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Cartesio

Introduzione: Cartesio segna la svolta decisiva dal Rinascimento allet moderna. Esso viene considerato il fondatore del razionalismo, ossia di quella corrente letteraria che fa della ragione il principale organo di verit. Cartesio innanzitutto, rifiuta il sapere tradizione, in quanto considerato come un vero e proprio muro da abbattere, che prevalentemente rivolto al passato, e che inutile poich non fornisce la guida per lagire o poich quindi, non aiuta a distinguere il vero dal falso e il giusto dal sbagliato. Critica, infatti: La teologia, in quanto dogmatica e basata su una verit rivelata; Laristotelismo, in quanto sterile e incapace di una nuova conoscenza; La magia, lalchimia e lastrologia, poich tutte delle imposture; La filosofia in quanto piena di contraddizioni.

Il suo obbiettivo la ricerca di un nuovo sistema del sapere che sia utile, che fornisca una guida per lagire, che aiuti quindi a distinguere il vero dal falso e il giusto dal sbagliato, che sia ovviamente basato sulla ragione e che sia infine costruito su un solido fondamento che renda il sapere sistematico, universale e necessario. Il metodo: Pur avendo assimilato con successo il sapere del tempo, il giovane Cartesio, per la prima volta fa emergere il suo problema: si accorge di non avere alcun criterio sicuro per distinguere il vero dal falso, ma di avere appreso nozioni che poco o nulla servono alla vita. Il metodo che Cartesio cerca deve condurlo a saper distinguere il vero dal falso soprattutto in vista dei vantaggi che possono derivarne alla vita umana. Cartesio, infatti, fermamente convinto che tale sapere potrebbe condurre gli uomini a essere esenti da uninfinit di malattia, tanto del corpo quanto dello spirito. Il metodo deve essere dunque unico e semplice, che serva alluomo per molteplici applicazioni che esse siano pratiche o teoriche. Le scienze matematiche, per Cartesio, sono gi in possesso del metodo, che applicano normalmente (intuizione, che un atto istantaneo e che dotato di certezza immediata, e deduzione: catene di ragionamenti collegati tra di loro tramite coerenza, che partono da degli assiomi che non possono essere dimostrati ma sono evidentemente veri). Tuttavia prendere coscienza delle regole del metodo della matematica, e applicarle a tutte le altre discipline non sufficiente. E necessario, infatti, anche giustificare la sua applicazione universale. Cartesio deve dunque: Formulare le regole del metodo, tenendo conto del procedimento matematico nel quale esse gi sono in qualche modo presenti; Fondare il valore assoluto e universale del metodo; Dimostrarne lutilit nei vari rami del sapere.

Le regole: Dalle due operazione applicate normalmente dalla matematica (intuizione e deduzione), derivano cos 4 regole: 1) 2) 3) 4) Evidenza (accogliere come vero solo ci che risulta evidente, chiaro, distinto); Analisi (smontare il problema nei suoi elementi costitutivi, passando quindi dal complesso al semplice); Sintesi (risalire dalle conoscenze semplice a quelle complesse); Enumerazione e revisione (consiste nella verifica della sintesi e dellanalisi).

Il dubbio e il cogito ergo sum: Nasce a questo punto, per un problema: possono le regole metodiche funzionare anche nelle altre discipline? Cartesio deve quindi tentare di giustificarle risalendo alla loro radice. Trovare il fondamento certo del sapere, si pu, ma solo attraverso il cosiddetto dubbio metodico, ossia una critica radicale di tutte le conoscenze per trovare una verit assoluta che sia fondamento a tutte le altre conoscenze. E importante comprendere inoltre che il dubbio metodico, che mira alla scoperta di una verit indubitabile, nettamente differente da quello scettico che nega la possibilit di una verit certa e giunge alla sospensione del giudizio. Si deve quindi, dubitare dei saperi e delle opinioni, dal momento che variano da individuo a individuo e anche col tempo e nello spazio. Si deve dubitare anche delle conoscenze sensibili, sia perch i sensi qualche volta ci ingannano sia perch si hanno nei sogni conoscenze simili a quelle che si hanno nella veglia senza che si possa trovare un sicuro criterio di distinzione tra le une e le altre. Ci sono bens conoscenze che sono vere sia nel sogno, sia nella veglia, come le conoscenze matematiche, ma neppure queste conoscenze si sottraggono al dubbio. Infatti, finch non si sappia qualcosa di certo intorno a noi e alla nostra origine, si pu sempre supporre che luomo sia stato creato da un genio maligno, cio da una potenza malvagia che faccia apparire chiaro ed evidente ci che falso e assurdo. In tal modo si giunge al dubbio iperbolico, ossia un dubbio pi radicalizzato, pi totale, arrivando a essere infine un dubbio universale. Tuttavia, io posso ammettere di ingannarmi o di essere ingannato in tutti i modi possibili, ma per ingannarmi o per essere ingannato io debbo esistere, cio essere qualcosa e non nulla e il dubbio stesso lo conferma: pu dubitare solo chi esiste: cogito ergo sum (regola evidenza). Ma cosa sono io che penso? esistano. Soggetto corporeo, poich non ho la certezza che il mio corpo e che le cose che penso esistano. Soggetto pensante, poich ho la certezza che il mio pensare e che i miei pensieri

Solipsismo: nega lesistenza del mondo esterno e degli altri soggetti, affermando che ci che esiste il singolo io ci che esso sente e percepisce. Esiste quindi solo il singolo soggetto pensante e tutto ci che sembra esistere, compresi gli altri io, sono solo rappresentazioni interne al soggetto pensante.

Cartesio decide poi di pubblicare tutte le sue convinzioni in due opere: Le regole del metodo e Le meditazioni filosofiche; ma prima manda tali testi ai sommi filosofi a lui contemporanei. Successivamente insieme a tali opere pubblic le critiche mosse da questi ultimi insieme alle sue risposte. 1) Laccusa di circolo vizioso. Molti accusano il ragionamento di Cartesio di essere un circolo vizioso, affermando che se il principio di cogito viene accettato come evidente anche la regola dellevidenza viene ritenuta valida grazie al principio del cogito. Cartesio a ci risponde, dicendo che il cogito che giustifica la regola dell'evidenza e non il contrario. Laccusa di sillogismo. Laccusa mossa da Gassendi dice che: lidea Io penso, dunque esisto implica la premessa non dimostrata, del fatto che chi pensa esiste. Tale premessa potrebbe essere smentita, come tutto il resto, con lipotesi del genio maligno. Cartesio risponde che il cogito non un ragionamento ma unintuizione immediata della mente. La critica di Hobbes. Hobbes critica il fatto che io pensi non segue che io sia pensiero (cogito ergo sum), come io passeggi non segue che io sia una passeggiata. Cartesio risponde: a.
uomo anche chi non passeggia, invece il pensare una caratteristica essenziale dell'uomo, senza la presenza dell'atto del pensare non si pu dire che qualcosa sia uomo, quindi il passeggiare e il pensare non sono atti paragonabili tra loro come invece fa Hobbes;

2)

3)

b.

Inoltre il pensare non si pu considerare effetto del corpo, dato che l'esistenza dei corpi cade ancora sotto il dubbio e la certezza raggiunta dal cogito riguarda solo il pensiero; L'atto del pensare deve avere una causa, se vi un pensiero vi deve essere qualcosa che pensa, ma questo qualcosa non pu essere il corpo (vedi punto b), quindi la causa del pensare deve identificarsi con una sostanza di cui abbiamo certezza che esista: questa non pu essere altro che il pensiero.

c.

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