Altro aspetto di Cartesio è la sua critica al finalismo della natura: egli, al contrario di Aristotele (in
quando la finalità spiegava perché qualcosa avveniva) e della Scolastica medievale (Dio avrebbe
creato e conformato tutte le cose in funzione del benessere dell’uomo), crede che l’uomo non può
conoscere i piani di Dio, e poi che il mondo non è un giardino costruito per la felicità delle creature,
ma il prodotto necessario delle leggi della materia e del moto, senza alcuna connessione con le
esigenze dell’uomo.
Il meccanicismo
Questa visione meccanicistica considera la natura come una macchina. L’universo fisico può essere
paragonato ad una grande macchina, governata dalle leggi dei corpi estesi e in movimento, spogliata
da ogni proprietà qualitativa. Questa struttura viene paragonata a quella di un orologio.
4 Il Dualismo Cartesiano e l’Analisi delle Passioni
Le passioni dell’anima
Il problema del dualismo condiziona però anche la concezione delle passioni umane. Cartesio
distingue così 2 tipi di funzioni umane: le azioni, che dipendono dalla volontà, e le passioni, affezioni
involontarie causate nell’anima dalle forze del corpo. Secondo la sua ipotesi le passioni non sono altro
che movimenti impressi dalle cose ai nervi e trasmessi alla ghiandola pineale. Tale impulso
determinata l'uscita di alcuni “spiriti vitali” che mettono in moto le varie parti del corpo. Inoltre le
passioni non sono di per sé negative, ma in alcuni casi sono molto efficaci, in quanto dispongono
l’anima a preservare il corpo dal pericolo. Grande importanza ha la meraviglia, che spinge l’uomo alla
scoperta del mondo.