La parola metodo deriva dal latino methŏdus f, «ricerca, indagine, investigazione e secondo il dizionario
Treccani il metodo è l modo, la via, il procedimento seguito nel perseguire uno scopo, nello svolgere una
qualsiasi attività, secondo un ordine e un piano prestabiliti in vista del fine che s’intende raggiungere. Ecco
che quindi per essere rigorosi, per essere scientifici, per Galilei era fondamentale avere un metodo preciso.
E questo metodo ha dato il là alla scienza moderna tant’è che Galilei è considerato il padre della scienza
moderna. Vediamo in sostanza in cosa consiste questo metodo che è un metodo che lui applicò tantissimo
nel suo lavoro ma che teorizzò molto poco, contrariamente a Bacone che conosceremo a breve. Quindi ci
sono giunte informazioni sul suo metodo attraverso alcune sue opere come il Dialogo, i Discorsi, il
Saggiatore. Secondo Galilei, esistono due momenti importanti di cui è costituito il suo metodo: 1. il
momento risolutivo (anche detto analitico) 2. il momento compositivo (anche detto sintetico) 1. il momento
risolutivo (anche detto analitico) è il momento in cui un fenomeno viene osservato e scomposto in tanti
elementi semplici, quantitativi e misurabili e viene formulata un’ipotesi matematica sulla legge da cui quel
fenomeno dipende; 2. poi abbiamo il momento compositivo che è caratterizzato da uno o più esperimenti
che verifichino l’ipotesi fatta precedentemente o che la confutino ossia che dicano “no l’ipotesi è sbagliata”.
Allora in quel caso si riprende il processo da capo formulando nuove ipotesi e verificandole di conseguenza.
Quando invece l’ipotesi è confermata questa diventa legge. Ci sono due terminologie galileiane che sono
importanti: da un lato la sensata esperienza e dall’altro le necessarie dimostrazioni. La sensata esperienza è
l’esperienza che viene fatta con i nostri sensi e che è utile assolutamente per osservare un fenomeno. È
utile per l’osservazione e anche per azzardare delle induzioni ossia dei pensieri induttivi che consistono nel
trovare una legge a partire da un singolo fenomeno analizzato. È chiaro che però sia l’osservazione che
l’induzione non sono scientifici, non sono matematici non si basano sulla ragione. Sicuramente però per la
sua scoperta sui corpi celesti galilei si era avvalso di questa sensata esperienza e i suoi sensi non lo hanno
ingannato. C’è però un’altra via, sicuramente più scientifica, più oggettiva e più precisa che egli chiama le
necessarie dimostrazioni sono quelle dimostrazioni necessarie per l’appunto perché sono fondamentali per
giungere non più ad una induzione ma ad una deduzione che vuole dire che io raggiungo una conclusione
da premesse generiche. Attraverso che cosa? attraverso delle ipotesi da cui io deduco la legge grazie a degli
esperimenti. Questa modalità gli ha consentito di scoprire il principio di inerzia attraverso tanti esperimenti
così come la legge sulla caduta dei gravi. Quindi la scienza ha bisogno di entrambi questi momenti che sono
strettamente interdipendenti tra loro. da un lato la scienza è composta dall’osservazione e dall’induzione
delle sensate esperienze e dall’altro la scienza è composta anche da un momento più logico-matematico e
raziocinante in cui le ipotesi vengono verificate con esperimenti e se ne deduce così una legge.