua epopea sulle tavole e la fine della


Storia e ho pensato, dopo aver trovato e utilizzato la porta
delle Stelle che potevate essere solo voi. Il mio nome è
Oettam.

UTNAPISTIM Oettam hai ragione, ti aspettavamo da tempo pur


non sapendo che sarebbe andata in questo modo. Il mondo è
a vostra disposizione non ci sono pericoli. Mantenetelo così e
non fate come abbiamo fatto sulla terra. Noi dobbiamo
tornare indietro sul nostro pianeta per continuare il nostro
compito. Vi auguro buona fortuna e non distruggete questo
pianeta, non sapete quanto tempo ci è voluto per renderlo
ospitale, potrebbe essere l‟ultima occasione per l‟umanità. Il
nome di questo pianeta è “Aurora” cercate di rispettarne il
significato.

Gilgamesh e Utnapistim senza aspettare altro tempo


attraversarono la porta e tornarono sul vecchio pianeta.
Conoscevano quale era il compito assegnatogli.

Dare prima una risposta alla frase necessaria alla apertura


della porta, cercando di scoprire da dove veniva e la sua
origine. Successivamente avrebbero scoperto se era vera la
teoria evoluzionista di Darwin oppure quella creazionista cui
molti nei secoli avevano creduto, soprattutto guidati dalle
religioni monoteiste.

116
pagina n.117 499272_LAVORATO.pdf

Forse terminato quel compito potevano finalmente


ascendere a quel “paradiso”132 che Dio gli aveva fatto vedere
e promesso durante la visione dell‟apocalisse.
Uscirono dalla porta delle stelle nella città di Khafãjí, la città
era deserta, tutti gli uomini erano passati attraverso la porta
lasciando per sempre la terra.
Erano “Angeli” ma avevano usato ancora la porta delle
Stelle per ritornare. Ora dovevano trovare la soluzione
dell‟enigma.

GILGAMESH Utnapistim ora dobbiamo ritornare a Bagdad.


UTNAPISTIM Gilgamesh penso che dovremo tornare ad Uruk
da dove siamo partiti. La storia da lì in poi è stata da noi
vissuta interamente fino al 2012 e poi nel periodo della
visione dell‟ apocalisse.

GILGAMESH Utnapistim credo che tu abbia ragione, occorre


tornare a conoscere cosa è successo ai nostri avi, a partire
dalla storia precedente alla mia scomparsa133.

Utnapistim e Gilgamesh si posero davanti alla porta delle


Stelle e aspettarono che l‟ orologio atomico tornasse al 2600
a.C.

132
Passo dell’apocalisse 20 ”Ecco l’abitazione di Dio dove vivrà con il suo popolo…”.
133
Morte presunta di Gilgamesh dopo circa 120 anni di regno.

117
pagina n.118 499272_LAVORATO.pdf

Quell‟ anno indicava la scomparsa di Gilgamesh da Uruk.


Gilgamesh in realtà se ne era andato alla ricerca della
immortalità ad incontrare Utnapistim oramai vecchio di oltre
novecento anni. Durante quella visita, Utnapistim lo aveva
iniziato alla storia134 attraverso la visione su di una grande
parete , e a viaggiare nel tempo utilizzando la porta delle
Stelle.

Passarono attraverso la porta delle Stelle.


Si trovarono ad Uruk in quell‟ anno, e da lì spostarono
verso l‟Egitto a Saqqara135 dove era stata elevata la piramide
di Djoser.
Utnapistim portò Gilgamesh verso Saqqara conoscendone
il motivo.

UTNAPISTIM Gilgamesh siamo qui a Saqqara perché qui ho


trovato la “Porta delle Stelle” e ti voglio far vedere dove.
GILGAMESH Se è qui che l‟hai trovata, forse troveremo dei
segnali che ci indicano da dove proviene.

Gilgamesh e Utnapistim entrarono nella piramide di Djoser,


e al centro di essa c‟era una sala enorme con un sarcofago e

134
Viaggio nel tempo e nello spazio- La visione della Storia (prima parte)..
135
Piramide di Djoser Re della terza dinastia eretta a Saqqara dall’architetto Imhotep.

118
pagina n.119 499272_LAVORATO.pdf

delle scritte con geroglifici. Accanto al sarcofago un buco di


terra, da dove era stata prelevata la porta delle Stelle.

GILGAMESH Dimmi Utnapistim come hai saputo che qui c‟era


la porta delle stelle e come hai fatto a portarla via.
UTNAPISTIM Della porta avevo sentito parlare quando ero
giovane e prima del diluvio universale intorno al 3400 a.C.
Molti dicevano che i Re Egizi usavano portarla nella propria
tomba. Ogni Re che moriva la spostava nella sua tomba
come a significare che l‟ immortalità passava attraverso il
possesso della porta. Nel 2610 a.C. seppi che era appena
stata realizzata la più grande piramide e quindi pensai che
potevo andare a prenderla prima che morisse il re successivo
a Djoser. Portarla via fu una operazione complessa ma la
fama che mi aveva dato il Diluvio e molti egiziani che
odiavano il nuovo Faraone mi aiutarono. Il prezzo pagato fu
molto alto, dovetti dare una cifra enorme, tutto quello che
avevo accumulato in novecento anni di vita.

Gilgamesh e Utnapistim riuscirono a decifrare i geroglifici.


Questi descrivevano una grande guerra che era stata vinta
grazie alla porta delle Stelle utilizzandola come trucco per
entrare in una città allora considerata inespugnabile.

La città era Troia.136

136
Secondo Heinrich Schliemann la città di Troia fu assediata tra il 2700 e il 2500 a.C.

119
pagina n.120 499272_LAVORATO.pdf

GILGAMESH Dobbiamo andare a Troia circa nel 2650 a.C.,


proprio durante il mio regno, che succede se incontro me
stesso?.
UTNAPISTIM Gilgamesh non incontreremo l‟altro Gilgamesh
perché attraverso la porta delle stelle arriveremo proprio a
Troia e tu nella vita precedente non ci sei mai stato. Il
pericolo ci sarebbe stato solo se vi foste potuti incontrare137,
e questo non accadrà.

Entrarono nella porta proprio nel 2650 si trovarono a Troia


sotto il regno di Priamo. Poco prima della grande sconfitta.
Qui si stava disputando forse la guerra più famosa dell‟
antichità descritta poi da Omero138 nel suo poema “Iliade”.
Una guerra piena di Dei ed Eroi, molto simile al poema di
Gilgamesh, dove la fantasia si intrecciava con la realtà e
personaggi veri e mitologici si incontravano spesso.
La guerra per molti secoli non fu creduta tale dagli uomini,
e la città di Troia si pensò essere solo fantastica, fino a
quando un archeologo austriaco139 ne trovò i resti.

137
Viaggio nel tempo e nello spazio - Alla ricerca del valore dell’esistenza- dove U
ammonisce G sui pericoli di un viaggio a ritroso nel tempo.
138
Autore a cui viene assegnata la stesura delle opere “Iliade” e “Odissea” sulla storia di
Troia.
139
Heinrich Schliemann grande archeologo austriaco che credette alla storia di Troia e ne
trovò le tracce.

120
pagina n.121 499272_LAVORATO.pdf

Gilgamesh e Utnapistim sapevano che essa era esistita ma


solo ora ne potevano constatare la realtà e potevano
verificarlo personalmente.
Nel corso dei secoli avevano letto il famoso poema, ora
erano in grado di vedere proprio il momento in cui Ulisse e i
suoi compagni si preparavano ad espugnar la città.
Il Cavallo era solo una metafora, Ulisse in qualche modo
aveva trovato la porta delle Stelle e grazie a questa
sfruttando la sua possibilità di viaggiare nello spazio, oltre
che nel tempo, riuscì a trovarsi improvvisamente all‟interno
della città essendo pochi attimi prima all‟esterno. Tutti gli
achei entrarono dalla porta e così poterono sconfiggere i
Troiani impreparati al fatto.
Della porta se ne persero le tracce finche fu ritrovata nella
piramide di Djoser.

GILGAMESH Utnapistim non avrei mai pensato che Ulisse


avrebbe utilizzato la porta per questo, in effetti è stato molto
in gamba. Ma chissà dove aveva trovato la porta e a chi l‟
aveva presa.
UTNAPISTIM Gilgamesh, la porta si doveva trovare
probabilmente nell‟ Egeo, ma i simboli impressi su di essa mi
dicono che sicuramente il tutto parte dall‟Egitto. Ho notato
una cosa importante. Ulisse è l‟unico ad aver utilizzato la
porta delle Stelle senza la parete, perché la parete era in quel
momento in mio possesso. La porta delle Stelle in mancanza
della parete non funziona per viaggiare nel tempo ma solo

121
pagina n.122 499272_LAVORATO.pdf

nello spazio, e per questo l‟ha usata Ulisse. Sulla parete c‟è
quello strano orologio digitale che regola il momento
temporale del passaggio. Dal 2610 a.C. sono rientrato in
possesso della porta ricomponendo l‟insieme di parete e
porta.

122
pagina n.123 499272_LAVORATO.pdf

Alla ricerca dell’origine della Storia

Gilgamesh e Utnapistim pensarono che era giunto il


momento di fermarsi davanti alla parete e osservare lo
scorrere della storia partendo dalla nascita di Gilgamesh e
tornando indietro.
Sulla parete si rivide scorrere la storia dell‟ uomo, ma
questa volta in senso inverso il tempo decresceva invece che
crescere.
Leggere così quello che avveniva era molto più difficile,
Gilgamesh e Utnapistim si dovettero concentrare a fondo per
non perdere il filo della storia.
Gilgamesh vide così il re Lugalbanda, colui che aveva
sposato sua madre Ninsun140, e che era stato per moltissimi
anni re di Ur, e aveva vissuto oltre mille anni, il che voleva
dire che anche lui era da considerare un semidio come
Utnapistim. Insieme avevano visto sulla parete la fine del
Diluvio e la figura di Utnapistim aggirarsi tra i pochissimi
uomini sopravvissuti.
Sulla parete comparve l‟anno 2850 a.C. e il primo Re della
dinastia Egizia di nome Sekhen (Ka)141. Il simbolo che lo

140
Ninsun era la madre di Gilgamesh che diventò moglie di Lugalbanda re della dinastia di
Ur, creduta semidea come il re.
141
Sekhen nome del primo Re d’Egitto facente parte della dinastia zero, meglio conosciuto
con il nome di Ka.

123
pagina n.124 499272_LAVORATO.pdf

rappresentava era uno scorpione, per questo veniva anche


chiamato “Il re Scorpione”.
Altri simboli che lo rappresentavano erano una pavoncella
e un‟arca.
Un‟arca proprio come l‟arca che aveva salvato Utnapistim
dal diluvio.
Ka era praticamente contemporaneo di Utnapistim e
proprio nel periodo del diluvio era diventato primo Re
dell‟antico Egitto.
Utnapistim disse a Gilgamesh che dovevano entrare nella
porta delle Stelle per arrivare da Ka, e porgli molte domande.
Attraversarono la porta e si trovarono proprio davanti la
reggia di Ka, un immenso ziqqurat.142

UTNAPISTIM Gilgamesh appena saremo di fronte a Ka lascia


parlare solo me , credo che mi conosca, anche se con un
altro nome. Essendo mio coetaneo non avrà dubbi o
domande strane da porci sul nostro viaggio.
GILGAMESH Utnapistim non ti preoccupare , non interverrò.

Utnapistim e Gilgamesh furono scortati fino al trono di Ka,


e si inginocchiarono davanti a lui, per onorarlo.

142
Lo ziqqurat alta torre a gradoni con un piccolo santuario sulla sommità utilizzato in
Mesopotamia.

124
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Utnapistim si presentò come Ziusudra143, e Ka subito


riconobbe in lui la persona di cui molto si era parlato in quel
periodo.
Ziusudra uno dei pochi sopravvissuti al grande diluvio che
si era sviluppato nell‟ intera area della Mesopotamia.

KA Ziusudra so che ti sei salvato dal grande diluvio e di te


molti umani dicono che gli Dei ti hanno reso immortale per
questo. Ma io non credo all‟immortalità , credo solo che
l‟uomo può salvarsi dalla morte eterna, solo dopo essere
morto su questa terra, facendosi mummia e aspettando che
arrivi la nuova eternità. L‟umanità invece può essere
immortale, fino a che troverà una terra disponibile ad
ospitarla.
UTNAPISTIM Ka c‟è del vero in quello che dici, solo che l‟uomo
prima o poi distrugge il pianeta su cui vive e deve andarsene
se vuole vivere ancora.

KA Ziusudra ora ti farò vedere qualcosa che ti da ragione, e poi


ti racconterò una storia che pochissimi conoscono, perché
quelli che l‟hanno vissuta sanno che non ne possono parlare
assolutamente con altri.

143
Ziusudra è uno dei tanti nomi di Noè.

125
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Ka condusse Utnapistim e Gilgamesh attraverso una


miriade di cunicoli costruiti dentro una grande torre, in una
sala molto grande.
Giunti a destinazione si trovarono davanti ad una grande
parete con alla destra la “Porta delle Stelle”.
Utnapistim e Gilgamesh fecero finta di essere sorpresi e di
trovarsi di fronte ad una cosa sconosciuta.
Ka iniziò a raccontare la sua storia, ma soprattutto la storia
della porta delle Stelle che loro ancora non conoscevano.

KA Sono nato in questo posto in Egitto, ma i miei avi non sono


originari di qui. Il mio avo più importante , il cui nome era
Amon , e che è stato considerato da tutti gli Egizi, Dio del
Sole non è di questo pianeta. Amon conosciuto dagli egizi
con il nome di Ra è nato su di un pianeta che fa parte di una
costellazione che è visibile nel cielo nei mesi freddi144.
Appartiene al sistema solare della stella145 più luminosa di
quella costellazione, che è visibile da qui. Purtroppo una
meteorite che trasportava un virus letale, cadde su quel
pianeta e il popolo si ammalò di una specie di “peste viola”.
Alla fine fu costretto ad andarsene da lì, utilizzando la “Porta
delle Stelle” che vedete in questa sala. Alla terribile
pestilenza sopravvissero solo un centinaio di individui, che
lasciando la loro città Mu (Atlantis), si trasferirono su questo
pianeta passando attraverso la porta. Trovarono qui altri

144
La costellazione di Orione è molto visibile nel cielo durante la stagione invernale.
145
La stella è Betelgeuse dodicesima stella per luminosità dell’universo.

126
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esseri ancora molto indietro nella civilizzazione, furono


creduti dei o giganti.
Io nacqui circa mille anni dopo l‟arrivo sulla terra di Amon
e divenni il primo Re di questo popolo, a loro insegnammo la
scrittura con i geroglifici e tante altre cose che conoscevamo.
Ma la nostra origine non fu mai rivelata.
Ra morì, ma la sua morte fu nascosta a tutti, per far
credere che fosse un Dio. Poco dopo la sua morte presi il
potere che ho ancora. Ho fatto costruire questa grande torre
dove verrò sepolto alla mia morte insieme alla Porta delle
Stelle perché nessuno deve utilizzarla, fino a che non ci sarà
un motivo altrettanto grande.
Nessuno sa come può essere raggiunta a parte ora te,
inoltre la sequenza per poterla aprire non è nota a nessuno, è
praticamente impossibile che qualcuno ne trovi la chiave.
La dirò solo a te Ziusudra perché se ti sei salvato dal
diluvio, evidentemente sei una persona che avrà anche in
futuro un peso per l‟umanità.

UTNAPISTIM Ka puoi liberamente parlare anche davanti a


Gilgamesh perché conosce molto di me e della mia storia, e
insieme abbiamo passato molte avventure.
KA Ziusudra, prima di darti la chiave per utilizzare la porta
delle Stelle, devo raccontarti qualcosa che non sai su Amon-
Ra e il popolo che lui ha condotto su questo pianeta. Sul
pianeta che veniva chiamato Gaia dal popolo di Ra la vita
durava molto più a lungo di quanto duri la vita per gli abitanti
della terra.

127
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La vita dura circa quindici volte di più, intorno ai mille


cinquecento anni, ma solo per coloro che sono vissuti su
Gaia, questa caratteristica da quando siamo arrivati sulla
terra si sta perdendo e probabilmente entro qualche migliaio
di anni si ridurrà alla vita media di questo pianeta.
Per questo so che tu vivrai a lungo, e ciò non è dovuto agli
dei come molti pensano, ma al fatto che tu sei figlio di uno
degli uomini giunti qui da Gaia, me lo disse mio padre Lamec,
figlio di Matusael, quando conobbe la storia del diluvio. Molti
uomini arrivati da Gaia si allontanarono dall‟Egitto e andarono
a stabilirsi in Mesopotamia.
Questo spiega il perché della lunga vita di tanti tuoi avi e
coetanei.146
La parola chiave per aprire la porta è “Milioni di anni fa nel
cielo è Ra , Dio del sole. Sigillata e sepolta per sempre, la
porta delle stelle”.
Spero che tu non debba mai usarla, perché vorrebbe dire
che l‟umanità sarà in pericolo.

Ka condusse poi Utnapistim e Gilgamesh fuori dai cunicoli,


e li fece accompagnare fuori dalla città.
Ma prima di salutarli per sempre, mostrò loro nel cielo la
grande costellazione di cui faceva parte il pianeta Gaia, e il
suo sole..
Utnapistim e Gilgamesh, la riconobbero subito come la
costellazione che avrebbe preso in futuro il nome di Orione,

146
Quasi tutti i personaggi della genesi della Bibbia e i primi re di Uruk.

128
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poi tornarono indietro attraverso la porta delle Stelle a


Khafãjí, e davanti alla grande parete si addormentarono con
la mente confusa pensando a quello che avevano appreso.

GILGAMESH Utnapistim, ora so dove hai trovato la parete su


cui vedere la Storia, e dove hai preso la porta delle Stelle.
UTNAPISTIM La porta delle Stelle la portai via dalla piramide
147
di Saqqara , quando già avevo novecento anni, la parete
invece riuscii a prenderla intorno al 2700 a.C. nella torre in
cui l‟hai vista poco dopo la morte di Ka.
Ma la porta in quel momento non c‟era più, era stata portata
via da qualcuno e nascosta. Probabilmente, visto quello che
abbiamo scoperto, da Ulisse148 e chissà come avrà fatto a
scoprire la chiave per aprirla.
Nessuno però in tutto questo tempo a parte Ulisse l‟ha più
usata, tranne noi quando insieme cominciammo a vedere
l‟evolversi della Storia durante il nostro terzo incontro.149

GILGAMESH Utnapistim ora capisco il perché della lunga vita


di alcuni re di Uruk, come Lugalbanda, di mia madre e di tanti
personaggi che sono vissuti in Mesopotamia prima del mio
tempo.150

147
Piramide del Re Djoser del 2650 a.C.
148
Durante un suo viaggio in Egitto.
149
Viaggio nel tempo e nello spazio- La visione della Storia (prima parte) .
150
Libro della Genesi – Bibbia.

129
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UTNAPISTIM Caro Gilgamesh anch‟io ora capisco questo, mi


ero sempre chiesto come mai alcuni nostri avi importanti per
la nostra storia fossero vissuti così a lungo.
Le parole di Ka mi hanno aperto un nuovo orizzonte. Pensa
è stato un mio contemporaneo, mio padre portava lo stesso
nome del suo Lamec e erano figli uno di Matusalem (mio
padre), l‟altro di Matusael, una coincidenza molto strana. 151
La mia lunghissima età non è più giustificabile come regalo
dovuto agli Dei per aver salvato l‟umanità dal diluvio
universale, e nemmeno l‟età di mio padre Lamec vissuto
settecento settantasette anni, di Matusalem vissuto
novecento sessantanove anni di Enos vissuto novecento
cinque e tanti altri. La spiegazione di Ka è molto più
significativa e veritiera. Questa vita lunga in qualche modo
giustifica anche il nome che i terrestri dettero ad alcuni di
questi uomini, “Dei o Giganti” non per le dimensioni ma per
l‟età spropositata.

151
Genesi 3,24 - 6,2.

130
pagina n.131 499272_LAVORATO.pdf

Alla ricerca dell’origine della umanità

Gilgamesh e Utnapistim si trovavano di nuovo dinanzi alla


parete. Venne a loro il pensiero di come fare per giungere sul
pianeta Gaia per vedere l‟altra storia. Avrebbero prima o poi
trovato il modo, mentre intanto la storia continuava a
procedere al ritroso.

GILGAMESH La costellazione di cui ci ha parlato Ka noi


l‟abbiamo conosciuta con il nome di Orione, e la stella attorno
a cui ruota il pianeta Gaia è Betelgeuse una delle stelle più
luminose dell‟ universo, per cui la sua distanza da questa
stella sarà grandissima.
UTNAPISTIM Caro Gilgamesh, Betelgeuse prende
probabilmente il nome dalla città di Betel nominata da
Giacobbe152 nella Bibbia. Il nome “Bet-El” significa “Casa di
Dio e Porta del Cielo”. Non è quindi un caso che l‟uomo abbia
assegnato tale nome a quella stella. Potremmo aver trovato
l‟origine dell‟umanità. Sono molte le cose che iniziano a
quadrare. Non so però il significato di Geuse.
I Faraoni egiziani della seconda dinastia costruirono le tre
piramidi nella piana di Giza e secondo alcuni la posizione

152
Genesi 28,17 “Bet-El non è altro che la casa di Dio e la porta del cielo”.

131
pagina n.132 499272_LAVORATO.pdf

delle stesse è in perfetto orientamento con le tre stelle della


cintura di Orione.153 La sfinge (che non parla) è in direzione
di Betelgeuse.
Nei geroglifici trovati nel tempio di Hatshepsut154, unico
Faraone donna dell‟ Egitto, si trovarono dei disegni
rappresentanti la cintura di Orione e delle orbite che
155
ruotavano intorno alla stella centrale .

GILGAMESH Hai ragione Utnapistim, quando andai in America


del Sud sulle tracce di Che Guevara, sentii parlare di alcune
figure disegnate da una civiltà sconosciuta sulla piana di
Naska risalenti a prima della nascita di Cristo, anche qui in
molte di queste figure che rappresentavano animali156 si
potevano intravedere segnali che rappresentavano le tre
stelle della cintura di Orione.
Inoltre se ti ricordi quello che vedemmo sul pianeta157
”Aurora” sul quale si è trasferita l‟umanità guidata da Oettam,
i tre soli corrispondono alle tre stelle della cintura di Orione.
Praticamente l‟uomo è ritornato quasi da dove è venuto. Gaia
e Aurora appartengono entrambe alla costellazione di Orione,
la Terra invece è nella via lattea.

153
Mantaka la prima , Alnilam quella centrale ,Alnitak quella esterna.
154
Hatshepsut - Faraone Donna vissuta vicino a Tebe intorno al 1450 a.C.
155
Disegni nel tempio funebre di Hatshepsut eretto dall’ architetto Senmut.
156
Animali come il ragno e la scimmia disegni grandi riconoscibili solo se visti da
grandissima altezza (un aeroplano).
157
Il sole a cui appartiene il nuovo pianeta è Alnilam.

132
pagina n.133 499272_LAVORATO.pdf

UTNAPISTIM Gilgamesh è giusto, forse alla fine scopriremo che


la teoria dell‟evoluzionismo non è in contraddizione con
quella creazionista, le teorie possono coesistere. Dobbiamo
però andare a parlare con Amon-Ra dopo il suo arrivo sulla
terra e successivamente visitare Gaia, per trovare l‟origine
della porta, e capire come è nato il primo uomo. Comunque
la lettura della Bibbia nel vecchio testamento può essere
rivista alla luce di quello che sappiamo. Manca oramai solo
un piccolo anello e poi potremo risolvere definitivamente il
problema relativo alla nascita dell‟umanità, e finalmente porre
fine al nostro peregrinare.

La parete si illuminò intensamente e su di essa iniziò a


scorrere un albero genealogico che rappresentava lo
scorrere delle generazioni a partire dall‟ arrivo sulla terra di
Amon-Ra.
I nomi rappresentati non corrispondevano completamente
a quelli conosciuti ma molti di essi erano scritti sul libro dei
libri,158 la trasmissione orale tra i popoli aveva modificato i
nomi di alcuni avi e il passaggio di questi da un continente
ad un altro ne aveva modificato il nome.
L‟uomo giunto sulla terra attraverso la porta aveva due
nomi: Amon-Ra per coloro che si erano stabiliti in Egitto,
Adamo per quelli che si erano spostati in Mesopotamia,
diventati poi il popolo di Israele.

158
La Bibbia – Genesi.

133
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La scritta riportava in dettaglio i nomi, l‟età in cui erano nati


i primogeniti e gli anni vissuti, Utnapistim e Gilgamesh
notarono subito che la generazione di quelli che erano rimasti
in Egitto erano vissuti più a lungo testimoniando forse che le
unioni con la popolazione del luogo erano state minori di
quanto invece si era verificato per coloro che erano
trasmigrati in Mesopotamia.
L‟albero genealogico159 occupava l‟intera parete.

159
Genesi 4,16-5,32.

134
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AMON-ADAMO (939)
100 ----- 130

CAINO (1050) SET (912)


115 105

ENOS (905)
ENOC (1040) 90
135

CAINAN (910
IRAD (950) 70
133 105

MALALEEL(895)
65
MAVIEL (1150)
183 JARED (962)
162

ENOC (365)
MATUSAEL(1210) 65
199

MATUSALEM (969)
187
LAMEC (888)
188
LAMEC (777)
182

KA (750) NOE’ (950)

135
pagina n.136 499272_LAVORATO.pdf

UTNAPISTIM Gilgamesh vedi che nell‟albero genealogico il mio


nome è quello di Noè160 secondo quanto scritto nel libro dei
libri. E‟ vero la vita della stirpe che si stabili in Egitto è
mediamente più lungo di quella di coloro che si sono stabiliti
in Mesopotamia, anche se la differenza non è sostanziale.
GILGAMESH Utnapistim noto altre assonanze, per primo il
nome di Amon che assomiglia molto ad Adamo, poi il nome
Matusael e Matusalem e la loro età più lunga di tutti gli altri.
Ka ha la tua stessa età. E se non ricordo male la religione
161
dei nostri tempi parlava di un Dio di nome Ea che ti aveva
dato l‟ immortalità…Ea non è molto differente da Ra.

Gilgamesh e Utnapistim continuarono a cercare nell‟albero


genealogico che continuava a scorrere nuovi riscontri a
quanto erano venuti a sapere da Ka.
La cacciata dal paradiso terrestre di Adamo, era in linea
con la fuga di Amon-Ra da Gaia attraverso la porta delle
Stelle. L‟arrivo sulla Terra di Amon-Ra del tutto simile
all‟arrivo su di una nuova terra di Adamo.
Amon-Ra–Adamo si erano trovati al cospetto di molti altri
uomini preesistenti al loro arrivo, Dio stesso chiede a tutti gli
uomini di non toccare Caino “Orbene chiunque ucciderà
162
Caino, sarà punito sette volte tanto” , a testimonianza che
uomini erano già presenti sul pianeta Terra.

160
Viaggio nel tempo e nello spazio - Alla ricerca del valore del sacrificio (parte ultima).
161
Ea divinità che simboleggia l’acqua (il diluvio).
162
Genesi 4,15.

136
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Ka conosceva Noè sotto il nome “Ziusudra”, così come


Gilgamesh lo conosceva sotto il nome di “Utnapistim”, gli
aztechi lo conoscevano come Tapi, gli indigeni della
Polinesia come Nu-u, i sudamericani come Ma-noa , i cinesi
come Nu-Wah.
Utnapistim poteva ben dire di essere uno degli uomini più
noti.
Lo stesso diluvio non aveva fatto scomparire l‟ umanità ma
solo coloro che vivevano nei pressi del mar Nero.
Uomini in Egitto, nell‟Egeo e in Babilonia erano
sopravvissuti.
Utnapistim notò pure che l‟età di Lugalbanda così lunga
ritornava con il fatto che apparteneva al ramo discendente
Egiziano, si diceva infatti fosse uno dei figli di Enoc, figlio di
Caino.
Gilgamesh come figlio di Ninsun e parente stretto di
Lugalbanda aveva sangue misto delle due discendenze.
L‟albero genealogico continuava a scorrere sulla parete,
Utnapistim e Gilgamesh videro che a partire da Noè fino ad
arrivare ad Abramo la vita media era di colpo scesa a circa
trecento anni, per arrivare molto presto a cento settanta, da lì
a poco tempo i cento anni erano diventati l‟età più frequente.

Gilgamesh suggerì ad Utnapistim che questo cambio


dovesse essere legato al diluvio e alla fine della maggior
parte dei discendenti di Adamo, prevaleva sempre di più
l‟unione con uomini originari del pianeta Terra.

137
pagina n.138 499272_LAVORATO.pdf

Alcuni componenti di quei cento uomini che venivano dal


pianeta Gaia, si erano allontanati dall‟ Egitto e dalla
Mesopotamia, dirigendosi verso L‟Asia, verso quella che
sarebbe divenuta l‟Europa, come l‟Inghilterra, la Scandinavia,
l‟Islanda, e verso il continente che sarebbe divenuto
l‟America e il Sud America.
Uomini che sarebbero divenuti Dei degli Olmechi, dei
Maya, dei Celti, a cui i terrestri avrebbero dedicato piramidi,
Stonehenge163, monumenti funerari nelle filippine e persino in
Cina.
Le religioni che nacquero furono diverse e tutte in qualche
modo legate alle culture preesistenti.
I loro discendenti come quelli di Amon-Adamo vissero
molto più a lungo ma con il passar del tempo, la vita media
dei terrestri ebbe il sopravvento.

163
Monumento funerario o astronomico in Inghilterra a 15 km da Salisbury che si dice legato
alla scomparsa di Mu (Atlantide) e dedicato al culto del Sole.

138
pagina n.139 499272_LAVORATO.pdf

Incontro con Amon - Adamo

L‟orologio sulla parete continuava a decrementarsi


abbastanza velocemente e quello che vedevano sulla parete
non sembrava molto interessante, c‟era lo svolgersi delle
normali azioni umane. L‟orologio sulla parete stava
rallentando vistosamente segnando 4450 a.C. , 4460 a.C. ,
4470 a.C. ; Gilgamesh e Utnapistim capirono che era arrivato
il tempo per entrare nella porta delle Stelle, prima che
segnasse il momento preciso dell‟arrivo di Amon-Ra sulla
terra.
Erano passati esattamente qualche anno dopo il passaggio
sulla Terra, si presentarono ad Amon-Ra come due uomini
appartenenti al popolo della Terra. Spiegarono a Ra, che
conoscevano la sua storia che sapevano della porta delle
Stelle, ma che non potevano rivelare altro per non modificare
il corso della storia.
Amon-Ra credette subito a loro.
Una storia come quella di Gilgamesh e Utnapistim non si
potava inventare, la conoscenza della “Porta delle Stelle” e il
suo utilizzo facevano di questi due, delle persone rispettabili
e credibili.
Amon iniziò così a raccontare al sua storia e il perché si
trovasse ora sulla terra.

139
pagina n.140 499272_LAVORATO.pdf

Su Gaia circa settecento sessanta164 anni dopo la


comparsa del primo uomo, era caduta una meteorite che
aveva portato migliaia di anni dopo la morte, una peste senza
scampo chiamata “peste viola” per il colore che prendevano
le persone prima di morire e questo purtroppo grazie a me.
La maggior parte degli individui erano morti in pochissimo
tempo. Inoltre il pianeta Gaia non era pieno di individui come
la Terra, l‟età lunghissima di questi abitanti aveva di fatto
impedito l‟incremento della popolazione, durante i mille
cinquecento anni di vita media i figli nascevano dopo oltre
trecento anni, e le generazioni quindi avevano una vita media
troppo lunga.
Praticamente nei quattromila cinquecento anni di storia
c‟era stato qualche uomo che aveva conosciuto i primi avi e
aveva conosciuto uomini tuttora vivi. Un uomo poteva
conoscere anche persone di quindici generazioni successive.
Tutto ciò rallentava la vita e la sua diffusione.
Il tempo sembrava molto più immobile e immutabile, la
stessa architettura era rimasta fissa, con pochissime
modifiche.
Gaia era piena di piramidi, obelischi e ziqqurat …

Una sola costruzione tra tutte quelle presenti era


preesistente alla nascita del popolo di Gaia. Una immensa
piramide che si trovava al centro della città il cui nome era
Mu che veniva da alcuni chiamata Atlantis.

164
Gli anni si riferiscono ad anni terrestri composti di 365 giorni.

140
pagina n.141 499272_LAVORATO.pdf

Era una piramide quadrangolare con lati lunghi circa due


chilometri e alta altrettanto, praticamente era una vera e
propria città.165
Nessuno nei secoli c‟era mai potuto entrare perché non
aveva porte, e inoltre su di lei pendeva un grande anatema. Il
giorno in cui l‟uomo fosse entrato in essa su Gaia sarebbe
scomparsa la vita.
Il Dio degli uomini di Gaia lo aveva predetto ai primi uomini,
e nessuno aveva trasgredito a tale legge.
La situazione su Gaia si era fatta disastrosa, gli uomini
morivano velocemente sul pianeta erano rimasti non più di un
centinaio di individui.

AMON-RA Utnapistim e Gilgamesh, mi trovavo in una


situazione oramai al collasso, e così, anche per riparare alla
mia colpa, decisi di trasgredire la legge di Dio entrando nella
piramide per vedere se era possibile salvarsi. Dio mi chiamò,
io all‟ inizio non risposi,166 ma alla fine dissi che avevo fatto
questo solo per salvare il mio popolo. Dio indicò a me e al
popolo rimasto la strada all‟interno della piramide.
Percorremmo i lati della piramide e ogni volta che un lato
finiva ci trovavamo di fronte a sette entrate di cui solo una
valida, ci veniva segnalato dove andare e così continuammo

165
Città descritta nella apocalisse con lati lunghi 2220 metri pari a 12000 stadi.
166
Genesi 3,9.

141
pagina n.142 499272_LAVORATO.pdf

per altre settanta volte incontrando ogni volta sette entrate


diverse.167
Alla fine dopo aver percorso più di settanta Km all‟ interno
delle piramide ci ritrovammo in una grande sala quadrata con
lato di settanta metri e alta settanta metri,168 delle quattro
pareti laterali una era completamente riempita di geroglifici
sul soffitto era rappresentato il cielo stellato, e al centro della
sala una parete con una porta sulla destra con sopra una
scritta che significava “Milioni di anni fa nel cielo è Ra , Dio
del sole. Sigillata e sepolta per sempre, la porta delle stelle”.
La porta si apri subito, io e il mio popolo fummo inghiottiti,
senza nemmeno aver avuto il tempo di leggere quello che
c‟era scritto su di una delle pareti. Qualche anno dopo il
passaggio, all‟età di quasi cento anni mi trovai una compagna
di vita sulla terra, che era però rappresentante degli esseri
che già vivevano su quel pianeta, che chiamai Eva in ricordo
della mia progenitrice.

Utnapistim e Gilgamesh, il resto vi è noto. Non ho ancora


compreso se sono stato salvato o punito, dopo aver tradito la
legge di Dio.

UTNAPISTIM Amon da come si è svolta la storia credo che tu


sia stato salvato, o almeno lo è stata l‟umanità, per mezzo
della porta delle Stelle e non è stata l‟ultima volta.

167
Settanta volte sette- punizione ricorrente nel vecchio testamento.
168
Dall’ apocalisse: la lunghezza dei muri e l’altezza di circa 70 metri sono pari a 144
cubiti.

142
pagina n.143 499272_LAVORATO.pdf

La legge di Dio è stata rispettata, gli uomini sono scomparsi


per sempre da Gaia.

Oramai Utnapistim e Gilgamesh ne sapevano abbastanza,


si accomiatarono da Amon-Ra, ringraziandolo per la
disponibilità dimostrata, e ritornarono a Khafãjí. Davanti alla
parete tornò a scorrere il tempo a ritroso, ma giunti all‟anno
4500 a.C. l‟orologio indicò un numero non riconoscibile e
tutto si fermò.

GILGAMESH Utnapistim non possiamo andare su Gaia come


pensavamo visto che la porta delle stelle non si è aperta,
evidentemente il tempo della parete inizia da lì e non è
possibile tornare più indietro. Ci rimane una possibilità, quella
di giungere nel momento in cui arriva sulla terra Amon-Ra e
passare attraverso la porta in quel preciso istante, come
abbiamo già fatto nel pianeta “Aurora” per tornare sulla terra.
UTNAPISTIM Gilgamesh spero che tu abbia ragione, non c‟è
alternativa.

Gilgamesh e Utnapistim fecero tornare l‟orologio a qualche


minuto dopo il passaggio di Amon sulla Terra, passarono
attraverso la porta e giunsero nella piana di Giza169 dove si

169
Piana di Giza dove furono costruite le piramidi di Cheope, Chefren e Micerino a partire
da 2581 a.C.

143
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stava compiendo il trasferimento, e appena passato l‟ultimo


dei cento uomini si gettarono attraverso la porta.
Si ritrovarono dentro la sala descritta loro da Amon-Ra,
l‟idea di Gilgamesh aveva avuto successo.

144
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Ritorno al pianeta Gaia

La piramide era veramente immensa cosi come la sala.


Gilgamesh e Utnapistim ricordarono quello che avevano visto
sulla parete durante la visione dell‟apocalisse a proposito
della città celeste (Gerusalemme).170 “la città è un quadrato e
la sua lunghezza è uguale alla larghezza. Dodicimila stadi la
lunghezza , la larghezza come pure l‟altezza…ed il suo muro
interno di 144 cubiti per lato così l‟altezza… la città non ha
bisogno di sole che l‟illumini, perché la illumina la gloria di
Dio..”.
La sala era grande proprio come descritta da Amon-Ra,
solo che le pareti completamente riempite di geroglifici erano
due, la terza era appena iniziata, la quarta completamente
vuota.
Da alcuni geroglifici Gilgamesh capì che nella prima parete
si parlava della storia di Gaia, questa terminava proprio con
l‟abbandono della città di Mu e il passaggio attraverso la
porta delle Stelle, il geroglifico che rappresentava ciò era
molto semplice da interpretare.
La seconda parete trattava l‟intera storia dell‟uomo sulla
Terra, per questo le scritte erano molto più dense e
numerose, alcune vicende umane erano chiarissime come la
nascita dell‟ impero Egizio, la caduta di Troia , la nascita

170
Apocalisse 21,16 -21,17.

145
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dell‟impero romano, la venuta di Cristo..…., lo scoppio della


prima bomba atomica e la caduta della terribile meteorite del
21 dicembre 2012. Anche qui i segni terminavano con il
passaggio della porta delle stelle di due testimoni (loro due)
nel nuovo pianeta.
Nella terza parete i geroglifici erano molto limitati , di nuovo
c‟era la porta delle stelle e questa volta evidenziava il
passaggio di Oettam, e l‟arrivo del nuovo uomo sul pianeta
Aurora nel 2143 d.C.
I disegni poco dopo terminavano , evidentemente la storia
dell‟ umanità era arrivata fino a quel punto e era tuttora in
evoluzione.
Gilgamesh ricordò a Utnapistim quello che gli aveva detto
Einstein sul passato, sul presente e sulla vita nell‟universo.171
Gilgamesh e Utnapistim pensarono che sarebbe stato
molto utile avere al loro fianco persone esperte di scrittura di
geroglifici per poter tradurre tutto quello che c‟era scritto sulle
pareti, ma non era possibile.
Due i fatti che avevano colpito Gilgamesh:
Il primo era che l‟abbandono della città di Mu, anche detta
Atlantis gli ricordava molto la leggenda descritta sia dai greci
che dagli egiziani come la “Scomparsa di Atlantide”, e quella
descritta in molti miti delle popolazioni americane come i
Maya, gli Incas, gli Aztechi come la “Scomparsa di Mu”.
Evidentemente questo era il risultato di tanti racconti fatti
dagli abitanti di Gaia, elaborati successivamente dalle varie

171
Teoria dalla relatività generale alla cosmologia in “Considerazioni cosmologiche sulla
teoria della relatività generale”.

146
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popolazioni. In molte terre vicine alle americhe, popolazioni


antiche avevano posto dei Giganti di Pietra, come sull‟isola di
Pasqua, sia in ricordo di dei e giganti come i venuti da Gaia,
sia in ricordo della scomparsa di Mu (atlantis). Popoli di quei
posti credevano che la caduta di una stella chiamata Bal
avesse distrutto Mu e che il re di Mu avesse detto ai suoi
abitanti “Non vi ho predetto tutto questo?” e che malgrado
questi avessero implorato “Salvaci Ra-Mu”. Il re avesse
profetizzato che sarebbero morti tutti perché dallo loro ceneri
sarebbe nata una nuova razza umana”.172
Il secondo fatto era la data della caduta della meteorite
sulla terra - 21/12/2012, praticamente l‟inizio della fine della
Terra. Gilgamesh si tolse dal collo un laccio che portava un
disco piatto con sopra dei disegni strani e due date, e lo
mostrò a Utnapistim.
Questo disco, che sembra una grossa moneta di pietra,
l‟ho trovato in America poco dopo essere stato lasciato da
Colombo173 sul suolo americano. Seguendo alcuni indigeni
del posto arrivai in Messico e da lì fui portato in un centro
abitato da popolazioni indigene.
L‟amuleto mi fu donato da alcuni personaggi importanti di
quel popolo, e faceva riferimento ad una antica civiltà
presente nel luogo da moltissimo tempo chiamata Maya. Sul
disco si leggono due date che alla luce di ciò che successe

172
Frasi inserite in un trattato dell’ archeologo Churchward su la scomparsa di Mu.
173
Viaggio nel tempo e nello spazio- Alla ricerca del valore della scoperta (parte ultima).

147
pagina n.148 499272_LAVORATO.pdf

dopo nella storia sono interpretabili come 13/08/3114 a.C. e


21/12/2012 d.C.
Queste due date, secondo studiosi del ventesimo secolo,
significavano probabilmente per i Maya l‟inizio e la fine di un
Era. Le Ere totali sono cinque.174
I Maya credevano che l‟inizio e la fine di un Era sulla Terra
coincidessero sempre con un grande cataclisma, e ciò si è
poi verificato.
Il tempo che intercorre tra le due date è anche esattamente
la durata di un quinto di anno galattico175.
Non ti avevo mostrato ciò perché mi era sembrato, allora,
solo un amuleto senza alcun senso. Dopo che ho letto sulla
parete questa data , e ricordando la data in cui cadde la
micidiale meteorite che portò “la peste viola” sulla terra,
questo mi è sembrato un ulteriore segno del mistero della vita
e della morte.
Ora Gilgamesh e Utnapistim si misero ad osservare il
soffitto. Riportava il cielo stellato probabilmente visto da una
posizione al di fuori di tutte le costellazioni conosciute. Il
soffitto era stupendo nella sua bellezza, pieno di colori legati
ai colori delle varie stelle.
In esso era ben visibile la galassia a spirale con all‟ interno
il braccio destro la costellazione di Orione, con Betelgeuse e
il pianeta Gaia e le stelle della cintura con Alnilam e il pianeta
Aurora, il braccio interno la via lattea con il Sole e il pianeta

174
Un Era è pari a 5125 anni (1872000 giorni).
175
Anno Galattico pari a 25625 anni tempo di un giro del sistema solare intorno alla nostra
galassia.

148
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Terra e infine il braccio sinistro la costellazione del Toro con


una stella forse tra le più grandi dell‟universo El-Nath e un
pianeta molto lontano da essa ma del tutto simile per
grandezza alla Terra.
Degli archi nella volta che assomigliavano ad arcobaleni
univano i quattro pianeti Gaia-Terra-Aurora e l‟ultimo. La
sequenza era, un primo arco univa Gaia alla Terra, un
secondo arco univa la Terra ad Aurora, un terzo arco Aurora
al pianeta sconosciuto e infine un quarto questo pianeta alla
Terra. Le pareti erano quattro i collegamenti avrebbero
dovuto essere tre chissà…..
I due testimoni rimasero colpiti dalla bellezza della pittura,
e videro nell‟ arcobaleno la profezia della Bibbia “ Questo
sarà il segno del patto che io faccio tra me e voi e tutti gli
esseri viventi che sono con voi, per tutte le generazioni in
perpetuo”: Utnapistim non poteva certo aver dimenticato
questo segnale176.
Gilgamesh e Utnapistim non sarebbero potuti uscire da soli
da quel labirinto infinito, si sedettero ad osservare le pareti e
il soffitto in attesa che succedesse qualcosa. Tanto come
Angeli non avevano fretta.

176
Genesi 9,12.

149
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Ritorno al presente

I due Angeli-testimoni non sapevano se il compito


assegnatogli da Dio fosse terminato, e quindi finita la loro
avventura. Aspettavano una risposta, non sapendo se questa
sarebbe arrivata.
Osservando le pareti videro che gli avvenimenti accaduti
su Gaia erano poco numerosi e significativi rispetto a quelli
avvenuti sulla terra, e questo era in linea con quello che
aveva descritto Amon-Ra durante il loro incontro, dovuto alla
vita molto più lunga e quindi più lenta e immobile.
L‟orologio della parete segnava sempre un numero senza
senso, e non andava indietro. La storia di Gaia potevano solo
vederla sulla parete. Questo dimostrava che la parete con la
porta era stata inizializzata solo per il passaggio sulla terra e
quindi partiva da quel momento. La porta delle Stelle poteva
esser utilizzata solo da quel momento in avanti.

All‟ improvviso comparve Dio.

DIO Gilgamesh e Utnapistim il vostro compito è finito, potete


venire qui accanto a me, insieme agli altri Angeli e attendere

150
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che si compia quello che Giovanni ha descritto


nell‟apocalisse. La storia dell‟umanità non è ancora conclusa,
la vostra forse invece si.

Gilgamesh e Utnapistim furono felici di aver terminato la


loro infinita peregrinazione, soprattutto erano contenti perché
finalmente avrebbero potuto godere della presenza di Dio,
ma per Gilgamesh questa situazione non poteva durare a
lungo, la sua smisurata sete di conoscenza non riusciva ad
essere soddisfatta da quello che stava vivendo.

UTNAPISTIM Signore permettimi una domanda, se questo è il


tuo regno e quindi il paradiso di cui si parla nella apocalisse e
nel vangelo perché non vedo le anime di tutti coloro che sono
morti?.
DIO Utnapistim non è ancora arrivato il giorno della fine
dell‟uomo descritta nell‟apocalisse. Egli continuerà a vivere
per molto tempo e solo alla fine del Tempo ritornerò con mio
figlio e tutti verranno giudicati i vivi e i morti.177 Voi due avete
avuto solo un‟anteprima di quello che sarà alla fine dei giorni.
Proprio perché in voi avevo riposto le mie speranze per il
proseguimento della storia dell‟umanità, siete stati trattati
diversamente. Ora però il mio disegno potrà continuare
anche senza il vostro aiuto, almeno per il momento.

177
Passo dei vangeli e dell’apocalisse.

151
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GILGAMESH Signore perdonami per quello che sto per


chiedere. Ho cercato in vita l‟immortalità e infine l‟ho trovata,
ma l‟aver accompagnato, passo passo, l‟evoluzione della
umanità e aver utilizzato così intensamente la porta delle
Stelle per seguirla mi ha reso ancora più curioso e
desideroso di vedere come termina senza aspettare qui che il
futuro si svolga.
DIO Gilgamesh già sapevo che mi avresti fatto questa
richiesta. Ti avverto però che sarai solo in questo ultimo
viaggio, e che non sarà un viaggio facile. Sperimenterai la
solitudine e essere un Angelo non ti aiuterà sempre, e
riverificherai che si può soffrire molto anche se si è Dio.178

Gilgamesh si ritrovò al centro della sala nella grande


Piramide di Mu , senza aver potuto salutare Utnapistim il suo
grande compagno di vita per quasi una eternità.
Da qualche parte doveva ricominciare……ma non sapeva
proprio da dove e come.
Osservando le pareti vide che la scrittura sulla terza si era
implementata, la storia dell‟umanità proseguiva.
Passò a guardare ciò che era dipinto sulla volta della sala.
Le tre costellazioni, di Orione, la via Lattea e del Toro
sembravano avvicinarsi a lui permettendogli di osservarle
meglio.
Vide la nostra galassia a spirale con il braccio di Orione e
le sue molte stelle comparire sulla parete della porta delle

178
Solitudine di Gesù nel deserto e infine nell’orto dei Getsemani.

152
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Stelle, con i due pianeti Gaia e Aurora, poi il braccio interno


con la via lattea il sole e la Terra e infine lontano il braccio
sinistro con la costellazione del Toro e le due stelle maggiori
con il pianeta sconosciuto.

Rimase a guardarle senza pensare più al tempo.

153
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ORIONE

Betelgeuse Bellatrix

Gaia

Mintaka

Alnilam

Aniltak

Aurora

Rigel

Saiph

154
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Via Lattea

Sole
Terra

Betelgeuse

155
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TORO

M1

El-Nath

Aldebaran

Hyades

Pleiadi

156
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Decise di tornare su Aurora.

L‟Orologio sulla parete cominciò a scorrere dal 4500 a.C. il


tempo scorreva tanto velocemente che risultava quasi
impossibile capire lo svolgere degli avvenimenti sulla parete.
.
L‟orologio segnò l‟anno 2033 d.C. Gilgamesh notò che
sulla parete la storia aveva rallentato forse proprio per fargli
vedere quello che era successo sulla terra durante gli anni
della sua permanenza su Aurora. Così vide tutta la tragedia
dell‟uomo sulla terra in quegli anni, vide il propagarsi della
peste viola e la terribile decimazione di tutti i popoli della
terra, vide infine Oettam e Eneri rovistare nelle rovine di
Bagdad, trovare il luogo della porta delle Stelle, e soprattutto
gli sforzi di Erasec e Airam Aizitel per trovare la chiave di
salvezza, e come questi fossero diventati dei veri esperti di
traduzione della scrittura con geroglifici. Scoprire questo gli
sarebbe stato utile. Vide alla fine il passaggio di Oettam e del
suo popolo attraverso la porta nel 2143 d.C. Il tempo passato
da lui e Utnapistim su Aurora era stato di migliaia di anni, il
tempo reale invece solo di un centinaio.179
L‟orologio segnava l‟anno 2153 d.C. la porta delle Stelle si
aprì.
Erano passati solo dieci anni dall‟arrivo di Oettam su
Aurora, attraverso la porta delle Stelle.

179
Anche questo diverso valore del tempo fra il loro e quello della terra, poteva essere
spiegato con le teorie di Einstein.

157
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Gilgamesh si accorse che molto era cambiato sul pianeta,


Oettam e compagni avevano costruito una piccola città
accanto al lago. La loro capanna era diventato un
monumento, a forma di piramide, sul quale una targa
riportava la data dell‟esodo dalla Terra, con segnato il suo
nome e quello di Utnapistim.
La città sembrava in piena attività, Gilgamesh chiese di
Oettam, alcune persone indicarono la sua abitazione.
Oettam viveva lì con tutta la sua grande famiglia.
Gilgamesh si presentò. Oettam lo riconobbe subito, gli
presentò la sua famiglia, poi la sorella Eneri e i suoi anziani
genitori Erasec e Airam Aizitel, era proprio come se si
fossero lasciati qualche giorno prima, mentre erano passati
dieci anni..

GILGAMESH Oettam sono felice di vedere te e la tua famiglia,


ma soprattutto sono orgoglioso per come state costruendo la
nuova umanità su questo pianeta. Sono tornato perché
volevo vedere come la razza umana si sarebbe comportata e
per conoscere un futuro che avevo lasciato sul nascere. Ti
posso raccontare quello che ho visto, sulla Terra e sul nostro
passato, anche affinché l‟uomo non ripeta più errori che
possano comportare la sua estinzione.
OETTAM Gilgamesh, grazie di essere tornato, con grande
gioia e piacere voglio che tu mi racconti quello che hai visto.
Insieme alla mia famiglia ascolterò attentamente e ti prometto

158
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che faremo di tutto affinché la razza umana non distrugga


questo pianeta.

Gilgamesh, Oettam e gli altri si misero davanti alla parete


con la porta delle Stelle e su di essa iniziò a scorrere la Storia
dell‟uomo a partire dal 4500 a.C. fino al 2153 d.C.
Oettam e la sua famiglia rimasero per tutto il tempo assorti
nella visione. Questa andò avanti per molti giorni, ogni tanto
fecero delle pause ristoratrici, ma il desiderio di conoscenza
fu tale che la maggior parte del tempo, la passarono davanti
alla parete.
Alla fine tornati al momento del passaggio, ci fu un attimo
di tensione e di angoscia, ma tutto fu di una grandiosità
inarrivabile.
A questo punto Gilgamesh fece una richiesta ad Oettam.
Rimanevano ancora molte cose non comprese disegnate
sulle pareti della piramide di Mu, e Gilgamesh aveva
intenzione di capire quel passato, chiese ad Oettam se
poteva tornare a Mu con suo padre Erasec per interpretare
quello che aveva visto.
Oettam lo chiese direttamente ad Erasec e Airam Aizitel,
lui non sarebbe andato, oramai capo del suo popolo non
poteva lasciarlo.
Erasec e Airam Aizitel si dimostrarono entusiasti, la loro
età avanzata non avrebbe più fornito una occasione del
genere e accettarono con gioia.

159
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Gilgamesh ringraziò Oettam e Eneri si pose davanti alla


porta con Erasec e Airam Aizitel, insieme passarono
attraverso di essa nel momento preciso in cui Amon-Ra era
giunto sulla terra. Come fatto da Gilgamesh in precedenza
ripassarono di nuovo attraverso la porta e si ritrovarono nella
sala della piramide di Mu.

160
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EPILOGO

Gilgamesh, Erasec e Airam Aizitel si trovarono dinnanzi


alle quattro pareti. La storia dell‟intera umanità era scritta su
di esse, fino al momento del loro arrivo nella sala. Erasec e
sua moglie rimasero senza parole, Gilgamesh oramai
conosceva il tutto.
Finalmente forse avrebbe potuto capire di più sulla parte
iniziale della storia facendosi aiutare da i due nuovi testimoni.
La seconda parete riportava la storia dell‟uomo sulla terra,
Erasec e Airam Aizitel in parte la conoscevano dopo aver
visto l‟evolversi della Storia sulla parete, solo la prima parte
era loro sconosciuta.
Gilgamesh si premurò di spiegare loro tutto quello che
aveva saputo su di essa.
La terza parete era solo iniziata. La quarta completamente
vuota.
Erasec e Airam Aizitel si misero subito al lavoro e
occuparono molto tempo per cercare di capire tutto quello
che era scritto, ma in quella sala il tempo era fermo e così
poterono andare avanti senza posa per chissà quanto. La
piramide di Mu era come un luogo al di fuori dello spazio e
del tempo.
Ora potevano raccontare a Gilgamesh quello che avevano
scoperto e non era poco.

161
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ERASEC Gilgamesh quello che abbiamo scoperto attraverso


le scritte sulla prima parete ci spiega l‟evoluzione del popolo
di Mu. Anche su Gaia come sulla Terra, degli esseri umani
vivevano da tempi memorabili, centinaia di migliaia di anni,
ma solo ad un certo momento 4500 anni180 prima del
passaggio sulla terra, un uomo nuovo si presentò e da lì
inizia la vera Storia.

GILGAMESH Erasec anche sulla Terra l‟uomo era presente


migliaia di anni prima che nel 4500 a.C. arrivasse Amon-
Adamo sulla terra attraverso la porta delle Stelle, ma anche li
la storia dell‟umanità iniziò da quel momento.

AIRAM AZITEL Questo da una parte ci dice che la teoria


dell‟evoluzione di Darwin è esatta, ma anche che la teoria
creazionista non è in contraddizione con essa.

Erasec e Airam Aizitel spiegarono a Gilgamesh che nei


quattromila cinquecento anni trascorsi dall‟uomo su Mu non
erano successe cose sconvolgenti si era vissuto in pace
anche perché la vita lunga aveva impedito un gran ricambio
nelle generazioni.
L‟unica grande disgrazia era stata la caduta del meteorite
avvenuta settecento sessanta anni dopo l‟arrivo dell‟uomo su

180
4500 anni riferiti all’anno terrestre di 365 giorni ma corrispondenti a 300 anni riferiti
all’anno di Gaia pari a 5479 giorni.

162
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Gaia che aveva portato migliaia di anni dopo la peste viola


decretandone la fine.
La città di Mu era l‟unica città presente su Gaia, per un
motivo molto particolare.
Il pianeta Gaia ruotava velocemente intorno a Betelgeuse
con una durata di circa 5475 giorni, un anno su Gaia
equivaleva a quindici anni sulla Terra, e per questo
probabilmente anche l‟età degli abitanti di Mu era di circa
mille cinquecento anni.
Il suo asse era disposto come quello della luna rispetto alla
terra e Gaia offriva sempre la stessa faccia a Betelgeuse.
Per questo la temperatura non consentiva la vita sul
pianeta sulla parte nascosta e nelle sue vicinanze e l‟acqua
era completamente ghiacciata. Nella faccia sempre esposta
invece la temperatura era buona anche se sempre intorno ai
15-25 gradi e l‟acqua non scendeva mai sotto i sette gradi. Il
popolo di Gaia, a causa di questa esposizione al suo sole,
aveva sempre vissuto la sua lunga vita conoscendo
praticamente solo il Giorno (Eos).
La città di Mu si era sviluppata proprio al centro della faccia
visibile, tutta intorno alla grande piramide che si trovava in
quel luogo da un tempo indefinito.
La popolazione non aveva mai superato i diecimila
individui.
Il meteorite era caduto nella parte nascosta ma una
spedizione organizzata da Amon-Adamo circa tremila
settecento anni dopo era andata a cercarlo, e trovato l‟aveva
portato nella città di Mu.

163
pagina n.164 499272_LAVORATO.pdf

Poco dopo era iniziata la “peste viola” che in poco tempo


aveva distrutto il popolo di Gaia.

ERASEC Gilgamesh dalla lettura dei geroglifici il primo uomo


della storia di Gaia si chiamava Geus e la prima donna Era.
Inizialmente non erano degli uomini ma degli angeli rimasti
indecisi se passare dalla parte di Satana o di Dio. Per questa
loro posizione non chiara Dio li condannò a diventare mortali
e li mandò su Gaia.
GILGAMESH Erasec credo che tu abbia ben interpretato
quanto descritto sulla parete. Non mi sembra un caso che il
nome Geus assomigli al nome Zeus dio nei miti greci e così
anche Era. Inoltre Geus è anche la seconda parte del nome
della stella Betel-geuse. Utnapistim mi spiegò il senso di
Betel ora capisco il senso di Geus. Anche il nome di Era ha
molte assonanze e con il nome di Ea e di Ra o ancora di Eva.
L‟uomo sulla terra potrebbe aver stravolto i nomi originari
tramandatigli da i coloni di Gaia, come ha fatto per la storia di
Mu o Atlantide. Per quanto riguarda invece la piramide di Mu
non ci sono riferimenti sulla parete forse ce ne saranno solo
alla fine di tutto.

Erasec descrisse a questo punto quello che aveva visto


sulla volta della sala, spiegando a Gilgamesh il senso e il
valore delle stelle che in esso erano rappresentate.

164
pagina n.165 499272_LAVORATO.pdf

La stella di Betelgeuse era una stella supergigante rossa


con una temperatura alla superficie di circa 3500 K che però
probabilmente era alla fine della sua vita e presto si sarebbe
trasformata in una supernova, anche per questo Amon-
Adamo aveva dovuto abbandonare Gaia.
Il sole era una nana gialla, una stella piccola con ancora
qualche miliardo di anni di vita, l‟uomo l‟aveva dovuta
abbandonare solo per sua colpa, per aver praticamente
distrutto il suo pianeta Terra.
La stella di Alnilam era molto giovane e caldissima, con
una temperatura di 25000 K ma piccola, il suo pianeta Aurora
era su di un‟orbita molto circolare con stagioni non molto
diverse con una buona temperatura in superficie, molto
vivibile, ed un anno pari a quello terrestre, solo le altre due
stelle molto vicine Alnitak e Mantaka potevano alla lunga
creare problemi alla stabilità dell‟orbita e quindi mandare alla
deriva Aurora.
Infine la stella di El-Nath era una gigante Blu , una stella
sulla cui superficie c‟erano 14000 K. Questa temperatura
elevatissima e la grandezza della stella dovevano rendere il
pianeta sconosciuto molto caldo a meno che la sua orbita
non fosse veramente molto distante dalla stella, molto più
distante dei nostri pianeti nettuno e urano. II suo tempo di
rotazione intorno alla stella doveva sicuramente superare i
trenta anni terrestri. La vita, nel caso fosse possibile e di
questo Erasec non ne era certo, facendo i calcoli rispetto a
quello che aveva visto accadere su Gaia e la Terra, doveva
durare quasi una eternità.

165
pagina n.166 499272_LAVORATO.pdf

Quella stella sarebbe diventata prima o poi un buco nero.

Erasec e Airam Aizitel sapevano di aver esaurito il loro


compito, chiesero a Gilgamesh di poter tornare su Aurora.
Gilgamesh acconsentì con piacere e ringraziandoli per tutto
quello che gli avevano fatto conoscere li aiutò a tornare nel
2153 d.C. sul loro pianeta Aurora attraverso la porta delle
Stelle.
Gilgamesh era rimasto di nuovo solo con se stesso, pensò
ad alcune analogie viste sulle pareti:
La prima; l‟uomo Geus era apparso esattamente 4500 anni
prima dell‟ esodo di Amon-Adamo sulla Terra, così come
erano passati 4500 anni da quel momento alla nascita di
Gesù‟.
La seconda, non meno significativa; Geus non era altro
che l‟anagramma di Gesù e anche questo non poteva essere
un caso. BetelGeuse poteva voler dire “La casa di Dio e di
Gesù e della porta del cielo”
La terza; le due meteoriti che avevano in pratica distrutto
Gaia e poi la Terra avevano portato entrambi la pesta viola,
forse era una specie di cometa che girovagando per la nostra
galassia a spirale decretava la necessità per l‟uomo di
emigrare su altri pianeti con uno scopo salvifico.
La quarta; il nome Gaia significava tra l‟altro anche Gea,
cioè la nostra Terra.
La quinta; il nome di Aurora che Gilgamesh e Utnapistim
avevano dato al nuovo pianeta significava Eos proprio come

166
pagina n.167 499272_LAVORATO.pdf

il modo di vivere del popolo di Gaia sempre esposto al


giorno, e da Gaia si era partiti per arrivare infine su Aurora.
Probabilmente le analogie non erano finite e chissà cosa
sarebbe accaduto ai coloni di Aurora e a coloro che prima o
poi, stando al disegno sul soffitto della sala, erano destinati
ad un'altra grande trasmigrazione sul pianeta ancora
sconosciuto che ruotava intorno alla stella El-Nath.
Gilgamesh era stanco si sentiva solo, il tempo passava
senza trascorrere nella grande sala, cominciò a capire cosa
avesse voluto dire Dio con la sua frase “sperimenterai la
solitudine e non ti aiuterà essere un angelo…..”. Pensò che
forse avrebbe fatto meglio a restare come Utnapistim al
cospetto di Dio.

All‟improvviso, chissà quanto tempo dopo, proprio mentre


oramai Gilgamesh si accingeva a chiedere al suo Signore di
poter ritornare da lui, la porta delle Stelle si aprì e comparve il
suo amico Utnapistim.

UTNAPISTIM Caro Gilgamesh non ce l‟ho fatta ad aspettare il


tuo ritorno. Dio mi ha dato il permesso di accompagnarti
nell‟ultimo grande viaggio, dicendomi solo che sarebbe stato
il più fantastico della nostra lunga esistenza.

Gilgamesh e Utnapistim si abbracciarono come dei vecchi amici


pronti a fare il salto più incredibile verso l‟ignoto che li
aspettava.

167
pagina n.168 499272_LAVORATO.pdf

“«Io ho... visto cose che voi umani non potreste


immaginare navi da combattimento in fiamme al largo dei
bastioni di Orione e ho visto i raggi Beta balenare nel
buio vicino alle porte di Tannhauser e tutti quei momenti
andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia è
tempo di morire»

168
pagina n.169 499272_LAVORATO.pdf

VIAGGIO VERSO LA BATTAGLIA FINALE

PROLOGO

“Gilgamesh e Utnapistim si abbracciarono come dei vecchi


amici pronti a fare il salto più incredibile verso l‟ignoto che li
aspettava”.181
………………………
………………………………………………………………………
………………………………………………………………………
………………………………………………………………………
…………….

GILGAMESH Utnapistim credo che dobbiamo ancora assistere


alla trasmigrazione dell‟uomo sull‟ultimo pianeta182 come
segnato sulla volta della sala.
UTNAPISTIM Gilgamesh ho assistito, da dove stavo, a molte
delle peripezie che hai sopportato, ma prima di intraprendere
un altro viaggio vorrei uscire da questa Piramide e vedere dal
vivo questo pianeta.

181
Viaggio verso l’inizio della vita - Epilogo.
182
Pianeta ruotante intorno alla stella di El-Nath. -Viaggio verso l’inizio della vita-Ritorno al
pianeta Gaia.

169
pagina n.170 499272_LAVORATO.pdf

Gilgamesh e Utnapistim si incamminarono per i corridoi


che partivano dalla grande sala, ricordavano quanto dettogli
da Amon-Adamo circa le difficoltà incontrate durante il
tragitto, e ripercorrendo esattamente nel modo in cui gli era
stato descritto il percorso si ritrovarono all‟entrata della
Piramide di Mu.
La vista della Piramide era grandiosa, la sua altezza
veramente imponente. Il suo colore marrone chiaro si
stagliava a confronto del cielo di Gaia completamente giallo.
Tutto intorno c‟era solo sabbia. Sabbia fine e chiara che si
estendeva per molti chilometri intorno alla Piramide.
Si respirava un‟aria caldissima e si capiva che a vista
d‟occhio la vita era scomparsa da Gaia, probabilmente dopo
la fuga del popolo di Amon-Adamo.
Anche la vita animale doveva essere scomparsa come
effetto della peste viola dopo la caduta della meteorite.
Arrivarono dopo svariate ore nei pressi dei ruderi della città
di Mu, la città era costituita da torri e piramidi di varie misure,
coperte quasi interamente da una sabbia leggermente più
scura di quella intorno alla Piramide di Mu.
La temperatura si era alzata di molto, la stella di
Betelgeuse era oramai vicino a trasformarsi, entro qualche
migliaia di anni, in una supernova. L‟ uomo non sarebbe più
potuto tornare a Gaia.
Gaia era oramai un pianeta morto, restava intatta solo la
grande Piramide di Mu con tutto quello che voleva ancora
dire per l‟esistenza dell‟uomo.

170
pagina n.171 499272_LAVORATO.pdf

Gilgamesh e Utnapistim stanchi di girare per una città


fantasma fecero ritorno alla Piramide di Mu, ed osservandola
bene dall‟esterno si accorsero che ad ogni angolo della
piramide c‟erano delle specie di aperture, e che queste si
ripetevano per ogni piano della Piramide contarono le
aperture erano 144 (centoquarantaquattro)183. Da ogni
apertura spuntava una specie di cannone ma la forma era
tale che non utilizzava sicuramente proiettili, dovevano
essere cannoni laser.

183
Viaggio verso l’inizio della vita – Ritorno al pianeta Gaia.

171
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Ritorno verso il pianeta Aurora

Gilgamesh raccontò a Utnapistim in dettaglio quello che


aveva visto e vissuto durante la sua assenza. Raccontò del
suo ritorno sul pianeta Aurora, della conoscenza del padre e
della madre di Oettam e come questi l‟avessero aiutato a
capire quello che era successo su Gaia.
Le pareti nella sala raccontavano molto bene quello che
era successo all‟uomo, mancava sulla quarta parete ciò che
sarebbe avvenuto sul nuovo pianeta.
Utnapistim ascoltava con interesse il racconto di
Gilgamesh Utnapistim e soprattutto gli dispiaceva non aver
partecipato a questa parte di viaggio, ma era contento di aver
deciso di ritornare con lui, per continuare a scoprire il futuro
dell‟uomo.
Gaia e i suoi resti non potevano dire altro di nuovo che non
testimoniare l‟abbandono definitivo del pianeta, almeno a loro
sembrò così.
Ritornarono nella piramide e seguendo la strada a ritroso si
ritrovarono nella sala della Porta delle Stelle.
Quanto tempo era passato?.
Quella sala aveva proprio la proprietà di far fare al Tempo i
salti più incredibili annullando il passato, il presente ed il
futuro.

172
pagina n.173 499272_LAVORATO.pdf

Sulla terza parete la storia era andata avanti, i segni


riempivano la metà della parete, si poteva leggere che era
successo l‟imponderabile.

UTNAPISTIM Gilgamesh, da quello che mi hai detto, sei


sicuramente in grado più di me di interpretare il significato
dei geroglifici. Anche se capisco abbastanza quello che è
rappresentato mi sfuggono i particolari, dimmi ciò che vedi.
GILGAMESH caro Utnapistim, Aurora è arrivata alla sua fine. Ti
ricordi le tre lune che vedemmo appena giunti sul pianeta, un
grande meteorite proveniente dallo spazio ha urtato una delle
lune è ciò ha modificato l‟orbita di Aurora. Perché non
utilizziamo la parete della Porta delle Stelle per vedere
meglio ciò che è successo, visto che oramai è parte del
passato?.

UTNAPISTIM Buona idea Gilgamesh.

Gilgamesh e Utnapistim si sedettero di fronte alla parete


della Porta delle Stelle.
In alto sulla parete comparve l‟anno 3333 d.C. erano
passati quasi mille anni dall‟ ultimo incontro di Gilgamesh con
Erasec e Airam Aizitel. L‟uomo aveva continuato a vivere sul
pianeta Aurora senza più guerre ricordando e temendo quello
che era successo sulla Terra.

173
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Questo non aveva evitato che il popolo di Aurora stesse


per essere sottoposto ad una grande tragedia, l‟urto della
meteorite con una delle tre lune aveva spostato, anche se di
poco, l‟orbita dello stesso pianeta intorno ad Alnilam.
Lentamente ed inesorabilmente il pianeta si stava
avvicinando anche alle altre due stelle Alnitak e Mantaka,
costituenti la cintura di Orione, questo avrebbe comportato
che nello svolgere di pochi anni il pianeta si sarebbe
allontanato per sempre da quel sistema solare, diventando
sempre più freddo nello spazio profondo. L‟uomo da li a poco
sarebbe scomparso per sempre. La parete si oscurò e la
Porta delle Stelle si aprì.
Gilgamesh e Utnapistim capirono quale era il loro compito
e cosa dovevano fare per salvare l‟uomo. Attraversarono la
Porta e si ritrovarono su Aurora per la terza volta.
Si recarono nel palazzo, dove Gilgamesh si era incontrato
la seconda volta con Oettam, e si presentarono al capo di
quel popolo.
Il capo di nome Ela Drossan li riconobbe subito. Nei mille
anni trascorsi gli esseri umani di Aurora erano aumentati di
molto, raggiungendo quasi un milione di persone. Ma la
capitale di quel popolo era rimasta vicino al posto dove loro
due si erano ritrovati la prima volta, dove Oettam aveva posto
le prime fondamenta della città, e costruito un monumento a
piramide in ricordo di Gilgamesh e Utnapistim.
Il popolo di Aurora li stava aspettando, i racconti fatti da
Oettam al popolo di Aurora facevano oramai parte della storia

174
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dell‟umanità, ed a tutti era stato detto che se si fossero trovati


in difficoltà Gilgamesh sarebbe tornato per aiutarli.
Gilgamesh era tornato, come aveva previsto Oettam, ed
tutti si aspettavano da lui la soluzione alla loro tragedia
imminente.
La vera ed unica possibilità di salvezza era quella legata
alla Porta delle Stelle, ed utilizzando questa andarsene su un
altro pianeta.
Gilgamesh e Utnapistim cercarono di preparare il popolo di
Aurora al passaggio spiegando loro che si sarebbero trovati
su un pianeta sconosciuto facente parte di una grande Stella,
il cui nome era El-Nath nella costellazione del Toro.
Prima di effettuare il passaggio attraverso la Porta, Ela
Drossan raccontò come Oettam avesse sempre conservato
le tavole ritrovate nelle macerie di Bagdad in una teca di
cristallo all‟interno del monumento a loro dedicato;
monumento costruito proprio nel luogo del loro primo arrivo,
e di quello del popolo di Oettam. Tali tavole avevano assunto
l‟importanza delle tavole consegnate a Mose184.
Il tempo era tiranno, un intero popolo doveva passare
attraverso la Porta delle Stelle.
Il passaggio sarebbe durato svariati giorni dato il numero
alto di abitanti, e andava organizzato con cura per evitare
intoppi e confusione. Ela Drossan mise su un triunvirato
composto da Ait Tirvo, En Mios e At Mar e la gente guidata
da questo triunvirato si mise diligentemente in fila per

184
Tavole dei dieci comandamenti- Bibbia.

175
pagina n.176 499272_LAVORATO.pdf

passare attraverso la Porta delle Stelle, non creando ulteriori


problemi per questa innumerevole trasmigrazione.

Tutto il popolo alla fine passò attraverso la porta e si trovò


in un posto nuovo ma insieme vecchio.
Gilgamesh se ne accorse subito e non seppe spiegare
quello che era successo. Il nuovo pianeta era proprio la
vecchia Terra e la città la vecchia Khafãjí.
L‟uomo di Aurora era ritornato al punto di partenza, lì da
dove erano partiti Oettam e la sua gente.
La gente di Aurora ne era felice, in fondo era un ritorno alle
origine della loro Storia, ed Oettam aveva lasciato a loro
molte notizie sul vecchio pianeta.
Gilgamesh e Utnapistim in poco tempo levandosi in volo185
videro che molto era cambiato, la vegetazione aveva preso il
sopravvento sulle costruzioni dell‟uomo, ma scoprirono anche
che molti animali erano sopravvissuti in questi mille anni, e
sicuramente qualcosa era cambiato, spettava al popolo di
Aurora scoprire ciò e ricostruire la vita sulla vecchia Terra.
Gilgamesh e Utnapistim decisero di non fermarsi qui sulla
Terra, ma di ritornare su Gaia per capire quello che era
successo e perché quello che loro pensavano del futuro,
secondo quanto visto nella sala della piramide, aveva preso
una piega completamente diversa.
Ela Drossan disse a Gilgamesh che nella fretta di
andarsene si era dimenticato di prendere le tavole originali

185
Volo nel capitolo – Viaggio verso l’inizio della vita - Alla ricerca della nuova vita.

176
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dell‟epopea, anche se molti libri ne riportavano oramai il


contenuto secondo quanto decifrato186 nel 2033 d.C.
I due testimoni salutarono Ela Drossan e tornarono alla
confluenza dei due fiumi vicino al mar morto dove era la
piramide semidistrutta di Utnapistim con dentro la Porta delle
Stelle e con il noto metodo del passaggio187 effettuato pochi
istanti dopo il passaggio di Amon-Adamo da Gaia alla Terra,
si ritrovarono nella sala della Piramide di Mu.

186
Viaggio nel tempo e nello spazio –Prologo.
187
Viaggio verso l’inizio della vita - Incontro con Amon-Adamo.

177
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Il mistero della quarta parete

Nella sala molto era cambiato, intorno alla metà della terza
parete era oramai trascritto quello che avevano vissuto su
Aurora, ed il ritorno verso la Terra. Il popolo di Aurora era
salvo, e probabilmente chissà per quanto tempo ancora
sarebbe rimasto sul pianeta ritrovato.
Il loro destino sarebbe stato trascritto sulla terza parete
sulla parte ancora in bianco fino ad arrivare alla fine della
stessa?.
Ma il passaggio da Aurora al nuovo pianeta non si sarebbe
mai compiuto, in quanto la quarta parete era scritta per i due
terzi anch‟essa. Gilgamesh e Utnapistim erano sicuri di
averla vista vuota in precedenza e quello che ora vedevano
segnato su di essa aveva dell‟incredibile.

GILGAMESH Utnapistim prima di cercare di interpretare quello


che vediamo sulla quarta parete voglio farti notare una cosa
che mi ha fatto molto pensare. Ricordi le date incise sulla
medaglia Maya188 che porto al collo? La prima è 3114 a.C. la
seconda 2012 d.C. sono, come già ti dissi l‟inizio e la fine di
un era galattica189. La seconda coincise con la caduta della

188
Viaggio verso l’inizio della vita - Ritorno al pianeta Gaia.
189
L’anno galattico è pari a 25625 anni , composto da cinque ere di 5125 anni.

178
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meteorite sulla terra, la prima con la data probabile del


diluvio universale che tu conosci bene.
UTNAPISTIM Si Gilgamesh ricordo quanto mi dici, e
l‟importanza di quelle date nella storia dell‟umanità.

GILGAMESH Ora quando ritornai nella Piramide di Mu


insieme ad Erasec e Airam Aizitel, questi mi spiegarono il
significato dei geroglifici disegnati sulla prima parete. Anche lì
la meteorite, che praticamente costrinse il popolo di Gaia ad
abbandonare il proprio pianeta, era caduta circa settecento
anni dopo l‟arrivo su Gaia di Geuse e cioè circa tremila
settecento quaranta anni prima della fuga di Amon-Adamo.
Se sommi questi anni al periodo trascorso dal passaggio di
Amon-Adamo sulla terra(circa il 4500°a.C.) e l‟anno Maya
3114 a.C. si torna a cinquemila centoventicinque anni
esattamente un'altra Era. Questa inizia con la caduta della
meteorite e finisce con il grande diluvio. Se è vero che
qualcosa di imprevedibile succede sempre al passaggio di un
era, la prossima sarà nel 7137 d.C. Considerando che siamo
giunti qui nella Piramide di Mu intorno al 3333 d.C. mancano
ancora tremila ottocento quattro anni prima che succeda
qualcosa di irreparabile per l‟umanità.

Gilgamesh e Utnapistim avevano quindi tutto il tempo per


cercare di capire a fondo cosa stava impresso sulla quarta
parete.

179
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Anche su questo pianeta come su Gaia e sulla Terra degli


uomini esistevano già, comprensibile visto che la vita
dell‟universo era di circa quindici miliardi di anni, ma anche
qui qualcosa aveva decretato l‟inizio della storia.
Qui Dio aveva cacciato il suo angelo più bello Lucifero
(Satan) che si era ribellato a lui. L‟ira di Dio era stata
veramente grande e insieme a Satan erano stati cacciati tutti
gli angeli che erano passati dalla sua parte. La cacciata
precedeva di poco quella di Geuse su Gaia, l‟angelo ignavo
che non aveva preso posizione nella battaglia tra angeli.
Mentre però Geuse era stato inviato su Gaia come angelo
diventato uomo e alla sua morte era tornato nel paradiso di
Dio, Satan e gli altri demoni non avrebbero subito lo stesso
trattamento.
Tutti i Demoni cacciati sul nuovo pianeta non sarebbero più
tornati alla vista di Dio, ma secondo quanto riportato dall‟
apocalisse avrebbero abitato per sempre l‟inferno.
Da quel pianeta non potevano andarsene con il loro corpo,
al più il loro spirito avrebbe potuto vagare nell‟ universo alla
ricerca di altri uomini da conquistare, ma ovunque sarebbero
stati combattuti da altri angeli.
L‟ unico pianeta per sempre a loro disposizione era questo.
Satan o Baal, questo un suo altro nome, e la sua corte
avevano aspettato circa settecento sessanta anni prima di
presentarsi agli uomini di questo pianeta.

180
pagina n.181 499272_LAVORATO.pdf

Approfittando della caduta di una grande meteorite che


questi uomini chiamarono Baal190, Satan e gli altri Demoni si
mostrarono agli uomini facendogli credere che solo la loro
presenza avrebbe evitato la grande peste191 che altrimenti li
avrebbe uccisi tutti.
Gli uomini non erano in grado di valutare la veridicità di ciò,
solo che nei primi mesi dopo la caduta effettivamente molti
uomini erano morti inaspettatamente e questo li convinse che
Satan ed i suoi dicevano la verità.
Dimenticarono i loro idoli e iniziarono a credere che questi
fossero Dei immortali.
In poco tempo Satan e gli altri Demoni convinsero gli
uomini di questo pianeta a fare quello che essi volevano.

Gilgamesh e Utnapistim non avevano però compreso


perché se il periodo era contemporaneo al periodo di
esistenza di Gaia, questi disegni non fossero presenti sulla
parete al loro primo arrivo nella sala della piramide. Ma forse
una spiegazione l‟avrebbero trovata.

Il nome del pianeta, imposto da Satan agli uomini che li


vivevano, fu Bezoar192, il significato del nome si poteva intuire
da un disegno che rappresentava una specie di animale con

190
Vedi caduta della meteorite su Gaia- Viaggio verso l’inizio della vita - Alla ricerca
dell’origine della umanità.
191
La peste viola seguita alla caduta delle meteoriti su Gaia e la Terra.
192
Caprone in lingua ebraica.

181
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delle lunghe corna193. Gli angeli trasformati in Demoni spesso


venivano rappresentati in questo modo dagli uomini in tutto
l‟universo.
I Demoni avevano costretto gli uomini di Bezoar a
occuparsi di scienza e tecnologia con lo scopo di arrivare
prima o poi a costruire dei Robot-Androidi sempre più
perfetti, fino ad arrivare ad una tale perfezione che
difficilmente questi potevano essere riconosciuti come tali.
Il non poter creare l‟uomo da parte di Satan era causa di
grande invidia per questo angelo decaduto, che aveva deciso
di crearne uno molto simile e con proprietà molte vicine ad
esso.
Questo aveva richiesto molto tempo, come d‟altronde era
successo per la scienza sulla Terra. Solo che il controllo
stretto del popolo di Bezoar da parte dei Demoni aveva fatto
si che questi non avessero perso tempo con litigi e guerre,
pur essendo di fatto schiavi di questi. Una dittatura potremmo
dire “illuminata” ma con uno scopo terribile e malefico.
Trovare il modo di sconfiggere l‟uomo definitivamente in
qualsiasi pianeta si trovasse.

Anche questa volta sulla parete era disegnato il passaggio


dell‟uomo sul pianeta attraverso la Porta delle Stelle, circa
quattromila ottocento anni dopo la cacciata su di esso di
Satan.

Inaspettatamente l‟uomo arrivò su Bezoar dalla Terra.

193
Apocalisse 17,7.

182
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GILGAMESH Utnapistim credo di aver capito quale compito si


stanno dando gli Androidi di Bezoar. Arrivare in qualche
modo su Gaia o sulla Terra, impossessarsi della “Porta delle
Stelle” e distruggere la Piramide di Mu. Così potranno
arrivare su qualsiasi pianeta dove vive l‟uomo e
sottometterlo. Satan potrà riprendersi la rivincita su Dio,
sconfiggendo la sua creatura più amata.
UTNAPISTIM Gilgamesh credo che tu abbia ragione. Ma chi
potrà fermare questi Androidi, sono praticamente quasi
immortali e non hanno bisogno come l‟uomo di cibo o altro. Il
tempo è dalla loro parte. Il loro cervello positronico dura quasi
all‟infinito a meno di rotture casuali. L‟uomo è destinato a
soccombere.

GILGAMESH penso che invece noi due saremo protagonisti


ancora, e che forse proprio a noi due Dio ha lasciato il
compito di trovare una soluzione. Forse anche per questo
motivo solo ora siamo in grado di vedere quello che c‟è sulla
parete, l‟avessimo visto prima forse non saremmo stati pronti
a reagire. Aver in qualche modo salvato l‟umanità già due
volte, ci ha reso più forti e consapevoli della nostra
importanza.

La lettura della quarta parete si stava facendo più


complessa e alcune cose sembravano incomprensibili.
Utnapistim riprese una idea di Gilgamesh, se tutto ciò era
già avvenuto potevano vederlo attraverso la parete della

183
pagina n.184 499272_LAVORATO.pdf

Porta delle Stelle. Una cosa era interpretare delle scritture


un‟altra vedere con i propri occhi quello che era accaduto.

Occorreva cambiare la chiave di passaggio sulla Porta


delle Stelle utilizzando le stesse parole già impresse sulla
stessa “Un milione di anni fa nel cielo è Ra , Dio del sole.
Sigillata e sepolta per sempre, la porta delle Stelle”.

Se avessero usato la stessa chiave sarebbe ripartita la


Storia dell‟umanità a loro già nota, e non quella relativa al
pianeta Bezoar. Ma partendo da quella potevano trovare
quella giusta, come avevano fatto Oettam ed Erasec per
trovare il passaggio verso Aurora.
Provarono e riprovarono migliaia di volte senza successo
ma ad un certo momento sembrò a loro di aver trovato una
frase significativa con un senso compiuto.

184
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L’altra storia dell’Uomo su Bezoar

Posero i tasselli sulla porta nella nuova sequenza:


“La porta delle Stelle da un milione di anni fa è sigillata e
sepolta. Ra, Dio del sole è nel cielo per sempre”.

La porta delle stelle da un milione di anni fa

è sigillata e sepolta.

Ra, Dio del sole è nel cielo per sempre.

La parete si illuminò ed iniziarono a vedere tutto quello che


era successo sul pianeta Bezoar qualche centinaia di anni
dopo il 4500 a.C. L‟inizio non poteva essere precedente
perché come loro già sapevano la storia sulla parete della
Porta partiva esattamente poco prima del passaggio di
Amon–Adamo sulla Terra, questo evidentemente valeva
anche per Bezoar. La Storia sulla parete iniziava sempre
dopo il primo passaggio attraverso la stessa.
Anche adesso l‟orologio temporale segnava il tempo in
modo digitale, utilizzando sempre la data della venuta di

185
pagina n.186 499272_LAVORATO.pdf

Cristo sulla Terra come punto di partenza, a testimonianza


che quella data rimaneva la data più significativa della storia
dell‟intera umanità.
La storia relativa a Bezoar partiva anch‟essa da un altro
passaggio di cui fino a quel momento loro non ne sapevano
niente. Un passaggio di poco successivo a quello di Amon-
Adamo.
Sulla parete comparve un elenco dei Demoni che erano
stati cacciati da Dio su quel pianeta dopo una aspra lotta
combattuta tra di loro e gli Arcangeli fedeli a Dio, ed il nome
di quest‟ultimi.
Tra i vari nomi che comparvero Gilgamesh e Utnapistim
ritrovarono nomi a loro noti fin dall‟antichità, come a
significare che comunque un contatto tra costoro e gli uomini
sia di Gaia che della Terra c‟era stato in passato, o
comunque notizie di loro si erano tramandate o trasformate
durante la storia dell‟umanità. Tanti di quei nomi i nostri due
eroi li avevano visti sulla parete della Porta delle Stelle
durante la visione dell‟Apocalisse di Giovanni.

Prima comparve come era costituita l‟organizzazione di


tutti gli angeli del cielo.

La gerarchie degli angeli erano tre:


della prima facevano parte; Serafini -Cherubini -Troni
della seconda; Dominazioni - Podestà –Virtù
della terza; Principati – Arcangeli - Angeli.
I Serafini erano i Guardiani del Trono di Dio.

186
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I Cherubini erano i guardiani della luce e delle stelle.


I Troni erano i guardiani del Paradiso.
Le Denominazioni erano i guardiani degli angeli.
Le Podestà erano i guardiani della storia.
Le Virtù erano i guardiani dell‟arte e della scienza.
I Principati erano i guardiani delle nazioni.
Gli Arcangeli erano i guardiani dell‟uomo.
Gli Angeli erano i messaggeri verso gli uomini.

Successivamente scorsero sulla parete alcuni nomi degli


arcangeli poi quelli dei demoni più importanti.

Michael, Raphael, Gabriel, Uriel erano i più importanti tra i


sette Arcangeli di Dio.
Satan, Azazel, Astaroth, Abaddon e Aamon erano tra i
demoni quelli decaduti con il grado più alto tra gli angeli nella
gerarchia celeste.
Ognuno di questi riportava un preciso significato:
Michael – grande-dio ( dio della luce e del fuoco),
Raphael – sole-azione-dio (dio del sentimento),
Gabriel – acqua-dio (dio dell‟acqua),
Uriel – spazio-sole-dio (dio dell‟universo),,
Satan (Lucifero) – stella del mattino,
Azazel – impudente verso Dio,
Astaroth – principe dell‟infamia,
Abaddon – principe dell‟abisso,
Aamon – principe dell‟ avidità.

187
pagina n.188 499272_LAVORATO.pdf

Alcuni Arcangeli erano anche Serafini o Cherubini, così


come alcuni Demoni194 tra i più importanti erano stati Serafini,
Cherubini o Troni.

La prima battaglia tra gli Arcangeli e i Demoni195 era finita


con la vittoria degli Arcangeli. Ma ce ne sarebbero state altre
ed un grande battaglia finale.
Sulla parete Gilgamesh e Utnapistim, videro come i
Demoni erano riusciti a costringere gli uomini trovati sul
pianeta a rispettarli e temerli.
Capirono che il loro disegno era quello di opprimere gli
uomini ovunque si trovassero nell‟universo per fare il
supremo dispetto a Dio che l‟aveva creato e di fatto reso
anche più libero di quanto lo fossero gli angeli.
Ma occorreva che accadesse qualcosa di inaspettato
affinché apparisse a loro, chiaramente, quale doveva essere
il modo per poter raggiungere lo scopo che si prefissavano.
Accadde all‟improvviso quello che speravano ma che non
era possibile a loro.

L‟uomo di un altro pianeta comparve improvvisamente


davanti a loro, venendo da molto lontano, facilmente
utilizzando “La Porta delle Stelle”.
Ora potevano interrogarlo e conoscere ciò che serviva a
loro.

194
Satan-Cherubino, Azazel- Cherubino, Astaroth- Trono, Abaddon- Serafino.
195
Arcangelo Michele contro Satana Apocalisse 12-(7,8,9,10).

188
pagina n.189 499272_LAVORATO.pdf

Sulla Terra dopo l‟arrivo di Amon-Adamo le sue


discendenze si erano venute mischiando agli uomini del
posto. Solo Caino non era riuscito a sopportare quello che
aveva fatto, viveva con la paura che l‟uomo prima o poi gli
avrebbe fatto pagare la grande colpa. La sua unica salvezza
era quella di poter evadere dalla Terra, ritornando a Gaia,
oramai disabitata, sfuggendo così a tutti quelli che lo
conoscevano.
Caino conosceva il luogo dove Amon-Adamo aveva
nascosto la Porta delle Stelle e pensò di usare questa per il
suo viaggio di ritorno verso Gaia.
Utilizzando la chiave conosciuta non riuscì però nel suo
intento196 , ma casualmente provandone altre ed infine quella
successivamente trovata anche da Gilgamesh si trovò su
Bezoar. Un paese ad est197 della Terra, rispetto alla volta
stellare.
Satan, Astaroth e Abaddon, venuti a conoscenza del suo
arrivo lo incontrarono per sapere da lui come aveva fatto.
Caino raccontò a loro tutta la storia che conosceva, dal
passaggio di Amon-Adamo sulla Terra.
Satan e gli altri demoni vennero così a sapere della
Piramide di Mu e della Porta delle Stelle e dell‟altra copia
sulla Terra e capirono che solo prendendo una delle due
Porte potevano sperare di arrivare al loro scopo, e dovevano
anche distruggere la Piramide di Mu non sapendo il motivo
della sua creazione da parte di Dio.

196
Non sfruttò l’idea di Gilgamesh per tornare su Gaia.
197
Caino fuggi ad est- Bibbia –Genesi 3-16.

189
pagina n.190 499272_LAVORATO.pdf

Caino non scappò dagli abitanti di Bezoar, uomini che non


conoscevano la sua storia e che quindi non lo
perseguitarono, ma l‟incontro con Satan lo rese ancor più
solo e decise subito di ritornare sulla terra attraverso la Porta.

L‟uomo di Bezoar, non pensando minimamente che stava


aiutando Satan e gli altri demoni, aveva alla fine costruito
Robot-Androidi ignorando che così aveva decretato
probabilmente la sua fine nella storia dell‟universo.

190
pagina n.191 499272_LAVORATO.pdf

La nascita dei Robot-Androidi

Intorno all‟anno mille (tempo della Terra) gli androidi


presero il potere sul pianeta. Erano praticamente immortali,
perché costruiti con materiali indistruttibili, il loro numero non
era grandissimo, erano in tutto seicento sessantasei198.
Soltanto quando uno di loro per casi imprevedibili diventava
inutilizzabile ne veniva costruito un altro affinché il numero
rimanesse lo stesso.
Il numero di Robot-Androidi era limitato perché su Bezoar i
materiali necessari alla loro costruzione erano insufficienti. Il
titanio, il plutonio, l‟oro, il platino scarseggiavano.
Milioni di uomini di Bezoar invece erano schiavi al loro
servizio, senza nessuna possibilità di ribellarsi.
Anche se il tipo di schiavitù non era quella di solito vista
sulla Terra in varie epoche, questa era molto più subdola.
Quello che di fatto a loro era stato tolto era il libero arbitrio.
Non c‟erano su Bezoar guerre, ne lotte fratricide tra i vari
popoli, ma questo non era sufficiente a farli sentire liberi.
Tutto quello che in pratica eseguivano era stabilito a priori dai
Demoni.
Con il passare del tempo Il potere sul pianeta Bezoar era
passato in mano a questi Robot-Androidi, che governavano

198
666 è un numero che rappresenta il demonio.

191
pagina n.192 499272_LAVORATO.pdf

da più di duemila anni., pur sempre rispettando l‟incolumità


degli uomini.
La scienza e la tecnologia stava proseguendo per poter
arrivare allo scopo finale voluto dai Demoni; la distruzione del
Piramide di Mu, e la presa della Porta delle Stelle.
L‟uomo dovunque si trovasse nell‟universo doveva essere
sottomesso agli Androidi e quindi ai Demoni. Il problema era
come fare per sconfiggere l‟uomo sui vari pianeti in cui si
trovava ora o su cui si sarebbe trovato in futuro.
L‟universo era immenso, le distanze incolmabili, dal
pianeta Bezoar non si poteva raggiungere nessun altro
pianeta se non passando innumerevoli anni nello spazio.
Un solo sistema era quello possibile; utilizzare la Porta
delle Stelle per annullare le distanze a cui la scienza e la
fisica di Einstein non dava possibilità di percorrere, se non
passando milioni di anni a viaggiare nello spazio.
Gli Androidi non avevano limiti di tempo, mentre i mezzi da
utilizzare per viaggiare non potevano essere eterni. I Demoni
avevano scelto Robot-Androidi per questa impresa perché
erano in grado di attraversare lo spazio per secoli senza
utilizzare l‟ossigeno.

Il primo Robot era stato costruito poco dopo la venuta di


Caino, ma c‟erano voluti circa tremila cento anni per
perfezionarlo e dargli un aspetto definitivo, esattamente
nell‟anno zero, a tale Robot venne dato il nome di Al-
Awwal.199

199
“Il Primo” .

192
pagina n.193 499272_LAVORATO.pdf

Sulla parete comparve la data del 3114 a.C. data nota a


Gilgamesh200, ma soprattutto a Utnapistim essendo la data
del diluvio universale sulla Terra. Come sulla Terra, dopo
quella data, l‟uomo nuovo veniva dalla discendenza di Noè,
così su Bezoar l‟Androide nuovo sarebbe disceso dal primo
Robot.
L‟anno zero rinascita definitiva non poteva avere un
significato più pregnante.

GILGAMESH Utnapistim ricordi quanto vedemmo sulla volta


della sala nella piramide di Mu?
UTNAPISTIM si Gilgamesh ricordo che i tratti che sembravano
arcobaleni che univano i vari pianeti erano quattro e non tre,
come pensavamo, c‟era un tratto che univa la Terra a Bezoar
e questo potrebbe essere il passaggio di Caino, rimane da
capire perché non si sia verificato il passaggio tra Aurora e
Bezoar come invece era segnato sulla volta della sala, e
come noi pensavamo dovesse accadere quando andammo a
salvare il popolo di Aurora.

GILGAMESH prima o poi scopriremo anche quest‟anomalia.


Anche se Aurora fra poco dovrebbe essere perduto per
sempre.

200
Data Maia impressa sulla medaglia posseduta da Gilgamesh -Viaggio verso l’inizio della
vita.

193
pagina n.194 499272_LAVORATO.pdf

La distanza da Bezoar a Gaia era di oltre trentotto anni


luce, che corrispondeva ad un viaggio su di una astronave di
circa trentottomila anni, alla velocità di circa trecento Km al
secondo.
Tale velocità, pari a un millesimo della velocità della luce,
era la velocità delle astronavi intorno all‟anno 2000 d.C. sul
pianeta Bezoar.
Ora I Robot-Androidi spingevano la scienza e la tecnologia
di Bezoar affinché si arrivasse ad un centesimo della velocità
della luce. Solo in questo modo era possibile affrontare un
viaggio verso Gaia.
Ci sarebbero così voluti tremila ottocento anni, un tempo
lunghissimo ma pur sempre accettabile per degli Androidi.
A tale velocità l‟accelerazione necessaria a raggiungerla
sarebbe stata impossibile da sopportare per gli uomini, ma
non per gli androidi.
Inoltre questo poteva essere un tempo durante il quale le
astronavi potevano durare senza accusare danni irreparabili.
Occorreva che l‟uomo di Bezoar costruisse astronavi di
questo tipo con materiali che potessero sopportare tali
accelerazioni, e che potessero essere dotate di schermi anti-
meteoriti in grado di supportare impatti alla velocità nello
spazio di tremila km al secondo .
Durante tutti questi anni il cervello degli androidi continuò a
migliorare, fino a diventare del tutto pari a quello degli uomini.
L‟unica cosa che mancava agli androidi era il sentimento,
essi non provavano amore, odio, ira o felicità, ma non ne
potevano nemmeno sentire la mancanza. Obbedivano di fatto

194
pagina n.195 499272_LAVORATO.pdf

a delle leggi fissate prima dagli uomini e successivamente


trasformate su indicazione di Satan che erano state impresse
nei loro cervelli positronici201 al momento della loro creazione.
Per alcuni202 di loro la vicinanza all‟uomo aveva un significato
profondo, soprattutto per coloro che erano stati costruiti
all‟inizio e che nonostante le svariate modifiche ai loro corpi
ed ai loro cervelli vedevano l‟uomo come colui che in qualche
modo aveva dato loro la vita. Questi non vedevano negli
uomini i veri loro nemici, mentre non si fidavano ciecamente
di Satan ed i suoi assistenti.

GILGAMESH Utnapistim vedi come questi Androidi si stanno


preparando per compiere il grande viaggio verso Gaia, alla
ricerca della Porta delle Stelle e della Piramide di Mu.
Dovremmo fare qualcosa per fermarli altrimenti l‟uomo verrà
sconfitto in tutto l‟universo.
UTNAPISTIM Gilgamesh tutto quello che stiamo vedendo sulla
parete ci potrà servire a svolgere il nostro compito, e poi
penso che Dio in qualche modo ci farà trovare una soluzione.

GILGAMESH Utnapistim, ricordi quello che vedemmo una volta


usciti dalla Piramide di Mu. Tutti quei cannoni potrebbero
servire a respingere un attacco degli Androidi. Se riuscissimo

201
Il cervello positronico è un dispositivo inventato dallo scrittore Isaac Asimov come
componente fondamentale del cervello di un Robot, il cui pensiero consiste in un flusso
fulmineo di positroni.
202
I primi sei Robot- Androidi non avevano all’inizio un cervello positronico, e questa
trasformazione non era rimasta impressa su di loro.

195
pagina n.196 499272_LAVORATO.pdf

ad utilizzarli e ad abbattere le loro astronavi, non potendo


tornare indietro gli Androidi sarebbero spacciati, e l‟uomo
salvo. Rimane il problema della Porta delle Stelle che è sulla
terra nella tua piramide203. In questo caso però è
praticamente irraggiungibile, visto che la Terra dista da
Bezoar oltre duecento anni luce. Nessuno potrà raggiungerla
con delle astronavi. Comunque credo che dovremmo fare un
viaggio su Bezoar per saperne di più, sia sulle loro astronavi,
sia su di loro.

L‟orologio sulla parete segnava il 3334 d.C. da poco erano


andati su Aurora per salvare quel popolo.

203
Ritrovamento della Porta delle Stelle da parte di Oettam – Viaggio verso l’inizio della
vita- Alla ricerca della sopravvivenza.

196
pagina n.197 499272_LAVORATO.pdf

Ultimo ritorno su Aurora

GILGAMESH Utnapistim perché non andiamo un attimo su


Aurora a prendere le Tavole che riportano la nostra Storia, mi
dispiace perderle per sempre dopo che l‟uomo le ha
conservate così gelosamente. Sarebbe un ringraziamento
verso Oettam, Eneri, Erasec e Airam Aizitel204 e Ela Drossan.
UTNAPISTIM penso che sia giusto e importante salvarle, ma
dobbiamo passare subito, non so a che punto è la deriva del
pianeta.

Gilgamesh e Utnapistim impostarono la Porta delle Stelle


con la chiave relativa alla storia della Terra e di Aurora e
attraversarono la porta all‟inizio di quell‟anno.
Si trovarono nel posto del loro primo passaggio proprio
davanti al monumento a loro dedicato.
Il pianeta Aurora aveva iniziato a spostarsi dall‟orbita di
Alnilam, e attratto dagli altri due soli stava iniziando ad
andare alla deriva nello spazio, la sua temperatura si era
alzata di molto, ma ben presto allontanatesi da tutte e tre le
stelle sarebbe diventato un pianeta gelido, e senza più
possibilità di vita.
Gilgamesh e Utnapistim entrarono nella Piramide e
rimasero sorpresi da quello che videro.

204
Personaggi presenti in - Viaggio verso l’inizio della vita.

197
pagina n.198 499272_LAVORATO.pdf

Al centro della piramide al centro di una grande sala vi era


una teca di cristallo molto spesso con dentro conservate le
tavole della loro epopea. Fu quello che videro attorno e in
alto sulla volta della sala a sorprenderli.
Sembrava di essere entrati nella sala della Piramide di Mu.
Le pareti erano disegnate con geroglifici del tutto simili a
quelle originarie, evidentemente Erasec e Airam Aizitel
avevano riportato in questo monumento quello che avevano
visto dopo essere stati su Gaia. La stessa volta sembrava
molto simile a quella della Piramide di Mu. L‟impressione che
si riceveva stando all‟interno era di una grande pace , ma
anche di una grande forza. L‟uomo di Aurora era riuscito
nell‟intento che invece l‟uomo della Terra aveva disatteso.
Essere liberi ma nel contempo rispettare tutti gli altri esseri.
L‟esistenza dell‟umanità non poteva e doveva essere messa
in pericolo per odi e rancori tra persone o solo per calcoli di
potere.
Il monumento con tutto il carico di storia dell‟uomo e tutti i
pericoli corsi era lì come ultimo monito, e sarebbe andato in
giro per l‟intero Universo probabilmente conservandosi per
sempre.
Gilgamesh e Utnapistim dettero un sguardo al cielo di
Aurora, i tre Soli si stavano allontanando, delle tre lune in
orbita ne erano rimaste solo due, il cielo non era pieno di
stelle come l‟ultima volta. Il pianeta si stava allontanando da
Alnilam, Alnitak e Mantaka velocemente, l‟attrazione
combinata di gravità dei tre Soli aveva costretto Aurora a
prendere una traiettoria che lo stava facendo uscire dalla loro

198
pagina n.199 499272_LAVORATO.pdf

influenza per dirigersi verso lo spazio interstellare, verso il


buio dell‟ universo. Chissà se forse un giorno sarebbe stato
attirato nell‟orbita di qualche altra stella o costretto a vagare
come una cometa nello spazio.
Gilgamesh e Utnapistim sapevano che non restava che
tornare indietro, e dopo aver preso le Tavole di alluminio
scelsero questa volta di passare attraverso la Porta diretti a
Bezoar, dopo aver modificato la chiave per il passaggio.

199
pagina n.200 499272_LAVORATO.pdf

Da Aurora a Bezoar

Si era così compiuto senza volerlo il tragitto previsto sulla


volta della Piramide di Mu.
La popolazione di Bezoar era in pieno fermento, si stava
preparando ad assistere ad un lancio di dieci astronavi dirette
verso un pianeta nella costellazione di Orione. Il viaggio
doveva durare all‟ incirca tremila ottocento anni e le astronavi
sarebbero state guidate da seicento sessanta Androidi.
L‟equipaggio di ogni astronave era composto da sessantasei
Androidi con un capitano per ogni astronave che portava il
suo stesso nome.
I nomi di questi dieci Androidi erano conosciuti da tutti gli
uomini di Bezoar, ed erano legati in qualche modo alla storia
dell‟uomo. Su Bezoar sarebbero rimasti solo 6 (sei) Androidi,
i più vecchi ed i primi ad essere costruiti dall‟uomo.

I nomi di questi sei erano:


Al-Awwal (il primo)
Al-Hadi (colui che guida)
Al-Shahid (il testimone)
Al-Basir (l‟osservatore)
Al-Raqib (colui che veglia)
Al-Barin (colui che ha creato l‟evoluzione)

200
pagina n.201 499272_LAVORATO.pdf

Da questi sei205 attraverso i secoli si era arrivato a costruire


tutti gli altri androidi.

Il nome dei dieci capitani 206delle astronavi erano:


Angra-Mainyu (il distruttore)
Apeps (il Caos)
Arawn (l‟oltretomba)
Iblis ( il ribelle)
Lok (l‟ingannatore)
Yama (il re della morte)
Shaitan (l‟accusatore)
Behemoth (l‟animale)
Nergal (il re degli inferi)
Surtr (il re nero)
Il nome di questi capitani erano tutti legati a demoni,
assistenti di Satan cacciati da Dio su Bezoar.

La partenza era prevista per la fine dell‟anno. Ma i


preparativi erano cominciati almeno dieci anni prima, e
quest‟ultimo anno serviva solo per mettere a punto le ultime
cose.
Gilgamesh e Utnapistim decisero di incontrare Al-Awwal e
gli altri cinque Androidi per cercare di carpire loro
informazioni utili.

205
Tutti nomi di divinità negative arabe.
206
Apocalisse 17,12.

201
pagina n.202 499272_LAVORATO.pdf

Una volta conosciuto qualcosa su di essi, sui capitani e


sulle astronavi sarebbero ritornati su Gaia per prepararsi alla
battaglia.
Il loro incontro doveva avvenire però all‟oscuro di Satan e
dei suoi aiutanti, per ciò stabilirono di restare su Bezoar il
minor tempo possibile.

Avevano deciso di incontrare i sei Androidi, perché


attraverso la lettura della Storia si erano accorti che il
comportamento di questi era diverso da quello di tutti gli altri
Androidi. Ma rimaneva a loro il timore che potesse essere
anche un errore, per questo erano pronti a tornare subito su
Gaia.
Bezoar aveva moltissimi abitanti ma non certamente come
quelli che avevano abitato la Terra, anche qui come su
Aurora la capitale era una sola anche se conteneva oltre
dieci milioni di persone. Senza chiedere a nessuno e non
facendosi notare dalla popolazione riuscirono a trovare
l‟abitazione di Al-Awwal e si diressero li per incontrarlo.
Al-Awwal era un androide molto disponibile e appena loro
bussarono alla sua abitazione questi li fece entrare senza
porre eccessive domande.
Ora il problema era come spiegare a Al-Awwal chi erano e
cosa volevano.
La cosa migliore era dire le verità, sperando che questo
Robot-Androide, oramai vecchio di oltre seimila
quattrocentoquarantotto anni originari e di tremila
trecentotrentatre se si considera la sua rinascita, fosse

202
pagina n.203 499272_LAVORATO.pdf

disposto a credere ad una storia così inverosimile. Il tempo


lunghissimo della sua vita e la sua conoscenza di Satan e dei
suoi assistenti aveva creato in lui un attesa di qualcosa di
nuovo e diverso che finalmente si presentava a lui.
Li accolse come fossero dei vecchi amici e stette ad
ascoltarli in silenzio.
Gilgamesh e Utnapistim visto il suo atteggiamento persero
ogni timore e raccontarono la storia così come l‟avevano
vissuta.

GILGAMESH Al-Awwal quello che ti abbiamo raccontato ha


dell‟incredibile ma è tutto vero. Sono oramai secoli che
viaggiamo attraverso la Porta delle Stelle per salvare
l‟umanità dalla sua fine, ma ora penso che sia giunto il
momento più pericoloso. Se gli Androidi con le loro astronavi
raggiungeranno Gaia e la Piramide di Mu e si
impossesseranno della Porta delle Stelle credo che l‟uomo
correrà il suo pericolo più mortale.

Gilgamesh mostrò a Al-Awwal le tavole che si erano


portate da Aurora.

AL-AWWAL Gilgamesh credo che tu abbia ragione, gli Androidi


che stanno per partire alla volta di Gaia sono da secoli
completamente al servizio di Satan ed i suoi assistenti, e non
possono, per come sono stati creati, fare a meno di ubbidire

203
pagina n.204 499272_LAVORATO.pdf

a loro. Se il loro scopo è quello di asservire l‟uomo ovunque


esso sia, certamente ci riusciranno.

UTNAPISTIM Al-Awwal perché non ci dici qualcosa su di loro


e sulle loro astronavi per vedere se è possibile contrastarli.
AL-AWWAL Gli Androidi di cui parliamo sono della nuova
generazione successivi ad Al-Barin207, il loro cervello
positronico è stato modificato imponendo leggi che non
possono trasgredire, ma forse è meglio che vi racconti tutto
dall‟inizio.

Al-Awwal iniziò a raccontare la storia dei Robot-Androidi


fin dalla prima costruzione relativa a se stesso.
Gli uomini di Bezoar quando costruirono il primo cervello
(non ancora positronico) impressero alcune leggi
fondamentali affinché questi Robot non potessero un giorno
cercare di sottomettere l‟uomo.
Queste leggi vanno sotto il nome di leggi della robotica ed
erano tre (livelli), dovevano essere rispettate tutte e tre e nel
caso di conflitto fra di esse vinceva quella di livello superiore.
Nel cervello positronico ne era stata aggiunta una di livello
zero.

Le leggi così recitavano:


0. Un robot non può recare danno all'umanità, né può permettere
che, a causa del proprio mancato intervento, l'umanità riceva
danno a meno che l’ordine venga da Satan.

207
Al-Barin detto colui da cui nasce l’evoluzione.

204
pagina n.205 499272_LAVORATO.pdf

1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può


permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un
essere umano riceva danno. Purché questo non contrasti con la
Legge Zero

2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani,


purché tali ordini non contravvengano alla Legge Zero e alla
Prima Legge.

3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa


autodifesa non contrasti con la Legge Zero, la Prima Legge e la
Seconda Legge.

La legge zero era stata imposta fin dall‟inizio solo nel


cervello positronico dei nuovi Androidi. Nei primi sei Robot la
legge zero all‟inizio non esisteva e non era stato possibile
inserirla anche se il cervello era stato parzialmente modificato
nell‟anno zero.

Da quel momento in poi gli uomini di Bezoar caddero


praticamente sotto il potere degli Androidi, per volere
espresso da Satan.
Satan e gli altri erano stati adorati dagli uomini di Bezoar
come Dei.
Il popolo di Bezoar aveva costruito molte Chiese a forma di
Piramide a gradoni dedicate a loro.
In effetti Satan e gli altri dei, non si erano mostrati fino a
quel momento dei Demoni, piuttosto agli uomini di Bezoar
erano sembrati Divinità da rispettare.
Molte volte gli uomini si erano trovati sul punto di
combattere guerre fratricide, ogni volta Satan ed i suoi
assistenti li avevano convinti a desistere.

205
pagina n.206 499272_LAVORATO.pdf

Era importante proseguire nella scienza.


Solo alcuni si erano ribellati perché non accettavano di
essere sempre sotto uno stretto controllo. I ribelli avevano
sempre pagato questa loro scelta di libertà.
Ma ora nel momento più importante, l‟inizio del viaggio
delle Astronavi dirette verso Betelgeuse, l‟aver visto che gli
Androidi della seconda generazione erano partiti tutti
insieme, aveva dato all‟uomo l‟impressione che qualcosa di
grosso ci fosse sotto. Satan e gli altri davano evidentemente
più importanza a questo viaggio che al controllo del popolo di
Bezoar.
Un viaggio di oltre tremila ottocento anni.
Probabilmente fra tanti secoli l‟uomo di Bezoar poteva
essere scomparso, e allora perché quel viaggio con Astronavi
piene di armi terrificanti!!!.
All‟uomo di Bezoar restavano solo i sei Androidi della prima
creazione, che non avevano mai mostrato desiderio di
potere.
Forse l‟uomo di Bezoar si sarebbe potuto liberare di questi
falsi Dei.

AL-AWWAL Vedi Gilgamesh gli Androidi che sono alla guida


delle astronavi hanno l‟ordine di prendere la Porta delle Stelle
e di distruggere la Piramide di Mu. Le Astronavi sono
grandissime, dotate delle armi più complesse e terribili.
Cannoni laser, bombe all‟idrogeno e posseggono degli
schermi in un materiale quasi indistruttibile in grado di
resistere ad urti violentissimi, praticamente sono quasi

206
pagina n.207 499272_LAVORATO.pdf

invincibili. Una volta compiuto il loro compito verranno


lasciate nell‟orbita di Gaia e gli Androidi utilizzeranno la Porta
delle Stelle per tornare immediatamente qui su Bezoar. Da
Bezoar poi partiranno alla conquista di tutti gli altri pianeti. Se
dovessero servire di nuovo le astronavi, potranno
raggiungerle sempre utilizzando la Porta. La conquista
dell‟uomo in tutto l‟universo inizierà fra poco più di tremila
ottocento anni.

Gilgamesh mentre ascoltava attentamente Al-Awwal


pensava a come fare per contrastare la conquista di Gaia.
Non poteva certo chiamare l‟uomo a difendere la Piramide
di Mu e la Porta delle Stelle, visto che su Gaia non era più
possibile vivere. Chi avrebbe potuto utilizzare i cento
quarantaquattro cannoni delle Piramide?.
Utnapistim questa volta superò Gilgamesh.

UTNAPISTIM Gilgamesh perché non utilizziamo Robot-Androidi


come Al-Awwal con solo le tre leggi della robotica per
combattere questa battaglia?.
GILGAMESH Utnapistim la tua idea è formidabile, facciamoci
dare i disegni per costruire questi Robot e visto che sulla
Terra i materiali che servono per la loro costruzione sono
invece presenti, chiediamo agli uomini della Terra di farlo.

207
pagina n.208 499272_LAVORATO.pdf

Gilgamesh e Utnapistim chiesero a Al-Awwal tutto quello


che poteva essere utile, e questi dopo aver chiesto a Al-Barin
i disegni che conservava gelosamente, li consegnò a loro
chiedendo di farne buon uso.
La salvezza dell‟umanità rimaneva la cosa più importante
per tutti. La legge zero e le tre successive sarebbero state
trasformate per i nuovi Androidi.
Prima di passare attraverso la Porta delle Stelle diretti sulla
Terra, Gilgamesh e Utnapistim ringraziarono Al-Awwal e
augurarono a tutti loro di ribellarsi, con l‟aiuto degli uomini, a
Satan e agli altri Demoni.
Nei tremila anni successivi alla partenza verso Gaia degli
Androidi questo avvenne. La battaglia fu lunga e piena di
perdite208 ma alla fine gli Uomini di Bezoar si liberarono.

Il problema era solo rimandato se la battaglia finale fosse


stata vinta dagli Androidi di Bezoar in viaggio verso Gaia.

208
Apocalisse –le grandi battaglie contro i demoni.

208
pagina n.209 499272_LAVORATO.pdf

Di nuovo sulla Terra

Di nuovo sulla Terra, e questa volta senza passare da


Gaia.
Si ritrovarono sulla Terra nella città di Khafãjí, chiesero di
incontrare Ela Drossan.
Era passato solo poco più di un anno dalla grande
traversata, il popolo di Aurora si stava ancora organizzando.
Ela Drossan insieme con Ait Tirvo, En Mios e Ar Mat erano
ancora molto occupati ad organizzare la vita del popolo di
Aurora sulla Terra. Khafãjí era molto cambiata dai tempi in
cui ci vivano Oettam ed i suoi parenti. La terra era da
esplorare e conquistare nuovamente.
Gilgamesh e Utnapistim furono accolti con gioia e timore,
come mai si ripresentavano così dopo poco tempo, quale
sventura stava per accadere?.
Non c‟era proprio pace per il popolo di Aurora.

GILGAMESH Ela Drossan siamo tornati per un pericolo non


imminente, ma che anzi si verificherà tra tremila ottocento
anni circa, quando chissà chi abiterà la Terra in quel
momento. Ma occorre iniziare quanto prima ad organizzarsi
per rispondere a questo pericolo.

209
pagina n.210 499272_LAVORATO.pdf

Gilgamesh consegnò a Ela Drossan i disegni dei Robot-


Androidi ricevuti da Al-Awwal e spiegò cosa si aspettava
dall‟uomo della Terra.
La Terra era l‟unico posto dove i materiali necessari a
costruire i Robot erano reperibili.
La scienza degli uomini aveva circa tremila ottocento anni,
certamente un tempo lungo, per capire e riuscire a far
arrivare la tecnologia ai livelli necessari.
L‟uomo di Bezoar aveva impiegato circa cinquemila
centoventicinque anni209, spinto da Satan, per inventare e
costruire il primo Robot e più di altri tremila per costruire gli
Androidi con i cervelli positronico.
L‟uomo della Terra aveva un tempo quindi sufficiente per
arrivare allo stesso risultato, contando che partiva già da
disegni.
Gilgamesh e Utnapistim spiegarono a Ela Drossan che
nella Piramidi di Mu c‟erano centoquarantaquattro cannoni
laser e che questi potevano essere utilizzati solo da Robot-
Androidi, non essendo più possibile per l‟uomo tornare a
Gaia pianeta che era diventato inabitabile per il suo intenso
calore, e per la progressiva mancanza di ossigeno.
Dalla difesa della Piramide di Mu e della porta delle Stelle,
dipendeva la salvezza del genere umano.
Sarebbero stati proprio Androidi come Al-Awwal a poter
salvare l‟uomo respingendo l‟attacco degli Androidi
provenienti da Bezoar.

209
Tempo di un era galattica.

210
pagina n.211 499272_LAVORATO.pdf

Sempre che i cannoni fossero stati sufficienti a respingere


l‟attacco. Chiesero a Ela Drossan di cercare anche di
scoprire armi in grado di sfondare astronavi con schermi
capaci di resistere a urti superiori a tremila Km a secondo.
La scienza aveva un tempo massimo di tremila ottocento
tre anni, questo era tutto.

Gilgamesh e Utnapistim si allontanarono dalla Terra e


tornarono a Gaia, forse per l‟ultima volta ma prima di farlo
consegnarono a Ela Drossan e i componenti del Triunvirato
le tavole in alluminio che avevano preso su Aurora.
Per loro questo fu il regalo più bello, le tavole conservate
da Oettam tornavano nelle mani del popolo di Aurora e ormai
di nuovo della Terra.

Il primo problema da risolvere era quello relativo alle leggi


da imporre ai Robot-Androidi, dovevano tener conto dell‟
errore precedente e impedire che qualcuno potesse poi
sfruttarli per contrastare l‟uomo ovunque si trovasse.
Alla morte di Ela Drossan il suo posto fu preso dalla moglie
Ait Tirvo che impose subito la modifica da effettuare.
La modifica trovata fu in realtà molto semplice ma la
soluzione inequivocabile. La modifica fu effettuata solo sulla
legge zero.

Le leggi recitavano ora così:


0. Un robot non può recare danno all'umanità, né può
permettere che, a causa del proprio mancato intervento,
l'umanità riceva danno.

211
pagina n.212 499272_LAVORATO.pdf

1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può


permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un
essere umano riceva danno. Purché questo non contrasti con
la Legge Zero

2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri


umani, purché tali ordini non contravvengano alla Legge Zero
e alla Prima Legge.

3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché


questa autodifesa non contrasti con la Legge Zero, la Prima
Legge e la Seconda Legge.

Con queste leggi non sarebbe stato più possibile per


nessun Robot-Androide combattere l‟uomo, mentre sarebbe
stato accettabile non proteggere completamente la propria
esistenza, quindi morire combattendo, per salvare l‟umanità,
od uccidere altri Androidi.

Passò molto tempo prima che si riuscisse a costruire Robot


che seguissero i disegni di Al-Barin, ma alla fine l‟uomo ci
riuscì. La difficoltà maggiore risultò quella di costruire cervelli
positronici che funzionassero perfettamente e che seguissero
in tutto e per tutto le leggi della robotica. Vari tentativi furono
fatti e andarono male l‟uomo dovette più volte distruggere i
suoi robot.
L‟altra difficoltà stava nel costruire armi.
L‟uomo della terra si era data una legge molto forte e
vincolante dopo le innumerevoli tragedie subite sulla Terra
prima della sua parziale distruzione e del passaggio di
Oettam su Aurora.

212
pagina n.213 499272_LAVORATO.pdf

Questa legge recitava che l‟uomo per nessuna ragione


avrebbe più cercato di costruire armi, e ciò era stato
rispettato per millenni su Aurora. Ora era sorta questa nuova
esigenza, ma Ait Tirvo e i due componenti del triunvirato
rimasto En Mios e At Mar non si erano decisi a rompere
questa legge e avevano rimandato il problema ai posteri dato
il lungo tempo che ancora mancava alla data fatidica.
Mentre Ait Tirvo era diventata la responsabile di tutto il
continente asiatico, En Mios si era spostato in Europa per
cercare di colonizzare nuovamente questa parte della terra
ed At Mar invece aveva occupato le Americhe. Tutte e tre
continuando a cercare di risolvere i problemi posti da
Gilgamesh.
La soluzione venne circa tremila anni dopo. Uno scienziato
molto importante As Tofen aveva pensato di creare un
gruppo di pochi uomini che, segretamente riuniti, studiasse
questo problema, senza coinvolgere l‟intera umanità prima di
aver trovato una soluzione finale.
Fu scoperto un raggio che sfruttando le particelle Beta,
potenziava immensamente la forza dei cannoni laser presenti
nella Piramidi di Mu. Un arma che era capace di sfondare le
corazze delle astronavi. Il vero problema era come contenere
la forza sprigionata dalle particelle Beta, sparate dai cannoni,
senza che venissero distrutti i cannoni stessi e le persone
addette agli stessi.

Negli ultimi ottocento anni a disposizione dell‟uomo della


Terra, la scienza fece un salto ulteriore e scoprì delle

213
pagina n.214 499272_LAVORATO.pdf

strutture che furono chiamate porte di Tannhauser, dal nome


del suo inventore, che permettevano a questi raggi di una
potenza inaudita di non fare danni nelle vicinanze del loro
punto di formazione e partenza. Era come se questi raggi
uscissero da porte che si chiedevano immediatamente prima
della grandissima implosione evitando la distruzione di ciò
che li aveva emessi.
Mentre tutto intorno diventava distruzione e fiamme.
Queste porte erano a forma di omega e dovevano essere
applicate alla fine dei cannoni laser. La loro costruzione era
difficile e di un materiale rarissimo sulla Terra, ne furono
costruite solo quattordici. Queste armi non potevano essere
molto voluminose dovendo passare attraverso la Porta delle
Stelle.

Ai quattordici Androidi che avrebbero preso posizione


dietro le porte di Tannhauser furono dati nomi importanti di
angeli, da loro probabilmente sarebbe dipeso l‟esito della
battaglia finale.

I nomi erano:
Al-Ahad (il solo),
Al-Aziz (il potente),
Al-Akhir (l‟ultimo),
Al-Halim (il paziente),
Al-Hafiz (il protettore),

214
pagina n.215 499272_LAVORATO.pdf

Al-Hakim (il saggio),


Al-Hayy (il vivente),
Al-Kabir (il grande),
Al-Karim (il generoso),
Al-Ghani (l‟indipendente),
Al-Malik (il sovrano),
Al-Majd (il glorioso),
Al-Wahid (l‟uno),
Al-Warith (l‟erede).

L‟uomo era oramai pronto alla grande sfida, non c‟era che
aspettare il ritorno di Gilgamesh e Utnapistim.
La popolazione della Terra in tutti questi secoli si era
sparsa per l‟intero pianeta rioccupando le terre che aveva
utilizzato nella sua storia prima del 2012 d.C. Ma tutti i vari
popoli erano rimasti fedeli al popolo originario di Aurora e al
loro capo che risiedeva dal 4000 d.C. nella città di Ur.
Il nuovo capo della capo del popolo della Terra di nome
Oettam II si mise in attesa della comparsa dei due
Testimoni.210
Sapeva che non sarebbe passato troppo tempo, erano
oramai trascorsi tremila ottocentotre anni dalla precedente
visita di Gilgamesh del 3334 d.C. e gli Androidi dovevano
oramai trovarsi nelle vicinanze di Betelgeuse e di Gaia.211

210
Viaggio nel tempo e nello spazio-Fine della Storia.
211
la durata del viaggio pari a circa tremila ottocento anni.

215
pagina n.216 499272_LAVORATO.pdf

La battaglia Finale

Gilgamesh e Utnapistim aspettavano il trascorrere del


tempo nella Piramide di Mu, dentro la sala.
Sapevano che all‟interno della Piramide il tempo perdeva le
caratteristiche di passato, presente e futuro, ma non
sapevano quanto mancasse all‟ora della battaglia.
Ripensarono a quello che avevano visto sulla parete della
Porta delle Stelle durante la loro esistenza terrestre, circa la
fine della Storia.212
Il racconto dell‟apocalisse di San Giovanni, visto alla luce
di tutto quello che avevano vissuto da quei momenti in poi,
assumeva un altro significato.
Alcuni passi ora diventavano più chiari, e trovavano
riscontro in quanto stavano vivendo.
Un‟altra cosa che non era molto chiara ai due era la chiave
di entrata nella Porta delle Stelle. Questa trattava, anche
nelle versioni modificate, di un milione di anni fa, mentre tutto
quello a cui loro avevano assistito si era svolto in migliaia di
anni. Dietro tutto questo c‟era un motivo o era solo un modo
di dire o si trattava solo di esprimere una grande quantità di
anni trascorsi dall‟inizio della comparsa dell‟uomo. Questo
mistero andava prima o poi risolto.

212
Viaggio nel tempo e nello spazio - La fine della Storia.

216
pagina n.217 499272_LAVORATO.pdf

GILGAMESH ricordi Utnapistim la visione della fine della Storia


quando si parlava della grande Babilonia e della Bestia con le
sette teste e dieci corna.
UTNAPISTIM si Gilgamesh ricordo bene il passo “ le dieci
corna, che hai veduto, sono dieci re213, che non hanno
ancora ricevuto il regno, ma riceveranno la potestà di re, per
un‟ora, con la bestia. Essi non hanno che un medesimo
pensiero la loro potestà e la loro forza la mettono a
disposizione della Bestia. Essi faranno guerra all‟agnello, ma
l‟agnello li vincerà, perché egli è il Signore dei signori e il re
dei re, e con lui vinceranno i suoi, i chiamati, gli eletti, i
fedeli.”214
Forse quello che abbiamo visto della fine della Storia non
era legato solo alla Terra al suo futuro, ma ci parlava del
passato del presente e del futuro di tutto l‟Universo.

Gilgamesh e Utnapistim cominciarono a pensare che forse


gli Androidi di Bezoar non avrebbero vinto facilmente, ma che
c‟era più di una speranza che gli uomini avessero trovato la
soluzione al problema.
Tutto dipendeva ancora da quello che stava facendo
l‟uomo sulla Terra, se stava rispettando i tempi e ciò che loro
gli avevano detto.

213
I dieci capitani delle astronavi.
214
Apocalisse 17,12-15.

217
pagina n.218 499272_LAVORATO.pdf

Non ebbero però il coraggio di andare a vedere come la


situazione si stesse evolvendo e preferirono aspettare su
Gaia il tempo giusto.
Sulle pareti della sala nel frattempo si erano disegnate le
avventure loro mancanti, i vari passaggi da un pianeta
all‟altro, sia nella parte relativa ad Aurora che in quella a
Bezoar.
Le pareti ora erano praticamente riempite e sulla parete
della Porta delle Stelle comparve la data 7137 d.C.
Erano oramai passati tremila ottocento tre anni dal
momento dell‟ ultimo passaggio sulla terra, gli Androidi
stavano per arrivare.
Era trascorsa una nuova era galattica, la terza.

La Porta si apri e si trovarono sulla Terra.


Li aspettava Oettam II che subito li riconobbe.

OETTAM II Gilgamesh e Utnapistim se non sbaglio?.

GILGAMESH No, non sbagli siamo noi.

OETTAM II Sapevo che sareste arrivati da un momento all‟altro,


vi aspettavo con ansia, anche perché abbiamo compiuto
quello che ci avete chiesto tremila ottocento anni fa, ma molti
cominciavano a dubitare che fosse una cosa vera. Il tempo
lunghissimo passato ci ha fatto dubitare qualche volta di ciò
che avevano lasciato scritto i nostri antenati. Ma i più fedeli

218
pagina n.219 499272_LAVORATO.pdf

hanno continuato a credere ed oggi siamo ripagati dal vostro


arrivo.
UTNAPISTIM Caro Oettam II sono grato agli uomini di questo
pianeta per aver creduto e continuato ad eseguire quanto
chiesto al vostro popolo, anche noi avevamo il timore che vi
foste fermati o che i Demoni vi avessero in qualche modo
convinto che nulla di ciò che avevamo detto a Ela Drossan
fosse veritiero o che l‟enormità del Tempo che doveva
trascorrere vi avesse fatto desistere.

Oettam II raccontò che non tutto sempre era andato liscio,


che c‟erano stati dei periodi in cui l‟uomo voleva
abbandonare il compito assegnato, ma che alla fine il ricordo
di uomini come Oettam, Erasec, Airam Aizitel, Eneri, Ela
Drossan, Ait Tirvo, En Mios, At Mar e As Tofen che avevano
combattuto per la salvezza dell‟intera umanità li avevano
spronati verso l‟obiettivo finale.

Non c‟era molto tempo, le astronavi guidate dagli Androidi


stavano per arrivare a Gaia, bisognava organizzarsi per il
passaggio verso la Piramide di Mu.
Tutti i centoquarantaquattro Androidi con le quattordici
porte di Tannhauser passarono attraverso la Porta delle
Stelle ed insieme a Gilgamesh e Utnapistim si trovarono ai
piedi della Piramide di Mu.
Li videro le postazioni con i centoquarantaquattro cannoni.

219
pagina n.220 499272_LAVORATO.pdf

Gli Androidi eredi di Al-Awwal presero posizione dietro i


cannoni. Le quattordici porte di Tannhauser furono montate
davanti alle bocche di quattordici cannoni.
La disposizione delle porte fu casuale mediamente tra i
sette e i venti cannoni ne fu piazzata una.
Gli Androidi ora non potevano far altro che aspettare,
Gilgamesh e Utnapistim si ritirarono nella Sala della Piramide
davanti alla parete della Porta delle Stelle per poter vedere
tutto quello che sarebbe accaduto.
Passò pochissimo tempo, le prime Astronavi stavano
giungendo. Nove astronavi si stavano avvicinando alla
costellazione di Orione, arrivando nei pressi dei suoi bastioni.
Una astronave, quella guidata da Lok, era andata perduta
durante il lunghissimo viaggio in seguito ad uno scontro con
una cometa grande come un pianeta215 che stava uscendo
dalla cintura di Orione. Lo schermo non era riuscito ad evitare
le distruzione e la fine di sessanta Androidi all‟interno di essa.
Le nove astronavi si posero in posizione a triangolo e la
prima astronave guidata da Behemoth iniziò l‟attacco.
I cannoni dell‟astronave iniziarono a gettare fuoco in
direzione della Piramide, contemporaneamente i cannoni
della piramide iniziarono ad inviare loro raggi laser verso tutte
le astronavi.
Bagliori immensi illuminarono il cielo di Gaia, una luce che
sembrò superare la luce di Betelgeuse.
La prima astronave lanciò subito dopo la bomba
all‟idrogeno.

215
La cometa era il pianeta di Aurora, in allontanamento da Alnilam.

220
pagina n.221 499272_LAVORATO.pdf

Questa cadde a circa cinque chilometri dalla Piramide, un


vento caldissimo di oltre i diecimila gradi investì la Piramide
stessa, alcuni Androidi, quelli posti nella direzione dell‟
esplosione, furono inceneriti.
Dai cannoni con le porte di Tannhauser partirono i raggi
Beta che investirono l‟astronave e la distrussero tra fuoco e
fiamme e con essa tutti gli Androidi all‟interno. Il fuoco
all‟interno dell‟astronave raggiunse la temperatura di
cinquemila gradi. Gli androidi all‟interno di essa bruciarono
malgrado i loro corpi fossero fatti per resistere a temperature
molto alte. Soprattutto i loro cervelli positronici cercarono
disperatamente di controllare la temperatura interna ma non
riuscirono a fermarla e bruciarono anch‟essi. Gli androidi non
provavano sensazioni come quelle degli uomini ma i loro
cervelli soffrirono come se fossero effettivamente esseri
viventi.
Il dolore alla fine fu immenso e senza scampo.
Le altre otto astronavi si allargarono lungo l‟intero orizzonte
del cielo evitando una concentrazione che avrebbe favorito i
combattenti della Piramide.
La battaglia era solo all‟inizio. Gli Androidi di Bezoar non
sapevano di combattere contro Androidi della Terra, ma
pensavano fossero abitanti di Gaia. Mentre gli Androidi della
Terra, istruiti da Oettam II erano a conoscenza che i loro
nemici erano Androidi di Bezoar come loro. Ma la legge zero
gli imponeva di difendere l‟umanità prima di pensare a se e
ad esseri pari a loro.

221
pagina n.222 499272_LAVORATO.pdf

Tre astronavi si avvicinano alle Piramide e la riempirono di


fuoco a raggi x e gamma, poi una delle tre quella nominata
Apeps, pur sapendo che avrebbe sacrificato se stessa ed altri
sessanta androidi, sganciò un'altra bomba all‟idrogeno, poco
dopo che le altre due si erano allontanate, essendo molto
vicina alla Piramide e non potendo sfuggire all‟effetto della
bomba.
Questa volta la bomba esplose a poco più di un chilometro
dalla Piramide.
Il lampo accecante fu immenso, l‟intera struttura della
Piramide vibrò, ma rimase in piedi. Due terzi dei cannoni fu
messo fuori uso, con essi anche sei delle porte di
Tannhauser, ma subito dopo la quantità di raggi Beta e laser
scaricati sulle altre due astronavi guidate da Arawn e Iblis fu
incredibile, e queste implosero tra immense fiamme di oltre
ventimila gradi.
Le cinque astronavi rimaste si allontanarono subito nello
spazio, in attesa di decidere cosa fare.
Sulla parete della Porta delle Stelle Gilgamesh e
Utnapistim verificarono i danni subiti.
Erano rimasti otto Cannoni con le porte di Tannhauser, e
trentatre degli altri.
La Piramide era ancora in piedi, ma se le altre astronavi si
fossero avvicinate di più alla Piramide e avessero gettato
altre bombe all‟idrogeno vicino, chissà se essa avrebbe retto.
Degli Androidi della terra ne erano rimasti solo quarantuno.

222
pagina n.223 499272_LAVORATO.pdf

Prima che le astronavi si organizzassero e attaccassero


insieme la Piramide utilizzando bombe all‟idrogeno, magari
sacrificandosi e arrivando nei pressi della Piramide di Mu,
dalle porte di Tannhauser uscirono raggi Beta senza
soluzione di continuità, mettendo anche in serio pericolo le
porte stesse che dovettero resistere all‟emissioni di raggi
beta richiudendosi subito dopo e di nuovo riaprendosi, le
astronavi di Shaitan, Surtr, e Nergal furono abbattute.
Le ultime due rimaste a questo punto decisero di tornare
indietro.
La prima guidata da Angra-Mainyu si diresse verso Bezoar
per un viaggio di oltre tremila ottocento anni, mentre la
seconda guidata da Yama si diresse verso la terra, qui il
viaggio sarebbe durato molto di più sedicimila anni.
Ma i due capitani reputarono che era l‟unica cosa da fare,
se fossero rimasti li, la loro battaglia sarebbe stata una
sconfitta totale.
La conquista dell‟universo era solo rimandata!.

Angra-Mainyu mentre faceva ritorno verso Bezoar pensò


che si dovevano costruire almeno altre venti astronavi, visto i
danni subiti dalla Piramide, e decidendo fin dall‟inizio di
sacrificarne la metà per arrivare con bombe all‟idrogeno nei
pressi della Piramide. In questo modo i cannoni con le porte
di Tannhauser rimasti potevano essere tutti distrutti.
Mandò un messaggio verso Bezoar per annunciare il suo
arrivo e quanto era accaduto, sperava così che gli androidi di

223
pagina n.224 499272_LAVORATO.pdf

Bezoar si sarebbero organizzati per far trovare a loro arrivo le


astronavi pronte a ripartire.
Il messaggio ci avrebbe messo trentotto anni luce per
arrivare ed il popolo di Bezoar aveva a disposizione altri
tremila settecento anni per organizzarsi.
Non sapeva quello che stava succedendo su Bezoar, della
rivolta che era iniziata condotta da Al-Awwal e gli altri sei
Robot-Androidi.
Ne poteva pensare che il giorno in cui sarebbero giunti su
Bezoar, avrebbe constatato la vittoria dell‟uomo contro Satan
e gli altri Demoni.

Yama si diresse verso la Terra perché riteneva che su


questa non ci fossero armi come quelle della Piramide di Mu
e sarebbe stato molto più facile sconfiggere gli uomini e
prendere la Porta delle Stelle, pur sapendo che un viaggio
così lungo non dava garanzie di essere portato a termine.
Questo legato sia ad un probabile evento catastrofico
come quello che aveva coinvolto l‟astronave di Lok, oppure
legato alla lunghezza del tempo necessario al viaggio, quindi
alla resistenza dell‟astronave e alla durata dei loro cervelli
positronici ancora sconosciuta.
Improvvisamente Yama ci ripensò e visto il troppo tempo
che doveva trascorrere, mandò un messaggio a Angra-
Mainyu che sarebbe tornato a Bezoar insieme a lui.
Gilgamesh e Utnapistim videro sulla parete della Porta
allontanarsi le astronavi e pensarono che la battaglia era
stata vinta, ma che forse non tutto era concluso.

224
pagina n.225 499272_LAVORATO.pdf

Usciti dalla sala constatarono i danni subiti alla immensa


Piramide.
Oramai rimanevano pochi cannoni e solo otto porte di
Tannhauser. Avevano perso moltissimi Androidi durante la
battaglia e dei quattordici valorosi che avevano combattuto
dietro le porte di Tannhauser erano rimasti integri solamente:
Al-Ahad (il solo),
Al-Hakim (il saggio),
Al-Hayy (il vivente),
Al-Ghani (l‟indipendente),
Al-Majd (il glorioso),
Al-Wahid (l‟uno),
Al-Warith (l‟erede),
Al-Akhir (l‟ultimo).

Gilgamesh e Utnapistim chiamarono questi Androidi e gli


altri trentatre che si erano salvati, e chiesero loro di riferire a
Oettam II, una volta tornati sulla Terra, quello che era
accaduto. Di far presente a Oettam II che l‟uomo in futuro
avrebbe potuto essere ancora attaccato ma che c‟erano a
disposizione migliaia di anni per trovare altre armi e modi di
difendersi e che sarebbe stato possibile in futuro utilizzando
molti altri Androidi riparare la Piramide di Mu, e che una
astronave si stava dirigendo verso la Terra, anche se il suo
arrivo era previsto dopo sedicimila anni.
Di ringraziare Oettam II e gli uomini per aver creduto a loro.
Comunque se ci fosse stato ancora bisogno, loro due non
avrebbero mai abbandonato l‟umanità.

225
pagina n.226 499272_LAVORATO.pdf

Strinsero le mani a questi Androidi, veramente oramai


quasi uomini e li accompagnarono nella sala e li lasciarono
passare attraverso la Porta delle Stelle per tornare sulla
Terra.

Loro rimasero a guardare la parete della Porta delle Stelle,


che segnava il 7137 d.C.
La storia non correva più sulla stessa si era fermata
stranamente al momento della fuga di Yama e Angra-Mainyu.
L‟orologio digitale era bloccato sulla data 7137 d.C.

Gilgamesh e Utnapistim decisero di uscire dalla Piramide


di Mu per vedere di persona gli effetti di questa battaglia
sulla Piramide, ma soprattutto per rivedere il cielo stellato.

226
pagina n.227 499272_LAVORATO.pdf

EPILOGO

Intrapresero la strada nota a loro per uscire, ma questa


volta una delle entrate che avevano utilizzate l‟ultima volta
era chiusa, una sola delle sette era aperta! La via era
obbligata. Continuarono a procedere fino a quando si
trovarono in un‟altra sala identica alla precedente.
Questa sala era vuota, una scritta sulla parete diceva a
Amon-Adamo di portare con se la Porta della Stelle che si
trovava qui, evidentemente una copia di quella presente nella
sala nota a Gilgamesh. Amon-Adamo l‟aveva portata con se
sulla terra, era certamente quella utilizzata da Caino, Ulisse,
Oettam e varie volte da Gilgamesh nascosta nella piramide di
Utnapistim.
Riuscirono dalla sala vuota e l‟entrata aperta questa volta
era ancora diversa dalla precedente, i due testimoni
seguirono la strada indicata per trovarsi in un'altra sala molto
più grande delle precedenti.

La prima sensazione di Gilgamesh fu quella che pochi


attimi prima nella sala ci fosse stato qualcun altro, lo disse a
Utnapistim che gli confermò di avere avuto una sensazione
identica. Qualcuno era passato di li, soltanto pochi attimi
prima, ma non riuscirono a vedere chi potesse essere.

227
pagina n.228 499272_LAVORATO.pdf

Questa sala aveva le pareti completamente vuote eccetto


una scritta sulla prima. La volta riportava il cielo stellato
diverso da tutti quelli che avevano visto in precedenza, al
centro della sala un'altra Porta delle Stelle ( la terza) , ed in
una teca di cristallo le tavole dell‟epopea.
Queste tavole erano molto più numerose di quelle note a
Gilgamesh e Utnapistim. Anche se a fatica si intravedeva
attraverso la teca che queste comprendevano anche le tavole
originarie sumeriche del 2500 a.C. quelle poi ritrovate nel
2033 d.C. e molte altre tavole probabilmente più antiche
anche di quelle di Gilgamesh. La scrittura su queste
sembrava essere differente da geroglifici.
Le Tavole erano tutte di cristallo e l‟incisione erano fatte sul
cristallo stesso.
La teca purtroppo non aveva un‟apertura visibile.
Gilgamesh e Utnapistim pensarono che quelle della terra,
che loro avevano conosciute erano in qualche modo copie di
queste.
Sull‟ Unica parete scritta c‟erano impresse due frasi.
La scrittura sembrava freschissima.

La prima frase recitava:


“«Io ho... visto cose che voi umani non potreste
immaginare navi da combattimento in fiamme al largo dei
bastioni di Orione e ho visto i raggi Beta balenare nel buio
vicino alle porte di Tannhauser e tutti quei momenti andranno
perduti nel tempo come lacrime nella pioggia è tempo di
morire»

228
pagina n.229 499272_LAVORATO.pdf

ed infine una nuova frase per la Porta delle Stelle:

“Ra dio del Sole un milione di anni fà fu sepolto fra le


Stelle. La Porta del Cielo è sigillata per sempre”

Gilgamesh e Utnapistim si guardarono con una


espressione angosciata. La Porta delle Stelle era diventata
ora la Porta del Cielo.

Tre i misteri ancora irrisolti:


I – Chi aveva costruito la Piramide di Mu e la Porta delle
Stelle, ed ora quella del Cielo?. Inoltre come era possibile la
conoscenza di Mu da parte del popolo della Terra.

II - Chi aveva scritto le Tavole dell‟ Epopea di Gilgamesh


non solo quelle più antiche ma anche quelle ritrovate a
Bagdad nel 2033 d.C. e altre ancora più antiche da sempre
conservate nella teca della sala?.

III - Chi era quell‟ Io.. che aveva visto la Battaglia finale tra
Androidi ?. Soltanto loro avevano assistito alla battaglia finale
sulla parete della Porta delle Stelle, e sapevano che non era
stata una battaglia tra esseri umani.

229
pagina n.230 499272_LAVORATO.pdf

Gilgamesh e Utnapistim avevano usato tante volte la Porta


delle Stelle per viaggiare da una Stella all‟altra (da un pianeta
all‟altro).
Avevano visitato i pianeti di Gaia, la Terra, Aurora e Bezoar
che giravano intorno alle stelle Betelgeuse, del Sole, di
Alnilam, e di El-Nath.

La Porta del Cielo portava forse in qualche altro Universo?.

Il tempo che avrebbe segnato sulla parete, una volta


attivata, aveva qualche collegamento con il tempo da loro
conosciuto e legato soprattutto al tempo della Terra216?.

Gilgamesh e Utnapistim composero i tasselli della Porta


secondo la scritta e questa si apri.

Ra, Dio del Sole, un milione di anni fà

fu sepolto fra le Stelle.

La Porta del Cielo è sigillata per sempre.

Alcuni passaggi effettuati in passato avevano creato


angoscia e perplessità in loro, questa volta la novità, l‟ignoto,
216
Il tempo utilizzato era sempre legato al calendario Cristiano.

230
pagina n.231 499272_LAVORATO.pdf

il tempo infinito e il desiderio di sapere sempre di più non


potevano che dare loro la forza per compiere il salto.
Sulla parete l‟orologio segnava l‟anno 59490 a.C.

Dio, gli Angeli, i Demoni, il Paradiso e l’Inferno,


potevano attendere, la loro sete di conoscenza no.

231
pagina n.232 499272_LAVORATO.pdf

«Non troverai mai la verità se non sei disposto ad


accettare anche ciò che non ti aspetti.»
Eraclito

«Quello che davvero mi interessa è se Dio, quando


creò il mondo aveva scelta.»
Albert Einstein

«Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi


controlla il presente controlla il passato.»
George Orwell

232
pagina n.233 499272_LAVORATO.pdf

IL CONTINENTE MU: EVOLUZIONE DELL’UOMO

PROLOGO

“Sulla parete l‟orologio segnava l‟anno 59490 a.C.”


……………………………………………………………………
………………………………………………………………………
……………………………………………………….
Gilgamesh e Utnapistim decisero che dovevano passare
attraverso la nuova porta, ma l‟anno impresso sulla parete
metteva loro una grande angoscia.
Avevano visto nascere l‟uomo su Gaia con l‟arrivo di
Geus217, con l‟arrivo di Amon-Adamo218 sulla Terra e con la
cacciata di Satan219 su Bezoar, ma il tutto al massimo risaliva
al 9000 a.C.
Uomini su questi pianeti già erano presenti ma la storia
dell‟umanità non sembrava essere precedente a quella che
avevano vissuto durante i loro viaggi nel tempo. Ora quella
data aveva dell‟incredibile, ma era una data che doveva
avere un senso e loro due l‟avrebbero trovato.
Attraversarono la Porta del Cielo e si trovarono su di una
piccola isola in mezzo al mare, piena di vegetazione.

217
Viaggio verso l’inizio della vita- Epilogo.
218
Viaggio verso l’inizio della vita- Incontro con Amon-Adamo.
219
Viaggio verso la battaglia finale- Il Mistero della quarta parete.

233
pagina n.234 499272_LAVORATO.pdf

Questa volta sfruttarono la possibilità di volare essendo


angeli.220 In effetti spesso, presi dagli avvenimenti, avevano
dimenticato questo loro essere non più umani.
Si alzarono in volo sempre più in alto, l‟isola non era la sola
ce ne erano moltissime sembrava un arcipelago di isole. Una
era molto più grande perché non riuscivano a vedere il mare
circondarla interamente.
Si alzarono ancora di più arrivando oltre i ventimila metri e
si accorsero che non poteva dirsi un‟ isola ma bensì un
continente.
Guardando nel cielo videro due satelliti, uno più grande ed
uno molto piccolo, chissà dove erano capitati!.
Su quale pianeta si trovavano?.

GILGAMESH Utnapistim siamo arrivati in un posto che sembra


sconosciuto, forse un pianeta nuovo. Stanotte sicuramente
dalla posizione delle stelle potremo capire di più.
UTNAPISTIM Gilgamesh se ci innalziamo ancora di qualche
chilometro vedremo altra parte di questo pianeta, tanto a noi
l‟ossigeno non serve.

Arrivarono a trentamila metri sul livello del mare, e videro in


lontananza un‟isola che gli ricordava il Giappone, più a destra
ancora una grande penisola che sembrava essere l‟India.

220
Viaggio verso l’inizio della vita- Alla ricerca della nuova vita

234
pagina n.235 499272_LAVORATO.pdf

Gilgamesh e Utnapistim pensarono che questo pianeta


poteva essere la vecchia Terra. C‟era un modo per essere
sicuri, vedere se ancora più lontano si riusciva a scorgere la
terra di Gilgamesh. Ora la visione dall‟alto non era facilmente
comprensibile ma all‟improvviso videro qualcosa che non
poteva dare alcun dubbio su dove si trovassero.
Una penisola fatta a stivale circondata dal mare.
La forma dell‟Italia non aveva sicuramente copia in nessun
altro pianeta per quanto era caratteristica.
L‟unica cosa incomprensibile era quel piccolissimo satellite
in orbita, oltre alla luna. Che poi non era sferico come la luna,
bensì aveva una forma allungata più simile ad una ellissoide
nemmeno tanto regolare.
Si trovavano sulla terra 59490 anni prima della nascita di
Cristo.

Perché una data così lontana nel tempo, molto più tempo
di quello che erano riusciti fino ad ora ad attraversare
passando la Porta delle Stelle?.
La terra emersa più grande era piena di abitazioni molto
simili a quelle viste su Gaia e sulla Terra al tempo degli Egizi
e anche molto simili a quelle presenti nel continente
americano precedentemente all‟arrivo degli europei. La
maggior parte erano Ziqqurat e altre piccole piramidi quasi
tutte a scaloni. Le case erano sempre di un piano spesso
colorate di giallo, ocra e marrone.
Le abitazioni era moltissime, il posto sembrava dall‟alto
molto abitato.

235
pagina n.236 499272_LAVORATO.pdf

Gilgamesh e Utnapistim scesero e si trovarono su di una


grande piana con al centro una grande piramide, molto simile
a quella di Mu su Gaia.
La popolazione era intenta a lavorare e non fece caso a
loro due. Visitarono un grande mercato, dove la gente si
scambiava di tutto. Sembrava un popolo felice e molto attivo
e tutto questo più di cinquantamila anni prima di Cristo.
Gilgamesh e Utnapistim riuscirono a non farsi notare,
anche perché molti portavano tuniche bianche come loro, ma
decisero che dovevano scoprire dove si trovavano e chi
erano quegli uomini.
Entrarono in una grande biblioteca e si trovarono davanti
ad una grande teca in cui erano poste alcune tavolette che
sembravano come quelle221 viste nella Piramide di Mu.

GILGAMESH Utnapistim, rivedendo queste tavolette simili a


quelle che si trovano nella Piramide di Mu, mi sono ricordato
di un incontro fatto tanto tempo fa nel 1930 d.C. In quel
tempo incontrai uno strano uomo, un militare, che aveva una
passione per tavolette simili a queste e che parlava di un
continente scomparso, ma non detti alcun peso alle sue
affermazioni. Credo che sfruttando la nuova Porta del Cielo
possiamo tornare a quel periodo e parlare più
approfonditamente con quest‟uomo. Ci sarà sicuramente di
aiuto per capire quello che stiamo vedendo.

221
Viaggio verso la battaglia finale- Epilogo .

236
pagina n.237 499272_LAVORATO.pdf

UTNAPISTIM Gilgamesh so che tu hai una visione più chiara


della mia ed hai viaggiato di più nel tempo. Andiamo nel
futuro (rispetto ad ora) in quegli anni e affrontiamo
quest‟uomo.

Proprio mentre Gilgamesh e Utnapistim passavano


attraverso la porta nel 1930 d.C. sentirono alle loro spalle un
rumore assordante, un rumore così intenso come avevano
sentito solo durante la visione dell‟apocalisse222.
Ma oramai erano passati, avrebbero scoperto solo al
ritorno cosa stava succedendo.

222
Viaggio nel tempo e nello spazio - Epilogo.

237
pagina n.238 499272_LAVORATO.pdf

La scoperta di Mu

Si trovarono in Inghilterra nel 1930 e si presentarono al


colonnello Churchward223, dicendogli di essere degli storici
che stavano cercando notizie sulla scomparsa del continente
Mu.
Churchward ne fu contento, finalmente qualcuno sembrava
interessarsi alla sua scoperta.
Sia in America che in Inghilterra le sue teorie erano state
accolte con molto scetticismo, soprattutto perché tutto quello
che lui aveva trovato era legato a tradizione orale, tranne
delle tavolette che erano scomparse poco dopo che lui era
riuscito a tradurre.
Gilgamesh e Utnapistim sapevano ora quanto avesse
ragione e come alle volte l‟uomo si rifiuta di credere a ciò che
non è dimostrabile in modo assoluto.
Churchward iniziò il suo racconto, i due testimoni rimasero
in silenzio ad ascoltarlo.

<<Nel 1868 feci un viaggio in India per lavorare al restauro


di un tempio. Qui scoprii alcuni bassorilievi che parlavano di
alcune tavolette di argilla custodite nel tempio stesso. Riuscii
a visionarle solo grazie all‟interessamento del Sommo
Sacerdote guardiano del tempio e mi trovai di fronte alla
descrizione del continente Mu. Trascrissi quelle tavolette,

223
Colonnello britannico (1852-1937) autore del libro “Mu, il continente perduto” 1926.

238
pagina n.239 499272_LAVORATO.pdf

chiamate tavolette dei Naacal224, con fatica impiegando del


tempo, perché il Sommo Sacerdote non volle
consegnarmele, anzi poco dopo scomparvero dal tempio.
Ho passato il resto della mia vita, spendendo tutti i miei
averi, nel tradurre la lingua delle tavolette e nella ricerca di
altre prove del mitico continente lì descritto.
Precedentemente nel 1864 d.C. un Abate detto “de
Bourbourg” affermò di essere riuscito a decifrare un codice
chiamato “Troano” e tramite questo delle tavolette Maya.
Questo Abate225 successivamente utilizzando l‟alfabeto Maya
aveva tradotto alcune tavolette che parlavano della
scomparsa di un grande continente.
Tramite la soluzione della scrittura di Mu riuscii anche a
tradurre testi Maya e alcuni manoscritti indo-tibetani.
Più tardi incontrai anche un archeologo di nome William
Niven che affermava di aver trovato e tradotto altre duemila
seicento tavolette Maya226 che facevano riferimento (anche
queste) ad un continente perduto chiamato Mu.>>

Gilgamesh e Utnapistim erano rimasti sorpresi dalla forza


del credo di Churchward, mai avevano incontrato una
persona così convinta di quello che diceva.

Churchward continuò il suo incredibile racconto.

224
I Naacal erano una confraternita di saggi provenienti da Mu che avrebbero scritto tali tavolette
prima dell’inabissamento di Mu.
225
Abate di nome Charles Etienne Brasseur (1814-1874).
226
Codice codex cortesianum.

239
pagina n.240 499272_LAVORATO.pdf

<<Il continente Mu misurava circa ottomila Km da est a


ovest e cinquemila da nord a sud. Il suo confine meridionale
erano l‟isola di Pasqua e le isole Fiji.
Era ricco di vegetazione tropicale con fiumi laghi e grandi
animali, sembrava una specie di giardino dell‟Eden.
Era situato nell‟Oceano Pacifico.
Questo continente al massimo del suo splendore, circa
cinquantamila anni fa era abitato da sessantaquattro milioni
di persone.
Non c‟erano grandi montagne, ma solo alture.
La forma di governo era teocratica e l‟imperatore sacerdote
era chiamato Ra-Mu.
Era noto come l‟Impero del sole ed il dio da loro adorato
aveva il nome di “Ra il sole”, anche se non lo si poteva mai
nominare.
Nel continente Mu vivevano diverse razze, dominate da
una razza bianca.
Circa cinquantamila anni fa una serie di terremoti, durati
vari anni, avevano quasi fatto affondare nell‟oceano l‟intero
continente. Era rimasta intatta solo una piccola parte che era
però definitivamente scomparsa nell‟oceano circa undicimila
anni fa.
Tra cinquantamila e undicimila anni fa alcuni abitanti di Mu
utilizzando delle grandi navi attraversarono l‟oceano pacifico
per fondare alcune colonie: in America l‟impero Mayax, in
Asia l‟impero Uighur e in Asia meridionale il regno di Naga,
queste navi si spinsero fino in Egitto.

240
pagina n.241 499272_LAVORATO.pdf

E‟ proprio dalla scoperta della città di Uighur, trovata sotto


le macerie della città di Khara Kota227 sepolta nel deserto di
Gobi, che si ritrovarono riferimenti a Mu.
Questo mi rafforzò nell‟idea di esistenza di un continente
e di una civiltà antichissima scomparsa per sempre.
Per ciò in questi posti esistono monumenti come le piramidi
Maya, quelle Egizie e i ziqqurat, che secondo molti storici
risalgono ad oltre diecimila anni fa.
Una storia analoga è quella di Atlantide che dovrebbe
essere posizionata nell‟oceano atlantico, ma su questo non
ho potuto trovare riscontri se non quelli legati a leggende
greche e latine.
Ora l‟età in cui scomparve la civiltà Mu non è possibile
determinarla con precisione ma le date corrispondenti a circa
cinquantamila e undicimila anni prima sono deducibili da
quanto riportato sulle tavolette da me tradotte.
La loro scomparsa purtroppo fu una perdita
incommensurabile.>>

Gilgamesh e Utnapistim avevano ascoltato attentamente


tutto il racconto di Churchward, e sapevano solo ora che il
colonnello non era andato lontano dalla verità. Le sue
tavolette erano esistite, copie in cristallo le avevano viste
nella teca della piramide di Mu. Tutta la storia del continente
Mu era vera, a parte qualche imprecisione sulle date.

227
Khara Kota, città sepolta dalle sabbie del Deserto del Gobi, ritrovata all’inizio del secolo
dall’avventuriero russo Kolkov. Sotto le mura di questa città, l’esploratore asserì di averne ritrovato
un’altra più antica, Uighur, capitale del regno dei mongoli delle steppe che portavano questo nome;
il suo stemma era la lettera greca M (Mu) inscritta in un cerchio diviso in quattro settori.

241
pagina n.242 499272_LAVORATO.pdf

Ne sapevano a sufficienza per tornare sulla terra nell‟anno


59490 a.C. e assistere a quello che sarebbe successo.

Ma prima di farlo, Gilgamesh ebbe l‟idea di sfruttare la


Porta del Cielo per tornare un attimo nel 2033 d.C. visitare la
grande biblioteca di Bagdad, quasi interamente distrutta, e
prendere (trafugare) uno stupendo libro sulle Costellazioni e
sulle Stelle dell‟universo pensando che potesse essergli utile;
proprio lì nella biblioteca vide per la seconda volta le tavolette
di alluminio in cui si parlava di loro due, le lasciò pensando a
quanto sarebbero state utili successivamente a Oettam228.
Attraversarono di nuovo la Porta del Cielo, per ritrovarsi nel
nuovo continente, anzi il più vecchio.

Il rumore assordante che avevano sentito alle loro spalle


poco prima del passaggio attraverso la Porta del Cielo, stava
diventando sempre più grande.
Era l‟inizio di un terribile terremoto, proveniente dalle
viscere dell‟oceano pacifico.
Le scosse di terremoto continuarono per ore, giorni e anni,
uccidendo una gran parte della popolazione di Mu, i suoi
effetti devastanti terminarono solo dopo circa tre anni.
Il continente Mu fu quasi completamente sommerso
dall‟oceano, pochissime isole vicino al continente rimasero
sopra al livello del mare, qui si rifugiarono pochi superstiti.
Il continente era praticamente scomparso ed ora l‟oceano
pacifico era diventato il mare più grande di tutta la terra.

228
Viaggio verso l’inizio della vita- Alla ricerca della sopravvivenza.

242
pagina n.243 499272_LAVORATO.pdf

Alcuni uomini non rimasero su quelle isole ma presero il


mare per andare altrove, alcuni arrivarono fino in quel
continente che sarebbe divenuto l‟America centrale.
Qui comparvero poi i Maya.

Tra le tavolette tradotte da Churchward e quelle tradotte da


William Niven229 alcune recitavano “ Quando il cielo si aprì, la
terra che sorge tra i due grandi oceani era abitata a quel
tempo e gli Dei (….mancante..) come era giusto che fosse.
Una nuova civiltà avrebbe servito i signori del cielo e sarebbe
stata guardiana del tempo……”
Altre ancora proprio sulle tavolette Maia “esse furono
custodite dagli dei del cielo che hanno voluto donare al
mondo la verità (……..) così scesero da carri alati per
seppellire il testo sacro sul suolo sacro di Ihgert per fare
ritorno alla terra d’origine quando (……) il sole sorgerà dai
monti alla fine dell’ultima era.”
Gilgamesh e Utnapistim capirono da questo che l‟uomo
doveva essere venuto da chissà dove e che forse alla fine
sarebbe tornato là.

Avevano oramai visto molto di quella grande tragedia, non


rimaneva che andare a vedere cosa sarebbe successo
undicimila anni prima dell‟incontro con Churchward, intorno al
9000 a.C.
L‟anno era il 9000 a.C. le placche oceaniche sia del
pacifico che dell‟atlantico probabilmente sollecitate dalla

229
William Niven archeologo (1850-1927).

243
pagina n.244 499272_LAVORATO.pdf

caduta del piccolo satellite della terra, che solo in parte si era
distrutto entrando nell‟atmosfera, si erano scontrate
violentemente proprio poco sotto le poche terre risparmiate
dal terremoto di trentamila anni prima, questo aveva dato
luogo ad un ulteriore terremoto di una forza incredibile che,
con il susseguente tsunami, aveva fatto scomparire sotto
l‟oceano l‟intero continente Mu.
L‟uomo avrebbe dimenticato per sempre quella tragedia,
solo alcune leggende Maya o Indiane ricordavano vagamente
quella catastrofe.
Alcune tavolette furono poi ritrovate in un tempio
indiano…e raccontavano <<Quando la stella Bal cadde là
dove oggi non c’è che mare, le sette città tremarono con le
loro porte d’oro e i loro templi, nacque una grande vampata e
le strade si riempirono di denso fumo. Gli uomini tremarono di
paura, e una grande folla s’assiepò nei templi e nel palazzo
del re. Il re disse: “Non vi ho predetto tutto questo?” e gli
uomini e le donne, vestiti dei loro preziosi abiti, ornati dei loro
meravigliosi monili, lo pregarono e lo implorarono: ”Salvaci,
Ra-Mu!” Ma il re profetizzò loro che sarebbero dovuti morire
con i loro schiavi e i loro bimbi e che dalle loro ceneri sarebbe
nata una nuova razza umana>>.
Questo era scritto sulle tavole di Lhasa …ma questa storia
ci è già nota.
La stella Bal doveva essere quel piccolo satellite, che
l‟uomo da noi conosciuto non aveva mai più visto in cielo.

244
pagina n.245 499272_LAVORATO.pdf

Gilgamesh e Utnapistim capirono che la storia dell‟uomo


sulla terra era ricominciata compiutamente una seconda
volta solo con l‟arrivo di Amon-Adamo sulla terra.
Ma come mai Amon aveva il nome “Ra dio del Sole” e la
città in cui aveva vissuto su Gaia, il nome di “Mu” così come
la piramide?.

GILGAMESH Utnapistim hai notato che l‟uomo di Mu è


scomparso praticamente esattamente nel 9000 a.C. proprio
quando l‟uomo comparve su Gaia230?.
UTNAPISTIM Gilgamesh credo che anche quella volta un
gruppo di uomini si è spostato dal continente Mu prima della
sua scomparsa su Gaia utilizzando la Porta delle Stelle o del
Cielo. Non so dove l‟abbiano trovata e come abbiano fatto
ma è l‟unica spiegazione possibile per quello che è
accaduto.

Gilgamesh e Utnapistim non avevano la possibilità di un


riscontro oggettivo, ma ricordando la frase impressa sulla
parete della nuova Porta del Cielo :
“Ra dio del Sole un milione di anni fà fu sepolto fra le
Stelle. La Porta del Cielo è sigillata per sempre”
pensarono che dovevano tornare ancora più indietro a
quel milione di anni prima..
Sulla parete il tempo iniziò a scorrere all‟indietro e arrivò
velocemente a 1000000 a.C.

230
Geus quando viene esiliato su Gaia trova lì degli uomini.

245
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La parete della Porta del Cielo diversamente dall‟altra


Porta non riportava le immagini di quanto era accaduto,
rimaneva sempre buia, d‟altronde anche le pareti della
seconda sala nella Piramide di Mu non avevano scritte che
ricordassero la storia.
La seconda Porta doveva essere molto più antica, e non
avere questa possibilità, ma permetteva di viaggiare nel
tempo molto più lontano nel passato.
Attraversare la Porta, ora, poteva sembrare
un‟imprudenza, ma loro non erano più umani e la curiosità li
stava divorando.
Un tempo così lontano………

Il continente su cui ora erano arrivati sembrava molto più


vecchio della Terra, il cielo completamente diverso da quello
che loro avevano conosciuto.
Le costellazioni non corrispondevano a quelle conosciute,
Orione sembrava disposta all‟inverso, così come la
costellazione del Toro, era visibile anche una parte della via
Lattea. Come capire su quale pianeta si trovavano?.
L‟unica costellazione che sembrava riconoscibile, anche se
il tempo lungo passato sembrava distorcere la sua simmetria
nel cielo, era la costellazione di Hydra.
Il libro da poco trafugato nella biblioteca di Bagdad poteva
dare a loro una idea per capire ciò.
Passarono molte notti ad osservare il cielo stellato,
cercando riferimenti e trovando corrispondenze con

246
pagina n.247 499272_LAVORATO.pdf

costellazioni descritte sul libro, alla fine riuscirono a capire


che probabilmente si trovavano nella costellazione della
Croce del Sud e che la Stella intorno alla quale girava questo
pianeta doveva essere Acruz; un Stella lontana trecentoventi
anni luce dalla Terra.
Una Stella231 che si era formata circa settanta milioni di
anni prima a cui rimaneva una vita di ancora una decina di
milioni di anni.

231
La Stella Acruz la più luminosa della costellazione della Croce del Sud ha una vita media di 100
milioni di anni essendo una gigante azzurra.

247
pagina n.248 499272_LAVORATO.pdf

Il Pianeta origine dell’evoluzione

La Stella Acruz era una stella gigante azzurra molto


luminosa, il pianeta su cui ritrovavano non sembrava tanto
diverso dalla Terra, almeno per quello che riguardava la
vegetazione e l‟ossigeno.
Salirono in alto e videro un grande fiume ed in lontananza
alcune costruzioni che sembravano sicuramente fatte da
uomini.
Si recarono lì e si trovarono così in una città abbastanza
affollata e piena di agitazione vitale.
C‟erano le solite piramidi e torri, che a questo punto erano
senza ombra di dubbio le abitazioni più comuni nell‟universo
conosciuto da loro.
Una piramide più grande delle altre sembrava avere la
funzione di tempio, essendo visitata da molti individui.
Entrarono anche loro, i loro abiti, le solite tuniche bianche
erano sufficientemente diffuse da non farli notare. Sulla
parete in fondo alla piramide c‟era una grande pittura
raffigurante un dio luminoso come un sole ed una scritta
simile a quella rappresentata sulla Porta del Cielo, la figura
doveva essere quella di Ra.
Una specie di Santone, che sembrava essere il sacerdote
di questo tempio, portava una veste colorata finemente e
preziosa, a lui tutti si prostravano e rendevano omaggio.

248
pagina n.249 499272_LAVORATO.pdf

Gilgamesh e Utnapistim si inginocchiarono davanti a lui e


alzandosi, subito dopo, gli fecero capire che volevano
parlargli.
Alla fine di quella che sembrava essere un cerimonia
religiosa, il Santone fece segno di seguirlo e loro lo fecero.
Il Santone si presentò a loro come il re di quel popolo. Il
suo nome era Ra , era l‟ultimo dei re di quel popolo chiamato
dei Muani, ed aveva un figlio già grande.
Ultimo re di quel popolo perché la loro conoscenza
dell‟universo era molto spinta e sapevano che erano destinati
alla scomparsa definitiva.
Una cometa dalle grandi dimensioni si stava avvicinando al
loro pianeta chiamato Mu e fra meno di un anno lo avrebbe
urtato distruggendolo.
Tutti i Muani lo sapevano ed erano in attesa di quel
momento.

GILGAMESH Ra, come mai se i Muani sanno di questa


terribile catastrofe sono così calmi nelle loro azioni?.
RA Non si può fare niente se non aspettare e sperare che
qualcuno si salvi. Solo pochi eletti si salveranno è scritto sui
libri della nostra storia. Una storia che nessuno di noi ha letto
su ordine del Dio Ra, sappiamo solo che ci salveremo grazie
ad una porta nascosta in una piramide: io so dove si trova.

GILGAMESH Ra dobbiamo dirti alcune verità su di noi e sulla


nostra presenza qui ora.

249
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Gilgamesh e Utnapistim raccontarono a Ra un parte della


loro storia, cercando di omettere quelle cose che Ra
difficilmente avrebbe compreso. Spiegarono che erano lì per
capire il perché dell‟origine dell‟uomo, e che li avrebbero
aiutati se fosse stato necessario.
Ra disse di sapere solo una piccola parte di quello che era
venuto a conoscere da loro e che anche il suo popolo
possedeva la Porta del Cielo nascosta sotto una grande
piramide.
La storia della Porta era stata raccontata a lui dal Dio Ra
svariati anni prima. Insieme alla Porta c‟erano degli scritti che
loro però non potevano leggere ma che avrebbero dovuto
portare con loro. Ra aveva spiegato a lui come utilizzare la
Porta, ma dovevano farlo solo in estremo caso di necessità,
anche perché diversamente non era assicurato loro un
risultato e soprattutto avrebbero potuto essere sbalzati
ovunque nell‟universo.
Oramai Ra e gli altri aspettavano solo il momento di essere
certi che la cometa in arrivo non li avrebbe mancati, per
passare la Porta. Ra come estremo omaggio verso
Gilgamesh e Utnapistim, per ringraziarli di quello che aveva
saputo da loro, li portò a vedere la piramide presso la quale
era nascosta la Porta del Cielo.

Gilgamesh e Utnapistim salutarono Ra augurando a lui ed i


suoi la salvezza. Dopo decisero di passare attraverso la loro
Porta spostandosi solo nel tempo e non nello spazio per circa
due anni.

250
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……………………………………………………………….
Erano passati due anni, su quel pianeta era purtroppo
caduta la cometa assassina distruggendo tutto quello che
c‟era. Intorno c‟erano tantissimi uomini, cadaveri oramai
putrefatti, sembravano tutti in fila all‟entrata della grande
piramide. Evidentemente non avevano fatto a tempo a
passare attraverso la Porta.
Entrarono nel tempio completamente distrutto e si
spostarono verso la piramide dove avevano visto la Porta
mostratagli da Ra.
La Porta era completamente distrutta e sepolta sotto
tantissime macerie, accanto vi erano moltissimi individui
sorpresi nel momento del passaggio, ma soprattutto
trovarono a terra il corpo di Ra. Lo riconobbero dagli abiti
che indossava e che avevano visto la volta precedente….e lì
a terra trovarono anche il libro di cui aveva parlato Ra.
Capivano solo ora il significato della frase “Ra dio del Sole
un milione di anni fa fu sepolto fra le Stelle. La Porta del Cielo
è sigillata per sempre”.
Ra era morto poco prima del passaggio e lui e la Porta del
Cielo erano rimasti per sempre in quel pianeta fra le Stelle.
Per fortuna loro possedevano l‟altra Porta.
Non sapevano se qualcuno si fosse salvato e fosse riuscito
a passare.
Decisero di andare a verificare sulla Terra se il passaggio
era avvenuto in quella direzione, ma potevano essere andati
su qualsiasi altro pianeta e per loro a questo punto sarebbe
stato difficile trovarli.

251
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Attraversarono la Porta e si trovarono sulla Terra circa un


milione di anni prima dell‟avvento di Gesù.
L‟uomo era li, non erano molti gli individui che si erano
salvati. Capirono subito chi era il loro capo, portava un
abbigliamento simile a quello di Ra, doveva essere suo figlio.
Era proprio il figlio di Ra, ed il suo nome era sempre Ra.
Ra disse loro che dopo il passaggio di poche centinaia di
persone doveva essere successo qualcosa perché la Porta
era scomparsa e loro erano rimasti soli. Suo padre non era
passato.
Gilgamesh e Utnapistim raccontarono a Ra quello che era
successo alla Porta e la strage che l‟intero popolo di Mu
aveva subito.
Ra pianse e da parte sua disse che su questa terra si
erano trovati soli e che gli unici uomini che avevano trovato
emettevano solo rumori e grugniti che loro non erano riusciti
a decifrare.
Gilgamesh ne incontrò molti e si accorse che
corrispondevano alla descrizione che era riportata su alcuni
libri del 1900 d.C. Risultavano essere uomini primitivi del tipo
Homo Erectus.
L‟origine dell‟uomo Sapiens sulla Terra era quindi legato al
pianeta Mu che girava intorno alla stella Acruz.

Gilgamesh sapeva che questo Homo Erectus sarebbe


scomparso del tutto solo poco (relativamente) tempo dopo e
sul pianeta Terra prima sarebbe comparso l‟Homo Sapiens
arcaico e alla fine l‟Homo Sapiens.

252
pagina n.253 499272_LAVORATO.pdf

Ra e i pochi rimasti avrebbero contribuito alla nascita


proprio di questi uomini.
Ma dovevano passare ancora moltissimi secoli, prima che
l‟Homo Erectus sollecitato dall‟arrivo del popolo dei Muani si
evolvesse verso l‟uomo Sapiens Sapiens, passando
attraverso altri individui come l‟Homo Sapiens arcaico,
l‟Homo Ergaster e quello di Neanderthal.
Per migliaia e migliaia di anni l‟uomo proveniente dal
Pianeta Mu sarebbe rimasto solo ad assistere a questa
evoluzione ed a contribuire ad essa.
L‟origine dell‟uomo Sapiens sulla Terra era quindi legato al
pianeta Mu che girava intorno alla stella Acruz.

253
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Passaggio su Gaia

La vita sul pianeta Mu era praticamente scomparsa un


milione di anni prima, l‟uomo era riuscito a spostarsi sulla
Terra poco prima della distruzione utilizzando la Porta del
Cielo ma questa era andata distrutta nell‟impatto con la
cometa vagante. Ma ora anche il continente Mu sulla terra
dopo quasi un milione di anni stava subendo la stessa sorte.
Tutti gli abitanti del continente sarebbero scomparsi
definitivamente, non c‟era il tempo per spostarsi in pochi
attimi su altri continenti attraversando l‟oceano. Esisteva un
solo modo per salvare alcuni degli abitanti di Mu prima che
l‟intero continente fosse sommerso dall‟oceano per sempre.
Gilgamesh e Utnapistim capirono subito che toccava di
nuovo a loro salvare l‟uomo, come avevano già fatto nel 3334
d.C. portando gli abitanti di Aurora sulla Terra, usando la
nuova Porta del Cielo.
Era il 59490 a.C. la porta si aprì, Gilgamesh e Utnapistim
convinsero molte migliaia di uomini di Mu a trasferirsi su di un
nuovo continente. Già alcuni avevano attraversato l‟oceano
per sbarcare su altre terre.
Ma non bastava sapevano che dovevano rifare un nuovo
salvataggio, così si trovarono di nuovo sul resto del
continente Mu nel 9000 a.C. e anche ora convinsero alcune
centinaia di uomini a trasferirsi.

254
pagina n.255 499272_LAVORATO.pdf

Qualche attimo dopo il secondo passaggio Gilgamesh,


vedendo in lontananza la piramide di Mu, si accorse che
l‟uomo non si trovava sulla terra in un altro continente, come
riteneva, ma era su Gaia. Avevano trasportato l‟uomo sul
pianeta di Amon-Ra.
Pochissimo tempo dopo Dio esiliava su Gaia l‟angelo Geus
che non aveva preso posizione sulla guerra tra angeli.
Questi erano gli uomini che Geus aveva trovato già su
Gaia, e forse Dio per questo l‟aveva mandato proprio su quel
pianeta.
Un disegno sicuramente superiore stava guidando i viaggi
di Gilgamesh e Utnapistim facendoli trovare sempre al
momento giusto nel posto giusto.
Salutarono gli uomini di Mu rimasti spiegando loro che
erano salvi ma che si trovavano su di un altro pianeta di
nome Gaia, che li avrebbe ospitati per sempre, e che
avrebbero incontrato eredi di altri uomini provenienti dalla
terra, sbarcati su quel pianeta quarantamila anni prima.
Gilgamesh e Utnapistim rientrarono nella piramide di Mu e
dopo il solito lungo tragitto entrarono nella stanza della prima
Porta delle Stelle.
Le pareti erano completamente bianche, solo sulla prima
era evidente l‟arrivo su Gaia di Geus e il suo ritrovarsi fra gli
uomini. La Porta delle Stelle era al centro della sala, sarebbe
stata usata migliaia di anni dopo da Amon-Adamo. Sul soffitto
era disegnata solo la via Lattea e accennata la costellazione
di Orione.

255
pagina n.256 499272_LAVORATO.pdf

Il tempo era quello del loro arrivo su Gaia per cui la sala
era solo all‟inizio della sua storia. Soltanto nei secoli avvenire
si sarebbe riempita dei geroglifici decrittati da Erasec.232
A Gilgamesh venne l‟idea di andare a ritrovare la sala
grande e si mise a girare per la piramide in cerca di questa.
La ricerca fu difficile e richiese molto tempo, ma il tempo in
questa piramide perdeva il suo significato. Alla fine la
trovarono. Anche questa volta al momento di entrare ebbero
la netta sensazione che qualcun‟altro fosse stato li dentro
qualche attimo prima. Poco era cambiato dalla prima volta, le
pareti non riportavano disegni, ma sul soffitto c‟era disegnata
una porzione di Universo in cui si evidenziavano le
costellazioni di Orione, del Toro, la via lattea e della Croce
del Sud. Le riconobbero guardando le tavole che si erano
portati dietro dalla Terra.
Sul muro c‟erano ancora le scritte della volta precedente
(in realtà successiva), ma con una differenza la scritta “Ra
dio del Sole un milione di anni fa fu sepolto fra le Stelle. La
Porta del Cielo è sigillata per sempre” era impressa ora
sulla prima parete, mentre quella “«Io ho... visto cose che voi
umani non potreste immaginare navi da combattimento in
fiamme al largo dei bastioni di Orione e ho visto i raggi Beta
balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser e tutti quei
momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella
pioggia è tempo di morire» si era spostata sulla seconda.
Era comparsa una nuova scritta sulla seconda parete “La
città non ha bisogno di sole, né di luna che la illumini…..le

232
Viaggio verso l’inizio della vita- Epilogo

256
pagina n.257 499272_LAVORATO.pdf

sue porte non saranno mai chiuse di giorno, perché la notte


là non sarà più“233.

Un problema nuovo da risolvere.

GILGAMESH Utnapistim, penso che il fatto che la seconda


scritta sia stata spostata indica che abbiamo trovato la
risposta per la prima mentre per l‟altra non sappiamo niente.
UTNAPISTIM ho avuto anch‟io lo stesso pensiero, ma ora
trovare una soluzione alla seconda e terza frase mi sembra
più difficile. Fino ad ora siamo stati guidati in qualche modo.
Ora, forse, tocca solo a noi.

GILGAMESH vedi Utnapistim il comportamento del tempo in


questa sala non è come quello in quella con la Porta delle
Stelle. Qui siamo circa nel 9000 a.C. e quindi le scritte non
dovevano esserci se sono state fatte nel 7137 d.C. Inoltre
questa porta ci ha permesso di influire sul passato come fino
ad ora non era mai accaduto.

I due testimoni non sapevano proprio cosa fare, se


rimanere su Gaia o provare a girare nell‟universo, ma senza
una meta precisa era come cercare un ago in un milione di
pagliai.
Forse proprio quell‟ombra che avevano intravisto stava
segnalandogli il percorso da intraprendere.

233
Apocalisse di San Giovanni 21,23.

257
pagina n.258 499272_LAVORATO.pdf

La frase esprimeva sicuramente qualcosa che andava


sviscerata. Decisero che si sarebbero mossi dalla sala solo
dopo aver risolto quell‟enigma.
Era giunto il momento di leggere lo scritto trovato nelle
macerie del tempio di Mu davanti ai resti della Porta del
Cielo.

258
pagina n.259 499272_LAVORATO.pdf

Da Bezoar a Gaia

Nel 6800 d.C. gli uomini di Bezoar si erano ribellati a Satan


e agli altri Demoni ed erano riusciti, aiutati dai sei Robot-
Androidi, a sconfiggerli. L‟uomo si era finalmente ripreso il
“Libero arbitrio”.
Questo aveva comportato che negli anni successivi gli
uomini di Bezoar avevano iniziato a farsi delle guerre. Erano
però in grado di decidere il loro destino.
Al-Awwal234 non si era occupato molto di queste guerre tra
gli uomini di Bezoar, ma aveva un pensiero fisso.
Sapeva che fra non molto tempo (almeno per lui) gli
androidi partiti per Gaia sarebbero tornati attraverso la porta
delle Stelle e per gli uomini di Bezoar questa sarebbe stata la
fine.
Erano partiti oramai da molti anni e fra circa trecento
sarebbero giunti nei pressi da Gaia. La scienza però sul suo
pianeta era andata avanti e si era riusciti ad utilizzare mezzi
di trasporto che potevano arrivare a circa un decimo della
velocità della luce. Al-Awwal pensò che se fosse partito ora in
direzione Gaia sarebbe giunto lì nello stesso momento degli
Androidi e forse avrebbe potuto impedire loro di
impossessarsi della Porta delle Stelle; decise così di partire.

234
Viaggio verso la battaglia finale - Da Aurora a Bezoar.

259
pagina n.260 499272_LAVORATO.pdf

Salì su di una piccola astronave dotata di armi sofisticate e


partì alla volta di Gaia, lasciando su Bezoar gli altri cinque
Androidi.
Arrivò al cospetto di quel pianeta proprio nello stesso
momento in cui gli Androidi avevano iniziato ad attaccare la
piramidi di Mu.
Assistette a tutto l‟attacco vide le astronavi bruciare ma
anche quasi distruggere la piramide di Mu, vide l‟estrema
difesa che altri androidi (non sapeva da dove venissero ma si
ricordò di Gilgamesh e Utnapistim e pensò che fosse opera
loro) opposero agli androidi di Bezoar.
Vide le grandi perdite causate ai difensori della Piramide,
ma anche le perdite quasi totali degli attaccanti.
Una battaglia così grande non poteva non lasciare un
segno su di lui.
Capì alla fine che Gaia avrebbe vinto, e la fuga delle due
ultime astronavi rimaste probabilmente non sarebbe più
servita agli androidi di Bezoar che si erano salvati.
Probabilmente né l‟astronave guidata da Angra-Mainyu né
quella guidata da Yama235 sarebbero giunte a destinazione. Il
tempo infinito che sarebbe stato necessario a loro per tornare
non dava molte speranze.
Prima che si allontanassero definitivamente Al-Awwal
scese con la sua piccola astronave su Gaia, la nascose tra le
rovine della vecchia città di Mu, ed entrò nella Piramide.
Si ritrovò dopo aver girato nei cunicoli in una grande sala,
qui vide la Porta del Cielo con la scritta sopra e la stessa

235
Viaggio verso la battaglia finale -La battaglia finale.

260
pagina n.261 499272_LAVORATO.pdf

riportata sulla parete e aggiunse una seconda scritta per


ricordare quello che aveva provato durante la battaglia tra
androidi. Poi si avvicinò alla Porta del Cielo questa riportava
nel suo datario digitale la data di 1010000 a.C.
Tentando di uscire per tornare alla sua astronave si perse
nella piramide e giunse in una seconda sala identica a quella
che aveva visto con un‟altra Porta del Cielo, sulla parete della
sala c‟era una scritta che lo riguardava.
“Al-Awwal devi passare attraverso la Porta del Cielo e
portare con te quest’altra Porta”
Al-Awwal decise di obbedire, senza cercare di capire,
smontò la porta, la trasportò nella sala precedente e la fece
passare attraverso la Porta del Cielo, solo alla fine passò
anche lui. Si trovò su di un pianeta sconosciuto.

Gli uomini che vivevano lì non sapevano scrivere,


emettevano suoni per lui senza senso anche se tra loro
sembravano intendersi.
Trascorse moltissimi anni (un tempo veramente lungo) ad
insegnare a questi la scrittura tramite geroglifici, si fece
passare come il Dio Ra, dio del sole, e scrisse su alcune
tavolette una parte della loro storia mentre passava il tempo.
Spiegò alla fine, a quello che sarebbe diventato l‟ultimo
loro capo (che in suo onore prese il nome di Ra), che da lì a
poco il loro pianeta chiamato da lui “Mu” sarebbe stato quasi
distrutto da un impatto con una cometa ma che alcuni si
sarebbero potuti salvare utilizzando la Porta del Cielo in suo
possesso.

261
pagina n.262 499272_LAVORATO.pdf

Questa fu nascosta all‟interno di una piramide la cui


ubicazione era nota solo a Ra e a pochissimi altri suoi
fedelissimi.
Solo nel momento in cui l‟arrivo della cometa era prossimo,
Ra doveva utilizzare la Porta, ma non avrebbe dovuto mai
leggere quello che Al-Awwal aveva scritto sulle tavole.
Ra giurò che avrebbe rispettato fino alla fine quello che gli
aveva detto Al-Awwal.
Al-Awwal aveva potuto scrivere la storia dell‟uomo su
questo nuovo pianeta che aveva chiamato Mu perché aveva
vissuto con loro circa diecimila anni. Durante questi anni
aveva utilizzato più volte la Porta per viaggiare nel tempo su
questo pianeta e così aveva scoperto che circa dopo
diecimila anni dal suo arrivo una enorme cometa sarebbe
caduta sul pianeta, aveva così deciso che qualche attimo
prima che ciò accadesse avrebbe spiegato a qualcuno di
questo popolo come salvarsi dalla distruzione usando la sua
Porta del Cielo.
Poco prima dell‟impatto se ne sarebbe andato su qualche
altro pianeta.
Così fece poco tempo prima dell‟impatto. Attraversò la
Porta del Cielo non sapendo cosa l‟aspettava.
Aveva sempre viaggiato solo attraverso il tempo da quando
si era trovato su questo pianeta.
La prima volta il suo salto era stato nello spazio-tempo e
anche questa volta il salto lo avrebbe fatto nello spazio-
tempo.

262
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La prima Storia di Mu

Gilgamesh e Utnapistim iniziarono a leggere il libro che


avevano trovato nelle mani di Ra.
Il libro era scritto utilizzando i geroglifici che oramai loro
ben conoscevano e parlavano di Al-Awwal e del suo
passaggio attraverso la Porta del Cielo.
Al-Awwal proprio l‟Androide che avevano incontrato su
Bezoar e che aveva contribuito ad aiutarli a sconfiggere gli
Androidi partiti alla conquista di Gaia.
Al-Awwal raccontava la sua storia a partire dalla sua
partenza da Bezoar, del suo arrivo su Gaia, della grande
battaglia a cui aveva assistito, del suo ingresso nelle due sale
della piramide di Mu e del suo successivo passaggio
attraverso la Porta.
Raccontava del suo arrivo sul nuovo pianeta chiamato da
lui Mu, in ricordo della Piramide, ma soprattutto la storia
dell‟uomo su Mu.
Al suo arrivo l‟uomo era praticamente ancora un essere
animale, non parlava (emetteva solo suoni incomprensibili),
non sapeva scrivere.
Al-Awwal aveva insegnato loro tutto ciò che li avrebbe
portati ad essere uomini, ma questo aveva richiesto migliaia
di anni. Alle volta si era scoraggiato, e aveva pensato di

263
pagina n.264 499272_LAVORATO.pdf

rinunciare, ma sapeva che per quello era stato mandato lì e


per questo aveva continuato fino ad arrivare allo scopo.
Gli uomini avevano infine appreso come comunicare tra di
loro sia oralmente che per iscritto, e questo aveva permesso
loro di fare un enorme salto evolutivo. La storia sul libro
riportava anche i vari passi evolutivi fatti dall‟uomo. Al-Awwal
non aveva mai rivelato le sue origini androidi ma si era
presentato come il Dio Ra, dio del sole.
Al-Awwal parlava anche dei suoi innumerevoli viaggi nel
tempo, fatti soprattutto per vedere se quello che lui stava
facendo aveva dei risultati, e proprio durante questi viaggi
aveva scoperto che una grande cometa avrebbe distrutto il
pianeta Mu.
Questo fece capire a lui che il suo compito non si sarebbe
limitato a fare evolvere l‟uomo, ma anche a salvarlo
facendogli usare la Porta del Cielo.
La Storia arrivava a descrivere l‟incontro tra Al-Awwal e il
capo di quel popolo, e come Al-Awwal avesse spiegato a
quel capo il compito importante che l‟aspettava.
Gilgamesh e Utnapistim capirono in quel momento che non
solo loro avevano (e avrebbero) avuto il compito di salvare
l‟uomo ma soprattutto che un androide Al-Awwal (Il Primo)
aveva avuto il compito più importante creare (quasi)
L‟UOMO.
Ma come sempre ogni volta che un problema sembrava
risolto ne sorgeva un altro ancora più complesso.
Ora sapevano chi aveva scritto la seconda frase sulla
parete ed il suo significato.

264
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Si accorsero solo in quel momento che la terza frase era


passata dalla seconda alla terza parete.

GILGAMESH Utnapistim sono un po‟ confuso. Fino a quando


abbiamo utilizzato la Porta delle Stelle non era mai capitato di
modificare o agire sul passato, anzi tu me lo avevi sempre
sconsigliato236, ma ora sia noi che Al-Awwal di fatto siamo
entrati nel passato e in qualche modo lo abbiamo
condizionato.

UTNAPISTIM ciò che dici è vero, la storia dell‟umanità sembra


essere un circolo vizioso. L‟uomo del pianeta Mu si è evoluto,
oltre un milione di anni prima, aiutato da Al-Awwal creato su
Bezoar soltanto nello stesso anno in cui è nato Gesù sulla
terra. L‟uomo del continente scomparso Mu grazie a noi due
nati sulla terra tremila anni prima di Cristo, è rinato su Gaia
oltre quaranta settemila e di nuovo seimila anni prima della
nostra nascita. Anch‟io sinceramente mi sento confuso.

Gilgamesh e Utnapistim continuarono a pensare a quante


cose non fossero chiare, almeno secondo le teorie di
Einstein. Forse il Tempo aveva un percorso ed un flusso
unico solo in un universo. Fra diversi universi questo poteva
non essere più vero.
La Porta del Cielo aveva un comportamento molto più
incredibile rispetto a quella delle Stelle.

236
Viaggio nel tempo e nello spazio- Tav. 8.

265
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La terza frase “La città non ha bisogno di sole, né di luna


che la illumini…..le sue porte non saranno mai chiuse di
giorno, perché la notte là non sarà più“ era ora lì sulla parete
ed aspettava una soluzione.
La Piramide aveva un segreto che loro due non avevano
ancora capito. Non aveva bisogno di luce, le sale erano tutte
illuminate, non c‟erano candele ne lampade all‟interno e
anche i cunicoli erano sempre in piena luce. La scritta doveva
essere in relazione con tutto ciò. La difficoltà era non solo nel
capire come fosse possibile l‟illuminazione ma anche il
perché si parlasse di città, di sole e di luna e della scomparsa
della notte.

Gilgamesh sorprese di nuovo Utnapistim; aveva capito


almeno una parte della frase.

GILGAMESH Ricordo che durante la visita fatta alla sala con


Erasec, questi mi descrisse con accuratezza alcune proprietà
di questo pianeta. Gaia offre sempre la stessa faccia al suo
sole Betelgeuse, e da questa parte del pianeta non esiste la
notte ma è sempre giorno quindi la città di cui si parla è la
città di Mu e le porte quelle della Piramide aperte sempre a
tutti nel momento opportuno. È la illuminazione interna
difficile da comprendere, come se se la pareti emettessero
luce, dato che non si vedono lampade candele e quanto altro
utile ad emettere luce.

266
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Gilgamesh e Utnapistim continuarono a girare per la


Piramide fino a trovare la seconda sala dove su di una parete
c‟era la scritta “Al-Awwal devi passare attraverso la Porta
del Cielo e portare con te quest’altra Porta”
La Porta non c‟era più. Anche se ciò era in linea con il fatto
che la stessa era stata distrutta nell‟impatto con il pianeta
vagante contro Mu, rimaneva il fatto che circa sedicimila anni
dopo Al-Awwal l‟avrebbe trovata intatta e pronta per essere
portata via da lui.
Sempre di più ciò convinse i due testimoni che, in quelle
due sale, il Tempo aveva un comportamento diverso e quasi
ciclico.
Il futuro ed il presente erano in grado di modificare il
passato e questo a sua volta modificava il futuro un‟altra
volta.
Capire tutto questo senza essere degli scienziati era
praticamente impossibile. Gilgamesh pensò che prima o poi
doveva tornare da Einstein per vedere se lui sarebbe stato
capace di spiegare una cosa così incredibile.
Mentre stavano tornando verso la sala della Porta del Cielo
incontrarono finalmente la persona di cui avevano avuto
sentore durante le due visite precedenti alla sala.
Al-Awwal li salutò con calore e un gran sorriso, forse li
aspettava. A quel punto anche loro furono veramente
contenti di quell‟ incontro.
Per la prima volta nella loro storia, non erano soli in questa
piramide.

267
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In tre forse avrebbero potuto dare qualche risposta ai vari


problemi, e comunque insieme avrebbero potuto decidere
cosa fare da quel momento in poi.

268
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Dove andare ?

Gilgamesh, Utnapistim e Al-Awwal si guardarono in viso,


ora potevano raccontarsi le avventure di cui erano stati
testimoni. Parlarono senza più alcuna reticenza di tutto quello
che avevano vissuto, e mentre questi racconti si collegavano
uno all‟altro delineando quasi l‟intera storia dell‟umanità si
sentivano sempre più partecipi di questo immenso disegno
che li vedeva protagonisti.
Ora il problema era però quello di dove dirigersi. Fino ad
ora in qualche modo erano stati guidati da una mano
superiore, che aveva previsto per loro una testimonianza
dell‟esistenza dell‟uomo non solo su di un pianeta ma su vari.
Ma alla fine del tempo a loro noto Gaia era senza vita,
Aurora stava girando a vuoto nell‟universo, Bezoar non si
sapeva se era tornata sotto il potere di Satan e solo la Terra
era ancora probabilmente in mano all‟uomo, anche se aveva
assistito più volte a devastanti tragedie.
Era chiaro che la Terra più volte era stata colpita da
asteroidi. Una prima volta sessanta milioni di anni prima di
Cristo facendo scomparire i Dinosauri, un‟altra volta
cinquantamila anni decretando la parziale scomparsa di Mu,
ancora novemila anni prima di Cristo facendo scomparire per
sempre Mu ed infine nel 2012 d.C.

269
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Ma anche Gaia era stata colpita circa 8300 a.C. ed Aurora


nel 3334 d.C.
Una costante quindi della vita dell‟universo quella che
comportava che i pianeti ogni tanto venissero colpiti
dall‟Armaghedon.
Non c‟era un pianeta sicuro.
Al-Awwal chiese a Gilgamesh se potevano tornare a
Bezoar; lì aveva lasciato l‟uomo nel 6800 d.C. per andare a
vedere quello che stava per accadere a Gaia: chissà come
era diventata la vita su Bezoar.
Furono tutti d‟accordo, solo che non sapevano, essendo in
quella sala con il Tempo che non aveva una chiara regola, a
che punto il futuro, che per dirla come Einstein era l‟ultimo
presente, si trovasse.
Fecero partire il calendario-orologio sulla Porta del Cielo ed
aspettarono.
Il datario partì dal 9000 a.C. e continuò ad andare avanti
velocemente fino all‟ anno 8800 d.C.
Dal momento in cui Al-Awwal aveva lasciato Bezoar erano
passati solo duemila anni, anche se lui aveva trascorso un
tempo lunghissimo sul pianeta Mu di Acruz e se i due
testimoni avevano trascorso molto tempo sulla Terra su
continente Mu, sul Pianeta Mu di Acruz e su Gaia.
Passarono attraverso la Porta per trovarsi su Bezoar.
In duemila anni era successo di tutto, gli uomini di Bezoar
si erano fatti la guerra infinite volte. Satan aveva cercato di
riprendersi il potere ed era riuscito a mettersi a capo di un
gruppo di fanatici molto pericolosi. Soprattutto dopo che era

270
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venuto a sapere che Angra-Mainyu stava per tornare, anche


se ci volevano ancora circa duemila e cento anni.
Satan sapeva di aver perso la battaglia finale, ma con
l‟arrivo di Angra-Mainyu avrebbe potuto rimettere tutto in
gioco, oltretutto ora l‟uomo di Bezoar disponeva di astronavi
molto più veloci, come quella utilizzata da Al-Awwal.
Angra-Mainyu aveva mandato via radio messaggi per dire
che stava arrivando, insieme a Yama che aveva cambiato
idea su dirigersi verso la Terra (troppo lontana).
In tutto erano centotrentadue Androidi sufficienti a
riprendere il potere su Bezoar, e poter ripartire verso Gaia
con molte altre astronavi cariche di armi. Inoltre il viaggio
sarebbe durato solo trecento ottanta anni.
Tutto questo glielo stavano raccontando Al-Barin e Al-
Shahid che avevano ascoltato le trasmissioni radio.
Questi si erano nascosti alla vista della maggior parte degli
uomini di Bezoar ma avevano saputo dell‟arrivo di Al-Awwal
sul pianeta.
Purtroppo, durante una delle tante guerre combattute tra
gli uomini di Bezoar, gli altri tre Androidi erano stati distrutti
da un bomba atomica.
Gli uomini di Bezoar si erano sfidati varie volte utilizzando
bombe atomiche, ma diversamente da come era successo
sulla Terra, non si erano fermati alle prime ma avevano
continuato.
Questo aveva comportato che una parte del pianeta era
diventato inabitabile. Oramai rimanevano due sole grandi

271
pagina n.272 499272_LAVORATO.pdf

nazioni che si scrutavano in attesa che una si dimostrasse


meno pronta.
Al-Barin e Al-Shahid avevano continuato a ricercare la
pace, ma il loro peso era sempre più diminuito.
Oltretutto gli uomini diffidavano molto degli Androidi e dopo
averne costruiti altri tremila smisero. I tremila Androidi furono
nascosti e non furono attivati. I due rimasti non erano del tipo
di quelli partiti verso Gaia, ma la paura degli abitanti di
perdere il potere, aveva costretto questi a nascondersi
spesso. Nemmeno il fatto che fossero passate centinaia di
generazioni dal momento della loro creazione, aveva fatto
dimenticare agli uomini che gli Androidi essendo quasi
immortali, prima o poi avrebbero preso il potere.
Il problema però più grande non era quello legato agli
Androidi, ma ancora una volta come oramai sapevano bene i
due testimoni e L‟Androide, un pianeta che era sfuggito al
suo sole stava dirigendosi verso la stella di El-Nath e sarebbe
passato molto vicino a Bezoar. Un pianeta che nel suo
lunghissimo viaggio aveva attirato a se moltissimi asteroidi e
che avrebbe perso molti di questi, per effetto dell‟attrazione
gravitazionale, proprio durante il passaggio vicino a Bezoar.
Il pianeta era quello di Aurora, sfuggito all‟orbita di Alnilam
nel 3334 d.C. e che aveva percorso la distanza tra Alnilam e
El-Nath in circa cinquemila cinquecento anni.
Gilgamesh non sapeva se una cosa del genere fosse già
accaduta a Bezoar, ma la storia si ripeteva e sarebbe toccato
anche a loro una grande distruzione.

272
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La scienza che su Bezoar era andata molto avanti non


dava scampo al pianeta. Non sarebbe stato un solo asteroide
ad impattare, ma la previsione era di oltre un centinaio tra le
migliaia di asteroidi catturati da Aurora nella sua orbita
durante il suo lunghissimo viaggio attraverso l‟universo. La
previsione era per l‟anno 17128 del tempo di Bezoar,237
corrispondente all‟ 8888 d.C.
Anche questa volta non c‟era alcuna possibilità di
scampare alla immane tragedia, e per questo gli uomini di
Bezoar non avevano più interesse a pensare al futuro.
Gilgamesh, Utnapistim e Al-Awwal sapevano che l‟unico
modo per salvare qualcuno era quello di utilizzare la Porta
del Cielo.
Dopo tutti questi secoli ecco che a Bezoar toccava lo
stesso destino che era capitato a Gaia, Aurora , Mu la Terra.
Il pianeta Aurora oramai era vicinissimo a Bezoar e i primi
asteroidi iniziarono a cadere sul pianeta.
I due testimoni più i tre androidi decisero di sfruttare la
Porta del Cielo per andarsene e portarono con loro molti degli
uomini di Bezoar tra coloro che si erano dimostrati più inclini
alla pace che alla guerra.
Dove stavano per portarli non c‟era bisogno di creare
problemi futuri.
La meta era la terra l‟unico pianeta che essi ancora
pensavano salvo: la Terra nel 8888 d.C.

237
Anno primo di Bezoar settecento sessanta anni dopo la cacciata di Satan dal paradiso.

273
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Ancora la Terra

Erano passati circa mille settecento anni dall‟esito della


grande battaglia tra androidi.
Gli Androidi della Terra erano tornati in quarantuno e
avevano raccontato a Oettam II quello che era successo
come raccomandatogli da Gilgamesh.
Gli uomini della Terra li avevano accolti come trionfatori e
da quel momento non avevano avuto più remore nel creare
tanti altri Androidi.
Mille e settecento anni dopo il loro numero si era oramai
stabilizzato sulle quattordicimila unità, e a loro erano stati
assegnati compiti di controllo della sicurezza per la pace
internazionale e di assicurazione per la salvaguardia del
genere umano sia dal punto di vista della fame che delle
malattie dei vari popoli.
La scienza era andata molto avanti e praticamente questi
Androidi mantenevano la vita sulla terra ad uno standard che
rendeva lo stesso uomo pago di quello che possedeva.
Ma i tempi stavano cambiando anche lì su quel pianeta, e
gli androidi utilizzando astronavi molto veloci che
raggiungevano il 30 per cento della velocità della luce
avevano iniziato l‟esplorazione dell‟universo e si erano spinti
anche a distanze superiori a cento anni luce trovando una
decina di pianeti che potevano essere abitati da loro

274
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(essendo presenti i materiali che occorrevano per le loro


riparazione) ma non dagli uomini.
In molti era presente o acqua acida senza terre emerse o
pochissima acqua in continua ebollizione o sotto forma di
zolfo. L‟ossigeno libero quasi mai era in concentrazione utile
ai terrestri.
Solo quattro pianeti erano stati colonizzati per ora e a
questi era stato dato il nome di Andros, Andros II, Andros III
e Andros IV, ma erano presenti su di essi solo Androidi.
L‟uomo per ora non si era potuto spostare dalla sua Terra.

Gilgamesh e gli altri convinsero gli uomini della terra


attualmente capeggiati da Ar Nodai ad accogliere gli uomini
di Bezoar rimasti.
Ar Nodai fu ben contento di accettare questa situazione,
anche loro avevano subito in passato una diaspora del
genere e quindi sapevano cosa volesse dire trovarsi soli in un
pianeta diverso.

UTNAPISTIM Ar Nodai vorrei chiederti un favore. Mi


piacerebbe tornare a vedere la mia vecchia piramide che ho
lasciato tanto tempo fa.
AR NODAI Utnapistim puoi andare quando vuoi a vedere la tua
piramide ti farò accompagnare da Al-Hayy, ma credo che
rimarrai deluso perché non troverai la Porta delle Stelle.

Ar Nodai raccontò che fin da secoli la Porta non era più


nella piramide. Oettam II aveva avuto paura che la Porta

275
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delle Stelle potesse diventare preda degli Androidi di Bezoar,


dopo il passaggio degli Androidi terrestri su Gaia per la
grande battaglia. Non si fidava in realtà nemmeno di tutti gli
uomini, anche questi avrebbero potuto utilizzare la Porta per
cose non chiare.
Per questo aveva deciso di nascondere la Porta da un‟altra
parte e la posizione della stessa era nota solo a lui e a due
degli androidi terrestri, Al-Hafiz e Al-Wahid238.
Questo segreto sarebbe passato alla sua morte al nuovo
Capo, gli androidi avevano una lunga vita e quindi per
moltissimo tempo non ci sarebbe stato urgenza di
trasmettere tale segreto ad altri.
La Porta doveva essere usata solo per dei gravissimi
motivi.
Durante la grande battaglia però Al-Hafiz aveva perso la
vita, e subito Al-Wahid aveva trasmesso il suo segreto a Al-
Warith.239
Attualmente il segreto era noto solo a loro due e a Ar
Nodai.

Utnapistim chiese comunque di andare a vedere la sua


piramide e fu accompagnato da Al-Hayy come aveva detto Ar
Nodai; Gilgamesh e Al-Awwal rimasero con Ar Nodai.
Utnapistim entrò nella sua piramide in parte distrutta e
rimase in silenzio a pensare a tutto il tempo che aveva
passato lì dentro. Si diresse verso la sala che aveva

238
Al-Hafiz (Il protettore) Al-Wahid (l’uno).
239
Al-Warith (l’erede).

276
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contenuto la Porta delle Stelle e constatò che in effetti la


Porta non c‟era più. Ar Nodai gli aveva detto il vero. Si
avvicinò ad una piccola fessura nella sala che permetteva di
vedere al di fuori della piramide, guardò fuori era notte piena
si vedeva la costellazione di Orione, si scorgevano bene le
tre stelle Alnitak, Alnilam, Mantaka e poi in alto Betelgeuse
ma non si riusciva a vedere la stella più bassa Rigel, come
invece gli succedeva nel periodo vissuto li con Gilgamesh; gli
sembrò strano ma poi pensò che essendo passati migliaia di
anni la posizione delle stelle probabilmente si era
leggermente modificata.
Al suo ritorno, insieme a Gilgamesh, Al-Awwal, Al-Barin e
Al-Shahid decise di usare la Porta del Cielo per raggiungere il
pianeta di Andros.
Andros ospitava solo androidi, come recitava giustamente
il nome. Gli uomini non potevano ancora effettuare il viaggio
utilizzando le nuovissime astronavi perché il tempo richiesto
per il viaggio più breve era di circa sessanta anni. Una durata
del viaggio poco compatibile con l‟età degli uomini.
Al-Warith e Al-Wahid avevano proposto ad Ar Nodai di
utilizzare la Porta delle Stelle per trasferire alcuni coloni
uomini sul pianeta. Ar Nodai obiettò che l‟uomo non era
ancora pronto a colonizzare altri pianeti, e fino ad ora lo
aveva fatto solo per evitare la sua fine.
Colonizzare altri pianeti, man mano che venivano scoperti
avrebbe comportato che l‟uomo si sarebbe diffuso nell‟intero
universo e non avendo più una dipendenza reale dalla Terra

277
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e dal governo centrale avrebbe potuto pensare di costituire


un governo ostile a questi per problemi di potere.
Anche per questo fino ad ora il passaggio del potere da un
capo all‟altro veniva solo dopo la morte del precedente.
Venivano prescelti solo una decina di possibili capi dal capo
attuale e eletto da tutti gli uomini della terra. Durante i vari
secoli questo modo di scegliere il Capo non era stato mai
disatteso e i prescelti erano sempre stati all‟altezza.
Il nuovo Capo era pur sempre Uno.
Solo in alcuni momenti per varie casualità il numero dei
Capi della Terra erano stati più di uno, e sempre si erano
verificati problemi nelle decisioni che inevitabilmente
dovevano essere comuni.
Nel caso di nuove colonizzazioni il numero di questi Capi
avrebbe dovuto necessariamente aumentare e questo
avrebbe potuto comportare molti problemi.
Ar Nodai non pensava che fosse giunto il momento, pur
sapendo che questo sarebbe arrivato quanto prima.
Si fidava sicuramente solo ciecamente degli Androidi, per
le leggi che essi erano obbligati ad osservare.
Per questo Andros era in mano agli Androidi e soprattutto
Capo era stato nominato Al-Hakim240.
Al-Ahad era stato nominato Capo di Andros II, Al-Majd di
Andros III e infine Al-Ghani di Andros IV.
Prima o poi gli uomini avrebbero colonizzato i nuovi pianeti
ma solo degli Androidi sarebbero stati nominati Capi.

240
Al-Hakim (il saggio).

278
pagina n.279 499272_LAVORATO.pdf

Il governo Centrale sarebbe sempre rimasto in mano ad un


Uomo, i vari Capi Androidi non avrebbero mai interferito con
questo.
Prima di passare attraverso la Porta del Cielo i due
Testimoni ed i tre Androidi salutarono Ar Nodai, non sapendo
se l‟avrebbero più rivisto.

279
pagina n.280 499272_LAVORATO.pdf

La vita su Andros

Andros era un pianeta veramente notevole.


Al-Hakim fu veramente contento di ricevere Gilgamesh e
Utnapistim ed i tre Androidi di Bezoar; ricordarono insieme la
grande battaglia. Al-Hakim chiese ai tre Androidi di Bezoar
se anche loro fossero stati presenti alla battaglia finale. Al-
Awwal raccontò a Al-Hakim che loro erano Androidi molto
diversi da quelli che avevano cercato di prendere la Porta
241
delle Stelle molto più simili a quelli terrestri , ed erano
rimasti su Bezoar, solo lui poi aveva raggiunto Gaia in tempo
per assistere alla battaglia.
Al-Awwal chiese che stavano facendo tutti quegli Androidi
che sembravano lavorare alacremente.

AL-HAKIM Vedi Al-Awwal la maggior parte degli Androidi sono


occupati ad estrarre il vero tesoro di questo pianeta.
E‟ una pietra simile al marmo che ha una incredibile
proprietà, se viene esposta al sole da una parte, restituisce
questa luce e molto calore dall‟altra in molto tempo.
Prevediamo di utilizzare questa pietra sulla Terra, evitando
così lo spreco di energia. Il petrolio sulla terra è ormai
praticamente esaurito, ed altre forme di energie comunque

241
In base alle leggi della robotica inserite nei loro cervelli positronici.

280
pagina n.281 499272_LAVORATO.pdf

costano ed inquinano. Questa pietra praticamente permetterà


di avere luce e energia solo lasciandone una parte esposta al
sole. Ho chiesto a Ar Nodai di poter utilizzare la Porta delle
Stelle per portare questa pietra sulla Terra, ma ancora non
sono riuscito a convincerlo. Per ora lo stiamo portando con le
astronavi ma ci vogliono ancora degli anni prima di giungere
sulla Terra. Sono però certo che quando Ar Nodai potrà
sperimentare la proprietà incredibile di questa pietra darà il
via al trasposto attraverso la Porta. Andros è l‟unico pianeta
che ha questa caratteristica ne Andros II, III e IV possiedono
questa pietra.

AL-AWWAL Al-Hakim non hai paura che una volta venuto a


conoscenza di ciò gli uomini della terra cercheranno di
prendere il potere su Andros?. Anche gli Androidi potrebbero
avere delle mire su tutto ciò.
AL-HAKIM Certo il timore di qualcosa di simile lo abbiamo.
Non ho paura degli altri Androidi, le leggi che li guidano non
ammettono né rivolte contro gli uomini né contro altri
Androidi; ho invece paura degli uomini. E questo credo che
sia anche il timore di Ar Nodai, che ha sempre dimostrato di
essere un Capo capace e lungimirante.

La visita continuò, il pianeta era veramente caratteristico,


alla fine Gilgamesh, Utnapistim, Al-Awwal, Al-Barin e Al-
Shahid decisero di tornare sulla terra.

281
pagina n.282 499272_LAVORATO.pdf

Al-Barin e Al-Shahid decisero di restare sulla terra, in


cambio Al-Akhir chiese di seguire Al-Awwal e i due testimoni,
insieme si diressero di nuovo su Gaia attraversando la Porta
del Cielo.

282
pagina n.283 499272_LAVORATO.pdf

La vecchia Gaia

Gilgamesh, Utnapistim, Al-Awwal e Al-Akhir si trovarono su


Gaia, ma c‟era qualcosa di diverso.
La parte di Gaia in cui era la Piramide di Mu era sempre
rivolta al sole, sempre in pieno giorno, contornata da un
grande deserto color giallo. Ma la Piramide sembrava meno
luminosa del solito; appena entrati dentro si accorsero che
non era possibile proseguire senza candele o lampade, i
corridoi era completamente al buio. Mancava la luce al suo
interno, come avrebbe potuto Amon-Adamo trovare la sala
con la Porta delle Stelle?. E come avrebbero fatto
successivamente loro stessi?.
La piramide inoltre era diversa da quella conosciuta, in
ogni lato mancavano almeno un centinaio di pietre in modo
casuale lungo l‟intero percorso, come se dovessero essere
inserite in quei posti delle altre pietre.
Capirono di essere su Gaia molto tempo prima del 9000
a.C.
Gilgamesh intuì quale fosse il compito che dovevano
svolgere. Le pietre mancanti dovevano portarle lì da Andros,
quelle pietre avrebbero permesso alla Piramide di essere
sempre illuminata anche all‟interno.
Gli altri ne convennero e tutti insieme passarono attraverso
la Porta del Cielo per trovarsi su Andros, dove convinsero gli

283
pagina n.284 499272_LAVORATO.pdf

androidi ad effettuare viaggi per trasportare su Gaia le pietre


luminose e per posizionarle là dove c‟erano dei buchi. Tutto
accadde in poco tempo e la Piramide divenne quella che
Gilgamesh e Utnapistim avevano sempre conosciuta.
Tutto ciò stava avvenendo prima che l‟uomo arrivasse su
Gaia proveniente dalla Terra e che Geus fosse cacciato lì da
Dio.
Rientrarono così nella Piramide e nella sala della Porta del
Cielo, e si accorsero che la seconda era rimasta impressa
sulla seconda parete e che l‟altra si era spostata sulla terza
parete.
Ma non era finita, ora davanti a Gilgamesh, Utnapistim, Al-
Awwal e Al-Akhir si presentò un‟altra scritta accanto
all‟ultima.
Certamente questa era la frase più ermetica che potessero
trovare, e la soluzione sicuramente la più difficile.
“Sessantacinque milioni di anni fa l’armaghedon cadde
distruggendo gran parte della vita animale che si trovava sul
pianeta da me stabilito come origine. L’evoluzione dell’uomo
cambierà definitivamente se non verrà salvato un piccolo
essere, che dovrà essere portato sul pianeta appartenente
alla stella che l’uomo in futuro chiamerà col nome simbolo di
mio figlio, per poi tornare al pianeta dell’origine, passato il
periodo della grande morte, per proseguire l’evoluzione nella
forma necessaria. A voi quattro il compito decisivo. Ma
questa volta non ci sarà aiuto da parte mia. Io sono il primo e
l’ultimo, colui che è, che fu e che viene.. ma non solo il solo “

284
pagina n.285 499272_LAVORATO.pdf

Speravano che fosse l‟ultima cosa da risolvere, ma


sapevano con certezza che non avendo aiuti sarebbe stata
sicuramente la più difficile.
Solo l‟ultima parte della frase l‟avevano già vista sulla
parete della Porta delle Stelle, Gilgamesh e Utnapistim,
durante la visione dell‟apocalisse di San Giovanni.

285
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L’ Enigma

Gilgamesh, Utnapistim, Al-Awwal e Al-Akhir iniziarono a


discutere tra di loro per trovare una soluzione alla frase.
Mentre Al-Awwal sosteneva che la soluzione l‟avrebbero
trovata utilizzando molte volte la Porta del Cielo, Al-Akhir
pensava che lo avrebbero fatto tornando direttamente sul
pianeta Mu.
Gilgamesh invece in accordo con Utnapistim disse che
viaggiare a caso non li avrebbe aiutati e che era molto meglio
cercare dentro la frase un punto chiaro da cui partire.
La Porta del Cielo rimaneva chiusa e l‟orologio digitale non
segnava alcun tempo. Questa volta sicuramente non
avrebbero avuto aiuto da Dio.
Alla fine convennero che solo ricordando insieme i viaggi
fatti e tutto ciò che sapevano sui pianeti e le stelle potevano
capire qualcosa.

GILGAMESH La frase parla di sessantacinque milioni di anni


fa. La vita doveva quindi essere presente già allora, anche se
non nella forma umana. Il pianeta dell‟origine potrebbe
essere uno di quelli che abbiamo conosciuto.
AL-AWWAL Io sono andato su Mu in un epoca anteriore a un
milione di anni fa, ma l‟uomo non era ancora ad un livello di

286
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evoluzione elevato. E non mi è sembrato un pianeta che


veniva da una grande distruzione.

AL-AKHIR Potrebbe essere che si parli di un pianeta ancora


sconosciuto a noi quattro.
UTNAPISTIM Io penso che dovremmo parlare con qualcuno
che ne sa più di noi sull‟evoluzione dell‟uomo.

Decisero di ascoltare il suggerimento di Utnapistim.


Gilgamesh ricordando la teoria dell‟ evoluzione di Darwin
pensò che dovevano passare attraverso la Porta del Cielo e
trovarsi nel secolo diciannovesimo per parlare con quello
scienziato.
Si trovarono sulla Terra proprio nel 1860 d.C. poco dopo
che Darwin aveva pubblicato la sua teoria sull‟evoluzione
dell‟uomo.
Si presentarono a Darwin come scienziati di Gerusalemme
e gli chiesero di spiegare come poteva essere avvenuta
l‟evoluzione nel tempo.
Sapevano che in anni successivi alla data di quest‟incontro
altri scienziati avevano ipotizzato che i grandi Dinosauri
fossero praticamente scomparsi da oltre sessanta milioni di
anni e che una delle ipotesi era proprio la caduta di una
grande meteorite nel deserto della California.
Darwin spiegò in dettaglio la sua idea, e come secondo lui
l‟uomo si fosse evoluto a partire da primati in milioni di anni.
Anzi tutta la vita sulla terra era praticamente iniziata da
animali molto semplici come struttura e che col passare del

287
pagina n.288 499272_LAVORATO.pdf

tempo la selezione naturale aveva comportato la scomparsa


di alcune specie e la stabilizzazione di quelle più complesse.
La natura stessa aveva deciso che comparisse l‟uomo
sulla faccia della terra.
Le sue spiegazioni si fecero sempre più interessanti, e i
quattro testimoni capirono che in effetti poteva aver ragione.
La scomparsa di grandi animali in seguito alla caduta della
meteorite aveva contribuito alla diffusione di piccoli
mammiferi che poi si sarebbero trasformati in primati e poi
nell‟uomo.
Capirono che la Terra doveva probabilmente essere il
pianeta dell‟origine e che occorreva tornare indietro di milioni
di anni per trovare una soluzione al nuovo enigma. Solo che
questa volta si sarebbero trovati davanti ad animali
sconosciuti e non in presenza di altri uomini.
La Porta del Cielo fu posta sull‟anno 64 milioni di anni a.C.
I quattro testimoni si trovarono sulla Terra alla fine del
periodo detto Cretaceo e all‟inizio del Terziario. La terra era
molto diversa da quel pianeta che Gilgamesh e Utnapistim
avevano conosciuto. Nel cielo però erano presenti i due
satelliti che avevano visto sulla terra in precedenza.
Guardando in alto nel cielo sembrava che ci fossero più
stelle. Inoltre una stella molto grande era visibile nel cielo
molto vicina al Sole . La mattina videro il sorgere del Sole,
ma dietro di esso era ancora visibile la stella vista la sera
prima.

288
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Evidentemente questa stella doveva essere una


supergigante rossa, per questo era visibile malgrado la luce
del sole.
Ora Gilgamesh sapeva che le supergiganti rosse avevano
una vita di circa cinque, sei milioni di anni prima di diventare
un probabile buco nero.
Una cosa sicura era che fino ad ora questa stella non
l‟avevano mai vista, non solo nei loro viaggi, ma anche sulle
mappe che avevano portato via da Bagdad non c‟era cenno
della sua esistenza.
Nessuno aveva visto il Cielo come lo stavano osservando
loro, evidentemente la morte di quella stella era molto
prossima e l‟uomo non lo aveva mai saputo.
La distanza della Stella dalla Terra non doveva superare
moltissimi anni luce. Forse era stata proprio l‟esplosione di
questa Stella a portare la distruzione sulla terra e non la
caduta di una grande meteorite.
Ora dovevano effettuare una serie di salti nel Tempo a
partire da quell‟anno per trovarsi sulla terra poco dopo la
grande distruzione.
Al-Awwal disse agli altri che potevano sfruttare la Porta
saltando ognuno in un diverso periodo. Al-Akhir non era
completamente d‟accordo perché c‟era il problema di dove e
come ritrovarsi. Utnapistim pensò che potevano attraversare
la Porta sempre in due, riducendo così il rischio di troppi salti,
e decisero di ritrovarsi sempre su Gaia.
I primi a passare furono Al-Awwal e Al-Akhir nell‟anno 63
milioni a.C. , subito dopo Gilgamesh e Utnapistim 60 milioni

289
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a.C. , poi Al-Awwal passò 62 milioni a.C. e Gilgamesh 59


milioni a.C.
Tornati indietro su Gaia, i quattro raccontarono quello che
avevano visto. Al-Awwal aveva ancora visto, entrambe le
volte, nel cielo la Stella sempre più rossa, Gilgamesh l‟aveva
vista nel cielo solo la prima volta ma erano invece scomparsi
i dinosauri, la seconda volta la stella non c‟era più e la vita
sulla terra sembrava essere scomparsa del tutto.
61 milioni a.C. poteva essere l‟epoca giusta, passarono
tutte e quattro insieme e si trovarono sulla Terra poco dopo la
caduta nel continente americano della grande meteorite
nell‟era del Paleocene. La temperatura della Terra si stava
abbassando velocemente, dopo l‟esplosione sulla terra un
vento forte era passato su tutti i continenti e aveva alla fine
fatto alzare tante di quella sabbia e polvere che per molti anni
aveva coperto completamente la luce del sole.
Questo schermo aveva comportato una grande glaciazione
che durava da svariati secoli. Gli animali più grandi erano
scomparsi nel giro di pochi migliaia di anni. Solamente i
mammiferi più piccoli avevano resistito al freddo intenso
nascondendosi nelle tane, e alcuni mammiferi nel continente
africano in cui la temperatura anche se bassa era comunque
sopportabile avevano continuato la loro evoluzione. Nel
continente che Gilgamesh, Utnapistim e Al-Awwal avevano
conosciuto come il continente Mu dei piccoli mammiferi simili
a protoscimmie che si erano diffuse, si erano alzate sulle
gambe posteriori e sfruttavano gli arti superiori per
raccogliere piccoli oggetti.

290
pagina n.291 499272_LAVORATO.pdf

I quattro testimoni decisero di rimanere li per vedere


l‟evoluzione di quella specie.
Nel giro di qualche migliaia di anni, quei mammiferi si
stavano trasformando in animali sempre più eretti. Pensarono
che quel mammifero che in futuro sarebbe stato chiamato
Euarchonta242 si sarebbe trasformato nel tempo in un essere
umano.
Poco dopo capirono che era arrivato il momento di portare
via sul pianeta Mu quel mammifero per salvarlo dalla
distruzione finale.
La grande stella supergigante era scomparsa dal cielo, la
sua luce non arrivava più sulla Terra, fra poco però
sarebbero arrivati gli effetti di quella grande implosione.
L‟effetto sarebbe stato sicuramente disastroso come aveva
potuto verificare Gilgamesh nel suo secondo viaggio.

Gilgamesh e gli altri tre nel frattempo avevano catturato


molti di questi Euarchonta e con essi attraversarono la Porta
del Cielo, e si trovarono tutti sul Pianeta Mu della stella Acruz
nella costellazione della Croce del Sud.
Più di cinquanta milioni di anni sarebbero trascorsi per far
arrivare l‟uomo ad una evoluzione pari a quella che avrebbe
trovato Al-Awwal su Mu un milione e diecimila anni prima di
Cristo.
Il resto della storia era allora nota, non c‟era più bisogno di
loro. Il loro compito si era esaurito potevano tornare su Gaia
alla Piramide di Mu e così fecero.

242
Mammifero di circa 60 milioni di anni fa da cui discende l’ordine dei primati.

291
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Lì avrebbero scoperto se la loro scelta era stata quella


giusta, altrimenti avrebbero iniziato di nuovo a cercare la
soluzione all‟enigma.

292
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Verso la Fine

Tornati nella sala della Porta del Cielo rividero l‟ultima frase
“Sessantacinque milioni di anni fa l’armaghedon cadde
distruggendo gran parte della vita animale che si trovava sul
pianeta da me stabilito come origine. L’evoluzione dell’uomo
cambierà definitivamente se non verrà salvato un piccolo
essere, che dovrà essere portato sul pianeta appartenente
alla stella che l’uomo in futuro chiamerà col nome simbolo di
mio figlio, per poi tornare al pianeta dell’origine, passato il
periodo della grande morte, per proseguire l’evoluzione nella
forma necessaria. A voi quattro il compito decisivo. Ma
questa volta non ci sarà aiuto da parte mia. Io sono il primo e
l’ultimo, colui che è, che fu e che viene.. ma non solo il solo “
Era ora sulla quarta parete, eccetto l‟ultima frase “Io sono il
primo e l’ultimo, colui che è, che fu e che viene… ma non
solo il solo “.
Eppure loro quattro avevano saputo interpretare il
significato. Il pianeta di Origine era la Terra, l‟armaghedon
era proprio la caduta di una grande meteorite e la scomparsa
della Stella supergigante, il primo antenato dell‟uomo
Euarchonta era stato salvato portandolo su Mu pianeta
appartenente a Acruz il tutto senza ricevere aiuto da Dio.

293
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Solo l‟ultima parte allora doveva essere decifrata, non era


quindi una affermazione, ma doveva avere un collegamento
con loro.
Tra di loro c‟erano in effetti “il primo” Al-Awwal e “l‟ultimo”
Al-Akhir, c‟era anche, forse “colui che è e che fu” Gilgamesh
(pensando alla sua ricerca dell‟immortalità), ma perché “colui
che viene” doveva essere identificato con Utnapistim.?.
Gilgamesh pensò di trovare la soluzione nelle tavolette che
erano nella Teca di cristallo e insieme agli altri iniziarono a
leggerle.
Nella varie tavole non solo quelle di Gilgamesh, anche in
quelle dove erano riportati passi biblici, in quelle Maya in
quelle indiane e in tante altre che trovarono nella teca l‟unico
nome che ricorreva sempre in tutte, era quello dell‟uomo che
aveva salvato l‟umanità dal diluvio universale.
I suoi nomi erano Utnapistim, Ziusudra, Noè, Athrakis ,
Manu, Nu-u, Nu-Wah, Ma-Noa, Nata243 in tutte le tavole
quest‟uomo era colui che salvava l‟intera umanità dal diluvio
mediante un arca.
La terra veniva sommersa completamente dalle acque, e
questi veniva dunque dal mare e dall‟acqua per dare di nuovo
la vita.
Ora era chiaro che Utnapistim era “colui che viene”.
Dio aveva raggiunto il suo scopo utilizzando i quattro
personaggi.

243
Vari personaggi: Sumerico , ittita, ebreo, mesopotamico , indiano, hawaiano cinese,
sudamericano, Maya.

294
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Al ritorno nella sala della Porta del Cielo l‟ultima parte della
frase si era spostata sulla quarta parete.
Doveva proprio essere finito tutto.
Insieme aspettarono che Dio si presentasse a loro per
l‟ultimo giudizio.

295
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EPILOGO

Dio si presentò a loro salutando Al-Awwal e Al-Akhir


ringraziandoli per la loro partecipazione al salvataggio
dell‟uomo.
Robot-Androidi che ricevevano in questo modo un attestato
di riconoscenza presso il Dio di tutti, come si trattassero di
uomini anche loro.

Prima parlò direttamente ad Al-Awwal.


“Al-Awwal il tuo compito non è terminato, tu vieni da
Bezoar il pianeta dove ho cacciato Satan e gli altri demoni, il
tuo pianeta è stato distrutto, ma l’uomo che viveva lì veniva
da dove l’avete riportato, devi però salvarlo nel passato e con
l’aiuto della Porta del Cielo trasportarlo dalla Terra su
Bezoar.”

Ma il Tempo dell‟umanità non aveva finito il suo scorrere.


Dio continuò a parlare mentre le sue parole si imprimevano
sulla volta della sala vicino alla costellazioni del cielo.
“Gli Uomini e gli Androidi andranno avanti nei secoli per
migliaia e migliaia di anni, cercando di colonizzare sempre
più pianeti, un giorno si troveranno davanti alla fine certa,
perché qualcuno distruggerà la piramide di Mu e l’umanità
non avrà più a disposizione la Porta delle Stelle e del Cielo

296
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per salvarsi. Solo a ”colui che viene” sarà data la possibilità di


salvare per un’ultima volta l’intera umanità. Se non ci riuscirà
arriverà il giudizio universale per tutti gli Uomini e gli Androidi
come descritto da Giovanni nell’apocalisse.”

Utnapistim rimase senza fiato, come poteva lui salvare


l‟umanità?.
Doveva aspettare migliaia di anni futuri?, chi lo avrebbe
aiutato in questo compito?.
Chiese a Gilgamesh, Al-Awwal e Al-Akhir se erano disposti
ad aspettare con lui tutto questo tempo.
Gilgamesh non avrebbe mai abbandonato il suo amico di
sempre; Al-Awwal e Al-Akhir si sentirono in dovere, dato
l‟elevazione alla pari di uomini data a loro da Dio, di aiutarlo
in questo compito.
Comunque tutti insieme avrebbero aiutato prima Al-Awwal
nel compito assegnatogli da Dio.

Tutti e quattro si misero ad aspettare nella grande sala che


avvenisse qualcosa. Oramai sapevano che il Tempo in quella
sala non rispettava il Tempo dell‟universo.
Sicuramente prima o poi avrebbero capito cosa dovevano
fare.

Tutti insieme si misero a studiare attentamente le tavole


poste nella teca di cristallo, scoprendo che ce n‟erano
veramente molte che non avevano ancora trovato una
risposta.

297
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«Ci sono due modi di vivere la tua vita. Una è pensare


che niente è un miracolo. L'altra è pensare che ogni cosa
è un miracolo.»
Einstein

«Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che


fanno le persone.»
John Steinbeck

«Il tempo è l'unico, vero capitale che un essere umano


ha, e l'unico che non può permettersi di perdere.»
Thomas Edison

298
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LA SCOMPARSA DI ATLANTIDE: IL GRANDE ESODO

PROLOGO

I due Testimoni e i due Androidi lessero avidamente tutte le


tavole che avevano trovato nella teca.
Oltre quelle oramai note, ne trovarono alcune che fu
difficile decifrare, ma Gilgamesh che conosceva bene la
scrittura con i geroglifici riuscì quasi sempre a trovare la
giusta soluzione.
In alcune tavole risalenti al 12000 a.C. si parlava di un altro
continente presente sulla terra che doveva essere scomparso
poco dopo, il suo nome era Atlantide.
Anche poco prima di Cristo un filosofo greco Platone244
nella sua opera “Timeo” ne aveva parlato come di una
grande isola che era scomparsa e che si doveva trovare al di
là delle colonne d‟Ercole in quello che poi sarebbe stato
chiamato Oceano Atlantico.
In realtà nessuno era riuscito a definire in modo esatto
dove poteva trovarsi questo posto, per molti anzi era solo un
posto fantastico e di fantasia.
Quelle tavole dimostravano invece che l‟isola era esistita e
che anzi era un continente che si trovava tra l‟Africa e
l‟America.

244
Platone, filosofo greco, nei suoi dialoghi parlò di questo continente scomparso.

299
pagina n.300 499272_LAVORATO.pdf

In una delle tavole era riportata la descrizione data da


Platone “Al di là di quello stretto di mare chiamato Le
Colonne d'Ercole, si trovava allora un'isola più grande della
Libia e dell'Asia messe insieme, e da essa si poteva passare
ad altre isole, e da queste isole alla terraferma di fronte. In
quell'isola chiamata Atlantide vi era un regno che dominava
non solo tutta l'isola, ma anche molte altre isole nonché
alcune regioni del continente al di là: il suo potere si
spingeva, inoltre, al di qua delle Colonne d'Ercole; includendo
la Libia, l'Egitto e altre regioni dell'Europa fino alla Tirrenia”.

300
pagina n.301 499272_LAVORATO.pdf

Atlantide

La scomparsa di Atlantide doveva risalire, molto


probabilmente al 9000 a.C. lo stesso periodo della
scomparsa di Mu. Sicuramente lo stesso evento catastrofico
aveva causato la scomparsa dei due continenti.
Al-Awwal disse a Gilgamesh che forse si trattava proprio
dell‟evento a cui si riferiva Dio nella frase diretta a lui.
Gilgamesh suggerì ad Al-Awwal che se la scomparsa di
Atlantide era contemporanea a Mu, anche il primo evento
disastroso che aveva distrutto quasi completamente Mu
poteva avere avuto un impatto su Atlantide.
Il piccolo satellite245 della terra che era caduto in quel
periodo entrando nell‟atmosfera si era diviso in due e aveva
finito la sua corsa distruttiva nell‟oceano pacifico e
nell‟oceano atlantico provocando la scomparsa dei due
continenti affondati negli oceani.
L‟unico modo per verificare quanto scritto sulle tavole era
utilizzare la porta delle Cielo nell‟anno 59490 a.C.
Al-Awwal decise di andare accompagnato solo da Al-
Akhir, Gilgamesh ed Utnapistim sarebbero rimasti su Gaia
per continuare a leggere quanto scritto sulle tavole.

245
Il Continente Mu: L’evoluzione dell’uomo- L’Enigma.

301
pagina n.302 499272_LAVORATO.pdf

I due Androidi passarono attraverso la Porta e si trovarono


in quell‟anno proprio sul continente di cui aveva parlato
Platone.
Gli uomini che lì vivevano, venivano sicuramente da un
altro grande continente che avrebbe seguito lo stesso destino
del continente Mu.
Le abitazioni erano le stesse di Mu, la civiltà pressoché allo
stesso livello, il numero di uomini di poco inferiore, non
superavano i trenta milioni.
Al-Awwal sapeva che da lì a poco un grandissimo
movimento tellurico avrebbe quasi distrutto Atlantide.
Poco era il tempo a loro rimasto per convincere molti degli
abitanti di Atlantide a trasferirsi altrove, e soprattutto in un
altro pianeta.
Gli Atlantidi conoscevano molto bene il cielo e le
costellazioni, e non erano ben disposti a credere a quei due
esseri che raccontavano di venire dal futuro per salvarli dalla
catastrofe, ma poco dopo iniziò il grande terremoto che durò
molto tempo, alla fine dopo oltre un anno che i movimenti
continuavano distruggendo tutto quello che gli uomini di
Atlantide avevano costruito, una parte di essi circa duemila
persone si fidarono di Al-Awwal e Al-Akhir e attraversarono la
Porta delle Stelle con loro.
Ora questi si trovavano in un nuovo pianeta che
successivamente avrebbe preso il nome di Bezoar. Questo
pianeta si trovava nella costellazione del Toro, e il suo sole
avrebbe preso il nome di El-Nath.

302
pagina n.303 499272_LAVORATO.pdf

Al-Awwal conosceva bene la storia di Bezoar da un certo


momento in poi, ma si guardò bene da raccontarla agli
Atlantidi.
Ritornò con Al-Akhir sulla Terra perché doveva ancora
salvare altri Atlantidi dalla scomparsa totale di quel
continente nel 9000 a.C.
In quei quarantamila anni dalla prima distruzione i rimasti
sul continente erano molto progrediti.
Il loro progresso scientifico aveva dell‟incredibile e presto
loro due se ne accorsero, solo non compresero come mai il
resto degli uomini sulla terra non avesse fatto altrettanto.
L‟isolamento dovuto alla prima grande distruzione e la
paura che questo continente quasi interamente sommerso
aveva creato in altri uomini, aveva evitato che fossero
compiuti viaggi verso il loro continente visto come un luogo
da evitare e in futuro da dimenticare.
Molto simile era stato il destino di Mu, anche se alcuni
uomini di Mu si erano trasferiti su altri continenti.246

Gli Atlantidi, dopo la grande paura dovuta ai terremoti


durati così tanto, non si erano più voluti spostare, tranne
coloro che se ne erano andati con Al-Awwal e Al-Akhir, ed
erano diventati un popolo molto superstizioso. Il destino
avrebbero fatto di loro quello che voleva.
Contemporaneamente però la scienza aveva fatto passi da
gigante, e gli uomini di Atlantide si erano occupati di
realizzare un nuovo essere; un replicante.

246
Il Continente Mu: L’evoluzione dell’uomo- La scoperta di Mu.

303
pagina n.304 499272_LAVORATO.pdf

Un uomo che somigliava molto a quello che in futuro


sarebbe diventato un Androide.
Questa ricerca per trovare un altro possibile tipo di uomo,
era legato al fatto che gli Atlantidi credevano di essere
destinati a scomparire entro poco tempo, e creare un
replicante (Androide) praticamente immortale era come
lasciare una impronta sul futuro da parte loro.
Un altro fatto che sicuramente aveva in qualche modo
condizionato il popolo di Atlantide era stato il loro incontro
con una strana stirpe di uomini, che loro avevano chiamato
Giganti per la loro grande statura. L‟altezza media di questi
individui si aggirava intorno ai tre metri, e gli atlantidi
ricordavano di averli trovati improvvisamente sul loro
continente.
Questi individui non erano numerosi, ma certamente non si
poteva fare a meno di notarli.
Erano stati proprio questi che avevano convinto gli uomini
di Atlantide a costruire il primo replicante, dando loro nozioni
molto importanti sul come farlo.
Furono proprio questi che suggerirono il nome da dare a
questo primo replicante che fu chiamato “Law-Wala”.
Tutto questo colpì molto Al-Awwal e Al-Akhir che
pensarono al fatto che proprio su Bezoar era stato costruito il
primo Androide, e che su Bezoar fra poco loro avrebbero
trasferito gli ultimi Atlantidi, ma soprattutto Al-Awwal notò la
strana somiglianza del suo nome a quello del primo
replicante.

304
pagina n.305 499272_LAVORATO.pdf

La data fatidica dell‟incontro con il satellite killer si stava


avvicinando e per la seconda volta i due Androidi convinsero
un migliaio di Atlantidi ad attraversare la porta del Cielo per
trasferirsi con loro su Bezoar.
Così avvenne.
Si trovarono tutti su Bezoar poco primo che lì fossero
esiliati Satan e gli altri demoni. Era il 9000 a.C.

Passarono molti altri anni prima che gli Atlantidi oramai


uomini di Bezoar creassero il primo Androide dandogli il
nome di Al-Awwal.
In realtà Al-Awwal era il primo Androide dopo un certo
numero di replicanti costruiti cercando di trovare un cervello
che potesse riprodurre in parte il comportamento dell‟uomo.
Fu costruito il primo cervello del tutto simile a quello
positronico che sarebbe diventato il cervello definitivo degli
Androidi, e fu utilizzato per Al-Awwal.
Il cervello di Al-Awwal non era all‟inizio evoluto come quello
in futuro posseduto dagli altri Androidi, ma si dimostrò con il
tempo superiore perché in grado di evolversi ulteriormente da
solo. Come spesso succede anche nella scienza il primo si
dimostra superiore ai successivi.

I due Androidi tornarono a Gaia da Gilgamesh e


Utnapistim.

Al-Awwal raccontò ai due testimoni quello che era


successo e come avessero contribuito a salvare l‟uomo di

305
pagina n.306 499272_LAVORATO.pdf

Atlantide su Bezoar, proprio come diceva la scritta sulla volta


della sala.
“Al-Awwal il tuo compito non è terminato, tu vieni da
Bezoar il pianeta dove ho cacciato Satan e gli altri demoni, il
tuo pianeta è stato distrutto, ma l’uomo che viveva lì veniva
da dove l’avete riportato, devi però salvarlo nel passato e con
l’aiuto della Porta del Cielo trasportarlo dalla Terra su
Bezoar.”
Ora il compito di Al-Awwal era terminato e i due Androidi lo
avevano assolto.
Certo non avevano predetto agli Atlantidi il destino di
Bezoar, e comunque sapeva che alla fine li avrebbero salvati
di nuovo riportandoli sulla Terra sotto il comando di Ar Nodai.
Bezoar aveva fatto una brutta fine, praticamente distrutta
dal pianeta Aurora vagante nell‟universo, ma non tutto su
Bezoar era andato distrutto, e lì erano rimasti Satan e i suoi
in attesa di qualcuno.

306
pagina n.307 499272_LAVORATO.pdf

Ritorno a Bezoar

Il viaggio di ritorno stava durando da quasi tremila


ottocento anni e gli Androidi non vedevano l‟ora di ritrovare il
loro pianeta.
Era l‟anno 10932 d.C. quando Angra-Mainyu e Yama
videro in lontananza il pianeta Bezoar ( la loro casa).
Non sapevano cosa era successo a Bezoar e della
distruzione della vita sul loro pianeta di origine.
Mentre si avvicinavano si accorsero che alcuni
cambiamenti erano avvenuti, il pianeta non aveva più quel
colore verde e azzurro che loro avevano visto l‟ultima volta
che si erano allontanati per andare verso Gaia. Il pianeta
Bezoar aveva assunto un colore grigio scuro che dava allo
stesso una immagine di morte.
Sbarcarono in quella che doveva essere la capitale, ma
subito capirono che qualcosa era avvenuto.
Non c‟erano più uomini su quel pianeta, qualcosa di
terribile doveva essere accaduto mentre loro stavano
effettuando il viaggio di ritorno.
Trovarono però Satan e gli altri demoni che li aspettavano
con ansia.
Satan raccontò loro cosa era successo, della caduta degli
asteroidi in seguito al passaggio del pianeta vagante nello

307
pagina n.308 499272_LAVORATO.pdf

spazio vicino a Bezoar e della grande emigrazione da parte


del popolo.

Il pianeta ora era a loro completa disposizione, ma senza


più l‟uomo da sottomettere che invece era stato sempre il loro
scopo .
Satan aveva nascosto in gallerie sotterrane molti Robot-
Androidi costruiti negli ultimi anni prima della distruzione e un
grande numero di nuove astronavi come quella utilizzata da
Al-Awwal per andare su Gaia.
In tutto gli Androidi erano circa tremila e oltre cinquecento
le astronavi.
Queste erano molto più piccole di quelle gigantesche che
Angra-Mainyu e Yama avevano utilizzato per dirigersi verso
Gaia, ma erano dieci volte più veloci e manovrabili.
Ora dopo un periodo di addestramento i due Capi
avrebbero condotto tutti gli Androidi verso Gaia e poi la Terra
per conquistare una volta per sempre la Porta delle Stelle.
Il viaggio non sarebbe durato eternamente come la prima
volta ma in circa trecentottanta anni sarebbero giunti alla
meta.
Passarono solo pochi anni, caricarono su molte delle
astronavi le armi nucleari che possedevano e ripartirono alla
volta di Gaia.
Ogni astronave poteva ospitare fino ad un massimo di sei
androidi. Partirono tutti gli Androidi che erano su Bezoar,
tanto vivere su quel pianeta non aveva più senso, altri pianeti
migliori li aspettavano.

308
pagina n.309 499272_LAVORATO.pdf

Satan e i suoi demoni si sarebbero spostati solo dopo che


gli Androidi guidati da Angra-Mainyu e Yama fossero venuti
in possesso della Porta delle Stelle.
La prima flotta si sarebbe diretta verso Gaia, e da lì solo
nel caso non fosse riuscita a prendere la Porta delle Stelle
avrebbe fatto rotta verso la Terra per cercare di prendere
quella che era stata utilizzata da Caino.247
Trecentottanta anni erano per loro un tempo breve rispetto
ai tremila ottocento della prima volta,.
La prima flotta, trecento astronavi, era sotto il comando di
Angra-Mainyu.
La seconda flotta, duecento astronavi, era sotto il comando
di Yama.
La partenza avvenne con una differenza di un anno in
modo di evitare la distruzione di tutta la flotta in seguito ad un
evento imprevisto.
La seconda flotta si diresse verso la Terra il suo viaggio
sarebbe durato circa mille ottocento anni, e solo nel caso di
un attacco riuscito a Gaia, Yama avrebbe invertito la rotta per
tornare a Bezoar.
Il viaggio avvenne senza inconvenienti, le astronavi piccole
e maneggevoli avevano evitato facilmente incontri con
asteroidi.
La prima flotta si trovò nei pressi di Gaia nell‟anno 11312
d.C.

247
Viaggio verso la Battaglia finale- L’altra storia dell’uomo su Bezoar.

309
pagina n.310 499272_LAVORATO.pdf

Angra-Mainyu non attaccò subito il pianeta e la piramide di


Mu, ma aspettò che Gaia facesse il primo passo.
Da Gaia non venne alcuna risposta.
Gilgamesh, Utnapistim, Al-Awwal e Al-Akhir dentro la
Piramide non sapevano quello che stava per accadere.
Il tempo in quella sala non seguiva il solito percorso e
passava velocemente o lentamente senza che loro se ne
accorgessero.
Erano passati tantissimi anni dal 7137 d.C. ultimo
momento della battaglia finale, i due testimoni e gli Androidi
avevano viaggiato nel tempo fino ad anni impensabili, ma ora
si trovavano nel 11312 d.C. e stava per avvenire quello che
Dio aveva detto a loro.
Uscirono dalla piramide per dirigersi verso la vecchia città
di Mu, oramai distrutta dalla lunghissima assenza dell‟uomo,
quando videro in alto nel cielo numerose astronavi che si
stavano avvicinando al suolo di Gaia.
Non c‟era tempo per difendersi dall‟attacco. Al-Awwal,
riconoscendo il tipo di astronave, che lui aveva già utilizzato,
disse agli altri che l‟unico modo per salvare l‟umanità era
quello di distruggere le due Porte evitando che venissero così
in possesso degli Androidi.
Rientrarono nella Piramide presero uno dei cannoni che si
trovava vicino all‟apertura della Piramide e spingendolo con
tutta la forza che avevano riuscirono a portarlo nelle due sale.
Una volta nella sala spararono raggi laser contro la Porta del
Cielo fino a ridurla in innumerevoli pezzi, la stessa cosa

310
pagina n.311 499272_LAVORATO.pdf

fecero con la Porta delle Stelle. Ora gli Androidi non


avrebbero potuto più ricostruire le due Porte.
Gilgamesh, Utnapistim e Al-Akhir pensarono che avevano
decretato il loro esilio infinito su Gaia, ma Al-Awwal
conosceva una via di uscita.
Condusse gli altri tre nella vecchia città oramai erosa dal
tempo, fino a giungere in un posto molto appartato dove
aveva nascosto la sua astronave subito dopo la fine della
battaglia finale.248
Salirono sull‟astronave e si allontanarono da Gaia in
direzione della Terra.
Intanto Angra-Mainyu e altri androidi entravano nella
Piramide di Mu cercando al suo interno la Porta delle Stelle.
L‟esplorazione non durò poco, più volte dovettero tornare
indietro e cambiare il percorso fatto, provare le varie entrate
non era facile, spesso si trovarono in vicoli ciechi, solo dopo
innumerevoli tentativi entrarono in una delle due sale
trovando la Porta delle Stelle distrutta, speravano di trovarne
una seconda.
Alla fine anche in una seconda sala videro una altra Porta
completamente distrutta, e in altre due sale vicino i segni che
altre due Porte erano state portate via.
Non rimaneva che la possibilità della Porta delle Stelle che
si trovava sulla Terra.
Angra-Mainyu avvertì Yama di quello che era successo,
doveva continuare a dirigersi verso la Terra e cercare di

248
Il continente MU – Evoluzione dell’uomo- Da Bezoar a Gaia.

311
pagina n.312 499272_LAVORATO.pdf

impossessarsi della Porta, ma facendo attenzione che non


fosse distrutta.
Anche lui avrebbe diretto la sua flotta verso quel pianeta
ma ci avrebbe messo circa mille seicento anni; sarebbe
giunto nei pressi del pianeta quasi duecento anni dopo la
flotta di Yama.

312
pagina n.313 499272_LAVORATO.pdf

Verso la Terra attraverso lo spazio

Il viaggio verso sulla Terra di Gilgamesh, Utnapistim Al-


Awwal e Al-Akhir sarebbe durato mille seicento anni. Per loro
era la prima volta che compivano un viaggio così lungo nello
spazio, solo Al-Awwal aveva viaggiato per trecentottanta
anni quando era partito da Bezoar verso Gaia.
Oramai per loro viaggiare era solo uno spostamento nello
spazio e nel tempo utilizzando la Porta delle Stelle o del
Cielo, questa nuova condizione di un tempo che invece
sarebbe trascorso molto lentamente li trovava impreparati.

GILGAMESH Alcuni di noi potevano passare attraverso la Porta


delle Stelle o del Cielo prima di distruggerle, almeno
avremmo potuto avvertire gli uomini della Terra del pericolo
in arrivo e ci sarebbe stato un tempo lungo per prepararsi.
AL-AWWAL E‟ vero, ma ci siamo fatti prendere dalla paura di
non fare in tempo a distruggerle prima che gli Androidi di
Bezoar potessero prenderle, e non abbiamo pensato a
questa soluzione.

UTNAPISTIM Certo due o tre di noi avrebbero evitato un viaggio


così lungo, ma orami è troppo tardi.

313
pagina n.314 499272_LAVORATO.pdf

AL-AKHIR Il problema, però, ora è un altro. Per arrivare sulla


Terra ci metteremo lo stesso tempo della flotta di Androidi, e
non avremo tempo per preparare gli uomini alla battaglia.

Gilgamesh prese le sue carte astronomiche e si mise a


cercare la strada più breve per arrivare sulla Terra.
Al-Akhir notò che il pianeta Andros si trovava più vicino a
Gaia di quanto lo fosse la Terra, e suggerì che dovevano fare
rotta verso Andros, poi da lì utilizzando le astronavi in
possesso degli Androidi di Andros, che erano molto più veloci
di quella di Al-Awwal potevano arrivare sulla Terra prima di
mille e seicento anni.
Al-Awwal si mise a fare dei conti più precisi.
Andros distava centoventi anni luce da Gaia, e
quarantacinque anni luce dalla Terra, ma la velocità delle
astronavi di Andros era tre volte superiore a quella loro.
Avrebbero speso mille duecento anni per arrivare su
Andros altri cento cinquanta anni per arrivare sulla Terra. Il
loro viaggio sarebbe durato in tutto mille trecento cinquanta
anni, meno del tempo che avrebbe impiegato Angra-Mainyu
con la sua flotta.
La loro astronave puntò subito verso Andros.

Il destino li stava aiutando, non sapevano della flotta di


Yama che avrebbe impiegato 1400 anni per arrivare sulla
Terra, sarebbero giunti sulla Terra solo cinquanta anni prima
degli Androidi di Bezoar e non duecento cinquanta come
credevano.

314
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Se ne sarebbero accorti solo allora, questo poteva voler


dire la salvezza dell‟umanità.
Impiegare tutto quel tempo in cose che occupassero le loro
menti fu la cosa più difficile, ma ci riuscirono.
Durante il viaggio verso Andros videro attraverso i vetri
dell‟astronave la fine di Gaia. Betelgeuse era arrivata alla sua
fine, la stella gigante rossa si fece sempre più rossa fine ad
implodere in se stessa, trasformandosi in un buco nero, fino
ad attirare Gaia. Era il 12262 d.C. erano passati cinquemila
centoventicinque anni, un‟altra Era galattica era così passata
e come già successo tante altre volte questo coincideva con
una catastrofe.
Gaia non c‟era più, la Piramide di Mu era scomparsa con
tutta la sua storia, l‟uomo era forse più indifeso dopo che loro
avevano distrutto le Porte delle Stelle ma lo avevano fatto per
evitare che gli Androidi di Bezoar e quindi Satan con gli altri
demoni ne prendessero possesso.

Esattamente dopo un viaggio di mille duecento anni videro


apparire in lontananza la sagoma di Andros. Finalmente
avrebbero incontrato altri Androidi e il loro capo Al-Hakim.
Correva l‟anno 12512 d.C.

Scesero su Andros e guardando in alto il cielo si accorsero


in modo chiaro che la costellazione di Orione era cambiata,
orfana di Betelgeuse.

315
pagina n.316 499272_LAVORATO.pdf

Tutti su Andros come su Andros II, III, IV avevano visto


scomparire Betelgeuse. Gaia, che per l‟uomo e gli Androidi
aveva voluto dire tanto, non c‟era più.
Gli Androidi più anziani si ricordavano la grande battaglia
vinta sotto la direzione di Gilgamesh e Utnapistim, altri
invece ricordavano quando si erano trasferiti su Gaia per
inserire le pietre luminose nella Piramide.
Molti avevano pensato che Gilgamesh, Utnapistim, Al-
Awwal e Al-Akhir avessero trovato la loro fine su Gaia.
Quando invece si presentarono a Al-Hakim, tutti ne furono
sorpresi e contenti.
I quattro raccontarono quello che era successo ed il
pericolo che l‟uomo e gli Androidi stavano per correre. La
flotta nemica si stava avvicinando per conquistare il pianeta
Terra e prendere la Porta delle Stelle.
Al-Hakim organizzò il trasferimento di tutti e quattro sulla
Terra dando loro una astronave che percorreva lo spazio in
un terzo del tempo impiegato dall‟ astronave di Al-Awwal.
Giunsero sulla Terra nel 12662 d.C.

Furono messi in allerta molti Androidi ed Al-Hakim, in


contatto con gli altri pianeti Andros, organizzò delle spedizioni
verso la Terra che sarebbero partite da lì a poco.

Anche gli umani sulla Terra avevano assistito con


sgomento alla scomparsa della stella Betelgeuse.
Gaia che per l‟uomo aveva voluto dire tanto non c‟era più,
lì erano giunti dal continente Mu sulla Terra, da lì erano

316
pagina n.317 499272_LAVORATO.pdf

ripartiti verso la Terra con Amon-Adamo, li avevano mandato


gli Androidi per la battaglia finale.
La morte definitiva di Gaia era un po‟ la morte di tutta
l‟umanità.
Il ritorno dei quattro fu un momento di grande gioia che in
parte mitigava la grande scomparsa.
Si presentarono al capo degli uomini, che questa volta era
una donna.

317
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Di nuovo sulla Terra

La Terra non aveva avuto molte donne al potere, dopo Ela


Drossan c‟era stata la prima Air Tirvo e poi più nessuno fino a
Est Mintoa.
Est Mintoa era salita al potere nel 12648 d.C. dopo la
morte improvvisa del suo predecessore. Questo aveva
comportato un altro grande problema.
La morte improvvisa non aveva permesso di trasferire il
segreto del nascondiglio della Porta delle Stelle a Est Mintoa,
e per questo erano stati convocati i due Androidi Al-Warith e
Al-Wahid sulla Terra.
Questi si trovavano su Andros III e da li erano partiti alla
volta della Terra nel 12655 d.C.
Andros III distava dalla Terra sette anni luce, e ci volevano
circa ventuno anni per giungere sulla Terra. I due Androidi
sarebbero giunti solo per presentarsi al nuovo capo sostituto
di Est Mintoa. Gli uomini della Terra vivevano circa cento
anni in media, e Est Mintoa aveva cinquanta anni quando era
stata eletta, difficilmente avrebbe potuto incontrare i due
Androidi.

La notizia arrivò proprio mentre Gilgamesh, Utnapistim, Al-


Awwal e Al-Akhir stavano con Est Mintoa, e le stavano

318
pagina n.319 499272_LAVORATO.pdf

raccontando i fatti successi un migliaio di anni prima, ma che


avrebbero interessato la Terra da lì a poco.
Un piccolo asteroide aveva avuto un impatto con
l‟astronave partita da Andros III, i quattro Androidi che erano
all‟interno di essa, avevano trovato la morte, ma poco prima
di morire erano riusciti a mandare un segnale radio.
Il segreto di dove fosse la Porta delle Stelle sarebbe
rimasto tale per l‟eternità?.

Nessuno sapeva oramai dove fosse stata nascosta, in tanti


secoli non era mai capitata una situazione del genere e forse
tre persone che conoscevano il segreto si stavano
dimostrando insufficienti.
Utnapistim ricordò la frase di Dio:
“Gli Uomini e gli Androidi andranno avanti nei secoli per
migliaia e migliaia di anni, cercando di colonizzare sempre
più pianeti, un giorno si troveranno davanti alla fine certa,
perché qualcuno distruggerà la piramide di Mu e l’umanità
non avrà più a disposizione la Porta delle Stelle e del Cielo
per salvarsi. Solo a ”colui che viene” sarà data la possibilità di
salvare per un’ultima volta l’intera umanità. Se non ci riuscirà
arriverà il giudizio universale per tutti gli uomini e gli androidi
come descritto da Giovanni nell’apocalisse.”
Loro avevano distrutto le due porte ed ora toccava ad
Utnapistim cercare una soluzione, ma il suo compito
sembrava a tutti irrisolvibile, e i quattro pensarono che si
stava avvicinando il giudizio universale per tutti gli Uomini e
gli Androidi.

319
pagina n.320 499272_LAVORATO.pdf

Un problema in più da risolvere.

L‟arrivo della flotta degli Androidi provenienti da Bezoar era


previsto fra duecento cinquanta anni, c‟era il tempo per
organizzarsi.
Utnapistim disse a Est Mintoa che occorreva
assolutamente trovare il nascondiglio della Porta delle Stelle.
Al-Awwal e Al-Akhir si dovevano preoccupare di
organizzare gli Androidi per l‟attacco di Angra-Mainyu.
Duecento anni erano più che sufficienti.
Certo non sapevano che da lì a pochi anni sarebbe arrivata
sulla Terra la flotta di Yama.
Utnapistim e Gilgamesh si diressero verso la vecchia
piramide di Utnapistim, andando lì speravano di trovare
qualcosa che li indirizzasse verso il nuovo nascondiglio.

Al-Awwal e Al-Akhir si misero in attesa dell‟arrivo sulla


Terra di molti Androidi che si trovavano su Andros III e
Andros IV, che erano i pianeti più vicini alla Terra. Circa un
migliaio di astronavi si erano dirette verso la Terra; le prime
sarebbero arrivate circa ventuno anni dopo.

Arrivarono poco prima che giungesse Yama con la sua


flotta.
Mentre le astronavi degli Androidi provenienti da Andros
III e Andros IV erano in prossimità della Terra, si accorsero di
una flotta ancora distante ma in arrivo.

320
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Gli Androidi si presentarono a Est Mintoa oramai quasi


ottantenne che li presentò subito a Al-Awwal e Al-Akhir
dicendo loro che passavano sotto il comando di questi due.
Al-Awwal organizzò l‟attacco contro la flotta di Yama in
arrivo. Le astronavi quasi un migliaio circondarono
improvvisamente la flotta di Yama, anche grazie alla velocità
considerevole delle proprie astronavi rispetto a quelle di
Yama.
Yama non poté fare a meno di arrendersi, e fu costretto a
scendere sulla Terra. Lì al cospetto di Al-Awwal, che ben
conosceva, fu costretto insieme a tutti gli altri androidi a
sottoporsi ad una operazione sul cervello positronico. La
legge zero venne modificata pari a quella di tutti gli Androidi
Terrestri.

Da: Un robot non può recare danno all'umanità, né può


permettere che, a causa del proprio mancato intervento,
l'umanità riceva danno a meno che l’ordine venga da Satan.

A: Un robot non può recare danno all'umanità, né può


permettere che, a causa del proprio mancato intervento,
l'umanità riceva danno.

Yama prima di arrendersi riuscì a mandare un segnale di


avvertimento di quello che stava succedendo alla sua flotta
ad Angra-Mainyu.
Dopo circa venti anni il segnale fu ricevuto da Angra-
Mainyu.

321
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La flotta continuò in direzione della Terra, Angra-Mainyu


sperava comunque nella sorpresa.

Al-Awwal e Al-Akhir sapevano che la flotta che era arrivata


prima del tempo non poteva essere quella che aveva
attaccato Gaia, e organizzarono un ulteriore strategia.
Decisero di andare incontro alla seconda flotta per
sorprenderla.
Ci vollero circa cinquanta anni.
La seconda flotta si arrese subito e tutti gli Androidi
subirono lo stesso trattamento subito da Yama.
Ma nessuno disse a Al-Awwal e Al-Akhir che una
astronave si era allontanata dalle altre, proprio quella di
Angra-Mainyu, poco prima dell‟incontro con la flotta
proveniente dalla Terra.
La modifica nel cervello della legge 0 della robotica,
purtroppo faceva perdere agli androidi il ricordo del passato e
così nessuno poté dire a Al-Awwal che una piccola astronave
con sei androidi era libera.
Difficilmente sarebbe stata mai intercettata era troppo
piccola per farsi notare.

Molti anni prima che succedesse tutto questo, Utnapistim e


Gilgamesh erano arrivati nel posto della Piramide ed erano
entrati dentro.
Avevano cercato qualcosa che nella Piramide potesse far
intuire dove Oettam II avesse deciso di nascondere la Porta
delle Stelle. Non c‟era nulla che indicasse un luogo.

322
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Utnapistim si sporse ancora dalla finestra della sala e notò


che la costellazione di Orione sembrava monca. Betelgeuse
non c‟era più, essendo diventata un buco nero, e Rigel era
troppo bassa rispetto alla fessura. Solo Alnilam, Alnitak e
Mantaka erano visibili.
Gilgamesh e Utnapistim iniziarono viaggiare in lungo e
largo per le loro terre, sperando di trovare da qualche parte
segnali che permettessero loro di capire dove poteva essere
la Porta delle Stelle.
Ma Oettam II era stato veramente bravo a nascondere la
Porta, nessuno seppe dare a loro indizi di alcun genere.
Utnapistim oramai sfiduciato pensò che non sarebbe stato
in grado di assolvere al suo ultimo compito.
Tornarono da Al-Awwal e Al-Akhir e dissero loro che non
erano riusciti a trovare indizi per ritrovare la Porta delle Stelle.
Gli anni passarono velocemente per loro.
Dopo la cattura della seconda flotta, decisero di spostarsi
sui pianeti abitati dagli Androidi per vedere se li potevano
sapere di più sulla Porta. Cominciarono andando su Andros
III che era il pianeta più vicino.
Da li si spostarono su Andros IV, poi su Andros II ed infine
su Andros.

Intanto sulla Terra il tempo scorreva ed erano passati più


di cinquecento anni dall‟incontro con Est Mintoa.
Si erano succeduti vari capi, ed era diventata capo
supremo un‟altra donna As Nusan proprio nel momento in cui

323
pagina n.324 499272_LAVORATO.pdf

Utnapistim, Gilgamesh, Al-Awwal e Al-Akhir avevano fatto


ritorno sulla Terra.
As Nusan non aveva bisogno che questi si presentassero a
lei, troppo famosi erano oramai i loro nomi, anzi leggendari.
Ma As Nusan aveva per loro una brutta notizia, che loro
probabilmente aspettavano, ma che speravano di non
ascoltare mai.

AS NUSAN cari amici, se così posso chiamarvi, la notizia che vi


devo dare è purtroppo la peggiore per l‟umanità. Un nostro
grande Matematico ha calcolato con assoluta certezza che
fra qualche migliaio di anni un grosso pianeta sarà in rotta di
collisione con la terra. Vi porterò da quel matematico. Se non
troveremo per quel periodo la Porta delle Stelle per l‟umanità
sarà la fine.

UTNAPISTIM Signora As Nusan faremo di tutto per trovare la


Porta delle Stelle, dovessimo attraversare mezzo universo.

I quattro testimoni non dissero a As Nusan che oltre il


problema della Porta delle Stelle esisteva un‟ altro problema.
Gli Androidi avevano trovato e visitato altri pianeti, ma
nessuno si era dimostrato abitabile per gli uomini a differenza
degli Androidi.
Oltretutto Gaia non c‟era più, Aurora vagava per l‟universo,
Bezoar era oramai inabitabile e poi non conveniva tornare
comunque lì dove era Satan, infine il pianeta Mu stava per
fare la stessa fine di Gaia, dato che Acruz aveva iniziato a

324
pagina n.325 499272_LAVORATO.pdf

diventare sempre più luminosa e fra pochi anni sarebbe


diventata un buco nero. Inevitabilmente l‟apocalisse si stava
avvicinando a grandi passi.
Seguirono As Nusan dal Matematico.
Il suo nome era En Arda e aveva sviluppato una serie di
formule matematiche che permettevano di calcolare le
direzioni di asteroidi e pianeti osservandoli per alcuni anni.
En Arda aveva così calcolato che un grosso pianeta,
sfuggito all‟attrazione del suo sole vagava per l‟universo e si
stava dirigendo verso la terra proveniente proprio dalla
costellazione del Toro. Sarebbe arrivato in prossimità della
Terra nel 17387 d.C.
Loro sapevano che En Arda aveva ragione, quel pianeta
doveva essere Aurora e la data esattamente una nuova Era
galattica. Tutto tornava.

Ad Utnapistim venne in mente di chiedere a En Arda se


c‟era stato uno spostamento delle stelle sensibile negli ultimi
diecimila anni.
En Arda rispose che diecimila anni erano un arco di tempo
breve per modificare sensibilmente la posizione delle stelle.
Se visto su grosso telescopio lo spostamento era visibile ma
non certamente ad occhio nudo.

Ora Utnapistim non sapeva perché aveva fatto quella


domanda ma capì l‟importanza della risposta.

325
pagina n.326 499272_LAVORATO.pdf

Come mai dalla fessura della sala della sua Piramide la


costellazione di Orione sembrava aver modificato la sua
posizione.
Forse non erano le stelle ad aver cambiato la loro
posizione, era la finestrella della sala ad aver modificato la
sua posizione. Rigel era invisibile perché la sala era più alta
di prima.
Il cuore di Utnapistim iniziò a battere velocemente, anche
gli angeli hanno un cuore…

UTNAPISTIM Gilgamesh, Al-Awwal e Al-Akhir credo di aver


trovato dove è nascosta la Porta: Andiamo alla Piramide!.

Velocemente si spostarono verso la Piramide, che non era


poi tanto distante. Tutti gli ultimi Capi avevano stabilito la loro
dimora a Khafãjí la vecchia città di Oettam.
Il luogo dove era la Piramide di Utnapistim era quindi molto
vicina.
Entrarono nella Piramide e cominciarono a rompere il
pavimento della sala, poco dopo videro che sotto c‟era
un‟altra sala e dentro finalmente c‟era la Porta delle Stelle.
Oettam II aveva pensato a modificare la struttura interna
della Piramide, così facendo non aveva dovuto spostare la
Porta chissà dove.
Tornarono con la notizia da As Nusan.
L‟umanità poteva essere salvata di nuovo. Ora dovevano
trovare un pianeta buono per la vita terrestre.

326
pagina n.327 499272_LAVORATO.pdf

Alla ricerca di un Pianeta

La Porta delle Stelle era ben conservata, completa anche


della parete sulla quale tante volte Gilgamesh e Utnapistim
avevano visto lo scorrere della Storia.249
L‟orologio era fermo, come quella della Porta delle Stelle
oramai distrutta su Gaia, al 7137 d.C.
Certamente in questo modo non si poteva viaggiare nel
tempo, a parte il periodo tra il 4500 a.C. e 7137d.C.
Al-Akhir, forse perché ultimo arrivato, che ricordava i viaggi
effettuati solo con la Porta del Cielo chiese a Gilgamesh
come mai la scritta sulla Porta delle Stelle fosse differente da
quella sulla Porta del Cielo.
Gilgamesh fu illuminato dalla domanda: forse era proprio la
scritta che poteva cambiare l‟estensione temporale
dell‟orologio.
Subito provarono a sostituire la scritta:
“Un milione di anni fà nel cielo è Ra , Dio del sole. Sigillata
e sepolta per sempre, la porta delle Stelle”.

249
Viaggio nello tempo e nello spazio.

327
pagina n.328 499272_LAVORATO.pdf

nella scritta che avevano visto sulla Porta del Cielo:

“Ra dio del Sole un milione di anni fà fu sepolto fra le


Stelle. La Porta del Cielo è sigillata per sempre”

Ra, Dio del Sole, un milione di anni fa

fu sepolto fra le Stelle.

La Porta del Cielo è sigillata per sempre.

L‟orologio iniziò velocemente a scorrere per arrivare alla


data del presente il 13200 d.C. e mentre l‟orologio scorreva
velocemente avevano visto scorrere sulla parete ciò che era
successo in questo periodo.
Se la Porta delle Stelle era diventata ora come quella del
Cielo potevano andare indietro nel tempo fino a oltre
sessanta milioni di anni prima della nascita di Cristo, come
avevano già fatto con la Porta del Cielo.

328
pagina n.329 499272_LAVORATO.pdf

Alla presenza di As Nusan fecero questo esperimento così


anche il Capo di tutti gli umani poté assistere a quello che
loro quattro avevano vissuto.
L‟evoluzione dell‟uomo vista sulla parete dette a tutti loro
una grande emozione.
Ora la Porta delle Stelle poteva essere usata per viaggiare
ovunque nel tempo e nello spazio, ma mancava il pianeta
utile all‟umanità.
A loro disposizione c‟erano ancora quattromila anni, ma
attualmente i pianeti che conoscevano non erano utilizzabili.
Gaia era scomparsa in seguito alla morte di Betelgeuse.
Aurora vagava nello spazio distruggendo quello che
incontrava nel suo percorso non essendo più in orbita intorno
ad Alnilam. Mu era quasi distrutto e già da qualche anno la
sua stella Acruz stava trasformandosi da gigante rossa a
buco nero come Betelgeuse. Infine Bezoar in seguito al
grosso impatto aveva perso quasi completamente il suo
ossigeno diventando inabitabile e poi lì vi si trovava Satan
con i suoi demoni.
Occorreva trovare un nuovo pianeta con l‟aiuto degli
Androidi.
Gli Androidi con le loro astronavi da molti anni stavano
attraversando la galassia in cerca di Pianeti abitabili, ma non
ne avevano trovati. Il problema fondamentale era sempre la
mancanza di ossigeno o la sua scarsità. L‟uomo non avrebbe
potuto vivere in questi pianeti, a parte che con piccole
spedizioni utili ad effettuare esperimenti. Oramai l‟umanità

329
pagina n.330 499272_LAVORATO.pdf

contava circa 10 miliardi di uomini e un pianeta simile alla


Terra, forse non c‟era nella nostra galassia.
Ogni volta che gli Androidi scovavano un nuovo pianeta
Gilgamesh e Utnapistim utilizzavano la Porta delle Stelle per
verificare la effettiva abitabilità, ma fino ad ora tutto era stato
vano.
Oltretutto non sapevano indirizzare la Porta verso pianeti
che non fossero stati scoperti. La Porta aveva sempre
funzionato senza che loro sapessero dove sarebbero andati
a finire, guidata da una mano superiore, ma questa volta Dio
era stato chiaro. Il compito di risolvere il problema era stato
demandato a loro.
Mancavano ancora circa duemila anni, ma il tempo
sarebbe stato sufficiente?.
Anche per gli Androidi il problema si stava facendo
pressante.
Solo su Andros avevano trovato il materiale utile per la
manutenzione dei loro corpi e del loro cervello, ma questo si
stava esaurendo. Rimaneva solo la Terra il pianeta che
ancora aveva risorse per milioni di anni.
La sua scomparsa avrebbe fatto scomparire anche loro,
anche se ci sarebbe voluto più tempo che per gli umani.
Trovare un pianeta come la Terra era diventato l‟unica
soluzione per non far finire sia loro che gli umani.

Gilgamesh pensò che forse una soluzione poteva trovarsi


in una delle tante tavolette che si erano portate con loro da
Gaia.

330
pagina n.331 499272_LAVORATO.pdf

Non le avevano tradotte tutte, per quante erano, ed alcune


erano di difficile comprensione.
In alcune i geroglifici erano molto diversi da quelli più noti e
anche se Gilgamesh era diventato un esperto nel campo,
anche lui stentava a capirne a pieno il senso.

UTNAPISTIM Gilgamesh abbiamo verificato con la Porta del


Cielo che il Tempo non segue la logica che conoscevamo. E‟
possibile andare indietro nel tempo, tornare poi nel presente
o futuro senza che questo alteri il proseguo del Tempo
stesso. Perché non torniamo da Erasec e Airam Aizitel e
portiamo loro queste tavole per farle decifrare?.
GILGAMESH Utnapistim hai ragione, forse per questo sei stato
indicato come l‟unico che ci potrà salvare, torniamo da
Erasec e vediamo che ci dice.

331
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Ritorno su Aurora

Gilgamesh ricordava che l‟ultima volta che aveva visto


Erasec era l‟anno 2153 d.C. e che l‟aveva salutato prima che
tornasse con Airam Aizitel su Aurora da Oettam ed Eneri.
Decisero di attraversare la Porta delle Stelle quando
l‟orologio segnava il 2155 d.C.
Si trovarono sempre nel posto della loro prima volta, là
dove Oettam aveva fatto costruire una piramide in loro
ricordo. Incontrarono tutti i loro vecchi amici che gli fecero
una grande festa.

Gilgamesh presentò a loro Al-Awwal e Al-Akhir come


umani che li avevano aiutati, e raccontò una parte della loro
storia stando molto attento a non dire cose che avrebbero
potuto spaventarli. Lo scopo era che Erasec li aiutasse
ancora una volta a decifrare alcune tavolette molto vecchie.
Erasec e Airam Aizitel si misero subito al lavoro e dopo
circa un mese portarono a Gilgamesh la traduzione di quelle
che questi gli aveva consegnato.
Durante questo periodo I quattro fecero visita ai monumenti
che il popolo di Aurora aveva costruito, ma soprattutto
passarono il tempo a raccontare a molti degli uomini di
Aurora alcune loro avventure, cercando al solito di non dire le
verità che potevano spaventare quel popolo.

332
pagina n.333 499272_LAVORATO.pdf

Molte delle traduzioni che Erasec aveva portato loro, erano


conosciute perché riportavano di situazioni che loro quattro
avevano vissuto. Erasec chiese alle volte il significato di
questo a Gilgamesh e Utnapistim, a lui loro, dissero quasi
sempre la verità. D‟altronde Erasec era stato su Gaia nella
Piramide di Mu e quindi non poteva non credere che ciò che
aveva tradotto non avesse un contatto con la realtà.
Una tavoletta in particolare, però, sembrava riportare date
inverosimili e parlava di un popolo vissuto miliardi di anni
prima, ma in realtà venuto dal futuro. Questo era troppo per
Erasec che era convinto di non aver saputo tradurre le scritte.
Anche i quattro testimoni si guardarono attoniti, avevano
forse capito, questa volta la realtà poteva superare anche la
fantasia.
Erasec e Airam Aizitel dissero a Gilgamesh che purtroppo
alcune tavolette erano incomprensibili, ed ad altre
mancavano invece dei pezzi che impedivano di capire il
senso di ciò che c‟era scritto.
Gilgamesh e Utnapistim pensarono che prima o poi il vero
significato sarebbe venuto fuori, magari fra migliaia di anni.

Ringraziarono Erasec e tutti gli altri e se ne tornarono


attraverso la Porta delle Stelle sulla Terra.
Gilgamesh volle salutare un ultima volta Oettam e Eneri e
disse loro che avrebbero fatto parte della storia dell‟umanità.
Forse era davvero l‟ultima volta che avevano incontrato
questi loro amici; sarebbero tornati solo nel 3334 d.C. per
salvare l‟intero popolo di Aurora.

333
pagina n.334 499272_LAVORATO.pdf

Il pianeta Aurora che poi in seguito avrebbe dato problemi


proprio all‟uomo. Prima avrebbe contribuito a distruggere
Bezoar, in seguito avrebbe distrutto proprio la Terra. Aveva
partecipato a salvare l‟uomo, successivamente, avrebbe
cercato di cancellarlo dall‟universo.

334
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Evoluzione degli Androidi

I due testimoni e i due Androidi si trasferirono sulla Terra. Il


tempo era trascorso, come al solito, senza che se ne
accorgessero.
Era il 17000 d.C.
Sulla Terra qualcosa era cambiato.
Non tutti gli Androidi erano dalla parte degli umani, e tutto
ciò era avvenuto dopo l‟atterraggio sul pianeta di Angra-
Mainyu.
La sua comparsa aveva preso alla sprovvista gli umani, e
questi aveva convinto molti degli Androidi a non accettare
sempre gli ordini degli umani.
Gli Androidi avevano comunque sofferto di non possedere
anche loro “il libero arbitrio”, e anche se Angra-Mainyu
riconosceva che la sua legge 0 era forse anche più rigorosa
di quella degli Androidi terrestri, essendo legata agli ordini di
Satan, sapeva che ora Satan non poteva avere più influenza
su di lui e sentendosi così più libero aveva convinto molti
Androidi che valeva la pena di provare a non seguirla
completamente.
Si erano formate due grandi gruppi, il primo quello che
viveva sulla Terra che in qualche modo si era ribellato in
parte alle leggi fissate nel loro cervello positronico, l‟altro
composto da tutti quegli Androidi che vivevano sugli altri
pianeti.

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Ma questa ribellione spesso aveva comportato delle gravi


conseguenze. Molti Androidi trovatisi nelle condizione di
disubbidire a queste leggi erano impazziti. Solo quelli più
decisi invece avevano resistito e il loro cervello positronico
col passare del tempo aveva modificato (automaticamente) le
quattro leggi esistenti in leggi meno obbligatorie.
Anche gli Androidi si erano evoluti, tanto che molti di loro
non si consideravano più dei Robot.
Rimaneva il fatto che non avevano la possibilità di
generare e che la loro fine, anche se ancora indefinita nel
tempo di durata, veniva sempre vissuta come una morte
definitiva.
Malgrado questo grande mutamento, non c‟erano state
guerre tra le due specie, convivevano da moltissimi anni in
queste condizioni. Il rapporto con gli umani era sempre un
buon rapporto, solo che l‟uomo non poteva più liberamente
disporre di loro.
Oramai si erano formati sulla Terra due popoli: quello degli
uomini attualmente condotti da un‟altra donna El Icaci, quello
degli Androidi guidati da Angra-Mainyu.
Sui pianeti esterni invece gli Androidi non avevano stabilito
una vera e propria gerarchia, ma ogni pianeta scoperto aveva
un capo Androide che era stato nominato sempre dal capo
degli umani.
Gilgamesh, Utnapistim, Al-Awwal e Al-Akhir presero atto
del cambiamento, ma la loro preoccupazione restava quello
della distruzione della Terra prevista per il 17387 d.C.

336
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Incontrarono El Icaci e le chiesero se erano stati fatti dei


progressi nella ricerca di pianeti abitabili, ma la risposta fu
negativa.
L‟uomo era sempre più vicino alla sua fine.

UTNAPISTIM Gilgamesh perché non torniamo nel passato sulla


terra molti anni prima della comparsa dell‟uomo che
conosciamo, potremmo portare li l‟umanità di oggi e in futuro,
trovato qualche pianeta, spostarla su questo?.
GILGAMESH Forse l‟idea non è sbagliata. Se andiamo molto
indietro nel tempo, avremmo a disposizione un tempo
altrettanto grande per salvare l‟umanità.

AL-AWWAL Io penso che dovremmo attraversare la Porta


delle Stelle un miliardo di anni a.C. La Terra esiste da oltre
quattro miliardi di anni.
AL-AKHIR Al-Awwal il periodo che dovrà trascorrere tra quel
momento e l‟inizio della storia dell‟uomo è sufficiente a non
farli mai incontrare.

Decisero che un miliardo di anni fosse sufficiente.


Ora occorreva andare a vedere cosa c‟era sulla Terra un
miliardo di anni prima, sapevano che i grandi rettili non erano
ancora comparsi, e forse esistevano solo animali unicellulari
o solo dei trilobiti.
Ma sui libri di scienza che Gilgamesh e Utnapistim
avevano letto, quello che esisteva un miliardo di anni prima
sulla Terra erano solo delle pure ipotesi.

337
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Avevano la possibilità di verificare ciò.

L‟orologio sulla parete della Porta delle Stelle iniziò a


tornare indietro nel tempo in modo talmente rapido che non
fu possibile per loro capire quello che si sviluppava sulla
parete. Un miliardo di anni era un tempo enorme.
L‟orologio si fermò su 1000000000 a.C., e loro
attraversarono la Porta delle Stelle.

338
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Viaggio verso l’inverosimile

La Terra che apparse ai quattro era completamente


diversa da quella che si aspettavano.
Praticamente c‟era un solo continente250 che occupava
gran parte dei due emisferi ed un solo grande ed immenso
oceano.
La Terra era abitabile c‟era ossigeno a volontà e una
vegetazione come non avevano mai visto, sembrava di
essere nella foresta amazzonica.
C‟erano pochi deserti e poche montagne. Questo sarebbe
venuto molto dopo nel tempo, con lo scontro delle placche
tettoniche e la divisione di quel continente nei cinque che loro
conoscevano.
Portare qui l‟intera umanità non sarebbe stato un compito
facile. Oltre alle persone avrebbero dovuto far attraversare la
Porta a moltissimi animali e materiali, molti strumenti e molto
di ciò che l‟uomo aveva scoperto ed inventato nei secoli.
Ma questo avrebbe potuto cambiare il volto futuro della
Terra?.
Gilgamesh e Utnapistim erano convinti che questo non
sarebbe avvenuto perché parte di quel futuro l‟avevano
vissuto e non sarebbe potuto cambiare.

250
Continente chiamato Gondwana.

339
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Tutti e quattro erano andati in passati remoti, ma il futuro


non era mai cambiato.
Questo voleva sicuramente dire che l‟umanità se ne
sarebbe andata dalla Terra molto prima che comparisse di
nuovo l‟uomo, e il Tempo lungo che sarebbe passato
avrebbe distrutto completamente ogni reperto della loro
presenza.
Oppure l‟intera umanità e gli Androidi avrebbero subito
l‟apocalisse, prima del ritorno dell‟uomo sulla Terra.

La circolarità del Tempo aveva veramente dell‟incredibile. Il


futuro si sarebbe fuso con il passato ed attraverso un nuovo
presente tutto sarebbe ritornato all‟inizio del Tempo.
Ma ora occorreva organizzare il più grande esodo nella
storia dell‟umanità e forse dell‟intero universo.
L‟umanità nel 17000 d.C. era composta di oltre dieci
miliardi di persone e quindicimila Androidi.
Al-Awwal calcolò che per il passaggio di tutto quello che
avevano pensato ci sarebbero voluti almeno trecento anni.
Bisognava quindi sbrigarsi perché il 17386 d.C. non era poi
così lontano.
Chiesero aiuto ad El Icaci, la quale mise a disposizione tutti
gli scienziati che poteva ed anche Angra-Mainyu dette la sua
disponibilità visto che per loro sarebbe stato comunque
pericoloso andare a vivere in massa sui pianeti abitati dagli
altri Androidi.

340
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L‟esodo sarebbe durato oltre trecento anni ma tutti i capi


successivi avrebbero sempre dato tutto l‟aiuto possibile per
compiere questa grande impresa.
La Porta delle Stelle rimase così aperta per trecento anni.
L‟uomo mise un intero esercito davanti per controllare il
flusso e per ragioni di sicurezza.
Prima passarono solo Scienziati, Ingegneri, Esploratori,
Geologi e tutti coloro a cui fu dato il compito di predisporre la
terra ad ospitare tante persone.
Poi iniziò il passaggio di molti materiali e strumentazione.
Poi cominciarono a passare gruppi di individui per fondare
delle vere e proprie colonie sulla Terra.
Il tempo passava le generazioni si succedevano sia sulla
Terra dopo il 17000 d.C. ,che prima di un miliardo di anni a.C.
L‟organizzazione fu capillare e meticolosa.
L‟attraversamento della Porta avveniva suddividendo i
popoli per etnia e stati della Terra, in modo da non creare
distacchi dolorosi tra la gente.
Trecento anni erano tanti l‟esodo durò per oltre venti
generazioni, ma il tutto fu fatto con cura e dedizione.
Al-Awwal, Al-Akhir, Angra-Mainyu, Yama e tutti gli Androidi
furono molto presenti durante l‟esodo, anche Gilgamesh e
Utnapistim assistettero l‟uomo durante il passaggio, aiutando
i nuovi capi Terrestri che si succedevano al controllo della
situazione per evitare che un evento così enorme sfuggisse
di mano.
Tutti si impegnarono a fondo in questo compito così
difficile.

341
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I primi cento anni passarono per creare le strutture migliori


destinate ad ospitare così tanti uomini, e soprattutto a creare
le condizioni per la vita degli animali, e per l‟agricoltura.
Nel secondo secolo iniziarono i primi grandi esodi tanto
che il continente Gondwana fu in gran parte occupato in
questo periodo. I popoli più evoluti e tecnologicamente
avanzati si spostarono nella nuove terre.
I due testimoni con Al-Awwal e Al-Akhir facevano avanti e
indietro attraverso la Porta per verificare la situazione e dare
consigli sia a quelli che aspettavano nel presente e quelli che
erano andati nel passato.
Raramente uomini o Androidi attraversarono la porta nelle
due dimensioni, questo per evitare uno shock emotivo.
Nel terzo secolo cominciò il passaggio di massa dei vari
popoli, e fu il momento più difficile e delicato.
Il numero di passaggi giornaliero era elevato, ma si doveva
fare in modo che non si creassero tensioni davanti alla Porta.
Alla fine il numero di passaggi superò dieci miliardi, e
moltissime persone passarono alcuni mesi nei campi
predisposti davanti alla Porta delle Stelle, prima di effettuare
l‟attraversamento.
Quando tutto finì Gilgamesh e Utnapistim non credevano ai
loro occhi, erano riusciti a portare in porto la più grande
emigrazione dell‟universo.
Tutto era avvenuto senza provocare morti e distruzione, e
basta pensare ai numeri del passaggio per capire che
l‟organizzazione di questo esodo era stato più difficoltosa di

342
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qualsiasi altra impresa fatta da loro o da tutti gli eroi e miti


della storia dell‟umanità.
Gilgamesh capì che la loro impresa sarebbe rimasta
descritta per sempre nella memoria dell‟uomo del futuro
come la più grande compiuta dagli Uomini e Androidi.
La ricerca dell‟immortalità che aveva contraddistinto la sua
vita iniziale, l‟impresa di Utnapistim di salvare l‟uomo dal
diluvio universale, le altre imprese per salvare l‟uomo dalla
distruzione su Bezoar, su Gaia, su Mu, su Aurora di fatto
scomparivano davanti a quest‟ultima impresa.
Utnapistim capì di essere riuscito nel compito che gli aveva
assegnato Dio, ma non poteva verificarlo sulla parete nella
sala della Piramide di Mu perché Gaia non esisteva più.
Sapeva che se così non fosse stato Dio si sarebbe
presentato a loro per l‟apocalisse finale.
Si era nel 17350 d.C. mancavano solo trentasette anni
all‟impatto distruttivo.
Negli ultimi anni il Capo di tutta la Terra (ancora una
donna) era diventata An Vangoi, a lei il destino aveva lasciato
questa grande conclusione: essere l‟ultima dei capi degli
uomini sulla Terra nel tempo presente.
Sarebbe rimasta Capo anche nella Terra del passato, ma
non era invero la stessa cosa.
Come tutti i Capi che si rispettano aveva scelto di essere
l‟ultimo degli esseri umani ad attraversare la Porta delle
Stelle.
An Vangoi decise che Al-Akhir sarebbe passato con lei
alla fine della grande trasmigrazione e lo nominò Capo di tutti

343
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gli androidi che avrebbero vissuto sulla Terra di un miliardo


di anni prima. Questo non fece felice Angra-Mainyu, ma
questi accettò il volere del supremo Capo degli uomini, anche
perché non c‟era un alternativa. Angra-Mainyu si dimostrò
molto comprensivo, il suo cervello positronico si era
modificato nel tempo facendolo diventare un buon Androide.
Anche Utnapistim decise di rimanere sulla Terra nel
passato, voleva essere sicuro di aver fatto la cosa giusta
richiestagli da Dio. Oltretutto non se la sentiva di
abbandonare completamente gli uomini ad un destino così
incerto.
La confusione che questo passaggio di massa nel passato
poteva portare al futuro della terra lo preoccupava molto.
Aveva sempre saputo che non si doveva interagire troppo
con il passato per evitare modifiche sensibili al futuro. Questo
trasmigrazione di dieci miliardi di persone, anche se avvenuto
nel giro di trecento anni, poteva lasciare delle orme indelebili
che l‟uomo del futuro non avrebbe potuto ignorare. Si
convinse che il suo compito, visto che per lui non c‟erano
problemi di tempo, era quello di fare in modo che la terra
potesse essere completamente ripulita dei segni lasciati da
una civiltà prima che la stessa trasmigrasse su di un pianeta
nuovo. Certamente non era un compito facile. Ma ci sarebbe
riuscito.
Era il 31 dicembre del 17350 An Vangoi, Al-Akhir e
Utnapistim dopo avere salutato Gilgamesh e Al-Awwal
attraversarono la porta.

344
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Era la seconda volta che Utnapistim e Gilgamesh si


lasciavano, certi però che un giorno si sarebbero incontrati di
nuovo.

345
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Gli ultimi

Gilgamesh e Al-Awwal non erano rimasti soli.


An Vangoi non era riuscita a convincere tutti gli uomini
della terra a lasciarla.
Alcuni irriducibili avevano chiesto con forza di rimanere
sulla terra per vedere fino alla fine cosa sarebbe avvenuto.
Non era stato possibile costringerli ad attraversare la porta,
e poi il numero di questi irriducibili non era molto consistente.
Molti erano vecchi che pensavano di non arrivare nemmeno
al momento dello scontro con il pianeta e avevano preferito
non partecipare a quella avventura. I giovani erano pochi una
ventina di persone.
Tra questi il fratello di An Vangoi; che lei aveva eletto Capo
di quelli rimasti sulla Terra.
Il suo nome era En Finatos; ultimo dei Capi sulla terra nel
tempo presente.
Gilgamesh e Al-Awwal decisero che sarebbero rimasti sulla
terra fino al 17387 e che l‟avrebbero abbandonata solo poco
prima dell‟impatto.
En Finatos organizzò i giovani rimasti con lui nella città di
Khafãjí, divenuta da molto Tempo la capitale della Terra.
Sarebbe partito alla volta di Andros III solo poco prima
dell‟impatto, essendo questo il pianeta più prossimo alla
Terra. Per raggiungerlo ci sarebbero voluti solo 21 anni, e il

346
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loro gruppo aveva una media di 20 anni, quindi il tempo


sarebbe stato sufficiente.
Andros III aveva creato una piccola postazione in cui era
stato possibile ospitare l‟uomo. Già molte volte questa
postazione era stata utilizzata dagli scienziati della Terra,
poteva contenere fino a cinquanta uomini.
Gilgamesh e Al-Awwal sarebbero andati, invece, su Andros
con una delle astronavi sufficientemente grandi costruite
negli ultimi anni dagli uomini.
In essa avrebbero messo la Porta delle Stelle per evitare
che rimanesse distrutta sulla Terra nell‟impatto con Aurora.
Non ne avevano un‟altra come Amon-Adamo e Al-Awwal per
trasportarla sulla Terra o su Mu.
Tutti insieme attesero che si avvicinasse il momento
dell‟impatto.
En Arda aveva fatto molto bene i suoi calcoli, era
veramente un grande matematico, oramai il 17387 si
avvicinava così come il pianeta Aurora.
La direzione era quella della Terra, con un piccolissimo
spostamento. L‟impatto non sarebbe stato completamente
frontale, ma laterale.
L‟effetto sarebbe stato distruttivo ugualmente ma i due
pianeti sarebbero schizzati via lateralmente come due palle di
biliardo sul tavolo verde.
L‟ultimo anno Gilgamesh e Al-Awwal smontarono la Porta
delle Stelle e la imbarcarono sulla astronave ammiraglia della
flotta terrestre, alla fine dopo aver salutato En Finatos e gli
altri uomini rimasti partirono alla volta di Andros.

347
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Poco dopo anche En Finatos e i suoi partirono alla volta di


Andros III.
Nessuno di loro avrebbe assistito al grandioso impatto dei
due pianeti. Solo da lontano diretti verso Andros e Andros III
avrebbero visto i due pianeti avvicinarsi e colpirsi.
Le due astronavi si diressero da parti opposte.
Andros e Andros III si trovavano molto distanti tra loro, ma
erano più vicini alla Terra. Miliardi e miliardi di chilometri da
superare in anni e anni di viaggio nell‟universo.
Il viaggio sarebbe durato lunghissimi anni, erano soli con la
speranza di non incontrare qualche piccolissimo asteroide,
poco visibile ma distruttivo in un impatto a velocità pari ad un
terzo di quella della luce.
Gilgamesh e Al-Awwal speravano di incontrare
nuovamente Al-Hakim. En Finatos e gli altri giovani uomini
di incontrare Al-Majd. Erano passati molti secoli
dall‟investitura a Capi di questi Androidi, ma nessuno ancora
conosceva la durata massima della loro vita.
En Finatos giunse su Andros III dopo circa ventuno anni, e
descrisse a Al-Majd, il Grande Esodo compiuto sia dagli
uomini che dagli Androidi. Lui e i suoi amici sarebbero rimasti
su quel pianeta nella piccola postazione creata per gli uomini
dagli Androidi, sperando di ricevere la notizia della scoperta
di un nuovo pianeta abitabile dall‟uomo.
Gilgamesh e Al-Awwal giunsero su Andros molti anni dopo
e trovarono ancora Al-Hakim, anche a lui fu raccontato il
Grande Esodo. Al-Hakim fu contento di sapere che Al-Akhir

348
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era stato nominato Capo supremo degli Androidi sulla Terra


del passato.
Gilgamesh e Al-Awwal rimontarono la Porta delle Stelle,
pronti ad utilizzarla nel caso in cui fosse stato scoperto
qualche altro pianeta.

349
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EPILOGO

Gilgamesh e Al-Awwal durante il viaggio verso Andros


avevano assistito, anche se da molto lontano all‟impatto dei
due pianeti. Erano certi che la Terra e Aurora avevano subito
certamente una distruzione molto grande.
Al-Hakim raccontò loro quello che era accaduto.
Da Andros grazie a due enormi telescopi costruiti nel
17000 d.C. era stato possibile osservare l‟effetto dell‟impatto.
L‟impatto risaliva a molti anni prima della visione, ma
l‟emozione era stata enorme, per tutti gli Androidi del pianeta.
Si era capito che l‟impatto era stato distruttivo specialmente
per la Terra, forse perché il pianeta sembrava fermo rispetto
ad Aurora che veniva dagli spazi siderali a grandissima
velocità.
Gilgamesh e Al-Awwal furono contenti di aver salvato
l‟intera umanità riportandola sulla Terra oltre un miliardo di
anni nel passato.
Anche En Finatos con gli ultimi rappresentanti degli uomini
aveva assistito da Andros III alla stessa visione, rimanendone
forse più colpito.
Loro erano gli ultimi uomini presenti nell‟universo nel tempo
presente.
Per la storia dell‟uomo questi erano gli unici uomini che
avevano un futuro nel presente dell‟universo.

350
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Il resto dell‟umanità si era immersa in un passato remoto, e


il ritorno di questi nel tempo presente non era certo né sicuro.
Il salto nell‟inverosimile era stato possibile grazie alla Porta
delle Stelle, ma questo poteva divenire un salto talmente al di
fuori della scienza e della fisica che avrebbe potuto
comportare la fine dell‟intero universo.
Gilgamesh decise di tornare sulla Terra nel 1950 d.C. da
Einstein per capire la portata di ciò che avevano fatto.
La Porta segnò l‟anno 1950 d.C. sul pianeta Terra e
Gilgamesh e Al-Awwal attraversarono la Porta.
Si trovarono nel continente Americano negli Stati Uniti.
Gilgamesh si informò dopo poter trovare lo scienziato e fu
251
indirizzato presso l‟università di Princeton , lì si presentò a
Einstein.

GILGAMESH Einstein tu non ti ricordi di me, ci siamo già


incontrati in Germania.
EINSTEIN Gilgamesh non mi sono dimenticato di te, perché
quell‟incontro mi è rimasto impresso. Le tue domanda furono
troppo particolari per passare inosservate.

GILGAMESH Devo dirti alcune cose che ti sembreranno


inverosimili, ma mi devi promettere che non rivelerai quello
che ti dirò a nessuno.
EINSTEIN Sono pronto ad ascoltare tutto quello che mi dirai.

251
Einstein si trasferì negli Usa ed insegnò all’ Institute for Advanced Study a Princeton.

351
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Gilgamesh iniziò a raccontare la sua storia, fin dal


momento del suo primo incontro con Utnapistim. Parlò di
tutte le sue avventure e della Porta delle Stelle. Raccontò di
Gaia, di Aurora, di Bezoar e della Terra, di Andros e degli
Androidi, presentandogli Al-Awwal.
Einstein rimase in silenzio, senza alcuna espressione di
stupore.
Gilgamesh descrisse tutti i suoi passaggi, persino quelli nel
passato che avrebbero potuto cambiare il futuro.
Descrisse la grande battaglia finale, la morte di Gaia, la
prossima di Mu su Acruz, la storia del continente Mu e di
Atlantide.
Mentre continuava a parlare, osservava il volto di Einstein
pensando di trovare su questo il disprezzo per ciò che stava
raccontando.
Tutto era inverosimile e Einstein prima o poi avrebbe
espresso il suo disappunto su tutto ciò.
Ma questo non avvenne.
Alla fine del racconto Einstein, fece un grande respiro
come se volesse ingoiare tutta l‟aria possibile….ma non urlò
e disse “Ti credo”.
Gilgamesh e Al-Awwal rimasero attoniti, non avevano
pensato ad una tale risposta.
Il grande testone di Einstein sembrò crescere ancora e
dalla sua bocca uscirono queste parole.
<<Ti credo, pur non avendo la possibilità di alcun riscontro,
se non per alcune storie su Atlantide e Mu. So che non puoi
aver inventato tutti quei pianeti e quelle stelle. So che lo

352
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spazio e il tempo sono la stessa cosa ma che in certe


condizioni uno può influenzare l‟altro. In tutta la mia vita ho
cercato una costante Universale che mi permettesse di
affermare con sicurezza che l‟universo non ha fine e
continuerà a crescere all‟infinito, ma non ci sono riuscito e se
deve subire una contrazione che lo riporterà allo stato
iniziale…tutto allora è possibile.
Io non ho mai creduto alla esistenza certa di Dio, ma
nemmeno alla sua certa inesistenza. E se poi in effetti ci
fosse veramente un Dio, allora tutto è veramente possibile in
quest‟universo.
Sarebbe stato molto più facile per me risponderti che non
credo in nessuna delle cose che mi hai raccontato, ma per
quale motivo fare a me un racconto del genere.
Alle volte è proprio l‟inverosimile che è vero.
Vedo Al-Awwal e capisco che qualcosa di fantastico è stata
realizzata dall‟uomo.
Penso anche che le domande che mi vuoi fare riguardano
sicuramente il tempo, visto come passato, presente e futuro,
e come sia stato possibile realizzare una Porta che permette
di attraversare il tempo e lo spazio in tutte le direzioni. Ci
voglio pensare un po‟ e ti darò una risposta.>>
Gilgamesh disse a Einstein che sarebbe tornato da lui
dopo due anni, per avere una risposta, e insieme a Al-Awwal
attraversarono la porta davanti a Einstein.

Gilgamesh e Al-Awwal furono di parola, due anni dopo si


ripresentarono a Einstein.

353
pagina n.354 499272_LAVORATO.pdf

Einstein li stava aspettando con ansia.


Senza nemmeno aspettare che i due, lo salutassero,
Einstein subito iniziò a parlare.
<< Cari Gilgamesh e Al-Awwal ho molto riflettuto su tutto
ciò che mi avete detto. Mi sono convinto che mi avete
raccontato il vero, e non solo perché quello che mi avete
raccontato è troppo scontato pensare che sia falso, ma
soprattutto perché ho cercato di verificare con le mie teorie
tutto ciò.
Avevo sempre pensato che lo spazio ed il tempo fossero la
stessa cosa nella vita dell‟universo, ma in certi momenti tutto
questo sembrava avere dei buchi e delle non risposte. Le
cose che avete fatto mi hanno convinto che il tempo non ha
un fluire sempre nello stesso verso, come da sempre si
pensava, e analogamente a lui anche lo spazio ha un
comportamento del genere.
Ma questo loro comportamento non è conseguente per cui
può accadere che mentre uno sia proseguendo in una
direzione l‟altro stia dirigendosi nella direzione opposta.
Questo può comportare salti in avanti o all‟indietro nel
tempo e nello spazio.
E‟ come quando si guarda un quadro di Escher, non si
capisce l‟inizio e la fine, sembra solo di essere su di una
grande ruota che non ha ne capo ne coda.
Come per esempio su di una scala , sempre di Escher, che
sembra salire o scendere a seconda di come si guarda, alle
volte scavalcando il parapetto che divide le due scale si
passa da una fase di salita ad una di discesa. Così per il

354
pagina n.355 499272_LAVORATO.pdf

tempo e lo spazio dal passato al futuro o viceversa, e da un


percorso molto lungo ad uno infinitamente più breve.
Questo comporta che l‟universo si possa visitare in tutte le
direzione sia spaziali che temporali, e la Porta delle Stelle è
lo strumento necessario.
Ma chi è che ha scoperto questo strumento così
incredibile?.
Una cosa importante che devo dirvi è legata alla
interazione tra passato e presente-futuro.
E‟ vero che tutte le volte che voi siete andati nel passato,
sicuramente ciò ha comportato che il presente sia diventato
quello che è poi stato. Ma la vostra interazione è comunque
stata guidata affinché avvenisse ciò che è avvenuto. Fino al
passaggio dell‟intero popolo della Terra dal presente al
passato avvenuto da poco, una cosa simile non era mai
accaduta. Infatti mi hai raccontato di uomini che sono passati
dalla Terra su Aurora e da Aurora sulla Terra, da Gaia sulla
Terra e dalla Terra su Gaia, da Bezoar sulla Terra e dalla
Terra su Bezoar, dalla Terra su Mu e da Mu sulla Terra ma
tutto ciò è sempre avvenuto con un passaggio solo spaziale
da presente a presente. Invece l‟ultimo passaggio è stato un
passaggio anche temporale.
Ora credo che sia opportuno che l‟uomo giunto sulla Terra
oltre un miliardo di anni fa, si allontani dalla Terra stessa
prima che l‟uomo compaia su di essa nuovamente e che non
lasci alcun segno della sua presenza, perché questo
potrebbe avere effetti sul presente-futuro e non so che effetto
potrebbe essere.>>

355
pagina n.356 499272_LAVORATO.pdf

Gilgamesh e Al-Awwal non sapevano chi avesse costruito


la Piramide di Mu e lo dissero chiaramente a Einstein.
Era una delle cose che non erano riusciti a capire.
Avevano risolto molti problemi, insieme ad Utnapistim e
spesso i compiti loro assegnati erano stati portati a termine,
ma la creazione della Porta delle Stelle e della Porta del
Cielo rimaneva il Problema irrisolto.
Ringraziarono Einstein per quello che aveva spiegato a
loro, e lo salutarono ritornando attraverso la Porta delle Stelle
su Andros nel presente.
Ma prima di andarsene per sempre chiesero a Einstein di
non far parola a nessuno di questo incontro straordinario.
Einstein disse loro che non ne avrebbe mai fatto parola ad
alcuno, prima di tutto per non essere preso per pazzo, e
inoltre per riconoscenza a Gilgamesh che lo aveva ritenuto
così importante nella storia dell‟umanità da chiedergli
spiegazioni così complesse e incredibili. Infine quello che gli
avevano raccontato aveva dato a lui la soluzione dell‟inizio e
della fine dell‟universo, e avrebbe dato una ulteriore spinta
alla sua teoria della relatività generale che sarebbe stata
utilizzata dall‟intera umanità per capire molte cose sulla vita
dell‟universo.
Gilgamesh e Al-Awwal erano oramai certi che al loro
Universo non sarebbe accaduto nulla di irreparabile.
Un giorno l‟umanità relegata sulla Terra a cavallo dell‟era
del Protozoico e del Cambriano sarebbe dovuta emigrare su
di un nuovo pianeta.

356
pagina n.357 499272_LAVORATO.pdf

Il tempo a disposizione era moltissimo, quasi un miliardo di


anni, e comunque qualcosa sarebbe accaduto nel frattempo,
visto che della civiltà umana che aveva vissuto sulla Terra in
un tempo così remoto, nel futuro della Terra stessa se ne
erano perse interamente le tracce.
Occorreva aspettare e trovare con l‟aiuto degli Androidi un
Pianeta adatto nella galassia della via lattea.

Il pianeta fu alla fine trovato, e nessuno aveva mai pensato


che potesse essere già noto a tutti.
Un grande pianeta che sarebbe stato disponibile ad
ospitare l‟intera umanità solo qualche migliaio anni dopo il
grande Esodo.

357
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«Il tempo è il mezzo di cui dispone la natura per


impedire che le cose avvengano tutte in una volta.»
J. Wheeler

«Il futuro non è mai solo accaduto, è stato creato.»


Will e Ariel Durant

«Universi che vanno alla deriva sul Fiume del Tempo


come bolle nella schiuma.»
Arthur C. Clarke

358
pagina n.359 499272_LAVORATO.pdf

NASCITA E MORTE DELL’UNIVERSO

PROLOGO

<< Un grande pianeta che sarebbe stato disponibile ad


ospitare l‟intera umanità solo qualche migliaio anni dopo il
grande Esodo.>>
……………………………………………………………….
……………………………………………………………….
L‟impatto dei due pianeti, la Terra e Aurora era avvenuto
ma nessuno avrebbe mai pensato che la situazione finale
sarebbe stata quella.
Aurora impattò contro la Terra solo lateralmente e la Terra
schizzò via dalla sua orbita allontanandosi per sempre dal
Sole. Prese la direzione della via lattea, avvicinandosi prima
a Giove e poi andando in direzione di Plutone.
Molto probabilmente sarebbe uscita dal sistema solare.
Aurora invece stranamente si piazzò al posto della vecchia
Terra con una leggerissima differenza di orbita, diventando
così un Pianeta del sistema solare.
La sua orbita ellittica intorno al Sole, divenne del tutto
simile a quella della vecchia Terra. La durata era di 306
giorni, e la massa di Aurora di poco inferiore a quella della
Terra.

359
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Dopo aver visto tutto ciò sui grandi telescopi Al-Majd


avvertì subito En Finatos di quello che era avvenuto,
contemporaneamente Al-Hakim disse tutto a Gilgamesh.
Era accaduto ancora l‟inverosimile.
En Finatos ed i suoi compagni (oramai quarantenni) che
con lui si trovavano su Andros III chiesero subito delle
astronavi per andare su Aurora. Gilgamesh e Al-Awwal, che
si trovavano su Andros, invece decisero di sfruttare la Porta
delle Stelle.
Ma prima di trasferirsi su Aurora decisero di andare a
prendere En Finatos su Andros III.
Giunsero lì poco prima che En Finatos si imbarcasse su
una astronave datagli dagli Androidi.

Tutti insieme decisero di attraversare la Porta delle Stelle.


Passarono Gilgamesh, En Finatos con molti suoi amici e
alcuni Androidi guidati da Al-Awwal.
Il passaggio fu semplice e si trovarono tutti nello stesso
posto del primo passaggio di Gilgamesh.252
Si trovarono di fronte alla Piramide costruita da Oettam
migliaia di anni prima, la piramide non era ben conservata ma
era ancora possibile entrare in essa, malgrado Aurora avesse
viaggiato per lunghissimo tempo nello spazio siderale, ed
avesse subito l‟impatto con la Terra.
Dentro si notavano ancora delle pitture sulle pareti che
ricordavano l‟impresa di Gilgamesh ed Utnapistim, e il viaggio

252
Posto del primo sbarco di Gilgamesh e Utnapistim – Viaggio verso l’inizio della vita – Alla
ricerca della nuova vita.

360
pagina n.361 499272_LAVORATO.pdf

di Erasec e Airam Aizitel su Gaia. Molti altri disegni erano


invece mal conservati quasi distrutti e non si poteva
distinguere bene cosa significassero. Per Gilgamesh fu però
motivo di gioia ritrovare tutto ciò.
Gilgamesh raccontò ad En Finatos la storia di Aurora e le
sue lunghe vicissitudini.
Al-Awwal già sapeva tutto.

Ora il problema era riportare la Porta delle Stelle su Aurora


per organizzare, da lì, il nuovo grande esodo dell‟umanità
dalla Terra di oltre un miliardo di anni prima sul pianeta rinato
di Aurora.
Gilgamesh e Al-Awwal tornarono attraversando la Porta
delle Stelle su Andros e lì organizzarono il nuovo
trasferimento della Porta delle Stelle da Andros ad Aurora
utilizzando delle nuove astronavi che nel frattempo erano
state costruite dagli Androidi e che erano in grado di
viaggiare alla metà della velocità della luce.
En Finatos ed i suoi rimasero su Aurora e lì avrebbero
aspettato Gilgamesh e Al-Awwal anche se al loro ritorno
sarebbero stati oramai degli anziani di circa una settantina di
anni. Avrebbero però preparato in qualche modo il luogo.
Dopo circa altri quindici anni Gilgamesh tornò con un
astronave con dentro la Porta delle Stelle e insieme ad Al-
Awwal la rimontarono.
Prima di organizzare il nuovo esodo decisero di andare a
trovare Utnapistim sulla Terra, per sapere come era andata.

361
pagina n.362 499272_LAVORATO.pdf

Ritorno sulla Terra

Erano passati esattamente quattrocento cinquanta anni dal


passaggio degli uomini sulla Terra vecchia di un miliardo di
anni, ma solo un centinaio dall‟ultimo attraversamento di
Utnapistim.
Utnapistim non si aspettava di rivedere il suo amico
Gilgamesh così presto, qualcosa di nuovo doveva essere
accaduto, potevano essere notizie buone o cattive e questo
mise un po‟ in ansia il vecchio sopravvissuto al diluvio
universale.

GILGAMESH caro vecchio Utnapistim siamo tornati per darti


una buona novella, l‟apocalisse è ancora lontana e tu hai
compiuto quello che ti chiese Dio con la scritta nella piramide
di Mu su Gaia. Abbiamo trovato il nuovo pianeta ma non puoi
immaginare quale è.
UTNAPISTIM caro, anche tu, vecchio angelo sono veramente
felice di questa notizia, ma non tenermi sulle spine. Ti
aspettavo tra qualche migliaia di anni, oppure di non vederti
più, cosa è successo per vederti così presto, insieme al tuo
amico Al-Awwal?.

362
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Gilgamesh raccontò in breve quello che era accaduto e


soprattutto la novità del pianeta su cui poteva tornare
l‟umanità.
Aurora veniva a salvare l‟uomo per la seconda volta e
questa volta si sarebbero salvati miliardi di uomini e non solo
le poche migliaia che si salvarono grazie ad Oettam.
Poi toccò a Utnapistim dire ciò che era successo in quegli
anni trascorsi dal ultimo passaggio. Ma in verità non c‟era
molto da dire visto il poco tempo passato, salvo il fatto che
vivere in un epoca così remota per la storia del pianeta Terra,
aveva comportato comunque problemi per la ricerca del
continuo approvvigionamento del cibo per la grande
moltitudine degli uomini presenti e soprattutto per i
sommovimenti della crosta terrestre che dovendosi
trasformare in vari continenti era sottoposta a continui
terremoti che avevano comportato spesso svariate perdite
umane. Erano quindi felici di tornare su Aurora un pianeta
oramai sicuramente più stabile.

Occorreva organizzare un‟altra volta un grandissimo


esodo, per i dieci miliardi di uomini e androidi che si erano
trasferiti in vari tempi sulla Terra e questo avrebbe
comportato sicuramente un tempo lungo come la prima volta.
Ci sarebbero voluti altri trecento anni.
Visto il lungo tempo necessario Gilgamesh, Utnapistim ed
Al-Awwal decisero di iniziare subito.
Da qualche anno si era in attesa di decidere il nuovo capo
degli uomini sulla Terra, ed in attesa di ciò Utnapistim ne

363
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aveva preso temporaneamente il comando insieme


all‟Androide Al-Akhir.
Visto che al loro ritorno su Aurora era presente En Finatos,
Utnapistim decise che il comando degli uomini sarebbe
passato a lui.
Al-Awwal, Al-Akhir e En Finatos avrebbero organizzato il
grande trasferimento.
Questo iniziò subito.

Gilgamesh e Utnapistim non volevano aspettare tutto il


tempo necessario, a questo avrebbero pensato molto meglio
i due Androidi con il tempo dalla loro parte. En Finatos
avrebbe contribuito nella parte iniziale ma tra poco avrebbe
dovuto cedere il suo posto di comando. Gilgamesh e
Utnapistim decisero di cercare di risolvere l‟ultimo problema
che non aveva ancora trovato risposta.

“Chi aveva costruito la Piramide di Mu su Gaia e le Porte


delle Stelle e del Cielo”.
Questa domanda era stata sempre presente nella loro
mente, ma non erano riusciti a dare alcuna risposta. Anche
Einstein aveva fatto a loro questa domanda.
Era venuto il momento di cercare una risposta.
Da dove iniziare la ricerca?.
Utnapistim suggerì a Gilgamesh che forse solo tornando su
Gaia avrebbero potuto trovare una risposta.
Attraversarono la Porta delle Stelle(Cielo) per giungere su
Gaia poco prima dell‟arrivo su di essa di Geus nel 9000 a.C.

364
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Ritorno su Gaia

Attraversarono la Porta delle Stelle (Cielo) per giungere su


Gaia.
Gilgamesh e Utnapistim si ritrovarono nella sala della
Piramide di Mu, proprio all‟inizio della prima storia di Gaia.
La sala era proprio come l‟avevano vista la prima volta che
si erano trovati lì. La piramide conteneva sia le due Porte
delle Stelle che del Cielo.
Le Porte delle Stelle praticamente non erano in grado di
funzionare perché non era ancora iniziato il loro tempo.
Questo sarebbe partito con l‟ingresso nella sala di Amon-
Adamo.
Le Porte del Cielo invece potevano andare indietro nel
tempo, ma loro non avevano mai pensato a tornare nel
passato lì su Gaia.
Questa volta impostarono l‟orologio della Porta del Cielo a
60 mila anni a.C. per vedere cosa c‟era su Gaia in quel
tempo.
La piramide era sempre lì, con i suoi mattoni mancanti che
in futuro gli Androidi loro avrebbero sostituito con i mattoni
emettenti luce provenienti da Andros.

UTNAPISTIM Gilgamesh perché non andiamo ancora più


indietro nel tempo?.

365
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GILGAMESH credo che tu abbia ragione, fissiamo il tempo a


100 mila anni a.C.

Lo fecero si ritrovarono su una Gaia giovanissima, e la


Piramide non c‟era.
Allora si organizzarono come avevano fatto con Al-Awwal
sulla terra al tempo dei dinosauri.
Saltando in avanti e indietro per periodi di anni si trovarono
nel momento in cui videro posata su Gaia una immensa
Porta simile a quella del Cielo ma molto più grande da dove
stavano scendendo degli uomini che erano impegnati a
costruire la Piramide di Mu.
Era il 75000 a.C.
Capirono subito chi poteva essere il Capo e si diressero da
lui.
Si presentarono a questo. Era un uomo gigantesco alto
quasi tre metri, ma compresero subito che era più simile ad
Al-Awwal che a loro.
Tutti quegli uomini in realtà erano degli Androidi, a migliaia
uscivano dalla porta portando il materiale per costruire la
Piramide.
Il Capo Androide si avvicinò e disse loro “Gilgamesh e
Utnapistim” suppongo.
Gilgamesh e Utnapistim rimasero attoniti, come faceva
questi a sapere il loro nome?.
Visto che questi li conosceva non ebbero remore nel
raccontare tutta la loro storia.

366
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Il Capo ascoltò con molto interesse, e alla fine disse loro


che molto di quello che ora avrebbero ascoltato da lui non
sarebbe stato del tutto comprensibile.

367
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La storia di Law-Wala

Il Gigante Capo iniziò la sua storia.

<<Il mio nome è Law-Wala e sono stato il primo Androide


costruito dall‟uomo.
Era l‟anno 17.000.000.000 dall‟inizio dell‟Umanità sulla
nostra Galassia. Ma non potete paragonarla al vostro modo
di contare gli anni, perché noi veniamo da un altro Universo.
Il nostro Universo è iniziato circa Trentacinque miliardi di
anni fa con il Big Bang, per i primi venti miliardi di anni si è
espanso, ma a partire da quel momento è cominciato a
comprimersi e lo sta facendo da circa quindici miliardi di anni.
La sua fine è prevista tra circa cinque miliardi di anni con
un grandioso Big Crash…..a cui forse seguirà un ulteriore Big
Bang.
Al momento dell‟inversione della crescita del nostro
universo ne è nato un altro, il vostro, che è iniziato circa
quindici miliardi di anni fa. Lo spazio occupato pertanto
sembra essere sempre lo stesso…circa lo spazio percorso
dalla luce in venti miliardi di anni. E questo da non so quanto
Tempo.
Voi ora siete in piena fase di crescita, ma molto
probabilmente fra cinque miliardi di anni tale crescita si

368
pagina n.369 499272_LAVORATO.pdf

fermerà e il vostro universo inizierà a comprimersi….forse in


quel momento ne nascerà un altro.
Ora lo spazio del nostro universo è abbastanza più
compresso e molte stelle si sono avvicinate tra loro. Molto
Stelle Supergiganti sono vicine e molto presto inizieranno a
collassare tutte insieme, per noi il tempo della vita oramai è
praticamente terminato, non ci rimangono che qualche
centinaia, al massimo migliaia, di anni.
Tutto questo, anche se in qualche modo i nostri scienziati
lo avevano predetto, ci è stato confermato da uno che voi
ben conoscete: DIO.
Lui ci ha ordinato di venire su quest‟altro Universo
attraversando la Porta che vedete.
La Porta per viaggiare nel Tempo e nello Spazio fu
inventata dagli uomini dopo circa tre miliardi di anni dalla loro
comparsa, e questo soprattutto perché in quel periodo
l‟universo era nella sua massima espansione e i Pianeti
erano molto distanti tra di loro come d‟altronde anche le
Stelle. L‟utilizzo delle astronavi non aveva senso perché
anche se avessero potuto viaggiare alla velocità della luce
non c‟era il tempo vitale per spostarsi. Noi androidi possiamo
vivere molto più a lungo, ma non aveva senso per noi
scoprire altri pianeti se poi l‟uomo non poteva utilizzarli. La
legge imposta a nostri cervelli ci impediva di fare cose che
non erano utili all‟uomo.
Questa legge chiamata legge “La legge Unica” recita:

”Un Androide non può recare danno all'umanità, né può

369
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permettere che, a causa del proprio mancato intervento,


l'umanità riceva danno, deve fare in modo che nessuno
possa attuare cose che ledano le dignità dell’uomo. Le stesse
cose valgono per gli Androidi. Farà sempre del tutto per
evitare guerre tra gli uomini e gli Androidi. Solo
comportandosi così assurgerà a dignità di uomo e sarà
trattato in tutto e per tutto come un componente dell’umanità”.

Una volta inventata la Porta, l‟uomo ha provato a viaggiare


attraverso di essa, ma le difficoltà dovute alla non
conoscenza delle possibilità di vita su altri pianeti avevano
limitato l‟uso di essa.
Solo altri due pianeti, oltre quello su cui era nato l‟uomo,
erano stati utili per salvare l‟umanità dalla scomparsa in
seguito alla caduta di grandi asteroidi.
Ora avvicinandosi la nostra fine e quella del nostro
universo siamo riusciti con il suggerimento di Dio a inventare
questa Porta che permette di passare in un altro universo.
L‟uomo, anche se in piccola parte, l‟ha già fatto e circa
qualche centinaia di anni fa alcune migliaia di uomini si sono
trasferiti sul vostro pianeta che voi chiamate “Terra”.
Gli uomini della Terra li etichettarono come Giganti.253
Noi non passammo allora perché l‟uomo non volle, ma
soprattutto ne passarono solo pochi di questi uomini-giganti
perché Dio volle così.

253
Molte leggende greche, romane, egiziane, ebraiche, indo-americane parlano di Giganti.

370
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Dio poi ci ha chiesto di venire su questo pianeta “Gaia” per


costruire una grande Piramide e metterci dentro quattro Porte
e così stiamo facendo.
Ci ha detto che avremmo incontrato due suoi Testimoni di
nome Gilgamesh e Utnapistim che avrebbero capito il perché
di ciò, ecco perché vi ho chiamato per nome.
Ora dalle parole della vostra storia abbiamo capito il
compito che ci è stato assegnato.
Le Porte salveranno di nuovo l‟umanità, e sarà grazie a
noi. Purtroppo ci è stato ordinato di tornare tutti nel nostro
universo, senza lasciare nessuno.
Anche se da alcune parole, che non ho capito, dettemi da
Dio, penso che qualcosa di me rimarrà nella nuova Storia
dell‟Umanità.
Appena avremo finito di costruire la Piramide e porre in
essa le Porte ed un teca di cristallo destinata a contenere
questa tavola di cristallo che potrai utilizzare in futuro e che
verrà un giorno riempita da altre tavole, torneremo nel nostro
universo per sempre.>>

Law-Wala disse anche a Gilgamesh che lui era stato


nominato, un milione di anni prima, Capo supremo sia degli
Androidi che degli Uomini. E che da quel momento l‟umanità
di quell‟universo non aveva più combattuto guerre.
Gilgamesh e Utnapistim erano troppo confusi per ribadire o
precisare qualcosa, per questo rimasero in silenzio tutto il
tempo durante la costruzione della Piramide e all‟atto di
salutare gli Androidi li abbracciarono calorosamente.

371
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Poi Gilgamesh si rivolse ad Law-Wala prendendolo da


parte e gli disse:
“Grazie di tutto quello che avete fatto per l‟umanità del
futuro, di questo universo, noi non lo dimenticheremo e
nemmeno l‟uomo. So anche che voleva dire Dio a te. L‟uomo
della Terra chiamerà il suo primo Androide che ancora deve
essere costruito e che accompagnerà l‟uomo molte volte
verso la salvezza con il nome di Al-Awwal e questo non può
essere certamente un caso, ma è sicuramente un segno
della tua grandezza.
Un ultima cosa desidero sapere se nel vostro universo il
figlio di Dio è mai sceso sul vostro pianeta incarnandosi in un
uomo?. ”

Law-Wala rispose che ciò non era successo, ma non capì


a fondo la domanda, e chiese a Gilgamesh di spiegarsi
meglio, ma Gilgamesh disse che ciò non era molto
importante e non rispose.

Gli Androidi attraversarono la Porta dell‟Universo e


scomparvero con essa, ma Gilgamesh sapeva che l‟androide
Law-Wala aveva capito quale era stata la sua importanza per
la Storia dell‟uomo nel nuovo universo e che la sua fine
sarebbe stata sicuramente meno triste.

372
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Il ritorno da Al-Awwal

Gilgamesh e Utnapistim non rimasero oltre su Gaia,


avevano oramai capito chi era stato l‟artefice della invenzione
delle Porte e chi aveva costruito la grande Piramide di Mu,
decisero così di tornare su Aurora dagli altri Uomini e dai loro
amici Androidi.
Passati attraverso la loro Porta delle Stelle si ritrovarono
proprio nel posto dove era la loro piramide di Aurora.
Al-Awwal e gli altri avevano portato a compimento la loro
grande fatica, l‟intera umanità e gli androidi erano ritornati
tutti su Aurora.
Durante il grande ritorno dell‟umanità su Aurora ad En
Finatos si erano succeduti cinque Capi, tutte donne,
nell‟ordine Al Idi, Al Visi, At Mar, Er Decaif, e per ultima Al
Vidocu.
Vennero a sapere che Al-Awwal era diventato il capo di
tutti e questo potere gli era stato conferito da Al Vidocu,
rimasta così l‟ultima dei capi facente parte degli esseri umani.
Era la prima volta, almeno in questo universo,254 che il
potere assoluto era nella mani di un Androide e non un
Uomo.

254
Riferimento a quanto già accaduto ad Law-Wala in un altro universo.

373
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Gilgamesh pensò subito a quanto era successo a Law-


Wala, e iniziò a raccontare a Al-Awwal tutto quello che
avevano visto su Gaia.

Mentre Gilgamesh e Utnapistim raccontavano la storia del


primo Universo e di Law-Wala al primo Androide di Bezoar e
gli fecero notare la strana coincidenza, ma non troppo, dei
loro due nomi e degli uomini passati sulla terra, questi li
fermò.
Al-Awwal si mise a raccontare una parte di storia che non
aveva detto ai due testimoni la volta precedente, perché
pensava che non fosse molto importante, relativa al suo
viaggio su Atlantide.

<<Quando andai sul continente di Atlantide per salvare


l‟uomo dalla catastrofe circa 9000 anni a.C. , l‟uomo di
Atlantide mi parlò di una stirpe di Giganti che avevano
convissuto con loro e che li avevano convinti a costruire un
primo replicante a cui era stato dato il nome di Law-Wala, ma
io pensai che fosse stato solo una coincidenza, e non vi dissi
niente di tutto ciò, perché reputavo il tutto frutto di fantasia.
Ora so che non era vero>>.

Gilgamesh fermò un attimo Al-Awwal per dirgli che anche


lui e Utnapistim avevano sentito parlare di questi Giganti.
Durante un loro precedente viaggio e soprattutto sulla
parete della Porta delle Stelle, avevano visto immagini di
questi Giganti e anche la Bibbia ne aveva parlato.

374
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Nella Genesi con “in quei tempi c’erano sulla Terra i


Giganti , e questo dopo che i figli di Dio furono unite con le
figlie dell’uomo” e nell‟Apocalisse 20,12 “e vidi i morti, grandi
e piccoli, in piedi..” e ancora “Il paese che abbiamo
attraversato per esplorarlo, è un paese che divora gli abitanti
e tutta le gente che vi abbiam veduto, sono persone di
grande statura; anzi vi abbiamo visto anche i Giganti, figli di
Anac che sono della razza dei Giganti.
Di fronte a loro ci pareva d’esser locuste; e tali noi
sembravamo a loro…”255.
Anche noi allora pensammo che fossero solo ipotesi
fantastiche dei popoli di allora.

Continuò Al-Awwal:
<< Quando portai su Bezoar gli ultimi Atlantidi, dimenticai
quello che avevo sentito, e nemmeno l‟aver avuto questo
nome me lo fece tornare in mente.
Ora capisco molto di più e sono grato agli abitanti di
Bezoar di avermi messo quel nome.
Anch‟io sono stato nominato Capo sia degli Uomini che
degli Androidi, e farò in modo che il mio comportamento
renda onore a questa decisione.>>

Gilgamesh e Utnapistim parlarono anche della nuova Porta


dell‟Universo e mostrarono al solo Al-Awwal la lastra che
Law-Wala aveva consegnato loro.

255
Frasi da deuteronomio 3, Giosuè 12, 13,15, Samuele 2 e 21 etc.

375
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La scritta impressa era quella che si doveva inserire sulla


Porta delle Stelle affinché questa su trasformasse in Porta
dell‟Universo e permettesse agli Uomini e agli Androidi di
passare da una Galassia ad un'altra e forse un giorno da
questo loro Universo ad un altro.

Questa era la scritta:

UOMINI E ROBOT

VIAGGIANO ATTRAVERSO

IL TEMPO E LO SPAZIO

TRA GALASSIE ED UNIVERSI

CON LA PORTA DELL’UNIVERSO

I due testimoni e Al-Awwal compresero il senso dei


geroglifici, ma si riproposero che sulla Porta delle Stelle

376
pagina n.377 499272_LAVORATO.pdf

avrebbero inserito la nuova scritta solo se fosse stato


necessario.
Un ultima cosa Gilgamesh chiese ad Al-Awwal, che a tutti
gli Androidi fosse imposta la legge che avevano gli Androidi
dell‟altro Universo che mai si erano ribellati agli uomini ma
che con loro avevano convissuto miliardi di anni, a riprova
che questa legge era la migliore possibile.
Gli consegnò il testo della “Legge Unica”.
”Un Androide non può recare danno all'umanità, né può
permettere che, a causa del proprio mancato intervento,
l'umanità riceva danno, deve fare in modo che nessuno
possa attuare cose che ledano le dignità dell’uomo. Le stesse
cose valgono per gli Androidi. Farà sempre del tutto per
evitare guerre tra gli uomini e gli Androidi. Solo
comportandosi così assurgerà a dignità di uomo e sarà
trattato in tutto e per tutto come un componente dell’umanità”.

Al-Awwal promise di farlo, e la parola data fu sufficiente per


i due Testimoni di Dio.
Ora il loro compito era veramente giunto alla fine.
Chiesero a Al-Awwal di utilizzare una ultima volta la Porta
delle Stelle per un ritorno al passato, senza dire a nessuno
dove erano diretti.
L‟Umanità oramai poteva proseguire il suo destino, ed
affrontare qualsiasi possibile disgrazia, Al-Awwal e gli altri
Androidi l‟avrebbero salvata, non c‟era più bisogno del loro
aiuto, e poi se ce ne fosse stato Dio avrebbe saputo come
inviarli da questi.

377
pagina n.378 499272_LAVORATO.pdf

Sulla Terra nel 33 d.C.

Gilgamesh e Utnapistim avevano deciso di tornare


un‟ultima volta sulla Terra, vicini al posto dove erano nati ma
una ventina di secolo dopo.
La data era il 33 d.C.
Gilgamesh era già stato lì nello stesso periodo per parlare
con il figlio di Dio, e aveva assistito alla sua crocifissione ma
non era riuscito a sapere tante cose da lui. Utnapistim non
c‟era stato per cui era contento di esserci.
Entrarono nella Porta delle Stelle in quell‟anno e si
trovarono proprio sul golgota il giorno della crocifissione.
Gilgamesh non si mise molto in vista, anche perché
essendoci stato già in precedenza aveva timore di rivedersi.
Utnapistim invece era proprio davanti a quasi tutti anche se la
veste bianca in parte lo nascondeva.
Cristo era in croce ed era giunta la sua ora.
Si avvicinò al luogo delle tre croci un soldato romano che
con una specie di martello-clava spezzò le ginocchia ai due
ladroni ma non ebbe il coraggio di farlo256 anche a Gesù
credendo che lui era forse già morto. Prese invece una lancia
e la ficcò nel suo costato per constatare la morte.

256
Vangelo secondo Giovanni- 19-31 19-33.

378
pagina n.379 499272_LAVORATO.pdf

Il cuore del signore si spezzò letteralmente e dalla ferita


uscirono sangue ed acqua257.
Un attimo prima che morisse Utnapistim ebbe
l‟impressione che Gesù l‟avesse notato perché senti su di lui
il suo sguardo pieno di dolore.
Subito dopo un grandissimo rumore sembrò alzarsi dalle
viscere della terra, una specie di terremoto, e il sole sembrò
oscurarsi. Accadde tutto ciò che loro avrebbero letto in futuro
nei vangeli dei quattro evangelisti.
Utnapistim si avvicinò a Gilgamesh ed insieme riprovarono
un dolore già sperimentato.
Sapevano che era meglio allontanarsi da quel posto per
non dare nell‟occhio, e perciò decisero di andare nel posto
della sepoltura per assistere alla sua resurrezione.

Non fecero a tempo a giungere in quel posto, perché


improvvisamente si trovarono al cospetto di Gesù ancora
tutto sanguinante.
Gesù disse loro che li aveva visti confusi tra la folla, e che
ora lo avrebbero accompagnato in un posto che non
avrebbero mai pensato di vedere.
Gesù prese la mano di Utnapistim con la sua destra e
quella di Gilgamesh con la sinistra ed iniziò una specie di
volo sempre più in alto ma ad un certo punto tutto si oscurò e
ai due testimoni sembrò di entrare in un buco nero, di quelli
descritto loro da Einstein.

257
Vangelo secondo Giovanni- 19-34.

379
pagina n.380 499272_LAVORATO.pdf

Lo spazio sembrava diventare sempre più piccolo, e tutto


ciò che vedevano assumeva un coloro verde smeraldo ma
opacizzato, improvvisamente si trovarono in cima ad una
montagna da cui si dominava una vallata immensa.
Un vallata che sembrava grande quasi l‟intero deserto del
Sahara, e al suo interno una immensità di persone.
Ad un conto approssimativo le persone superavano
certamente il numero di cinque miliardi.
Tra di esse il numero maggiore era composto da persone
molto alte, quasi dei giganti.
Gilgamesh ed Utnapistim stavano per chiedere a Gesù
dove si trovavano ma non fecero a tempo a porre la
domanda che il figlio di Dio si rivolse a loro.

<<Ci troviamo nella vallata dove avverrà un giorno il


giudizio universale. Questo è solo il primo giudizio. Da ora in
poi esisterà un Paradiso ed un Inferno nel quale verranno
relegati tutti gli uomini. Io sono venuto su questa Terra
proprio per dare all‟uomo la possibilità di salvarsi, fino ad ora
non era possibile e gli uomini sono stati costretti ad
aspettare questo momento. Avrete capito, visto che avete
conosciuto l‟esistenza dell‟altro universo, che la maggior
parte delle persone presenti nella vallata sono vissuti in
258
quello. L‟universo di cui fate parte, ad ora non ha visto
ancora passare un grande numero di esseri viventi, mentre
l‟altro universo si trova ben oltre la fase di espansione e
mancano solo pochi miliardi di anni alla sua fine, l‟uomo è

258
Gli esser umani vissuti e morti prima del 33 d.C. non erano una moltitudine.

380
pagina n.381 499272_LAVORATO.pdf

presente li da oltre venti miliardi di anni. Ora tutti verranno


giudicati secondo come si sono comportati e occuperanno o il
Paradiso o l‟Inferno.>>

Gilgamesh e Utnapistim assistettero al giudizio di Gesù, e


notarono che in proporzione molte più persone del vecchio
universo si salvarono rispetto a quelle del loro universo.
Gesù anticipò di nuovo la loro domanda.

<<Gli Uomini del vecchio universo si sono comportati molto


meglio, quasi mai hanno disputato guerre e massacri, hanno
scelto più spesso il dialogo tra di loro che le lotte e divisioni
(questo era noto ai due testimoni, dettogli da Law-Wala), e
anche per questo motivo sono venuto sulla Terra per salvare
l‟uomo e portargli quell‟amore che spesso questi ha
dimenticato. Anche se ciò mi è costato il sacrificio a cui avete
partecipato.>>
Gilgamesh e Utnapistim avevano un‟altra domanda da
fare, ma aspettarono che il figlio di Dio li anticipasse.

Ciò non avvenne, allora loro la fecero.


<<Signore, come sai, abbiamo assistito alla apocalisse di
Giovanni sulla parete della Porta delle Stelle259 e lì Dio è
venuto l‟ultimo giorno a giudicare i vivi ed i morti tutti insieme.
Che motivo c‟è però di giudicare un‟altra volta tutti quelli che
tale giudizio hanno già avuto?.>>

259
Viaggio nel Tempo e nello Spazio – Dialoghi sulla fine della storia.

381
pagina n.382 499272_LAVORATO.pdf

Gesù si rispose loro:


<<Due sono i motivi. Il primo è che tutti verranno giudicati
alla presenza di tutti gli altri affinché il giudizio sia chiaro e le
colpe evidenti a tutti, questo sarà anche uno dei grandi motivi
di dolore per i peccatori. Il secondo motivo è che non è detto
che il primo giudizio non possa essere cambiato.
Ogni uomo non è solo quello che ha fatto e come si è
comportato ma anche quello che ha lasciato in eredità agli
altri uomini familiari o no. Durante la vita di tutti questi, che
moriranno presumibilmente dopo, le loro preghiere e i loro
comportamenti saranno giudicati anche verso le persone che
hanno amato o rispettato. Può quindi capitare che anche chi
non si è comportato bene può essere salvato da chi lo segue,
anche se ciò è molto raro e difficile.
Solo l‟ultimo giudizio sarà quello definitivo ed
immutabile.>>
Ma noi dove siamo destinati a finire?.
Ancora Gesù:
<<Anche voi come tutti gli altri verrete giudicati di nuovo
alla fine del mondo, anche se visto quello che avete fatto per
l‟umanità difficilmente non vi salverete. Anche tutti gli
Androidi verranno giudicati alla fine del mondo.>>

Ora Gilgamesh aveva un pensiero fisso dentro la sua


anima, e non aveva il coraggio di rivelarlo al figlio di Dio, ma
questi lo anticipò, come sempre.

382
pagina n.383 499272_LAVORATO.pdf

<<Caro Gilgamesh so che stai pensando al tuo grande


amore avuto per Enkidu.260
Io non ho mai detto in alcun modo che l‟Amore può essere
una cosa negativa.
L‟Amore quando è amore non ha importanza per chi lo si
ha. Sono altri i sentimenti negativi che portano alla
perdizione.
Se uno ama con tutto il suo cuore e la sua anima ciò non
può essere che una cosa grande e buona. Io per amore di
tutta l‟umanità ho donato la mia vita.
Certo deve essere vero amore e questo Dio è in grado di
giudicarlo. Quindi non aver timore di aver amato.>>

Tornarono insieme sulla Terra e Gesù andò ad incontrare i


suoi discepoli sulla via per Emmaus261, lasciando loro due
liberi di andarsene.
Passati quaranta giorni si sarebbero rivisti un ultima volta
per tornare insieme: Gesù accanto a suo Padre e loro due
accanto a quelli scelti per il Paradiso.

260
Viaggio nel Tempo e nello Spazio- TAV 4.
261
Vangelo secondo Luca- 24-13.

383
pagina n.384 499272_LAVORATO.pdf

Viaggio verso casa

Gilgamesh e Utnapistim decisero di dirigersi verso casa


loro. Gilgamesh sarebbe tornato ad Uruk e poi insieme a
Utnapistim verso il mar morto, lì nel posto dove era nascosta
la Piramide con dentro la Porta delle Stelle portata da Amon-
Ra sulla Terra e poi conservata nella Piramide da Utnapistim
dopo numerose peripezie. 262
Il viaggio non fu troppo lungo, molti chilometri furono fatti a
piedi, ma appena si trovavano completamente soli i due
testimoni utilizzavano la possibilità di volare per abbreviare il
viaggio.
Dopo una settimana si trovarono all‟ingresso della città di
Uruk.
Gilgamesh provò una grande emozione, non era mai più
tornato li da un tempo incommensurabile. La città era
cambiata dopo circa 2600 anni ma ancora era possibile
osservare alcuni templi come erano allora.
Le persone vestivano abiti diversi e molto più sgargianti,
ma sembravano più tristi.
La civiltà Assiro-Babilonese era in via di estinzione.
Dopo un rapido saluto alla sua città Gilgamesh fu felice di
seguire Utnapistim in direzione del mar morto e ritrovare il

262
Viaggio verso l’inizio della vita- Alla ricerca dell’origine della Storia.

384
pagina n.385 499272_LAVORATO.pdf

posto da cui tutte le loro avventure erano partite: la piramide


di Utnapistim.
Entrarono e attraverso dei cunicoli talmente complessi che
avevano impedito a quasi tutti263 di trovare la Porta delle
Stelle arrivarono nella sala dove questa era stata nascosta.
La porta era intatta e dalla strana apertura si vedeva
ancora la costellazione di Orione in tutta la sua bellezza con
Betelgeuse e le stelle della cintura, in basso c‟era Rigel. Tutto
sarebbe cambiato in giorni e tempi ancora da venire.
Lì Gilgamesh aveva iniziato i suoi viaggi nel tempo per
andare a conoscere Siddharta, Gesù, San Francesco,e cosi
via fino a Che Guevara.264
Fino ritrovarsi su Aurora e da lì passare a Gaia.
Quella Porta delle Stelle era poi la stessa che aveva
permesso a l‟uomo di salvarsi ritornando sulla Terra vecchia
di un miliardo di anni.

Gilgamesh e Utnapistim decisero di utilizzarla per tornare


di nuovo da Al-Awwal.
Modificata la scritta che permetteva il viaggio oltre il 7137
d.C. si ritrovarono da Al-Awwal.
Erano passati pochi secondi da quando se ne erano
andati, il tempo giocava a loro sempre degli scherzi inattesi.
Questa volta chiesero a Al-Awwal di utilizzare la nuova
Porta delle Stelle modificata in Porta dell‟ Universo.

263
Tranne a Oettam - Viaggio verso l’inizio della vita.
264
Dialoghi sulle tavole – Viaggio nel tempo e nello spazio.

385
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Al-Awwal non poteva dire di no, ed acconsentì, nessuno


prima di loro aveva mai utilizzato la Porta modificata.
Il desiderio di Gilgamesh era quello di andare a vedere
l‟altro Universo, quello di Law-Wala e degli uomini Giganti,
poco prima del loro passaggio sulla Terra.
Entrarono nella Porta e si trovarono nell‟anno venti miliardi
dalla nascita dell‟ altro universo.
Era appena letteralmente esploso il Big Bang del loro
universo.
Ora i due testimoni se ne erano accorti perché era come se
il Tempo sul primo universo si fosse fermato, e lo spazio
avesse iniziato a comprimersi. La luce era come se tornasse
da dove era venuta, mentre una nuova luce stava occupando
lo spazio lasciato libero.
I Giganti e gli Androidi avevano capito che qualcosa di
grande stava succedendo ma ancora non sapevano cosa
fosse.
Era come se il loro Tempo si fosse fermato, pur
continuando a trascorrere, e lo spazio invece di crescere
diminuisse.
Avevano capito, essendo molto avanti nella scienza, che
un nuovo Spazio e Tempo stava nascendo all‟interno del
precedente.
Gilgamesh ricordò alcune cose che gli aveva detto
Einstein, e che lui non aveva capito.
Alla domanda se potessero esistere altri Universi, Einstein
non aveva detto di no, anzi nel prospettare questa evenienza

386
pagina n.387 499272_LAVORATO.pdf

aveva spiegato a Gilgamesh come sarebbe potuto accadere


e questo ora stava accadendo.
Il primo universo era come una grande sfera sulla cui
superficie spazio e tempo crescevano, fino al momento della
inversione. All‟interno di questa sfera un altro universo con il
suo Big Bang stava nascendo occupando lo spazio
precedente alla velocità della luce.
Una sfera interna stava aumentando le sue dimensioni a
scapito della sfera precedente che aveva interrotto la sua
crescita. Questo nuovo universo occupava lo spazio e il
tempo del precedente e ciò sarebbe andato avanti fino al
prossimo stop.
Il tempo e lo spazio del primo universo diminuivano
dall‟interno rimanendo costanti all‟esterno.
Allora Gilgamesh non aveva capito molto di tutto questo,
ma ora stava assistendo a ciò.
Forse tra altri venti miliardi di anni sarebbe accaduto tutto
un‟altra volta al suo universo, il tutto sembrava ripetersi
circolarmente.
Gilgamesh e Utnapistim continuarono a viaggiare
attraverso la Porta nel nuovo universo fino ad arrivare
all‟epoca in cui Law-Wala era appena tornato da Gaia.
Questi riconobbe subito i due Testimoni e fu molto felice di
incontrarli nuovamente.
I due raccontarono tutto ad Law-Wala.
Ora potevano ritornare da Gesù erano passati pochi giorni
da quando l‟avevano lasciato, e non volevano mancare
all‟appuntamento.

387
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L’Apocalisse

Gilgamesh e Utnapistim si accorsero che mancavano


ancora dieci giorni alla ascensione di Gesù e decisero di
andare da Giovanni Evangelista per chiedere lumi sulla storia
della apocalisse.

Lo incontrarono poco dopo che questi aveva avuto le


visioni e chiesero a lui spiegazioni.
Giovanni si trovò di fronte questi due testimoni e non capì
in un primo momento chi fossero, ma Gilgamesh e
soprattutto Utnapistim presentatosi a lui come Noè, riuscì a
spiegare da dove venivano.
Giovanni non sembrò molto turbato, evidentemente le
allucinazioni dell‟apocalisse fecero passare in secondo ordine
la credibilità della storia dei due.
Giovanni non dette alcun giudizio su quello che aveva
ascoltato ma anzi ricordò ai due una delle frasi del discorso
della montagna:
“Non giudicate, affinché non siate giudicati: con quel
giudizio, infatti, con cui giudicate sarete giudicati, e con quella
misura con cui misurate si misurerà per voi”.265

265
Vangelo secondo Luca – 6-17, 6-49.

388
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Giovanni ricordò loro che, prima di essere preso dalle


visioni della apocalisse, un frase lo aveva molto colpito sul
principio delle cose.

““In principio era il Logos,


e il Logos era presso Iddio
ed era Dio il Logos.
Costui era in principio presso Iddio:
tutte le cose per mezzo di lui furono,
e senza lui non fu neppure una cosa ch’è stata.
In lui era Vita,
e la Vita era la Luce degli uomini:
e la Luce nella Tenebra apparve,
e la Tenebra non la comprese…
Era la Luce vera,
la quale illumina ogni uomo
venendo nel mondo.
Nel mondo era,
e il mondo per lui fu,
e il mondo non lo conobbe…
E il Logos carne divenne,
e s’attendò fra noi”” 266

Gilgamesh e Utnapistim furono molto presi da una simile


frase. Troppo difficile da comprendere a pieno per uno che
aveva vissuto solo nel secolo di Gesù, e comunque non
comprensibile a pieno nemmeno da loro che avevano

266
Tratto da Vita di Gesù Cristo – Giuseppe Ricciotti.

389
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assistito all‟inizio, alla probabile fine e a tutte quelle avventure


a cui Dio li aveva sottoposto per tutto il procedere del Tempo.
Ma se Giovanni ne aveva compreso almeno una parte
questo voleva dire che anche tutto quello che aveva
raccontato della apocalisse non poteva che essere vero.
Giovanni disse ai due testimoni che aveva scritto questo
libro durante il suo esilio di Patos verso il 95 d.C.
Come disse anche San Girolamo “L’Apocalisse è un libro
chiuso, di altissima profezia, ove tanti sono i misteri quante le
parole, ed ogni parola ha molti sensi”. 267
Gilgamesh e Utnapistim l‟avevano letta sulla parete della
Porta delle Stelle e ne erano rimasti sorpresi, ma poiché la
maggior parte delle profezie dovevano avverarsi alla fine del
mondo, non avevano preteso di capirle a pieno.
Ora però sapevano molto di più sulla fine del mondo sulla
sua origine e su tutto quello che stava guidando da un tempo
infinito la sorte e il destino dell‟umanità.
Anzi avevano capito che anche il concetto di uomo legato
prima solo alla vita sulla Terra per loro si era modificato. La
Vita apparteneva a tanti universi, e non era oramai
appannaggio solo dell‟Uomo ma anche degli Androidi.
Ma sempre un solo Dio guidava il tutto.

Giovanni spiegò ai due che le sue visioni apparivano


all‟improvviso e a lui sembrava di viverle veramente, poi ogni
volta si svegliava dal torpore e scriveva quello che aveva
visto.

267
Tratto da Vita di Gesù Cristo – Giuseppe Ricciotti.

390
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Le cose si succedevano in ordine apparentemente


cronologico e ogni volta cose diverse e nuove succedevano
davanti ai suoi sensi.
Era come se lui fosse stato davanti ad un grande schermo
sul quale la Fine delle Storia si compiva.268
I tanti numeri che comparivano davanti ai suoi occhi, forse
andavano interpretati ma lui non era in grado di farlo, per cui
aveva riportato tutto ciò che aveva visto in modo fedele.
Alla fine della visione era rimasto talmente traumatizzato
che per giorni e giorni non era riuscito più a sostenersi e solo
con un grande sforzo mentale era riuscito a riprendersi la
vita.
Per Gilgamesh e Utnapistim ciò era sufficiente non
potevano pretendere di sapere di più da Giuseppe, così lo
salutarono per tornare da Gesù.

268
Come per Gilgamesh e Utnapistim - Viaggio nel tempo e nello spazio.

391
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Il Futuro

Mancava ancora una settimana alla ascensione di Gesù e


Gilgamesh voleva fargli ancora una domanda.
Come sempre Gesù lo anticipò e gli disse che se voleva
conoscere l‟origine delle Tavole di cristallo contenute nella
teca di cristallo della Piramide di Mu su Gaia dovevano
ritornare su Aurora dal loro grande amico Androide.
Gilgamesh e Utnapistim capirono che Gesù si riferiva ad
Al-Awwal e fecero quanto dettogli.
Tornarono su Aurora, erano trascorsi quasi duecento anni
dal passaggio di tutta l‟umanità su questo pianeta.
Al-Awwal li aspettava e fu veramente felice di incontrarli di
nuovo.
Raccontò a loro proprio quello che volevano sapere.
<<Circa un centinaio di anni fa l‟uomo inventò una strana
macchina fotografica. Questa era in grado di fotografare
qualsiasi cosa riproducendola su di una lastra di cristallo
molto sottile. Qualche anno fa Dio mi contattò chiedendomi di
utilizzare la Porta dell‟Universo per tornare sulla Terra per
ricercare le varie tavole lasciate dall‟uomo nei tempi e
fotografarle.
Così sono tornato sul continente Mu e Atlantide e ho
fotografato molte tavole, poi sono andato a Uruk e li ho
fotografato alcune tavole che ti riguardavano, poi sono

392
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andato in India, in Messico e in Perù e anche lì ho fotografato


tavolette Indù e Maia, infine sono andato nella biblioteca di
Bagdad nel 2000 d.C. e lì ho trovato e fotografato le
Tavolette di alluminio scritte con il Laser che parlavano delle
avventure tue e di Utnapistim. Una volta eseguito tale
compito mi è stato chiesto di andare su Gaia ed inserire
questo tavole nella Teca della Piramide di Mu. Così ho
fatto.>>
Ora Gilgamesh e Utnapistim avevano avuto la risposta alla
loro questione irrisolta.. ma ancora ci fu una sorpresa.
Al-Awwal mostrò a loro una tavoletta che non era stata
portata su Aurora da Oettam perché era andata distrutta nel
2033, era la Tavola 6.
Leggendola e cercando di comprendere ciò che vi era
scritto Gilgamesh capì meglio il discorso che gli aveva fatto
Einstein circa il futuro e l‟impossibilità di vederlo se non come
ultimo presente.
Il futuro esisteva solo per coloro che oramai avevano un
passato. E solo loro potevano attraversare la Porta delle
Stelle o del Cielo o dell‟Universo per visitarlo.
In realtà era un futuro già trascorso.
Gilgamesh ricordò infatti la sensazione diversa che aveva
avuto durante i primi incontri, quelli con Siddharta, Aristotele,
Gesù, Francesco e Dante da quelli con Cristoforo Colombo,
Robespierre, Einstein e con Che Guevara. Con quest‟ultimi a
lui sembrava già di conoscere gli avvenimenti di quell‟epoca,
mentre nei primi incontri questo non era accaduto.

393
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Il tempo per lui era passato senza che ne fosse


completamente consapevole. Utnapistim invece aveva
presentato le cose che avrebbe visto sulla parete come future
ma lui ben sapeva che facevano parte del passato. Per
questo lo aveva esortato a non modificare il passato nel
timore che il futuro già avvenuto potesse cambiare e questo
potesse provocare qualcosa di veramente inaspettato.
Ora vedendo quello che riportava la Tavola 6, il tutto
diventava molto più chiaro.

394
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TAV 6

Alla scoperta del passare del Tempo (dialogo tra un


semidio ed un eroe)

GILGAMESH Utnapistim, si dice che tu sia in grado di vedere il


futuro, perché non mi rendi partecipe di questo mistero?.
UTNAPISTIM Gilgamesh, in realtà non è possibile vedere il
futuro, si può predirlo, ma non è detto che ciò che si predice
accada veramente. Noi non abbiamo bisogno di vedere oltre
ciò che è già accaduto. Ora ti farò fare il viaggio che io ho
già compiuto, così dopo potremo vedere ben oltre ciò che ci
saremmo aspettati. Molto di quello che vedrai io l‟ho già visto
e ti assicuro che c‟è dell‟incredibile.

GILGAMESH Va bene sono disposto a seguirti e spero che poi il


tuo discorso mi sarà più chiaro.
UTNAPISTIM Caro Gilgamesh ora passeremo attraverso quella
porta che vedi in quella parete, è una porta particolare che
useremo molte volte.

Gilgamesh e Utnapistim attraversarono la porta e il tempo


passò velocemente per quasi 4600 anni.
Soltanto più tardi Gilgamesh avrebbe capito che si erano
ritrovati all‟inizio del terzo millennio dopo un accadimento
irripetibile avvenuto duemila anni prima.

395
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Questo ora non poteva capirlo e se ne dimenticò ben


presto.
Per lui era come se fossero entrati in quella porta per pochi
attimi e ne fossero usciti quasi subito.
Utnapistim sapeva molto di più ma avrebbe aspettato che
Gilgamesh se ne rendesse conto da solo col passare del
Tempo.

396
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EPILOGO

Gilgamesh e Utnapistim salutarono Al-Awwal sapendo che


questa sarebbe stata l‟ultima volta, lo abbracciarono con
affetto. Questo Androide aveva percorso un lunga strada
verso il suo riconoscimento di essere umano, e ciò gli era
stato riconosciuto da Dio stesso. Un giorno sicuramente
l‟avrebbero incontrato nell‟ultimo dei giorni del Tempo
durante il giudizio universale.
Passarono attraverso la Porta dell‟Universo per tornare in
Giudea dall‟uomo-Dio che aveva cambiato il senso dell‟intera
esistenza di tutta l‟umanità.
Gesù era lì ad aspettarli, mancava poco per l‟ultimo viaggio
verso il posto dove era suo Padre.
Gesù raccontò a loro quello che aveva fatto affinché da
quel momento la sua chiesa nascesse e si moltiplicasse sulla
Terra, e il compito che aveva dato ai suoi apostoli e discepoli.
………………………………………………………………
Gesù scomparve tra le nubi.
I due testimoni lo videro innalzarsi e temettero che li
avesse lasciati sulla Terra, ma improvvisamente sentirono
una forza sovrannaturale che li spingeva verso l‟alto, non
erano loro che usavano il fatto di essere angeli, ma era Gesù
che li attirava.

397
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Scomparvero tra le nubi per trovarsi chissà dove, ma


questa volta non avevano usato nessuna delle Porte che
avevano conosciuto.
………………………………………………………………
………………………………………………………………
………………………………………………………………
“Tutto ciò che avete letto e ascoltato fu opera di
Gilgamesh, del re che conobbe tutti i paesi del mondo.
Egli era saggio; vide misteri e conobbe cose segrete; ci
portò un racconto fin dai giorni di prima del diluvio.
Fece un lunghissimo viaggio, fu esausto, consunto dalla
fatica; e quando ritornò, su una pietra l’intera storia
dell’umanità incise”.269

269
Questa frase è la traduzione fedele della fine della tavoletta VI dell’epopea di Gilgamesh trovata
da Austen Henry Layard in Mesopotamia. Ci vollero più di venti anni prima di capire l’importanza di
tale ritrovamento che fu annunciato in una storica seduta della Society of Biblical Archaeology nel
1872.

398
pagina n.399 499272_LAVORATO.pdf

«La giustizia non è mossa dalla fretta... e quella di Dio


ha secoli a disposizione. »
Umberto Eco

«Estremamente breve e travagliata è la vita di coloro


che dimenticano il passato, trascurano il presente,
temono il futuro: giunti al momento estremo, tardi
comprendono di essere stati occupati tanto tempo senza
concludere nulla.»

Seneca

«Forse solo in paradiso l’umanità vivrà per il presente;


finora è sempre vissuta d’avvenire.»

Anton Cechov

399
pagina n.400 499272_LAVORATO.pdf

VIAGGIO FINALE

PROLOGO

“Tutto ciò che avete letto e ascoltato fu opera di


Gilgamesh, del re che conobbe tutti i paesi del mondo.
Egli era saggio; vide misteri e conobbe cose segrete; ci
portò un racconto fin dai giorni di prima del diluvio. Fece un
lunghissimo viaggio, fu esausto, consunto dalla fatica; e
quando ritornò, su una pietra l’intera storia dell’umanità
incise”.
……………………………………………………………………
……………………………………………………………………...
Erano passati più di un milione di anni dal momento in cui
Gilgamesh e Utnapistim, salutato Al-Awwal e gli altri Androidi
e Uomini, erano andati definitivamente da Dio.
Gli anni, là dove si trovavano, non avevano il senso che a
questi davano gli uomini.
Il Tempo nella sua totalità aveva un significato
completamente diverso.
Un milione di anni potevano equivalere a pochi secondi o
all‟intera eternità.
Solo rientrando nell‟Universo si poteva riavere la
cognizione del passare del Tempo.
Gilgamesh e Utnapistim vivevano in quel Paradiso da
oramai un tempo indefinito, avevano conosciuto molte delle

400
pagina n.401 499272_LAVORATO.pdf

anime che avevano vissuto sulla Terra in anni sia precedenti


che successivi alle loro vite e alle loro avventure tra diversi
pianeti e universi.
Queste anime, anime di persone e androidi morti,
conservavano un qualche simulacro del loro corpo, così
come loro due. Questi corpi eterei li rappresentavano come
erano stati nella loro età media. Questo comportava che in
quel Paradiso fossero rappresentate quasi tutte le età degli
uomini, sia quelli morti molto in là nell‟età, sia quelli morti da
adulti, sia quelli morti da giovani o giovanissimi. Sembrava di
essere in un mondo quasi normale, solo gli androidi erano
sempre della stessa età, non c‟erano comunque persone
molto vecchie.
Questo forse, pensarono loro due, in onore di Gesù morto
e risorto a trentatre anni.270
……………………………………………………………….
Dio li chiamò all‟improvviso.
Voleva che assistessero a qualcosa di inverosimile.
Si misero di fronte ad una immensa parete, del tutto simile,
anche se più grande, a quella della Porta delle Stelle.
Avrebbero assistito a qualcosa che non era ancora
accaduto.
Il futuro che Gilgamesh pensava fosse l‟ultimo dei presenti,
lì appariva in tutta la sua straordinarietà, e ciò che videro
doveva ancora accadere.
Dio spiegò loro che anche Giovanni aveva scritto del futuro
nella sua apocalisse, ma non l‟aveva visto accadere, era

270
Per Dante Alighieri “Nel mezzo del cammin di nostra vita”.

401
pagina n.402 499272_LAVORATO.pdf

stato solo un sogno che rappresentava quello che sarebbe


accaduto un giorno. La rappresentazione teneva conto del
pensiero e delle conoscenze di Giovanni e quindi era vera
solo in parte, perché trasformata dalle conoscenze dello
stesso.
Loro due, ora, assistevano proprio a quello che sarebbe
accaduto molto tempo dopo rispetto al presente dell‟umanità
in quel momento.
Ma sulla parete era difficile capire se si stava osservando il
passato, il presente o il futuro. Sembrava tutto già accaduto
ma non potevano sapere se era così.
Nel posto in cui ora erano, il Tempo non aveva senso
perché questo esisteva solo insieme allo Spazio
nell‟universo, e quel posto invece era in ogni parte e in
nessuna parte contemporaneamente.
Quello che vedevano quindi aveva un senso solo per loro
due che ricordavano avvenimenti e fatti vissuti in precedenza,
ma non sarebbero mai stati in grado di capire in quale Tempo
Universale si trovassero.

402
pagina n.403 499272_LAVORATO.pdf

L’ evoluzione dell’universo

Sulla immensa parete videro la galassia a spirale di cui


faceva parte il sistema solare con Aurora.
Da lontano si stava avvicinando al Sole un pianeta grande
come Aurora.
L‟immagine era così grande che i due testimoni
riconobbero in questa subito la Terra.
Si la Terra stava ritornando nel suo vecchio sistema solare.
Questa volta senza impatti e senza catastrofi la Terra si
immetteva nella sua vecchia orbita, poco distante dall‟orbita
di Aurora.
Due pianeti molto vicini.
La Terra riprese la sua orbita in modo così preciso, che
non poteva essere stato il caso a permetterlo. La sua
rotazione era quella precedente al grande impatto con
Aurora, il suo anno era di 365 giorni.
C‟era in realtà qualcosa di diverso dal passato, attorno a lei
giravano tre lune, piccolissimi satelliti catturati durante il suo
girovagare nella galassia a spirale.
Nel giro di qualche migliaia di anni, videro la Terra ritornare
a catturare ossigeno e il ghiaccio bloccato sotto un fango
impenetrabile trasformarsi in acqua.
La Terra era ritornata quella di una volta.

403
pagina n.404 499272_LAVORATO.pdf

La Terra non era cambiata molto, il viaggio nello spazio


siderale ad una temperatura vicina allo zero assoluto, aveva
fatto si che i moti interni della Terra si fossero fermati, non
c‟erano stati più né terremoti né altro, e tutto ciò che c‟era al
tempo dell‟impatto con Aurora era rimasto tale senza grandi
modificazioni.

Erano passati oltre un milione e duecento ottantamila anni


dal commiato con Al-Awwal su Aurora.
Dio aspettò che il futuro che Gilgamesh e Utnapistim
avevano osservato sulla parete divenisse presente e chiese
loro di tornare su Aurora.
Il loro compito era di nuovo un compito arduo e faticoso.
Dovevano riportare sulla Terra l‟intera Umanità e tutti gli
Androidi. Dovunque si trovassero tutti si dovevano trasferire
di nuovo sul pianeta che li aveva visti nascere.
Solo dopo aver risolto ciò, i due testimoni, potevano
tornare per vedere il resto del futuro.

Si ritrovarono su Aurora nel 1.278.137 d.C.

404
pagina n.405 499272_LAVORATO.pdf

Ritorno su Aurora

Erano passati esattamente 49,8 Anni galattici da quel 2012


d.C. anno in cui Gilgamesh e Utnapistim erano sbarcati
senza saperlo sul pianeta che avrebbero chiamato Aurora.
Esattamente avevano a disposizione altri 5125 anni (un era
galattica) per adempiere al loro compito.
Nell‟anno 1.283.262 d.C. tutto doveva essere compiuto.
Questa volta era un esodo anche più grande di quello a
cui avevano già partecipato,271 inoltre si trattava di andare a
ricercare tutti gli uomini e gli Androidi sparsi per la galassia e
riportarli sulla Terra.
Li avrebbe aiutati ancora una volta Al-Awwal.
Furono molto felici di incontrarlo dopo così tanto tempo.
Al-Awwal in effetti li aspettava.
Dopo oltre un milione di anni passati a governare l‟intera
galassia, finalmente rivedeva gli amici con cui aveva
condiviso gli anni più incredibili della sua vita di Androide.
Li aspettava perché aveva letto in una delle Tavole di
cristallo, che lui aveva contribuito a salvare portandola su
Gaia, di una certa piramide a tre piani dove ogni piano era
costituito da una piattaforma e queste rappresentavano: “La
Terra Antica, quando gli uomini salirono alle Stelle; la Terra di

271
La scomparsa di Atlantide: Il grande Esodo .

405
pagina n.406 499272_LAVORATO.pdf

Mezzo, quando gli uomini vennero dalle Stelle, e la Terra


Nuova, il mondo delle Stelle Lontane”.272
Al-Awwal aveva interpretato la prima piattaforma come il
viaggio di Law-Wala dal primo al secondo universo e quelli di
Gilgamesh attraverso la Porta delle Stelle e del Cielo per
salvare l‟umanità, la seconda che si doveva ancora compiere
come i viaggi attraverso la porta del Cielo (ora Universo) per
riportare tutti dai pianeti di altre Stelle sulla Terra.
Rimaneva da capire la terza piattaforma la Terra Nuova ed
il mondo delle Stelle Lontane, ma forse un giorno Gilgamesh
glielo avrebbe spiegato.
Era noto a lui come agli uomini che la Terra era ritornata
nella sua posizione originaria, e loro stessi prevedevano di
spostarsi in parte su di essa.
Non sapevano che avrebbero, invece, dovuto farlo tutti da
ogni pianeta che nel frattempo avevano occupato.
Gli uomini sparsi per la Galassia non erano in fondo molti
di più del periodo finale di Gilgamesh arrivavano a circa
dodici miliardi, gli Androidi non superavano i cinquantamila,
questo dovuto alla scarsa reperibilità del materiale utile a
crearli.
Circa otto miliardi di uomini vivevano su Aurora, altri
quattro miliardi erano sparsi su altri tre pianeti simili alla terra,
che senza fantasia l‟uomo aveva chiamato Terra 2 , Terra 3 e
Terra 4, che si trovavano il primo nella costellazione di

272
Scrittura su una tavola del popolo di Hsing Nu trovata dai archeologi russi in una spedizione del
1952 nel Tibet.

406
pagina n.407 499272_LAVORATO.pdf

Cassiopea intorno alla stella Shedar273, il secondo nella


costellazione di Andromeda intorno alla stella Alpheratz274 e
l‟ultimo nella costellazione di Auriga intorno alla stella
Hoedus275; anche i pianeti occupati dagli androidi avevano il
nome di Andros e un numero seguente che indicava il
progressivo della scoperta, l‟ultimo era Andros XXV. In un
milione di anni erano stati scoperti solo una trentina di Pianeti
su cui vivere per loro.
La vita umana era ancora più difficile ed erano stati trovati
solo quei tre pianeti in tutta la galassia.
Il trasferimento sulla Terra non sarebbe stato semplice ma
in effetti i 5125 anni a disposizione sembravano sufficienti.
La Porta dell‟Universo era una sola.
Nel tempo l‟Uomo e gli Androidi avevano pensato di
costruirne altre ma il materiale di cui era fatta non si era mai
trovato nella loro Galassia. Era presente solo, forse,
nell‟Universo di Law-Wala. Ma non era stato possibile più per
Al-Awwal andare in esso attraverso la Porta dell‟Universo,
visto che questo era in via di collasso definitivo e le
probabilità di arrivare su un pianeta ancora esistente erano
molto scarse. Il tempo mancante al suo Big Crunch era
oramai arrivato e gli ammassi galattici erano così vicini che
forse non sarebbe stato possibile per nessuno sopportare
l„immensa forza di gravità presente in quell‟universo.

273
Shedar, stella gigante gialla, nella costellazione Cassiopea distante 121 anni luce dalla Terra.
274
Alpheratz, stella bianca azzurra, nella costellazione Andromeda, distante 97 anni luce dalla
Terra.
275
Hoedus, stella bianco azzurra, nella costellazione Auriga distante 200 anni luce dalla Terra.

407
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Gilgamesh, Utnapistim e Al-Awwal si misero subito a


lavorare per predisporre il trasferimento.

408
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Trasferimento sulla Terra

Al-Awwal raccontò ai due testimoni che circa sei mila anni


prima era partito Al-Akhir, con altri due androidi, verso un
pianeta che un grande telescopio aveva scoperto nella
costellazione dei Gemelli e che sembrava avere le
caratteristiche della Terra. La Stella a cui questo pianeta
girava intorno si chiamava Mekbude276 ed era distante circa
un migliaio di anni luce da Aurora. Al-Akhir aveva mandato
un messaggio molto positivo sulla possibilità di vivere sia da
parte degli uomini che degli Androidi su questo pianeta. Il
messaggio era arrivato poco prima che Gilgamesh e
Utnapistim incontrassero Al-Awwal.
Al-Awwal proprio nel momento dell‟incontro con i due
testimoni si stava preparando per utilizzare la Porta
dell‟Universo per andare su questo pianeta che Al-Akhir
aveva chiamato Terminus.
Gilgamesh e Utnapistim sapevano già tutto per averlo visto
sulla parete, ma dissero ad Al-Awwal che dovevano
effettuare prima il trasferimento di tutti sulla Terra.
Al-Akhir doveva nel frattempo rimanere su Terminus.
Lui non si sarebbe spostato da lì, alla fine del trasferimento
sulla Terra ci sarebbe stata una sorpresa per Al-Awwal, ma
doveva aspettare per sapere il tutto.

276
Mekbude stella bianco azzurra appartenente alla Costellazione dei Gemelli distante 1170 a.l.
dalla Terra.

409
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Ora Gilgamesh, Utnapistim e Al-Awwal sapevano come si


dovevano comportare per un trasferimento così immenso,
solo che questa volta prima dovevano portare la Porta
dell‟Universo sulla Terra per poter poi da lì effettuare il
grande attraversamento.
Occorreva poi andare su tutti i pianeti abitati da uomini e
androidi e convincerli al trasferimento, infine l‟ultimo
passaggio in quanto più numeroso occorreva farlo da Aurora
perché lì vivevano otto miliardi di individui.
Il lavoro iniziò subito, una astronave con sopra Al-Awwal e i
due testimoni partì da Aurora in direzione Terra, la distanza
non era notevole bastavano pochi anni, e su di essa fu posta
la Porta dell‟Universo dopo averla smontata.
Giunti sulla Terra i tre iniziarono a prepararsi per il
trasferimento che fu organizzato nei minimi dettagli. Molti
Androidi furono utilizzati in questa fase in appoggio data la
loro vita quasi infinita e il loro certo rispetto delle regole
imposte.
Poi dopo aver spostato gli Androidi provenienti da Andros,
Andros II, fino a Andros XXV occorreva iniziare lo
spostamento di tutti gli Uomini.
Lo spostamento degli uomini doveva attuarsi partendo
dalla Terra 2, Terra 3 e Terra 4.

Lo spostamento di tutti gli Uomini era una cosa molto più


complicata. Occorreva convincere gli uomini che ciò fosse
necessario. Agli Androidi Al-Awwal aveva spiegato che ciò

410
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era necessario per giungere ad una situazione finale, e gli


Androidi abituati ad ubbidire senza fare molte domande
queste parole erano state sufficienti.
Gli Uomini erano un‟altra cosa. Questi dovevano essere
convinti da una probabile catastrofe o situazione di immenso
pericolo, come era già accaduto in passato, e la presenza di
Gilgamesh e Utnapistim conosciuti da tutti attraverso i libri di
Storia che riportavano le innumerevoli volte che questi due
avevano contribuito a salvare l‟Umanità, certamente era una
carta giocabile.
Ma non era sufficiente a convincere tutti, alcuni o perché
coraggiosi o scettici oppure perché indifferenti non volevano
attraversare la Porta per tornare sulla Terra.
Gilgamesh passò molti anni sui vari pianeti per esporre la
sua teoria salvatrice, e non disse nemmeno cose che
potessero essere confutate facilmente da scienziati o altri.
Tutti sapevano che Gilgamesh veniva dal passato e che
aveva viaggiato nel presente e nel futuro, le sue tavolette
costituivano il libro più letto al mondo.
Gilgamesh e Utnapistim riuscirono a convincere proprio
tutti dicendo che ciò era stato richiesto da Dio, e oramai
nell‟universo tutti credevano alla sua esistenza, anche se
varie religioni si erano formate nei tempi e si erano anche
molto modificate, ma l‟esistenza di Dio era riconosciuta da
tutti.
Il fatto che Gilgamesh e Utnapistim fossero tornati dopo
milioni di anni per chiedere in suo nome lo spostamento di

411
pagina n.412 499272_LAVORATO.pdf

tutti sulla terra alla fine convinse anche coloro che avevano
dubbi sulla necessità del grande esodo.
……………………………………………………………….

Iniziò prima lo spostamento degli uomini dalla Terra 2,


Terra 3 e Terra 4.
Solo alla fine, ed erano passati già circa 155 anni, iniziò lo
spostamento degli individui da Aurora che durò altri 200 anni.
Alla fine dell‟esodo si era nell‟anno 1.278.392 d.C.

Mancavano ancora 4870 alla data fissata da Dio: questi


certamente sapeva che non ci avrebbero messo tutto il
tempo che a loro sembrava essere stato concesso.
Dopo poco da quella data iniziò quello che avevano visto
sulla parete della Porta delle Stelle la prima volta durante
l‟Apocalisse277.
Non era previsto che vi assistessero un‟ altra volta. Anzi
ora dovevano dire a Al-Awwal quello che andava detto.

277
Viaggio nel Tempo e nello Spazio- Dialoghi sulla fine della storia.

412
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Alla volta di Terminus

Gilgamesh e Utnapistim dissero a Al-Awwal che lui non


poteva rimanere sulla Terra con tutti gli uomini e gli androidi
che vi erano andati, ma doveva raggiungere Al-Akhir su
Terminus portando con lui soltanto altri due Androidi scelti fra
i suoi più fedeli assistenti.
Il loro compito sarebbe stato quello di conservare la Porta
dell‟Universo su Terminus, costruendo lì altre tre Porte simili.
Su Terminus si trovava il materiale che non era stato
possibile reperire sugli altri pianeti per costruire le Porte.
Questo era il compito assegnato a questi ultimi sei
Androidi. Successivamente, ma dopo un tempo molto lungo,
sarebbe stato assegnato a loro un compito molto importante.
Nel frattempo sulla Terra sarebbe accaduto quanto
previsto da Giovanni durante la visione dell‟ apocalisse.
Ma i sei superstiti di Terminus non avrebbero partecipato a
tutto questo, e inoltre non era permesso a loro utilizzare più
la Porta dell‟Universo fino a quando Gilgamesh e Utnapistim
non sarebbero ricomparsi di nuovo di fronte a loro.
La Porta dell‟Universo andava usata solo ora per
permettere il passaggio dei due Androidi scelti da Al-Awwal
per raggiungere Al-Akhir.

413
pagina n.414 499272_LAVORATO.pdf

Questi avrebbero spiegato ad Al-Akhir cosa era successo


su Aurora e avrebbero annunciato l‟arrivo di Al-Awwal tra
circa tremila anni.
Nel frattempo i cinque androidi avrebbero iniziato a reperire
il materiale per la costruzione delle nuove Porte.
Tutto questo fu scritto da Al-Awwal su di una tavoletta di
cristallo e consegnata ai due androidi.
La Porta si aprì e Al-Barin e Al-Shahid gli ultimi due
superstiti della prima fase di vita su Bezoar, scelti da Al-
Awwal come suoi colleghi, passarono su Terminus.
Avrebbero li trovato Al-Akhir, Al-Ahad ex governatore di
Andros II e Al-Hayy uno dei superstiti della battaglia finale.278

Al-Awwal si doveva organizzare per un viaggio veramente


lungo della durata di oltre tremila anni diretto a Terminus
utilizzando una astronave con dentro la Porta dell‟Universo.
Al-Awwal nominò Al-Hakim ex governatore di Andros come
capo di tutta l‟umanità al suo posto, questi creò un triunvirato
al potere con se stesso, Al-Majd ex governatore di Andros III
e Al-Ghani ex governatore di Andros IV.
Successivamente Al-Awwal iniziò i preparativi per il lungo
viaggio, e con i due testimoni smontò la Porta dell‟Universo
per portarla con se.

Sei Androidi per un passaggio nell‟eternità.

278
Viaggio verso la Battaglia finale- La battaglia finale.

414
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Ritorno in Paradiso

Gilgamesh e Utnapistim si ritrovarono da dove erano partiti


senza utilizzare alcuna Porta.
Di nuovo si misero davanti alla grande parete per vedere
quello che sarebbe successo sulla Terra.
Durante quei 4870 anni sulla Terra successe di tutto, molto
di più di quello che avevano visto la prima volta sulla parete
della Porta delle Stelle durante la visione dell‟Apocalisse di
Giovanni.
……………………………………………………………….

Poco dopo che Al-Awwal se ne era andato, l‟Androide


Angra-Mainyu si era ribellato portandosi dietro molti Androidi
e uomini.
Il tutto era iniziato con il presentarsi di Satan al vecchio
capo degli Androidi.
Bezoar circa mezzo milione di anni prima era stato
inghiottito in seguito alla morte della stella El-Nath, Satan ed i
suoi si erano trasferiti poco prima sul pianeta Terra che in
quel momento stava passando vicino a Bezoar, ma diretto
nello spazio profondo.
Al-Awwal e Angra-Mainyu avevano assistito alla esplosione
di El-Nath e quindi alla morte sicura di Bezoar e ciò era
dispiaciuto a tutti e due, in fondo era stato il loro pianeta, e da
lì erano partiti per la loro incredibile avventura nell‟universo.

415
pagina n.416 499272_LAVORATO.pdf

La morte definitiva di Bezoar era anche in parte la fine di


una piccola parte di loro.
Angra-Mainyu, che era sempre stato legato a Satan e gli
altri demoni, aveva pensato che l‟epoca della ribellione e del
poter controllare l‟intera umanità fosse definitivamente
sepolta in seguito alla scomparsa di Bezoar.. ma.. ora non
sarebbe stato proprio così.
La comparsa di Satan sulla Terra fu quindi per lui una
grande sorpresa, e così cominciò ad organizzarsi per fare
quello che Satan aveva sempre sperato: Dominare l‟intera
umanità che in questo momento era proprio tutta riunita al
completo sulla Terra.
La Porta delle Stelle non era più necessaria.
E così iniziò una grande battaglia tra i demoni e gli angeli
come descritta nell‟apocalisse.
Circa la metà dell‟umanità e degli Androidi si schierarono
con Angra-Mainyu e Yama, l‟altra metà rimase con Al-Hakim.
Iniziò la prima battaglia finale….279
Oltre cinque miliardi di individui perirono nei tremila anni
successivi.

Trascorsi altri mille anni280 iniziò la seconda battaglia


finale.281

279
Apocalisse.
280
Profezia di Nostradamus sulla fine del Mondo.
281
Viaggio verso la battaglia finale- La battaglia finale.

416
pagina n.417 499272_LAVORATO.pdf

Una serie di feroci battaglie tra le due fazioni portarono


molto velocemente alla scomparsa della quasi totalità
dell‟umanità.
Pochi rimasero i vivi che poterono assistere alla fase finale
dell‟apocalisse ed all‟ultimo giudizio universale.
……………………………………………………………….

Tutto questo fu vissuto da Gilgamesh e Utnapistim


vedendolo impresso sulla grande parete.
Sulla parete videro anche la scomparsa definitiva
dell‟universo di Law-Wala.
In quest‟Universo come avevano riscontrato nel primo
incontro con Gesù dopo la morte,282 di fatto non vi erano
vissuti miliardi e miliardi di persone come sulla Terra. Questo
probabilmente era legato al fatto che i tre pianeti in cui
avevano vissuto Law-Wala e i Giganti erano troppo piccoli e
non si era mai venuta a creare una umanità troppo
numerosa.
I Giganti, così grandi proprio in seguito alla bassa forza di
gravità di questi pianeti, non avevano mai superato il milione
di individui anche nel periodo di massima espansione. Gli
Androidi invece le migliaia di unità.
Niente a che vedere con quello che era successo
all‟umanità nell‟universo di Gilgamesh, lì in certi momenti si
era arrivati a dieci miliardi di individui.
Alla fine la lotta tra gli angeli e i demoni era terminata, e la
sconfitta di Angra-Mainyu era stata veramente disastrosa.

282
Nascita e morte dell’Universo- Sulla terra nel 33 d.C.

417
pagina n.418 499272_LAVORATO.pdf

Anche tra le fila di coloro che avevano scelto Al-Hakim ci


furono infinite perdite.
La guerra fu praticamente totale e morirono anche quasi
tutti gli androidi che vi avevano preso parte.
Angra-Mainyu fuggì poco prima dell‟esito finale con Yama
allontanandosi dalla Terra su di una piccola astronave.
……………………………………………………………….

Improvvisamente anche i due testimoni si ritrovarono sulla


Terra per assistere al Giudizio Universale come gli aveva
annunciato Gesù.283
Erano passati 50 anni galattici dal 2012 d.C.
……………………………………………………………….

Improvvisamente dal cielo scesero miliardi e miliardi di


persone, tutte coloro che erano già morte e erano state
giudicate una prima volta.
Il numero era spaventoso, non ci fu metro quadrato di terra
che non venne occupato da qualcuno, il numero dei morti
superava i sessantamila miliardi, ed erano quasi tutti vissuti
nell‟universo di Gilgamesh.
Avevano sperato di vedere Law-Wala ma questi non si era
visto, anche se la moltitudine di esseri era tale che non era
certo facile ritrovare tutti coloro che avevano conosciuto.
……………………………………………………………….

283
Viaggio nel tempo e nello spazio e Nascita e morte dell’Universo.

418
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Dio iniziò il suo Giudizio Universale, e come Gesù aveva


predetto ai due testimoni, tutti gli Uomini e gli Androidi furono
sottoposti al giudizio di fronte a tutti coloro che li avevano
conosciuti……qualcuno riuscì a cambiare la propria
posizione in meglio ma furono veramente molto pochi.
Avvenne quello che avevano visto sulla parete la prima
volta.
<< Furono aperti i libri ed il libro della vita, i morti furono
giudicati secondo le loro opere come stava scritto in quei libri.
Tutti coloro il cui nome non fu trovato nel libro della vita
vennero gettati per sempre nell’inferno>>.284

Gilgamesh e tutti videro un nuovo cielo e una nuova terra,


quelli condannati non erano più insieme a loro.
Gilgamesh e Utnapistim ricordarono quanto avevano letto
su alcune tavolette salvate da Al-Awwal che riportavano una
profezia di Abacuc.285
<<E il Signore mi disse: ”scrivi la visione, incidila su
tavolette, sicché si possa leggere con facilità: c’è ancora una
visione per un giorno stabilito, apparirà a suo tempo e non
mentirà, perché verrà certamente, non potrà mancare”. Ecco,
soccombe chi non ha l’anima retta, ma il giusto avrà la vita
per la sua fedeltà.>>
……………………………………………………………….

284
Bibbia- Apocalisse
285
Bibbia- dal libro dei profeti Abacuc 2,2-2,3

419
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La voce di Gesù disse: <<Ecco l’abitazione di Dio dove


vivrà con il suo popolo, non ci sarà più lutto né pianto né
dolore. Il mondo di prima è scomparso per sempre>>.286

Intervenne Dio dal suo trono e disse parole che Gilgamesh


e Utnapistim avevano sentito altre volte: <<E’ fatto. Io sono
l’inizio e la Fine, il Primo e l’Ultimo>>.
……………………………………………………………….

Ma se tutto era finito, perché i due testimoni non avevano


visto Al-Awwal e gli altri cinque Androidi?.
Anche Angra-Mainyu e Yama non c‟erano.
Tutti questi non erano stati sottoposti al giudizio.
Qualcosa doveva essere previsto per loro.
Il loro universo non era ancora terminato mancavano
ancora qualche miliardo di anni per arrivare alla fine della sua
espansione e della sua fine (Big Crunch).

286
Bibbia - Apocalisse

420
pagina n.421 499272_LAVORATO.pdf

Terminus

Su Terminus la vita dei sei Androidi si svolgeva come se il


tempo non esistesse. Avevano capito che sarebbero passati
molti milioni di anni prima del ritorno di Gilgamesh. La fine del
loro Universo era ancora molto lontana.
Ebbero tutto il tempo per costruire le tre Porte dell‟Universo
previste. Su Terminus trovarono anche il materiale per i loro
stessi corpi che ogni tanto avevano bisogno di qualche
ritocco per rinnovarsi.
Prepararono anche tutti i mattoni per la costruzione di una
piramide.
Non utilizzarono mai la Porta dell‟Universo, come chiestogli
da Gilgamesh.
Ma il loro restare su Terminus divenne sempre più di una
noia veramente mortale, pur sapendo che probabilmente non
sarebbero mai morti….
L‟Universo si stava avvicinando alla sua fine. Finita la
grande espansione era iniziata la compressione dello stesso,
per fortuna più velocemente.
Ogni Universo era diverso e il Tempo a lui destinato non
era sempre lo stesso come pensavano.
Un altro Universo era iniziato da quasi un miliardo di anni,
nel momento in cui il loro era iniziato a collassare.

421
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Le Stelle si erano avvicinate molto tra di loro, e si erano


creati molti buchi neri, ma per fortuna o forse per un disegno
ben preciso il loro pianeta Terminus girava intorno ad una
stella che aveva una vita lunghissima di oltre una decina di
miliardi, e che sarebbe implosa solo verso la fine del tempo
del loro Universo.
Al-Awwal e gli altri cinque Androidi si erano sentiti
veramente soli nell‟universo e avevano rimpianto i secoli in
cui avevano vissuto con gli uomini sulla Terra su Aurora e
sugli altri pianeti.
Oramai era subentrato in loro un desiderio di fine che li
stava portando verso un azione, non prevista da Gilgamesh.
Si erano convinti che Dio si fosse dimenticato di loro, e
avevano deciso che forse era giunto il momento di lasciare
Terminus.
Pensarono che era giunto il momento di utilizzare la Porta
dell‟Universo saltando a caso dentro la stessa.
Ovunque fossero giunti per loro non aveva importanza, e
se anche fossero scomparsi del tutto, per loro non sarebbe
stato un gran dolore.
Erano giunti al limite estremo della solitudine.
L‟idea del salto attraverso la Porta dell‟Universo era di Al-
Akhir (l‟ultimo).
Pensava che a questo punto o qualcosa avrebbe impedito
a loro questo salto, oppure probabilmente questo salto era
invece previsto proprio in seguito al passare del Tempo.
Il salto non avvenne perché un istante prima che i sei
Androidi lo compissero comparve Gilgamesh.

422
pagina n.423 499272_LAVORATO.pdf

I sei androidi si erano disposti davanti alla Porta per


attraversarla quando improvvisamente si trovarono di fronte
Gilgamesh e Utnapistim.
In fondo aveva avuto ragione Al-Akhir, il loro
comportamento era già previsto e conosciuto, il momento
dell‟arrivo su Terminus di Gilgamesh era noto a Dio da
sempre, così come il comportamento degli androidi. Il libero
arbitrio esisteva sia per l‟uomo che per gli androidi ma solo a
Dio erano conosciuti gli effetti.
Al-Awwal, Al-Akhir, Al-Barin, Al-Shahid, Al-Ahad e Al-Hayy
erano pronti ad ascoltare Gilgamesh, ma soprattutto erano
felici di averlo di nuovo tra loro.
La solitudine di cui avevano sopportato gli effetti sembrava
essere di colpo svanita, finalmente c‟era qualcosa da fare.
Gilgamesh e Utnapistim cominciarono a raccontare cosa
era accaduto sulla Terra, subito dopo la partenza di Al-Awwal
in direzione di Terminus.
Il racconto fu abbastanza dettagliato, loro lo dovevano a
quei sei androidi che si erano sacrificati a stare su Terminus
per tanti milioni e milioni di anni, aspettando che Gilgamesh
tornasse.
Gli Uomini e gli Androidi della Terra erano alla fine morti
tutti e resuscitati in un altro posto. Molti quelli che avevano
conquistato un posto in Paradiso, molti di più quelli che erano
stati destinati all‟Inferno.
A loro sei questo momento era stato precluso…ma
sarebbe accaduto in un altro tempo universale.

423
pagina n.424 499272_LAVORATO.pdf

Un altro Universo era nato, presto anche in questo sarebbe


comparso l‟uomo come era accaduto negli altri.
Ma prima del passaggio attraverso la Porta dell‟Universo,
Gilgamesh disse a Al-Awwal e Al-Akhir che Dio li voleva con
loro due per fargli vedere qualcosa di incredibile.
I due Androidi e i due testimoni si trovarono nel posto di
Dio, avevano lasciato gli altri quattro androidi con la
promessa che avrebbero aspettato per il loro ritorno poco
tempo.
Fu Gesù ad accoglierli e disse che a loro era stato
riservata la visione della creazione dell‟Universo.
In un posto senza Tempo e senza Spazio videro compiersi
l‟atto della creazione.
Videro le mani di Dio sostenere due sfere dalle dimensioni
molto piccole, la prima sulla sinistra era di una luminosità
intensissima mentre l‟altra sulla destra era completamente
oscura la forma la si poteva riconoscere per via di una
sottilissima linea lucente sul bordo della sfera.
Gesù spiegò loro cosa stava succedendo.
Nella prima sfera era contenuta tutta la materia che
sarebbe stata in futuro visibile, la seconda sfera invece
conteneva tutta la materia costituita dall‟antimateria.
Le due sfere avevano una densità infinita.
Le due mani si avvicinarono lentamente con un forza
immensa che cercava di superare la repulsione che le due
sfere avevano tra di loro.

424
pagina n.425 499272_LAVORATO.pdf

Un istante prima che le due sfere si toccassero una


infinitesima sfera trans lucente287 di dimensioni inferiori a una
particella elementare passò attraverso queste facendole
toccare.
Appena le due sfere si toccarono una esplosione senza
limiti avvenne, in quel preciso momento nacquero lo Spazio
ed il Tempo.
La forza di gravità era l‟unica legge preesistente alla
nascita dell‟Universo, la sola che avrebbe permesso la
nascita dello stesso, come avrebbe fatto altre volte.
Da quel momento questa cosa sarebbe avvenuta altre
volte, Gilgamesh e gli altri oramai ne conoscevano altre due
susseguenti alla nascita dell‟Universo di Law-Wala; quello di
Gilgamesh, Utnapistim e quello successivo nato da poco.
Ora Gesù spiegò loro, che non era detto che questa cosa
avvenisse all‟infinito. Perché ogni Universo nuovo nato
poteva comportarsi in modo completamente diverso dai
precedenti, solo nel caso in cui l‟intera materia visibile e
oscura fossero state superiori ad un certo numero detto
288
omega (Ώ > 1 )allora la Gravità avrebbe fatto collassare
quell‟Universo predisponendosi alla nascita di uno nuovo, ma
se invece fossero state pari a questo numero (Ώ = 1), allora
l‟Universo si sarebbe stabilizzato per sempre, oppure se
fossero state minori (Ώ < 1) l‟Universo avrebbe continuato a
crescere indefinitivamente e così lo Spazio ed Il Tempo, solo

287
La particella di Dio: il bosone di Higgs.
288
Ώ numero che esprime la massa totale presente nell’Universo.

425
pagina n.426 499272_LAVORATO.pdf

che l‟Universo sarebbe diventato sempre più freddo fino alla


zero assoluto.289
Un ultima ipotesi rimaneva quella che se l‟energia oscura
fosse stata di molto superiore allora in questo caso l‟Universo
sarebbe deflagrato in una immensa esplosione facendo
scomparire per sempre tutta l‟energia e tutta la materia.290
Ciò era noto solo a Dio, ma non dipendeva più da lui ma da
come si sarebbe comportata la materia dopo ogni Big
Bang.
Fino ad ora gli Universi erano sempre arrivati al Big Crunch
e ritornati verso il Big Bang, ma la prossima volta poteva non
essere così.
Nel caso di estrema stabilità il Tempo e lo Spazio si
sarebbero fermati per sempre. Nel caso di eterna espansione
il Tempo e lo Spazio avrebbero continuato a crescere
arrivando comunque alla fine senza più un nuovo inizio.
Mentre assisteva a tutto ciò Gilgamesh pensò ad Einstein.
Questi avrebbe detto sicuramente che Dio era la Gravità
(responsabile della creazione) e l‟evoluzione finale
dell‟Universo era sottoposta al Caso (responsabile della
Fine).

289
Se Omega è uguale a 1, allora la materia presente nel cosmo è esattamente uguale alla
quantità prevista dalla relatività generale e la gravitazione fra le strutture permette una continua
espansione dello spazio così come accade oggi e l'Universo è detto piatto; se Omega è minore di
1 significa che la quantità totale di materia non è sufficiente per permettere alla forza di gravità di
agire fra le strutture e quindi il suo destino è un espansione eterna (Big Chill), l'Universo è allora
aperto; se Omega è maggiore di 1, vale il discorso inverso, la massa totale cosmica presente è
sufficiente ad innescare (in futuro) il meccanismo del collasso gravitazionale fino a ritornare ad una
situazione analoga a quella del Big Bang iniziale (Big Crunch) e l'Universo è chiuso.

290
Teoria del Big Rip.

426
pagina n.427 499272_LAVORATO.pdf

Dio conosceva cosa sarebbe successo agli Universi , ma


forse non poteva cambiare ciò che il Caso avrebbe deciso.
Gesù disse loro che avevano assistito a tutto ciò per la
stessa ragione per cui avevano già assistito a tante cose
inverosimili.

Ma soprattutto perché conoscevano il significato di:


“Io sono il primo e l’ultimo, colui che è, che fu e che viene..
ma non solo il solo “291
Tornarono su Terminus per compiere quello che Dio voleva
da loro.

291
Il continente Mu: Evoluzione dell’Uomo e L’Apocalisse.

427
pagina n.428 499272_LAVORATO.pdf

Il nuovo Universo

I due testimoni ed i sei Androidi passarono attraverso la


Porta dell‟Universo.
Erano passati svariati milioni di anni dalla comparsa
dell‟uomo nell‟Universo di Gilgamesh, qualche milione dalla
scomparsa dell‟uomo dallo stesso e ora in questo nuovo
Universo erano presenti solo sei Androidi e due Angeli
Testimoni.
Toccava a loro trovare segni di vita in quest‟Universo.
Il pianeta su cui erano sbarcati somigliava in tutto e per
tutto alla Terra. I pianeti su cui gli uomini potevano vivere
erano sempre molto simili.
Ma c‟era qualcuno !!!.
Gilgamesh e Utnapistim fecero come già avevano fatto
altre volte, utilizzando la possibilità di volare salirono molto in
alto nel cielo per vedere meglio il pianeta.
La sorpresa fu quella di trovare le.. soliti .. piramidi e
ziqqurat.
Dovunque nascesse la vita, i luoghi iniziali per vivere erano
sempre simili tra loro.
Questa volta gli individui erano molto pochi, più alti dei
terrestri e del tutto simili a quelli che nell‟Universo di
Gilgamesh erano stati chiamati Giganti.

428
pagina n.429 499272_LAVORATO.pdf

Gilgamesh spiegò ai sei androidi quale sarebbe stato il loro


compito.
Sarebbero stati trattati sicuramente come Dei dagli esseri
di questo pianeta, ma lo scopo del loro arrivo era del tutto
simile a quello che aveva avuto Amon-Ra, mischiarsi agli
esseri del pianeta e far compiere a questi un grosso salto
nella direzione della evoluzione.
L‟uomo in tutti gli universi alla fine si trovava ad essere
molto simile.
Gilgamesh non sapeva se questo fosse un segno che Dio
voleva dare all‟intera Umanità di tutti gli Universi.
Una cosa avevano capito i due testimoni: la creazione
dell‟uomo in realtà non c‟era stata nel senso che tutte le
religioni avevano dato ad essa.
L‟atto iniziale creato dalla Forza di Gravità292 era stato il
passo iniziale per l‟inizio del Tempo, dello Spazio e della Vita.
Il Caso invece avrebbe prima o poi creato l‟atto finale.
Gilgamesh, Utnapistim Al-Awwal e Al-Akhir lasciarono su
questo nuovo pianeta i quattro androidi Al-Barin, Al-Shahid,
Al-Ahad e Al-Hayy.
Al-Barin, l‟Androide che aveva disegnato tutti gli Androidi
costruiti dopo i primi sei su Bezoar, sarebbe stato utile per
continuare ciò in questo nuovo Universo. Ma sarebbe
passato molto tempo, fino al momento in cui gli esseri di
questo universo fossero giunti ad una evoluzione in grado di
accettare la creazione di altri androidi.

292
Stephen Hawking in “Grand Design”.

429
pagina n.430 499272_LAVORATO.pdf

Ma il passare del Tempo non metteva certo timore ai


quattro Androidi.
Il loro grande compito, pensavano, sarebbe stato quello di
fare in modo che la nuova umanità non si distruggesse in
guerre e lotte fratricide.
Era la prima volta che gli Androidi avevano ufficialmente un
compito così importante. Dio oramai li aveva accettati come
parte dell‟umanità e questo compito così arduo li avrebbe
elevati ulteriormente a custodi della pace nell‟Universo.

I due testimoni e i due Androidi si ritrovarono davanti alla


Porta dell‟Universo per il ritorno su Terminus, dove c‟erano le
tre Porte e i mattoni della Piramide.
Sapevano ora che se era stato ordinato di costruire tutto
ciò, sicuramente questo materiale doveva essere trasferito da
qualche parte nel nuovo Universo.
Attraversarono di nuovo la Porta dell‟Universo portando
con loro due delle Porte costruite e tutto il materiale
preparato, costruirono sul luogo dove si trovarono la Piramide
e misero al suo interno le due Porte.
Proprio come aveva già fatto Law-Wala su Gaia.
Non conoscevano il nome del nuovo pianeta, che doveva
trovarsi sicuramente a grande distanza dal Pianeta degli
esseri visti, per conservare a lungo il tutto, evitando così che
fosse facile prendere possesso delle Porte.
Quando fosse giunto il momento, in qualche modo
qualcuno avrebbe fatto come Gilgamesh per salvare l‟uomo
dalla distruzione.

430
pagina n.431 499272_LAVORATO.pdf

Sicuramente sarebbero passati svariati anni prima che ciò


potesse accadere.
I quattro videro nel cielo che le stelle di questo pianeta
erano tre molto vicine, mentre quella del pianeta dove erano
rimasti gli altri quattro Androidi era una sola proprio come il
sole per la vecchia terra.
Forse ora potevano tornare indietro in Paradiso, invece si
ritrovarono di nuovo davanti alla Porta dell‟Universo per un
altro salto.
La nuova Terra fu chiamata ancora Terra da Al-Barin, Al-
Shahid, Al-Ahad e Al-Hayy. Gli esseri presenti l‟avrebbero
chiamata così in futuro. Loro quattro avrebbero capito solo
più tardi il perché.
Terra era comunque stato il grido di tutti coloro che in
qualche modo erano sbarcati su posti sconosciuti.
Anche il pianeta dove c‟erano le Porte dell‟Universo
sarebbe stata chiamata in seguito Gaia.
La storia sembrava ripetersi all‟infinito.
Ma loro sapevano che la vera Storia della nuova umanità
avrebbe seguito un percorso diverso dai precedenti, perché
così in fondo era già accaduto.
La Porta dell‟Universo si aprì di nuovo e i quattro
passarono senza sapere dove si sarebbero trovati.

431
pagina n.432 499272_LAVORATO.pdf

Ritorno da Gesù

I due testimoni e i due Androidi si trovarono al cospetto del


Figlio di Dio.
Al-Awwal e Al-Akhir erano sorpresi di trovarsi in quel posto,
loro non erano stati ancora giudicati e non avevano assistito
al Giudizio universale.
Si accorsero subito che qualcosa era cambiato per loro,
una sensazione che veniva da dentro, e che gli dava un
senso di potenza che non avevano mai conosciuto.
Avrebbero capito da lì a poco che erano diventati come
Gilgamesh e Utnapistim; Angeli di Dio.

Ora il Figlio di Dio disse loro che avrebbero assistito a


qualcosa che precedeva la nascita del primo Universo, prima
della nascita del Tempo e dello Spazio.
Quando il Tempo era unico senza una direzione ed un
verso, senza uno spazio in cui trascorrere e soprattutto un
Tempo in cui non c‟erano la materia e l‟antimateria, l‟energia
positiva o negativa. Un Tempo eterno in cui solo Dio era
presente.
Ma anche Dio si era stancato di questa situazione e aveva
deciso di contornarsi di una moltitudine di puri spiriti, che
potessero dargli compagnia. Anche Lui aveva sentito la
solitudine.

432
pagina n.433 499272_LAVORATO.pdf

I quattro assistettero alla creazione di questa moltitudine di


puri spiriti.
Da un soffio di Dio cominciarono a venire fuori diversi
esseri, Angeli che vennero subito divisi in tre gruppi.
Il primo gruppo conteneva: Serafini – Troni– Cherubini.
Il secondo gruppo: Dominazioni – Podestà – Virtù.
Il terzo gruppo: Principati – Arcangeli – Angeli.
Tutti questi furono chiamati Figli di Dio.
……………………………………………………………………
………………………………………………………………………
……………………………………………………….

Dopo aver creato, il Tempo e lo Spazio Universale, Dio


diede ad ognuno di essi un compito speciale per la tutela e la
difesa delle varie umanità, che in seguito sarebbero
comparse nei vari universi, e del suo Empireo.293

I Serafini erano i Guardiani del Trono di Dio.


I Troni erano i guardiani del Paradiso.
I Cherubini erano i guardiani della luce e delle stelle.
Le Denominazioni erano i guardiani degli angeli.
Le Podestà erano i guardiani della storia.
Le Virtù erano i guardiani dell‟arte e della scienza.
I Principati erano i guardiani delle nazioni.
Gli Arcangeli erano i guardiani dell‟uomo.
Gli Angeli erano i messaggeri verso gli uomini.

293
Viaggio verso la battaglia finale .

433
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Per questo Gilgamesh e Utnapistim, che avevano salvato


molte volte l‟umanità, erano assurti a rango di Angeli, così
come poco dopo sarebbe accaduto a Al-Awwal e Al-Akhir.
Nessuno altro tra gli Uomini e gli Androidi sarebbe
divenuto Angelo come loro quattro.
Anche a loro Dio diede un compito speciale, facendoli:
Guardiani degli Universi.
......................................................................................

Solo dopo la creazione del primo Universo questa grande


moltitudine di Angeli iniziò a sentirsi importante e in qualche
modo insostituibile.
Da questo nacquero le prime piccole lotte tra di essi per
sentirsi Signori degli uomini, molto simili a Dio.
Durante il Tempo dell‟Universo di Law-Wala ciò non
accadde, ma ciò fu evidente proprio durante il Tempo
dell‟Universo di Gilgamesh.
Gilgamesh e Utnapistim ne avevano sentito parlare, e
avevano visto alcuni scritti sulle tavole di cristallo della
Piramide di Gaia in cui si parlava dell‟intervento dei Figli di
Dio.
Al-Awwal aveva sempre con se una copia di tutte le Tavole
che aveva dovuto fotografare per inserirle nella teca della
Piramide di Gaia.
Immediatamente cercò quelle in cui si parlava degli Angeli
e le trovò.

434
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Dopo la prima grande ribellione degli Angeli, Dio mandò i


ribelli su Bezoar, e coloro che non avevano preso posizione
invece su Gaia, tenendo vicino a se solo quelli fedeli.
E questo avvenne circa nel 9000 a.C.
Ma accadde un‟altra volta che gli Angeli si ribellassero e
Dio stanco di loro li trasformò per sempre in esseri mortali e li
condannò a rimanere sulla Terra.
La tavola di Al-Awwal riportava un passo che era stato
scritto anche sulla Bibbia, anche se il tempo sembrava
antecedente.

<< Gli uomini frattanto si erano moltiplicati sulla faccia della


Terra ed erano nate loro delle figlie.
I Figli di Dio, vedendo che le figlie degli uomini erano belle,
si presero per mogli quelle che fra tutte piacquero loro di più.
Allora il Signore disse “Il mio spirito non rimarrà per sempre
nell’uomo, perché è carne: i suoi giorni sono già contati: 120
anni”. In quel tempo vi erano i giganti sulla terra e ve ne
furono anche dopo che i Figli di Dio si erano uniti alle figlie
degli uomini, e da queste nacquero loro dei figli. Sono essi
questi famosi fin dai tempi antichi.>> 294
Oltre queste tavole ne trovarono altre di origine sumeriche
dell‟epoca di Gilgamesh che riferivano, pur se in modo
diverso e con una infinità di particolari, di esseri che erano
scesi dal cielo sulla terra. Era una comunità di persone,
uomini e donne, che veniva dal pianeta Nibiru e che

294
Bibbia- Genesi 6-1,6-4

435
pagina n.436 499272_LAVORATO.pdf

appartenevano al popolo degli Anunnaki. “Erano di


proporzioni gigantesche e si stanziarono sulla terra – dicono
le tavolette sumere – perché avevano bisogno dell‟oro”.
Secondo questi racconti, sia gli uomini che le donne
Anunnaki, si unirono agli esseri umani ed ebbero dei figli.
Secondo alcuni, gli Anakim, di cui parla la bibbia, sarebbero i
discendenti degli Anunnaki di cui Anakim sarebbe la
traduzione ebraica.
Al-Awwal e gli altri tre angeli pensarono che ciò voleva dire
che probabilmente degli esseri celesti scesero in tempi remoti
sulla terra e contravvenendo al loro codice d‟onore si unirono
con i terrestri contaminati dal peccato, che ebbero dei figli
che furono i giganti di cui parlano le antiche cronache e che
infine furono puniti da Dio per la loro malvagità e rinchiusi
nelle tenebre nell‟attesa del giudizio finale

Solo ora i quattro angeli riuscivano a comprendere perché


Dio in futuro avrebbe sacrificato il suo Figlio per salvare
l‟intera umanità. Molti dei mali che gli uomini avevano
compiuto sulla Terra aveva in qualche modo origine anche
dalla sua decisione di inviare ex angeli sulla Terra.
Lo dimostrava il fatto che nell‟universo di Law-Wala non
era accaduto tutto il male che invece si era verificato sulla
Terra. I primi Giganti passati sulla Terra da quell‟universo si
erano comportati in modo decoroso.
Solo tra i nuovi Giganti nati dalle figlie dell‟uomo e dai figli
di Dio alcuni agirono male.295

295
Nascita e morte dell’Universo- Il ritorno di Al-Awwal.

436
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Il Male era stato in qualche modo sempre creato da angeli


decaduti, sia su Bezoar dove era stato relegato Satan, sia
sulla terra dove altri angeli erano stati puniti con la perdita del
loro puro spirito.
Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano peccato,
ma li inabissò, confinandoli in antri tenebrosi per esservi
custoditi per il giudizio finale.

L‟uomo aveva il diritto quindi di avere una possibilità di


salvezza e Gesù era stato sacrificato dal Padre per questo
motivo.

Altre Tavole riportavano una parte del libro di Enoch296, nel


quale si parla di Angeli decaduti, detti vigilanti, che sulla
Terra si accoppiano con le figlie degli uomini, e che dopo la
nascita di altri Giganti, figli nati da figlie degli uomini e Figli di
Dio, insegneranno agli uomini molte arti e scienze, come la
metallurgia, l‟astronomia ed arti esoteriche.
I Giganti conoscevano queste scienze perché venivano da
un universo molto più vecchio di questo.297
Enoch fu poi portato via da Dio senza morire.298
Enoch stesso prima di scomparire aveva scritto su delle
tavolette quello che un angelo gli aveva fatto vedere:

296
Libro di Enoch - apocrifo.
297
Nascita e morte dell’Universo- Il ritorno di Al-Awwal.
298
Bibbia- Genesi 5-23,24

437
pagina n.438 499272_LAVORATO.pdf

<<La io vidi l’Antico dei giorni il cui capo era come lana
candida, e con lui un altro, il cui aspetto ricordava quello di un
uomo. Il Suo aspetto era pieno di grazia, come quello dei
santi angeli. Allora io chiesi a uno degli angeli, che erano con
me e mi mostravano ogni cosa segreta, a riguardo di questo
Figlio dell’uomo; chi fosse, da dove venisse e perché
accompagnasse l’Antico dei giorni. Egli mi rispose e mi disse,
Questo è il Figlio dell’uomo, a cui appartiene ogni giustizia,
da cui è plasmata ogni giustizia e che rivelerà ogni tesoro che
ora è celato: poiché il signore degli spiriti lo ha scelto ed Egli
ha sorpassato tutti in eterna giustizia agli occhi del Signore
degli spiriti>>.

Avevano visto veramente abbastanza, ora in effetti


conoscevano molto di più di qualsiasi altro essere vissuto,
non solo sulla Terra.
Gilgamesh aveva assistito veramente a tutto, almeno così
pensava, anche gli altri tre avevano assistito a qualcosa di
grandioso.
Gilgamesh chiamato “Colui che è, colui che fu, colui che
tutto vide..” aveva veramente tenuto fede al significato del
suo nome, riteneva che oramai fosse tutto finito.

Sperava finalmente di poter tornare in Paradiso.


Ma si ritrovarono di nuovo davanti alla Porta dell‟Universo, i
quattro l‟attraversarono.

438
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Verso il Nulla

Per la prima volta non si trovarono da qualche parte.


Fino ad ora, ogni passaggio era durato un istante
infinitesimo e loro si erano trovati sempre su qualche pianeta,
spesso nel loro Universo, altre volte in un altro Universi.
Il Tempo del passaggio era praticamente nullo, e ogni volta
si erano trovati in luoghi noti, quando il passaggio era stato
guidato da loro; in luoghi sconosciuti quando il passaggio era
stato guidato da altri. Comunque sempre un passaggio
veloce e senza Tempo.
Questa volta invece i quattro non riuscivano a vedere
alcunché, e non riuscivano a capire se erano ancora
all‟interno della Porta o se erano giunti in un posto dove c‟era
solo il nulla.
Poi improvvisamente si videro dentro una sfera trasparente
che praticamente rotolava in uno spazio fatto quasi come una
rete.
Iniziarono a vedere Stelle e Pianeti che incurvavano questo
spazio, e soprattutto in concomitanza a Stelle molto grandi la
curvatura era veramente notevole.
La sfera andava lentamente riducendosi, e mentre questo
accadeva i quattro testimoni vedevano passare accanto ad
essi prima stelle, poi pianeti, ancora meteoriti, e sempre
diminuendo la loro grandezza iniziarono a vedere molecole,

439
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atomi, elettroni, neutroni, protoni, e tante particelle che man


mano diventavano sempre più grandi rispetto alla loro sfera.
Stavano attraversando l‟intero Universo dall‟immenso
all‟infinitesimo, percorrendo lo Spazio ed il Tempo alla
velocità della luce.
Ad un certo momento la decrescita si fermò, e la sfera
iniziò a entrare da per tutto nella materia dell‟Universo.
La sfera permise loro di entrare non solo nella materia, ma
anche nell‟antimateria, era come se fossero invisibili a tutto.
Videro sfrecciare accanto a loro particelle come elettroni,
protoni, neutroni, quark con energia positiva ma anche gli
stessi con energia negativa.
Materia ed Antimateria, Energia e Anti energia.
Certo non potevano capire molto di quello che stavano
osservando, ma stavano assistendo a ciò che nessuno mai
aveva visto.
Si trovarono infine davanti ad un immenso buco nero, la
sfera trans lucente vi entrò senza problemi.
Gilgamesh aveva sentito dire che da un buco nero non si
poteva più uscire, perché la forza di attrazione e le forze
elettromagnetiche erano tali che la stessa luce entrava ma da
esso non poteva uscire.
Anche per questo i buchi neri non erano osservabili se non
interpretando quello che accadeva nelle loro vicinanze.
I quattro testimoni pensarono che erano veramente giunti
alla fine del loro viaggio e questa volta per sempre.
Dentro il buco nero si trovava un universo di materia e di
particelle che non riuscivano ad uscire da questo.

440
pagina n.441 499272_LAVORATO.pdf

La loro sfera continuava ad entrare dentro di esso, poi


improvvisamente sembrò loro di vedere una luce che
pervadeva interamente lo spazio, erano in presenza di un
buco bianco dentro un universo di antimateria e di
antiparticelle ad energia negativa.
Il buco nero e quello bianco miracolosamente non
venivano in contatto evitando così una esplosione immensa.
Poi in un istante videro due piccole sfere poggiate su due
mani gigantesche che si stavano avvicinando sempre di più,
e proprio quando oramai si stavano quasi toccando la loro
sfera passò tra di loro avvicinandole fino a toccarsi.
Il dopo è inutile raccontarlo perché oramai sapevano cosa
sarebbe accaduto in pochi miliardesimi di nano secondi.
Il primo Big Bang.
Si ritrovarono al cospetto di Gesù.

441
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Il nuovo Universo

Avevano visto cosa era accaduto.


La particella infinitesima, l‟unica di tutto l‟universo senza
spin e senza massa aveva contribuito alla nascita
dell‟Universo stesso.
Gilgamesh ricordò che nel secolo ventesimo aveva sentito
parlare dopo la morte di Einstein di un certo Higgs299, il quale
aveva supposto l‟esistenza di una particella molto particolare
che era stata chiamata in seguito “La particella di Dio”.
Questa particella se se ne fosse dimostrata l‟esistenza
sarebbe stata quella che aveva deciso la nascita
dell‟Universo.
Nel 2012 d.C. Gilgamesh era scomparso insieme a
Utnapistim dalla Terra e ancora questa particella non era
stata trovata.
La storia dell‟uomo successiva si era poi indirizzata verso
altri tipi di conoscenze e lui non aveva più saputo se ci fosse
stata una risposta in tal senso.
Ora però era in grado di sapere che Higgs aveva avuto
ragione.
Loro quattro erano stati compressi all‟infinito dentro questa
particella fino scomparire come massa, e per loro era

299
Higgs scienziato a cui è dovuta l’ipotesi di una particella senza massa e senza spin, divenuta
nota con il suo nome.

442
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possibile in quanto, non essendo più Uomini e Androidi ma


solo angeli di puro spirito, non possedevano massa.
Dio aveva avuto quindi bisogno di loro per attuare il suo
grande disegno la nascita degli Universi, del Tempo e dello
Spazio.
Tutti e quattro erano vissuti in un Tempo ed uno Spazio,
ma avevano anche partecipato alla creazione degli stessi.
Troppo difficile da capire o forse non c‟era proprio niente
da capire, perché non spettava a loro comprendere e
spiegare tutto ciò che era accaduto.

Ora insieme a tutti gli uomini e androidi vissuti nei vari


universi si trovavano in uno strano universo senza massa,
senza energia, senza spazio e senza tempo: da una parte
coloro che erano stati giudicati retti, da un‟altra coloro che
erano stati giudicati empi.
………………………………………………………………

Sapevano anche che un altro Universo simile ai


precedenti stava espandendosi e in esso l‟umanità
continuava a crescere.
E soprattutto che un altro Tempo e un altro Spazio stavano
continuando ad esistere.
Sapevano che Quattro Androidi, che li avevano lasciato,
avrebbero controllato e spinto la nuova umanità verso
l‟evoluzione.
Al-Awwal e Al-Akhir avevano pensato all‟inizio che anche
loro due sarebbero rimasti sulla nuova Terra visto che

443
pagina n.444 499272_LAVORATO.pdf

Gilgamesh aveva parlato di sei Androidi nel nuovo Universo,


ma in effetti era andata diversamente.
……………………………………………………………..

I quattro Testimoni-Angeli non potevano sapere se questa


volta il nuovo Universo si sarebbe concluso con un Big
Crunch, con un Big Steel o invece con un Big Rip.
Al-Awwal disse agli altri che una interpretazione delle
Tavolette Hsing Nu300 poteva essere proprio quella di un
universo che si sarebbe espanso all‟infinito dove le Stelle si
sarebbero allontanate sempre di più una dall‟altra fino ad
esplodere solitarie e dove la materia sarebbe alla fine
completamente scomparsa (Big Rip), oppure dove la materia
visibile e oscura sarebbero completamente svanite e
l‟universo ridotto alla temperatura dello zero assoluto (Big
Steel).
Gilgamesh capì che ciò poteva essere vero e l‟ultimo
Universo sarebbe diventato lo Spazio ed Il Tempo dove loro
si trovavano: un luogo dove sia lo Spazio e il Tempo non
avrebbero avuto più senso, luogo senza materia eterno e
immutabile.
Non ne avevano ancora la certezza, occorreva solo che il
Tempo trascorresse, per tutti e quattro comunque non
rimaneva che aspettare che l‟umanità avesse ancora bisogno
di loro, nel caso sarebbero intervenuti perché Dio oramai gli
aveva lasciato questo compito.

300
Nota 272 di questo libro.

444
pagina n.445 499272_LAVORATO.pdf

Un compito che speravano fosse non tanto remoto per


sentirsi ancora una volta utili.
Avrebbero scoperto grandi novità solo nel momento in cui
sarebbero tornati sul nuovo pianeta Terra nel nuovo
Universo.
Non si erano accorti, visto il pochissimo tempo che
avevano passato nel nuovo Universo, che gli esseri che
abitavano il pianeta Terra non erano assimilabili a degli
Uomini.
I due testimoni e i due Androidi non aspettavano altro che
tornare sulla nuova Terra.
……………………………………………………………….

In effetti non passò molto Tempo (il fatto che il Tempo non
avesse lo stesso valore lì rispetto a quello negli Universi non
permetteva a loro di capire quanto ne fosse passato) che si
ritrovarono sulla nuova Terra.
Trovarono subito Al-Barin, Al-Shahid, Al-Ahad e Al-Hayy.
Questi furono felicissimi di incontrarli di nuovo, soprattutto
perché avevano molto da raccontare su quel pianeta e sugli
esseri viventi trovati li al loro arrivo.
Cominciò a parlare Al-Barin, anche perché lui era il vero
esperto di evoluzione.301
Gilgamesh, Utnapistim, Al-Awwal e Al-Akhir si prepararono
ad ascoltare, avevano capito dallo sguardo di Al-Barin che il
suo racconto non sarebbe durato poco.

301
Significato arabo del nome Al-Barin.

445
pagina n.446 499272_LAVORATO.pdf

In effetti erano passati solo qualche migliaio di anni, ma ciò


che i quattro Androidi avevano scoperto non doveva avere
una facile spiegazione.
Dentro ad una Piramide del tutto simile a quella di Aurora
intorno ad un tavolo rotondo circondato da nove sedie, i sei
Androidi e i Due Testimoni si sedettero pronti a scoprire ciò
che questo nuovo Universo aveva da offrire alla loro sete di
conoscenza.
Al-Barin iniziò a parlare spiegando quello che era accaduto
agli Universi precedenti.
<<Il primo Universo quello di Law-Wala era durato circa 40
miliardi di anni e la fine della sua espansione erano avvenuta
dopo circa 20 miliardi di anni. In quel momento era iniziato
l‟Universo di Gilgamesh con il Big Bang che a sua volta era
durato circa 32 miliardi di anni e la sua espansione erano
durata 16 miliardi. In quel momento si era verificato il Big
Bang del terzo Universo.
Il tempo dell‟Universo di Law-Wala era scomparso quattro
miliardi dopo la nascita del terzo.>>
……………………………………………………………….

Le parole di Al-Barin erano molto importanti per Gilgamesh


e gli altri perché avrebbe permesso a loro di capire lo
svolgimento di quanto stava per avvenire….
Alla fine di questa prima spiegazione, entrò nella sala un
personaggio noto oramai a tutti. Era Law-Wala e si sedette
sulla sedia ancora vuota.

446
pagina n.447 499272_LAVORATO.pdf

Al-Barin continuò <<Appena visitammo questo nuovo


pianeta con più calma, scoprimmo che gli esseri viventi che
avevamo intravisti non erano uomini bensì Androidi molto alti,
e che non erano poi molto numerosi. Chiedemmo loro di
spiegarci la situazione e loro ci portarono dal loro Capo. Ne
avevamo sentito parlare sulla Terra da Al-Awwal ma non
l‟avevamo mai incontrato.
Law-Wala si dimostrò subito disposto a dirci tutto e così
l‟ascoltammo, ora è qui e sentirete da lui cosa è accaduto.>>
Gilgamesh e Utnapistim capirono solo ora il perché non
avevano visto Law-Wala durante il giudizio Universale,
perché faceva parte di coloro che erano ancora vivi.
Tutti insieme rivolsero lo sguardo verso di lui, e Law-Wala
iniziò a raccontare cosa gli era accaduto.

447
pagina n.448 499272_LAVORATO.pdf

La fine del primo Universo

<<Il mio universo era oramai quasi collassato del tutto, gli
uomini erano tutti morti a seguito delle alte temperature a cui
eravamo sottoposti. Solo noi Androidi riuscivamo ancora a
resistere, visto che il nostro corpo era in grado di sopportare
temperature intorno ai 500 gradi, ma queste stavano
aumentando velocemente e ancora qualche anno e anche
noi saremmo bruciati.
La Porta dell‟Universo improvvisamente si aprì e noi
capimmo che dovevamo attraversarla.
Lo facemmo e ci trovammo in questo nuovo Universo,
completamente disabitato.
Perché mai Dio aveva voluto che ci salvassimo?.
Occorreva una spiegazione.
Per noi non era possibile capire in che posto ci trovavamo,
il pianeta su cui eravamo sbarcati assomigliava molto alla
Terra dell‟Universo di Gilgamesh ma degli uomini non c‟era
nessuna traccia. Le costellazioni in cielo erano tutte
sconosciute probabilmente ci trovavamo su un nuovo
Universo.
La parete della Porta dell‟Universo si illuminò, iniziammo a
vedere cosa ci aspettava.>>
Sulla parete della Porta iniziò a scorrere il tempo del terzo
Universo. Si vedeva il futuro e mentre il Tempo passava

448
pagina n.449 499272_LAVORATO.pdf

l‟espansione dello stesso continuava senza soluzioni di


continuità, Law-Wala e gli altri Androidi passati con lui
attraverso la Porta scoprirono così che questa volta il nuovo
Universo, diversamente da quelli precedenti, non era diretto
verso il Big Crunch ma l‟espansione sarebbe continuata fino
ad arrivare al Big Rip. In questo modo L‟Universo alla fine
sarebbe esploso completamente ed ogni particella sarebbe
scomparsa, non sarebbe stato più possibile un nuovo Big
Bang e la storia della vita Universale sarebbe per sempre
terminata.
Dio non voleva che il Caso arrivasse a determinare la
possibilità della fine della vita in ogni forma.
Una sola cosa poteva evitare ciò.
La massa di questo nuovo universo (la variabile Ώ)302
doveva diventare maggiore di uno, mentre purtroppo il caso
aveva voluto che, questa volta, fosse minore di uno.
L‟universo sarebbe diventato un universo aperto invece che
chiuso.
Law-Wala e gli altri Androidi avevano il compito di
aumentare la massa dell‟universo, non sapevano certo come
fare, ma Dio avrebbe detto loro come fare.
Quando Law-Wala vide giungere sul loro pianeta i quattro
Androidi dell‟Universo di Gilgamesh, capì che forse era
giunto il momento di sapere cosa dovevano fare per salvare
questo universo dalla distruzione irreversibile.
I quattro Androidi terrestri furono sorpresi perché si
aspettavano di incontrare degli uomini e non degli Androidi

302
Omega simbolo anche della Porta delle Stelle.

449
pagina n.450 499272_LAVORATO.pdf

molto simili a Giganti. Loro non li avevano mai visti, come era
accaduto a Gilgamesh e Utnapistim. Per questo non li
avevano riconosciuti, e così era stato anche per i quattro
Angeli, che non si erano fermati nemmeno un momento sul
nuovo pianeta.

450
pagina n.451 499272_LAVORATO.pdf

La soluzione del problema

Law-Wala spiegò loro cosa Dio aveva chiesto ai


sopravvissuti del primo Universo di fare, e che aveva anche
detto loro che avrebbero dovuto aspettare l‟arrivo di altri
Androidi dall‟Universo di Gilgamesh, insieme a Gilgamesh e
Utnapistim.
Gli Androidi che Law-Wala si era portato nel nuovo
universo erano solo un migliaio e in attesa che arrivassero i
quattro Androidi e i quattro Angeli, tutti insieme avevano
costruito in moltissimi anni una specie di cannoni molto
complessi nelle strutture e nel modo di funzionare.
Questi cannoni erano molto simili ai cannoni laser che gli
Androidi terrestri avevano utilizzato su Gaia durante la
battaglia finale.
Il loro compito era sparare materia sotto forma di atomi,
elettroni, protoni e neutroni sia di atomi leggeri che pesanti.
I cannoni costruiti erano oltre i duecento.
Ora che Gilgamesh e gli altri erano giunti da loro
avrebbero potuto realizzare il compito previsto.
………………………………………………………………
Sulla parete della Porta dell‟Universo questa volta tutti
insieme videro come doveva essere svolto il loro compito.
I cannoni subirono una leggera trasformazione suggerita
da Al-Barin.

451
pagina n.452 499272_LAVORATO.pdf

Gilgamesh e gli altri avevano lasciato su Terminus due


Porte dell‟Universo e ne avevano portate altre due sulla
nuova Gaia.
Ora bisognava spostare cento di questi cannoni su
Terminus.
Il tempo a disposizione non era infinito, ma pur sempre
mancavano alcuni miliardi di anni alla fine dell‟Universo di
Gilgamesh.
Tutti si spostarono sulla nuova Gaia; da lì Gilgamesh e
Utnapistim con Al-Awwal, Al-Akhir, Al-Ahad e Al-Hayy
tornarono su Terminus attraverso una delle Porte della
Piramide insieme a la metà degli Androidi della Nuova Terra
e cento cannoni.
Tutti gli altri attesero su Gaia. Al-Barin coordinò il tutto.
Cinquanta cannoni furono disposti davanti ad una delle due
Porte dell‟Universo di Terminus, gli altri cinquanta davanti alla
seconda Porta.
La stessa cosa avvenne su Gaia, cinquanta cannoni diretti
verso ciascuna delle due Porte che furono messe all‟esterno
della Piramide.
La sistemazione dei cannoni, nei due Universi, occupò
molto tempo e fu abbastanza complessa, perché non
potevano essere messi a caso ma la distanza una dall‟altro
era stata stabilita con precisione da Al-Barin in modo che la
materia sparata da loro non si incontrasse prima di avere
attraversato le Porte.
I cannoni su Terminus sparavano attraverso le Porte
materia dell‟Universo di Gilgamesh immettendolo in quello

452
pagina n.453 499272_LAVORATO.pdf

della nuova Terra , in sequenza i cannoni su Gaia sparavano


la materia in arrivo attraverso le altre Porte distribuendola nel
nuovo Universo.
La materia diminuiva così nell‟Universo di Gilgamesh che
però oramai era al collasso e L‟ Ώ aumentava in quello
nuovo.
Questa fase sarebbe durata circa due miliardi di anni.
Nel momento in cui l‟ Ώ del nuovo Universo avrebbe
superato il valore di uno, che comportava il fatto che anche
questo Universo avrebbe raggiunto il Big Crunch e quindi la
possibilità di un altro Big Bang, il lavoro dei cannoni sarebbe
terminato e con esso anche il destino di tutti gli Androidi
rimasti ancora vivi sia su Terminus che sulla Nuova Gaia.
Poco prima della scomparsa dell‟Universo di Gilgamesh,
anche tutti coloro che si trovavano su Terminus sarebbero
passati, utilizzando la Porta dell‟Universo, sul pianeta nuovo
Gaia e avrebbero atteso lì il compiersi di questo Universo.
Finalmente anche tutti loro sarebbero stati sottoposti al
giudizio Universale potendo aspirare così ad esistere nel
luogo dove erano stati relegati tutti gli altri Uomini o Androidi,
ma erano veramente tutti questa volta?.

453
pagina n.454 499272_LAVORATO.pdf

Gli Ultimi

Angra-Mainyu e Yama si erano allontanati dalla Terra poco


prima che iniziasse il giudizio Universale.
Erano salpati su di una astronave dell‟ultima generazione e
si erano diretti lontano verso altri pianeti, non essendo in
possesso della Porta dell‟Universo.
Ricordavano di quando avevano saputo da Al-Awwal sul
viaggio di Al-Akhir verso un lontano pianeta, ma non
sapevano la direzione che questi aveva preso e nemmeno la
distanza del pianeta dalla Terra.
Si erano accorti, durante la grande guerra, dell‟assenza di
Al-Awwal e di Al-Akhir sulla Terra e quindi avevano pensato
che entrambi si fossero diretti verso questo pianeta.
Non avevano strumenti per sapere dove andare e allora
decisero di inoltrarsi nello spazio più profondo cercando a
caso pianeti abitabili, non mancava certo a loro il tempo.
Il loro viaggio durò moltissimi secoli, la galassia stava già in
parte collassando e molte stelle stavano scomparendo o si
stavano trasformando in buchi neri.
……………………………………………………………….

Alla fine però videro in lontananza una stella molto stabile


che sapevano chiamarsi Mekbude e nelle sue vicinanze
trovarono un pianeta che poteva offrire loro riparo.

454
pagina n.455 499272_LAVORATO.pdf

Scesero su questo pianeta e si accorsero subito che


doveva essere proprio il pianeta trovato da Al-Akhir.
Su di esso c‟erano due Porte delle Stelle, che non avevano
mai visto, nascoste in una piramide del tutto simile a quella di
Gaia.
………………………………………………………………

Angra-Mainyu e Yama erano stanchi di tanto viaggiare e


più volte si erano pentiti di non aver aspettato la fine sulla
Terra insieme agli altri.
Ora però avevano l‟occasione per un nuovo salto
nell‟ignoto, attraverso le due Porte, anche se non sapevano
dove si sarebbero trovati.
Sul Pianeta non videro alcuna traccia di Al-Akhir e di Al-
Awwal ma capirono che erano passati di lì.
Attraversarono una delle due Porte e si trovarono
inaspettatamente su di un pianeta molto simile alla Terra.
Era abitato da Androidi Giganti , abbastanza più alti di loro
ma molto simili.
Non erano in grado di sapere che si trovavano in un altro
Universo.

Quanto tempo era passato?, non ne avevano più


cognizione.
………………………………………………………………

455
pagina n.456 499272_LAVORATO.pdf

Videro venire loro incontro un Androide molto alto,


capirono subito che doveva essere uno dei capi, per il suo
portamento austero e si presentarono a lui.
Law-Wala non li aveva conosciuti in passato e non aveva
sentito parlare di loro, ma raccontando la sua storia non poté
fare a meno di nominare Gilgamesh.
Angra-Mainyu prese allora coraggio è raccontò, a sua
volta, tutta la sua storia; raccontò di Bezoar, di Satana, dei
diavoli e degli Androidi cattivi e buoni. Raccontò delle
battaglie che aveva sostenuto contro Gilgamesh e Al-Awwal
su Gaia e soprattutto della grande guerra finale sulla Terra
tra uomini, Androidi e Angeli.

Law-Wala conobbe così una parte di storia, a cui lui non


aveva partecipato, ma non se la sentì di giudicare Angra-
Mainyu e gli spiegò il perché lui e molti altri si trovavano su
quel pianeta in un altro Universo.
Law-Wala descrisse quello che molti Androidi stavano
facendo da tempo su Terminus (il pianeta da cui Angra-
Mainyu e Yama erano venuti) e su Gaia (nuovo pianeta di
quest‟ultimo Universo).
Angra-Mainyu e Yama si dichiararono disposti ad aiutare
Law-Wala e gli altri in questa impresa.
Erano stanchi di aver sempre combattuto contro l‟Umanità
e gli Androidi fedeli ad essa, e soprattutto visto la fine
definitiva di Satana pensarono che forse si potevano salvare.
……………………………………………………………….

456
pagina n.457 499272_LAVORATO.pdf

Il lavoro era già iniziato da molto tempo e i cannoni


continuavano a sparare materia dall‟Universo di Gilgamesh a
quest‟ultimo, e avrebbero continuato a farlo per un tempo
lunghissimo.
C‟era però bisogno di controllare che tutto andasse come
previsto e per questo molti Androidi su Terminus e molti altri
sulla nuova Gaia si stavano adoperando per questo. Angra-
Mainyu e Yama parteciparono con questi aspettando che
arrivasse il momento della fine di tutto.
Il momento giunse, l‟Universo di Gilgamesh era oramai
arrivato alla sua fine.
I cannoni terminarono il loro lavoro.
……………………………………………………………….

Gli Androidi che stavano su Terminus si spostarono su


Gaia e lì incontrarono anche i due Androidi che più di una
volta si erano comportati male, ma che ora sembravano aver
cambiato veramente idea del modo di vivere.
Tutti insieme anche con quelli venuti dalla nuova Terra
avrebbero aspettato finalmente il loro giudizio universale.
Il nuovo Universo avrebbe continuato ad esistere, e magari
chissà un giorno avrebbe ospitato di nuovo un nuova
umanità.
Fino ad un nuovo Big Bang.

457
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EPILOGO

Gilgamesh, Utnapistim, Al-Awwal e Al-Akhir si trovarono


alla fine di tutto nel solito posto, felici di aver contribuito a
salvare dalla distruzione il nuovo Universo ma sentivano
dentro di loro una sottile nostalgia dei loro viaggi.
Non sapevano se per loro il destino prevedesse ancora
altri viaggi e avventure in altri Universi.
La speranza era però quella di dover essere ancora
necessari e utilizzati per scoprire altre terre.
Una cosa loro ex Umani ed ex Androidi non avevano
ancora compreso: che il vero viaggio di scoperta non
consiste nel cercare nuove terre, ma nell‟avere nuovi
occhi303, e non si deve andare dove il sentiero ti può portare,
ma solo dove il sentiero non c'è ancora e lasciare sempre
dietro di te una traccia304.
………………………………………………………………

Gilgamesh, Utnapistim, Al-Awwal e Al-Akhir avevano


oramai capito chiaramente che il Tempo non esiste, è solo
una dimensione dell‟anima.

303
Frase di Marcel Proust.
304
Frase di Ralph Waldo Emerson.

458
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Il passato non esiste in quanto non è più, il futuro non


esiste in quanto deve ancora essere, e il presente è solo un
istante inesistente di separazione tra passato e futuro.305

305
Pensiero filosofico di Sant’Agostino.

459
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«La cosa migliore del futuro è che arriva un giorno per


volta.»
Abraham Lincoln

«Vivrò per sempre o, almeno, morirò tentando.»


Joseph Eller

«Il tempo degli uomini è eternità ripiegata.»


Jean Cocteau

460
pagina n.461 499272_LAVORATO.pdf

FINE DEL TEMPO E DELLO SPAZIO

PROLOGO

……………………………………………………………….
Gilgamesh, Utnapistim, Al-Awwal e Al-Akhir avevano
oramai capito chiaramente che il Tempo non esiste, è solo
una dimensione dell‟anima. Il passato non esiste in quanto
non è più, il futuro non esiste in quanto deve ancora essere,
e il presente è solo un istante inesistente di separazione tra
passato e futuro.306
……………………………………………………………….
……………………………………………………………….
La grande fatica che gli androidi sotto il comando di Law-
Wala avevano compiuto per salvare il terzo universo dalla
fine senza più un nuovo inizio, si era dimostrata utile, esso si
stava avvicinando alla sua conclusione, ma proprio durante la
sua massima espansione (come le altre volte) un nuovo Big
Bang aveva fatto nascere un nuovo universo che ora già
contava miliardi di anni di esistenza.
Questo nuovo universo era diverso da tutti i precedenti, su
di esso non si erano presentati alla vita né uomini né androidi
ma una nuova forma di vita che è difficile da descrivere.
……………………………………………………………..

306
Pensiero filosofico di Sant’Agostino.

461
pagina n.462 499272_LAVORATO.pdf

…………………………………………………………….…
Gilgamesh fu chiamato insieme a Utnapistim per visitare
quest‟ultimo universo.
Furono felicissimi di questa chiamata inaspettata ma non
sapevano cosa li aspettasse.
Chiesero quale fosse il loro compito, ma questa volta non
ricevettero risposta.
Forse la risposta faceva parte del loro nuovo viaggio.
Con questi dubbi nelle loro anime, ma soprattutto non
avendo indicazioni di alcun genere, si sentivano come lasciati
soli di fronte al nulla e il nulla da sempre aveva fatto paura a
loro più di ogni altra cosa.
Ma l‟ordine di andare non ammetteva possibili dinieghi,
così si prepararono al grande salto verso il loro quarto
universo.
Al-Awwal e Al-Akhir non potevano andare insieme a loro e
questo fu un gran dispiacere, avevano partecipato sempre
alle ultime avventure, ma ora i due testimoni dovevano
effettuare il Viaggio da soli.
……………………………………………………………….
………………………………………………………………
Si trovarono al cospetto di Law-Wala, il primo Androide di
tutta la storia, intuirono che probabilmente erano discesi nel
terzo Universo.

462
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Il nuovo Universo

Erano giunti nel terzo universo, e ancora Law-Wala era lì


quasi fosse lui effettivamente il vero filo conduttore di tutti gli
universi. La sua età superava di molto i miliardi di anni, e
sembrava sempre lo stesso del giorno del primo incontro con
Gilgamesh su Gaia.
Certo i suoi circuiti positronici più volte erano stati sostituiti
e questo grazie al materiale che era stato trovato su
Terminus, ma scomparso Terminus non era stato più
possibile rifornirsi e così gli androidi, da Gilgamesh
conosciuti, erano oramai al termine della loro vita universale
e una volta finita l‟era del terzo universo anche loro, come
tutti gli altri rimasti ancora in vita, si sarebbero trovati di fronte
al giudizio finale.
Solo Law-Wala sarebbe rimasto in vita.
……………………………………………………………..
……………………………………………………………..
Law-Wala aveva notizie per loro due, insieme avrebbero
dovuto saltare nel quarto universo attraverso “La Porta
dell‟Universo” lasciando lì tutti gli altri oramai destinati al
compimento delle loro vite terrene.
Law-Wala disse loro che la vita su quel pianeta era stata
molto noiosa, non era stato possibile trovare la vita su altri
pianeti, e l‟essere Androidi senza la possibilità di procreare

463
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non aveva fatto altro che rendere il trascorrere del tempo una
vera tortura, avevano così tutti rimpianto i tempi passati sul
primo e secondo universo e avevano capito che il loro
compito essenziale era stato quello di far iniziare il quarto
universo.
Da quel momento in poi, se avessero saputo come fare, si
sarebbero volentieri risparmiati il tempo trascorso dopo,
furono così felici ora di sapere che il loro Tempo era finito e
questa volta per sempre.
Solo Law-Wala sapeva che per lui non era ancora giunto il
momento finale e l‟incontro con Gilgamesh e Utnapistim gli
dette una forza nuova.
Attraversarono la Porta dell‟Universo per trovarsi su di un
pianeta veramente grande.
Su di uno schermo gigante davanti a loro videro una scritta
nella lingua già vista nella Piramide di Gaia.

Ma questa volta Gilgamesh non ebbe bisogno dell‟aiuto di


Erasec e Airam Aizitel perché con loro c‟era Law-Wala e
questa era la sua prima lingua visto che la Piramide di Gaia
proprio lui l‟aveva portata dal suo universo.

464
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Law-Wala tradusse subito ”BENVENUTI SUL PIANETA


FONDATO DAGLI AVATAR”.
……………………………………………………………….
Avatar che strano nome, pensarono tutti e tre, chissà quale
era la sua origine.
Mentre ancora osservavano la grande scritta uno di questi
esseri gli si presentò davanti su di un immenso cavallo
bianco.
“Il mio nome è Kalki sono un Avatar e questo è il pianeta
su cui noi Avatar viviamo.
So chi siete e perché vi trovate qui ed io vi dirò tutti su di
noi.”
Gilgamesh, Utnapistim e Law-Wala rimasero senza parole:
erano conosciuti anche in questo quarto universo e ciò non
se lo aspettavano. Però furono sollevati, non dovevano
raccontare tutto ciò che avevano vissuto e questo sarebbe
durato chissà quanto, invece ora potevano ascoltare la storia
degli Avatar.

KALKI Il nostro mondo è del tutto simile a quello del tuo


Universo, caro Gilgamesh, anche noi abbiamo una teoria
della evoluzione e ti spiegherò i passi fatti, ma soprattutto la
mia presenza è l‟atto finale.
Il mio nome significa “La liberazione finale dell‟essere vivente
e il ritrovamento della sua natura divina.”
Altri nove sono i nomi di Grandi Avatar e ad ognuno di questi
è associato uno stato intermedio dell‟evoluzione. Alcuni di
questi tu già li conosci, ma soprattutto conosci il più

465
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importante proprio colui che è disceso dal cielo e da Dio si è


fatto essere vivente perché ciò è avvenuto nel tuo universo
sulla tua Terra.
Questi è stato il più importante degli Avatar e l‟unico degli
Eterni.
…………………………………………………………………..
Kalki fece accomodare i tre nella sua immensa casa sugli
alberi e iniziò il suo racconto.

466
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Gli Avatar

Quel pianeta era una immensa foresta vivente. Alberi


altissimi lo ricoprivano, talmente grandi da poterci costruire
intere case.
Gli Avatar abitavano nella foresta su questi alberi,
spostandosi sempre da uno all‟altro a cavallo di strane
creature, via di mezzo tra cavalli e draghi.
Non erano numerosi gli abitanti ma erano dei veri e propri
giganti alti quattro volte Law-Wala che già era molto alto
rispetto a Gilgamesh.
Gilgamesh e gli altri avevano subito capito che erano
anch‟essi guidati da un Grande Avatar.
Kalki disse loro che il suo nome in quanto liberazione finale
dell‟uomo e il ritrovamento della sua natura divina, significava
“Eternità e Tempo”.

Kalki disse che altri Grandi Avatar erano stati necessari per
arrivare a questa evoluzione.
Il primo Grande Avatar portava il nome di “Matsya” il pesce
che rappresentava la vita negli oceani primordiali.
Il secondo con nome “Kurma” rappresentava la tartaruga e
quindi il passaggio dai pesci agli anfibi.
Il terzo “Varaha” il cinghiale simbolo del passaggio sulla
terra ferma.

467
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Il quarto “Narasimha” l‟uomo leone simbolo dello sviluppo


dell‟uomo.
Quinto “Vamana” il nano simbolo dello sviluppo incompleto
dell‟uomo.
Sesto “Parashurama” l‟abitante della foresta e degli alberi
simbolo dello sviluppo completo dell‟uomo.
Gli ultimi quattro Grandi Avatar erano simboli delle divinità
e per questo molto importanti.
Il settimo “Rama” signore delle nazioni.
L‟ottavo “Krishna” simbolo e divinità della evoluzione
culturale dell‟umanità.
Il nono “Buddha” l‟illuminato simbolo della evoluzione
spirituale dell‟uomo.
Per Ultimo lui Kalki.
…………………………………………………………...
………………………………………………………………
Ma l‟inizio e la fine erano rappresentati da Gesù, il più
importante degli AVATAR.
In questo quarto universo si sarebbe forse compiuta l‟opera
iniziata in quello di Law-Wala, proseguita su quello di
Gilgamesh e su quello dei soli Androidi.

………………………………………………………………
Gilgamesh, Utnapistim e Law-Wala ora ne sapevano di più
e soprattutto Gilgamesh aveva ripensato agli incontri fatti con
Siddharta e Gesù nel proprio Universo, ora poteva pensare a
questi incontri con nuove idee.

468
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KALKI Gilgamesh, noi Avatar siamo come voi esseri umani,


con delle differenze di forma e statura che tu puoi ben
vedere. Ma a differenza vostra noi facemmo una scelta fin
dalle nostre origini di non cibarsi della vita animale, in un
primo momento per motivi etici, successivamente perché in
noi si formò un gene che ci rese allergici alla carne. Questo
fu dovuto, anche in parte, al fatto che la nostra foresta vitale,
non permetteva facilmente lo svilupparsi della vita animale e
soltanto pochissimi esseri animali potevano vivere in essa.
Infatti sul nostro pianeta non esistono carnivori da molto
tempo, a parte all‟inizio, e quindi solo noi Avatar potevamo
mangiare gli animali ed i pesci. La foresta e le piante su cui
viviamo hanno fornito a tutti quello che è necessario per
vivere ed anche i pesci che vivono nei nostri fiumi e mari si
cibano solo di plancton. Sappiamo che nel vostro universo e
in quello di Law-Wala questo non è stato possibile, perché
tutta la vita animale che si è sviluppata ha sempre avuto
bisogno delle vitamine presenti nella vita animale.
GILGAMESH caro Kalki è vero sulla Terra, su Gaia, su Aurora
etc.. la vita si è sviluppata in modo diverso, solo gli onnivori e
nemmeno tutti avrebbero potuto fare una scelta come la
vostra, ed in effetti qualcuno l‟ha fatta, ma è stata una scelta
individuale e non obbligata dalla natura.
…………………………………………………………………………
Kalki aveva terminato di spiegare chi erano gli Avatar ma
ancora non aveva detto ai tre testimoni perché aspettava il
loro arrivo e cosa essi dovevano fare.

469
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I problemi da risolvere erano due e tutti senza una


soluzione per il popolo degli Avatar, il progresso della loro
scienza si era fermato molto presto, a questi dovevano
pensare Gilgamesh, Utnapistim e Law-Wala.
Iniziò a descrivere il primo problema, questo non
impensierì troppo Gilgamesh.
Una soluzione era già stata trovata in passato occorreva
solo ripeterla.
Da lì a poco sul pianeta degli Avatar, chiamato da loro
Pandora, sarebbe caduta una grande meteorite, che avrebbe
potuto cancellare la vita di tutti gli abitanti.
Gilgamesh sapeva come fare, occorreva riutilizzare la
Porta dell‟Universo per tornare in quello suo e poi portare nel
quarto una bomba atomica da piazzare sul meteorite per farlo
deviare.
L‟unico problema era dovuto al fatto che occorreva tornare
indietro nel tempo in ogni Universo per arrivare al momento
in cui anche il suo fosse ancora in vita e così reperire una
bomba atomica.
Studiando bene i tempi (miliardi di anni) con l‟aiuto
prezioso di Law-Wala erano tornati indietro fino al tempo di
Einstein.
Einstein fu felice di incontrare Gilgamesh e non fece molte
domande, sapeva che non avrebbe potuto capire tutto, ma
accettò307 quanto le fu detto e trovò il modo di rifornire
Gilgamesh di quanto gli era necessario.

307
La scomparsa di Atlantide- Il grande esodo – epilogo.

470
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Ritornati sul pianeta degli Avatar, i tre prepararono quanto


necessario per impedire al meteorite di distruggere il pianeta.
Utilizzando la Porta dell‟Universo spostarono la bomba sul
meteorite e lo fecero esplodere. Il meteorite cambiò direzione
evitando la collisione.
Il primo problema era stato risolto facilmente e i tre
pensarono che in fondo il tutto non doveva essere molto
complicato. La grande esperienza maturata in passato
sarebbe tornata utile, visto anche le grandi sventure a cui
avevano trovato sempre una soluzione.
Ma il secondo problema che Kalki pose loro non era
altrettanto facile………………….

471
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Il grande parassita

Questa volta il problema riguardava la vita dell‟immensa


foresta dove abitavano gli Avatar.
Un parassita sconosciuto e fino ad ora invincibile stava
distruggendo l‟intera foresta e non c‟era stato il modo di
combatterlo. Dall‟interno degli alberi, una via di mezzo tra
platani giganti e baobab, il parassita divorava la parte più
importante degli stessi che in breve tempo ( anche se ci
volevano circa cento anni) li portava a morire e si stava
diffondendo rapidamente.
Kalki aveva calcolato che al massimo entro un migliaio di
anni l‟intera foresta sarebbe scomparsa e con essa gli
Avatar.
Questa foresta non dava solo riparo alla popolazione degli
alberi, ma con i suoi numerosi e svariati frutti dava da
mangiare, e con il liquido che da essi si ricavava anche da
bere. Su Pandora la foresta assolveva tutti i compiti che sulla
Terra veniva dalle coltivazioni, dagli alberi della frutta dai
fiumi e soprattutto su di essi gli avatar costruivano le loro
case.
Un paradiso terrestre a tutti gli effetti.
Certo rispetto agli uomini della terra questi Avatar erano
dei veri vegetariani, mai si sarebbero cibati di carne o pesce
per rispetto a “Matsya”, “Kurma”, “Varaha” e “Narasimha”.

472
pagina n.473 499272_LAVORATO.pdf

Bisognava trovare il sistema per distruggere il grande


parassita senza distruggere anche la foresta, la soluzione era
compito dei tre testimoni.
La porta dell‟universo era sempre la grande risorsa, ma
dove andare a ricercare una possibile soluzione al
problema?.
Law-Wala disse subito che nel suo universo la biologia non
era stata molto sviluppata e che lì la soluzione non c‟era, nel
terzo universo gli androidi non avevano certo sviluppato
quella branca della scienza, restava l‟universo di Utnapistim e
Gilgamesh ma in quale epoca sarebbe stato meglio
approdare?.
Nel secolo tra il 1900 e il 2000 la scienza terrestre aveva
fatto molti progressi, ma poco dopo il tutto era finito nella
grande distruzione del 2012.
Gilgamesh pensò al periodo successivo, quando l‟uomo si
era trasferito su Aurora e lì aveva colonizzato in poco tempo
quel grande pianeta.
Decisero di tornare su Aurora da Oettam.
Saltando indietro nel tempo in modo che esistesse il
secondo universo riuscirono a scendere su Aurora dopo circa
una ventina di anni dal passaggio dell‟uomo dalla Terra.
Si ritrovarono nei pressi della piramide fatta costruire da
Oettam.308
La piramide era stata costruita per rendere omaggio
proprio a Gilgamesh e Utnapistim che avevano permesso sia
con la Porta delle Stelle ritrovata sotto le macerie, ma

308
Viaggio verso la battaglia finale – Ultimo ritorno su aurora.

473
pagina n.474 499272_LAVORATO.pdf

soprattutto con il tempo che i due testimoni avevano passato


su Aurora rendendolo un pianeta con possibilità di vita.
Un tempo lunghissimo per loro, ma il risultato della loro
opera era stato utile e indispensabile al popolo di Oettam per
vivere su quel pianeta.

474
pagina n.475 499272_LAVORATO.pdf

Ritorno su Aurora

La piramide era lì come l‟avevano vista la prima volta


quando erano tornati da Oettam per incontrare Erasec ed
Airam Aizitel, sembrava che il tempo non fosse passato
affatto.
Oettam li ricevette proprio come in quel lontano giorno, ma
non riconobbe Law-Wala.
Utnapistim spiegò a Oettam, senza entrare troppo nei
dettagli, chi fosse quell‟Androide.
Ma fu come al solito Gilgamesh che entrò nei particolari
cercando di farsi capire, solo che oramai non c‟era bisogno di
spiegare perché Oettam accettò senza riserve tutto quello
che le fu detto.
Oettam e tutti i suoi vivevano dipendendo molto dagli alberi
e da tutti i loro frutti, e avevano studiato in quegli anni le
piante e i parassiti. In quel nuovo pianeta era divenuto molto
importante conoscere la struttura delle piante e tutto ciò che
riguardava l‟ agricoltura.
Erano stati fatti passi da gigante nella conoscenza della
struttura delle piante e utilizzando scoperte fatte sulla terra,
poco prima della grande distruzione, alcuni scienziati
avevano trovato molte risposte al problema dei parassiti delle
piante.

475
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Ma nonostante ciò nessuna pianta era simile a quelle del


pianeta degli Avatar. Le piante più simili a queste erano
platani, probabilmente appartenevano alla stessa famiglia.
Gilgamesh Utnapistim e Law-Wala si erano portati
attraverso la Porta dell‟Universo una piccola pianta proprio
per un migliore esame, con all‟interno il parassita.
Consegnarono tutto ad Oettam che si attivò subito,
fornendo ciò ai suoi scienziati, che si misero subito al lavoro.
Passò del tempo, e alla fine venne trovata una soluzione,
che si adattava al loro pianeta e ai platani, presenti su
Aurora. La pianta del pianeta degli Avatar non attecchì su
Aurora, e il parassita non poté essere esaminato
compiutamente.
Erasec e Airam Aizitel erano diventati molto anziani, furono
felici di aver incontrato di nuovo Gilgamesh e soprattutto di
aver conosciuto Law-Wala, l‟androide che conosceva la
scrittura che essi avevano trovato nella piramide di Gaia e
che avevano tradotto per Gilgamesh.
Passarono molto tempo con lui e quando alla fine venne il
momento del distacco, per ritornare nel quarto universo,
qualche lacrima solcò i loro volti.
La conoscenza di Gilgamesh, Utnapistim e Law-Wala
sarebbe rimasta una tra le cose più straordinarie della loro
vita.
Il parassita degli alberi dei Avatar assomigliava molto al
“Ceratocystis fimbriata”, parassita dei platani che portava a
morte questi alberi dopo averli defoliati completamente.

476
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Già sulla terra era stato trovato un modo di combatterlo,


ma il modo più sicuro era l‟abbattimento di tutti gli alberi
malati. Su Aurora vista la scarsa diffusione di piante questa
soluzione era stata scartata ed era stato trovato un minerale
che diluito nell‟acqua salata uccideva la gran parte di questi
parassiti, solo gli alberi oramai completamente infestati
dovevano essere abbattuti.
I tre pensarono che questa potesse essere una possibile
soluzione e tornarono sul pianeta degli Avatar per provare
questo sistema.
Il sistema funzionò e in breve tempo le immense foreste
furono salve.
Ancora una volta Gilgamesh, Utnapistim e Law-Wala
avevano avuto successo.
Insieme pensarono che non poteva essere questo l‟unico
motivo per cui erano stati inviati su quel pianeta e da lì a
poco questa sensazione si sarebbe dimostrata del tutto vera.
Gli Avatar erano diventati oramai amici dei tre testimoni, e
spesso i loro grandi capi li avevano invitati a mangiare e bere
con loro.
In questo modo si erano conosciuti in profondità, e molte
volte avevano chiesto pareri a Law-Wala che oltretutto era
anche colui che meglio conosceva la loro lingua, poiché del
tutto simile a quella parlata e scritta nel suo universo.
Un giorno Krishna e Kalki presero da parte Gilgamesh.

KALKI Gilgamesh fino ad ora non ti ho detto una cosa molto


importante, visto che dovevi salvare con i tuoi amici il nostro

477
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pianeta dalla distruzione, ma ora che la cosa è compiuta ti


devo condurre in un posto molto segreto per vedere ciò che,
forse, in parte hai già visto ma che mai avresti pensato di
trovare qui da noi.
……………………………………………………………………
…………………………………………………………….
Attraversarono la foresta di Pandora per molte giornate e in
un punto dove la foresta si diradava un po‟ Gilgamesh scorse
una piramide del tutta simile a quella di Mu del pianeta Gaia.
Gilgamesh rimase completamente attonito, vedere lì
davanti a lui il simbolo di tutte le sue avventure passate fu
come tornare per un attimo nella sua vita di uomo e ricordare
sia le sue fatiche ma anche le sue grandi imprese.
Non entrò subito dentro la Piramide e chiese a Kalki e
Krishna se poteva farlo insieme a Utnapistim e Law-Wala.
I due Avatar non ebbero nulla in contrario e così
Gilgamesh tornò indietro a chiamarli per condurli sul posto.
Law-Wala, Utnapistim si trovarono davanti alla Piramide
simile a quella di Mu, e come per Gilgamesh la loro sorpresa
fu enorme.
Utnapistim rimase sorpreso, anche lui aveva costruito una
piramide sulla terra, dove aveva nascosto la Porta delle
Stelle, ma quella che vedeva ora era più imponente e bella
ed era del tutto simile a quella di Gaia.
Anche per Law-Wala non poteva che essere la Piramide di
Mu, che lui aveva costruito portandola direttamente dal suo
Universo, era troppo simile e riconobbe avvicinandosi i

478
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mattoni che lui e gli altri Androidi avevano messo uno sopra
l‟altro facendoli uscire direttamente dalla Porta dell‟Universo.

479
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La Piramide di Mu

Difficilmente si potevano notare differenze con quella a loro


nota. Chiesero a Kalki come mai quella Piramide fosse lì e
chi l‟aveva costruita.
Prima però entrarono tutti nella prima stanza.
Qui si trovava una porta chiusa con sopra una scritta che
Law-Wala cercò di decifrare. Kalki disse che nessun Avatar
l‟aveva mai aperta.

- - -

- -

Law-Wala tradusse la scritta con:


“ La Piramide di Mu Qui E‟ Chiusa”.
La scritta quindi parlava di Piramide di Mu come era
sembrato a loro tre.
Law-Wala era quello che l‟aveva costruita su Gaia,
Gilgamesh e Utnapistim erano entrati in essa innumerevoli
volte.
Ma come mai si trovava in quel posto?. Gilgamesh aveva
visto la distruzione del pianeta Gaia, mentre tornava sulla
terra dopo la grande battaglia in seguito alla esplosione della

480
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stella Betelgeuse nella galassia chiamata dagli uomini “Via


lattea”.
La piramide non si poteva essere salvata.
……………………………………………………………..
Kalki passò la parola a Krishna.

KRISHNA quello che sto per raccontarvi è quello che ho visto


con i miei occhi e che mi è stato detto, non so niente di più
perché alle mie domande quasi mai mi è stata fornita una
risposta.
“ Mi trovavo proprio nel posto in cui siamo, e dopo giorni di
cammino sugli alberi finalmente avevo trovato questa radura
dove riposarmi, quando improvvisamente mi trovai davanti ad
una immensa porta dalla quale uscirono due uomini molto
simili a Law-Wala. Dovevano essere degli Androidi, questi mi
chiesero di non chiamare nessuno, e cominciarono a far
uscire dalla porta pezzi interi di questa piramide. La porta era
molto grande e la piramide venne costruita in non molto
tempo, passarono attraverso di essa poco più di mille pezzi e
i due Androidi la costruirono da soli.
Quei due Androidi erano molto forti e nel giro di un centinaio
di giorni, la piramide fu eretta. Chiesi loro di spiegarmi a cosa
doveva servire, e questi mi dissero che l‟avrei saputo solo fra
molte centinaia di anni e che, soprattutto, dovevo conservarla
così per ordine del dio che noi Avatar adoriamo, fino al
momento in cui altri esseri sarebbero scesi su Pandora per
salvarla. Mi consegnarono una tavola scritta nella nostra
lingua e così come erano venuti se ne andarono.”

481
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KALKI Krishna venne subito da me e mi raccontò l‟accaduto,


insieme ci incontrammo con gli altri otto Grandi Avatar e
decidemmo di rispettare quanto era scritto sulla tavola
consegnataci dai due Androidi.
I due Androidi entrarono nella grande Porta e scomparvero,
non ci vollero dire i loro nomi ma ci pregarono di rispettare
quanto scritto sulla tavola consegnatoci. Sembravano molto
soddisfatti di quello che avevano compiuto.

KRISHNA Law-Wala, noi rimanemmo senza parole, quello che


ci stava accadendo non era comprensibile, ma accettammo
ciò nel nome di Visnu309.
…………………………………………………………………….

Law-Wala disse a Gilgamesh, Utnapistim, Kalki e Krishna


che forse sapeva chi erano i due, anche se non poteva
esserne certo.
Law-Wala iniziò a raccontare ciò che Gilgamesh e gli altri
non potevano sapere.
“Un giorno, molto tempo dopo che da parte degli Androidi
era stato compiuta l‟opera per salvare il terzo universo dal
Big-Rip, utilizzando le Porte ed i cannoni su Terminus e su
Gaia310, mi si presentarono davanti Angra-Mainyu e Yama.
Questi mi chiesero la possibilità di tornare nel loro Universo
ed io non seppi negargli ciò.

309
Divinità più importante dell’induismo.
310
Viaggio Finale – La soluzione del problema.

482
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Attraversarono la Porta dell‟ Universo e scomparvero per


sempre.
A questo punto penso che loro potrebbero essere i due
Androidi che avete incontrato voi Krishna e Kalki”.
In effetti doveva essere proprio così, a Gilgamesh e
Utnapistim non venivano in mente altri Androidi visto che tutti
erano con loro in Paradiso o all‟Inferno. Tranne gli Androidi
del terzo Universo che però erano stati sempre sotto il
controllo di Law-Wala.

483
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Ritorno a Terminus

Angra-Mainyu e Yama avevano attraversato la Porta


dell‟Universo senza sapere dove si sarebbero trovati, ma
capirono ben presto di essere sul pianeta Terminus.
Da lì pensavano che sarebbero in un modo o nell‟altro
tornati verso la Terra.
Ma, non sapevano che il loro desiderio di tornare era stato
guidato da Dio.
Il loro compito era un altro e solo dopo averlo compiuto
sarebbero stati giudicati per andare in uno dei due posti
previsti dal Giudizio Universale.
……………………………………………………………………
Al-Awwal era sceso da poco su Terminus proveniente da
Aurora per ordine di Gilgamesh, sulla sua astronave si era
portato la Porta dell‟Universo. Doveva incontrare su Terminus
gli altri cinque Androidi che si trovavano lì da almeno tremila
anni e insieme avrebbero dovuto aspettare il ritorno di
Gilgamesh.
Angra-Mainyu e Yama non si fecero vedere da Al-Awwal e
non appena ricostruita la Porta dell‟Universo si trovarono
davanti ad essa, come chiestogli da Dio.
Entrarono dentro di essa e scomparvero.

484
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Al-Awwal e gli altri cinque androidi non si accorsero di


nulla, anche per questo Gilgamesh e Utnapistim non erano
venuti a conoscenza di questo avvenimento.
Attraversarono la Porta non conoscendo, ancora una volta,
la meta.
Questo posto non lo conoscevano ma non fu difficile
immaginarsi in quale pianeta erano giunti.
Era sicuramente Gaia, il pianeta che girava intorno a
Betelgeuse. Lì aveva provato ad arrivare Angra-Mainyu
durante la grande battaglia per distruggere la Piramide di Mu,
ma era stato respinto da Gilgamesh e gli altri Androidi,
mentre Yama proseguiva verso la Terra alla ricerca della
Piramide di Utnapistim.
Ora finalmente potevano vedere da vicino la famosa
Piramide per cui avevano combattuto a fianco di Satan.
Angra-Mainyu ricordò le numerose astronavi abbattute
durante la battaglia ed il gran numero di Androidi morti.
Comunque tutto oramai apparteneva ad un passato
infinitamente lontano, e loro invece si trovavano qui per
assolvere ad un compito sicuramente importante.
Entrarono nella Piramide e giunsero in una grande sala
che riportava molte delle avventure a cui avevano partecipato
Gilgamesh ed i suoi amici, e in parte alcune anche loro due.
Una scritta sulla parete indicava a loro due che dovevano
smontare la Piramide in mille pezzi e farli passare con loro
attraverso la Porta dell‟Universo e consegnare una tavoletta,
che trovarono nella stanza, al primo essere che avessero
incontrato.

485
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Prima però si sedettero di fronte alla Parete sulla quale


scorrevano immagini del passato e così videro molto di quello
che era accaduto non solo nel loro Universo ma anche nel
precedente e nel successivo.
Poi decisero che era arrivato il momento giusto, iniziarono
a smontare la piramide per poter dare seguito a quanto
richiestogli. Il tutto durò circa un migliaio di giorni, ma per loro
il tempo non aveva grande importanza e soprattutto in quella
Piramide Il tempo perdeva il senso dello scorrere.
Alla fine si decisero ad attraversare la Porta dell‟Universo,
per la terza volta consecutiva non sapevano la destinazione.
Si trovavano adesso su di un pianeta sconosciuto dotato di
una immensa foresta, nella radura in cui erano giunti
comparve un essere molto diverso da loro e dagli uomini che
avevano conosciuto. Questi li accolse con rispetto e disse
subito il suo nome “Krishna”, loro invece non dissero nulla
perché conoscevano poco quella lingua e non era stato detto
loro di presentarsi.
Consegnarono a Krishna la tavoletta e iniziarono subito il
lavoro di ricostruzione della Piramide, sapendo che solo dopo
aver terminato, forse, qualcuno li avrebbe ripagati in qualche
modo.
In circa un migliaio di giorni finirono il lavoro.
Angra-Mainyu e Yama improvvisamente, questa volta
senza passare attraverso la Porta, si trovarono in un posto
affollato dove incontrarono molti degli uomini e Androidi che
avevano conosciuto.

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Dovevano essere sottoposti al giudizio Universale, ma


dato gli ultimi avvenimenti, erano certi che il Paradiso li
avrebbe accolti.

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La Piramide chiusa

Gilgamesh, Utnapistim e Law-Wala erano di fronte alla


scritta che parlava della porta chiusa e non avevano idea di
cosa fare per entrare nella Piramide.
Mentre pensavano a come fare, comparve innanzi a loro
un essere che conoscevano benissimo perché aveva
partecipato con loro a molte delle grandi avventure.
Era Al-Awwal evidentemente mandato lì forse allo scopo di
aprire quella porta.
Fu per tutti loro come ritrovare un grande amico e si
abbracciarono come se fosse una eternità che non si
vedevano, certo di tempo ne era passato ma un tempo che
non era possibile definire.
Ma anche Al-Wala non sapeva niente di quella porta
chiusa.
Sia lui che Gilgamesh e Utnapistim erano entrati molte
volte nella Piramide e probabilmente lo stesso aveva fatto
Law-Wala, visto che il primo a costruirla era stato proprio lui.
La porta chiusa era quindi un evento strano.
……………………………………………………………….
UTNAPISTM Gilgamesh penso che se improvvisamente è
comparso Al-Awwal, dobbiamo aspettarci da lui la soluzione
per aprire la porta.

488
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AL-AWWAL Cari non so se vi potrò essere di aiuto ma ho


portato con me tutte le Tavole che ho io stesso ho posto nella
teca della Piramide insieme a quelle che lì già erano e che
con la speciale macchina fotografica ho reso di cristallo.
Forse una lettura accurata di tutte potrà darci una risposta.
…………………………………………………………………….
Divisero le innumerevoli tavole in tre gruppi.
Gilgamesh prese tutte quelle che partivano dal suo periodo
in poi.
Utnapistim quelle antecedenti alla nascita di Gilgamesh ma
posteriori al salvataggio dei Muani su Gaia.
Al-Awwal tutte quelle antecedenti al 9000 a.C.
Law-Wala invece avrebbe aiutato gli altri tre essendo il più
esperto della lingua in cui erano scritte la maggior parte delle
tavole.
Le tavole già note furono esaminate in un tempo
sufficientemente breve, e in esse non fu trovato niente che
potesse aiutarli per aprire la porta della Piramide.
Ma le tavole sconosciute in parte o del tutto erano
comunque numerose e spesso risultò difficile dare un senso
chiaro ad esse.
Al-Awwal non trovò niente su quelle che gli erano state
destinate che portasse a risolvere il problema della porta.
Utnapistim rimase sorpreso di leggere della sua impresa
durante il diluvio, e di tutti i profeti che negli anni successivi
parlarono di lui.
Gilgamesh conosceva la maggior parte di quelle a lui
assegnate, ma scoprì che alcune che sembravano essere

489
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perdute per sempre erano invece salve e parlavano di lui e


della sue imprese, come le prime due tavole311 e la tavola 5.
La parte iniziale della Tavola 7 (parte quinta) raccontava
della visione di Gilgamesh sulla parete dei secoli fra il 200 ed
il 500 d.c.
La tavola 11312 parlava del suo incontro con Maometto ed
in essa c‟erano risposte interessanti.
C‟erano anche due tavole che il gruppo di archeologi aveva
rinvenuto nel 2033 sotto le macerie della città di Baghdad, la
tavola 19 e la tavola 20 che all‟epoca erano talmente rigate
da non poter estrarre da loro alcuna parola.
Gilgamesh chiamò gli altri per leggere insieme quello che
nessuno aveva letto e lui non ricordava quasi più.
Iniziarono dalla prima e seconda Tavola.

311
Viaggio nel tempo e nello spazio – Prologo.
312
Viaggio nel tempo e nello spazio – La visione della storia (parte quarta).

490
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TAV 1

Alla ricerca dell’uomo immortale

Gilgamesh aveva saputo dal padre Lugalbanda che sulle


sponde di un grande lago un uomo era divenuto immortale
per aver salvato l‟umanità dal diluvio universale, decise di
andare a trovarlo anche se le notizie su di lui erano scarse e
spesso contraddittorie.
Così si incamminò verso un grande lago che sapeva
trovarsi lontano dalla sua terra ma raggiungibile senza dover
attraversare un grande mare.
A chiunque chiedesse di questo uomo, questi forniva
risposte vaghe ed il suo nome cambiava a seconda della
persona interrogata.
Chi disse che si chiamava Noè, chi Utnapistim e chi ancora
Ziusudra.
Un giorno caldo e afoso si trovò sulle rive di un lago e vide
arrivare su di una piccola imbarcazione un signore barbuto e
con i capelli completamente bianchi chiese a lui dell‟uomo
che cercava e si sentì rispondere che poteva essere lui, il suo
nome era Utnapistim.
Cercò di capire se era lui proprio colui che aveva salvato
l‟umanità dal diluvio universale e si sentì rispondere che lui
l‟aveva fatto.
…………………………………………………………………….

491
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GILGAMESH Utnapistim ma è vero che tu sei immortale?.


UTNAPISTIM Gilgamesh la mia vita dura oramai da moltissimo
tempo ma non so se sia veramente eterna, mi è stato
regalato tutto questa grande Tempo perché ho salvato
l‟umanità dal diluvio universale. Un giorno mi è stato
suggerito di costruire una grande arca per contenere
moltissime specie animali e l‟uomo (la mia famiglia) e dopo
un grande diluvio durato ottanta giorni sono potuto sbarcare
di nuovo sulla terra con tutti coloro che avevo ospitato
nell‟Arca. Si dice che la vita sia ricominciata da lì.

GILGAMESH Io sono venuto qui per sapere se ci sono


possibilità per acquistare tanto Tempo come per te e cosa
devo fare per arrivare a ciò.
UTNAPISTIM Non sono sicuro che ci sia una strada per
giungere all‟immortalità, so che c‟è sicuramente una strada
per salvare l‟uomo dai suoi desideri malvagi, e questo ti può
aiutare. Ma prima di tutto devi capire se sei disposto ad
abbandonare tutti i tuoi desideri negativi.

GILGAMESH Caro Utnapistim sono disposto a rinunciare a


tutta la mia vita precedente per raggiungere quello che ti è
stato concesso.
UTNAPISTIM Allora segui tutto ciò che ti dirò. Anche se qualche
volta non capirai quello che ti chiedo e ti sembreranno invero
molto strane e pazzesche le mie proposte. Accetta con fede i
miei suggerimenti e arriverai a quello che chiedi.

492
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TAV 2

Alla ricerca del bene da fare

Utnapistim disse a Gilgamesh che doveva cercare di


ricordare tutto quello che aveva fatto fino ad ora, dando un
valore a tutto ciò. Soprattutto doveva, in qualche modo,
pentirsi di tutto il male che aveva arrecato al suo popolo.
Gilgamesh si allontanò un attimo da Utnapistim, e iniziò a
pensare alla sua vita passata come Re di Uruk.
Vide così scorrere davanti a suoi occhi le innumerevoli
guerre ……………….

GILGAMESH Utnapistim, in effetti, spesso non mi sono


comportato bene nei confronti del mio popolo, lo ho condotto
attraverso guerre313 e lotte che potevano essere evitate, li ho
oppressi con tasse e balzelli, li ho lasciati nella povertà
invece di condurli verso una vita migliore.

UTNAPISTIM Caro Gilgamesh, questo intendevo dire quando


ti parlavo di desideri malvagi. Un Re deve, invece, agire per il
bene del suo popolo anche a scapito del suo potere e della
sua vita. Il solo fatto che ora tu stai capendo ciò, renderà
forse possibile il tuo desiderio. Anche se dovrà passare
ancora molto tempo e tu dovrai compiere una serie di

313
Dall‟Epopea di Gilgamesh di Sandars.

493
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imprese che ti verranno richieste espressamente da un Dio


che non è però quello che a cui noi abbiamo creduto fino ad
ora. Ma questo lo capirai solo in seguito.
………………………………………………………………
Gilgamesh disse agli altri testimoni che ora avrebbero letto
la tavola cinque, che si pensava distrutta, quando nel 2033
erano stati effettuati gli scavi a Ninive, insieme a questa
c‟erano anche la tavola 11, il primo pezzo della tavola 7
(parte quinta) e le tavole 19 e 20.
Con queste le tavole erano complete e sperava che tra di
esse si potesse trovare la soluzione al problema della entrata
alla Piramide, altrimenti non sapeva proprio come avrebbero
potuto visitarla.
Law-Wala, Al-Awwal e Utnapistim prestarono molta
attenzione alla lettura di queste tavole, sperando di trovare
nascoste in esse un risposta.
Utnapistim la quinta tavola la conosceva bene, da lì era
iniziato il suo primo viaggio nel tempo.

494
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TAV 5

Alla scoperta del futuro

Utnapistim si era trovato improvvisamente dinanzi ad una


parete sulla quale scorreva il Tempo, a partire dalla sua
epoca.
Migliaia di anni scorrevano sullo schermo e lui vedeva cose
che, evidentemente, dovevano essere accadute ma che
riguardavano epoche future.
Pensò che fosse tutto uno strano sogno, e che quello che
stava vedendo fosse frutto della sua immaginazione. Solo
che il tutto era pieno di riferimenti ed avvenimenti che
difficilmente potevano essersi impressi nelle cellule del suo
cervello.
Lui quella parete l‟aveva trovata in una piramide al tempo
di un faraone egiziano314 con cui aveva fatto amicizia e che
gli aveva consegnato una mappa per trovare questo luogo in
un giorno stabilito.
Quel giorno era poi giunto e Utnapistim era entrato in
quella piramide e ora stava vivendo tutto ciò.
……………………………………………………………….
………………………………………………………………..

314
KA Viaggio verso l’inizio della vita – Alla ricerca dell’origine della storia.

495
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Vide sulla parete avvenimenti storici di quasi tutti i secoli a


partire dal suo, vide che il calendario ad un certo punto
prendeva un numero del tutto nuovo.
……………………………………………………………...........
..................................................................................................
.Ogni secolo era quasi sempre luogo di guerre315 senza fine,
di battaglie tra uomini per motivi spesso senza senso. Dopo
ogni guerra l‟uomo sembrava acquistare un po‟ di cervello,
ma ciò durava molto poco e c‟era sempre qualche uomo di
potere che ne ricominciava un'altra.
Molte di queste guerre erano fatte per conquistare altre
terre o sottomettere altri popoli. Capitava spesso che fossero
fatte per motivi religiosi, almeno per la povera gente, ma
dietro tutto ciò c‟era sempre una sete di conquista di risorse
naturali, di nuove terre, di nuove popolazioni.
Le visioni si succedevano velocemente, tanto che
Utnapistim più volte fu tentato di allontanarsi dalla parete, ma
era come se fosse stato legato e stregato da tutto ciò a cui
stava assistendo.
Ad un certo momento pensò di essere impazzito.
Ma le visioni erano così chiare e nette che non ci potevano
essere dubbi, lui stava assistendo allo svolgersi della storia
dell‟umanità e si sentì obbligato ad rimanere incollato a quella
parete.

315
Viaggio verso l’inizio della vita- Alla ricerca della sopravvivenza.

496
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Poi tutto finì come era iniziato e Utnapistim si sentì pronto


per il compito che qualcuno aveva stabilito per lui. Condurre
una persona in un viaggio del tutto simile al suo.
Ora sapeva che quella persona era Gilgamesh.

497
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TAV 11

Alla ricerca del significato dell’ Islam (Dialogo tra due


uomini)

Gilgamesh attraversò la porta delle stelle e si trovò nel 610


d.C. vicino alla città di Mecca nella regione peninsulare
arabica dove incontrò un personaggio che avrebbe avuto
grande importanza nel medioevo e successivamente.
Il suo nome era Muhammad e grazie ad una rilevazione
che affermava di aver avuto dall‟Arcangelo Gabriele aveva
fondato una nuova religione monoteista.
Era la terza religione monoteista della storia dopo quella
Ebraica e quella Cristiana. Tutte e tre partivano dallo stesso
Dio chiamato rispettivamente da quella Ebraica “Jahvè” , da
quella Cristiana “Dio”, da quella mussulmana “Allah”.
Si sarebbe in futuro affermata moltissimo fino a diventare
la religione più diffusa nell‟intero pianeta.

GILGAMESH Muhammad tu non mi puoi conoscere ma io


vengo da una terra molto vicino alla tua, e in qualche modo
sono anche un tuo avo. Non ti posso spiegare come sono
qui, ma come tu hai creduto all‟arcangelo Gabriele così puoi
credere a quello che ti dirò.
MUHAMMAD Gilgamesh è vero non so chi sei e non ti chiederò
ulteriori spiegazioni, ma se tu sai che io ho incontrato

498
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l‟Arcangelo Gabriele, vuol dire che conosci molte cose e io ti


ascolterò.

GILGAMESH Muhammad tu ti accingi a scrivere un libro316 che


diverrà per molti dei tuoi seguaci quello che sono stati la
“Bibbia” per il popolo Ebraico e i “Vangeli” per il popolo
cristiano. Purtroppo proprio come, già accaduto, per questi
due libri, anche il tuo sarà in parte travisato e comporterà
guerre e assassini contro altri popoli.
MUHAMMAD Si è vero sto scrivendo questo libro affinché i miei
seguaci si comportino rispettando le leggi. So anche che sia
gli Ebrei che i Cristiani per seguire i loro testi sacri hanno
commesso stragi e guerre contro altri popoli, e quindi questo
succederà anche per noi, ma io credo che le persone di
buona volontà, prima o poi, avranno ragione del male.

GILGAMESH Muhammad so che tu sei in buona fede e che


farai del tutto per dare delle regole buone da seguire, ma
purtroppo so che questo non sempre succederà.
……………………………………………………………………
…………………………………………………………….
Nel futuro però il popolo mussulmano, avrebbe travisato
l‟insegnamento di Muhammad e si sarebbe schierato per una
guerra santa che non aveva niente di santo. Molta gente
avrebbe perso la sua vita per uccidere persone di altre
religioni, sperando nel paradiso, e il suicidio era stato
considerato un atto eroico.

316
Corano

499
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Muhammad non aveva però detto o chiesto nulla di tutto


ciò, anzi era stato una persona tollerante, verso quelli che si
dimostravano tolleranti, e mai avrebbe spinto la sua gente ad
uccidere altri. Anzi lo stesso Cristo per lui era stato uno dei
grandi profeti, e sia Abramo e Noè erano stati suoi grandi
antenati.
Nel tempo però delle frange estremiste si sarebbero, alle
volte, sostituite a quelle più moderate portando verso i
credenti mussulmani odio da parte di molti altri.
………………………………………………………………
Gilgamesh nel leggere la Tavola 11 capì quanto descritto
nella Tavola 6, quella ritrovata da Al-Awwal e che in qualche
modo parlava del suo viaggio nel Tempo.
Ora mancava solo la Tavola 7 (parte quinta) e se non si
trovava niente circa l‟apertura della porta della Piramide, i
quattro Testimoni non sapevano più come fare. Si accinsero a
leggerla con molta attenzione.

500
pagina n.501 499272_LAVORATO.pdf

TAV 7

La visione della Storia (parte quinta)

Gilgamesh dopo aver lasciato Muhammad ai suoi pensieri,


su quello che gli aveva detto, tornò da Utnapistim.

UTNAPISTIM Caro Gilgamesh ora vedrai sulla parete qualcosa


che è successo in un continente nuovo, per te, e vedrai un
popolo che risulterà importante per le predizioni sul futuro a
cui tu, purtroppo assisterai con dolore.

Insieme assistettero all‟ascesa di un popolo chiamato


Maya che aveva molto cose in comune con i popoli passati
vissuti in europea ed in africa ed in asia.
Questo popolo adorava Dei come nel passato, anche loro
facevano partire l‟inizio della nuova storia da un diluvio
universale nel 317 d.C.
Il tempo che loro due stavano osservando corrispondeva al
VI secolo d.C.
Contemporaneamente all‟ascesa dei Maya, altri popoli
vissero insieme a loro, il popolo dei Totonac, dei Zotonac e di
Mixtec. Tutte queste etnie abitarono la città di Teotihuacan
fondata prima del 200 a.C.
La città di Teotihuacan nel suo massimo splendore aveva
oltre 200000 abitanti, divisi tra le quattro etnie.

501
pagina n.502 499272_LAVORATO.pdf

Il suo nome significava “Il luogo dove abitano gli Dei” o “Il
luogo di coloro che hanno la via degli Dei”.
A partire da quell‟epoca furono costruite due grandi
Piramidi: quella della Luna e quella del Sole.
Le due grandi Piramidi che si stagliavano nella città, erano
luogo di culto.
L‟Entrata alle due Piramide era nota solo ai capi delle varie
etnie.
Continuarono così ad assistere all‟ evolversi della storia
sulla parete.
Tra il 600 ed il 700 d.C. grandi civiltà come quella Maya
occuparono una terra sconosciuta.
Nel 990 d.C. si espanse l‟impero degli Inca (Perù)317,
qualche anno dopo i Vichinghi colonizzarono la Groenlandia
e scoprirono una terra nuova318….
Il tempo sembrava passare velocemente, ma loro vivevano
gli avvenimenti come se fossero presenti.

I Normanni conquistarono l‟Inghilterra e poco dopo iniziò la


Prima Crociata della Chiesa. Iniziò la grande espansione di
Gengis Khan in tutta l‟ Asia. In Africa sorsero comunità stato
degli Hausa (Nigeria) e nel nuovo continente gli Aztechi si
stanziarono nella valle del Messico. Sulla parete videro il
mondo conosciuto ritirarsi in piccole città fortificate per
difendersi dagli invasori, e soprattutto l‟esplodere della civiltà
cinese.

317
Gilgamesh e Utnapistim vedono cosa succede sulla Terra intera, nelle diverse epoche.
318
Nuovo continente Nord Americano.

502
pagina n.503 499272_LAVORATO.pdf

Arrivarono cosi all‟ anno 1200 d.C. e Utnapistim fermò di


nuovo lo scorrere degli avvenimenti sulla parete.

503
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TAV 19
La visione della Apocalisse finale

Gilgamesh e Utnapistim si risvegliarono di fronte alla


parete che continuava a tremare per vedere su di essa la
magnificenza di Gerusalemme.
Videro un angelo trasportare Giovanni su un grande monte
e da lì mostrargli la città santa di Gerusalemme.
“lo splendore di lei era simile a pietra preziosa, come il
diaspro corallino”.319
Seguì la descrizione della città fornita di un muro di cinta
grande e munito di dodici porte davanti alle quali si ergevano
ritti dodici angeli.
Tre porte in ogni direzione, oriente, occidente settentrione,
meridione.
Il muro della città aveva dodici fondamenta e sopra di esse
dodici nomi.
“In essa non entrerà nulla d‟impuro, né chi commette
abominazioni o dice menzogna, ma soltanto quelli che sono
scritti nel libro di vita dell‟Agnello”.
“In questa città eterna non vi sarà più la notte per cui non ci
sarà mai più bisogno della luce delle lampade né di quella del
sole perché Dio splenderà su tutto”.

319
Apocalisse 21-11

504
pagina n.505 499272_LAVORATO.pdf

“Si io vengo presto, e darò la ricompensa a ciascuno


secondo le sue opere. Io sono l‟Alfa e l‟Omega, il primo e
l‟ultimo, il principio e la fine”.

505
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TAV 20

Il calendario dei Maya

Gilgamesh e Utnapistim dopo la visione della fine


dell‟apocalisse, si erano seduti davanti alla parete stanchi di
tutto quello a cui avevano assistito, ma all‟improvviso un
sommovimento che sembrava venire dalle viscere della Terra
li sorprese.
Sulla parete cominciarono a scorrere immagini che
sembravano ricordare loro il viaggio compiuto nel nuovo
continente, durante il quale avevano visitato la città di
Teotihuacan, fondata dai Maya.
Utnapistim ricordò che in cima alla Piramide della Luna
aveva visto un manufatto di pietra circolare che sembrava un
calendario universale.
Avevano chiesto ad alcuni del luogo cosa significasse
questo calendario, e gli fu spiegato che riportava tutto
l‟evolversi del Tempo dal primo giorno fino all‟ultimo.
In questa ultima data sarebbe terminata una fase e ne
sarebbe iniziata la successiva.
Ogni fase durava 5125 anni, quella in cui avevano vissuto
Gilgamesh e Utnapistim era iniziata secondo il calendario
Maya nel 3114 a.C. e quindi sarebbe terminata nel 2012 d.C.

506
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La prossima fase sarebbe partita dal 2012 d.C. e sarebbe


terminata nel 7137 d.C.
Le scosse continuavano incessantemente ed erano
sempre più forti, sembrava che la parete stessa per cadere a
pezzi.
Improvvisamente il rumore assordante cessò e sembrò ai
due che questa grande calma potesse essere un segnale
negativo.
Sulla Parete si era impressa una data 21/12/ 2012.
……………………………………………………………..
Gilgamesh e Utnapistim non sapevano quanto mancasse
alla fine del mondo e se fosse arrivato il momento decisivo,
si guardarono in fronte e sulle mani, non avevano il marchio
perché forse il loro nome stava scritto sul libro della vita.
Davanti alla parete che si era fatta improvvisamente talmente
luminosa da accecarli temporaneamente si addormentarono,
proprio mentre la terra sotto di loro cominciava lentamente
ma inesorabilmente a tremare ….

507
pagina n.508 499272_LAVORATO.pdf

Ritorno sulla Terra

Gilgamesh e Utnapistim dopo aver letto quest‟ultima tavola


si guardarono in faccia, forse ora avevano capito cosa era
accaduto a loro a partire da quella data.
Una data che era stata la loro vera ultima data da uomini e
l‟inizio di Angeli.
Certamente se c‟era una possibilità di trovare una risposta
per entrare nella piramide di Mu, questa la si poteva trovare
nel continente in cui avevano vissuto i Maya.
Tutti furono d‟accordo che dovevano recarsi nella città di
Teotihuacan e lì chiedere a qualche capo la chiave per
entrare nelle Piramidi del Sole o della Luna, questa poteva
essere anche la chiave per entrare nella Piramide di Mu su
Pandora.
Si trasferirono nella città di Teotihuacan nella speranza di
trovare un risposta.
Appena attraversata la Porta dell‟ Universo si trovarono
proprio sul viale di Morti, che conduceva alle due Piramidi.
Davanti alla Piramide del Sole trovarono un persona che
dagli abiti che indossava e dal seguito di individui che lo
circondavano doveva essere sicuramente un capo.
Era l‟anno 626 d.C. , il suo nome era <<K'inich Janaab'
Pakal>>. La sua abitazione usuale si trovava a Palenque,

508
pagina n.509 499272_LAVORATO.pdf

ma in quel momento si trovava, per un viaggio di conoscenza


del suo popolo, nella città di Teotihuacan.
La sua residenza abituale era un grandissimo e stupendo
palazzo di Palenque circondato da numerose piramidi. Ma
spesso lui si muoveva attraverso le città del suo popolo.
Nel giorno del passaggio di Gilgamesh, Utnapistim, Al-
Awwal e Law-Wala attraverso la Porta dell‟ Universo questi
si trovava proprio di fronte alla Piramide del Sole.
Gilgamesh e Utnapistim si presentarono a questo re,
raccontando cose che loro non avrebbero potuto sapere e
per questo furono creduti effettivamente persone scese dal
cielo, quasi delle divinità.
………………………………………………………………
K'inich Janaab' Pakal parlò a Gilgamesh perché credette
che lui fosse il capo degli altri tre e gli raccontò di una
vecchia legenda che girava da tempo intorno al suo popolo.
Il mio popolo ha sempre pensato che sotto le piramidi ci
fossero delle grandi caverne che avrebbero ospitato le anime
dei morti. Queste caverne con le loro porte di entrata erano
come dei grandi portali per giungere in altre dimensioni.
Tutti i Maya erano certi che dovevano prima o poi passare
attraverso questi portali.
Sotto la grande Piramide del Sole e della Luna si trovavano
delle gallerie, ma non si dovevano disturbare i morti per non
incorrere nelle loro ire.
………………………………………………………………..

509
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K'inich Janaab' Pakal li accolse e prima di farli entrare


nella piramide chiese loro di non guardare. Tutti e quattro i
testimoni si voltarono, Pakal aprì la porta ed insieme
entrarono nella Piramide del Sole. In essa vi erano solo delle
stanze adatte a contenere dei sarcofagi, che probabilmente
sarebbe serviti a contenere i corpi dei vari re dei Maya.
Poi uscirono e ringraziarono Pakal per la concessione
fattagli.
Gilgamesh aveva notato entrando che la scritta sulla la
porta di entrata della Piramide era cambiata rispetto alla la
stessa di quando la porta era chiusa.
Questo fu notato anche da Utnapistim, Al-Awwal e Law-
Wala.
Utnapistim ricordò che una volta avevano dovuto
modificare la scritta sulla Porta delle Stelle per farla diventare
la Porta del Cielo, così come avevano fatto Erasec e Airam
Aizitel, insieme ad Oettam ed Eneri per arrivare su Aurora320.
La soluzione non andava cercata allora nelle tavole bensì
con la logica occorreva modificare la scritta presente in quella
giusta per entrare.
Erano sicuri che questa fosse la soluzione e decisero così
di tornare su Pandora.
I quattro testimoni attraversarono di nuovo la Porta
dell‟Universo tante volte321 fino a giungere su Pandora il
pianeta degli Avatar.

320
Viaggio verso l’inizio della vita- Alla ricerca della sopravvivenza.
321
Passaggio da un universo all’altro secondo la loro esistenza.

510
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Si ritrovarono al cospetto di Kalki e Krishna e tutti insieme


si diressero verso La Piramide di Mu.
Mentre stavano attraversando la foresta per arrivare alla
Piramide, Kalki disse a Gilgamesh e agli altri che era giunto il
momento di leggere a loro cosa c‟era scritto sulla tavola
consegnata da Angra-Mainyu e Yama a Krishna .

511
pagina n.512 499272_LAVORATO.pdf

La risposta alla nascita della vita negli Universi

Fino a questo momento Gilgamesh Utnapistim e Al-Awwal


avevano solo compreso come si era formato l‟Universo322 ,
quando avevano assistito al passare della particella di Dio
vicino alle due sfere contenenti la massa nota e quella
oscura, ma nessuno aveva detto loro come poi fosse nata un
giorno nell‟Universo la vita.
Ora Kalki con l‟aiuto dell‟ultima tavoletta stava per
spiegarlo a tutti loro, come gli aveva promesso al momento
del primo incontro323.
Kalki partì da lontano a spiegare il principio che aveva
deciso la nascita dell‟umanità.
I quattro avevano solo constatato che su tutti e quattro gli
universi si era presentata la vita umana, considerando che
anche gli Androidi erano da considerarsi facenti parte dell‟
umanità.
Vi erano stati i Giganti324 , gli Uomini, gli Androidi, e gli
Avatar, nessun universo era rimasto senza nessuno di questi.
…………………………………………………………………..
Questo principio si definiva “Il principio Antropico”.

322
Viaggio Finale –Verso il nulla.
323
Fine del Tempo e dello Spazio – Gli Avatar.
324
Viaggio Finale –Ritorno da Gesù .

512
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Kalki spiegò che tutta la fisica conosciuta si basava su 19


costanti fisiche fondamentali ( La forza di gravità, la velocità
della luce, la carica dell‟elettrone etc…) e che solo una
perfetta “sintonizzazione” tra queste aveva permesso la
nascita delle stelle, dei pianeti e degli esseri viventi.
Se qualcuna tra di esse avesse avuto anche una differenza
dell‟1% di quella nota, l‟esistenza dell‟ universo non si
sarebbe verificata, o meglio non si sarebbero verificate le
condizioni ambientali che avevano portato allo sbocciare
della vita, con tutta la conseguente evoluzione fino all’ Uomo
sapiens.
La probabilità che le 19 costanti dovevano avere valori
così precisi è una su 10 elevato alla 229.
Un numero spaventosamente grande.
Questo comporta che l‟ Universo sia di fatto antropico, a
misura d‟uomo.
La tavola affermava che questa soluzione era stata
scartata dalla scienza per moltissimo tempo, e solo alcune
religioni l‟avevano accettata, ma solo per un atto di fede, e
non di conoscenza.
Solo che verso la fine del 1900 sulla Terra e all‟ inizio del
2000 alcuni scienziati, andando contro corrente, avevano
posto il problema della improbabilità che la comparsa di
forme di intelligenza si potesse verificare dato quanto detto
sopra.
Due scienziati Barrow e Tipler avevano così formulato la
teoria del “Principio Antropico Forte” e del “Principio antropico
Debole”.

513
pagina n.514 499272_LAVORATO.pdf

Kalki cercò di spiegare questi due principi ai quattro


testimoni, secondo quanto riportato sulla tavoletta.
Il “Principio Antropico Debole” afferma che <<I valori
osservati di tutte le costanti non sono ugualmente probabili
ma devono assumere valori ristrettissimi affinché esistano
luoghi ove si possa evolvere vita basata sul carbonio>>.
Il “Principio Antropico Forte” afferma che << L‟Universo
deve avere quelle proprietà che permettono alla vita di
svilupparsi in qualche stadio della sua storia >>.
In altre parole questo significava che per il principio debole
c‟erano poche probabilità che esistesse un universo privo
delle proprietà che consentisse lo sviluppo della vita, mentre
per quello forte l‟esistenza di un universo con tali proprietà
era l‟unico possibile>>.
I due scienziati Barrow e Tipler aggiunsero a questo il
“Principio Antropico Ultimo”.
Secondo questo principio nell‟Universo deve
necessariamente svilupparsi elaborazione intelligente
dell‟informazione, e una volta apparsa non si estinguerà mai.
Il che comporta che l‟uomo, direttamente o indirettamente
(attraverso Robot in grado di riprodursi) colonizzerà il cosmo
intero.
Qui Gilgamesh e Utnapistim rivolsero uno sguardo verso
Al-Awwal e Law-Wala.
Kalki disse che sulla tavola si parlava di un altro grande
scienziato Wheeler il quale aveva avanzato l‟ipotesi del PAP
(Partecipatory Anthropic Principle) secondo il quale l‟universo
è il frutto di una partecipazione di mente e realtà, in virtù della

514
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quale degli infiniti possibili universi possono esistere solo


quelli in cui ci sono menti che lo pensano.
Kalki aveva finito di spiegare e i quattro testimoni dissero di
aver capito abbastanza, ma soprattutto di aver sempre
pensato in cuor loro che l‟Umanità doveva essere comparsa
più per forza che per caso e questo era alla base
dell‟esistenza dell‟Universo.
Gilgamesh ricordò una frase che gli aveva detto Einstein
durante uno dei suoi incontri “Dio non gioca a dadi”.
Chiesero a Kalki se quello che avevano sentito era frutto
solo di quanto descritto nella Tavoletta consegnata da
Angra-Mainyu e Yama a Krishna. Kalki rispose che in realtà
lui in quanto “Atto Finale” era a conoscenza di leggi e principi
validi per l‟intera umanità e che i principio Antropico era
quello che il suo Dio aveva spiegato a lui.
Certo Gilgamesh pensò che un‟ universo intero che esiste
solo affinché possa svilupparsi su di esso l‟uomo era una
cosa assai strana, ma certamente se si dovevano
considerare le probabilità che la vita si fosse formata per
caso, la cosa doveva essere eccezionale.
Ritenere, invece, che miliardi e miliardi di stelle e pianeti e
il passare di un tempo lunghissimo fossero stati necessari
per la comparsa della vita in effetti poteva far intendere che
solo un fine più forte come quello della presenza della vita
stessa avrebbe permesso tutto ciò.
In effetti era vero che la vita era forse la cosa più rara
nell‟universo, bastava rendersi conto di quanti miliardi di
particelle, di elettroni, di neutroni, di satelliti, di pianeti, di

515
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stelle, di sistemi solari, di galassie erano presenti


nell‟universo mentre la vita si era accesa una sola volta in
ogni universo.
Nessuno essere oltre quelli che Gilgamesh e gli altri
avevano incontrato era mai esistito.
Ringraziarono Kalki per quanto gli aveva chiarito e tutti
insieme si diressero verso la Piramide di Mu.

516
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La chiave per entrare nella Piramide

Faceva sempre un grande effetto trovarsi davanti alla


Piramide più famosa di tutti gli Universi.
Kalki non era mai entrato in essa a differenza degli altri
quattro ed era impaziente di farlo.
Ma ora occorreva trovare quale fosse la disposizione
esatta della scritta.
Utnapistim ricordava che le scritte originarie contenevano
in se la scritta valida e quindi iniziarono a scomporre la scritta
in singole lettere e parole, e come se fosse la soluzione di un
puzzle cercarono di ricomporle con dei significati.
Anche se le parole non erano molte le possibilità potevano
essere infinite se la composizione riguardava più le lettere
che le parole.
Iniziarono da queste, ma erano poche ed il senso non
cambiava.
Al-Awwal suggerì di provare a scomporre le parole in più di
una, anche in questo caso le variabili erano tante ma non
eccessive.
Ognuno provò a scomporre una singola parola in due o
più. Kalki trovò che una delle parole poteva essere divisa in
due con un senso completamente diverso.
Decisero di provare anche se la modifica sembrava troppo
facile.

517
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Cambiarono la scritta in questo modo:


“Chi E‟ Qui Usa La Piramide di Mu”.

- - - -

- -

La scritta era giusta la Porta della Piramide si aprì e i


quattro testimoni entrarono insieme agli Awatar Kalki e
Krishna.

Entrare era stato più facile del previsto, e loro invece


avevano perso molto tempo, ma Gilgamesh era comunque
contento di aver ritrovato le sue tavole mancanti.
Evidentemente Dio voleva che loro entrassero, altri che non
sapevano la storia delle Porte non potevano certo
immaginare una soluzione anche se semplice.
Nella prima stanza Gilgamesh e Utnapistim avevano
passato molto del loro tempo, nella seconda Al-Awwal anche
era stato presente, mentre Law-Wala conosceva in parte la
prima ma non l‟altra in quanto il tutto era avvenuto dopo la
sua costruzione su Gaia. Per Kalki e Krishna tutto era così
inverosimile che rimasero a guardare le due stanze
chiedendo a Gilgamesh spiegazioni.
Gilgamesh si rese disponibile e cercò di rispondere a tutte
le domande anche se alle volte sapeva che i due Avatar non
potevano capire tutto.

518
pagina n.519 499272_LAVORATO.pdf

Anche Law-Wala scoprì cose che non sapeva, malgrado


fosse lui il più vecchio di tutti gli universi.
Cominciarono a girare per la Piramide da una parte
all‟altra, fino a che Utnapistim trovò un‟altra apertura. Era la
terza stanza che ancora nessuno aveva visitato.
Anche in questa stanza tre erano le pareti disegnate.
Nella prima parete vi erano i momenti passati da
Gilgamesh e gli altri dopo la scomparsa di Gaia in seguito all‟
esplosione di Betelgeuse.
Soprattutto il grande esodo a cui l‟umanità si era sottoposta
per salvarsi dall‟impatto tra la Terra e Aurora, con il suo
stabilirsi nella Terra qualche miliardo di anni prima della
distruzione.
La seconda parete descriveva l‟arrivo di Law-Wala su
Gaia, e la costruzione della Piramide di Mu. Di seguito il
secondo grande esodo su Aurora partendo dalla Terra
vecchia di miliardi di anni e di tutti gli Androidi sparsi nei vari
pianeti. Il viaggio di Gilgamesh e Utnapistim verso i luoghi del
loro passato e soprattutto la nuova visione della apocalisse.
La terza parete conteneva tutto quello che si era verificato
affinché da parte degli Androidi fosse salvato il terzo universo
dalla sua fine lenta e fredda.
Inoltre era rappresentato in qualche modo il viaggio dei tre
attraverso l‟universo per vedere la nascita dello stesso.
Infine gli ultimi due viaggi per salvare Pandora dal solito
incontro con il meteorite e la foresta dall‟attacco del grande
parassita.
La quarta parete era tutta bianca.

519
pagina n.520 499272_LAVORATO.pdf

Tutti capirono che qualcosa prima o poi sarebbe comparso


su di essa.
Ma la quarta parete questa volta sembrava simile a quella
che spesso Gilgamesh aveva utilizzato per vedere il futuro.
Su di essa, lentamente, si formarono le primi immagini di ciò
che li aspettava.

520
pagina n.521 499272_LAVORATO.pdf

La fine del quarto universo

L‟Universo a cui apparteneva Pandora cominciò ad


oscurarsi sempre più, come se la luce si spargesse in una
dimensione talmente grande da divenire sempre più fioca.
Questa volta la fine dell‟ Universo non sarebbe stata più il
Big Crash, come le altre tre volte, questo era destinato a
morire lentamente nel freddo totale e per la prima volta
poiché il valore di omega325 era eguale ad 1, la forza
gravitazionale si sarebbe pareggiata alla spinta propulsiva
dovuta al Big Bang iniziale.
La crescita dello stesso Universo si sarebbe spenta del
tutto, ma non ci sarebbe stata la forza per collassare, così
che tutto si sarebbe fermato e con esso lo Spazio ed il
Tempo.
Un Universo senza né spazio né tempo, non poteva più
chiamarsi universo ma certamente il suo stato avrebbe dato
senso alla frase “E‟ fatto.. Io sono l‟alfa e l‟omega, il principio
e la fine”
Questa frase Gilgamesh e Utnapistim l‟avevano sentita
durante la visione dell‟Apocalisse e avevano creduto si
riferisse al loro Universo, solo ora capivano che non poteva

325
Ώ Viaggio finale- Terminus.

521
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che riferirsi alla fine della vita di qualsiasi creatura in qualsiasi


Universo e quindi alla fine di tutti gli Universi.
Stavano quindi assistendo alla vera conclusione della
esistenza della storia, intesa come vita di esseri ovunque
questi si trovino. Dopo di ciò il ritorno nel Tempo e Spazio
appartenente a Dio sarebbe stato effettivamente l‟ultimo.
Mentre sulla parete l‟universo si andava lentamente
spegnendo quasi con una infinita tristezza Gilgamesh,
Utnapistim, Al-Awwal, Law-Wala, Kalki e Krishna capirono
che stavano assistendo a qualcosa di veramente unico.
Erano presenti all‟atto finale tutti i rappresentanti dell‟
umanità, due uomini, due Androidi e due Avatar.
Solo a loro era stato dato il privilegio di assistere al vero
atto finale.

522
pagina n.523 499272_LAVORATO.pdf

Atto Finale

Sei rappresentanti dell‟intera umanità stavano assistendo


alla fine dell‟Universo dello Spazio e del Tempo.
Gilgamesh e Utnapistim come rappresentanti degli uomini.
Al-Awwal e Law-Wala come rappresentati degli Androidi.
Kalki e Krishna come rappresentanti degli Avatar.
……………………………………………………………….
Il bene era cresciuto passando dagli Uomini agli Androidi
per finire agli Avatar, cosi come il male era diminuito nello
stesso verso.
Dio aveva immolato il suo unico figlio proprio per la razza
più cattiva e per l‟Universo più turbolento, ma ora tutto si
stava stemperando in questa ultima fase.
La parete si illuminò di nuovo e su di esso iniziarono a
scorrere immagini che si riferivano alla storia di tutti gli
universi anzi alla storia di tutta l‟Umanità.
E‟ impossibile descrivere tutto ciò che i sei videro, ci
vorrebbe tutto il Tempo consumato dagli Universi.
……………………………………………………………….
<<Di seguito si riporta solo ciò che è possibile ricordare e
capire da parte di un attento lettore di questa epopea.>>
……………………………………………………………..

523
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Ognuno vide sulla parete il momento decisivo della sua vita


cristallizzato come stava diventando il quarto universo.
Per tutti gli uomini, gli androidi e gli avatar di tutti gli
Universi sulla parete si sarebbe impresso il momento cruciale
della loro vita e fermato così quell‟istante senza più spazio e
tempo.
Law-Wala vide che il momento decisivo di tutta la sua vita
era stato quello della sua discesa su Gaia326 per costruire su
di essa la Piramide di Mu, unica costruzione a essere di fatto
presente ovunque.
Utnapistim assistette al suo incontro con Dio327, quando
questi gli ordinò di costruire L‟arca per ospitare quella parte
dell‟umanità che doveva salvarsi dal diluvio universale.
Krishna vide l‟attimo in cui due androidi sconosciuti gli
avevano affidato la Piramidi di Mu, nella foresta di Pandora.
Kalki assistette al suo incontro con Gilgamesh e gli altri
arrivati da chissà dove per salvarli dall‟impatto con l‟asteroide
e dal parassita della foresta del suo pianeta.
Al-Awwal vide il momento in cui dopo essere atterrato su
Gaia e aver nascosto la sua astronave era entrato nella
Piramide e Dio gli aveva affidato il compito di salvare gli
uomini del pianeta Mu.
Gilgamesh, invece che si aspettava di vedere sulla parete
una delle sue tante imprese scoprì che il momento più
importante era stato quello preso con la decisione di andare
a trovare il luogo dove viveva Utnapistim.

326
Nascita e morte dell’universo-La storia di Law-Wala.
327
Bibbia Genesi 6.13-7.5

524
pagina n.525 499272_LAVORATO.pdf

Tutti insieme videro il momento in cui Oettam ed Eneri


mentre scavavano nelle rovine di Ninive avevano trovato le
rovine della Porta delle Stelle.
Per Erasec ed Airam Aizitel il momento decisivo era stata
la traduzione di tutto quello che avevano visto sulle pareti
nella stanza dentro la Piramide di Mu.
Per Amon-Ra il tempo si era fermato quando aveva saputo
di dover andare sulla terra attraverso la Porta delle Stelle.
Per Ka, primo dei grandi faraoni, l‟incontro con Ziusudra
era quello che gli aveva cambiato la vita.
Angra-Mainyu e Yama fossero stati presenti avrebbero
visto loro nel momento della consegna a Krishna della
tavoletta con le istruzioni per la Piramide, per loro quel
momento significava la salvezza eterna.
Gilgamesh e gli altri videro Ela Drossan e il triunvirato
composto da Ait Tirvo, En Mios e At Mar mentre guidavano il
primo passaggio degli uomini da Aurora alla Terra.
Per Ra capo supremo di Muani il momento del passaggio
dei suoi uomini dal Pianeta Mu sulla Terra, era stato quello
decisivo anche se ciò aveva comportato la sua morte328,
infatti come un vero capitano lui sarebbe stato l‟ultimo a
passare, non ce l‟aveva fatta ma la sua ricompensa sarebbe
stata grande.
Per As Tofen come per gli uomini che lui aveva chiamato a
risolvere il problema del potenziamento dei cannoni laser

328
Il continente Mu: evoluzione dell’uomo-Il pianeta origine dell’evoluzione.

525
pagina n.526 499272_LAVORATO.pdf

posti all‟interno della Piramide di Mu, la scoperta delle


particelle Beta era stato il momento più esaltante.
Per Ar Nodai il momento fondamentale era stato quello
della sua conoscenza del posto segreto in cui era nascosta la
piramide di Utnapistim.
Anche per As Nusan come per Oettam II e per tanti altri i
momenti più importanti erano legati alle piramidi e al grande
esodo.
En Arda era di fronte a svariate formule matematiche, e
aveva calcolato grazie a queste che un pianeta enorme si
stava dirigendo verso la Terra e che la collisione sarebbe
stata fatale al genere umano.
Einstein il più grande scienziato dell‟umanità era di fronte
ad suo grande dilemma: se aveva fatto la cosa giusta ad
essere colui grazie al quale si era prodotta sulla terra la
bomba atomica che avrebbe probabilmente portato in futuro
tanta morte, ma i suoi incontri con Gilgamesh gli avevano
data qualche speranza.
…………………………………………………………………..
Spesso per molti l‟incontro con Gilgamesh aveva cambiato
la loro storia.
Così anche per tanti Androidi il tempo si era fermato a
qualche avvenimento accaduto dopo l‟incontro con
Gilgamesh.
<<Si potrebbe continuare all‟infinito a raccontare tutti questi
momenti, ma rimane solo da descrivere quello che i sei
testimoni considerarono il più significativo>>.

526
pagina n.527 499272_LAVORATO.pdf

Videro tutti insieme Gesù sulla croce sul monte Golgota nel
momento di poco precedente alla sua morte gridare “Elì, Elì,
lama sabactani?.”329 Che sapevano voleva dire “Dio mio, Dio
mio, perché mi hai abbandonato?.”

329
Matteo 27-46

527
pagina n.528 499272_LAVORATO.pdf

EPILOGO

Ora veramente Gilgamesh Utnapistim e gli altri avevano


visto tutto quello che mai avrebbero potuto vedere, e il grido
finale di Gesù sulla croce gli fece capire quanto doveva aver
sofferto il figlio di Dio per salvare l‟intera umanità.
L‟universo da lì a qualche miliardo di anni si sarebbe
spento per sempre e solo sulla Piramide di Mu rimasta intatta
in quell‟universo, che stava diventando sempre più piatto,
rimaneva la storia dell‟intera umanità.
Lo spazio avrebbe iniziato a comprimersi e a diminuire la
sua crescita, piano piano le distanze nuove sarebbero state
sempre minori fino a fermarsi in uno stato di quiete totale.
Il Tempo, analogamente, prima avrebbe iniziato a
rallentare, come se ci volesse più tempo per far avvenire le
stesse cose di sempre, fino a scomparire del tutto senza più
un dopo e un prima e soprattutto senza un presente.
……………………………………………………………………
………………………………………………………………………
………………………………………………………………………
Il Tempo e Lo Spazio330 avrebbero finito la loro corsa per
l‟eternità e tutto sarebbe ritornato a Dio come all‟inizio, ma
questa volta nel suo regno al di fuori proprio dello spazio e

330
Il valore di Omega è pari ad 1.

528
pagina n.529 499272_LAVORATO.pdf

del tempo l‟intera umanità sarebbe stata presente per


sempre.
Il suo Regno diviso in due avrebbe contenuto: da una parte
tutti coloro che nel giudizio universale erano stati considerati
innocenti, dall‟altra tutti quelli colpevoli.

<<E se Dio avesse inventato la morte per farsi


perdonare la vita?>>331

331
Massima di Gesualdo Bufalino- Il malpensante (1987)

529
pagina n.530 499272_LAVORATO.pdf

Conclusioni finali

Ho conosciuto la Storia di Gilgamesh quando ero un


ragazzo e fin da subito ho pensato di scrivere un racconto
che lo vedesse protagonista.
Sono passati quaranta anni da quel momento e giorno per
giorno ho costruito la storia della sua epopea.
Fino a quest‟ultimo racconto.
Durante gli anni le numerose letture di libri di fantascienza
di Asimov, Van Dick e Tucker mi hanno appassionato.
La saga sulla sua epopea prende origine dai racconti della
infinita serie di Asimov su Uomini e Robot.
Il mio credo nella religione cristiana ha in qualche modo
influenzato tutti i miei racconti.
La lettura della Bibbia e del Vangelo e degli atti degli
apostoli e soprattutto dell‟apocalisse di San Giovanni è stata
molto importante, per collocare nel tempo e nella storia la
figura di Gilgamesh.
Anche la mia passione per la Storia, tutta, in generale mi è
servita.
Soprattutto però la epopea originale di Gilgamesh, trovata
in una vecchia libreria al centro di Roma a Trastevere in
mezzo a libri usati, in qualche modo ha indirizzato tutti miei
racconti su di lui.

530
pagina n.531 499272_LAVORATO.pdf

Anche la mia passione per la fisica nucleare e i miei studi


sulle particelle e la mia tesi hanno avuto la loro importanza.
Il lavoro è durato più di dieci anni, il risultato non è certo
grande , perché non sono certamente uno scrittore , ma mi è
piaciuto pubblicare tutto quello che ho scritto nella speranza
che a qualcuno piaccia.
……………………………………………………………….

Come ha fatto Asimov nella sua Fondazione e Terra e i


Robot, ho lasciato la possibilità che il tutto non sia ancora
finito…ma per ora è così.
Cesare Ossicini

531
pagina n.532 499272_LAVORATO.pdf

BIBLIOGRAFIA

ENCICLOPEDIA LA SCIENZA- Vol 1, Vol 3, Vol 9, Vol 11 - Biblioteca di

Repubblica

GRANDI OPERE UTET, La Scienza - Spazio, Tempo e Materia -

Edit ore gruppo espresso Spa – Divisione la Repubblica

STORIA DEL MONDO ANTICO – Cambridge Universit y Press

STORIA DEL MONDO MODERNO - Cam bridge Universit y Pr ess

STORIA DEL MONDO MEDIOVALE - Cam bridge Universit y Pr ess

STORIA L‟ETA‟CONTEMPORANEA -Cambridge Universit y Pr ess

LA SACRA BIBBIA –Edizioni Paoline

N. SANDARS(1960), L‟epopea di Gilgam es - Adelphi Ediz. Milano.

W ILSON TUCKER ( 1973), Signori del tempo - Urania Mondatori

Milano

VITA DI GESU‟ CRISTO – Giuseppe Ricciotti- Tipografia Vaticana

PETER KOLOSI MO (1995) – Terra senza Tempo - Edit ore

Sonzogno

PETER KOLOSIMO – Il Pianeta Sconosciuto – Arnoldo mondatori Editore

STORIA DELL‟ARCHITETTURA – L‟Eg itto – Bibliot eca di

repubblica- L‟espresso- Electa

CHARLES DARWIN – L‟origine della specie – Newton & Compton

Editore

HERMAN HESSE (1969), Siddharta Adelphi - Edizioni Milano.

532
pagina n.533 499272_LAVORATO.pdf

NUOVO TESTAMENTO Parola del Signore - Elle Di Ci Leumann

Torino

DANTE ALIGHIERI (1914), La Divina Commedia - Illustr ata da

Gustavo Dor è - Casa Editr ice Sonzogno – Milano

ERNESTO GUEVARA , Il socialism o e l‟uomo a Cuba - Editor e

Feltr inelli

GRIBAUDI (1968), Alzo Zero Piero Gribaudi - Editore Torino

W ILSON

ISAAC ASIMOV - Cronache della Galassia- A. Mondatori Editore

ISAAC ASIMOV - I Robot dell‟alba- Arnoldo Mondatori Editore

ISAAC ASIMOV - I Robot e l‟Impero- Arnoldo Mondatori Editore

ISAAC ASIMOV - Fondazione e Terra- Arnoldo Mondatori Editore

533
pagina n.534 499272_LAVORATO.pdf

VIAGGIO NEL TEMPO E NELLO SPAZIO ........................................................... 4


PROLOGO .................................................................................................................. 4
TAV 3 ........................................................................................................................... 7
Alla ricerca dell’immortalità (dialogo tra un semidio ed un eroe)............... 7
Alla ricerca dell’immortalità (parte seconda) ................................................... 9
Alla ricerca dell’immortalità (parte ultima) ..................................................... 10
TAV 4 ......................................................................................................................... 11
Alla ricerca del valore della moralità (dialogo tra un semidio ed un
eroe) ........................................................................................................................... 11
Alla ricerca del valore della moralità (parte seconda) ............................... 12
Alla ricerca del valore della moralità (parte ultima) ..................................... 13
TAV 7 ......................................................................................................................... 15
La visione della Storia (prima parte) ............................................................... 15
TAV 8 ......................................................................................................................... 17
Alla ricerca del valore dell’esistenza (dialogo tra un eroe ed un
uomo) ........................................................................................................................ 17
Alla ricerca del valore dell’esistenza (parte seconda) ................................. 19
Alla ricerca del valore dell’esistenza (parte ultima) ...................................... 20
TAV 7 ......................................................................................................................... 21
La visione della Storia (parte seconda) ........................................................ 21
TAV 9 ......................................................................................................................... 23
Alla ricerca del valore del pensiero filosofico (dialogo tra un eroe ed
un uomo) .................................................................................................................. 23
Alla ricerca del valore del pensiero filosofico (parte seconda) ................. 24
Alla ricerca del valore del pensiero filosofico (parte ultima) ..................... 26
TAV 7 ......................................................................................................................... 27
La visione della Storia (parte terza) ................................................................. 27
TAV 10 ....................................................................................................................... 29
Alla ricerca del valore del sacrificio (dialogo tra un eroe ed un Dio)...... 29
Alla ricerca del valore del sacrificio (parte seconda) .................................. 31
Alla ricerca del valore del sacrificio (parte terza)......................................... 32
Alla ricerca del valore del sacrificio (parte ultima) ...................................... 33
TAV 7 ......................................................................................................................... 35
La visione della Storia (parte quarta) .............................................................. 35
TAV 12 ....................................................................................................................... 39
Alla ricerca del valore della povertà (dialogo tra un eroe ed un uomo) .. 39
Alla ricerca del valore della povertà (parte seconda ) ................................. 40
Alla ricerca del valore della povertà (parte ultima) ....................................... 42
TAV 13 ....................................................................................................................... 44
Alla ricerca del valore dell’arte e dell’amore (dialogo tra un eroe ed
un uomo) .................................................................................................................. 44
Alla ricerca del valore dell’arte e dell’amore (parte seconda) .................. 46
Alla ricerca del valore dell’arte e dell’amore (parte ultima) ........................ 47
TAV 7 ......................................................................................................................... 49
La visione della Storia (parte sesta) ............................................................... 49
TAV 14 ....................................................................................................................... 51
Alla ricerca del valore della scoperta (dialogo tra un eroe ed un
uomo) ........................................................................................................................ 51
Alla ricerca del valore della scoperta (parte seconda) ............................... 53

534
pagina n.535 499272_LAVORATO.pdf

Alla ricerca del valore della scoperta (parte ultima) ..................................... 55


TAV 7 ......................................................................................................................... 57
La visione della Storia (parte settima) ............................................................. 57
TAV 15 ....................................................................................................................... 59
Alla ricerca del valore della rivoluzione (dialogo tra un eroe ed un
uomo) ........................................................................................................................ 59
Alla ricerca del valore della rivoluzione (parte seconda) ............................ 60
Alla ricerca del valore della rivoluzione (parte ultima) ................................ 61
TAV 7 ......................................................................................................................... 62
La visione della Storia (parte ottava) ............................................................... 62
TAV 16 ....................................................................................................................... 65
Alla ricerca del valore della scienza (dialogo tra un eroe ed un uomo) .. 65
Alla ricerca del valore della scienza (parte seconda) ................................... 66
Alla ricerca del valore della scienza (parte ultima) ....................................... 68
TAV 7 ......................................................................................................................... 69
La visione della Storia (parte nona) ................................................................. 69
TAV 17 ....................................................................................................................... 71
Alla ricerca del valore della libertà (dialogo tra un eroe ed un uomo) .... 71
Alla ricerca del valore della libertà (parte seconda) ..................................... 72
Alla ricerca del valore della libertà (parte ultima) ......................................... 73
La visione della Storia (parte ultima) ............................................................... 74
TAV 18 ....................................................................................................................... 76
Dialoghi sulla fine della Storia (parte prima) .................................................. 76
Dialoghi sulla fine della Storia (parte seconda) ............................................. 78
Dialoghi sulla fine della Storia (parte terza) .................................................... 80
Dialoghi sulla fine della Storia (parte quarta) ................................................. 82
Dialoghi sulla fine della Storia (parte quinta) ................................................. 84
Dialoghi sulla fine della Storia (parte sesta) ................................................... 86
Dialoghi sulla fine della Storia (parte ultima) ................................................. 88
EPILOGO .................................................................................................................. 90
VIAGGIO VERSO L’INIZIO DELLA VITA ........................................................... 93
PROLOGO ................................................................................................................ 93
Alla ricerca della nuova vita ................................................................................ 96
Alla ricerca della sopravvivenza ...................................................................... 104
Ritorno al punto di partenza.............................................................................. 115
Alla ricerca dell’origine della Storia ................................................................ 123
Alla ricerca dell’origine della umanità ............................................................ 131
Incontro con Amon - Adamo ............................................................................. 139
Ritorno al pianeta Gaia ....................................................................................... 145
Ritorno al presente .............................................................................................. 150
EPILOGO ................................................................................................................ 161
VIAGGIO VERSO LA BATTAGLIA FINALE .................................................... 169
PROLOGO .............................................................................................................. 169
Ritorno verso il pianeta Aurora ........................................................................ 172
Il mistero della quarta parete ............................................................................ 178
L’altra storia dell’Uomo su Bezoar .................................................................. 185
La nascita dei Robot-Androidi .......................................................................... 191
Ultimo ritorno su Aurora .................................................................................... 197
Da Aurora a Bezoar.............................................................................................. 200

535
pagina n.536 499272_LAVORATO.pdf

Di nuovo sulla Terra ............................................................................................ 209


La battaglia Finale ................................................................................................ 216
EPILOGO ................................................................................................................ 227
IL CONTINENTE MU: EVOLUZIONE DELL’UOMO ....................................... 233
PROLOGO .............................................................................................................. 233
La scoperta di Mu................................................................................................. 238
Il Pianeta origine dell’evoluzione ..................................................................... 248
Passaggio su Gaia ............................................................................................... 254
Da Bezoar a Gaia .................................................................................................. 259
La prima Storia di Mu .......................................................................................... 263
Dove andare ? ....................................................................................................... 269
Ancora la Terra ..................................................................................................... 274
La vita su Andros ................................................................................................. 280
La vecchia Gaia .................................................................................................... 283
L’ Enigma................................................................................................................ 286
Verso la Fine .......................................................................................................... 293
EPILOGO ................................................................................................................ 296
LA SCOMPARSA DI ATLANTIDE: IL GRANDE ESODO ............................. 299
PROLOGO .............................................................................................................. 299
Atlantide.................................................................................................................. 301
Ritorno a Bezoar................................................................................................... 307
Verso la Terra attraverso lo spazio ................................................................. 313
Di nuovo sulla Terra ........................................................................................... 318
Alla ricerca di un Pianeta ................................................................................... 327
Ritorno su Aurora ................................................................................................ 332
Evoluzione degli Androidi.................................................................................. 335
Viaggio verso l’inverosimile .............................................................................. 339
Gli ultimi.................................................................................................................. 346
EPILOGO ................................................................................................................ 350
NASCITA E MORTE DELL’UNIVERSO ............................................................ 359
PROLOGO .............................................................................................................. 359
Ritorno sulla Terra ............................................................................................... 362
Ritorno su Gaia ..................................................................................................... 365
La storia di Law-Wala .......................................................................................... 368
Il ritorno da Al-Awwal .......................................................................................... 373
Sulla Terra nel 33 d.C. ......................................................................................... 378
Viaggio verso casa .............................................................................................. 384
L’Apocalisse .......................................................................................................... 388
Il Futuro ................................................................................................................... 392
TAV 6 ....................................................................................................................... 395
Alla scoperta del passare del Tempo (dialogo tra un ................................ 395
semidio ed un eroe) ............................................................................................. 395
EPILOGO ................................................................................................................ 397
VIAGGIO FINALE .................................................................................................. 400
PROLOGO .............................................................................................................. 400
L’ evoluzione dell’universo................................................................................ 403
Ritorno su Aurora ................................................................................................ 405
Trasferimento sulla Terra................................................................................... 409
Alla volta di Terminus ......................................................................................... 413

536
pagina n.537 499272_LAVORATO.pdf

Ritorno in Paradiso .............................................................................................. 415


Terminus................................................................................................................. 421
Il nuovo Universo ................................................................................................. 428
Ritorno da Gesù.................................................................................................... 432
Verso il Nulla ......................................................................................................... 439
Il nuovo Universo ................................................................................................. 442
La fine del primo Universo ................................................................................ 448
La soluzione del problema ................................................................................ 451
Gli Ultimi ................................................................................................................. 454
EPILOGO ................................................................................................................ 458
FINE DEL TEMPO E DELLO SPAZIO ............................................................... 461
PROLOGO .............................................................................................................. 461
Il nuovo Universo ................................................................................................. 463
Gli Avatar ................................................................................................................ 467
Il grande parassita ............................................................................................... 472
Ritorno su Aurora ................................................................................................ 475
La Piramide di Mu ................................................................................................ 480
Ritorno a Terminus .............................................................................................. 484
La Piramide chiusa .............................................................................................. 488
TAV 1 ....................................................................................................................... 491
Alla ricerca dell’uomo immortale .................................................................... 491
TAV 2 ....................................................................................................................... 493
Alla ricerca del bene da fare ............................................................................. 493
TAV 5 ....................................................................................................................... 495
Alla scoperta del futuro ...................................................................................... 495
TAV 11 ..................................................................................................................... 498
Alla ricerca del significato dell’ Islam (Dialogo tra due uomini) ........... 498
TAV 7 ....................................................................................................................... 501
La visione della Storia (parte quinta) .............................................................. 501
TAV 19 ..................................................................................................................... 504
La visione della Apocalisse finale ................................................................... 504
TAV 20 ..................................................................................................................... 506
Il calendario dei Maya ......................................................................................... 506
Ritorno sulla Terra ............................................................................................... 508
La risposta alla nascita della vita negli Universi ......................................... 512
La chiave per entrare nella Piramide .............................................................. 517
La fine del quarto universo................................................................................ 521
Atto Finale .............................................................................................................. 523
EPILOGO ................................................................................................................ 528
Conclusioni finali ................................................................................................. 530
BIBLIOGRAFIA ...................................................................................................... 532

537

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