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Cartesio vita e opere.

Cartesio rappresenta un po’ un ponte di collegamento tra il Rinascimento e l’età moderna e lui è
stato proprio un grande pensatore, un grande filosofo dell’età moderna. Il vero nome di Cartesio è
René Descartes, francese nato nel 1596 da una famiglia appartenente alla piccola nobiltà. Una
cosa rilevante da raccontare di Cartesio è la sua educazione perché fu mandato dai genitori in un
collegio di gesuiti che era veramente molto rigido e questo lo segnò profondamente. Cartesio vivrà
con grande malessere e turbamento gli anni del Collegio che però lo aiutarono in età adulta a
capire che il metodo utilizzato dai gesuiti era un metodo completamente da rivedere e da lì
partirono le sue riflessioni che lo portarono in seguito alla nascita del suo personale metodo e alla
sua consacrazione come uno dei matematici più brillanti dell’epoca. Lasciato il collegio frequenta
l’università e si laurea in diritto ma non è ancora pienamente soddisfatto del suo percorso. Infatti,
Cartesio ha una personalità molto inquieta che non riesce a trovare ancora la sua strada tant’è che
parte per la Guerra, la Guerra dei 30 anni. Quest’esperienza fu un’esperienza molto forte per
Cartesio e c’è una data che ha sancito un cambiamento fondamentale per Cartesio e per il suo
pensiero. Stiamo parlando del 10 di novembre del 1619 quando di notte, mentre era accampato
con l’esercito sul Danubio, sogna i principi di una nuova scienza. Pensa, sogna un metodo che
poteva essere usato per le tutte le scienze a partire dalla matematica e dalla geometria. Cartesio si
sveglia e fa una cosa paradossale. Lui che aveva sognato un metodo scientifico e rigoroso fa un
voto alla Madonna di Loreto e questo voto diceva che, se lui fosse riuscito a realizzare questo
metodo, sarebbe in seguito andato in pellegrinaggio alla Madonna di Loreto. Qui vedi che si
mischiano scienza e religione insieme come può accadere. Dove uomini di scienza poi si
aggrappano alla religione. E dopo questa data importante continua a militare nell’esercito e nel
frattempo prende appunti sul suo metodo fino a che esce definitamente dall’esercito per
trasferirsi in Olanda dove inizia a dar forma a quegli appunti che aveva scritto. Finalmente il
metodo era nato, era stato partorito dopo tanti anni di studi e pensieri sul metodo. Sul metodo
non scrisse un vero e proprio libro ma i principi del suo metodo sono contenuti come appendici in
3 saggi chiamati: Diottrica, Meteore e Geometria. E queste prefazioni avevano il titolo Discorso sul
metodo. Altri scritti rilevanti di Cartesio furono Meditazioni sulla filosofia prima, Principi di filosofia
(1644) e Le passioni dell’anima dove Cartesio studia le passioni e cerca di darne un’interpretazione
scientifica. Fu proprio quest’ultima opera che entusiasmò talmente tanto la Regina Cristina di
Svezia da invitare nel 1649 Cartesio presso la sua corte. Questa regina aveva un’abitudine un po’
bizzarra visto il freddo della Svezia. Amava passeggiare all’alba discutendo di filosofia. Peccato che
lei magari era anche abituata al freddo della Svezia ma Cartesio no tant’è che si ammalò e morì di
polmonite l’11 febbraio del 1650.
Metodo di Cartesio
La sua esigenza era proprio quella di rivedere la capo un metodo che andasse bene per tutte le
scienze e che consentisse di distinguere il vero dal falso. Ecco l’esigenza di Cartesio, trovare un
metodo che riuscire a dividere il vero dal falso senza basarsi su principi dogmatici già dati come
per esempio Dio. Il metodo di Cartesio è un metodo universale che può servire all’uomo in tutti gli
ambiti teorici e pratici e che lo aiuti ad essere “padrone e possessore della natura”, come dice lui
stesso. La base di partenza per il suo metodo è ovviamente la matematica da cui bisogna partire
per creare un metodo scientifico e rigoroso. Questo perché la matematica è già in possesso di
questo metodo, lo applica già nella pratica con le sue regole, le sue leggi ecc. ma quello che vuole
fare Cartesio è giustificare, lui usa proprio questa parola “giustificazione” ossia dalla pratica
tornare alla teoria, cioè ai fondamenti da cui già la matematica applica il metodo. Quindi
l’obiettivo del filosofo è quello di formulare delle regole del metodo a partire dalla sua
applicazione in matematica per poi arrivare ai principi assoluti e universali applicabili a tutte le
scienze.
Ma quali sono le regole del metodo?
Le regole sono 4 e sono: evidenza, analisi, sintesi ed infine enumerazione e revisione. Iniziamo con
l’evidenza in cui Cartesio ci dice di accettare come vero solo ciò che si manifesta a noi in modo
chiaro e ben distinto. Tutto quello che non ha queste caratteristiche, ossia che non è chiaro, non è
distinto e non è evidente, va escluso. Quindi tutto quello per cui c’è anche solo un minimo dubbio
va escluso. Poi vedrai che Cartesio è famoso per la questione del dubbio. Quindi accogliamo come
vero solo ciò che è chiaro, evidente e distinto. Poi Cartesio dice che è necessario, per qualunque
problema, suddividere questo problema nei suoi elementi più semplici. Quindi va scomposto in
tante parti semplici. Successivamente va fatto il processo inverso ossia bisogna fare una sintesi
passando dal semplice al complesso per poi arrivare alla fine con l’enumerazione degli elementi
individuati nell’analisi e rivedere i passaggi della sintesi. Quindi l’enumerazione dell’analisi e la
revisione della sintesi sono l’ultimo passaggio del metodo che serve proprio a ricontrollare che
analisi e sintesi siano state fatte bene, con criterio e rigore. Le caratteristiche del metodo: 1. una è
la sua universalità ossia il suo essere un metodo adatto e utilizzabile per tutto 2. il metodo deve
essere fecondo perché deve dare un risultato attraverso le regole che abbiamo visto poco fa 3.
deve essere matematico perché abbiamo visto che la base di partenza del metodo è la matematica
visto che la matematica già applica di suo il metodo. Il linguaggio matematico è il linguaggio da cui
partire per analizzare tutto persino le passioni come fece nel suo libro “Passioni dell’anima”. 4.
infine il metodo deve essere metafisico perché, secondo Cartesio (e poi lo vedremo meglio in una
lezione dedicata) Dio non è escluso del tutto perché Dio secondo lui è il garante del funzionamento
del metodo. Però è utile già sapere che la sua fortissima razionalità tant’è che lui è il fondatore del
razionalismo filosofico, non lo porta ad escludere completamente Dio. del resto lui è stato quello
che dopo aver sognato il suo metodo aveva fatto un voto alla Madonna di Loreto per cui si
suppone che fosse credente. Cartesio è stato un grande rivoluzionario, un grande filosofo dell’età
moderna, padre del razionalismo filosofico e ovviamente anche il teorico che inventò il diagramma
cartesiano.
Cogito Ergo Sun Il DUBBIO METODICO
Il dubbio metodico consiste proprio nel mettere in dubbio tutto ciò che può costituire il metodo,
prima di tutto partendo dalle conoscenze sensibili, che sono quelle che provengono dai nostri
sensi, anche perché noi facciamo esperienza del mondo attraverso i nostri sensi e questi sensi
sono fallaci, sono soggettivi perché quello che è vero per me può non essere vero per te. Esistono
però delle conoscenze che possono sembrare vere a priori e queste conoscenze sono le
conoscenze matematiche perché, come dice Cartesio, 2+3 fa 5 sia che siamo svegli sia che stiamo
dormendo. Ma, attenzione perché Cartesio prende in causa Dio. Noi non sappiamo veramente se
2+3 fa 5 sempre perché siccome il mondo è stato creato e stabilito da Dio, magari Dio avrebbe
potuto fare in modo che 2+3 facesse 6. E allora ora siamo assaliti da un sacco di dubbi. Cartesio è
un matematico, un uomo di scienza che ritiene che tutto si basi sulla matematica, persino il
linguaggio universale deve essere la matematica. E, allora, se dobbiamo dubitare anche della
matematica perché potrebbe non essere vera allora il nostro dubbio non è più metodico (legato al
metodo) ma è un dubbio portato all’ennesima potenza, iperbolico per l’appunto dove io metto in
dubbio qualunque cosa. La causa di tutto ciò, secondo Cartesio, è un “genio maligno” che si
insinua nel nostro mondo e nelle nostre menti ingannandoci, facendoci credere che sia vero ciò
che in realtà è falso. Questo genio maligno e i suoi inganni ci portano a dubitare di qualunque
cosa. ormai non c’è scampo per questo povero uomo che non ha più certezze alcune, non può
nemmeno più rifugiarsi nella matematica. Ma c’è una sola cosa su cui non ci sono dubbi, secondo
Cartesio. Se io sto dubitando di qualcosa, vuol dire che io esisto, che io ci sono. È proprio il dubbio
che conferma la mia esistenza ed è da qui che nasce la famosa frase “Cogito, ergo sum” ossia
penso quindi sono. Infatti, è proprio il pensiero che dubita, è il pensiero che ci consente di dire che
noi esistiamo. Non è il nostro corpo che sancisce la nostra esistenza perché con il corpo non
possiamo dubitare, mentre con il pensiero, con la ragione sì. È per questo che Cartesio è il
fondatore del razionalismo filosofico perché mette in primo piano la ragione, ragione che ci
consente di non avere dubbi sul fatto che esistiamo perché è proprio grazie alla ragione che noi
sappiamo di esistere.

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