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L1 Bibbi<t. il Libro per tTcdlenz;1: documento swri -


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gesi biblic;1 er;1 ;11"1 h;ts(' ddb predic1zio11e. dt.·IL1 L'<l-
tL'chL'si. dL·Jl'd,1hL1r;1zio11L· dotrrin.1k dell'L'tic;l, delle
isri ruzilmi ecdesi;di e della liturgia. con lll1<1 spiL'L'<lt<t
c;ir,me rizz azione in sL·nso J1<ll'L't1L'tico L'd L·duc1ti\·l1: \_·
j1t.'1' ljllt.'S[<l r;1git1ne L·lw il S(11<J <1)1)1WL'L'il) sciL·nrifico
ntHl puù n111sider.1rsi sufficienk per I.i pie11;1 n1111 -
prensit'l1L' t.· ulrur:1k· ddl't.·segesi bihlic1 p;HristicL
( )ggi uk· csigt.'11 Z<I culrur;1k·. insieme '' un connL·to
hisPg1w <l\'\·erritn ndLttti,·irù di prnlic1zinne, h,1 su -
sciLtrP. p<lrtL' lldl1 d,111' ;1mhit.·1Ht.' pn1test;111tt.' ;1mniL·;1 -
nn. l' ide;t di non lirniursi <I rict.-rche L' commt.·mi hi -
hl it.·i di ctr;lltL'rL· scientifico. ma di urilin;trL· Li gr;mdt.·
\';lt'iL't :1 d i infLTf11"L'Ll L' inni <ICL'llllHil;ltL' llL'i primi SL'Coli
ddLl swri;t del crisri <mL'sinw: è ll<IU Cl1sì. <l Clll'<I del -
l'l nstirur Pt ( ~ L1ssiL· ,il Christi;111 Srt1dies ( )( :<:si ddL1
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hihliL·i t.kll' ,-\nricD ti Lit.-1 ;\1Lll1\·n T1_·sr.111wntn. si pro -
pl1ngl1nci L1 «ri,·ir,tli n ;1 zio11e Lk·ll'inst.·g11<1rnL·nto cri -
sti<ll1L) fl1nLLlft) sull't.·sq!,esi cLtssic1 nisri ;tll<l. un piì1
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11wl11 pL'r gli stuLliusi tll'll' ;1111hiro sturico. hihlico.
ft.'l )l11gin 1 1_· p;tsrt 11'<dt· . . . )>, l\;1cu 1glienLln L' t r;1du1_·t.·n -
lll1 1..l.tlk· lin .~u1.:· grL'L';J L' brina. 111<1 ;111d1t.· L'opt;t. siri<t-
C<l. .1r111L'll <t. L1 riL·cht.·.ua st.·min ;H;1 tll'i sL·n1li in t;llltt.'
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11.1 ri ;1. t.'Plk·g;111Ll11 rr;1 Ioni i testi Lk·i l\1dri Lk·IL1 l :hiL· -
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s11L'L·i,disri in j1<lln1]pgi<l. i \'l1lu111i si propPngt111u di
lillr irt.· <l_!.'.li ~1t1 d i1..1si L' ~1 qu;111ri dL·sidt.'LlllL1 nucrirsi Lk·l -
L1 L-ìihhi ,1 ,tlLt scuPLi Lk·i gr.111di l\1Llri dt.·i primi SL'L't1li
llll cPnUcrP Ll ireecP n111 le t'onri. nd qu.1drt) di un gt."
nui1w recupero Lk·lk· lLh.li ziL111i 1.: risri•l11L»
LA BIBBIA COMMENTATA DAI PADRl
collana diretta da THOMAS C. OoEN
edizione italiana a cura di ANGELO DI BE.RARDINO

Antico Testamento ·
3
LA BIBBIA COMMENTATA DAI PADRI
Antico Testamento
3

GIOSUÈ
GIUDICI
RUT
1-2 SAMUELE
a cura di John R. Franke

Edizione italiana a cura di Chiara Spuntarelli

Introduzione generale di Angelo Di Berardino

o
Città Nuova
Pubblicato per la prima volta da InterVarsity Press:
Joshua, Judges, Ruth, 1-2 Samuel
(Ancient Christian Commentary on Scripture, Old Testament, IV),
curato da John R. Franke
© 2005, Institute of Classical Christian Studies,
Thomas C. Oden e Mark J. Edwards.
Tradotto e pubblicato su autorizzazione della lnterVarsity Press,
P.O. Box 1400, Downers Grove, IL 60515, USA.

Traduzioni di Chiara Spuntarelli

In sovraccopertina:
Veduta del!'abside
Ravenna, Chiesa di San Vitale.
Archivio Scala, Firenze.
Grafica di Rossana Quarta

© 2007, Città Nuova Editrice


Via degli Scipioni, 265 - 00192 Roma
Tel. 063216212 - e-mail: comm.editrice@cittanuova.it

Con approvazione ecclesiastica

ISBN 978-88-311-9382-5

Finito di stampare nel mese di ottobre 2007


dalla tipografia Città Nuova della P.A.M.O.M.
Via S. Romano in Garfagnana, 23
00148 Roma - tel. 066530467
e-mail: segr. ùpografia@cittanuova.it
INTRODUZIONE GENERALE

La. religione cristiana, in tutte le sue manifestazioni: ha bisogno del Libro per ec-
cellenza, la Bibbia i. Quello che vi è scritto è la parte /onda.nte del cristianesimo. Essa
è il referente costante nella storia delle comunità cristiane, in particolare nei primi se-
coli .del loro sviluppo, ma anche dei fedeli di ogni tempo, che vogliono /are esperienza
di fede nel Dio di Abramo e -n,el suo Figlio Gesù Cristo. Essa viene letta sia in· privato
sza nelle comunità oranti: nelle quali è per di più proclamata solennemente.
La Bibbia inoltre esiste anch~ come documento interpretato e utilizzato nei se.co-
li. Ogni lettura di tale testo, scritto ma dinamico, significa contz'nua interpretazione e
confronto con il presente vissuto dai lettori e dai credenti. La. Bibbia può perciò esse-
re letta come documento storico, culturale e rellgloso, ma anche come un testo fondan -
te di· tutta la crlstianità che con essa si deve continuamente confrontare.
Generazioni d~ cristiani - e di ebrei per l'Antico Testamento - pregano, piangono
e gioiscono da sempre leggendola: nelle grandi cattedrali: nella solitudine di una cella
monastica, nel deserto assolato dell'Egitto, nel!'intimità di una famiglia o in comuni-
tà: a volte anche inconsciamente ci accostiamo alla Bibbia alla luce di una lunga sto-
ria.scritta e vissuta prima di noi.
Ma la riscoperta del Libro suscita anche l'interesse alla storia dell'interpretazione
che nel tempo e nello jpazz'o si è data di esso.
\ l~esegesi biblica, nei primi secoli cristt'am: era la base della predicazione, della ca-
techesi: della elaborazione dottrinale, dell'etica, delle istituzioni ecclesiali e della lt'tur-
gia, persino delle controversie. Per questo i testi biblici: sia dell'Antico sia del Nuovo
Testamento, si rz'velano indùpensabili per la comprensione stessa della storia del cri-
stianesimo. Anche l'arte cristiana antica èra una rappresentazione di episodi biblici a
fini didattici: le pitture delle catacombe, ad esempio, comunicavano un messaggio bt'-
blico. Origene, quando commenta un testo biblico, si pone soprattutto questa doman-
da: «Che interesse ha per me questa storta?» (Omelia su Geremia 1, 2). ·
Lo studio dei Commenti patristici condotti sulla Scrittura per molto tempo è sta-
to trascurato perché l'esegesi appariva troppo intessuta di interpretazioni allegoriche
talvolta fantasiose, e perché considerata senza valore per lo studio e la sua compren-
sione della Scrittura stessa - oggi che possediamo altri strumenti per una sua maggio-

1 «Bibbia» è una parola di origine greca usata per designare l'insieme dei libri contenuti nella Sa-
cra Scrittura (Antico e Nuovo Testamento). Nell'antichità, fino alla fissazione del canone e anche do-
po, il termine veniva adoperato per indicare semplicemente l'Antico Testamento nella sua triplice di-
visione: J..egge, Profeti e altri scritti. ·
6 Introduzione generale

re i'ntelligenza contestuale -. La storia delt esegesi trovava solo un interesse esclusiva-


mente storico: come una sorta di archeologia interpretativa senza alcun rùvolto sia per
il presente, per la vita delle comunità cristlane, sia per lo studio biblico.
In realtà, anche se in qualsiasi scuola esegetica antica c'era un'attenzione alla in-
terpretazione storica e filologica per la comprensione piena del senso biblico - falle-
goria oscillava secondo i tempi e i luoghi predominando in ambiente alessandrino -,
la maggior parte dei testi conservatiflno ai nostri giorni è frutto della predicazione che
miravà alla edificazione e alla formazione cristiana del popolo cristiano, e non di
un'opera di studio o di ricerca. Dal!'esperienza quotidiana si evince che, ancor'ogg~
ogni predicatore, nell'ambito di una celebrazione lz'turgica, tende a una esegesi' allego-
rica adatta al pubblico presente e alle circostanze di vita degli uditori: forma comune
deltantica eseges~ che è in misura rz'dotta anche del!' esegesi pastorale odierna.

Oggi un'esigenza culturale, z'nsieme ad un concreto bisogno sentito nell'attività di


predz'cazione, ha suscitato l'idea, in ambiente protestante amerz'cano, di non limitarsi
a ricerche e commentl biblici' di carattere sdentifico, ma di utilz'zzare la grande ricchez-
za di interpretazione accumulata nei primi secoli della storia del cristianesimo, il pe-
riodo detto dei Padri della Chiesa: da Clemente Romano (fine del sec. I) fino a Gio-
vanni Damasceno (morto nel 749ca in Palestina) e Beda il Venerabile (morto nel 735
in Inghilterra). Sono gli ideatori della Ancient Christian Commentary on Scripture -
edita negli USA pressq la InterVarsity Press, la cui pubblicazione in pz'ù volumi è an-
cora i·n corso -, ad affermare che il progetto «ha come scopo la rivitalizzazione dell1in-
segnamento cristiano fondato sulla esegesi classica cristiana, un più intenso studio del-
la Scrittura da parte dei laici: che desiderano pensare insieme con la primitiva chiesa
sul testo canonico, ed essere di stimolo per gli studiosi cristiani· nell'ambito storico, bi-
blico, teologico e pastorale, ad approfondire la ricerca dell'interpretazione scritturisti-
ca degli antichi scrittori cristiani... La parola predicata nel nostro tempo è restata lar-
gamente beneficiaria della precedente influente ispirazione patrz~'ìtica» 2, ma senza sa-
pere la provenienza del suo repertorio interpretativo. Si è costatato lo strano fenome-
no che il predicatore ('ìpecialmente protestante) utilizza tutta una· strumentazione
espositiva che viene da molto lontano senza la coscienza riflessa della sua origine. Non
è più profittevole allora attingere direttamente alle fonti primarie? Non ne ricevereb-
bero un vantaggio lo studio, la meditazione e la predicazione?
Il pubblico al quale d si è rivolti· è primieramente quello non specialistico, ma che
tuttavia è desideroso di nutrirsi della Bibbia sotto la guida delle grandi· menti del pri-
mo cristianesimo. Non si trascurano comunque i lettori qualificati ed esigenti che so-
lo da epoca recente cominciano a disporre di alcuni strumenti adeguati. L'Italia in tal
senso è più fortunata, rispetto al pubblico americano, sia per una diversa tradizione
culturale e sta per l'incremento del!'interesse e delle pubblicazionl tra le quali si di-
stingue il ricchissimo catalogo di Testi Patristid di Città Nuova che ci mette alla scuo-
la dei Padri.

· 2 Introduzione all'edizione americana, p. Xl


Introduzione generale 7

Ora Ct'ttà Nuova aggiunge al suo catalogo la collana La Bibbia commentata dai
Padri, edizione italiana dei volumi americani. Essa raccoglie la ricchezza seminata .in
tante opere, spesso non facilmente accessibili: sia in lingua gre.ca che latina, come nelle
altre lingue cristiane: il copto il siriaco e l'armeno. Ogni singolo libro biblico viene
1

commentato seguendo l'antica tecnica catenaria che fa scorrere concatenati fra loro, i
1

brani che i Padri scrissero o pronunciarono su quel determinato passo. I commenti pa-
tristici sono affiancati da altre fonti: come le poesie di Efrem e di Prudenzio. I:opera
che qui si presenta è corredata da introduzt'ont~ sommari e note, che guidano per i per-
corsi: talvolta tortuos~ delle interpretazioni. Tuttavia il lettore moderno rimane libero
di intrattenere un contatto diretto con il testo e con l'esegeta antico. Inoltre non tutti i
libri biblici hanno un commento continuo; in tal caso si è ritenuto necessario ricorrere
ad un più ampio uso di opere di diversa provenienza. Le note, non abbondanti: hanno
lo scopo di contestuali'zzare quei brani' che necessitano di una chiarificazione.
Anche se l'interpretazione proposta da un autore cristiano dei primi secoli oggi
può o non essere più accettata o ritenuta errata, il brano viene riportato perché si
"ascolti1' la sua voce, perché se ne colga la mentalità e il suo tentativo interpretativo. I
commenti: sovente, venivano pronunciati' di fronte ad una assemblea riunita in pre-
ghiera e desiderosa di ricevere la parola di istruzione, di incoraggiamento e di conso-
lazione dell'omileta. Essa veniva ripresa da qualche stenografo, che registrava il ser-
mone dalla viva voce del predicatore; a noi il sermone è giunto talvolta rivisto dall'au-
tore, talaltra così come era stato predicato e senza alcuna revisione. Lo stenografo, che
usava un sistema di scrittura veloce, si limitava in un secondo momento a trascrivere
delle note persònali. Origene secondo Eusebio solo in età avanzata permi'se ai tachi-
1 1

grafi di trascrivere le sue omelie (Historia Eccl. VI, 36, 1). Il vescovo rimaneva di fat-
to il tractator divinorum eloquiorum (Contra duas epi. Pelag. TV, 8, 24), cioè l'inter-
prete qualificato nella spiegazione della Scrittura al popolo cristiano.
Nelle assemblee liturgiche normalmente esisteva un ciclo continuo di letture di
un testo, a scelta del presidente e che il predicatore commentava; non è facile ricostrui-
1

re questo ciclo, è parzialmente possibile solo per i grandi· predicatori·. Nel periodo post-
pasquale normalmente si leggevano gli Atti degli Apostoli. Un'opera biblica veniva
letta a brani· in occasioni successive e t'l predicatore allora svolgeva un commento con-
tinuo. Naturalmente ogni predicatore aveva delle preferenze per opere bibliche da
commentare per ifedelt". Nelle grandifeste il tema era d'obbligo.
La gran parte dei commenti biblici non sono nati come opere scolastiche o di stu-
dio - come avviene normalmente oggi-, ma come omelie realmente predicate a cre-
denti che interagivanq, con tl predicatore con l1applauso, con il chiacchiericcio, con la
contestazione. I:omelia risente del dialogo diretto o i'ndiretto con il pubblico. ,
Nella predicazione solitamente gli oratori citavano i passi biblici a memoria op-
1

pure utilizzavano delle antologie tematiche. Non di rado il predicatore improvvisava il


suo discorso di commento al brano biblico letto. Origene, in un sermone pronunciato
· a Gerusalemme alla presenza del vescovo Alessandro, chied~ a lui quale passo deve
commentare della lunghissima lettura proclamata dal lettore (l1omelia sul Primo libro
dei Re): si scelse di commentare solo 1 Re, 25 - 28.
8 Introduzfone generale

Talvolta il lettore, per errore, proclamava un brano diverso da quello previsto. Ago-
stino accenna a questo inconveniente e confessa che, pur avendo preparato un altro ar-
gomento, propone all'assemblea una diversa riflessione. Il predicatore è cosciente che la
sua spiegazione è frntto della illuminazione divina e l'ascoltatore può comprenderla so-
lo se anch'egli riceve una illuminazione: è t'l pensiero di Origene (Omelie su Geremia
19, lli Omelia su Genesi 12, 5) e di Agostino (Dottrina cristiana rv, 16, 32).
Altrove Agostino dice: «Felice l'anima che si purifica con la limpidezza della ve-
rità [. . .]. Colui che, invece, si compiace della legge di Dio e ne riceve tanto diletto da
trovarsi al di sopra di tutti i godimenti della dissolutezza, non attribuisca a sé tale ri-
creante esperienza: Il Signore elargirà il suo bene (Salmo 84, 15). Quale chiederò? Si-
gnore, dammi quel bene, oppure quell>altro? Tu sei buono, o Signore, e nella tua bon-
tà insegnami la tua giustizia (Salmo 118, 68). Nella tua bontà insegnami e i$frnisci-
mi. Allora apprendo ad operare, quando nella tua bontà tu mi istruisci» (Sermone
153, 8) 10).
Pur non dando troppa importanza alla retorica, i Padri ne utilizzavano i canoni per
costruire i discorsi e per convincere insegnando. Scn've Agostino: «Per l'esposizlone del-
le Scritture ci sono delle norme che, a quanto mi sembra, possono essere presentate va- ·
lidamente a cht' si dedica al loro studio. Con esse lo studioso potrà ricavare profitto non
solo dalla lettura di quel che scopersero altri nei passi oscuri delle sacre Lettere, ma egli
stesso potrà diventarne interprete per altri ancora. Mi sono pertanto deciso a comporre
questa trattazione per coloro che vogliono e sono in grado d'apprendere tali' norme, e mi
auguro che Dio, nostro Signore, non mi neghi nello scrivere i doni che è solito elargir-
mi allorché penso a tale argomento» (Dottrina cristiana, prol. 1). Le norme retoriche
che si insegnavano a scuola doveva_no seroire come guida, ma il predicatore cristiano do-
veva fare molta attenzione al pubblico e alla sua capacità di ri'ce:done e di comprensio-
ne. Agostino dice: «Lo ripeto con parole un po' più chiare per quei nostri fratelli che
hanno pt'ù difficoltà a capire. Coloro t'nvece che hanno già capito sopportino la lentezza
degli altri e imitino il Signore il quale, pur possedendo la natura divina ... annientò se
stesso ... facendosi obbediente fino alla morte· (Fil 2, 6-8)» (Sermone 264> 4).
La correttezza linguistica è importante, ma la comprensione dell'uditorio era la
preoccupazione maggiore del predicatore: «Così dunque non rideranno se per caso ab-
biano sentito qualche responsabile e ministro della Chiesa invocare Dio, usando bar-
barismi e solecism~ o non comprendere il significato delle parole stesse che pronunzia
e separarle in modo scorretto. Non che questi errori non debbano essere corretti (sì che
il popolo possa dire amen a ciò che comprende pienamente); nondimeno) devono esse-
re tollerati in spirito di carità[. . .]. Per i più lenti occorre invece condurre la spiegazt'o-
ne in modo più articolato e con un maggior numero di similitudini~ sì che tengano nel
dovuto conto ciò a cui assistono» (l:istruzione dei semplici 9, 13). !:uditore va accet-
tato così com,è, ma va istruito nella parola della salvezza e per questo i grandi Padri
non hanno esitato ad usare il sermo humilis per essere capiti~ ad.adoperare le lingue
locali o i dialetti. Quando era possibile e necessario anche dei traduttori'. A Gerusa-
lemme il vescovo parlava in greco, ma qualche persona competente traduceva in lati-
no o in altre lingue. · '
. Intmduzione generale 9

Ho rivolto l'attenzione su questi aspetti: perché spesso si dimentica che la grande


produzione esegetica è di carattere omiletico. La lingua della predicazione, il tono del-
la pronuncia del dt'scorso, recitato di fronte al!'assemblea, influisce anche sul!'esegesi.
!}oralità era ben curata. Il sermone non veniva solo pronunciato come facciamo noi:
ma in qualche modo musicalizzato.
I testi selezionati in questi volumi hanno tale provenienza.
I Padri hanno commentato la Bibbia non sui testi originali, ma su traduzioni. La
Bibbia cristiana per eccellenza era la traduzione greca dei Settanta 3, quella usata dai
Padri greci. Le prime.tradu:doni in latino erano fatte oralmente, come avveniva anche
nel IV e nel V secolo per alcune lingue o dialetti: e come sempre è avvenuto nella sto-
ria della missione cristiana. Tali traduzioni nei primi tempi erano improvvisate all'in-
terno della celebrazione liturgica, dopo aver ascoltato il testo letto, per esempio, in gre-
co. Anche quelle scritte venivano eseguite dal testo greco dei Settanta (non dall' ebrai-
co) e dal testo greco del Nuovo Testamento. .
Altrettanto avvenne inizialmente ai tempi più antichi per i parlanti latino. Ben
presto i latini traducono opere intere, che costituiscono la base di tutti i rimaneggia-
mentt' successivi. Essi sorgono perché si è di fronte ad un testo letto e riletto, per cui i
nuot;i lettori non erano contenti della traduzione e volevano introdurre dei migliora-
menti. Così sorse quella complessa traduzione denominata Vetus latina e dalla fine del
N secolo si diffonde la traduzione di Girolamo, detta Vulgata dal XVI secolo. Per que-
sto Agostino può dt're: «Si possono contare i traduttori della Scrittura dal!' ebraico al
greco, md in nessun modo i traduttort latini>> (Dottrina cristiana 2, 11). Lo stesso fe-
nomeno si ripeteva dove si· parlavano altre lingue: prima abbiamo delle traduzioni ora-
li e poi scritte. Inoltre, delle revisionio edizioni cristiane si può ricordare la monumen-
. tale opera di Origene, gli Hexapla, che riportavano su set" colonne: il testo ebraico, la
sua traslitterazione in caratteri greci: e quattro di/ferenti traduzioni. Inoltre la Bibbia
fu tradotta anche nelle lingue antiche orientali (siriçica, copta, armena, georgiana, etio-
pica, araba): traduzioni normalmente fatte dal greco dei Settanta e talvolta dall' ebrai-
co. Tra le traduzioni siriache la più importante è detta Pesht'tta, eseguita in tempi di-
versi e parzialmente dall'ebraico. La traduzione gotica nel IV secolo fu fatta da Ulfila,
l'evangelizzatore dei goti.
Un commento, o meglio un sermone, fatto su una traduzione, che a sua volta è
una interpretazione, è naturale che di/ferisca da uno elaborato sul testo originale. Le
parole e le loro etimologie hanno sfumature diverse, che influiscono sulla elaborazio-
ne della riflessione.
I commenti cristiani: in ·qualunque lingua siano stati/atti e tramandati: si fonda-
no sulle traduzioni nelle rispettive lingue. Lo studio del!'esegesi patristica e delle ope-

3 Con il termine «Settanta» (Septuaginta) s'intende la traduzione dei LXX, riferendoci alla tota-
lità dell'Antico Testamento in lingua greca. Tale traduzione greca, primo grande tentativo di esprime-
re in un altro linguaggio il pensiero religioso ebraico per un'altra cultura, fu fatta in un arco di tempo
alquanto esteso. Tuttavia, da parte ebraica, vengono fatte revisioni o "edizioni" della traduzione dei
Settanta, come quelfe di Teodozione, di Aquila (fine I secolo) e cli Simmaco (fine II secolo).
10 Introduzione generale

re dei Padri deve tenere conto anche di questa complessa storia delle traduzioni. Tal-
volta si trovano divergenze di lingua e di metodo in· uno stesso libro biblico sia perché
opera di vari tradutton: sia perché emendato o completato con altre traduzt'oni. Il li-
bro di Giobbe, per esempio, il cui testo al tempo di Origene era più breve, è stato da
lui completato con la versione di Teodozione. Cosa avvenne quando questo libro ven-
ne tradotto in altre lingue?

Gli Antichi Commenti Patristici alla Scrittura hanno avuto immediatamente un


grande successo negli Stati Uniti: specialmente in ambiente protestante. Thomas
Oden, della Drew University, ha mirato ad una collaborat.t'one ecumenica, per prove-
nienza e confessione di fede, e a che l'opera venisse tradotta anche in altre lingue.
I:edt'zione italt'ana sostanzialmente assume come base dt' partenza l' edt'z.t'one america-
na. Di/ferisce da essa perché si è preferito n'elaborare le introduzioni: selezionare e am-
pliare i testi e le annotazioni. Gli american~ per individuare i brani da pubblt'care,
hanno lavorato molto con la ricerca digitale mediante i nuovi strumenti informatici.
Gli italian~ per formazione e cultura, hanno preferito il st"stema tradizionale del con-
tatto diretto con le opere antiche. Per i brani riportati si è fatto spesso ricorso a tradu-
zioni esistenti, eventualmente miglz'orate, ma anche a traduzioni dai testi' originali.

ANGELO Dr BERARDINO
INTRODUZIONE A GIOSUÈ, GIUDICI, RUT, 1~2 SAMUELE

Criterio guida di questa breve introduzi'one al volume è che la letteratura dei pri-
mi secoli sia l'espressione della comunità in cui essa è prodotta e rifletta quindi le prin-
cipali istanze della vita comunitaria così come esse emergevano dall'insegnamento ora-
le. Si tratta di un processo che porta ad adeguare le testimonianze scritturistiche alle
più diverse esigenze didascaliche fino a giungere alla perfetta corrispondenza di esege-
si e catechesi.
A questo scopo si è cercato di enucleare, tra f numerosi autori citati: alcuni esempi
ritenuti in tal senso significativi. Se quindi nelle primitive comunità, di impronta gene-
ralmente giudaica, i temifondamentali trattati dalla catechesi possono essere sintetizza-
ti in due: la persona di Gesù e l'osservanza della Legge e delle tradizioni giudaiche, giu-
stificando a tal fine la raccolta di testimonia, la progressiva degiudaizzazione e l'inseri-
mento nelle comunità di una vastq, componente di origine pagana implica la necessità di
rendere valido l'Antico Testamento in ambienti non di tradizione giudaica. In tal senso
va a mio avviso letta la preferenza accordata all'Antico piuttosto èhe al Nuovo Testa-
mento come lettura seriale, come attestato dai commentari ascrt'vibili con sicurezza a Ip-
polito, nessuno dei quali si occupa del Nuovo Testamento, e l'intera produzione orige-
niana, ben testimoniata nel volume soprattutto dai cicli di omelie su Giosuè e su Giu-
dici. Al/1origine di tale i·nteresse c'è quindi la necessità, in questo periodo, di rendere
compatibili tali tes~i con il messaggio cristiano, di rilevare la continuità tra Antico e
Nuovo Testamento, superando le critiche avanzate da gnostici e marciont'ti.
Il riscontro di Ippolito ci conforta in tal senso, palesando come la produzt"one di
Origene dovette essere l'attestazione più macroscopica di un'operazione che in Orien-
te, seppure non in tutte le comunità, doveva essere tuttavia praticata. in un certo nu-
mero di comunità.
Tale aspetto centrale nelle opere di Orzgene emerge, per quanto riguarda !'ogget-
to di questo volume, da un passo tratto dalle Omelie su Giosuè: «Ma Marciane, Va-
lentino e Basilt'de e tutti gli altri eretici con loro, non volendo intendere ciò come è de-
gno dello Spt"rito Santo, hanno deviato dalla fede e si sono coinvolti in molte empietà;
dichiarano che c'è un altro Dio, quello della Legge, creatore del mondo e giudice, il
quale si direbbe che insegni crudeltà in questi testi: perché ordina di calpestare il col-
lo dei nemici: di impiccare i re di quella terra invasa con violenza» 1.

1 Origene, Omelie su Giosuè 12, 3.


12 111troduzione a Gs, Gdc, Rt, 1-2 Sam

Nel passo Origene, associando in modo a mio avviso consapevole gnostici e mar-
donitz: lascia trapelare la ragione principale del!'attenzione per l'Antico Testamento:
bisognava contrastare le tesi che scindevano un Dio del/>Antico Testamento, Creatore,
la cui giustizia è molto meno positivamente definita rispetto a quella del Demiurgo va-
lentiniano, e il Dio buono del Nuovo Testamento. Non è un caso se nell'insegnamen-
to di Mardone, così come è stato riassunto nelle Antitesi a noi giunte attraverso Ter-
tulliano e altri polemisti~ si richiamasse proprio il fatto che la conquista della Terra
Promessa da parte di Giosuè sarebbe avvenuta tra stragi e devastazt·oni 2 . E, sulla stes-
sa linea del proprio maestro, Apelle, diScepolo di Marciane, nei Sillogismi rileva le
contraddizioni interne al testo veterotestamentario. .
Si situano i·n questo orizzonte anche gli estratti citati dalle opere di Tertulliano.
Diverso è invece zl caso di Cipriano, i cui Testimonia a Quirino, che si configurano co-
me un repertorio scritturistico approntato per rispondere ad ogni esigenza dell'inse-
gnamento comunitario, risultano interessanti soprattutto in ragi·one del!'edizione del
testo biblico di riferimento utz'lizzata.
Soltanto con Ambrogio e Agostino si arriverà in Occidente ad una compiuta ma~
turazione dal punto di vista esegetico. Per quel che qui i·nteressa, Ambrogio, sulla scor-
ta di Filone di Alessandria e di Origene, dedica larga pdrte della propria produzione a
personaggi dell'Antico Testamento e, in particolare, a figure femmt.nili come Raab e
maschili come Davide, spesso anteponendo alla propria spiegazione un'estesa para/ra-
si del racconto bibNco,. Per quanto concerne Agostino, vanno ovviamente ricordate, ol-
tre ai vari riferimenti sparsi i·n altre opere, le Questioni sull'Ettateuco.
interessante risulta rilevare come i passi scritturistici relativi all'Antico Testa-
mento vengano via via introdotti sulla base di nuove o mutate esigenze. Per quanto
riguarda l'Occidente, Agostino sembra avere consapevolezza del fatto che l'immagz'ne
sia sempre dz' più chiamata a svolgere la funzione di testo pur non condividendo tale
sviluppo nel rapporto tra le due forme di divulgazione del testo scritturistico e restan-
do fermo sul/'antica separazi·one dei ruoli: al massimo complementari ma mai alter-
natt'vi nella fruizione. Il vescovo di Ippona sottolinea quindi come la pt'ttura possa ge-
nerare errori in quanti: z'nvece di cercare rlsposte in sanctis codicibus, le cercano in
pictis parietibus J. Analoga posizione è ribadita nel Commento a Giovanni, in cui
Agostino distlngue le funzioni cognitive della lettura da quelle della visione delle im-
magini 4.
Non molto tempo dopo, Paolino di Nola compone per i santuari da lui fatti edifica-
re o restaurare dei tituli che non si presentano come didascalie delle immagini per spie-
garle) ma, al contrario, sono le immagini che, una volta "raccontate") si presentano come
leggende dei tituli per i rudes, o per gli agrestes che non sono in grado di leggere5.

2 Per una documentazione completa: A. von Harnack, Marcion. Das Evangelium vom fremden,
Leipzig 1924, 74s.
3 Agostino, De cons. evang. I, 10.
4 Agostino, In Ioannis Evangelium Tractatus 24, 2.
5 Cf. Paolino di Nola, Carm. 27, 511-595.
Introduzione a Gs, Gdc, Rt, 1-2 Sam 13

Il ribaltamento nelle funz.t'oni è ben illustrato da Paolino con l'espressione ut let-


tera monstret quod manus explicuit, in cui compito della littera diventa quello di
monstrare e alt'immagine, indicata facendo riferimento alla manus del!'artigiano, è ri-
servato il compito di explicare, ruolo che dovrebbe invece essere svolto dalla littera. A
tale complementarietà tra discorso scritto od orale e pittura corrisponde, dal punto di
vista iconografico, un programma che prevede la scelta di poche e significative imma-
gini, facilmente riconosczhilz~ che, poste in maniera opportuna alt'interno dello spazio
archt'tettonico, guidano l'ascoltatore/spettatore verso una comprensione univoca di es-
se; dal punto di vista letteran·o, il sermo viene ad essere costruito su Ioci communes
ed exempla scritturistici che orientano l'ascoltatore nella comprensione del testo, in
base agli stessi schemi adottati sul piano iconografico.
Relativamente ai libri della Scrittura presi in considerazione nel volume e ai pas-
si riportati in questa sede, tale disposizione di Paolino rispetto al rapporto tra parola
e immagini emerge con chiarezza in un brano tratto dal carme 2 7 che prest;nta una
parafrasi poetica di Gs 3" 14-17: «Ora voglio che tu contempli le pitture che si sno-
dano in lunga serie sulle pareti dei portici dipinti e stanchi un po' il collo levato ver-
so l'alto, mentre leggi attentamente ogni cosa con il volto piegato all'indietro. Chi
contempla queste pitture, cqnoscendo il vero attraverso le vuote figure, nutre la men-
te fedele con non inutili immagini. Infatti la pittura accoglie in una serie fedele tut-
to ciò che l'antico Mosè descrisse nel Pentateuco, e le imprese che compì Giosuè, z'n-
dicato col nome del Signore, sotto la' cui guida il Giordano, avendo trattenuto il cor-
so delle acque, fermati i flutti: si arrestò al cospetto del!'arca di Dio. Una mirabile for-
za divise il fi,"ume: una parte, volta all'indietro la corrente, si fermò, l'altra parte del
fiume scorrendo si affrettò verso il mare e lasciò vuoto il letto. Dalla parte donde li
fiume venendo dalla sorgente si precipitava impetuoso aveva innalzato come in un al-
to cumulo le onde trattenute e una montagna di acqua sovrastava minacciosa con una
oscillante parete guardando dal!'alto i piedi avanzare sul fondo disseccato e nel mez-
zo del fiume le impronte polverose degli uomini lasciate dai piedi asciutti nel limo in-
durito» 6 .
Si tratta di una strategia seguita per lo più secondo gli stessi meccanismi soprat-
tutto nelle comunità occidentali, còme mostra la costante ripresa in autori più tardz:
come Cesario di Arles, di st'ngoli passi i cui stilemi esegetici vengono per lo più ribadi-
ti sulla scorta, ovviamente, di Ambrogio e di Agostino, ma in cui è possibile scorgere
la codificazione di determinati lemmi scritturistici in immagini~ letterarie e iconogra-
ft'che,. note all'uditorio. Tale prassi $i giustifica nelle Omelie di Cesario con la necessi-
.tà di istruire sz'a il clero che i fedeli nella Scrittura; necessità più volte ribadita e che in-
duce il vescovo di Arles a scegliere una lingua popolare che non indugia in particolari
accorgimenti reton'ci, come dimostrano i passi riportati nel presente volume" per la cui
traduzione si è cercato di seguire quanto più possibile il testo latino proprio in virtù
del quadro sociale e umano del cristianesimò popolare delle Gallie nella tarda antichi-

6 Paolino di Nola, Carme 27, 511 -529.


14 Introduzione a Gs, Gdc, Rt, 1-2 Sam

tà che da essi emerge. Nei brani di' Cesario presi in esame, forte è la valenza morale e,
accanto alt'esegesi allegorz'ca per lo più tradizionale di certi passi: si possono individua-
re dei tratti di originalità soprattutto per quanto riguarda l'interpretazione di Gdc 14,
5-9, in cui il leone dilaniato da Sansone e nel corpo del quale vengono trovati uno scia-
me di api e mz'ele, rappresenta Cristo, dalla cui bocca, una volta morto, scaturisce il
miele della salvezza, ma anche la Chiesa dei gentili: che da divoratori feroci sono di-
ventati corpo di Cristo «in cui gli apostoli: come api: dalla rugiada del delo e dai fi'ori
della grazia dz'vina, depositarono il miele della sapienza» 7. Sempre in riferimento al
vescovo di Arles, va rilevato il richiamo costante allo scontro tra Cristo e il diavolo, co-
me nell'episodio narrato in 1Sam17, 34-37 del leone e dell'orso sconfi'tti da Davide
ed entrambi identificati con·il diavolo s.
Non si hanno in Cesario cicli seriali di omelie sui libri scritturistz'ci qui considera-
ti: ma, come in Giovanni Crisostomo le omelt'e su Anna o quelle su Davide e Saul, il
vescovo di Arles dedica un certo numero di omelie a si'ngolt' personaggi: come i sermo-
ni 119 su Sansone e i sermoni 115 e 116 su Giosuè e Raab.
Massimo di· Torino non ha invece la tendenza a drammatizzare il testo biblico; il
messaggio scrltturistico è perennemente rinnovato attraverso l'inserzione di riferimen-
ti scritturistici che diventano parte integrante del discorso. Le argomentazioni diven-
tano quindi come un naturale prodotto del passo, in un'ottica che mira costantemen-
te alla concretezza del!' esegesi. Illustrativa di tale modo di procedere è l'esegesi di 1
Sam 17, 49, in cui si passa dalla Scrittura al dogma e, ·quindi: alla pratica della. vita 9.
Un discorso diverso va fatto per Cassiodoro che nei passi del Commento ai Salmi
qui utilizzatl conformemente alle linee guida della sua intera produzione) ricorre so-
vente all'aritmologia proponendo un'esegesi allegorica marcata da una forte istanza
escatologica. .
·Vaste sono le inserzioni di passi tratti dal materiale scritturistico affrontato in que-
sta sede inserite da Gregorio Magno nei Dialoghi, nelle quaranta Omelie sui Vange-
li, nel Commento Morale a Giobbe, nella Regola patorale e, soprattutto, in un Com-
mento al primo libro dei Re (vale a dire su 1 Sam 1-16), non scritto dallo stesso Gre-
gorio, ma redatto da Pietro di Cava. Le citazioni riportate da Gregorio Magno sono
per lo più t'nserite i·n una cornice moraleggiante e ben si attaglt'ano, a mio avviso) alla
matura riflessione che in Occidente si registra con questo autore circa t'l rapporto tra
parola e immagine e circa il funzionamento dell'immagine stessa come testo. Esempli-
fi'cativo i·n tal senso ri~ulta quanto Gregorio scrive a Sereno di Marsiglia nel luglio del
599 e nel!'ottobre del 600, in cui viene indicata l'equivalenza tra immagine e testo
scritto o letto, al fi'ne di acquisire al cristt'anesimo quanti' non sono in grado di leggere
o di comprendere il senso del testo scritto: immagini e predicazione concorrono t'nsie-
me al comune scopo di edificazione, compunzione e memoria.

7 Cesario di Arles, Sermone 119, 1.


8 Cf. Cesario di Arles, Sermone 121, 4.
9 Cf. Massimo di Torino, Sermone 85, 3.
Introduzione a Gs, Gdc, Rt, 1-2 Sam 15

I:evoluzione verso uno stile figurativo e un parlare per immagini è ben rappresen-
tata) per un)epoca più tarda, dalle citazioni tratte dalle opere di' Beda) al quale si deve
un Commento a 1 Samuele che indubbiamente risente dell'influsso dell'opera di Gre-
gorio Magno. Non a caso anche nello stess.o Beda si trova unà certa compiuta attenzio-
ne all'immagine come testo rivolto all'istruzione degli indotti 10.
Se in Occidente l'evoluzione del rapporto tra testo e immagine, riflessione che
passa attraverso la "ruminazione)) dei testi dell)Antico Testamento, letti ovviamente in
chiave tipologica, non si giustifica ne' valore teologico dell't'mmagine, ma a fini dida-
scalt"ci ed è legata a problemi' di alfabetizzazt'one, diverse sono le modalità con cui in
Oriente st' utilt'zzano i libri veterotestamentari qui considerati. Si tratta infatti per lo
più dell'inserzt'one di exempla costruiti secondo la tecnica dell'ekphrasis, come si
evince soprattutto dai brani tratti dalle orazt'oni del Nazianzeno, dove comunque cen-
trale è la riflessione teologica di cui tali exempla sono parte integrante.
Più orientato alla predicazione e all'insegnamento appare l'atteggiamento di Ba-
silio Magno) che per lo più richiama in modo sintetico gli episodi della Scrittura per
offrire all'uditorio o ai destinatari delle sue lettere un'istruzione di tipo morale.
Sulla linea del!'esegesi strettamente allegorica tracciata da Origene si situa invece
l'approcdo del Nisseno, soprattutto nei passi tratti dal!' opera Sui titoli dei Sahni.
Per passare all'ambito antiocheno, l'attt'vità di predicatore spinge Giovanni Cri-
sostomo a richiamare determinati episodi con finalità etico-didascaliche, offrendo al
contempo spunti interessanti circa la composizione del proprio uditorio e, più in ge-
nerale) in merito a tematiche di tipo sociale) come mostra un passo tratto dalle Ome-
lie sul vangelo di Matteo, in cui l'antiocheno, alludendo a 1 Sam 3, 13 e all'episodio
dei figli del sacerdote Elz: esclama: «È certo meglio innalzare le consuete preghiere
con due e tre che osservano le leggi di Dio, piuttosto che trascinarsi dietro una mol-
titudine di chi opera iniquamente e corrompe gli altri. Nessun ricco, nessun potente
si gonfi qui di orgoglio e inarchi le sopracciglia. Tutto questo è per me favola, ombra
e sogno» 11.
Di Teodoreto di Cirro vanno ricordate le Questioni sull'Ottateuco che contengo-
no rz'sposte più o meno estese sul Pentateuco e, in forma di appendice, su Giosuè, Giu-
dici e Rut. Interessa qui riportare come esempio del!'esegesi di tipo storico applt'cata in
ambito antiocheno un breve commento a 1 Sam 3, 3 estrapolato da quanto ricostruito
da R. Devreesse del Commento ai Salmi di Teodoro dt' Mopsuestia: «Ma ciò che chia-
ma tempio è il tabernacolo nel quale era posta !'arca del Signore, perché il tempio non
era stato ancora costruito. Che il tabernacolo possa essere chiamato tempio, lo testimo-
niano chiaramente i libri dei Re, quando la costruzione del tempio) ali'epoca, non era
ancora cominciata: "Samuele era coricato nel tempio del Signore, dove si trovava l'ar-
ca di Dio"» 12.

10 Cf.Beda il Venerabile, Omelia I, 13.


11 Giovanni Crisostomo, Omelie sul vangelo di Matteo 17, 7.
12·Teodoro di Mopsuestia, Commento al Salmo 10.
16 Introduzione a Gs, Gdc, Rt, 1-2 Sam

Per maggiore completezza, nell'edizione italiana si sono voluti inserire dei passi
su 1 Re (= 1 Sam) attribut"ti a Severo di Antiochia e che ben illustrano, ancora una vol-
ta, la prassi esegetica antiochena.
Per la stessa ragione si è scelto di riportare dei passi giudicati significativi relatt"vi
alla polemica di Eustazt"o di Antiochia con l'esegesi origenenina dell'episodio della ma-
ga di Endor di 1Sam28.
Si è scelto inoltre, in generale, di presentare una più vasta selezione di brani
estratti dalle orazioni del Nazianzeno.

CHIARA SPUNTARELLI

..
GIOSUÈ
GIUDICI
RUT
1-2 SAMUELE
GIOSUÈ

GIOSUÈ SUCCEDE A MOSÈ

. Dopo la morte di Mosè, servo del Signore, il Signore disse a Giosuè, fi-
glio di Nun, servo di Mosè: «Mosè mio servo è morto; orsù, attraversa que-
sto Giordano· tu e tutto questo popolo, verso il paese che io do loro, agli
israeliti. Ogni luogo che calcherà la pianta dei vostri pied~ ve t ho assegna-
to, come ho promesso a Mosè. Dal deserto e dal Libano fino al fiume gran-
de, il fiume Eufrate, tutto il paese degli Hittitz: fino al Mar Mediterraneo,
dove tramonta il sole: tali saranno i vostri confini. Nessuno potrà resistere
a te per tutti i giorni della tua vita; come sono stato con Mosè, così sarò con
te; non ti lascerò né ti abbandonerò. Sii coraggioso e.forte, poiché tu dovrai
mettere questq popolo in possesso della terra che ho giurato ai loro padri di
dare loro. Solo sii forte e molto coraggioso, cercando di agire secondo tutta
la legge che ti. ha prescritto Mosè, mio servo. Non deviare da essa né a de-
stra né a sinistra, perché tu abbia successo in qualunque tua impresa. Non
si allontani dalla tua bocca il libro di questa legge, ma meditalo giorno e
notte, perché tu cerchi di agire secondo quanto vi è scritto; poiché allora tu
porterai a buon fine le tue imprese e avrai successo. Non ti ho io comanda-
to: Sii forte e coraggioso? Non temere dunque e non spaventarti~ perché è
con te il Signore tuo Dio, dovunque tu vada» (1, 1-9).
La successione di Giosuè a Mosè rappresenta la morte della Legge (Origene). La gran-
dezza di Giosuè risulta dal fatto che la Scrittura ce lo presenta sempre in compagnia di Mo-
sè (Ambrogio). Il cambiamento del nome da Osea a Gesù (Giosuè) prefigura l'ingresso vit-
torioso con Cristo nella terra promessa (Lattanzio, Crisostomo) e il passaggio ad una nuova
legge (Lattanzio). La grandezza di Giosuè risiede nell'aver conquistato e diviso la terra pro-
messa (Gregorio Nazianzeno). In senso allegorico gli abitanti della terra' pagana rappresen-
tano le popolazioni diaboliche dei vizi da sconfiggere; si 'tratta quindi di un viaggio mistico
verso l'eredità della Sapienza promessa da Dio (Origene). La promessa di Dio di non ab-
bandonare Giosuè assicura che solo l'aiuto di Dio protegge dai mali (Agostino) e coloro i
quali, sottomettendo le passioni, si avvicineranno a Dio, troveranno facilmente il suo aiuto
(Clemente di Alessandria). I:invito di Dio a non temere è un sostegno per i timori e le an-
sie delle vicissitudini del presente (Crisostomo) e la presenza di Dio offre protezione dagli
scismatici e dagli eretici tra i quali cammina la Chiesa (Cassiodoro). Essere coraggiosi signi-
20 Giosuè

fica respingere ogni orgoglio (Pacomio). Tuttavia, nonostante la meditazione su Dio debba
essere continua, limitate sono le possibilità del discorso teologico (Gregorio Nazianzeno).

12
• Il Signore chiama Giosuè dell'accampamento, Giosuè fuori, nella
tenda della testimonianza. Quando la co-
La morte della Legge lonna di nubi scendeva e parlava con Mo-
sè, gli stava accanto come fedele ministro
Questo libro non sta tanto ad indi- e, mentre i vecchi, stando lontano, erano
carci le gesta del figlio di Nave, quanto a atterriti di fronte ai prodigi divini, egli,
descrivere i misteri del mio Signore Ge- pur giovane, non usciva dalla tenda.
sù: è lui che dopo la morte di Mosè assu- Ambrogio,
me il comando, lui che conduce l'esercito I doveri 2, 98
e combatte contro Amalec; la realtà
adombrata allora nelle braccia distese sul
monte (trova compimento in Gesù): egli Il successore di Mosè
«inchioda alla sua croce i principati e le
potestà, trionfando su di loro nella sua Infatti il profeta non dice: «E il Si-
persona» (Col 2, 14-15). Mosè dunque è gnore disse a me», ma «a Gesù» (d. Gs 5,
morto. È cessata la Legge, perché «la 2), per mostrare che non parlava di sé, ma
Legge e i Profeti vanno fino a Giovanni» di Cristo, al quale allora Dio si rivolgeva.
(Mt 11, 13). Vuoi che dalle Scritture trag- Giosuè era infatti figura di Cristo. E pur
ga le prove che la Legge viene indicata essendo quello chiamato prima Osea,
col nome di Mosè? Ascolta cosa dice il Mosè, prevedendo gli avvenimenti futuri,
Vangelo: <<Hanno Mosè e i Profeti: ascol- ordinò che fosse chiamato Giosuè, di mo-
tino loro» (Le 16, 29); è fuor di dubbio do che fosse scelto come capo dell' eserci-
che qui col nome di Mosè si intende pro- to contro Amalek, che attaccava i figli di
prio la Legge. È morto Mosè, servo di Israele, sconfiggesse l'avversario attraver-
Dio: è morta cioè la Legge, ·cessano ormai so la figura del suo nome e facesse entra-
i precetti legali. re il popolo nella terra della promessa (cf.
Origene, Es 17, 8-16; Nm 13, 16; Dt 31, 23). E per
Omelie su Giosuè 1, 3 questo successe anche a Mosè: per mo-
strare che la nuova legge data attraverso
Gesù Cristo sarebbe seguita alla vecchia
Giosuè fedele compagno di Mo.sè legge, che fu data attraverso Mosè.
Lattanzio,
Tanto grande divenne Giosuè, per- Divine iStituzioni 4, 17, 11-13
ché la compagnia di Mosè non solo lo
istrul nella conoscenza della legge, ma lo
santificò nella grazia. Quando nella sua Giosuè figura di Cristo
tenda la maestà del Signore manifesta-
mente risplendeva con la sua divina pre- Questa azione (cf. Gs 10, 12) è più
senza, nella tenda stava il solo Giosuè. grande di quelle compiute da Mosè. Per-
Mentre Mosè parlava con Dio, Giosuè ché mai? Non è infatti la stessa cosa dare
era avvolto anch'egli dalla sacra nube. Sa- ordine al mare e ai corpi celesti; infatti
cerdoti e popolo stavano in basso, Gio- quello è un atto grande, molto grande,
suè saliva insieme con Mosè per ricevere ma non di pari livello. Ascolta anche per-
la legge. Tutto il popolo era nell'interno ché sia diventato tale. Perché mai? Il no-
Giosuè succede a Mosè (I, 1-9) 21

me di Gesù era tipo di Cristo. Per questo va al mattino?» (Is 14, 12). Questo Luci-
dunque, dal momento che aveva in figu- fero aveva certamente la sua dimora nei
ra lo stesso nome di Gesù, la creazione deli; ma dopo che è diventato angelo ri-
ebbe rispetto per quell'appellativo. Ché belle, se io riuscirò a ·vincerlo, a metterlo
dunque? Nessun altro fu chiamato Ge- sotto i piedi, se meriterò che il Signore
sù? Ma questo fu chiamato con questo «schiacci Satana sotto i miei piedi» (Rm
nome in figura; e infatti era chiamato an- 16, 20), avrò di conseguenza anche il me-
che Osea. Per questo gli fu cambiato H rito di prendere il posto che aveva Luci-
nome: era una predizione e una· profezia. fero nei cieli. È in questo senso che inten-
Questo fece entrare il popolo nella terra diamo la promessa di nostro Signore Ge-
promessa, come Gesù in cielo; non è la sù Cristo: ogni luogo che calcheremo con
legge a condurre il popolo nella terra le piante dei nostri piedi sarà nostro. Ma
promessa, come neppure Mosè entrò nel- non pensiamo di poter entrare in questa
la terra promessa, ma rimaneva fuori: la eredità sbadigliando e sonnecchiando
legge non ha la forza di guidare nella ter- con ozio e negligenza!
ra promessa, ma la grazia. L'ira ha un angelo della sua stirpe: se
Giovanni Crisostomo, non la domini dentro di te e non recidi
Omelie sul/'epistola agli Ebrei 27, 3 via da te tutti i movimenti di collera e fu-
rore, non potrai prendere in eredità il po-
34 sto una volta occupato da quell'angelo,
La promessa della Terra giacché per tua pigrizia non lo hai scac-
ciato affatto dalla terra promessa. Così
Grandezza di Giosuè pure, ci sono angeli fomentatori di super-
In che cosa consiste la grandezza di bia, invidia, avarizia e libidine, angeli che
Giosuè? Il suo comando, la distribuzione istigano a tutti questi mali; se non ne vin-
dell'eredità, e la conquista della tetra cerai i vizi dentro di te e non li eliminerai
promessa. dalla tua terra già santificata dalla grazia
Gregorio Nazianzeno, del battesimo, non riceverai in alcun mo-
Orazioni 43_, 72 do la pienezza dell'eredità promessa.
Origene,
Omelie su Giosuè 1, 6
La vittoria sui vizi
Vediamo invece che cosa (Gesù) Il viaggio verso l'eredità
prometta a noi con queste parole.
Ci sono popolazioni diaboliche co- Quali sono i luoghi cui ascendiamo
stituite da potenze nemiche contro le con le piante dei nostri piedi? La lettera
quali noi combattiamo, e quanta fatica ci della Legge, si trova terra terra, giace in
costano tali lotte in questa vita! Orbene basso. In alto dunque non sale mai chi se-
di tutte quante le popolazioni che avremo gue la lettera della Legge. Ma. se tu riesci
poste sotto i nostri piedi, di tutti coloro ad elevarti allo spirito e salire dal senso
che avremo vinti in battaglia, noi occupe- storico a un'intelligenza più elevata, allo-
remo le province ed i regni nella distribu- ra veramente sei asceso a ·q uel posto su-
zione che ne farà a noi il Signore Gesù. blime ed eccelso che da Dio riceverai in
Un tempo quelli sono stati angeli: angeli eredità. Se infatti nelle Scritture com-
magnifici nel regno di Dio! Non leggia- prendi che ci sono dei tipi, avverti che ci
mo forse che Isaia dice di uno di loro: sono figure di realtà celesti, e con spirito
«Come mai è caduto Lucifero, che sorge- e intelligenza cerchi le cose di lassù, ove
22 GioYuè

Cristo è assiso alla destra di Dio (Col 3, 1), delle passioni, bandire, alla maniera dei
allora riceverai in eredità anche quel luo- veri filosofi, le «vivande lascive» i, lo sfre-
go, p erché il nostro Signore e Salvatore nato abbandonarsi agli amori, la dissolu-
dice: Dove sono io, i'vi sarà anche il mio tezza e le passioni che a questa conduco-
servo (Gv 12, 26). Se dunque giungi fino no. tttt Che per altri sarà un cimento
al Cristo assiso alla destra di Dio, me- pesante, ma non per voi, perché la tem-
diante la fede, la vita, la purezza e la vir- peranza è il più grande dono di Dio.
tù; se entri in quel posto con le piante dei «Egli stesso ha detto: "Non sarà mai che
piedi lavate da Gesù (cf. Gv 13 , 5), Dio te io ti abbandoni, né che ti lasci"» (Dt 31,
lo darà; allora diventerai non solo erede 6.8, in Eh 13, 5), perché per la sua .scelta
ma anche coerede di Cristo (Rm 8, 17). autentica ti ha giudicato degno. Così nel·
Orjgene, nostro sforzo di procedere sulla via della
Omelie su Giosuè 2, 3 pietà ci accoglierà il «giogo buono» del
Signore (cf. Mt 11, 30), unico auriga che
guida progressivamente ognuno di noi al-
5
Non ti abbandonerò la salvezza, «dalla fede alla fede» (Rm 1,
17), affinché ci resti il frutto della beati-
La provvidenza divina tudine che ci spetta.
Clemente di Alessandria,
Bada a ciò che segue: Senza attacca- Stromati 2, 20, 126, 1-3
mento, la quantità di denaro sia sufficien-
te alle necessità presenti (Eh 13 , 5); egli ha
detto infatti: Non ti abbandonerò, non ti Nessun timore
lascerò (Eb 13, 5; Dt 31, 6-8); temevi non
so quali mali e, per questo, mettevi da Orsù, non temete. Paolo vi conforta
parte denaro; possiedi me come garante. dicendo: Dio è fedele e non permetterà
Dio ti dice questo. Non un uomo, non un che siate tentati oltre le vostre forze, ma
tuo pari, o tu stesso, ma Dio ti dice: Non con la tentazione vi darà anche la via
ti abbandonerò, non ti lascerò. Se la pro- d'uscita e la forza per sopportarla (1 Cor
messa venisse da un uomo, crederesti; è 10, 13 ). Egli stesso infatti disse: Non ti la-
Dio che promette e dubiti? Ha promes- scerò e non ti abbandonerò (Eb 13, 5; cf.
so, ha lasciato scritto, ne ha dato garan- Dt 3 l, 6.8; Gs l, 5). Se infatti avesse volu-
zia; devi essere sicuro. Leggi ciò che hai: to punirci per le nostre azioni e per il no-
hai la garanzia di Dio, hai avuto debitore stro stesso ·comportamento, non avrebbe
lui stesso, al quale hai chiesto di perdo- concesso tanti giorni per il timore; quan-
narti i debiti. do infatti non vuole punire, spaventa, dal
Agostino, momento che, se stesse per punire, su-
Discorsi 177, 11 perflua sarebbe stata la paura, superflua
la minaccia. Ora, invece, sostenemmo
una vita più difficile di miriadi di morti,
avendo paura e tremando per tanti gior-
. Dominio sulle passioni
ni, e guardando con sospetto le stesse
Bisogna dunque essere cauti di fron- ombre, espiando la pena di Caino (cf. Gn
te a tutto ciò che cade sotto il dominio 4, 11-12), e balzando nel mezzo del son-

1 Si
tratta forse di un riferimento ad un comico sconosciuto (Adesp. 887, C.A.F. ID, 582); lo stes-
so richiamo è presente in Clemente di Alessandria, Il pedagogo 2, 1, ·14.3.
Giosuè succede a Mosè (1, 1-9) 23

no per l'ansia continua. Pertanto, se an- Meditazione e preghiera


che avessimo irritato Dio, espiamo ora,
sopportando una tale pena. Infatti se pu- Io temo che per la troppa negligenza
re non avessimo pagato un pegno degno e stupidità del cuore non solo i divini vo-
delle nostre colpe, tuttavia sarebbe suffi- lumi siano per noi velati, ma anche sigil-
ciente alla clemenza di Dio. lati, di modo che «se si dà in mano a uno
Giovanni Crisostomo, che non conosce le lettere un libro da leg-
Omelie sulle statue 6, 1 gere, dice che non sa leggere; se lo si dà
in mano a uno che conosce le lettere, di-
ca che è sigillato» (Is 29, 11-12).
Dunque appare che non solo dob-
Presenza di Dio
biamo applicare studio per imparare le
Se dovessi camminare in mezzo al- sacre lettere, ma anche supplicare il Si-
i'ombra della morte, non temerò alcun ma- gnore e scongiurarlo «giorno e notte»
le, perché tu $ei con me (Sal 22, 4). Segue (Gs 1, 8) che venga <<l'Agnello delle tribù
quindi il quinto dono, che è stato asse- di Giuda» (Ap 5, 5) e lui stesso, prenden-
gnato a ciascun cattolico incrollabile nel- do "il libro sigillato" (cf. Ger 32, 11) si
la propria fede. Dice infatti: sebbene degni ·dL.aprirlo.
camminerò in mezzo a eretici e scismati- Origene,
ci, che giustamente vengono definiti om- Omelie sull'Esodo 12, 4
bra della morte, dal momento che rappre-
sentano la rovina, perché conducono agli
inferi, non temerò i loro perversi discorsi. Limiti del discorso teologico
Tu infatti mi difendi con la protezione
della tua presenza, come è scritto nel pro- E su quali argomenti bisogna discu-
feta: Non ti lascerò né ti abbandonerò. tere, e fino a che punto? Su quelli che ci
Certo in questo mondo la Chiesa cammi- sono accessibili, e fino al punto in cui
. na in mezzo ai malvagi, finché nel giorno possono arrivare le doti naturali e le ca-
del giudizio non verrà colui che separa il pacità dei nostri ascoltatori. Come dan-
bene e il male. · neggiano l'udito o il corpo delle voci
Cassiodoro, troppo forti o dei cibi eccessivi o anche
Commento ai Salmi 22, 4 come i carichi superiori alle forze di cia-
scuno fanno del male a chi li sostiene o
danneggiano la terra le piogge troppo
69
- Sii /orte e coraggioso violente, così anche i nostri ascoltatori, se
sono schiacciati dai discorsi troppo duri
(se si può usare questo termine) e se sono
Sii valoroso
gravati a terra, potrebbero risentirne ·un
Respingi ogni orgoglio lontano da te danno alla loro forza. E io non intendo
e sii valoroso. Vedi, quando Gesù, figlio dire che non si debba mai pensare a Dio:
di Nave, fu valoroso, Dio consegnò nelle non si gonfino per attaccarci color che
sue mani i suoi nemici (cf. Gs 2, 10-11). sono sempre pronti a farlo! Il ricordo di
Se sei pusillanime, ti rendi estraneo alla Dio deve essere più frequente del nostro
legge di Dio; la viltà ti colma di pretesti stesso respiro; anzi, se è lecito dirlo, non
per cedere alla pigrizia, all'incredulità e dobbiamo far altro che questo. Anch'io
alla negligenza fino a che tu perisca. sono uno di quelli che approvano il detto
Pacomio, che ci esorta a «esercitarsi notte e giorno»
Catechesi 21 · (Sal 1, 2) e a «raccontare la sera, la matti-
24 Giosuè

na e il mezzogiorno» (Sal 54, 18) e a «ce- ogni cosa, come è parso vero a Salomone
lebrare le lodi del Signore in ogni mo- (cf. Prv 25, 27; Qo 3, 1) e anche a me par
mento» (Sal 33, 2); e se dobbiamo citare vero, e ciò che è bello non è bello se non
anche le parole di Mosè, dobbiamo farlo lo si fa nel modo giusto, così come un fio-
«dormendo, levandosi dal letto, per stra- re, d'inverno, è del tutto fuor di stagione,
da» (Dt·6, 7) o facendo qualunque altra e inopportuno è, per una donna, uri orna-
cosa, e conformarsi con questo pensiero mento virile o per un uomo un ornamen-
alla purezza. Perciò io non sconsiglio di to femminile; inopportuna è la geometria
ricordare frequentemente Dio, sconsiglio quando si è afflitti e inopportune le lacri-
invece il far discorsi su Dio; e non in sé e me in mezzo al vino: dovremo dunque
per sé, come se fossé empio, ma ne biasi- non tenere in nessun conto il momento
mo la inopportunità; non critico l'inse- adatto proprio quando l'opportunità ha
gnamento, ma l'eccesso. Il riempirsi di maggior valore?
miele fino alla sazietà provoca il vomito, Gregorio Nazianzeno,
anche se si tratta di miele, e c'è tempo per Discorsi teologici 1 (27), 3-4

GIOSUÈ DÀ ORDINI AGLI SCRIBI DEL POPOLO

Allora Giosuè comandò agli scribi del popolo: «Passate in mezzo all'ac-
campamento e comandate al popolo: Fatevi provviste di viveri: poiché fra tre
giorni voi passerete questo Giordano, per andare ad occupare il paese che il
Signore vostro Dio vi dà in possesso». Poi Giosuè disse ai Rubent't~ ai Ga-
diti e alla metà.della tribù di Manasse : «Ricordatevi di ciò che vi ha ordi-
nato Mosè, servo del Signore: Il Signore Dio vostro vi concede riposo e vi dà
questo paese; le vostre mogl~ i vostri bambini e il vostro bestiame rimarran-
no nella terra che vi ha assegnato Mosè oltre il Giordano; voi tutti invece,
prodi guerrier~ passerete ben armati davanti ai vostri fratell~ e li aiuterete,
finché il Signore conceda riposo ai vostrifratell~ come a voi: e anch'essi sia-
no entrati in possesso del paese che il Signore Dio vostro assegna loro. Allo-
ra ritornerete e possederete la terra della vostra eredità, che Mosè, servo del
Signore, diede a voi oltre il Giordano, ad oriente» (. .. ) (1, 10-18).
Il terzo giorno va inteso come il mistero della Trinità e il passaggio del Giordano indi-
ca il sacramento del battesimo che porta alla comprensione di tale mistero (Cesario di Ar-
les). Il cibo rappresenta il viatico delle buone opere che ci accompagna nell'ingresso nella
terra della beatitudine (Cesario di Arles). I:eredità di Mosè e di Giosuè raffigurano due
gruppi: i primogeniti per natura e coloro che ricevono la benedizione per grazia (Origene).
Gli uomini forti che vanno in battaglia rappresentano i difensori della verità, mentre le don-
ne e i bambini, i deboli nella fede, non devono combattere per non essere annientati (Ori-
gene).
Giosuè dà ordini agli scribi del popolo (1, 10-18) 25

0 11
• · Giosuè comanda agli scribi to le provviste non può seguire Gesù
quando entra nella terra della promessa.
Il mistero della Trinità Cesario di 1\.rlcs,
Sermoni' 116, 2
Morto quindi Mosè, prese il coman-
do Gesù; e finita la legge il nostro vero
Signore Gesù prese il comando di tutto 12 1
• ~ Un ricordo delle parole di Mosè
il mondo. Quel Gesù, quindi, che prefi-
gurava il Signore, venendo al Giordano Eredità del primogenito
disse al popolo: Preparatevi il cibo fino al
terzo giorno. Riconosciamo, fràtelli ca- Perciò, cerchiamo di elevarci dalla
rissimi, che il terzo giorno è il mistero lettera allo spirito, dalle figure alla verità,
della Trinità. Quali cibi dunque dobbia- e cerchiamo di vedere quale senso hanno
mo preparare per arrivare al terzo gior- le due tribù e mezza che ricevono l'eredi-
no? Mi sembra che questo cibo debba tà della terra da Mosè, e quale le altre no-
essere inteso come la fede: nei cristiani ve e mezza che ricevono da Gesù la pro-
risiede infatti la fede attraverso la quale · messa della terra santa.
si crede nelle Trinità e si giunge al sacra- Prima di tutto ritengo impossibile
mento del battesimo. Ciò dunque che al- sia accaduto a caso che fossero tutti pri-
lora quel Gesù disse al proprio popolo, mogeniti quelli che rkevettero la loro
questo ora il vero Gesù lo dice al popo- parte da Mosè: Ruben fu infatti il primo-
lo cristiano attraverso i suoi ministri. genito nato da Lia (cf. Gn 29, 32), Gad il
Che cosa altro significa infatti preparate primogenito di Zilpa (cf. Gn 30, 10), Ma-
il cibo fino al terzo giorno, se non riceve- nasse il primogenito nato dall'egiziana
te il sacramento della Trinità? Dopo Asenat figlia di Pomifera sacerdote di
queste cose, passato il Giordano, come Elaiopoli, sposa di Giuseppe (cf. Gn 41,
se fosse compiuto il mistero del battesi- 50). Io non mi potrei mai convincere che
mo, il popolo di Israele entra nella terra capitasse per caso essere tutti primogeni-
della promessa. È vero, fratelli carissimi: ti coloro per i quali, mediante Mosè, ve-
chi non passerà attraverso il sacramento niva decretata l'eredità; piuttosto, ritengo
del battesimo, non vedrà la beatitudine che fin da allora in costoro fosse adom-
eterna. brata la figura dei due popoli: l'uno che
Cesario di Arles, sembrava il primogenito nell'ordine della
Sermoni 115, 1 natura, l'altro che doveva ricevere la be-
nedizione dell'eredità per fede e per gra-
zia (cf. Gn 27).
Origene,
Il cibo delle buone opere
Omelie su Giosuè 3, 1
Disse dunque Gesù al popolo: Pre-
paratevi t'l cibo per il viaggio. E oggi Cri-
sto nostro Signore, se lo ascolti di buon
Aiuto nella battaglia
grado, ti · dice: Se mi segui, prepara le A coloro che da Mosè ricevono l'ere-
provviste per il viaggio. Le provviste so- dità, cioè a quelli che piacquero a Dio
no infatti le buone opere, che ci accom- grazie alla Legge, non è concesso il ripo-
pagnano come un fedele viatico per la so se prima non aiutano nei combatti-
beatitudine fut.ura. Perciò considerate, menti i loro fratelli. Solo le donne e i
fratelli, che se ciascuno non si è prepara- bambini ricevono da Mosè il riposo; gli
26 Giosuè

altri non riposano, ma escono in soccorso nulla da ricavare ed il cui discorso non mi
ai loro fratelli ( ... ). istruisce? La donna, poi, I'Apostolo dice
Dunque costoro che sono uomini essere un vaso di debolezza (1Pt3, 7). È
forti, armati e cinti i· fianchi con la verità, logico che un vaso di debolezza non esce
escono in nostro soccorso e combattono in battaglia per nori essere frantumato e
per noi. Bambini e donne non escono in perire. Del Signore Gesù, infatti, nei Van-
battaglia. Nessuna meraviglia: bambino è geli è detto così: non spezzò la canna in-
detto quello che non può ancora dire nul- franta (Mt 12, 20; cf. Is 42, 3).
la. In che cosa mi può dunque giovare co- Origene,
lui che non dice nulla, in cui non trovo Omelie su Giosuè 3, 1

RAAB NASCONDE GLI ESPLORATORI

In seguito Giosuè, figlio di Nun, di nascosto inviò da Sittim due spie,


ingiungendo: «Andate, osservate il territorio e Gerico». Essi andarono ed
entrarono in casa di una donna, una prostituta chiamata Raab, dove passa-
rono la notte. Ma fu riferito al re di Gerico: «Ecco alcuni degli Israeliti so-
no venuti qui questa notte per esplorare il paese». Allora il re di Gerico
mandò a di're a Raab: «Fa' uscire gli uomini che sono venuti da te e sono en-
trati in casa tua, perché sono venuti per esplorare tutto il paese». Allora la
donna prese i due uomini e, dopo averli nascostl rispose: «Sì, sono venuti
da me quegli uominl ma non sapevo di dove fossero. Ma quando stava per
chiudersi la porta della città al cader .della notte, essi uscirono e n:on so do-
ve siano andati. Inseguiteli' subito e li raggiungerete». Essa invece ll aveva
fatti salire sulla terrazza e li aveva nascosti fra gli steli di lino che vl aveva
accatastato. Gli' uomini li inseguirono sulla strada del Giordano verso i gua-
di e si chiuse la porta, dopo che furono usciti gli inseguitori (2, 1-7).
Gli esploratori inviati da Giosuè sono gli angeli di Dio, e ciò che in Giosuè si compi-
va in maniera invisibile, si realizzò visibilmente con Giovanni Battista, al quale credettero
prostitute è pubblicani (Origene), e con Pietro e Paolo, il primo esploratore della circon-
cisione, il secondo delle nazioni (Girolamo). Secondo un'altra interpretazione i due mes-
saggeri rappresentano i due comandamenti di amare Dio e il prossimo (Cesario di Arles).
Raab raffigura la Chiesa delle nazioni (Girolamo, Cassiodoro, Gregorio di Elvira) e, in
senso psicologico, l'anima di ciascuno che non è più una prostituta quando si libera dei
piaceri della carne (Origene). Il suo nome significa «Superbia» o «ampiezza», perché co-
lei che procedeva nell'ampia strada che conduce alla rovina si convertì poi all'umiltà (Gi-
rolamo). Come tutte le menzogne, anche quella di Raab è esecrabile (Agostino); ed è la
sua misericordia, non la sua menzogna, ad essere premiata (Agostino). Il premio per la sua
menzogna è la benedizione eterna, perché entrerà a far parte della genealogia di Cristo
(Giç>Vanni Cassiano). La salvezza di Raab anticipa la nostra stessa salvezza attraverso il
Raab nasconde gli esploratori (2, 1-7) 27

pentimento (Giovanni Crisostomo) e la purezza della fede, della quale sono simbolo gli
steli di lino sotto i quali Raab- nasconde gli esploratori di Giosuè (Girolamo).

12
· Giosuè invia degli esploratori . zioni, Pietro e Paolo (cf. Gal 2, 8), Geri-
co cerca di ucciderli; li ospita quella me-
Messaggeri di Dio retrice, la Chiesa radunata dalle nazioni.
Girolamo,
Frattanto Gesù manda a Gerico de- Omelie sui Salmi,
gli esploratori, ed essi sono accolti da Ra- Omelia 18 (Sai 86), 4
ab la prostituta. Questi esploratori invia-
ti davanti a Gesù possono considerarsi
anche angeli di Dio, come sta scritto: Ec- Due comandamenti
co, mando il mio angelo da.vanti a te, per-
ché prepari le tue vie (Mt 11, 10; Mc 1, 2). Giosuè invia due messaggeri nella
Quello che altri realizzavano invisibil- città di Gerico e sono accolti da una pro-
mente, per mezzo di Giovanni si compi- stituta. Giosuè inviò due messaggeri per-
va invece visibilmente. Di lui è stata scrit- ché il vero Giosuè stava per dare due co-
ta proprio questa realtà. mandamenti d'amore. In verità cos'altro
D'altra parte, riguardo al battesimo fanno gli uomini che il vero Giosuè man-
di Giovanni il Signore dice che gli scribi da da noi se non proclamare che dobbia-
e i farisei non gli credettero, mentre le mo amare Dio e il nostro prossimo?
prostitute e i pubblicani credettero (Mt 21, Cesario di Arles
32) e furono battezzati. Così dunque que- Sermoni 115, 2
sta parola si compie anche in ciò: fu una
prostituta ad accogliere gli esploratori di
Gesù, dai quali poi si riferisce essere sta- Non più una prostituta
ta liberata dalla distruzione di tutta la po-
polazione nemica (cf. Mt 1, 5). Inoltre il nostro G esù manda esplo-
Origene, ratori verso il re di Gerico e costoro ven-
Omelie su Giosuè 3, 3 gono ospitati da una prostituta. Ma la
prostituta, che accoglie gli esploratori in-
viati da Gesù, proprio per questo li acco-
I due messaggeri glie: per non esserlo più. Anche l'anima
di ciascuno di noi, finché viveva nei desi-
Abbiamo intanto detto questo se- deri e nelle passioni della carne, era una
condo il .senso storico e voi vi rendete prostituta.
conto come proprio dal senso storico sa- Origene,
liamo a poco a poco alla comprensione Omelt'e su Giosuè 1, 4
delle realtà mistiche. Gesù, il condottie-
ro, che aveva condotto via il popolo dal-
l'Egitto; Gesù, che significa salvatore, do- La Chiesa dei Gentili e la storia del-
po che Mosè morl e fu sepolto nella terra la salvezza
di Moab (cf. Dt 34, 5 -8), nella terra
d'Arabia, cioè dopo che la Legge morì, È detto: «E Giosuè figlio di Nun in-
brama di far entrare il suo popolo nel viò due spie da Sittim, dicendo loro: An-
vangelo, e manda a Gerico due esplorato- date e esplorate la terra di Gerico. Quan-
ri, uno alla circoncisione, l'altro alle na- do arrivarono a Gerico, i due giovani uo-
28 Giosuè

mini entrarono nella casa di una prostitu- 31, 16). Infatti è detta «chiesa» perché la
ta cli nome Raab e rimasero ospiti lì». Fa- parola greca ecclesia significa «adunanza
te attenzione, miei amatissimi fratelli, alla del popolo». E come l'Apostolo dice: «la
costruzione ·di questo mistero e doman- · moglie non credente viene resa santa dal
datevi perché uomini di tale valore, per i marito credente» (1 Cor 7, 14), così an-
quali il Signore aveva fatto meraviglie e che la Chiesa, che viene dall'infedeltà dei
miracoli, entrarono nella casa di una don- Gentili e dalla prostituzione con gli idoli,
na con una cattiva reputazione, come se è resa santa attraverso il corpo di Cristo,
non potessero fermarsi altro.ve. Fecero del quale siamo parti, come apprendiamo
questo non per caso, io credo, ma inten- dallo stesso apostolo (cf. Rm 12, 5; 1 Cor
ziona1mente, secondo un disegno profeti- 6, 15; 1Cor12). Siccome la Chiesa, come
co. Trovo infatti questa prostituta in mol- ho più volte detto, radunata dalla molti-
ti luoghi scritturistici, non soltanto come tudine dei Gentili, era allora indicata co-
ospite di santi ma anche come loro sposa. me una prostituta, perciò in Raab, l'ospi-
Al santissimo profeta Osea, per esempio, te dei santi, è prefigurata la Chiesa.
Dio ordinò di prendere come sposa una Gregorio di Elvira,
prostituta: «Va>, prenditi in moglie una Trattato di Origene sui libri della Sacra
prostituta· e abbi figli di prostituzione, Scrittura 12
poiché il paese non fa che prostituirsi al-
lontanandosi dal Signore» ( Os 1, 2). ·Per-
sino il nostro stesso Signore e Salvatore, Il nomè di Raab
quando si fermò in Samaria, conversò
Come si traduce Raab? Abbiamo
con una donna di dubbi costumi alla qua-
spiegato secondo il senso storico; spie-
le nessuno prima aveva rivolto la parola.
ghiamo anche secondo l'interpretazione
Le disse allora: «Hai avuto cinque mariti
del ~uo nome e secondo il senso anagogi-
. e quello che hai ora non è tuo marito»
co. Raab si traduce in due modi: o si tra-
(Gv 4, 18), quella credette che fosse il
duce «ampiezza», o, senza alcun dubbio,
Messia, vale a dire, lo confessò come il
«superbia>>. Notate allora che cosa dice.
Cristo. C'era poi la prostituta che lavò i
Colei che, un tempo; incedeva per una
piedi del Signore con le sue lacrime, li
via ampia e spaziosa, che conduce alla
asciugò con i suoi capelli e li cosparse di morte (cf. Mt 7, 13), colei che era super-
olio profumato mentre li baciava (cf. Le
ba e si precipitava verso la propria rovi-
37-47). Vediamo, dunque, che cosa rap- na, si trasformò poi nell'umiltà.
presenta la nostra ospite. Questa Raab, Girolamo,
nonostante venga indicata come una pro- Omelie sui Salmi,
stituta, tuttavia è simbolo della Chiesa Omelia 18 (Sal 86), 4
vergine, presagio delle realtà future e del-
la finedei tempi, dove essa sola è mante-
nuta in vita in mezzo alla morte di tutti.
Raab la prostituta
Perciò, anche quando è detto al profeta
Osea, «Prendi in moglie una prostituta», Raab era una prostituta che di na-
certamente era prefigurata l'immagine scosto ospitò gli esploratori di Giosuè
della Chiesa raccolta dai Gentili, dato quando visitarono Gerico e li fece uscire
che il popolo doveva essere raccolto dal- da un'altra uscita cosi che non potessero
la prostituzione delle nazioni e dal com- essere catturati. Il suo nome significa «or-
mercio con gli idoli, per cui è detto: «si goglio». Era stata convertita dalla genero-
prostituirono con gli dèi stranieri» (Dt sità di Dio e meritò di ottenere grazia.
Raab nasconde glz' esploratori (2, 1-7) 29

Prefigura la Chiesa, che ospita le anime vedere alla salvezza dei suoi concittadini,
attanagliate dal vizio dell'orgoglio, e le fa nessuno dubita che sarebbe incorsa, con
uscire nella vita da un'altra via, la strada tutta la sua famiglia, nella morte che le
dell'umiltà e della pazienza. stava sospesa sulla testa. Oltre a ciò non
Cassio doro, sarebbe entrata nella geneal9gia del Sal-
Commento ai Salmi 86, 4 vatore, non sarebbe entrata nel catalogo
dei patriarchi, non avrebbe meritato di
dare la vita - attraverso le generazioni de-
3-5 Raab mente al re di Gerico· rivate da lei - al Salvatore del mondo.
Giovanni Cassiano,
La sua misericordia è premiata, non Conferenze spiritualt' 17, 17, 1-2 .
la sua menzogna
E quindi non c'è menzogna che sia
giusta. Quando dunque si citano esempi
La salvezza di Raab garantisce la no-
di menzogna presi dalla Sacra Scrittura, o stra stessa salvezza
non si tratta di menzogne, ma le si ritiene «Per fede Raab, la prostituta, non
tali perché non le si capisce, o, se davve- perì con gli increduli, avendo accolto gli
ro sono menzogne, non le si deve imitare, esploratori e facendoli uscire per un'altra
perché non possono essere azioni [moral- via» (Eh 11, 31). E considera come con
mente] giuste. · grande intelligenza mascherò la propria
Su quanto afferma la Scrittura, cioè benevolenza. Quando infatti furono in-
che Dio concesse benefici alle ostetriche viate dal re delle spie a cercarli, le dicono:
ebree (cf. Es 1, 17-20) e a Raab, prostitu- «Vennero da te degli uomini?». Quella ri-
ta di Gerico, occorre tener presente che sponde loro: «Sì, vennero». In un primo
non furono loro concessi perché avevano momento costruisce la verità, e quindi fa
mentito, ma perché avevano usato miseri- seguire la menzogna. Infatti la menzogna
cordia ad uomini di Dio. Non si ricom- in se stessa non è mai creduta, se non mo-
pensò quindi il loro inganno ma la loro stra per prima cosa la verità; per questo
larghezza di cuore, non la colpa delle lo-
coloro che con ogni probabilità mentono,
ro menzogne ma la generosità della loro
dicono in primo luogo la verità e cose sul-
intenzione.
le quali tutti concordano, e poi fanno se-
Agostino,
guire le menzogne e le cose discusse. En-
Contro la menzogna 15, 31-32
trarono da te gli esploratori? Sì, dice; se
infatti avesse detto dal principio «no»,
avrebbe spinto le spie a cercarli. Ma dice:
La menzogna che conduce alla be- «Vennero e uscirono per questa strada,
nedizione eterna inseguiteli subito e li raggiungerete». O
Incominciamo col caso di Raab. La che bella menzogna! o che bell'inganno
sacra Scrittura non le riconosce alcuna che non tradisce le cose divine, ma custo-
virtù, dice solo che era dedita al vizio im- disce le pietà. Se dunque il pentimento
puro. Eppure, per la menzogna con la rese quella Raab degna di tale salvezza, e
quale nascose (anziché consegnare) gli esso viene annunciato attraverso la bocca
esploratori mandati da Giosuè, meritò di dei santi, quando Gesù di Nave grida nel
essere aggregata al popolo di Dio in una deserto: «Viva Raab la prostituta!»; e
benedizione eterna. Supponiamo ora che Paolo dice: «Per fede Raab, la prostituta,
essa avesse preferito dire la verità e prov- non perì con gli increduli», quanto più
30 Giosuè

noi, qualora mostriamo il nos.t ro penti- nascose fra il lino, cioè fra la stoppa del
mento, riceveremo la salvezza? suo lino (. .. ).
Giovanni Crisostomo, Essa crede in Gesù, e, mentre Gerico
Sul pentimento 7, 5, 17 li voleva uccidere, li mette in salvo nella
stanza più alta. E li colloca nella stanza più
alta, nella sua fede molto elevata, e li na-
6
Raab nasconde le spie sotto gli steli di sconde tra gli steli di lino. Il lino diventa
lino di colore bianchissimo dopo molta fatica e
dopo procedimenti accurati. Sapete be-
Il lino simboleggia la purezza rag- nissimo che il lino germoglia dalla terra, e,
giunta con la fatica e l'esercizio quand'è germogliato nel suolo, è scuro,
non ha bellezza, non serve a niente. Quin-
Mi ricorderò di Raab: di Raab, di di anzitutto si raccoglie dal suolo, si di-
quella nota meretrice che ospitò gli esplo- rompe, in seguito si torce, poi si macera,
ratori di Gesù, e abitava a Gerico, do- successivamente si batte, poi si pettina, e
v'era giunto Gesù e aveva mandato in- dopo questo trattamento complesso e fati-
nanzi due esploratori. Gerico, questo coso acquista finalmente un colore bian-
mondo, che viene annientato in sette chissimo. Per questo si dice che proprio
giorni, vuole uccidere gli esploratori. Ma questa meretrice ospitò gli esploratori fra
mentre brama di uccidere gli esploratori, il suo lino: poiché quegli esploratori faces-
solo Raab, la meretrice, li ospitò. E li. sero diventare bianchissimo il suo lino.
ospitò non nélle stanze inferiori, ma al Girolamo,
piano superiore, nella stanza più alta, Omelie sui Salmi,
cioè nella sublimità della sua fede, e li Omelia 18 (Sai 86), 4

LA FEDE DI RAAB

Quelli non si erano ancora coricati quando la donna salt' da loro sulla
terrazza e disse loro: «So che il Signore vi ha assegnato il paese, che il ter-
rore da voi gettato si è abbattuto su di noi e che tutti gli abitanti della re-
gione sono sopraffatti dallo spavento davanti a voi: perché abbiamo senti-
to come il Signore ha prosciugato le acque del Mare Rosso davanti a va~
alla vostra uscita dall'Egitto e come avete trattato i· due re Amorrez: che
erano oltre il Giordano, Sz'con ed Ogy da voi votati allo sterminio. Lo si è
saputo e il nostro cuore è venuto meno e nessuno ardisce di fiatare dinan~
zia voi, perché ll Signore vostro D·io è Dio lassù in cielo e quaggiù sulla
terra. Ora giuratemi per il Signore che, come io ho usato benevolenza, an-
che voi userete benevolenza alla casa di mio padre; datemi dunque un se-
gno certo che lascerete vivi mio padre, mia madre, i miei fratelli: le mie so-
relle e quanto loro appartz'ene e risparmierete le nostre vite dalla morte».
Gli uomini le dissero: «A morte le nostre vz·te al posto vostro, purché non
La fede di Raab (2, 8-14) 31

riveliate questo nostro affare; quando poi il Signore ci darà il paese) ti trat-
teremo con benevolenza e lealtà» (2,.8-14).
Riconoscendo le opere di Dio, Raab dimostra che Israele è· stato scelto per chiamare
tutti i popoli alla conoscenza di Dio (Teodoreto di Cirro). In Raab è prefigurata la Chiesa,
che prima di ricevere il messaggio degli apostoli era mescolata çon la lascivia dei demoni
(Giovanni Crisostomo), a testimonianza <lel fatto che Dio, nel1a sua misericordia, concede il
perdono a chi fa atto di penitenza (Cirillo di Gerusalemme). Nelle parole di Raab ci sono
infatti la fede e la profezia del sangue che riscatterà l'uomo (Pseudo-Clemente di Roma).

s.u Raab confessa la propria paura di Dio Signore vostro è lassù nei cieli, e quaggiù
sulla terra, e non c'è nessun Dio al di fuo-
Attraverso il solo Israele sono chia- ri di lui>>. Raab è immagine della Chiesa
mati tutti i popoli che un tempo era mescolata con la lasci-
via dei demoni, e ora accoglie gli esplora-
È scelto questo popolo per insegna- tori di Cristo, non quelli inviati da Gesù
re a tutti i popoli la conoscenza di Dio. E di Nave, ma gli apostoli inviati dal vero
nel modo in cui eleggeva come sua guida Salvatore Gesù. «Ho appreso - dice -
ora Mosè, ora Giosuè e ancora Samuele e che il vostro Dio è lassù nei cieli e quag-
in ogni tempo un profeta diverso, e attra- giù sulla terra, e non c'è nessun Dio al di
verso un solo uomo che praticava la sag- fuori di lui». I Giudei ricevettero queste
gezza beneficava tutti quelli che apparte- cose e non le. custodirono: la Chiesa ha
nevano alla medesima stirpe, nello stesso ascoltato queste cose e le ha osservate.
modo, attraverso un solo popolo, Israele, Dunque Raab, l'immagine della Chiesa, è
chiamava alla comunione della pietà tutti degna di questo elogio.
i popoli che avevano la stessa natura. E Giovanni Crisostomo,
che le cose stiano così lo testimonia Raab Sul pentimento 7, 5
la prostituta che, benché straniera e me-
retrice, si tiene alla fama di questo popo-
lo, per sua opera riceve i principi della . La penitenza porta alla salvezza
pietà, abbandona coloro che appartengo-
no alla sua stirpe e si affida agli stranieri. Seguimi ora, perché tanti altri si so-
<<Abbiamo sentito infatti, ella dice, quali no pentiti e hanno ottenuto salvezza.
cose ha fatto agli egizi il Signore Dio vo- Qualcuna di voi, ascoltatrici, a q ue-
stro e la paura di fronte a voi è caduta su sto punto domanderà: «Ci sarà salvezza
di noi» (Gs 2, 9). Per questa ragione ella anche per me, che ho forn icato e com-
conclude un patto con le spie e lo raffor- messo adulterio, che ho macchiato il mio
za con un giuramento. corpo con tanti altri disordini?». O don-
Teodoreto di Cirro, na, guarda a Raab: puoi salvarti anche tu,
Discorsi sulla pmvvidenza 10, 765BC abbi fiducia. Se si salvò lei che esercitò
apertamente e pubblicamente la prostitu-
. zione, non si salverà con la penitenza e
Raab prefigura la Chiesa con il digiuno una che ha fornicato una
sola volta, per di più prima di ricevere il
Tu vedi in che modo accoglie per fe- battesimo? Come infatti puoi leggere, la
de le parole del legislatore: <<E so che il prostituta ottenne salvezza solo per aver
32 Giosuè

detto: «Sì, il vostro Dio è veramente il Si- L'ospitale Raab allora, avendoli ac-
gnore del cielo e anche della terra» (cf. colti, li nascose nella soffitta sotto gli ste-
Gn 6, 13 ). Menava una vita scostumata, li di lino. Sopraggiunti (i messi) del re le
perciò non osò dire «il mio Dio». Eppure dissero: «Quelli che sono venuti ad
ottenne salvezza; se vuoi, ne puoi trovare esplorare la nostra terra sono entrati da
esplicita testimonianza nella Scrittura. te; cacciali fuori, il re cosl comanda». Es-
Leggila nel salmo, dove è scritto: <<Ìlicor- sa rispose: «Gli uomini che cercate sono
derò Raab e Babilonia a tutti quelli che mi entrati da me, ma subito sono usciti e
conoscono» (Sa! 86, 4). Vedi la grande mi- camminano sulla strada» e mostrava loro
sericordia di Dio! La Scrittura ricorda la direzione opposta. Disse agli uomini
delle prostitute, e non solo fa menzione di (che aveva nascosto): «So bene che il Si-
Raab e di Babilonia, ma aggiunge quelle gnore Iddio vi affida questa terra; lo spa-
parole: «a tutti quelli che mi conoscono», vento e il terrore sono caduti sugli abi-
per dire che ~anto per gli uomini quanto tanti. Quando ve ne sarete impadroniti
per le donne vi è possibilità di salvezza. salvate me e la casa di mio padre». Essi le
Ma la si ottiene con la penitenza. risposero: «Sarà come tu hai detto.
Cirillo di Gerusalemme, Quando ti accorgi che stiamo per venire,
Catechesi battesimali 2, 9 riunisci tutti i tuoi sotto il tuo tetto e sa-
. ranno salvi; quanti saranno trovati fuori
della casa saranno uccisi>>.
12 14
• Raab chiede una promessa Stabilirono di dare un segnale, di ap-
pendere, cioè, dello scarlatto alla casa. Si
In Raab ci sono fede e profezia manifestava cosl che per mezzo del san-
gue del Signore ci sarebbe stato il riscat-
Per la fede e lospitalità fu salvata la to per tutti quelli che credono e sperano
meretrice Raab. Quando Giosuè di Nave in Dio. Vedete carissimi, che in questa
mandò gli esploratori a Gerico e il re del- donna non c'era solo la fede, .tna anche la
la regione seppe che erano venuti ad profezia.
esplorare la sua terra, mandò gli uomini Pseudo-Clemente di Roma,
per prenderli e ucciderli. · I Clemente 12

LE SPIE FUGGONO DA GERICO

Allora essa llfece scendere con una corda dalla finestra, perché la sua ca-
sa era addossata al muro di cinta)· infatti sulle mura aveva l'abitazione. Dt's-
se loro: <<Àndate verso la montagna, perché non si imbattano in voi i vostri
· inseguitori e.là rimarrete nascosti tre giorni ft'no al loro ritorno)· poi andre-
te per la vostra strada». Le risposero allora gll uomini: «Saremo sciolti da
questo giuramento, che ci hai fatto fare, a queste condizioni: quando noi en-
treremo nel paese, (egherai questa cordicella di/ilo scarlatto,alla finestra per
la quale ci hai fatto scendere e radunerai presso di te in casa tuo padre, tua
madre, i tuoi fratelli e tutta la famiglia di tuo padre. Chiunque allora usci-
Le spt'e fuggono da Gerico (2, 15-24) 33

rà dalla porta di casa tua, il suo sangue ricadrà sulla sua testa e noi non ne
avremo colpa; chiunque invece sarà con te in casa, il suo sangue ricada sul-
la nostra testa, se gli si metterà addosso una mano. Ma se tu rivelerai que-
sto nostro affare, noi saremo liberi da ciò che ci hai/atto giurare». Essa al-
lora rispose: «Sia così secondo le vostre parole». Poi li congedò e quelli se ne
andarono. Essalegò la cordicella scarlatta alla finestra(. .. ) (2, 15-24).
Le montagne rappresentano la fede della Chiesa (Girolamo). Il fatto che solo chi si tro-
va nella casa della prostituta venga salvato indica che non c'è salvezza al di fuori dell'unica
Chiesa (Origene, Cipriano). La cordicella scarlatta è simbolo di fede (Ambrogio): quel se-
gno racchiude il mistero della salvezza che viene dal sangue di Cristo (Ambrogio, Girolamo,
Origene). La finestra è simbolo dell'incarnazione; anche se non ci ha apportato una visione
piena e totale della divinità, da essa è tuttavia filtrata la luce della divinità in maniera pro-
porzionata alle capacità dei nostri occhi (Origene).

16
Nascondetevi tra le colline vati. Se invece alcuni usciranno di casa tua,
siano sciolti da questo tuo giuramento.
Aspetta tre giorni. Girolamo: Dà lo- Se dunque uno vuòle salvarsi, venga
ro questo suggerimento: «Aspettate tre in questa casa della prostituta di un tem-
· giorni». Non parla di tre notti, ma di tre po. Anche se qualcuno appartenente a
giorni, perché aveva il cuore in piena lu- quell'antico popolo vuole salvarsi, venga
ce. E in seguito dice, appunto dopo tre in questa casa, nella quale c'è il sangue di
giorni: e che cosa dice? Non andate per Cristo, in segno di redenzione. Per quelli
I' aperta campagna, ma salite verso la infatti che dissero: Il suo sangue ricada su
montagna. In effetti la fede della Chiesa di noi e i nostri figli (Mt 27, 25), il sangue
non è collocata nelle valli, ma sulle mon- di Cristo è di condanna. Gesù era stato
tagne. Successivamente Gerico viene an- . posto per la rovina e la resurrezione di
nientata da Gesù, e solo questa meretrice molti (cf. Le 2, 34) e pertanto il suo san-
Viene lasciata incolume (cf. Gs 6, 20-25). gue per quanti contraddicono il suo se-
Per questo si dice così. Mi ricorderò di gno diventa castigo e, per quanti vi cre-
Raab; cioè, colei che ospitò i miei esplo- dono, salvezza. Nessuno perciò si illuda,
ratori, anch'io me ne ricorderò nel giorno nessuno inganni se stesso: fuori di questa
del giudizio. casa, cioè fuori della Chiesa, nessuno si
Girolamo, salva. Se uno ne esce, diventa lui stesso
Omelie sui Salmi, reo della propria morte. È qui il segno
Omelia 18 (Sa! 86), 4 del sangue, perché è qui la purificazione
che sussiste mediante il sangue.
Origene,
11 20
· Il giuramento delle spie Omelie su Giosuè 3, 5

La casa della salvezza


Una sola casa, la Chiesa
Viene pure dato quest'ordine a lei
che una volta era prostituta: Tutti quelli La testimonianza della divina Scrit-
che saranno trovati in casa tua saranno sal- tura dice chiaramente che fuori non esiw
34 Giosuè

ste la Chiesa; la Chiesa non può divider- avere la salvezza. Pertanto, siccome Raab
si, o essere divisa. Essa invece mantiene aveva compreso il mistero celeste, il Si-
l'unità di una casa, le cui parti non si gnore dice nel Salmo: Mi ricorderò di Ra-
possono separare. Sta scritto a proposito ab di Babilonia con .coloro che mi conosco-
del mistero pasquale e dell'agnello che no (Sal 86, 4).
prefigurava Cristo: «La carne dell'agnel- Ambrogio,
lo si mangi tutta in ciascuna casa e non La.fede 5, 10, 128
se ne porti fuori» (Es 12, 46). Raab che
prefigurava la Chiesa ci offre lo stesso
insegnamento. Essa riceve quest'ordine: Una corda scarlatta
«Raduna tuo padre, tua madre, i tuoi
fratelli e tutta quanta la famiglia di tuo Allora: Sunamite (cf. 1 Re 1, 1-4) da
padre da te nella tua casa; tutti· coloro noi significa scarlatta, e allude alla sapien-
che oltrepasseranno la porta di casa per za che riscalda e che risplende di insegna-
uscire se ne assumeranno la responsabi- menti divini. Allude, è vero, al mistero
lità». Questa figura insegna che dovran- del sangue del Signore, ma tuttavia è sim-
no raccogliersi in una sola casa, cioè nel- bolo del calore della sapienza. (. .. ) Raab,
la Chiesa, coloro che sono destinati a vi- inoltre, la cortigiana che prefigura la
vere e a sopravvivere alla dissoluzione Chiesa, per salvare la casa mentre Gerico
del mondo. Chi poi tra coloro che si tro- stava cadendo, appese alla finestra una
vano raccolti se ne fosse uscito, se cioè cordicella scarlatta, simbolo del mistero
qualcuno dopo aver conseguito la grazia del sangue.
nella Chiesa si fosse poi allontanato e se Girolamo,
ne fosse uscito, sarebbe diventato colpe- Lettere 52, 3
vole, cioè avrebbe fatto ricadere le pro-
prie colpe su di sé.
Cipriano, Il segno del sangue
Lettere 69, 4
Lei stessa pone il segno ~carlatto nel-
la sua casa, grazie al quale dovrà salvarsi
21
Ella legò la cordicella scarlatta alla fi- dall'eccidio della città. Non ricevé altro
nestra · segno se non quello scarlatto, che porta-
va la figura del sangue. Sapeva, infatti,
I segni della fede che non c'era salvezza per alcuno se non
nel sangue di Cristo.
Vide tutto questo la meretrice, e co- Origene,
lei che nella distruzione della sua città Omelie su Giosuè 3, 5
avrebbe dovuto disperare di ogni scampo
di salvezza, poiché la fede ebbe vinto, le-
vando in alto i segni della fede e i vessilli La finestra simboleggia l'incarnazione
della passione del Signore, legò un nastro
rosso alla finestra, perché brillasse il colo- Che questo segno sia sospeso alla fi-
re del mistico sangue che avrebbe reden- nestra ritengo che stia a significare pro-
to il mondò. E così, fuori delle mura vi fu prio ciò: la finestra è quella che illumina la
il nome di Giosuè con coloro che com- · casa e attraverso la quale percepiamo non
battevano per la vittoria, dentro vi fu tutta la luce, ma quanta è sufficiente agli
l'immagine della passione del Signore per occhi e alla nostra vista. Siccome, dunque,
coloro che erano esposti al pericolo per anche l'incarnazione del Salvatore non ci
Israele si prepara ad attraversare il Giordano (3j 1-6) 35

ha apportato la visione pura e totale della questo, mi pare, il segno della salvezza è ·
divinità, ma egli attraverso la sua incarna- stato dato attraverso la finestra.
zione ci ha fatto vedere, come per una fi- Origene,
nestra, la luce della divinità, proprio per Omelie su Giosuè 3, 5

ISRAELE SI PREPARA AD ATTRAVERSARE IL GIORDANO

Giosuè si mise ali'opera di buon mattino; partirono da Sittim e giunse-


ro al Giordano) lui e tutti gli Israeliti. Lì si accamparono prima di attraver-
sare. Trascorsi tre giorni: gli scribi passarono in mezzo altaccampamento e
diedero al popolo questo ordine: «Quando vedrete l'arca delfalleanza del Si-
gnore Dio vostro e i sacerdoti leviti che la portano) voi vi muoverete dal vo-
stro posto e la seguirete; ma tra voi ed essa vi sarà la distanza di circa due-
mila cubiti: non avvicinatevi. Così potrete conoscere la strada dove andare)
perché prima d'oggi non siete passati per questa strada». Poi Giosuè disse al
popolo: «Santificatevi: poiché domani il Signore compirà meraviglie in mez-
zo a voi>>. Giosuè disse ai sacerdoti: «Pot:tate l'arca dell'alleanza e passate
davanti al popolo». Essi portarono l'arca del!'alleanza e camminarono da-
vantial popolo (3, 1-6).
Giosuè prefigura Cristo sotto molti aspetti: prese il comando del suo popolo a partire
dal Giordano, stabili i dodici eredi che avrebbero continuato la sua missione, salvò la mere-
trice Raab e abbatté le mura di Gerico (Cirillo di Gerusalemme). Come il Salvatore, Giosuè
fece uscire il popolo di Israele dall'Egitto e lo fece entrare nella terra promessa (Girolamo).
Sacerdoti e leviti sono molto vicini a Dio, ma devono mantenere una distanza tale da essere
illuminati dal suo fuoco, non bruciati; il popolo, invece, dietro a sacerdoti e leviti, può solo .
seguire da lontano l'arca: esso si salverà solo per l'insegnamento e la salvaguardia dei sacer-
doti che portano sulle spalle la legge dicendo e mettendo in pratica i suoi precetti (Orige-
ne). Al passaggio nelle acque amare sotto la guida di Mosè, succede il passaggio nelle acque
dolci sotto la guida di Giosuè, a prefigurazione della successione del messaggio evangelico
all'economia· della Legge (Origene).

1
Israele arriva al Giordano mo (cf. Mt 3, 13). Gesù di Nave costituì
dodici eredi che ne avrebbero continuato
Tipo di Cristo la missione (cf. Gs 14, 1; Nm 24, 17ss.);
Cristo inviò dodici apostoli che sarebbe-
Gesù di Nave fu il tipo del Cristo ro stati suoi araldi di verità in tutto il
sotto molti aspetti. Gesù di Nave prese il mondo (cf. Mt 10, 5). TI Gesù del tipo sal-
comando del suo popolo a partire dal vò la meretrice Raab che aveva creduto
Giordapo; il Cristo diede inizio all' an- (cf. Gs 4, 5; Eh 11, 31); il Gesù dell'anti-
nunzio delVangelo a partire dal battesi- tipo in maniera analoga disse che i pub-
36 Giosuè

blicani e le meretrici avrebbero precedu- Se sei oro o argento e ti accosti al


to altri nel regno dei cieli (d. Mt 21, 31). fuoco, brillerai con molto più splendore
TI Gesù del tipo abbatté le mura di Geri- e luminosità; ma se sei colpevole di aver
co al solo suono della tromba (cf. Gs 6, costruito sul fondamento della fede che
20); il Gesù dell'anticipo predisse la ca- si trova in te con legno, fieno, paglia (1
duta del tempio giudaico - si ergeva pro- Cor 3, 12) e ti accosti al fuoco con tale
prio qui di fronte - quando fece sentire la costruzione, ne sarai bruciato. Beati dun-
sua voce:· «Non resterà pietra su pietra» que coloro che sono sì molto vicini, ma
(Mt 24, 2) 2, e di fatto i peccati degli em- vicini in maniera che il fuoco li illumini e
pi - non la profezia che Gesù aveva fatto non li bruci. Israele si salverà, ma se-
- provocarono la caduta del tempio. guendo da lontano (cf. Ger 30, 10); farà
Cirillo di Gerusalemme, il cammino non per propria forza, ma
Catechesi battesimali 10, 11 grazie agli aiuti e alla salvaguardia dei sa"
cerdoti.
Origene,
Giosuè ·i} Salvatore Omelie su Giosuè 4, 3
Passerò ora a Giosuè, il figlio di
Nun, che in un primo momento era chia- 56
- Giosuè si rivolge al popolo e ai sacer-
mato Osea, o meglio, come in ebraico, doti
Oshea, vale a dire, Salvatore. Egli infatti,
secondo la lettera di Giuda (cf. Gd 5), Comportarsi con spirito sacerdotale
salvò il popolo di Israele, lo portò fuori
dall'Egitto e lo fece entrare nella terra L'arca dell'alleanza del Signore è
della promessa. quella in cui sono conservate le tavole
Girolamo della Legge scritte dalla mano di Dio.
Contro Gioviniano 1, 21 Cammina vicino a quest'arca dell' allean-
za e non è lontano da essa chiunque ap-
partiene veramente a Israele (Gv 1, 47);
2
"" Gli scribi rivolgono un ordine al po- quanto ai leviti e ai sacerdoti, addirittura
polo la portano sulle loro spalle.
In realtà quelli che vivono in religio-
Essere vicini a Dio so e santo sacerdozio, non sono quelli che
si vedono assisi nell'assemblea dei sacer-
Considera infine perché è detto: Il doti, ma piuttosto coloro che si compor-
popolo si tenga lontano dall'Arca dell'Al- tano con spirito sacerdotale, di cui il Si-
leanza, a una distanza di duemila cubiti. gnore è loro parte (cf. Sai 72, 26) e non
Ma sacerdoti e leviti sono molto vici- c'è p er essi alcuna porzione sulla terra,
ni, abbastanza vicini da poter portare I'ar- questi sono veramente i sacerdoti e i levi-
ca del Signore e la legislazione divina sulle ti del Signore, che portano sulle spalle la
proprie spalle: beati quelli che·meritano di Legge di Dio, dicono e mettono in prati-
essere vicini a Dio! Però ricordati che sta ca ciò che è scritto nella Legge.
scritto: Quelli che si avvicinano a me, si ac- Origene,
costano alfuoco (V~gelo di Tommaso, 82). Omelie su Giosuè 9, 5

2 Cf. anche Cirillo di Gerusalemme, Catechesi battesimali 7, 6.


Giosuè.dà istruzi'oni al popolo (3, 7-13) 37

Il compito dei sacerdoti te, o fratelli, che i nostri padri tutti quan-
ti hanno attraversato il Giordano, tutti so-
L'ordine dei sacerdoti e dei leviti si no stati battezzati in Giosuè con lo Spiri-
trova vicino ali' arca dell'Alleanza .del Si- to e con· il fiunie (cf. 1 Cor 10, 1-4). Ma
gnore, nella quale è portata la Legge di Giosuè che succedette a Mosè era tipo di
Dio: sono loro indubbiamente che devo- colui che è succeduto con il messaggio
no illuminare il popolo riguardo ai co- evangelico all'economia della Legge, cioè
mandamenti di Dio, come dice il profeta: di Gesù Cristo. Perché, anche se tutti co-
lampada ai miei piedi è la tua parola, o Si- loro sono battezzati in Mosè con la nube
gnore, e luce ai miei. sentieri (Sal 118, e con il mare, il loro battesimo ha qualco-
105). Questa luce è accesa per mezzo dei sa di amaro e di salato, presi come sono
sacerdoti e dei leviti. Che se per caso uno ancora dalla paura dei loro nemici, tanto
di loro ponesse la lampada accesa sotto il che strepitano verso il Signore e dicono a
moggio e non sopra il lucerniere perché Mosè: «Forse perché non c'erano sepolcd
faccia luce a tutti quelli che sono nella ca- in Egitto ci hai portati a morire nel deser-
sa (Mt 5, 15), badi bene a che cosa farà, to? Che cos'hai fatto , facendoci uscire
quando comincerà a rendere conto al Si- dall'Egitto?» (Es 14, 11). Ben diverso e
gnore della luce per quelli che, non rice- sotto molti aspetti più eccellente di quello
vendo alcuna illuminazione dai sacerdoti, è invece il battesimo in Giosuè, nel fiume
camminano nelle tenebre e sono accecati veramente dolce e potabile, in quanto or-
dall'oscurità dei loro peccati. mai il culto di Dio è ben chiarificato e ha
Origene, assunto l'ordinamento conveniente: infat-
Omelie su Giosuè 4, 2 ti in testa vanno l'arca dell'alleanza del
)

Signore Dio nostro e i sacerdoti e i leviti,


mentre il popolo segue i ministri di Dio,
Il battesimo nelle acque dolci · ·avendo innanzi a sé anche coloro che han-
In coerenza con queste parole, pre- no accolto" il precetto relativo alla vergini-
ghiamo anche noi per ottenere da Dio tà. Giosuè infatti dice al popolo: «Tenete-
[capacità] di intendere in senso spirituale vi puri per domani, perché il Signore farà
il ·passaggio del Giordano per mezzo di cose mirabili in mezzo a voi>>.
Giosuè, facendo per conto nostro le con- Origene,
.siderazioni che farebbe Paolo a proposito Commento al vangelo di Giovanni
anche di questo: Non voglio che ignoria- 6, 49, 228-230

GIOSUÈ DÀ ISTRUZIONI AL POPOLO

Disse allora il Signore a Giosuè: «Oggi stesso comincerò a glorificarti


agli occhi di tutto Israele, perché sappiano che come sono stato con Mosè,
così sarò con te. Tu ordinerai ai sacerdoti che portano l'arca dell'alleanza:
Quando sarete giunti alla riva delle acque del Giordano, voi vi fermerete».
Disse allora Giosuè agli Israeliti: <<Avvicinatevi e ascoltate gli ordini del Si-
gnore Dio vostro». Continuò Giosuè: «Da ciò saprete che il Dio vivente è in
38 Giosuè

mezzo a voi e che, certo, scaccerà dinanzi a voi il Cananeo) l'Hittita) FEveo,
il Peri·zzita) il Gergeseo, l'Amorreo e il Gebuseo» (. .. ) (3, 7-13).
Anche I' esaltazione di Gesù inizia con il battesimo nel Giordano e culmina con l'esal-
tazione della ·croce, ogni fedele comincia il proprio processo di esaltazione con il sacramen-
to del battesimo attraverso il quale riconosce la presenza di Dio in mezzo a noi (Origene).

1 10
· Il Signore mostrerà la sua presenza Il battesimo in Cristo
Ordina poi ai sacerdoti di avanzare
Il mistero del battesimo al cospetto del popolo con l'arca dell' al-
Quali grandi avvenimenti nel passa- leanza: è in quel momento che si manife-
to! Il Mar Rosso attraversato a piedi, la sta il mistero dell'economia del Padre ri-
manna data dal cielo, sorgenti sgorgate guardo al Figlio, che egli ha esaltato [so-
nel deserto, la Legge data per mezzo di pra ogni cosa], dandogli un dono di gra-
Mosè, molti segni e prodigi compiuti nel zia «perché nel nome di Gesù ogni ginoc-
deserto; eppure da nessuna parte è detto chio si pieghi nei cieli sulla terra e sotto
che Gesù fu «esaltato». terra e ogni lingua proclami che Gesù
Ma quando si attraversa il Giordano, Cristo è il Signore, a gloria del Padre»
allora a Gesù viene detto: Oggi stesso co- (Fil2, 10-11). Tutto questo infatti è signi-
mincio a esaltarti davanti al popolo. Prima ficato da quelle parole del libro di Gio-
del mistero del battesimo, infatti, Gesù suè: «E disse il Signore a Giosuè: Oggi
n
non viene «esaltato», ma è che prende stesso incomincerò a glorificarti agli oc-
inizio la sua esaltazione che è anche chi dei figli di Israele». Ed è il nostro Si-
«esaltazione davanti a tutto il popolo»: se gnore Gesù (cosl bisogna intendere) che
tutti quelli che sono battezzati (in Gesù dice ai figli di Israele: «avvicinatevi e
Cristo) sono battezzati nella · sua morte udrete la parola del Signore Dio nostro:
(Rm 6, 3), la morte di Gesù si compie nel- da ciò conoscerete che il Dio vivente è in
r esaltazione della croce, a ragione per mezzo a voi». Battezzati in Gesù, noi co-
ogni fedele Gesù è «esaltato» ·n on appena nosceremo ·infatti che il Dio vivente è in
giunge al sacramento del battesimo, poi- mezzo a noi.
ché così sta scritto: Dio lo ha esaltato e gli Origene,
ha dato il nome che è al di sopra di ogni Commento al vangelo di Giovanni 6, 49,
nome) perché nel nome di Gesù ogni gi- 231-232
nocchio sz' pz'eghi: nei cieli: sulla terra e sot-
to terra (Fil 2, 9-10).
Origene,
Omelie su Giosuè 4, 2

L'ATTRAVERSAMENTO DEL GIORDANO

Quando il popolo si mosse dalle sue tende per attraversare il Giordano)


i sacerdoti che portavano t arca dell'alleanza camminavano davanti al popo-
}.;attraversamento del Giordano (3, 14-17) 39

lo. Appena i portatori dell'arca furono arrivati' al Giordano e i piedi dei sa-
cerdoti che portavano l'arca si immersero al limite delle acque - il Giorda-
no infatti durante tutti i giorni della mietitura è gonfio fin sopra tutte le
sponde - si fermarono le acque che fluivano dall'alto e stettero come un so-
lo argine a grande distanza, in Adama, la città che è presso Zartan, mentre
quelle che scorrevano verso il mare dell'Araba, il Mar Morto, se ne stacca-
rono completamente e il popolo passò di fronte a Gerico. I sacerdoti che por-
tavano l'arca dell'alleanza del Signore si fermarono immobili all'asciutto in
mezzo al Giordano, mentre tutto Israele passava al!'asciutto, finché tutta la
gente non ebbe finito di attraversare il Giordano (3, 14-17).
Le immagini delle imprese di Giosuè nutrono la mente dei fedeli; l'attenzione si ferma
sul passaggio del fiume Giordario (Paolino di Nola), un evento straordinario nella sua uni-
cità (Gregorio di Nissa). Il fatto che una parte delle acque defluisca nel mare, mentre un'al-
tra conserva la propria dolcezza, simboleggia le due categorie di battezzati: quelli che custo-
discono la dolcezza della grazia celeste e quelli che invece ritornavano nelle acque amare del
peccato. Il viaggio dall'Egitto a Canaan prefigura infatti il cammino del catecumeno verso
le acque dolci del battesimo, quando a guidarlo verso la terra della promessa non sarà più
Mosè, ma Gesù (Origene).

14 17
- Israele attraversa il Giordano al- dalla sorgente si precipitava impetuoso
l'asciutto aveva innalzato come in un alto cumulo le
onde trattenute e una montagna di acqua
.· Le imprese di Giosuè sovrastava minacciosa con una oscillante
parete guardando dall'alto i piedi avanza-
Ora voglio che tu contempli le pittu- re sul fondo disseccato e nel mezzo del
re che si snodano in lunga serie sulle pare- fiume le impronte polverose degli uomini
ti dei portici dipinti e stanchi un po' il col- lasciate dai piedi asciutti nel limo indurito.
· 10 levato verso l'alto, mentre leggi attenta- Paolino di Nola,
mente ogni cosa con il volto piegato all'in- Carmi 27, 511-529
dietro. Chi contempla queste pitture, co-
noscendo il vero attraverso le vuote figure,
nutre la mente fedele con non inutili im- Un evento accaduto una sola volta
magini. Infatti la pittura accoglie in una
· serie fedele tutto ciò che l'antico Mosè de- Giosuè, figlio di Nun,. fermò il corso
scrisse nel Pentateuco, e le imprese che del fiume Giordano, ma finché l'arca ri-
compl Giosuè, indicato col nome del Si- mase nell'acqua; quando il popolo attra-
gnore, sotto la cui guida il Giordano, versò il fiume e l'arca fu trasportata, il fiu-
avendo trattenuto il corso delle acque, fer- me continuò di nuovo a scorrere come pri-
mati i flutti, si arrestò al cospetto dell'arca ma. Il fondo del Mar Rosso rimase asciut-
di Dio. Una mirabile forza divise il fiume: to senza acqua, giacché lo Spirito spinse le
una parte, volta all'indietro la corrente, si acque del mare verso i due lati, ma il mira-
fermò, l'altra parte del fiume scorrendo si colo durò finché non passò l'esercito che
affrettò verso il mare e lasciò vuoto il let- attraversò il mare lungo la fascia asciutta;
to. Dalla parte donde il fiume venendo dopo, di nuovo, l'acqua del mare apparve
40 Giosuè

ricomposta e, in breve tempo, la massa che rimane ferma e conserva la sua dolcez-
dell'acqua che era stata divisa si richiuse. za, rappresenta coloro che mantengono
Ma, nel caso nostro, ciò che era successo indefettibilmente il dono ricevuto da Dio.
una sola volta è rimasto così come era ac- Origene,
caduto, in modo che non è possibile non Omelie su Giosuè 4, 2
credere al miracolo, giacché la realtà che si
vede ne dà perenne testimonianza.
Gregorio di Nissa, Dall'Egitto a Canaan
Vita di Gregorio il Taumaturgo 7, 55 E non ritenere che queste cose siano
accadute presso gli uomini del passato,
mentre per te che ora stai ascoltando
Acque amare e acque dolci
queste cose, non accade nulla di simile:
Neanche questo punto, che cioè una tu che, appunto, abbandonate le tenebre
parte delle acque del Giordano s'immerga dell'idolatria, desideri arrivare all'ascolto
nel mare e defluisca nelle onde amare, della legge divina e cominci a tua volta a
mentre l'altra parte persevera nella dolcez- lasciare l'Egitto. Allorché sei stato aggre-
za, ritengo che sia stato scritto senza un si- gato al numero dei catecumeni e hai co-
gnificato spirituale. Perché se tutti i bat- minciato ad obbedire ai precetti della
tezzati custodissero la dolcezza della gra- Chiesa, hai attraversato il Mar Rosso e,
zia celeste che hanno ricevuta e nessuno fermandoti nelle tappe del deserto, ogni
ritornasse ali'amarezza dei peccati, non sa- giorno ti applichi ad ascoltare la legge di
rebbe certo stato scritto che una parte del Dio e a contemplare il volto di Mosè, re-
fiume si era immersa nei gorghi del «mare so splendente dalla gloria del Signore.
salato». Perciò, mi pare che in queste pa- Ma quando arriverai al mistico fonte del
role venga indicata quella diffetenza tra i battesimo e in presenza della schiera dei
battezzati che noi - lo ricordo con ramma- sacerdoti e dei leviti sa_rai iniziato a quei
rico - vediamo spesso verificarsi: quelli venerandi e magnifici sacramenti, cono-
che hanno ricevuto il santo battesimo, sciuti da coloro ai quali è permesso cono-
quando si danno di nuovo alle occupazio- scerli, allora tu, attraversato il Giordano
ni del mondo e alle attrattive dei piaceri e grazie al ministero dei sacerdoti, entrerai
bevono il calice salato della cupidigia, so- nella terra promessa nella quale dopo
no rappresentati da quella parte di acque Mosè ti riceve Gesù. Egli stesso ti sarà
che scorre verso il mare e si perde nelle guida per il nuovo viaggio.
onde salate; quella parte di acque, invece, Origene,
Omelie su Giosuè 4, 1

LE PIETRE DELLA MEMORIA

Quando tutta la gente ebbe finito di attraversare il Giordano} il Signo-


re disse a Giosuè: «Sceglietevi dal popolo dodici uomini: un uomo per ogni
tribù} e comandate loro: Prendetevi dodici pietre da qu~ in mezzo al Gior-
dano, dal luogo dove stanno immobili i piedi dei sacerdoti:· trasportatele con
vòi e deponetele nel luogo dove vi accamperete questa notte». Allora Gio-
Le pietre della memoria (4, 1-7) 41

suè convocò i dodici uomini: che aveva designati' tra gli Israeliti: un uomo
per ogni tribù, e disse loro: «Passate davanti altarca del Signore vostro Dio
in mezzo al Giordano e caricatevi sulle spalle ciascuno una pietra, secondo
il numero delle tribù degli Israeliti: perché diventino un segno in mezzo a
voi. Quando domani i vostri figli vi chiederanno: Che significano per voi
queste pietre? rùponderete loro: Perché si divisero le acque del Giordano di-
nanziall'arca del!'alleanza del Signore,· mentre essa attraversava il Giorda-
no, le acque del Giordano si divisero e queste pietre dovranno essere un me-
moriale per gli Israeliti, per sempre» (4, 1-7).
Le dodici pi(!tre sono un ricordo della salvezza; una visione sensibile e un'immagine
che suscita il ricordo. Analogamente, le immagini degli atti virtuosi devono essere usate per
il ricordo e l'emulazione (Giovanni Damasceno).

.5-6 Saranno un segno in mezzo a voi Immagini comandate da Dio


Ricordo della salvezza Questo tipo di immagine (sdl. il sesto
tipo, quello legato al ricordo di azioni vir-
Dio ordinò anche di prendere dodi- tuose) è duplice: attraverso la parola scrit-
ci pietre dal Giordanp. E ne adduce an- ta nei libri - infatti la parola scritta dà figu-
che il motivo, poiché dice: Affinché, ra alla parola parlata, così come Dio incise
quando tuo figlio ti chiederà: Che cosa so- la Legge sulle tavole (cf. Dt 5, 22) e ordinò
no queste pietre?, tu risponda che l'acqua che fossero registrate per iscritto le vite
del Giordano si ritirò per ordine divino, e degli uomini cari a Dio (cf. Es 17, 14) - e
. l'arca del Signore e tutto il popolo passaro- attraverso la visione sensibile, così come
no dal!'altra parte. egli ordinò che l'anfora e la verga fossero
Non possiamo dunque non raffigu- poste nell>arca ad eterno ricordo (cf. Es
rare le sofferenze apportatrici di salvezza 16, 33; Nm 17, 25) e come comandò che i
· e i miracoli di Cristo nostro Dio perché, nomi delle tribù fossero incisi sulle pietre
quando mio figlio mi chiederà che cosa dell'efod (cf. Es 28, 9-12) e anche fossero
questo significa (cf. Es 13, 14), io rispon- sollevate dal Giordano le dodici pietre a fi-
da che Dio, il Verbo, si è fatto uomo e per gura dei sacerdoti che sollevavano l'arca
mezzo di lui non solo Israele attraversò il - oh, quale mistero, in verità il più gran-
Giordano, ma tutto il mondo è ritornato . de per i fedeli! - e a figura del ritiro del-
all'antica beatitudine. Per mezzo di lui la 1'acqua. E così anche ora noi con amore
natura dall'infimo della terra si è innalza- registriamo le immagini degli uomini che
·ta al di sopra di ogni principio e si è assi- sono stati virtuosi, per emulazione e ricor-
sa al trono stesso di Dio. do di loro e anche per emulazione fra noi.
Giovanni Damasceno, Perciò, elimina ogni immagine e legi-
Difesa delle immagini sacre 1> 18 fera contro colui che ha comandato di faw
re queste cose> oppure accoglile tutte se-
condo il criterio ed il modo che è proprio
a ciascuna di esse.
Giovanni Damasceno> .
Difesa delle immagini sacre 3, 23
42 Giosuè

IL SIGNORE GLORIFICA GIOSUÈ

(... ) Giosuè fece collocare altre dodici pietre in mezzo al Giordano, nel
luogo dove poggiavano i piedi dei sacerdoti che portavano l'arca dell'allean-
za: esse si trovano là fino ad oggi. I sacerdoti che portavano l'arca si erano f er-
mati in mezzo al Giordano, finché fosse eseguito ogni ordine che il Signore
aveva comandato a Giosuè di comunicare al popolo, e secondo tutte le pre-
scrizioni di Mosè a Giosuè. Il popolo dunque si affrettò a passare. Quando
poi tutto il popolo ebbe terminato la traversata, passo l'arca del Signore e i
sacerdoti: dinanzi al popolo. Passarono ifigli di Ruben, ifigli di Gad e metà
della tribù di Manasse, ben armati: davanti agli Israeliti: secondo quanto
aveva comandato loro Mosè; circa quarantamila, armati per la guerra, passa-
rono davanti al Signore per il combattimento verso le steppe di Gerico. In
quel giorno il Signore glorificò Giosuè agli occhi di tutto Israele e lo temet-
tero, come avevano temuto Mosè in tutti i giorni della sua vita (4, 8-14).
Il passaggio in fretta del Giordano indica compiere con prontezza tutti i comandamen-
ti, ricercando con impegno la gloria della virtù. In prospettiva della milizia di Cristo dob-
biamo cingerci della cintura della verità non solo davanti agli uomini, ma davanti a Dio; pro-
prio mentre il fedele si arma per la sua battaglia, Gesù è esaltato davanti a lui, vale a dire, è
svelata proprio nel sacramento del battesimo la sublimità e l'altezza della sua divinità. Il ti-
more non è più allora per la Legge, ma per Cristo crocifisso (Origene).

10 11
· Il popolo passò in fretta mo di giungere alla beatitudine promessa.
Ma anche dopo aver compiuto ciò, non
Affrettiamoci a passare dobbiamo fermarci né desistere, ma pas-
sare anche le altre parole che seguono, che
Non mi pare sia stato aggiunto ozio-
abbiamo fame e sete di giustizia (Mt 5, 6).
samente dallo Spirito Santo quello che la
Passare a ciò che viene dopo: essere afflit-
Scrittura ha detto «il popolo si affrettò a
passare».
ti in questo mondo (Mt 5, 4). Passare in
Per cui ritengo che anche noi che ve- fretta anche al resto: diventare mz'ti e paci-
niamo al battesimo della salvezza e rice- fici (Mt 5, 5) e per questo sentirci chiama-
viamo i misteri della parola di Dio, non re figli di Dio (Mt 5, 9). Dobbiamo affret-
dobbiamo agire con comodo è indolenza, tarci a sostenere con la virtù della pazien-
ma ci dobbiamo affrettare e precipitare za il peso delle persecuzioni.
finché «passiamo» tutto. «Passare» tutto Questo mi pare sia il passare in fret-
vuol dire compiere tutti i comandamenti. ta il Giordano: ricercare queste rispettive
Affrettiamoci dunque a «passare», realtà che mirano alla gloria della virtù,
cioè a dare in primo luogo compimento a senza indolenza e lentezza, ma con ogni
ciò che è stato scritto: Beati i poveri in spi- impegno e prontezza.
rito (Mt 5, 3), affinché, deposta ogni arro- Origene,
ganza e assunta l'umiltà di Cristo, meritia- Omelie su Giosuè 5, 1
Il Signore glorifica Giosuè (4, 8-14) 43

12
·n Un esercito attraversa il Giordano perché nel passare il fiume Giordano, sia-
alla volta di Gerico mo passati ad affrontare battaglie e guerre.
Origene,
Cinti con la verità Omelie su Giosuè 5, 2
Apprendiamo dalla spiegazione di
Paolo chi sono questi uomini cinti". Ascol- 14
Jl Signore glorificò Giosuè
ta che cosa egli dice: Siano dunque cinti i
vostn'fianchi con la verità (E/ 6, 14). Vedi Glorificato dal Signore
che Paolo conosce questi uomini cinti: so-
no quelli che indossano la cintura della ve- Il figlio di Nave ebbe questa esalta-
rità. Dunque: la verità deve essere la no- zione, perché il condottiero dell'antico
stra cintura, purché custodiamo il mistero popolo fosse considerato glorioso presso
rappresentato da questa cintura militare. coloro che guidava.
Se infatti la verità è la nostra cintura, di cui Ma vediamo come viene esaltato al
ci rivestiamo per la milizia di Cristo, quan- cospetto di ogni stirpe dei figli d'Israele il
do diciamo il falso e la menzogna esce dal- nostro G~sù, Signore mio, condottiero e
la nostra bocca, noi ci stacchiamo dalla guida del nuovo popolo. Io ritengo che
milizia di Cristo, ci togliamo la cintura del- egli fu sempre esaltato .ed eccelso presso
la verità. Se dunque siamo nella verità, sia- il Padre, ma bisogna che Dio lo «esalti al
mo cinti; se nella falsità, discinti. Noi piut- nostro cospetto». Egli è «esaltato al mio
tosto imitiamo questi quarantamila uomini cospetto» quando mi viene svelata la su-
cinti che avanzano in guerra davanti al Si- blimità e l'altezza della sua divinità.
gnore: siamo sempre cinti nella verità. Quando, dunque, mi fu rivelata la sua di-
Origene, vinità eccelsa? Proprio allora, quando at-
Omelie su Giosuè 5, 2 traversavo il Giordano e mi armavo per i
futuri combattimenti con i ·molteplici
mezzi di difesa costituiti qai sacramenti.
Cinti davanti al Signore Origene,
OmeNe su Giosuè 5, 3
Non basta infatti che tu dia l'impres-
sione di salvare la verità davanti agli uo-
mini. Perché è possibile ingannarli e sem-
Catnbia il timore
brare verace; non per questo sei cinto nel-
la verità, se non salverai la verità davanti Ogi:iuno che sia sotto la Legge teme
al Signore, nel ·senso di salvare non solo Mosè; ma quando è passato dalla Legge
quello che gli uomini ascoltano dalla vo- al Vangelo, essendo cambiato il culto
ce, ma anche quello che Dio vede nel cambia anche il timore, come dice I'Apo-
cuore, secondo ciò che dice in merito il stolo. Ma mediante la Legge io sono mor-
profeta: parlano di pace al loro prossimo, to alla Legge, per vivere per Dio; sono sta-
ma nel loro cuore c'è malizia (Sal 27, 3). to croci/isso col Cristo. Non sono pz'ù io che
Lungi da tutto ciò deve essere colui vivo, mtJ Cristo vive in me (Gal 2, 19ss.).
che vuole «avanzare, cinto davanti al Si- Origene,
gnore, per andare ad espugnare Gerico», Omelie su Giosuè 5, 4
44 Giosuè

LA TESTIMONIANZA DELLE PIETRE

(. .. )Non appena i sacerdot~ che portavano l)arca deltalleanza del Signo-


re) furono salz'tz' dal Giordano) mentre le piante dei piedi dei sacerdoti rag-
giungevano l'asciutto) le acque del Giordano tornarono al loro posto e riflui-
rono come prima su tutta l'ampiezza delle loro 5ponde. Il popolo salì dal
Giordano il dieci del primo mese e si accampò in Galgala) dalla parte orien-
tale di Gerico. Quelle dodici pietre che avevano portate dal Giordano, Gio-
suè le eresse in Galgala (. .. ) (4, 15-24).
La consonanza della data del passaggio del Giordano e di quella della Pasqua riveste
un significato mistico (Origene). Come le acque del Giordano, anche quelle della Chiesa tra-
boccano per l'ingresso di nuovi fedeli (Procopio di Gaza).

18
Il passaggio del Giordano è un dettaglio segnato a caso, ma per far
risaltare il momento.
Il Giordano spirituale cresce Dice la Scrittura: il dieci del primo
mese. È lo stesso giorno nel quale, in
. Dopo che ebbero attraversato il Egitto, si anticipava il mistero dell'agnel-
Giordano, le acque ritornarono al loro lo (cf. Es 12, 3 ). Il died del primo mese si
posto e tutte le sue sponde traboccarono celebrava questo rito in Egitto; il dieci del
come prima. Infatti anche il Giordano primo mese si entra nella terra promessa.
mistico cresce quando l'intera massa dei Sommament~ felice mi pare il fatto che
fedeli entra in esso. A questo proposito uno meriti di entrare nella terra della
leggiamo: «Levate i vostri occhi e guarda- promessa in quello stesso giorno nel qua-
te i campi che già biondeggiano per la le è pure sfuggito agli errori di questo
mietitura» (Gv 4, 35), e ancora: <<La mes- mondo. Questo giorno è quello che vivia-
se è molta ma gli operai sono pochi!» (Mt mo in questo mondo. Tutta la nostra vita
9, 35). Stando alla Settanta, non dice presente è rappresentata come una sola
semplicemente «raccolto», ma «grano». giornata. Perciò, mediante questo miste-
Infatti questo è simbolo di nutrimepto. ro ci si insegna a non rimandare a doma-
Procopio di Gaza, · ni i nostri atti e le nostre opere di giustizia,
Commento a Giosuè 4, 18 ma affrettiamoci oggi (cf. Eb 3, 13) - cioè
finché siamo in vita e sino a che rimania-
mo in questo mondo - a compiere tutto
19
Il popolo si accampa a Galgala ciò che riguarda la perfezione e così final-
mente potremo il dieci del primo mese en-
Una sola giornata trare nella terra della promessa, cioè nel-
Quand'è che giungono poi al passag- la beatitudine della perfezione.
gio del Giordano? Ho già notato che non Origene,
Omelie su Giosuè 4, 4
La circoncisione degli Israeliti' a Galgala (5, 1-9) 45

LA CIRCONCISIONE DEGLI ISRAELITI A GALGALA

(. .. ) In quel tempo il Signore disse a Giosuè: «Fatti coltelli di selce e cir-


concidi di nuovo gli' Israeliti». Giosuè si fece coltelli di selce e circoncise gli
Israeliti alla collina Aralot. La ragione per cui Giosuè fece praticare la cir-
concisione è la seguente: tutto il popolo uscito dall'Egitto, i maschl tutti gli
uomini atti alla guerra, morirono nel deserto dopo l'uscita daltEgitto; men-
tre tutto quel popolo che ne era uscito era circonciso, tutto il popolo nato nel
deserto, dopo l'uscita dall'Egitto, non era circonciso. Quarant'anni infatti
camminarono gli' Israeliti' nel desertò, finché fu estinta tutta la nazi'one, cioè
gli uomini atti alla guerra usciti dall'Egitto, i quali non avevano ascoltato la
voce del Signore e ai quali il Signore aveva giurato di non mostrare loro
quella terra, dove scorre latte e miele, che il Signore aveva giurato ai padri
di darcl ma al loro posto fece sorgere i loro figli e questi circoncise Giosuè;
non erano infatti circoncisi perché non era stata fatta la circoncisione duran-
te il viaggio. Quando si terminò di circoncidere tutta la nazione, rimasero al
loro posto nell'accampamento finché furono guariti. Allora il Signore disse
a Giosuè: «Oggi ho allontanato da voi finfamia d'Egitto». Quel luogo si
chiamò Galgalafino ad oggi (5, 1-9).
Il cambiamento del nome del successore di Mosè da Osea a Giosuè adombra il mi-
stero dell'ingresso nella terra promessa del secondo popolo, quello cioè costituito dai
Gentili. Il possesso della vita eterna non avviene per obbedienza alla Legge, ma attra-
verso la circoncisione con i precetti di Cristo: Cristo è infatti preannunciato come pie-
tra (Tertulliano, Giustino). La seconda circoncisione non è carnale, ma è quella che av-
viene per mezzo della pietra che è Cristo, il Vangelo che purifica l'obbrobrio dell'Egit-
to, vale a dire, le seduzioni dei vizi della carne (Origene). Si tratta quindi di una circon-
cisione del cuore e dello spirito (Lattanzio). Secondo un'altra interpretazione, essa pre-
figura il battesimo che circoncide al peccato ed è un segno di distinzione (Giovanni Da-
masceno). La ferita della circoncisione deve cicatrizzare; bisogna tenersi lontani dal vi-
zio con sempre rinnovato impegno, fino a che la virtù diventi un fatto naturale. Ricade-
re infatti nell'obbrobrio d'Egitto dopo aver accolto il Vangelo, significa non solo farsi
reo di impudicizia, ma di sacrilegio (Origene).

23
· Circoncide il popolo
dare, che questa fu figura di una realtà
Giosuè prefigura Gesù futura. Infatti, poiché Gesù Cristo avreb-
be dovuto portare il secondo popolo, e
Quando Osea, figlio di Nave, fu de- cioè quello costituito da noi Gentili - che
signato come successore di Mosè, gli fu prima indugiavamo nel deserto del paga-
cambiato, si sa, il suo primo nome e co- n;simo -, neJla terra promessa stillante
minciò a chiamarsi Giosuè (cf. Nm 13, miele e latte (cf. Dt 27, 3; 31, 10), e cioè
16). Certo, ammetti. Diciamo, per comin- il possesso della vita eterna, di cui nulla è
46 Giosuè

più dolce, e questo doveva accadere non Una seconda volta


per mezzo di Mosè, cioè non per obbe-
dienza alla vecchia legge, ma per mezzo Su questo passo vorrei chiedere agli
di Giosuè, e cioè attraverso la grazia del- Ebrei come può uno farsi circoncidere
la nuova legge, in seguito alla circoncisio- una seconda volta con circoncisione car-
ne con la punta della pietra, cioè con i nale. Circonciso una volta, infatti, non ha
precetti di Cristo - Cristo, infatti, in mol- più ciò che si potrebbe togliere la secon-
ti modi e in molte figure è stato prean- da volta. Ma noi, ai quali è detto che la
nunziato come pietra (cf. 1 Cor 10, 4) - legge è spir#uale (Rm 7, 14) ecco in che
per questo quell'uomo, che veniva desti- modo degno e appropriato risolviamo
nato ad adombrare questo mistero, ha ri- queste difficoltà.
cevuto come consacrazione la figura del Noi diciamo che chi è stato istruito
nome del Signore, così che fu chiamato nella Legge e ammaestrato da Mosè, ha
Giosuè. gettato via gli errori dell'idolatria e ab-
Tertulliano, bandonato la superstizione e il culto de-
Polemica con i Giudei 9, 21-22 gli idoli. È questa la prima circoncisione,
per mezzo della Legge. Se però dalla Leg-
ge e dai Profeti arriva alla fede del Vange-
Circoncidere con una pietra lo, allora riceve anche la seconda circon-
cisione mediante la pietra che è Cristo (1
Si crede che Giosuè abbia circonci- Cor 10, 4) e si compie la parola del Signo-
so il popolo una seconda volta con col- re a Gesù: Oggi ho allontanato daifigli di
telli di selce - cosa che era un segno del- Israele l'obbrobrio dell'Egitto. .
la circoncisione con la quale Cristo stres- Come l'Apostolo disse: bevevano da
so ha tagliato noi dagli idoli fatti di pie- una pietra spirituale che li accompagnava,
tra e di altri materiali - e che abbia radu- e quella pietra era Cristo (1 Cor 10, 4; cf.
nato quelli che non erano circoncisi, che Es 17, 6), cosl anche no.i possiamo analo-
venivano cioè dall'errore, e Ii circoncise gamente affermare: furono circoncisi con ·
con pietre di selce, le parole del nostro una pietra spirituale che N accompagnava e
Signore Gesù. Ho infatti appena detto quella pietra era Cristo. Se uno, infatti
che i profeti di solito si riferivano a lui in non si è purificato per la seconda circon~
modo figurato con "pietra" o "roccia". cisione per mezzo del Vangelo, non può
Perciò, con i coltelli di selce noi inten- lasciare l'obbrobrio dell'Egitto, cioè le
diamo le sue parole, con le quali tanti seduzioni dei vizi della carne.
che erano nell'errore sono stati circonci- Origene,
si dalla loro non circoncisione mediante Omelie su Giosuè 5, 5
la circoncisione del cuore. Da quel mo-
mento Dio comandò attraverso Gesù
che coloro che avevano la circoncisione Circoncisione del cuore
di Abramo fossero circoncisi di nuovo Analogamente Mosè stesso: «Negli
con la circoncisione del cuore, disse in- ultimissimi giorni Dio circonciderà il tuo
fatti che Giosuè circoncise con una se- cuore per amare il Signore Dio tuo» (cf.
conda circoncisione fatta con coltelli di Dt 30, 6). Così Gesù di Nave, il suo suc-
selce coloro che entrarono nella Terra cessore: «Fatti coltelli di pietra molto affi-
Promessa. ;li, lati, siediti e circoncidi di nuovo i figli di
· Giustino, Israele». Ha detto che la seconda circonci-
Dialogo con Trifone 113 sione non sarà della carne, come fu 1a pri-
La circoncisione degli Israeliti a Galgala (5, 1-9) 47

ma che ancora oggi praticano i Giudei, ma E poi di nuovo per la seconda volta Dio
sarà quella del cuore e dello spirito, che ha diede la legge della circoncisione a Gio-
trasmesso Cristo, che fu il vero Gesù. suè dopo il passaggio del Giordano, co-
Lattanzio, me è scritto nel libro di Gesù di Nave:
Le divine ùtituzioni 4, 17, 9-10 «In quel tempo il Signore disse a Giosuè:
"Fatti coltelli di selce di pietra durissima
e circoncidi di nuovo i figli di Israele"». E
Figura del battesimo poco dopo: «Per quarantadue anni Israe-
le si aggirò nel deserto di Battaride, e per
Essa era figura del battesimo. Infatti, questo non furono circoncisi i più degli
come la circoncisione recide non un mem- uomini atti alla guerra usciti dall'Egitto:
bro necessario ma una parte superflua, co- essi che non avevano obbedito al coman-
sì attraverso il santo battesimo noi siamo do di Dio, e per i quali il Signore stabilì
circoncisi del peccato: e il peccato è chià- che non avrebbero visto la buona terra
ro che è una parte superflua del desiderio, che ai loro padri.aveva giurato di dare a
e non un desiderio necessario. Infatti è loro, terra scorrente latte e miele. Al loro
impossibile che qualcuno proprio non de- posto fece sorgere i loro figli, e questi
sideri oppure sia completamente privo del Giosuè circoncise perché erano stati in-
•senso del piacere: ma la parte inutile del circoncisi durante il viaggio». Cosicché la
piacere, ossia il desiderio e il piacere inu- circoncisione era un segno che distingue-
tili, questo è il peccato che il santo batte- va Israele dalle genti in cui viveva.
simo circoncide, presentando a noi la cro- Giovanni Damasceno,
ce veneranda come segno sulla fronte. La fede ortodossa 4, 25 .
Giovanni Damasceno,
La fede ortodossa 4, 25
8
Rimasero nell'accampamento finché
furono guariti
47
· Spie~a~ione della presenza di non cir-
concisi Tenersi lontani dai vizi
Un segno di distinzione Non basta farsi circoncidere; dopo
la circoncisione si deve guarire, aspettare
La circoncisione fu data ad Abramo cioè che si cicatrizzi la stessa ferita della
prima della Legge (cf. Gn 17, lOss.), do- circoncisione. Quando dunque si produ-
po la benedizione, dopo la promessa (cf. ce la cicatrice sulla ferita della nostra cir"
Gn 12, lss.), come segno che distingueva concisione? I.o sono di questa opinione:
lui, i suoi figli e i suoi servi dalle genti fra che essere circoncisi dal nostro Gesù
cui egli viveva. E ciò è chiaro: infatti vuol dire tenersi lontano dai vizi, deporre
quando Israele si trattenne solo con se cattive abitudini e perversi modi di vive-
stesso nel deserto per quaranta anni, sen- re, troncare costumi sconci e sregolati e
za essere mescolato ad altro popolo~ <al- tutto ciò che è incompatibile con la rego-
lora> quanti nacquero nel deserto non la dell'onestà e della pietà.
furono circoncisi; ma quando Giosuè li Ma quando facciamo questo agli ini-
fece passare al di là del Giordano, <allo- zi, siamo bloccati in qualche modo pro-
ra> furono circoncisi e sorse la seconda prio dalla difficoltà della trasformazione;
legge della circoncisione. Quindi la legge con una certa fatica e dolore dell'animo,
della circoncisione fu data ad Abramo e quasi, passiamo dalle colpe delle vecchie
poi cessò nel deserto per quaranta anni. abitudini al novello modo di vivere. Ecco
48 Gt.osuè

perché, come ho detto, agli inizi c'è una brobri d'Egitto e purificati i vizi dei pec-
certa difficoltà e a gran fatica amputiamo cati.
le vecchie abitudini e acquisiamo le nuo- Che nessuno, pertanto, · dal momen-
ve. Ritengo appunto che questo sia il mo- to che si è completamente convertito, se
mento nel quale, si dice nella Scrittura, re- si è pentito con tutto il cuore, ha attraver-
stiamo fermi finché - formatasi la cicatri- sato con fede il corso del Giordano e si è
ce - siamo guariti. Ma si forma la cicatri- purificato con la seconda circoncisione
ce quando senza difficoltà, ormai, prati- per mezzo del Vangelo, abbia a temere gli
chiamo i nuovi modi di vivere e diventa obbrobri dei peccati della vita passata.
per noi cosa usuale quello che prima sem- Stai ascoltando che oggi ho allontanato da
brava difficile, quasi insolito. E solo allora te l'obbrobrio d'Egitto.
ci diciamo ormai guadti, quando, tenen- Origene,
doci lungi dai vizi, con nuovo esercizio Omelie su Giosuè 5, 6
facciamo della virtù un fatto naturale.
Origene,
Omelie su Giosuè 6, 1
Reo di sacrilegio

9
È questo che vuol far capire il Signo-
Il Signore allontana l'infamia d'Egitto re nei Vangeli, quando dice: Ti sono stati
rimessi i tuoi peccati (Le 7, 48; Mc 2, 5), e
L'obbrobrio dei peccati' non peccare più, perché non tl abbia ad ac-
Tutti gli uomini, anche se vengono cadere qualcosa di peggio (Gv 5, 14). Se
dalla Legge, anche se hanno ricevuto l'in- infatti dopo la remissione dei peccati non
segnamento da Mosè, tuttavia hanno den- pecchi più, davvero è stato tolto da te
tro di loro l'obbrobrio dell'Egitto, l'ob- l'obbrobrio dell'Egitto. Ma se pecchi di
brobrio dei peccati. nuovo, ripiombano daccapo in te i vecchi
Chi sarà simile a Paolo, anche nel- · obbr~bri, tanto più che c'è molta più col-
l'osservanza della Legge? Dopo tutto pa nel calpestare il Figlio di Dio e ritenere
ascolta lui stesso quando dice: Secondo la profano il sangue dell'alleanza (Eb 10,
giustizia che è nella Legge, mi sono com- 29), che nel trasgredire la Legge di Mosè.
portato irreprensibilmente (Fil 3, 6). Però, Certo, è obbrobrio più grande il for-
proprio lui dichiara: Anche noi un tempo nicare per chi ha già accolto il Vangelo che
siamo stati' insensati: incrédulii traviati: per chi è posto sotto la Legge, perché vuol
schiavi di ogni sorta di brame e piaceri: vi- dire prendere le membra di Cristo e farne le
vendo nella malvagità e nell'invidia, degni membra di una prostituta (1Cor6, 15).
di odio, odiandoci a vicenda (Tt 3, 3 ). Non Vedi, dunque, con quanta maggiore
ti sembra che questi siano obbrobri, gli gravità e accumulo ripiombano su di te
obbrobri dell'Egitto? gli obbrobri, se ti lasci andare. E così nes-
Ma da quando è venuto Cristo e ci suno ci accusa più come reo di impudici-
ha dato la seconda circoncisione me- zia, ma ti si condanna ormai come colpe-
diante il lavacro di rigenerazione (Tt 3, 5) vole di sacrilegio; perché in riferimento a
e ha purificato le anime nostre, abbiamo · te viene detto: Non sapete che i vostri cor-
gettato via tutti questi obbrobri e al loro pi sono tempio di Dio (1 Cor 6, 19)? Se
posto abbiamo assunto l'impegno di una uno profana il tempio di Dio, Dio lo man-
buona coscienza verso Dio (1 Pt 3, 21). derà in rovina (1 Cor 3, 17).
Allora, mediante la seconda circoncisio- Origene,
ne, sono stati allontanati da noi gli oh- Omelie su Giosuè 5, 6
La manna cessa (5, 10-12) 49

LA MANNA CESSA

Si accamparono dunque in Galgala gli Israehti e celebrarono la Pasqua


al quattordici del mese} alla sera nella steppa di Gerico. Il giorno dopo la
1

Pasqua mangiarono i prodotti della regione azzimi e frumento abbrustolito


1

in quello stesso giorno. La manna cessò il giorno dopo} come essi ebbero
mangiato i prodotti della terra e non ci fu più manna per gli Israeliti> in
quell'anno mangiarono i/rutti della terra di Canaan (5, 10-12).
Dopo aver attraversato il Giordano, Israele celebra la Pasqua nutrendosi di azzimi nuo-
vi, fatti con il frumento della terra santa, e con cibi di gran lunga superiori alla manna. Que-
sta nuova Pasqua, che è terrestre e celeste, potrà essere celebrata solo dai circoncisi della cir-
concisione di Cristo, che non si nutriranno più dei precetti della Legge (la manna), ma del
dolce frutto della terra promessa: la conoscenza sublime ed elevata, la conoscenza faccia a
faccia, che della verità avranno i santi (Origene).

i0-u Celebrazione della Pasqua terra santa e di cibi nuovi, molto migliori
della manna. Infatti, una volta che hanno
La seconda Pasqua ottenuto la terra promessa, Dio non li nu-
Nel primo caso gli Ebrei, celebrata tre con cibi di qualità inferiore; e del re-
la Pasqua in Egitto, incominciano la loro sto sotto la guida di uno grande come
uscita (cf. Es 12, 3ss.); con Giosuè invece, Giosuè essi non possono avere in sorte
dopo aver attraversato H Giordano, il die- un pane di qualità inferiore. Questo par-
ci del primo mese si accamparono in Gal- ticolare apparirà evidente a chi ha com-
gala (cf. Gs 4, 19ss.), allorché era oppor- preso. quella che è la vera terra santa e
tuno che colui il quale aveva partecipato quella Gerusalemme che è <<lassù».
prima alla Pasqua dell'agnello [Egitto] Origene,
desse ora un nome a coloro che avrebbe- Commento al vangelo di Giovanni
ro celebrato il banchetto dopo il battesi- . 6, 45, 233 -235
mo impartito da Giosuè. I figli d'Israele,
quanti erano rimasti incirconcisi.tra quel-
Un cibo migliore
li venuti via dall'Egitto, sono circoncisi
da Giosuè con una pietra affilata (cf. Gs Se si dovesse intendere la Legge
5, 2). Nel giorno del battesimo in Giosuè, semplicemente secondo la lettera, si sco-
cioè quando Giosuè circoncide i figli di prirebbe certamente che i figli di Israele
Israele, il Signore dichiara di aver rimos- pur nutrendosi prima di alimenti miglio-
so l'onta d'Egitto. Sta scritto infatti: «E il ri - la manna la ricevono dal cielo - han~
Signore disse a Giosuè: Oggi ho rimosso no avuto cibi meno buoni, loro che, ve-
da voi l'onta d'Egitto» (Gs 5, 9) . Allora i nendo a mancare nel passato i cibi porta-
figli d'Israele celebrarono nel quattordi- ti dall'Egitto, erano stati provveduti in
cesimo giorno del mese la Pasqua, molto cambio con quell'alimento migliore che
più lieta di quella d'Egitto, perché in era la manna dal cielo. E come pensare
questa occasione essi si cibarono anche di adesso che cessando un cibo migliore, sia
azzimi nuovi fatti con il frumento della succeduto uno meno buono, se non per-
50 Gt'osuè

ché il senso più importante e vero si tro- venne loro meno e allora cominciarono a
va nella comprensione spirituale anziché mangiare dei frutti della terra.
nel testo letterale? Così vengono descritti in generàle
Origene, tre spede di cibi: uno è quello di cui ci
Omelie su Giosuè 6, 1 alimentiamo nell'uscire dalla terra d'Egit-
to, ma questo basta per poco tempo. Ad
esso succede la manna. Il terzo cibo, in-
Dopo la purificazione vece, è il frutto che cogliamo ormai dalla
terra santa.
Non potevano celebrare la Pasqua
Per quello che riesce a capire la mia
prima della circoncisione, ma neanche piccola mente, credo di cogliere in questi
subito dopo la circoncisione potevano
differenti cibi tale simbolismo: il primo
mangiare le carni dell'agnello, prima di
cibo è quello che uscendo dall'Egitto ci
essere guariti. Ma dopo che furono guari-
siamo portati per noi, questa piccola eru-
ti è detto: I figli d'Israele celebrarono la dizione ricevuta alla scuola o anche, se
Pasqua il quattordici del mese. Vedi dun- qualcuno ci è arrivato, questa cultura let-
que che nessun immondo celebra la Pa-
teraria che ci può essere d'aiuto per un
squa, nessun incirconciso, ma solo chi sia
po'. Trovandoci poi nel deserto, cioè nel-
mondo e circonciso, secondo la spiega-
lo stato di vita in cui siamo, ci alimentia-
zione dell'Apostolo che dice: E infatti'
mo con la manna nel ricevere le istruzio-
Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato.
ni della legge divina. Chi però merita di
Celebriamo dunque la festa non con il lie-
entrare nella terra della promessa, cioè di
vito vecchio, né con lievito di malizia e di
conseguire le promesse del Salvatore,
pervers#à, ma con azzimi di sincerità e ve-
quello mangerà i frutti della regione del-
rt'tà (1 Cor 5, 7-8).
le palme: sì, davvero troverà il frutto del- .
Origene,
Omelie su Giosuè 6, 1 la palma colui che vinto il nemico, giun-
gerà alle promesse.
È infatti cosa certa: per quanto gran-
12 di siano le realtà che attualmente possia-
La manna cessò
mo intendere oppure cogliere nella legge
di Dio e negli scritti divini, molto più su-
Tre tipi di cibo blimi ed elevate saranno quelle che i san-
Ma anche allora, quando il popolo ti meriteranno di vedere faccia a faccia,
uscì dalla terra di Egitto, portò della pasta scomparendo l'enigma (cf. 1 Cor 13, 12),
dentro le sue vesti (Es 12, 34). perché quelle cose che occhio non vide, né
Quando poi venne a mancare la pa- orecchio ud~ né mai entrarono in cuore di
sta e non avevano dei pani, Dio fece loro uomo, queste ha preparato Dio per coloro
piovere la manna (cf. Es 16, 33ss.). Allor- che lo amano (1 Cor 2, 9).
ché giunsero nella terra santa, e colsero i Origene,
frutti della regione delle Palme, la manna Omelie su Giosuè 6, 1
Il capo dell'esercito del Signore (5, .13-15) 51

IL CAPO DELtESERCITO DEL S IGNORE

Mentre Giosuè era presso Gerico} alzò gli occhi ed ecco, vide un uomo
in piedi davanti a sé che aveva in mano una spada sguainata. Giosuè si di-
resse verso di lui e ·gli chiese: «Tu sei per noi o per i nostri avversari?». Ri-
spose: «No, io sono il capo del!' esercito del Signore. Giungo proprio ora».
Allora Giosuè cadde con la faccia a terra, si prostrò e gli disse: «Che dice il
mio Signore al suo servo?». Rispose il capo del!' esercito del Signore a Gio-
suè: «Togliti i sandali dai tuoi piedi: perché il luogo sul quale tu stai è san-
to». Giosuè così fece (5, 13-15). ·
L'uomo armato che vede Giosuè è il Logos; il successore di Mosè lo chiama infatti ca-
po supremo dell'esercito del Signore, nel senso che egli guida gli angeli celesti, gli arcange-
li e le potenze che sono al di là del mondo, e nel senso che è potenza e saggezza del Padre
ed ha ricevuto in affidamento il secondo posto nel regno e nel comando del mondo (Euse-
bio di Cesarea). Giosuè riconosce in quella figura Dio (Origene). Nelle visioni l'invisibile si
fa visibile per incoraggiare e dar forza alla fede (Isacco di Ninive). Attraverso la venerazio-
ne di quell'immagine, Giosuè riferisce la propria venerazione a Dio (Giovanni Damasceno).
Attraverso lo Spirito Santo bisogna discernere tra le visioni (Origene) . Gerico è santificata
dalla presenza del capo dell'esercito del Signore (Origene) e l'invito a togliere i sandali si
giustifica nel senso che nella terra della promessa; seguendo I'Agnello, non avremo più bi-
sogno dei sandali che ci proteggono i piedi nel deserto (Girolamo).

tJ.1
4
Giosuè vede un uomo armato Il capo supremo dell'esercito del Si-
gnore
Milizia divina
Anche Giosuè, il successore di Mo-
Quando il successore di Mosè, sè, pur non avendolo visto se non in figu-
Giosuè, stava per andare contro i nemi- ra e aspetto umani, lo chiama capo supre-
ci, cioè gli antichi abitanti della Palesti- mo dell'esercito del Signore, nel senso
na, popoli stranieri e di estrema empie- che egli guid.a gli angeli celesti, gli arcan-
tà, ovviamente si ,presentò (scil. il Lo- geli e le potenze che sono al di là del
gos) con la spada sguainata e acuminata mondo, e nel senso che è potenza e sag-
contro i nemici, volendo unicamente si- gezza del Padre (cf. 1 Cor l, 24), e ha ri-
gnificare, per mezzo di quell' apparizio- cevuto in affidamento il secondo posto
ne, che egli si accingeva ad affrontare i nel regno e nel comando del mondo. Egli
nemici con una spada invisibile, con pertanto ha scritto: E avvenne che Gio-
una milizia divina, combattendo e lot- suè) quando si trovava a Gerico) alzato lo
tando insieme ai suoi. Per questo si no- sguardo, vide un uomo ritto davanti a sé
mina, in quell'occasione, arcistratega del con una spada sguainata in mano; Giosuè,
Signore. avvicinatosi, gli chiese: «Sei dei nostri o un
Eusebio di Cesarea; nemico?»; ed egli rispose: «Io sono il capo
Dimostrazione evangelica 5, 19, 5 supremo delF esercito del Signore». E Gio-
52 Giosuè

suè, prostratosi con la faccia per terra, ab- della came ·e anche in maniera tangibile,
bassato lo sguardo> gH disse: «Signore, che quando necessario, in base al tipo e alla
cosa comandi al tuo servo?»; e il capo su- causa della tentazione, quasi per un mag-
premo del Signore gli rispose: «Sdogli i giore incoraggiamento. Accadeva così a
calzari dai tuoi pied~ perché il luogo in cui Giacobbe e a Giosuè di Nun, ad Anania e
ti trovi è sacro». Avrai appreso da queste ai suoi compagni, a Pietro e agli altri' ai
parole che egli non è diverso da colui che quali apparve l'immagine di un uomo per
ha parlato anche a Mosè. incoraggiarli e rassicurarli ~ella loro fede.
Eusebio di Cesarea, Isacco di Ninive,
Storia ecclesiastica l, 2, 11-13 Omelie ascetiche 5, 31-32

Il principe dei principi Differenza tra adorazione e venera-


zione
Che cosa ci insegna, con ciò, Gesù?
Indubbiamente quel che dice I' Apostolo: Giosuè, figlio di Nun, e Daniele, si
Non prestate fede ad ogni spirito> ma met- prostrarono dinan~i ad un angelo di Dio,
tetelo alla prova, per vedere se è da Dio (1 ma non gli prestarono un servizio di cul-
Gv 4, 1). Non solo Gesù riconosce che è to. Infatti, altra cosa è la venerazione di
da Dio, ma che è Dio: non l'avrebbe ado- culto, ed altra cosa è la venerazione che
rato se non l'avesse riconosciuto come viene rivolta per onore a persone eminen-
Dio. Chi altro è questo capo del!' esercito ti per qualche dignità.
celeste se non il nostro Signore Gesù Cri- Giovanni Damasceno,
sto? Tutta la milizia del cielo, infatti: ange- Difesa delle immagini Jacre 1, 8
li, arcangeh virtù, dominazz'oni, principati
e potestà (Col l, ·16; cf. Col 2, 10), tutti
questi esseri che sono stati creati per Venerazione di Dio attraverso l'im-
1nezzo di lui, combattono sotto lo stesso magme
capo, che è il principe dei p~incipi e che
ai principi largisce autorità. E lui che di- Giosuè figlio di Nun non vide lana-
ce nel Vangelo: Ricevi il potere sopra cin- tura dell'angelo ma un'immagine (infatti
que c#tà (Le 19, 17). È lui che, ricevuto il la natura di un angelo non è vista da oc-
potere regale, fece ritorno (cf. Le 19, 12). chi corporei), e prostratosi la venerò. Si-
Origene, milmente fece anche Daniele (l'angelo
Omelie su Giosuè 6, 2 non è Dio ma creatura, servo e assistente
di Dio), ma non venerò langelo come
Dio bensì come assistente e servitore di
Dio (cf. Dn 8, 17). E allora non farò io
L'invisibile si fa visibile
un'immagine degli amici di Cristo e non
In quel tempo, la provvidenza divina le venererò, non come dèi ma come im-
circonda tutti, ma non è visibile se non per magini degli amici di Dio? Infatti né Gio-
quelli che hanno purificato le loro anime suè né Daniele venerarono come dèi gli
dal peccato e pensano sempre a Dio. A angeli da loro visti, né io venero l'imma-
questi è in quel tempo chiaramente rivela- gine come un dio, ma attraverso l'imma-
ta; quando infatti si sono sottoposti a gine e attraverso i santi io riferisco la ve-
grandi tentazioni alla ricerca della verità, nerazione e l'onore a Dio, in grazia del
allora essi ricevono la facoltà di percepire quale io onoro i suoi amici e li tratto con
in maniera sensibile, come con gli occhi rispetto. Dio non si unì alla natura degli
Il piano di guerra di Dio (6, 1-7) 53

angeli, ma si unì alla natura degli uomini. dell'esercito della potenza del Signore,
Dio non divenne angelo, ma divenne uo- dovunque arriva, santifica quel luogo, dal
mo per natura e veramente. momento che n~ppure Gerico era luogo
Giovanni Damasceno, santo, ma essendoci venuto il capo del-
Difesa delle immagini sacre 3, 26 1'esercito del Signore, viene dichiarato ta-
le. Ma io oso andare anche oltre e dire
che anche il luogo nel quale stava Mosè
Il discernimento degli spiriti per sé non era luogo santo, ma dato che il
Signore era lì con Mosè, la sua presenza
Perciò bisogna guardarsi e agire con
aveva santificato quel luogo; ecco perché
sollecitudine per discernere sapiente-
gli viene detto: Sciogli il laccio dei tuoi
mente la natura delle visioni; anche Gesù
sandalz~ perché il luogo in cui stai è terra
di Nave, quando vide la visione, sapendo
santa (Es 3, 5).
che in questo c'era la tentazione, subito
Origene,
chiese a colui che gli appariva: Sei dei no-
Omelie su Giosuè 6, 3
stri o sei dei nemici?
Cosl dunque anche per l'anima che
progredisce, quando giunge a incomin-
ciare ad avere ormai il discernimento del- Il significato dei sandali
le visioni, da lì proverà che è spirituale, se Cogliete ora il significato mistico del-
sa discernere tutte le cose (cf. 1 Cor 2, 15). la sacra Scrittura. Finché stiamo cammi-
Per questo, infine, anche fra i doni spiri- nando in mezzo al deserto è necessario
tuali .si ricorda che uno dei doni dello che indossiamo sandali per coprire e pro-
Spirito Santo è il discernimento degli spi- teggere i nostri piedi, ma quando entrere-
ri# (cf. 1 Cor 12, 10). mo nella Terra della Promessa, ascoltere-
Origene, mo con Gesù, il figlio di Nave: «Togliti i
Omelie sut' Numeri 27, 11
sandali dai tuoi piedi, perché il luogo sul
quale tu stai è santo». Quando, dunque,
entreremo nel regno dei cieli, non avremo
15
Togli# i· sandali
alcun bisogno <li sandali per proteggerci
da questo mondo, ma - per darvi una
Terra santa nuova interpretazione - seguiremo
Com'è che Gerico è terra santa, se è l'Agnello che è stato sacrificato per noi.
ancora occupata dai nemici? C'è forse da Girolamo,
pensare a ciò che viene indicato: il capo Omelie sull'Esodo 91

IL PIANO DI GUERRA DI DIO

(...)Disse il Signore a Giosuè: «Vedi: io ti metto in mano Gerico e il suo


re. Voi tutti prodi guerrieri: tutti atti alla guerra, girerete t'ntorno alla città,
facendo il circuito della città una volta. Così farete per sei giorni. Sette sa-
cerdoti porteranno sette trombe di corno d'ariete davanti all'arca/ il settimo
54 Giosuè

giorno poi girerete intorno alla città per sette volte e i sacerdoti suoneranno
le trombe. Quando si suonerà il corno del!'ariete, appena voi sentirete z'l
suono della tromba, tutto il popolo proromperà in un grande grido di guer-
ra, allora le mura della città crolleranno e il popolo entrerà, ciascuno dirit-
to davanti a sé» (. .. ) (6, 1-7).
Il fatto che Gerico fu conquistata nel settimo giorno dimostra che il precetto del saba-
to non era un comandamento eterno (Tertulliano). Gerico fu conquistata con le armi dello
spirito (Paolino di Nola} e se la voce delle trombe sacerdotali fece cadere Gerico, molto più
potente è la voce della predicazione del Vangelo (Massimo di Torino).

25
- Il Signore dà a Giosuè dt'sposizioni Le armi dello spirito
per la battaglt'a
Armati di Dio nel cuore, noi non
Il sabato cerchiamo le armi del corpo e, benché
sembriamo inermi nelle membra, tuttavia
Ma i Giudei diranno che da quando · portiamo le armi con cui anche nella se-
questo precetto fu dato per mezzo di Mo- renità della pace spiritualmente combat-
sè, da allora esso doveva essere osservato. tiamo contro i nemici invisibili. Ora ab-
È chiaro, perciò, che non eterno ma tem- biamo bisogno dell'aiuto di Dio e solo lui
porale fu quel precetto che uh giorno do- dobbiamo temere; senza di' lui anche le
veva cessare. Infine, a tal punto questa armi cadono, per lui anche le armi acqui-
solennità non doveva essere celebrata stano forza; tra le mura sia per te come
con r astensione da ogni lavoro nel setti- torre colui che senza mura sarà come mu-
mo giorno che Giosuè, figlio di Nave, nel ro. Ricordiamo d'ora in poi le gesta dei
tempo in cui conquistava la città di Geri- padri descritte nei libri sacri e tu osserva
co, dis·se che gli era st;ito ordinato da Dio
chi abbia avuto presidio più forte, coloro
di riferire al popolo che i sacerdoti por-
che difendevano una città fortificata di
tassero intorno alla città per sette giorni
mura possenti, ma senza Dio, oppure
l'arca del patto di Dio e che cosl, termi-
nato il giro del settimo giorno, da sole le quelli che proteggeva la potenza divina
mura della città sarebbero crollate. Que- con la grazia che r accompagna, ma senza
sto avvenne e, terminato il settimo gior- le mura della città. Intendo parlare di
no, come era stato predetto, crollarono le quella città che distrusse il valoroso Gio-
mura della città. Questo dimostra chiara- suè, il cui nome fu mutato col nome po-
mente che nel numero di questi sette tente (di Gesù). La sottomise non con la
giorni è stato compreso anche il sabato - solita tattica militare come suole avveni-
i sette· giorni, infatti, da qualunque di es- re, come condottiero che si affatica in un
si si cominci a contare, devono contenere lungo assedio, ma con l'aiuto divino im-
necessariamente il sabato -, in questo pugnando i dardi a simboleggiare i sacri
giorno non soltanto i sacerdoti operaro- misteri e senza impegnare gli eserciti,
no, ma anche tutto il popolo di Israele fe- mentre le armi tacevano compì una per-
ce preda della città con la punta della . lustrazione non usando violenza, ripeten-
spada. do per sé durante sette giorni sette giri al-
Tertulliano, la volta intorno alle mura. Li fece prigio-
Polemica con i Giudei 4, 7-9 nieri con la forza di quel numero potente
Intorno alla città (6, 8-14) 55

e con le trombe dei sacerdoti, che imita- erano espugnate esternamente dal suono
vano in un tremendo clamore i tuoni e i dei giusti, internamente dalla presenza dei
fulmini dell'ira celeste. Allora il popolo, peccatori. Scomparvero dunque per non
che confidava nelle ricchezze e nelle dife- ostacolare quelli~ per non proteggere in
se della città, perì e i sepolcri sorsero in qualche modo questi: aprirono ai giusti la
mezzo alle sue case. via, rifiutarono la protezione agli infedeli.
Paolino di Nola, Dunque, fratelli, se il suono della voce sa-
Carmi 26, 105-130 cerdotale già allora fu tanto potente, quan-
do il suo soffio emise nell'aria non so qua-
le suono confuso, quanto crediamo che
La voce dei sacerdoti ora possa la stessa viva voce che, predican-
do Cristo con la parola, presenta verità
Perciò le mura di Gerico crollarono stupende! tttt 3 con la forza ceda al éo-
per opera delle trombe sacerdotali, perché mando del Salvatore, dal momento che
racchiudevano un popolo di peccatori. anche gli elementi si arresero al suono del
Non le diroccò un ariete, non le espugnò bronzo? O come potrebbero opporre resi-
una macchina da guerra, ma - cosa mera- stenza gli esseri sensibili, quando anche
vigliosa! - le abbatté il terrore del suono quelli insensibili non poterono sostenere il
dei sacerdoti. Le mura, che avevano resi- sacro terrore? Crediamo, infatti, che dalle
stito inespugnabili al ferro, precipitarono parole dei vescovi possano essere inteneri-
~ sacro suono delle trombe. Chi infatti ti più facilmente i cuori che le pietre e che
non si stupirebbe che in quell'impresa i i peccati possano essere demoliti più facil-
macigni siano stati spaccati dal suono, le mente di quanto furono demoliti i maci-
fondamenta siano state sconquassate dagli gni. Infatti la voce dello spirito a te rivolta
squilli e in tal modo tutto sia precipitato, cancella la macchia del peccato più facil-
così che dalla parte dei nemici niente ri- mente di quanto abbatte un bastione ma-
maneva intatto senza che i vincitori si dan- teriale fatto di pietra.
neggiassero per nulla le mani; ma, quan- Massimo di Torino,
tunque nessuno toccasse quelle mura, esse Sermoni 93, 2

INTORNO ALLA CITIÀ

Come Giosuè ebbe parlato al popolo, i sette sacerdot~ che portavano le


sette trombe d'ariete davànti al Signore, si mossero e suonarono le trombe,
mentre l'arca dell'alleanza del Signore li seguiva; l'avanguardia precedeva i
sacerdoti' che suonavano le trombe e la retroguardia seguiva l'arca; si proce-
deva a suon di.tromba( ... ) (6, 8-14).
La voce delle trombe prefigura la predicazione dei sacerdoti, l'arma della parola che
soggioga e punisce il popolo peccatore (Massimo di Torino).

3 La Mutzenbecher suggerisce la possibilità di comprendere il senso del testo mancante in base


al discorso 94. 1.
56 Giosuè

8 I sette sacerdoti suonano le sette trom- L'anima, infatti, è trovata nuda dalla pa-
be rola di Dio, quando viene dispersa ogni
azione della sua iniquità. E che !'-anima
La predicazione dei sacerdoti sia nuda davanti a Dio lo dice il santo
Apostolo: Tutte le cose sono nude esco-
Domenica scorsa abbiamo spiegato perte ai suoi occhi (Eb 4, 13 ). Davanti a
che le mura di Gerico furono espugnate lui, prima che l'anima conosca Dio e ac-
dalle trombe sacerdotali e contro l'ordine colga la vera fede, si nasconde, per così
di natura una materia insensibile si arrese dire, con opere superstiziose e si circon-
alle sacre voci vinta da un minaccioso ter- da come di un muro di malvagità, così
rore· e così a quel suono di rimprovero che le sembra di poter rimanere inespu-
tutt~ precipitò, così che mura saldissime gnabile dietro il baluardo delle sue ini-
crollarono e il popolo peccatore rimase quità. Ma quando tuona la voce sacra,
senza difesa; quelle, perché non potesse subito il suo difetto di speranza è scalza-
resistere più a lungo, questo, perché fos- to, il suo pensiero svanisce, e così tutte le
se catturato più facilmente. Ma abbiamo difese delle sue superstizioni crollano, di
preavvertito che tutti questi fatti già allo- modo che essa rimane nuda, come sta
ra avvennero quale prefigurazione (cf. 1 scritto: La parola di Dio può penetrare fi-
Cor 10, 6). Infatti, che altro crediamo che no al punto di divisione della sua anima e
siano le trombe sacerdotali di quel tempo delle sue midolla (Eb 4, 12). Come allora
se non la predicazione dei vescovi del il suono della voce sacra distrusse, asser-
tempo presente, per mezzo delle quali vì e punì il popolo protervo, così ora la
non cessiamo di annunciare con terribile predicazione del vescovo s.o ggioga, as-
suono ai peccatori qualche acerba verità, servisce e punisce il popolo peccatore.
di predire loro una triste sorte e di flagel- Così infatti dice il beato Apostolo: Le ar-
lare con un fragore minaccioso gli orec- mi della nostra battaglia non sono carnali~
chi dei peccatori, poiché nessuno potrà ma hanno da Dio la potenza di abbattere
opporsi alle sacre voci, nessuno contrad- le fortezze, distruggendo i ragionamenti e
dirle? Come infatti possono non tremare ogni baluardo che si leva contro la cono-
gli esseri sensibili davanti alla parola di scenza di Dio, e rendendolo soggetto:
Dio dinanzi alla quale tremarono anche pronti, dice, a punire qualsiasi disubbi-
' .
gli esseri insensibili? O come potrà rest- dienza (2 Cor 10, 4-6). Vedete dunque se
stere la pervicacia umana davanti a quel- nella lingua dei vescovi, secondo il detto
la parola davanti alla quale nemmeno dell'Apostolo, non vi sono armi di paro-
una costruzione di macigni riuscl a rima- le con le quali e viene distrutto il ragio-
nere salda? Come lo squillo delle trom- namento vano e si fa schiava la superbia
be, distrutti i muri di sasso, giunse all'in- di sé e si punisce la protervia della disob-
terno tra il popolo, così ora la predica- bedienza!
zione dei vescovi, distrutti i pensieri mal- Massimo di Torino,
vagi, raggiunge l'anima nella sua nudità. Sermoni 94, 1
La caduta delle mura di Gerico (6, 15-21) 57

LA CADUTA DELLE MURA DI GERICO

Al settimo giorno essi si alzarono al sorgere dell'aurora e girarono intor-


no alla città in questo modo per sette volte,· soltanto in quel gt'orno fecero
. sette volte il giro intorno alla città. Alla settima volta i sacerdoti diedero fia-
to alle trombe e Giosuè disse al popolo: «Lanciate il grido di guerra perché
il Signore mette in vostro potere la città. La città con quanto vi è in essa sa-
rà votata allo sterminio per il Signore; soltanto Raab, la prostituta, vivrà e
chiunque è con lei nella casa, perché ha nascosto i messaggeri che noi ave-
vamo inviati. Solo guardatevi da ciò che è votato allo sterminio, perché,
mentre eseguite la distruzione, non prendiate qualche cosa di ciò che è vo-
tato allo sterminio e rendiate così votato allo sterminio !'accampamento di
Israele e gli portiate disgrazia. Tutto l'argento, l'oro e gli oggetti di rame e
di ferro sono cosa sacra per il Signore, devono entrare nel tesoro del Signo-
re». Allora il popolo lanciò il grido di guerra e si suonarono le trombe. Co-
me il popolo udì il suono della tromba ed ebbe lanciato un grande grido di
guerra, le mura della città crollarono; il popolo allora salì verso la città, cia-
scuno diritto davanti a sé, e occuparono la città (. .. ) (6, 15-21).
Nei singoli elementi del racconto della caduta di Gerico è simboleggiata l'intera para-
bola dell'esistenza dél mondo, dalla sua creazione alla sua distruzione. La fine di Gerico pre-
figura la fine del mondo e il giudizio finale (Massimo di Torino). Raab, la prostituta, è sal-
vata per la sua fede e la disposìzione verso Dio (Giovanni Crisostomo). La vera devozione
a Dio deve essere sottolineata dall'offrire a lui quanto dovuto (Agostino). L'anatema va in-
teso nel senso che nulla di mondano deve essere introdotto nella Chiesa (Origene). Il trion-
fo pella fede di Giosuè su Gerico è chiuso dal clangore delle trombe sacerdotali (Ambro-
gio). Senza la forza e il sostegno di Dio, ogni sistema di difesa è inutile (Paolino di Nola). Le
mura della città di Gerico crollano al passaggio dell'arca, vale a dire al passaggio dell' annun-
cio del regno di Dio, che mediante i sette doni dello Spirito santo e il libero arbitrio abbat-
tono i baluardi della vita mortale (Agostino). L'episodìo testimonia la grande forza della mu~
sica (Cassiodoro). Le mura di Gerico crollano alla voce della predicazione, che vive delle pa-
role di Cristo, le cui trombe segneranno il giorno del giudizio (Origene).

15 16
- Il settt'mo giorno giamo che in quel tempo i sacerdoti gira-
rono continuamente per sette giorni in-
Gerico s~mboleggia l'iniquità del torno alla città suddetta e, poiché l' eser-
mondo cito degli armati non poteva espugnarla,
fu travolta da ogni parte dal suono delle
Infatti ciò che avvenne intorno alla trombe. Delle trombe, ripeto, non di
città di Gerico, come abbiamo detto, av- · quelle che faceva rimbombare l'orrendo
venne in prefigurazione, poiché questa soldato, ma di quelle che faceva risonare
stessa cosa avviene ora nella realtà. Leg- il pontefice consacrato. Infatti, chi avrcb-
58 Giosuè

be potuto temere la tromba di colui del Anche un ospite -fa questo». Non per la
quale non temeva la spada? Le mura, parola soltanto coglie i frutti della salvez-
dunque, circondate per sette giorni dalle za, ma soprattutto per la fede, e per la di-
trombe sacerdotali, crollarono; leggiamo sposizione verso Dio. E affinché tu ap-
che la creazione di questo mondo fu prenda la grandezza della sua fede, ascol-
compiuta in sette giorni. Tu vedi dunque ta dal racconto della stessa Scrittura le te-
che mediante questo numero settenario stimonianze delle sue nobili gesta.
per mezzo dei sacerdoti non tanto viene Era in un bordello, come una perla me-
distrutta una sola città, quanto viene di- scolata con il fango, come oro gettato nel-
spersa l'iniquità del mondo intero. Infat- la terra, come un fiore di pietà coperto di
ti, come col nome di una sola città si allu- spine, un'anima .pia chiusa in un luogo di
de alla condizione del mondo intero, co- empietà. E fai bene atteniione. Accolse
sl anche con il corso di sette giorni si in- gli esploratori, e colui che Israele respin-
dica il periodo di settemila anni, durante se nel deserto, questo Raab annunciò nel
il quale le trombe delle predicazioni sa- bordello.
cerdotali annunciano al mondo stesso la Giovanni Crisostomo,
rovina, minacciano il giudizio, come sta Sulla penitenza 7, 5
scritto: Poiché il mondo perirà e tutto ciò
che è nel mondo, ma chi fa la volontà del
St'gnore dura in eterno (1 Gv 2, 17). 18 19
- Ricchezze offerte al Signore
Massimo di Torino,
Sermoni 94, 2 Distruzione e devozione
E quando si distruggono templi,
17
Soltanto Raab vivrà idoli, boschi sacri e cose del genere, è
chiaro che siamo spinti a farlo non per-
ché li onoriamo, ma piuttosto perché li
La pietà di Raab disprezziamo: dobbiamo però servircene
E considerami ora la stranezza del- solo per le nostre proprie necessità pri-
1'annuncio dell'amore di Dio verso gli uo- vate, in modo che sia ben palese che li di-
mini; colui che dice nella legge: «Non struggiamo mossi dal nostro sentimento
commetterai adulterio» (Es 20, 14), non di fede e non da cupidigia. Quando inve-
ti prostituirai, cambiando la propria pa- ce si destinassero non già ad utile perso-
rola per amore verso gli uomini, grida at- nale e privato, ma all'onore di Dio, avvie-
traverso il beato Giosuè: «Raab la mere- ne in quelle cose il cambiamento che si
trice viva». Quel Gesù, il figlio di Nave, avvera negli uomini che da sacrileghi ed
che dice «La prostituta viva», era imma- empi si convertono alla vera religione.
gine del Signore Gesù che dice: «Le pro- Questo è l'insegnamento che Dio volle
stitute e i pubblicani vi passeranno avan- farci intendere in quei passi da te citati,
ti nel regno dei cieli» (Mt 21, 31). Se bi- quando per esempio ordinò di usare le-
sogna che viva, perché una prostituta? Se gna presa da un boschetto sacro di divi-
una prostituta, perché «viva»? «Richia- nità pagane per l'olocausto (cf. Gdc 6,
mo - dice - la sua .condizione preceden- 26) o che tutto l'oro, l'argento e il vasel-
te, affinché ti meravigli per il successivo lame di bronzo di Gerico fo8se riposto
cambiamento». Domanda: «E che cosa nei tesori del Signore.
fece Raab per meritare la salvezza? Per- Agostino,
ché ha accolto in pace gli esploratori? Lettere 47, 3
La caduta delle mura di Gerico (6, 15-21) 59

Guardatevi aveva perduto prima di credere? Sbagliò


.. da ciò che è votato allo anche Gesù di N aun, che riconobbe «il
stermm10
condottiero della milizia celeste»? Ma
Il senso di queste parole è il seguente: dopo che credette subito vinse, degno di
attenti a non tenere alcunché di mondano ottenere il trionfo nella battaglia della fe-
per voi! Attenti a non portare con voi, nel- de. In effetti, non fece entrare in battaglia
la Chiesa, i modi di fare del mondo, i vizi, schiere coperte di bronzo 4, e non fece
il tradimento che sono del mondo! Anate- crollare la cerchia delle mura nemiche
ma, per voi ogni relazione col mondo! con l'ariete e con tutte le altre macchine
· Non mescolate le cose del mondo con le da guerra, ma con il suono delle sette
cose di Dio! Non fate entrare gli affari del trombe sacerdotali. Cosl il clangore della
mondo nei segreti della Chiesa! È ciò che tromba e la benda del sacerdote posero
Giovanni fa riecheggiare con la tromba fine a una guerra immane.
della sua pistola, quando dice: Non amate Ambrogio,
né zl mondo né le cose del mondo (1 Gv 2, La fede 5, 10, 126-127
15). E, al pari di lui, Paolo dice: Non con-
formatevi a questo mondo (Rm 12, 2). Agi- La forza di Dio
re cosl è prendere da ciò che è anatema.
Ad esempio, coloro che, pur essendo cri- Vana è la salvezza offerta dagli uomi-
stiani, celebrano feste pagane, introduco- ni, la mia forza non. sarebbe forza per me
no l'anatema nelle chiese. Coloro che ri- se mancassi della forza di Dio. A che valse-
cercano nel corso degli estri il senso della ro le forze smisurate dei giganti (cf. Gn 6,
vita e delle azioni degli uomini, coloro che 4; Sai 32, 16)? A che i re d'Egitto? Dove è
scrutano i voli degli uccelli e altre cose del la grande Gerico? A tutti fu causa di rovi-
genere, praticate prima nel mondo, fanno na la propria gloria, di cui andarono super-
entrare nelle chiese l'anatema di Gerico, bi, né la divina potenza li abbatté con le
contaminano l'accampamento del Signore proprie forze eroiche, ma piuttosto con
e fanno sconfiggere il popolo di Dio (cf. Es quella dei deboli. Il famoso gigante come
12, 46). Ma vi sono molti altri peccati, per un cane fu abbattuto dalla fionda di un gio-
i quali l'anatema di Gerico è introdotto vane pastore (cf.1Sam17, 49-51); il suono
nella Chiesa, per i quali il popolo di Dio delle trombe fece cadere quella città; quel
viene vinto e sbaragliato dai propri nemici. re superbo giacque sull'arena del lido pa-
Non è forse la stessa realtà che insegna gando con una misera mmte le·ricchezze
l'Apostolo, che dice: Un po' di fermento del regno. Cosl quando Cristo è vicino a
corrompe tutta la massa (1 Cor 5, 6)? noi, anche una ragnatela vale per un muro,
Origene, invece per colui dal quale Cristo è lontano
Omelie su Giosuè 7, 4 anche tll1 muro diventerà una ragnatela.
Paolino di Nola,
Carmi 16, 139-149
20
La caduta delle mura di Gerico

La battaglia della fede Testimonianze della Legge


Si ingannò, dunque, Paolo, che, pro- Oltre questi miracoli che ho esposto
prio perché credette, riebbe la vista che e oltre alle voci che venivano emesse dal

4 Per analoghe e$pressioni nell'epica latina, cf. Virgilio, Eneide 7, 703; 9, 463.
60 Giosuè

luogo in cui era l'arca, furono rese a quel- Il potere della musica
la legge le testimonianze di un grande mi-
La lettura scritturistica testimonia
racolo. Infatti mentre entravano nella ter-
che le mura di Gerico al suono delle
ra della promessa e passava l'arca, il fiume
trombe crollarono immediatamente; di
Giordano, fermandosi a monte e scorren-
modo che non c'è dubbio che i suoni del-
do a valle, offrì un passaggio asciutto al- la musica (tuttavia se Dio lo comanda e lo
1'arca e al popolo (cf. Gs 3, 14-17). In se- permette) hanno avuto per lo più grandi
guito le mura della città nemica che p~r meriti.
prima s'incontrò e che adorava secondo Cassiodoro,
l'usanza dei pagani molti dèi, dopo che Commento at' Salmi 80, 4
l'arca fu trasportata per sette volte attorno
ad esse, caddero all'improvviso senza che
fossero attaccate dall'esercito e colpite Il suono delle trombe
dall'ariete.
Quando viene il nostro Signore Ge-
Agostino,
sù - il suo avvento era prefigurato dal-
La città dt' Pio 10, 11
!'antico figlio di Nave - manda i suoi sa-
cerdoti, gJi Apostoli, che portano le trom-
be in metallo battute, cioè il magnifico e
I sette doni dello Spirito Santo celeste insegnamento della predicazione.
Ecco perché le mura della città chia- Matteo, per primo, nel suo Vangelo fece
risuonare la tromba sacerdotale. Anche
mata Gerico, la quale in ebraico si dice
Marco, Luca e Giovanni fecero squillare
che significa luna, caddero dopo che at-
ciascuno le loro trombe sacerdotali. Pure
torno ad esse fu portata per sette volte
Pietro fa echeggiare le trombe delle sue
l'arca delrAlleanza. Cos'altro infatti fa due epistole, così Giacomo e Giuda.
ora l'annuncio del regno di Dio simbo- Nondimeno Giovanni continua a suona-
leggiato dall1arca portata intorno a Geri- re le trombe con le sue epistole, e Luca
co, se non distruggere, mediante i sette col descrivere le gesta degli apostoli. Per
doni dello Spirito Santo e il concorso del ultimo arriva colui che disse: Ritengo che
libero arbitrio, tutti i baluardi della vita Dio abbia messo noi: gli Apostoli: ali'ulti-
mortale, cioè qualsiasi speranza di questa mo posto (1 Cor 4, 9) e, scagliando il ful-
vita che si oppone alla speranza della vita mine con le trombe delle sue quattordici
futura? Ecco perché le mura caddero · epistole, fa crollare dalle fondamenta le
mentre l'arca girava loro attorno, senza mura di Gerico, gli ordigni dell'idolatria
essere percosse da nessun colpo violento, e le opinioni dei filosofi.
ma spontaneamente. Vi sono inoltre altri Origene,
passi della sacra Scrittura che nella luna Omelie su Giosuè 7, 1
ci fanno vedere simboleggiata la Chiesa,
la quale nella condizione mortale della
presente vita compie il suo pellegrinaggio Il grido di giubilo
tra le pene e le fatiche, lontana dalla cele- Le mura di Gerico furono abbattute
ste Gerusalemme di cui sono cittadini i con la venuta di Gesù; il mondo è scon-
santi Angeli. fitto ali' avvento del mio Signore Gesù.
Agostino, Ma com'è çhe ha vinto il mondo? Vorrei
Lettere 55, 6, 10 saperlo più esplicitamente e capire più
La dùtruzione di Gerico (6, 22-27) 61

chiaramente .quel che se ne dice. Io che scendeva da Gerusalemme a Gerico, e in-


sto insegnando a voi, vorrei apprenderlo ciampò nei briganti (Le 10, 30), stava in-
insieme a voi. Mettiamoci insieme alla dubbiamente a raffigurare l'espulsione di
scuola di Paolo: lui, infatti, che ha parte- Adamo dal Paradiso nell'esilio di questo
cipato ai misteri di Cristo, èi potrà indica- mondo ...
re in che modo Cristo ha vinto il mondo. È dunque questa Gerico, cioè que-
Ascqltiamolo dunque quando egli dice: sto mondo, che deve crollare. In realtà la
quel documento che ci era contrario, Egli fine di questo mondo è già stata da mol-
lo ha tolto di mezzo, inchiodandolo alla to tempo resa nota dai libri Santi. In qual
sua croce; e spogliando i principi e le pote- modo dunque Dio le darà fine? Con qua-
stà, le ha trascinate alla gogna, trionfando li mezzi? Dice la Scrittura: con gli squilli
di loro sul legno della croce (Col2, 14-15). di trombe. Di quali trombe? Te lo riveli
Da queste parole comprendo che le po- Paolo larcano di questo segreto. Ascolta
tenze celesti, nell'assistere alla battaglia che cosa dice: suonerà la tromba e i morti
di Gesù, vedendo i principati e le potestà che sono in Cristo, risorgeranno incorrotti
avverse spogliate dei loro poteri, l'uomo (1 Cor 15, 22) e il Signore stesso, a un or-
forte incatenato e le sue cose rapite (Mt dine, alla voce dell'arcangelo e al suono
12, 29), han dato fiato alle loro trombe della tromba di· Dio, discenderà dal cielo (1
celesti, poiché essendo stato legato il Ts 4, 16). Allora, dunque, il nostro Signo-
principe di questo mondo (cf. Gv 14, 30), re Gesù con le sue trombe vince G erico e
il mondo è stato vinto; l'esercito celeste l'abbatte a tal punto che ne scamperà so-
ha lanciato un grido di giubilo per il lo la meretrice e tutta la sua casa.
trionfo di Cristo. Dunque, è veramente Origenc,
beato il popolo dei pagani, che ha cono- Omelie su Giosuè 6, 4
sciuto un tale giubilo dell'esercito celeste,
che riconosce e crede nei misteri.
Origene, La consumazione del mondo
Omelie su Giosuè 7, 3
Così anche la consumazione del
mondo non avverrà a poco a poco ma tut-
La caduta di Gerico t'a un tratto (Ger 28, 7ss.). Ritengo che
sia da accostare a questo ciò che è scritto
In che modo è espugnata Gerico? nel libro di Gesù di Navè, quando al solo
Non viene sfoderata spada, non puntato suono della tromba la città di Gerico,
l'ariete, né scagliate frecce contro di essa, crollando, è perita all'improvviso, e che
ma sono usate solo le trombe dei sacer- secondo questo modello anche Babilonia
doti: queste abbattono le niura di Gerico. alla consumazione del secolo cadrà e al-
Gerico la troviamo spesso nelle Scrit- i'improvviso sarà spezzata.
ture posta come figura di questo mondo. Origcne,
Infatti quel che dite il Vangelo: Un uomo Omelie su Geremia 2, 11

LA DISTRUZIONE DI GERICO

Ai due uomini che avevano esplorato il paese, Giosuè disse: «Entrate


nella casa della prostituta, conducete fuori lei e quanto le appar#ene, come
62 Giosuè

le avete giurato». Entrarono i giovani esploratori e condussero fuori Raab)


suo padre, sua madre) i suoi fratelli e tutto quanto le apparteneva; fecero
uscire tutta la sua famiglia e li stabilt'rono fuori del!'accampamento di Israe-
le. Incendiarono poi la città e quanto vi era, soltanto l'argento) foro e gli og-
getti di rame e di/erro deposero nel tesoro della casa del Signore. Giosuè pe-
rò lasciò in vita Raab, la prostituta, la casa di suo padre e quanto le appar-
teneva, ed essa abita in mezzo ad Israele fino ad oggi: perché aveva nascosto
gli esploratori che Giosuè aveva inviato a Gerico. In quella circostanza Gio-
suè fece giurare: «Maledetto davanti al Signore l'uomo che si alzerà e rico-
struirà questa città di Gerico.' Sul suo primogenito ne getterà le fondamen -
ta e sul figlio minore ne erigerà le porte.'» (. .. ) (6, 22-27).
Come soltanto la casa di Raab sopravvive alla distruzione, così soltanto nella Chie-
sa è possibile trovare la salvezza (Girolamo). I:unione di Raab con Israele dura fino ad
oggi perché sulla radice della fede di Abramo, Isacco e Giacobbe sono stati aggiunti i
rami del popolo che viene dai Gentili. Casta è allora la meretrice Raab, la Chiesa che si
prostituiva, e che ora è una vergine casta unita al suo unico sposo (Origene). La corsa
alla distruzione e alla ricostruzione di Gerico esprime condanna per coloro che rinun-
ciano a satana nel battesimo e poi ritornano ai loro peccati (Beda il Venerabile).

22 25
• Raab la meretrice viene salvata l'agnello è ucciso soltanto quando è sa-
crificato nell'unica casa ..
I: agnello deve essere sacrificato in Girolamo,
una sola ,casa Omelie sull'Esodo 91
Prepariamoci al sac;rificio del-
1' agnello ... Non p ensiamo che questo
Fino ad oggi
agnello possa essere ogni anno mangiato
ovunque. Il comandamento ci dice di di- Ma allora com'è che la Scrittura dice
viderlo in una casa soltanto, non pensia- che questa donna Raab fu aggiunta alla ca-
mo che l'agnello possa essere immolato sa d'Israele fino ad oggi? Si attribuisce for-
al di fuori della Chiesa. Da questo risul- · se alla madre la successione dei posteri,
ta evidente che i Giudei e gli eretici e perché sembri salvarsi nella riproduzione
tutte le assemblee di dottrine perverse, della stirpe o si deve piuttosto intendere
poiché non mangiano l'agnello nella che essa fu davvero aggiunta, associata ad
chiesa, non mangiano la carne del- Israele fino ad oggi? Se vuoi più chiara-
1' agnello ma la carne del dragone, che, mente vedere in che modo Raab sia con-
come ci dice il salmista, fu data come ci- giunta a Israele, guarda come il ramo del-
bo agli etiopi (Sal 74, 14 LXX). Come · l'oleastro viene i'nnestato sulla radice del-
nel diluvio non fu salvato nessuno che l'olivo buono (Rm 11, 17.24), e capirai co-
non fosse nell'arca di Noè, e nella cadu- me coloro che so~o stati innestati sulla fe~
ta di Gerico soltanto la casa della prosti- de di Abramo, Isacco e Giacobbe a giusto
tuta Raab, che sta a significare la Chiesa titolo son detti aggiunti ad Israele fino ad
fedele dei Gentili, fu risparmiata, cosl è oggi, perché sulla loro radice noi, i rami
vero che nel sacrificio dell, agnello, dell'oleastro presi tra i pagani, noi che un
La distruzione di Gerico (6) 22-27) 63

tempo ci davamo alla fornicazione ado- Ascolta ancora l'affermazione di Paolo: e


. rando del legno o una pietra al posto del tali siete stati) ma siete stati lavati: siete
Dio vero (cf. Dt 4, 28), siamo stati aggiun- stati santificati nel nome del Signore no-
tifino ad oggi e per la fede in Cristo siamo stro Gesù Crùto) ·e nello Spirito del nostro
stati posti a capo, mentre quel popolo che Dio (1 Cor 6, 11).
è rimasto incredulo è stato posto in coda, Origcne,
secondo la profezia del Deuteronomio (cf. Omelie su Giosuè 6, 4
Dt 28; 13). Colui pertanto che ha in sé il
Cristo, che è capo di tutti (cf. 1 Cor 11, 3),
26
viene posto in capo; mentre quelli che Giosuè maledice chiunque ricostrui-
hanno rinnegato Gesù Cristo sono stati sca Gerico
posti in coda: loro che erano i primi sono
diventati gli ultimi (cf. Mt 19, 30). La maledizione di Giosuè
Origene,
Omelie su Giosuè 7, 5 È detto di quando regnava Acab:
«Nei suoi giorni Chiel di Betel ricostruì
Gerico; gettò le fondamenta sopra Abi-
ram suo primogenito e ne innalzò le por-
Una vergine casta
te sopra Segub suo ultimogenito» (1 Re
Verrà dunque il Signore nostro Ge- 16, 34). Il senso apparente è che quando
sù! Verrà al suono delle trombe! Ma fin il costruttore della già menzionata città
da adesso preghiamo perché venga e di- cominciò a fissarne le fondamenta, il suo
strugga quel mondo che è posto sotto il po- primogenito, di nome Abiram, morì; e
tere del Maligno (1 Gv 5, 19) e tutto ciò che dopo che la città fu edificata, quando
che è nel mondo, perché tutto ciò che è tentò di fortificarne le porte, perse il suo
nel mondo è con.cupiscenza della carne e figlio più giovane, di nome Segub. Gio-
concupiscenza degli occhi (1 Gv 2, 16). suè predisse che ciò sarebbe accaduto
Che le distrugga, sl, che le annulli quanto quando~ dopo la distruzione di Gerico,
prima queste realtà! Che il Signore salvi fece un anatema dicendo: Maledetto da-
solo colei che ha accolto i suoi esplorato- vanti al Signore l'uomo che si alzerà e rico-
ri, che ha accolto con fede e obbedienza i struirà questa città di Gerico! Sul suo pri-
·suoi Apostoli e li ha fatti alloggiare nei mogent'to ne getterà le fondamenta e sul fi-
posti più elevati. Che aggiunga e associ glio minore ne erigerà le porte! Poiché
questa prostituta alla casa di Israele. Ma Chiel si traduce «vivere per Dio» e Betel
basta ormai col ricordare e imputarle an- «casa di Dio», Chiel di Betel ricostruisce
cora l'antica colpa! Meretrice lo è stata; le mura di Gerico, che Giosuè aveva di-
adesso invece è vergine casta unita ad un strutto e maledetto, ogni qual volta chi
unico sposo, Cristo (cf. 2 Cor 11, 2). nella Chiesa si dedica a vita religiosa, ri-
Ascolta l'Apostolo che a riguardo di prende a compiere le azioni malvagie per
lei dice: Ho deciso proprio di presentarvi le quali il Signore Gesù lo perdonò nel
quale vergine casta) promessa ad un unico giorno del battesimo e coloro che hanno
sposo) al Cristo (2 Cor 11, 2) ! Proveniva rinunciato agli allettamenti di satana ri-
da lei anche Paolo, egli che diceva: Anche tornano a lui vivendo in modo sfrenato o
noi un tempo siamo stati insensati: incre- preferendo false dottrine o le favole dei
duli, 'traviati: schiavi di ogni sorta di pas- Gentili alla verità della Chiesa nella qua-
sioni e di piaceri (Tt 3, 3). le erano istruiti.
Vuoi che ti spieghi più diffusamente Beda il Venerabile,
in che senso la meretrice non sia più tale? 30 questioni sul libro dei Re 16
64 Giosuè

IL TRADIMENTO DI ISRAELE

Gli Israeliti si resero colpevoli di violazione quanto allo sterminio:


Acan, figlio di Carmz: figlio di Zabdi, figlio di Zerach) della tribù di Giuda,
si impadronl di quanto era votato allo sterminio e allora la collera del Signo-
re si accese contro gli Israeliti(. .. ) (7, 1-5).
Quelli che imitano Achan sono destinati a ricevere una severa punizione (Prudenzio);
l'errore di pochi offusca infatti lo splendore della Chiesa (Salviano di Marsiglia). L'anatema
invita a guardarsi dall'introdurre nella Chiesa le opere dell'eloquenza pagana (Origene).

1
Achan figlio di Carmi dividui; e se la maggior parte degli uo-
mini non l'ha seguito vuol dire che non
La morte .d i Achan ha potuto portare pregiudizio a tutti
quanti».
Anche Gerico nella sua distruzione Ho già ricordato in precedenza che
aveva sperimentato il potere della nostra molto spesso, nd popolo di Dio, la man-
destra, allorché perì il vincitore Achan. canza fatta anche solo da uno ha appesta-
Costui insigne per le stragi e per avere ab- to molti 5: come ad esempio il furto di
battuto le mura nemiche, soccombette Achan, che ha distrutto il suo popolo; la
nell'impadronirsi dell'oro dei suoi nemici, gelosia di Saul, che ha scatenato una pe-
mentre raccoglieva tra le ceneri vietate un stilenza; e il censimento del Santo Davide
dono prezioso, già promesso a Dio, spin- che ha provocato una moria generale. È
to dalla sua sete insaziabile di bottino pur così, infatti. La Chiesa di Dio è come l' oc-
tra la desolazione di tante rovine! A nulla chio umano: se nell'occhio penetra anche
valse la sua nobile tribù, né l'aver avuto un piccolissimo bruscolo estraneo non si
tra gli antenati Giuda, illustre anche per- vede più niente; la stessa cosa avviene nel
ché avrebbe avuto un giorno tra i suoi pa- corpo della Chiesa: per quanto siano po-
renti Cristo, fortunato patriarca per unta- chi a commettere oscenità, essi ne offu-
le discendente. Coloro che apprezzano la scano tutto lo splendore.
stirpe di Achan, ne apprezzino pure il ge- Salviano di Marsiglia,
nere di morte; abbiano uguale sorte colo- Il governo di Dio 7, 19, 81
ro che sono della stessa stirpe.
Prudenzio,
Combattimento spirituale 53 7-547 Un lingotto d'oro
Ma non è affatto da trascurare senza
L'errore di pochi offusca lo splendo- indagine il fatto che, per il peccato di
re della Chiesa uno, sia ve.n uta l'ira su tutto il popolo
(. )...
~<Ma questo comportamento inde- Ma vediamo che tipo di peccato fu il
cente - ribatti - era limitato a pochi in- suo. Ru~ò, dice il testo, un lz'ngotto d'oro,

5 Cf. Salvia.no di Marsiglia, Il governo di Dio 6, 2.


La trasgressione di Acan (7, 6-26) 65

e lo pose nella sua tenda (cf. Gs 7, 21). rò a non farti ingannate dallo splendore
Non penso che il furto di un po' d'oro dell'opera, a non lasciarti rapire dalla
costituisse un peccato così grave, da con- bellezza di un aureo discorso! Ricordati
taminare l'assemblea del Signore, così in- che Gesù ha datò ordini che fosse anate-
numerevole. Ma vediamo se mai questa ma votato allo sterminio tutto l'oro che si
s~verità così grande e così grave per il fosse trovato in Gerico. Se leggi un poe-
peccato non appartenga forse alla com- ta, che in versi ben modulati e con un
prensione interiore del passo. Grande carme splendido, intreccia vicende di dèi
decoro c'è nelle parole, grande· bellezza e di dee, non ti dilettare della soavità dèl-
nei discorsi dei filosofi o retori, tutta. la sua eloquenza: si tratta di una lingua
gente che è nella città di Gerico, nel sen- d'oro; se la prendi e la poni nella tua ten-
so che sono uomini di questo mondo. Se da, se fai entrare nel tuo cuore quelle
pertanto trovi presso i filosofi opinioni espressioni, contaminerai tutta la Chiesa
perverse, benché decorate da afferma- del Signore.
zioni di uno splendido discorso, eccolo il Origene,
lingotto, la «lingua d'oro» 6. Attento pe- Omelie su Giosuè 7, 6-7

LA TRASGRESSIONE DI ACAN

(... )Rispose il Signore a Giosuè: <<Alzati: perché stai prostrato sulla fac-
cia? Israele ha peccato. Essi hanno trasgredito l'alleanza che avevo loro pre-
scritto e hanno preso ciò che era votato allo sterminio: hanno rubato, han-
no dissimulato e messo nei loro sacchi! Gli Israeliti non potranno resistere
ai loro nemici: volteranno le spalle ai loro nemici: perché sono incorsi nello
sterminio~ (. .. )
·,Non sarò più con voz: se non eliminerete da voi chi è incorso nello ster-
minio». Disse allora Giosuè ad Acan: «Figlio mio, da' gloria al Signore, Dio
. di Israele, e rendigli omaggio e raccontami ciò che hai fatto, non me lo na-
. scondere». Rispose Acan a Giosuè: «In verità, proprio io ho peccato contro
il Signore, Dio di Israele, e ho fatto questo e quest'altro. Avevo visto nel bot-
tino un bel mantello di Sennaar, duecento sicli d'argento e un lingotto d'oro
del peso di cinquanta siclz> ne sentii bramosia e li presi ed eccoli nascosti in
terra in mezzo alla mia tenda e l'argento è sotto». (. .. )
Giosuè allora prese Acan di Zerach e l'argento, il mantello, il lingotto
d'oro, i suoi figli: le sue figlie, il suo bue, il suo asino, le sue pecore, la sua
tenda e quanto gli apparteneva. Tutto Israele lo seguiva ed egli li condusse
alla valle di Acor. Giosuè disse: «Come tu hai portato sventura a noz: così il

6 Origene gioca qui sul termine greco glossa della LXX (lingua/lingotto).
66 Giosuè

Signore oggi la porti a te!». Tutto Israele lo lapidò, li bruciarono tutti e li


uccisero tutti a sassate (. .. ) (7, 6-26).
Dio guida la volontà dell'uomo (Agostino). L'avidità di Achan può essere riferita al
progressivo insinuarsi di questo vizio nel cuore degli uomini (Ambrogio). La suprema au-
torità di Dio elimina le basi di ogni ingiustizia (Girolamo). L'episodio dimostra che anche
un singolo atto di disobbedienza è severamente punito (Basilio Magno).

12
Il popolo di Israele non può ritirarsi 20 21
· La confessione di Achan
Dio indirizza la volontà dell'uomo Avarizia e cupidigia
Infatti possiamo trovare che certi · Gli uomini si sono tanto piegati nel-
peccati sono anche castighi di altri pec- 1'ammirazione della ricchezza che nessu-
cati, come i vasi· di collera, che l'Aposto- no viene considerato degno d'onore se
lo chiama compiuti per la perdizione (Rm non il ricco. Questa non è una consuetu-
9, 22); così è pure dell'indurimento del dine recente, ma già da un ·pezzo pur-
Faraone, di cui è espressa anche la cau- troppo questo vizio s~è sviluppato nei
sa: esso serviva a dare dimostrazione in cuori umani. Quando la grande città di
lui dd potere di Dio (cf. Es 9, 16). Così Gerico crollò al suono delle trombe dei
è della fuga degli Israeliti di fronte al ne- sacerdoti e Giosuè ottenne la vittoria,
mico nella città di Gai: nel loro animo si questi s'accorse che il valore del popolo
produs.s e un timore tale che fuggirono, e era indebolito dall'avarizia e dalla cupidi-
questo avvenne perché il loro peccato gia dell'oro. Infatti, avendo Acan sottrat-
fosse punito come bisognava; perciò il to dal bottino della città in fiamme una
Signore dice a Giosuè figlio di Nave: I fl- veste intessuta d'oro, duecento doppie
gli di Israele non potranno resistere da- dracme d'argento e un lingotto d'oro, de-
vanti ai loro nemici. Perché non potran- signato al Signore come responsabile,
no resistere? Perché non resistevano per non poté negare e confessò il furto.
mezzo del libero arbitrio, ma nella loro Ambrogio,
volontà turbata per il timore si davano I doveri 2, 26, 129
alla fuga? Solo perché è il Signore che
domina sulle volontà degli uomini e
quando è irato volge al timore quelli che Per ogni disubbidienza il giudizio di
vuole. Non è forse vero che i nemici de- Dio è il medesimo
gli Israeliti combatterono di loro propria Trovo dunque, riprendendo le divi-
volontà contro il popolo di Dio, che ne Scritture, che, tanto nell'Antico come
Giosuè di Nave guidava? E tuttavia la nel Nuovo Testamento, la disubbidienza
Scrittura dice: Per opera del Signore av- a Dio è fatta consistere non nella moltitu-
venne che il loro cuore si' fortificasse per- dine, né nella gravità dei peccati, ma,
ché andassero in guerra contro Israele e chiaramente, nella trasgressione anche di
fossero sterminati (Gs 11, 20). un solo precetto, qualunque esso sia, e
Agostino, che per ogni disubbidienza il giudizio di
La grazia e il libero arbitrio 20, 41 Dio è il medesimo.
La trasgressione di Acan (7) 6-26) 67

Leggendo nell'Antico Testamento la 25


Tutto Israele lo lapidò e li bruciarono
terribile fine di Acan, o la storia di quello
che raccoglieva legna il giorno di sabato Irresistibile volontà divina
(cf. Nm 15, 32-36), non si trova affatto che
abbiano altrimenti peccato contro Dio o Quando Acan peccò anche l'intera
siano stati ingiusti nei confronti degli uo- nazione trasgredì. E il Signore disse a
mini, né gravemente né leggermente. Ep- Giosuè: «Gli israeliti non potranno resi-
pure, l'uno, solo per l'unica volta in cui stere ai loro nemici, volteranno le spalle
raccolse legna, paga l'inesorabile pena, ai loro nemici, perché sono incorsi nello
senza trovare spazio per la penitenza: in- sterminio. Non sarò più con voi, se non
fatti, per comando di Dio, viene icD.media- eliminerete da voi chi è incorso nello
tamente lapidato da tutto il popolo. E l'al- sterminio». E quando cercarono il col-
tro, solo per aver sottratto qualcosa dalle pevole e trovarono il bottino nascosto,
cose interdette, mentre non erano ancora uccisero Acan, i suoi figli e le sue figlie,
state introdotte nell'assemblea, né ricevu- i suoi asini e la sua pecora; la sua tenda
te da quelli che ne avevano l'ufficio, divie- e tutti i suoi beni ·sono distrutti con il
ne reo di perdizione, non solo per sé, ma fuoco. Quale peccato avevano commes-
anche per la moglie e i figli, e persino per so i suoi figli, il suo bue, i suoi asini, la
la sua stessa tenda insieme con tutto ciò sua pecora? Rimproveriamo Dio perché
che gli apparteneva. Anzi il male del pec- un solo uomo ha peccato e molte perso~
cato, a guisa di fuoco, già stava per divora- no furono messe a morte? Perché è per-
re anche il popolo tutto, e ciò senza che sino lapidato e tutti i suoi beni sono di-
neppure sapesse quanto era avvenuto, né strutti con il fuoco della vendetta? Citia-
fosse stato complice di chi aveva peccato, mo anche l'altra testimonianza: «Non ci
se subito il popolo, vedendo cadere gli uo- fu città - dice - che avesse fatto pace
mini uccisi, non fosse stato preso da con- con gli israeliti, eccetto gli evei che abi-
trizione, prendendo coscienza dell'ira di tavano Gàbaon: si impadronirono di
Dio. Giosuè figlio di Nun, infatti, si gettò tutti con le armi. Infatti era per disegno
a terra con la testa cosparsa di polvere, in- del Signore che il loro cuore si ostinasse
sieme con gli anziani e dopo ciò, median- nella guerra contro Israele, per votarli
te là sorte, il colpevole fu scoperto e subì allo sterminio, senza che trovassero gra-
la pena che abbiamo detto. zia, e per annientarli, come aveva co-
Ma qualcuno dirà forse che costoro mandato il Signore a Mosè» (Gs 11, 19-
possono a buon diritto essere sospettati 20). Se fu per volontà di Dio che non fe-
anche di altri peccati, a motivo dei quali cero la pace con Israele né ottennero la
vengono condannati anche in questo ca- pace da Israele, diciamo con lApostolo:
so, e che la sacra Scrittura fa menzione di «Ma allora perché ancora rimprovera?
questo soltanto, come particolarmente Chi può infatti resistere al suo volere?»
grave e degno di mt>rte. (Rm 9, 19).
Basilio Magno, Girolamo,
Il giudizio di Dio 661B-661D Contro i Pelagiani 1, 37
68 Giosuè

IL SECONDO ATTACCO CONTRO AI

Il Signore disse a Giosuè: «Non ·temere e non abbatterti. Prendi con te


tutti i guerrieri. Su, va' contro Ai. Vedi, io ti metto in mano il re di A~ il
suo popolo, la sua città e il suo territorio. Farai ad Ai e al suo re come hai
fatto a Gerico e al suo re; tuttavia prenderete per voi il suo bottino e il suo
bestiame. Tendi un agguato contro Ai: dz'etro ad essa». Giosuè dunque e tut-
ti quelli del popolo atti alla guerra si accinsero ad assalire Ai> Giosuè scelse
trentamila uomini: guerrieri valenti: li inviò di notte e comandò loro: «Sta-
te attenti: voi tenderete un agguato contro la città, dietro ad essa. Non al-
lontanatevi troppo dalla città e state tutti pronti. Io, con tutta la gente, mi
avvicinerò alla città. Ora, quando essi usciranno contro di noi come />altra
volta, noi fuggiremo davanti a loro. Essi usciranno ad inseguirci finché noi
li avremo tirati lontani dalla città, perché diranno: Fuggono davanti a noz'
come />altra volta! Mentre noi fuggt'remo davanti a loro, ·voi balzerete dal-
l'agguato e occuperete la città e il Signore vostro Dio la metterà in vostro po-
tere». (. .. )
Si alzò di buon mattino, passò in rassegna il popolo e andò con gli anzia-
ni di Israele alla testa del popolo verso Ai. Tutti quelli del popolo atti alla
guerra, che erano con lui: salendo avanzarono e arrivarono difronte alla cit-
tà e si accamparono a nord di Ai. Tra Giosuè e Ai c'era di mezzo la valle.
Prese circa cinquemila uomini e li pose in agguato tra Betele Ai: ad occiden-
te della città. Il popolo pose l'accampamento a nord di Ai mentre l'agguato
era ad occidente della città; Giosuè andò quella notte in mezzo alla valle.
Non appena il re di Ai· si accorse di ciò, gli uomini della città si alzarono in
fretta e uscirono per il combattimento incontro ad Israele, il re con tutto il
popolo, verso il pendio di fronte all'Araba. Egli non s'accorse che era teso
un agguato contro di lu'i dietro la città. Giosuè e tutto Israele si diedero per
vinti dinanzi a loro e fuggirono per la via del deserto. Tutta la gente che era
dentro la città corse ad inseguirli:· inseguirono Giosuè e furono attirati lon-
tano dalla città. Non ci rimase in Ai nessuno che non ÙJseguisse Israele e co-
sì lasciarono aperta la città per inseguire Israele (8, 1-17).
Guerra giusta è quella in cui una nazione vendica i torti e le ingiustizie subite (Agosti-
no). Ai rappresenta il caos dei demoni che Giosuè sconfigge prima con l'intervento del po-
polo che viene dai Giudei, poi con l'attacco decisivo del popolo radunato dai gentili (Ori-
gene). La fuga di Giosuè rappresenta la fuga dal contatto con i vizi; coloro che seguono Gio-
suè fuggono dalla legge giudaica nei suoi precetti carnali e la seguono, al contempo, com-
pletandone il senso (Origene).
Il secondo attacco contro Ai (8, 1-17) 69

1-8 Giosuè attacca secondo il comando di 10 11


· I: agguato ad Ai
Dio
Il Giudeo, poi.il Gentile
La guerra giusta
La prima volta siamo stati vinti a
Per quanto riguarda il fatto che Dio causa dei nostri peccati e gli abitanti di Ai
comandò a Giosuè, dicendogli di dispor- hanno ucciso moltissimi di noi.
re un'imboscata [contro la città] nella Ai significa «caos». Ora, noi sappia-
parte posteriore, vale a dire, dei guerrieri mo che il caos è il luogo o meglio la dimo-
posti in agguato per far cadere in trappo- ra delle potenze awerse, di cui il diavolo
la i nemici, siamo indotti a considerare è re e principe. Contro di lui viene Gesù,
che non agiscono ingiustamente coloro divide il popolo in due parti: gli uni li po-
che fanno una guerra giusta. Per questo ne nell'avanguardia, gli altri ·n ella retro-
l'uomo giusto che si trova nella costrizio- guardia, perché assalgano di sorpresa i
ne di far guerra - non tutti si trovano nel- nemici alle spalle.
la stessa necessità-, non deve pensare a Vedi se questa prima parte del popo-
nulla di più importante che a fare una lo non rappresenti quella parte di gente,
guerra giusta. Intrapresa una guerra giu- riferendosi alla quale Gesù dice: «Non so-
sta, non importa riguardo alla giustizi~ se no venuto se non per le pecore perdute
si vince in una battaglia campale oppure della .casa d'Israele» (Mt 15, 24), e di cui
mediante un'imboscata. Si è poi soliti de- l'Apostolo dice: «Grazia, invece, e pace
nominare giuste le guerre che vendicano .- per chi opera il bene, per il Giudeo prima
dei torti, qualora una nazione o una città, e poi per il Greco» (Rm 2, 10). Per il Gre-
che dev'essere investita dalla guerra, ab- co, cioè per il pagano arrivato dopo.
bia trascurato di punire l'ingiustizia fatta È dunque questo il popolo che viene
dai suoi cittadini o di rendere ciò che è collocato tra i primi e si direbbe che fug-
stato portato via ingiustamente. È quindi ga con Gesù.
senza dubbio giusto anche questo genere Il popolo che sta dietro rappresenta
di guerra comandata da Dio, nel quale quelli che sono radunati dai pagani e che
non è ingiustizia (d. Rm 9, 14), e sa che giungendo inattesamente - chi, infatti, si
cosa deve darsi a ciascuno. In rapporto a sarebbe aspettato che i pagani si salvasse-
questa guerra il capo dell'esercito e il po- ro? - colpiscono più violentemente i ne-
polo stesso se ne devono considerare non mici alle spalle.
tanto i promotori, quanto piuttosto gli E cosl l'uno e l'altro popolo, dopo
esecutori [dei disegni di Dio]. aver chiuso in mezzo il branco dei demo-
Giosuè, nell'inviare trentamila com- ni, li sbaraglia e li vince. ·
battenti alla guerra contro [la città di] Ai Origene,
( .. .).Si deve porre il quesito se ogni inten- Omelie su Giosuè 8, 2
zione di ingannare si deve considerare co-
me menzogna e, se è cosl, se può essere
giusta la menzogna con la quale viene in- Seguire e fuggire
gannato chi merita di essere ingannato, ma
se neanche questa si riconosce una menzo- Ma forse mi si dirà: in che senso si
gna giusta, non resta che riferire alla veri- colloca al primo posto della gente che,
tà, conforme a un particolare simbolismo, per cosl dire, è in fuga? Eppure questo ha
il fatto qui riferito dell'imboscata. la sua logica!
Agostino, Quelli che seguono Gesù sono parsi
Questioni sull'Ettateuco 10-11 effettivamente fuggire dagli oneri e pre-
70 Giosuè

cetti della Legge, dall'osservanza del saba- nie e le diffamazioni. Non so però se li si
to, dalla circoncisione della carne, dall'uc- fugga questi vizi, non so se li si eviti. Ec-
cisione delle vittime. Ma, in senso oppo- co qual era l'esercito di Ai, che Gesù da-
sto, proprio chi ha seguito il Cristo non va istruzione ai s~oi soldati di fuggire; e
fugge la perfezione e la pienezza della probabilmente riguardo a tali vizi ordina
Legge. ai suoi discepoH, dicendo: «Se vi perse-
Origene, guitano in questa città, fuggite in un 1al-
Omelie su Giosuè 8, 2 tra, e se vi perseguitano in quest'altra,
fuggite in un'altra ancora» (Mt 10, 23).
Egli vuole che fuggiamo lontano .da ne-
Virtù nella fuga mici del genere, vuole che ci allontania-
mo da simili mali.
Ma c'è un altro particolare· che si ri- Se riusciremo, intanto, ad evitare con
presenta nel passo che considera «Gesù la fuga il contagio di questi mali, allora,
che fugge davanti ali'esercito di Ai» (Gs nel constatare la devozione e l'intento·del-
8, 15). Che cosa sta a significare, secon- la nostra anima, tutte le potenze sante,
do te, -la figura di Gesùì r
quelle forze delle quali apostolo Paolo
Vediamo se non ci sia magari una dice: «Non sono essi tutti spiriti incaricati
vittoria che si realizza nel fuggire, se ci sia di un ministero, inviati per servire coloro
una virtù perfetta .che consiste nella·fuga. che devono ereditare la salvezza» (Eb 1,
L'apostolo Paolo ci ammaestra dicendo: 14)?, questi spiriti che sono forse gli ange-
«Fuggite la fornicazione» (1 Cor 6, 18). li santi, nel vederci soggetti all'insegui-
Vedi dunque che c'è uno «spirito di for- mento dei demoni, si levano contro di lo-
nicazione» (Os 5, 4) che dobbiamo fuggi- ro che ci inseguono e colpendoli tutti alle
re, quanti vogliamo rimanere nel Cristo spalle, li tolgono di mezzo. Gesù, infatti, è
in castità, pietà e pudicizia. È questa, per- più con coloro che subiscono l'insegui-
. ciò, la fuga che apporta la beatitudine!_E mento che con coloro che inseguono. Ed
non c'è da fuggire soltanto lo spirito di a ragione, perché Gesù si compiace di es-
fornicazione. Ma allo stesso modo che ci sere con coloro che fuggono la fornicazio-
è stato raccomandato «Fuggite la fornica- ne, fuggono la superbia, fuggono l'ingan;.
zione», ascoitiamo pure che ci viene det- no, la menzogna.
to: Fuggite l'ira, fuggite la cupidigia, fug- Origene,
gite l'invidia e la gelosia, fuggite le calun- Omelie su Giosuè 8, 6

LA DISTRUZIONE DI AI

(. .. ) Infatti Giosuè e tutto Israele s'erano accorti che il gruppo in ag-


guato aveva occupata la città e che il fumo della città si era levato; si vol-
tarono dunque indietro e colpirono gli uomini di Ai. Anche gli altri usci-
rono dalla città contro di loro, e così i combattenti di Ai si trovarono in
mezzo agli Israelr:ti: avendoli da una parte e dall'altra. Li colpirono finché
non rimase nessun superstite e fuggiasco. (. .. ) Poi Giosuè incendiò Ai e ne -
fece una rovina per sempre, una desolazione fino ad oggi (. ..) .(8, 18-29).
La distruzione di Ai (8, 18-29) 71

Il fatto che nessuno sopravviva alla battaglia indica la distruzione del peccato e dei de-
moni, condannati al fuoco eterno (Origene).

22-
24
Nessuno sopravvisse alla battaglia I Giudei, nel leggere questo, diven-
tano crudeli e assetati di sangue umano,
La battaglia contro il peccato ritenendo che furono dei santi coloro che
colpirono gli abitanti di Ai, al punto da
Quando, dunque, ti capita ·di leggere non lasciarne alcuno vivo o scampato;
nelle sante Scritture la battaglia dei giusti, non capiscono che in queste parole sono
le uccisioni e le stragi che fanno dei vinti, adombrati dei misteri, e piuttosto ci vie-
e leggi che dei santi non risparmiano asso- ne indicato che non dobbiamo lasciare
lutamente alcun nemico; ma che, anzi, il assolutamente nessuno di quei demoni, la
risparmiarli è imputato loro a peccato, co- cui dimora è il caos e che hanno regnato
me fu imputato a Saul l'aver lasciato in vi- nell'abisso, ma dobbiamo distruggerli
ta Agag re di Amalec (cf. 1 Sam 15, 8ss.), tutti. Ora noi distruggiamo i demoni, non
intendi le guerre dei giusti nel senso che togliendo loro la stessa esistenza, ma poi-
abbiamo esposto sopra, in quanto tali ché tutta la loro opera e bravura consiste
guerre vengono combattute da loro con- nel far peccare gli uomini e dato che loro
tro il peccato. Ora, come si manterranno vivono quando noi pecchiamo, ovvia-
giusti se conserveranno in se stessi una pur mente se noi non pecchiamo è la loro
minima realtà di peccato? Per questo è morte. Per cui gli abitanti di Ai li uccido-
detto a loro riguardo, che «non lasciarono no tutti i santi; li annientano e non ne la-
neppure un superstite o fuggiasco». sciano nessuno coloro che davvero con
Forse non crederai a me, che parlo tutt~ diligenza custodiscono il loro cuore,
della battaglia ingiuntaci contro il pecca- perché non ne escano pensieri malvagi ·
to. Credi allora a Paolo che dice: «Non (cf. Mc 7, 21); ma anche quelli che custo-
avete ancora resistito fino al sangue nella discono la loro bocca, perché non ne esca
vostra lotta contro il peccato» (Eb 12, 4). alcuna «parola cattiva» (cf. Ef 4, 29).
Lo vedi che ti viene proposta una batta- Questo significa non lasciare «alcun fug-
glia contro il peccato e che devi portare a giasco», non lasciarsi sfuggire neanche
termine questo combattimento fino una parola cattiva .
.all' «effusione del sangue»? Origene,
Anzi, la divina Scrittura non te lo in- Omelie su Giosuè 8, 7
dica con evidenza in quelle affermazioni,
nelle quali è solita dire: «santificate la
guerra» (Gl 4, 9) e «combatterete la bat- 28
Giosuè brucia Ai
taglia del Signore» (1Sam18, 17)?
Origene, Il fuoco eterno
Omelie su Giosuè .8, 7
Ciò che segue, vedi, riguarda più la·
verità del senso spirituale che quella sto-
La distruzione dei demoni rica. Quel sito della terra, infatti, non è ip
eterno tanto inabitabile quanto lo sarà il
Ma vediamo che cosa è scritto anche luogo dei demoni, allorquando nessuno
in seguito: «Li passarono a fil di spada, fi- più peccherà ed il peccato non regnerà
no a che non ne restò alcuno in vita o fug- più su nessuno (cf. Rm 6, 12): il diavolo .
gitivo» (cf. Gs 8, 22-25). ed i suoi angeli saranno consegnati al f uo-
72 Giosuè

co eterno, mentre il nostro Signore Gesù eterno che Dio ha preparato per il diavo-
Cristo si assiderà come re e giudice e dirà lo e i suoi angeli» (Mt 25, 41), fino a
a coloro che vinsero, sia davanti che in- quando provvederà ad ogni anima i mez-
dietro: «Venite, benedetti del Padre mio, zi di salvezza che ~gli stesso conosce, «e
ricevete in eredità il regno che fu prepa- tutto Israele sarà salvo» (Rm 11, 26).
rato per voi dal padre mio» (Mt 25, 34). Origene,
Ad altri invece, dirà: «Andate nel fuoco Omelie su Giosuè 8, 5

ISRAELE SACRIFICA AL SIGNORE SUL MONTE EBAL

In quel!'occasione Giosuè costruì un altare al Signore, Dio di Israele, sul


monte Ebal secondo quanto aveva ordinato Mosè, servo del Signore, agli'
Israeliti: come è scritto nel libro della legge di Mosè, un altare di pietre in-
tatte, non toccate dal ferro; vi si sacrificarono sopra olocausti e si offrirono
sacrifici di comunione. In quel luogo scrisse sulle pi'etre una copia della leg-
ge di Mosè, che questi' aveva scritto per.gli Israeliti'. Tutto Israele, i suoi an-
ziani, i suoi scribi: tutti i suoi giudic~ forestieri e cittadini stavàno in piedi
da una parte e dall'a.ltra del!'arca, di fronte ai sacerdoti leviti: che portava-
no l'arca del!'alleanza del Signore, una metà verso il monte Garizim e l'al-
tra metà verso il monte Ebal CQme aveva prima prescritto Mosè, servo del
Signore, per benedire il popolo di Israele. Giosuè lesse tutte le parole della
legge, la benedizione e la maledizione, secondo quanto è scritto nel libro
della legge. Non cifu parola, di quante Mosè aveva comandato, che Giosuè
non leggesse davanti a tutta l'assemblea di Israele, comprese le donne, i fan-
ciulli e iforestieri che soggiornavano in mezzo a loro (8, 30-35).
Le pietre intatte sono le coscienze di chi è senza macchie nella carnè-e nello spirito e
potrebbe trattarsi degli apostoli. Il fatto che siano incise indica la scrittura della legge nei
cuori da parte di Cristo. La divisione tra le due montagne è simbolo della spartizione tra i
fedeli che desiderano la benedizione e coloro che temono invece il castigo e soltanto Gesù
è in grado di distinguerli. La lettura della legge prefigura la comprensione spirituale di essa
attraverso Cristo e il fatto che Giosuè non legga davanti a tutta l'assemblea di Israele si ri-
ferisce ai diversi gradi di maturità nella Chiesa (Origene).

31
Un altare di pietre intatte intatto, chi sia incorrotto, senza sozzure,
senza macchie nella carne e nello spirito,
Pietre viventi chi sia quello che non è stato toccato dal
ferro, nel senso che non ha accolto i dardi
Quali sono, secondo te, queste pietre infuocati del maligno- cioè della concupi-
int_atte? La coscienza di ognuno sa chi sia scenza -, ma li ha spenti e respinti con lo
Israele sacrifica al Signore sul monte Ebal (8, 30-35) 73

scu,do della fede (Ef 6, 16), o chi sia colui potuto farlo allora, e avrà adombrato figu-
che non ha mai accolto il «ferro» della lot- re secondo le sue capacità; noi intanto
ta, il ferro della guerra, il ferro delle conte- cerchiamo di vedere in che senso il nostro
se, ma è stato sempre pacifico, sempre Gesù ha scritto il Deuteronomio su pietre
tranquillo e mite, formato dall'umiltà di vive e intatte. Deuteronomio è detto, co-
Cristo (cf. Mt 5, 1-12). Così dunque sono me se fosse una seconda legislazione. Se
le pietre vive, con le quali il nostro Signo- dunque vuoi vedere come Gesù, annulla-
re Gesù ha costruito l'altare di pietre intat- ta la prima legge, scrive la seconda, ascol-
te, non· toccate dal fe"o, per offrire su di talo quando dice nei Vangeli: Fu detto agli
esso olocausti e sacrifici di salvea.a. antichi «non uccidere»; ma io vi dico:
Origene, chiunque si adira col proprio fratello è omi-
Omelie su Giosuè 9, 2 cida (Mt 5, 21ss.); e ancora: Fu detto agli
antichi «non commettere adulterio», ma io
vi dico: chiunque avrà guardato una donna
Un unico altare per desiderarla, ha già commesso adulterio .
con lei nel suo cuore (M.t 5, 27ss.). Fu det-
Secondo me, queste pietre intatte e to agli antichi: «non spergiurare». Ma io vi
non contaminate potrebbero essere i san- dico: non giurate affatto (Mt 5, 33ss.). Lo
ti apostoli, che formano tutti insieme un vedi, il «Deuteronomio» che Gesù ha
solo altare a motivo dell'unione delle loro scritto su pietre vive, intatte, non su tavo-
anime e dei loro cuori. Ci viene infatti le di pietra, ma sulle tavole di carne dei no-
raccontato che tutti insieme, pregando stri cuori~ non con inchiostro, ma con lo
unanimemente (At 1, 14).e àprendo la lo- Spirito del Dio vivente (2 Cor 3, 3).
ro bocca dicevano: Tu, "o Signore, che co- Origene,
nosci il cuore di tutti (At l, 24). Essi dun- Omelie su Giosuè 9, 3
que che potevano pregare unanimi, con
una sola voce e un solo spirito, sono for-
se proprio loro degni di dover costruire La seconda legge
un unico altare, sul quale Gesù offra al
Padre il sacrificio. Però anche noi, da I Giudei, questi assertori della lette-
parte nostra, cerchiamo di adoperarci per ra, che ignorano lo spirito della legge, mi
essere tutti unanimi nel parlare (1 Cor l, spieghino: come è possibile che Gesù
10), avendo gli' stessi sentimenti: non fa- scrivesse un libro così grande alla presen-
cendo nulla per contesa o per vana gloria za continua dei figli di Dio, in modo che
(Fil 2, 2-3 ), ma restando nell'unione di nessuno andasse via fino a che fosse fini-
pensieri e degli intenti (cf. 1 Cor l, 10), ta la scrittura di tanti versetti, oppure co-
magari per poter anche noi diventare m' è possibile che le pietre dell'altare po-
«pietre adatte» per l'altare. tessero abbracciare il contenuto di un li-
Origene, bro così grande? Come fanno a dimostra-
Omelie su Giosuè 9, 2 re la verità, sul piano storico, di questo
punto? Ma per loro, quando si legge Mo-
sè, fino ad oggi un velo rimane posto sul
32
Egli scrisse sulle pietre loro cuore (2 Cor 3, 15). Per noi, invece,
che e.i siamo convertiti al Signore Gesù,
Tavole del cuore quel velo è tolto (2 Cor 3, 16), perché do-
v'è lo Spirito del Signore, ivi è la libertà
Il figlio di Nave avrà scritto sulle pie- dell'intelligenza (spirituale) (2 Cor 3, 17).
tre dell'altare la legge di Mosè còme ha Dunque il Nostro Signore Gesù non ha
74 Giosuè

bisogno di molto tempo per scrivere il questo passo mi pare che ciò venga desi-
Deuteronomio, per imprimere la seconda gnato col fatto che la metà che avanza
legge nel cuore dei credenti, e scolpire la verso il monte Garizim, scelto per le be-
legge dello Spirito nelle anime di quelli nedizioni, raffigura coloro che vengono
che sono degni di essere scelti per la co- alla salvezza non per timore del castigo,
struzione dell'altare! E in effetti, appena ma per desiderio di benedizioni e pro:
uno crede a Gesù Cristo, la legge del messe. La metà che avanza verso il mon-
Vangelo viene inscritta nel suo cuore e te Ebal, sul quale furono pronunciate le
scritta al cospetto dei figli di Israele. maledizioni, designa gli altri che giungo-
Origene, no alla salvezza, compiendo quanto è
Omelie su Giosuè 9, 4 scritto nella Legge per paura dei mali e ti-
more dei supplizi.
Origene,
33
Una nazione divùa tra due montagne Omelie su Giosuè 9, 7

Il desiderio di benedizione è diverso


34
dal timore del castigo La lettura della Legge
Ma come possiamo riferire questo La Legge letta da Gesù
racconto storico ad una comprensione
spirituale, per mostrare chi sono costoro Certo, io ritengo che quando ci vie-
che avanzano verso il monte Garizim, e ne letto Mosè e tolto il velo della lettera (2
chi invece sono quelli che avanzano verso Cor 3, 15) dalla grazia del Signore e co-
il monte Ebal? A mio vedere ci sono due minciamo a capire che la Legge è spiritua-
categorie di persone che mediante la fede le (Rm 7, 14) (. .. ), questa Legge così
hanno zelo e premura in ordine alla sal- compresa che Paolo chiama spirituale (cf.
vezza. Alla prima appartengono quelli Rm 7, 14) è il Signore Gesù che ce la leg-
che infiammati dal desiderio delle pro- ge, è lui che recita queste realtà agli orec-
messe celesti si adoperano con sommo chi di tutto il popolo e che ci ordina di
zelo e diligenza a non lasciarsi sfuggire non seguire la lettera che uccide ma lo sin._
una benché minima parte di beatitudine, rito che dà vita (cf. 2 Cor 3, 6). Gesù dun~
loro che hanno il desiderio non solo di ri- que ci proclama la Legge, quando ce ne
cevere le benedizioni e partecipare alla rivela i segreti. Noi che apparteniamo al-
sorte dei santi (Col 1, 12) ma anche di tro- la Chiesa cattolica, infatti, non disprez-
varsi alla presenza di Dio ed essere sem- ziamo la Legge di Mosè, ma l'accettiamo
pre col Signore. All'altra metà, invece, a condizione che sia Gesù a leggercela.
appartengono quelli che tendono· anche Perché la Legge noi la potremo capire
loro alla salvezza, ma non sono tanto in- correttamente se ce la <<legge» Gesù, sì
fiammati dall'amore verso le benedizioni che durante la sua lettura noi percepiamo
o dai desideri delle promesse, quanto il pensiero di lui, il suo modo cli intender-
piuttosto da questa prospettiva che han- la. Non è da credere forse che di qui aves-
no davanti, quando affermano: mi basta se attinto il pensiero colui che diceva:
non andare nella geenna, mi basta non es- Ora noi abbiamo z"l pensiero di Cristo, per
sere mandato nel fuoco eterno, mi basta conoscere dò che Dio ci ha donato, ciò di
non essere cacciato nelle tenebre esteriori cui parliamo (1Cor2,16.12-13)? Coslpu-
(Mt 8, 12). Poiché dunque in ognuno dei re coloro che dicevano: Il nostro cuore
fedeli esiste una tale varietà di intenti, in non ardeva forse in noi mentre ci spiegava
Stratagemma dei Gabaoniti (9, 1-15) 75

le Scritture lungo il cammino (Le 24, 32) donne, che si nutrono di legumi (Rm 14,
quando cominciando da Mosè fino a tutti 2). Se invece la Chiesa la si prende nel
i profeti lesse loro e rivelò tutte le cose suo insieme, si intende per gli uomini
scritte su di lui (Le 24, 27)? quelli che sono i ·perfetti in tutto, che
Origene, sanno resistere armati contro le astuzie
Omelie su Giosuè 9, 8 del diavolo (cf. Ef 6, 11.13); le donne so-
no coloro che non ancora compiono
quanto è vantaggioso da loro stessi, ma
35
Davanti a tutta !'assemblea di Israele imitando gli uomini e seguendone gli
esempi. Tra gli uomini si dice che abbia-
Livelli di progresso . no il loro capo: capo della donna è infatti
Quanto alte donne, ai fanciulli e ai l'uomo (1 Cor 11, 3). Fanciulli saranno
proseliti che il testo annette all'assemblea quelli che, ricevuta la fede da poco tem-
del Signore, se li comprendiamo separa- po, sono nutriti con il latte dl Vangelo.
. tamente e pensiamo che anch'essi formi- Proseliti poi, a nostro vedere, saranno i
no un certo seguito della Chiesa - poiché catecumeni o coloro che desiderano en-
in una casa grande non ci sono soltanto trare ormai nella società dei fedeli.
vasi d'oro e d'argento, ma anche di legno Riguardo a queste singole categorie,
e di coccio (2 Tm 2, 20) - , allora diciamo: Giovanni, avendo opinioni simili, le
il cibo solido viene dato agli uomini for- esprime .qella lettera; e definisce la con-
ti, cioè a quelle persone di cui l'Aposto- dotta propria dei singoli rispettivamente
lo dice: il nutrimento solido è per gli uo- alle loro età (cf. .1 Cv 2, 12). ( ... )La divi-
mini forti' (Eb 5, 14) e tra cui Gesù si pre- na Scrittura non riconosce infatti distin-
para una Chiesa senza macchia, senza ru- zione alcuna, secondo il sesso, tra uomini
. ga o alcunché di simile (Ef 5, 27). Invece e donne (cf. Gal 3, 28). Perché presso
quelle persone che il passo distingue col Dio non c'è differenza di sesso, ma sia
titolo di donne, di fanciulli o di proseliti', l'uomo che la donna sono designati in ba-
dobbiamo ritenere che siano quelli che se alla diversità dell'animo.
hanno ancora bisogno di lat~e (Eh 5, 12), Origene,
oppure anime deboli, come lo sono le Omelie su Giosuè 9, 9

STRATAGEMMA DEI GABAONITI

Non appena ebbero udito questi fatti: tutti i re che si trovavano oltre il
Giordano, nella zona montuosa, nel bassopiano collinoso e lungo tutto il li-
torale del Mar Mediterraneo verso il Libano, gli Hittitz: gli Amorrei, i Ca-
nanel i Perizziti: gli Evei: i Gebusei: si allearono per far guerra di comune
accordo contro Giosuè e Israele. Invece gli abitanti' di Gabaon, quando eb-
bero sentito ciò che Giosuè aveva fatto a Gerico e ad Az: ricorsero da parte
loro ad un'astuzia: andarono a rifornirsi di vettovaglie, presero sacchi sdru-
sciti per i loro asini: otri di vino consuntl rotti e rappezzati: si misero ai pie-
di sandali strappati e rlcuciti: addosso vestiti logori. Tutto il pane della loro
76 Gi'osuè

provvigione era secco e sbriciolato. Andarono poi da Giosuè all'accampa-


mento di Galgala e dissero a lui e ·agli Israeliti: «Veniamo da un paese lon-
tano; stringete con noi un'alleanza». (. .. ) Gli risposero: «1 tuoi servi vengo-
no da un paese molto lontano, a causa del nome del Signore Dio tuo, poiché
abbiamo udito della sua fama, di quanto ha fatto in Egitto, di quanto ha fat-
to ai due re degli Amarre~ che erano oltre il Giordano, a Sicon, re di Chesbon,
e ad Og, re di Basan, che era ad Astarot. Ci dissero allora i' nostri vecchi e tut-
ti gli abitanti" del nostro paese: Ri/ornt'tevi di provviste per la strada, andate
loro incontro e dite loro: Noi siamo servi vostri: stringete dunque un'alleanza
con noi. Questo è il nostro pane: caldo noi lo prendemmo come provvista nel-
le nostre case quando uscimmo per venire da voi e ora eccolo secco e ridotto
in briciole; questi otri di vino, che noi riempimmo nuovi: eccoli rotti e questi
nostri vestt'ti e i nostri sandali sono consunti per il cammino molto lungo». La
gente allora prese le loro provvt'ste senza consultare l'oracolo del Signore. Gio-
suè fece pace con loro e stipulò l'alleanza di lasciarli vivere; i capi della comu-
nità s'impegnarono verso di loro con giuramento (9, 1-15).
L'attacco a Israele raccontato dalle Scritture si concretizza visibilmente nella persecu-
zione che la Chiesa è costretta a subire da parte del potere imperiale. I Gabaoniti sono im-
magine dei diversi gradi di salvezza e resurrezione. I Gabaoniti, infatti, saranno risparmiati,
ma non sfuggiranno ad un marchio d'infamia; essi rappresentano quei fedeli che, pur mo-
strandosi devoti verso i servi di Dio e il culto della Chiesa, tuttavia non si curano di modifi-
care i propri costumi (Origene). Il fatto che Giosuè si fidi dei Gabaoniti indica la sua inno-
cenza di fronte al male (Ambrogio).

i-
2
I re degli Amorrei uniti contro Israele Gesù e di Israele. Con le loro leggi, infatti,
hanno decretato che non ci siano più cri-
Uniti contro Gesù stiani 7. Ogni città, ogni classe sta attaccan-
do il nome dei cristiani. Ma come in quel
La storia di queste imprese è chiara, tempo, pur se coalizzati, non poterono fa-
ciò che si è realizzato con evidenza non ha re nulla contro Gesù, così pure adesso sia
bisogno di spiegazione. Tuttavia, a partire i «principi>> sia queste «potenze>> nemiche
dai fatti sensibili che si sono prodotti, con- non hanno potuto far nulla per impedire
templiamo le guerre e i trionfi riportati dal che la stirpe dei cristiani si propaghi più
Signore nostro, il Salvatore Gesù, anche se ampiamente e diffusamente. Sta scritto,
queste realtà le vediamo in questo mo- infatti: Quanto più li umiliavano, tanto più
mento compiute pure visibilmente. In re- si moltiplicavano e diventavano forti. oltre

altà si sono riuniti tutti i re della terra, il se· misura (Es 1, 12).
nato e il popolo ed i principi di Roma, per Origene,
espugnare nello stesso tempo il nome di Omelie su Giosuè 9'· 1O

7 Allusione alla persecuzione di Decio, che si concluse nel 25 1 dopo la morte dell'imperatore.
Stratagemma dei Gabaoniti (9, 1-15) 77

H !}inganno dei· Gabaont'ti ta sono ancora tanto impuri, avvolti nei


loro vizi, senza spogliarsi assolutamente
Differenze nella salvezza dell'uomo vecchio con le sue azioni (Col 3,
9), ma restano avvolti nei vecchi vizi e im-
Nella casa del Padre mio ci sono mol- purità, come questi Gabaoniti coperti di
te dimore (Gv 14, 2), dice il verbo di Dio. panni e sandali vecchi, e oltre che crede-
Pure alla resurrezione dei morti non ci re in Dio e mostrarsi devoti verso i servi
sarà un'uguale gloria tra i risorti, ma altra di Dio e il culto della Chiesa, non adope-
è la carne degli uccelli, altra quella degli . rano alcun mezzo per la correzione e il
animali, e altra quella dei pesci. Vi sono rinnovamento dei loro costumi. Dunque,
corpi celesti e corpi te"estrz:· ma altro è lo a costoro Nostro Signore Gesù concede
splendore dei corpi celesti, e altro quello sì la salvezza, ma questa stessa salvezza
dei corpt' terrestri. Altro è lo splendore del non sfugge, in qualche modo, ad un mar-
sole, altro lo splendore della luna, altro lo chio d'infamia.
splendore delle stelle: una stella differisce Origene,
da un'altra per lo splendore. Così anche la Omelie su Giosuè 10, 1
resu"ezione dei morti (1 Cor 15, 39-42).
Molte sono dunque le differenze che ven-
gono descritte tra coloro che giungono 11 15
· Fate un patto con noi
alla salvezza. Ecco perché secondo me
questi Gabaoniti, di cui si è letta la storia, Innocenza dei santi
rappresentano una piccola parte di colo-
ro che sono destinati a salvarsi, in tal mo- ~on' solo pertanto nei contratti, nei
do però da salvarsi non senza subire un ~uali debbono essere rivelati anche i di-
marchio d'infamia. Vedi, infatti, che li si fetti di ciò che si vende, e che, qualora il
condanna a divenire tagliatori di legna e venditore non abbia dichiarato tali difet-
portatori d'acqua in ossequio al popolo e ti, sono nulli, sebbene sia già avvenuto il
al servizio ali'altare di Dio, proprio per- trapasso di proprietà, ma in generale, in
ché con inganno ed astuzia si erano rivol- ogni circostanza deve essere evitato l'in-
ti ai figli d'Israele, vestiti di panni e sanda- ganno, deve apparire la schiettezza, deve
li vecchi, e portando cibo di pane stantio essere dichiarata la verità 8.
(Gs 9, 27; 9, 3ss.). Questi dunque vengo- Questa antica formula legale sulla
no da Gesù con tutte queste loro cose frode, non come opera dei giuristi, ma
vecchie e di questo soltanto lo pregano: come sentenza dei patriarchi, la Sacra
di essere lasciati in vita. Nella loro figura · Scrittura ha enunziato chiaramente nel li-
t?i sembra che si esprima un tale signifi- bro intitolato Giosuè. Essendosi sparsa la
cato. fama tra i popoli che al passaggio degli
Vi sono alcuni nella Chiesa che, sì, Ebrei il mare era stato prosciugato, era
credono, hanno fiducia in Dio, si adatta- sgorgata l'acqua dalla roccia, dal cielo ve-
no facilmente a tutti i precetti divini, so- niva somministrato quotidianamente un
no pure rispettosi verso i servi di Dio e cibo abbondante per tante migliaia di
desiderano servire loro, e sono persino persone, le mura di Gerico erano crollate
tanto pronti e disposti a lavorare sia per il abbattute dal suono delle trombe sacre e
decoro che per il servizio della Chiesa, dall'urlo penetrante del popolo, anche il
però nelle loro azioni e nella loro condot- re di Gai era stato vinto e appeso al pati-

8 Cf. Cicerone, De officiis 3, 17.


78 Giosuè

bolo fino a sera, i Gabaoniti, temendo la tradirla. Chi potrebbe criticare un simile
potenza ebrea, ricorsero ad un'astuzia. Si atteggiamento nei santi? Essi giudicano gli
presentarono fingendo di essere d'una altri dal loro modo di sentire e, siccome a
terra lontana e di aver spaccato i calzari loro è cara la verità, pensano che nessuno
nelle lunghe peregrinazioni e di aver con- sia mentitore, ignorano che cosa sia ingan-
sumato le vesti di cui mostravano lo stato nare, credono volentieri ciò che essi stessi
deplorevole; dicendo che la causa di tan- sono; nemmeno possono sospettare ciò
ta fatica era il desiderio di guadagnarsi la ché essi non sono. Salomone dice: !.:inno-
pace e di fare amicizia con gli Ebrei, co- cente crede ad ogni parola (Prv 14, 15).
minciarono a chiedere a Giosuè di stipu- Non dev'essere criticata la sua facilità a
lare un'alleanza con loro. E siccome egli credere, ma piuttosto lodata la sua bontà.
non era ancora pratico dei luoghi e non Essere innocente significa ignorare ciò che
ne conosceva gli abitanti, non si accorse reca danno; e, se viene raggirato da qual-
dell'inganno né consultò il Signore, ma cuno, tuttavia pensa bene di tutti in quan-
prestò loro fede senz'altro. to ritiene che tutti siano in buana fede.
In quei tempi la parola data era così Ambrogio,
sacra, che non si credeva che uno potesse I doveri 3, 10, 66-68

I GABAONITI VENGONO RISPARMIATI

Tre giorni dopo avere stipulato con essi il patto) gli Israeliti vennero a
sapere che quelli erano loro vicini e abitavano in mezzo a loro. Allora gli
Israeliti partirono e il terzo giorno entrarono nelle loro città: le loro città
erano Gabaon, Che/ira) Beerot e Kz'riat-Iarim. Ma gli Israeliti non li ucci-
sero) perché i capi della comunità avevano loro giurato per il Signore) Dio
di· Israele) e tutta la comunità si lamentò dei capi. Dissero allora tutti i ca-
pi dell'intera comunità: «Noi abbiamo loro giurato per il Signore) Dio di
Israele) e ora non possiamo colpirli'. Faremo loro questo: li lasceremo vi-
vere e così non ci sarà su di noi lo sdegno) a causa del giuramento che ab-
biamo loro prestato». Ma aggiunsero i capi: «Vt'vano pure) siano però ta-
gliatori di legna e portatori d)acqua per tutta la comunità». Come i capi
ebbero loro parlato) Giosuè chiamò i Gabaont'ti e disse loro: «Perché ci
avete ingannato) dicendo: Noi abitiamo molto lontano davo~ mentre tJ.bi-
tate in mezzo a noi? Orbene voi· siete maledetti e nessuno di voi cesserà
di essere schiavo e di tagliar legna e di portare acqua per la casa del mio
Dio» (. .. ) (9, 16-27).
La predicazione deve essere attuale e fatta di parole fresche, a differenza dei pani vec-
chi portati dai Gabaoniti. Diversamente da quanto intendono gli eretici che non accetta-
no l'Antico Testamento, il giudizio sui Gabaoniti è in relazione alla loro fede (Origene).
I Gabaoniti vengono risparmiati (9, 16-27) 79

21-
23
Tagliatori di legna e portatori di ac- marchio d'infamia ed ·un giogo di servitù!
qua • Un'anima meno istruita nelle divine Scrit-
ture nel .sentire queste accuse, potrebbe
I pani freschi della parola divina subi~o esserne pericolosamente indebolita,
al punto da lasciare la fede cattolica; non si
Non avvenga che, mentre pronunci capiscono infatti le loro intenzioni ?eg~ct.e.
nella Chiesa cose vecchie, le tue labbra Gesù, in realtà, ebbe un gmd1z10
parlino e la tua intelligenza sia senza frutto nei loro riguardi, tenendo conto della lo-
(cf. 1 Cor 14, 14). Ma ascolta l'Apostolo: ro fede.
Se parlo in lingue, il mio 5pirito prega, ma Invece Raab, la meretrice che credet-
la mia z'nte!Hgenza è senza /rutto. E che te con fede integra in tutta la sua casa ed
dunque? Pregherò con lo spirito, pregherò accolse gli esploratori Israeliti con l~ più
anche co.n l'intelligenza, salmeggerò con lo totale devozione (cf. Gs 2, 18), fu piena-
spirito, sa.lmeggerò anche con l'intelligenza mente accolta nella comunione e società
(1 Cor 14, 14-15). Così dunque anche tu, del popolo; di lei sta scritto che fu aggrega-
se non offri una predicazione attuale e fre- ta ai figli d'Israele fino ad oggi (Gs 6, 25).
sca nel lodare Dio, tratta dall'insegnamen- Ma costoro che, non tanto perché
to spirituale, dalla dottrina deJla grazia di guidati dal desiderio di partecipar~ alla vi-
Dio: la tua bocca offre sì un sacrificio di lo- ta del popolo di Israele, quanto piuttosto
de (Sal 50, 23 ), ma la tua intelligenza è ~ia­ perché sconvolti dal terrore della loro ~o­
simata per la sterilità della carne deJla vigi-
vina, si erano rivolti a Gesù con astuto In-
lia. E il Signore, quando dava il pane ai di-
ganno, come potevano, con finzioni così
scepoli, dicendo loro: Prendete e mangiate
se1vili, meritarsi la libertà <li vita e la parte-
(Mt 26, 26), non ha differito né ha pre-
cipazione al regno?
scritto di riserbarlo fino all'indomani. For-
Vuoi infine sapere perché Gesù asse-
se questo mistero è contenuto anche nel
gnò loro una condizione conveniente alla
fatto che comanda di non portare pane per
ignobiltà del loro animo? Essi aff~rmano:
via (Lc9, 3); ma perché tu presenti sempre
Abbiamo sentito dire quanto grandi cose ha
freschi i pani della parola di Dio che porti
fatto il Signore per voi (Gs 9, 9) attraverso
in te. Infine vengono condannati quei Ga-
il Mar Rosso e nel deserto.
baoniti, e diventano tagliatori di legna e
Pur dicendo ciò e confessando di aver
portatori d'acqua, perché hanno portato
udito ed essere a conoscenza delle divine
pani vecchi agli Israeliti, ai quali la Legge
meraviglie, non compirono però nulla che
spirituale comandava di usare sempre pa-
fosse degno della loro ammirazione verso
ni freschi e nuovi.
così grandi atti di potenza. E per questo
Origene,
Gesù, nel veder la loro intenzione, gretta e
Omelie sul Levitico 5, 8
piccina nella fede, usa verso di loro una
ben giusta moderazione, affinché essi, che
pure non avevano manifestato una gran~e
Un ·giudizio appropriato fede meritassero la salvezza, senza tuttavia
Bisogna ben osservare che nel leggere rice~ere il massimo grado di potere e liber-
questo passo gli eretici sono soliti.formula- tà, per il fatto c~e nessuna crescit,a di ope-
re una calunnia, essi che non accettano re rendeva nobile la loro fede: 1apostolo
l'Antico Testamento. Dicono: vedi come Giacomo dichiara espressamente che la fe-
Gesù, figlio di Nave, non aveva nessuna de senza le opere è morta (Gc 2, 17.26).
umanità? Ad uomini venuti da lui suppli- Origene,
ci, pur accordando la salvezza, inflisse un Omelie su Giosuè 10, 2
80 Giosuè

l RE AMORREI ATTACCANO I GABAONITI

Quando Adoni-Zedek, re di Gerusalemme) venne a sapere che Giosuè


aveva preso Ai e l'aveva votata allo sterminio, e che) come aveva fatto a Ge-
rico e al suo re, aveva fatto ad Ai e al suo re e che gli abitanti di Gabaon
avevano fatto pace con gli Israeliti e si trovavano ormai in mezzo a loro, eb-
be grande paura, perché Gabaon) una delle città regali: era più grande di Ai
e tutti i suoi uomini erano valorosi. Allora Adoni-Zedek, re di· Gerusalem-
me) mandò a dire a Oam) re di Ebron, a Piream, re di Iarmut) a Iafia, re di
Lachis e a Debir, re di Eglon: «Venite da me, aiutatemi e assaltiamo Gaba-
on) perché ha fatto pace con Giosuè e con gli Israeliti>>. Quelli si unirono e
i cinque re amorrei: il re di Gerusalemme, il re di Ebron, il re di Iarmut) il
re di Lachis ed il re di Eglon, vennero con tutte le loro truppe, si accampa-
rono contro Gabaon e le diedero battaglia. Allora gli uomini di· Gabaon
mandarono a dire a Giosuè, all)accampamento di Galgala : «Non privare del
tuo aiuto i tuoi servi. Vieni presto da noi> salvaci e aiutaci: perché si sono al-
leati contro di noi tutti i re degli Amorrez: che abitano sulle montagne».
Giosuè parti" da Galgala con tutta la gente di guerra e tutti i prodi guerrieri
(. .. ) (10, 1-11). .
L'attacco ai Gabaoniti dimostra come la vicinanza e lamicizia con Gesù portano ali' ab-
bandono, all,inimicizia e al disprezzo da parte dei suoi nemici (Origene).

11
• [}attacco ai Gabaoniti Orbene, anche adesso sono attaccati i Ga-
baoniti - qualunque sia la loro capacità -
Aspettati inimicizia a motivo della loro amicizia con Gesù e
ciò benché siano tagliatori di legno e porta-
Dal momento che un·anima umana si tori d)acqua, il che vuol dire che se anche
è unita al Verbo di Dio, non deve dubita- tu meriti l'ultimo posto nella Chiesa, tutta-
re che avrà subito dei nemici, e coloro che via verrai attaccato dai cinque re per il fat-
prima aveva come amici, le si dovranno to stesso che appartieni a Gesù.
volgere in avversari. E non si aspetti solo Però i Gabaoniti non vengono ab-
di soffrire ciò da parte degli uomini, ma bandonati o disprezzati né da Gesù né
sappia con certezza che questo le incom- dai condottieri e dagli anziani degli Israe-
berà anche da parte di potenze avverse e liti, ma questi portano aiuto alla loro de-
spiriti del male. E cosl avviene che chi ri- bolezza.
cerca l'amicizia di Gesù sia consapévole di Origene,
dover subire le inimicizie di molti. ( ... ) Omelie su Giosuè 11, 2
Il sole e la luna si fermano (10, 12-21) 81

IL SOLE E LA LUNA SI FERMANO

Allora, quando il Signore mise gli Amorrei nelle mani ·degli Israeliti:
Giosuè disse al Signore sotto gli occhi di Israele: «Sole, ferma# in Gabaon
e tu, luna, sulla valle di Aialon». Si fermò il sole e la luna rimase immobi-
le finché il popolo non si vendicò dei nemici. Non è forse scritto nel libro
del Giusto: «Stette fermo il sole in mezzo al cielo e non si affrettò a calare
quasi un giorno intero. Non cifu giorno come quello, né prima né dopo, per-
ché aveva ascoltato il Signore la voce d'un uomo, perché il Signore combat-
teva per Israele»? Poi Giosuè con tutto Israele ritornò all'accampamento di
Galgala. Quei cinque re erano fuggiti e si erano nascosti nella grotta in
Makkeda. Fu portata a Giosuè la notizia: «Sono stati trovati i cinque re, na-
scosti nella grotta in Makkeda». Disse loro Giosuè: «Rotolate grosse pietre
contro l'entrata della grotta e fate restare presso di essa uomini per sorve-
gliarli. Voi però non fermatevl inseguite i vostri nemici: attaccateli nella re-
troguardia e non permettete loro di entrare nelle loro città, perché il Signo-
re Dio vostro li mette nelle vostre mani>>. Quando Giosuè e gli Israeliti eb-
bero terminato di infliggere loro una strage enorme cost' da finirli~ e i super-
stiti/urano loro sfuggiti ed entrati nelle fortezze, ritornò tutto il popolo al-
l'accampamento presso Giosuè, in Makkeda, in pace. Nessuno mosse più la
lingua contro glt' Israeliti (10, 12-21).
Grande coraggio è dimostrato da Giosuè nello scontro con i re amorrei. Fu scelto come
successore di Mosè e fu grande nei miracoli e nella fede, superando colui del quale era stato
sempre fedele compagno (Ambrogio). Il trascorrere del tempo non è dovuto ai movimenti dei
corpi celesti. Contrariamente alle conoscenze umane della natura, miracoli come quello rac-
. contato nell'episodio mostrano il potere e il favore di Dio (Agostino). Il racconto prova il va-
lore della rettitudine e dell'uomo giustò (Giovanni Crisostomo). Il lungo giorno di Gabaon ri-
vela il procrastinarsi del tempo della fine e il protrarsi della luce operati dal Salvatore per la
salvezza degli uomini e la rovina delle potenze awerse (Origene). Stravolgendo l'ordine natu-
rale della creazione, Dio dimostra che tutto è possibile per il creatore (Nemesio di Emesa). I
·cinque re sono i cinque sensi che mantengono il dominio fino a che Gesù non li soggiacerà
(Girolaino, Origene). Il combattimento per Gesù presuppone che nessuna ferita venga dai
dardi del maligno e il riconoscimento che ogni successo viene da Dio (Origene).

12 13
· Fermati, sole pongono che io mi sia rivolto a queste alM
tre forme perché quella manca ai nostri.
Coraggio di Giosuè Quanto fu forte Giosuè che in una sola
battaglia catturò cinque re e li sterminò
Ma taluni forse sono così attaccati al- con i loro popoli! Successivamente, al-
la gloria militare da pensare che la fortez- l'inizio della battaglia contro i Gabaoniti,
za nei combattimenti sia l'unica e sup- temendo che la notte impedisse la vitto-
82 Giosuè

ria, con grandezza d'animo e di fede gri- Miracoli e conoscenza umana


dò: Si fermi il solej e il sole si fermò, fin-
ché non fu raggiunta la completa vittoria. . Ma noi nei libri della Bibbia leggia-
Ambrogio, mo che perfino il sole si è fermato quan-
I doveri l , 40, 196 do lo chiese a Dio ·Signore il santo uomo
Giosuè di Nave fino a quando la vittoria
pose fine alla battaglia in corso ( . .. ). Ma
Grandezza di Giosuè quando i pagani sono convinti che que-
sti miracoli, accordati ai meriti dei santi,
In ogni occasione, fra le opere mera- sono avvenuti, li attribuiscono alle arti
vigliose e i sacri segreti era inseparabile magiche ( ... ). Quindi i pagani non fac-
dal santo Mose. Perciò accadde che colui ciano levare a proprio vantaggio una
che gli era stato compagno di vita diven- nebbia sulla conoscenza delle nature, co-
tasse il suo successore nel governo (cf. Dt me se non sia possibile che per interven-
34, 9). A buon diritto un simile uomo to di Dio avvenga in un essere qualcosa
giunse ad arrestare il corso dei fiumi (cf. di diverso da ciò che nella natura di esso
Gs 3, 15-17) e a dire: «Si fermi il sole». E hanno conosciuto mediante la personale
il sole si fermò, ritardò la notte quasi vo- esperienza umana; eppure anche le cose,
lesse assistere alla sua vittoria, prolungò il che nel mondo sono note a tutti, non so-
giorno. Che dire (cosa non concessa a no meno meravigliose e sarebbero am-
Mosè) del fatto che solo fu scelto ad in- mirevoli per tutti coloro che le osserva-
trodurre il popolo nella terra promessa? no, se gli uomini non fossero soliti di
Fu un uomo grande per i miracoli della ammirare come cose meravigliose sol-
sua fede, grande per i suoi trionfi. Le im- tanto quelle rare. Con riflessa pondera-
. prese dell'uno furono più degne di vene- zione ognuno può costatare che nell'in-
razione, più fortunate quelle dell'altro. calcolabile numero degli uomini, anche
Entrambi, sostenuti dalla grazia divina, per la grande rassomiglianza della natu-
giunsero oltre l'umana possibilità: quegli ra e con formula altamente ammirevole,
comandò al mare (cf. Es 14, 21), questi al ciascuno ha una propria fisionomia e
cielo. che, se le singole non fossero simili l'una
Ambrogio, con l'altra, il loro aspetto non si distin-
I doveri 2, 20, 99 guerebbe da quello degli altri animali e
d'altra parte, se non fossero dissimili fra
di loro, gli individui non si distinguereb-
Il tempo procedeva bero l'uno dall'altro. Quindi quelli stessi
Dunque non mi si dica che il tempo che consideriamo simili, li riscpntriamo
è il movimento dei corpi celesti. Quan- dissimili. Ma desta maggior meraviglia la
do il sole si termò all'appello di un uo- riflessione sulla dissomiglianza, poiché
mq per dargli modo di concludere una pare che la natura comune più conve-
battaglia vittoriosa, il sole era fermo, ma nientemente esiga la somiglianza. Eppu-
il tempo procedeva, tant'è vero che la re, poiché le cose rare sono più ammire-
battaglia fu condotta e finita nello spa- voli, ci meravigliamo molto di più quan-
zio di tempo ad essa sufficiente. Vedo do incontriamo due cosl somiglianti che,
dunque che il tempo è in qualche modo nel distinguerli, sempre o spesso pren-
un'estensione. diamo abbaglio.
Agostino, Agostino,
Confessioni 12, 23, 30 La dttà di Dio 21, 8, 2-3
Il sole e la luna sifermano (10, 12-21) 83

Valore della rettitudine verse nazioni ed entrerà la pienezza delle


genti perché allora finalmente tutto Israe-
Considera quanto sia grande la po- le sia salvato (Rm 11, 25-26), il giorno
tenza dell'uomo giusto. Disse Giosuè, il viene prolungato ed il tramonto differi-
figlio di Nave: «Si fermi il sole sui Gabao- to, il sole non tramonta mai, ma sorge
niti, e la luna sulla valle di Elom», e così sempre, mentre il sole di giustizia (cf. Ml
avvenne. Venga dunque tutto l'universo, 3, 20) infonde luce di verità nei cuori dei
anzi vengano due, tre, quattro, dieci, ven- credenti.
ti universi, e dicano e facciano questo! Quando però si sarà colmata la mi-
Ma non saranno in grado. L'amico di Dio sura dei credenti e sarà giunta l'epoca or-
dava ordini alle creature dell'amico, o mai più degenere e opaca dell'ultima ge-
piuttosto esortava l'amico, e le creature nerazione, quando per l'aumentare del-
sottomesse cedevano, e colui che si trova- l'iniquità si raffredderà l'amore di molti
va in basso dava ordini alle creature che (Mt 24, 12), e ben pochi saranno rimasti,
si trovavano in alto. Vedi che queste cose nei quali si possa trovare la fede (cf. Le
esistono per servire, completando il ~or­ 18, 8), allora i giorni saranno abbreviati
so che gli è stato assegnato? (Mt 24, 22).
Giovanni Crisostomo, Orbene lo stesso Signore sa e pro-
Omelie sull'epistola agli Ebrei 27, 3 lungare il giorno quando è tempo di sal-
vezza, e abbreviare il giorno quando è
tempo di tribolazione e di perdizione.
Il lungo giorno di Gabaon Quanto a noi, finché abbiamo tempo e ci
viene prolungato uno spazio di luce, cam-
È in questo modo, dunque, che Ge-
miniamo onestamente come nel giorno
sù con i suoi condottieri e principi assiste
(Gv 12, 35; Rm 13, 12-13) e compiamo
coloro che sono attaccati dalle potenze
opere di luce.
avverse a causa del ·suo nome; non solo
Origene,
porta loro aiuto in guerra, ma prolunga la
Omelz'e su Giosuè 11, 2-3
durata del giorno, dilata gli spazi di luce,
ritarda l' àvvento della notte.
· Vorremmo dunque, se possibile, mo- 14
Nessun altro giorno come quello
strare in che modo nostro Signore Gesù
ha protratto la luce e reso più lungo il
giorno, vuoi per la salvezza degli uomini
Tutto è possibile a Dio
vuoi per la rovina delle potenze avverse. Quello che diciamo è che Dio non
Il momento della venuta del Salvatore era soltanto sta al di fuori di ogni contingenza;
già la fine del mondo. Del resto egli stes- egli ne è il Signore e Creatore. Infatti, per
so diceva: Fate penitenza: si è avvicinato il il fatto che egli è potenza e la vera fonte da
regno dei cieli (Mt 4, 17). Ma ha trattenu- cui sgorga la potenza, non fa nulla per una
to e ritardato il giorno della fine, gli ha necessità di natura o per il comando di
impedito di presentarsi. una legge inviolabile. Al contrario, tutte le
Dio Padre, infatti, vedendo che la cose sono per lui possibili, anche quelle
salvezza delle nazioni poteva esserci solo che noi consideriamo impossibili. A dimo-
per mezzo di Gesù, gli dice: Chiedi a me, strazione di questo, egli fissò un tempo il
e ti darò le genti in eredità, e in dominio i corso del sole e della luna, che sono stati
confini della terra (Sal 2, 8). Fino a quan- fissati nel loro percorso da una legge ine-
do, dunque, ~i compirà la promessa del ludibile, e per sempre seguiranno il loro
Padre, le Chiese aumenteranno dalle di- corso, e nello stesso tempo, per provare
84 Giosuè

che niente è per lui ineluttabile, ma gli è Spesso abbiamo detto che di due ti-
possibile tutto quello che sceglie, soltanto pi è la battaglia dei cristiani. Una è per i
una volta egli fece un "giorno" speciale perfetti e quelli che sono come Paolo e gli
che la Scrittura presenta come un "se- Efesini, come dice lo stesso Apostolo, la
gno" , poiché egli soltanto poteva ancora loro battaglia non era contro la carne e il
proclamare, e in alcun modo annullare, sangue, ma contro i principati e le potestà,
quel comando divino con il quale, fin dal- contro i dominatori di questo mondo di te-
l'inizio, stabill le orbite fisse delle stelle. nebre e gli spiriti del male che sono nelle
Nemesio di Emesa, regioni celesti (E/ 6, 12). L'altra invece è
Sulla natura dell'uomo 38, 55 per quelli che sono meno validi e non an-
cora perfetti: battaglia che si combatte
ancora contro la carne e il sangue, per lo-
1 17
<>- I cinque re si nascosero nella grotta ro che sono ancora combattuti dai vizi e
diMakkeda dalle fragilità carnali.
A mio parere, ciò viene indicato an-
I cinque sensi che in questo passo. Infatti abbiamo.det-
to che cinque re dichiararono guerra ai
Se l'esercito armato del Signore era Gabaoniti, che ho detto raffigurano colo-
rappresentato dalle trombe dei sacerdoti, ro che sono imperfetti. Ora, costoro ven-
possiamo scorgere in Gerico la prefigura- gono attaccati da cinque re. Questi re in-
zione della disfatta del mondo ad opera dicano i cinque sensi corporei: vista, udi-
della predicazione del Vangelo. E, per tra- to, gusto, tatto e odorato. Ognuno infatti
lasciare gli infiniti dettagli (non è infatti cade in peccato necessariamente per uno
ora mia intenzione svelare tutti i misteri di questi sensi. E questi cinque sensi sono
dell'Antico Testamento), cinque re che paragonati a quei cinque re che muovono
prima regnavano sulla terra della promes- battaglia ai Gabaoniti, vale a dire agli uo-
sa e sfidarono l'esercito del Vangelo furo- mini carnali.
no sconfitti da Giosuè. Penso che sia chia- Il dire che si sono rifugiati nella grot-
ramente comprensibile che prima che il Si- ta può forse indicare che la grotta è luo-
gnore conducesse fuori dall'Egitto il pro- go scavato nella profondità della terra.
prio popolo e lo circoncidesse, la vista, Pertanto anche di questi sensi, di cui so-
l'olfatto, il gusto, l'udito e il tatto avevano pra abbiamo parlato, è detto che si sono
il dominio, e a questi, come a cinque prin- rifugiati nelle caverne in quanto, essendo
cipi, ogni cosa era sottomessa. E quando posti nel corpo, si sono sprofondati nelle
essi si rifugiarono nella grotta del corpo e regioni terrene e non hanno fatto nulla
in un luogo oscuro, Gesù entrò nel corpo per l'opera di Dio, ma tutto hanno fatto
stesso e li uccise, perché la fonte del loro per il servizio del corpo. ·
potere doveva essere lo strumento della lo- Origene,
ro morte. Omelie su Giosuè 11, 4
Girolamo,
Contro Gioviniano 1, 21
2 21
0. Tutto il popolo ritornò i'n pace in
Makkeda
L'assalto dei cinque sensi
Soldati di Gesù
Ma vediamo il senso di quel passo
che dice che i re erano cinque e si rifugia- Chi infatti combatte sotto la guida di
rono nelle caverne. Gesù contro le potenze avverse deve ren-
La conquista continua (10, 22-23) 85

dersi meritevole anche di quello che è suno attribuì al proprio valore il fatto di
scritto a proposito di quegli antichi guer- aver vinto, ma sapendo che è Gesù ad ac-
rieri: tutto il popolo sano e salvo ritornò da cordare la vittoria, non borbottano con la
Gesù e nessuno dei/igli d'Israele borbottò propria lingua. Questo l'Apostolo lo capi-
più con la propria lingua. va bene, per cui diceva: Non io, però, ma
Vedi, dunque: chi milita sotto Gesù la grazia di Dio che è in me (1Cor15, 10).
. deve ritornare dalla battaglia incolume, E io penso ·che a ciò si riferisca anche
senza riportare alcuna fei-ita dai dardi in- quel precetto del Signore, per cui dice:
fuocati del maligno (Ef 6, 16), senza con- Quando avrete fatto tutte queste cose, di-
taminarsi nel cuore, insozzarsi nei pensie- te: siamo servi inutili. Abbiamo fatto
ri e senza offrire spazio - con l'ira, l'ava- quanto dovevamo fare (Le 17, 20).
rizia e qualunque altra occasione - alle fe- Così infatti, in modo analogo, il Si-
rite del demonio. gnore sembra vietarci la vanità nelle im-
Questa aggiunta: nessuno borbottò prese compiute con successo.
con la propria lingua, pare stia ad indica- Origene,
re che nessuno si vantò della vittoria, nes- Omelie su Giosuè 12, 2

LA CONQUISTA CONTINUA

Disse allora Giosuè: «Aprite Fingresso della grotta e fatemi uscire dalla
grotta quei cinque re». (. .. ) Quando quei cinque re furono fatti uscire dinan-
zi a Giosuè, egli convocò tutti gli Israeliti e disse ai capi dei gu.errieri che
avevano marciato con lui: <<Accostatevi e ponete i vostri piedi sul collo di
questi re.'». Quelli s'accostarono e posero i piedi sul loro collo. Disse loro
Giosuè: «Non temete e non spaventatevi.' Siate forti e coraggiosl perché co-
·SÌ farà il Signore a tutti i nemici, contro cui dovrete combattere». Dopo di
ciò, Giosuè li colpi' e li uccise e li fece impiccare a cinque alberi: ai quali" ri-
masero appesi fino alla sera. (. .. )
Giosuè in quel giorno si impadronz' di Makkeda, la passò a fil di spada
con il suo re, votò allo sterminio loro e ogni essere vivente che era in essa,
non lasciò un superstite e trattò il re di Makkeda come aveva trattato il re
di Gerico. Giosuè poz: e con lui Israele, passò da Makkeda a Libna e mosse
guerra contro Libna. Il Signore mise anch'essa e il suo re i·n potere di Israe-
le, che la passò a fil di spada con ogni essere vivente che era in essa/ non vi
lasciò alcun superstite e trattò il suo re come aveva trattato il re di Gerico.
Poi Giosuè, e con lui tutto Israele, passò da Libna a Lachis e si accampò con-
tro di essa e le mosse guerra. Il Signore mt"se Lachis in potere di Israele, che
la prese il secondo giorno e la passò a fll di spada con ogni essere vivente che
era in essa, come aveva fatto a Libna. Allora, per venire in aiuto a Lachis,
era partlto Oam, re di Ghezer, e Giosuè battè lui e il suo popolo, fino a non
86 Giosuè

lasciargli alcun superstite. Poi Giosuè) e con lui tutto Israele, passò da La-
chis ad Eglon, si accamparono contro di essa e le mossero guerra. In quel
giorno la presero e la passarono a fil di spada e votarono allo sterminio, in
quel giorno, ogni essere vivente che era in essa, come aveva fatto a ·Lachis.
Giosuè poz: e con lui tutto Israele, salì da Eglon ad Ebron e le mossero guer-
ra. La presero e la passarono a fil di spada con il suo re, tutti i· suoi villaggi
e ogni essere vivente che era in essa; non lasciò alcun superstite; come ave-
va fatto ad Eglon, la votò allo sterminio con ogni essere vivente che era in
essa. Poi Giosuè, e con lui tutto Israele, si rivolse a Debir e le mosse guer-
ra. La prese con il suo re e tutti i suoi villaggi> li passarono a fil di spada e
votarono allo sterminio ogni essere vivente che era in essa; non lasciò alcun
superstite. Trattò Debir e il suo re come aveva trattato Ebron e come aveva
trattato Libna e il suo re. Così Giosuè battè tutto il paese: le montagne, il
Negheb, il bassopiano, le pendici e tutti i loro re. Non lasciò alcun supersti-
te e votò allo sterminio ogni essere che respira, come aveva comandato il Si-
gnore, Dio di Israele. Giosuè li colpì da Kades-Barnea fino a Gaza e tutto il
paese di Gosen fino a Gabaon. Giosuè prese tutti questi re e il loro paese in
una sola volta, perché il Signore, Dio di Israele, combatteva per Israele. Poi
Giosuè con tutto Israele tornò all'accampamento di Galgala (10, 22-43 ).
·contrariamente a quanto credono gli eretici, il racconto non insegna la crudeltà, ma
prefigura i misteri futuri, con reliminazione in noi di quei re del peccato. Si tratta, a dispet-
to delle speculazioni di gnostici e marcioniti, di una battaglia spirituale, come attesta il si-
gnjficato stesso riposto nei nomi dei cinque re (Origene).

24
Ponete t' vostri piedi sul collo di que- Cos'è dunque che questi eretici ripro-
sti re vano come crudeltà? Quello - dicono -
che sta scritto: Ponete i vostri piedi sul loro
Il regno del peccato collo e uccideteli. Che senso ha trovare in
ciò crudeltà, ·ma umanità e benignità? Vo-
Ma intanto Gesù uccise i nemici: lesse il cielo che tu fossi in grado di porre i
con Ciò non insegna la crudeltà, come tuoi piedi sui serpenti e.gli scorpioni e sopra
pensano gli eretici, ma nelle azioni che ogni potenza del nemico (Le 10, 19) e calpe-
compie prefigura i misteri futuri; dal stare il drago e il basilisco (Sal 90, 13), quel
momento che egli ha eliminato quei re «piccolo re» che un tempo regnò su di te
che dentro di noi detengono il regno del e detenne dentro di te il regno del pecca-
peccato, noi possiamo adempiere quel to, affinché - distrutti tutti coloro che den-
che ha affermato l'Apostolo: Come ab- tro di te regnavano ad opera del peccato -
biamo messo le nostre membra a servizio regni su di te solo Cristo nostro Signore,
dell'iniquità a pro dell'iniquità, così met- cui appartengono la gloria e la potenza nei
tt'amo ora le nostre membra a servizlo secoli dei secolt'. Amen (1Pt4, 11).
della giustizia per la santt'/t"cazione (Rm Origene,
6, 19). Omelie su Giosuè 11, 6
La conqufrta continua (10, 22-43) 87

25 Sii forte e coraggioso Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo,


cui appartengono la gloria e la potenza nei
Una battaglia spirituale secoli dei secoli. Amen (1 Pt 4, 11).
Origene,
Ma Marcione, Valentino e Basilide e Omelie su Giosuè 12, 3
tutti gli altri eretici con loro, non volendo
intendere ciò come è degno dello Spirito
Santo, hanno deviato dalla fede e si sono 28 29
• Giosuè conquista Libna
coinvolti in molte empietà (cf: 1 Tm 6,
10): dichiarano che c'è un altro Dio, Due tipi di candore
quello della Legge, creatore del mondo e
giudice, il quale si direbbe che insegni Ma se indaghiamo con maggiore at-
crudeltà in questi testi, perché ordina di tenzione e diligenza sugli stessi significati
calpestare.il collo dei nemici, di impicca- dei nomi, troveremo che il loro senso può
re i re di quella terra invasa con violenza. esserè capito, riferendolo sia al regno del
Voglia il cielo che il mio Signore Ge- male che al regno del bene. Per esempio,
sù, figlio di Dio, mi conceda, mi coman- Libna significa candore 9. Ora, il candore
di, di calpestare con i miei piedi lo spiri- . lo si può intendere in diversi sensi; c'è il
to dell'ira e del furore, calpestare il de- candore della lebbra e quello della luce.
mone dell'avarizia, calpestare la vanità, È dunque possibile indicare, col signifi-
schiacciare coi piedi lo spirito dell' orgo- cato del nome stesso, la diversità tra l'uno
glio, e dopo aver compiuto questo, non e l'altro stato: Libna aveva il candore del-
attribuire a me il merito fondamentale la lebbra quando era sotto re malvagi; ma
dell'opera compiuta, ma appenderlo alla quando Libna è passata al regno d'Israe-
croce del Signore, seguendo le parole di le, una volta distrutto ed annullato quel-
Paolo: per mezzo di Cristo, il mondo per lo, ha acquisito il candore della luce. Nel-
me è stato croci/isso (Gal 6, 14), e quelle le Scritture infatti si trova il ·candore sia
parole che abbiamo ricordato preceden- degno di lode che degno ·di biasimo.
temente: non io, però, ma la grazia di Dio Origene,
eh~ è in me (1 Cor 15, 10). Omelie su Giosuè 13, 2
Se meriterò di agire così, sarò beato,
e anche a me verranno rivolte le parole
che Gesù dice agli antichi: Siate forti e co- }l-32 Giosuè conquista Lachis
raggiosi~non temete e non spaventatevi
davanti a loro, perché il Signore Dio ha Un càmmino lodevole e uno colpe-
consegnato nelle vostre mani tutti i vostri vole
nemza.
Se queste parole le intendiamo in Lachis vuol dire cammino. Ora nelle
senso spirituale, se guerre di questo tipo Scritture abbiamo un cammino sia lode-
le conduciamo in campo spirituale e cac- vole che colpevole. Il che non è difficile
ciamo via tutti gli spiriti del male dalle re- da provare: nei Salmi si dice il cammino
gioni celesti (Ef 6, 12), potremo infine ri- degli empi andrà in rovina (Sa! 1, 6) e al-
cevere in eredità i loro luoghi e regni, che trove, invece, raddrizzate il cammino per i
sono i regni dei cieli per concessione del vostri piedi (Eb 12, 13 ). Anche qui si può

9 Cf. analoghe considerazioni in Omelie sui Numeri 27, 12.


88 Giosuè

intendere che la città di Lachis prima fu tra angolare: sulla quale la struttura del-
cammino degli empi, ma una volta di- !'edt"/icio cresce ben ordinata in tempio di
strutto e annullato quello, sotto il regno Di·o nello Spirito (Ef 2, 20), e cosl final-
degli Israeliti fu condotta sul retto cam- mente meritiamo di diventare partecipi
mmo. d ell'eredità della terra santa, della parte
Origene, degli Israeliti! E ciò dop o aver eliminato
Omelie su Giosuè 13, 2 e fatti perire tutti i nostri nemici, così che
non rimanga di essi alcuno che respiri
dentro di noi, ma solo respiri lo Spirito di
3 37
6- Giosuè conquista Ebron C risto (cf. Lam 4, 20) attraverso le opere,
i discorsi, e l'intelligenza spirituale, se-
Una vecchia e una nuova unione condo l'insegnam ento di C risto Gesù,
nostro Signore, al quale appartengono la
Ebron, ·dicono, significa unione e potenza e il potere nei secoli dei secoli.
matrimonio. Ora la nostra anima ebbe Amen (Ap 7, 12).
prima un'unione con un marito cattivo e Origene,
sposo di grande iniquità, il diavolo. Ma Omelie su Giosuè 13, 4
una volta eliminato e fatto morire costui,
l'anima è stata liberata dalla legge del pri-
mo e iniquissimo marito, ed è stata con- La distruzione del male
giunta al marito buono e legittimo ·(cf.
Rm 7, 3), quello di cui l'apostolo Paolo Io ritengo sia meglio intendere così
dice: vi ho promessi ad un u_nico sposo, per le guerre d 'I sraele e pensare in questi
presentar-vi quale vergine casta a Cristo (2 termini agli ordini di G esù, alla distru-
Cor 11, 2). zione di città, ali' abbattimento di regni.
Cosl dunque il senso stesso dei nomi Così infatti apparirà in un senso più re-
si accorda anche col doppio stato di cia- ligioso e umano quel testo che dice che
scuna città. Gesù aveva abbattuto e devastato ognu-
Origene, na delle cinque città, al punto da non la-
Omelie su Giosuè 13, 2 sciar-vi alcun essere che respirasse che re-
1

stasse in vita o che scappasse (Gs 8, 22;


10, 40).
4043
Gt'osuè sconfisse tutto t'! paese Oh, che scacci il Sign o re e faccia
sparire dalle anime ch e credono in lui,
La parola di Dio abbatte per farci quelle che egli rivendica ·per il suo regno
diventare eredi della terra santa - e dalla mia stessa anima - tutti i vizi del
passato, in modo che non respiri più al-
Così pure, la prima tra le opere del cun sentimento di malizia, non si salvi
Verbo di Dio sta nel distruggere gli edi- n essun movimento d 'ira, di perversa con-
fici che il demonio ha costruito nell' ani- cupiscenza, non resti superstite alcuna
ma umana. Quello infatti ha innalzato in parola cattiva che sfugga dalla mia bocca.
ciascuno di noi torri di superbia e mura Così, infatti, purificato da tutti i vizi del
d i arroganza. La parola di Dio le abbat- passato, p otrò sotto la guida di Gesù di-
te e le fa crollare per farci degni di di- ventare una d elle città dei figli d'Israele,
ventare - secondo lApostolo - il campo di cui è stato scritto: verranno costruite le
di Dio e ledificio di Dio (1 Cor 3, 9), posti dttà di Giuda e vi abiteranno (Am 9, 14).
sopra il fondamento degli Apostoli e dei Origene,
Profeti: di cui Gesù stesso è la somma pie- Omelie su Giosuè 13, 3
I re cananei uniti contro Israele (11, .1-15) 89

I RE CANANEI UNITI CONTRO ISRAELE

Quando Iabin, re di Cazot; seppe queste cose, ne informò Iobab} il re di


Madon, il re di Simron} il re di Acsaf e i re che erano al nord, sulle monta-
gne} nell'Araba a sud di Chinarot, nel bassopiano e sulle colline di Dar dal-
la parte del mare. I Cananei erano a oriente e a occidente} gli Amorrei, gli
Hittiti, i Perizzit~ .i Gebusei erano sulle montagne e gli Evei erano al di sot-
to dell'ErmOn nel paese di Mizpa. Allora essi uscirono con tutti i loro eser-
. ciii: un popolo numeroso, come la sabbia sulla riva del mare, con cavalli' e
carri in gran quantità. Si unirono tutti questi re e vennero ad accamparsi in-
sieme presso le acque di Merom, per combattere contro Israele. Allora il Si-
gnore dz'sse a Giosuè: «Non temerli~ perché domani a quest'ora io li mostre-
rò tutti' trafitti davanti ad Israele. Taglierai i garretti ai loro cavalli e appic-
cherai il fuoco ai loro carri'>>. Giosuè con tutti i suoi guerrieri li raggiunse
presso le acque di Merom d}improvviso e piombò su di loro. Il Signore lz' mi-
se in potere di Israele, che li batté e li inseguìfino a Sidone la Grande, fino
a Misrefot-Maim e fino alla valle di Mizpa ad oriente. Li batterono fino a
non lasciar loro neppure un superstite. Giosuè fece loro come gli aveva det-
to il Signore: tagli'ò i garretti ai loro cavalli e appiccò li fuoco ai loro carri.
(. .. ) Giosuè prese tutti' quei re e le loro cz'ttà, passandoli' a fil di spada; lz' vo-
tò allo sterminio, come aveva comandato Mosè, servo del Signore. Tuttavia
Israele non incendiò nessuna delle città erette sui coll~ fatta eccezione per
la sola Cazot; che Giosuè incendiò. Gli Israeliti presero tutto il bottino di
queste città e il bestiame/ solo passarono a fil di spada tutti gli uomini fino
a sterminarli> non lasciarono nes~suno vivo. Come aveva comandato il Signo-
a
re Mosè suo servo, Mosè ordinò a Giosuè e Giosuè cost'fece: non trascurò
nulla di quanto aveva comandato il Signore a Mosè (11, 1-15).
L'attacco dei re cananei, dopo queHo dei re amorrei, ci dà insegnamenti sul fatto che
alla crescita dei seguaci di Gesù corrisponde quella dei suoi persecutori. L'opera malvagia
dei singoli re risiede nel loro stesso nome. Anche se la vittoria su questi nemici ancora non
arriva, essa certamente giungerà «domani», vale a dire, alla fine di questo mondo. I carri e i
cavalli che vengono sterminati e annientati rappresentano i demoni e le passioni carnali
(Origene). Le azioni di Dio vanno comprese in base al suo giudizio in merito ai nostri pec-
cati (Agostino). Il compimento da parte di Giosuè di tutto quanto era stato comandato da
Mosè è simbolo del compimento della legge da parte di Gesù (Origene).
90 Giosuè

1
·" L'attacco dei re cananei del loro rispettivo nome, dell'opera mal-
vagia che ciascuno svolge.
Più il popolo di Dio cresce, più vie- Il primo di tutti, menzionato anche
ne attaccato come fautore di questa guerra, che radu-
nò tutti gli altri e li invitò all'empi~ cola-
Nelle letture precedenti il re di Ge- zione, si chiama I abin, re di Asor. E que-
rusalemme aveva coalizzato con sé gli al- sto, infatti, che - dice la Scrittura - con-
tri quattro re contro Gesù ed i figli di vocò anche gli altri. Ora, Iabin significa
Israele (cf. Gs 10, l ss.); adesso inveèe non pensieri e astuzia. Qual è dunque questo
è più uno a radunarne quattro o cinque, pensiero o astuzia, se non quello che Isa-
ma vedi uno solo quanta moltitudine ra- ia chiama pensiero grande? Dice infatti:
duni ( ... ). G uarda che schieramento di Esporrò sul grande pensiero il principe de-
forze contrarie e di demoni assai perversi gli Assiri: poiché ha detto: con la mia forza
si raccoglie in battaglia contro Gesù e agirò, con la sapienza del mio pensiero ri-
l'esercito di Israele! Tutti questi demoni, muoverò i confi'ni dei popoli: e sacchegge-
prima della venuta del nostro Signore e rò il loro valore (Is 10, 12-13). Eccolo
Salvatore occupavano le anime umane dunque, quello che lì è chiamato grande
con tranquilla sicurezza, regnavano sui pensiero, il re degli Assiri, e qui Iabin,
loro spiriti e sui loro corpi. Ma quando pensiero e astuzia. In realtà la Scrittura
sulla terra è apparsa la grazia e la miseri- dice che nel paradiso il serpente era la più
cordia del Salvatore nostro Dio, che ci in- astuta di tutte le bestie che erano sulla ter-
segna a vivere in pietà e santità in questo ra (Gn 3, 1). Ma dice anche che quell'am-
mondo (Tt 2, 11), segregati da ogni con- ministratore dùonesto agì con astuzia in
tagio di peccato, affinché ognuna delle ciò che fece (Le 16, 8).
nostre anime recuperi la sua libertà e Questo I abin è dunque re di Asor.
l'immagine di Dio, secondo la quale era Asor significa corte. Tutta la terra è la cor-
stata creata da principio (cf. Gn 1, 27), al- te di questo re, che è il diavolo, il quale
lora i loro vecchi iniqui occupanti, p er ta- detiene il potere di tutta quanta la terra
le ragione, sollevano lotte e battaglie. E se come fosse una sola corte. Vuoi vedere
si vincono i primi, ne sorgono molti di come la terra è la sua corte? N ei Vangeli
più dopo, si raccolgono e coalizzano per è scritto che l'uomo forte dorme sicuro
il male, in lotta senza tregua col bene. E nella sua corte, fino a che non viene uno
se li si sconfigge una seconda volta, sor- più forte, che lo lega e porta via quanto
gono per la terza volta altre forze ancora possiede (Mt 12, 29). _
peggiori. E può darsi che, quanto più au- Il re della corte dunque è il principe
menta, più cresce e si moltiplica il popo- di questo mondo (Gv 14, 30; 16, 11).
lo di Dio, tanto più numerosa diventa la Origene,
coalizione per combatterlo. Omelie su Giosuè 14, 2
Origene,
Omelie su Giosuè 14, 1
Iobac
Iabin Questi manda un'ambasciata a Io-
bac: è lui infatti che manda ambasciatori
Ma cerchiamo, nella misura in cui a tutte le nazioni e le invita alla battaglia.
Dio ce lo concederà, di spiegare il senso Manda un'ambasciata al re di Maron.
dei singoli re dell'esercito nemico, e di Ora Iobac significa inimicizia, Maron in-
renderci conto, in base alla spiegazione vece amarezze. Dunque il diavolo invia
I re cananei uniti contro Israele (11, 1-15) 91

un messaggio ad un'altra potenza nemi- ogni giustizia (Mt 3, 5), grazie allo stesso
ca, facente parte owiamente degli angeli Signore nostro Gesù Cristo, cui apparten-
ribelli, potenza che è il re delle amarez~e. gono la gloria e la potenza nei secoli dei se-
Dalla sua iniziativa e attività, cioè, deriva- coli. Amen (1 Pt'4, 11 ).
no tutte le amarezze e difficoltà, che sono Origene,
inflitte in questo mondo ai miseri morta- Omelie su Giosuè 14, 2
li. Ora le diverse specie di peccato sono
tutte amare: non ci può essere nulla di
più amaro del peccato. Anche se sulle 9
Giosuè taglia i garretti ai èavalli dei
prime alcune cose sembrano dolci, come nemià e appicca il fuoco ai loro carri
scrive Salomone: quello che agli inizi sem-
brava dolce, al!'ultimo - dice - è più ama- Figure di demoni
ro del fiele, più pungente del filo di spada
(Prv 5, 4). Per la giustizia, invece, avviene I cavalli, che vengono sterminati, e i
il contrario: agli inizi sembra più amara, carri sono figura di coloro che, pur tro-
mentre alla fine la si trova più dolce del vandosi in luoghi celesti, sono precipitati
miele, poiéhé ha apportato frutti di virtù a causa della loro sensualità e orgoglio,
(cf. Eh 12, 11). Dunque il diavolo mandò allorché si sono spontaneamente offerti
un'ambasceria al nemico Iobac, re del- come provocatori per concupire le figlie
1'amarezza. degli uomini (cf. Gn 1-2), o hanno segui-
Origene, to colui che disse: porrò sulle nubi il mio
Omelie su Giosuè 14, 2 trono e sarà uguale all'Altissimo (Is 14,
14). È questa la ragione per cui il profeta
afferma: il cavallo non giova per la salvez-
La vittoria arriverà domani za (Sal 32, 17) e ancora, riguardo a colo-
ro che ponevano fiducia nei demoni: Chi
Questo dunque è l'elenco di tuùo si vanta dei carri e chi dei cava!!~· noi: in-
r esercito dei nemici invisibili radunati vece, invochiamo il nome del nostro Dio
dal re Iabin per espugnare noi che se- (Sal 19, 8). Non avrebbe paragonato car-
guiamo Gesù nostro condottiero e Salva- ri e cavalli a Dio, per quanto riguarda
tore. ·Ma che cosa dice il Signore? Non l'invocare, ma l'ha detto ovviamente per
_aver paura davanti a loro, perché domani~ mostrare che, come noi invochiamo il ve-
a quest'ora, io li consegnerò nelle tue ma- ro Dio, così quelli invocano carri e caval-
ni. Vedo che oggi non ce la facciamo a li, cioè i demoni che invocavano quei po-
vincerli tutti, i nemici, né a distruggerli poli che muovevano guerra contro Israe-
completamente, ma saranno annientati le. Anche i cavalli degli Egiziani menzio-
«domani», vale a dire dopo la fine di que- na la Scrittura (cf. Es 14, 9ss.), come que-
sto mondo. Sì, allora verrà distrutta, allo- sti che ordina ora di uccidere.
·ra sarà assolutamente vinta ogni potenza Da tutto ciò è dato capire che a giu-
contraria, quando vedrai che si dirà a sto titolo, nella figura degli asini, vengo-
quelli che sono alla sinistra: andate nel no salvate quelle genti che giungono alla
fuoco angeli (Mt 25, 41). Allora sì che an- fede; mentre nella figura dei cavalli e dei
che noi, se vincitori e in grado di ottene- carri, quei demoni che sono awersari e
re ciò seguendo la guida di Gesù, riceve- nemici della salvezza degli uomini vengo-
remo il regno che il Padre ha preparato ai no meritatamente sterminati.
suoi santi (Mt 25, 34) e a coloro che han- Origene,
no eseguito i suoi comandi e compiuto Omelie su Giosuè 15, 3
92 Giosuè

14
Le passioni carnali Non lasciarono nessuno in vita
Se per cavalli e carri intendiamo le
Giudicare le opere di Dio
passioni carnali: impurità, sensualità, or-
goglio e leggerezza, passioni da cui l'ani- In nessun modo si deve pensare che
ma infelice è trascinata come se le caval- fosse una crudeltà il fatto che Giosuè
casse, e se intendiamo che questi sono i non lasciava nessun vivente nelle città
cavalli ai quali, per ordine divino, si fan- consegnatesi a lui, poiché cosl aveva co-
no tagliare i garretti, allora questa inter- mandato Dio. Coloro però che in base a
pretazione non sarà in contrasto con le questo ordine pensano che Dio stesso
esigenze della nostra ragione. era crudele e perciò non vogliono crede-
Si tagliano i garretti al cavallo pro- re che il vero Dio fu l'autore dell'Antico
prio quando si umilia il corpo mediante i Testamento, giudicano falsamente tanto
digiuni, le veglie e tutti i patimenti del- le opere di Dio quanto i peccati degli
1'astinenza. uomini, ignorando che cosa ognuno me-
Si appicca il fuoco ai carri, quando rita di patire e stimando un gran male il
dentro di noi si adempie la parola del Si- fatto che si abbattono edifici destinati a
gnore: Fuoco sono venuto a portare sulla cadere e muoiono esseri soggetti alla
terra, e come vorrei che fosse acceso.' (Le morte.
12, 49). Di questo fuoco confessarono di Agostino,
ardere quei discepoli che dicevano: Non Questioni sull'Ettateuco 6, 16
ci ardeva forse il cuore nel petto, mentre ci
apriva le Scritture? (Le 24, 32). 15
Ecco perché, dunque, si dice che il Giosuè fece come aveva comandato
cavallo è ingannevole per la salvezza (cf. Mosè
Sal 32, 17); lo è, se permettiamo che i
moti del nostro corpo si lascino andare Compimento della Legge
senza freni e non soggioghiamo con Dice la Scrittura: Come gli aveva co-
l'astinenza l'altera sensualità della carne. mandato Mosè, servo del Signore. Con Mo-
Ma se magari qualcuno adesso viene sol- sè si designa qui la stessa parola della Leg-
lecitato alla compunzione da queste pa- ge, come si dice anche nel Vangelo: hanno
role di Dio che stiamo dicendo (cf. At 2, Mosè e i Pro/et~ ascoltino loro (Le 16, 29).
37) e lui, che ieri come cavallo proclive e È la Legge, quindi, che ci comandò di uc-
focoso si lasciava trascinare alla libidine, cidere tutti i re del peccato, quelli che ci
oggi, che ascoltiamo ciò, si pente e ri- istigano a peccare.
converte e pone un freno a se stesso, si Così agt' Gesù, e nulla trasgredì di tut-
distoglie dal peccato e sceglie d'ora in to quello che gli aveva ordinato Mosè. Ab-
poi una vita pur.a e casta, anche per noi biamo detto, secondo una prima linea di
sarà come tagliare i garretti ai cavalli con spiegazione, che tutto quanto stabilisce la
la spada della parola di Dio (Ef 6, 17) Legge di Dio, qui chiamata col nome di
sguainata: con ciò il precetto di Dio sarà Mosè, Gesù lo adèmpie dentro di noi: lui
realizzato in senso più degno che non fa morire i vizi dentro di noi, fa crollare i
col tagliare i garretti ad animali della regni tristissimi del peccato. Dello stesso
razza equina catturati dal bottino del ne- Signore e nostro Salvatore si può però
mico. anche dire che tutto quello che Mosè ave-
Origene, va ordinato nella Legge, Gesù lo fece e
Omelie su Giosuè 15, 3 non trasgredì alcunché. Poiché proprio
La conquista termina (11, 16-23) 93

questo dice l'Apostolo: quando venne la scattarci <lalla maledizione della Legge.
·pienezza dei tempi~ Dio mandò il suo Fi- Gesù stesso poi dice di sé:. Non sono ve-
glio nato da donna, nato sotto la Legge nuto ad abolire la Legge, ma per portarla a
(Gal 4, 4). Se dunque è nato sotto la Leg- compimento .(Mt 5, 17). ·
ge, essendo sotto la Legge adempì tutto Ori gene,
quello che la Legge comandava, per ri- Omelt'e su Giosuè 15, 4

LA CONQUISTA TERMINA

Giosuè si impadronì di tutto questo paese: le montagne, tutto il Ne-


gheb, tutto il paese di Gosen, ·il bassopi·ano, l'Araba e le montagne di
Israele con il loro bassopiano. Dal monte Calak, che sale verso Seir, a Ba-
al-Gad nella valle del Libano sotto il monte Ermon, ·prese tutti i loro re,
li colpì e li mise a morte. (. .. ) Infatti era per disegno del Signore che il lo-
ro cuore si ostinasse nella guerra contro Israele, per votarli allo sterminio,
senza che trovassero grazia, e per annientarli~ come aveva comandato il
Signore a Mosè. (. .. ) Giosuè si impadronì di tutta la regione, come aveva
detto il Signore a Mosè, e Giosuè la diede in possesso ad Israele, secondo
le loro divisioni per tribù. Poi il paese non ebbe più la guerra (11, 16-23) .
Secondo Agostino, forse l'estensione delle conquiste di Giosuè fu limitata a quelle
città contro le quali çombatté e che vengono menzionate nel testo. Le forze del peccato
che operano dentro di noi sono incitate all'attacco affinché vengano distrutte (Origene)
e era per un disegno divino che il cuore dei nemici si indurì contro Issale, affinché fos-
ser~ sterminati (Girolamo). È la provvidenza divina che guidò Giosuè alla sconfitta dei
nemici (Agostino). Conquistando l'intero territorio, Giosuè prefigura Cristo, che cattu-
rò e distrusse ogni peccato e richiamò una moltitudine di fedeli <la ogni parte della terra
(Origene).

19
Cosi' Giosuè si impadronì del paese la frase nel senso che Giosuè, nel fare la
guerra, non assaltò nessuna città senza
L'estensione delle conquiste di Gio- conquistarla, o per lo meno nessuna del-
, le città situate nelle regioni menzionate
sue .
prima restò senza essere conquistata.
Come mai - ci domandiamo - ciò Sono infatti menzionate le regioni in cui
può essere vero dal momento che in se- si trovav·ano le città a proposito delle
guito, né al tempo dei Giudici, né al quali è fatta la seguente ricapitolazione:
· tempo dei Re gli Ebrei poterono conqui- e tutte le conquistò combattendo.
stare assolutamente tutte le cit~à di quei Agostino,
sette popoli? Perciò o si deve intendere Questioni sull'Ettateuco 6, 17
94 Giosuè

20
Il Signore incoraggiò i· loro cuori dare in questo caso come in quello prece-
dente. Ma ora si presenta un altro proble-
Provocazione alla battaglia ma: come mai la Scrittura dice che s'indu-
rì il cuore dei Cananei affinché combattes-
Le forze nemiche che operano il pec- sero contro Israele ·e perciò non meritava-
cato dentro di noi, finché non vengono a no alcuna clemenza? Come se la demenza
provocarci e istigarci a combattere, non si fosse dovuta concedere, se non avessero
le si può uccidere né sterminare. Per que- fatto la guerra> dal momento che Dio ave-
sto motivo dunque si dice che Dio per- va ordinato che non si doveva risparmiare
mette, anzi incita quasi le forze avversarie nessuno di loro e risparmiarono i Gabao-
ad uscire in battaglia contro di noi, affin- niti perché, fingendo di essere venuti da
ché noi accogliamo la vittoria e quelle un paese lontano, avevano ritenuto vero il
trovino la distruzione. loro giuramento (cf. Gs 9). Ma poiché gli
Origene, Israeliti, sebbene contro il comando di
Omelie su Giosuè 15, 5 Dio> mostrarono clemenza spontaneamen-
te verso alcuni popoli, si deve pensare che
la Scrittura dica che i Gabaoniti si erano
L'irresistibile volere di Dio sollevati in armi e di conseguenza non sa-
«Non c'era nessuna città che il Si- rebbero dovuti essere risparmiati e gli
gnore non consegnò ai figli di Israele, ec- israeliti, incuranti del comando di Dio,
cetto forse quelle abitate dai Gabaoniti. non avrebbero dovuto lasciarsi piegare da
Infatti era per disegno del Signore che il quelli alla demenza. Per la verità non si de-
loro cuore si ostinasse nella guerra contro ve credere che ciò sia potuto accadere sot-
Israele, per votarli allo sterminio, senza to la condotta di Giosuè, il quale osserva-
che trovassero grazia, e per annientarli, va scrupolosamente tutti i precetti di Dio.
come aveva comandato il Signore a Mo- Tuttavia nemmeno Giosuè avrebbe potuto
sè». Se è accaduto per volontà del Signo- distruggere tanto presto quei nemici> se
re che Israele non ricevesse o si impe- non gli si fossero opposti tutti insieme di
gnasse per la pace, allora diciamo con comune accordo; in tal modo sarebbe po-
l'Apostolo: «Ma allora, perché ancora tuto accadere che, non essendo stati an-
rimprovera? Chi può infatti resistere al nientati da Giosuè, che si preoccupava di
suo volere?» (Rm 9, 19). adempiere gli ordini di Dio, sarebbero po-
Girolamo, tuti rimanere fino al tempo in cui, dopo la
Dialogo contro i Pelagt'ant' l, 38 morte di Giosuè, avrebbero potuto avere
salva la vita da coloro che non adempiva-
no i comandi di Dio con tanta cura. Poiché
anche mentre egli era ancora in vita rispar-
Un giudizio divino miarono alcuni popoli sottomettendoli so-
Qui abbiamo l'espressione: per meuo lo al loro potere; alcuni altri invece non
del Signore avvenne che il loro cuore st' rin- poterono neppure vincerli. Tuttavia questi
forzasse, cioè si ostinasse il loro cuore, co- fatti non avvennero sotto il comando di
me si legge del Faraone (cf. Es 7, 3.22; 8, ·Giosuè, ma quando, già vecchio, non si oc-
19). Ora, quando Dio abbandona e se ne cupava più della guerra ma solo distribui-
impossessa il nemico, non si deve dubitare va le terre agli Israeliti, di modo che essi,
affatto che la sua condotta è giusta e ispi- quando Giosuè non faceva più la guerra,
rata da un disegno misterioso della sua sa- occupavano le terre loro distribuite, in
pienza. Tale è la spiegazione della frase da parte già sgombre dei nemici, in parte con-
La conquista termin(l (11, 16-23) 95

quistate guerreggiando. Inoltre che gli me del Signore nostro Gesù Cristo (1 Cor
Israeliti non furono in grado di vincere al- 6, 11).
cuni popoli, apparirà senz'altro da alcuni In questo senso, dunque, è detto" che
passi della Scrittura che fu voluto dalla di- tutti durante la guerra furono presi, tutti
vina provvidenza. sterminati, perché il Signore aveva fatto
Agostino, indurire il loro cuore, per andare in batta-
Questioni sull'Ettateuco 6, 18 glia contro Israele ed essere sterminati.
Origene,
Omelie su Giosuè 15, 5
23
Giosuè si impadronì di tutta la re-
gione
Conquista e riposo
Ogni genere di peccato
Io non vedo che Gesù, figlio di Na-
Non ha detto che Gesù durante la ve, ha preso tutta la terra: quanta terra
guerra alcuni li prese, altri no. Li prese poté prendere occupando la sola Giu-
tutti, cioè li catturò e massacrò tutti. Ef- dea? Invece nostro Signore Gesù fu lui a
fettivamente il Signore Gesù ha purifica- prendere veramente tutta la terra, poiché
to ogni sorta di peccato, li ha distrutti tut- da tutto il mondo e da tutte le nazioni ac-
ti. Tutti, infatti, eravamo insensati: incre- corre a lui la moltitudine dei credenti.
duli, traviati: schiavi di varie passioni: vi- La Scrittura, dopo aver detto: Gesù
vendo nella malvagità e nell'insidia, degni prese tutta la terra, aggiunge: E la terra si
di odio e odiandoci a vicenda (Tt 3, 3 ). riposò dalle guerre. Come potrà apparire
Avevamo tutto, qualunque genere di pec- vero dire, riguardo a Gesù figlio di Nave,
cato che si trova negli uomini prima che che la terra si riposò dalle guerre, dal mo-
arrivino alla fede. Ben detto, quindi, che mento che ai suoi tempi le guerre non ces-
Gesù uccise tutti quelli che erano usciti sarono quasi mai? Ma ciò si realizza solo
in guerra. Perché non c'è nessuna specie col mio Signore Gesù Cristo. Infatti consi-
di peccato tanto grande, alla quale Gesù dera te stesso: sei venuto a Gesù, median-
non sia superiore, lui che è il Verbo e la te la grazia del battesimo hai ricevuto da
Sapienza di Dio (cf. 1 Cor l, 24). Su tut- lui la remissione dei peccati, in te la carne
to egli trionfa, su tutto vince. non combatte più contro lo spirito né lo spi-
Non crediamo poi che ogni genere rito contro la carne (Gal 5, 17), nella tua
di peccato viene tolto quando veniamo terra sono finite le guerre, a condizione
al lavacro di salvezza? Questo infatti è che porti nel tuo corpo la morte di Gesù (2
ciò che indica l'apostolo Paolo quando, Cor 4, 10), in modo che col cessare di tut-
dopo aver enumerato tutti quanti i gene- te le lotte dentro di te, tu diventi pacifico e
ri di peccato, alla fine aggiunge: E tait' sei chiamato figlio di· Dio (Mt 5, 9).
eravate voi: ma siete stati" lavat~ siete sta- · Origene,
ti sa'!tzficati, siete stati giustificati nel no- Omelie su Giosuè 15, 7
96 Giosuè

I RE VENGONO SCONFIITI

Questi sono i re del paese, che gli' Israeliti sconfissero e del cui territo-
rio entrarono in possesso, oltre il Giordano, ad oriente) dal fiume Arnon al
monte Ermon, con tutta l'Araba orientale. Sicon, re degli Amorrei che abi-
tavano in Chesbon; il suo dominio cominciava da Aroet; situata sul margi-
ne della valle del torrente Arnon, incluso il centro del torrente, e compren-
deva la metà di Galaad fino al torrente Iabbok, lungo il confine dei figli di
Ammon (. .. ). Inoltre O~ re di Basan (. .. ). Mosè, servo del Signore, e gli
Israeliti li avevano sconfitti e Mosè, servo del Signore) ne diede il possesso
ai Rubeniti: ai Cadi# e a metà della tribù di Manasse. Questi sono i re del
paese che Giosuè e gli Israeliti sconfissero, al di qua del Giordano (... ): il re
di Gerico, uno; il re di Ai: che è presso Betel uno; il re di Gerusalemme,
uno; il re di Ebron, uno; il re di Iarmut, uno; il re di Lachis, uno; (...) il re
di Tirza, uno. In tutto trentun re (12, 1-24).
Mosè e Giosuè compresero il senso anagogico delle azioni da loro compiute (Origerie).

1 24
- Trentuno re le che vengono dalle loro labbra» e han-
no portato la conoscenza sulle loro lab-
L'ombra di realtà superiori bra. È chiaro che Mosè vide nella sua
mente la verità della Legge e i significati
E se «una mente saggia comprende- allegorici legati al senso anagogico delle
rà le parole che vengono dalla sua bocca storie da lui ricordate, e che Giosuè com-
e sulle sue labbra ~scolterà la conoscen- prese la vera distribuzione della terra
za» (Prv 16, 23), dobbiamo dichiarare in che avvenne dopo la sconfitta dei venti-
modo sconsiderato che i profeti non era- nov~ re, dal momento che poteva vedere
no saggi se non hanno compreso <<le pa- meglio di noi che le cose compiute attra-
role che vengono dalla loro bocca», o verso di lui erano I' ombra di determina-
dobbiamo ammettere che i profeti erano te realtà.
saggi perché hanno ricevuto ciò che è Origene,
giusto e vero, hanno compreso «le paro- Commento al vangelo di· Giovanni 6, 21-22

LA DIVISIONE DELLA TERRA

Quando Giosuè fu vecchio e avanti negli ann~ il Signore gli disse: «Tu
sei diventato vecchio, avanti negli anni e rimane molto territorio da occupa-
re. Questo è il paese rimasto: tutti i distretti dei Fz"listei e tutto il territorio
La divisione della terra (13, 1-14) 97

dei Ghesuritz: dal Sicot; che è sulla frontiera dell'Egitto, fino al territorio di
Ekron, al norct che è ritenuto cananeo, i cinque principati dei Filistei: quel-
lo di Gaza, di Asdoct di Ascalon, di Gat e di Ekron,· gli Avviti.al mezzogior-
no; tutto il paese dei Cananei, da Ara che è di quelli di Sidone, fino ad Afek,
sino al confine degli Amorrei,· il paese di quelli' di Biblos e tutto il Libano ad
oriente, da Baal-Gad sotto il monte Ermon fino all'ingresso di Amat. Tutti
gli abitanti delle montagne dal Libano a Misrefot-Maim, tutti quelli di Sido-
ne, io li scaccerò davanti agli Israeliti. Però tu assegna questo paese in pos-
sesso agli Israeliti, come ti ho comandato. Ora dividi questo paese a sorte al-
le nove tribù e a metà della tribù di Manasse». Insieme con l'altra metà di
Manasse, i Rubeniti e i Caditi avevano ricevuto la loro parte di eredità, che
Mosè aveva data loro oltre il Giordano, ad oriente, come aveva concesso lo-
ro Mosè, servo del Signore. (. ..)Soltanto alla tribù di Levi non aveva assegna-
to eredità: i sacrifici consumati dal fuoco per il Signore, Dio di Israele, sono
la sua eredità, secondo quanto gli aveva detto il Signore (13, 1-14).
Il riferimento all'età avanzata di Giosuè riguarda non l'età fisicamente intesa, ma la ma-
turità e la dignità del personaggio, dal momento che prefigura Gesù, capo di tutte le cose.
La terra che rimane è quella terra che sarà occupata con il secondo avvento di Cristo. I Si-
donii che vengono sterminati alludono alle potenze avverse, mentre i Leviti sono gli eredi
della sapienza (Origene).

1
Giosuè era il pi~ avanzato negli anni questo mondo vissero molti più anni de-
gli altri? .
Pienezza dei giorni Ora però vediamo che la Scrittura
non presenta nessuno di loro col nome
· Altri osservatori prima di noi hanno di «presbitero» o «anziano»; invece nelle
notato nelle Scritture che i «presbiteri>> o sante Scritture il primo ad essere chiama-
«anziani» non sono chiamati così in base to presbitero o anziano è Abramo (cf.
al fatto che hanno vissuto una vita longe- Gn 18, 11-12), lui che visse una vita di
va, ma sono ornati da tale titolo veneran- gran lunga più breve (dei precedenti).
do per la maturità di pensiero e la gravità Inoltre, il Signore disse a Mosè: Scegliti
della vita, tanto più che al termine anzia-. · da tutto t'l popolo dei presbiter~ di cui tu
no si aggiunge lespressione seguente: pie- sappia bene che sono presbiteri (Nm 11,
no di giorni (Gn 35, 29). Se infatti sem- 16). Ma osserva pure tu, o uditore, se in
brasse bene chiamare uno «presbitero» o tutta la Scrittura possa trovare da qual-
«anziano» per la lunga durata della vita, a che parte che questo appellativo «anzia-
chi altro converrebbe maggiormente at- no e pieno di giorni», venga attribuito ad
.· tribuire questo nome, se non per primo un peccatore 10.
ad Adamo, e di certo a Matusalemme o a Origene,
Noè, dei quali è detto chiaramente che in Omelie su Giosuè 16, 1

10 Cf. quanto detto a proposito della nascita del Battista in Omelie su Luca 9, 3 .
98 Giosuè

Capo di tutte le cose e con ciò riceva tutti quanti in eredità.


Dice: Questa è la terra, che è stata la-
sciata: tutti i territori dei Filistei e altri
Poiché invero abbiamo stabilito che moltissimi dati che seguono. Per quanto
ciò che si dice di Gesù lo riferiamo anche riguarda i nostri témpi, restano ancora
al nostro Signore e Salvatore, chi si può molte cose, e vediamo che non ancora
intendere così vecchio, più anziano e esse sono state poste sotto i piedi di Ge-
avanti negli anni al pari di Lui che è il sù, lui che le deve conquistare proprio
prindpio, il prt'mogenito di ogni creatura tutte. (. .. )
(Col l 18.15)? Per questo forse egli solo Da ciò risulta che nel secondo av-
è dett~ vecchio in senso vero e pieno, lui vento Gesù occuperà questa molta terra
prima del quale non c'era nessuno. · che rimane. Ma intanto beati coloro che
Anche se dunque ci sono alcuni che già nel suo primo awento si lasciarono
nelle Scritture vengono chiamati anziani, assoggettare: costoro saranno veramente
vecchi e pontefici, tuttavia il Signore Ge- favoriti, perché nonostante la resistenza
sù come fra i pontefici è il principe dei di molti awersari e gli attacchi di molti
po~tefici (Eb 4, 14), come tra i pastori è il nemici, si prendono con lotta armata la
principe dei· pastori' (1 Pt 5, 4), c?sì anch~ loro parte di terra promessa.
tra gli anziani deve essere considerato il Origene,
principe degli anziani, tra i vescovi il Omelie su Giosuè 16, 3
principe dei vescovi: qualunque titolo ci
sia degno di onore, dobbiamo credere
che il Salvatore lo abbia come primo e 6
Li scaccerò davanti agli Israeliti
principe, perché Egli è il capo di tutte le
cose (cf. 1 Cor 11, 3; E/ 4, 15). Potenze avverse
· Origene,
Omelie su Giosuè 16, 2 Poi, dopo una lunga enumerazione
di nazioni, soltanto a proposito dei Sido-
nii il Signore ha detto: Sterminerò tutti i
2
La terra ché rimane Sldonii davanti ai figli d'Israele.
Sono stati menzionati i Cananei, so-
La seconda venuta no stati menzionati coloro che sono di
fronte all'Egitto (cf. Gs 13, 3) e coloro
Orbene, tu che ascolti, seguimi attra~ che sono nel territorio di Accaron e della
verso la sottile trama della parola e ti mo- sinistra dei fiumi e altre numerose popo-
strerò come anche nel secondo awento lazioni. Solo dei Sidonii il Signore dice
Egli occupa questa terra, di cui ora vien che li sterminerà.
detto a Gesù che ne è stata lasciata anco- Ora, Sidonii significa, come già detto,
ra molta. Ascolta ciò che dice Paolo: Biso- cacciaton·il. Chi dobbiamo dunque inten-
gna infatti che .Egli regni finché non ~bbia_ dere per questi perversi cacciatori, che
posto tutti t' suoi nemici a sgabello dez suoi Dio sterminerà, se non le potenze awerse,
piedi (1 Cor 15, 25; Sal 109 [110], 1). È di cui dice il profeta: hanno teso lacci ai
questa, quindi, la te:ra, di cui si dice. c~e miei piedi (Sa! 56~ 7)? Sono i lacci, con cui
ne è rimasta molta, fino a quando tuttz sia- dare caccia e indurre con inganno le ani-
no posti completamente sotto i suoi piedi, me al peccato. Il Signore, dunque, li ster-

1t Cf. Omelie su Giosuè 14, 2.


I:assegnazione dei territori oltre il Giordano (14, 1-5) 99

minerà, affinché una volta morti questi no profondo, vediamo·se per caso la figu-
cacciatori non essendoci più alcuno che ra dei sacerdoti e leviti non mostri velata-
tenda lacci e reti per far cadere le anime in mente questa realtà: in tutto il popolo -
peccato, ognuno allora riposi sotto la sua intendo dire il popolo dei salvati -, la
vite e sotto z'l suo fico (Mie 4, 4) 12. maggioranza indubbiamente, la parte di
Origene, gran lunga più numerosa e di quelli che
Omelie su Giosuè 16, 4 credendo semplicemente, piace al Signore
col timor di Dio, le opere buone, costumi
onesti e azioni decenti; pochi e assai rari
14
Nessuna eredità pe'r Levi sono invece quelli che s'impegnano nella
sapienza e scienza, conservano la loro ani-
L'eredità della sapienza ma casta e pura, coltivano i loro animi con
tutte le più splendide virtù e così per gli
Ai Leviti intanto né Mosè né Gesù altri che sono più semplici, attraverso il
diede alcuna eredità: il Signore Dio, lui dono dell'insegnamento illuminano il
stesso è la loro eredt'tà (cf. Gs 13, 14.33). cammino per il quale avanzano e perven-
Cosa pensare, in proposito, se non che gono alla salvezza. Questi, probabihnente,
nella ·chiesa del Signore ci sono alcuni i vengono qui designati col nome di Leviti
quali precedono per virtù di animo e gra- e sacerdoti, mostrandoci che loro eredità è
zia di meriti tutti gli altri e per i quali è il Signore stesso, la Sapienza che essi han-
detto che il Signore stesso è loro eredità? no amato più degli altri beni 13.
Ma se è permesso essere audaci in ta- Origene,
li argomenti e schiudere un po' dell'arca- Omelie su Giosuè 17, 2

[L'EREDITÀ DI RUBEN (13, 15-23)]


t•

[LE EREDITÀ OLTRE IL GIORDANO (13, 24-33)]

L'ASSEGNAZIONE DEI TERRITORI OLTRE IL GIORDANO

Questo invece ebbero in.eredità gli Israeliti nel paese di Canaan: lo as-
segnarono loro in eredità il sacerdote Eleazaro e Giosuè, figlio di N un, e i
capi· dei casati delle tribù degli Israeliti'. La loro eredità fu stabt'lita per sor-
te) come aveva comandato il Signore per mezzo di Mosè, per le nove tribù e
per la mezza tribù; infatti' Mosè aveva assegnato t eredità di due tribù e del-
la mezza tribù oltre il Giordano; ai Leviti non aveva dato alcuna eredità in
mezzo a loro; però i figli di Giuseppe formano due tribù, Manasse ed

12 Cf. Omelie su Giosuè 19, 1; 21, 2; Omelie sui Numeri 22, 4.


13 Per il tema del riposo nella Sapienza in connessione con la visione/accia a faccia, il rimando in-
terno è a Omelie su Giosuè 6, 1.
100 Giosuè

Efraim, mentre non si diede parte alcuna ai Leviti del paese, tranne le città
dove abitare e i loro contadi per i loro greggi e gli armenti. Come aveva co-
mandato il Signore a Mosè, così fecero gli Israeliti e si divisero il paese (14,
1-5).

Come la legge è l'ombra della vera legge, così la ripartizione della Giudea riproduce una
divisione celeste. La distribuzione dell'eredità prima a Mosè e poi a Giosuè illustra il piano
salvifico stabilito da Dio per ebrei e cristiani (Origene). La divisione storica della terra allu-
de alla ripartizione di gradi nella Chiesa cdeste (Girolamo).

5
i- La distribuzione del territorio (cf. Gs 13, 8ss.; 14, lss.) mentre tutti gli
altri ricevono l'eredità da Gesù.
Imitazione e ombra di una riparti- Già abbiamo detto precedentemen-
zione celeste te, in proposito, in che modo coloro che
erano piaciuti a Dio mediante la Legge,
Come coloro che accolgono la Legge precedendo nel tempo coloro che me~
rendono servizio ali' ombra e al!'imitazio- diante la fede in Gesù giungono alle pro-
ne di realtà celesti (Eb 8, 5), essendo la messe, non conseguano ancora quello
legge un'ombra della vera Legge, così che è perfetto, ma aspettano coloro che
quelli che ripartiscono l'eredità della ter- dopo di loro piaceranno a Dio in un tem~
ra in Giudea seguono l'imitazione e l'om- po sl differente, ma in un'unica fede, co-
bra di una ripartizione celeste. C'era dun- me dice l'Apostolo: perché essi non otte~
que nei cieli una realtà e sulla terra la sua nessero la perfezione senza di noi (Eh 11,
ombra e la sua imitazione. E finché sulla 40) 14.
terra esisteva questa ombra, c'era una Origene,
Gerusalemme terrestre, c'era un altare, Omelie su Giosuè 17, 2
c'era un culto visibile, gran sacerdoti e sa-
cerdoti; esistevano città e paesi della Giu-
dea e tutto quanto si trova ora descritto Prefigurazione della Chiesa celeste
in questo libro.
Origene, L'intera divisione della terra di Giu-
Omelie su Giosuè 17, 1 da tra le tribù prefigura la spartizione
della Chiesa celeste. Leggiamo il libro di
Giosuè, il figlio di Nun, o i capitoli con-
Due divisioni dell'eredità clusivi di Ezechiele, e vedremo che la di-
visione storica della terra come è raccon-
La Scrittura riferisce dunque che si tata da uno, trova una controparte nelle
fece una prima e una seconda divisione promesse celesti e spirituali dell'altro.
dell'eredità: la prima da Mosè, la seconda Qual è il significato dei sette e degli otto
__:.quella più importante - da Gesù. Mosè scalini nella descrizione del tempio (cf.
stabilisce che la proprietà oltre il Giorda- Ez 40, 20-37)? O ancora, qual è il senso
no venga distribuita a Ruben, all~.tribù di riposto nel fatto che nel Salterio, dopo
Gad e alla metà della tribù di Manasse l'alfabeto mistico sviluppato dal salmo

14 Cf. Omelie su Giosuè 3, 2.


Il ricordo della promessa di Mosè (14, 6-12)] 101

centodiciotto, arriviamo in quindici scali- tanto una veste di lino, e non hanno la ve-
ni al punto in cui cantiamo: «Ecco, bene- ste elegante, ricamata d'oro, blu, porpora
dite il Signore, voi tutti, servi del Signore; e scarlatto? I sacerdoti e i Leviti di grado
voi che state nella casa <lei Signore, nei inferiore si occupavano dei buoi e dei car- ·
cortili della casa <lel nostro Dio» (Sai 133, ri; quelli del livello superiore portavano
1 LXX)? Perché due tdbù e mezza risie- sulle spalle l'arca del Signore. Se tu aboli-
dono nell'altro lato del Giordano, un ter- sci le gradazioni del tabernacolo, del tem-
ritorio ricco di armenti, mentre le rima- pio, della chiesa, se, per usare un'espres-
nenti nove tribù e mezza scacciarono i sione comune nel linguaggio militare, tut-
vecchi abitanti dai loro possedimenti op- ti quelli sul lato destro devono essere «al-
pure vi abitarono cori loro? Perché latri- lo stesso livello», allora i vescovi non han-
bù di Levi non riceve nessuna porzione no senso, i sacerdoti e i diaconi sono inu-
della terra, ma po~siede il Signore come tili. Pe~ché le vergini resistono? Le vedo-
sua eredità (cf. Nm 18, 20)? E perché tra ve faticano? Perché le donne sposate pra-
i sacerdoti e i Leviti, soltanto il sommo ticano la continenza? Pecchiamo tutti, e
sacerdote entrava nel santo dei Santi, do- quando un giorno ci siamo pentiti, saremo
ve c'erano i Cherubini e risiedeva la gra- allo stesso livello degli apostoli.
zia del Signore (cf. Lv 16, 2; Eb 9, 7)? . Girolamo,
Perché gli altri sacerdoti indossano sol- Contro Gioviniano 2, 34

IL RICORDO DELLA PROMESSA DI MosÈ

Si presentarono allora i figli di Giuda da Giosuè a Galgala e Caleb) fi-


glio di le/unne, il Kenizzita gli disse: «Tu conosci la parola che ha detto il
Signore a Mosè, t uomo di Dio, riguardo a me e a te a Kades-Barnea. Avevo
quarant)anni quando Mosè, servo del Signore, mi inviò da Kades-Barnea a
esplorare il paese e io gliene rtferii come pensavo. I compagn~· che vennero
con me scoraggiarono il popolo, io invece fui pienamente fedele al Signore
Dio mio. Mosè in quel giorno giurò: Certo la terra, che ha calcato il tuo pie-
de, sarà in eredità a te e ai tuoi figli: per sempre, perché sei stato pienamen-
. te fedele al Signore Dio mio» (. .. ) (14, 6-12).
Dio premia con la salvezza chi sceglie la virtù (Ambrogio).

69
" Caleb ricorda la promessa di Mosè ricevessero la promessa eredità di quel
paese i fanciulli e le donne che non aveva-
La scelta della virtù conduce alla no mormorato o erano scusabili per il ses-
salvezza so e l'età. Tutti coloro che avevano dai
Tuttavia (il Signore) stabilì che, quale . vent'anni in su lasciarono i loro corpi nel
penna della loro incredulità, non entrasse- deserto; ma la pena degli altri fu differita.
ro in quella terra che avevano rifiutato, ma Coloro invece che, saliti con Giosuè, ave-
102 Giosuè

vano creduto di dover sconsigliare l'im- re. La sentenza divina approyò quelli che
presa, morirono immediatamente di una pensavano che l'onesto fosse da preferirsi
piaga maligna; Giosuè, invece, e Caleb, in- all'utile; condannò coloro per i quali ave-
sieme a coloro che per età o sesso erano vano maggior peso .le cose che sembrava-
senza colpa, entrarono nella tena promes- no utili alla salvezza piuttosto che l'onestà.
sa (cf. Nm 14, 26-38). La parte migliore Ambrogio,
preferì la gloria; la peggiore, la vita ali' ono- I doveri 3, 8, 55-56

L'EREDITÀ DI CALEB

Giosuè lo benedisse e diede Ebron in eredità a Caleb, figlio di le/unne.


Per questo Caleb, figlio di le/unne, il Kenizzita, ebbe in eredità Ebron fino
ad ogg~ perché pienamente fedele al Signore, Dio di Israele. Ebron si chia-
mava prima Kiriat-Arba: Arba era stato l'uomo più grande tra gli' Anakiti.
Poi il paese non ebbe più la guerra (14, 13-14).
Caleb è ognuno che si occupa dei pensieri divini e tutto compie con sapiente ragione-
volezza impegnandosi nella battaglia dialettica in difesa della verità. Riceve in eredità He-
bron perché comprende la vera natura delle unioni di Abramo e Sara, Isacco e Rebecca,
Giacobbe e Lia (Origene).

13 14
- Giosuè dà Ebron in eredità a Caleb Quanto a suo padre Iefunne, il suo
nome vuol dire conversione. Questo Ca-
Caleb, figlio di Iefunne leb è perdò figlio della conversione. Co-
sa significa ciò, se non che, convertito a
Vediamo chi è che ricevette per pri- Dio, produce un tale frutto, da generare
mo leredità da Gesù: Caleb - dice la un figlio, che è il cuore? Dunque, Caleb è
Scrittura - figlio di le/unne. Costui infat- ognuno che si occupa dei pensieri divini
ti chiede per primo, e chiede con argo- e tutto compie con sapiente ragionevo-
menti e parole, che sono riportate; paro- lezza.
le che possono istruire in ordine allçi sal- Origene,
vezza anche noi. Omelie su Giosuè 18, 2
In primo luogo, Caleb significa come
il cuore. Chi è dunque «come il cuore», se
non colui il quale in tutto dedica il suo La battaglia dialettica in difesa della
impegno al pensiero; colui che non è
verità
chiamato col nome di un membro qual-
siasi del corpo della Chiesa, se non con Così dunque anche adesso questo
quello che in noi è il più eccellente, il saggissimo Caleb si pone in presenza di
cuore: vale adire colui che compie tutto Gesù e promette di avere vigore p er la
con ragione e prudenza, e tutto dispone guerra e di essere pronto alla battaglia;
come se non ci fosse altro che il cuore? perciò chiede per così dire il permesso di
I:eredità di Giuda (15, 1-12) 103

poter discutere, per affrontare i ragiona- dal patriarca Abramo si trova in questa
menti di questo mondo, coloro che affer- città nella quale riposano le coppie dei
mano il falso al posto della verità, in modo padri e i loro resti, cioè di Abramo e Sa-
da confutare, vincere, abbattere tutta la ra, Isacco e Reb~cca, Giacobbe e Lia.
costruzione delle loro false affermazioni. Dunque Caleb meritò di ricevere in
È per questo poi che, nel constatare eredità i resti dei suoi padri, indubbia-
la sua prontezza, Gesù - dice la Scrittu- mente perché grazie alla sapienza che era
ra - lo benedice: benedice cioè il fatto che in lui, sapienza che lo teneva.in vigore sia
osi esprimere tali desideri. sotto la guida di Mosè che sotto la guida
Anche tu, se vuoi impegnarti negli di Gesù, egli aveva compreso la ragione
studi, meditare sapientemente la legge di di tale unione e aveva penetrato i motivi
Dio, divenire cuore nella legge di Dio, sei per cui lì con Abramo giacesse solo Sara,
in grado di rovesciare queste città grandi e non meritasse di essere associata a lui
e fortificate, cioè le affermazioni della né Agar né Ketura; per quale motivo si
menzogna, perché pure tu meriti di esse- vedesse solo Lia giacere con Giacobbe, e
re benedetto da Gesù e ricevere da lui
non fosse unita a lui nel sepolcro né Ra-
Ebron.
chele, che pure era stata amata di più, né
Origene,
alcuna altra concubina.
Omelie su Giosuè 18, 3
,.,
E dunque lui, il prudente e saggio
Caleb, riceve l'eredità nei ricordi dei suoi
padri. A lui Gesù assegna Ebron, la capi-
L'eredità di Caleb
tale della stirpe degli Anakiti; e questa di-
Ebron vuol dire unione o matrimo- venta la sua parte fino ad oggi.
nio 15. Con ciò, forse, può esserci indica- · Origene,
to il fatto che la duplice grotta comprata Omelie su Giosuè 18, 3

L'EREDITÀ DI GIUDA

La porzione che toccò in sorte alla tribù deifigli di Giuda, secondo le lo-
ro famiglie, si trova ai confini di Edom, dal deserto di Sin verso il Negheb,
alP estremo sud. Il loro confine a mezzogiorno cominciava alla parte estrema
del Mar Morto, dalla punta rivolta verso mezzodt~ poi procedeva a sud del-
a
la salita di Akrabbim) passava per Sin e risaliva sud di Kades-Barnea; pas-
sava poi da Chezron, salt'va ad Addar e girava verso Karkaa; passava poi da
Azmon e raggiungeva il torrente d'Egitto e faceva capo al mare. Questo sa-
rà il vostro confine meridionale. A oriente il confine era costituito dal Mar
Morto fino alla foce del Giordano. Dal lato settentrionale il confine partiva
dalla lingua di mare presso la foce del Giordano, saliva a Bet-Ogla e passa-

I5Cf. Omelt'e su Giosuè 13, 2 .


104 Giosuè

va a nord di Bet-Araba e salz'va alla Pi.etra di Bocan, figlio di Ruben. Poi il


confine saliva a Debit; per la valle di Acor e, a nord, girava verso le curve,
che sono difronte alla salita di Adummin, a mezzogiorno del torrente; pas-
sava poi· alle acque di En-Semes e faceva capo a En-Roghel. Saliva poi la val-
le di Ben-Innom a sud del fianco dei Gebusei, cioè di Gerusalemme; poi il
confine saliva sulla vetta della montagna che domina la valle di Innom ad
ovest ed è alla estremità della pianura dei Refaim, al nord. Poi il confine pie-
gava dalla vetta della montagna verso la fonte delle Acque di Neftoach e
usciva al monte E/ron; piegava poi verso Baala, che è Kiriat-Iearim. Indi il
confine girava da Baala, ad occidente, verso il monte Seir, passava sul pen-
dio settentrionale del monte Iearim, cioè Chesalon, scendeva a Bet-Semes e
passava a Timna. Poi il confine raggiungeva il pendio settentrionale di
Ekron, quindi piegava verso Si.ccaron, passava per il monte Baala, raggiun-
geva Iabneel e terminava al mare. La frontiera occidentale era il Mar Medi·-
terraneo. Questo era da tutti i lati il confine dei figli di Giuda, secondo le
loro /amiglz'e (15, 1-12).
La divisione della terra promessa va intesa in senso allegorico. Chiunque vuole entrare
nella parte dei figli di Giuda occorre che passi prima attraverso il mare salato, nel senso che
superi i flutti e i turbini di questa vita, sfugga a tutto ciò che, a causa della sua incerte'.lza e
caducità, è paragonato ai flutti del mare, perché possa pervenire alla terra di Giuda e acce-
dere alla fonte del sole (Origene).

1
I confini della tribù di Giuda Il deserto delle tentazioni
Dopo ciò, la Scrittura dice: Dalle col-
Le realtà terrestri
line che si estendono verso l'Occidente>· e
I confini di Giuda, dice il testo, se- di là si sale dall'Occidente fino a Kades
condo le loro famiglie, furono fissati a par- Barne. Così (la terra) si estende dall'Occi-
tire da quellt" dell'Idumea, dal deserto di dente fino all'Occidente cli Kades. Questi
Sin verso Occidente. sono i loro confini dalla parte dell'Africa;
Idumea, come spesso già abbiamo e di là ci si volge fino alla Valle d'Egitto.
detto, significa terrestre 16. I confini della Vedi come nelle regioni dell'Occidente la
Giudea dunque vengono subito dopo le Scrittura menzioni l'Africo, l'Egitto ed il
realtà terrestri. Ma, dice il testo, anche ponente? Di certo, perché ognuno sappia
dal deserto di Sin, sin vuol dire tentazio- che deve attraversare e uscire da tutte
ni 11. I confini dell'eredità della Giudea queste zone, per poter finalmente giunge-
vengono subito dopo le tentazioni. re alla tribù regale, della quale l'Apostolo
Origene, dice: È noto che il Signore nostro Dio è
Omelie su Giosuè 19, 2 germogliato da Gt.uda (Eb 7, 14).

16 Cf. Origene, Omelie sui Numen· 18, 4.


11 Cf. ibid. 27 1 12.
Caleb entra z·n possesso della propria terra (15, 13-19) 105

Il deserto di Sin è ai confini dell'Idu- tificazione. Le frontiere di Giuda giungo-


mea. Poco sopra abbiamo detto che Sin no dunque fino alla santificazione.
significa tentazioni: occorre dunque che Origene,
noi attraversiamo il deserto delle tenta- Omelie su Giosuè 19, 3
zioni, perché così possiamo raggiungere
l'eredità dei figli di Giuda.
Origene, Ho I confini orientali e settentrionali
Omelie su Gt'osuè 19, 3
La città del sole
24
Il confine meridionale Chiunque vuole entrare nella parte
dei figli di Giuda occorre che passi prima
Camminare sugli scorpioni ,. attraverso il mare salato, nel senso che su-
Dobbiamo fare la salita delle colline peri i flutti e i turbini cli questa vita, sfug-
di Acrabin. Acrabin significa scorpioni. ga a tutto ciò che, a causa della sua incer-
Dobbiamo dunque attraversare e cammi- tezza e caducità, è paragonato ai flutti del
nare anche sugli scorpioni; sono indub- mare, perché possa pervenire alla terra di
biamente 'quelli di cui il Salvatore dice: Giuda e accedere alla fonte del sole. Ora,
Ecco, io vi ho dato il potere di camminare qual è questa fonte del sole e di quale so-
sopra i serpenti e gli scorpioni (Le 10, 19). le si tratta? Certamente è quel sole cli cui
Chi perciò desidera intensamente entrare sta scritto: Per voi che temete il mio nome
nell'eredità della tribù di Giuda deve sorgerà il sole di giustizia (Ml 3, 20).
compiere queste salite e calpestare e met- Se prima uscirai dal mare salato, tro-
tere in fuga gli scorpioni che fanno resi- verai in terra cli Giuda la sorgente di que-
stenza. Perciò ritengo che anche Ezechie- sto sole. E qual è questa fonte? Quella,
le facesse questo cammino, quando il Si- certamente, della quale Gesù diceva: Se
gnore gli diceva: Figlt'o dell'uomo, ti tro- uno· berrà del!'acqua che lo gli do, questa
verai in mezzo a scorpioni (Ez 2, 6). diventerà in lui fonte di acqua che zampil-
Origene, la per la vita eterna (Cv 4, 14). Hai trova~
Omelie su Giosuè 19, 3 to, dunque, la fonte di questo sole tale
quale l'abbiamo descritta? Hai trovato
anche la sua città. Lì, secondo la Scrittu-
Fino alla santificazione ra, si trova anche una città del sole.
· Origene,
I confini, dice la Scrittura, giungono Omelle su Giosuè 19, 4
fino a Kades. Kades significa santo o san-

CALEB ENTRA IN POSSESSO DELLA PROPRIA TERRA

A Caleb figlio di I e/unne fu data una parte in mezzo ai figli' di Giuda, se-
condo l'ordine del Signore a Giosuè: fu data Kiriat-Arba, padre di Anak, cioè
Ebron. Caleb scacciò di là i tre figli di Anak, Sesaz: Achiman e Talmaz: discen-
denti di Anak. Di là passò ad assalt're gli abitanti di· Debir. Si chiamava Debir
Kiriat-Se/er. Disse allora Caleb: «A chi colpirà Kiriat-Se/er e se ne impadroni-
106 Giosuè

rà, io darò in moglie Acsa, mia figlia». Se ne impadronì Otniel figlio di Kenaz,
fratello di Caleb; a lui diede in moglie sua figlia Acsa. Quand'essa arrivò pres-
so il marito, questi" la persuase a chiedere un campo al padre. Allora essa smon-
tò dall'asino e Caleb le disse: «Che/ai?». Gli disse: «Concedimi un favore. Poi-
ché tu mi hai dato il paese del Negheb, dammi anche airone sorgenti d'acqua».
Le diede allora la sorgente superiore e la sorgente inferiore (15, 13-19).
Caleb ha allegoricamente ricevuto la capitale della vana umiltà, è questa che distrugge
Caleb e sono i figli d~lla vana umiltà che stermina. Otonid che conquista "la città delle let-
tere" rappresenta colui che distrugge la "lettera che uccide" (Origene).

13 14
· Caleb scaccia i figlt' di· Anak I figli dell'umiltà vana

La capitale della vana umiltà Ma chi sono questi figli della vana
umiltà, sterminati da Caleb? Il primo è
In primo luogo dunque esaminiamo Sesai, che significa fuori di me, cioè fuori
perché Caleb ricevette la capitale, quella del santo, poiché il figlio della vana umil-
che prima tra tutte le altre è designata co- tà è fuori di tutto ciò che è santo, anzi è
me capitale nella terra promessa, e inoltre proprio fuori di Dio. Il secondo è Achi-
la capitale di Anac. Anac significa vana man, che significa mio fratello fuori dalla
umiltà o nsposta vana. Caleb ha perciò ri- sapienza. Infatti tutti i fratelli che nasco-
cevuto la capitale della vana umiltà. I.:una no da vana umiltà è certo che sono anche
lodevole, della quale il Salvatore dice: Im- lontani dalla sapienza. Il terzo è Talmai,
parate da me che sono mite e umile dt" cuo- che significa precipizio e sospensione, il
re e troverete riposo per le vostre anime (Mt che indica che in lui non c'è alcuna stabi-
11, 29). Di questa umiltà è stato anche det- lità, ma tutto vacilla e sprofonda nel-
to: Chiunque si umilia sarà esaltato (Le 14, !' abisso.
11), e altrove: Umiliatevi sotto la potentt"s- Origene,
sima mano di Dio (1Pt5, 6). I.:altra umiltà Omelie su Giosuè 20, 5
.è quella colpevole dei peccatori, come
quella di cui parla la Scrittura a proposito
16 11
di unione illecita: La umiliò (2 Sam 13, 14), · Acsa è promessa al vincitore
e ciò è scritto di Ammon che umiliò sua so-
rella Tamar. Si tratta di una umiltà vana, Risposta di Dio
che proviene dal peccato. Questa capitale
della vana umiltà ha preso, dunque, e di- Orbene, Caleb salì verso questa cit-
strutto Caleb, ed ha sterminato i tre figli di tà delle lettere e disse: A chiunque avrà
Anac, figli della vana umiltà; dopo la loro distrutto e conquistato la città delle lette-
uccisione, egli stesso abita la loro città e re, darò in sposa mt'a figlia Acsa. Se ne
compie ciò che è scritto nel seguito. impadronì Otoniel figlio di Kenaz. Oto-
Origene, niel che si impadronì della «città delle
Omelie su Giosuè 20, 5 lettere», significa risposta di Dio ts. «Ri-

18 In Omelie sui Giudici 3, 3, lo stesso nome è interpretato «per me è il tempo di Dio».


I confini di Giuda (15, 20-63) 107

sposta di Dio» può essere chiamato co- uccide (2 Cor 3, 6), il fratello cadetto di
lui al quale Dio risponde, nel senso che Caleb.
gli rivela, i suoi segreti e manifesta i suoi Origene,
misteri. E questi, dunque, che può pren- Omelt'e su Giosuè 20, 6
dere la «città delle lettere» del vecchio
insegnamento e distruggere la lettera che 18 19
- Acsa richiede sorgenti' d'acqua 19

I CONFINI DI GIUDA

(. .. ) Quanto ai Gebusei che abitavano in Gerusalemme, ifigli di Giuda


non riuscirono a scacciar!~· cosi' i Gebusei abitano a Gerusalemme insieme
con i figli di Giuda fino ad oggi (15, 20-63 ).
ll fatto che i Gebusei abitino nella terra di Giuda si riferisce alla mescolanza nella Chie-
sa, finché si trova s~a terra, del grano con la zizzania. Rimanendo fermi nella fede, se nes-
sun pensiero malvagio sorge in noi, possiamo dire di essere a Gerusalemme e di contempla-
re la visione di pace (Origene).

63 beati, senza poter riscontrare in essi pro-


I Gabusei abitano con ifigli di Giuda
prio alcuna macchia di peccato! Ma le pa-
Il grano e la zizzania role riguardo alla zizzania: affinché non
succeda che sradicando questa, sradichiate
Quanto a noi, comprendiamo queste con essa anche il grano, le si può riferire
parole in senso spirituale, con riferimen- anche a coloro in cui ci sono peccati in-
to alla parabola del Vangelo sulla zizza- certi ed occulti. Ma non intendiamo dire
rua: Lasciate crescere l'uno e l'altra - dice di non espellere dalla Chiesa quanti com-
- perché non succeda che volendo sradica- mettono delitti manifesti e ben noti (cf.
re la zizzania sradichiate con essa anche il Mt 13, 29; Sai 18, 13-14).
grano (Mt 13, 29-30). Come dunque nel Origene,
Vangelo si permette alla zizzania di cre- Omelie su Giosuè 21, 1
scere insieme col grano, allo stesso modo
ora in Gerusalemme, cioè nella Chiesa, ci
sono dei Gebusei: persone che vivono Rimanere fermi e saldi nella visione
una vita indegna e degenere, sono perver-
di pace
tite nella fede, nelle opere e in ogni modo
di vivere. Né è possibile purificare la Abbiamo spesso detto che Gerusa-
Chiesa con assoluta determinazione, men- lemme significa visione di pace. Se dun-
tre si trova sulla terra, al punto da sem- que nel nostro cuore è stata edificata Ge-
brare che in essa non esista più né empio rusalemme, cioè se nel nostro cuore è sta-
né peccatore, ma che tutti siano santi e ta saldamente stabilita una visione di pa-

19 Cf. il commento a Gdc 1, 15.


108 Giosuè

ce, e contempliamo e custodiamo sempre si arrivi a tale purezza di cuore da non es-
nel cuore Cristo, che è nostra pace (cf. E/ sere mai macchiati dal contagio di un
2, 14); se, appunto, siamo talmente fermi pensiero contrario, è certo che anche i
e saldi in questa visione di pace, che pro- Gebusei abitano con i figli di Giuda in
prio nessun pensiero malvagio e proposi- Gerusalemme.
to di peccato insorge nel nostro cuore: se· Questo però non lo diciamo, per fa-
questo fosse possibile, allora potremmo re a meno di scacciarli nella misura del
dire che siamo in Gerusalemme, e nessun possibile; noi dobbiamo darci molto da
altro abita con noi se non quelli che sono fare nello sforzo, ogni giorno, di scacciar-
santi. li da Gerusalemme. Ma, come sta scritto,
Ma poiché, anche e arriviamo ad una non possiamo scacciarli tutti in una volta.
grande perfezione e ci coltiviamo con gli Origene,
impegni più elevati, non penso però che Omelie su Giosuè 21, 2

L'EREDITÀ DI EFRAIM E MANASSE

(. .. )Essi non scacciarono i Cananei che abitavano a Ghezer; i Cananei


hanno abitato in mezzo ad Efrat'm fino ad oggi: ma sono costretti ai lavori
forzati'.
(. .. ) Toccarono così dieci parti a Manasse~ oltre il paese di Galaad e di
Basan che è oltre il Giordano, poiché le figlie di Manasse ebbero un'eredi·-
tà in mezzo ai figli' di lui. (. ..) Non poterono però i figli di Manasse impa-
dront'rsi di queste città e il Cananeo contz'nuò ad abitare in questa regione.
Poi: quando gli Israeliti divennero fortl costrinsero il Cananeo ai lavorifor-
zat~ ma non lo spodestarono del tutto (16, 1 - 17, 13 ).

I Cananei rappresentano le impurità dell'anima (Procopio di Gaza). L'esilio dall'Egit-


to verso la terra promessa prefigura le quarantadue generazioni che intercorrono tra Abra-
mo e Cristo (Origene). Con Giosuè i Cananei furono ridotti in schiavitù (Efrem il Siro).

16 10
• I Cananei continuano ad abitare la detto. Possiamo dire questo anche della
regione Chiesa. In un altro senso, non c'è nessu-
na anima che sia in grado di rimanere pu~
I Cananei ancora con noi ra in questa vita presente, cercando sol-
tanto pace, senza peccare, fino a che non
«E i Cananei hanno abitato in mezzo veda Cristo, la pace di Dio e il solo che
ad Efraim fino ad oggi>>. Ma Efraim è in- dappertutto dimora in tutti quelli che
terpretato <<fruttuoso». Perciò, nonostan- portano frutto. Nessuno infatti, da parte
te sia fruttuoso, fino ad oggi non è in gra- sua, è pulito da sordidezza, da uno strano
do di scacciare dal suo territorio i Cana- o ~straneo modo di pensare. E cosl, dal
nei, che sono di un seme diverso e male- momento che i Gebusei e i Cananei sono
Le lamentele della tribù di Giuseppe (17, 14-18) 109

trovati sempre a Gerusalemme, è anche re là donde egli è disceso non per neces-
necessario soffrire per scacciarli, ma sol- sità, ma per condiscendenza, così che si
tanto coloro che invocano Dio sono in realizzi la parola: Colui che è disceso) è
grado di farlo. quegli stesso che è anche.asceso (Ef 4, 1O).
Procopio di Gaza, Così, in quarantadue mansioni, i figli
Commento a Giosuè 16, 10 di Israele giungono fino al punto in cui
cominciano a conseguire l'eredità. Que-
sto inizio fu quando Ruben, Gad e la
17 6
• . Il territorio di Galaad mezza tribù di Manasse ricevettero la ter-
ra di Galaad (cf. Nm 32, 33-42; Gs 17, 6).
Quarantadue mansioni fino ali' ere- Risulta dunque che il Cristo è disceso fi-
dità promessa no a noi attraverso quarantadue antenati
secondo la carne come per altrettante
Prima di tutto considera l'ordine del mansioni; ed è attraverso un simile nume-
mistero: chi lo osserverà accuratamente, ro di mansioni che i figli di Israele salgo-
troverà nelle Scritture.che, nell'uscita dei no fino al punto in cui ha inizio l'eredità
figli di Israele dall'Egitto, ci sono state promessa.
quarantadue mansioni; e ancora:l'avven- Origene,
to del nostro Signore e Salvatore in que- Omelie sut' Numeri 27, 3
sto mondo si svolge attraverso quaranta-
due generazioni.
Così infatti ricorda l'evangelista Mat- 11 0
' I Cananei costretti ai lavori forzati
teo: Da Abramo al re Davide quattordici
generazion~· da Davide fino alla deportazio- La schiavitù dei Cananei
ne in Babilonia quattordici generazioni; .e
dalla deportazione in Babilonia fino al Cri- Dopo che Cam era stato maledetto
sto quattordici generazt'oni (Mt 1, 17); qua- . nel suo unico figlio, Noè benedì Sem e
rantadue mansioni di generazioni ha fat- Iafet e disse: «Dio dilati Iafet e questi di-
to il Cristo discendendo nell'Egitto di mori nella tenda di Sem, e Canaan sia suo
questo mondo, secondo lo stesso numero schiavo» (Gn 9, 27). Iafet crebbe e diven-
fanno pure quarantadue mansioni coloro ne potente nella sua eredità a nord e a
che salgono dall'Egitto! Con grande pre- ovest. E Dio dimorò nella tenda di Abra-
cisione, dunque, Mosè annota e dice: Sa- mo, il discendente di Sem, e Canaan di-
lirono i figli di Israele con la loro forza venne loro schiavo quando nei giorni di
(Nm 33, 1). Qual è la loro forza, se non il Giosuè, figlio di Nun, Israele distrusse i
Cristo stesso, che è Potenza di Dio (cf. 1 luoghi abitati dai Cananei e ridusse in
Cor 1, 24)? schiavitù i loro capi.
Chi dunque ascende, ascende con Efrem il Siro,
colui che di là è disceso a n<:>i, per giunge- Sulla Genesi 7, 4

LE LAMENTELE DELLA TRIBÙ DI GIUSEPPE

I figli di Giuseppe dissero a Giosuè: «Perché mi hai ef,ato in possesso una


s_ola parte, una sola porzione misurata, mentre io sono un popolo numero-
110 Giosuè

so, tanto mi ha benedetto il Signore?». Rt'spose loro Giosuè: «Se sei un po-
polo numeroso) sali alla foresta e disbosca a tuo piacere lassù nel territorio
dei Perizzitz' e dei Refaim, dato che le montagne di Efraim sono troppo an-
guste per te». D,issero allora i figli di Giuseppe: «Le montagne non ci basta-
no; inoltre tutti t' Cananei che abitano nel paese della valle hanno carri di
ferro, tarlto in Bez'san e nelle sue dipendenze, quanto nella pianura di Izre-.
el». Allora Giosuè disse alla casa di Giuseppe, a Efraim e a Manasse: «Tu
sei un popolo numeroso e possiedi una grande forza; la tua non sarà una por-
zione soltanto, perché le montagne saranno tue. È una foresta, ma tu la di-
sboscherai e sarà tua da un estremo all'altro,· spodesterai infatti il Cananeo)
benché abbia carri di/erro e sia/orte» (17, 14-18).
La purificazione della terra dai Perizziti allude ali'espulsione di tutto ciò che non reca
buoni frutti e al troncare il frutto del peccato. Purificarsi dai Refaim significa respingere i
pensieri svigoriti e inutili per giungere finalmente alla perfezione sterminando il Cananeo,
· vale a dire mortificando la carne e tagliando gli alberi infruttuosi (Origene).

1 5
H 1 figli di Giuseppe reclamano più ce frutti buoni e l'albero cattivo frutti cat-
terra tivi (Mt 7, 17). Bisogna dunque espellere
tutto quanto non porta buoni frutti, tron-
nfrutto del peccato care il frutto del peccato, e potare i frutti
della giustizia.
Dopo ciò bisogna vedere la richiesta . Origene,
che avanzano i figli di Giuseppe circa Omelie su Giosuè 22, 4
l'eredità, reclamando una parte più gran-
de, col dire a Gesù: Perché d hai dato una
sola parte in eredità, una sola misura di Purificare sozzure e impurità
terreno? Io sono un popolo numeroso e il
Signore mi ha benedetto.· Se dunque an- Ma, dice la Scrittura: Scaccia, o piut-
che noi siamo un popolo numeroso e ci tosto, purifica, da te i Refai·m. Refaim:
benedice il Signore, ci sentiamo dire da questo nome lo troviamo spiegato come
Gesù: Sei un popolo numeroso, sali alla fo- madri illanguidite 2°. C'è nell'anima no-
resta, disbosca per te e procurati uno spa- stra una certa facoltà, che genera i pen-
zio nella terra. Purificala dai Perii.ziti e dai sieri ed è come la madre dei pensieri e
Refaim. Occorre dunque che cacciamo delle idee che vengono fuori da noi, se-
via i Perizziti. Ora, troviamo che Perizzi- condo quanto è detto simbolicamente
ti significa portare frutti. Ma come spesso dell'anima come se fosse donna: essa po-
abbiamo detto a proposito anche di altri trà essere salva partorendo figli~ a condi-
nomi, vi è un doppio significato: c'è un zione di perseverare nella fede e nella ve-
portar frutti in senso buono, e un portar rità (1 Tm 2, 14-15). Queste madri dun-
frutto in senso cattivo, stando a quanto que, vale a dire: questa facoltà dell'ani-
indicano i Vangeli: I:albero buono produ- ma, in coloro nei quali è forte, valida e

20 Cf. Omelie sui Numeri 2.


Le lamentele della tribù di Giuseppe (17, 14-18) 111

robusta, genera anche pensieri forti e va- quelli che sono di Cristo hanno crocifisso
lidi, che nessuno che li attacchi è capace la loro carne con i suoi vizt" e le sue passio-
di vincere. In altri, certo, tale facoltà è ni (Col 3, 5; Gal 5, 24).
languida e svigorita, il che è indicato dai , Una volta .dunque· al terzo stadio,
pensieri che ne provengono, quando so- cioè una volta arrivati alla perfezione,
no fiacchi, buoni a nulla, privi di forza quando mortifichiamo le nostre membra
alcuna. Questo dunque è significato sot- e portiamo dovunque la morte di Cristo
to il nome Refaim: dobbiamo respingere nel nostro corpo (cf. 2 Cor 4, 10), allora è
da noi questo tipo di madri illanguidite, detto che il Cananeo è stato sterminato
che partoriscono pensieri svigoriti e inu- da parte nostra.
tili. Il testo ha ben rispettato il senso pro- Origene,
prio dell'intelligenza spirituale. Non dice Omelie su Giosuè 22, 2
infatti di sterminare i Refaim, ma di pu-
rificarli. Non dice di sradicare gli stessi
movimenti naturali dell'anima, ma di ri- Tagliare gli alberi infruttuosi
pulirli, cioè purificare e rigettare quelle
Vedi che cosa vien detto a noi attra-
sozzure e impurità che vi sono aggiunte
verso l'intelligenza spirituale: dobbiamo
per la nostra negligenza, affinché rifulga
disboscare la selva che è dentro di noi,
il vigore di quella facoltà nella sua pro-
sradicare da noi gli alberi inutili e infrut-
pria e innata natura.
Origene, tuosi per coltivare nuovi campi (cf. Os
10, 12), rinnovarli sempre, e ricevere da
Omelie su Giosuè 22, 4
essi il trenta, il sessanta, il cento per uno
(Mt 13, 8.23 ). Ma non ci annunzia lo
•<>-
18
Spodesterai il Cananeo stesso insegnamento anche la parola del
Vangelo che dice: ecco, la scure è gt'à po-
sta alla radice degli alberi: ogni albero
Il raggiungimento della perfezione
perciò che non porta frutto sarà tagliato e
Una volta che arriviamo alla perfe- gettato nel fuoco (Mt 3, 10)? Questo co-
zione, ci viene detto che il Cananeo de- mandò ai nostri antichi il figlio di Nave,
v'essere sterminato e messo a morte. In sul tagliare gli alberi infruttuosi; questi
che modo questo si compie nella nostra ordjni ci prescrive anche il Signore Ge-
carne? Ascolta r Apostolo che dice: Mor- sù nei Vangeli. Non è vero che l'ombra
tificate quelle vostre membra che appar- ha preceduto e la verità ha seguito?
tengono alla terra, la fornicazione, l'impu- Origene,
rità con quello che segue. E ancora dice: Omelt'e su Giosuè 22, 5
112 Gt'osuè

TUTTI GLI ISRAELITI SI RADUNANO IN SILO

Allora tutta la comunità degli' Israeliti si radunò in Silo) e qui eresse la


tenda del convegno. Il paese era stato sottomesso a loro C.. ) (18, 1-10).
Il tabernacolo con il mare a ovest simboleggia la relazione tra i santi e gli empi (Beda il
Venerabile).

.
1
La tenda del convegno a Silo aveva il Grande Mare nella stessa dire-
zione. Misticamente, quindi, compren-
Il tabernacolo è posto a ovest del diamo da questo che i santi che servono
mare il Signore in questa vita e fanno un ta-
bernacolo per lui nei loro cuori disprez-
Infatti le onde del mare, profondo, zano l'altezzosa ostentazione degli empi,
turbo~ento e salmastro, possono allude- fiduciosamente consapevoli che è presto
re ai peccati in mezzo ai quali i malvagi per morire: quando sono stabiliti con il
si perdono in questa vita quando gioi- Signore nella patria futura, vedranno
scono nel male e anche all'inferno della l'eterna punizione degli empi senza in-
futura perdizione, quando con il giudi- terruzione della loro propria felicità. Di
zio finale saranno inviati con il diavolo conseguenza, i più anziani ringraziano il
nel fuoco eterno. Non dobbiamo dimen- Signore per aver contemplato anche lo-
ticare che quando il tabernacolo fu co- ro le cose terribili dalle quali li ha messi
struito sul Monte Sinai aveva il Mar Ros- in salvo. ·
so a ovest, e quando fu portato nella Beda il Venerabile,
Terra Promessa e posto a Silo da Giosuè Sul tabernacolo 2, 6, 66

L'EREDITÀ DI BENIAMINO

(.. .) Le città della tribù dei figli di Beniamino) secondo le loro famiglie
erano: Gerico) Bet-Ogla) Emek-Kesis, Bet-Araba) Semar.aim) Betel Avvim,
Para, O/ra, Che/ar-Ammonaz: O/ni e Gheba): dodici città e i loro villaggi~·
Gabaon) Rama) Beerot) Mizpe) Che/fra) Mosa) Rekem) Irpeel Tareala, Se-
la-Ele/, Iebus) cioè Gerusalemme) Gabaa, Kiriat-Iearim: quattordici ~ittà e i
loro villaggi. ·
Questo fu il possesso dei figli di Beniamino) secondo le loro famiglie
(18, 11-28). .

Il riferimento alle origini di Gerusalemme induce Agostino ad una riflessione sulle


due città che rimarranno l'una mescolata con l'altra fino alla fine del mondo, quando ver-
ranno separate. Il passaggio da Gebus a Gerusalemme indica il cambiamento nell'anima
I.:eredità di Beniamino (18, 11-28) 113

nel passaggio dall'essere calpestata dalle potenze avverse alla visione di pace. L'assegna-
zione di Gerusalemme alla tribù di Beniamino prefigura l'eredità celeste (Origene).

28 Gebus, vale a dire .Gerusalemme (la storia dice che il nome di quel luogo
era Gebus) e in un secondo momento
Una città ricostruita cambiò nome e divenne Gerusalemme.
Gebus, dicono i bambini ebrei, significa
Considerate i nomi di queste due cit- calpestata. Gebus dunque, l'anima calpe-
tà, Babilonia e Gerusalemme. Babilonia stata dalle potenze avverse (cf. Fil l, 28),
significa «confusione», Gerusalemme è st.a ta cambiata ed è divenuta Gerusa-
«visione di pace». Osservate ora la città lemme, visione di pace. Se dunque, dopo
della confusione per comprendere la vi- essere stato cambiato da Gebus in Geru-
sione di pace: sopportate questa e s·ospi- salemme, hai peccato e hai calpestato il
rate a quella. Ma come si possono ricono- Figlio di' Dio e il sangue del nuovo patto
scere queste due città? Forse le possiamo ançhe tu come lei hai ritenuto profano
ora separare una dall'altra? Sono frammi- (Eb 10, 29) e sei caduto in peccati gravi,
ste l'una con l'altra, e già dall'inizio <lel si dirà anche di te: Chi ti risparmierà, Ge-
genere umano procedono frammiste ver- rusalemme? E chi si rattristerà su di te nel
so la fine del mondo. Gerusalemme ebbe suo volto, se sei divenuta tale da conse-
inizio da Abele, Babilonia da Caino, e so- gnare Gesù? Ognuno di noi quando pec-
lo in seguito le città furono edificate ma- ca, soprattutto se gravemente, pecca con-
teriahnente. Gerusalemme si trovava nel- tro Gesù, e se giunge persino all'aposta-
la terra dei Gebusei, e infatti prima si sia, fa a Gesù ancora di più, spiritualmen-
chiamava Gcbus; ma di lì i Gebusei furo- te, di quello che gli fece Gerusalemme
no scacciati, quando il popolo di Dio, li- corporalmente.
berato dall,Egitto, entrò nella terra pro- Origene,
messa. Babilonia invece fu fondata nel Omelie su Geremia 13, 2
cuore della terra dei Persiani e per lungo
tempo ha dominato sopra le altre genti.
Perciò queste due città sono state fonda- Figura del futuro
te in tempi ben definiti, per significare in
forma simbolica le due città che avevano Si deve perciò credere anche qui che
avuto inizio già da prima e che rimarran- la Scrittura riferisca la sorte tratta da Ge-
no in questo mondo fino alla fine, per se- sù, ad imitazione di queste realtà superio-
pararsi al momento finale. ri; che l'eredità a ciascuna tribù venga as-
Agostino, segnata per divina economia e che in
Commento ai Salmi 64, 2, 2-17 queste sorti venga adombrato il modello
della futura eredità celeste, grazie all'inef-
fabile provvidenza di Dio e alla sua pre-
Da Gebus a Gerusalemme scienza.
Poiché è detto che <<la Legge ha I'om-
Passo dalla lettera - anche se ha fin bra dei beni futuri» (Eb 10, 1), e secondo
d'ora offerto una via, che il Verbo ci ha quanto dice l'Apostolo su coloro che sono
donato - a considerare ciascuna anima venuti al Signore Gesù Cristo, <<Vi siete ac-
già resa degna di vedere la pace, poiché costati al monte di Sion e alla città del Dio
dopo gli insegnamenti divini sei divenuta vivente, alla Gerusalemme celeste» (Eb
Gerusalemme, mentre prima era Gebus 12, 22), c'è nei cieli una città chiamata
114 Giosuè

Gerusalemme e un monte Sion, non è af- a Beniamino dovesse essere data la Geru-
fatto senza motivo che Beniamino ricevet- salemme terrestre che conserva la figura e
te in sorte Gerusalemme e il monte Sion; la forma di quella celeste.
la natura di quella Gerusalemme celeste Origene,
senza dubbio esigeva che non ad altri che Omelie su Giosuè 23 , 4

(L'EREDITÀ DI SIMEONE, ZABULON, lSSACAR, A SER E NEITALI (19, 1-39)]

L'EREDITÀ DI DAN

(. .. ) Quando gli Israeliti ebbero finito di ripartire il paese secondo i suoi


con/in~ diedero a Giosuè, figlio di Nun, una proprietà in mezzo a loro. Se-
condo l'ordine del Signore, gli' diedero la città che eglt' chiese: Timnat-Se-
rach, sulle montagne di Efraim. Egli costruì la città e vi stabilì la dimora(. .. )
(19, 40-51).
La terra di Efraim ereditata da Giosuè indica che il Signore abita nelle anime di colo-
ro le cui anime producono il frutto dello Spirito (Origenc).

49 0
·' Giosuè riceve un'eredità Vediamo dunque qual è questo luo-
go nel quale Gesù deve prendere dimora.
Frutto dello Spirito La Scrittura dice: «sulla montagna di
Efraim», vale a dire sulla montagna che
Infatti, precedentemente abbiamo porta frutti. Secondo te, quali sono den-
detto che nostro Signore Gesù Cristo ci tro di noi le montagne che producono
chiede un posto dove realizzare una co- frutti, perché Gesù vi possa dimorare?
struzione e stabilire una dimora e che noi Certamente quelle sulle quali sono i frut 4

dobbiamo diventare tali, così puri cioè di ti dello Spirito: gioia, pace, pazienza, ca-
cuore, così semplici di animo, così santi rità ed altri (cf. Gal 5, 22).
nel corpo e nell'anima, da degnarsi Gesù Ecco i monti fruttiferi che apporta-
di accettare un posto anche nell'anima no il frutto dello Spirito, e sono sempre
nostra, di costruire un edificio e dimorar- eccelsi nell'animo e nella speranza. An-
vi. E, secondo te, chi sono in tutto il po- che se possono essere pochi tali monti,
polo quelli che riescono così graditi a Dio, tuttavia, per pochi che siano, su di essi di-
da meritare di essere eletti a tale scopo? morerà il Signore Gesù, che è «luce vera»
Le singole persone può darsi che (Gv 1, 9), e manderà un raggio della sua
non siano in grado di accogliere tale di- luce anche su tutti gli altri, che inizial-
gnità; ma tutto quanto il popolo e la stes- mente avrà giudicati non ancora degni
sa Chiesa tutta intera potrebbe appena della sua dimora.
essere capace da ·accogliere in sé il Signo- Origene,
re Gesù come sua dimora? Omelie su Giosuè 26, 1
La città di rifugio (20, 1-9) 115

LA CITTÀ DI RIFUGIO

Poi il Signore disse a Giosuè: «Parla agli Israeliti e dì loto: Stabilitevi le


città di rtfugio delle quali vi ho parlato per mezzo di Mosè, perché l'omici-
1

da che avrà ucciso qualcuno per errore o per inavvertenza, vi si possa rifu-
giare; vi serviranno di rifugio contro il vendicatore del sangue. (. .. ) I.: omici-
da rimarrà in quella città finché, alla morte del sommo sacerdote, che sarà
in funzione in quei giorni: comparirà in giudizio davanti all'assemblea. Al-
lora l'omicida potrà tornarsene e rientrare nella sua città e nella sua casa,
nella città da dove era fuggito» (. .. ) (20, 1-9).
La difficoltà di un'esegesi letterale induce a comprendere in senso allegorico la cit-
tà in cui si rifugia l'omicida (Ambrogio, Girolamo).

6
Fino alla morte del sommo sacerdote e in cielo? Tutte.le cose, infatti, sono uni-
te indissolubilmente dal vincolo del Ver-
Un'interpretazione spirituale bo, sono tenute insieme dalla sua poten-
za, hanno in lui il loro fondamento, poi-
Rimane come quarto punto ciò che ché in·lui sono state create e in lui risiede
la Scrittura dice della morte del sommo ogni pienezza (cf. Col 1, 16ss.). Tutte sus-
sacerdote: l'omicida resterà nella città di sistono in quanto saldamente sorrette dal
. rifugio, finché muoia il sommo sacerdote, suo volere, perché egli non permette che
passo la cui interpretazione letterale la- si dissolva ciò che ha unito insieme, rego-
scia dubbiosi. Anzitutto lo stesso esilio la tutto ciò che vuole col suo comando,
viene determinato più dal caso che dal- tutto governa e connette nell'armonia
1'equità di una valutazione; in secondo della natura. Il Verbo di Dio vive soprat-
luogo, in cause uguali l'esito risulta diver- tutto nelle anime dei giusti, e la pienezza
so. Sarebbe infatti potuto accadere che, il della divinità non muore mai. Infatti non
giorno successivo a quello in cui l' omici- muore mai la Divinità che è e sarà sempre
da avesse trovato rifugio, il sommo sacer- l'eterna potenza di Dio. Certamente
dote morisse21. Che cosa pensare nell'in- muore per noi, se si allontana dalla nostra
certezza? Siccome la lettera lascia per- anima, non perché sia corrotto dalla mor-
plessi, cerchiamo un'interpretazione spi- te, ma perché la nostra mente si svincola
rituale. Chi è questo sommo sacerdote se e si priva dell'unione con lui; la vera mor-
non il Figlio di Dio, il Verbo di Dio che te è, dunque, la separazione dell'anima
abbiamo quale nostro avvocato presso il dal Verbo. Allora senz'altro l'anima co-
Padre, che è esente da tutte le colpe sia .mincia ad aprirsi ai peccati volontari 23 .
volontarie sia involontarie 22, fondamento Ambrogio,
incrollabile di tutto ciò che esiste in terra La fuga dal mondo 2, 13

21 Cf. Filone di Alessandria, La fuga e il ritrovamento 20, 106.


22 Cf. ibid. 20, 108.
23 Cf. ibid. 21, 117 . ..
116 Giosuè

Redenzione attraverso il sangue di restare lì fino alla morte del Sommo


Sacerdote (cf. Dt 19, 5ss.), cioè finché
non sia redento dal sangue del Salvatore,
Le parole della Scrittura vogliono o in virtù del battesimo o in virtù della
che persino l'ignoranza costituisca pec- penitenza, che sostituisce la grazia del
cato: per questo anche Giobbe offre sa- battesimo per l'ineffabile bontà del Sal-
crifici per i propri figli, se mai per igno- vatore, che vuole che nessuno muoia e
ranza abbiano peccato nel pensiero (cf. non gioisce della morte dei peccatori, ma
Gb 1, 5). E a chi taglia la legna, se un uo- del fatto che si pentano e vivano.
mo è stato ucciso da una scure o da un Girolamo,
ferro che sfugge dal manico, viene ordi- Dialogo contro i Pelagiam· 1, 34
nato di awiarsi nella città dei fuggitivi e

l LEVITI RICHIEDONO CIITÀ

I capifamiglia dei Leviti si presentarono al sacerdote Eleazaro) a Gio-


suè figlio di Nun e ai capifamiglia delle tribù degli Israeliti e dissero loro
a Silo, nel paese di Canaan: «Il Signore ha comandato, per mezzo di Mosè,
che ci fossero date città da abitare con i loro pascoli per il nostro bestt'a-
me». Gli Israeliti' diedero ai Leviti: sorteggiandole dal loro possesso, le se-
guenti città con i loro pascoli: secondo il comando del Signore. Si tirò a sor-
te per le famiglie dei Keatit~· fra i Levitz: ifigli del sacerdote Aronne ebbe-
ro in sorte tredici città della tribù di Giuda, della tribù di Simeone e della
tribù di Beniamino. Al resto dei Keatiti toccarono in sorte dieci città delle
famiglie della tribù di Efraim, della tribù di Dan e di metà della tribù di
Manasse . Ai figli di Gherson toccarono in sorte tredici città delle fàmzglie
della tribù d'Issacat; della tribù di· Aset; della tribù di Ne/tali e di metà del-
la tribù di Manasse in Basan. Ai figli' di Merari~ secondo le loro famiglie,
toccarono dodici città della tribù di Ruben, della tribù di Gad e della tri-
bù di Zabulon. Gli Israeliti diedero dunque a sorte queste città con i loro
pascoli ai Leviti, come il Signore aveva comandato per mezzo di Mosè (21,
1-8) .

r:ordine nella distribuzione delle città tra i Leviti non è casuale, ma risponde ad un pre-
ciso ordine nella resurrezione, in cui il primo lotto spetta ai discendenti <li Aronne, il prbno
sommo sacerdote (Origene).
I Leviti richiedono città (21, 1-8) 117

1·8 I Leviti ricevono a sorte le città lo meno di ricordarsi e·conservare lo stes-


so ordine di misteri? Se è difficile, secondo
Distribuzione delle sorti la sola lettera, spiegare il testo stesso del
racconto e dipanare l'intreccio di luoghi e
Occorreva tirare a sorte anche pascoli persone contenuto nel racconto storico,
e città, perché la divisione operata tra i Le- che dire di quei misteri che vi sono descrit-
viti non sembrasse effetto di capriccio e di ti e nei quali sono adombrate le divisioni
caso. Dunque la distribuzione dellè parti della futura eredità, misteri per i quali si
compiuta tra i figli di Israele aveva avuto realizzerà la divisione della terra santa che
un criterio, secondo il quale uno era rite- i miti er~diteranno (Sal 36, 11; Mt 5, 5) 25?
nµto degno della prima parte, un altro del- Chi potrebbe mai spiegare le diverse
la seconda: di questo abbiamo già trattato postazioni degli accampamenti, e dire co-
in precedenza, secondo le nostre capaci- me si dovrà fare, alla risurrezione, la ripar-
tà 24, così come abbiamo parlato anche di tizione per tutti i santi, sulla base dell'ordi-
quelli che ricevono l'eredità al di là del ne dei sacerdoti e Leviti, affinché come di-
Giordano per mano di Mosè e di quanti la ce l'Apostolo, nella resurrezione non si fac-
ricevono da Gesù nella terra promessa. La cia tutto confusamente, ma ognuno venga
prima sorte usd per Beniamino (cf. Gs 18, nel suo ordine: l'inizio è Cristo, poi quelli'
11), e via via per gli altri, tÙtima per Dan che sono in Cristo, che cedettero nella sua
(cf. Gs 19, 40). Così ora dev'esserci un cri- venuta, quando consegnerà il regno di Dio
terio anche nel distribuire le parti all'ordi- Padre dopo aver sottoposto a lui ogni poten-
ne dei sacerdoti e dei Leviti, perché tocchi za e potestà (cf. 1 Cor 15, 23-24) 26? .
a chi la prima, a chi la seconda, a chi la ter- Senza dubbio ci saranno dei sensi di
za sorte, in base alla quale attribuire a cia- tali regolamenti per gli accampamenti,
scuno questo o quel luogo (. .. ). Vedi che distribuzioni e ordini di sacerdoti, segna-
ordine e che successione di cose sono cu- li di trombe.
stoditi nelle Sacre Scritture! Vedi come Origene,
nulla si compie se non in base ad una rego- Omelie su Giosuè 25, 4
la, una logica ed un ordine! Guarda atten-
tamente e scoprirai che tutto nella Scrittu-
ra è retto da tale ordine. Ma se ti è difficile La prima sorte
portare l'occhio vigilante del cuore su tali
La prima sorte, dice la Scrittura, uscì
libri della Scrittura, almeno in questo pas-
so compi uno studio più attento del rac-
per Caat; fu per i· sacerdoti~ figli di Aronne,
conto. che erano fra i Leviti.
Origene, A chi occorreva dare il primato, se
Omelie su Giosuè 25, 1 non ad Aronne, il primo pontefice, il
primo per la sua vita, per i suoi meriti, il
primo in dignità e potenza? Sei, ora al-
meno, convinto che questa sorte non è
Ordine nella resurrezione fortuita, ma c'è una potenza superiore
Chi potrebbe seguire e capire tutti che la guida secondo la decisione della
questi dettagli? Chi sarebbe in grado per divina provvidenza?

24 Cf. Omelie su Giosuè 23.


25 Per un confronto interno all'opera origeniana: Omelie sui Numeri 1, 3.
26 Per un confronto interno all'opera origeniana: Omelie sui Numeri 17, 2.
118 Giosuè

E dove questa sorte così giusta stabi- no: tredici città a sorte. Vedi come ad uo-
lisce .Ja prima dimora ai figli di Aronne? mini scelti vengono distribuite le abitazio-
Nella tribù di Giuda, dice la Scrittura, nel- ni fra le tribù elette. Origene,
la tribù di Simeone e nella tribù di Bem'ami- Omelie su Giosuè 25 , 2

[LE CIITÀ DEI LEVITI (21, 9-26)]

(IL COMPIMENTO DELLE PROMESSE DEL SIGNORE (21, 27-45)]


UN ALTARE PRESSO IL GIORDANO

Allora Giosuè convocò i Rubenit~ i Caditi e metà della tribù di Manas-


se e disse loro: «Voi avete osservato quanto Mosè, servo del Signore, vi ave-
va ordinato e avete obbedito alla mia voce, in tutto quello che io vi ho co-
mandato. Non avete abbandonato i vostri/rate/li durante questo lungo tem-
po fino ad oggi e avete osservato il comando del Signore vostro Dio. Ora che
il Signore vostro Dio ha dato tranquillità ai vostri fratell~ comé aveva loro
promesso, tornate e andate alle vostre tende, nel paese che vi appartiene, e
che Mosè, servo del Signore, vi ha assegnato oltre il Giordano. Soltanto ab-
biate gran cura di eseguire i comandi e la legge che Mosè, servo del Signore,
vi ha dato, amando il Signore vostro Dio, camminando in tutte le sue vie,
osservando i suoi comandi: restando fedeli a lui e servendolo con tutto il
cuore e con tutta l'anima». Poi Giosuè li benedisse e li congedò ed essi tor-
narono alle loro tende. (. .. )
Quando furono gz'unti alle Curve del Giordano, che sono nel paese di
Canaan, ifigli di Ruben, ifigli di Gad e metà della tribù di Manasse vico-
struirono un altare, presso il Giordano: un altare di forma grandiosa. Gli
Israeli'tt' udiròno che si diceva: «Ecco i figli di Ruben, i figli di Gad e metà
della tribù di Manasse hanno costruito un altare difronte al paese di Cana-
an, alle Curve del Giordano, dalla parte degli Israeliti». Quando gli Israeli-
ti seppero questo, tutta la loro comunità si riunì a Silo per muover loro guer-
ra(. .. ) (22, 1-20).
Il fatto che Giosu~ benedica e due tribù e mezza indica il mistero della chiamata delle
nazioni, che avrà una conoscenza piena della Trinità (Origene).
!.}altare della testimonianza (22, 2 1-34)] 119

i.~ I figli di Ruben, i fi'glz' di Gad e la 10 12


· La costruzione di un altare
mezza tribù di Manasse
Conoscenza imperfetta del popolo
La moltitudine dei Gentili di Mosè ·
Gesù convoca poi i figli di Ruben, i
Vuoi che ti provi, ancora con più
figli di Gad e la mezza .tribù di Manasse,
evidenza, che in quell'antico popolo,
che avevano militato con lui per vincete i
che Mosè prefigurava nelle due tribù e
nemici cli Israele, e li rimanda alla loro
mezza, non era tutto completamente
eredità, dopo aver dato loro dei doni co-
perfetto?
me dice la Scrittura. ·
Ciò lo mette in chiaro anche quel
Ecco, a mio parere, il mistero indica-
racconto storico, scritto proprio in que-
to in questo passo: «dopo che è entrata la
sto libretto di Gesù figlio di Nave, quan-
moltitudine dei gentili» (Rm 11, 25) e
do dice che in quella terra distribuita da
hanno ricevuto dal Signore Gesù le loro
Gesù c'era un altare vero (cf. Gs 8, 30; 9,
promesse coloro che sono stati istruiti e
2), però poi costoro che erano oltre il
formati da Mosè, e che a noi in combatti-
Giordano, cioè Ruben, Gad con metà
mento hanno portato aiuti con preghiere
tribù di Manasse, si costruirono un alta-
e suppliche, non avendo ancora «conse-
re, ma non uno vero, bensì uno che era
guito le promesse» (Eb 11, 39), in attesa
il tipo e la figura del vero altare, quello
che si compia anche la nostra chiamata,
di Gesù.
come dice l'Apostolo (cf. 2 Ts 1, 11), ot-
· Non ti stupire dunque, se non ave-
tengono solo ora quella "perfezione" che
vano ricevuta una conoscenza completa
Dio «aveva differito per loro» (cf. Eb 11,
della Trinità coloro che avevano cost'rui-
40); essi l'hanno insieme ai doni di Gesù,
to un altare che non era né completo né
affinché ognuno abiti in pace, col cessare
vero .
.di ogni guerra e ogni aggressione. Origene,
Origene,
Omelie su Giosuè 3, 2
Omelie su Giosuè 26, 2

L'ALTARE DELLA TESTIMONIANZA

Allora i figli di Ruben, i figli di Gad e metà della tribù di Manasse rispo-
sero e dissero ai capi dei gr.uppi di migliaia d'Israele: «Dio, Dio, Signore! Dio,
Dio, Signore! Lui lo sa, ma anche Israele lo sappia. Se abbiamo agito per ri-
bellione o per infedeltà verso il Signore, che Egli non d salvi oggi! Se abbia-
mo costruito un altare per desistere dal segùire il Signore; se è stato per offri-
re su di esso olocausti od oblazioni e per fare su di esso sacrifici di comunio-
ne, il Signore stesso ce ne chieda conto! In verità l'abbiamo fatto preoccupati
di questo: pensando cioè che in avvenire i vostri figli potessero dire ai nostri
figli: Che avete in comune voi con il Signore Dio d'Israele? Il Signore ha po-
sto il Giordano come confine tra noi e vo~ figli di Ruben e figli di Gad; voi
non avete parte alcuna con il Signore! Così i vostri figll farebbero desistere i
120 Giosuè

nostri figli dal temere il Signore. Perciò abbiamo detto: Costruiamo un altare,
non per olocausti: né per sacrifici: ma perché sia testimonio fra noi e voi e fra
i nostri discendenti dopo di noi: dimostrando che vogliamo servire al Signore
dinanzi a lui, con i nostri olocausti, con le nostre vittime ·e con i nostri sacri-
fici di comunione. Così i vostri figli non potranno un giorno dire ai nostri fi-
gli: Voi non avete parte alcuna con il Signore. Abbiamo detto: Se in avvenire
essi diranno questo a noi o ai nostri discendenti, noi risponderemo: Guardate
la forma del!'altare del Signore, che i nostri padri fecero, non per olocausti: né
per sacrifici: ma perché fosse di testimonio fra noi e voi. Lungi da noi l'idea di
ribellarci al Signore e di desistere dal seguire il Signore,. costruendo un altare
per olocausti: per oblazioni o per sacrifici: oltre l'altare del Signore nostro Dio,
che è davanti alla sua Dimora.'» (. .. ) (22, 21 -34).
I giusti che vissero prima dell'avvento di Cristo si riconoscono come nostri fratelli in
virtù del fatto che compresero che l'altare della testimonianza era figura del vero altare do-
ve ci sarebbe stato Gesù (Origene).

21 29
· Spiegazione della costruzione del- ma vogliono ·mostrare che loro, anche se
/'altare venivano prima dell'avvento di Cristo,
erano tuttavia nostri fratelli. Infatti, an-
Il vero Altare che se avevano un altare allora, prima
della venuta del Salvatore, tuttavia erano
Quanto a noi, vediamo quale miste- pienamente consapevoli che non era
ro è contenuto in questo fatto. Il primo quello l'altare vero, ma immagine e figu-
popolo, quello della circoncisione, è rap- ra del futuro vero altare. Loro sapevano
presentato da Ruben (cf. Gn 29, 32), che che le vere vittime, quelle che possono
era il primogenito; ma è rappresentato togliere i peccati, non si offrivano su
anche da Gad (cf. Gn 30, 10), anch'egli quell'altare appartenente al popolo pri-
primogenito, da parte di Zilfa, e da Ma- mogenito, ma su questo, ove ci sarebbe
nasse pure primogenito (cf. Gn 41, 51). stato Gesù: è qui che si consumano le vit-
(Dicendo primogenito, parlo secondo time celesti, i veri sacrifici. Si fa dunque
l'ordine temporale). «Un solo gregge e un solo pastore» (Gv
Le parole che si dicono, dunque, mi- 10, 16): quegli antichi giusti e questi che
rano a che non appaia alcuna divisione, ora sono cristiani (cf. Eh 11).
alcuna separazione tra noi .e quei giusti Origene,
che furono prima della venuta di Cristo Omelie su Giosuè 26, 3

DISPOSIZIONI DI GIOSUÈ

Molto tempo dopo che il Signore aveva dato riposo a Israele, liberan-
do.lo da tutti i nemici che lo circondavano, Giosuè, ormai vecchio e molto
Disposizioni di Giosuè (23, 1-16) 121

avanti negli anni: convocò tutto Israele) gli anziani: i capi: i giudici e gli
scribi del popolo e disse loro: «lo sono vecchio) molto avanti negli anni.
(. .. ) Ecco io ho diviso tra voi a sorte) come possesso per le vostre tribù, il
paese delle nazioni che restano e di tutte quelle che ho sterminate, dal
Giordano fino al Mar Mediterraneo, ad occidente. Il Signore vostro Dio le
disperderà egli stesso dinanzi a·voi e le scaccerà dinanzi a voi e voi pren-
derete possesso del loro pae~e) come il Signore vostro Dio vi ha detto. Sia-
te forti nell'osservare ed eseguire quanto è scritto nel libro della legge di
Mosè, senza deviare né a destra, né a sinistra) senza mischiarvi con queste
nazioni che rimangono fra di voi:· non pronunciate neppure il nome dei lo-
ro dèi: non ne fate uso nei giuramenti> non li servité e non vi prostrat~ da-
vanti a loro: ma restate fedeli al Signore vostro Dio, come avete fatto fino
ad oggi. Il Signore ha scacciato dinanzi a voi nazioni grand.i e potenti~· nes-
suno ha potuto resistere a voi· fino ad oggi. Uno solo di voi ne inseguiva
mille, perché il Signore vostro Dio combatteva per voi come aveva promes-
so» (. .. ) (23, 1-16):
.
Richiamare alla memoria i nomi di altri dèi porta alla stessa condanna del serpen-
te (Pseudo-Clemente di Roma). Le vittorie di Giosuè si spiegano in ragione della sua
rettitudine e della sua obbedienza a Dio (Gregorio di Nissa).

68
-A ttenti a mescolarvi con le altre na-
- Chi ti eguaglia?» (Sal 34, 10; 70, 19) e
zioni e i loro dèi ancora: «Quale dio c'è oltre il Signore?
Quale dio oltre il nostro Signore?» (Sal
Non richiamare alla memoria i nomi 17, 32; 112, 5). Fu cosl che Mosè, quan-
di altri dèi do vid~ il popolo crescere, lo iniziò a po-
co a poco a capire che esiste un unico
Quand'anche allora ci siano altri Dio. Lo dice nei versetti successivi: Non ·
che sono chiamati dèi, come ho detto, richiamarti alla memoria i nomi di altri ,
essi sono sottomessi al Dio dei Giudei, dèi (Es 23, 13), ricordandosi senza dub-
tant'è vero che la Scrittura si rivolge co- bio a quale castigo era stato condannato
sl ai Giudei: «Il Signore Dio nostro, il serpente che per primo aveva accenna-
questi è il Dio degli dèi e dei potenti» to a più dèi (cf. Gn 3, 5.14). La condan-
(Dt 10, 17); ed è ancora la Scrittura che na era di cibarsi di terra, e venne giudi-
ci avverte che quello è l'unico Dio da cato degno di tale alimento per il fatto
adorare quando dice: «Adorerai il Si- che lui per primo aveva introdotto nel
gnore Dio tuo e solo a lui sarai sottomes- mondo la locuzione «dèi» al plurale.
so» (Dt 6, 13; 10, 20), e: «Ascolta, Israe- Perciò anche tu sta' attento, perché se
le: il Signore Dio tuo è l'unico Dio» (Dt hai intenzione di avallare l'esistenza di
6, 4). Del resto, anche i santi, pieni del- molti dèi, può succederti di incorrere
lo Spirito di Dio e irrorati della rugiada nella stessa pena del serpente.
della sua misericordia esclamarono: Pseudo-Clemente di Roma,
«Fra gli dèi chi è simile a te, o Signore? I ritrovamenti 2, 44
122 Giosuè

10
.Il Signore vostro Dio combatteva e «due soli ne metteranno in fuga dieci~
per voi rrUla» (Dt 32, 30), dal momento che la vit-
toria in battaglia non si deve al numero,
La vittoria della virtù ma alla rettitudine.
È in virtù della fede che ha promes- Gt·egorio di Nissa,
so che «un uomo solo ne inseguirà mille», Contro Eunomio 2

L'ASSEMBLEA DI SICHEM

(. .. ) Giosuè disse a tutto il popolo: «Dice il Signore, Dio d'Israele: Ivo-


stri padri: come Terach padre di· Abramo e padre di Nacor, abitarono dai
tempi antichi oltre il fiume e servirono altri dèi . Io presi il padre vostro
Abramo da oltre il fiume e gli f ed percorrere tutto il paese di Canaan; mol-
tiplicai la sua discendenza e glt' diedi Isacco. (. .. ) Feci dunque uscire dal-
l'Egitto i vostri padri e voi arrivaste al mare. Gli Egiziani inseguirono i vo-
stri padri con carri e cavalieri fino al Mare Rosso. Quelli gridarono al Signo-
re ed egli pose fitte tenebre fra voi e gli' Egiziani:· poi spinsi sopra loro il ma-
re, che li sommerse; i vostri occhi videro ciò che io avevo fatto agli Egt'ziani.
Dimoraste lungo tempo nel deserto. Io vi condussi poi nel paese degli' Amor-
rei: che abitavano oltre il Giordano; essi combatterono contro di voi e io li
misi in vostro potere; voi prendeste possesso del loro paese e io li dt'strussi
dinanzi a voi. Poi sorse Balak, figlio di Zippor, re di Moab, per muover guer-
ra a Israele; mandò a chiamare Balaam figlio di Beor, perché vi maledices-
1

se; ma io non volli ascoltare Balaam; egli dovette benedirvi e vi liberai dal-
le mani di Balak. Passaste il Giordano e arrivaste a Gerico. Gli abitanti di
Gerico, gli Amorrei, i Perz'zziti: i Cananei: gli Hittiti: i Gergesez: gli Evei e
i Gebusei combatterono contro di vot' e io li misi in vostro potere. Mandai
avanti a voi i calabroni: che li scacciarono dinanzi a voz: com'era avvenuto
dei due re amorrei: ma ciò non avvenne per la vostra spada, né per il vostro
arco. Vi diedi· una terra che voi non avevate lavorata e abitate in città, che
1 1

voi non avete costruite e mangiate i frutti delle vigne e degli oliveti, che
1

non avete piantato. Temete dunque il Signore e servitelo con i'ntegrità e fe-
deltà; eliminate gli dèi che i vostri padri servirono oltre il fiume e in Egitto
e servite il Signore. Se vi dùpiace di servire il Signore, scegliete oggi chi vo-
lete servire: se gli dèi che i vostri padri servirono oltre il fiume oppure gli dèi
deglt' Amorrei: nel paese dei qua!t' abitate. Quanto a me e alla mia casa vo- 1

gliamo servire il Signore» (24, 1-15).


Agostino si sofferma su una particolare traduzione della Settanta, che reca «tutta
la terra» in luogo di <<la terra di Canaan», rilevando il valore profetico cli tale traduzio~
!.:assemblea dz' Sichem (24 1-15) 1 123

ne; il vescovo di Ippona rileva inoltre che anche il chiudere le porte è un segno di guer-
ra. Il dialogo tra Giosuè e il popolo di Israele si riferisce a chi, una volta battezzato, ob-
bedisce solo al Signore (Origene).

3
Tuo padre Abramo na. Tuttavia c'è una guerra quando c'è
un'inimicizia in certo qual modo armata.
Tutta la terra Agostino,
Questioni sull'Ettateuco 6, 26
Ciò che la traduzione fatta dai Set-
tanta esprime nei seguenti termini: e pre-
si il vostro padre Abramo da di là del fiu- 12
Mandai innanzi a voi le vespe
me e lo condussi in tutta la terra, la tradu-
zione fatta <lall' ebraico lo esprime così: e Il riferin1ento alle vespe
lo condussi nella terra di Canaan. Parreb-
be strano che i Settanta volessero indica- Che significa ciò che, tra le altre co-
re tutta la terra invece della sola terra di se che Giosuè di N un ricorda essere state
Canaan, salvo che avessero presente al lo- fatte dal Signore a protezione degli Israe-
ro spirito una profezia, di modo che s'in- liti, dice: mandò innanzi a voi le vespe e .li
tenda come un fatto verificatosi per la scacdò davanti a voi? Ciò si legge anche
promessa di Dio ciò che con assoluta cer- nel libro della Sapienza (cf. Sap 12, 8), ma
tezza si preannunciava sarebbe accaduto tuttavia in nessun passo si trova che sia
riguardo a Cristo e alla Chiesa, che è la accaduto tra i fatti narrati dalla storia. Ha
vera discendenza di Abramo formata non forse l'agiografo voluto ·con la parola ve-
già dai figli della carne ma dai figli della spe presa in senso traslato fare intendere
promessa (cf. Rm 9, 8). i pungiglioni assai dolorosi della paura,
Agostino, con cui jn certo qual modo per le notizie
Questioni sull'Ettateuco 6, 25 che si spargevano rapidamente venivano
tormentati perché fuggissero? Oppure ha
voluto farci intendere gli spiriti occulti
11
Venisti a Gerico dell'aria, poiché nel Salmo si dice: per
mezzo degli angeli cattivi (Sai 77, 49) sal-
Un segno di guerra vo che uno dica che non tutti i fatti acca-
duti sono stati registrati e anche questo
E hanno fatto guerra contro di voi· gli' fatto accadde visibilmente e di conse-
abitanti di Gerico. Ci possiamo domanda- guenza vuol fare intendere trattarsi di ve-
re come ciò sia vero, dal momento che re vespe?
quelli si difesero solo dentro la cerchia Agostino,
delle mura dopo aver chiuso le porte. Questioni sull'Ettateuco 6, 27
L'espressione però è giusta, poiché anche
il chiudere le porte contro il nemico è
un'azione di guerra, perché non inviaro- 14
-
15
Scegliete oggi
no ambasciatori a chiedere la pace. Di
conseguenza, se l'agiografo avesse detto: Battesimo e servizio esclusivo al Si-
«combatterono contro di voi» sarebbe
gnore
contrario alla verità. La guerra infatti non
comporta .battaglie continue ma talora Ciò che Giosuè disse al popolo quan-
frequenti, talora invece rare, talora nessu- do lo introdusse nella terra promessa, le
124 Giosuè

stesse cose le Scrittura le potrebbe dire, uscire noi e i nostri padri dall'Egitto e ci
ora, anche a noi. Il brano dice così: «Ora ha custoditi in tutto il cammino che ab-
temete il Signore e servitelo con rettitudi- biamo percorso».
ne e giustizia». Per noi che siamo solleci- Inoltre negli impegni solenni della
ti ad adorare gli idoli, aggiungerà le paro- pietà, una volta, a coloro che vi istruiva-
le che, subito dopo, così suonano: «Ri- no voi avete risposto questo: «Noi servi-
muovete le divinità straniere, che i vostri remo il Signore, perché egli è il nostro
padri servirono al di là del fiume ed in Dio» (Gs 24, 18). Se, dunque, colui che
Egitto, e servite il Signore». viola i patti stipulati tra uomini è conside-
Agli inizi, quando dovevate essere rato fedifrago e lontano dalla salvezza,
catechizzati, con ragione vi si poteva dire: cosa si deve dire di coloro che, per aver
«Se non vi' piace servire il Signore, sce- rinnegato la <fede>, violano le promesse
glietevi oggi chi servirete: se gli dèi ·che i fatte a Dio <battesimo> e ritornano così a
vostri padri servirono oltre il fiume o gli satana, a cui, battezzandosi, hanno rinun-
dèi degli Amorrei, nel paese dei quali voi ciato? In realtà si dovrebbero ripetere,
abitate»: E colui che vi insegnava vi avrà per un simile atto, le parole rivolte da Eli
detto: «lo e la mia casa serviremo il Si- ai figli: «Se un uomo pecca contro un al-
gnore, perché è santo». Ora non è più tro uomo si pregherà Dfo per lui; ma se
tempo di parlarvi così. Allora infatti ri- uno pecca contro il Signore chi interce-
spondeste: «Lungi da noi l'abbandonare derà per lui?».
il Signore per servire altri dèi ! Il Signore, Origene,
nostro Dio, questi è Dio, che ha fatto Esortazione al martirio 17

ISRAELE SERVIRÀ IL SIGNORE

(. ..)Allora Giosuè disse al popolo: «Voi siete testimoni contro voi stes-
si: che vi siete scelto il Signore per servirlo!». Risposero: «Siamo testimo-
ni!». Giosuè disse: «Eliminate gli dèi dello straniero, che sono in mezzo a
voi: e rivolgete il cuore verso il Signore, Dio d'Israele!». Il popolo rispose a
Giosuè: «Noi serviremo il Signore nostro Dio e obbediremo alla sua voce!».
Giosuè in quel giorno concluse un'alleanza con il popolo e gli diede uno sta-
tuto e una legge a Sichem. Poi Giosuè scrisse queste cose nel libro della leg-
ge di Dio; prese una grande pietra e la rizzò là, sotto il terebinto, che è nel
santuario del Signore. Giosuè disse a tutto il popolò: «Ecco qu_esta pietra sa-
rà una testimonianza per nol· perché essa ha udito tutte le parole che il Si-
gnore ci ha dette; essa servirà quindi da testimonio contro di voi: perché non
rinneghiate il vostro Dio» (. ..) (24, 16-28).
La perfezione si raggiunge conservandlo I' anima nel suo .stato originario di perfe-
zione (Atanasio). Come Giosuè stabilì una pietra della testimonianza, cosl coloro cui è
stata affidata la cura d'anime si preparano i testimoni, qualunque essi siano, per produr-
li nel tempo a venire (Basilio Magno); quella pietra è Cristo (Cipriano).
La morte dt' Giosuè (24, 29-33) 125

23
Rivolgete il cuore verso il Signore role <di Dio> (cf. Gv 24, 26-27), ma già
anche un colle fu chiamato testimone da
Custodire l'anima Giacobbe (cf. Gn 31, 47).
«Questa pietra - dice - sarà testi-
E l'anima possiede la facoltà raziona- mone contro di voi da oggi fino agli ul-
le conforme alla sua natura, se resta così timi giorni, ogni volta che mentirete al
come è stata creata. <Fu creata> oltremo- Signore Dio nostro», forse perché ere~
do buona e retta. Per questo Giosuè figlio deva che per la potenza di Dio anche le
di Nun ammaestrando il popolo diceva: pietre potessero emettere voce a rimpro~
«Volgete i vostri cuori verso il Signore di vero dei trasgressori: e se non questo,
Israele». E Giovanni Battista diceva: certo almeno perché la coscienza di cia-
«Raddrizzate i sentieri di lui» (Mt 3, 3). scuno fosse colpita dalla forza di quel ri-
Quando l'anima è retta, la sua facoltà ra- cordo.
zionale appare come fu creata. Quando In tal modo coloro cui è stata affida-
invece I' anima devia e si allontana dalla ta la cura d' anime si preparano i testimo-
propria natura, questo si chiama perver- ni, qualunque essi siano, per produrli nel
sione dell'anima. Non è quindi una cosa tempo a venire. Ma lo Spirito, non per il
difficile. Se restiamo come siamo stati bisogno occasionale, ma per comunione
creati, viviamo n ella virtù religiosa. Se in- di natura, è coordinato a Dio, non trasci-
vece pensiamo il male, siamo giudicati co- nato <la noi a forza, ma unito al Signore.
me malvagi. Se avessimo dovuto conqui- Basilio Magno,
stare la virtù spirituale al di fuori di noi, Lo Spirito Santo 13, 30
l'impresa sarebbe stata veramente cliffici-
le. Poiché invece è in noi, guardiamoci dai
pensieri impuri e custodiamo l'anima che l,a pietra è C:risto
il Signore ci ha dato in deposito, affinché
Egli riconosca la sua opera. Questo avver- Cristo è infatti detto «pietra» ( ... ).
rà se troverà l'anima cosl come la creò. Anche in Giosuè: «Prese una grande pie-
Atanasio, tra e la rizzò là, davanti al santuario del
Vita di Antonio 20, 6-9 Signore. Giosuè disse a tutto il p opolo:
"Ecco questa pietra sarà una testimo-
nianza per noi; perché essa ha udito tutte
27
Questa pietra sarà una testimonianza le parole che il Signore ci ha dette; essa
servirà quindi da testimonio contro di
Ricordo di Dio voi, p erché non rinneghiate il vostro
Dio"».
Quanto a Giosuè figlio di Nun, in- Cipriano,
nalzò una pietra a testimonianza delle pa- A Quirino 2, 16

LA MORTE DI GIOSUÈ

Dopo queste cose, Giosuè figlio di Nun, servo del Signore, morì a cen-
todieci anni e lo seppellt'rono nel territorio di sua proprietà a Timnat-Se-
126 Giosuè

rach, che è sulle montagne di Efraim, a settentrione del monte Gaas (. .. )


(24, 29-33). . .

La morte di Giosuè e la sua sepoltura sono la celebrazione della vittoria della castità e
della vita eterna sulla morte, della virtù sul vizio. Non è occasione di pianto, ma di gioia (Gi-
~olamo).

29 ra. Di nuovo nel libro dei Giudici leggia-


Giosuè figlio di Nun morì
mo di lui come se fosse risorto e fosse tor-
La morte di Giosuè è una testimo- nato di nuovo alla vita, e sono esaltate co-
.
n1anza me in un sommario le sue imprese. Leggia-
mo anche: <<Poi Giosuè rimandò il popo-
Ma è giunto il momento di vedere il lo, ognuno al proprio territorio» (Gs 24,
valore della castità di Giosuè. È scritto che 28). E <<lsraele servì il Signore tutti i gior-
Mosè aveva una mog] ie 21 • .• Leggiamo che ni df Giosuè>» e così via. Segue nimmedia-
Mosè, vale a dire la Legge, aveva una mo- tamente: <<E Giosuè il figlio di Nun, il ser-
glie; mostrami allora nello steso modo che vo del Signore, rnod a centodieci anni>>.
Giosuè il figlio di Nun aveva una moglie o Mosè vide soltanto la terra promes-
dei figli, e se lo fai, mi confesserò sconfit- sa, non poté entrarvi e «fu sepolto nella
to. Ricevette certamente la porzione mi- valle, nel paese di Moab, di fronte a Bet-
gliore nella divisione della terra di Giuda e Peor; nessuno fino ad oggi ha saputo do-
morì, non nei venti, che nella Scrittura so- ve sia la sua tomba>>. Confrontiamo la se-
no sempre sfortunati, in venti sono indica- poltura dei due. Mosè morì nella terra di
ti gli anni di servitù di Giacobbe (cf. Gr: Moab, Giosuè nella terra di Giuda. Il pri-
31, 41), il prezzo di Giuseppe (cf. Gn 37, mo fu seppellito in una valle di fronte al-
28) e i diversi doni che ricevette Esaù (cf. la casa di Phogor 28, la cui traduzione è
Gn 3 2, 14) e ai quali si affezionò, ma nei «rimprovero», in quanto l'ebreo Phogor
dieci, di cui spesso abbiamo cantato le lo- corrisponde a Priapo 29; il secondo fu sep-
di. Giosuè.fu seppellito a Timnat-Serach, pellito sul monte Efraim a nord del mon-
che significa <<la più perfetta sovranità», o te Gaas. E nelle espressioni semplici del-
«tra quelli di una nuova protezione>>, per le sacre Scritture c'è sempre un significa-
indicare le moltitudini delle vergini, pro- to più sottile. I Giudei trovarono motivo
tette dall'aiuto del Signore sul Monte di vanto nei figli e nella gravidanza; e in
Efraim, cioè sulla montagna che dà frutti; Israele la donna sterile che non aveva fi-
a nord del monte Gaas, che significa «di- gli era considerata esecrabile; ma bene-
sturbo», perché <<il monte Sion è a nord, la detto era colui il cui seme era in Sion, e la
città del Grande Sovrano» (Sai 47, 2), non sua famiglia a Gerusalemme. E parte del-
è mai esposto all'odio, e in ogni difficoltà la più grande benedizione era: «La tua
dice: «Per poco non inciampavano i miei sposa come vite feconda nell'intimità del-
piedi>> (Sal 72, 2). Il libro che porta il no- la tua casa; i tuoi figli come virgulti d'uli-
me di Giosuè termina con la sua sepoltu- vo intorno alla tua mensa» (Sai 127, 3).

27 Girolamo cita come prova Le 16, 29 e Rm 5, 14.


28 Phogor appare nella LXX come traduzione di Peor.
29 Nome della divinità pagana della fertilità.
La morte di Giosuè (24, 29-33) 127

Perciò si racconta che la sua tomba fu po- ché, allora, mentre si parla 'della sepoltura
sta in una valle di fronte alla casa di un di quel sant'uomo di Gesù, figlio di Na-
idolo che era consacrato in modo parti- ve, non si dice poi che sia stato pianto?
colare alla lussuria. Ma noi che combat- Vuol dir questo,. senza dubbio: che in
tiamo con Giosuè come capo, anche oggi Mosè - ossia nell'antica Legge - tutti era-
non conosciamo dove è sepolto Mosè. no vincolati dalla sentenza del peccato di
Perché disprezziamo Phagor e ogni sua Adamo, e di conseguenza era logico che
vergogna, sapendo che coloro che sono nella loro discesa agli inferi fossero ac-
nella carne nqn possono piacere ·a Dio. E compagnati da lacrime. È questo il pen-
il Signore prima dell'alluvione aveva det- siero dell'Apostolo: «Da Adamo fino a
to «Il mio spirito non resterà sempre nel- Mosè, anche su chi non ha peccato, è re-
l'uomo, perché egli è carne» (Gn 6, 3). gnata la morte» (Rm 5, 14). In Gesù, inve-
Per questo motivo, quando Mosè morì, il ce - ossia nella Legge del Vangelo-, dato
popolo di Israele pianse per lui, ma Gio- che lui ci ha aperto il paradiso, è la gioia
suè, come uno sulla sua strada verso la che deve accompagnare la morte.
vittoria, non fu compianto. Infatti il ma- Ancora oggigiorno piangono i Giu-
trimonio termina alla morte; la verginità dei, e a piedi scalzi, cosparsi di cenere, si
da quel momento indossa Ja corona. stendono su sacchi. Poi, perché nulla
Girolamo, manchi alla loro superstizione, secondo
Contro Gioviniano 1, 22 una sciocchissima usanza farisaica, alla
prima colazione mangiano lenticchie, per
far vedere, evidentemente, con quale vi-
3
°Fu seppellito nel territorio di sua pro- vanda hanno perso il diritto di primoge-
prietà nitura 30, Ed hanno ragione. Non creden-
do alla Resurrezione del Signore, si pre-
Le lacrime dei Giudei parano per la venuta dell'Anticristo.
Ma noi che ci siamo rivestiti di Cristo
Io non riesco a mettere in luce, come (cf. Gal 3, i7) , noi che siamo diventati -
si dovrebbe, i misteri della Scrittura; non· secondo l'espressione dell'Apostolo - una
riesco a vederci chiaro nelle parole che, stirpe regale e sacerdotale (cf. 1 Pt 2, 9)
per quanto semplici, nascondono in sé un non dqbbiamo rattristarci per i defunti.
significato divino. Cosa si vuole intendere Girolamo,
nel fatto che Mosè viene pianto? E per- Lettere 39, 4

Gli Ebrei, non avendo riconosciuto il Figlio di Dio, hanno perso il diritto alla primogenitu-
.30
ra, come ~saù l'aveva perduta vendendola per un piatto di lenticchie (d. Gn 25, 27-34).
GIUDICI

GIUDA ATTACCA I CANANAEI

. Dopo la morte di Giosuè) gli Israeliti consultarono il Signore dicendo:


«Chi di noi andrà per primo a combattere contro i Cananei?». Il Signore .ri-
spose: «Andrà Giuda: ecco) ho messo zl paese nelle sue mani». Giuda dun-
que si mosse e il Signore mise nelle loro mani i Cananei e i Perizzitz> scon-
fissero a Bezek diecimila uomini (1, 1-10).
La scelta di Giuda indica la supremazia di questa di tribù sulla altre (Eusebio di Ce-
sarea).

i-
2
Giuda sconfiggerà i Canane{ gnore con Giuda ed egli ered#ò il monte, e
dopo queste cose: E salirono i figli di Giu-
La supremazia di Giuda seppe contro Bete!, e Giuda con loro (Gdc
1, 4.8a.9a.l 7a.19a.22). Anche nel libro
Anche nel µbro di Gi~suè, figlio di che tratta dei Giudici che furono succes:-
Nave, mentre le altre tribù dividono a sor- sivamente alla guida del popolo, sebbene
te fra di loro la terra promessa, la tribù di i giudici risultino provenire da varie tribù,
Giuda, per prima e senza estrazione, rice- tuttavia nel complesso fu la tribù di Giu-
ve la propria parte di terra (cf. Gs 13-17). da che fu a capo dell'intero popolo. Mol-
Anzi: Dopo la morte di Giosuè i· figli di to di più poi ciò fu vero ai tempi di Davi-
Israele consultarono il Signore dicendo: de e dei suoi successori, poiché dalla tribù
Chi saiirà per noi contro il Cananeo, gui- di Giuda provennero i re ed essi tennero
dando il combattimento contro di lui? E il il regno fino alla schiavitù di Babilonia.
Signore rispose: Giuda andrà, ecco io ho Dopo questa, a capo di coloro che dalla
consegnato quella terra nelle sue mani. deportazione fecero ritorno alla propria
Evidentemente con queste parole Dio co- terra, fu Zorobabele, il figlt'o di Salatile del-
manda che·la tribù di Giuda sia a capo di la tribù di Giuda (Ag 1, 12), il quale rico-
tutto Israele, e pertanto di seguito sta struì il tempio. Perciò anche il libro dei
scritto: E salz' Giuda, e il Signore consegnò Paralipomeni, esponendo la genealogia
il Cananeo e il Farezeo nelle sue mani, e delle dodici tribù di Israele, inizia da
ancora: E combatterono i figli di Giuda per quella cli Giuda (cf. 1 Cr 2, 3 ). Ne conse-
Gerusalemme e se ne impadronirono. E gue che si deve ammettere che, anche nei
scesero ifigli di Giuda a combattere contro tempi successivi, quella tribù fu a capo
. il Cananeo, e ancora: E andò Giuda con delle altre, anche se in casi particolari, da
suo fratello Simeone, e quindi: Ed era il Si- quel tempo fino a quello del Salvatore,
130 Giudici

hanno avuto la preminenza nel popolo rata tanto a lungo quanto l'intero popolo,
personaggi diversi, dei quali non siamo libero
.. . . .. fu governato dai pro-
e. autonomo,
ormai in grado <li precisare la stirpe, per- prt capi e prmc1pi.
ché il sacro Libro non ne parla. Anzi il Eusebio di Cesarea,
racconto dice che la tribù di Giuda è du- Dimostrazione evangelica 8, 1, 11-16

L'INSUCCESSO DEI FIGLI DI BENIAMINO

Di là andò contro gli abitanti di Debi"' che prima si chiamava Kiriat-Se-


f er. Allora Caleb disse: <<A chi batterà Kiriat-Sefer e la prenderà io darò in
moglie Acsa mia figlia». La prese Otniel figlio di Kenaz, fratello minore di
Caleb, e questi gli diede in moglie sua figlia Acsa. Ora, mentre andava dal
marito, egli la indusse a chiedere un campo a suo padre. Essa scese dall'asi-
no e Caleb le ·disse: «Che hai?»: Essa rispose: «Fammi un dono; poiché tu
mi hai dato una terra arida, dammi anche qualche fonte d'acqua». Egli le
donò la sorgente superiore e la sorgente inferiore (1, 11-21).
La richiesta di fonti d'acqua da parte di Acsa è simbolo delle due specie di compunzio-
ne che prova l'anima che a sete di Dio: essa è spinta, in un primo momento dal timore, poi
dall'amore (Gregorio Magno).

u Acsa è promessa in moglie al vincitore prima piangeva, pregando di non essere


cf. il commento a Gs 15, 16-17). condotto al supplizio, in seguito comin-
cia a piangere amaramente perché è tenu-
to ancora lontano dal regno. Infatti la
1
' Acsa chiede in dono delle fonti d'ac- mente immagina quàli siano là i cori degli
qua angeli, quale la società degli spiriti beati,
Due specie di compunzione quale la maestà della visione interiore di
Dio, e dato che è ancora priva dei beni
Ci sono due spede diverse di com- eteri piange ancora più di quanto non
punzione, perché l'anima che ha s'ete di piangesse prima, quando temeva i mali
Dio prima è punta dal timore e successi- eterni. Accade perciò che la perfetta
vamente dall'amore. Prima si effonde in compunzione del timore consegni l' ani-
lacrime perché, ricordando i propri pec- ma alla compunzione dell'amore.
cati, teme di essere per questo sottoposta Tutto questo è ben descritto allegori-
a supplizi senza fine. Quando poi il timo- camente nell'episodio della Scrittura che,
re viene rimosso dal lungo affanno pro- secondo il senso storico, dice che Acsa,
vocato dal dolore, la convinzione di esse- figlia di Caleb, stando in groppa ali' asino,
re stati perdonati produce una certa qual sospirò. Il padre le disse: «Che hai?».
sicurezza e l'anima è infiammata dal- Quella gli rispose: «Dammi un dono. Tu
!' amore delle gioie celesti. Così colui che mi hai dato una terra che è rivolta a mez-
I..:insuccesso delle tribt't del nord (1, 22-36) 131

zogiorno ed è arida; aggiungine una ricca more della punizione sia per amore del
di acqua». Il padre le dette una terra irri- regno celeste, piangano amaramente i
gua in alto e in basso. mali commessi in precedenza.
Acsa sta sull'asina quando l'anima Secondo quanto ho ·detto riguardo
controlla e governa gli impulsi irrazionali alle due specie di compunzione, il padre
della sua carne. Chiede al padre terra ir- dette ad Acsa terra irrigua sopra e sotto.
rigua, perché dobbiamo chiedere con L'anima riceve la terra irrigua di sopra
grandi gemiti al nostro creatore la grazia quando si affligge in lacrime per il desi-
delle lacrime. Ci sono infatti alcuni che · derio del regno celeste; riceve terra irri-
hanno già ricevuto in dono di parlare · gua di sotto quando esprime con le lacri-
schiettamente a difesa della giustizia, di n1e il timore di incorrere nelle pene del-
proteggere chi è oppresso, di donare i lo- l'inferno. Le viene data prima la terra ir-
ro beni ai poveri, di possedere una fede rigua di sotto e poi quella di sopra, ma
ardente: eppure non hanno ancora la gra- poiché la compunzione dell'amore prece-
zia delle lacrime. Essi po,~siedono la terra de per dignità, la Scrittura nomina prima
arida a mezzogiorno, ma mancano anco- la terra irrigua di sopra e poi quella .di
ra di quella-irrigua perché, anche se sono sotto.
efficaci e zelanti nell'operare il bene, è Gregorio Magno,
però anche indispensabile che, sia per ti- Dialoghi 3, 34, 2-5

L'INSUCCESSO DELLE TRIBÙ DEL NORD

(... )Nemmeno E/raim scacciò i Cananet~ che abitavano a Ghezet; perciò


i Cananei abitarono in Ghezer in mezzo ad E/raim. (. .. )Gli Amorrei respin-
sero i figli di Dan sulle montagne e non li lasciarono scendere nella pianu-
ra. Gli Amorrei continuarono ad abitare Ar-Cheres} Aialon e Saalbim; ma
la mano della casa di Giuseppe si aggravò su di loro e furono costretti ai la-
vori forzati( ... ) (1, 22-36).
Secondo il significato psicologico, il fatto che si dica che i Cananei diventano tributari
della tribù di Efraim indica la persistenza del vizio nell'anima; tale presenza si giustifica af-
finché l'anima, anche nei momenti di maggiore successo, abbia un umile sentire e non attri-
buisca a se stessa i propri successi (Gregorio Magno). È soltanto in ragione di una pratica
continua della virtù che si possono vincere le battaglie ·spirituali (Beda il Venerabile).

29
I Cananei abitarono in Ghezer in · no ottenebrate dall'oscurità quando an-
mezzo ad Efraim che quelli che già risplendono per grandi
virtù, mantenendo ancora qualche colpe-
Piccoli vizi in mezzo ad azioni subli- vole oscurità, aspettano di risplendere al-
mi tresì della grande chiarità della vita, e tut-
tavia, senza volere, ancora si portano die-
Si ottenebrino le stelle per la sua-oscu- tro i residui della notte. Ciò avviene, co-
rità (Gb ), 9). Le stelle di questa notte so- me si è detto, perché l'anima che progre-
132 Giudici

disce nella virtù della giustizia sia meglio sopra la terra e coprirono tutto sulla su-
rafforzata dalla propria debolezza; e in perficie della terra» (Gn 7, 17 -19). E le ac-
modo più vero risplenda nel bene appun- que del battesimo e della fede, cresciute
to perché piccole cose biasimevoli umil- per tutta la terra, so,llevano la Chiesa dai
mente la oscurano anche senza che lo vo- desideri terreni alla speranza e al deside-
glia. Ecco perché quando si spartiva al rio della vita celeste; ma spingendo spesso
popolo d'Israele la raggiunta terra pro- la Chiesa in mezzo alle tribolazioni~ quan-
messa, si dice giustamente che il popolo to più abbondantemente riempirono tut-
pagano dei Cananei non eliminato diven- to, tanto più in alto la spinsero a ricercare
tò tributario delle tribù di Efraim, come le gioie dell'altra vita. E questo è bene il-
sta scritto: Il Cananeo abitò in mezzo ad lustrato nella storia sacra, quando si dice
E/raim come tributario. Che cosa significa che gli Amorrei respinsero i figli .di Dan
il popolo pagano dei Cananei se non il vi- sulle montagne e non H lasciarono scende-
zio? Spesso entriamo nella terra promes- re nella pianura. «Amorreo» senza dubbio
sa con grandi virtù, perché siamo raffor- significa «amaro», Dan «giudice» o «giu-
zati dall'intima speranza dell'eternità, ma dizio». E chi viene indicato attraverso i fi-
conservando in mezzo ad azioni sublimi gli di Dan, se. non coloro che compiono
certi piccoli vizi, è come se concedessimo ogni cosa in modo che sia giusta, esamina-
al Cananeo di vivere nella nostra terra. Il no ogni cosa sulla bilancia della verità,
quale però diventa tributario, perché che, camminando alla luce della Parola,
questo medesimo vizio, che non possia- giurano e stabiliscono di custodire i giudi-
mo sottomettere, lo facciamo umilmente zi della sua giustizia? A chi si fa riferimen-
servire alla nostra utilità, affinché, anche to con Amorreo, se non a questi che cer-
nelle cose sublimi, l'anima abbia un bas- cano di turbare, o perfino di distruggere,
so sentire di sé dal momento che con le con l'amarezza delle tribolazioni, la dol-
proprie forze non riesce ad espugnare cezza della vita dei santi? E gli Amorrei re-
neppure le piccole cose che vorrebbe. spingono i figli di Dan sulle montagne e
Gregorio Magno, non li lasciano scendere nella pianura,
Commento morale a Giobbe 4, 24, 44 quando tanto è grande la tempesta di tri-
bolazioni che affligge la maggior parte de-
gli eletti, da non permettere loro in nes-
H Gli Amorrei respinsero i figli di Dan sun modo di perdere del tempo in deboli
pensieri; ma, vivendo nella massiina con-
La tempesta delle tribolazioni e. le tinenza, è necessario che siano sempre oc-
acque del battesimo cupati con preghiere, digiuni, meditazioni
delle sacre Scritture, fino a che non siano
«Le acque crebbero e sollevarono in grado, con un maggiore esercizio della
l'arca che si innalzò sulla terra. Le acque virtù, di vincere i combattimènti più gran-
divennero poderose e crebbero molto so- di delle tentazioni.
pra la terra e l'arca galleggiava sulle ac- Bcda il Venerabile,
que. Le acque si innalzarono sempre più Sulla Genesi 2, 7
Il giudt"l.io di Dio (2, 1-5) 133

IL GIUDIZIO DI DIO

Ora l'angelo del Signore salì da Galgala a Bochim· e disse: «lo vi ho fat-
to uscire dall'Egitto e vi ho condotto nel paese che avevo giurato ai vostri
padri di darvi. Avevo anche detto: Non romperò mai la mia alleanza con voi>
voi non farete alleanza con gli. abitanti di questo paese)· distruggerete i loro
altari. Ma voi non avete obbedito alla mia voce. Perché avete fatto questo?
Perciò anch)io dico: non li scaccerò dinanzi a voi> ma essi vi staranno aifian-·
chi e i loro dèi saranno per voi un inciampo». Appena l'angelo del Signore
disse queste parole a tutti gli Israeliti: il popolo alzò la voce e pianse. Chia-
marono quel luogo Bochim e vi offrirono sacrifici al Signore (2, 1-5).
La valle di lacrime è allegoricamente interpretata come questo secolo, dove l'uomo è
impegnato in un combattimento spirituale contro il diavolo per ricevere da Dio, arbitro del-
la gara, la corona celeste come premio del nostro impegno (Girolamo). ·

45
- Gli Israeliti piansero nel!'ascoltare le dati dal paradiso, insieme con Adamo,
parole dell'angelo del Signore · nel chiuso di una valle, dove c'è da fare
. penitenza, dove ci sono lacrime. Nella val-
La valle delle lacrime le delle lacrime, nel luogo che ha stabilito.
Che cosa ha detto? Nel luogo che Dio ha
Nella valle delle lacrime, nel luogo che stabilito per combattere, affinché quaggiù
ha disposto (Sa! 86, 7). Leggiamo nel libro noi combattiamo contro il diavolo, contro
dei Giudici che, quando venne un angelo i peccati, e riceviamo in cielo la corona.
a bandire al popolo la conversione, dicen- Ma perché ci ha presentato un combatti-
do: «Avete abbandonato il Signore, e il Si- mento da affrontare? Forse che Dio non
gnore abbandonerà voi», il popolo pianse ci poteva dare la vita senza il combatti-
all'udire queste parole; e quel luogo fu mento? Ma ce lo ha presentato come un
chiamato valle delle lacrime. Abbiamo ri- arbitro di gara, ci ha presentato lo stadio,
cordato quell'antica storia per evitare . dove lottare contro i vizi; perché alla fine
un'eresia 1. Per valle delle lacrime possia- voleva incoronare a pieno titolo non chi
mo intendere, in senso spirituale, questo di noi fosse rimasto a dormire, ma chi si
secolo. Infatti noi non ci troviamo sulla fosse impegnato a fondo.
montagna, cioè nel regno dei cieli, ma in Girolamo,
una valle, cioè nell'oscurità di questo Omelie sul Salmi,
mondo; e per il peccato siamo stati scac- seconda serie. (Sal 83)

riferimento è alla speculazione origeniana circa l'origine delle anime, argomento richiamato
1 Il
anche in altre omelie.
134 . Giudici

ISRAELE DIMENTICA IL SIGNORE

Quando Giosuè ebbe congedato il popolo, gli Israeliti se ne andarono,


ciascuno nel suo territorio, a prendere in possesso il paese. Il popolo seroì il
Signore durante tutta la vita degli anziani che sopravvissero a Giosuè e che
avevano visto tutte le grandi opere che il Signore aveva fatte in favore
d'Israele. (. .. )Anche tutta quella generazione fu riunita ai suoi padri; dopo
di essa ne sorse un'altra, che non conosceva il Signore, né le opere che ave-
va compiute in favore d'Israele. Gli Israeliti fecero ciò che è male agli occhi
del Signore e seroirono i Baal· abbandonarono il Signore, Dio dei loro pa-
dri: che li aveva fatti uscire dal paese d'Egitto, e seguirono altri dèi di quei
popoli che avevano intorno: si prostrarono davanti a loro e provocarono il
Signore, abbandonarono il Signore e seroirono Baal e Astarte. Allora si ac-
cese l't'ra del Signore contro Israele e li mise in mano a razziatori, che li de-
predarono; Il vendette ai nemici che stavano loro intorno ed essi non pote-
vano più tener testa ai nemici. Dovunque uscivano in campo, la mano del
Signore era contro di loro, come il Signore aveva detto, come il Signore ave-
va loro giurato: furono ridotti all'estremo (2, 6-15). ·
Gli anziani «con Gesù» o «dopo Gesù» rappresentano gli apostoli, che sono la «luce
del mondo». Conosce tutte le opere di Dio colui che le compie, custodendo il comandamen-
to divino. La morte di Giosuè, che è simbolo di Cristo, va intesa in senso allegorico ~d in-
dicare la vita in Cristo o la morte spirituale quando non se ne seguono ·i precetti. Cosl, pie-
gare le ginocchia davanti ai Balim significa piegarsi di fronte al peccato; i peccatori sono
consegnati alla rovina della carne quando sono separati dal corpo di Cristo (Origene). Alla
morte di Giosuè, Israele subì più volte l'ira del Signore per averlo abbandonato in favore
degli dèi degli altri popoli (Tertulliano) .

1
. Il popolo che aveva visto le grandi preparato al servizio del Signore dalle
opere del Signore regole apostoliche si dice che «serve il
Signore nei giorni degli anziani che fu -
La luce degli Apostoli rono dopo Gesù».
Se poi vuoi sapere che, come il Si-
«Gli anziani che furono» con Gesù
gnore «era la luce vera che illumina ogni
o «dopo Gesù», chi son~ se non gli apo-
stoli? Essi illuminano i nostri cuori con i uomo che viene in questo mondo» (Gv
loto scritti e insegnamenti, e sono anco- 1, 9), così anche gli apostoli erano <<la lu-
ra essi a generare in noi dei giorni prove- ce del mondo», nel Vangelo sta scritto
nienti da quella luce che essi hanno at~ che il Signore dice loro: «Voi siete la lu-
tinto dalla comunione con la «luce ve- ce del ~ondo» (Mt 5, 14). E se sono <<lu-
ra». Dunque, di chi è illuminato e istrui- ce del mondo» anche gli apostoli, certa-
to dagli insegnamenti degli apostoli e mente mediante i loro insegnamenti e
Israele/e dimentica il Signore (2, 6-15) 135

precetti, illuminano per noi «i giorni» 8, 5) . Può dunque accadere che chi «cu-
nei quali «servire il Signore». stodisce il·comandamento ignori le paro-
Origene, le cattive»? In verità le conosce, ma si di-
Omelie sui Giudici 1, 2 ce ·che le <<lgno1~a» per il fatto che se ne
guarda e le evita. Così anche dello stesso
Signore e Salvatore è detto che «Non co-
Conoscere e compiere l'opera· di nobbe peccato» (2 Cor 5, 21); e indub-
Dio biamente il dir che «non conobbe pecca-
to» equivale a dire che non compl opera
Il testo dice: «Nei giorni di quegli di peccato.
anziani che conobbero tutte le opere del In questo senso, dunque, si dice che
Signore». «conosce le opere del Signore» colui che
Chi è «che conosce tutte le opere del compie 'le «opere del Signore»: giacché
Signore» se non colui che le compie? Dei ignora l'opera di Dio chi non fa l'opera di
figli di Eli è stato detto che erano «figli Dio.
corrotti, che non conoscevano il Signore» Origene,
(1Sam2, 12), non perché fossero all'oscu-
Omelie sui Giudici 1, 4
ro del Signore; loro che certamente erano
in grado di ammaestrare gli altri, ma per-
ché si comportavano come si comporta- 8
Giosuè muore
no quelli che non conoscono il Signore;
allo stesso modo è da intendersi anche
Gesù vivo e morto
l'espressione: «che conobbero ogni ope-
ra del Signore». E non soltanto la Scrittu- Ci è stata proclamata anche la lettu-
ra dice:- «conobb~ro l'opera del Signore», ra della morte di Gesù.
ma aggiunge: «che conobbero ogni opera Certo non c'è nulla da meravigliarsi
del Signore», cioè che «conobbero» l'ope- che «sia morto il figlio di Nave»: ha paga-
ra della giustizia del Signore, l'opera della to alla natura il debito dovuto. Ma poiché
santità, della pazienza, della mansuetudi- avevamo dato l'indicazione di riferire al
ne e della pietà: tutto quello che proviene nostro Signore Gesù Cristo quello che si
~fai comandamenti di Dio, è detto «opera leggeva del figlio di Nave, dobbiamo ve-
del Signore». dere come anche riguardo a lui convenga
Peraltro, come c'è l'opera del Signo- dire: «Morì Gesù».
re, certamente c'è anche l'opera ad essa lo penso, peraltro, dicendo anche
contraria, quella del Diavolo. È cosa sicu- questo in base all'autorità della Scrittura,
ra che fa giustizia è opera i Dio e l'ingiu- che in alcuni Gesù vive, in altri veramen-
stizia opera del "Diavolo, la mansuetudine te è «morto». ·
è opera di Dio, e cosl l'ira o il furore ope- Gesù vive in Paolo, in Pietro e in tut-
ra del Diavolo. ti coloro che a ragione possono dire: «Vi-
Si dice dunque che «hanno cono- vo, ma ormai non più io, bensl Cristo vi-
sciuto» l'opera di Dio solo coloro che ve in me» (Gal 2, 20); e dice ancora: «Per
compiono l'opera di lui. E perché questo me poi il vivere è Cristo, e il morire un
appaia ancor più chiaramente per l'auto- guadagno» (Fil l , 21). È in costoro, dun"
rità delle Scritture, in che modo la Scrit- que, che a buon diritto si dice che Gesù
. tura sia solita parlare di conoscere o non «vive».
conoscere, vedi come anche altrove sta In chi' poi «Gesù è morto»? Senza
scritto: «Chi custodisce il comandamen- dubbio in coloro che, più volte facendo
to, non ,conoscerà la pa~ola cattiva» (Qo penitenza, e di nuovo cadendo nel pecca-
136 Giudici

to, si dice che è come se arrecassero in- corre a Dio contro Israele? Signore, han-
giuria alla morte di Gesù; è di loro che no ucciso i tuoi profeti, hanno demolito i
l'Apostolo scrive agli Ebrei: «per loro tuoi altari, e io sono rimasto solo, e cerca-
conto crocifiggono di nuovo il Figlio di no la mia vita. Ma che cosa gli dice la vo-
Dio:e lo espongono all'infamia» (Eb 6, 6). ce divina? Mi sono riservato settemila uo-
Vedi dunque che non solo si dice .che mini, i quali non hanno piegato il ginoc-
«Gesù muore» in coloro che peccano, ma chio davanti a Baal» (Rm 11, 2-4); e ag-
si afferma addirittura che egli «è crocifis- giunge: «Così dunque, anche al presente,
so» e «schernito» da loro. un resto è stato salvato, secondo un,ele-
Del resto, anche tu considera in te zione di grazia» (Rm 11, 5).
stesso se, quando hai pensieri di avarizia e Vedi dunque che l'espressione: «quel-
brami di rubare le cose altrui, puoi forse li che hanno piegato» o «non hanno piega-
dire: «Cristo vive in me»? Ancora: se me- to il ginocchio davanti ai Baalim» è spiega-
diti pensieri di .lussuria, se sei travagliato ta con riferimento al resto dei credenti, e
dall'ira, se bruci di gelosia, se sei istigato alla moltitudine dei non credenti. E questo
dall'invidia, se sei scatenato per l'ubria- mostra che quanti, al tempo del Salvatore,
chezza, se ti esalti per l'orgoglio, se infuri furono increduli ed empi, «piegarono il gi-
per la crudeltà, puoi forse dire, in tutte nocchio davanti ai Baalim» e adorarono gli
queste cose: «Cristo vive in me»? Così . idoli; invece quelli che credono e compio-
dunque, per i peccatori, <<il Cristo muo- no le opere della fede, «non hanno piegato
re», per il fatto che in essi non operano in le ginocchia~ Baalitro>.
alcun modo la giustizia, la pazienza, la ve- Certo, non viene in alcun luogo rife-
rità, e tutte quelle [virtù] che il Cristo è. rito nelle narrazioni, nei Vangeli, e in
Invece tutto quello che avviene da qualunque altra Scrittura, che al. tempo
parte dei santi, si dice che è il Cristo ad del Salvatore qualcuno abbia piegato le
operarlo, anche secondo la parola del- ginocchia davanti agli ìdoli, ma sicura-
1' Apostolo: «Tutto posso in colui che mi mente questo viene detto di coloro che
dà la forza, Cristo» (Fil 4, 13 ). erano tenuti stretti e ·Come incatenati dai
Origene, loro peccati. Ne viene chiaramente che
Omelie sui Giudici 2, 1 anche noi, ogni volta che pecchiamo e
«siamo condotti schiavi della legge del
11 peccato (cf. Rm 7, 23 ), pieghiamo ai Baa-
Israele serve i Baali'm lim le nostre ginocchia».
Peraltro non a questo siamo stati
Idolatria di ieri e di oggi chiamati, né per questo abbiamo credu-
Certo: questo lo fecèro gli antichi, to, per servire di nuovo al peccato e «pie-
ma, dal momento che è detto che le cose gare» ancora «le ginocchia» al diavolo,
che sono state scritte, non «sono state ma «per piegare le ginocchia nel nome di
scritte» per loro, ma «per noi, per i quali è Gesù», giacché <<nel nome di Gesù si pie-
arrivata la fine dei tempi>> (1 Cor 10, 11), ga ogni ginocchio delle creature celesti,
vediamo se queste parole non appaiano terrestri e sotterranee» (Fil 2, 10), e per
dette molto di più pet noi che per loro. «piegare le ginocchia davanti al Padre del
Vuoi vedere che non sono io, ma Signore nostro Gesù Cristo, dal quale
rApostolo, a spiegare che queste cose ri- ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende
guardano noi? . nome» (E/ 3, 14-15).
Ascoltalo dire: «Che cosa dice poi la Origene,
Scrittura riguardo ad Elia, .quando egli ri- Omelie sui Giudici 2, 3
Israele/e dimentica il Signore (2, 6-15) 137

1 15
· Dopo la morte di Giosuè Israele ab- verno e hanno potere·di sciogliere e di le-
bandona il Signore gare (cf. Mt 16, 19; 18, 18; Gv 20, 23 ), i
peccatori «sono consegnati alla rovina
Abbandono porta abbandono della carne», quando per i loro peccati
sono separati dal corpo di Cristo.
Fintanto che uno serve Dio, non Origene,
<<Viene consegnato nelle mani dei preda- Omelz'e sui Giudici 2, 5
tori»; ma quando «abbandona il Signo-
re» e incomincia a servire alle sue passio-
ni, allora si dice di lui: «Dio li consegnò a Idolatria e ira di Dio ·
passioni infami» (Rm 1, 26), e ancora:
«[Dio] li consegnò in balia di un'intelli- Dopo la morte di Gesù di Nun, ab-
genza depravata, sicché commettono ciò bandonano il Dio dei loro padri e servo-
che è indegno» (Rm 1, 28). Perché? Per- no agli idoli di Baal e di Astante ed irato
ché, dice la Scrittura, «sono pieni di ogni il Signore li abbandonò nelle mani dei
sorta di ingiustizia, di malvagità, di impu- depredatori ed erano da èssi saccheggiati
rità, di avarizia» (Rm 1, 29), e di tutti gli e venduti ai nemici, né in alcun modo riu-
altri vizi che vengono indicati come an- scivano a resistere al cospetto dei loro ne-
che qui, solamente dicendo: poiché «ser- mici. Ovunque andassero, la mano di Dio
virono e adorarono i Baalim e Astarte, gravava sopra di loro e furono duramen-
Dio li consegnò nelle mani dei predatori; te schiacciati. Poi Iddio istitul, a loro go-
e il popolo cadde nelle mani dei suoi ne- verno, i Giudici, che potremmo equipa-
mici» (Gdc 2, 13-14). rare ai nostri Censori. Ma non persevera-
Ho già detto più volte che i Giudei rono nell'obbedienza neppure a questi.
leggono queste cose come narrazioni di Appena uno dei Giudici moriva, erano
fatti compiuti e passati; ma <<noi, per cui» pronti a peccare più dei loro padri, andan-
si dice che «queste cose sono state scrit- do dietro agli dèi degli altri popoli, serven-
te» (1 Cor 10, 11), dobbiamo sapere che, doli e adorandoli. Perciò il Signore si sde-
·se pecchiamo contro il Signore e prestia- gnò e disse: <<Poiché questa gente trasgre-
mo culto alle passioni della nostra anima dl il mio patto, che io stabilii coi loro padri
e ai desideri della carne come a Dio, an- e non diedero ascolto alla mia voce, an-
che noi siamo consegnati e ceduti n elle ch'io non toglierò dal loro cospetto nep-
mani del Diavolo, secondo l'autorità del- pure un uomo dei popoli che Gesù lasciò
1'Apostolo. Ascolta, infatti, proprio lui alla sua morte». E così per quasi tutti gli
dire di quello che aveva peccato: «ho annali dei Giudei e quindi dei Re, per il
consegnato un uomo siffatto al Satana perdurare della pote112a delle popolazioni
per la rovina della carne, affinché lo spi- confinanti, per la guerra e la schiavitù e il
riio sia salvo» (1 Cor 5, 5). Vedi dunque giogo dei Filistei, Israele scontò duramen-
che, alle volte, non solo mediante i suoi te l'ira di Dio, ogni volta che si allontanò
apostoli Dio «consegna» i pecca~ori «nel- da lui per cadere soprattutto nell'idolatria.
le mani dei nemici»; ma, anche mediante Tertulliano,
coloro che nella Chiesa esercitano il go- Scorpiace 3, 5-7
138 Giudici'

IL SIGNORE FA SORGERE DEI GIUDICI

Allora il Signore fece sorgere dei giudic~ che li liberavano dalle mani di
quelli che li spogllavano. Ma neppure ai loro giudici davano ascolto) anzi si
prostituivano ad altri dèi e si prostravano davanti a loro. Abbandonarono
ben presto la via battuta dai loro padri: i quali avevano obbedito ai coman-
di del Signore: essi non fecero così. Quando il Signore suscitava loro dei giu-
dicl il Signore era con il giudice e li' liberava dalla mano dei loro nemici du-
rante tutta la vita del giudice; perché il Signore si lasciava commuovere dai
loro gemiti sotto il giogo dei loro oppressori. Ma quando il giudice moriva,
tornavano a corrompersi più dei loro padri: seguendo altri dèi per servirli e
prostrarsi davanti a loro, non desistendo dalle loro pratt'che e dalla loro con-
dotta ostinata. Perciò tira del Signore si accese contro Israele e disse: «Poi-
ché questa nazione ha violato t alleanza che avevo stabilita con i loro padri
e non hanno obbedito alla mia voce) nemmeno io scaccerò più dinanzi a lo-
ro nessuno dei popoh che Giosuè lasciò quando morì. Cosi: per mezzo loro,
metterò alla prova Israele) per vedere se cammineranno o no sulla via del Si-
gnore, come fecero i loro padri». Il Signore lasciò quèlle nazioni senza affret-
tarsi a scacciarle e non le mise nelle mani di Giosuè (2, 16-23 ).
Impossibile è per l'uomo essere senza peccato (Agostino). La terra dove viene colloca-
to l'altare è il cuore dei Gentili dove viene posto il tempio di Dio (Cesario di Arles). TI pas-
so propone il tema del rapporto tra libero arbitrio e grazia, che insegna all'uomo l'umiltà e
la dipendenza dal proprio Creatore (Cassiano). Nelle sofferenze si sviluppano umiltà e per-
fezione (Isacco di Ninive).

20 2
I popoli lasàati da Giosuè non ven-
· > la dobbiamo negare per il fatto che non
gono scacàatt' per mettere alla prova esiste nessuno fra gli uomini, all'infuori di
Israele colui che non è uomo soltanto ma è per
sua natura anche Dio, nel quale la possia-
Nessun uomo è senza peccato mo dimostrare realizzata.
Agostino,
Potresti leggere che era possibile lo Lo spirito e la lettera 1, 1
sterminio in una sola volta di tutte le genti
della terra che veniva data ai figli d 'Israele,
e tuttavia Dio volle che avvenisse a poco a Un altare in mezzo ai Gentili
poco; e altri infiniti esempi possono pre-
sentarsi di eventi che diciamo possibili Nonostante tutti i popoli che circon-
nel passato o nel presente e di cui tuttavia davano Israele siano stati sottomessi al re
non siamo in grado di addurre nessun Davide, tuttavia Dio non permise che i
esempio di realizzazione. La possibilità Gebusei fossero distrutti completamente,
dunque che l'uomo sia senza peccato noi come egli stesso altrove dice: «anche io
Il Signore fa sorgere dei' giudici (2, 16-23) 139

non annienterò tutti i popoli, per mettere ed anche perché si abituasse a combatte-
alla prova Israele per mezzo loro, per ve- re i suoi nemici» (Gdc 3, 1-2).
dere se mi temono». Disse dunque il pro- E allora, tanto per confrontare qual-
feta a Davide: «Sali e innalza un altare al cosa di umano ·con l'incomparabile cle-
Signore sull'aia di Arauna il Gebuseo» (2 menza del nostro Creatore, non certo per
Sam 24, 18). Quel re pagano quindi prefi- paragonarne la pietà, ma solo per richia-
gurava il popolo delle genti. Considerate, marmi a qualche somiglianza di indul-
·fratelli, che nella terra dei Giudei non è gente comprensione, eccone un esempio,
stato trovato un luogo degno di accoglie- quello di una madre comprensiva e pre-
re l'altare del Signore; ma è scelto un luo- murosa: per un certo tempo ella tiene in
.go nella terra dei Gentili, dove è visto braccio il suo figlioletto fino a quando
l'angelo ed è costruito l'altare del Signore, non possa insegnargli a camminare; poi
e così l'ira del Signore è mitigata. Già al- ella gli permette di trascinarsi per terra,
lora era indicato con un linguaggio figura- quindi lo tiene per mano con la sua de-
to che non può essere trovato nel cuore stra, perché si sforzi, stando ritto, a porre
dei Giudei un luogo degno di offrire le un piede dopo l'altro; se lasciato solo per
'vittime spirituali; è scelta invece la terra un poco, lo vede traballare, subito lo riaf-
dei Gentili, cioè la coscienza dei cristiani, ferra; lo trattiene, se vacilla; lo rialza,
dove collocare il tempio del Signore. quando cade; vigila, perché non ricada,
Cesario di Arles, oppure, permettendo che egli cada legger-
Sermoni l 22, 1 mente, subito lo rialza dopo la caduta.
Poi, quando essa l'avrà allevato fino a rag-
giungere la fanciullezza e la robustezza
La grazia divina stimola il libero ar- de1l' adolescenza e della giovinezza, gli af-
bitrio fianca alcuni pesi per la fatica, ~on per-
ché ne sia oppresso, ma perché si eserci-
Sempre la divina grazia stimola il li- ti, e così ella lo prepara a gareggiare con i
bero arbitrio dell'uomo, in modo però suoi coetanei. Quanto più dunque il Pa-
che essa non lo protegge e difende in tut- dre celeste di tutti conosce chi Egli deb-
ti i casi al punto da indurlo a non ricorre- ba portare sul grembo della sua grazia,
re alle proprie forze nella lotta contro i chi rendere esercitato nell'uso del libero
suoi nemici spirituali; è così che l'uomo arbitrio per assuefarsi alla virtù in presen-
impaterà a riconoscere la grazia di Dio, za sua; e intanto Egli aiuta chi s'affatica,
se riuscirà vincitore, e la propria fragilità, esaudisce chi lo invoca, non abbandona
se sarà vinto, e apprenderà ad apporre la chi lo ricerca, e toglie dai pericoli chi frat-
.propria speranza, non nelle sue forze, ma tanto non se ne rende nemmeno conto.
nel soccorso divino, in modo da ricorrere Giovanni Cassiano,
sempre al suo divino protettore. E affin- Conferenze ai monaci 13, 14
ché tutto questo non si dimostri dettato
da una mia opinione, ma appoggiato sq
argomenti evidenti, dedotti dalla divina
Umiltà e inabitazione in Dio
Scrittura, richiamerò quanto si legge nel
libro di Giosuè: «Queste sono le nazioni Tutte queste belle cose nascono dalla
che il Signore risparmiò e non volle di- percezione della sua infermità. Di qui, in-
sperdere allo scopo di mettere alla prova fatti, per desiderio di aiuto si stringe a Dio
Israele per mezzo loro, per vedere se egli con suppliche e preghiere. E tanto più lui
osserv~va i precetti del Signore, suo Dio, si avvicina a Dio col suo pensiero, tanto
140 Giudici

più Dio si avvicina a lui con i suoi doni e, sistere molti popoli: non li distrusse subito
per la sua grande umiltà, non gli toglie più e non li consegnò in mano di Giosuè, per
la sua inabitazione in lui. Come la vedova mettere alla prova Israele per mezzo loro,
verso il giudice, egli grida continuamente: perché le generazioni deifigli di Israele co-
Vendicami del mio avversario (Le 18, 3.)/ noscessero e apprendessero <l'arte> della
Perciò Iddio, il Misericordioso, necessa- guerra.
riamente rinvia <l'esaudimento> delle sue Se un giusto non è consapevole della
domande, perché abbia maggior ragione propria infermità, le sue cose sono in pe-
di avvicinarsi a Lui. Per la sua indigenza ricolo, poco gli manca per cadere, il leo-
persevererà alla Sorgente degli aiuti; men- ne distruttore (1Pt5, 8) non è lontano da
tre alcune richieste gli saranno facilmente lui, cioè il demone della superbia.
accordate, altre no. Cioè, gli sarà accorda- Chi è privo della conoscenza della
to ciò che Dio conosce necessario a lui propria infermità è privo <li umiltà, chi è
per la vita, il resto sarà rinviato. privo di umiltà è privo di perfezione, chi
In alcuni casi <Dio> frena l'impeto è privo di perfezione è ancora in perico-
dei suoi nemici, in altri dà il potere alle lo. E, quando è così, l'Avversario ha an-
tentazioni; perché questo, come ho detto, cora potere su di lui, perché la sua città
gli sia occasione per avvicinarsi a Dio e non è fortificata con sbarre di/erro e stipt'-
perché dalle tentazioni impari la sapien- ti di bronzo (Sal 107, 16).
za. Questo, appunto, significa quanto è Isacco di Ninive,
detto nella Scrittura: Il Signore lasciò sus- Omelie ascetiche 8

ISRAELE VIENE MESSO ALLA PROVA

Queste sono le nazioni che il Signore risparmiò allo scopo di mettere al-
la prova Israele per mezzo loro) cioè quanti non avevano visto le guerre di
Canaan. Ciò avvenne soltanto per l1istruzione delle nuove generazioni degli'
Israeliti: perché imparassero la guerra) quelli: per lo meno) che prima non
l'avevano mai vista: i cinque capi dei Filistei: tutti i Cananei: quei di Sido-
ne e gli Evez: che abitavano le montagne del Libano) dal monte Baal-Ermon
fino al/1ingresso di Amat. Queste nazioni servirono a mettere Israele alla
prova per vedere se Israele avrebbe obbedito ai comandi, che il Signore ave-
va dati ai loro padri per mezzo di Mosè. Così gli Israeliti abitarono in mez-
zo ai Cananei, agli Hittt'tz: agli Amorrei, ai Perizzitz: agli Evei e ai Gebusei,·
presero in mogli le figlie di essi: maritarono le proprie figlie con i loro figli
e servirono i loro dèi (3, 1-6).
Nello scontro con le tentazioni, l'interveto di Dio, consapevole della forza delle proprie
creature, è prowidenziale perché l'uomo non venga schiacciato da un peso insostenibile
(Cassiano). Dal punto di vista psicologico, i nemici risparmiati rappresentano i difetti mino-
ri che vengono risparmiati perché l'uomo non insuperbisca (Gregorio Magno).
Israele viene messo alla prova (3, 1-6) 141

i-4 Le nazioni sono risparmiate per met- bandonarsi a un ozio inerte e senza trascu-
tere alla prova Israele rare l'uso delle armi e l'esercizio delle vir-
tù. Assai spesso infatti è accaduto che
Benefici dell'essere messi alla prova quanti sono rius.citi a non farsi vincere dal-
le avversità furono abbattuti proprio dalla
Ma io chiedo anche di più, che tu non
loro sicurezza e dalla loro prosperità.
mi abbandoni interamente, nel senso in Giovanni Cassiano,
cui è detto in lingua dei Greci éos sph6dra,
Conferenze al monaci 4, 6
vale a dire «totalmente» (Sai 118, 8). In re-
altà quanto mi è utile essere abbandonato
da te per breve tempo, affinché io resti
Una lezione di umiltà
confermato nella stabilità del mio deside-
rio, altrettanto mi riuscirà dannoso che tu È grande, Pietro, la provvidenza di
permetta che io resti abbandonato troppo Dio onnipotente, e spesso accade che
a lungo secondo i meriti delle mie colpe: non dia beni minori a coloro ai quali ha
nessuna virtù dell'uomo, se nella tentazio- elargito i .maggiori. · In tal modo H loro
ne resterà privato a lungo del tuo aiuto, animo ha sempre motivo di rimproverar-
potrà resistere nella sua stabilità, senza si in quanto, pur aspirando alla p erfezio-
soccombere ben presto a causa della forza ne, non riescono a conseguirla. Si danno
subdola del nostro nemico: occorre che tu da fare per ottenere ciò che non hanno ri-
stesso, che sei consapevole delle forze cevuto, ma nonostante i loro sforzi non ci
umane e mitigatore delle lotte dell'uomo, riescono. In questo modo non si possono
<<non permetta che noi siamo tentati oltre insuperbire per ciò che hanno ricevuto e
le nostre forze, ma con la tentazione ci da- capiscono che i b eni maggiori non sono
rai anche la via d'uscita e la forza per sop- frutto della loro iniziativa, dato che da so-
portarla» (1 Cor 10, 13 ). Qualche cosa di li non riescono a vincere neppure difetti
analogo noi leggiamo come designato mi- di poco conto. È stato per questo motivo
sticamente nel Li.hro dei Giudù:i: va da sé che, quando il Signore ha introdotto il
che tutto questo deve essere interpretato popolo di Israele nella terra promessa, ne
in senso figurato: «Queste sono le nazioni ha distrutto tutti gli avversari forti e ag-
che il Signore risparmiò per istruire, per gressivi e invece ha risparmiato a lungo
mezzo loro, Israele, affinché così imparas- Filistei e Cananei, affinché, come sta
se il modo di combattere con i propri ne- scritto, grazie a loro Israele fosse messo al-
.miei>>. E di nuovo, subito appresso: «Il Si- la prova. In questo modo, come si è già
gnore li lasciò a se stessi per mettere Israe- detto, a coloro ai quali ha dato grandi do-
le alla prova e vedere se avrebbe obbedito ni Dio lascia alcuni difetti minori, così
ai comandi che il Signore aveva dato ai lo- che abbiano sempre contro chi combat-
ro padri p er mezzo di Mosè, oppure no». tere e, una volta vinti i nemici più poten-
Iddio tollerò la serie di quelle guerre, non ti, non insuperbiscano, dato che avversa-
certo perché Egli fosse ostile alla pace di ri anche di minor conto continuano a dar
Israele e favorevole al suo danno, ma per- filo da torcere. Accade p erciò in modo
ché sapeva che esse gli avrebbero giovato: meraviglioso che un solo e medesimo spi-
di fatto, finché Israele si sentiva continua- rito eccella per virtù e sia afflitto da debo-
mente alle spalle l'oppressione di quelle lezza, per certi aspetti sia ben edificato
nazioni, non poteva presumere di non ma per altri constati la sua cattiva condi-
aver bisogno dell'aiuto del Signore, e così zione, acciocché, dato che non può con-
avrebbe perseverato nel mantenere il pen - seguire quel bene cui aspira, conservi
siero e l'invocazione del Signore, senza ab- umilmente quel tanto che ha.
142 Giudici

Che cosa e' è di strano in ciò che rac- il loro regno ·aveva subito, perché a causa
contiamo di Isacco, dal momento che an- della distruzione parziale esso si è più so-
che il regno dei cieli ha subito danni in al- lidamente strutturato per durare in eter-
cuni dei suoi cittadini, mentre gli altri no. Così avviene in ogni anima: se tiene
hanno resistito con forza? Così gli angeli bene da conto l'umiltà, talvolta da un
eletti, mentre vedono che gli altri sono danno di modesta entità essa consegue
caduti a causa della superbia, restano fer- un grande guadagno.
mi, tanto più forti quanto più umili. Essi Gregorio Magno,
traggono vantaggio anche dal danno che Dialoghi 3, 14, 12-14

0TNIEL GIUDICE DI ISRAELE

Gli Israeliti fecero ciò che è male agli occhi del Signore; dimenticarono
il Signore loro Dio e servirono i Baal e le Asere. Perciò tira del Signore si
accese contro Israele e ll mise nelle mani di Cusan-Risataim, re del Paese dei
due fiumz> glt' Israeliti furono servi di Cusan-Risataim per otto anni. Poi gli
Israeliti gridarono al Signore, e il Signore suscitò loro un liberatore, Otniel
figlio di Kenaz, fratello minore di Caleb) ed egli li' liberò. Lo spirito del Si-
gnore fu su di lui ed egli fu giudice d'Israele; usci' a combattere e il Signore
gli diede nelle mani Cusan-Risataim, re di Aram; la sua mano fu potente
contro Cusan-Risataim. Il paese rimase in pace per quarant)ann~ poi Otniel
figlio di Kenaz) mori' (3, 7 -11). ·
Otniel è un membro della milizia celeste, uno degli angeli inviati per guidare il popolo
di Israele alla salvezza della terra promessa (Origene). Il racconto dimostra che anche una
conversione fondata su solidi principi non garantisce necessariamente un progresso corri-
spondente (Cassiano).

18
· Israele cade nelle mani della Meso- questa provvidenza divina per consegna-
potamia . re quelli che empiamente si inorgogliva-
no all'umiliazione e, con provvedimento
Umiliazione e umiltà medicinale salutare, si curassero le malat-
Ora, Cusarsaton significa: la loro umi- tie con gli antidoti contrari, e che ora in-
liazione: «furono» dunque «consegnati vece manchi a Dio onnipotente, nei con-
nelle mani>> (Gdc 2, 14) di chi li avrebbe fronti della sua Chiesa, la salubrità di una
umiliati. E poiché essi sulle cime dei mon- simile provvidenza! C'è anche ora un
ti agivano empiamente contro l'Altissimo, «Cusarsaton re di Mesopotamia» al qua-
proprio per questo da lui sono consegnati le sono consegnate per l'umiliazione e
ali' abbassamento. l'afflizione le anime che, disprezzata
Ma non vorrei che tu pensassi che l'umiltà cristiana, si sono abbandonate
solo nei confronti degli antichi agisse alla superbia e all'arroganza. Estrema-
Otniel giudice di Israele (3, 7-11) 143

mente odioso è, al cospetto di Dio, il vi- spesso anche nelle Scriùure questo ge-
zio della superbia, giacché, come dice la nere di vocazione dettato dalla necessi-
Scrittura: «La superbia è principio .del- tà. Si legge che i figli di Israele furono
l'allontanamento da Dio» (Sir 10, 12); e dal Signore consegnati in preda ai nemi-
ancora la Scrittura dice in altro luogo: ci a causa delle loro colpe. In seguito pe-
«Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli rò, dopo aver sperimentato il potère
umili» (1 Pt 5, 5_). crudele e feroce deì loro dominatori> ec-
Origene, co che essi si convertirono di nuovo al
Omelie sui Giudici 3, 1 Signore con suppliche ferventi. «Il Si-
gnore suscitò per loro un liberatore,
Ehud, figlio di Ghera, figlio di Jemini:
9
Israele gridò al Signore egli faceva uso delle due mani come del-
la sua destra» (Gdc 3, 15); e ancora: «I
Gotoniel, l'Angelo salvatore figli di Israele levarono grida al Signore,
ed egli suscitò per loro un liberatore che
Dà il nome di salvatore a Gotoniel,
li liberò: Othiel, figlio di Kenaz, fratello
che significa: per me è il tempo di Dio.
minore di Chalet». Di casi simili ecco al-
Dunque, mediante questo Gotoniel
tre testimonianze: «Quando Egli li ucci-
il primo popolo fu strappato dalla schia- deva, allora lo cercavano e a Lui ritorna~
vitù che lo umiliava, e gli fu restituita la
vano e con sollecitudine venivano a Lui,
pace che da lungo tempo avevano messo
e si ricordavano che Dio è il loro aiuto,
in fuga l'orgoglio e le varie scelleratezze
e che .Dio, l'Altissimo, è il loro liberato-
della comunità. Ma poiché abbiamo det-
re» (Sal 77, 34-35); e di nuovo: «Alzaro-
to che il re Cusarsaton può intendersi, in
no grida al Signore, mentre erano tribo-
senso spirituale, come un principe dei ne-
lati, ed Egli li liberò. dalle loro necessità»
mici e delle «potenze dell'aria» (E/ 2, 2),
di conseguenza anche questo Gotoniel,
(Sal 106, 19).
Ne segue allora che, sebbene, tra le
suscitato per la liberazione del popolo,
forme ora descritte (sci!. di vocazione),
mi sembra essere un membro della «mili-
zia celeste» (Le 2, 13) e delle schiere degli sembri che le due prime si fondino su
arcangeli, che «sono mandati a sostegno principi migliori, io tuttavia ho potuto
di coloro che ricevono l'eredità della sal- constatare che anche dalla terza forma
vezza» (Eb 1, 14). Questi sono gli angeli di vocazione hanno potuto fuoriuscire
salvatori, designati nella figura di Goto- uomini perfetti e ferventissimi di spirito:
niel e di Eud, giacché, come spesso ab- dedicatisi con ottimo jnizio al servizio
biamo mostrato non solo noi siamo com- del Signore, hanno trascorso pure tutto
battuti dalle potenze avverse, ma anche il resto della loro vita animati da lodevo-
vengono inviate dal Signore in nostro aiu- le fervore. Al contrario, ho potuto con-
to potenze divine e buone. statare come parecchi, affievolitisi dopo
Origene, quel primo grado più elevato, assai spes-
OmeHe sui Giudici 3, 3 so sono caduti verso una fine miseranda.
E come ai primi non fu di ostacolo il fat-
to che la loro conversione non appariva
Una sublime conversione iniziale affatto dovuta a una decisione persona-
le, ma solo a un impulso occasionale in
non implica progressi corrispondenti
quanto era stata la benignità del Signore
La terza forma della vocazione na- a procurare un'occasione tale da indurli
sce dalle necessità (. .. ). Troviamo molto alla conversione, cosi pure ai secondi
144 Gt"udici

non fu di alcun giovamento aver comin- del tutto corrispondente il resto della lo-
ciato con gli inizi di una più sublime ro vita.
conversione, poiché essi non seppero Giovanni Cassiano,
preoccuparsi di condurre a un termine Conferenze ai monaci 3, 4-5

Euo LIBERA ISRAELE

Gli Israeliti ripresero a fare ciò che è male agli occhi del Signore; il Si-
gnore rese forte Eglon) re di Moab, contro Israele) perché facevano ciò che è
male agli occhi del Signore. Eglon radunò intorno a sé gli Ammoniti e gli
Amaleciti: fece una spedizione contro Israele) lo battè e si impadronì della
città delle Palme. Gli Israeliti furono schiavi di Eglon) re di Moab, per di-
ciotto anni. Poi gridarono al Signore ed egli suscitò loro un liberatore, Eud,
figlio di Ghera) Beniaminita) che era mancino. Gli Israeliti mandarono per
mezzo di lui un tributo a Eglon re di Moab. Eud si fece una spada a due ta-
gli: lunga un gomed) e se la cinse sotto la veste) al fianco destro. Poi presen-
tò il tributo a Eglon, re di Moab, che era uomo molto grasso. Finita la pre-
sentazione del tributo, ripartì con la gente che l'aveva portato. Ma egli: dal
luogo detto Idoll che è presso Galgala, tornò indietro e disse: «0 re, ho una
cosa da dirti in segreto». Il re disse: «Silenzio.'» e quanti stavano con lui
uscirono. Allora Eud si accostò al re che stava seduto nel piano di sopra, ri-
se-rvato a lui solo, per la frescura, e gll disse: «Ho una parola da dirti da par-
. te di Dio». Quegli si alzò dal suo seggio. Allora Eud, allungata la mano si-
nistra, trasse la spada dal suo fianco e gliela piantò nel ventre. Anche r elsa
entrò con la lamaj il grasso si rinchiuse t'ntorno alla lama, perciò egli uscì su-
bito dalla finestra, senza estrargli' la spada dal ventre. Eud uscì nel portico)
dopo aver chiuso i battenti del piano di sopra e aver tirato il chiavistello.
Quando fu uscito, vennero i se-rvi: i quali guardarono e videro che i batten-
ti del piano di sopra erano sprangati:· dissero: «Certo attende ai suoi bisogni
nel camerino della stanza fresca». Aspettarono fino ad essere inquieti: ma
quegli non apriva i battenti del piano di sopra. Allora presero la chiave, apri-
rono ed ecco il loro signore era steso per terra, morto. Mentre essi indugia-
vano, Eud. era fuggito e, dopo aver oltrepassato gli Idoll si era messo in sal-
vo nella Seira. Appena arrivato là) suonò la tromba sulle montagne di
Efraim e gli Israeliti scesero con lui dalle montagne ed egli si mise alla loro
testa. Disse loro: «Seguiteml perché il Signore vi ha 'messo nelle mani i
Moabitl vostri nemici». Quelli scesero dopo di lui: si impadronirono dei
guadi del Giordano, per impedirne il passo ai Moabitl e non lasciarono pas-
Eud libera Israele (3, 12-31) 145

sare nessuno. In quella circostanza sconflssero circa diecimila Moabiti: tutti


robusti e valorosi:· non ne scampò neppure uno. Cosi' in quel giorno Moab
fu umiliato sotto la mano d'Israele e il paese rimase tranquillo per ottant1an-
ni. Dopo di lui ci fu Samgar figlio di Anat. Egli sconfisse seicento Filistei
con un pungolo da buo~: anch'egli salvò Israele (3, 12-31).
La traduzione «ambidestro» dei Settanta permette di riferire il passo al fatto che l'uo-
mo interiore risulta di due parti (Cassiano). Secondo un'altra interpretazione, il giusto pos-
siede due mani destre per difendersi dai nemici (Girolamo). Eud, il cui nome significa «lo-
de», sconfigge con la spada della parola divina il capo dei Madianiti, il discorso filosofico
che individua nel piacere il sommo bene (Origene). Nella storia di Israele si riscontra l'al-
ternanza di periodi di pace e di periodi di guerra (Agostino).

15 21
• Eud uccide Eglon, Re di Moab Due mani destre
Armi di giustizia Mille cadranno al tuo fianco) e diecimila
alla tua destra (Sal 90, 7). (. .. ) Quando si
Ci sono persone che la Scrittura figu- parla della de.stra senza nominare la sini-
ratamene chiama «ambidestri», come vie- stra, al posto della sinistra si nomina il
ne presentato quell'Eud nel Libro dei Giu- fianco. In effetti non potrebbe essere
dici: «Egli faceva uso delle due mani come conveniente che un giusto abbia la sini-
della sua destra». Anche noi potremo pos- stra. Se uno tz' colpisce alla guancia destra,
sedere spiritualmente una tale virtù, se dice, tu porgigli' anche l'altra (Mt 5, 39).
riusciremo a riferire le vicende ritenute Non ha detto: «anche la sinistra»; in real-
prospere e tutte proprie della m~o de- tà non si porge la sinistra, ma una secon-
stra, come pure quelle awerse e tutte pro- da destra. Perciò io sostengo con tutta
prie della mano sinistra, con buono e ret- semplidtà che il giusto ha due destre. Del
to uso, direttamente alla mano destra, in resto anche di quell'Aod, di cui sta scrit-
modo che tutte le vicende che ci saranno to nel libo dei Giudici, si dice che era am-
indirizzate divengano per noi, secondo le bidestro per il motivo che era un giusto,
parole dell'Apostolo, «armi di giustizia» e uccise quel famoso re che era assai pin-
(2 Cor 6, 7). In effetti noi potremo consta- gue: Mille cadranno al tuo fianco e dt'eci-
tare che il nostro uomo interiore risulta di mila alla tua destra. Sono parecchi coloro
due parti e, per cosl esprimermi, di due che minacciano la nostra destra, non so-
mani, sicché nessuno degli uomini santi no parecchi quelli che minacciano la sini-
potrà mancare di quella parte da noi de- stra: per questa ragione, mille cadranno
nominata sinistra: ma è appunto per que- al fianco e diecimila alla destra. Infatti,
sto motivo che si distingue la virtù perfet- quando la battaglia infuria di più, più
ta, s~ cioè, col buon uso, amb~ le parti so- grande è la vittoria. Pochi insidiano il
no dirette nel senso della destra. fianco, moltissimi insidiano la destra.
Giovanni Cassiano, Girolamo,
Conferenze ai monaci 6, 10 Omelt'e sui Salmi, prima serie (Sa! 90)
146 Giudici

La spada della Parola e si erge còntro la spirituale scienza di


Cristo» (2 Cor 10, 5).
Ma vediamo qual sia la conclusione Così facendo, e combattendo me-
del principato di Eud, il cui nome signifi- diante la parola di Dio, ogni giudice del-
ca <<lode». La storia ci insegna quello che la Chiesa diventi anch'egli quell'Eud de-
sta scritto del re Eglon, in che maniera gno di lode, del quale il Signore possa di-
questo sapientissimo Eud, facendo uso di re: «Bene, servo buono e fedele, sei stato
un certo artifizio e, per cosl dire, di un in- fedele nel poco, ti porrò a capo di molto»
ganno astuto ma lodevole, uccise Eglon, (Mt 25, 21)!
il tiranno, il cui nome significa «rivolta- Origene,
to» o «orbite». Occorre dunque che an- Omelie sui Giudici 4, 1
che i nostri giudici del popolo siano tali
quale fu questo Eud, che significa «lo-
de», cosl da recidere tutti i moti volubili 30
Il pa_ese rimase tranquillo per ottanta
e le orbite della strada cattiva, e da sop- annz
primere il re dei- Madianiti.
Per Madianiti, poi, si intende fl:usso Periodi di guerra e di pace
o effusione. E allora: un principe e capo
di una simile gente rilassata e dissoluta, I Giudici, prima che dominassero i
che altro può apparire o essere interpre- re, erano stati costituiti sopta il popolo da
tato se non come il discorso di quella fi- quando esso aveva occupato la Terra pro-
losofia che ritiene sommo bene il piace- messa. Lo opprimeva l'iniquo, cioè lo
re? E questa parola fùosofica la uccide e straniero nemico, in quegli intervalli di
la sopprime la parola evangelica, che vie- tempo in cui, come è scritto, la pace si av-
ne paragonata a una spada (cf. Eb 4, 12) ! vicendava con la guerra e in quell'epoca
E proprio la parola profetica si immerga si riscontrano periodi di pace più lunghi
nel ventre e nel profondo del loro cuore di quelli che ottenne Salomone, il quale
mediante le argomentazioni del dottore regnò quarant'anni. Difatti sotto il giudi-
«ambidestro»: cosl, rinserrandoli, estin- ce Eud si ebbero ottant'anni di pace.
gua ogni "sentire" di dogma perverso e di Agostino,
intendimento grossolano, «che si innalza La città di' Dt'o 17, 13

DEBORA E BARAK

Eud era morto e gli Israeliti tornarono a fare ciò che è male agli occhi
del Signore. Il Signore li mise nelle mani di Iabin re di Canaan, che regna-
va in Cazor. Il capo del suo esercito era Slsara che abitava a Aroset-Goim.
Gli Israeliti gridarono al Signore, perché Iabin aveva novecento carri di f er-
ro e già da venti anni opprimeva duramente gli Israeliti'. In quel tempo era
giudice d'Israele una profetessa, Debora, moglie di Lappidot. Essa sedeva
sotto la palma di Debora, tra Rama e Betel sulle montagne di Efraim, e gli
Israeliti venivano a lei per le vertenze giudiziarie. Essa mandò a chiamare
Barak, figlio di Abinoam, da Kades di Neftalz: e gli disse: «Il Signore, Dio
Debora e Barak (4, 1-10) 147

d}Israele, ti dà ques(ordine: Va}, rrzarcia sul monte Tabor e prendi con te die-
cimila figli' di Ne/tali e figli di Zabulon. Io attirerò verso di te al torrente Ki-
son Sisara, capo delr esercito di Iabin} con i suoi carri e la sua numerosa gen-
te} e lo metterò nelle tue mani». Barak le rispose: «Se vi·eni anche tu con me,
andrò; ma se non vien~ non andrò». Ri!1pose: «Bene} verrò con te}· però non
sarà tua la gloria sulla via per cui cammini~· ma il Signore metterà Sisara nel-
le mani di una donna». Debora si alzò e andò con Barak a Kades. Barak con-
vocò Zabulon e Ne/tali a Kades; diecimila uomini si misero al suo seguito e
Debora andò con lui (4, 1-10).
La storia di Debora dimostra l'importanza e l'efficacia dell'influsso di una donna sag-
gia sul proprio marito (Crisostomo). 1 nomi di Sisara e labin vanno intesi allegoricamente
(Girolamo). Il successo di Debora come capo, giudice ·e profetessa dimostra che la forza è
nel valore, non nel sesso (Ambrogio).

9
'1· Debora ·spinge Barak alla battaglia cure il suo sposo più di tutti gli altri mes-
si ms1eme.
Efficacia dell'influsso di una donna Per questo la esorto a prodigarsi a
prudente tale scopo e a indurlo con la persuasione
a comportarsi come si conviene. Come
Niente, infatti, assolutamente niente può avere molta influenza per incoraggia-
è più efficace di una moglie pia e pruden- re e praticare la virtù, ne può avere anche
te, per influire sul marito e per. ammae- molta per spingerlo sulla via del vizio.
strare la sua anima come vorrà. Egli non Una donna infatti rovinò Assalonne, una
accetterà tanto le osservazioni o i consigli donna rovinò Amnone, fu la moglie ad
offertigli dagli amici, dai dottori o dai essere sul punto di portare Giobbe sulla
magistrati, quanto quelli della propria e.attiva strada; una donna distolse Nabal
moglie. Queste esortazioni di lei sono in- dal commetter una strage, una donna sal-
fatti unite alla gioia, perché si tratta di vò tutto il popolo. E infatti Debora e
una persona molto amata. Potrei portare Giuditta assolsero egregiamente a compi-
molti esempi di uomini di carattere diffi- ti che sarebbero spettati a comandanti di
cile, sregolati, che sono stati resi più mo- eserciti; come pure innumerevoli altre
derati e temperanti dalle proprie mogli. donne.
La moglie, che divide con il marito la Per questo anche Paolo dice: «Che
mensa, il letto e il compito della procrea- ne sai, o donna, se salverai il tuo marito?»
zione dei figli, essa, che viene messa a (1 Cor 7, 16). E sappiamo che, a quei
parte di tutto ciò che si può dire libera- tempi, Perside, Maria e Priscilla si dedi-
mente e anche dei segreti, e sa quando lui carono ad attività apostoliche (cf. Rm 16,
entra o quando esce e molte altre cose, 3.6.12). E voi dovete imitarle, sostenendo
dedicandosi interamente al marito e stan- e confortando il coniuge, non soltanto a
do congiunta a ltii cosl strettamente come parole, ma anche con i fatti.
il corpo sta unito al capo, se è prudente e Giovanni Crisostomo,
diligente, circonderà di attenzioni e di Commento al vangelo di Giovanni 61, 3-4
148 Giudici

Sisara e Iabin ria nell'esercito, che avevano per condot-


tiero Assur, e dicevano: Salirò fino al cie-
Poiché, dunque, si sono mossi con- lo (Is 14, 13 ), non soltanto sono precipi-
tro il tuo popolo, vediamo che cosa im- tati a terra, ma in terra sono diventati le-
prechi il sahnista contro di essi. Agisci tam e.
con loro come con Madian e Sisara (Sal 82, Girolamo,
10). Avete letto il libro dei Giudici (cf. Omelt'e sui Salmi,
Gdc 6-8): questo Madian è il popolo che seconda serie (Sai 82)
Gedeone annientò. E con Sisara e Iabin.
Questi Sisara e Iabin sono coloro che De-
bora annientò insieme con Barak. Al tor- La forza è data dal valore, non dal
rente Kison furono sterminati in Endor
sesso
(Sal 82, 11). Debora e Barak uccisero Si-
sara, comandante dell'esercito. Notate E non si creda che una sola sia stata
dunque il significato di quel che dice. O la vedova che ha potuto compiere questa
Signore, poiché hanno una superbia tan- impresa inimitabile dalle altre, perché ap-
to smisurata, poiché si muovono con un pare indubitabile che molte altre furono
esercito tanto numeroso, poiché hanno di virtù pari o prossima. Infatti, una buo-
per condottiero Nabucodonosor, re degli na messe suole produrre molte spighe
Assiri, poiché sono diventati il rincalzo piene di frutti. Ed è certo che essa fecon-
dei figli di Lot, poiché commettono quel- dò la messe dei tempi antichi nella con-
lo che fanno i demoni, poiché la loro tra- dotta di vita di molte donne. Ma, poiché
cotanza si è sollevata fino a te, io ti prego sarebbe troppo lungo parlare di tutte, vi
che siano vinti non da un uomo, ma da basti conoscerne alcune, e innanzi tutto
una donna, a loro vergogna. Sono diven- D ebora, di cui la Scrittura ci ha mostrato
tati come letame della terra, Chi? Madian, la virtù.
e Sisara, e Iabin; questi tre sono diventa- Infatti costei mostrò che le vedove
ti come letame della terra. Madian si tra- non solo non hanno bisogno dell'aiuto
duce «colui che trascura il giudizio» 2. dell'uomo, ma sono anche di aiuto agli
Chiunque fa guerra contro il tuo popofo uomini, lei che, non trattenuta dalla debo-
non pensa che un giorno avverrà il giudi- lezza del sesso, si accollò i compiti degli
zio. Sisara si traduce <<lo sguardo del ca- uomini e, ·assuntili, li compì. Infatti, al
vallo» J. Costoro che fanno guerra al tuo tempo in cui i Giudei erano governati dai
popolo non appartengono al tuo gregge e giudici, poiché non potevano né essere
alle tue pecore, ma ai cavalli ingoiati per equamente governati né valorosamente
le femmine (cf. Ger 5, 8; Tb 6, 17). Perciò difesi da uomini, dato che qua e là divam-
questi cavalli sono sempre pronti alla zuf- pavano guerre, scelsero Debora per esse-
fa. Come Iabin (Sal 82, 10). Iabin si tradu- re governati ·da lei quale giudice. E cosl
ce «intelletto» 4. Coloro che confidano una sola vedova e governò molte migliaia
nella propria sapienza, e non nella gloria di uomini in tempo di pace e li difese dal
di Dio, sono diventati come il letame del- nemico. Molti furono i giudici in Israele,
la terra. Coloro che ponevano la loro glo- ma in precedenza nessuna donna fu giu-

2 Cf. Origene, Omelie sui Giudici 8, 1.


3 Cf. ibid. 4, 4.
4 Cf. ibid. 14, 2; 15, 3.
La battaglia contro Sisara (4, 11-24) 149

dice; molti furono i giudici dopo Giosuè, nei, gente fiera in battaglia e ben provvi-
ma nessuno fu profeta. E a questo scopo sta di forze abbondanti, rivolsero la loro
penso che sia stato scelto il giudizio di lei ostilità contro il popolo dei Giudei, la
e ritengo siano state descritte le sue gesta, vedova, in testa a·tutti, organizza i prepa-
perché le donne non siano distolte dal lo- rativi di guerra. E perché si sappia che i
ro compito di virtù a motivo della debo- bisogni privati non si appoggiavano alla
lezza del sesso femminile. Una vedova go- forza pubblica, ma che i pubblici uffici
verna popoli, una vedova guida eserciti, erano governati con l'ausilio dell'educa-
una vedova sceglie giudici, decide le guer- zione privata, trae dalla propria casa il fi-
re, ordina i trionfi. Dunque la natura non glio per farlo capo dell'esercito, perché
è colpevole né soggetta a debolezza: infat- così possiate capire che una vedova può
ti non il sesso rende valorosi, ma la virtù. preparare un guerriero, che come madre
Ed anche in tempo di pace non si re- istruì, come giudice costituì capo, come
gistra alcuna lagnanza, alcun errore della donna forte formò, come profetessa con-
donna, mentre molti giudici avevano dusse sicura alla vittoria.
commesso non lievi peccati che ricadeva- Ambrogio,
no sul loro popolo. Ma quando i Cana- Le vedove 8, 43 -45

LA BATTAGLIA CONTRO SISARA

Fu riferito a Sisara che Barak, figlt'o di Abinoam, era salito sul monte
Tabor. Allora Sisara radunò tutti i suoi carri: novecento carri di.ferro, e tut-
ta la gente ·che era con lui da Aroset-Goim fino al torrente Kison. Debora
disse a Barak: «Alzati: perché questo è il giorno in cui il Signore ha messo
Sisara nelle tue mani. Il Signore non esce forse in campo davanti a te?». Al-
lora Barak scese dal monte Tabor, seguito da diecimila uomini. Il Signore
sconfisse, davanti a Barak, Sisara con tutti i suoi carri e con tutto il suo
esercito; Sisara scese dal carro e fuggì a piedi. Barak inseguì i carri e l'eser-
cito fino ad Aroset-Goim; tutto l'esercito di Sisara cadde a fil di spada e non
ne scampò neppure uno. Intanto Sisara era fuggito a piedi verso la tenda di
Giaele, moglie di Eber il Kenita, perché vi era pace fra Iabin, re di Cazor,
e la casa di Eber il Kenita. Giaele uscì incontro a Sisara-·e ·gli disse: «Fer-
mati, mio signore, fermati da me: no_n temere». Egli entrò da lei nella sua
tenda ed essa lo nascose con una coperta. Egli le disse: «Dammi un po' d)ac-
qua da bere perché ho sete»: Essa aprì l'otre del latte, gli diede da bere e
poi lo ricoprt Egli le disse: «Sta' all'ingresso della tenda; se viene qualcu-
no a interrogarti dicendo: C'è qui un uomo?," dirai: Nessuno». Ma Giaele,
moglie di Eber, prese un pt'cchetto della tenda, prese in mano il martello,
venne pian piano a lui e gli conficcò il picchetto nella tempia, fino a farlo
penetrare in terra. Egli.era profondamente addormentato e sfinito; così mo-
150 Giudici

n~ Ed ecco Barak inseguiva Sisara; Giaele gli' usci' incontro e gli disse: «Vi'e-
ni e ti mostrerò l'uomo che cerchi». Egli entrò da lei ed ecco Sisara era ste-
so morto con il picchetto nella tempia. Cosi' Dio umiliò quel giorno Iabin,
re di Canaan, davanti' agli Israeliti. La mano degli Israeliti si fece sempre
più pesante su Iabin, re di Canaan, finché ebbero sterminato Iabin re di Ca-
naan (4, 11-24).
Il trionfo di Debora e Giaele su Sisara prefigura la battaglia della fede e la vittoria del-
la Chiesa (Ambrogio). Nel significato del proprio nome, Giade prefigura la Chiesa raduna-
ta da genti straniere che, nella sua ascensione dalle realtà terrestri a quelle celesti, uccide con
la croce l'uomo psichico, Sisara, principe dei vizi (Origene). Per far comprendere la poten-
za del proprio intervento, Dio spesso fa compiere a personaggi appa~entemente più umili le
imprese più rilevanti (Salviano di Marsiglia).

2 22
t· Giaele uccide Sisara nel sonno padri. Ma già fin da allora si preparava la
vittoria sulle iniquità spirituali (cf. Ef 6,
La nascita e il trionfo della Chiesa 12) per coloro ai quali si dice nel Vange-
lo: Venite benedetti del Padre mio, posse-
Dunque Debora profetizzò resito dete il regno preparato per voi fin dalla
della battaglia, Barak condusse l'esercito, fondazione del mondo (Mt 25, 34). Dun-
come gli era stato ordinato, Giaele ripor- que la vittoria fu iniziata dagli antenati, la
tò il trionfo; a suo favore infatti militò la conclusione è nella Chiesa.
profezia di Debora, la quale, con il suo si- Ma la Chiesa non vince le potenze
gnificato mistico ci ha rivelato la nascita avverse con le armi del mondo, ma con
della Chiesa che sarebbe sorta di tra i po- le armi spirituali che sono forti di Dio
poli pagani, per la quale si otteneva il per distruggere le difese e l'altezza del-
trionfo sul Sisara spirituale, cioè sulle po- l'iniquità spirituale. E perciò la sete di
tenze avverse. Dunque le profezie dei Sisara è spenta con la bevanda del latte,
profeti hanno combattuto per noi, per perché egli è superato con la ragione; in-
noi hanno vinto quei giudizi dei profeti, e fatti ciò che per noi è cibo salutare, nel-
le loro armi. E perciò non il popolo dei la potenza avversa provoca infermità
Giudei, ma anzi Giade ottenne la vittoria mortale: le armi della Chiesa sono la fe-
sul nemico. Infelice dunque quel popolo de (cf. Ef 6, 16), le armi della Chiesa so-
che mise in fuga il nemico, ma non poté no la preghiera (cf. Ef 6, 18) che vince
inseguirlo con la virtù della fede. E cosl l'avversario.
per il loro delitto è giunta la salvezza alle Dunque, sul piano storico, per inco-
genti; per la loro inerzia ci è stata riserva- raggiare gli animi delle donne, una donna
ta la vittoria. giudicò, una donna prese decisioni, una
Dunque Giaele abbatté Sisara, che donna profetò, e in mezzo a truppe com-
però grazie ad un brillante condottiero battenti con femminile imperio insegnò
- questa infatti è rinterpretazione di Ba- agli uomini a combattere. Invece sul pia-
rach - un manipolo di antichi Giudei no mistico la milizia della fede è vittoria
aveva messo in fuga; infatti leggiamo che della Chiesa.
spesso per le preghiere e i meriti dei pro- Ambrogio,
feti aiuti celesti vennero in soccorso dei Le vedove 8, 47-50
La battaglia contro Sisara (4, 11-24) 151

Giaele prefigura la Chiesa e quella dottrina vantava la gloria della


carne, induceva i sapienti del secolo a vi-
Qual mistero dunque ci mostra tutto vere nel lusso e nel piacere, e aveva sedot-
il testo di questa storia? Questa «donna» to il genere umano con la -lusinga della
straniera, «Giaele», riguardo alla quale la lussuria ... Ora, proprio quella bocca vie-
profezia ha detto che la vittoria avverrà ne trapassata e forata dal legno della cro-
«per mano di una donna» (Gdc4, 9), è fi- ce; giacché quella «via» che la filosofia
gura della Chiesa, che è stata_radunata aveva predicato [come la via] larga e spa-
dalle genti straniere. E Giaele poi·signifi- ziosa del piacere, questa Cristo la mostra
ca «ascensione», e dawero non c'è altra a noi come la «via stretta e angusta della
ascensione per la quale si possa salire al salvezza» (Mt 7, 13ss.).
cielo, se non «per la Chiesa dalla multi- Cosl dunque Giaele, la Chiesa, ha
forme sapienza di Dio» (E/ 3, 10). consegnato Sisara, il principe dei vizi, ri-
È lei, dunque, che, mentre si eleva coperto di pelli, ossia annientato nella
dalle realtà carnali a quelle spirituali, e mortificazione delle membra, al sonno
dalle terrestri alle celesti, uccide Sisara, eterno.
del qual~ già in precedenza abbiamo det- Origene,
to che è figura di vizi della carne e del- Omelie sui Giudici 5, 5
l'uomo «psichico» o «formato dalla ter-
ra» (1 Cor 2, 14; 15, 47ss.). Sisara infatti
significa <<Visione del cavallo», del quale Le imprese di rilievo sono opera di
la Scrittura dice: «non siate come il caval- Dio
lo e il mulo, privi di intelligenza» (Sal 31, Sappiamo dalla Scrittura, del resto,
.9). che quando Dio ha voluto far capire chia-
Lo uccide dunque con un picchetto, ramente che era lui a compiere imprese
cioè lo abbatte con la punta penetrante e di rilievo, le faceva realizzare o da pochi
la ·potenza del legno della croce. E non o da insignificanti individui, proprio per
senza motivo si nota che con il picchetto evitare che un'opera di Dio venisse attri-
trafigge le sue «mascelle». Quella bocca; buita all'uomo. Un esempio ne è il gene-
infa!V, parlava delle realtà carnali, e quel- rale Sisara, terrore dell'esercito ebraico,
la dottrina vantava la gloria della carne, che venne sconfitto da una donna; un al-
induceva i sapienti del secolo a vivere nel tro è Abimelech, espugnatore di città, ab-
lusso e nel piacere, e aveva sedotto il ge- battuto anche lui da una donna (cf. Gdc
nere umano con la lusinga della lussu- 9, 50-53 ); un altro ancora è il caso delle
ria .... Ora, proprio quella bocca viene tra- armate assire dotate di armature di ferro,
passata e forata dal legno della croce. E che furono sbaragliate grazie a una vedo-
non senza motivo si nota che con il pic- va (cf. Gdt 13, 11).
chetto trafigge le sue «mascelle». Quella Salviano di Marsiglia,
bocca, infatti, parlava delle realtà carnali, Il f!.011cm10 di Dio 7, 8, 30
152 Giudici

IL CANTICO DI DEBORA E BARAI<

In quel giorno Debora, con Barak, figlio di Abinoam, pronunciò questo can-
to:
«Cifurono capi in Israele
per assumere il comando;
ci furono volontari
per arruolarsi in massa: Benedite il Signore/
Ascoltate, re,
porgete gli orecchi: o principi~·
io voglio cantare al Signore,
voglt'o cantare al Signore,
voglt'o cantare inni al Signore, Dio d'Israele/
Signore, quando uscivi dal Seit;
quando avanzavi dalla steppa di Edom,
la terra tremò, i cieli si scossero,
le nubi si sciolsero t'n acqua.
Si stemperarono i monti'
davanti al Signore, Signore del Sina~
davanti al Signore, Dt'o d'Israele.
Ai giorni di Samgar, figlio di Anat,
ai giorni di Giaele,
erano deserte le strade
e i viandanti deviavano su sentieri tortuosi.
Era cessata ogni autorità di governo,
era cessata in Israele,
fin quando sorsi io, Debora,
fin quando sorsi come madre in Israele.
Si preferivano_divinità straniere
e allora la guerra fu alle porte,
ma scudo non si vedeva né lancia
né quarantamila in Israele.
Il mio cuore si volge ai comandanti d'Israele,
ai volontari tra il popolo;
benedite il Signore.'
Vol che cavalcate asine bianche,
seduti' su gualdrappe,
voi che procedete sulla via, raccontate;
unitevi al grido degli uomini
Il cantico di Debora e Barak (5, 1-3 1) 153

schierati fra gli abbeveratoi:


là essi proclamano le vittorie del Signore,
le vittorie del suo governo in Israele,
quando scese alle porte il popolo del Signore.
Dèstatz: dèstati: o Debora,
dèstati: dèstati: intona un canto!
Sorgi: Barak, e cattura i tuoi prigionieri:
o figlio di Abinoam /
Allora scesero i fuggiaschi
per unirsi ai principi:·
il popolo del Signore
scese a sua difesa tra gli eroi(. .. )» (5, 1-31).
I santi ci incoraggiano ad avere fede nella potenza del Signore; confidando in Dio tut-
to è possibile (Procopio di Gaza). Si tratta di un canto per la vittoria sulle tenebre (Orige-
ne) e il re va inteso allegoricamente come il popolo di Dio, chiamato ad ascoltare ]a parola
di Dio. È detto re perché Cristo, re dei re, regna in esso (Origene).

13
• Canta inni al Signore brevi Omelie che abbiamo pubblicato
sul libro dei Giudici.
Cantico di vittoria Origene,
Commento al Cantico dei Cantici, prologo
Il quarto cantico sta nel libro dei
Ciudià, riguardo al quale è scritto: E can-
tarono Debora e Baraq, figlio di Abinoam, Sacerdozio regale
in quel giorno dt.cendo: Nel dare inizio,
principi z'n Israele, nel prendere consiglio, «Ascoltate, re». Chiama «re» coloro
popoli: benedite il Signore. Udite, re, pre- che sono convocati per ascoltare la paro-
state ascolto, prz'ncipt~ ecc. la di Dio. Esulta, popolo di Dio, ascoltan-
Chi canta questo cantico deve esse- do le insegne della tua nobiltà. Tu sei
re ape, la cui opera è tale che di essa si chiamato ad ascoltare la parola di Dio, e
servono insieme re e persone modeste non sei chiamato come folla, ma come re,
per la buona salute. Infatti significa ape giacché è a te che è stato detto: «stirpe re-
Debora, che canta questo cantico, e Ba- gale e sacerdotale, popolo di acquisizio~
raq con lei: Baraq significa bagliore di ne» (1 Pt 2, 9). Poiché dunque voi siete
luce. E questo cantico viene cantato do- «re», giustamente il nostro re, Cristo Si-
po la vittoria, perché nessuno può canta- gnore, è detto «re dei re e signore dei si-
re ciò che è perfetto, se prima non avrà gnori» (Ap 19, 16). Però, come avete
vinto i nemici. Infatti così si dice pro- esultato dal titolo della vostra nobiltà, co-
prio nel cantico: Sveglia!~ svegliati: De- sì dovete imparare che cosa ognuno di
bora: risveglia le migliaia del popolo. Sve- voi deve fare per essere re. Ve lo spieghe-
gliati: svegliati: canta un cantico. Sveglia- rò in breve così.
ti: Baraq. Ma di questo argomento trove- Ti fa essere re di tutto il fatto che
rai più approfondita trattazione nelle Cristo regni in te: il re si chiama così dal
154 Giudici

regnare. Se dunque anche in te regna che fu detto a Mosè, «Stammi vicino».


l'animo e obbedisce il corpo, se assogget- Parimenti Davide disse: «I nostri piedi si
ti al giogo del tuo comando le concupi- fermano alle tue porte, o Gerusalemme»
scenze della carne, se reprimi con i freni (Sal 121, 2 LXX). «Egli ha messo i miei
molto stretti della tua sobrietà i popoli piedi sulla roccia» (Sal 40, 3 [39, 3
dei vizi, a ragione sei detto re, perché hai LXX]). Perciò, radunando le forze, alza-
imparato a reggere bene te stesso. Dun- ti e di': «Tutto posso in colui che mi dà la
que, divenuto tale, degnamente da re sa- forza» (Fil 4, 13). «Tu sei la mia forza e il
rai chiamato ad ascoltare le parole divine. mio canto, o Signore». Ma anche tu, De-
Origene, bora, dai forza a Barak. Infatti anche i
Omelie sui Giudici 6, 3 santi ci danno coraggio nella potenza del
Signore, dando istruzioni alle nostre ani-
me contro i nemici. Ma ogni intelligenza
u-n Desta!~ Debora.' dovrebbe essere soggetta all'obbedienza
a Cristo (cf. 2 Cor 10, 5). E se, Debora, ·
Tutto è possibile con l'aiuto di Cristo dovessi vacillare nel tuo compito, come
accadde a Gionata (quando assaggiò il
<<Dèstati, dèstati, o Debora!». Accre- miele, cf. 1 Sam 14, 27ss.), possa la tua
sci la tua rettitudine, dai forza al popolo, anima essere rafforzata dal dolce gusto
sorgi per la gloria di Dio e la salvezza del della profezia.
popolo. «Radunando le truppe, sorgi Ba- Procopio di Gaza,
rak !».Sorgi e guida il popolo secondo ciò Commento a Giudici 5, 12

L'OPPRESSIONE MADIANITA

Gli Israelt'ti fecero ciò che è male agli occhi del Signore e il Signore li mi-
se nelle mani di Madian per sette anni. La mano di Madian si fece pesante
contro Israele; per la paura dei Madianlti gli Israeliti adattarono per sé gli
antri dei monti: le caverne e le ct'me scoscese(. .. ) (6, 1-10).
Come il popolo di Israele dovette affrontare fisicamente i propri nemici quando trascu-
rò i comandamenti di Dio, cosl i cristiani, l'Israele spirituale, dovrà affrontare le potenze de-
moniache quando disprezzano i precetti di Cristo (Origene).

1
Il Signore abbandona Israele nelle no la terra; ma quando si moltiplicò l'ini-
mani di Madian quità e «fecero il male davanti al Signo-
re», allora, dice la Scrittura, <<il Signore li
L'Israele secondo lo spirito consegnò nelle mani di Madian per sette
anni». Non si dice che i Madianiti gra-
Si dice, dunque, che <<la terra ebbe vassero sul popolo del Signore, fino a
pace» (Gdc 5, "31), fino a che ci fu giusti- che il popolo custodl i precetti del Signo-
zia su di essa, cioè fra coloro che abitava- re. Ma quando cominciò a trascurare i
Il Signore chiama Gedeone (6, 11-18) 155

comandamenti divini, la mano dei nemi- Quando trascuriamo i comandamenti di


ci si fece più robusta e forte contro di es- Dio, quando disprezziamo i precetti di
so. E in verità contro quel primo popolo, Cristo, la mano dei demoni diventa più
quando cadeva in peccato, insorgevano forte contro di noi, e anche noi siamo
nemici materiali; contro di noi, invece, consegnati ai nemici, quando ci abbando-
che siamo detti l'Israele secondo lo spiri- na la grazia.
to, si erge senza dubbio il nemico spiri- Origene,
tuale. Omelie sui Giudici 7, 1

IL SIGNORE CHIAMA GEDEONE

Ora l'angelo del Signore venne a sedere sotto il terebinto di Ofra, che
apparteneva a Ioas, Abiezerita; Gedeone, figlio di Ioas, batteva il grano nel
tino per sottrarlo ai Madianiti. I.:angelo del Signore gll apparve e gli' disse:
«Il Signore è con te, uomo forte e valoroso!»(. ..) (6, 11-18).
La chiamata di Gedeone prefigura l'incarnazione di Cristo e il torchio rappresenta la
Chiesa, il torchio della fonte eterna dove trabocca il frutto della vite celeste (Ambrogio, Ce-
sario di Arles).

11 12
• I:angelo del Signore appare a Ge- per cosl dire dal bastone della verità, de-
deone ponendo il rivestimento inutile dell'uo-
mo vecchio con le sue opere, sono cosl
Prefigurazione della futura incarna- riuniti nella Chiesa come z'n un torchio.
.
z1one La Chiesa è, infatti, il torchio della fon-
te eterna perché in lei trabocca il frutto
Geroboal 5, come leggiamo nella della vite celeste.
Scrittura, ricevette l'ordine di liberare il Ambrogio,
popolo di Dio dal potere degli stranieri, Lo Spirito Santo 1, prol. 1
mentre batteva col bastone il frumento
sotto la quercia. Nessuna meraviglia che
sia stato chiamato alla grazia quando, Il frutto della vite celeste
trovandosi ali'ombra di quella che già al-
lora era la santa croce e la venerabile sa- Abbiamo ascoltato ieri, fratelli caris-
pienza (ché il mistero della futura incar- simi, che mentre Gedeone figlio di Ioas
nazione era già stabilito), liberava dagli batteva il raccolto di grano con una verga
involucri i chicchi materiali di una mes- sotto un albero di quercia, ha meritato di
se feconda e separava i santi eletti dalle ascoltare un angelo che prometteva di ri-
scorie della paglia inutile. Essi, provati portare il popolo di Dio dal giogo dei ne-

5 Geroboal è Gedeone, come appare da Gdc 6, .32.


156 Giudici

miei alla libertà. Non c'è da meravigliarsi quelli, per così dire messi alla prova dalla
se gli sia stato accordato il favore divino verga della verità, deponendo ciò che re-
mentre seduto sotto l'ombra di quella sta dell'uomo vecchio con le sue azioni,
che già allora era la santa croce e della ve- · sono cosl radunati nella Chiesa come in
nerabile sapienza, prefigurando il miste- un torchio. La Chiesa è infatti il torchio
ro della futura incarnazione, faceva usci- della fonte eterna nella quale trabocca il
re i grani sensibili di un fruttuoso raccol- frutto della vite celeste.
to fuori dai loro nascondigli, e separava i Cesario di Arles,
santi eletti dagli inutili resti della paglia; e Sermoni 117, 1

GEDEONE SACRIFICA AL SIGNORE

Allora Gedeone entrò in casa, preparò un capretto e con un' efa di /ari·-
na preparò focacce azzime; mt'se la carne in _un canestro, il brodo in una pen-
tola, gli portò tutto sotto il terebinto e glielo o/frt'. I.:angelo di Dio gli disse:
"Prendi la carne e le focacce azzime, mettile su questa pietra e versavi il bro-
do". Egli' fece cosi~ Allora l'angelo del Signore stese l'estremità del bastone
che aveva in mano e toccò la carne e le/ocacce azzime; sali' dalla roccia un
fuoco che consumò la carne e le focacce azzime e l'angelo del Signore scom-
parve dai suoi occhi(. .. ) (6, 19-24).
Nel sacrificio di Gedeone è prefigurato il sacrificio del corpo e del sangue di Cristo
(Am~rogio, Gregorio Magno).

19 21
· r:angelo del Signore brucia l'offerta sacrificio che si offriva. Da questa indica-
di Gedeone zione appare chiaramente che quella pie-
tra prefigurò il corpo di Cristo, perché
La pietra prefigura il corpo di Cri- sta scritto: Bevevano ad una pietra che li
sto seguiva, e la pietra era Cristo (1 Cor 10, 4).
E questo certamente non si riferisce alla
Spinto da questo messaggio divino sua divinità, ma alla sua carne, che inon-
Gedeone, dopo aver udito che, sebbene da i cuori dei popoli assetati con il conti-
non ci fossero migliaia di soldati, il Signo- nuo scorrere del suo sangue. Già allora,
re avrebbe liberato il suo popolo dai ne- dunque, fu annunziato nel mistero che il
mici con un uomo solo, offrì un capretto e Signore Gesù, crocifisso nella sua carne,
secondo l'ordine dell'angelo pose la sua avrebbe distrutto i peccati di tutto il mon-
carne e alcuni pani azzimi su una pietra e do (Eh 9, 13-14; 1 Gv 1, 7; 2, 2), e non so-
vi versò sopra in abbondanza brodo. Ap- lo le opere peccaminose, ma anche i cat-
pena l'angelo di Dio li toccò con la pun- tivi desideri dell'animo. Infatti la carne
ta del bastone, che teneva in mano, il fuo- del capretto si riferisce alla colpa che de-
co usd dalla pietra e cosl fu consumato il riva dalle opere, il brodo si riferisce agli
Il palo sacro e l'altare di Baal (6, 25-32) 157

allettamenti dei desideri cattivi, secondo turì dalla pietra la consumò. Che signifi-
quanto sta scritto: Il popolo ebbe desideri ca battere il frumento con la verga, se
pessimi: e dissero: Chi ci darà da mangiare non separare, con retto giudizio, il grano
della carne? (Nm 11, 4). Il fatto che dalla delle virtù dalla paglia dei vizi? A chi agi-
pietra uscl il fuoco quando l'angelo la sce così, appare l'angelo, perché tanto
toccò con il bastone, indica che la carne più il Signore richiama all'interiorità con
del Signore, piena dello Spirito divino, quanto maggiore impegno gli uomini si
avrebbe consumato tutti i peccati della purificano dalle esteriorità. Prescrive di
condizione umana. Perciò il Signore dice: uccidere il capretto, cioè di immolare
Sono venuto a portare il fuoco sulla terra ogni desiderio della nostra carne, di de-
(Le 12, 49). porre le carni sopra la pietra e versarvi
Ambrogio, sopra il brodo della carne. Che altro si-
Lo Spirito Santo 1, 2-3 gnifica la pietra, se non colui del quale
Paolo dice: La pietra era Cristo (1Cor10,
4)? Deponiamo la carne sopra la pietra
Crocifiggiamo il nostro corpo quando, ad imitazione di Cristo, croci-
figgiamo il nostro corpo. Vi versa sopra
Né si deve tenere in poco conto ciò anche il brodo di carne, colui che con-
che illecitamente si trattiene nell'anima, vertendosi a Cristo elimina da sé anche il
anche se non si traduce in azione. Si può corso dei pensieri della carne. Infatti il
dire che il Redentore era venuto a toglie- brodo della carne, per così dite, è versa-
re la putredine dalle ferite, quando dice- to sulla pietra quando la mente è svuota-
va: Avete udito che fu detto agli antichi: ta anche del flusso dei pensieri carnali.
Non commettete adulterio, ma io vi dico: Subito J> angelo tocca con la verga l' offer-
Chiunque guarda una donna per deside- ta, perché la potenza dell'aiuto divino
rarla, ha già commesso adulterio con lei non abbandona mai la nostra intenzione.
nel cuore (Mt 5, 27-28). Si toglie via la ro- Dalla pietra esce il fuoco che consuma il
gna (cf. Gb 2, 8) quando si elimina la col- · brodo e le carni, perché il soffio dello
pa, non solo dall'azione, ma anche dal Spirito che viene dal Redentore incendia
pensiero. Ecco perché Ierobaal, quando il nostro cuore con tale fiamma di com-
batteva il grano, vide un angelo, il quale punzione che consuma tutto ciò che vi
subito gli ordinò di cuocere un capretto, trova e.li illecito in opere e pensiero.
che poi depose su una pietra e vi versò
sopra del brodo· di carne; l'angelo toccò Gregorio Magno,
l'offerta cçm una verga e il fuoco che sca- Commento morale a Giobbe 3, 30, 59

IL PALO SACRO E L'ALTARE DI BAAL

In quella stessa notte il Signore gli disse: «Prendi il giovenco di tuo padre
e un secondo giovenco di sette anni~ demolisci l'altare di Baal fatto da tuo pa-
dre e taglia il palo sacro che gli' sta accanto. Costrulsci un altare al Signore tuo
Dio sulla cima di questa roccia, disponendo ogni cosa con ordine; poi prendi
il secondo giovenco e offrilo in olocausto sulla legna del palo sacro che avrai
158 Giudici

tagliato». Allora Gedeone prese dieci uomini fra i suoi servitori e fece come il
Signore gli aveva ordinato; ma temendo di farlo di giorno, per paura dei suoi
parenti e della gente della città, lo fece di notte(. .. ) (6, 25-32).
L'uccisione del vitello destinato agli idoli prefigura la fine di tutti i sacrifici pagani e il
nuovo sacrificio della passione del Signore (Ambrogio).

25 27
• I:altare del Signore sostituisce l'al- re per la redenzione del popolo. Infatti
tare di Baal quel vitello prefigurava Cristo nel quale,
come dice Isaia, abitava la ,pienezza delle
La fine dei sacrifici sette virtù dello Spirito 6, E il vitello che
offrì anche Abramo quando vide il giorno
. Percepì, dunque, quell'uomo esper- del Signore e se ne rallegrò (Gv B, 56).
to e presago del futuro i misteri·celesti e Questi è colui che veniva offerto ora nel-
perciò, secondo lordine ricevuto, uccise la figura del capretto, ora nella figura del-
il vitello destinato dal padre suo agli ido- la pecora, ora nella figura del vitello: nel-
li e immolò a Dio egli stesso un altro vi- la figura del capretto perché il sacrificio è
tello di sette anni. Con questo gesto indi- per i peccati; nella figura del vitello per-
cò chiarissimamente che con la venuta ché la vittima è immacolata (cf. Is 53 , 7;
del Signore, aboliti tutti i sacrifici d ei Eh 9, 12-14).
Gentili, si sarebbe dov'uto offrire a Dio Ambrogio,
solo il sacrificio della passione del Signa- Lo Spirito Santo 1, prol. 4

LA RUGIADA E IL VELLO

(. .. )Gedeone disse a Dio: «Se tu stai per salvare Israele per mia mano, co-
me hai detto, ecco, io metterò un vello di lana sull'aia: se c'è rugiada soltan-
to sul vello e tutto il terreno resta asciutto, io saprò che tu salverai Israele per ·
mia mano, come hai detto». Così avvenne. La mattina dopo, Gedeone si al-
zò per tempo, strizzò il vello e ne spremette la rugiada: una coppa piena d' ac-
qua. Gedeone disse a Dio: «Non adirarti contro di me,· io parlerò ancora una
volta. Lasàami fare la prova con il vello, solo ancora una volta: resti asdutto
soltanto il vello e ci sia la rugiada su tutto il terreno». Dio fece così quella not-
te: il vello soltanto restò asciutto e cifu rugiada su tutto il terreno (6, 33-40).
Gedeone domanda al Signore un altro segno del proprio sostegno non perché fosse
dubbioso, ma per spiegare a noi che la rugiada caduta sul vello era la fede diffusa nella Giu-

6 Le sette virtù (dynameis) dello Spirito sono riferite a Cristo già in Tertulliano: Contro Marcione
5, 8, 4.
La rugiada e il vello (6, 33-40) 159

dea, una fede feconda di virtù. Il fatto che il vello sia stato strizzato nel catino è simbolo del-
la lavanda dei piedi (Ambrogio). L'assenza di rugiada sul vello mostra come alla fine dei tem-
pi la giustizia di Dio non si fosse già manifestata, ma fosse nascosta nel vello (Agostino). La
rugiada rappresenta la predicazione di Cristo, prima ai Giudei, poi ai Gentili (Agostino, Ce-
sario di Arles). Nella rugiada, che scende come pioggia sul vello, va riconosciuta la Parola
di Dio (Origene, Ambrogio). La verità di Dio, come la rugiada, cessa di bagnare Israele per
bagnare il resto del mondo (Girolamo). La rugiada sul vello raffigura la grazia di Dio nasco-
sta in Israele, mentre la rugiada caduta sul suolo rappresenta la manifestazione della grazia
di Dio attraverso Cristo. Secondo un'altra interpretazione, il vello è Maria, che concepì il Si-
gnore fino ad assorbirlo in tutto il suo corpo (Massimo di Torino).

3640
Gedeone chiede al Si'gnore segni Prefigurazione della lavanda dei
della vittoria piedi
Comprensione del messaggio divino Ha un preciso significato anche il
fatto che strizzò il vello giudaico e ne
Qualcuno forse si domanda se non mise la rugiada in un catino, che si riem-
sia incredulo uno che, dopo essere stato pì d'acqua. Ma non fu lui a lavare i pie-
ammaestrato da tanti segni, ne domanda di con quella rugiada. Era riservato ad
ancora di più. Ma come si può pensare un altro il privilegio di un così grande
che abbia tentato il Signore, essendo mistero. Si aspettava colui che da solo
dubbioso ed esitante, egli che annunciava può lavare la sporcizia di tutti. Gedeone
i misteri di Dio? Non era dubbioso, ma non era abbastanza grande per rivendi-
previdente affinché non fossimo dubbio- care a sé questo mistero: ché non Ge-
si neanche noi. Come poteva esser dub- deone, ma il Figlio dell'uomo è venuto
bioso, se la sua preghiera otteneva l'effet- non per essere servito, ma per servire (Mt
to? E come avrebbe potuto attaccare bat- 20, 28) . Pertanto dobbiamo conoscere
taglia senza timore, se non avesse capito in chi si sono compiuti questi misteri.
il messaggio divino? Infatti, la rugiada ca- Non nel santo Geroboal, perché quelli
duta sul vello era la fede diffusa nella erano ancora gli inizi. Le genti furono
Giudea, perché «le parole di Dio discen- vinte perché erano ancora ali' asciutto;
dono come rugiada» (Dt 32, 2). Israele, invece, vinse perché allora il vel-
Ambrogio, lo rimaneva 'coperto di rugiada.
Lo Spirito Santo 1, pro!. 6 Ma veniamo al Vangelo. Trovo che
il mio Signore depone la veste, si cinge
di un asciugatoio, versa del!'acqua nel ca-
Una messe feconda di virtù tino e lava i piedi ai suoi discepoli (Gv
Non senza motivo collocò il vello 13, 4-5). Quella rugiada celeste prefigu-
non nella campagna o nel prato, ma nel- rava quesf acqua: si preannunciava,
1'aia, dove si raccoglie afrumento. Infat- cioè, che il Signore Gesù avrebbe lavato
ti, la messe è grande, ma gli operai sono i piedi ai suoi discepoli con quella rugia-
pochi' (Mt 9, 37; Le 1O, 2), perché grazie da celeste.
alla fede nel Signore la messe sarebbe sta- Ambrogio,
ta feconda di virtù. Lo Spin'to Santo 1, pro!. 11-12
Ambrogio,
Lo Spirito Santo 1, pro!. 10
160 Giudici

La Legge e il vello Ricorda quanto fu fatto dal giudice Ge-


Questo stato di grazia che viene da deone e sottolinea che tutto aveva il suo fi-
Dio è ignorato ancora adesso ~a coloro, ne in Cristo. Gedeone un giorno domandò
che rassomigliano ai Giudei, dei quali è un segno al Signore e gli chiese che fosse
stato detto nella Sacra Scrittura che volen- bagnato dalla pioggia soltanto il vello di-
do stabilire una loro propria perfezione mo- steso sull'aia, e l'aia restasse asciutta; e ap-
rale non sono sottomessi alla grazia di Dio presso chiese che soltanto il vello restasse
(R:Z 3, 20-21). Essi credono d'esser giu- asciutto, mentre la pioggia doveva bagnare
stificati per mezzo della Legge, come se l'aia. Cosl precisamente accadde. Nell'alle-
per osservarla bastass~ il ~be~o ~rbitrio, goria, quel vello asciutto rappresentava
vale a di're con la rettltudme mstta nella l'antico popolo d'Israele, posto come nel-
natura umana, non concessa dalla grazia 1'aia, cioè in mezzo al mondo. Ebbene,
divina che perciò si chiam? «gi~stizi~ di Cristo discese come pioggia sul vello, men-
Dio». Ecco perché sta partmentl s~rttto: tre l'aia rimaneva ancora asciutta; e per
La Legge serve a far conoscere il peccato. questo poteva dire: Non sono stato manda-
Adesso invece s'è manifestata, senza la to se non alle pecore della casa di Israele che
Legge, la giustàia di Dio, attestata dal~a si sono perdute (Mt 15, 24). In Isra~e si
stessa Legge e dai Profeti (Rm 3, 21). Di- scelse la madre, dalla· quale doveva assu-
cendo: s'è manzfestata, fa vedere eh' essa mere la natura del servo con cui sarebbe
esisteva già ma era come la rugiada otte- apparso agli uomini. In Israele si scelse. i
nuta con le preghiere da Gedeone, era discepoli, ai quali impartiva gli stessi ordi-
cioè, per così dire, come nascost~ r:el vel- ni quando diceva loro: Non andrete sulla
lo mentre ora è come palese sull aia. Or- via dei gentili' e non entrerete nelle città dei
b~ne, siccome la Legge senza la grazia sa- samaritani. Andate prima dalle pecore del-
rebbe potuta essere non la morte ma la la casa di Israele che si sono perdute (Mt
forza del peccato, essendo stato detto: 10, 5-6). Dicendo: Andate prima a tali pe-
Pungiglione della morte è il peccato, forza core, mostrava che dopo, quando la piog-
invece del peccato è la Legge (1 Cor 15, gia sarebbe caduta anche $ull'aia, essi sa-
56)!, allo stesso modo che molti, per sfug- rebbero dovuti andare anche alle altre pe-
gire al dominio del peccato, ricorrono al- core che non appartenevano all'antico po-
la grazia come palese nell'aia, così pochi polo d'Israele, e delle quali è detto: Ho al-
ricorrono ad essa come nascosta nel vello. tre pecore che non sono di questo ovile.
Questo succedersi di epoche diverse è un Debbo condurre anch'esse, a/finché vi sia un
effetto della profondità della ricchezza solo gregge e un solo pastore (Cv 10, 16).
della sapienza e scienza di Dio, a proposi- Per questo anche l'Apostolo afferma: Io vi
to della quale è stato detto: Quanto sono dico che Cristo è stato ministro della circon-
imperscrutabili le sue disposizioni e inespli- cisione a cagione della verità di Dio, per
cabili le sue vie (Rm 11, 33 )! confermare le prom_esse dei padri. In questo
Agostino, modo la pioggia scendeva sopra il vello,
· Lettere 177, 14 mentre 1' aia restava asciutta. Ma continua
l'Apostolo: Le genti hanno da glorificare
Dio per la sua misericordia (Rm 15, 9).
La rugiada simboleggia il ministero Cioè: maturando i tempi, si sarebbe
di Cristo adempiuto ciò che era stato detto per mez-
zo del profeta: Il popolo che io non ho cono-
E discenderà come pioggù1 sul vello) e sciuto mi ha servitoj ascoltando con l'orec-
come gocce stillanti sulla terra (Sa! 71, 6). chio la mia parola mi ha obbedito (Sa! 17,
La rugiada e il vello (6, 33-40) 161

45). E difatti noi vediamo che il popolo le» (Mt 15, 24) (da cui; credo, sia stata
giudaico è rimasto asciutto nei confronti adombrata la figura del vello giudaico), le
della grazia di Cristo,'mentre su tutta la ter- pecore, dico, rifiutarono la fonte di quel-
ra e su tutte le genti piove da1le nubi la pie- 1'acqua viva, la rugiada della fede si dis-
nezza della grazia cristiana. A questa stessa seccò nel cuore dei Giudei, e quella fon-
pioggia allude il sahnista con l'altra espres- te divina deviò il proprio corso nel cuore
sione, quando menziona le gocce stillanti, . dei gentili. Per questo il mondo intero
non più sul vello ma sulla terra. Che cosa ora è inumidito dalla rugiada della fede;
infatti è la pioggia se non gocce stillanti? ma in verità i Giudei mandarono in rovi-
Quanto poi al vello, io credo che con tale na i loro profeti e i loro consiglieri. Né c'è
vocabolo il salmista abbia voluto indicare da meravigliarsi se si sottomettono alla
la nazione giudaica, o perché doveva esse- siccità dell'infedeltà, loro che il Signore
re spogliata dell'autorità della dottrina, co- Dio privò della fecondità della pioggia
me quando la pecora viene tosata del vello; profetica, dicendo: «Comanderò alle nu-
oppure perché essa teneva nascosta in luo- bi di non mandare pioggia su questa vi-
go segreto tale pioggia, che non voleva fos- gna» (Is 5, 6). Salvifica è infatti la pioggia
se annunziata al prepuzio, cioè non voleva della nube profetica, come anche Davide
fosse rivelata alle genti incirconcise. ha detto: «Scende come pioggia sull'erba,
Agostino, e come acqua che irrora la terra» (Sai 71,
Commento at" Salmi" 72, 9 6). Le divine Scritture ci promettevano
questa pioggia di tutto il mondo, che con
la rugiada dello Spirito divino bagnava il
La rugiada della venuta del Signore mondo ali' avvento del nostro Signore e
Salvatore. Viene quindi ormai la rugiada,
Tuttavia, nonostante fosse forte e
viene anche la pioggia: viene il Signore
avesse fiducia in Dio, domandava al Si-
portimdo con sé le gocce della pioggia ce-
gnore prove ancora più evidenti della fu-
leste; e perciò ora noi, che prima aveva-
tura vittoria dicendo: «Se tu stai per sal-
mo sete, beviamo, e con grandi sorsi inte-
vare Israele per mia mano, come hai det-
riori assorbiamo quello spirito divino.
to, ecco, io metterò un vello di lana sul-
Questo dunque previde il santo Gedeo-
. l'aia:,.se c'è rugiada soltanto sul vello e
ne, che anche le genti e le nazioni stavano
ttitto il terreno resta asciutto, io saprò che
per bere la rugiada vera e spirituale con la
tu salverai Israele pe1· mia mano, come
conoscenza della fede.
hai detto». Così avvenne. Ma poi aggiun-
Cesario di Arles,
se che di nuovo scorresse rugiada su tut-
Sermoni" 117, 4
to il terreno e restasse asciutto il vello; e
cosi avvenne. La rugiada sul vello infatti
era la fede in Giudea, perché come rugia-
La rugiada è la parola di Dio
da discendono le parole dei Dio; per que-
sta ragione anche Mosè dice: «Stilli come Ora, poi, vediamo che nel primo se-
pioggia la mia dottrina, discendano come gno <<la rugiada cadde sul vello di lana, e
rugiada le mie parole» (Dt 32, 2). Perciò, tutto il terreno restò asciutto», e nel secon-
quando tutto il mondo inaridiva per il do segno <<la rugiada cadde su tutto il ter-
caldo improduttivo della superstizione reno, ma. il vello rimase asciutto»: e da
dei Gentili, allora quella rugiada celeste questo Gedeone prese fiducia che il Signo-
della manifestazione (di Dio) era sul vel- re av~ebbe salvato Israele per su~ mano.
lo, vale a dire, sulla Giudea; ma poi, co- E ben da considerare il senso di que-
me «le p~core perdute della casa di Israe- sto mistero; e mi ricordo che già qualcu-
162 Giudici

no dei nostri predecessori, nei suoi libri, della rugiada celeste, perché anche noi
ha detto che il <<Vello di lana» è il popolo beviamo, noi che eravamo «su» tutta <<la
di Israele e ha considerato il resto del ter- terra» inariditi da un'arsura perenne.
reno come il rimanente delle genti; «la Origene,
rugiada», poi, «caduta sopra il vello», è la Omelie sui Giudici 8, 4
parola di Dio, accordata dal cielo solo a
quel popolo. Soltanto su Israele, infatti,
era sopravvenuta la «rugiada» della Leg- La rugiada del verbo divino
ge divina, mentre tutte le genti erano nel-
la «siccità», poiché in esse non veniva in- Ma che cosa significa: Fino al giorno
fusa nessuna linfa della divina parola. in cui il Signore farà .piovere sulla terra (1
Quanto al senso del secondo segno, Re 17, 14), se non che scenderà come piog-
mutato nel contrario, dicendo: «Discenda gia sul vello e come gocce stillanti' sulla ter-
la rugiada su tutto il terreno, resti asciutto ra? Evento nel quale si rivela il mistero
soltanto il vello», ·Se ne coglie un tale signi- dell'antica storia, per il quale il santo Ge-
ficato. Vedi tutto questo popolo, che per deone, combattente della mistica batta-
tutta la terra è stato radunato dalle genti, glia, comprendendo il segno della vittoria
e che ora ha in sé la rugiada divina: guar- futura,. riconobbe il sacramento spirituale
dalo bagnato dalla rugiada di Mosè, irro- con la forza della mente, cioè che quella
rato dagli scritti dei profeti; miralo anche pioggia era la rugiada del Verbo divino, la
verdeggiante per la linfa evangelica ed quale in un primo tempo cadde sul vello,
apostolica. Invece quel vello, cioè il popo- mentre tutta la terra era riarsa da una sic-
lo giudaico, guardalo patire la siccità e la cità continua, ma con il secondo segno ba-
mancanza della parola di Dio, secondo gnò tutta la terra con pioggia torrenziale,
quel che dice la Scrittura: «Per molto tem- mentre la siccità era stÙ vello.
po saranno i figli di Israele senza re, senza Ambrogio,
principe, senza profeta; non vi sarà altare, Le vedove 3, 18
né vittima, né sacrificio» (Os 3, 4).
Considera quale grande «siccità»
perdura presso di loro, quale grande Israele è rimasto asciutto
<<mancanza» della parola divina è loro so-
La verità del Signore va fino alle nubi
praggiunta. ( ... ) (Sal 35, 6). Nubi sono gli apostoli e i pro-
Dunque, meditando spesso fra me il feti; ad essi fu comandato di non far scen-
Salmo settantuno, mi colpì al riguardo dere la pioggia sopra Israele. Infatti, co-
che, descrivendo la venuta del Cristo, as- me narra la storia secondo quanto sta
serisce anche che si sarebbe verificato scritto nel libro dei Giudici, quando quel
questo: «Scenderà come pioggia sul vello, famoso vello rimase asciutto, la pioggia
e come gocce stillanti sulla terra» (Sal 71, scorse su tutta la terra.
6). Qui, nei Giudici, è nominato il «vel-
Girolamo,
lo», e del «vello» è scritto nei salmi:
Omelie sui Salmi,
«Scenderà come pioggia stÙ vello». Difat- prima serie (Sai 96)
ti «è disceso» sul <<Vello» che è il popolo
della circoncisione, e «come gocce stil-
lanti sulla terra», cioè sul resto della ter-
Cristo, la dolcezza della rugiada
ra: «è disceso» il nostro Signore Gesù
Cristo, «stillando» anche sopra di noi e Ma eccovi ora il ben noto Gedeone,
recando anche a noi, le genti, le gocce uomo santo dell'epoca dei Giudici. Os-
La rugiada e il vello (6, 33-40) 163

servate il segno che chiese al Signore. grazia di Dio, meritata da Gesù Cristo
Disse: Porrò il vello sull'aia: la pioggia ca- nostro Signore, è detta «giustizia di Dio»
da soltanto sul vello lasciando asciutta non perché di essa sia giusto il Signore,
l'aia. E così avvenne: solo il vello fu ba- ma per il fatto che di essa egli giustifica
gnato, mentre il suolo circostante rimase gli empi. Alcuni, in realtà, come un tem-
asciutto. Poi chiese un altro segno: La po i Giudei, e pretendono di chiamarsi
pioggia cada soltanto sull'aia lasciando Cristiani e, per di più, ignorando la giu-
asciutto il vello. E anche questo segno si stizia di Dio, vogliono stabilire la pro-
avverò: la terra fu bagnata all'intorno, pria, anche ai nostri tempi, tempi della
mentre il vello restò asciutto. La prima grazia in piena vista, tempi della grazia
volta fu bagnato il vello mentre il suolo già in occulto ed ora rivelata, tempi, que-
dmase asciutto, la seconda volta fu ba- sti, della grazia manifesta in campo aper-
gnato il suolo, restando asciutto il vello_. to e che una volta si celava sotto la figu-
Cosa vi sembra rappresenti quel suolo, o ra di un vello. Mi accorgo che pochi han-
fratelli? Non forse l'intera superficie dct- no capito, non hanno compreso i più che
la terra? E cosa rappresenta quel vello? E in nessun modo priverò col tacere. Uno
una figura del popolo giudaico, collocato degli antichi giusti, Gedeone, chiese al
al centro <lei nostro mondo. Esso aveva il Signore un segno, dicendo: Ti chiedo,
mistero della grazia, sebbene non nella Signore, che questo vello, che depongo
piena rivelazione ma celato dentro la nu- sull'aia, si bagni di pioggia e il terreno al-
be, come sotto un vello: aveva la pioggia l'intorno resti asciutto. Così avvenne: il
entro il vello. Venne in seguito il tempo vello tutto intriso di pioggia, l'aia intera-
nel quale la pioggia si svelò per tutta la mente asciutta. Al mattino, strizzò il vel-
.superficie circostante: si manifestò, non lo in un catino; simbolo della grazia che
fu più cosa celata. E allora si avverò quel è concessa agli umili; e, in un catino, voi
che era stato detto: Confessino a te, Si- sapete che cosa abbia fatto il Signore ai
gnore, tutti i re della terra, poiché hanno suoi discepoli (cf. Gv 13). Chiese anche
udito tutte le parole della tua bocca. Co- un altro segno. Disse: Voglio, Signore,
sa volevi nascondere, o Israele? Fino a che il vello sia asciutto e l'aia bagnata di
quapdo avresti voluto nasconderlo? Il pioggia. E anche questo si verificò. Tieni
vello fu spremuto e la pioggia uscì fuori presente l'epoca del Vecchio Testamen-
di te. Cristo solo è la soavità di quella to: la grazia è celata nella nube come la
pioggia, e tu ti rifiuti di riconoscerlo nel- pioggia nel vello. Considera ora l'epoca
le Scritture, mentre le Scritture sono sta- del Nuovo Testamento. Scuoti il popolo
te composte proprio in vista di lui e di lui dei Giudei: lo troverai simile a un vello
solo! Al contrario, che tutti i re ti confes- asciutto; in realtà, il mondo intero, quasi
sino, Signore, poiché hanno udito tutte le come quell'aia, è pieno della grazia non
parole della tua bocca occulta, ma manifesta. Per conseguenza,
Agostino,
siamo indotti a piangere molto i nostri
Commento ai Salmi 13 7, 9
fratelli che disputano non contro la gra-
zia in occulto, ma contro la grazia evi-
dente e manifesta. I Giudei sono scusati.
Grazia nascosta, poi manifestata Che si deve dire dei Cristiani? Per quale
Come si afferma: Del Signore è la ragione sono nemici della grazia di Cri-
salvezza (cf. Sai 3, 9), non per dire che è sto? Per quale ragione si fanno arrogan-
salvo il Signore, ma in quanto essa è do- ti nei vostri confronti? Perché ingrati?
no di lui· a coloro che salva, così anche la Perché è venuto infatti Cristo? La natu-
164 Giudici

ra non c'era già quaggiù? Non c'era la za permettere una divisione dello stesso
legge quaggiù? Ma l'Apostolo affer.ma: corpo, ma in modo da essere flessibile
Se la giustifica'.lione viene· dalla Legge, all'obbedienza, salda nella santità. Giu-
Cristo è morto invano (cf. Gal 2, 21). stamente, ripeto, è paragonata ad un vel-
Ciò che l'Apostolo afferma della Legge, lo Maria, dal cui frutto si tessono per i
noi lo diciamo della natura. Se la giusti- popoli vesti di salvezza. Certamente Ma-
ficazione viene dalla natura, Cristo. è ria è un vello, poiché dal ·suo grembo
morto invano. uscì l'Agnello che, portando anch'esso la
Agostino,
lana materna, cioè la carne, con il suo
Discorsi 131, 9
soffice vello copre le ferite di tutti i po-
poli. Infatti ogni ferita del peccato è co-
perta dalla lana di Cristo, è riscaldata dal
Paragone tra Maria e il vello sangue di Cristo ed è rivestita dalla veste
Giustamente dunque paragoniamo di Cristo per riacquistare la salute.
a un vello Maria, chè concepl il Signore Massimo di Torino,
così da assorbirlo con tutto il corpo, sen- Sermoni 97, 3

RIDUZIONE DELLE TRUPPE DI GEDEONE

Ierub-Baal dunque, cioè Gedeone, con tutta la gente che era con lui:
alzatosi di buon mattino, si accampò alla fonte di Carod. Il campo di Ma-
dian era al nor~ verso la collina di More, nella pianura. Il Signore disse a .
Gedeone: «La gente che è con te è troppo numerosa, perché io metta Ma-
dian nelle sue mani; Israele potrebbe vantarsi dinanzi a me e dire: La mia
mano mi ha salvato.· Ora annunzia davan# a tutto il popolo: Chiunque ha
paura e trema, torni indietro». Gedeone li mise così alla prova. Tornarono
indietro ventiduemila uomini del popolo e ne rimasero diecimila. Il Signo-
re disse a Gedeone: «La gente è ancora troppo numerosa; falli scendere al-
l'acqua e te li metterò alla prova. Quegli del quale ti dirò: Questi venga
con te, verrà; e quegli del quale ti dirò: Questi non venga con te, non ver-
rà». Gedeone fece dunque scendere la gente all'acqua e il Signore gli dis-
se: «Quanti lambiranno l'acqua con la lingua, come la lambisce il cane, li
porrai da una parte; porrai da un'altra quanti, per bere, si metteranno in
ginocchio». Il numero di quelli che lambirono l'acqua portandosela alla
bocca con la ·mano fu di trecento uomin~· tutto il resto della gente si mise
in ginocchio per bere l'acqua. Allora il Signore disse a Gedeone: «Con que-
sti trecento uomini che hanno lambito l'acqua, io vi salverò e metterò i
Madianiti nelle tue mani. Tutto i'l resto della gente se ne vada, ognuno a
casa sua» e:.)
(7, 1-8).
Riduzione delle truppe di Gedeone (7) .1 -8) 165

Come monito per coloro che pensano di vincere contando solo sulle proprie forze,
l'armata di Gedeone è ridotta perché Dio mettesse alla prova il vincitore (Salviano di Mar-
siglia). Sono i timorosi e i pavidi che Cristo allontana dalla schiera dei suoi seguaci (Ori-
gene) . Cristo ingaggia battaglia contro i nemici della fede valendosi di coloro che attingen-
do alle sorgenti della dottrina, non piegano la rettitudine delle loro opere (Gregorio Ma-
gno). Dio infatti non si compiace della moltitudine (Gregorio Nazianzeno) . Il fuoco che
Gedeone ordina di accendere nelle idrie rappresenta lo Spirito Santo (Ambrogio) e i tre-
cento scelti da Gedeone, come buoni cani, difendono e proteggono la casa del padrone
(Agostino).

12
- Preparazione della battaglia suntilosi, le ascoltino tutti i potenti della
terra! Tutti quanti ascoltino queste paro-
Parlano contro Dio coloro che confi- le di Dio: «Affinché Israele non si glori a
dano esclusivamente nelle proprie mio dispetto e dica: Mi sono liberato con
forze le mie sole forze».
Sì, ripeto, ascoltino queste parole
E non è successa la stessa cosa ai Ma- tutti coloro che mi contraddicono e bla-
dianiti? Stando al Libro dei Giudici, essi terano contro Dio, le ascoltino quelli che
avevano invaso il paese come una nuvola ripongono le proprie speranze nell'uo-
di cavallette, e fu Gedeone che ricevette mo! Dio dichiara che parlano contro di
l'ordine di affrontarli con pochi uomini, e lui tutti coloro che presumono di potersi
non perché il suo esercito non ne contas- liberare con le proprie forze.
se di più; ma il divieto di schierarne mol- Salviano di Marsiglia,
ti in battaglia gli era stato dato per evita- Il governo di Dio 7, 8, 32 - 7, 9, 34
re che la vittoria fosse anche solo in par-
. te attribuita al nuinero dei soldati. Ecco
perché, dopo aver messo insieme trenta- 3
Chiunque ha paura
mila soldati, si sentì rivolgere dal Signore
queste parole: «Hai con te una massa di I timorosi e i pavidi vengono messi
uomini, ma non è nelle loro mani che ·
Madian cadrà». E come andò a finire?
da parte
Che a Gedeone, pronto a battersi contro E che dunque? Diciamo che soltan-
molte migliaia di barbari, Dio non lasciò to allora Gedeone diceva al popolo: Se
altro che trecento uomini. L'ordine di ri- uno è #moroso e pavido di cuore, si allon-
durre l'esercito a un numero così esiguo tani dalle battaglie, diserti le guerre, ab-
venne appunto dato perché non fosse poi bandoni i combattimenti degli uomini
quella manciata di uomini a poter riven- forti? O non piuttosto anche oggi il capo
dicare a sé in qualche modo una vittoria del nostro esercito (cf. Ap 19, 11-14), il
che era opera di Dio. Tant'è vero che il nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo
Signore stesso spiegò a chiare parole il lancia il proclama ai suoi soldati e dice: Se
motivo del suo agire a quel modo. Disse: uno è timoroso e pavido di cuore, non ven-
«Affinché Israele non si glori a mio di- ga alle mie guerre? È proprio questo che,
spetto e dica: Mi sono liberato con le mie sia pure con altre parole, ma tuttavia col
sole forze». medesimo significato, dice nei Vangeli:
Ascoltino queste parole, per favore, Chi non prende la sua croce e mi segue,
tutti i disonesti, le ascoltino tutti i pre- non è degno di me (Le 9, 23; 14, 27; Mt
166 Giudici

10, 38; Mc 8, 34), e: chi non odia suo pa- che mostrano con le opere ciò che an-
dre, sua madre, i fratelli e le sorelle, e per- nunziano con la bocca, quelli che spiri-
fino la propria anima, non è degno di me tualmente attingono alle sorgenti della
(cf. Le 14, 26; Mt 10, 37), e ancora: chi dottrina, senza piegarsi carnalmente ver-
non rinunzia a tutto ciò che possiede, non so opere riprovevoli, poiché come sta
può essere mio discepolo (Le J4, 33 ). Con scritto: Non è bella la lode sulla bocca del
parole di questo genere, il Cristo non se- peccatore (Sir 15, 9).
para e mette a parte dal suo accampa- Gregorio Magno,
mento i timorosi e i pavidi? ( ... ) . Commento morale a Giobbe 30, 25, 74
Una milizia del genere non vi sgo-
menti: essa non contiene in sé nulla di
difficile, nulla di arduo o impossibile. I buoni cani vegliano e abbaiano in
Origene, difesa del padrone
Omelie sui Giudici 9, 1
Mi chiedi poi spiegazione delle pa- ·
role scritte nel medesimo salmo: La lin-
57
· Furono scartati quanti si inginocchia- gua dei cani i quali per opera di Lui di-
rono ventano tuoi da nemici che erano (Sal 67,
24). Non sempre i cani vanno intesi in
Attingere spiritualmente alle sor- senso cattivo, altrimenti non verrebbero
genti della dottrina biasimati dal profeta Isaia i cani muti,
Furono condotti al fiume per bere, che non sanno abbaiare e hanno voglia
e quanti si inginocchiarono per bere di sonnecchiare (cf. Is 56, 10); sarebbe-
l'acqua non furono ammessi al combat- ro certo cani degni di lode, se sapessero
timento. L'acqua raffigura la dottrina abbaiare e avessero voglia di far la guar-
della sapienza, la posizione eretta indica dia. E certo quei trecento, numero di
l'azione. Si dice dunque che quanti si in- profondo senso mistico per la lettera
ginocchiarono per bere furono scartati, della croce, che bevvero lacqua lamben-
perché Cristo ingaggia la battaglia con- dola come cani, non sarebbero stati scel-
tro i nemici della fede con quelli che at- ti per conseguire la vittoria, se non fos-
tingendo alle sorgenti della dottrina non sero stati il simbolo di qualcosa di gran-
piegano la rettitudine delle opere. Si de. l buoni cani vegliano e abbaiano a
racconta che allora tutti bevvero l'ac- difesa della casa e del padrone, del greg-
qua, ma non tutti rimasero in piedi. Fu- ge e del pastore. Infine anche nel nostro
rono scartati quanti per bere si inginoc- salmo, fra le lodi della Chiesa, espresse
chiarono, perché, secondo la dichiara- in forma profetica, è ricordata la lingua
zione dell'Apostolo: Non coloro che dei cani, ma non si parla di denti. Il sal-
ascoltano la Legge sono giusti davanti a mista, dunque, dice: Dei cani tuoi da ne-
Dio, ma quelli che mettono in pratica la mici, cioè che da nemici diventano cani
Legge saranno giustificati (Rm 2, 13 ). tuoi e abbaiano per te, mentre prima in-
Poiché infatti, come abbiamo detto, pie- crudelivano contro di te. Aggiunse poi:
gare il ginocchio indica fiacchezza nelle per opera di Lui, affinché essi intendes-
opere, ancora con ragione Paolo dice: sero che questo non era accaduto per
Rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia merito loro, ma.per opera di Lui, cioè per
· infiacchite e raddrizzate le vie storte per i sua misericordia e grazia. ·
vostri passi (Eh 12, 12-13 ). Perciò scen- Agostino,
dono in campo guida~i da Cristo quelli Lettere 149, 1, 10
Riduzione delle truppe di Gedeone (7) 1-8) 167

Dio non si compiace della moltitu- ti ordinò a trecento uomini di prendere


dine d~lle idrie e di tenere nelle idrie delle
fiaccole accese e di tenere con la mano
Tu mi circondavi di muri e di lastre destra la tromba; i nostri·antichi lo rice-
con mosaici fatti ad arte, di grandi portici vettero dagli apostoli e lo conservarono,
e corridoi, tu rilucevi d'oro e risplendevi poiché le idrie sono i nostri corpi plasma-
tutt'intorno, oro che da un lato spandevi ti con il fango, che non possono avere
come acqua, dall'altro accumulavi come paura se si infuocano con il ~alar~ dell.a
sabbia, senza sapere che la fede ali' aria grazia spirituale e se, rese squillanti, testi-
aperta :vale più dell~ irreli?i?s~tà ~~ntuosa, moniano la passione del Signore Gesù
e che per Dio tre soli uomm1 riumt1 nel no- con la confessione della loro voce.
me del Signore rappresentano di più di Chi, dunque, potrebbe dubitare del-
molte migliaia di uomini che negano la di- la divinità dello Spirito Santo, se l' aspet-
vinità. O forse tu preferirai al solo Abramo to della sua divinità appare là dove si tro-
tutti quanti i Cananei insieme (cf. Gn 19, va la grazia dello Spirito? Da tale testimo-
1)? O i Sodomiti al solo Lot (cf. Gn 19, nianza deduciamo non la .diversità, ma
lss.) o i Madianiti a Mosè (cf. Es 2, 15), o, l'unità della potenza divina. In verità, co-
ancora, agli ospiti stranieri (cf. Es 2, me può esserci una differenza di potenza,
19ss.)? Che cosa rappresentano per te i quando in tutte le cose si trova l'effetto di
trecento che con Gedeone coraggiosa- un'unica operazione? E non vi può esse-
mente lambirono lacqua, rispetto alle mi- · re la grazia dei sacramenti se non là dove
gliaia che voltarono le spalle? Che cosa ~ si trovi il perdono dei peccati.
servi della casa di Abramo, che erano di Di quale fuoco si tratta? Non è certo
poco più numerosi di quelli, rispetto ai un fuoco sviluppato da vili cespugli o cre-
molti re e alle decine di migliaia di soldati pitante nell'incendio degli' stecc:hi. di un
che quelli, pur essendo in pochi, riusciro- bosco, ma è quel fuoco che migliora I~
no a respingere e volgere in fuga (cf. Gn buone azioni, come l'oro, e consuma I
14, 14)? Cosa pensi delle parole: «Quando
peccati, come gli stecchi. Questi ~ senza
il numero dei figli di Israele sia come quel- dubbio lo Spirito Santo, che è chiamato
lo della sabbia del mare, ciò che resta sarà
fuoco e luce del volto del Signore. ,
salvato» (Is 10, 22; Rm 9, 27)? Cosa di
È luce, come sopra abbiamo detto: E
queste altre: «Mi sono ric;ervato settemila
stata segnata in noi la luce del tuo volto, o
uomini che non si sono inginocchiati da-
Sz'gnore (Sal 4, 7). Che è, dunque, la luce
vanti a Baa1> (1Re19, 18; Rm 11, 4)? Non
segnata, se non la luce di quel. sigillo spi-
è così, no, non è così: <<Dio non si compia-
rituale, nel quale credendo voz avete rzce-
ce della moltitudine» (1 Cor 10, 5) .
. vuto il sigillo dello Spirito Santo che era
Ti fai il conto delle migliaia, Dio di
stato promesso (Ef 1, 13), come dice
q~elli che si' sono salvati; tu, ancora, dei
l'Apostolo? E come vi è la luce dcl volto
granelli di polvere infiniti, io dei vasi del-
di Dio così dal volto di Dio brilla anche
la scelta di Dio (cf. At 9, 1).
il fuoc~ poiché sta scritto: Il fuoco arderà
Gregorio Nazianzeno,
al suo c~spetto (Sa! 4 9, 3). La grazia riful-
Orazioni 42, 7-8
ge, infatti, prima del giorno del giu~izio,
in modo che ne consegua lassoluzione,
che ricompensa la devozione dei santi. O
Il fuoco di Dio
grande ricchezza delle Scritture, che n~s:
Per cui, anche l'episodio di Gedeone suno può comprendere con le cap~~ita
che, quando stava per vincere i Madinai- umane! O grandissimo segno della divma
168 Giudici.

unità! Quante cose sono indicate con ricevuti i sacramenti della vita, con fedeltà
questi due soli versetti! servono il Signore fino alla morte. Abbia-
Ambrogio, mo infatti detto che trecento, dal momen-
Lo Spirito Santo 1, 16, 147 - 1, 17, 150 to che in greco è indiq1to con la lettera tau
(tau è scritto come una croce), prefigura in
maniera del tutto appropriata coloro che
Vittoria attraverso la croce non sanno gloriarsi se non nella croce del
Signore nostro Gesù Cristo (cf. Gal 6, 14).
Come i seicènto anni della vita di Perciò anche Gedeone, al comando e con
Noè, compiuti i quali entrò nell'arca, indi- l'aiuto divino, vinse con trecento uomini lo
cano la perfezione della fede e della con- sterminato esercito dei Madianiti, inse-
fessione di quelli che per la grazia deJla ce- gnando in modo figurato che con la fede
leste ed eterna ricompensa accolgono i sa- nella croce del Signore avremo la meglio
cramenti della Chiesa, come abbiamo det- nelle guerre di questo mondo e dei nostri
to in precedenza, così anche i trecentocin- vizi condotte contro di noi.
quanta anni che visse dopo il diluvio prefi- Beda il Venerabile,
gurano la grande perfezione di quelli che, Sulla Genesi 2, 9, 28-29

GEDEONE ATTACCA I MADIANITI

(. .. ) Quando Gedeone vi giunse, ecco un uomo raccontava un sogno al


suo compagno e gli diceva: ·«Ho fatto un sogno. Mi pareva di vedere una pa-
gnotta di orzo rotolare nell'accampamento di Madian: gi'unse alla tenda, la
urtò e la rovesdò e la tenda cadde a terra». Il suo compagno gli rispose:
«Questo non è altro che la spada di Gedeone, figlio di Ioas, uomo di Israe-
le; Dio ha messo nelle sue mani Madian e tutto l'accampamento». Quando
Gedeone ebbe udito il racconto del sogno e la sua intetpretazione, si prostrò;
poi tornò al campo di Israele e disse: <<À.lzatev~ perché il Signore ha messo
nelle vostre mani l'accampamento di Madzan». (... )
Gedeone e i cento uomini che erano con lui giunsero alt'estremità del-
l'accampamento, alt'inizio della veglla di mezzanotte, quando appena ave-
vano cambiato le sentinelle. Egli suonò la tromba spezzando la brocca che
aveva in mano. Allora le tre schiere suonarono le trombe e spezzarono le
brocche, tenendo le fiaccole con la sinistra e con la destra le trombe per suo-
nare e gridarono: «La spada per il Signore e per Gedeone/». Ognuno di es-
si rimase al suo posto, intorno all'accampamento; tutto il campo si mise a
correre, a gridare, a fuggire. Mentre quelli suonavano le trecento trombe, il
Signore fece volgere la spada di ciascuno contro il compagno, per tutto l'ac-
campamento. L'esercito fuggì fino a Bet-Sitta, a Zerera, fino alla riva di
Abel-Mecola, sopra Tabbat. Gli Israel#i di Ne/tal~ di Aser e di tutto Ma-
nasse si radunarono e inseguirono i Madianiti. Intanto Gedeone aveva
Gedeone attacca i Madianiti (7, 9-25) 169

mandato messaggeri per tutte le montagne di Efraim a dire: «Scendete con-


tro i Madianiti e tagliate loro i guadi sul Giordano fino a Bet-Bara». Così
tutti gli uomini di Efraim si radunarono e si impadrqnirono dei guadi sul
Giordano fino a Bet-Bara. Presero due capi di Madian) Oreb e Zeeb; ucci-
sero Oreb alla roccia di Oreb e Zeeb al Torchio di Zeeb. Inseguirono i Ma-
dianiti e portarono le teste di Oreb e di Zeeb a Gedeone) oltre il Giordano
(7' 9-25).
. Gedeone prefigura Cristo e la sua armata vittoriosa sono i martiri che vincono la loro
battaglia in nome di Cristo (Gregorio Magno). I nomi dei principi di Madian rivdano il mi-
stero del Salvatore (Girolamo).

15
Il Signore dà la vittoria sui Madianiti dirci che quella vittoriosa battaglia gui-
data da Gedeone raffigurava la venuta
Gedeone è tipo di Cristo del nostro Redentore contro il diavolo?
È chiaro che in quella circostanza si veri-
Non ritengo fuori luogo richiamare ficarono dei fatti che quanto più vanno
un po' più ampiamente la guerra dei Ma- al di là di un normale combattimento
dianiti, che il Profeta di proposito cita in tanto più si avvicinano al mistero della
riferimento alla venuta del Signore (cf. Is profezia. Chi mai infatti si è messo a
9, 3). Il Jibro dei Giudici narra la lotta di combattere con brocche e fiaccole? Chi
· Gedeone contro i Madianiti. Mentre con- mai affronta le armi deponendo le armi?
duceva alla guerra la moltitudine del- Tali cose sarebbero per noi decisamente
l'esercito, l'oracolo divino gli ordinò che, ridicole se non fossero state terdbili per
giunto sulla riva del fiume, allontanasse i nemici. Ma la vittoria stessa riportata ci
dal combattimento tutti quelli che avesse insegna che non dobbiamo sottovalutare
visto mettersi in ginocchio per bere. Sol- questi fatti che sono accaduti. E così Ge-
tanto trecento furono quelli che lambiro- deone che attacca battaglia raffigura la
no l'acqua portandosela alla bocca con la venuta del nostro Redentore, a proposi-
mano. Con quelli Gedeone attaccò bat- to del quale è scritto: Alzate, princip~ le
taglia, armandoli, non con armi, ma con vostre porte; fatevi alzare, porte eterne, ed
·trombe, fiaccole e brocche. Allora, come entrerà il re della gloria. Chi è questo re
sta scritto in quel libro, essi posero le della gloria? Il Signore forte e potente, il
fiaccole accese dentro le brocche, e tene- Signore potente in battaglt"a (Sai 23, 7 -8).
vano le trombe con la destra e le fiaccole Egli profetò questo nostro Redentore
con la sinistra; giunti a contatto con i ne- non solo con le opere, ma anche con il
mici, suonarono le trombe, spezzarono nome. Gedeone significa «colui che si
le brocche e apparvero le fiaccole; i ne- muove nell'utero». Ora, nostro Signore
mici, spaventati per il suono delle trom- con la potenza della sua maestà abbrac-
be da una parte e per il fulgore delle fiac- cia ogni cosa, ma con la grazia del suo
cole dall'altra, si diedero alla fuga. Che piano venne a noi nell'utero della Vergi-
significa il fatto che il Profeta evocando ne. Che significa dunque colui che si
questa battaglia paragoni la vittoria di muove nell'utero, se nolt Dio onnipoten-
. questo combattimento alla venuta del te, che con il suo piano ci redime, che
Redentore? Il Profeta ha forse voluto con la sua divinità abbraccia ogni cosa, e
170 Giudici

nel suo utero assume l'umanità? In que- si diedero alla fuga; cioè, i martiri predi-
sto utero si sarebbe incarnato senza es- carono fino a che il loro corpo si sciolse
serne contenuto, poiché con la natura in- nella morte; il loro corpo si sciolse nella
ferma è stato nell'utero e con la potenza morte affinché rifulgesse per i miracoli, e
della maestà fuori del mondo. il fulgore dei miracoli fece sì che i nemici
Gregorio Magno, fossero abbattuti dalla luce divina: oppo-
Commento morale a Giobbe 30, 25, 73 sero resistenza a Dio stando in piedi, ma
finirono per temerlo sottomettendosi a
lui.
20 Gregorio Magno,
Attaccare battaglia con trombette e
fiaccole Commento morale a Giobbe 30, 25, 75

Un esercito di martiri 25
Uccisione di Oreb e Zeb
Si attaccò dunque battaglia con le ·
trombe, le fiaccole e le brocche. E tale fu, La vittoria di Gedeone
come si è detto, la strategia della batta-
glia. Squillarono le trombe e furono po- Poni i loro capi (Sal 82, 12).Capi di
ste le fiaccole dentro le brocche; infrante chi? Di coloro che fanno guerra al tuo po-
poi le brocche, compa1vero le fiaccole, e polo. Come Oreb e Zeb, e Zebee e Sa/ma-
i nemici, spaventati dal fulgore di queste, na, tutti' i loro principi. Credo che abbiate
vengono messi in fuga. Le trombe indica- letto la narrazione storica nel libro dei
no il grido dei predicatori, le fiaccole il Giudici: Gedeone, che con altro nome si
fulgore dei miracoli, le brocche la fragili- chiama anche Gerobaal, combattendo a
tà dei corpi. Ecco, il nostro condottiero favore del popolo <li Dio, vinse questi
guidò alla battaglia della predicazione quattro re e li uccise (cf. Gdc 7, 19-25; 8,
uomini tali che, disprezzando la salute 1-21). E notate chi siano i principi dei
del corpo, fossero in grado di abbattere Madianiti, ~ quali trascurarono il giudizio
con la loro morte i loro nemici e di vince- di Dio. Oreb e Zeb, e Zebee e Salmana.
re le loro spade, non con armi e spade, Chi mai penserebbe che in queste parole
m·a con 1~ pazienza. I nostri martiri, infat- siano contenuti i misteri del Salvatore?
ti, guidati dal loro capo, accorsero alla Leggono queste cose i filosofi, e le metto-
battaglia armati solo di trombe, brocche no in burla; le leggono i retori e, a questo
e _fiaccole. Essi suonarono le trombe pre- punto, le giudicano sciocchezze. E non
dicando; infransero le brocche opponen- soltanto i retori, ma anche i Giudei: non
do alle spade ostili i loro corpi fino a con- posseggono la chiave della scienza, dato
sumarli nel sacrificio; fecero risplendere che un velo è stato posto sui loro occhi
le fiaccole con il fulgore dei miracoli do- (cf. Es 34, 33; 2 Cor 3, 15). Oreb si tradu-
po che i loro corpi furono estinti. E i ne- ce «fessura», dove entrano le bisce; Zeb si
mici furono volti in fuga, perché vedendo traduce «lupo». Notate i nomi dei capi
i corpi dei martiri risplendere di miraco- dei nemici di Cristo. Zebee, «vittima»,
li, colpiti dalla luce della verità, credette- cioè quelle persone che il lupo ha strozza-
ro a ciò che combattevano. I martiri die- to; e Scalmana, «coloro che hanno rag-
dero fiato alle trombe perché le brocche giunto il colmo della malvagità». Notate
andassero in frantumi; le brocche anda- quindi i misteri di questi nomi.
rono in frantumi affinché apparissero le Girolamo,
fiaccole; apparvero le fiaccole e i nemici Omelie sui Salmi (Sal 82)
La parabola di Iotam (9, 7-15) 171

[VITTORIA SUI MADIANITI (8, 1-35)]

[ABIMELECH SI FA RE (9, 1-6)]

LA PARABOLA DI IOTAM

Ma Iotam, informato della cosa, andò a porsi sulla sommità del monte
Garizim e, alzando la voce, gridò: <<Àscoltatemi: signori di Sichem, e Dio
ascolterà voi! Si misero in cammino gli alberi per ungere un re su di essi. Dis-
sero all'ulivo: Regna su di noi. Rispose loro l'ulivo: Rinuncerò al mio olio,
grazie al quale si onorano dèi e uomin~ e andrò ad agitarmi sugli alberi? Dis-
sero gli alberi al fico: Vz'enz' tu, regna su di noi. Rispose loro il fico: Rinuncerò
alla mia dolcezza e al mio frutto squisito, e andrò ad agitarmi sugli alberi?
Dissero gli alberi alla vite: Vieni tu, regna su di noi. Rz'spose loro la vite: Ri-
nuncerò al mio mosto che allieta dèi e uomin~ e andrò ad agitarmi sugli al-
beri? Dissero tutti gli alberi· al rovo: Vieni tu, regna su di noi. Rispose il ro-
vo agli alberi: Se in verità ungete me re su divo~ venite, rifugiatevi alla mia
ombra/ se no, esca un fuoco dal rovo e divori i cedri del Libano (9, 7-15).
Quanto raccontato dalla Scrittura, nonostante sia espresso sotto forma di favole e me-
tafore, non racchiude nel suo significato una menzogna, ma la verità (Agostino). La parabo-
la di Ioram va riferita ali'evoluzione della storia dell'umanità e al futuro regno della castità
(Metodio).

&-t
5
Gli' alberi domandano un re Il preannuncio del regno della ver-
. .'
gmlta
Linguaggio immaginari? e verità
Ma perché non sembri a certuni che
Lo stesso è delle favole di Esopo, che io parli soltanto abilmente è adduca argo-
sono raccontate con identica finalità. Nes- menti tratti da circostanze verosimili e mi
suno certo, per quanto possa essere igno- gingilli con le chiacchiere, anch'io, o ver-
rante, vorrà pensare che siano menzogne. gini, vi porterò una citazione del Vecchio
Così è dei Libri sacri. Ad esempio, nel Li- Testamento, a prova che dico la verità,
bro dei Giudici gli alberi si cercano un re una profezia dei Giudici dove si dimostra
e rivolgono il discorso ali'olivo, al fico, al- chiaramente che il regno della verginità
la vite e al rovo. È tutta una narrazione fit- era stato preannunziato (... ). È evidente
tizia per giùngere ali' oggetto che si ha di come queste parole non sono riferibili al-
mira. A questo scopo si usa un linguaggio le piante che nascono dalla terra. Infatti
immaginario, il cui significato però non è gli alberi, privi di anima, non potrebbero
menzogna ma risponde a verità. · riunirsi per eleggere un re, essendo anco-
Agostino, rati con le radici nella terra. Certamente
Contro la menzogna 13, 28 questo testo si applica alle anime che pri-
172 Giudici

ma dell'incarnazione di Cristo si sono lo non ha saputo creare un'immagine in-


presentate nel loro lussureggiante carico gannatrice. Ci sono stati dati anche quat-
di peccati, chiedendo a Dio d'aver pietà tro Vangeli, in quanto Dio per quattro
di esse e di estendere su di esse la com- volte ha evangelizzato l'umanità e se ne è
passione e la misericordia che la Scrittura fatto pedagogo con quattro legislazioni, i
indica con l'immagine delfulivo dal mo- cui tempi sono chiaramente indicati dalla
mento che r olio giova ai corpi, scioglie le distinzione dei frutti. Il fico, a motivo del-
fatiche e i dolori, e procura luce: infatti se la sua dolcezza e squisitezza, rappresenta
viene cosparsa di olio una lucerna, au- le delizie che l'uomo ha provato in paradi-
menta il suo splendore. Inoltre i senti- so, prima della sua caduta: nella Scrittura
menti di compassione di Dio liberano infatti il frutto del.fico è preso per indica-
dalla morte e dai peccati, giovano al- re ciò che è migliore. La vite, a causa del-
l'umanità e nutrono la luce del cuore. 1'ebbrezza procurata dal vino e della letizia
La Scrittura - notate bene - indica le di quelli scampati dall'ira e dal diluvio, al-
successive legislazioni a partire dal primo lude al loro passaggio dalla paura e dalla
uomo fino a Cristo e l'inganno del diavo- preoccupazione alla gioia. L'ulivo, inoltre,
lo nei confronti del genere umano per pei: l'olio prodotto dal suo frutto indica la
mezzo di contraffazioni. Pertanto il fico misericordia di Dio quando Egli dopo H
rappresenta il comandamento che è stato diluvio, essendosi gli uomini rivolti all'em-
dato all'uomo nel paradiso, quando dopo pietà, si è rassegnato a concedere una leg-
l'inganno nascose la sua nudità con le fo- ge, a mostrarsi ad alcuni, a nutrire con
glie di fico (cf. Gn 3, 7); la vite è simbolo l'olio la luce della virtù che stava già per
del precetto dato a Noè al tempo del dilu- spegnersi. n rovo, infine, rappresenta la
vio, allorché fu deriso nel sonno per esser- verginità. Il rovo e l'agnocasto sono infatti
si ubriacato (cf. Gn 9, 21ss.); l'ulivo è im- lo stesso albero, da alcuni chiamato rovo a
magine della Legge impartita a Mosè nel da altri agnocasto. È probabilmente per la
deserto dopo che l'unzione profetica, il sua naturale affinità con la verginità che
santo olio, fu escluso dalla loro eredità in questa pianta ha ricevuto due nomi: rovo
seguito alla violazione della Legge; infine per la sua durezza e la sua resistenza di
il rovo si può accostare all'insegnamento fronte ai piaceri, ed agnocasto per lo stato
rivolto agli apostoli per la salvezza del assoluto di verginità che evoca.
mondo, perché grazie a loro ci è stata in- Metodio di Olimpo,
segnata la verginità, la sola di cui il diavo- Simposio delle dieci vergini 10, 2-3

(IOTAM FUGGE E SI STABILISCE A BEER (9, 16-25)]


[GAAL ORGANIZZA UNA RIVOLTA (9, 26-45)]

LA MORTE DI ABIMELECH

Poi Abimelech andò a Tebes, la cinse d'assedio e la prese. In mezzo al-


la città e'era una torre fortificata, dove st' rifugiarono tutti' t' st'gnori della cit-
tà, uomini e donne; vi st' rinchiusero dentro e salt'rono sul terrazzo della tor-
re. Abimelech, giunto alla torre, l'attaccò e si accostò alla porta della torre
Il voto e la vittoria di le/te (11, 29-33) 173

per appiccarvi il fuoco. Ma una donna gettò gz·ù il pezzo superìore di una ma-
cina sulla testa di Abimelech e gli spaccò il cranio. (. .. )
Così Dio fece ricadere sopra Abimelech il male che egli aveva fatto con-
tro suo padre) uccidendo settanta suoi fratelli(. .. ) (9,'46- 57).
L'insuccesso di Abimelech dimostra la vacuità dei beni della sapienza terrena (Basilio
Magno) . .

50 53
· Abimelech assedia Tebes complici nel delitto, ma è distrutto da lo-
ro; e alla fine muore per mano di una
La sapienza umana donna e il colpo di una pietra. E, in bre-
ve, da molteplici esempi, uno dovrebbe
Abimelech, quell'omicida, figlio ille- comprendere che il profitto della sapien-
gittimo di Gedeone, che uccise i settanta za umana è vano, piccolo e di infimo con-
figli legittimi, e, ritenendo di aver escogi- to piuttosto che grande e sublime.
tato con questo un modo saggio per tene- Basilio Magno,
re saldamente il regno, uccide i propri Omelia sull'umiltà 2

[L'OPPRESSIONE DEI fI~ISTEI (10, 1- 9)]

[ISRAELE RITORNA AL SIGNORE (10, 10-18)]

[IEFTE ELETTO GIUDICE (11, 1-11)]

[lEFTE INVIA MESSAGGERI AGLI AMMONITI (11, 12-28)]


IL VOTO E LA VITTORIA DI IEFTE

(. .. )le/te fece voto al Signore e disse: «Se tu mi metti nelle mani gli Am-
moniti: la persona che uscirà per prima dalle porte di casa mia per venirmi
incontro, quando tornerò vittorioso dagli Ammoniti: sarà per il Signore e io
l'offrirò in olocausto». Quindi Iefte raggiunse gli Ammoniti per combatter-
li e il Signore glieli mise nelle mani. Egli li sconfisse da Aroer fin verso Min-
nit, prendendo loro venti città, e fino ad Abel-Cheramin. Così gli Ammoni-
ti furono umiliati davanti" agli Israeliti (11, 29-33).
Il tema del sacrificio umano trattato nd brano risulta di difficile comprensione. Secon-
do Efrem e Girolamo, che richiama un'interpretazione giudaica, Dio avrebbe'fatto in modo
che Iefte incontrasse la figlia come monito per chi vo~~sse fare un voto avventato. Agostino
174 Giudici

ragiona sul fatto che le parole del voto pronunciato da Iefte sòttintendano che egli volesse
fare un sacrificio umano.

30 31
· Iefte fa un voto al Signore Ebrei, che avesse incontrato un cane o un
asino, che cosa avrebbe fatto? La loro
Il sacrificio umano spiegazione è che Dio fissò gli eventi in
modo tale che chi avesse fatto un voto av-
La gente imiti coloro che compiono ventato, avrebbe compreso il proprio er-
buone azioni, perciò, non fuori dall'amo- rore con la morte di sua figlia.
re di queste buone azioni, ma per la loro Girolamo,
utilità (. .. ). Il re di Moab prese esempio Contro Gioviniano 1, 23
da Iefte (cf. 2 Re 3, 26-27). Ma, poiché
era il suo primogenito e un essere umano,
non un animale, Dio ebbe pietà di lui, Spiegazione del sacrificio umano
poiché lo faceva per disperazione e non
per amore. Nel caso di Iefte, se avesse in- Con queste parole non fece di certo
contrato per primo uno dei suoi servi, lo il voto di offrire in olocausto un animale
avrebbe ucciso. Ma, affinché la gente non che potesse offrire in olocausto secondo
si impegnasse nel sacrificio di esseri uma- la Legge; poiché non è né era abituale
ni, Dio fece in modo che incontrasse sua che ai capitani tornanti vittoriosi dalla
figlia, in modo che altri avrebbero avuto guerra andassero incontro degli animali.
timore di offrire sacrifici umani per un Quanto agli animali muti i cani sono so-
voto a Dio. liti correre incontro ai loro padroni ruz-
Efrem Siro, zando con lusinghevoli gesti di ossequio-
Commento al Diatessaron di Taziano 10, 3 sità, ma Iefte non avrebbe potuto pensa-
re ai cani nel fare il suo voto, per non <la-
re l'impressione di aver promesso in vo-
Un voto avventato to qualcosa non solo di illecito ma anche
di spregevole e di impuro secondo la
E il fatto che Gioviniano preferisca Legge, offendendo così Dio. E non disse:
la fedeltà del padre Iefte alle lacrime del- «qualunque cosa uscirà dalle porte della
la figlia vergine, rafforza il nostro punto mia casa incontro a me, lo offrirò in olo-
di vista. Noi infatti non stiamo elogiando causto», ma disse: chiunque uscirà, lo of-
le vergini del secolo tanto come quelle frirò. Dicendo cosl non pensò di certo ad
che sono vergini per Cristo. Molti Ebrei altro che a un essere umano, forse tutta-
biasimano il padre per aver fatto un voto via non alla sua unica figlia. Sennonché
avventato, «Se tu mi metti nelle mani gli in un momento di tanta gloria per suo
Ammoniti, la persona che uscirà per pri- padre chi l'avrebbe potuta precedere nel
ma dalle porte di casa mia per venirmi in- corrergli incontro se non forse la moglie?
contro, quando tornerò vittorioso dagli
Ammoniti, sarà per il Signore e io l'offri- Agostino,
rò in olocausto». Supponendo, dicono gli Questioni sui Giudici 49, 6
Ie/te porta a compimento quanto promesso con il voto (11) 34-40) 175

lEITE PORTA A COMPIMENTO QUANTO PROMESSO CON IL VOTO

Poi le/te tornò a Mizpa, verso casa sua; ed ecco uscirgli incontro la fi-
glia, con timpani e danze. Era l'unt·ca figlia: non aveva altri figli: né altre fi-
glie. Appena la vide, si stracciò le vesti e disse: «Figlia mia, tu mi hai rovi-
nato! Anche tu sei con quelli che mi hanno reso infelice! Io ho dato la mia
parola al Signore e non posso ritirarmi>>. Essa gli disse: «Padre mio, se hai
dato parola al Sign.ore, fa' di me secondo quanto è uscito dalla tua bocca,
perché il Signore ti ha concesso vendetta sugli Ammoniti: tuoi nemici». Poi
disse al padre: «Mi sia concesso questo: lasciami libera per due mesi: perché
io vada errando per i monti a piangere la mia verginità con le mie compa-
gne». Egli le rispose: «Va'!», e la lasciò andare per due mesi. Essa se ne an-
dò con le compagne e pianse sui monti la sua vergin#à. Alla fi"ne dei due me-
si tornò dal padre ed egli fece di lei quello che aveva promesso con voto. Es-
sa non aveva conosciuto uomo; di· qui venne in Israele questa usanza: ogni
anno le fanciulle d'Israele vanno a piangere la figlia di le/te il Galaadita, per
quattro giorni (11, 34-40).
Non esprimendo un giudizio sull'episodio della figlia di Iefte, la. Scrittura stimola la no-
stra riflessione e il nostro giudizio sulla pena inflitta da Dio ad un uomo che aveva osato
compiere un voto di tale crudeltà (Agostino). Il sacrificio della figlia di Iefte, apparentemen-
te crudele, prefigura invece il sangue versato dai martiri (Origene). Dio non si compiace di
sacrifici carnali, ma vuole indicare la realtà futura di cui essi sono figura (Agostino). Come
dimostra l'episodio scritturistico, è talvolta contrario al dovere compiere una promessa
(Ambrogio). Non proibendo il compimento del sacrificio, Dio non si dimostrò crudele, ma
si preoccupò invece che certi voti non fossero più fatti (Crisostomo). La t ragica vicenda si
espleta, nella sua evoluzione, come un pio sacrificio di devozione (Ambrogio). Bisogna di-
stinguere la condanna del sacrificio inteso nel suo senso letterale, dal sacrificio per la verità
e per la fede (Agostino).

34 3
-s !e/te torna a casa a Mizpa ed ecco giudicata dai lettori; cosl pure a proposi-
venirgli incontro la figlia to dell'azione di Giuda, figlio di Giacob-
be, quando si unì carnalmente alla sua
I silenzi della Scrittura stimolano la nuora, senza saperlo - è vero-, ma per
riflessione quanto dipendeva da lui fornicò con lei
Ora, sembra che la Scrittura non ab- che egli aveva creduto fosse una meretri-
bia pronunciato alcun giudizio su questo ce (cf. Gn 38, 15), la Scrittura né l'appro-
voto e su questo fatto, come invece lo vò né la riprovò, ma lasciò che venisse
pronunciò assai chiaramente a proposito giudicata ed esaminata in base alla giusti-
di Abramo quando offrl in sacrificio il fi- zia e alla legge di Dio. Poiché dunque di
glio per ordine di Dio, ma l'azione di Ief- quell'azione di Iefte la Scrittura di Dio
te l'ha solo lasciata scritta perché fosse non pronunciò un giudizio né i? senso
176 Giudici

favorevole né in senso contrario, affinché mio parere, le effusioni di sangue da par-


la nostra intelligenza si sottoponesse te dei nobili martiri, che non per niente
continuamente a uno sforzo di riflessio- sono contemplati dal discepolo Giovanni
ne nel giudicare, potremmo dire adesso disposti intorn~ all'altare celeste (cf. Ap
che quel voto dispiacque a Dio e che 6, 9).
perciò fu indotto a castigare Iefte facen- «Chi è cosl sapiente da comp.r ende-
dogli andare incontro proprio l'unica re tali cose, così intelligente da conoscer-
sua figlia, poiché se quello lo avesse spe- le?» (Os 14, 10). Per afferrare, in misura
rato e voluto, non si sarebbe stracciato le sia pure di poco più contemplativa, la ra-
vesti appena la vide e avrebbe detto: gione di tali sacrifici, che purificano colo-
Ahimé, figlia mia, mi hai messo in un im- ro per cui sono offerti, occorre compren-
paccio, un inciampo sei divenuta agli oc- dere il significato del sacrificio della figlia
chi miei. Inoltre, pur avendo il padre da- di Iefte. Ques~i aveva vinto gli Ammoniti
to alla figlia una proroga tanto lunga cli in virtù di un voto, al quale colei stessa
sessanta giorni, il Signore non gli impedì che è sacrificata aderisce, facendo eco al-
di uccidere l'unica figlia carissima, come le parole del padre: <<Ho dato al Signore
aveva impedito Abramo, fino a quando la mia parola contro di te» con queste al-
compiendo il sacrificio promesso in voto tre: <<Anche se è contro di me che tu hai
diede da se stesso un colpo al suo cuore dato la tua parola al Signore, adempi il
con la perdita assai grave della figlia, sen- tuo voto». Dalla considerazione di tali
za tuttavia riuscire a placare affatto Dio fatti si può essere indotti ad attribuire
con l'immolazione d'una persona uma- una nota <li grande crudeltà a Dio, a cui
na. Potremmo perciò dire che il padre fu sono offerti tali sacrifici per la salvezza di
punito [per il suo peccato] in questo mo- uomini. Occorre però un,intelligenza più
do, perché non fosse lasciato senza casti- aperta e mirante a risolvere ciò che è det-
go l'esempio di un voto di tal crudeltà to alla luce [dei disegni] della provviden-
con la conseguenza che gli uomini avreb- za, per poter giungere al tempo stesso a
bero potqto pensare che promettevano giustificare queste cose come ineffabili e
in voto a Dio qualcosa d 'importante superiori alla natura umana, [dicendo]:
quando gli facessero voto di offrirgli vit- <<l giudizi di Dio sono grandi e difficili da
time umane e - cosa più orribile - i pro- narrare; per questo le anime ignoranti so-
pri figli, o che i medesimi voti non fosse- no cadute in errore» (Sap 17, 1).
ro veri ma piuttosto delle finzioni, come Origene,
se coloro che avevano fatto il voto, rifa- Commento al vangelo di Giovanni
cendosi all'esempio di Abramo, speras- 6, 54, 276-278
sero che Dio avrebbe impedito il compi-
mento di siffatti voti.
Agostino, 3
~-4o Ie/te onora il proprio voto
Questioni sull'Ettateuco 7, 49, 7
Il sacrifici come ombra di realtà ri~
velate
Significato del sacrificio della figlia
· A proposito della figlia di Iefte of-
di Iefte
ferta in olocausto a Dio dal padre, alcuni
A questo sacrificio si ricollegano per sono soliti porsi un problema importan-
affinità tutti gli altri sacrifici, di cui sono te e assai difficile. Nella guerra il padre
simbolo i sacrifici prescritti dalla Legge: e aveva fatto il voto che, se avesse vinto,
gli altri sacrifici, affini a questo, sono, a avrebbe offerto in olocausto la persona
le/te porta a compimento quanto promesso con il voto (11, 34-40) 177

che uscendo dalla propria casa gli si fos- vittoria, per mantenere il voto fatto di of-
se presentata. Fatto il voto riportò la vit- frire a Dio qualunque creatura gli fosse
toria e presentataglisi la propria figlia venuta incontro per prima? Sarebbe sta-
mantenne la promessa fatta nel voto. to meglio non fare una simile promessa
Questo problema se lo pongono alcuni che mantenerla con un parricidio!
desiderosi di sapere che significato ha Ambrogio,
questo fatto e cercano di risolverlo con I doveri 1, 50, 255
spirito di fede, mentre se lo pongono al-
cuni altri che però sono contrari alle Sa-
cre Scritture per blasfema empietà e le La morte di una sola persona ne
accusano soprattutto perché il Dio della causa altre ·
Legge e dei Profeti si sarebbe compia-
Infatti, avendo lefte giurato a Dio
ciuto anche dei sacrifici umani. Alle loro
copiose obiezioni rispondiamo in.primo che dopo la vittoria nella guena gli
avrebbe sacrificato la prima persona che
luogo che il Dio della Legge e dei Profe-
si fosse imbattuta in lui, si imbatté nel-
ti e, per dirlo più chiaramente, il Dio di
l'uccisione della figlia; immolò infatti la
Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Gia-
cobbe, non si compiacque nemmeno dei figlia che per prima gli era andata incon-
tro e Dio non lo .impedì.
sacrifici in cui venivano offerti in olocau-
So anche che molti degli infedeli a
sto animali ma, poiché erano riti di signi-
causa di questo sacrificio ci accusano an-
ficato simbolico e come ombre delle re-
che di inumanità; io direi piuttosto che il
altà future, Dio volle indicarci le realtà
perdono accordato per questo sacrificio
simboleggiate da quei sacrifici; Dio volle
sia una dimostrazione di grande sollecitu-
inoltre indicarci che anche questo fu un
dine e umanità, e che Dio, avendo a cuore
buon motivo perché quei sacrifici fosse-
ro cambiati e adesso non fosse comanda-
il genere umano, non punì quella immola-
to, anzi fosse proibito di offrirli, affinché zione. Se infatti dopo quel voto e la pro-
messa avesse proibito il sacrificio, molti,
non credessimo che Dio si compiacesse
davvero di quei sacrifici secondo un sen- anche dopo lefte, sperando che Dio non li
accogliesse, avrebbero fatto voti di tale ge-
timento carnale.
nere, e procedendo su questa strada sareb-
Agostino,
bero arrivati all'uccisione dei figli; ora,
Questioni sui Giudici 49, 1
permettendo invece che quel voto fosse
compiuto, dopo queste vicende impedì a
tutti di incorrere in tali giuramenti. E che
Fedeltà al giuramento questo sia vero è dimostrato dal fatto che,
È ugualmente contro il dovere tal- dopo che la figlia di Iefte fu sacrificata, in
volta mantenere la promessa, essere fede- modo che la triste vicenda fosse eterna-
le al giuramento, come nel caso di Erode mente ricordata e che la sua sofferenza
che, avendo giurato di dare alla figlia di non fosse dimenticata, ci fu una legge
Erodiade qualunque cosa gli avesse chie- presso i Giudei in base alla quale le vergi-
sto, le accordò la morte di Giovanni per ni, radunandosi in quella occasione, pian-
non mancare alla promessa (cf. Mt 11, gessero per quaranta 7 giorni il sacrificio
6ss.). E che dire di Iefte che sacrificò la fi- compiuto, affinché, rinnovando con il lut-
glia, venutagli incontro per prima dopo la to il ricordo del sacrificio, rendessero tut-

7 In alcuni manoscritti si legge «quattro», N.d.R.


178 Giudici

ti, dopo queste vicende, più prudenti, e È megÌio non promettere che fare
apprendessero quelli che questo non av- una promessa che quella stessa persona
venne per volontà di Dio; non avrebbe in- cui si fa non vorrebbe fosse mantenuta.
fatti neppure permesso che si affliggessero Ne abbiamo appunto un esempio nel caso
e si disperassero. E che quanto detto non di Isacco, al posto del quale il Signore vol-
è una congettura, lo dimostrò la fine. In- le che gli fosse immolato un ariete (cf. Gn
fatti, dopo quel sacrificio nessuno fece un 22, 13 ). Non sempre, dunque, tutte le pro-
simile voto a Dio; per questo non si oppo- messe devono essere mantenute. Anche il
se a questo voto, e invece impedì quello Signore muta spesso le sue·decisioni, come
che egli stesso ordinò, quello di Isacco, di- mostra la Scrittura. Nel libro intitolato
mostrando, attraverso entrambi gli esem- Numeri si narra che aveva stabilito di col-
pi, che non gradisce tali sacrifici. pire a morte e far perire il popolo; ma poi,
Giovanni Crisostomo, pregato da Mosè, si riconciliò col suo po-
Omelie sulle statue 14, 4 polo. E un'altra volta disse a Mosè e ad
Aronne: Allontanatevi da quella assemblea
ed io li distruggerò tutti insieme (Nm 16,
Un pio sacrificio 21). E mentre essi si· allontanavano dal-
Non riuscirò mai a convincermi che il 1'adunanza, ad un tratto la terra, apertasi
generale Iefte non abbia fatto una promes- in una voragine vertiginosa, inghiottì Da-
sa avventata 8 impegnandosi a sacrificare a tan e Abiron colpevoli d 'empietà.
Dio qualsiasi cosa che al suo ritorno gli L'esempio della figlia di Iefte è più
fosse venuta incontro oltre la soglia della · insigne e antico di quello dei due pitago-
sua casa, dal momento che anch'egli si rici ritenuto memorabile dai filosofi. Uno
pentì del suo voto, quando gli venne in- di essi, condannato a morte dal tiranno
contro la figlia. Si stracciò le vesti e disse: Dionisio, nel giorno stabilito per I'esecu-
Ahimé, o figlia, mi hai preso nella rete, sei zione, chiese che gli fosse concesso dian-
diventata la causa dei miei dolori. E sebbe- dare a casa per provvedere ai suoi cari.
ne egli per religioso timore accettasse lo Per mantenere senza esitazioni l'impegno
strazio del crudele adempimento, tuttavia di tornare, dette un mallevadore a garan-
stabilì ogni anno una manifestazione di zia della sua morte, con il patto che, se
lutto, che anche i posteri avrebbero dovu- egli non si fosse presentato il giorno sta-
to celebrare. Crudele la promessa, ancor bilito, il suo mallevadore sapesse di dover
più crudele l'adempimento per cui lo stes- morire al suo posto. Chi si offriva quale
so autore non poté fare a meno di piange- garante non rifiutò la condizione della
re. Di conseguenza si fece in Israele un so- garanzia e attendeva con fermezza il gior-
lenne decreto da quei giorni per l'avveni- no dell'esecuzione. Così l'uno non si sot-
re: Andavano, dice, le figlt'e del popolo trasse al pericolo, r altro ritornò il giorno
d'Israele piangendo la figlia di le/te Galaa- fissato . Questo modo di comportarsi su-
dz'tide_quattro giorni all'anno. Non posso scitò tale ammirazione, che il tiranno vol-
accusare quell'uomo che ritenne inevitabi- le per amici quelli sui quali stava facendo
le compiere ciò che aveva promesso; ma è pesare la minaccia della morte 9.
tuttavia una ben triste necessità quella che Ma quel comportamento che in uo-
si soddisfa con un parricidio. mini illustri e dotti è oggetto di grande

8 Cf. Cicerone, De o/ficiis 3, 25, 94-95.


9 Cf. ibid. 3, 10, 45 .
le/te porta a compimento quanto promesso con il voto (11, 34-40) 179

meraviglia, si rivela molto più splendido di siffatti sacrifici, per cui vengono im -
e glorioso nel caso della vergine che disse molati degli uomini, ma li odia? Si com-
al padre piangente: Fa' di me come hai piace invece senza dubbio e premia quei
detto. Chiese però due mesi per trovarsi sacrifici quando un giusto, soffrendo con
sui monti con le sue coetanee, in modo pazienza l'ingiustizia fino alla morte,
che queste potessero esprimere la loro combatte recisamente per la verità o vie-
pietà affettuosa per la sua verginità desti- ne ucciso dai nemici offesi da lui nel di-
nata alla morte. Il pianto delle compagne fendere la giustizia, rendendo loro bene
non impressionò la giovane, non la piegò per male, cioè amore per odio. È questo
il loro dolore, i loro gemiti non la fecero il sangue che il Signore chiama «giusto» a
ritardare, non le trascorse il giorno e non coinindare da quello di Abele fin o a
le sfuggì l'ora. Ritornata dal padre come quello di Zaccaria, ma soprattutto perché
se ritornasse per compiere una promessa, versò lui stesso il suo sangue per noi e of-
con la sua volontà ne vinse l'esitazione e frì se stesso come sacrificio a Dio e certa-
con la sua decisone spontanea fece si che mente lo offrì in modo che dai suoi nemi-
ciò che era empietà voluta dal caso diven- ci fu ucciso perché difendeva la verità.
tasse pio sacrificio. Seguendo il suo esempio migliaia di mar-
Ambrogio, tiri lottarono in difesa della verità fino al-
I doveri 3, 12, 78-81 la morte e furono immolati dai nemici in-
ferociti. Di essi la Scrittura dice: «Li ha
saggiati come oro nel crogiuolo e li ha
Esplicita proibizione del sacrificio graditi come olocausto» (Sap 3, 6), e per-
umano ciò l'Apostolo dice: «poiché io sto ormai
Ma a ragione si pone il que~ito se era per essere immolato» (2 Tm 4, 6).
conveniente indicare simbolicamente i Iefte però di sua figlia non fece un
beni futuri anche mediante i sacrifici olocausto al Signore in questo modo, ma
umani. Non è che l'immolazione, per nel modo in cui era stato comandato di of-
questo motivo, di vittime umane, presto frire gli animali ed era stato proibito di of-
o tardi destinate a morire, dovrebbe ispi- frire in sacrificio gli uomln.i. Questa azio-
rarci orrore e terrore, se queste vittime ne [di Iefte] sembra piuttosto simile a
votatesi volontariamente con gioia a subi- quella compiuta da Abramo, come gli era
re un simile sacrificio acquistassero con stato ordinato da Dio con ·un comando
ciò presso Dio il premio eterno. Ma se particolare non in forza di una legge gene-
questo fosse vero, non dispiacerebbe a rale con cui aveva ordinato che gli si of-
Dio questo genere di sacrifici; ora invece frissero talora sacrifici simili, anzi aveva
la medesima Scrittura ci attesta che siffat- anche proibito assolutamente che gli fos-
ti sacrifici non gli sono affatto graditi( ... ). sero offerti. C'è quindi una differenza tra
Dio inoltre espone ciò più chiaramente razione compiuta da Iefte e quella com-
per il fatto che riprova i sacrifici umani in piuta da Abramo, poiché questi offrl il fi-
modo da detestarli e proibirli negli altri glio in sacrificio in forza d'un comando,
popoli e da comandare al suo popolo di mentre Iefte fece ciò che non solo era
non osare imitarli (. .. ). Con i suddetti te- proibito dalla Legge ma non era stato im-
sti della Sacra Scrittura, per non citarne posto con alcun ordine particolare. Dio
altri di tal genere, che cosa può dimo- inoltre non solo in seguito con la sua Leg-
strarsi con maggiore evidenza che Dio, ge ma anche allora con lo stesso figlio di
dal quale questa Scrittura è stata data al Abramo dimostrò come non si compia-
genere umano, non solo non si compiace cesse di siffatti sacrifici, quando trattenne
180 Giudici

il padre - del quale aveva messo alla pro- condo la cònsuetudine degli antichi ri-
va la fede dandogli quell'ordine - dall'uc- spondente a quei tempi.
cidere il figlio e gli presentò un ariete con Agostino,
cui compiere lecitamente il sacrificio se- Questioni sui Giudici 49, 2-4

(GALAAD DÀ BAITAGLIA AD EFRAIM (12, 1-7))

[I GIUDICI lBSAN, ELON E ABDON (12, 8-15)]

LA NASCITA MIRACOLOSA DI SANSONE

Gli lsraelt'ti tornarono a fare quello che è male agli occhi del Signore e il
Signore li mise nelle mani dei Filistei per quarant'anni. C'era allora un uomo
di Zorea di una famiglia dei Danit~ chiamato Manoach; sua moglie era: steri-
le e non aveva mai partorito. I.:angelo del Signore apparve a questa donna e
le disse: «Ecco, tu sei sterile e non hai avuto figli: ma concepirai e partorirai
un figlio. Ora guardati dal bere vino o bevanda inebriante e dai mangiare nul-
la d'immondo. Poiché ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, sulla cui testa
non passerà rasoio, perché il fanciullo sarà un nazz'reo consacrato a Dio fin dal
seno materno; egli comincerà a liberare Israele dalle mani dei Filistei>>. La
donna andò a dire al marito: «Un uomo di Dio è venuto da me; aveva l'aspet-
to di un angelo di Dio, un aspetto terribile. Io non gli ho.domandato da do-
ve veniva ed egli" non mi ha.rivelato t'l suo nome, ma mi ha detto: Ecco tu con-
cepirai e partorirai un figlio; ora non bere vino né bevanda inebriante e non
mangiare nulla d'immondo, perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio dal se-
no materno fi'no al giorno della sua morte» (13, 1-7).
I: oppressione dei Filistei è uno strumento del quale Dio si serve per sconfiggere l'orgo-
glio di Israele e suscitare la sua devozione (Ambrogio). Sansone, la cui nascita è annunciata da
un angelo del Signore, fin dall'inizio .suscita ammirazione per la sua forza (Ambrogio). Lana-
scita miracolosa di Sansone testimonia la dignità dd personaggio (Beda il Venerabile).

1
I Filistei opprimono Israele avevano ottenuto la vittoria. Tuttavia non
erano del tutto periti il segno della elezio-
La prosperità rende superbi ne presso il loro Creatore e la porzione
d'eredità; ma siccome spesso si insuper-
Gli abitanti della Palestina tenevano bivano per r arroganza dovuta alla pro-
in completa soggezione da molti anni il sperità, il Signore li dava sovente in pote-
popolo ebreo, poiché questo aveva per- re dei nemici, affinché, secondo la con-
duto il privilegio della fede per cui i padri suetudine della natura umana, chiedesse-
La nascita miracolosa di Sansone (13, 1-7) 181

ro al cielo il rimedio dei loro mali. Siamo pochi e, cosa fuori discussione, facilmen-
infatti sottomessi a Dio quando ci trovia- te superiore a tutti per la sua forza fisica.
mo sotto l'assillo di qualche avversità; la Perciò, pur essendo degno della nostra
prosperità ci rende superbi. Questo mo- straordinaria ammirazione, fin da princi-
do di agire, come molte volte dall' espe- pio non fece stupire con quelle prove di
rienza, così fu confermato soprattutto in temperanza e di sobrietà che offrì dalla
quella circostanza nella quale la situ·azio- fanciullezza astenendosi dal vino, né con
ne, capovolgendosi, mentre prima favori- quelle austerità che, a capo raso quale na-
va i popoli della Palestina, si mutò a van- zireo, osservò con cura scrupolosa; ma a
taggio degli Ebrei. partire dall'adolescenza - età che negli al-
Ambrogio, tri è piuttosto incline alla mollezza e in lui
Lettere 62, 9 fu esemplare e perfettamente virtuosa ol-
tre le possibilità umane - compì imprese
che riempiono di meraviglia. Infatti con
21
- !_}angelo del Signore fa visita alla mo- esse diede tosto conferma alle predizioni
glie di Martoach divine, perché non senza uno scopo l'ave-
va preceduto una grazia così grande, che
Una nascita miracolosa era disceso un angelo ad annunciare ai
genitori la sua n~scita insperata, predi-
Così i patriarchi Giacobbe e Giusep-
cendo che sarebbe stato guida e difesa
pe, così Sansone, il più forte dei coman-
per i suoi. Infattì, già da lungo tempo era-
danti, e Samuele, eccellente tra i profeti,
no oppressi dal pesante dominio dei Pa-
ebbero tutti madri sterili nel corpo ma fe-
lestinesi.
conde di virtù, .affinché il miracolo della
Egli aveva un padre della tribù di
nascita facesse conoscere la dignità di
Dan, timorato di Dio, nato da una fami-
quelli che nascevano e attestasse che sa-
glia non oscura, superiore a tutti gli altri;
rebbero stati sublimi in vita quelli che, al-
sua madre era sterile nel grembo, ma non
l'inizio di essa, avevano trasceso la norma
infeconda per le virtù dell'animo. Ella,
della condizione umana.
nell'ospizio della propria mente, meritò
Bed il Venerabile,
di ricevere la visione di un angelo, ne os-
Omelie sui Vangeli 2, 19
servò il comando, compì la profezia. E
tuttavia, non sopportando di sapere indi-
pendentemente dal suo uomo anche un
La nascita di un grande eroe segreto divino, disse al marito che le era
Infatti, essendo gli animi degli Ebrei apparso un uomo di Dio, di splendido
depressi dall'offesa diuturna della lunga aspetto, che le annunciava la nascita di
soggezione, così che nessuno d'indole vi- una futura prole; fidando in tale promes-
rile osava eccitarli alla libertà, loro nac- sa.essa rendeva partecipe il coniuge della
que Sansone, predestinato dalla rivelazio- fiducia nelle promesse celesti.
ne divina; uomo insigne, non da contare Ambrogio,
nel numero dei più, ma eccezionale tra Lettere 62, 10-11
182 Giudici

IL RITORNO DELL'ANGELO DEL SIGNORE

Allora Manoach pregò il Signore e disse: «Signore) l'uomo di Dio man-


dato da te venga di nuovo da noi e c'insegni quello che dobbiamo fare per il
nascituro»(. .. ) (13, 8-14).

Il desiderio di Menoach di ricevere la visita di un angelo del Signore rivela l'anelito a


partecipare dei cloni divini, non è segno di gelosia (Ambrogio).

8
Menoach pregò il Signore malamente contaminato da vizi dell' ani-
mo, non avrebbe potuto ottenere presso
Grazia della visione il Signore una tale grazia per cui l' ange-
lo ritornasse nella sua casa. Questi, do-
Quando seppe questo, egli devota- po aver dato quegli avvenimenti che la
mente pregando Dio gli chiese che anche consuetudine profetica esigeva, ad un
a lui fosse concessa la grazia di quella vi- tratto, salendo in alto a guisa di fiamma
sione, dicendo: Venga da me, St'gnore, il impetuosa scomparve. Questo fatto de-
tuo angelo. stò timore nell'uomo, ma la donna, in-
Perciò io penso che non per gelosia terpretandolo in modo più favorevole,
della moglie, che era di notevole bellez- ne fece motivo di gioia e placò la sua
za, egli abbia nutrito qualche sospetto, preoècupazione, perché vedere Dio è
come suppose qualcuno, ma che piutto- indizio di avvenimenti felici, non di
sto stimolato dalla gelosia per la grazia sventure.
divina, abbia voluto partecipare al dono Ambrogio,
della sacra visione. Infatti, se fosse stato Lettere 62, 11-12

MANOACH SACRIFICA AL SIGNORE

Manoach disse alt'angelo del Signore: «Permettici di trattenerti e di


prepararti un capretto/». I.:angelo del Signore rispose a Manoach: «Anche
se tu mi tratteness~ non mangerei il tuo cibo; ma se vuoi fare un olocau-
sto, offrilo al Signore». Manoach non sapeva che quello fosse l'angelo del
Signore. Poi Manoach disse alt'angelo del Signore: «Come ti chiami, per-
ché quando si saranno avverate le tue parole, noi tz' rendiamo onore?».
L'angelo del Signore gli rispose: «Perché mi chiedi il nome? Esso è miste-
rioso». Manoach prese il capretto e l'offerta e li bruciò sulla pietra al Si-
gnore, che opera cose misteriose. Mentre Manoach e la moglie stavano
guardando, mentre la fiamma saliva daltaltare al cielo, l'angelo del Signo-
Manoach sacrifica al Signore (13, 15-20) 183

re sali' con la fiamma del!'altare. Manoach e la moglie, che stavano guar-


dando, si gettarono allora con la /accia a terra (13, 15-20).
Quanto detto dall'angelo a Manoach mostra che il sacrificiò va rivolto soltanto a Dio
(Atanasio). Il mistero sul nome dell'angelo dimostra'çhe l'anima chiama il Logos come può,
ma non può come vorrebbe (Gregorio di Nissa). Prima dell'avvento di Cristo, la Chiesa-
sposa molte volte è stata fatta oggetto delle visite degli angeli (Origene).

16
Un'offerta al Signore to del servo, allorquando, interrogato
del suo nome, rispose: «Mirabile è il no-
Adorazione rivolta a Dio me, e grande, al punto che nessun orec-
chio umano può contenerlo». Per que-
È dunque proprio di Dio soltanto sto motivo anche l'anima chiama il Lo-
l'essere adorato; anche gli angeli sanno gos come può, ma non può come vuole.
che, anche se superiori per gloria, sono Vuole, infatti, più di quanto non possa;
comunque creature, e non sono fra gli e comunque, non può certo volere tanto
enti che vengono adorati, ma fra quelli quanto egli è, ma solo quanto può voler-
che adorano il Signore. Quando il padre lo il suo libero arbitrio. Dunque, poiché
di Sansone, Manoach, volle offrire un colui che è chiamato è irraggiungibile
sacrificio ad un angelo, questi glielo im- dallo slancio <li chi lo ama, per questo
pedì dic_e ndo: Non offrirlo a me ma a motivo essa dice: «Lo chiamai, e non mi
Dio. Il Signore, al contrario, viene ado- udì» (Ct 5, 6).
rato anche dagli angeli (sta scritto: Lo Gregorio di Nissa,
adorino tutti gli angeli di Dio, Sai 96, 7; Omelie sul Cantico dei Cantici 12
Eb 1, 6) e da tutte le genti (come dice
Isaia: Ciò che l'Egt'tto ha prodotto, tutte
le merci d'Etiopia ed i Sabei~ uomini di 20
L'angelo del Signore sale con la
alta statura, paHeranno a te e saranno fiamma delt altare
tuoi servi, ed in seguito: Ti adoreranno e
ti pregheranno, poiché in te e'è Dio e non Il servizio degli angeli
c'è Dio all'infuori di Te, Is 45 , 14).
Atanasio, Sopra abbiamo detto che questo li-
Trattati contro gli ariani 2, 23, 5 bro ha l'aspetto di un'azione drammatica
che si sviluppa con mutamenti di perso-
naggi: ora queste parole (cf. Ct 1, 11-12)
18
Perché domandi il mio nome? sembran dette alla sposa dagli amici e dai
compagni dello sposo, che, secondo l'in-
L'anima chiama il Logos come può, terpretazione mistica sopra accennata,
possono essere interpretati come angeli e
. ma non può come vuole
anche come profeti e patriarchi. Infatti
E, ancora, ammette che in tutta la non soltanto allora, quando dopo il bat-
terra il suo nome non è conosciuto, ma tesimo da parte di Giovanni il Signore fu
ammirato: «Come è ammirato - egli di- tentato dal Diavolo nel deserto, gli ange-
ce infatti - il tuo nome per tutta la ter..: li si avvicinarono e lo servirono (cf. Mt 4,
ra!» (Sai 8, 2). Così dice anche a Manoè 11), ma anche prima della sua venuta nel
colui che gli dette la risposta a proposi- corpo sempre gli hanno prestato servizio.
184 Giudici

Anche della Legge si dice che fu stabilita fatto sotto la Legge. Allora colei che sta-
per mezzo degli angeli nella mano del va sotto i tutori e i procuratori e il peda-
mediatore (cf. Gal 3, 19). E scrivendo agli gogo, cioè sotto la Legge, fu condotta a
Ebrei l'Apostolo dice: Se infatti la parola ricevere i baci, cioè le parole e la dottrina,
che è stata pronunciata per mezzo degli an- proprio del Verbo di Dio. Ma prima che
geli~ è divenuta ben ferma (Eb 2, 2). Essi arrivasse questo tempo, in molte occasio-
erano stati messi a fianco della sposa an- ni la sposa era stata fatta oggetto del ser-
cora bambina in qualità di tutori e procu- vizio degli angeli, che allora apparivano
ratori (cf. Gal 4, 2; 3, 25) insieme c:on il : agli uomini e dicevano quelle cose che la
pedagogo, cioè la Legge (cf. Gal 4, 4), in circostanza e il tempo richiedevano.
attesa che venisse la pienezza dei tempi e Origene,
Dio mandasse suo Figlio, fatto da donna, Commento al Cantico dei Cantici 2, 8

LA NASCITA DI SANSONE

El'angelo del Signore non apparve più né a Manoach né alla moglie. Al-
lora Manoach comprese che quello era l'angelo del Signore. Manoach disse
alla moglie: «Noi moriremo certamente, perché abbiamo visto Dio». Ma sua
moglie gli' disse: «Se il Signore avesse voluto farci morire, non avrebbe ac-
cettato dalle nostre mani· l'olocausto e l'offerta; non ci avrebbe mostrato tut-
te queste cose né ci avrebbe fatto udire proprio ora cose come queste». Poi
la donna partorì' un figlio che chiamò Sansone. Il bambino crebbe e il Signo-
re lo benedt'sse. Lo spt'rito del Signore cominciò a investfrlo quando era a
Macane-Dan, fra Zorea ed Estaol (13, 21 -25).
I.: affermazione di Manoach mostra come la visione di Dio sia incomprensibile per l'uo-
mo (Gregorio Nazianzeno). È la presenza dello Spirito, una sola cosa con il Signore, a in-
fondere forza in Sansone (Ambrogio, Cesario di Arles).

22
Certamente moriremo comprensibile agli uomini: tanto meno,
quindi, la natura!
Incomprensibilità della visione di Gregorio Nazianzeno,
Dio Orazioni 28 (2), 19

E p erché non ammiri tu in primo


luogo Manuè, il giudice, e poi Pietro, il
v Lo Spirito del Signore
discepolo? Il primo non poté sopportare
nemmeno la vista di Dio, che gli era ap-
La guida dello Spirito
parso, e per questo motivo gridò: «Siamo Ma neppure Abramo ignorò lo Spi-
morti, o donna: abbiamo visto Dio!», rito Santo; tanto è vero che vide tre per-
poiché, di Dio, nemmeno la 'v isione è sone, e ne adorò una (cf. Gn 18, 2.3 ), poi-
La naJcita di Sansone (13, 21-25) 185

ché uno solo è Dio, uno solo è il Signore 17). Dopo che è stato tosato, leggi che co-
e uno solo è lo Spirito. E così l'unità di sa dice di lui la Scrittura: Il Signore si al-
onore deriva dall'unità di potenza. E per- lontanò da lui' (Gdc 16, 20).
ché dovrei parlare dei vari esempi ad uno Ti vedi che si allontanò da lui proprio
ad uno? Sansone, generato per divina quello che lo accompagnava. Dunque,
promessa, aveva con sé lo Spirito che lo «il Signore» è la stessa cosa che <<lo Spi-
accompagnava (cf. Gdc 13, 3). Leggiamo, rito del Signore». Vale a dire, la Scrittura
infatti, che il Signore lo benedisse e lo Spi- chiamò «Signore» lo stesso Spirito di
rito del Signore prese ad accompagnarlo fi- Dio> come anche l'Apostolo dice: Ma il
no agli accampamenti. E per questo moti- Signore è Spirito. E dove c'è lo Spirito del
vo, prevedendo quello che sarebbe stato Signore, lz' c'è la libertà (2 Cor 3, 17). Ve-
il mistero, Sansone voleva una moglie di di dunque che pure lo Spirito Santo è
origine straniera (cf. Gdc 14, 1-3), ma suo detto Signore. Non sono infatti uno, ma
padre e sua madre, come è stato scritto, una sola cosa lo Spirito Santo e il Figlio.
ignoravano che. la cosa proveniva dal Si- Ambrogio,
gnore. .E a ragione era considerato più LoSpiritoSanto2, 1, 17-18
forte di tutti quanti, poiché lo guidava lo
Spirito del Signore, sotto la cui guida egli
da solo ora metteva in fuga i popoli degli La forza che viene dallo Spirito
stranieri, ora faceva a brani con le sue
mani il leone, senza esserne offeso dal In verità, fratelli carissimi> la forza
morso, invitto nella sua gagliardia: oh, se che ebbe Sansone venne dalla grazia di-
fosse stato altrettanto attento a conserva- vina, non dalla natura: infatti se fosse
re la grazia quanto era stato forte a vince- stato forte per natura, quando gli sono
re la belva! stati tagliati i capelli, non gli sarebbe sta-
Ambrogio, ta tolta la forza. E dove risiedeva quella
Lo Spirito Santo 2, prol. 4-5 potentissima forza se non in quello che
dice la Scrittura: «Lo Spirito del Signore
camminava con lui»? Quella forza veni-
Il Signore è lo Spirito va quindi dallo Spirito del Signore. San-
sone era il vaso, lo Spirito la pienezza.
E ora esaminiamo il contesto della Un vaso può essere riempito e vuotato.
nostra lettura. Sopra tu leggi che lo bene- Ogni vaso viene tuttavia completato da
disse il Signore e lo Spirito cominciò ad ac- qualcos'altro; perciò in Paolo è custodi-
compagnarlo. Più oltre dice: E si diresse ta la grazia stessa, quando viene definito
sopra di lullo Spirito del Signore (Gdc 14, «vaso di elezione» (Rm 9, 21-23).
6). E ancora dice: E se sarò tosato, si al- Cesario di Arles,
lontanerà da me la mia potenza (Gdc 16, Sermoni 118, 2
186 Giudici

SANSONE CHIEDE IN MOGLIE UNA FILISTEA

Sansone scese poi a Timna e a Timna vide una donna tra le figlie dei Fi-
listei. Tornato a casa} disse al padre e alla madre: «Ho visto a Timna una
donna} una figlia dei Filistei:· ora prendetemela in moglie». Suo padre e sua
madre gli dissero: «Non c}è una donna tra le fi'glie dei tuoi fratellt' e in tut-
to il nostro popolo} perché tu vada a prenderti una moglie tra i Filistei non
circoncisi?». Ma Sansone rispose al padre: «Prendimi quella, perché mi pia-
ce» (. .. ) (14, 1-4).
Nell'interpretazione di Ambrogio, la richiesta di matrimonio di Sansone non tenne
conto delle possibili conseguenze di un eventuale matrimonio.

13
• Vide una ·donna tra le figlle dei Fili- li trovava un sostegno in quel viaggio, cli
stei chiederla in moglie per lui. Ma essi - non
sapendo che la sua intenzione era quella
Una richiesta di matrimonio di diventare più ostile ai Palestinesi, se
gliela avessero rifiutata; oppure, se avesse-
Con tale lusinghiera presentazione .ro acconsentito, di togliere loro la clispo-
celeste, non appena divenne adulto San- sizione a infierire sui loro sudditi, poiché
sone pensò di sposarsi, sia perché aborri- da quella unione a buon diritto si sarebbe
va nell'animo suo la consuetudine occa- sviluppata l'uguaglianza tra pari e la bene-
sionale - frequente nei giovani - di una volenza della vita comune; oppure, se si
lubrica dissolutezza sia perché cercava già fosse avuta un'opposizione, il desiderio di
un modo per rimuovere dal collo del suo vendetta avrebbe fatto progressi - pensa-
popolo il giogo della potenza dei Palesti- vano di doverla escludere perché stranie-
nesi e del loro duro dominio. Recandosi ra. Ma, dopo aver tentato invano di piega-
dunque a Tamnata - si ~hiama così una re l'animo del figlio con l'obiezione delle
città sita in quei luoghi, che allora era abi- norme della Legge, aderirono di buon
tata dai Palestinesi -, vide una vergine di grado al suo desiderio.
gradevole aspetto, con un bel viso, e pregò Ambrogio,
i propri genitori, nella compagnia dei qua- Lettere 62, 13

SANSONE SQUARCIA UN LEONE

Sansone scese con il padre e con la madre a Timna; quando furono giun-
ti alle vigne di Timna, ecco un leone venirgli' z'ncontro ruggendo. Lo spirito
del Signore lo investì e, senza niente in mano} squarciò il leone come si
squarcia un capretto. Ma di ciò che aveva fatto non disse nulla al padre né
alla madre. Scese dunque, parlò alla donna e questa gli piacque. Dopo qual-
Sansone squarcia un leone (14, 5-9) 187

che tempo tornò per prenderla e uscz' dalla strada per vedere la carcassa del
leone: ecco nel corpo del leone e' era uno sciame d'api e il miele. Egli prese
di quel miele nel cavo delle mani e si mise a mangiarlo camminando; quan-
d'ebbe raggiunto il padre e la madre, ne diede loro ed .essi ne mangiarono;
ma non disse loro che aveva preso il miele dal corpo del leone (14, 5-9).
Letterale è il racconto di Ambrogio. Mentre, nell'esegesi di Cesario cli Arles, il leone
può essere Cristo, dalla cui bocca scaturiscono parole dolci come miele, oppure può essere
inteso come il popolo delle genti che ha creduto diventando corpo di Cristo.

59
- Il segreto di Sansone persone sopra indicate, ma ne tacque
l'origine.
Il leone e il miele · Ambrogio,
Lettere 62, 14
Essendo stata dunque accolta la sua
richiesta, Sansone, mentre si recava a vi-
sitare la sua promessa, fece una devia-
Il leone è Cristo
zione e si allontanò un poco dalle mura;
e ad un tratto dal bosco gli si fece in- Fratelli carissimi, di questo leone mol-
contro un feroce leone, più temibile per ti padri hanno parlato, tutti tuttavia con un
la libertà di cui godeva nella campagna. ragionamento appropriato e congruo. Ma
Non c'erano compagni, non aveva nelle non tutti hanno detto che quel leone prefi~
mani alcuna arma da getto; si vergogna- gurava Cristo nostro Signore. E in verità si
va di indietreggiare e la consapevolezza tratta di un'interpretazione appropriata:
della propria forza gli infondeva corag- Cristo è infatti per noi un leone, nella boc-
gio. Strettolo tra le braccia mentt:e gli si ca del quale, una volta morto, abbiamo tro-
precipitava contro, lo uccide e, dopo vato il nutrimento del miele. Che cosa è del
averlo fatto morire con la stretta delle resto più dolce del Verbo di Dio? O che
sue braccia, lo abbandona gettandolo al cosa è più forte della sua destra? O nella
di là delle mura sulla vegetazione del bocca di chi, una volta morto, ci sono cibo
bosco. Il luogo era abbellito dal tappeto e api, se non nel Verbo nel quale ci sono il
erboso di un pascolo, piantato a vigne- bene della nostra salvezza e la riunione del-
to. Pertanto pensò che le spoglie della le genti? Il leone potrebbe anche essere in-
fierà non avrebbero avuto alcun valore teso come il popolo delle genti che ha cre-
agli occhi della fidanzata, a lui carissi- duto; prima era un corpo di vanità, ora è il
ma, perché il periodo di tali rapporti di- corpo di Cristo, in cui gli apostoli, come
venta più bello non con spoglie pauro- api, dalla rugiada del cielo e dai fiori della
se, ma con placide gioie e fronde estive. grazia divina, depositarono il miele della
Perciò, successivamente, ritornando per sapienza. E così usd del cibo dalla bocca di
la medesima strada, trovò un favo nel uno che divorava: poiché le nazioni prima
ventre del leone e lo prese per farne un feroci come un leone, accettando il Verbo
dono ai suoi genitori e alla giovane - ta- di Dio dopo averlo recepito con cuore de-
li doni, infatti, sono convenienti ad una voto, produssero il frutto della salvezza.
fidanzata - e, dopo aver assaggiato il · Cesario di Arles,
miele, diede il favo da mangiare alle Sermoni 119, 1
188 Giudici

L'INDOVINELLO E LA SCOMMESSA DI SANSONE

(. .. ) Sansone disse loro: «Voglt'o proporvi un indovinello; se voi me lo


spiegate entro i sette giorni del banchetto e se l'indovinate, vi darò trenta
tuniche e trenta mute di vesti:· ma se non sarete capaci di spiegarmelo, dare-
te trenta tuniche e trenta mute di vesti a me». Quelli gli risposero: «Propo-
ni l'indovinello e noi lo ascolteremo». Egli disse loro: «Dal divoratore è
uscito il cibo e dal forte è uscito il dolce». Per tre giorni quelli non riusciro-
no a spiegare l'indovinello (14, 10-14).
Nella vittoria di Sansone sul leone è profetizzata la conversione dei Gentili (Ambrogio).
Prefigurando i Giudei, Sansone uccide il leone di Giuda, Cristo, che dà ai credenti il micie
dolce del cibo spirituale (Cesario di Arles).

14
L'indovinello di Sansone proprio perché Gesù non era ancora stato
glon'/icato (Gv 7, 39).
Un oracolo profetico Ambrogio,
Lo Spirito Santo 2, prol. 6-7
E forse questo non fu soltanto un
miracolo di forza, ma anche un mistero I
<li sapienza, un oracolo profetico. Non Il leone di Giuda
sembra senza significato il fatto che,
quando si stava dirigendo al mistero del- Poiché la perla della divina Scrittu-
le nozze, gli si fece incontro un leone ra può essere interpretata o adattata in
ruggente: fattolo a pezzi con le sue mani, vari modi, non senza ragione, come è
Sansone, quando tornò per prendere la stato detto in precedenza, lo stesso leone
sposa desiderata, trovò nel suo corpo è inteso come Cristo, dì modo che San-
uno sciame di api; tolse anche, dalla boc- sone rappresenta il popolo giudaico, che
ca del leone, del miele, che dette a suo uccise Cristo in quel tempo in cui la
padre e a sua madre perché ne mangias- Chiesa cercava l'unione coniugale desi-
sero. Aveva il miele il popolo pagano che derata: poiché naturalmente non potreb-
credette: prima corpo di ferocia, ora in- be essere consolidata l'unione, che in
vece corpo di Cristo. E nemmeno è priva Cristo è stata accordata alla Chiesa, se
di misteri la domanda che egli propose ai non fosse stato ucciso un leone della tri-
suoi compagni, dicendo: Dal divoratore è bù di Giuda. Lo stesso è d'altra parte
uscito il cibo e dal forte è uscita la dolcez- quel leone che vince ed è stato vinto: è
za. A tal punto questa domanda era pie- stato vinto infatti quando il popolo dei
na di mistico significato che la risposta, Giudei lo uccise; ma vinse quando, attra-
ricercata per tre giorni, non poté essere verso la morte di croce, trionfò sul dia-
rivelata se non il settimo giorno median- volo. Egli stesso è infatti cucciolo di leo-
te la fede della Chiesa, quando fu termi- ne e leone: leone, perché è uguale al Pa-
nato il tempo della Legge, dopo la pas- dre: cucciolo di leone, perché Figlio del
sione del Signore. Leggi che anche gli Padre, ucciso per sua volontà e resusci-
apostoli non potevano comprendere tato da se stesso; del quale è scritto: «Chi
J:t"nganno dei Timneiti (14, 15-20) 189

lo farà alzare?» (Gn 49, 9). Sacrificando ruminò per noi il cibo spirituale dcl suo
(cf. Sai 53, 8) volontariamente per noi il miele e, offrendo a noi la sua dottrina, ce
sacrificio del proprio corpo al Padre, lo promise. E ancora, in un altro senso il
egli, che è per sempre (cf. Eb 6, 20) al di passo può essere riferito a Cristo: che
sopra di tutto, dopo che la depose, recu- questo leone, cioè Cristo della tribù di
però la medesima anima sua, come egli Giuda, discese agli inferi da vincitore,
stesso testimonia (cf. Gv 10> 17-18). strappando noi dalla bocca del leone
Quanto poi a quello che dice, «Dal divo- ostile; perciò va a caccia per proteggere,
ratore è uscito il cibo e dal forte ·è uscito cattura per liberare, guida i prigionieri
il dolce>>, si adatta in modo conveniente per restituirli liberi alla patria eterna.
a Cristo nostro Signore: egli stesso infat- Cesario di Arles,
ti, al contempo, con il suo insegnamento Sermoni 119, 2

L'INGANNO DEI TIMNEITI

Al quarto giorno dissero alla moglie di Sansone: «Induci tuo marito a


spiegarti l'indovinello; se no daremo fuoco a te e alla casa di tuo padre. Ci
avete invitati qui per spogliarci?». La moglie di Sansone si· mise a pianger-
gli attorno e a dirgli: «Tu hai per me solo odio e non mi ami; hai proposto
un indovinello ai figli del mio popolo e non me l'hai spi'egato/». Le disse:
«Ecco, non l'ho spiegato a mio padre né a mia madre e dovrei spiegarlo a
te?». Essa gli pianse attorno, durante i sette giorni del banchetto; z'l settimo
giorno Sansone glielo spiegò, perché lo tormentava, ed essa spiegò l'indovi-
nello ai figli' del suo popolo. Gli uomini della città, il settimo giorno, prima
che tramontasse i'l sole, dissero a Sansone: «Che c'è di pi·ù dolce del miele?
Che e'è di più forte del leone?». Rispose loro: «Se non aveste arato con la
mia giovenca, non avreste sciolto il mz·o indovinello». Allora lo spirito del
Signore lo investi' ed egli scese ad Ascalon; vi uccise trenta uomini~ prese le
loro spoglt'e e diede le mute di vesti a quelli che avevano spiegato l'indovi-
nello. Poi acceso d'ira, risalì a casa di suo padre e la moglie di Sansone fu
data al compagno che gli' aveva fatto da amico di nozze (14, 15-20).
La storia di Sansone illustra i rischi del matrimonio con i pagani. Il racconto dell'ucci-
sione del leone contiene il mistero della morte e della resurrezione (Ambrogio). Le azioni di
Sansone potrebbero suscitare dubbi sulla sua virtù. L'indovinello fa riferimento alla resur-
rezione di Cristo e alla salvezza dei Gentili, mentre la giovenca rappresenta la Chiesa, depo-
sitaria dei segreti della fede (Cesario di Arles).
190 Giudici

13 19
- La scommessa è regolata forma: Che c'è più forte del leone? Che e'è
pt'ù dolce del mt'ele? Ed egli rispose: «Non
Un matrimonio pericoloso c'è nulla di più sleale di una donna. Infat-
Per combinazione, in quei giorni si
ti: se non aveste soggt'ogata la mia vitelli~
na) non avreste mai compreso il mio indo-
celebrava il convito di una festa di nozze
vinello», e subito discese ad Ascalona e
e la gioventù, lieta, si invitava reciproca- uccise trenta uomfui, di cui tolse le spo~
mente agli scherzi; e poiché si pungevano
glie e le diede in dono a coloro che ave-
l'un l'altro con mordacità piuttosto pic- vano risolto l'indovinello proposto.
cante, come vuole questa consuetudine, Ambrogio,
la gara dell'allegria diventava sempre più
Lettere 62, 15-17
vivace. Ll, allora, Sansone propose ai gio-
vani convitati questo indovinello: Da 'chi
mangiava usci il dbo e dal forte venne il Spiegazione del divino mistero
dolce (Gdc 14, lss.), promettendo in pre-
mio a coloro che l'avessero risolto, quale Che cosa c'è, disse Sansone, di più
ricompensa della sapienza, trenta lenzuo- dolce del miele e di più forte del leone? E
li e altrettanti vesti talari, in rapporto al a quelle domande egli rispose: Se non
numero degli uomini che partecipavano aveste domato la mia vitella, voi non avre-
alla festa, o un'ammenda a chi non aves- ste trovato la risposta alla mia domanda.
se saputo rispondere. O divino mistero, o evidente sacramento!
Ma essi, non potendo sciogliere il vi- Siamo scampati all'uccisione, abbiamo
luppo e dissolvere i dubbi indussero la sua vinto il potente. Ora il cibo di vita si tro~
donna, in parte costringendola con minac- va proprio dove prima c'era la fame della
ce in parte stancandola, a furia di preghie- miseranda morte. I pericoli si mutano in
re, a chiedere all'uomo la soluzione di salvezza, l'amaro in dolcezza. Dall'offesa
quell'indovinello, che sarebbe stata la pro- proviene la grazia, dalla debolezza la po-
va dell'affetto coniugale in ricompensa dcl- tenza, dalla morte la vita!
1'amore. Ed essa, sia spaventata in cuor suo Alcuni tuttavia credono che, invece,
sia indotta a cedere dalla natura femmini- non si sarebbe potuto contrarre il matriM
le, cominciò con teneri lamenti a fingere il monio se non fosse stato ucciso «il leone
dolore per la durezza dello sposo, visto che della ttibù di Giuda» (Ap 5, 5), e che per
lei, che sarebbe stata partecipe e consape- questo motiv9 si trovarono nel corpo del
vole di tutta la vita di lui, non aveva appre- leone, cioè nella Chiesa, delle api che
so il segreto dell'uomo ed era stata trattata mettono da parte il miele della sapienza,
come tutti gli altri, in quanto non le veniva perché gli apostoli cedettero soprattutto
confidato il segreto del proprio uomo: Mi dopo la passione del Signore: quel leone,
detesti~ dz"sse, e non mi hai amato, perché fi'- quindi, Sansone ·l'avrebbe ucciso in
nora mi hai tenuta all'oscuro. quanto giudeo, ma in esso avrebbe trova-
Quell'animo, invitto di fronte a tutto to il miele quale figura dell'eredità che si
il resto, intenerito da queste e da altre ar- doveva redimere, perché <<Se ne salvasse-
ti di questo genere, svelò all'amata l'indo- ro i resti'» (Rm 9, 27) secondo l'elezione
vinello proposto ed ella fece altrettanto della grazia.
con i concittadini. Questi, a malapena nel E cadde su di lui, dice la Scrittura, lo
settimo giorno, che era stato fissato per la Spirito del Signore, ed egli scese ad Ascalo-
soluzione dell'indovinello, prima del tra- na e qut.ndi uccise fra loro trenta uomini.
monto del sole risolsero ciò che avevano Certo non poteva non riportare vittoria
appreso e diedero la risposta in questa colui che era in grado di vedere i misteri.
La vendetta di Sansone (15) 1-8) 191

Coloro, dunque, che risolvono ed enun- Cristo e la Chiesa


ciano la questione ricevono con quelle
vesti il premio della sapienza, l'insegna Infatti il quesito stesso che è conte-
della loro vita. nuto nell'affermazione «dal divoratore è
Ambrogio, uscito il cibo e dal forte è uscito il dolce»,
Lo Spirito Santo 2, prol. 8-10 che altro significa se non la resurrezione
di Cristo dai morti? Senz'altro dal divora-
tore, cioè dalla morte, che tutto divora e
·Una profezia consuma, uscì quel cibo che disse: «lo so-
no il pane vivo che· è disceso dal cielo»
Vediamo dunque quale parabola (Gv 6, 41). Da colui che la cattiveria uma-
Sansone propose agli stranieri: «Dal di- na sottopose al dolore, e al quale offrì da
voratore è uscito il cibo e dal forte è usci- bere l'amarezza dell'aceto e del fiele, da
to il dolce», disse. Questa parabola è sta- quello il popolo delle genti, convertito,
ta raccontata, rivelata agli amici, risolta: ricevette la dolcezza della vita; e così dal-
Sansone è stato sconfitto. Se questo è un la bocca del leone morto, cioè dalla mor-
uomo giusto, resta del tutto oscuro, e la te di Cristo, che sdraiandosi dormì come
giustizia di quest'uomo è nascosta: infat- il leone, uscì uno sciame di api, cioè, di
ti, sia per il fatto che si legge che fu vinto cristiani.
dalle lusinghe di una donna, sia per il fat- Quanto ali'espressione: «Se non ave-
to che è andato da una meretrice, a colo- ste arato con la mia giovenca, non avreste
ro che comprendono meno i segreti della sciolto il mio indovinello», la giovenca è
. verità sembra che il merito di questo va- questa Chiesa che, attraverso l'insegna-
. cilli. Infatti anche al profeta viene ordina- mento e la predicazione degli apostoli e
to da un precetto del Signore di prende- dei santi, divulgò fino ai confini della ter-
re in moglie una meretrice. Forse po- ra i segreti della fede a lei rivelati dal suo
tremmo dire che questi racconti dell' An- sposo, i misteri della trinità, della resurre-
tico Testamento non erano riprovevoli e zione, del giudizio e del regno, e promise
biasimevoli, dal momento che questo che a sua volta a chi li comprende e li cono-
diceva o faceva era una profezia. sce, i premi della vita eterna.
Cesario di Arles, Cesario di Arles,
Sermoni 118, 2 Sermoni 118, 3

LA VENDETTA DI SANSONE

Dopo qualche tempo, nei giorni della mietitura del grano, Sansone an-
dò a visitare sua .moglie, le portò un capretto e disse: «Voglio entrare da mia
moglie nella camera». Ma il padre di lei non gli permise di entrare e gli dis-
se: «Credevo proprio che tu l'avessi ripudiata e perciò l'ho data al tuo com-
pagno; la sua sorella minore non è più bella di lei? Prendila dunque al suo
posto». Ma Sansone rispose loro: «Questa volta non sarò colpevole verso i'
Filiste~ se farò loro del male». Sansone se ne andò e catturò trecento volpi>
prese delle fiaccole, legò coda e coda e mise una fiaccola fra le due code. Poi·
192 Giudici

accese le fiaccole, lasciò andare le volpi per i campi di grano dei Filistei e
bruciò i covoni ammassati: il grano tuttora in piedi e perfino le vigne e gli
oli'veti. I Filistei chiesero: «Chi ha fatto questo?». Fu risposto: «Sansone, il
genero dell'uomo di Timna, perché costui gli ha ripreso la moglie e l'ha da-
ta al compagno di lui». I Filistei salirono e bruciarono tra le fiamme lei e
suo padre. Sansone disse loro: «Poiché agite in questo modo, io non la smet-
terò finché non mi sia vendicato, di voi». Li battè l'uno sul!'altro, / acendo-
ne una grande strage. Poi scese e si ritirò nella caverna della rupe di Etam
(15, 1-8).
Esacerbato dall'offesa della sua sposa, Sansone decide di prenderne pubblica vendet-
ta, provocando la morte della giovane (Ambrogio). L'amico che sposò sua moglie prefigura
tutti gli eretici che cercano di impadronirsi della sposa del Signore (Cesario di Arles). Du-
rante la carestia mandata da Dio, i Filistei, che erano terrorizzati da Sansone, muoiono do-
po che i ioro covoni erano stati bruciati (Efrem il Siro). I credenti sono esortati a evitare i
pestiferi inganni delle volpi essendo astuti come serpenti e semplici come colombe (Massi-
mo di Torino). Le volpi, le cui code rappresentano i tempi successivi degli eretici, distrug-
gono le buone opere di coloro che seducono e sono esse stesse distrutte dal fuoco che por-
tano (Cesario di Arles).

•-s Sansone si vendica per la perdita del- alla sua persona, pensò di prendersene
la propria sposa una pubblica vendetta. Catturate trecento
volpi, nel bel mezzo dell'estate, quando
Una vendetta sbagliata ormai il frumento era maturo nei campi,
le legò a due a due l'un l'altra, coda a co-
Evitò, qui.fidi, l'unione con la ragazza da, e inserì in mezzo a loro una fiaccola
di cui aveva scoperto la slealtà e ritornò in accesa e la fissò con un nodo inestricabile
patria, a casa sua. Sconvolta nell'animo, la e, per vendicare r offesa, le lasciò cadere
giovane, perché temeva con meritata pau- sui covoni di frumento che i Palestinesi
ra che lo sdegno dell'uomo offeso e la fe- avevano mietuto. Ma quelle, spaventate
rocia di quel fortissimo le sarebbero stati dal fuoco, dovunque si aggiravano in cor-
di danno, passò a nozze con un altro uo- sa precipitosa spargevano l'incendio e
mo, che tuttavia Sansone, prendendola in bruciavano le spighe di quelli. Adirati per
isposa, si era scelto come paraninfo, con- tale danno, perché erano andati distrutti
siderandolo amico fedele. Neppure così, per loro tutti i prodotti dei luoghi, comu-
tuttavia, pur con la protezione del matri- nicarono l'accaduto ai loro capi. E quelli
monio, allontanò il pericolo dell'offesa. mandarono a Tamnata degli uomini che
Quando la cosa divenne nota, mentre diedero alle fiamme la donna - che, cam-
Sansone voleva ritornare dalla sposa, ne biando marito, era venuta meno alla sua
fu impedito, perché il padre diceva che parola -, tutta la sua casa e i suoi genitori,
quella aveva sposato un altro uomo e che, dichiarando che non era opportuno puni-
se avesse voluto, avrebbe potuto certa- re un uomo che poteva vendicarsi con
mente prendere in moglie la sorella di lei. danno di tutti.
Egli allora esacerbato dall'irritazione per Ambrogio,
l'offesa, per lo sdegno dell'ingiuria fatta Lettere 62, 18
La vendetta di Sansone (15, 1-8) 193

Prefigurazione degli eretici cavaliere sul suo cavallo. Poi i Filistei fu-
rono disarcionati per mancanza di pane e
Prosegue poi il racconto scrittl;ltisti- poi caddero all'indietro per mancanza di
co: «Sansone si adirò perché un amico cibo.
sposò sua moglie». Que~to amico allude in Efrem il Siro,
figura a tutti gli eretici. E un grande segre- Sulla Genesi 42, 9
to, fratelli miei. Gli eretici, infatti, che han-
no diviso la Chiesa, vollero prenderla in
moglie e portarla via. Dalla Chiesa infatti e Le volpi e il falso insegnamento
dai Vangeli uscirono coloro che, con
I'adulterìo dell'empietà, cercano di impa- Ritengo che debbano esser paragona-
dronirsi della Chiesa, cioè del corpo di ti alle volpi tutti gli eretici, che, non poten-
Cristo, trascinandola dalla loro parte. Per do abitare nella casa del Signore, si predi-
questo, quell'amico e servo fedele della spongono certe conventicole come fosse
sposa del Signore dice: «promisi infatti di tenebrose, in cui ostinatamente rimpiatta-
presentarvi come vergine casta ad un uni- ti insidiano la Chiesa, affinché, se per caso
. co sposo» '(2 Cor 11, 2). E tocca con l'ar- si presenta un' aniina innocente, la divori-
dore e il rimprovero della fede la figura no come un pulcino, figlio della gallina.
dell'amico corrotto. «TemO'- dice - che, Ripeto, insidiano la Chiesa le volpi, cioè
· come il serpente sedusse Eva, così i vostri gli eretici insidiano quella gallina del Van-
pensieri vengano traviati nella verità, che è gelo, di cui dice il Signore: Quante volte ho
in Cristo Gesù» (2 Cor 11, 3). Quali sono voluto raccogliere i tuoi figli, come la galli-
poi i compagni, cioè gli eretici disertori, na raccoglie i suoi pulcini sotto le proprie ali
che vollero impossessarsi della sposa del (Mt 23, 37) [ma, come Sansone legò alle
Signore, se non Donato, Ario, i Manichei volpi fiaccole accese]. Evitiamo dunque,
e gli altri vasi di errore e perdizione? fratelli, evitiamo i pestiferi inganni delle
Cesario di Arles, volpi che ci insidiano. Evitiamo le insidie
Sermoni 118, 4 m01tali di questi pessimi animali, affinché,
come un tempo le volpi, che quel fortissi-
mo Sansone sguinzagliò armate di fiaccole
45
: Le fiaccole bruciano i covoni dei Fili- nei campi dei Filistei, le quali con le fiam-
stei me bruciarono ogni cosa che raggiunsero
nel loro procedere, così le volpi di creden-
Terrore di Sansone ze perverse o non prendano con l'inganno
Proprio come quelli che viaggiano insidioso o non distruggano con la brucia-
nel deserto inesplorato hanno paura per i tura delle fiamme i frutti delle nostre mes-
serpenti, e quelli che camminano nei sen- . si. Siamo dunque, come leggiamo, sia sem-
tieri sono terrorizzati dalle vipere nasco- plici sia astuti, cioè semplici come colom.-
ste nei sentieri, così i Filistei, che cammi- be, astuti come serpenti (cf. Mt 10, 16), af-
navano nei sentieri e nel deserto inesplo- finché naturalmente la semplicità delle co-
rato erano terrorizzati da Sansone «che lombe sia protetta dall'astuzia dei serpen-
morde i garretti del cavallo e il cavaliere ti e ·così siamo incapaci di fare il male, a
cade all'indietro» (Gn 49, 17). Fu duran- condizione tuttavia di poterlo evitare, per
te la grande carestia, che Dio aveva man- il Signore nostro Gesù Cristo cui è onore
dato ai Filistei, che Sansone bruciò i loro e gloria.
covoni per mezzo delle volpi, infatti il Massimo di Torino,
fuoco era portato sui loro corpi come un Sermoni 41, 5
194 Giudià·

Conseguenze dell'eresia all'uomo: Non ascoltare gli eretici, non


prestare fede agli eretici, non farti sedur-
Vediamo dunque che cosa ha fatto re dagli eretici. Risponderà: Perché? For-
questo Sansone spirituale, offeso nella se quello o quell'altro non hanno dato
moglie da uno straniero. Prese infatti del- ascolto agli eretici?° Non ha quell'altro
le volpi, vale a dire dei compagni adulte- C:ristiano commesso tante azioni· sprege-
ri, dei quali si dice nel Cantico·dei Canti- voli, tanti adulteri, tante rapine? E che
ci: «prendeteci le volpi piccoline, che male gli è accaduto? La prima apparenza
guastano le vigne» (Ct 2, 15). Che cosa si- delle volpi è quella a cui fanno attenzione
gnifica «prendete»? Significa catturatele, coloro che vengono sedotti; e dietro c'è il
convincetele, confutatele, affinché le vi- fuoco. A quello, dice, non accade niente.
gne della Chiesa non si~no distrutte. Che Forse che, poiché prima non c'è niente,
altro significa «catturare le volpi», se non dopo di loro non è trascinato niente? È
confutare gli eretici con l'autorità della destinato ad arrivare al fuoco che sta die-
legge divina, legarli e stringerli con le te- tro. D'altra parte, credi che gli eretici tra-
stimonianze delle Sacre Scritture come scinano il fuoco per cui ardono le messi
con delle catene? Prende le volpi, e met- dei nemici, e essi stessi non bruceranno?
te delle torce di fuoco sulle loro code do- Dunque il giudizio verrà agli eretici dopo:
po averle legate. Che cosa significa che le ciò che non vedono ora, lo hanno dopo di
code delle volpi siano legate insieme? Le loro; accarezzano dolcemente con le loro
code delle volpi che cosa sono se non i blandizie, mostrano le loro prime parti li-
tempi successivi degli eretici (che aveva- bere: nel giudizio di Dio sono stati legati
no avuto un inizio blando e ingannevole) per le code, vale a dire, trascinano dietro
legati, vale a dire, dannati, e che alla fine di loro il fuoco, perché l'iniquità precede
trascinano fuoco? Come distruggono i le loro pene.
frutti e le opere di quelli che cedono alle Cesario di Arles,
loro seduzioni? La Scrittura dice dunque Sermoni 118, 4

GLI UOMINI DI GIUDA CONSEGNANO SANSONE Al FILISTEI

Allora i Filistei vennero, si accamparono in Giuda e fecero una scorre-


ria fino a Lechi. Gli uomini di Giuda dissero loro: «Perché siete venuti' con-
tro di noi?». Quelli risposero: «Siamo venuti per legare Sansone; per fare a
lui quello che ha fatto a noi>>. Tremila uomini çl,i Giuda scesero alla caverna
della rupe di Etam e dissero a Sansone: «Non sai che i Filistei ci dominano?
Che cosa ci hai fatto?». Egli rispose loro: «Quello che hanno fatto a me, io
!'ho fatto a loro». Gli dissero: «Siamo scesi per legarti e metterti nelle mani
dei Filistei>>. Sansone replicò loro: «Giuratemi che voi non mi colpirete».
Quelli risposero: «No, ti legheremo soltanto e ti metteremo nelle loro ma-
n~· ma certo non ti uccideremo>>.. Lo legarono con due funi nuove e lo fece-
ro salire dalla rupe. Mentre giungeva a Lechi e i Filistei gli venivano incon-
tro con grida di gioia, lo spirito del Signore lo investi:· le funi che aveva alle
Gli uomini di Giuda.consegnano Sansone ai Filistei (15, 9-17) 195

braccia divennero come fili di lino bruciacchiati dal fuoco e i legami gli cad-
dero disfatti dalle mani. Trovò allora una mascella d}asino ancora fresca, ste-
se la mano} l'a/ferrò e ucàse con essa mille uomini. Sansone disse: «Con la
mascella dell'asino, li ho ben macellati! Con la mascella dell'asino, ho col-
pito mille uomini!»(. .. ) (15, 9-17).
Ambrogio interpreta l'episodioin modo letterale; per Cesario di Arles la mascella pre-
figura i Gentili, che nelle sante mani di Cristo, il vero Sansone, divennero strumento di giu-
stizia. .

9-13 Gli uomini di Giuda abbandonano pericolo, ritorcevano I'odiosità del loro
Sansone nelle mani dei Ft'listei agire su quelli che avevano il potere di
costringerli. Allora egli: «E quale norma
Sansone viene catturato di giustizia è mai, stirpe dei discendenti
di Abramo, che mi sia di danno la ven-
E tuttavia Sansone non perdonò la detta per la sposa dapprima raggirata e
colpa del popolo dci Palestinesi e.non si poi sottratta e che non sia stato lecito
accontentò del risultato di quella vendet- vendicare senza pericolo l'offesa a me re-
ta, ma li uccise con un'enorme strage e cata? A tal punto piegate i vostri animi ad
moltissimi di loro perirono di spada. Egli
un vergognoso ossequio di schiavi, fino a
si ritirò ad Eta, presso un torrente nel de-
presentarvi quali esecutori dell'altrui ar-
serto. Là c'era una roccia, baluardo della·
roganza e volgere le mani contro voi stes-
tribù di Giuda. I Palestinesi, siccome non
osavano sfidarlo né superare lo scoscendi- si? Se si deve morire, perché ho sofferto
mento né l'erta di quel baluardo, tentaro- da libero, è bello morire per mano di Pa-
no di mettere alle strette la tribù di Giuda lestinesi 10. È stata messa a repentaglio la
dichiarandole guerra. Ma vedendo che si mia casa, è stata sedotta mia moglie: se
rendeva loro quel che meritavano, poiché non mi è stato concesso di vivere senza i
era chiaro che avrebbero perduto sudditi loro inganni, mi sia consentito almeno di
e tributari - cosa per nulla ragionevole e morire senza colpa dei miei. Io ho resti-
giusta e conforme al pubblico interesse, tuito l'offesa ricevuta, non l'ho inflitta
soprattutto per un misfatto d'altri -, dopo per primo. Giudicate voi se il contrac-
aver deliberato tra loro, chiesero che fos- cambio sia stato giusto. Essi si lagnano
se loro consegnato chi aveva escogitato della perdita dei prodotti: mettete a con-
una così grande scelleratezza, e in tal mo- . fronte i covoni della messe e la compagna
do ciò che da lui era sto .commesso non del talamo. Essi hanno approvato il mio
avrebbe ·recato danni ad essi. dolore, perché hanno vendicato il torto
Imposta loro questa condizione, gli da me subito. Guardate di quale servizio
uomini della tribù di Giuda, radunando vi giudicano degni. Vogliono che sia mes-
tremila dei loro, salirono da lui, e dopo so a morte da voi quello che essi stessi
aver premesso che erano soggetti ai Pale- hanno giudicato degno di ottenere ven-
stinesi, ai quali erano costretti ad obbedi- detta di coloro che lo avevano offeso e
re non di loro volontà ma per timore del . che si prestarono a vendicare. Ma se ave-

tO Cf. Virgilio, Eneide 3, 606: Si pereo, hominum manihus perisse iuvabit.


196 Giudici

te a tal punto i colli sottomessi agli arro- anche oggi il luogo si chiama Agone, per-
ganti, consegnatemi nelle mani dei nemi- ché in esso Sansone con egregio valore
ci, non uccidetemi voi stessi. Non rifiuto concluse una lotta gloriosa.
la morte, ma voglio evitare la vostra com- E magari fosse ~tata così moderato
plicità. Ma se per timore cedete agli inso- nella vittoria, quant'era stato forte contro
lenti, legatemi le mani: sebbene inermi, il nemico! Ma - cosa che avviene facil-
troveranno armi, se libere da nodi. Certa- mente - l'animo, insuperbito dai succes-
mente hanno ritenuto sufficiente la con- si, mentre avrebbe dovuto ascrivere al fa-
dizione imposta di consegnarmi vivo in vore e alla protezione divina il risultato
loro potere». del combattimento, lo attribuì a se stesso
Quelli, udite queste parole, sebbene dicendo: Con la mascella di un)asina ho
fossero saliti in tremila, giurarono che ucciso mille uomini. E non innalzò un al-
non avrebbero usato alcuna violenza alla tare a Dio né immolò una vittima, ma,
sua vita; soltanto si rassegnasse ad essere trascurando il sacrificio, appropriandosi
legato, per concludere la sua resa, allo della gloria, per consacrare con un nome
scopo di essere esenti del delitto di cui imperituro il proprio trionfo, chiamò il
erano accusati. luogo «Uccisione con la mascella>>.
Ambrogio, Ambrogio,
Lettere 62, 19-21 Lettere 62, 22-23

14 16
· Con la mascella di un asino Sanso- La mascella prefigura i Gentili
ne uccide mille uomini
Il fatto che uccise mille uomini con
«Uccisione con la mascella» · la mascella di un asino indica che nell' asi-
no è prefigurato il popolo delle genti: <<ll
Ricevuta pertanto la garanzia, uscito bue conosce il proprietario e l'asino la
dalla spelonca abbandonò il baluardo · greppia del padrone» (Is 1, 3). Tutte le
della rupe e, legato da due funi, quando genti infatti, prima dell'avvento di Cristo,
vide avvicinarsi robusti Palestinesi chia- lacerate dal divolo, giacevano disperse
mati per prenderlo in consegna, ebbe un come le ossa aride del cadavere dell' asi-
fremito di fierezza e spezzò tutti i. legami no; ma venne Cristo, il vero Sansone, li
e, afferrando una mascella d'asino che prese con le sue mani, e li rianimò con la
giaceva a terra, uccise mille uomini, mise potenza della sua mano, e grazie ad essi
in fuga gli altri, offrendo uno straordina- sconfisse i suoi, o i nostri, avversari. E noi
rio spettacolo di coraggio, poiché le che prima mostravamo le nostre membra
schiere degli armati cedevano di fronte a al diavolo, di modo che ci uccidesse, pre-
lui inerme e solo. E quelli che avevano si da Cristo, siamo diventati armi di giu~
osato affrontarlo corpo a corpo furono stizia per Dio.
massacrati facilmente senza fatica; la fuga Cesario di Arles,
sottrasse gli altri alla strage. Per _questo Sermoni 119, 4
Il Signore fa scaturire acqua dalla roccia (15, 18-20) 197

IL SIGNORE FA SCATURIRE ACQUA DALLA ROCCIA

Poi ebbe gran sete e invocò il Signore dicendo: «Tu hai concesso questa
grande vittoria mediante il tuo servo/ ora dovrò morir di sete e cader nelle
mani dei non circoncisi?». Allora Dio spaccò la roccia concava che è a Lechi
e ne scaturì acqua. Sansone bevve, il suo spirito si rianimò ed egli riprese vi-
ta. Perciò quella fonte fu chiamata En-Korè: essa esiste a Lechifino ad oggi
(. .. ) (15, 18-20).
Poiché una fonte d'acqua è scaturita dalla mascella di un asino, si deve credere che un
unguento profumato scaturisca dalle reliquie dei martiri (Giovanni Damasceno). Bruciato
da una sete ardente, Sansone invoca l'aiuto di Dio, che, apprezzandone l'umiltà, interviene
in suo soccorso (Ambrogio). Nella fontana che viene dalle preghiere, vanno riconosciuti co-
loro che hanno creduto nel Signore (Cesario di Arles).

13 19
- Il Signore risponde alt'invocazi'one Perciò, comprendendo che non c'era
di Sansone nessuna azione della forza umana cosi fa-
cile che non fosse difficile senza l'aiuto
.Difesa delle reliquie dei santi divino, a gran voce implorò Dio di non
interpretare come un'offesa il fatto che
Il Signore Cristo ci ha dato le reli- egli stoltamente, con parole incaute,
quie dei santi come fonti apportatrici di avesse attribuito a sé qualche merito. Che
salvezza, che in modo molteplice fanno anzi, ascriveva a Dio quella vittoria, di-
scaturire benefici ed emanano unguenti cendo: Tu hai dato nella mano del tuo ser-
profumati: e che nessuno sia incredulo! vo questa grande salvezza, e ora aiutami~
Infatti se, volendolo Dio, l'acqua sgorgò perché, ecco, io muoio di sete e dal bisogno
da tµia rotcia dura e scoscesa nel deserto di bere sono dato in potere di quelli su cui
(cf. Es 17, 6ss.), e dalla mascella di un asi- mi hai concesso un così grande trionfo
no per Sansone assetato, perché sarebbe (Gdc 15, 18). Così la misericordia di Dio,
non credibile che un unguento profuma- avendo egli gettato via la mascella, aprì in
to scaturisca dalle reliquie dei martiri? essa una fessura e ne sgorgò una fonte.
Per nulla, almeno per coloro che cono- Sansone bevve, riprese fiato e chiamò
scono la potenza di Dio e l'onore prove- quel luogo «Invocazione della fonte» ,
niente da lui per i santi. perché aveva corretto la superbi::i. della
Giovanni Damasceno, vittoria con le preghiere d'invocazione.
La fede ortodossa 4, 15 Così in breve tempo furono pronunciate
due diverse sentenze: che, cioè, I'arrogan-
za va immediatamente incontro al pro-
«Invocazione della fonte»
prio danno e invece l'umiltà senza danno
E subito cominciò a bruciare di una alcuno è mezzo di riconciliazione.
sete ardente e non c'era nulla da bere e Ambrogio,
ormai non poteva sopportare e resistere. Lettere 62, 24
198 Giudici

Fiumi di acqua viva te; ed è provato che questo si è compiu-


to in noi, dei quali il Signore stesso dis-
Noi che eravamo secchi, .perché se: «Chi crede in me, fiumi di acqua vi-
non irrorati da quella rugiada della gra- va sgorgheranno dal suo seno» (Gv 7,
zia, abbiamo meritato di essere mutati in 38).
fon ti o in fiumi. Allora, alla preghiera di Cesario di Arles,
Sansone, dalla mascella sgorgò una fon- Sermoni 119, 4

SANSONE FUGGE DA GAZA

Sansone andò a Gaza) vide una prostituta e andò da lei. Fu detto a


quelli di Gaza: «È venuto Sansone». Essi lo circondarono) stettero in ag-
guato tutta la notte presso la porta della città e tutta quella notte rimasero
quieti: dicendo: <<Attendiamo lo spuntar del giorno e allora lo uccideremo».
Sansone riposò fino a mezzanotte; a mezzanotte si alzò) a//errò i battenti
della porta della città e i due stipiti: li divelse insieme con la sbarra) se li
mise sulle spalle e li portò in cima al monte che guarda in direzione di
Ebron (16, 1-3).
Per sfuggire alla viltà dei suoi, Sansone si rifugia a Gaza e vi trova una dimora per la
notte. I Filistei, venuti a conoscenza della presenza di Sansone, circondano la casa dove al-
loggia, ma Sansone divelle le porte e sale sulla montagna di fronte a Ebron (Ambrogio).
L'episodio è interpretato allegoricamente come lascesa di Cristo dagli inferi al regno dei cie-
li (Gregorio Magno). Il fatto che Sansone giaccia con una prostituta va inteso allegoricamen-
te come la discesa di Cristo agli inferi e il fatto che salga sulla montagna come lascesa nel
regno dei cieli (Cesario di Arles).

13
- Sansone sfugge ad un agguato degli ma in fretta circondarono il suo alloggio
abitanti' di Gaza e bloccarono tutti gli accessi della casa,
perché durante la notte non organizzasse
Una prova di grande forza la fuga. Perciò Sansone, saputo che cosa
si preparava, nel mezzo della notte - pre-
Ma quando, trascorsa questa succes- venendo i tranelli predisposti -; abbrac-
sione di avvenimenti, ebbe posto fine alla ciate con le mani le colonne dell'edificio,
guerra con i Palestinesi, evitando la viltà sostenendo col suo collo possente tutta la
dei suoi ,e disprezzando l'esercito dei ne- travatura e la massa del tetto, la trasportò
mici, si recò a Gaza. Questa città era nel sulla cima di un monte altissimo che so-
territorio dei Palestinesi, e ll abitava in un vrastava la città di Ebron, abitata da
albergo. Quando conobbero questa cir- Ebrei.
costanza gµ abitanti di Gaza, non se la la- Ambrogio,
sciarono sfuggire fingendo di ignorarla, Lettere 62, 25
Sansone fugge da Gaza (16, 1-3) 199

Viene adombrata la figura e l'azione aspettavano davanti alle porte della città,
del Redentore per catturarlo quando fosse uscito dalla ca-
sa della meretrice; quello invece dormiva>>.
Tutto ciò (scii. la morte e la resurrezio- Vedete in che modo non è stato scritto che
ne di Cristo) è adombrato nella vicenda di si unì alla meretrice, ma che «dormiva».
Sansone, narrata nel libro dei Giudici. «Quando si svegliò - dice la Scrittura -
Quando egli entrò in Gaza, città dei Fili- usd a mezzanotte, e afferrò le porte della
stei, questi, subito informati del suo ingres- città con le sue sbarre, e portò le porte in
so, circondarono immediatamente la città cima ·al monte», e non poté essere preso
e la strinsero d'assedio, vi posero delle dagli stranieri. Afferrò le porte della città,
guardie e gioirono ritenendo di aver cattu- dalle quali era entrato dalla meretrice, e le
rato il fortissimo Sansone. Ma ciò che fece portò in cima al monte. Che cosa significa?
Sansone già lo sappiamo. A mezzanotte La Scrittura assoda entrambe le cose, l'in-
però egli divelse le porte della città e salì in ferno e l'amore di una donna: la casa della
vetta al monte. In questa vicenda, fratelli meretrice rappresentava l'inferno. A buon
carissimi, cli chi è figura Sansone se non del diritto è presa per rappresentare gli inferi;
nostro Redentore? E la città di Gaza, che infatti non rifiuta nessuno, trascina a sé tut-
cosa indica se non l'inferno? E i Filistei, ti coloro che entrano. Da questo passo
che cosa rievocano se non la perfidia dei scritturistico cogliamo le azioni del nostro
Giudei? Questi, constatata la morte del Si- Redentore: dopo che la sinagoga, dalla
gnore e visto che il SUO" corpo era già collo- quale era venuto, si separò da lui per l' azio-
cato nel sepolcro, vi posero delle guardie e ne del diavolo, dopo che lo rasarono, cioè,
gioirono di aver rinchiuso e reso prigionie- lo crocifissero nel luogo del Calvario, di-
ro oltre le sbarre degli inferi - come Sanso- scese negli inferi; i nemici facevano la guar-
ne in Gaza - Colui che era stato glorificato dia al luogo in cui dormiva, cioè al sepol-
come Autore della vita. Sansone invece, a cro, e volevano catturare colui che non po-
mezzanotte, non solo uscì ma prese con sé tevano vedere. «Ma quello dormiva»: in
anche le po1te; e anche il nostro Redento- qu~sto luogò la Scrittura ha detto così per-
re, risorgendo prima dell'aurora, non solo ché non si trattava di una vera mo1te. Il fat-
fu libero dagli inferi ma ne distrusse tutte to che sia stato detto «si a1zò a mezzanot-
le sbarre, e come Sansone divelse le porte e te>>, significò questo, che risorse in segreto;
salì in vetta al monte, così Egli distrusse sotto gli occhi di tutti, infatti, patì la passio-
con la resurrezione le barriere degli inferi e ne, si rivelò invece soltanto ai discepoli e a
con 1' ascensione entrò nel regno dei cieli. determinate altre persone, quando è risor~
Gregorio Magno, to. Quindi, quando entrò, tutti lo videro;
Le 40 omelie sui vangeli 2, 21, 7 che risorse, pochi lo seppero, lo ricordare~
no e lo toccarono con mano. Solleva infine
le porte della città, vale a dire, strappa le
Discesa all'inferno porte dell'inferno. Che cosa significa solle-
vare le porte dell'inferno, se non scardina-
Il fatto poi che sia andato da una me- re il governo della morte? Infatti le toglie-
retrice, chiunque lo ha fatto, se lo ha fatto va e non le rimetteva. Che cosa ha fatto
senza ragione, è immondo; se però lo ha Gesù Cristo nostro Signore ,dopo aver sol-
fatto da profeta, si tratta di un sacramento. levato le porte della morte? E salito in cima
Se non è entrato in modo da giacere con al monte: sappiamo infatti che è risorto cd
lei, forse è entrato nel bordello per un mi-
è asceso in cielo. C esano. d'1 Al r es,
stero. Ma non leggiamo che giacque con
quella. Dice poi la Scrittura: «i nemici lo Sermoni118,5
200 Giudici

SANSONE E DALILA

In seguito si innamorò di una donna della valle di Sorek, che si chiama-


va Dalila. Allora i capi dei Filistei andarono da lei e le dissero: «Seducilo e
vedi da dove proviene la sua forza così grande e come potremmo prevalere
su di lui per legarlo e domarlo; ti daremo ciascuno mille e cento sicli d)ar-
gento». Dalila dunque disse a Sansone: «Spiegami: da dove proviene la tua
forza così' grande e in che modo ti si potrebbe legare per domarti?». Sanso-
ne le rispose: «Se mi si legasse con sette corde d'arco fresche, non ancora sec-
che, io diventerei debole e sarei come un uomo qualunque». Allora i capi dei
Filistei le portarono sette corde d)arco fresche, non ancora secche, ed essa lo
legò con esse. I.:agguato era teso in una camera interna. Essa gli gridò: «San-
sone, i Filistei ti sono addosso.'». Ma egli' spezzò le corde come si spezza un
fil di stoppa, quando sente il fuoco. Così' il segreto della sua forza non fu co-
nosciuto (16, 4-9).
Nonostante av~e infuso in lui una grande forza e lo avesse benedetto, Dio abbando-
nò Sansone perché giaèque con una meretrice (Isacco di Ninive). Contrariamente ai costu-
mi della propria gente, Sansone sposò Dalila, una prostituta e una straniera, che strappò a
Sansone il segreto della proptia forze e, per amore del denaro, gli fece perdere il favore di
Dio (Ambrogio).

4-9 Dalila tenta di-sedurre Sansone Sansone si unisce a Dalila


Ma siccome con movimento libero
L'abbandono di Sansone
ed errante superava i confini non solo del-
Perché il forte Sansone fu abbando- la terra paterna, ma anche i limiti morali
nato da Dio, egli che fu scelto e consacra- fissati dai precetti dei padri, trovò quella
to a Dio quando ancora era nell'utero; la che sarebbe divenuta tosto la causa fune-
cui nascita fu annunciata da un angelo, sta della rovina che l'avrebbe travolto. In-
come Giovanni, il figlio di Zaccaria; che fatti, dopo aver esperimentato poco fede-
ebbe una grande potenza e compì grandi li le prime nozze con una donna straniera,
meraviglie [e che con la forza sovranna- mentre avrebbe dovuto almeno in seguito
turale che Dio aveva infuso nel suo corpo usare prudenza, non evitò di bel nuovo
sbaragliò mille nemici con la mascella di l'unione con Dalila, che era una prostitu-
un asino e divenne salvatore e giudice di ta; e siccome l'amava fuor di misura, offrì
Israele]? Non fu perché unì le proprie alle insidie nemiche l'occasione di fare un
sante membra con una prostituta? Per altro tentativo per sopraffarlo. Saliti da lei
questa ragione Dio lo abbandonò e lo i Palestinesi, le promisero di darle ciascu-
consegnò ai suoi nemici. no una somma, mille e cento denari, se
Isacco di Ninive, avesse loro rivelato in che cosa Sansone ri-
Omelie ascetiche 1O poneva la certezza della propria forza;
Il segreto della/orza dz' Sansone è svelato (16, 10-17) 201

una volta conosciutala, avrebbe potuto na l'intera sua famiglia (cf. Gs 7). Gio-
essere sopraffatto e catturato. suè, che poté fermare il sole perché non
Ma quella, che una volta si era prosti- proseguisse il suo corso (cf. Gs 10, 12-
tuita al denaro, con abile astuzia tra le cop- 14 ), non riusd· a trattenere l'avarizia
pe ~ le seduzioni amorose, come se ammi- umana dal diffondersi nel popolo. Al
rasse la sua forza straordinaria, cominciò a suo comando il sole si fermò, non si fer-
chiedergli per quale motivo fosse tanto su- mò !,avarizia. Perciò, mentre il sole ri-
periore alla forza degli altri e, nello stesso maneva immobile, Giosuè trionfò sui
tempo, fingendosi timorosa e preoccupa- nemici; invece, mentre l'avarizia proce-
ta, a pregarlo di confidare alla sua amata deva, poco mancò che gli sfuggisse la
quale vincolo lo tenesse sottomesso al po- vittoria.
tere altrui. Ma egli, ancora sobrio e piena- I: avarizia di una donna come Dalila
mente padrone di sé, contro le seduzioni non ingannò forse Sansone che pur era il
della meretrice ricambiò ·inganno con in- più forte del mondo? Egli che aveva
ganno, dicendo che, se fosse stato legato squarciato con le sue mani un leone rug-
con tralci di vite ancora verdi e non secchi, gente; che, legato e consegnato a tradi-
per debolezza fisica sarebbe stato.uguale mento agli stranieri, senz'alcun aiuto, da
agli altri. I Palestinesi, saputo questo per solo, sciolti i legami, ne aveva ucciso mil-
mezzo di Dalila, avendolo circondato nel le; che aveva spezzato come deboli fili di
sonno con legami fatti di tralci, come chi si sparto funi intrecciate con nervi di bue;
risveglia ad un tratto non lo trovarono in- egli, dopo che gli fu raso il capo che te-
degno della ben nota e solita forza, poiché, neva reclinato stille ginocchia della don-
sciolti i lacci, il suo libero valore resi~teva na, perdette l'ornamento della chioma
e li respingeva sebbene fossero molti. invincibile eh' era pegno della sua forza
Ambrogio, (cf. Gdc 16, 4-21). Il denaro afflul in
Lettere 62, 26-27 grembo alla donna e l'uomo ne perse
r amore. r: avarizia è funesta ed è allet-
tante il denaro che contamina chi lo pos-
Seduzione del denaro
siede e non giova a chi non lo possiede 11.
Per r avarizia Acar non solo perse Ambrogio,
se stesso, ma trascinò con sé nella rovi- I doveri 2, 26, 130-132

IL SEGRETO DELLA FORZA DI SANSONE È SVELATO

Poi Dalila disse a Sansone: «Ecco) ti sei burlato di me e mi hai detto


menzogne; ora spiegami come ti si potrebbe legare». Le rispose: «Se mi si le-
gasse con /uni nuove non ancora adoperate, io diventerei debole e sarei co-
me un uomo qualunque». Dalila prese dunque funi nuove) lo legò e gli gri-
dò: «Sansone, i Filistei ti' sono addosso!». I:agguato era teso nella camera
interna. Egli ruppe come un filo le funi che aveva alle braccia. Poi Dalila

11 Cf. Cicerone, De officiis 2, 20, 17.


202 Giudici

disse a Sansone: <<Ancora ti sei burlato di me e mi hai detto menzogne; spie-


gami come ti si potrebbe legare». Le rispose: «Se tu tessessi le sette trecce
della mia testa nelFordito e le fissassi con il pettine del telaio, io diventerei
debole e sarei come un uomo qualunque». Essa dunque lo fece addormen-
tare, tessé le sette trecce della sua testa nel!'ordito e le fissò con il pettine,
poi gli gridò: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!». Ma egli si svegliò dal
sonno e strappò il'pettine del telaio e l'ordito. Allora essa gli disse: «Come
puoi dt'rmi: Ti amo, mentre il tuo cuore non è con me? già tre volte ti sei
burlato di me e non mi hai spiegato da dove proviene la tua forza così gran-
de». Ora poiché essa lo importunava ogni giorno con le sue parole e lo tor-
mentava, egli ne fu annoiato fino alla morte e le aprì tutto il cuore e le dis-
se: «Non è mai passato rasoio sulla mla testa, perché sono un nazireo di Dio
dal seno di mia madre; se fossi rasato) la mia forza si ritirerebbe da me, di-
venterei debole e sarei come un uomo qualunque» (16, 10-17) .
.
Dopo vari tentativi, Dalila riesce a strappare a Sansone il segreto della sua forza in
quanto nazareno. L'eloquenza di Dalila dimostra che il discorso raffinato penetra nell' ani-
ma. La forza di Sansone non era nei capelli, ma nella grazia dello Spirito divino (Ambrogio).
L'incontro con Dalila rappresenta l'incontro con la legge carnale e l'episodio è introdotto
come monito per i giovani (Paolino di Nola). Sansone prefigura, nella sua azione e nella sua
sofferenza, Cristo come Figlio di Dio e Figlio dell'Uomo, capo del corpo e della Chiesa (Ce-
sario di Arles) .

17
io- Sansone si arrende all'insistenza di Ma alla fine, poiché quella donna
Dalila procac.e s'era lamentata d'essere stata tan-
te volte giocata, mostrandosi afflitta di es-
Sansone rivela a Dalila il proprio sere stata ritenuta indegna che le fosse af-
punto debole fidato il segreto del suo diletto, e poiché
diceva cli vedere che si sospettava mirasse
Ma, dato l'insuccesso, di bel nuovo a un tradimento la sua richiesta fatta per il
Dalila, dicendosi derisa e lamentandosi, ri- suo bene, con le sue lacrime forzò la sua fi-
correva ancora alle proprie arti e non man- ducia. Anche perché era stabilito che
cava di invocare la fedeltà dell'amore. San- quell'uomo di una forza invitta - fino allo-
sone, ancora in senno, le disse che, se fos- ra - cadesse nella sventura, ferito in cuore
se stato legato con sette funi non ancora le rivelò il suo segreto: egli mostrava in sé
usate, sarebbe caduto in potere dei nemici. la potenza di Dio ed era stato consacrato
Ma anche questo riuscl vano. Una terza al Signore; secondo il suo precetto, la-
volta ancora, ormai prossimo alla rovina, sdava crescere la chioma, ma, se l'avesse
rivelò come in segreto che, se fossero state tagliata, avrebbe cessato di essere nazireo
sciolte le sette trecce del suo capo e intrec- e avrebbe perduto l'uso della propria
ciate quasi a formare un cubito, la sua for- forza. I Palestinesi, conosciuto dalla don-
za lo avrebbe abbandonato. E anche così na il punto debole dell'uomo, le versano
beffò quelli che gli tramavano insidie. il compenso della sua·scelleratezza, affin-
Il segreto della /orza di Sansone è svelato (16, 10-17) 203

ché, vincolata dalla somma ricevuta, pre- mondo e dimostrano un sicuro remeggio
disponesse il tranello. della salvezza. Perciò anche nel Vangelo il
Ambrogio, nostro Signore, indicando che esistono an-
Lettere 62, 28-29 che degli invisibili e intelligibili capelli del
capo, dice: Ma anche tutti i capelli del vo-
stro capo sono sta# contati (Le 12, 6), volen-
I capelli della religione e della forza do significare, evidentemente, le azioni
delle virtù spirituali. In verità Dio non si
E cosl quel famoso Sansone, che spez- prende cura dei nostri capelli, sebbene
zò le funi intessute con nervi, che spezzò le non sia assurdo nemmeno credere che co-
corde nuove come se fossero deboli fili, sì stiano effettivamente le cose, poiché alla
quel Sansone che finché ebbe la grazia spi- sua maestà divina niente può rimanere na-
rituale, non sentì le catene dei suoi capelli, scosto. Ma a che serve, se Dio onnipoten-
legate a un palo conficcato in terra, quel te conosce i miei capelli? È questo che tor-
Sansone, intendo dire, dopo che lo Spirito na a mio vantaggio e mi giova, se, cioè, te-
di Dio si allontanò da lui, ben «diverso da stimone insonne delle buone opere, conce-
quel famoso» Sansone, «che tornò rivesti- de la remunerazione della gloria eterna.
to delle spoglie» 12 degli stranieri, blandito Infatti, anche Sansone stesso, mostrando
e catturato sulle ginocchia di una dorina, che quei capelli non sono corporei, ma in-
degenere dalla sua primitiva virtù, subisce telligibili, dice: E se sarò tosato, si allonta-
i). taglio della sùa chioma consàcrata? I ca- nerà da me la mia forza. Questo per quel
pelli del capo, dunque, potevano avere che riguarda il mistero.
tanta importanza che, finché essi erano in- Ambrogio,
tatti, restava invitto il valore, mentre, se ve- Lo Spirito Santo 2, prol. 13 -16
niva rasato il capo, immediatamente si dis-
solveva tutta la forza dell'eroe? Non è pos-
sibile credere che tanta sia la forza dei ca- La legge della carne è come una don-
pelli del corpo. Ma esistono per così dire
dei capelli della religione e della fede, <lei
na straniera
capelli <mazarei» perfetti nella legge, «con- E conie il famoso Sansone, potente
sacrati» nella frugalità e nell'astinenza, con per la forza dei capelli, chiomato della po-
i quali colei che raffigurava la Chiesa, do- tenza divina, abbatta il leone dopo averlo
po aver versato l'olio sui piedi del Signore, strangolato con le forti braccia delle pre-
puliva i piedi del Verbo di Dio - infatti al- ghiere e dalla bocca del morto colga il dol-
lora «conosceva Cristo anche secondo la ce frutto della nobile vittoria. Ma traendo
carne» (2 Cor 5, 16) - evidentemente, quei esempio da questo trionfo, si guardi dal
capelli, dei quali si dice: La tua capiglt'atura contrarre alleanza con gente straniera. La
è come un gregge di capre (Ct 4, 1), pullu- legge della carne è per me come una don-
lanti da quel capo, di cui è stato detto: Ora na straniera, ingannatrice con le dolci at-
capo del!'uomo è Cristo (1 Cor 11, 3), e al- trattive. Se questa legge è più forte della
trove: Il suo capo è oro Cephaz, i suoi capel- legge della mente, trascinerà nella schiavi-
li neri abeti (Ct 5, 11). E buoni abeti sono tù del peccato; cattiva consigliera, con le
le navi di Tharsis (2 Cr 9, 21; Is 60, 9; 1 Re blande parole ispirate dall'arte dell'ingan-
10, 22), che navigano sopra i flutti del no, indebolisce l'animo dell'uomo, acceca

di due espressioni epiche di derivazione virgiliana: cf. Virgilio, Eneide 2, 274-275: ei


12 Si tratti)
mih~ qualis erat, quantum mutatus ad ilio I Hectore, qui redit exuvias indutus Achilli...
204 Giudici

gli occhi della mente e rade il capo, spo- trice? P~i, q~a~do anche Cristo viene la-
gliando e disarmando la fede. In questo sciato col capo scoperto, gli vengono ta-
senso voglio che il nostro fanciullo non sia gliati i capelli, viene spogliato della virtù,
come Sansone, perché non ricerchi i piace- viene legato, accecato, deriso? Considera,
ri della carne, a cui presto tien dietro la anima fedele, stai attento a che cosa è Cri-
schiavitù, la debolezza e la cecità, benché sto: non solo a che cosa ha fatto, ma anche
in seguito quel forte abbia riottenuto il vi~ a che cosa ha patito. Che cosa ha fatto?
gore, essendogli cresciuti di nuovo i capel- Agì da forte, soffrì come un debole. In uno
li e condotto per mano dalla macina per es- solo comprendo entrambi: vedo la forza
sere ludibrio dei nemici esultanti, vedendo del Figlio di Dio, vedo la debolezza del Fi-
con la mente, anche se cieco nel corpo, ab- glio dell'uomo. C'è dell'altro, che Cristo
bia invocato Dio vendicatore. Ben presto, nella sua interezza, come dice di lui la
essendogli stata restituita la forza attraver- Scrittura, è capo e corpo: come Cristo è ca-
so i capelli, abbatte la casa del nemico. Ap- po della Chiesa, così la Chiesa è il corpo di
pena la sua mano più forte delle pietre ne Cristo; e perché non sia sola, con il suo ca-
strinse con potente abbraccio le colonne, po è Cristo nella sua interezza. Ha quindi
essendo stati strappati via da terra i soste- la Chiesa al suo interno dei forti, ha dei de-
gni, la costruzione cadde infranta su di lui. boli; ha quelli che si cibano di solido pane,
Tuttavia l'eroe di Dio, fortissimo anche ha quelli che ancora debbono nutrirsi di
morendo, coinvolse nella rovina i nemici e latte. Aggiungo ancora che bisogna rico-
con una morte gloriosa si ripagò della ver- noscere che ha dei giusti e degli ingiusti
gogna subita vivendo come se1vo. Egli che nella stessa partecipazione ai sacramenti,
era vissuto da schiavo, mentre il nemico si nel battesimo, nella partecipazione all'alta-
gloriava, abbattuto il nemico, cade da vin- re. Ora, il corpo di Cristo infatti, come sai,
citore. Morendo uccide più·migliaia di uo- è aia, poi sarà granaio; tuttavia, quando è
mini di quanti ne avesse ucciso da vivo. aia, non rifiuta di accogliere la paglia;
Voglio çhe il nostro figliolo imiti con la quando verrà il tempo di depositare, sepa-
morte questa morte in modo che, rimanen- rerà il frumento dalla paglia. Alcune cose
do nella carne, vinca la carne (cf. Rm 8, 13; dunque le fece Sansone come capo, alcune
2Cor10, 3; Gal5, 24; 1Pt3, 18) e viva per cose come corpo, tutto, tuttavia, come fi-
Dio (cf. Rm 6, 10.11; 14, 8), schiacciando i gura di Cristo. Nel fatto che agì con virtù
peccati della carne. Ma voglio che non ren-
e operò cose mirabili, infatti, Sansone pre-
da il suo spirito schiavo dei piaceri carnali,
figurò Cristo come capo della Chiesa; nel
quasi sottomesso dagli inganni di una don-
fatto poi che agì con intelligenza, rappre.-
na cattiva, e poi diventi possesso dei nemi-
sentò coloro che nella Chiesa vivono con
ci, privo della forza della grazia.
rettitudine: quando per caso agì incauta-
Paolino di Nola,
mente, prefigurò coloro che nella Chiesa
Carmi 24, 541-588
sono peccatori. La meretrice, alla quale si
unl Sansone, è la Chiesa, che prima di co-
noscere l'unico Dio si unì agli idoli e che
Sansone prefigura Cristo poi Cristo unì a sé; in verità, dopo che, il-
Che cosa era Sansone? Se dicessi luminata, accolse da quello la fede, meritò
«prefigurava Cristo», credo che affermerei anche di conoscere attraverso di lui i sacra-
il vero; e subito viene in mente a chi riflet- menti della salvezza, e da quello le sonori-
te: Anche Cristo è vinto dalle 'lusinghe di . velati i misteri dei segreti celesti.
una donna? e in che modo va compreso Cesario di Arles,
che Cristo sia potuto andare da una mere- Sermoni 118, 3
I Filistei soggiogano Sansone (16, 18-22) 205

I FILISTEI SOGGIOGANO SANSONE

Allora Dalila vide che egli le aveva aperto tutto il cuore, ·mandò a chia-
mare i capi dei Filistei e fece dir loro: «Venite su questa volta, perché egli mi
ha aperto tutto il cuore». Allora i capi dei Filistei vennero da lei e portaro-
no con sé il denaro. Essa lo addormentò sulle sue ginocchia, chiamò un uo-
mo adatto e gli fece radere le sette trecce del capo. Egli cominciò a infiac-
chirsi e la sua forza si ritirò da lui. Allora essa gli gridò: «Sansone, i Filistei
ti sono addosso.'». Egh svegliatosi dal sonno, pensò: «lo ne uscirò come
ogni altra volta e mi svincolerò». Ma non sapeva che il Signore si era ritira-
to da lui. I Filistei lo presero e gli cavarono gli occhi:· lo fecero scendere a
Gaza e lo legarono con catene di rame. Egli dovette girare la macina nella
prigione. Intanto la capigliatura che gli avevano rasata, cominciava a ricre- ·
scergli (16, 18-22).
Il fatto che la forza di Sansone fosse riposta nei sette riccioli allude alla settuplice gra-
zia dello Spirito (Gregorio di Nissa). Come i capelli vanno riferiti al velo .della Legge che co-
priva Cristo, cc;>si i singoli elementi della storia di Sansone sono una prefigurazione della cat-
tura, della passione e della resurrezione di Cristo (Cesario di Arles).

19 21
- Sansone è rasato e accecato La forza nei capelli
Che cosa significa, poi, che aveva la
I sette riccioli spirituali
forza nei capelli? State bene attenti a
Ma egli, radicato nella casa di Dio questo, fratelli: non ebbe la forza in una
c9me un ulivo ricco di frutti (cf. Sai 51, mano, non in un piede, non nel petto,
10), pronuncia contro il tiranno quei di- non nella stessa testa, ma nei capelli, nel-
scorsi che abbiamo udito nel salmo, di- la capigliatura. Che cosa sono i capelli?
cendo: «Perché ti vani del male, o signo- Che cosa le chiome? Noi consideriamo
re dell'iniquità», la cui lingua, come una questo e l'Apostolo, interrogato, ci ri-
lama affilata, porta via a coloro ai quali sponderà: «la chioma è il velo» (1 Cor
si sia ace.o stata la bellezza dei capelli, ta- 11, 15); e nel velo risiedeva la forza di
gliando via i sette riccioli nei quali risie- Cristo, quando le ombre della vecchia
de la nostra forza? Tu conosci bene il si- legge lo coprivano. Dunque la chioma di
gnificato dei sette riccioli spirituali, sul- Sansone era un velo: poiché in Cristo
la scorta di Isaia (cf. Is 11, 2) che enume- una cosa appariva, un'altra era compre-
ra la settuplice grazia dello Spirito. Ta- sa. Che cosa vuol dire che il segreto fu ri-
gliati questi, come accadde a Sansone velato e che Sansone fu rasato? La Leg-
segue la perdita degli occhi e l'esser og- ge è stata disprezzata e Cristo patì. Infat-
getto di riso per i nemici quando sono ti non avrebbero ucciso Cristo se non
ubriachi. avessero c#sprezzato la Legge; sapevano
Gregorio di Nissa, infatti anche loro che non era lecito uc-
Sui titoli dei Salmi 2, 13 cidere Cristo. Dicevano i giudici: «A noi
206 Giudici

non è consentito mettere a morte nessu- no, è la faticà di questo secolo. L'acceca-
no» (Gv 18, 31). Sansone è stato rasato, mento di Sansone, va invece riferito a
le ombre sono dissipate, il velo è stato quelli che, accecati dall'infedeltà, non ri-
tolto; e Cristo, che era nascosto, appar- conobbero Cristo mentre operava virtù,
ve. Allora i capelli rinnovati vestirono di né quando ascendeva al cielo; dunque la
nuovo il capo, poiché i Giudei non vol- cecità che arrecarono alludeva alla cecità
lero riconoscere la resurrezione di Cri- di Israele.
sto. Fu poi in un mulino, fu accecato, fu Cesario di Arles,
portato in carcere: la prigione, o il muli- Sermoni 118, 6

LA MORTE DI SANSONE

Ora i capi dei Filistei si radunarono per offrt're un gran sacrificio a Da-
gon loro dio e per far festa. Dicevano: «Il nostro dio ci ha messo nelle mani
Sansone nostro nemico». Quando il popolo lo vide, cominciò a lodare il suo
dio e a dire: «Il nostro dio ci ha messo nelle mani Sansone nostro nemico,
che ci devastava il paese e che ha ucciso tanti dei nostri». Nella gioia del lo-
ro cuore dissero: «Chiamate Sansone perché ci faccia divertire!». Fecero
quindi uscz're Sansone dalla prigione ed egli si mise a far giochi· alla loro pre-
senza. Poi lo fecero stare fra le colonne. Sansone disse al fanciullo che lo te-
neva per la mano: «Lasciami pure; fammi' solo toccare le colonne sulle qua-
li' posa la casa, cosi' che possa appoggt'armi ad esse». Ora la casa era piena di
uomini e di donne; vi erano tutti i capi dei Filistei e sul terrazzo circa tremi-
la persone fra uomini e donne, che stavano a guardare, mentre Sansone fa-
ceva giochi. Allora Sansone invocò il Signore e disse: «Signore, ricordati' di
me! Dammi forza per questa volta soltanto, Dio, e in un colpo solo ml ven-
dicherò dei Filistei per i miei due occhi.'». Sansone palpò le due colonne di
mezzo, sulle quali posava la casa; si appoggiò ad esse, all'una con la destra,
all'altra con la sinistra. Sansone disse: «Che io muot'a insieme con i Fili-
stei!». Si curoò con tutta la forza e la casa rovinò addosso ai capi e a tutto il
popolo che vi era dentro. Furono più i morti che egli causò con la sua mor-
te di quanti aveva uccisi in vita. Poi i suoifratelli e tutta la casa di suo padre
scesero e lo portarono via; risalirono e lo seppellirono fra Zorea ed Estaol nel
sepolcro di Manoach suo padre. Egli era stato giudice d'Israele per venti an-
ni (16, 23-31).
In risposta agli insulti dei Filistei, Sansone chiede a Dio di potersi vendicare. Disprez-
zando la propria morte, ottiene un trionfo superiore alle precedenti vittorie. La storia parla
contro le nozze con i pagani (Ambrogio). Le parole finali di Sansone, che non sono una pre-
ghiera, sono un esempio di intercessione dello Spirito (Origene). Come Sansone, i peccato-
La morte di Sansone (16, 23-31) 207

ri possono distruggere la casa del diavolo che abita in loro abbattendo con il pentimento le
colonne dci vizi. Le braccia di Sansone, allargate verso le due colonne, prefigurano la croci-
fissione di Cristo e la redenzione (Cesario di Arles). La morte di Sansone, le cui vicende pos-
sono essere paragonate a quelle di Adamo, è tipo della morte di Cristo Sommo Sacerdote
(Efrem il Siro).

23 30
· Sansone è portato davanti ai capi no gloria ai loro dèi, pensando di avermi
Filistei . preso in loro potere con l'aiuto di quelli,
né stimo di più la mia vita. Perisca la mia
Trionfo finale di Sansone vita con i Palestinesi, perché imparino
che la mia debolezza non è stata loro me-
E ormai, col passare del tempo, i ca- no funesta della mia forza».
pelli avevano cominciato a crescergli, e Scosse, quindi, le colonne con gran-
così, in occasione di un solenne banchet- de forza e le spezzò e le mandò in bricio-
to, Sansone dal carcere venne esibito al- le; il conseguente crollo del tetto ad esse
1'assemblea dei Palestinesi e venne collo- sovrapposto travolse lui e fece precipita-
cato in vista del popolo. C'erano quasi re tutti quelli che dall'alto assistevano al-
tremila uomini, maschi e femmine, e lo la festa. Rimase lì senza vita una grande
insultavano con pesanti ingiurie, lo por- quantità di maschi e di femmine gli uni
tavano in giro schernendolo; cose tutte sugli altri, e, da morto, egli ottenne un
che quell'uomo, consapevole della sua trionfo più grande di tutte le precedenti
forza nativa, sopportava con maggiore vittorie. con una fine per nulla indegna e
· sofferenza e al di là della stessa immagi- ingloriosa. Infatti, anche se era stato in-
ne del carcere. Infatti, il vivere e il mori- vincibile fino a quei tempi e nei successi-
re si ritiengono opera della natura, 1'esse- vi, e non paragonabile in questa vita agli
re schernito è giudicato un disonore. De- uomini sperimentati in guerra, tuttavia
siderando dunque di trovare un conforto nella morte vinse se stesso e dimostrò un
a tanto oltraggio con la vendetta o impe- coraggio insuperabile, così da disprezza-
dirlo in avvenire con la morte, fingendo re e da non tenere in nessun conto una
di non riuscire a reggersi per la debolez- morte paurosa per tutti. Fu una prova di
za fisica e l'impedimento dei ceppi, chie- coraggio laver concluso la sua vita col
. se al ragazzo che guidava i suoi passi di numero delle sue vittorie, e ottenne una
accostarlo alle colonne più vicine che reg- morte non da prigioniero ma da trionfa-
gevano tutto il palazzo. Accostato che fu, tore. E che egli sia stato ingannato da una
afferrò con ambo le mani i sostegni di donna deve essere attribuito più alla na-
tutto l'edificio e, mentre i Palestinesi era- tura che alla persona, perché la condizio-
no occupati nel rito del sacrificio che ce- ne umana è soggetta alla colpa. È incalza-
lebravano in onore del loro dio Dagone - ta; infatti, dalle seduzioni delle turpitudi-
per merito del quale credevano che fosse ni e ad esse cede. Pertanto, poiché la
stato loro dato in potere il loro nemico, Scrittura rende testimonianza che egli ne
mettendo insieme ai benefici celesti gli uccise più in morte che nella luce di que-
inganni della malafede femminile-, si ri- sta vita, sembra che sia stato catturato più
volse al Signore dicendo a gran voce: «Si- per la rovina dei nemici che per divenire
gnore, ancora una volta ricordati del tuo egli stesso più spregevole o meno grande.
servo, cosl da concedermi la vendetta sui Non si dimostrò, infatti, inferiore quegli
Gentili per i miei due occhi. Non renda- la cui tomba fu più gloriosa della sua po-
208 Giudici

tenza. Tant'è vero che fu oppresso e sep- ne, distrugge 'la casa dei nemici con i suoi
pellito non dai giavellotti, ma dai cadave- costruttori, anche oggi in ciascun pecca-
ri dei nemici, coperto dal proprio trionfo, tore, se, cancellati i vizi attraverso la peni-
lasciando ai posteri un segno famoso, per- tenza, si dà spazio alle virtù, in quello è
ché per vent'anni fu giudice del suo popo- compiuta la similitudine e la figura di
lo, che aveva trovato in cattività e - sepol- Sansone; e in quello accadrà quello che è
to nel suolo della patria - lo lasciò erede stato scritto dello stesso Sansone: «ne uc-
della libertà. cise di più morendo ~i quanti ne aveva
Da quest'esempio, dunque, è chiaro uccisi prima da vivo». E vero, fratelli: ven-
che devono essere evitate le unioni con i gono uccisi molti più peccati con il penti-
pagani, perché al posto dell'amore matri- mento, di quanti è constatato che siano
moniale non subentrino le insidie del- sconfitti in quel tempo iti cui sembra di
1'apostasia. essersi liberati dai vizi. Ma non dobbiamo
Ambrogio, osservare senza curarcene il fatto che, con
Lettere 62, 31-34 la morte di Sansone, siano stati uccisi tut-
ti i nemici: anche con la nostra morte sia-
no allor_a annientati i nostri avversari. Fra-
Intercessione dello Spirito telli, dice l'apostolo: «Mortificate quella
parte di voi che appartiene alla terra; for-
Lo Spirito dunque supplica e suppli- nicazione, impurità, passioni, desideri
ca con istanza, noi invece invochiamo. cattivi e quella avarizia insaziabile che è
Supplica non sembra ancora la preghiera l'idolatria» (Col 3, 5). Muoia in noi l'eb-
di Giosuè, quando ordinò al sole di fer- brezza, muoia la superbia, sia cancellata
marsi su Gabaon. <<Allora Giosuè parlò al l'invidia, sia mitigata l'ira, sia rigettata la
Signore il giorno stesso, in cui Dio dette malizia. Se cerchiamo, con l'aiuto di Dio,
gli Amorrei nelle mani di Israele, e furo- di distruggere tutti questi vizi, come San-
no sconfitti davanti ai figli di Israele. E sone potremo, morendo ai vizi e ai pecca-
Giosuè disse: "O sole, fermati su Gaba- ti, eliminare i nostri avversari. .
on, e tu luna, sulla valle.di Elom!"» (Gs Cesario di Arles,
10, 12). Nei Giudici, sembra che Sansone Sermoni 119, 5
supplicando dicesse: «Muoia I'anima mia
con i Filistei», quando «scrollò le colon-
ne e la casa cadde sui capi e su tutta la Rinuncia al diavolo
gente che vi si trovava». Se anche non è
scritto che Giosuè e Sansone supplicasse- Pertanto, quella bellezza che in San-
ro, ma soltanto che dissero, tuttavia il lo- sone è recuperata e nascosta con la mor-
ro dire appare una supplica che è ben di- te, credo si riferisca ad ogni servo di Cri-
versa dalla invocazione, se prendiamo i sto: infatti, l'uomo che abbia commesso
vocaboli nel loro senso. qualche peccato, e abbia fatto salubre-
Origene, mente ricorso alle cure del pentimento,
La preghiera 14, 5 rivolge l'aspetto della propria coscienza
alla restaurazione della grazia, come se i
capelli ricrescessero; e con i meriti della
Il pentimento cancella i peccati fede, come se fossero dei muscoli fortis-
simi, potrà abbattere le colonne degli av-
Quanto poi al fatto che Sansone, versari, sulle quali è costruita la casa del
quando gli ricrescono i capelli, recupera nemico. Che cosa sono d'altra parte le
la forza di un tempo, e, afferrate le colon- colonne della casa del nemico, se non i
La morte di Sansone (16, 23-31) 209

nostri peccati, sui quali poggia la casa del mani, le tende verso le due colonne, co-
diavolo, nella quale banchetta come un me se fossero i due bracci della croce; ma
nostro vincitore, prendendosi gioco del- morendo schiacciò i propri avversari, e la
le nostre menti soggiogate? Noi abbattia- sua sofferenza divenne la morte dei per-
mo perciò questo nemico nella propria secutori. E per questo la Scrittura conclu-
casa con la distruzione e la morte della de così: «ne uccise di più da motto, di
nostra carne. Il nemico è chiuso dentro quanti non ne avesse uccisi da vivo». E
di noi: conduce ogni giorno dentro di questo mistero si è chiaramente compiu-
·noi una guerra intestina. Finché qualche to nel Signore nostro Gesù Cristo: mo-
volta simpatizziamo per lui, dominando rendo, infatti, portò a compimento la no-
su di noi conformemente al malvagio stra redenzione, che da vivo non aveva af-
consenso della nostra volontà, avendo i fatto annunciato. Egli che vive e regna
nostri vizi come alleati interiori contro di nei secoli dei secoli. Amen. ·
noi, combatte il nostro servizio esteriore; Cesario di Arles,
finché offriamo a quello le nostre mem- Sermoni 118, 6
bra per azioni inique, noi, come si è soli-
ti dire, siamo sgozzati dalla nostra spada.
Ma dobbiamo ricordarci del patto, ab- 31
Sansone è seppellito nella tomba di
biamo promesso, per la grazia del batte- suo padre
simo, di essere sepolti con Cristo nel sa-
cramento della croce, che avremmo ri- Ritorno all'eredità
nunciato al diavolo, alle sue seduzioni e
alle sue opere: possa accadere che noi Satana il tiranno ha sedotto Sansone
non viviamo più in questo mondo come tramite una donna, I Io stesso tiranno ha
se vivessimo, e possiamo ormai vivere sedotto Adamo tramite una donna: I
non più noi, ma Cristo in noi; e quando Sansone ha dovuto macinare in un muli-
questo è riconsegnato a noi nel premio no, Adamo ha dovuto con fatica lavora-
dei capelli, cada la casa del diavolo, e tut- re la terra; I Sansone pregò di essere ri-
ta intera Oa casa] dei nostri nemici, muo- lasciato, I mentre noi preghiamo di in-
ia con i nostri peccati di una eterna di- vecchiare in questa nella nostra miseria. I
struzione. Benedetto è colui che liberò Sansone, fa-
Cesario di Arles, cendolo uscire dall'oppressione della ma-
Sermoni 119, 3 cina. I Sansone prefigura la morte di Cri-
sto, sommo sacerdote: I la morte di San-
sone permette ai prigionieri di tornare
nelle loro città, I mentre la morte del
Prefigurazione della crocifissione
Sommo Sacerdote ha restituito noi alla
«Lo portarono quindi i nemici per nostra eredità.
deriderlo». Ora qui fai attenzione all'im- Efrem il Siro,
magine della croce: allargando infatti le Inni sul Paradiso 13, 12-13
210 Giudici

[IDOLATRIA DI MlCA (17, 1-13)]

(l 0ANITI IN CERCA DI UN TERRITORIO (18, 1-10)]

[l DANITJ TOLGONO A MICA GLI IDOLI (18, 11-20)]

[I DANITI CONQUISTANO LAIS (18, 21-3.1)]

IL LEVITA E LA SUA CONCUBINA

In quel tempo) quando non c)era un re in Israele) un levita, il quale di-


morava alt)interno delle montagne di Efraim, si prese per concubina una
donna di Betlemme di Giuda. Ma la concubina in un momento di collera lo
abbandonò, tornando a casa del padre a Betlemme di Giuda e vi rimase per
quattro mesi. Suo marito si mosse e andò da lei per convincerla a tornare.
Aveva preso con sé il suo servo e due asini. Ella lo condusse in casa di suo
padre; quando il padre della giovane lo vide) gli andò incontro con gioia. Il
padre della giovane, suo suocero, lo trattenne ed egli rimase con lui tre gior-
ni> mangiarono e bevvero e passarono la notte in quel luogo. Il quarto gior-
no si alzarono di buon'ora e il levita si disponeva a partire. Il padre della
giovane disse: «Prendi un boccone di pane per ristorarti; poi: ve ne andre-
te». Cosi' sedettero tutti e due insieme e mangiarono e bevvero. Poi il padre
della giovane disse al marito: «Accetta di passare qui la notte e il tuo cuore
gioisca». Quel!'uomo si alzò per andarsene; ma t'l suocero fece tanta insi-
stenza che accettò di passare la notte in quel luogo. Il quinto giorno egli si
alzò di buon)ora per andarsene e il padre della giovane gli' disse: «Rinfràn-
cati prima». Così indugiarono fino al declinare del giorno e mangiarono in-
sieme. Quando quel!'uomo si alzò per andarsene con la sua concubina e con
il suo servo, il suocero) il padre della giovane, gli disse: «Ecco) t'l giorno vol-
ge ora a sera,· state qui questa notte; ormai il giorno sta per finire; passa la
notte qui e il tuo cuore gioisca; domani vi metterete in viaggio di buon'ora
e andrai alla tua tenda» (19, 1-9).
Viene raccontata dalla Scrittura la triste storia di un levita che prese una moglie da Be-
tlemme. La donna, che non ricambiava la passione del marito, stanca dei suoi rimproveri,
decide di ritornare nella casa paterna. Il marito decide allora di andare nella casa del suoce-
ro per convincerla tornare da lui. Dopo aver approfittato per più giorni della benevola ospi-
talità del padre della giovane, la sera del settimo giorno decide di ritornare indietro portan-
do con sé sua moglie (Ambrogio).
Il levita e la sua concubina (19, 1-9) 211

t·9 Nella casa del padre della concubina in sorte il luogo, assegnato ìn proprietà ter-
riera, quale porzione ereditaria. Egli prese
Ospitalità dei familiari una moglie da Betlemme di Giuda. E, co-
me avviene nei primi rapporti coniugali,
Questa vicenda merita grande com- ardeva per la fanciulla con sfrenata bramo-
passione. Un levita, narra la Scrittura 'sia dell'animo; nello stesso tempo, siccome
'
aveva sposato una donna (che penso sia essa non aveva un atteggiamento simile al
stata chiamata concubina da concubitus) suo, ardeva sempre più per il desiderio di
la quale, qualche tempo dopo, offesa, co~ possederla e bruciava d'un fuoco irrefrena-
n.1e su?le accadere, per qualche ragione, bile. Perciò, siccome da parte della fanciul-
ritorno da suo padre e vi rimase quattro la non c'era alcuna corrispondenza sia per
. mesi. Il marito si mise in cammino e si re- l~ggerezza amorosa sia per vivo dispiacere,
cò alla casa del suocero per rappacificar- si lamentava con essa perché non parteci-
si con sua moglie, farla tornare a casa e ri- ~ava c~n lui.alla_ tenzone d'amore con pari
condurla con sé. La donna gli si fece 'in- ncamb10. D1 qut frequenti rimbrotti; offe-
contro e introdusse il marito nella casa di sa da questi rimproveri, la donna riconse-
suo padre. gnò le chiavi e ritornò a casa sua.
Il. padre della giovane si rallegrò, gli Ma egli, vinto dall, amore, perché non
v~nn~ incontro e si trattenne con lui per tre aveva altro da sperare, vedendo che ormai
giorm; e banchettarono e dormirono. Il stava passando il quarto mese,· si recò là,
giorno successivo il levita, alzatosi alla pri-
convinto che il consiglio dei genitori avreb-
ma luce, fu trattenuto dal suocero perché
be addolcito l'animo della giovinetta. Il
n~n lasciasse c~sì presto la lieta compagnia.
suocero gli andò incontro sulla porta di ca-
E: il secondo e il terzo giorno il padre della sa, introdusse il genero, rimise la figlia in
giovane non permise che suo genero partis-
buona armonia con lui e, per congedarli
se, finché non si fosse compiutamente fe-
più lieti, li trattenne per tre giorni, come se
steggiata la loro gioiosa riconciliazione. Ma
festeggiasse di nuovo le nozze. E quando il
il settimo giorno, quando ormai scendeva
genero voleva partire, gli chiese la proroga
la sera, dopò un allegro e copioso banchet-
di un quarto giorno, esibendo manifesta-
to, .si~come il genero addiceva l'approssi-
zioni d'affetto e adducendo pretesti per in-
marsi della notte, dicendo che intendeva
dugiare 14. E siccome voleva aggiungere un
dormire presso la sua famiglia piuttosto
quinto giorno ai precedenti e ormai man-
che presso estranei, non poté trattenerlo e
cavano nuovi motivi per un ritardo, men-
lo lasciò partire con sua figlia.
Ambrogio, tre non veniva meno per l'affetto paterno il
I doveri 3, 19, 112-113 desiderio di trattenere la figlia, dilierì fino
al ?1eri?~o la premessa facoltà di partire,
affinche s1 mettessero per via dopo essersi
rifocillati. E pur volendo, anche dopo il pa-
Un levita prese una moglie da Be-
sto, aggiungere una dilazione col dire che
tlemme di Giuda ormai era vicina la sera, sia pure a fatica ac-
·· Un levita 13, più grande d'animo che consentl alla preghiera del genero.
di ricchezze, abitava nella regione del mon- Ambrogio,
te Efraim, poiché a quella tribù era toccato Lettere 57, 3-4

13 suIl'ep1s.~
. d'10 e·f ?nehe Giuseppe
. Flavio, Antichità Giudaiche 5, 2, 8-12 (136-174).
14 Cf. Virgilio, Eneide 4, 51: causaque innecte moranti.
212 Giudici

IL LEVITA PASSA LA NOTTE A GABAA

(... ) Quando furono vicino a Iebus) il giorno era di mo_lto calato e il ser-
vo disse al suo padrone: «Vieni: deviamo il cammino verso questa città dei
Gebusei e passiamovi la notte». Il padrone gli rispose: «Non entreremo in
una città di stranier~ i cui abitanti' non sono Israeliti: ma andremo oltre} fi-
no a Gabaa». Aggiunse al suo servo: «Vienz: raggiungiamo uno di quei luo-
ghi e passeremo la notte a Gabaa o a Rama». Così passarono oltre e conti- .
nuarono il viaggio; il sole tramontava} quando si trovarono di fianco a Ga-
baa} che appartiene a Beniamino. Deviarono in quella direzione per passare
la notte a Gabaa. Il levita entrò e si fermò sulla piazza della città; ma nes-
suno li' accolse in casa per passare la notte. Quand}ecco un vecchio che tor-
nava la sera dal lavoro nei camp~· era un uomo delle montagne di Efraim)
che abitava come forestiero in Gabaa} mentre invece la gente del luogo era
beniaminita. Alzati gli occhi: vide quel viandante sulla piazza della clttà. Il
vecchio gli disse: «Dove vai e da dove vieni?». Quegli rispose: <<Andiamo da
Betlemme di Giuda fino all'estremità delle montagne di Efraim. Io sono di
là ed ero andato a Betlemme di Giuda; ora mi reco alla casa del Signore ma 1

nessuno mi accoglie sotto il suo tetto. Eppure abbiamo paglia e foraggio per
i nostri asini e anche pane e vino per me} per la tua serva e per il giovane
che è con i tuoi serv~· non ci manca nulla». Il vecchio gli disse: «La pace sia
con te! Prendo a mio carico quanto ti occorre; non devi passare la notte sul-
la piazza». Così lo condusse in casa sua e diede foraggio agli asinz> i viandan-
ti si lavarono i piedz: poi mangiarono e bevvero (19, 10-21).
Quando scende la notte, respinge il suggerimento del proprio servo e non riferma pres-
so i Gebusei. In cerca di un posto dove dormire, i tre si fermano a Gabaa, un.a città della tri-
bù di Beniamino, dove trovano ospitalità soltanto nella casa di un vecchio contadino (Am-
brogio}.

11 21
' Il levita preferisce Gabaaa a Iebus baa, abitata da gente della tribù di Be-
niamino. Al loro arrivo non e' era nessu-
La sosta a Gabaa no che li ospitasse, se non uno straniero
d'età avanzata.Costui, avendoli visti e
Ma quando ebbero fatto un po' di avendo chiesto al levita: "Dove vai e don-
strada, siccome la sera, ormai prossima, de vieni?", alla s~a risposta eh'egli era un
incalzava ed erano vicini alla città dei viandante che tornava al monte Efraim e
Gebusei, sebbene il servo consigliasse il non c'era chi lo accogliesse, gli offrì ospi-
· padrone di dirigersi colà, questi non ac- talità e gli preparò da mangiare.
consentl, perché tal città non era di figli Ambrogio,
di Israele, ma volle arrivare fino a Ga- I doveri 3, 19, 114
Il levita passa la notte a Gabaa (19, 10-21) 213

Il levita trova ospitalità a Gabaa do ormai costretto dalla sera, di entrare


in città.
Questi si mise in cammino, lieto in Abitavano in quel luogo i Gabaoni-
cuor suo perché aveva recuperato 1'amata. ti, gente inospitale, dura, insopportabi-
Essi - accompagnati da un solo servo -, le· tuttavia sarebbero stati in tutto più
siccome ormai il giorno declinava, af- ' .
sopportabili che se avessero dato ospita-
frettavano il viaggio con passo veloce 15. lità a qualcuno. Perciò a questo levita sa-
La donna era portata da un giumento, rebbe andata meglio, se in Gabaa non
l'uomo non aveva alcuna percezione di avesse trovato ospitalità. Ma, perché
fatica, perché alleviava il peso del per- non mancasse alcun torto, appena entra-
corso col frutto del suo desiderio e, nel- to non trovò un albergo; e, mentre sulla
lo stesso tempo, variamente conversan- pubblica via implorava la compassi~ne
do con la donna e il servo 16. Perciò, quan- altrui, incontrò un vecchio che veniva
do furono vicini a Gerusalemme - che di- dalla campagna, costretto dal calar della
stava trenta stadi -, allora in mano ai sera ad abbandonare, durante la notte, il
Gebusei, il servo suggerì di fare una de- lavoro dei campi. Ed avendo attirato la
viazione verso quella città, perché al ca- sua attenzione, richiesto dove andasse e
lar della notte diventavano sospetti an- donde venisse, il levita rispose: «Ritorno
che i luoghi ben sicuri e bisognava guar- da Betlemme di Giuda, mi reco al mon-
darsi dall'ambiguità delle tenebre, so- te Efraim, e la donna è con me; ma, ec-
prattutto perché gli abitanti di ~u~ll~ re: .· co mi sono fermato qui e non c'è nessu-
gione non appartenevano a1 figli di no' che mi accolga e mi offra la possibili-
Israele. E per questo bisognava correre tà di dormire». Non che gli mancassero
ai ripari, perché individui con propositi cibo o bevanda o pascoli per il gregge,
ostili non tramassero insidie, essendo ma erano esclusi dall'ospitalità in una
l'oscurità della notte particolarmente casa 17; egli disponeva di quei beni, man-
opportuna a perpetrare misfatti per chi cava la sola ospitalità sotto un tetto. A
ordiva tranelli. Ma al suo padrone non . tali parole il vecchio, con grande bene-
piacque la proposta di cercare ospitalità volenza e serenità: «Pace a te - disse -,
fra stranieri, essendo non lontane Ga- entra quale ospite e concittadino; infatti
baa e Rama, città della tribù di Beniami- anch'io sono originario della regione del
no. Pertanto il parere più autorevole fe- monte Efrainl; e qui abito come forestie-
ce passare in seconda linea il suggeri- ro; ma, per il lungo periodo, la residen-
mento del servo, come se un consiglio si za ha dato origine al domicilio». Pertan-
dovesse valutare sul fondamento della to, dopo averli accolti nella sua casa, li
condizione e non piuttosto una condi- rifocillò parimenti con i suoi servizi e
zione, per quanto infima, non fosse ele- con l'assistenza ospitale. A b .
vata dal consiglio. E ormai il sole era al m rog10,
tramonto; perciò a fatica decise, essen- Lettere 57, 5-6

15 Cf. Virgilio, Eneide 5, 609: viam celerans... decurrit.


16 Cf. ibid. 8, 309: varioque viam sermone levabat.
17 Cf. ibid. 1, 540: hospitio prohibemur harenae.
214 Giudici

LA MORTE DELLA CONCUBINA

Mentre aprivano il cuore alla gioia ecco gli uomini della città) gen-
te iniqua, circondarono la casa, bussando alla porta, e dissero al vecchio
padrone di casa: «Fa) uscire quell'uomo che è entrato in casa tua, per-
ché vogliamo abusare di lui>>. Il padrone di casa uscì e disse loro: «No)
fratelli mie~ non fate una cattiva azione; dal momento che quest'uo-
mo è venuto in casa mia) non dovete commettere questa infamia! Ec-
co mia figlia che è vergine) io ve la condurrò fuorz: abusatene e fatele
quello che vi pare)· ma non commettete contro quelt uomo una simile
infamia». Ma quegli uomini non vollero ascoltarlo. Allora il levita af
ferrò la sua concubina e la portò fuori da loro. Essi la presero e abusa-
rono di lei tutta la notte fino al mattino; la lasciarono andare allo
spuntar dell'alba. Quella donna sul far del mattino venne a cadere al-
!'ingresso della casa del/1 uomo, presso il quale stava z'l suo padrone e ·
là restò finché fu giorno chiaro. Il suo padrone si alzò alla mattina, apri'
la porta della casa e uscì per.continuare il suo viaggio; ecco la donna,
la sua concubina, giaceva distesa alfingresso della casa) con le mani
sulla soglia. Le disse: <<Àlzatz: dobbiamo partire!». Ma non ebbe rispo-
sta. Allora il marito la caricò·sul!'asino e parti' per tornare alla sua abi-
tazione. Come giunse a casa) si munz' di un coltello) a/ferrò la sua con-
cubina e la tagliò, membro per membro, in dodici pezz~· poi li spedi'
per tutto il territorio d)Israele (. .. ) (19, 22-30).
Prosegue il racconto della triste scoria del levita e della sua concubina con il suo tragi-
co epilogo. Degli abitanti di Gabaa circondano infatti la casa del vecchio ospite reclaman-
do la giovane sposa. Inizialmente il vecchio contadino offre la propria figlia e la propria con-
cubina per non tradire il vincolo di ospitalità, ma la violenza ha la meglio e il levita sacrifi-
ca la propria sposa. Distrutta dalle ripetute violenze subite durante la notte, l'indomani mat-
tina la sposa corna dal suo sposo per morire, con un gesto estremo di fedeltà, davanti alla
porta dove alloggiava (Ambrogio).

22 26
- Gli uomini di Gabaa abusano della vergine e una sua coetanea con la quale
concubina era solito dormire, purché non facessero
violenza all'ospite. Ma poiché la ragione
Uomini scellerati circondano la casa servl a poco e prevalse la violenza, il levi-
ta sacrificò sua moglie, e ne abusarono e
Ma quando furono sazi e fu sparec- per tutta la notte si sfogarono su di lei.
chiato, uomini scellerati fecero irruzione Annientata da tale atrocità e dal dolore
circondando la casa. Allora il vecchio of- dell'offesa, ella si abbandonò dinanzi alla
frì a quegli uomini iniqui la propria figlia porta dell'ospite, dove suo marito aveva
La morte della concubina (19, 22-30) 215

preso alloggio, ·e vi esalò l'ultimo respiro, li; considerava più intollerabile la pubbli-
fedele ai sentimenti di una buona sposa ca infamia del disonore privato. Ma quel-
pur nell'estremo dovere della sua vita, li, scatenati dalla furia della follia e accesi
perché volle riservare al marito almeno il dallo stimolo della libidine, tanto più ar-
compito di farle le esequie. dentemente bramavano le belle forme
'Ambrogio, della giovane donna quanto più erano lo-
I doveri 3, 19, 115 ro negate. E, privi di ogni senso del giu-
sto, si facevano beffa delle parole dettate
dall'equità, disprezzando la figlia del vec-
La concubina subisce violenza chio p erché veniva loro offerta a prezzo
di un delitto meno odioso.
Il vecchio esortava alla gioia e con Di conseguenza, poiché le preghiere
numerose e copiose bevute cercava di suggerite dal sentimento di giustizia non
eliminare col vino le preoccupazioni fa- ottenevano alcun risultato e l'ospite ten-
cendole dimenticare: quando, ad un trat- deva invano le sue vecchie mani, non po-
to, li circondano i Gabaoniti, uomini nel tendo contare su nessun aiuto, la donna
vigore degli anni dediti ad ogni dissolu- viene rapita e per tutta la notte è sottopo-
tezza, senza riguardo o moderazione di sta ali' oltraggio. Ma quando la luce del
sorta. Li aveva sedotti la bellezza della giorno pose fine alla sfrenatezza, ella ri-
donna e li travolgeva in ogni follia. Infat- tornò alla porta dell'ospite, non per chie-
ti, conquistati dalla sua awenenza e fidu- dere di vedere il marito, che piuttosto ri-
ciosi di raggiungere il loro scopo per la teneva di dover evitare per la vergogna
vecchiezza dell'ospite e l'insufficienza del miserevòle oltraggio subito, ma per at-
del suo aiuto, chiedono la donna e batto- testare all'uomo i suoi sentimenti d'affet-
no alla porta. to, pur dopo aver perduto la sua castità,
Pertanto il vecchio, uscito, li pregava ed esibire - davanti alla porta ospitale -
di non contaminare la mensa ospitale con col loro pietoso aspetto le proprie spoglie
un turpe misfatto e di non credere di po- oltraggiate. Il levita, uscito, avendola tro-
ter violare un diritto degno di rispetto an - vata distesa a terra, pensando che non
che per le selvagge nazioni dei popoli osasse sollevare il volto per la vergogna
barbari. Quel suo compatriota, un israe- cominciò a consolarla dicendo che aveva
lita legato dal vincolo di un legittimo ma- soggiaciuto a così grave offesa non di pro-
trimonio, non poteva essere colpito da pria volontà, ma contro il proprio volere;
un'offesa cosl atroce senza che il Signore la invitava ad alzarsi e ad entrare in casa
del cielo se ne sdegnasse. Ma quando si insieme con lui. Ma ·siccome non riceveva
accorse di avere poco successo, aggiunse risposta, cercava di risvegliarla dal sonno
che aveva una figlia vergine; l'offriva loro alzando la voce, convinto che dormisse.
con maggiore dolore perché padre, ma Ambrogio,
con minore danno delle relazioni ospita- Lettere 57, 7-9

/
216 Giudici

'
(ISRAELE SI IMPEGNA A VENDICARE IL DELIITO DI GABAA (20, 1-11)]

I FIGLI DI BENIAMINO SI PREPARANO ALLA BAITAGLIA

Le tribù d'Israele mandarono uomini in tutta la tribù di Beniamino a


dire: «Quale delitto è stato commesso in mezzo a voi? Dunque consegnate-
ci quegli uomini iniqui di Gabaa, perché li uccidiamo e cancelliamo il male
da Israele». Ma i figli di Beniamino non vollero ascoltare la voce dei loro
fratell~ gli Israeliti(. .. ) (20, 12-18).

Commosso per l'atroce episodio, tutto il popolo, radunatosi, decide di muovere guer-
ra ai Gabaoniti, ma prima di un conflitto armato, per evitare lo scontro viene posta come
condizione la consegna dei responsabili del delitto (Ambrogio).

12 13
· Gli Israeliti cercano i re!>ponsabi'li revano al combattimento; tuttavia il con-
del delitto siglio dei più saggi fece prevalere l'opinio-
ne che non si doveva giungere ad un con-
Viene richiesta la consegna dei re- flitto armato con dei concittadini, ma pri-
sponsabili del delitto ma si dovevano tentare trattative nei ri-
guardi di quell'azione scellerata e decide-
Ma quando fu chiara la certezza che re mediante patti la soddisfazione dovuta
era veramente morta, riportò a casa il ca- per la colpa. Non sembrava giusto che la
davere sul dorso del giumento e, dopo pena del delitto di pochi ricadesse su tut-
aver diviso le membra della donna in do- ti e la colpa personale dei giovani mettes-
dici parti, le inviò alle singole tribù di se in pericolo le condizioni della pubblica
Israele. Commosso da questo gesto, tutto salvezza. Perciò mandarono degli uomini
il popolo si radunò a Massefat e, cono- che intimassero ai Gabaoniti di consegna-
sciuta colà per bocca del levita la ragione re i responsabili di un delitto così atroce;
delle sue lagnanze, tutti furono eccitati al- in caso contrario, sapessero che non era
la guerra, stabilendo che non fosse lecito minor colpa l'aver difeso un così grave
a nessun uomo entrare nella propria ten- misfatto che I'averlo commesso.
da prima di .punire gli autori di così orri- Ambrogio,
bile delitto. Nel loro animo, dunque, cor- Lettere 57, 1O

(ISRAELE AITACCA I FIGLI DI BENIAMINO (20, 19-28)]


ISRAELE SCONFIGGE I FIGLI DI BENIAMINO

Israele tese quindi un agguato intorno a Gabaa. (. .. )


C'era un segnale convenuto fra gli' Israeliti e quelli dell'imboscata: que-
sti dovevano fare salire dalla città una colonna di fumo. Gli Israeliti aveva-
Israele sconfigge i figli di Beniamino (20, 29-48) 217

no dunque voltato le spalle nel combattimento e gli uomini di Beniamino


avevano cominciato a colpire e uccidere circa trenta uomini d'Israele. Essi
dicevano: «Ormai essi sono sconfitti davanti a no~ come nella prima batta-
glia!». Ma quando il segnale, la colonna di/umo, cominciò ad alzarsi dalla
città, quelli di Beniamino si voltarono indietro ed ecco tutta la città saliva
in fiamme verso il cielo. Allora gli Israeliti tornarono indietro e gli' uomini
di Beniamino furono presi dal terrore1 vedendo il disastro piombare loro ad-
dosso. Voltarono le spalle davanti agli Israelt'ti e presero la via del deserto;
ma i combattenti ll incalzavano e quelli che venivano dalla città piombava-
no in mezzo a loro massacrandoli. Circondarono i Beniaminitz: li inseguiro-
no senza tregua, li incalzarono fino di fronte a Gabaa dal lato di oriente.
Caddero dei Beniaminiti diciottomila uomini: tutti valorosi. I superstiti vol-
tarono le spalle e fuggirono verso il deserto, in direzione della roccia di Rim-
mon e gli Israeliti ne rastrellarono per le strade cinquemila, li incalzarono
fino a Ghideom e ne colpirono altri duemila. Cosi' il numero totale dei Be-
niaminiti: che caddero quel giorno, fu di venticinquemila, atti a maneggia-
re la spada, tutta gente di valore. Seicento uomini~ che avevano voltato le
spalle ed erano fuggiti verso il deserto, raggiunsero la roccia di Rimmon, ri-
masero alla roccia di Rimmon quattro mesi. Intanto gli Israeliti tornarono
contro i figli di Beniamino, passarono a fil di spada nella città uomini e be-
stiame e quanto trovarono e diedero alle fiamme anche tutte le città che in-
1

contrarono (20, 29-48).


La guerra tra il popolo di Israele e Beniamino si risolve con la sconfitta di quest'ulti-
mo. Il racconto dimostra quanto i padri onorassero la castità, arrivando persino ad uno
scontro fratricida per vendicare la violenza subita dalla sposa del levita (Ambrogio). I figli
di Beniamino sono salvati dalla totale distruzione per un atto provvidenziale, in vista del-
.I, apostolo Paolo, della tribù di Beniamino (Girolamo).

I
4
o-4s La tribù di Beniamino viene quasi' pena della propria dissolutezza. Nella
completamente distrutta condanna fu anche stabilito che nessuno
dei padri desse loro in moglie la propria
La violazione della castità viene ven- figlia, e quest'impegno fu confermato col
dicata sacro vincolo del giuramento. Ma poi,
pentiti di aver pronunciato contro fratel-
Per dirla in breve, appreso I'acca- li una cosl dura sentenza, ne mitigarono
duto, quasi tutto il popolo di Israele, in- la severità concedendo che. prendessero
fiammato di sdegno, entrò in guerra e, in moglie le giovani orfane i cui padri
sebbene la lotta avesse esito incerto, tut- erano stati uccisi per la loro colpa o for-
tavia al terzo scontro la tribù di Benia- massero una unione mediante ratto, per-
mino si arrese al popolo di Israele e, ché, per la scelleratezza di una così tur-
condannata dal giudizio divino, subl la pe azione, coloro che avevano violato i
218 Giudici

.
diritti del matrimonio altrui si erano mo- rebbero estinti, se la natura di un luogo
strati indegni di ottenere legittime noz- elevato non avesse protetto seicento uo-
ze. Ma perché il popolo non perdesse mini, facendoli sopravvivere alla guerra.
una delle sue tribù, si ammise la scappa- Cosl infatti narra il racconto della Sacra
toia di questo sotterfugio. Scrittura, di cui è conveniente considera-
Ambrogio, re il contenuto.
I doveri 3, 19, 116 · Ambrogio,
Lettere 57, 1-2

Difesa della castità


Distruzione della tribù di Beniamino
Tu sai ciò che è avvenuto e si è asso-
dato nel nostro giudizio; e per questo Ma siccome, pur essendo superiori
vengo ora a colloquio con te come con per la loro causa e il loro numero, ave-
una parte dell'anima mia, dovendo espri- vano dovuto indietreggiare essendo ri-
merti le mie lagnanze dolorose e amiche- sultati inferiori per l'esito della batta-
voli per le offese recate alla castità. Era glia, nella convinzione che Dio fosse
opportuno che la causa della verginità, sdegnato con loro cercarono di riguada-
formalmente non proposta e senza audi- gnare il favore celeste con digiuni e
zione della difesa, fosse giudicata in mo- pianti particolarmente intensi. Così, do-
do da non poter essere risolta a suo fa- po aver implorato la pace del Signore,
vore? Cioè: se non con sua offesa, se non ritornarono più accaniti in guerra, come
facendola passare da una condizione di era possibile per quelli cui il responso
onorevole riservatezza all'indecorosa divino aveva infuso coraggio e accre-
esibizione dd proprio corpo, per offrire sciuta la speranza. E dopo che ebbero
evidentemente una significativa testimo- finito di cedere, sul fronte dd combatti-
nianza di sé, così da essere esposta al lu- mento, ed ebbero predisposto nel corso
dibrio ed essere bollata di sfrontatezza? della notte imboscate alle spalle della
Hai, dunque, concesso questo privilegio città dove si trovava l'esercito nemico,
all'integrità, un onore tale che invoglierà mentre essi si ritirano e quelli li inseguo-
e inviterà con loro gioia le giovani che no, offertasi loro la possibilità di irrom-
pensano di dover assumere questo com- pere nella città, e subito essendo stato
pito, per cui esse perderanno la libertà appiccato il fuoco ed essendosi l'incen- ·
di affermare ciò che vogliono, come tut- dio diffuso, il fragore delle fiamme e la
ti gli altri, e non saranno tutelate dal di- vampa imperversante diedero l'impres-
ritto e dalla legge ecclesiastica o da quel- sione che la città fosse stata conquistata.
lo dello Stato, privilegio che non richie- Perciò i loro si persero d' animo e i ne-
derà un accusatore, non solleciterà uno mici si rinfrancarono. Infatti i combat-
che chiami in giudizio, ma si rivestirà so- tenti della tribù di Beniamino, suppo-
lamente di sfrontatezza e si abbandone- nendo di essere stati completamente
rà all'offesa? circondati, prima di essere assaliti alle
I nostri maggiori non avevano in ta- spalle si dispersero e cominciarono a
le disprezzo l~ castità, cui tributavano un fuggire nel deserto, e Israele - al contra-
così grande ossequio da ritenere di dover rio - a incalzarli da due parti e a inse-
intraprendere una guerra contro i profa- guirli mentre si sbandavano. .
natori della pudicizia. Perciò ebbero un Così furono uccisi in venticinque-
tale desiderio di vendetta, che tutti i mila, cioè quasi tutti gli uomini della tri-
membri della tribù di Beniamino si sa- bù di Beniamino, meno seicento che,
Gli Israeliti st' pentono di quanto fatto a Beniamino, loro fratello (21, 1-7) 2l 9

occupata la posizione ben protetta di re cosl ogni successione che ne rinno-


una rupe scoscesa, si resero temibili per vasse il nome.
i vincitori sia per la natura del luogo, Ambrogio,
Lettere 57, 12-13
che era loro di aiuto, sia perché privi di
ogni speranza. Infatti il successo induce
alla prudenza, nelle sconfitte la vendet- Fuga provvidenziale
ta vale come vittoria. Né un buon nu-
mero di donne sfuggl a un così grave A Gabaa, rasa al suolo, (Paola) si
trattenne pochissimo; essa ricordava il
pericolo, ma tutto il sesso femminile
suo peccato, la concubina fatta a pezzi e i
della tribù di Beniamino con fanciulli e
seicento uomini della tribù di Beniamino
fanciulle e gente di ogni età perì di spa- rimasti superstiti in vista dell'apostolo
da o nel fuoco. Si aggiunse il giuramen- Paolo (cf. Rm 11, l; Fil 3, 5).
to di non dare la propria figlia in moglie Girolamo,
a un uomo di quella tribù, per elimina- Lettere 108, 8

GLI ISRAELITI SI PENTONO DI QUANTO f ATIO A BENIAMINO, LORO FRATELLO

Gli Israeliti avevano giurato a Mizpa: «Nessuno di noi darà in moglie


la figlia a un Beniaminita». Il popolo venne a Bete/, dove rimase fino al-
la sera davanti a Dio, alzò la voce prorompendo in pianto e disse: «Signo-
re, Dio d'Israele, perché è avvenuto questo in Israele, che oggi in Israele
sia venuta meno una delle sue tribù?». Il giorno dopo il popolo si alzò di
buon mattino, costruì in quel luogo un altare e offri' olocausti' e sacrifici di
comunione. Poi gli Israeliti dissero: «Chi è fra tutte le tribù d'Israele che
non sia venuto all'asse~lea davanti al Signore?». Perché e' era stato que-
·sto grande giuramento contro chi non fosse venuto alla presenza del Signo-
re a Mizpa: «Sarà messo a morte». Gli' Israeliti si pentt'vano di quello che
avevano fatto a Beniamino loro fratello e dz'cevano: «Oggi è stata soppres-
sa una tribù d'Israele. Come faremo per le donne dei superstiti, perché ab-
bia.m o giurato per t'l Signore di non dar loro in moglie nessuna delle no-
stre figlie?» (21, 1-7).
Viene ancora una volta elogiato il rispetto dei padri per la virtù, dimostrato dal voto di
non concedere nessuna figlia di Israele ai Beniaminiti sopravvissuti; il voto prevede che i fi-
gli di Beniamino possano prendere moglie con un ratto piuttosto che con il sacramento del
matrimonio. Tuttavia, il timore che una delle tribù di Israele possa estinguersi, induce a con-
siderare l'ipotesi di un rimedio che possa risolvere la situazione (Ambrogio).
220 Giudici

1
Nessuna donna sarà data a un Benia- to. Deposte le arrrù, i figli di Israele - radu-
minita nandosi insieme - innalzarono un gran
pianto e fecero un digiuno, afflitti che
Cura dei padri per la virtù una delle tribù fosse perita per opera di
fratelli e fosse stata distrutta una valida
Quanta cura ebbero dell'onestà i no- porzione del loro popolo. A buon diritt'o,
su·i maggiori! Essi vendicarono con una è vero, si era combattuto per la punizio-
guerra l'ingiuria subita da una sola donna ne della colpa contro i difensori di mi-
per la violenza di uomini senza freno e, sfatti ignominiosi, ma il popolo si era ri-
vinta la tribù di Beniamino, giurarono volto miserevolmente contro le proprie
che non avrebbero dato le proprie figlie viscere, ed entrambe le parti erano state
in matrimonio. Quella tribù sarebbe ri- ridotte a mal partito dalla guerra intesti-
masta senza alcun rinforzo di discenden- na. L'effusione del pianto provocò la sof-
ti, se non avesse ricevuto il consenso per ferenza dell'animo e promosse un senti-
un necessario sotterfugio. Tuttavia una mento d'affetto, la ragione prese il posto
tale condiscendenza non sembra sia esen- della ferocia. Dei messi inviati a quei sei-
te da una pena corrispondente alla vio- cento uomini della tribù di Beniamino,
lenza commessa, poiché a loro fu sol0 che da quattro n1esi si difendevano sfrut-
permesso di dare origine all'unione co- tando l'altezza di rupi scoscese o la man-
niugale mediante un rapimento, non già canza di mezzi del deserto, che era tale <la
con un patto di giuste nozze. costituire un pericolo per gli assedianti,
Ambrogio, deplorarono quella comune sventura per
I doveri 3, 19, 111 cui gli uni avevano perduto i compatrio·
ti, gli altri i parenti e i compagni. Tuttavia
non era stata completamente interrotta la
21
• Gli Israeli'# hanno compassione dei successione per ricostruire la tribù: essi
Beniaminiti discutevano tra loro come essere coeren-
ti con l'impegno del giuramento e impe-
Il risentimento si muta in pentimento dire che una ddle tribù scomparisse stac-
cata dal resto del corpo.
Con la fine della guerra ebbe fine il ri- Ambrogio,
sentimento e il furore si mutò in pentimen- Lettere 57, 14

(LE VERGINI DI lABES VENGONO DATE IN MOGLIE AI BENIAMINITI (21, 8-15)]


IL RATIO DELLE FIGLIE DI SILO

Gli anziani della comunità dissero: «Come procureremo donne ai su-


perstiti~ poiché le donne beniaminite sono state distrutte?». Soggiunsero:
«Le proprietà dei superstiti devono appartenere a Beniamino perché non
sia soppressa una tribù in Israele. Ma noi non possiamo dar loro _in moglie
le nostre figlie, perché gli Israeliti hanno giurato: Maledetto chi darà una
moglie a Beniamino.'». Aggiunsero: «Ecco ogni anno si fa una festa per il
Il ratto delle figlie di Si'lo (21, 16-25) 221

Signore a Silo») che è a nord di Bete!) a oriente della strada che va da Be-
te/ a Sichem e a mezzogiorno di Lebona. Diedero quest'ordine ai figli di
Beniamino: «Andate, appostatevi nelle vigne e state a vedere: quando le
fanciulle di Silo usciranno per danzare in coro, uscite dalle ·vigne, rapite
ciascuno una donna tra le fanciulle di Silo e ve ne andrete nel paese di Be-
niamino». (... )
In quel tempo non c'era un re in Israele; ognuno faceva quel che gli pa-
reva meglio (21, 16-25). ·
La soluzione viene trovata permettendo ai figli di Beniamino di prendere in moglie le
orfane dei padri uccisi per loro colpa o per ratto, assicurando così la sopravvivenza della tri-
bù (Ambrogio). Riferita al tempo presente, l'espressione «non c'era un re in Israele» va com-
presa nel senso che le discordie all'interno della Chiesa sono l'esito dell'allontanamento dal
vero Dio e Re dell'universo (Basilio Magno).

11 21
- La tribù di Beniamino non viene 2
' Non e)era nessun re in Israele
soppressa
Essere governati dal Signore
. Severità mitigata
Soffrendo dunque a lungo di questo stato
Nella condanna fu anche stabilito che di cose e, come ho <letto, cercando di
nessuno dei padri desse loro in moglie la scrutarne la causa, mi venne in mente il
propria figlia, e quest'impegno fu confer~ Libro dei Giudici che racconta come cia-
mato col sacro vincolo del giuramento. scuno facesse ciò che era retto agli occhi
Ma poi, pentiti di aver pronunciato con- suoi, e spiega anche il perché ciò avvenis-
tro fratelli una cosl dura sentenza, ne mi- se, dicendo: In quei giorni non e'era re in
tigarono la severità concedendo che Israele. Ricordandomi pertanto di ciò,
prendessero in moglie le giovani orfane i pensai la stessa cosa a proposito d~ quan-
cui 'padri erano stai uccisi per loro colpa to avveniva al presente, il che forse è ter-
o formassero una unione mediante ratto, ribile e strano a dirsi, ma se ci si pensa è
· perché, per la scelleratezza di una così verissimo: se anche ora, cioè, tale discor-
turpe azione, coloro che avevano violato i dia e lotta fra coloro che sono nella Chie-
diritti del matrimonio altrui si erano mo- sa non sia provocata dal disprezzo per
strati indegni di ottenere legittime nozze. l'unico e grande e verace e solo re di tut-
Ma perché il popolo non perdesse una ti, distaccandosi ognuno dall'insegnamen-
delle sue tribù, si ammise la scappatoia <li to del Signore nostro Gesù Cristo, riven-
questo sotterfugio. dicando di propria autorità determinati
Ambrogio, pensieri e regole proprie, e volendo piut-
I doveri 3, 19, 116 tosto comandare in opposizione al Signo-
re che essere dal Signore governati. .
Basilio Magno,
Il giudizz"o di Dio 656A-656B
RUT

NOEMI E LA SUA FAMIGLIA

Al tempo in cui governavano i giudici, ci fu nel paese una carestia e un


uomo di Betlemme di Giuda emigrò nell~ampagna di Moab, con la moglie
e i suoi due figli. Quest'uomo si chiamava Elimelech, sua moglie Noemi e i
suoi due figli Maclon e Chilion; erano E/ratei di Betlemme di Giuda. Giun-
ti nella campagna di Moab, vi si stabilirono. Poi Elimelech, marito di Noe-
mi: morì ed essa rimase con i due figli. Questi.sposarono donne di Moab,
delle quali una si chiamava Orpa e l'altra Rut. Abitavano in quel luogo da
·circa dieci annz: quando anche }vf.aclon e Chilion morirono tutti e due e la
donna rimase priva dei suoi due figli e del marito. Allora si alzò con le sue
nuore per andarsene dalla campagna di Moab, perché aveva sen#to dire che
il Signore aveva visitato il suo popolo, dandogli pane. Partì dunque con le
due nuore da quel luogo e mentre era in cammino per tornare nel paese di
Giuda Noemi disse alle due nuore: «Andate, tornate ciascuna a casa di vo-
stra 111adre; il Signore usi bontà con voi: come voi avete fatto con quelli che
sono morti e con me!» (... )Allora esse alzarono la voce e piansero di nuovo;
Orpa baciò la suocera e part~ ma Rut non si staccò da lei (1, 1-14).
La carestia, esito dell'allontanamento dai precetti divini, fu la ragione che spinse Eli-
melech ad abbandonare la patria con la moglie e i figli (Girolamo). Rut fu inserita nella ge-
nealogia di Gesù perché con la propria virtù superò la Legge (Ambrogio). Meritorio è il fat-
to che Rut dette conforto a Noemi: dalla sua discendenza nacque Gesù (Girolamo). L'infe-
deltà di Orpa e la fedeltà di Noemi alludono alle due diverse strade seguite da chi persegue
la salvezza in Cristo e chi cade nella dannazione allontanandosi da lui (Paolino di Nola).

14
• La famiglia di Elimelech emigra a sòle si fermò a causa dei prevaricatori del-
Moab la Legge, affinché, visto un tale miracolo,
ritornassero al Signore loro Dio. E poiché
La ragione dell'esilio di Elimelech non si curarono di fare questo, per questo
Dicono infatti gli Ebrei che questo crebbe la miseria, tanto che quello, che
fosse Elimelech, il marito di Noemi, padre sembrava il più potente nella tribù di Giu-
di Maclon e Chilion, al tempo del quale il da, non solo per la carestia fu costretto ad
224 Rut

. '

e
abbandonare la patria con la moglie i fi- per abitare nel territorio di Moab insieme
gli, ma nello stesso peregrinare morì insie- con la moglie e i due figli; l'uomo si chia-
me ai propri figli. mava Elimelek, la moglie Noemi. I suoi fi-
Girolamo, gli presero in moglie due Moabite - una
Questioni ebraiche sui Paralipomeni, aveva per nome Orpa, l'altra Rut - si fer-
1438A-B marono là circa dieci anni, poi morirono.
La donna, privata dei suoi due figli e sen-
za lappoggio del marito, essendo venuta a
Superiore alla Legge sapere che Dio visitava Israele, si appresta-
va a ritornare al suo paese, e si mise a con-
Se dunque abbiamo compreso che vincere le spose dei suoi figli perché rien-
Tamar fu inserita nella genealogia del Si- trassero nelle loro famiglie. Una acconsen-
gnore a motivo del mistero, dobbiamo tì, Rut invece rimase con la suocera. Que-
pensare senza alcun dubbio che· per la stes- sta le andava dicendo: Ecco, la tua cognata
sa ragione anche Rut (cf. Mt 1, 5) non fu è già tornata al suo popolo e ai suoi dè4· tor-
affatto dimenticata: e sembra che il santo na ·indietro anche tu con la tua cognata, ma
Apostolo abbia voluto pensare a lei, quan- Rut le rispose: Non mi' avvenga che io ti' ab-
do previde in spirito che la vocazione di bandoni e torni al mio dio, perché dovun-
genti straniere doveva diventare frequente que andrai tu, andrò anch'io con te, e dove
per mezzo del Vangelo, dicendo che la abz'tera4 abiterò. Il tuo popolo sarà il mio
Legge non è stata stabilita per i· giusti, ma popolo e il tuo Dio sarà il mio Dz'o. E dove
per glt' iniqui (cf. 1 I'm 1, 9). Come mai morrai tu, morrò anch'io, e dove sarai sep-
Rut, la quale era una straniera, si maritò pellita, anch'io mi farò seppellire (Rt 1,
con un Giudeo? E per quale motivo 15ss.). Così le due donne giunsero a Be-
l'evangelista pensò che nella genealogia di tlemme. E Booz, proavo di Davide, aven-
Cristo si dovesse far menzione di quel ma- do con.o sciuto un tale comportamento e
trimonio, ch'era vi~tato da tutto il com- una tale pietà verso la suocera, una tale fe-
plesso della Legge (Dt 7, 3)? Allora il Sal- deltà verso il marito defunto, una tale ve-
vatore non ha tratto origine da una succes- nerazione verso Dio, se la scelse in moglie
sione legittima? Sembrerebbe un disono- per suscitare UQa discendenza al suo pa-
re, se non ti rifai al pensiero dell'Apostolo, rente defunto, secondo la Legge di Mosè.
secondo cui la Legge non è stata stabilita Ambrogio,
per i giusti ma per gli iniqui. In realtà, co- Esposizione del vangelo secondo Luca
me mai costei ch'era una straniera, e per di . 3, 30-31
. più una Moabita, entrò nella comunità?
Tanto più che la ·Legge di Mosè proibiva
siffatte nozze (cf. Es 34, 16) e teneva lonta-
Dalla sua discendenza nasce Cristo
ne le Moabite dalla comunità - sta scritto
infatti: I Moabiti non entreranno nella co- Lo so bene: ti torna in mente come
munità del Signore fino alla terza e alla Blesilla ti parlava, le sue carezze, le sue
quarta generazione e per sempre (Dt 23, 3) parole, la sua compagnia; e non sai rasse-
-. Non forse perché, conducendo una vita gnarti al fatto che ti siano venute a man-
santa e immacolata (cf. E/ 5, 27), essa di- care tutte queste cose. Capisco le lacrime
ventò superiore alla Legge? (. .. ) Quando, di una madre, ma c'è pure una misura nel
al tempo dei Giudei, in epoche ormai lon- dolore! Se penso che sei sua madre, non
tane, la carestia metteva alle strette gli ti rimprovero perché piangi; ma se ti pen-
Israeliti, un uomo lasciò Betlemme, città di so cristiana, anzi, monaca cristiana, que-
Giuda, nella quale nacque poi il Cristo, sti titoli mi sembrano escludere quello di
Il ritorno a Betlemme (1, 15-22) 225

madre 1. È vero, la ferita è fresca; e que- '


4
Rut non abbandona" Noemi
sto modo di trattarla, per quanto possa
essere delicato, più che guarirla la irrita. Due opposte·direzioni
Ma perché, allora, la ragione non riesce a
vincerla su ciò che anche il tempo miti- Passa ora con occhi attenti ad osser-
gherà? Noemi perse il marito e i figli. Pri- vare Rut, che con un piccolo libro distin-
va dell'aiuto dei suoi, ebbe tuttavia sem- gue i tempi, l'età trascorsa sotto i Giudici
pre al suo fianco la forestiera Rut. Sta' a e quella che ha inizio con i Re; sembra
vedere quanto sia stato meritorio per lei breve questa storia, ma indica i significati
l'aver confortato l'abbandonata: dalla sua misteriosi di una grande guerra, poiché le
discendenza nasce Cristo. Pensa alle pro- due sorelle si separano in opposte dil'e-
ve passate da Giobbe, e t'accorgerai - tu zioni. Rut segue la santa suocera che Or-
che sei tanto delicata! - che lui ha dato pa abbandona; una nuora mostra l'infe-
prova di una pazienza invincibil_e, quan- deltà, laltra la fedeltà; l'una preferisce
do tra le rovine della famiglia, il dolore Dio alla patria, laltra la patria alla vita.
delle piaghe, i lutti senza numero ed in Dimmi, di grazia: non rimane forse que-
ultimo anche le perfide insinuazioni di sta discordia in tutta la terra poiché una
sua moglie, teneva gli occhi volti al cielo. parte segue Dio, l'altra precipita attraver-
Prevengo la tua osservazione: <<Poi- so il mondo? E volesse il cielo che fosse
ché era un giusto, tutto ciò gli è capit~to uguale il numero di quelli che vanno in
per essere messo alla prova!». Ebbene, a rovina e di quelli che si salvano! Invece la
te scegliere, in questa alternativa: o sei via larga attira molti ed un irrevocabile
santa pure tu, e questa è una prova; o sei errore trascina con facile rovina quelli che
peccatrice, e senza ragione allora ti la- precipitano lungo la china.
menti, poiché quanto soffri è molto meno Paolino di Nola,
di quanto meriti. Carmi 27, 529-540
Girolamo,
Lettere 39, 5

IL RITORNO A BETLEMME

(. ..)Ma Rut rispose: «Non insistere con me perché ti abbandoni e torni


indietro senza di te)· perché dove andrai tu andrò anch)io; dove ti fermerai
mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio· do-
ve morirai tu) morirò anch)io e vi sarò sepolta. Il Signore mi punisca ~ome
vuole) se altra cosa che la morte mi separerà da te». Quando Noemi la vide
così decisa ad accompagnarla) cessò di insistere. Così fecero i'! viaggio insie-
me fino a Betlemme. Quando giunsero a Betlemme, tutta la città s'interes-
sò di loro. Le donne dicevano: «È proprio Noemi!». Essa rispondeva: «Non

1 Nel .no~eJ?bre del 384 Blesilla è morta e Girolamo scriv~ a Paola per consolarla della perdita
della propna figlia. · ·
226 Rut

mi chiamate Noemi, chiamatemi Mara, perché l'Onnipotente mi ha tanto


amareggiata/ Io ero partita piena e il Signore mi fa tornare vuota. Perché
chiamarmi Noemi: quando il Signore si è dichiarato contro di me e l'Onni-
potente mi ha resa infelice?»(. .. ) (1, 15-22).
Rut è tipo della Chiesa radunata dai Gentili e, attraverso la confessione del vero Dio,
unita alla comunità dei patriarchi e dei santi (Isidoro di Siviglia). Come quella, anche noi
possiamo unirci alla comunità della Chiesa con una condotta eletta (Ambrogio). La fedeltà
di Rut alla memoria dello sposo e la sua pia condotta sono un esempio (Teodoreto di Cir-
ro). Booz sposò Rut per la sua .fedeltà (Opus t'mper/ectum in Matthaeum). Interpretata in·
senso psicologico, la figura di Noemi rappresenta l'anima del cristiano che si lamenta per la
perdita della virtù e per l'allontanamento dal Signore (Gregorio Magno).

16
Il tuo Dio sarà il mio Dio dicendo: «Esultate, nazioni, con il suo '-
popolo (vale a dire il popolo di Gentili),
Rut prefigura la Chiesa mostra ciò in cui credi; esulta con quelli
che per primi erano stati scelti per la gio-
Occupiamoci o!a di Rut, perché ia eterna» (Rm 15, 1O).
· prefigura la Chiesa. E tipo della Chiesa Isidoro di Siviglia,
in primo luogo perché è una straniera, · Su Rut7
viene dai Gentili, e abbandona la propria
terra di origine e tutto ciò che ad essa ap-
partiene. Camminò verso la terra di Prefigurazione dell'ingresso delle
Israele. E quando sua suocera la dissuase
genti nella Chiesa del Signore
dall'andare con lei, Rut insistette dicen-
do: «Dovunque tu andrai, io verrò; il tuo Se la Legge è stata stabilita per gli
popolo sarà il mio popolo; e il tuo Dio empi e per gli iniqui, senza dubbio Rut, la
sarà il mio Dio. Dove morirai tu, lì mori- quale superò l'ambito della Legge ed en-
rò anche io». Queste parole dimostrano trò nella comunità, diventando un'Israe- .
senza dubbio che era tipo della Chiesa. lita, e meritò di essere annoverata tra gli
Infatti la Chiesa fu chiamata a Dio dai antenati della .stirpe del Signore, scelta
Gentili proprio in questo modo: lascian- per la parentela dell'anima, non del cor-
do la propria terra di origine (ché è l'ido- po, è per noi un grande esempio: in lei fu
latria) e rinunciando a tutte le implica- anticipata l'immagine di tutti noi, che sia-
zioni terrene, confessò che colui nel qua- mo stati raccolti dalle genti per entrare
le i santi credettero è il Signore Dio; che ·nella Chiesa del Signore. Imitiamola,
essa stessa andrà dove la carne di Cristo dunque: e come essa, secondo quanto in-
ascese dopo la passione; che nel suo no- segna la storia, meritò per la sua condot-
me avrebbe sofferto in questo mondo fi- .ta il privilegio di farsi accogliere nella co-
no alla morte; che sarebbe stata unita al- .munità, così noi, per la nostra condotta
la comunione dei santi, vale a dire, i pa- eletta, cerchiamo di farci aggregare alla
triarchi e i profeti. Questa compagnia, in a
Chiesa del Signore motivo dei nostri
virtù della quale Rut potrebbe essere in- meriti.
serita nella genealogia dei santi a partire Ambrogio,
da Abramo, ce la rivelò Mosè nel cantico Esposizione del vangelo secondo Luca 3, 30
Il ritorno a Betlemme (1, 15-22) 227

20
Un esempio di pietà Non mi chiamare Noemi
Il racconto ci insegna infatti anche
Pianto sulla propria rovina
le tristi vicende di Noemi, la lodevole
perseveranza, la temperanza delle giova- Descrivendo le altezze della contem-
ni spose, e l'affetto per la suocera; in plazione, mi avete indotto a rinnovare il
particolare di Rut, che per pietà d'animo pianto sulla mia rovina, dal momento che ·
e in memoria del proprio marito preferì riascoltavo ciò che interiormente ho per-
ai propri genitori una donna vecchia e in duto, essendo salito esteriormente, senza
miseria. alcun merito, al culmine del governo. Sap-
Teodoreto di Cirro, piate che sono stato preso da tanta tristez-
Questioni su Rut 1, 52 lA za da riuscire a stento a parlare. Gli occhi
della mia mente sono assediati dalle tene~
bre del dolore. Mi è fonte di tristezza ogni
Meriti della fedeltà di Rut cosa che vedo; tutto quello che è stimato
motivo di piacere, appare motivo di la-
Booz dunque prese in moglie una mento al mio cuore. Considero a quale
Moabita di nome Rut. In che modo la spregevole culmine di promozione este-
sposò, ho stimato superfluo esporlo, dal riore sono acceso, cadendo dall'elevata ci-
momento che la Scrittura è assolutamen- ma della mia quiete. Mandato, per le mie
te esaustiva su tutte queste vicende. Di- colpe, nell'esilio delle occupazioni esterio-
ciamo soltanto che Booz sposò Rut in ra- ri, lontano dalla faccia di Colui che domi-
gione della sua fedeltà, poiché non si cu- na, quasi con le parole della Giudea di-
rò del proprio popolo, della propria ter- strutta dico con il profeta: Colui che mi
ra, della propria famiglia, e scelse Israele, consolava si è allontanato da me (Lam 1,
non abbandonò la suocera, vedova e esu- 16). Quanto poi al fatto che, instaurando
le, spinta dal desiderio del suo popolo un rapporto di similitudine tra realtà e no-
più che dalla mancanza del proprio. Re- me, nella vostra lettera formiate clausole
spinse gli dèi dei suoi padri, e scelse il declamatorie, fratello carissimo, voi chia-
Dio vivente, dicendo tali parole alla suo- mate certamente leone una scimmia, poi-
cera: «Non insistere con me perché ti ab- ché vediamo voi comportarvi allo stesso
bandoni e torni indietro senza di te; per- modo onde spesso chiamiamo tigri e leo-
ché dove andrai tu andrò anch'io; dove ti pardi dei cagnolini scabbiosi. Per me, mio
fermerai mi fermerò; il tuo popolo sarà il caro, è come se avessi perduto i figli~ per-
mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio; ché a causa delle cure temporali ho smes-
dove .morirai tu, morirò anch'io e vi sarò so di compiere opere buone. Non vogliate
sepolta. Il Signore mi punisca come vuo- quindi chiamarmi Noemi, cioè bella, ma
le, se altra cosa che la morte mi separerà chiamatemi Mara, perché sono piena di
da.te». amarezze.
Opus imperfectum in Matthaeum, Gregorio Magno,
Omelia l, 619 Lettere 1, 6
228 Rut

RUT NEL TERRENO DI Booz

Noemi aveva un parente del marito, uomo potente e ricco della famiglia
di Elimelech, che si chiamava Booz. Rut, la Moabita, disse a Noemi: «La-
sciami andare per la campagna a spigolare dietro a qualcuno agli occhi del
quale avrò trovato grazia». Le rispose: «Va', figlia mia»(. .. ) (2, 1-7).
La vedova Noemi riceve il sostegno della nuora Rut come ricompensa dcll>istruzione
impartita (Ambrogio).

2
Rut va a spigolare nella campagna pria nuora, non potrà mancare della pro-
pria Rut che preferisca la vedovanza del- ,
I frutti di una buona educazione la suocera alla casa paterna. E se anche ·,
suo marito fosse morto> non abbandoni
O ti pare trascurabile la vedova la suocera, ma la nutra se è bisognosa, la
Noemi che sosteneva la propria ·vedo- consoli se è afflitta, e non se ne vada, an-
vanza con i manipoli dell'altrui messe> che se è rimandata a casa sua. Infatti un
dal momento che, oppressa dall'età, era ottimo insegnamento non conosce indi-
nutrita dalla nuora? Infatti al sostegno e genza. Cosl Noemi, dopo aver perduto
all'aiuto delle vedove giova anche che es- due figli e il marito, lei che non aveva più
se insegnino alle nuore come possano il pregio della fecondità, non perse la ri-
dare sostegno alla loro vecchiaia avanza- compensa della pietà; infatti trovò con-
ta> e ricevano anche, come salario del- solazione per l'afflizione e sostegno per
l'istruzione impartita, la dcompensa per l_a povertà.
il lorò insegnamento. Infatti la vedova Ambrogio,
che ha ben istruito, ben educato la pro- Le vedove 6, 33

Booz TRATTA RUT CON GENTILEZZA

Allora Booz disse a Rut: «Ascolta, figlia mia, non ·andare a spigolare in
un altro campo; non allontanarti di qui: ma rimani con le mie giovani>> (... ).
Booz le rispose: «Mi è stato riferito quanto hai fatto per tua suocera dopo la
morte di tuo marito e come hai abbandonato tuo padre, tua madre e la tua
patria per venire presso un popolo, che prima non conoscevi. Il Signore ti ri-
paghi quanto hai fatto e il tuo salario ~ia pieno da parte del Signore, Dio
d'Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti>>. (. .. ) Così' essa splgolò nel
campo fino alla sera; batté quello che aveva raccolto e ne venne circa una
quarantina di chili di orzo. (. .. )La suocera le chiese: «Dove hai spigolato og-
gi? Dove hai lavorato? Benedetto colui che si è interessato di te.'». Rut rife-
rì alla suocera presso chi aveva lavorato e disse: «I:uomo presso il quale ho
Rut si corica accanto a Booz (3, 1-18) 229

lavorato oggi si chiama Booz». Noemi disse alla nuora: «Sia benedetto dal
Signore, che non ha rinunciato alla sua bontà verso i vivi e verso i morti.'».
Aggiunse: «Questo uomo è nostro parente stretto,· è d.i quelli che hanno su
di :noi il diritto di riscatto» (. .. ) (2, 8-23 ).
Per come si comportò con Rut, Booz è un esempio di generosità. Dio ricompensò le
virtù di Rut facendola progenitrice della benedizione delle nazioni. Noemi benedice il pro-
prio sconosciuto benefattore per aver seguito i precetti di Mosè in merito alle vedove (Teo-
doreto di Cirro).

12
Il Signore ti ricompensi lo divise con lei il cibo; ma divenne anche
ministro del proprio beneficio, non aven-
Un generoso ministro di liberalità do ordinato ad un altro di amministrarlo,
ma avendo egli stesso preparato le farine,
Il racconto ci mostrò anche la virtù e avendo offerto con grande liberalità i
di Booz. Non solo infatti divise con gene- pam.
rosità il pane con Rut, ma la incoraggiò Teodoreto di Cirro,
anche con queste parole: «Ascolta, figlia Questioni su Rut l , 521BC
mia, non andare a spigolare in un altro
campo; non allontanarti di qui, ma rima-
ni con le mie giovani». Dopo averla invi- 20
La benedizione di Noemi
tata a bere e a mangiare con i mietitori,
aggiunse: <<Mi è stato riferito quanto hai Un animo grato
fatto per tua suocera dopo la morte di
tuo marito e come hai abbandonato tuo Con animo grato, la suocera ricam-
padre, tua madre e la tua patria per veni- biò con le benedizioni il benefattore as-
re presso un popolo, che prima non co- sente. Disse infatti: «Sia benedetto chi ti
. nascevi. Il Signore ti ripaghi quanto hai ha conosciuto, perché saziò un'anima
fatto e il tuo salario sia pieno da parte del senza cibo, come fece con ciò che fece».
Signore, Dio d'Israele, sotto le cui ali sei «Infatti - dice-, non considerò la tua po-
venuta a rifugiarti». E la benedizione si è vertà, ma il legislatore, che prescrisse di
realizzata. Ricevette infatti dal Signore la avere ogni cura delle vedove».
piena ricompensa, divenendo progenitri- Teodoreto di Cirro,
ce della benedizione delle genti. Non so- Questioni su Rut 1, 521C

RUT SI CORICA ACCANTO A Booz

Noemi: sua suocera, le disse: «Figlia mia, non devo io cercarti una siste-
mazione, così che tu sia felice? Ora, Booz, con le cui giovani tu sei stata, non
è nostro parente? Ecco, questa sera deve ventilare l'orzo sull'aia. Su dunque,
profumati: avvolgiti nel tuo manto e scendi ali'aia/ ma non ti far riconosce-
re da lui: prima che egli abbia finito di mangiare e di bere. Quando andrà a
230 Rut

dormire, osserva il luogo dove egli dorme; poi va', alzagli la coperta dalla
parte dei piedi e mettiti li' a giacere,· ti dirà lui ciò che dovrai/are». (. .. )
Scese all'aia e fece quanto la suocera le aveva ordinato. Booz mangiò,
bevve e aprì il cuore alla gioia; poi andò a dormire accanto al mucchio d'or-
zo. Allora essa venne pian piano, gli alzò la coperta dalla pdrte dei piedi e si
coricò. Verso mezzanotte quell'uomo si svegliò, con un brivido, si guardò at-
torno ed ecco una donna gli giaceva ai piedi'. Le disse: «Chi set?». Rispose:
«Sono Rut, tua serva; stendi il lembo del tuo mantello sulla tua serva, per-
ché tu hai il diritto di riscatto». Le disse: «Sii benedetta dal Signore, figlia
mia! Questo tuo secondo atto di bontà è migliore anche del primo, perché
non sei andata in cerca di uomini giovani: poveri o ricchi. Ora non terrtere,
figlia mia; io farò per te quanto dici: perché tutti i miei concittadini sànno
che sei una donna virtuosa. Ora io sono tuo parente, ma ce n'è un altro che .
è parente più stretto di me. Passa qui la notte e domani matti'na se quegli
vorrà sposarti: va bene, ti prenda; ma se non gli piacerà, ti prenderò io, per
la vita del Signore! Sta' tranquilla fino al mattino» (. ..) (3, 1-18).
Il consiglio di Noemi a Rut non è immorale, ma è dettate;> dal desiderio di mantenere
viva la memoria del figlio. Il matrimonio di Rut non risponde ad un impulso di voluttà (Teo-
. doreto di Cirro). Rut incarna molte virtù, tra le quali fede, pietà religiosa, obbedienza e ca-
stità; Booz, d'altro canto, incarna umiltà, pietà religiosa e castità (Opus impre/ectum in Mat-
thaeum).

l-
4
Noemi dà a Rut istruzioni per avvici- ta dalla parte dei piedi e mettiti lì a giace-
nare Booz re; ti dirà lui ciò che dovrai fare». A tal
punto confidava nella virtù e nella giusti-
Il consiglio di Noemi zia dell'uomo. I fatti confermarono le pa-
role.
Quando Rut sentì la suocera dire: Teodoreto di Cirro,
«Quell'uomo è nostro parente, un nostro Questioni su Rut 2, 521D-524A
parente stretto», si ricordò della sua
grande gentilezza, e pensò che Booz, in
qualità di parente del marito, volesse spo- 10
La benedizione di Booz
sarla secondo la Legge, così da conserva-
re la memoria del defunto. Questo infatti La legge del matrimonio
racconta quanto segue. La Scrittura dice:
Disse infatti Rut a sua suocera ciò che Quello lodò quanto fatto da Rut,
disse: «Unisciti alle mie fanciulle, finché non tradì la sua virtù, ma rispettò l'unio-
non finiscano tutta la mia messe». No e- ne coniugale secondo la Legge. Disse:
mi, avendo sentito queste parole, le sug- «Sii benedetta dal Signore, figlia mia!
gerisce di sdraiarsi ai piedi di Booz, non Questo tuò secondo atto di bontà è mi-
per conc~dergli la propria grazia; infatti gliore anche del primo, perché non sei
le parole del racconto mostrano il contra- · andata in cerca di uomini giovani, poveri
rio: «Infatti - dice -, va', alzagli la coper- o ricchi». Hai dimostrato, dice, con le co-
Booz alta porta della città (4, 1-6) 231

se che hai fatto, che non hai agito così se- quello, e non pensò che per caso potesse
guendo un desiderio. Infatti saresti anda- allontanarla, come un uomo giusto allon-
ta da persone in giovane età, se non aves- tana una fanciulla lasciva, o che p·otesse
si pensato alla ricchezza, alla povertà, ma ingannarla, e, co"sa che sarebbe stata più
soltanto al godimento del piacere. Invece grave, avrebbe potuto disprezzarla una
sei venuta da un uomo che è per te come volta ingannata, come fanno molti: ma
un padre, Questo infatti significa «Fi- prestando ascolto ai consigli di sua suoce-
glia», e l'ha chiamata così due volte. ra, credette con fiducia che Dio avrebbe
Teodoreto di Cirro, premiato il suo gesto, conoscendo le sue
Questioni su Rut 2, 524B intenzioni, che non il piacere laveva gui-
data a questo, ma era stato il sentimento
religioso a spingerla. Che cosa, d'altra
11 13
- Booz acconsente alla richiesta di parte, è ricordato di Booz? L'umiltà, la ca-
Rut stità e il sentimento religioso. L'umiltà e la
castità perché non la toccò come un lasci-
Virtù di Rut e di Booz vo tocca una fanciulla, né sentì avversione
per lei come un casto con una lasciva: ma
Se infatti non fosse stata ispirata da non appena la ascoltò parlare della Legge,
Dio, non avrebbe detto quanto disse, né non ac.cusò nessuna di tutte queste azioni
avrebbe fatto quanto fece. Che cosa è lo- di lascivia, ma le attribuì tutte al senti-
dato in primo luogo in lei? L'amore per il mento religioso. Né la disprezzò come un
popolo di Israele, la semplicità, I'obbe- ricco disprezza un povero, né ebbe sogge-
dienza o la fedeltà? Certo l'amore per il zione di lei, come una persona matura di
popolo di Israele, perché desiderava a tal un giovane, ma, più preparato nella fede
punto avere figli dal seme di Israele, e di- che nel corpo, la mattina andò alla porta e
ventare una sola con il popolo di Dio. Se chiamò qualcuno della sua famiglia che
infatti avesse desiderato l'unione con un per diritto di parentela considerava più
uomo, come una fanciulla di facili costu- prossimo. Fece valere le proprie ragioni,
mi, piuttosto avrebbe cercato un giovane. ebbe la meglio non tanto per il diritto di
Poiché invece non desiderò soddisfare la parentela, quanto per il favore di Dio che
propria lascivia, ma il sentimento religio- lo aveva scelto, per questo, forse, è detto
, so, scelse una famiglia santa piuttosto che che «prevalse».
la giovane età. Poi la semplicità, poiché Opus imper/ectum in Matthaeum,
entrò spontaneamente sotto la coperta di Omelia 1, 619

Booz ALLA PORTA DELLA CITIÀ

Intanto Booz venne alla porta della città e vi sedette. Ed ecco passare
colui che aveva il diritto di riscatto e del quale Booz aveva parlato. Booz gli
disse: «Tu, quel tale, vieni e siediti qui!». Quello si avvicinò e sedette. Poi
Booz scelse dieci uomini/ra gli anziani della città e disse loro: «Sedete qui».
Quelli sedettero. Allora Booz disse a colui che aveva il diritto di riscatto: «Il
campo che apparteneva al nostro fratello Elimelech, lo mette in vendita
232 Rut

Noemi: che è tornata dalla campagna di Moab. Ho pensato bene di infor-


martene e dirti: Fanne acquisto alla presenza delle persone qui sedute e.al-
la presenza degli anziani del mio popolo. Se vuoi acquistarlo con il diritto
di riscatto, acquistalo, ma se non vuoi acquistarlo) dichia·ramelo, che io lo
sappia; perché nessuno fuori di te ha il diritto di riscatto e dopo di te vengo
io». Quegli rispose: «Io intendo acquistarlo». Allora Booz disse: «Quando
acquisterai il campo dalla mano di Noem~ nell'atto stesso tu acquisterai an-
che Rut, la Moabita, moglie del defunto, per assicurare il nome del defun-
to sulla sua eredità». Colui che aveva il diritto di riscatto rispose: «Io non
posso acquistare con il diritto di riscatto, altrimenti danneggerei la mia pro-
pria eredità; subentra tu nel mio diritto, perché io non posso valermene» (4,
1-6).

La storia di Booz e Rut prefigura la venuta di Giovanni Battista).che anticipa l'unione


di Cristo con la sua casta sposa) la Chiesa) che fu radunata dai Gentili (Isidoro di .Siviglia).
Il modo in cui Booz giunge al matrimonio testimonia la sua castità e la sua intenzione di ri-
spettare la Legge (Teodoreto di Cirro) e fu un atto di pietà religiosa (Opus imper/ectum in
Matthaeum).

i-6 Booz parla con gli anziani nelle loro domande su chi fosse. Egli ri-
spose: «Sono la voce che grida nel deser-
Lo sposo, la sposa e il matrimonio to» (Gv 1, 19-27). Egli confessò la buona
di Cristo con la Chiesa nqvella sul Signore, dicendo: «Chi pos-
siede la sposa è lo sposo». Mostrò che era
Quando Rut entrò nella terra .d i l'amico dello sposo, quando aggiunse:
Israele con la suocera, era stabilito (in vir- «Mal' amico dello sposo) che è presente e
tù delle sue preghiere) che sposasse un l'ascolta, esulta di gioia alla voce dello
uomo della stirpe cU Abramo e che inve- sposo» (Gv 3, 28-29). E così pensarono
ce quella, in un primo momento, pensava che fosse Cristo, perché non comprendo-
fosse il suo parente più prossimo. Quello no che Cristo era venuto nei giorni della
(il parente più prossimo) disse che non visitazione e che quello che prima era sta-
poteva sposarla e, quando quello ebbe ri- to promesso dalle voci dei profeti era lo
nunciato, Booz la sposò, con la testimo- sposo della Chiesa. Ma, come quello ave-
nianza di dieci anziani. Egli (Booz), che va detto a Rut che non era suo parente,
in un primo momento disse che non po- ma dopo Rut fu unita a Booz, così Cristo,
teva sposare quella stessa donna, fu unito che è il vero sposo della Chiesa, colui che
a lei e fu benedetto da dieci anziani. Si le voci di tutti i profeti proclamano, fu ri-
pensa che questo passo prefiguri Giovan- tenuto degno, dai Gentili, di reclamare la
ni Battista, che, quando il popolo di Chiesa, di presentare a Dio Padre innu-
Israele pensava che fosse Cristo e gli fu merevoli genti sparse in tutto l'universo,
chiesto chi fosse, non negò chi fosse, ma perché il suo parente si tolse i sandali. ·
lo confessò dicendo che non era Cristo. E Isidoro di Siviglia)
quelli che erano stati mandati insistevano SuRut7
Booz riscatta le proprietà di Elimelech (4, 7-12) 233

La castità di Booz Il matrimonio di Booz è un atto di


Tale fu il valore delruomo che custo-
pietà
dì la virtù di una giovane fanciulla di bel- Dunque Bo.oz prese_quella in moglie
1'aspetto che di notte era andata da lui, e per la sua fede, cosicché dalla santità di
ha sottoposto il fatto alla legge, ·e non la un tale matrimonio nascesse una proge-
sposò contro la legge, ma parlò del matri- nie regale. Infatti Booz, che era vecchio,
monio con chi le era più prossimo; poi, non prese una moglie per sé, ma per Dio:
avendo quello rifiutato il matrimonio, al- non per la propria passione carnale, ma
lora si unì poi alla donna degna di lode. per rispetto alla legge, per· resuscitare il
Sono degne di grandissima ammirazione seme del proprio parente, non più arden-
anche le parole che rivolge a quello. In- te per amore che per sentimento religio-
fatti non gli parlò subito del matrimonio, so; vecchio d'età, giovane tuttavia nella
ma del possesso delle terre. Poi, avendo fede .
. quello accettato di buon grado l'affare, Opus imper/ectum in Matthaeum,
affrontò anche l'argomento delle nozze, Omelia 1, 619
dicendo che era giusto che chi posse~eva
i campi del defunto sposasse anche la
moglie, e custodisse la memoria del de-
funto mettendo al mondo dei figli.
·Teodoreto di Cirro,
Questioni su Rut 4, 524C-525A

Booz RISCATTA LE PROPRIETÀ DI ELIMELECH

Una volta in Israel~ esisteva questa usanza relativa al diritto del riscat-
to o della permuta, per convalidare ogni atto: uno si toglieva il sandalo e lo
dava all'altro; era questo il modo di attestare in Israele. Cosi' chi aveva il di-
ritto di riscatto disse a Booz: <<Acquista tu il mio diritto di riscatto»; si tolse
il sandalo e glielo diede. Allora Booz disse agli anziani e a tutto il popolo:
«Voi siete oggi testimoni che io ho acquistato dalle mani di Noemi quanto
apparteneva a Eli'melech, a Chilion e a Maclon, e che ho anche preso in mo-
glie Rut, la Moabita, già moglie di Màclon, per assicurare il nome del defun-
to sulla sua eredità e perché il nome del defunto non scompaia tra i suoi fra-
telli e alla porta della sua città. Voi ne siete oggi testimoni». Tutto il popo-
lo che si trovava alla porta rispose: «Ne siamo testimoni». Gli anziani ag-
giunsero: «Il Signore renda la donna, che entra in casa tua, come Rachele e
·Lia, le due donne che fondarono la casa d'Israele. Procura:ti ricchezze in
E/rata, fatti un nome in Betlemme! La tua casa sia come la casa di Perez,
che Tamar partorì a Giuda, grazie alla posterità che il Signore ti darà da que-
sta giovane!» (4, 7-12).
234 Rut

Il racconto scritturistico, che all'apparenza potrebbe sembrare semplice, racchiude in-


vece il mistero dell'unione di Cristo con la Chiesa; colui <lal quale secondo la carne provie-
ne Cristo avrebbe resuscitato il seme del popolo morto con la dottrina celeste (Ambrogio).
L'unione tra Booz e Rut prefigura la salvezza delle genti in Cristo e nella sua Chiesa (Gio-
vanni Crisostomo, Isidoro di Siviglia). La benedizione dei dieci anziani-profetiz~a la nascita
di Gesù a Betlemme (Teodoreto di Cirro).

2
H La transazione viene accordata dal Il vero sposo è Cristo
popolo e dagli anziani
Era una vecchia usanza che se uno
Il ·seme della dottrina celeste sposo avesse voluto separarsi da sua mo-
glie, togliesse i propri sandali e questo \
Secondo la Legge, infatti, al più stret- era il segno del divorzio. Di conseguen-
to parente o al fratello del morto spettava il za, gli fu ordinato di togliersi i sandali,
_ congiungimento con la moglie di quello, affinché non si avvicinasse alla Chiesa in-
perché ridestasse il seme del fratello o del dossando dei sandali come uno sposo;
parente. Perciò siccome Rut, sebbene fos- questo era infatti il compito di Cristo,
se straniera, tuttavia aveva avuto un marito che è il vero sposo. Comunque, 1a bene-
tra i Giudei, aveva lasciato in vita un paren- dizione dei dieci anziani dimostra che
te prossimo; e poiché Booz la vide e la t'utti i Gentili erano salvati e benedetti
amò, mentre raccoglieva i manipoli della nel nome di Cristo. Infatti iota in greco
sua messe, con i quali essa manteneva an- significa dieci e questa prima lettera in-
che la suocera, non la poté prendere in mo- dica il nome del Signore Gesù nella sua
glie se prima non avesse sciolto il calzare di interezza, e questo, come abbiamo <letto,
colui al quale Rut spettava fu moglie secon- mostra che tutte le genti sono salvate e
do la Legge. Semplice è la storia, ma pro- benedette attraverso di lui. Perciò, nes-
fondo è il mistero: LU1a cosa, infatti, si com- suno dubiti delle cose che sono state det-
piva, un'altra veniva figurata. Perché, se te, <lal momento che può essere consta-
noi forzassimo il senso nei limiti della lette- tato che esse erano ovunque prefigurate,
ra, le parole ci farebbero quasi vergogna e fin dall'inizio, da figure che le precedo-
orrore, nel caso che riferissimo alla consue- no, e che ernno chiaramente compiute in
tudine dell'unione carnale il pensiero e il qu~sto modo attraverso l'avvento del Si-
significato del passo. Veniva indicato, inve- gnore; nessuno pensi che fossero inutili,
ce, colui che sarebbe venuto dal popolo essendo completate in questo modo in
dei Giudei, dai quali secondo la carne pro- accordo con tutte le voci nella verità, e
viene Cristo (Rm 9, 5), il quale avrebbe re- con tutte le figure della Sacra Scrittura,
suscitato il seme del suo stretto parente, che colui che le ha promesse ha portato
cioè del popolo morto, con il seme della a compimento attraverso suo figlio, Ge-
dottrina celeste; a lui le prescrizioni spiri- sù Cristo nostro Signore, re, redentore e
tuali delle Legge attribuivano il calzare nu- salvatore, a cui vanno onore e gloria nei
ziale del ricongiungimento con la Chiesa. secoli dei secoli. Amen.
Ambrogio, Isidoro di Siviglia,
La fede 3, 10, 68 Su Rut 7-8
La nascita di Obed (4, 13-22) 235

Una sposa amabile per il suo sposo Profetica benedizione degli anziani
Vedi dunque le vicende relative a Dissero così: «Il Signore renda la
Rut sono simili a ciò che ci riguarda. donna, che entra in casa tua, come Rache-
Questa era straniera e cadde in estrema le e Lia, le due donne che fondarono la ca-
povertà, ma tuttavia Booz, vistala, non di- sa d'Israele. Procurati ricchezze in Efrata,
sprezzò la sua povertà né ebbe ripugnan- fatti un nome in Betlemme famoso tra tut-
za per la sua umile origine (cf. Rt 3, 9ss.). ti gli uomini! La tua casa sia come la casa
Così anche Cristo accolse la Chiesa, che di Perez, che Tamar partorl a Giuda, gra-
era straniera e in grande povertà, e la pre- zie alla posterità che ·u Signore ti darà da
se perché fosse partecipe di grandi beni. questa giovane!». Le parole della benedi-
Come questa, se non avesse prima lascia- zione alludono al fatto che ha avuto anche
to il padre e non avesse disdegnato casa, un'altra donna. Per questo ricordarono
stirpe, patria, consanguinei, non avrebbe Rachele e Lia e aggiunsero: «Che fondaro-
ottenuto questo connubio, così anche la no entrambe la casa di Israele». L'espres-
Chiesa, dopo aver abbandonato i costumi sione, poi, <<Procurati ricchezze in Efrata e
dei padri, divenne amabile per il suo spo- fatti UÌ1 nome in Betlemme celebre tra tut-
so. Questo dice il profeta rivolgendosi a ti gli uomini>> profetizza il parto salvifico
lei: Dimentica il tuo popolo e la casa di tuo per il quale Betlemme è diventata famosa
padre, e il re desidererà la tua bellezza (Sai tra tutti gli uomini.
44, 11-12). Cosl fece Rut. Perciò divenne Teodoreto di Cirro,
madre di re, come anche la Chiesa; infat- Questioni su Rut 4, 525CD
ti da essa discende David.
Giovanni Crisostomo,
Omelie sul vangelo di Matteo 3, 4 ..

LA NASCITA DI 0BED

(. .. ) E le donne dicevano a Noemi: «Benedetto il Signore, il quale og-


gi non ti ha fatto mancare un riscattatore perché il nome del defunto si
perpetuasse in Israele/ Egli sarà il tuo consolatore e il sostegno della tua
vecchiaia; pérché lo ha partorito tua nuora che ti' ama e che vale per te più
di sette figli>>. Noemi prese il bambino e se lo pose in grembo e gli fu nu-
trice. E le vicine dissero: «È nato un flglio a Noemi!». Essa lo chiamò
Obed: egli' fu il padre di lesse, padre di Davide. Questa è la discendenza
di Perez: Perez generò Chezron; Chezron generò Ram; Ram generò Am-
minadab; Amminadab generò Nacson; Nacson generò Salmon; Salmon ge-
nerò Booz)· Booz gene.rò Obed,· Obed generò lesse e lesse generò Davide
(4, 13-22).
L'amore di Rut per Dio, dimostrato con audacia e umiltà, è ricompensato con il privi-
legio dell'unione con Cristo (Efrem il Siro). L'unione di Booz, della stirpe di Abramo, con
236 Rut

Rut, una straniera, profetizza il matrimonio del Figlio di Dio con la Chiesa radunata tra i
Gentili (Teofilatto).

13 17
- Il Signore accorda a Rut di concepire strada dei re, al posto della paglia, il Co-
vone della vita che discende da lei.
L'amore di Rut è ricompensato Efrem il Siro,
Inni sulla Natività 9, 12-16
Rut giacque con un uomo sul pavi-
mento di un granaio per la tua salvezza. Il
suo amore fu audace a causa tua. Ella in- I pagani non vengono esclusi
segna l'audacia a tutti i penitenti. Le sue
orecchie disprezzarono tutte le altre voci E Booz generò Obed da Rut. Rut era \
per la tua voce. Il carbone ardente che una straniera e tuttavia sposò Booz. Così,
avanzò furtivamente nel letto di Booz an- anche la Chiesa è radunata tra i Gentili.
dò e giacque. Vide il Sommo Sacerdote Come Rut, infatti, questi sono stati stra-
nascosto nei suoi fianchi, il fuoco per il nieri e lontani dalle alleanze, tuttavia essi
suo incensiere. Quella corse verso di lui e abbandonarono Ja loro gente, i loro idoli
divenne la giovenca di Booz. Per te quel- e il loro padre, il diavolo. E come Rut
la presentò il bue grasso. Venne a spigo- sposò Booz, della stirpe di Abramo, così
lare il grano per amore tuo; ammassò la anche la Chiesa è stata presa in isposa dal
Figlio di Dio.
paglia. Tu le pagasti presto il salario per Teofilatto,
la sua umiliazione: invece delle spighe, la Commento a Matteo 1, 3-4
1 SAMUELE

ELKANA E LE SUE MOGLI

C'era un uomo di Ramataim, uno zufita delle montagne di Efraim, chia-


mato Elkana, figlio di Ierocam, figlio di Eliau, figlio di Tocu, figlio di Zu.i
l'Efraimita. Aveva due mogli, l'una chiamata Anna, l'altra Peninna. Penin-
na aveva figli mentre Anna non ne aveva (1, 1-2).
Basandosi su una variante testuale, Origene riporta la lezione «c,era un solo uomo» ri-
ferendola ai giusti che non conoscono i molteplici mutamenti nel comportamento propri de-
gli insensati e, nel loro insieme, formano un solo uomo, alludendo all, Adamo della creazio-
ne e al «tutto in tutti» paolino, letto dall,Alessandrino in chiave escatologica con riferimen-
to all'apocatastasi. La generazione in tarda età che le Scritture ascrivono ai patriarchi vanno
riferite, allegoricamente, alle virtù: infatti la Scrittura designa in figura i progressi dei santi
mediante i matrimoni. Peninna rappresenta allora la conversione, Anna la grazia. Cipriano
riporta alcuni episodi di sterilità e di procreazione in tarda età: Isacco, Giuseppe e Samue-
le sono tipi di Cristo.

1
C'era un solo uomo, di Ramataim del- questo titolo di lode, poiché ciascuno di
le montagne di Efraim noi non è uno solo ma molti. Guarda infat-
ti il volto di quello ora irato, ora abbattuto,
L'uno e il molteplice poco dopo di nuovo sorridente e di nuovo
turbato e poi mite, a un certo punto inte-
«C'era - dice la Scrittura - un solo ressato alle cose sacre e alle azioni che con-
uomo, di Ramataim delle montagne di ducono alla vita eterna, poco dopo preoc-
Efraim». Non mi sfugge in primo luogo cuparsi o di cose che hanno a che fare con
che in alcuni esemplari si ha: «C'era un uo- l'avidità o con la gloria mondana. Vedi in
mo», ma in questi esemplari, che abbiamo che modo quello che è creduto essere uno
giudicato più corretti, abbiamo: «C'era un solo, non è uno solo, ma sembra che in lui
solo uomo». E su questa lezione concorda- ci siano tante persone quanti sono i suoi
no con noi anche gli Ebrei, che in altri pas- comportamenti, poiché anche secondo le
si sono in contraddizione con noi. Scritture «l'insensato cambia come la lu-
Dunque «c'era un solo uomo». Con- na>> (Sir 27, 11). Anche la lU.na, pur sem-
sidera se non sia detto a lode del giusto: brando una sola per l'immutabilità della
«C'era un solo uomo». Noi, che ancora sua sostanza, tuttavia è sempre un'altra da
siamo peccatori, non possiamo procurarci se stessa e sempre diversa, e cosl anche per
238 1 Samuele

questa è evidente che pur essendo una so- Fenenna e l'altra Anna, cioè conversione
la è molteplice. Cosi dunque anche noi che e grazia; e si dice che in primo luogo eb-
ancora siamo i'nsensati e imperfetti, dal be figli da Fenenna, cioè dalla conversio-
momento che cambiamo sempre opinione ne, e poi da Anna, che è la grazia.
e desideriamo e sentiamo cose sempre di- Infatti la Scrittura designa in figura i
verse, non possiamo essere detti uno solo; progressi dei santi mediante i matrimoni.
riguardo ai giusti, invece, non solo è detto Anche tu puoi, se lo vuoi, essere sposo in
dei singoli che sono uno solo, ma anche nozze di tal genere: per esempio, se tu
tutti insieme sono detti in modo conve- eserciti l'ospitalità volentieri, sembrerà
niente uno solo. E perché non dovrebbero che tu l'abbia presa per sposa; se ad essa
essere detti tutti insieme uno sçJlo, coloro aggiungerai la cura dei poveri, sembrerà
che sono dipinti dalla Scrittura come un che tu abbia preso una seconda moglie; e \
cuore e un'anima sola (At4, 32)? Tutti pra- se unirai a te la pazienza, la mansuetudi-
ticano sempre una sola sapienza (Sai 36, ne, e le altre virtù, sembrerà che tu abbia
30), hanno gli stessi sentz'menu: gli stessi in- preso altrettante mogli, quante sono le
tenti (1 Cor 1, 10), adorano un solo Dio, virtù di cui godi. Da qui deriva che molti
confessano un solo Signore, Gesù Cristo (1 patriarchi ebbero contemporaneamente
Cor 8, 6), sono riempiti di un solo Spirito di più mogli, e di altri la Scrittura ricorda
Dio (1 Cor 12, 9.13 ). Perciò a buon diritto che, defunte le prime, ne presero altre
tutti loro sono detti non soltanto una cosa (cf. Gn 16, 3; 25, 1); con il che si indica,
sola, ma uno solo, come anche l'apostolo nella figura, che alcuni possono esercita-
indicò dicendo: «Tutti corrono, ma uno re contemporaneamente più virtù, men-
solo conquista il premio» (1Cor9, 24). Ve- tre altri non possono dare inizio a quello
di con chiarezza che tutti i giusti sono un che seguono, se prima non hanno porta-
solo uomo, che conqufrta il premio. to le prime a perfezione.
Origene, Origene,
Omelie su I Samuele 1, 4 Omelie sulla Genesi 11, 2

2
Elkana aveva due moglt' Samuele è tipo del Messia
Le mogli rappresentano le virtù La Chiesa che prima era stata sterile
avrebbe dovuto avere più figli tra i Genti-
Così dunque mi pare che si interpre- li di quanti ne aveva avuti prima la Sinago-
tino in modo degno e decoroso le nozze ga. Isaia disse: <<Esulta, o sterile che non
degli anziani, e le unioni dei patriarchi, hai partorito, prorompi in grida di giubilo
contratte alla fine della loro vita, in un'età e di gioia, tu che non hai provato i dolori,
vacillante, cosi ritengo necessaria l'enu- perché più numerosi sono i figli dell' ab-
merazione delle generazioni dei loro figli: bandonata che i figli della maritata» (Is 54,
infatti a simili nozze e a prole di tal gene- 1). Così anche ad Abramo, mentre il suo
re non sono così adatti i giovani come i primo figlio era nato dal connubio con
vecchi. Giacché quanto più uno è stanco un'altra donna, Sara rimase a lungo sterile,
nella carne, tanto più sarà robusto nella ma in seguito, in tarda età, secondo la pro-
virtù dell'anima, e più atto agli amplessi messa generò Isacco, che era tipo di Cri-·
della sapienza. sto. Anche Giacobbe ebbe dqe mogli: la
Così anche quell'uomo giusto di cui più anziana, Lia, con occhi deboli, era tipo
parlano le Scritture, Elk:ana, si dice che della Sinagoga; Rachele, la più giovane e
ebbe due mogli insieme, chiamate l'una bella, era tipo della Chiesa, che rimase a
Il dolore di Anna (1, 3-8) 239

lungo sterile e dopo generò Giuseppe, an- messa di Dio, quando aveva pregato nel
che lui tipo di Cristo. E nel primo libro dei tempio; e Samuele è tipo di Cristo. Anco-
Re [Samuele] è detto che Elkana aveva ra nel 1 Re [Samuele]: <<La sterile ha par-
due mogli: Peninna, con i suoi figli; e An- torito sette volte, e la ricca di figli è sfiori-
na, sterile, dalla quale è nato Samuele non ta» (1 Sam 2, 5).
conformemente alla legge della generazio- Cipriano,
ne ma in accordo con la grazia e la pro- A Quirino l, 20

IL DOLORE DI ANNA

Quest'uomo andava ogni anno dalla sua città per prostrarsi e sacrifica-
re al Signore degli' eserciti in Silo, dove stavano i due figli' di Eli Cofni e Pin-
cas, sacer_doti del Signore. Un giorno Elkana offrì il sacrtficio. Ora egli ave-
va l'abitudine di dare alla moglie Peninna e a tutti i figli e le figlie di lei le
loro parti. Ad Anna invece dava una parte sola; ma egli amava Anna, seb-
bene il Signore.ne avesse reso sterile il grembo. La sua rivale per giunta l'af
fliggeva con durezza a causa della sua umiliazione, perché il Signore aveva
reso sterile il suo grembo. Così succedeva ogni anno: tutte le volte che sali-
vano alla casa del Signore, quella la mortificava. Anna dunque si mise a
piangere e non voleva prendere cibo: Elkana suo marito le disse: «Anna,
perché piangi? Perché non mangi? Perché è triste il tuo cuore? Non sono
forse io per te meglt'o di diecifigli?» (1, 3-8).
L'esempio di Anna invita a non abbattersi di fronte alla sofferenza, riponendo le spe-
ran~e nella provvidenza divina; il grembo della donna viene schiuso da Dio perché noi ve-
dessimo il frutto·della sua fede. Piangendo e digiunando per il desiderio di un figlio, Anna
offre inoltre un esempio di come si deve pregare (Giovanni Crisostomo).

5
Il Signore aveva reso sterile il suo Quello infatti sa bene se mai bisogna eli-
grembo · minare ciò che ci causa abbattimento; e
questo capitò dunque anche con Anna.
Fiducia nella provvidenza divina Non perché la odiava, infatti, né perché
r aveva abbandonata, Dio chiuse il suo
Non ascoltiamo queste parole senza grembo, ma per aprire a noi le porte della
frutto, ma anche da questi racconti impa- filosofia che si trova nella donna, e perché
riamo la più grande filosofia, e qualora ci vedessimo la ricchezza della sua fode e im-
accadesse qualcosa di triste, se pure ci ad- parassimo che con questa sofferenza ren-
doloriam6'e piangiamo, e il male ci sem- deva quella più nobile. Ascolta anche
bra insopportabile,. non affrettiamoci a da- quanto segue: Così succedeva ogni anno da
re un giudizio, non abbattiamoci, ma ri- molto: tutte le volte che salivano alla casa
cord~amoci della provvidenza di Dio. del Signore. E si affliggeva e piangeva e non
240 1 Samuele

mangiava. Intensa la sofferenza, grande il 7


-sAnna piangeva e non voleva mangiare
dolore, non per due o tre giorni, né venti
o cento, né mille o duemila, ma, da molto, Vorresti comprendere che ~odera­
dice la Scrittura, per molti anni la donna zione c'è nella preghiera? Rivolgiti ad An-
soffriva ed era tormentata; questo infatti na, ascolta le sue parole, «A.donai, Eloim,
significa «da molto tempo». Tuttavia non Sabaoth». Anzi, ascolta queste parole pre-
mostrò alcuna impazienza, né il trascorre- cedenti: «si alzarono da tavola», dice la
re del tempo, né gli insulti e le parole ol- storia, e non andò subito a riposarsi o a
traggiose della sua rivale indebolirono la dormire. La vedo anche stare seduta e
sua filosofia, ma pregava continuamente e mangiare con moderazione senza riempir-
supplicava. E la cosa più grande di tutte e si con il cibo . .Altrimenti non avrebbe po-
che più di tutto mostra il suo amore per tuto versare così tante lacrime. Quando 1
Dio, è che non desiderava semplicemente siamo digiuni e senza cibo, preghiamo con
ottenere questo figlio, ma dedicare un difficoltà in questo modo, o, piuttosto.,
frutto a Dio, offri,re a Dio le primfaie del non preghiamo più in questo modo. Inol-
proprio utéro e ricevere la ricompensa di tre, Anna non avrebbe mai pregato in que-
questa bella promessa. sto modo dopo un pasto se durante il pa-
Giovanni Crisostomo, sto non si fosse comportata come quelli
Omelie su Anna 1, 4 che non mangiano. Gli uomini si vergo-
gnino di fronte all'esempio di questa don-
na. Si vergognino coloro che fremono per
ottenere un regno di fronte a quella che
prega e piange per un piccolo bambino.
Giovanni Crisostomo,
Omelie su Efesini 24

IL VOTO DI ANNA A SILO

Anna, dopo aver mangiato in Sllo e bevuto, si alzò e andò a presentarsi


al Signore. In quel momento il sacerdote Eli stava sul sedile davanti a uno
stipite del tempio del Signore. Essa era affiitta e innalzò la preghiera al Si-
gnore, piangendo amaramente. Poi fece questo voto: «Signore degli eserciti~
se vorrai considerare la miseria della tua schiava e ricoraarti di me, se non
dimenticherai la tua schiava e darai alla tua schiava un figlio maschio, io lo
offrirò al Signore per tutti i giorni della sua vita e il rasoio non passerà sul
suo capo» (1, 9-11).
Anna mostrò grande coraggio e quasi sfrontatezza nel rivolgersi direttamente a Dio
(Giovanni Crisostomo). Un possibile punto di incontro tra la preghiera di Anna e quella del
Signore è rappresentato dalla richiesta di liberazione dal male (Agostino). Come gli acquaz-
ioni rendono molle la terra più dura e arida, così le abbondanti lacrime profuse da Anna
schiusero il suo grembo. Come Abramo, Anna non ebbe remore a consacrare a Dio il suo
unico figlio, nonostante, diversamente da Abramo, non gli fosse stato richiesto, dimostran-
Il voto di A nna a Silo (1, 9-11) 241

do che per lei era sufficiente offrire a Dio le proprie fatiche nel plasmare ·con l'educazione
il futuro profeta (Giovanni Crisostomo).

9
Il sacerdote Eli perché, per il fatto che Il è detto: Libera-
ci dal male, le sembrava non piccolo ma-
Il coraggio di Anna le essere sposata ed essere priva del frut-
to del matrimonio, dato che l'unico moti-
Come infatti spesso una vedova, sen- vo che giustifichi le nozze è quello della
za aiuto e sola, oggetto di offese e insulti procreazione dei figli.
di vario genere, quando è imminente l' ar- Agostino,
rivo dell'imperatore, non ha affatto pau- Lettere 130, 16.29
ra delle guardie del corpo, dei soldati cli-
.peati, dei cavalli, del resto del grande se-
guito che lo precede, e neppure ha biso- Pioggia cli lacrime
gno di un difensore, ma aprendosi con la
forza un passaggio in mezzo a tutti loro, E che cosa diceva? Piuttosto, senza
con coraggio ya incontro all'imperatore, dire niente, in un primo momento pian-
esponendo in termini tragici la propria ge, ma esordisce con dei gemiti, e pro-
di~grazia, perché spinta dalla necessità, fonde caldi rivoli di lacrime. E come,
così anche questa donna non si imbaraz- quando cadono degli acquazzoni, anche
. zò e non si vergognò, quando il sacerdo- la terra più dura, una volta irrigata e resa
te era seduto, di presentare ella stessa una molle, facilmente anima se stessa p er
richiesta per sé e di avvicinare con libertà produrre frutti, così accadde anche a
il re, ma, con le ali del desiderio, e spin- questa donna. Come infatti se l'utero
gendosi con la mente fino al cielo, come fosse stato reso molle da acquazzoni di
se avesse visto Dio stesso, così con gran- lacrime e fosse stato scaldato con il dolo-
de fervore si rivolgeva a·quello. re, cominciava a destarsi per quella bella
Giovanni Crisostomo, procreaz10ne.
Omelie su Anna 1, 5 Giovanni Crisostomo,
Omelie su Anna, 1, 5
10 11
- Anna prega e fa voto al Signore
Figlia di Abramo
Liberaci dal male
«E stette - dice la Scrittura - davanti
Due infatti furono le Anne ricordate al Signore»; e quali sono le sue parole?
con onore: l'una maritata che diede alla <<Adonai, Signore, Eloi Sabaoth!», che si-
luce il santo Samuele, l'altra vedova che gnifica «0 Signore, Dio degli eserciti!».
riconobbe il Santo dei Santi quando era Le sue lacrime precedettero le sue parole.
ancora bambino. La maritata pregò con Con queste sperava di vincere Dio per
animo addolorato e cuore contristato piegarlo alla sua richiesta. Dove ci sono
perché non aveva figli; ottenne allora Sa- lacrime, e' è sempre anche afflizione; dove
.muele e, come l'ebbe avuto, lo consacrò a c'è afflizione, c'è grande sapienza e pre-
Dio poiché nel chiederlo aveva fatto quel mura. Continua: «Se non dimenticherai la
voto. Ma in che modo la sua preghiera tua schiava e darai alla tua schiava un fi-
abbia una relazione con la preghiera del glio maschio, io lo offrirò al Signore per
Signore non facilmente si scorge se non tutti i giorni della sua vita». Non dice
242 1 Samuele

«per un anno» o «per due», come faccia- ra il figlio, e già plasma un profeta, parla
mo noi, né disse: «Se mi darai un figlio, ti della sua educazione e fa un patto con
darò del denaro», ma: «Ti restituirò il do- Dio. O libertà di una donna! Dal mo-
no stesso nella sua interezza, il mio primo- mento che allora non poteva restituire il
genito, il frutto della mia preghiera». Ve- prestito, per non averlo ancora ricevuto,
ramente qui era una figlia di Abramo: egli paga con ciò che avrebb~ ricevuto in fu-
dette, quando gli fu chiesto, ella offre per- turo. E come molti agricoltori, vivendo in
sino prima che le venga chiesto. estrema povertà e non avendo denaro
Giovanni Crisostomo, . con cui comprare una pecora o un vitel-
Omelie su Efesini 24 lo, li prendono a credito dai padroni, as-
sicurando di pagarli con i frutti che ver-
ranno, così fece anche questa, anzi molto
Restituire a Dio il frutto delle pro- di più. Non prende infatti da Dio il figlio -
prie fatiche a credito, ma a condizione di restituir-
glielo di nuovo tutto intero e di raccoglie-
E osserva la pietà della donna. Non re come frutti l'educazione del figlio. Va-
disse: «Se mi dai tre figli, te ne do due; se lutò infatti che fosse una ricompensa suf-
me ne dai due, te ne do uno»; ma: «Se me ficiente dedicare le proprie fatiche al sa-
ne dai WlO soltanto, consacro a te rintero cerdote di Dio.
frutto». «E non berrà vino e nessuna be- Giovanni Crisostomo,
vanda inebriante». Non ha ricevuto anco- Omelie su Anna l, 6

ELI BENEDICE ANNA

Mentre essa prolungava la preghiera davanti al Signore, Eli stava osser-


vando la sua bocca. Anna pregava in cuor suo e si muovevano soltanto le
labbra, ma la voce non si udiva; perci'ò Eli la ritenne ubriaca. Le disse Eli:
«Fino a quando rimarrai ubriaca? Lìberati dal vino che hai bevuto!». Anna
rispose: «No, mi'o signore, io sono una donna affranta e non ho bevuto né
vino né altra bevanda inebriante, ma sto solo sfoga~domi davanti al Signo-
re (. ..)». Allora Eli le rispose: «Va' in pace e il Dio d'Israele ascolti la do-
manda che gli hai fatto» (... ) (1, 12-18).
La preghiera di Anna è presa come esempio della preghiera silenziosa e intima (Cle-
mente di Alessandria, Cesario di Arles), perché Dio ascolta i moti del cuore (Cipriano di
Cartagine). Il dolore silenzioso di Anna dovrebbe essere emulato dalle vergini e dalle don-
ne sposate (Cirillo di Gerusalemme). Più in generale, è una dimostrazione di silenziosa e di-
gnitosa compunzione (Giovanni Crisostomo), invitando a sopportare il biasimo con animo
nobile (Giovanni Crisostomo): nonostante le labbra siano serrate, il grido interiore di Anna
arriva a Dio (Ambrogio).
Eli benedt"ce Anna (1, 12-18) 243

13•14 La preghiera silenziosa di Anna Lacrime nascoste ·


Cerco quelle lacrime che si versano
Preghiera silenziosa
non per ostentazione, ma per compun-
Così, spesso, quando preghiamo con zione, che stillano di nascosto, nella pro-
intensità dovremmo pregare nella quiete pria stanza, senza che nessuno le veda,
e nel silenzio. Se un uomo vuole pregare tacitamente e senza chiasso, che nascono
ad alta voce, sembra portare il frutto del- dal profondo dell'animo, nelle angustie e
la ·p ropria preghiera lontano da quelli che nel dolore, che si versano solo per amore
gli stanno intorno. Si possono.sentire sol- di Dio, come erano quelle di Anna: Si'
tanto lamenti e sospiri e gemiti. Invece la muovevano, dice, le sue labbra} ma la sua
nostra preghiera dovrebbe essere come voce non si udiva. Però solo le sue lacri-
quella della santa Anna, la madre del be- me emettevano una voce più chiara di
nedetto Samuele, della quale è scritto che una tromba. Per questo Dio aprì il suo
«pregava versando molte lacrime, e sol- grembo e rese la pietra dura un terreno
tanto le sue labbra si muovevano, ma la morbido.
sua voce non si udiva affatto». Ciascuno Giovanni Crisostomo,
ascolti e imiti questo, specialmente quelli Omelie sul vangelo di Matteo 6, 5
che pregano ad alta voce senza alcun im-
barazzo e in tale chiacchierio da non per-
mettere a quelli che gli stanno intorno di Conversare con Dio
pregare. Perciò, come ho detto, preghia-
mo con lamenti, sospiri e gemiti, secondo La preghiera è, per parlare audace-
le parole del profeta: «Ho ruggito con il mente, una conversazione con Dio. Nono-
fremito del mio cuore» (Sai 37, 9). Pre- stante, quindi, bisbigliando e non apren-
ghiamo, ripeto, non a voce alta, ma con i do le labbra, parliamo in silenzio, tutta-
nostri cuori che gridano a Dio. via dentro di noi gridiàmo. Dio infatti
Cesario di Arles, ascolta sempre l'intera conversazione in-
Sermoni 72, 2 terio re.
Clemente di Alessandria,
Stromati 7, 7
Le donne devono emulare Anna
Quanto alle vergini, riunite in gruppo, re- Dio ascolta il cuore
citino salmi o leggano sottovoce in modo
che le loro labbra parlino, ma le altrui Secondo il primo libro dei Re è que-
orecchie non sentano, perché sta scritto:· .sto l'insegnamento che Anna cerca di os-
«Non permetto alle donne di parlare in servare, lei che è figura della Chiesa. Que-
chiesa» (1 Tm 2, 12; cf. 1 Cor 14, 34). sta donna pregava Dio senza gridare, ma
Quanto alle donne sposate, seguano gli sommessamente e con umiltà, nel segreto
stessi comportamenti: preghino e muova- del suo cuore. Mentre pregava non si sen-
no- le labbra senza far sentire la loro voce, tivano le parole, però la sua fede era evi-
perché la tua anima sterile generi Samue- dente; parlava non con la voce, ma con il
le, la salvezza che viene da «Dio che esau- cuore, perché sapeva che Dio, quando si
disce», questo il significato del nome Sa- prega così, ci ascolta. Ottenne ciò che
muele. chiese, perché pregò con fede. Lo affer-
Cirillo di Gerusalemme, ma la Sacra Scrittura: «Parlava nell'inti-
Le catechesi~protocatechesi 14 mo del suo cuore, le sue labbra si muove-
244 1 Samuele

vano, ma .non si percepiva la sua _voce e<l bile chi ci insulta, otterremo da Dio mag-
il Signore l'ha esaudita». Cosl leggiamo giore benevolenza.
pure nei Salmi: <<Parlate nei vostri cuori e Giovanni Crisostomo,
provate pentimento nel vostro giaciglio» OmeNe su Anna 2, 3
(Sal 4, 5). Lo Spirito Santo ripete lo stes-
so iflsegnamento anche per mezzo di Ge- Un grido silenzioso
remia: «Signore, tu devi essere adorato
nella coscienza» (Bar 6, 5). Ho aperto la bocca ed ho aspirato,
Cipriano, perché io sen#vo desiderio delle tue pre-
La preghiera del Signore 5 scrizioni (Sal 118, 31). Troviamo nel Van-
gelo che il Signore Gesù <<ha aperto la sua
bocca» quando pronunciava benedizioni
Sopportare con animo nobile (cf. Mt 5, 2). Ma Egli ha aperto la bocca ·
per donare agli alti il suo Spirito, mentre
In casa la rivale la scherniva; venne Davide l'ha aperta per riceverlo. Tant'è
nel tempio, e il servo del sacerdote la ql- vero che Gesù dice: Ricevete lo Spirito
traggiò, e il sacerdote la rimproverò. Fug- Santo (Gv 20, 22), Gesù dice: Allarga la
gì dalla tempesta in casa, andò in porto e tua bocca e io la riempirò (Sal 80, 11). Lo
trovò ancora flutti; andò a prendere una dice rivolto all'uomo: infatti la pienezza è
medicina, e non solo non la prese, ma ot- Cristo (cf. Col 1, 19). Colui che riempie
tenne anche una ferita per le umiliazioni ogni cosa (cf. E/ 4, 10), riempie la tua
subite, e la ferita a causa di queste creb- bocca. Scrivi dunque ciò che Egli dice nel
be. Sapete infatti come le anime sofferen- dilatarsi del tuo cuore (cf. Prv 7, 3) ! Cioè:
ti subiscano insulti e oltraggi. Come in- la tua bocca levi un grido al Signore (cf.-
fatti le ferite più grandi non sopportano.il Sal 65, 17). La tua bocca leva questo gri-
minimo contatto con la mano, ma diven- do anche quando tace, come Mosè, che,
tano peggiori, così anche l'anima turbata pur tacendo con la bocca, gridava con lo
è di cattivo umore e soffre per ogni cosa spirito (cf. Es 14, 15). Non lo udivano gli
ed è punta da qualsiasi parola. Tuttavia, uomini, ma la sua voce risuonava potente
~lla donna non accadde questo, anche presso Dio: il sentimento.interiore ha un
quando il giovane la oltraggiò. Se dunque grido che è udito dal Cielo. Anche Anna,
l'avesse oltraggiata il sacerdote, la pazien- quando pregava, gridava in silenzio, non
za non sarebbe stata cosl sorprendente; muoveva le labbra e, con la voce devota
infatti la grandezza della dignità e il peso della sua interiorità, provocava Gesù.
del potere I'avrebbero persuasa, anche Tant'è vero che ritornò esaudita ella che
contro voglia, ad avere controllo di sé. chiedeva in silenziosa preghiera, poiché
Ora, invece, non si indignò neppure con in lei levava il suo grido lo Spirito di Dio,
il servo del sacerdote; per questo Dio fu che, anche se noi stiamo in silenzio, gri-
anche più benevolo verso di lei. Così an- da: Abba, padre (Rm 8, 15).
che noi, se vilipesi o fatti oggetto di mol- Ambrogio,
te cattiverie, sopportiamo con animo no- Commento al Salmo 118, 17, 9
Preghiera di Anna (2, 1-10) 245

NASCITA DI SAMUELE E PRESENTAZIONE A SILO

(... ) Così al finir dell'anno Anna concepì e partorì.un figlio e lo chiamò


Samuele. «Perché-diceva - dal Signore l'ho impetrato». Quando poi Elka-
na andò con tutta la famiglia a offrire il sacrificio di ogni anno al Signore e
a soddisfare il voto, Anna non andò, perché diceva al mart'to: «Non verrò,
finché il bambino non sia divezzato e io possa condurlo a vedere il volto del
Signore; poi resterà là per sempre». Le rispose Elkana suo marito: «Fa' pu-
re quanto ti sembra meglio; rimani finché tu l'abbia divezzato; soltanto
adempia il Signore la tua parola». La donna rimase e allattò il figlio, finché
l'ebbe divezzato. Dopo averlo divezzato, andò con lui~ portando un gioven-
co di tre ann~ un'efa di farina e un otre di vino e venne alla casa del Signo-
re a Silo e ll fanciullo era con loro (. .. ) (1, 19-28).
Anna è maestra di virtù, di sapienza e di fede sia per gli uomini che per le donne, che
dovrebbero farne oggetto di emulazione (Giovanni Crisostomo).

20
Anna." concepì un figlt'o che sopportò con mitezza e coraggio
una disgrazia così insopportabile, e non
Emulare la fede di Anna desistette prima di superare la sciagura,
e trovò un esito incredibile e paradossa-
Emuliamo questa, uomini, imitia- le del male, senza aver preso nessun al-
mo questa, donne; infatti la donna è leato o aiuto quaggiù? Conosceva infat-
maestra per entrambi i generi. Quante . ti la benevolenza del Signore, perciò an-
sono sterili, non disperino; quante sono che da sola andò e chiese quello che vo-
madri, allevino così la loro prole; e tutti leva. La soluzione di quella afflizione
aspiriamo alla sapienza della donna pri- non richiedeva infatti un aiuto umano,
ma del parto, alla fede nel parto, alla de- ma la grazia divina.
vozione dopo il parto. Che cosa potreb- Giovanni Crisostomo,
be essere più sapiente di quella donna, Omelie su Anna 2, 1

PREGHIERA DI ANNA

Allora Anna pregò:


Il mio cuore esulta nel Signore,
la mia fronte s'innalza grazie al mio Dio.
Si apre la mia bocca contro i miei nemic~
perché io godo del beneficio che mi hai concesso.
Non c'è santo come il Signore,
246 1 Samuele

non e'è rocca come il nostro Dio.


Non moltiplicate i discorsi superbi~
dalla vostra bocca non esca arroganza;
perché il Signore è il Dio che sa tutto
e le sue opere sono rette.
I:arco dei forti s'è spezzato,
ma i deboli sono rivestiti di vigore.
I sazi sono andati a giornata per un pane,
mentre glt' affamati han cessato di faticare.
La sterile ha partorito sette volte
e la ricca di figli è sfiorita.
Il Signore fa morire e fa vivere,
scendere agli inferi e risallre.
Il Signore rende povero e arricchisce,
abbassa ed esalta.
Solleva dalla polvere il misero, innalza il poverò dalle immondizie,
per farli sedere insieme con i capi del popolo e assegnar loro un seggio
di gloria.
Perché al Signore appartengono i cardini della terra e su di essi/a pog-
giare il mondo.
Sui passi dei giusti Eglt' veglia, ma gli empi svaniscono nelle tenebre.
Certo non prevarrà l'uomo malgrado la sua forza.
Il Signore ... saranno abbattuti i suoi avversari.'
I:Altissimo" tuonerà dal cielo.
Il Signore gt'udicherà gli estremi confini della terra;
darà forza al suo re ed eleverà la potenza del suo Messia» (2, 1-10).
Non si può pensare che queste parole siano di un>umile donna che si rallegra della na-
scita di un figlio: a parlare è la stessa città di Dio, si tratta quindi di un annuncio profeti-
co (Agostino). Il testo presenta stranamente il termine «corno»; la Scrittura prende la me-
tafora dagli animali per indicare la forza e la stabilità della gloria in Dio (Giovanni Criso-
stomo). L'espressione «Non c>è santo come il Signore» va intesa come un rifetimento al
fatto che soltanto a Dio appartiene per natura l,essere (Origene). «Il Signore fa morire e
fa vivere» allude alla resurrezione dei corpi (Tertulliano). Il passo dice che sarà innalzato
il suo «corno>» dando questo nome alla invisibile potenza che è in Cristo e alla sua regali-
tà e riferendosi al ritorno di Cristo per il giudizio finale (Eusebio di Cesarea).
Preghiera di Anna (2, 1-10) 247

1-10 Anna esulta nella preghiera ptole, dica ciò che riconosce preannuncia-
to profeticamente di sé tanto tempo prima
Preannuncio profetico con le parole di questa madre devota: Ha
gioito il mio cuore nel Signore e la mia fron-
Non si può pensare che queste paro-
te si è elevata nel mio Dio. Veramente ha
le siano di un'umile donna che si rallegra gioito il cuore e si è elevata la mente, per-
della nascita di un figlio. E la mente degli
ché non in sé ma nel suo Dio.
uomini non è così distolta dalla evidenza
Agostino,
della verità da non avvertire che. i concet-
La città di Dio 17, 4, 2-3
ti, in cui si è profusa, oltrepassano la capa-
cità di questa donna. Certo chi è conve-
nientemente attento ai fatti stessi, che ave-
vano già cominciato a verificarsi anche in
1
Il mio cuore esulta nel Signore
questo esilio terreno, fissa lo sguardo, os-
serva e riconosce che per mezzo di questa Stabilità della gloria di Dio
donna, il cui nome perfino, cioè Anna, si- Che cosa vuol dire «il mio corno»?
gnifica <<la grazia di lui», hanno parlato La Scrittura infatti di solito ricorre a que-
con spirito profetico la stessa religione cri- sta lezione quando dice: «Il suo corno fu
stiana, la stessa città di Dio, il cui re e fon- esaltato» (Sai 74, 11) e, <<li corno del suo
datore è Cristo, e infine la stessa grazia di unto era stato esaltato». Perché dunque
Dio da cui i superbi sono stati abbandona- dice «corno»? Indica la potenza, la gloria,
ti affinché cadano, gli umili sorretti affin- la conoscenza chiara, prendendo la meta-
ché si rialzino. Il cantico ha evidenziato so- fora dagli animali. Infatti Dio ha dato a
prattutto questo significato. Però even- quelli il corno al posto della gloria e della
tualmente qualcuno potrebbe dire che la lancia, e se perdono questo, perdono gran
donna non ha profeticamente preannun- parte della loro potenza; e come un solda-
ciato nulla ma che con espressione d 'esul- to senza armi, così anche il toro, senza le
tanza ha soltanto lodato Dio per il figlio corna, è catturato con facilità. La donna
che aveva ottenuto con la preghiera. In tal dunque non dice altro se non: «La mia
caso non avrebbe significato quel che ha gloria fu esaltata». E come fu esaltata? Nel
detto: Rese debole l'arco dei potenti e i de- mio Dio, dice. Perciò lesaltazione è anche
boli si cinsero di vigore, quelli che abbonda- sicura, avendo una radice stabile e inamo-
vano di pane si ridussero a una condt'zione vibile. La gloria che viene dagli uomini, in-
inferiore e gli affamati si elevarono sulla fatti, rappresenta la piccolezza di coloro
terra, poiché la sterile ne partorì sette e che glorificano, per cui cade con facilità; la
quella che aveva molti figli è appassita. Ma gloria di Dio, invece, non è cos~, ma rima-
allora aveva partorito sette figli sebbene ne salda per sempre.
fosse sterile? Ne aveva tino soltanto, quan- Giovanni Crisostomo,
do diceva quelle parole e anche dopo non Ome/le su Anna 4, 3
ne partorì sette o sei in modo che lo stesso
Samuele fosse uno dei sette, ma ebbe tre
maschi e due femmine. Poi sebbene anco- 2
Non e'è nessun altro come Dio
ra nessuno fosse re in quel popolo sog-
giunse: Dà potenza ai nostri re ed esalterà la Solo a Dio appartiene l'essere
fronte del suo Crt'sto. Come faceva a dirlo
se non profetava? Lo dica dunque la Chie- «Siate santi perché anche io sono
sa di Cristo, città del grande re (cf. Sal 48, santo» (Lv 20, 26), ma qualunque pro-
2), piena di grazia (cf. Le 1, 28), feconda di gresso _,si faccia nella santità, qualunque
248 1 Samuele

purezza o sincerità si acquisti, un uomo sarà la car~e ad essere anche vivificata


non può essere santo come il Signore, per- per mezzo della resurrezione. Certamen-
ché è lui che dona la santità e l'uomo la te, se l'uccidere è lo strappare l'anima al-
riceve, è lui che è la sorgente (Sal 35, 10) la carne, il vivificare, che è il suo contra-
della santità e l'uomo beve a questa sor- rio, sarà il ricondurre I' anima alla carne.
gente santa, è lui che è la luce (ibid.) del- Bisogna, dunque, che sia la carne a risor-
la santità e l'uomo fissa lo sguardo su gere, dal momento che l'anima è stata tol-
questa santa luce. Dunque «non c'è nes- ta alla car~e per mezzo dell'uccisione, e le
suno santo come il Signore, nessuno è dovrà essere riportata per mezzo della re-
santo eccetto te». Che cosa significano le surrezione.
parole di Anna <<nessuno tranne te»? Mi Tertulliano 1
sfugge. Se avesse detto: «Non c'è nessun La resurrezione dei morti 28, 6
Dio al di fuori di te» oppure: «Non c'è
nessun Creatore che te», o se avesse ag-
10
giunto qualche cosa del genere, non ci sa- Il Signore giudicherà
rebbe stato apparentemente niente da ri-
cercare, ma ora, dal momento che dice: Il ritorno di Cristo
«Nessuno tranne te», mi sembra che in
questo passo si alluda a questo: nessuno La Sacra Scrittura profetizza l'ascesa
tra gli esseri che sono possiede r essere ai cieli di colui che ancora una volta è
per natura. Tu sei il solo al quale nessuno chiamato col nome di Cristo, denomina-
ha dato l'essere. Noi tutti, infatti, vale a zione con la quale si intende il Logos di
dire, tutta la creazione, non eravamo pri- Dio; essa profetizza altresì il suo insegna-
ma di essere creati e non è che per volon- mento, udito come un tuono fra tutti gli
tà del Creatore che i:ioi siamo. E come ci uomini, e il suo giudizio universale, che
fu un tempo in cui noi non eravamo, non avverrà dopo tutte queste cose. Poi si di-
è esatto dire di noi che noi siamo, se si ce che il Signore stesso darà forza ai nostri
considera il tempo in cui non eravamo. re. Questi devono essere gli apostoli del
Dio, al contrario, è il solo che ha sempre Cristo,·a proposito dei quali si ha, nel Sal-
l'essere e non ha avuto inizio nell'essere mo 67: Signore, darai la parola a coloro
(. ..). A confronto con il corpo, l'ombra che portano la buona notizia con grande
non esiste, e il fumo, a paragone con il potenza (Sal 67, 12). Anche qui si menzio-
fuoco, non è. na per nome il Cristo il nostro Salvatore
1

Origene, considerato nella sua umanità. Il passo


Omelie su I Re 1, 11 dice che sarà innalzato il suo «corno»,
dando questo nome alla invisibile poten-
za che è in lui e alla sua regalità; è infatti
6
Il Signore fa morire e fa vivere abitudine della Scrittura chiamare la re-
galità «corno». Si trova anche nel Salmo
Resurrezione della carne 88 un passo che dice: Nel mio nome sarà
innalzato il suo corno (Sal 88, 25).
D'altra parte; è la carne che viene Eusebio di Cesarea,
uccisa per mezzo della morte: dunque, Dimostrazione evangelica 4, 16, 42
Il ministero di· Samuele e i figli corrotti di Eli (2, 11-21) 249

IL MINISTERO DI SAMUELE E I FIGLI CORROTTI 01 ·Eu

(. .. ) Ora i figli di Eli erano uomini depravat~· nòn tenevano in alcun


conto il Signore) né la retta condotta dei sacerdoti verso il popolo. Quando
uno si presentava a offrt're il sacrificio, veniva il servo del sacerdote mentre
la carne cuoceva, con in mano un forchettone a tre denti~ e lo introduceva
nella pentola o nella marmitta o nel tegame o nella caldaia e tutto ciò che il
forchettone tz'rava su il sacerdote lo teneva per sé. Così facevano con tutti gli
Israeliti che venivano là a Silo. Prima che fosse bruciato il grasso, veniva an-
cora il servo del sacerdote e diceva a chi offriva il sacrificio: «Dammi la car-
ne da arrostire per il sacerdote, perché non vuole avere da te carne cotta, ma
cruda». Se quegli rispondeva: «Si bruci prima il grasso, poi prenderai quan-
to vorrai!», replicava: «No) me la devi dare ora, altrimenti la prenderò con
la forza». ·Così il peccato di quei giovani era molto grande davanti al Signo-
re perché disonoravano l'offerta del Signore. Samuele prestava servizio da-
vanti al Signore per quanto lo poteva un fanciullo e andava cinto di e/od di
lino. Sua madre gli" preparava una piccola veste e gliela portava ogni anno,
quando andava con il marito a offrire il sacrificio annuale. Eli allora bene-
diceva Elkana e sua moglie ed esclamava: «Ti conceda il Signore altra prole
da questa donna per ll prestito che essa ha fatto al Signore». Essi tornarono
a casa. e il Signore visitò Anna, che partori' ancora tre figli e due figlie. Frat-
tanto il fanciullo Samuele cresceva presso il Signore (2, 11'-21).
Samuele è presentato come esempio della pazienza e della sopportazione di molti san-
ti che hanno sofferto per la fede e per il proprio popolo (Agostino). Deve essere emulata la
fede di Anna, che ha offerto il suo primogenito per portare a compimento il proprio voto
(Girolamo).

12 11
• La dissolutezza dei figli di Eli persecuzioni. Zaccaria tollera farisei e scri-
bi, quali la Sacra Scrittura ci attesta erano
Tolleranza in nome del Signore in quel tempo. So d'aver omesso molti
personaggi; coloro che lo desiderano e lo
Samuele tollera i ribaldi figli di Eli e i possono, leggano i Libri della Sacra Scrit-
propri figli perversi; rna il popolo, ripreso tura e troveranno che tutti i santi, servi e
dalla divina verità per non averli voluti amici di Dio, ebbero sempre persone da
sopportare, fu castigato dalla divina seve- tollerare nel loro popolo; ma tuttavia co-
rità. Tollera infine lo stesso popolo super- municando con essi nella celebrazione dei
bo e dispregiatore di Dio. Isaia tollera co- riti sacri di quel tempo non solo non si
loro che avevano tante vere colpe da lui macchiavano, ma erano lodevoli nel sop-
prese di mira con tanti strali. Geremia tol- portarli, studiandosi di conservare, come
lera coloro da parte dei quali soffre tante dice lApostolo, l'unità dello spirito me-
250 1 Samuele

dt'ante il vincolo della pace. Riflettano pure 21


Anna partorùce tre figli e due figlie
che dopo la venuta del Signore si trove-
rebbero molto più numerosi esempi dita- Imita la fede di Anna
le tolleranza per tutto il mondo, se fosse
stato possibile riferirli per iscritto nella Sa~ Il figlio che Anna aveva votato a Dio,
era Scrittura; tuttavia ponete attenzione a una volta che l'ebbe offerto nel Taberna-
quelli accennati e che si trovano in essa. colo non lo riebbe più: riteneva sconve-
Lo stesso Signore tollera Giuda, quel vero niente che un futuro profeta crescesse
demonio, quel ladro che lo vendette, e la- nella casa di una donna che desiderava
scia che riceva, mescolato tra discepoli in- avere ancora altri figli. E inoltre, dopo
censurabili, ciò che i fedeli sanno essere il aver concepito e partorito, non ha più
prezzo del nostro riscatto. Gli Apostoli osato andare al Tempio e presentarsi da-
tollerano dei falsi apostoli e Paolo passa la vanti al Signore a mani vuote, prima cioè ·
vita con una lodevolissima tolleranza tra d 1avergli reso quanto doveva. Dopo aver
chi va in cerca dei propri interessi e non di immolato una vittima come quella, ritor-
quelli di Cristo, mentre egli ricerca non il nò a casa e poté dare alla luce cinque figli
proprio .i nteresse ma quello di Cristo. Infi- proprio perché il primo nato l'aveva ge-
ne, come ho ricordato poeanzi, dalla voce nerato per Dio. Pensi con meraviglia alla
di Dio viene lodato sotto il termine di felicità di quella santa donna? Ebbene,
<<Angelo» il capo della Chiesa perché, pur imitane la fede.
detestando i malvagi, tuttavia li tollerò per Girolamo,
il nome del Signore dopo averli messi alla Lettere 107, 12
prova e averli riscontrati bugiardi.
Agostino,
L ettere 43 , 8.23

ELI AFFRONTA I PROPRI FIGLI

Eli era molto vecchio e glt" veniva al!)orecchio quanto i suoifiglt'faceva-


no a tutto Israele e come essi si univano alle donne che prestavano servizio
alfingresso della tenda del convegno. Perciò disse loro: «Perché dunque fa-
te tait' cose? Io sento in/atti' da parte di tutto il popolo le vostre azioni em-
pie! No, figli: non è bene ciò che io odo di voi: che cioè sviate il popolo del
Signore. Se un uomo pecca contro un altro uomo, Dio potrà intervenire in
suo favore, ma sè l)uomo pecca contro il Signore) chi potrà intercedere per
lui?». Ma non ascoltarono la voce del padre, perchef il Signore aveva deciso
di farli morire (. .. ) (2, 22-26).
Il caso <li Eli, colpevole di eccessiva arrendcvolez:la nei confronti dei figli, dimostra la
condanna da parte di Dio di ogni disobbedienza (Basilio Magno). I sacerdoti della Legge
non possono compiere sacrifici in remissione di certe colpe di coloro in nome dei quali si
offrono vittime, come illustra il caso di Eli che non poteva fare nulla per rimettere i pecca-
ti dei propri figli (Origene).
Eli affronta i propri /ig!t' (2, 22-26) 251

22-25 Depravazione dei figli di Bit' gheranno per lui il Signore. Ma se qualcu-
no pecca contro Dio, chi pregherà per lui?
Condanna della disobbedienza Tuttavia, poiché non mostrò contro di lo-
ro il debito zelo,. awenne ciò che è stato
E poiché costoro erano così, ma il detto. Tali trovo dunque, e numerosi,
padre non li accusò in modo più efficace lungo l'Antico Testamento, i giudizi di
(cf. 1 Sam 3, 13), egli mosse a tale ira la Dio contro ogni disubbidienza.
longanimità di Dio che i Filistei fecero ir- Basilio Magno,
ruzione e, in un sol giorno, quei suoi figli Il giudizio di Dio, prologo
furono uccisi in guerra, tutto il popolo fu
vinto e di esso molti ne caddero, e awen-
nero persino, dell'arca della santa allean- 25
Peccato contro Dio
za di Dio, cose che mai prima si erano
sentite dire (cf. 1 Sam 4, lOss.): essa, che I sacerdoti della Legge non possono
né agli Israeliti e perfino a nessun sacer- compiere sacrifici in remissione di
dote era mai lecito toccare, essa che nep-
certe colpe
pure poteva essere accolta da un luogo
qualunque, veniva trasportata da un luo- I sacerdoti della Legge non possono
go all'altro da mani empie e, anziché nel compiere sacrifici in remissione di certe
santuario, veniva collocata nei templi de- colpe di coloro in nome dei quali si offro-
gli idoli (cf. 1 Sam 5, lss.). Da ciò si può no vittime. E il sacerdote che ha il potere
ben congetturare come lo stesso nome di su certi involontari peccati o offre sacrifi-
Dio divenne allora per i Filistei oggetto di cio per le colpe volontarie, mai sarà che
riso e di scherno. Oltre a ciò è scritto co- offra olocausti per adulterio o deliberato
me Eli pure abbia finito la sua vita in mo- omicidio o per altra più grave colpa e
do miserevole (cf. 1Sam4, 18). E questo peccato. E così pertanto anche gli apo-
dopo aver ricevuto il verdetto che anche stoli e i sacerdoti, fatti simili agli Aposto-
il suo seme sarebbe stato rimosso dalla li secondo il grande Sommo Sacerdote,
dignità sacerdotale: il che di fatto awen- avendo ricevuto la scienza della divina te-
ne (cf. 1 Sam 2, 27-28). rapia, sanno, ammaestrati dallo Spirito,
. Tali cose accaddero al popolo. Tali per quali peccati bisogna offrire vittime e
soffrl il padre a çausa dell'iniquità dei fi- quando ed in quale modo, e conoscono i
gli, egli che pure non aveva mai superato casi in cui non si devono fare sacrifici.
accuse a motivo della sua propria vita, a Anche il sacerdote Eli, saputo che i figli
che anzi, anche nei loro confronti non Ofni e Finees peccavano, poiché non po-
aveva sopportato di tacere, ma spesso li teva far nulla per rimettere i loro peccati,
aveva ammoniti a non persistere in simili confessa di non avere speranza che que-
comportamenti, dicendo: No, figli, no, sto si possa ottenere: «Se commette pec-
non è bene ciò che sento di voi; e mostran- cato un uomo contro un uomo, preghe-
do con più vigore la gravità del peccato, ranno anche per lui; ma se pecca contro
faceva loro vedere quanto fosse terribile il Signore, chi pregherà per lui?».
il pericolo che correvano. Diceva infatti: Origene,
Se qualcuno pecca contro un uomo, pre- La preghiera 28, 9
252 1 Samuele

IL SIGNORE SI ALLONTANA DALLA CASA DI ELI

Un giorno venne un uomo di· Dio da Eli e gli disse: «Così dice il Signo-
re: Non mi sono forse rivelato alla casa di tuo padre, mentre erano in Egit-
to, in casa del faraone? Non l'ho scelto da tutte le tribù d'Israele come mio
sacerdote, perché salga l'altare, bruci l'incenso e porti l'e/od davanti a me?
Alla casa di tuo padre ho anche assegnato tutti i sacrifici consumati dal fuo-
co, offerti dagli Israeliti. Perché dunque avete calpestato t' miei sacrifici e le
mie offerte che io ho ordinato per sempre e tu hai' avuto maggior riguardo ai
tuoi figli che a me e vi siete pasciuti in tal modo con le primizie di ogni of . .
/erta di Israele mio popolo? Ecco dunque l'oracolo del Signore, Dio d'Israe-
le: Avevo promesso alla tua casa e alla casa di tuo padre che avrebbero sem-
pre camminato alla mia presenza. Ma ora - oracolo del Signore - non sta
mai! Perché chi mi onorerà anch'io l'onorerò, chi mi disprezzerà sarà ogget-
to di disprezzo. Ecco verranno giorni in cui io taglierò via il tuo bracci·o e il
braccio della casa di tuo padre, sì che non vi sia più un anziano nella tua ca-
sa (. .. ) (2, 27-36).
Spesso si pecca gravemente se nei confronti dei malvagi si custodisce più l'eguaglianza
che la disciplina (Gregorio Magno). Le parole «Chi mi onorerà, anch'io lo onorerò» dimo-
strano che Dio mira ad esaltare chi lo onora, non a punite (Ambrogio). Onorare Dio giova
l'individuo, non Dio (Giovanni Crisosto.mo).

29
Perché hai maggior riguardo per i chiama alla condizione di giustizia chiun~
tuoi/igli che per me? que è caduto nella colpa.
Gregorio Magno,
Richiamare alla giustizia La regola pastorale 2, 6
E tuttavia spesso si pecca gravemen-
te se nei confronti dei malvagi si custodi-
sce più l'eguaglianza che la disciplina. In-
3
°Chi mi onorerà anch'io lo onorerò
fatti, Eli che, vinto da una falsa pietà, non Glorificare il bene
volle punire i figli peccatori, colpì se stes-
so insieme ai figli con una crudele con- Se guardiamo la sentenza di condan-
danna presso il severo Giudice (cf. 1 Sam na che colpì il serpente, Dio non condan-
4, 17-18); e perciò egli si sente dire dalla nò il serpente per fare del male agli uomi-
parola divina: Hai onorato i tuoi figli plù ni. Indicava quello che sarebbe accaduto
di me. E Dio rimprovera i Pastori per in futuro (cf. Gn 3, 14-15). (. ..) Che cosa
mezzo dei profeti dicendo: Non avete fa- dobbiamo aspettarci può in qualche mi-
sciato ciò che si era frantumato, non avete sura essere colto dalla nostra conoscenza
ricondotto ciò che era rigettato (Ez 34, 4). di quanto è stato scritto: «chi mi onorerà
Si ·riconduce chi è rigettato quando col anch'io l'onorerò, chi mi disprezzerà sarà
vigore della sollecitudine pastorale si ri- oggetto di disprezzo». Dio mira a pro-
Il Signore si allontana dalla casa di E/i (2, 27-36) 253

muovere ciò che è buono, non ciò che è manda riflessi anche nel fango. È appun-
· cattivo, dal momento che le sue parole . to la promessa che ha fatto il Signore:
possono insegnare che egli conferisce «Glorificherò quelli che mi danno glo-
gloria e non si cura di punire. «Chi mi ria». Chi vuole, può benissimo intendere
glorificherà - dice - , io lo glorificherò», queste parole come riguardanti il futuro,
proclamando così che il proposito della quando la tristezza sarà mutata in gioia e
sua azione è la gloria del bene. E riguar- quando lassù la corona dei santi sarà or-
do a «chi mi disprezza», non dice che lo mai immutabile, mentre il mondo finirà.
priverà della gloria, ma che sarà privato Io, per conto mio, sto vedendo che quel-
della gloria. Egli non confessava che la la promessa in lui si compie anche per
condanna di Adamo ed Eva sarebbe sta- questa vita.
ta il risultato della sua azione, ma indica- Girolamo,
va ciò che sarebbe accaduto in futuro. Lettere 66, 7
Ambrogio>
Sul paradiso 15 > 74
Lo sguardo fisso verso la luce del
sole
Amicizia con Dio
Perciò, nell'onorarlo, onoriamo noi
Se il Signore dice: «Coloro che mi stessi. Chi apre i suoi occhi per fissare lo
onorano io li onorerò, e coloro che mi di:. sguardo sulla luce del sole riceve piacere
sprezzano saranno oggetto di disprezzo», per se stesso, ammira la bellezza della stel-
allora dovremmo riflettere su ciò che ri- la ma non fa nessun favore all'astro né ac-
chiede anche a noi. È vero, è in virtù del- cresce il suo splendore, perché esso conti-
1'onore reso alla sua gloria che salva colo- nua ad essere quello che era; questo è an-
ro che sono suoi nemici> tuttavia questi cora più vero per quanto riguarda Dio.
che sono diventati suoi amici devono Chi ammira e .onora Dio fa questo per la
continuare a comportarsi come suoi ami- sua propria salvezza, e il suo più alto be-
ci. Se infatti ritornassero alla condizione neficfo; e come? Perché segue la virtù ed
originaria di inimicizia> tutto sarebbe sta- è onorato da lui. Infatti, «coloro che mi
to reso inutile e senza senso. Non c'è un onorano - egli dice -, io li onorerò».
altro battesimo o una seconda riconcilia- Giovanni Crisostomo,
zione, ma «una certa paura del giudizio Omelie su I Timoteo 4
che colpirà i nemici» (Eh 10, 27). Se noi
pensiamo, tuttavia, di essere in inimicizia
31
con lui e comunque invochiamo il suo Taglierò via la tua forza
perdono, non saremo mai liberi dall'ini-
micizia> dalla licenziosità e dalla deprava- Correggere in modo appropriato le
zione, e saremo ciechi di fronte al sole di mancanze dei figli
giustizia che è sorto. ·
Giovanni Crisostomo, Perciò vi domando con insistenza di
Omelie su Efesim' 2 aiutare i nostri figli per non diventare noi
stessi responsabili delle loro azioni. Non
sapete che cosa è capitato al vecchio Eli
Gloria nella vita presente per non aver corretto in modo appropria-
to le mancanze dei suoi figli? Quando
Una perla brilla anche nella sozzura, una malattia richiede cure, diventa rapi-
e una gemma splendente e tersissima damente incurabile se il medico la tratta
254 1 Samuele

con unguenti per la pelle e non applica il figli, ma, coÌpevole di un,eccessiva tolle-
giusto rimedio. Proprio nello stesso mo- ranza, condivise la loro punizione.
do, era necessario che prendesse le giuste Giovanni Crisostomo,
misure riguardo alla dissolutezza dei suoi Omelie sulla Genesi 59, 20

IL SIGNORE CHIAMA SAMUELE

(. .. )In quel tempo Eli stava riposando in casa, perché i suoi occhi comin-
ciavano a indebolirsi e non riusciva più a vedere. La lampada di Dio non era ~
ancora spenta e Samuele era coricato nel tempio del Signore, dove si trova-
va f arca di Dio. Allora il Signore chiamò: «Samuele!» e quegli riJpose: «Ec-
comi>>, poi corse da Eli e gli disse: «Mi hai chiamato, eccomi.'». Egli rispo-
se: «Non ti ho chiamato, torna a dormire.'». Tornò e si mise a dormire. Ma
il Signore chiamò di nuovo: «Samuele!» e Samuele, alzatos~ corse da Elidi-
. cendo: «Mi hai"chiamato, eccomi/». Ma quegli rispose di nuovo: «Non ti ho
chiamato, figlio mio, torna a dormirei». In realtà Samuele fino allora non
aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola
del Signore. Il Signore tornò a chiamare: «Samuele!» per la terza volta; que-
sti si alzò ancora e corse da Ell dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi.'». Allo- ·
ra Eli comprese che il Signore chiamava il giovinetto. Eli disse a Samuele:
«Vattene a dormire e, se ti si chiamerà ancora, dirai: Parla, Signore, perché
il tuo servo ti ascolta». Samuele andò a coricarsi al suo posto (3, 1-9).
«Tempio del Signore» è il tabernacolo nel quale è posta l'arca dell'alleanza, come indi-
cano i dati storici (Teodoro di Mopsuestia). Dio volle che Samuele fosse introdotto ai suoi
insegnamenti dagli anziani, indicando i benefici che i giovani ne possono cogliere (Giovan-
ni Cassiano).

3
Nel tempio del Signore al qµale si fa ricorso per difesa e prote-
zione, nel quale è opportuno stare sicu-
Con tempio si allude al tabernacolo ramente saldi nella speranza contro ogni
slealtà. Ma ciò che chiama tempio è il ta-
Dice: «Il Signore è n el suo santo bernacolo nel quale era posta l'arca del
tempio» (Sal 11, 4), come se fosse stato Signore, perché il tempio non era stato
appropriato dire: «Il Signore è il suo ancora costruito. Che il tabernacolo
soccorso». Infatti il nome Signore da so- possa essere chiamato tempio, lo testi-
lo è comunemente inserito per indicare moniano chiaramente i libri dei Re,
assistenza. Ma qui il salmista intende in- quando la costruzione del tempio, al-
dicare che c'è uno che vive nel tempio e 1'epoca, non era ancora cominciata: «Sa-
Il Signore si rivela a Samuele (3, 10-21) 255

muele era coricato nel tempio del Signo- nulla, seguendo il nostro giudizio e la
' re, dove si trovava l'arca di Dio». nostra presunzione. Questa attitudine è
Teodoro di Mopsuestia, sicuramente gradita a Dio a tal segno
Commento ai Salmi 1O che noi troviamo, non certo senza moti-
vo, il medesimo ammaestramento inclu-
so nelle Scritture. Il Signore infatti non
4-9 Samuele sente chiamare il proprio volle istruire direttamente e per se stes-
nome so, con la disciplina di un colloquio divi-
no personale, il piccolo Samuele, che
La scuola degli anziani pure era stato già da lui eletto con la sua
divina chiamata, ma dispose che egli ri-
Ne segue che per nessun motivo corresse una prima e una seconda volta
l'inesperienza e la leggerezza di un solo all'anziano sacerdote. Egli volle così che
vecchio o anche di pochi anziani, della venisse istruito a poter parlare con Lui il
cui canizie si fa un abuso l'astutissimo fanciullo, da Lui stesso eletto, attraverso
nemico per ingannare i giovani, devono l'insegnamento di uno che proprio nella
dissuadervi e distogliervi da quella via sua senilità aveva offeso Dio. Egli prefe-
salutare, di cui vi ho fatto parola in pre- rì che quel fanciullo, pur da lui giudica-
cedenza, come pure· dalla tradizione dei to degnissimo della sua vocazione, ve-
padri. È necessario invece rivelare tutto nisse prima formato alla scuola di un an-
agli anziani, senza nulla nascondere per ziano. E questo vuol dire che doveva es-
motivo di vergogna, e ricevere da loro sere sperimentata, da una parte, l'umiltà
con piena fiducia i rimedi utili a risana- di colui che era chiamato al ministero
re le ferite, come pure gli esempi adatti divino, così come, dall'altra, veniva pro-
al proprio comportamento e alla propria posta ai giovani, col suo esempio, la for-
vita. È così che noi potremo sperimenta- ma di un'obbediente soggezione.
re aiuto ed esito corrispondenti, se però Giovanni Cassiano,
non tenteremo di agire assolutamente in Conferenze ai monaci' 2, 13-14

IL SIGNORE SI RIVELA A SAMUELE

Venne il Signore, stette di nuovo accanto a lui e lo chiamò ancora come ·


le altre volte: «Samuele, Samuele!». Samuele rispose subito: «Parla, perché
il tuo servo ti ascolta». Allora il Signore dz'sse a Samuele: «Ecco io sto per
fare in Israele una cosa tale che chiunque udirà ne avrà storditi gli orecchi.
In quel giorno attuerò contro Eli quanto ho pronunziato riguardo alla sua
casa, da ci·ma a fondo . Gli ho annunziato che io avrei fatto vendetta della
casa di lui per sempre, perché sapeva che i suoi disonoravano Dio e non li
ha puniti>> (. .. ) (3, 10-21).
Mostrare bontà verso i malvagi significa tradire in qualche modo la verità, divenendo
a propria volta vittime della punizione di Dio (Basilio Magno). Meglio rivolgere in pochi
le preghiere al Signore, piuttosto che coinvolgere gli iniqui che corrompono gli altri; si trat-
256 1 Samuele

ta di un monito per i ricchi e i potenti (Giovanni Crisostomo). L'episodio dimostra come


la collera di Dio colpisca indistintamente chiunque non rispetti i suoi comandamenti
(Isacco di Ninive).

n Eli sapeva che i· suoi figli disonorava- Difesa delle leggi di Dio
no Dio e non li ha puniti
È certo meglio innalzare le consue-
Mostrare bontà verso i malvagi è te preghiere con due e tre che osservano
tradimento della verità le leggi di Dio, piuttosto che trascinarsi
dietro una moltitudine di chi opera ini-
I medici infatti, quando trovano quamente e corrompe gli altri. Nessun
qualche membro preso da un mak incu- ricco, nessun potente si gonfi qui di or- '
rabile, sono soliti strapparlo con tagli e goglio e inarchi le sopracciglia. Tutto
cauierizzazioni, perché il male non si questo è per me favola, ombra e sogno.
spanda e distrugga le parti vicine a quel Nessuno infatti di coloro che ora sono
membro. E questo dobbiamo necessa- ricchi lassù mi proteggerà, quando sarò
riamente farlo anche noi per quelli che incolpato e accusato di non aver difeso le
sono nemici dci comandi del Signore o leggi di Dio con la dovuta energia. Que-
ne impediscono l'adempimento, in conr sto, questo rovinò quel vecchio, pur de-
formità al precetto del Signore stesso gno di ammirazione, benché mostrasse
che ha detto: «Se il tuo occhio destro ti una vita irreprensibile, ma tuttavia, poi-
dà scandalo, strappalo e gettalo via da ché non si curò che fossero calpestate le
te». (Mt 5, 29). Poiché la benignità nei leggi di Dio, fu punito insieme ai figli e
confronti di costoro è simile alla ottusa subì un castigo severo. Se dove cosl
. bontà di Eli che viene rimproverato per. grande era la tirannia della natura, egli
averla usata nei confronti dei suoi figli, che non trattò i suoi figli con la dovuta
contro il gradimento di Dio. Dunque, fermezza fu punito in modo così severo,
mostrare bontà verso i malvagi è tradi- quale indulgenza avremo noi, che pure
mento della verità, insidia tesa alla fra- siamo liberi da quella tirannia e rovinia-
ternità e abitua all'indifferenza per i vizi, mo tutto con l'adulazione?
mentre non si compie più ciò che sta Giovanni Crisostomo,
scritto: «Perché non avete piuttosto fat- Omelie sul vangelo di Matteo 17, 7
to lutto affinché si togliesse di mezzo a
voi l'autore di una simile azione?» (1
Cor 5, 2). E avverrà necessariamente ciò Amore per i comandamenti divini
che è detto sotto: «Un po' di lievito fa
fermentare tutta la pasta» (1Cor5, 6) .. E Per quale ragione la collera e la
l'Apostolo dice: «Coloro che peccano, morte colpiscono la casa del sacerdqte
riprendili davanti a tutti» (1 Tm 5, 20), e Eli, il giusto anziano che per quarant' an-
adduce subito il motivo, dicendo: «af- ni era stato un eminente sacerdote? Non
finché anche gli altri abbiano timore» fu a causa dell'iniquità dei suoi figli Of-
(ibid.). ni e Finees? Né egli peccò, né essi lo fe-
Basilio Magno, cero con il suo assenso, ma fu a causa
Regole ampie 28 del fatto che non ebbe l'ardore di do-
Israele attacca i Filistei (4, 1-9) 257

mandare per loro la vendetta del Signo- re contro i suoi servi leali, contro sacer-
re e amò loro più dei comandamenti del doti, giudici, capi, gente consacrata a
Signore. Se qualcuno suppone che il Si- lui, a cui concesse di operare miracoli, e
gnore manifesti la sua collera soltanto su non tollera la trasgressione dei suoi sta-
questi che passano tutta la loro vita tra le tuti da parte loro.
iniquità, guardi come per questo inde- Isacco di Ninive,
cente peccato manifesti il proprio ardo- Omelie ascetiche 10

ISRAELE ATTACCA I FILISTEI

(. .. )La parola di Samuele si rivolse a tutto Israele. In quei giorni i Fili-


stei si radunarono per combattere contro Israele. Allora Israele scese in cam-
po a dar ~attaglia ai Filistei. Essi si accamparono presso Eben-Ezer mentre
i Filistei s'erano accampati in Afek. (. .. ) Anche i Filistei udirono l'eco di
quelturlo e dissero: «Che significa il risuonare di quest'urlo così forte nel-
l'accampamento degli Ebrei?». Poi vennero a sapere che era arrivata nel lo-
ro campo l'arca del Signore. I Filistei ne ebbero timore e si dicevano: «È ve-
nuto il loro Dio nel loro campo!», ed esclamavano: «Guai a noz: perché non
è stato così né ieri né prima. Guai a noi! Chi ci llbererà dalle mani di que-
ste divinità così potenti? Queste divinità hanno colpito con ogni piaga
l'Egitto nel deserto (. .. )» (4, 1-9).
Dio abbandona l'arca nelle mani dei Filistei proteggendone altresì la santità per mo-
strare che essi hanno vinto non Dio, ma la scelleratezza degli Israeliti (Teodoreto di Cirro).

8
I Filistei temono l'arca del Signore sognava infatti che coloro i quali avevano
apertamente trasgredito la Legge elegges-
sero la Legge a propria difesa; tuttavia,
I Filistei non hanno vinto Dio, ma la una volta abbandonatala, ne protegge la
scelleratezza degli uomini santità, insegnando ai Filistei che essi han-
Ecco la ragione per cui Dio abbando- no vinto non Dio ma la scelleratezza degli
na l'arca ai Filistei, perché desidera sver- uomu11.
Teodoreto di Cirro,
gognare l'iniquità del suo popolo; non bi- Discorsi sulla provvidenza 10, 767D-768A
258 1 Samuele

VIENE PRESA L'ARCA DEL SIGNORE

Quindi i Filistei attaccarono battaglia) Israele fu sconfitto e ciascuno fu


costretto a fuggire nella sua tenda. La strage fu molto grande: dalla parte
d)Israele caddero tremila fanti. In più .farca di Dio fu presa e i due figli di
Elt~ Cofni e Pincas) morirono. Uno della tribù di Beniamino fuggì dalle fi-
le e venne a Silo il giorno stesso) con le vesti stracciate e polvere sul capo.
Mentre giungeva, ecco Eli stava sul sedile presso la porta e scrutava la stra-
da di Mizpa, perché aveva il cuore in ansia per l'arca di Dio. Venne dunque
l'uomo e diede l'annuncio in città e tutta la città alzò lamenti. Eli, senten- ...
do il rumore delle grida, si chiese: «Che sarà questo grido di tumulto?». -In-
tanto l'uomo si avanzò in gran fretta e narrò a Eli ogni cosa. (. .. )Appena eb-
be accennato all'arca di Dio, Eli cadde all'indietro dal sedile sul lato della
porta, batté la nuca e mori~ perché era vecchio e pesante. Egli aveva giudi-
cato Israele per quarant'anni (4, 10-18).
Nel tabernacolo eretto dal Signore, inteso in senso allegorico, non abiterà se non l'in-
nocente di mani e il puro di cuore che non ha ricevuto invano la sua anima (Origene). La pu-
rezza del vescovo deve essere estesa ai suoi figli spirituali (Girolamo). Il passo offe la possi-
bilità di riflettere sui doveri dei predicatori nella lotta contro il peccato (Cesario di Arles).

11
I:arca di Dio viene presa necessario, quindi, che -ad abitare questo
tabernacolo, che ha eretto il Signore,
Il tabernacolo eretto dal Signore non un uomo, sia una persona di tale ge-
nere.
O come sarà vero il dire riguardo a Origene,
questo tabernacolo che non abiterà in Omelie sull'Esodo 9, 2
esso se non r innocente di mani e il puro
di cuore che non ha ricevuto invano la sua
anima (Sal 24, 3 ), quando la storia dei 18
EU muore
Re mostra che nel tabernacolo di Dio
hanno abitato sacerdoti pessimi, «figli Castità richiesta
della pestilenza», e che la stessa arca del-
l'alleanza fu presa da stranieri e fu cu- Guarda quale castità è richiesta in un
stodita dagli empi e dai profani? Da tut- vescovo! Se suo figlio è licenzioso, egli
to questo risulta evidente che il profeta stesso non può essere un vescovo e offen-
comprendeva in modo molto differente de Dio allo stesso modo del sacerdote Eli,
questo tabernacolo nel quale dice che che in verità aveva rimproverato i propri
dimorerà soltanto <<l'innocente di màni e figli, ma poiché non ripudiò i peccatori,
il puro di cuore che non ha ricevuto in- cadde all'indietro e morl prima che arri-
vano la sua anima, che non fa del male al vasse la lampada del Signore.
proprio prossimo e non lancia insult9 Girolamo,
contro il suo vicino» (Sal24, 4; 15, 3). E Contro Gioviniano 1, 35
La nascita di Icabod (4, 19-22) 259

Doveri della predicazione Ecco quale giudizio toccherà al sacer-


dote negligente, che non ha voluto predi-
Fratelli carissimi, tutte le volte che care con assiduità la parola di Dio. E per-
tanto per la vostra quanto per la mia sal- ciò, fratelli carissimi, ogni volta che per la
vezza mi è necessario predicare qualcosa salvezza della vostra anima vi ammonisco
di duro o di aspro, considerando il perico- umilmente, assolvo presso Dio la mia co-
lo che corro dovrete accogliere quelle mie scienza. Temo infatti e sono assolutamente
parole con serenità e pazienza; poiché la terrorizzato dall'esempio del sacerdote Eli,
predicazione procura cure aspre per i ma- ·che sentendo che i propri figli commette-
lati, compone abbellimenti per le persone vano adulteri, trascurò di percuoterli o di
sane. Non è cosa da poco infatti ciò che lo scomunicarli, ma li ammonì soltanto lieve-
Spirito Santo attraverso il profeta minac- mente dicendo: «No, figli, non è bene ciò
cia ai sacerdoti del Signore: «Se - dice - che io odo di voi, che cioè sviate il popolo
non avvertirai il malvagio della sua iniqui- del Signore. Se un uomo pecca contro un
tà, della sua morte io domanderò conto a altro uomo, Dio potrà intervenire in suo
te» (Ez 3, 18); e ancora: «Grida a squarcia- favore, ma se l'uomo pecca contro il Signo-
gola, non aver riguardo; come una tromba re, chi potrà intercedere per lui?» (1Sam2,
alza la voce; dichiara al mio popolo i suoi 24-25). E tl.Ìttavia, nonostante avesse detto
delitti» (Is 58, l); e quello che nel Vangelo questo, poiché si era occupato di loro non
è detto in mòdo assolutamente terribile al con una grande severità, egli stesso, caden-
sacerdote negligente: «Servo malvagio, do all'indietro dal sedile, si ruppe il collo e
perché non hai consegnato il mio denaro morì, e il suo nome fu cancellato dal libro
ad una banca? Al mio ritorno l'avrei ri- della vita; e in un solo giorno furono uccisi
scosso con gli interessi» (Le 19, 23). E do- tremila uomini del popolo, e l'arca dell'al-
. po queste parole: «abbandonate - dice - leanza fu presa dai nemici.
l'inutile servo alle tenebre esteriori, dove è Cesario di Arles,
pianto e stridore di denti>>. Sermoni 5, 1

LA NASCITA DI lCABOD

La nuora di lui: moglie di Pincas, incinta e prossima al parto, quando


sentì la notizia che era stata presa l'arca di Dio e che erano morti il suocero
e il marito, s'accosciò e partorz~ colta dalle doglie. Mentre era sul punto ~i
morire le dicevano quelle che le stavano attorno: «Non temere, hai partori-
to un faglia». Ma essa non rispose e non ne fece caso. ~a chi~mò i~ ba':'lbi-
no Icabod, cioè: «Se n'è andata lungi da Israele la gloria!» riferenJosi alla
cattura dell'arca di Dio e al suocero e al marito (. .. ) (4, 19-22).
La sofferenza nel parto è raramente associata alle donne sante, come dimostrano alcu-
ne figure della Scrittura (Girolamo). La morte senza lamento della vedova di Pincas è mes-
sa in relazione con il versetto del salmista: I suoi sacerdoti caddero di spada e le loro vedove
non fecero lamento (Cassiodoro).
260 1 Samuele

19 20
La moglie di Finees dà alla luce un
· taccarono anche il Salvatore ma non furo-
figlio no mai in grado di sopraffarlo, come egli
Pene della morte stesso dice nel Salmo 17, 5: <<Mi circonda-
vano flutti di morte, mi travolgevano i tor-
Leggi la Scrittura e non troverai sante renti del male e le pene dell'inferno mi at-
donne partorire con sofferenza, fatta ecce- taccavano».
zione per Rachele, che, quando era in viag- Girolamo,
gio e nell'ippodromo, vale a dire, nella Commento a Michea 2, 4
strada per cavalli che era stata venduta al-
l'Egitto (cf. 2 Mac 5, 1-4), partorì con sof-
ferenza colui che suo padre chiamò «figlio Tragedia collettiva
della mano destra» (Gn 35, 16-20) i.
Quando Eva fu cacciata dal paradiso e le I suoi sacerdoti caddero di spada e le '
fu detto «partorirai nel dolore» (Gn 3, 16), loro vedove non fecero lamento. Si legge
si dice che avrebbe sofferto partorendo. che nella stessa cattività i figli del sacer-
La moglie di Finees, che era curva e non dote Eli furono uccisi dagli stranieri con
poteva drizzarsi, come la donna che nel la spada; e la moglie di uno di quelli, di-
vangelo era tenuta inferma dal diavolo (cf. ventata vedova, dopo un parto improvvi-
Le 13, 10-16), partorì dopo che ascoltò che so, morì prematuramente. Accadde così
l'arca era stata catturata e il suo popolo era che la vedova di quello non piangeva af-
stato annientato. Sara invece, poiché era fatto, mentre tuttf erano presi dalla trage-
religiosa e in menopausa, disse ad Isacco dia collettiva. Si deve infatti credere che
quando nacque: <<Motivo di lieto riso mi tali cose siano accadute a molti in quel
ha dato Dio: chiunque lo saprà sorriderà popolo, dal momento che la santa autori-
di me!» (Gn 21, 6). Dunque le sofferenze tà della Sqittura, che si sa che non riferi-
che colpirono la torre della moltitudine sce niente di superfluo, ha ricordato un
(cf. Gn 35, 21) sono le pene dell'inferno e numero plurale di vedove.
le pene della morte, che circondarono e at- Cassiodoro,
Commento ai Salmi, 77, 64

L'ARCA DI DIO NELLA CASA DI DAGON

I Filistei: catturata.l'arca di Dio, la portarono da Eben-Ezer ad Asdod. I


Filistei poi presero l'arca di Dio e la introdussero nel tempio di Dagon. Il
giorno dopo i cittadini di Asdòd si alzarono ed ecco Dagon giaceva con la
faccia a terra davanti all'arca del Signore; essi presero Dagon e lo rimisero
alsuo posto. Si alzarono il giorno dopo di buon mattino ed ecco Dagon con
la faccia a terra davanti all'arca del Signore, mentre il capo di Dagon e le pal-
me delle mani giacevano staccate sulla soglia; solo il tronco era rimasto a

1 Si tratta di Beniamino.
I:arca dt' Dt'o nella casa di Dagon (5, 1-5) 261

Dagon. A ricordo di ciò i sacerdoti di Dagon e quanti entrano nel tempio di


Dagon in Asdod non calpestano la soglia fino ad oggi (5, 1-5).
Lasciando larca nel tempio di Dagon, Dio voleva insegnare. ai nemici di Israele che la
sconfitta non era dovuta alla debolezza di Dio, ma alle trasgressioni di quelli che lo adora-
vano, come dimostra il fatto che la statua cadde a terra e si ruppe, dando prova della santi-
tà dell'arca (Giovanni Crisostomo). Dio fa cadere davanti all'arca la statua di Dagon e fa in
modo che esso presenti l'attitudine dell'adorazione, affinché i Filistei apprendano a distin-
guere un simulacro da un Dio (Tcodoreto di Cirro). Si tratta di un monito per le future ge-
nerazioni (Giovanni Crisostomo).

25
• Dagon giace con la faccia a terra lo fa cadere davanti all'arca e fa in modo
che esso presenti l'attitudine dell'adora-
La presenza dell'arca zione, affinché i Filistei apprendano a di-
stinguere [un simulacro da un Dio]. Ma
. In breve, se tu credi che il luogo sia essi stoltamente lo raddrizzano ancora e
- sacro perché sono lì la Legge e i libri dei di nuovo e di nuovo, o vedono crollato in
profeti, allora è tempo per te di credere atto di adorazione. In seguito dal mo-
che gli idoli e i templi degli idoli sono sa- mento che, ptesi da grande 'Stoltezza, non
cri. Una volta, quando i Giudei erano in volevano riconoscere questa differenza,
guerra, il popolo di Asdod li vinse, prese essi appresero ad essere temperanti attra-
la loro arca e la portò nel proprio tempio. verso l'esperienza, per opera del castigo
Il fatto che contenesse l'arca ne faceva un ridivennero sobri e si sciolsero dall'ubria-
luogo santo? Certamente no! Esso conti- chezza dell'ignoranza; ed ecco che riman-
nuava ad essere profano e impuro, come dano, com'era giusto, l'arca ai suoi propri
gli eventi provarono immediatamente. cultori, con le offerte di cui l'onorano
Dio voleva infatti insegnare ai nemici di proclamano il castigo di cui sono stati fat-
Israele che la sconfitta non era dovuta al- ti oggetto e fanno sapere a coloro che de-
la debolezza di Dio, ma alle trasgressioni vono riceverla il modo del suo ritorno.
di quelli che lo adoravano. E così larca, Teodoreto di Cirro,
che era stata presa come bottino in guer- Discorsi sulla provvidenza 10, 768A
ra, dette prova della propria potenza in
una terra straniera gettando due volte a
terra l'idolo cosicché si ruppe. La presen- Monito per le future g~nerazioni
za dell'arca era così lungi dal rendere
quel tempio un luogo sacro che lo attac- E ora non per la prima volta, ma ha
cò persino. compiuto queste incredibili meraviglie da
Giovanni Crisostomo, tempo immemore. Non è il caso di elen-
Discorsi contro i giudei 6, 7 carle tutte; ricorderò quanto sembra più
strettamente avvicinabile a questi eventi.
Una volta, quando i Giudei combatteva-
Distinzione tra i falsi dèi e il vero Dio no in Palestin·a con certi stranieri e il ne-
mico vinse e prese l'arca dell'alleanza, es-
È per questo che Dagon, che essi si la dedicarono, come fior fiore del bot-
adoravano come un dio (e non era che un tino di guerra, ad uno dei loro idoli loca-
simulacro muto e senza sensibilità), Egli li chiamato Dagon; e, ·non appena l'arca
262 1 Samuele

fu portata dentro, la statua cade e giace tua era sparso in pezzi in un altro luogo
con la faccia a terra. Dal momento che (. .. ). Perciò, il luogo che è capace di esi-
non compresero da questa caduta il po- stere per tanto t~mpo, riceve il colpo eri-
tente intervento di Dio, ma la tirarono di corda a tutte le generazioni future che co-
nuovo su e la misero di nuovo sul suo pie- loro che compiono tali azioni sono con-
distallo, quando il giorno dopo ali> alba si dannati dalla Legge a soffrire tali cose an-
presentarono, osservarono che non era che se non pagano subito il fio, che è
semplicemente caduta, ma era anche com- esattamente ciò che accadde nel caso di
pletamente rotta. Le braccia, staccate dal- questo tempio.
le spalle, erano gettate sul suolo del tem- Giovanni Crisostomo,
pio, insieme con i piedi; e il resto della sta- Discorso su Babila 116

LA MANO DEL SIGNORE COLPISCE I FILISTEI

Allora incominàò a pesare la mano del Signore. sugli'. abitanti di Asdòd,


li devastò e li colpì con bubhonl Asdod e il suo territorio. I cittadini di
Asdod, vedendo che le cose si mettevano in tal modo, dissero: «Non riman-
ga con noi l'arca del. Dio d'Israele, perché la sua mano è troppo dura contro
Dagon nostro dio!» (. .. ) (5, 6-12).
Il tipo di morte che colpisce i Filistei va intesa in senso spirituale: il morso dei topi al-
lude alla lacerazione del peccato (Gregorio Magno). Gli abitanti di Asdod rappresentano
coloro che decidono di rimanere nell'ignoranza dei precetti divini (Beda il Venerabile).

6
La mano del Signore incominciò a verità, secondo il senso spirituale abbia-
pesare mo conosciuto due tipi di morte: runa,
cioè, per la quale i peccatori, peccando,
Due tipi di 'morte muoiono alla giustizia, r altra, con la qua-
le i giusti, pentendosi, si rinfrancano dai
Ma è detto anche il modo in cui peccati nei quali hanno vissuto; runa,
muoiono: è detto che ciascuno muore che entra nei cuori degli uomini quando
perché quando va a purgare il proprio il diavolo li seduce, l'altra, che la poten-
ventre è tormentato nella parte più pro- za di Dio porta a compimento: è necessa-
fonda delle natiche da topi. Secondo la rio comprendere entrambe le morti in
lettera questa piaga è mostrata come una questo passo secondo il senso spirituale.
sola, ma nell'interpretazione allegorica è Quando è detto: La mano del Signore pe-
raddoppiata. Secondo il senso letterale, sò sugli' abitanti di' Asdod, ·si allude alla
infatti, il peso della mano del Signore e il morte dalla quale i peccatori, pentendo-
morso dei topi hanno come effetto la si, risorgono d,ai loro peccati. Quella
stessa morte: è detto che la mano del Si- morte, invece, con la quale i Gentili si
gnore gravava sugli abitanti di Asdod mostrarono servi della lordura e dell'ini-
perché sono uccisi dai morsi dei topi. In quità, è indicata quando si dice che sono
Viene pianificata la restituzione dell'arca (6, 1-9) 263

morsi e uccisi dai topi. Il topo è infatti dèi, non vogliono abbracciare la fede in
impuro ed è proibito dalla Legge man- lui per non essere costretti, per questa so-
giarlo (cf. Lv 11, 29). Che cosa dunque la, a rinnegare tutta la moltitudine dei lo-
viene indicato con i topi se non i demo- ro dèi. Vedendo I falsi cristiani che a cau-
ni? E che cosa significa essere morsi dai sa della loro fede in Cristo sono loro in-
topi se non essere lacerati dalla sofferen- . terdetti i peccati che amano, con tutto il
za del peccato? Venivano morsi dai topi loro potere allontanano la religione stessa
quando uscivano a purgare il loro ventre. della loro fede affinché non sia loro ordi-
Che cos'altro significa purgare il ventre nato, in ragione della loro fede> di di-
se non emanare la puzza della cattiva fa- struggere i desideri che servono al posto
ma compiendo il peccato? Chi dunque di Dio. Gli abitanti di Asdod sono cioè
esce a purgare il ventre è ucciso dal mor- degni del nome di eccesso, dissolutezza e
so dei topi: chi infatti peccando viene co- passioni dal momento che a tal punto
nosciuto dagli altri come esempio di de- non vogliono conoscere i precetti della
pravazfone, è anche trattenuto dalla gra- Sacra Scrittura per non dover portare a
ve compromissione con i demoni. compimento, una volta conosciute, le co-
Gregorio Magno, se che hanno appreso e per il detto del Si-
Sei libri su I Re 3, 78 gnore secondo il quale coloro che non
conoscono la sua volontà sono meno de-
stinati al biasimo, non vogliono conosce-
7
Asdod riconosce il peso della punizio- re ciò che fare, non comprendendo che
ne divina c'è molta differenza tra non conoscere
semplicemente e non volere conoscere
Scegliere l'ignoranza ciò che hai imparato che bisogna cono-
scere.
Quando gli amanti dell'idolatria ve- Beda il Venerabile,
dono la potenza di Cristo contro i loro Quattro libri su I Samuele l, 5

VIENE PIANIFICATA LA RESTITUZIONE DELL'ARCA

(. .. ) Poi i Filistei convocarono i sacerdoti e gli indovini e dissero: «Che


dobbiamo fare delfarca del Signore? Indicateci il modo di rimandarla al-
la sua sede». Risposero: «Se intendete rimandare tarca del Dio d'Israele,
non rimandatela vuota, ma pagate un tributo in ammenda della vostra col-
pa. Allora guarirete e vi sarà noto perché non si è ritirata da voi la sua ma-
no». Chiesero: «Quale riparazione dobbiamo pagarle?». Risposero: «Se-
condo il numero dei capi dei Filistei~ cinque bubboni d'oro e cinque topi
d) oro, perché unico è stato il flagello per tutto il popolo e per i vostri capi.
Fate dunque immagini dei vostri bubboni e immagini dei vostri topi che
infestano la terra e datele in omaggio al Dio d'Israele, sperando che sia
tolto il peso della sua mano da voi, dal vostro dio e dal vostro paese. (. .. )
Dunque fate un carro nuovo, poi prendete due vacche allattanti sulle qua-
264 1 Samuele

li non sia mai stato posto il giogo e attaccate queste vacche al carro, to-
gliendo loro i vitelli e riconducendoli alla stalla. Quindi prendete l'arca
del Signore, collocatela sul carro e ponete gli oggetti d, oro che dovete pa-
garle in riparazione in una cesta appesa di fianco. Poi fatela partire e la-
sciate che se ne vada. E state a vedere: se salirà a Bet-Semes per la via che
porta al suo territorio, essa ci ha provocato tutti questi mali çosì grandi:· se
no, sapremo che non ci ha colp#i la sua mano, ma·per puro caso abbiamo
avuto questo incidente» (6, 1-9).
L'episodio si riferisce al futuro, quando Dio non abbandonerà: i peccatori ai morsi del
diavolo e delle sue schiere (Cassiodoro). Dio modula il proprio intervento in base all'inter- \
locutore (Giovanni Crisostomo).

45
- Un'offerta di riparazione 9
Una prova
Il tormento dei peccati nella vita fu- La guida di Dio
tura
Per questa ragione Paolo dice: «Mi
Leggiamo nel primo libro dei Re che sono fatto Giudeo con i Giudei, con co-
per aver ingiuriato la sacra arca, gli stra- loro che sono sotto la Legge sono diven-
nieri furono tormentati nelle parti' poste- tato come uno che è sotto la Legge, con
riori, cosicché anche da vivi, con una tri- coloro che non hanno legge, sono diven-
ste sorte, sono rosicchiati dai topi. E que- tato come uno che è senza legge» (1 Cor
sto rimane loro come un'eterna vergogna, 9, 20-21). Anche Dio si comporta così,
dal momento che nessun altro fu punito come con i magi: non li ha guidati con un
in questo modo. Così tormenta i peccato- angelo, non con un profeta, non con un
ri nella vita futura, quando non rimette i apostolo, non con un evangelista, ma co-
loro debiti e sono come divorati dai topi, me? Con una stella (cf. Mt 2, 1-11): dal
quando I'ostile esercito del diavolo li cir- momento che conoscevano quell'arte, li
conderà. guidò così. Così agisce nel caso delle vac-
Cassiodoro, che che conducono l'arca: se le vacche
Commento ai Salmi 77, 66 procedono per questa strada, di.ce, l'indi-
gnazione del Signore è vera, come hanno
detto i vati. Forse che i vati dicono cose
vere? Niente affatto; ma dalla loro pro~ ·
pria bocca li confuta e li redarguisce.
Giovanni Crisostomo,
Omelie su Tito 3, 2
l.}arca am'va a Bet-Semes (6, 10-21) 265

L'ARCA ARRIVA A BET-SEMES

Quegli uomini fecero in tal modo. Presero due vàcche allattanti: le at-
taccarono al carro e chiusero nella stalla i loro vitelli. Quindi collocarono
l'arca del Signore sul carro con la cesta e i topi d'oro e le immagini dei bub-
boni. Le vacche andarono diritte per la strada di Bet-Semes percorrendo si-
cure una sola via e muggendo continuamente, ma non piegando né a destra
né a sinistra. I capi dei Filistei le seguirono sino al confine con Bet-Semes.
Gli abitanti di Bet-Semes stavano facendo la mietitura del grano nella pia-
nura. Alzando gli occhi, scorsero l'arca ed esultarono a quella vista. Il carro
giunse al campo di Giosuè di Bet-Semes e si fermò là dove era una grossa
pietra. Allora fecero a pezzi i legni del carro e offrirono le vacche in olocau-
sto al Signore (. .. ) (6, 10-21).
Le vacche simboleggiano la fede (Gregorio Magno). La compassione e l'affetto verso
le persone care non deve distogliere dal retto cammino (Gregorio Magno). La predizione è
opera dei demoni (Origene). .

10 14
· Le vacche portano l'arca nel campo nel loro intimo sulla via di Dio, hanno al-
di Giosuè 1'esterno vincoli di affetti terreni senza
però ·declinare dalla retta via, portando
Le vacche simboleggiano la fede nella loro mente l'arca di Dio. Le mucche
vanno· a Bethsames, città il cui nome si-
Sappiamo che quando l'arca del Si- gnifica «casa del sole», e il profeta dice:
gnore tornò dalla regione dei Filistei alla Per voi che temete il Signore sorgerà il so-
terra di Isi;aele fu messa su un carro al le di giustizz·a (Ml 4, 2). Se dunque cam-
.quale furono sottoposte delle mucche, e miniamo verso la dimora del Sole eterno
si precisa - nella narrazione - che esse occorre che non abbandoniamo la via di
avevano partorito e che i loro vitelli era- Dio a motivo degli affetti terreni. Dob-
no stati rinchiusi nella stalla. Leggiamo di biamo infatti riflettere con molta atten-
esse: Le mucche andavano diritto per la zione che quelle mucche sottoposte al
via che conduce a Bethsames percorrendo carro di Dio avanzano e gemono: salgono
l'unica strada; avanzavano e muggivano dal profondo dei loro gemiti ma esse non
senza piegare né a destra né a sinistra. Di deviano nei loro passi. Così i predicatori ,
chi sono simbolo questi animali se non di di Dio e tutti i fedeli devono stare nella
tutti i fedeli nella Chiesa? Costoro, quan- santa Chiesa condividendo le sofferenze
. do meditano i precetti delle sacre Scrittu- del prossimo mediante la carità, ma sen-
re, sono come chi porta sopra di sé l'arca za allontanarsi dalla via di Dio a motivo
del Signore. Si deve notare che, delle di una falsa compassione.
mucche, si dice che avevano appena par- Gregorio Magno,
torito; e questo fa pensare a quanti, posti Le 40 omelie sui vangeli 2, 37, 4
266 1 Samuele

Camminare su un retto sentiero ·ver- mes portando l'arca è tendere mediante


so la «casa del sole» la scienza superna alla tenda della luce
eterna. Ma tendiamo veramente verso
Ciascuno deve essere compassione- Bet-Semes quando, percorrendo la vi~
vole di fronte ai bisogni dei parenti, ma della rettitudine, neppure per amore dei
in modo tale che la compassione non im- figli pieghiamo a destra o a sinistra.
pedisca il vigore della sua intenzione, co- L'amore per essi deve occupare la nostra
sicché l'affetto riempia le viscere dell'ani- anima, ma non deve piegarla. L'anima è
ma senza distoglierla dal suo proposito dura se non è toccata dall'affetto; ma se
spirituale. I santi dimostrano il loro amo- si piega perché toccata troppo, diventa
re ai parenti secondo la carne, procuran- debole.
do loro le cose necessarie, ma vincono in Gregorio Magno,
se stessi questo affetto con l'amore delle Commento morale a Giobbe 7, 42 "
cose spirituali; essi si attengono alla rego-
la della discrezione in modo tale da non
allontanarsi minimamente dal retto sen- Un'operazione dei demoni
tiero. A costoro alludono simbolicamente
le vacche, che dirette alla montagna sotto Chi, rigua!do a queste cose; se le
l'arca del Signore, procedono insieme di- considera attentamente, potrebbe dire
ritte per la strada. Come sta scritto: Pre- che questa prescienza che fa predizioni
sero due vacche che allattavano, le attacca- sulla direzione delle vacche è casuale o
rono al carro e chiusero nella stalla i vitel- messa insieme con una qualche arte, e
1
li. Quindi collocarono l arca del Signore non è guidata da un,operazione dei de-
sul carro. E poco dopo: Le vacche anda- moni, i quali hanno temuto la potenza
rono dirt'tte per la strada dl Bet-Semes dell'arca del Signore, dalla quale non so-
percorrendo sicure una sola via e muggen- lo erano afflitti e castigati i Filistei, ma an-
do continuamente, ma non piegando né a che veniva distrutto il clllto stesso dei de-
destra né a sinùtra. Ecco, i . vitelli sono moni, dal momento che le loro statue e i
chiusi nella stalla, le vacche attaccate al loro templi precipitavano all'entrare del-
carro sotto l'arca del Signore gemono e 1'arca del Signore? Dunque: nell'esercizio
procedono, emettono muggiti dal pro- della prescienza c'è una simile operazio-
fondo e tuttavia non si allontanano dal ne dei demoni, che viene ripresa median-
sentiero. Sentono sì amore per compas- te certe arti da quelli che si sono assog-
sione, ma non si voltano indietro. Così, gettati ai demoni, e sembra essere affer-
proprio così devono procedere coloro rata e percepita ora mediante quelle che
che sottoposti al giogo della legge divina chiamano sorti, ora mediante quella che
portano ormai per mezzo della cono- chiamano scienza augurale, ora anche
scenza interiore l'arca del Signore; pur dallo scrutare le interiora, che chiamano
partecipando alle necessità dei parenti, aruspicina, e mediante altre imposture
non si allontanano dal retto sentiero in- ~imili a queste. ·
trapreso. Bet-Semes significa «casa del Origene,
sole»; perciò andare diritti verso Bet-Se- Omelie sui Numeri 16, 7
1 Filistei attaccano Israele a Mizpa (7, 1-11) 267

I FILISTEI ATTACCANO ISRAELE A MIZPA

(. .. ) Erano trascorsi molti giorni da quando era stata collocata Farca a


Kiriat-Iearim, erano passati venti anni, quando tutta la casa d'Israele alzò
grida di lamento verso il Signore. Allora Samuele si rivolse a tutta la casa
d'Israele dicendo: «Se è. proprio di tutto cuore che voi tornate al Signore, eli-
minate da voi tutti gli dèi stranieri e le Astartz:· fate in modo che il vostro
cuore sia indirizzato al Signore e servite lul lui solo, ed egli vi libererà dal-
la mano dei Filistei». Subito gli Israeliti' eliminarono i Baal e le Astarti e ser-
virono solo il Signore. Disse poi Samuele: «Radunate tutto Israele a Mizpa,
perché voglio pregare t"l Signore per voi». Si radunarono pertanto in Mizpa,
attinsero acqua, la sparsero davanti al Signore e digiunarono in quel giorno,
dicendo: «Abbiamo peccato contro il Signore.'». A Mizpa Samuele fu giudi-
ce degli Israeliti (. .. ) (7, 1-11).
Il fatto che l'arca rimanga per venti anni a Kiriat viene inteso come un'allusione alla vi-
ta contemplativa nella perfezione della gioia celeste, simboleggiata dal numero venti (Gre-
gorio Magno). Il fatto che Samuele si rivolga a tutto Israele va riferito alla diffusione dell'in-
. segnamento di Cristo tra i Gentili (Beda il Venerabile). I termini «uno» e «solo» vengono
usati a riguardo di Dio per distinguerlo non dal Figlio o dallo Spirito Santo, bensì da quel-
li che non sono dèi, ma vengono chiamati così per abuso (Basilio Magno).

2
L'arca era a Kz"riat-Iearim da venti ragione per la quale i giorni sono molti-
anni plicati, è detto che si tratta del ventesimo
anno: perché le menti elette di chi con-
La vita contemplativa templa, quanto più profondamente si nu-
trono della contemplazione celeste, tanto
Poiché in verità abbiamo messo la più completamente sono illuminate dalle
perfezione dell'arca dell'alleanza in rela- luci delle virtù spirituali. Che cosa signi-
zione con la perfezione della vita contem- fica che tutto Israele nel ventesimo anno
plativa, l'arca di Dio rimane a Kiriat si riposa dietro al Signore, se non che
quando le menti istruite di coloro che l'elevatezza della perfezione degli eletti
contemplano guadagnano con gioia il do- non risiede nella forza di un'opera buo-
no della loro medesima istrµzione, la luce . na, ma nella virtù della contemplazione?
cefeste che viene loro rivelata. Varca ri- Infattì, riposare dietro al Signore signifi-
mane allora lì per venti anni: ·perché le ca trattenere l'esempio del nostro Reden-
anime elette, trasportate al culmine del- tore con invincibile amore. E chiunque,
rintima esaltazione, hanno il numero die- . contemplando quelle ineffabili gioie del-
ci per la perfezione della scienza, il venti la città celeste, non ha imparato ad amar-
nella gioia celeste. La moltiplicazione dei le con ardore, perché troppo spesso può
giorni potrebbe essere riferita anche alla precipitare verso l'amore del mondo, in
crescita delle virtù spirituali. Quando nessun modo riposa dietro al Signore.
dunque è detta con maggiore chiarezza la Quando dunque l'arca rimane a Kiriat e i
268 1 Samuele

giorni si moltiplicano, tutto Israele si ri- opere, cosa che ha insegnato anche la
posa dietro al Signore: certamente, infat- Legge, ma anche gli stessi cuori a servire
ti, quando la conoscenza di una mente soltanto il Signore, dicendo: «Avete
eletta si innalza all'esperienza della gioia ascoltato ciò che è stato detto agli anti-
celeste, quando le luci delle virtù spiri- chi... ora io dico a voi>> (Mt 5, 21-22), co-
tuali sono raccolte dalla luce della gloria sì infatti quelli avrebbero potuto liberarsi
recuperata, può imitare il Signore con nella vita futura da tutti i loro nemici.
tanta più tenacia, quanto più non può Beda il Venerabile,
sentire, illuminata da quei raggi immensi, Quattro libri su I Samuele 1, 7
quelle tenebre dalle quali è divisa dalla
luce. Perciò, a buon diritto è detto che è
4
Israele, cioè colui che vede Dio, a riposa- Gli Israeliti elt'minano i· Baal e le
re dietro al Signore: ché quanto più colui Jlstarti ~
che contempla è rapito alle cose celesti,
tanto più non è vinto affatto dalle cose «Uno» e «solo»
umane, che reprime con forza.
Gregorio Magno, Del resto, viene detto dio anche l'uo-
Quattro libri su I Re 3, 141-142 mo, per esempio: <<lo dissi: voi siete dèi»
(Sal 81, 6 = Gv 10, 34); e anche il demone
viene detto dio, per esempio: «Sono de-
3
Ritorno al Signore moni gli dèi delle nazioni>> (Sal 95, 5); ma
gli uomini sono chiamati così per grazia, i
Prefigurazione del sacerdozio di secondi per abuso. Dio soltanto, invece, è
Gesù Dio per essenza. E quando dico «solo», mi
riferisco all'essenza di Dio, !'-essenza santa
«Allora Samuele si rivolse a tutta la e increata. Infatti il termine «solo» si dice
casa d'Israele dicendo: "Se è proprio di sia di un certo uomo, sia della natura sem-
tutto cuore che voi tòrnate al Signore, eli- plicemente in generale. Di un certo uomo,
minate da voi gli dèi stranieri"». Questo per esempio, metti che si dica di Paolo: lui ·
passo mostra in modo figurato come il Si- solo venne rapito fino al terzo cielo e udì
gnore, pur insegnando, facendo miracoli, parole indicibili che non è concesso a uo-
soffrendo, risorgendo, ascendendo in cie- mo ·di pronunciare (cf. 2 Cor 12, 4). O del-
lo e mandando la grazia dello Spirito la natura in generale, come quando Davi-
Santo in Giudea, ha reso partecipi della de dice: <~uomo, come erba sono i suoi
su~ misericordia non solo i Giudei, ma giorni>> (Sal 102, 15). Qui mostra non un
anche i Gentili. Samuele pertanto, diven- certo uomo, bensl la natura in generale.
tato sacerdote dopo la morte di Eli, si ri- Ogni uomo, infatti, è temporaneo e mor-
volge a tutto Israele perché allontani da tale. Cosl noi pensiamo che anche queste
sé gli dèi stranieri. <<Preparate - dice - i parole siano dette della natura: «Colui che
vostri cuori al Signore e servite lui soltan- solo ha l'immortalità» (1 Tm 6, 16) e: «A
to, ed Egli vi libererà dalla mano dei Fili- Dio, solo saggio» (Rm 16, 27) e: «Nessuno
stei». Il Signore, autore del nuovo sacer- è buono tranne uno, Dio» (Le 18, 19). Qui
dozio che è secondo l'ordine di Melchise- infatti il termine «uno» indica la stessa co-
dech (cf. Sai 109, 4), apparendo nella car- sa che il termine «solo». E «Colui che so-
ne insegna a tutta la casa di Israele, vale a lo ha teso il cielo» (Gb 9, 8). E ancora:
dire, alla Chiesa di coloro che desiderano <<Adorerai il Signore Dio tuo e lui solo ser-
vedere Dio, ad allontanare da sé le tradi- virai» (Dt 6, 13 =Mt 4, 10). E: «Non c'è
zioni dei Farisei e a preparare non solo le Dio all'infuori di me» (Dt 32, 39), mostra
Pace e restaurazione durante il governo di Samuele (7, 12-17) 269

la stessa cosa del termine «solo». Infatti i sacri di Astaroth, e servivano il Signore so-
termini «uno» e «solo» vengono usati a ri- lo». E di nuovo Paolo: «Come ci sono
guardo di Dio per distinguerlo non dal Fi- molti dèi e molti signori, ma per noi c'è un
glio o dallo Spirito Santo, bensì da quelli solo Dio, il Padre, dal quale vengono tutte
che non sono dèi, ma vengono chiamati le cose, e un solo Signore, Gesù Cristo, per
così per abuso. Per esempio: «Il Signore mezzo del quale esistono tutte le cose» (1
solo li guidava, e non c'era con loro un Cor 8, 5-6).
Dio straniero» (Dt 32, 12). E: «Tolsero i fi- Basilio Magno,
gli di Israele il çulto di Baalim· e i boschi Lettere 8, 3

PACE E RESTAURAZIONE DURANTE IL GOVERNO DI SAMUELE

Samuele prese allora una pietra e la pose tra Mizpa e Iesana e la chiamò
Eben-Ezet; dicendo: «Fin qui ci ha soccorso il Si'gnore» (. .. ) (7, 12-17).
Il nome Eben-Ezer, inoltre, significa <<la pietra del soccorso», la stessa pietra richiama-
ta nel salmo 74 (Girolamo). Samuele prese una pietra e la collocò fra la nuova e la vecchia
Massefat e la denominò Abennezer che significa <<la pietra cli Colui che soccorre» e disse:
Fino a questo punto ci ha soccorso il Signore. Massefat si traduce «punto di vista». La pietra
di Colui che soccorre è la posizione di mezzo del Salvatore, attraverso il quale si deve pas-
sare dalla vecchia Massefat alla nuova, cioè dal punto di vista con cui nel regno carnale si at-
tendeva la falsa felicità della carne al punto di vista con cui mediante la Nuova Alleanza si
attende nel regno dei cieli la felicità dello spirito sommamente vera (Agostino).

La pietra del soccorso Tutti coloro infatti che da esso sono pas-
sati, passano o passeranno a Cristo non
«La pietra scartata dai costruttori è provenivano da esso secondo la prescien-
diventata testata d'angolo» (Sa! 118, 22). za di Dio, non ne provenivano secondo
Si tratta della pietra che è chiamata
l'unica e medesima natura dell'umano ge-
Eben-Ezer nel libro dei Re. La pietra è
nere. Certamente tutti gli Israeliti che, di-
Cristo. Il nome Eben-Ezer, inoltre, signi-
venuti seguaci di Cristo, persistono in lui,
fica <<la pietra del soccorso».
giammai saranno con quegli Israeliti che
Girolamo,
permangono suoi nemici sino alla fine di
Omelie sui Salmi 46(Sal133)
questa vita, ma rimarranno per sempre in
quella divisione che è stata prevista dal
passo citato. Non giova l'Antica Allean-
La pietra di Colui che soccorre è la
za, che dal monte Sinai genera alla schia-
posizione di mezzo del Salvatore vitù (cf. ·Gal 4, 24), se non offre una testi-
Notiamo dunque da queste parole monianza alla Nuova Alleanza. Del resto
che da Dio fu pronunciata una sentenza finché si ascolta Mosè un velo è posto sui
irrevocabile e assolutamente indefettibile loro occhi, quando da lui si passa a Cri-
sulla distinzione del popolo d'Israele. sto, il velo viene tolto (cf. 2 Cor 3, 15-16).
270 1 Samuele

Difatti il punto di vista di coloro che fan- pietra di Colui che soccorre» e disse: Fi-
no il passaggio cambia dall'Antica alla no a questo punto ci ha soccorso il Signore.
Nuova Alleanza, sicché non s'intende più Massefat si traduce «punto di vista». La
avere l'appagamento della carne ma dello pietra di Colui che soccorre è la posizio-
spirito. Allorché il grande profeta Samue- ne di mez:Go del Salvatore, attraverso il
le, prima di consacrare re Saul, gridò al quale si deve passare dalla vecchia Mas-
Signore a favore d'Israele e il Signore lo sefa t alla nuova, cioè dal punto di vista
ascoltò e quando compiva lofferta di un con cui nel regno carnale si attendeva la
sacrificio, mentre gli stranieri si prepara- falsa felicità della carne al punto di vista
vano al combattimento contro il popolo con cui mediante la Nuova Alleanza si at-
di Dio, il Signore fece udire un tuono so- tende nel regno dei cieli la felicità dello
pra di loro ed essi si scompigliarono, an- spirito sommamente vera. Il Signore ci ha
darono a cozzare con Israele e furono soccorso fino a questo punto perché nes-
sconfitti. Egli prese una pietra e la collo- sun bene è ad essa superiore.
cò &a la nuova e la vecchia Massefat e la Agostino,
denominò Abennezer che significa «la La città di Dio 17, 7.4

ISRAELE CHIEDE PN RE

Quando Samuele fu vecchio, stabilì giudici' di Israele i suoi figli. Il pri-


mogenito si· chiamava Ioel il secondogenito Abià; esercitavano l'ufficio di
giudici a Bersabea. I figli di lui però non camminavano sulle sue orme, per-
ché deviavano dietro il lucro, accettavano. regali e sovv_ertivano il gi·udizio.
Si radunarono allora tutti gli anziani dJsraele e andarono da Samuele a Ra-
ma. Gli dissero: «Tu ormai sei vecchio e i tuoi figli non ricalcano le tue or-
me. Ora stabilisci per noi un re che ci governi: come avviene per tutti i po-
poli'». Agli occhi di Samuele era cattiva la proposta perché avevano detto:
«Dacci un re che ci governi». Perciò Samuele pregò li Signore. Il Signore ri-
spose a Samuele: «Ascolta la voce del popolo per quanto ti ha detto, perché
costoro non hanno rigettato te, ma hanno rigettato me, perché io non regni
più su di essi»(. .. ) (8, 1-9).
L'episodio dimostra come ognuno sia responsabile delle proprie azioni e come i meriti
dei padri non ricadano necessariamente sui figli (Girolamo). La preghiera implica paziente
accettazione della volontà di Dio (Agostino). La difesa di Samuele da parte di Dio dimostra
che Dio vendica i propri sacerdoti, come del resto è attestato in altri episodi scritturistici
(Cipriano). Le parole di Dio, del resto, testimoniano come contraddire il vescovo significhi
disprezzare Dio (Pseudo-Ignazio di Antiochia).
Israele chiede un re (8, 1-9) 271

}I figli di Samuele non camminano die- via, poiché sono prove dure, amare, che
tro al padre ripugnano alla sensibilità della ~ost~a na-
tura, noi preghiamo, con un desiderio co-
Responsabilità personale mune a tutti gli uomini, che esse vengano
allontanate da noi. Ma a Dio nostro Si-
Probabilmente ti consoli di essere gnore dobbiamo (da:re) questa prova
stato ordinato diacono 2 da un vescovo d'amore: che cioè, se non allontana le
cosi santo. Ma ti ho già detto, più sopra, prove del dolore, non dobbiru:no per .que-
che non è il padre a venire punito al po- sto credere di essere trascurati da Lm, an-
sto del figlio, né il figlio al posto del pa- zi speriamo piuttos~o beni più g~andi :017
dre, perché «è r anima che commette la santa ·sopportaz10ne dei mah. Cosi s1
peccato quella che muore» (Ez 18, 4) . perfeziona fa virtù nella debolezza. Ad
Non ebbe anche Samuele dei figli che si alcuni impazienti il Signore Iddio con-
allontanarono dal timor di Dio per per- cesse, sdegnato, ciò che chiedevan~, co-
dersi dietro all'avarizia e all'ingiustizia? me, al contrario, non esaudì benigna-
Ed Eli? Fu un santo sacerdote, ma ebbe mente l'Apostolo. Leggiamo infatti che
dei figli che fornicavano - come leggiam~ cosa chiedessero gli Israeliti e in che mo-
nel testo ebraico - nel Tabernacolo di do fossero accontentati. Ma appagata la
Dio con delle donne, e si arrogavano brama, la loro sfrenata ingordigia fu gra-
sfacciatamente il diritto di far da ministri vemente punita (cf. Nm 11, 1-34). Alla lo-
di Dio, proprio come fa lui. Fu questa la ro richiesta concesse anche un re secondo
causa che portò alla distruzione dello il loro cuore, come sta scritto, non secon-
stesso luogo del Tabernacolo, e furono i do il suo cuore. Concesse anche al diavo-
peccati dei sacerdoti a far abbandonare il lo ciò che gli chiese, perché il suo servo
santuario di Dio (cf. 1 Sam 2, 12-17; 2,
. venisse tentato e messo alla prova (cf. Gb
22-25; 3, 13; 4, 11). Eli, è vero, offese Dio
1, 12; 2, 6). Esaudì anche degli spiriti im-
anche lui per essere stato troppo indul-
mondi, i quali lo pregavano che una le-
gente verso i propri figli (cf. 1 Sam 3, 11-
gione di demoni fosse mandata in un
14). Vedi, perciò, come sei ben lontano
branco di porci (cf. Le 8, 32). Queste co-
dal poterti salvare adducendo la santità
se sono state scritte perché qualcuno per
del tuo vescovo!
caso non s'inorgoglisca, qualora sia esau-
Girolamo,
dito, quando · chiede con impazienza
Lettere 147, 10
qualche cosa che sarebbe più vantaggioso
non chiedere; né si abbatta e disperi del-
la misericordia divina nei suoi riguardi
47
- Il Signore ascolta la richiesta del po-
polo · qualora non venga esau?it?, quando
chiede qualche cosa da cui, ncevendola,
potrebbe avere un'afflizione più dolorosa
Pazienza e preghiera
oppure, corrotto dalla ~rosperità,. an.dare
In queste tribolazioni dunque, che completamente in rovina. In tali circo-
possono giovare o nuocere, noi non sap- stanze non sappiamo dunque che cosa
piamo che cosa chiedere perché la nostra chiedere per pregare come dovremmo.
preghiera sia come si conviene; ma tutta- Se perciò accadrà l'opposto di quanto

2 La lettera è indirizzata a Sabiniano, un diacono che Girolamo invita a pentirsi dei propri pcc-
cati.
272 1 Samuele

chiediamo, sopportando pazientemente che avevanò partecipato alla loro auda-


e ringraziando Dio in ogni caso, non cia. Questo perché si avesse la conferma
dobbiamo avere il minimo dubbio ch'era che i sacerdoti di Dio sono vendicati da
più opportuno ciò che ha voluto Dio, di Colui che elegge al sacerdozio. Anche nel
quel che avremmo voluto noi. L'esempio libro dei Re si legge che quando il sacer-
cc l'ha dato il divino Mediatore quando dote Samuele venne disprezzato dal po-
disse: Padre, se è possibile, si allontani da polo ebreo per la sua vecchiaia, come è
me questo calice. Ma poi, modificando la successo ora a te, il Signore nel suo sde-
volontà umana assunta nella sua incarna- gno esclamò: «Non hanno disprezzato te,
zione, soggiunse subito: Tuttavia (sia fat- ma me».
to) non ciò che voglio io, o Padre, ma ciò Cipriano,
che vuoi tu (Mt 26, 39). Ecco perché giu- Lettere 3, 1
stamente per l'obbedienza di uno solo
molti sono costituiti giusti (cf. Rm 5, 19).
Agostino, Contraddire il vescovo significa di-
Lettere 130, 14. 26 sprezzare Dio
Conviene dunque che anche noi ub-
Dio vendica i propri sacerdoti bidiamo al nostro vescovo e non lo con-
traddiciamo in nulla; è infatti pericoloso
Quando Core, Dathan e Abiron, tre contraddirlo. Uno, infatti, non si allonta-
addetti al servizio liturgico, osarono insu- na da questo qui che vede> ma disprezza
perbirsi e ribellarsi contro il sacerdote colui che è invisibile, colui che non può
Aronne e pretesero di essere uguali a chi essere disprezzato da nessuno; ogni atto
era stato preposto al sacerdozio, furono del genere non è rivolto ad un uomo, ma
inghiottiti e divorati da una voragine nel è indirizzato contro Dio. Dice infatti Dio
suolo e pagarono immediatamente la pe- a Samuele: Non disprezzarono te, ma me.
na della loro sacrilega audacia. E non fu- Pseudo-Ignazio,
rono divorati solo loro, ma anche altri Lettera ai Magnesi 3, 15-22

SAMUELE METTE IN GUARDIA IL POPOLO DALL'ELEGGERE UN RE

Samuele riferì tutte le parole del Signore al popolo che gli aveva chiesto
un re. Disse loro: «Queste saranno le pretese del re che regnerà su di voi:
prenderà i vostrifigli per destinarli ai suoi carri e ai suoi cavalli: li farà cor- .
rere davanti' al suo cocchio, li farà capi di migliaia e capi di cinquantine,· li
costringerà ad arare i suoi campi: a mietere le sue messi: ad apprestargli ar-
mi per le sue battaglie e attrezzature per i suoi carri. Prenderà anche levo-
stre figlie per farle sue profumiere e cuoche e fornaie. Si farà consegnare an-
cora i vostri campi: le vostre vigne, i vostri oliveti più belli' e li regalerà ai
suoi ministri. Sulle vostre sementi e sulle vostre vigne prenderà le decime e
le darà ai suoi consiglieri e ai suoi ministri. Vt' sequestrerà gli schiavi e le
schiave, i vostri armenti migliori e i vostri asini e li adopererà nei suoi lavo-
Samuele mette in guardia tl popolo dall'eleggere un re (8, 10-22) 273

ri. Metterà la decima sui vostri greggi e voi stessi diventerete suoi schiavi.
Allora griderete a causa del re che avrete voluto eleggere, ma il Signore non
vi ascolterà» (. .. ) (8> 10-22).
Le parole di Samuele sulla regalità sono riferite al servizio che deve essere reso al ve-
scovo (Costituzioni Apostoliche). Le parole sono altrcsì intese alla lettera (Giovanni Criso-
stomo). Dal punto di vista della prassi sociale, le parole offrono lo spunto per una riflessio-
ne sul possesso di un numero eccessivo di schiavi (Clemente di Alessandria).

11 17
- Conseguenze della regalità presentando tutte insieme una serie di
sventure, le riferiva al futuro re, come,
· Servizio reso al vescovo per esempio, che avrebbe fatto mugnaie
le loro mogli, pastori e conducenti di mu-
·Considerate i vescovi come vostri li gli uomini; egli infatti ha descritto tutto
capi, stimateli come dei re, e come a dei il servizio dovuto al regno nei minimi det-:
re pagate loro tributi (cf. Rm 13, 7); bi- tagli. ·
sogna infatti che loro stessi e i loro fami- Giovanni Crisostomo,
liari siano mantenuti da voi. Come Sa- Omelie su II Corinzi 24 , 3
, muele dette al popolo disposizioni circa
il re nel primo libro dei Re e Mosè ri-
guardo ai sacerdoti, così anche noi vi Biasimo del possesso esagerato di
diamo disposizioni circa i vescovi. Se in- .
servi
fatti lì il popolo rendeva i servizi propor-
zionali ad un re di tale importanza, non Sono giunto a questo punto dopo
dovrebbe a maggior ragione ricevere da aver deviato, nella foga, dal mio discorso
te ora il vescovo queste cose che sono al quale devo di nuovo tornare e biasima-
stabilite da Dio per il mantenimento suo re il possesso esagerato dei servi. Fuggen-
e del resto dei sacerdoti che dipendono do infatti il far da sé e il servirsi da sé i ric-
da·lui? Ma, se bisogna aggiungere qual- chi ricorrono ai servi comperando un
cosa in più, fate in modo che il vescovo gran numero di cuochi, di c·amerieri e di
riceva·di più di quanto ricevesse l'altro in persone che taglino con arte la carne a
passato. Quello infatti si occupava sol- pezzi. La loro schiera di mercenari è divi-
tanto di questioni militari, avendo a che sa in molte classi: alcuni lavorano per la
fare con guerra e pace per conservare la e
loro voracità, come gli scalchi i cuochi
vita del popolo; l'altro invece è impegna- fini, altri preparano salse, focacce dolci,
to nell'esercizio del sacerdozio in relazio- sorbetti, altri si occupano delle vesti su-
ne a Dio, per difendere corpo e anima perflue, altri custodiscono l'oro come gri-
dai pericoli. foni, altri hanno in custodia l'argento, lu-
Costituzioni Apostoliche 2, 34, 1 cidano le tazze e apparecchiano quanto
occorre per i conviti, altri fregano i giu-
menti. Esercitano il loro mestiere presso
Servizio reso al regno tali ricchi gran numero di coppieri e greg-
gi di bei giovinetti, a guisa di armenti, dai
Osserva la sapienza del profeta, o quali essi succhiano la bellezza. Ornatori
piuttosto l'amore di Dio. Quando infatti e ornatrici sono occupati intorno alle
voleva di distoglierli dal loro desiderio, donne, alcune per gli specchi, altre per i
274 1 Samuele

veli, altre per i pettini ttt molti eunuchi, un re non p'romette un signore benevolo,
e questi sono mezzani; si crede che essi ma minaccia ad essi un tiranno prepoten-
non possano darsi ai piaceri e servono a te e capriccioso <<ll quale prenderà - dice
coloro che vogliono darsi ai piaceri senza - le vostre figlie per farle sue profumiere
destare sospetto. Il vero eunuco non è co- e cuoche e fornaie» dominando per legge
lui che non può, ma colui che non vuole di guerra, non usane.lo un,amministrazio-
darsi ai piaceri. Il logos, testimoniando ne di pace.
per mezzo del profeta Samuele contro i Clemente di Alessandria,
traviati Giudei, al popolo che chiedeva IL pedagogo 4, 26, 1 - 27, 1

SAUL FIGLIO DI Kls

1
C era un uomo di Beniamino, chiamato Kù - figlio di Abiel figlio di 1

Zerot; figlt"o di Becorat, figlio di Afiach, figlio di un Beniaminita -, un pro-


1
de. Costui aveva un figlio chiamato Saul, alto e bello: non c era nessuno più
bello di lui tra gli Israelit~· superava dalla spalla in su chiunque altro del po-
polo (9, 1-2).
La stirpe di Saul dimostra che la tribù di Iemini e la tribù di Beniamino sono la stessa
cosa (Girolamo).

12
- Stirpe di Saul uomo di Beniamino, chiamato Kis - fi-
glio di Abiel, figlio di Ieter, figlio di Ghe~
La tribù di Beniamino ra, figlio di Iemini», e immediatamente
dopo dice un uomo di Iemini, cioè, del-
Il nome Beniamino è poi una com- la tribù di Iemini, o Beniamino ( cf. 2
binazione di due parole, figlio e mano Sam 19, 17; 1Re2, 5.8.32). (. .. )Ora, per- ·
destra: ben significa figlio e jamin signifi- ché ho detto tutto questo? Per mostrare
ca mano destra. Ricordiamo una volta per che la tribù di Iemini era la tribù di Be-
tutte che la tribù di Beniamino era chia- niamino.
mata Iemini. Nel libro dei Re leggiamo, Girolamo,
dove si parla di Saul, le parole: «C'era un Omelt'e sui Salmi 3 (Sal 7)
Saul in cerca delle asine Jmarrite (9, 3-1 O) 275

SAUL IN CERCA DELLE, ASINE SMARRITE

Ora le asine di Kis} padre di Saul, si smarrirono e Kis disse al figlio Saul:
«Su, prendi con te uno dei servi e parti subi'to in cerca delle asine». (. .. )
Quando arrivarono nel paese di Zuf, Saul disse al compagno che era con lui:
«Su, torniamo indietro, perché non vorrei che mio padre avesse smesso di
pensare alle asine e ora fosse preoccupato di noi». Gli rispose: «Ecco in que-
sta città c'è un uomo di Dio; tenuto in molta considerazione: quanto egli di-
ce, di certo si avvera. Ebbene, andiamoci! Forse ci indicherà la via che dob-
biamo battere». (. .. )In passato in Israele, quando uno andava a consultare
Dio, diceva: «Su, andiamo dal veggente», perché quello che oggi si dice pro-
feta allora si diceva veggente. Disse dunque Saul al servo: «Hai detto bene;
su, andiamo», e si diressero alla città dove era l'uomo di Dio (9, 3-10).
Veggente e profeta sono sinonimi: il profeta vede infatti con gli occhi dello spirito
(Agostino). Il profeta è colui che vede il futuro (Ippolito).

9
Il profeta era chiamato veggente Il profeta vede in spirito in anticipo
il futuro
Vedere con lo spirito
Per quale ragione infatti il profeta
E benché la Sacra Scrittura tante vol- sarà chiamato profeta, se non perché in
te abbia ripetuto la parola <<Vedere» per spirito vedeva in anticipo il futuro? Se in-
ciascuna specie di creature, mi stupisco fatti il profeta si pronunciasse riguardo a
come sia nata I'opinione secondo la quale qualche cosa già accaduta, non sarebbe
la visione sarebbe proprietà esclusiva dei profeta, dal momento che parlerebbe di
corpi. Quale che sia il modo di parlare da ciò che tutti avrebbero visto con i propri
cui è sorta questa opinione, tuttavia le Sa- occhi; ma quando narrasse per esteso il
cre Scritture non sono solite parlare così; futuro, a buon diritto sarebbe giudicato
ora, se esse non attribuissero la visione profeta. Qpportunamente, perciò, i pro~
non solo al corpo, ma anche allo spirito, feti all'inizio furono chiamati i veggenti.
anzi più allo spirito che al corpo, non Ippolito,
avrebbero chiamato con parola appropria- I: anticris~o 2, 2
ta Veggenti i profeti, che videro anche il .
futuro non col corpo, ma con lo spirito.
Agostino,
Lettere 147, 21.50
276 1 Samuele

. '

L'INCONTRO Dl SAUL E SAMUELE

(. ..)Il Signore aveva detto all1orecchio di Samuele) un giorno prima che


giungesse Saul: «Domani a quest)ora ti manderò un uomo della terra di Be-
niamino e tu lo ungerai come capo del mio popolo Israele. Egli libererà il
mio popolo dalle mani dei Filistei: perché io ho guardato il mio popolo) es-
sen.do giunto fino a me il suo grido». (. ..)Saul si accostò a Samuele in mez-
zo alla porta e gli chiese: «Vuoi indicarmi la casa del veggente?». Samuele ·
rispose a Saul: «Sono io il veggente. Precedimi su altaltura. Oggi voi due
mangerete con me. Ti congederò domani mattina e ti manifesterò quanto
pensi:· riguardo poi alle tue asine smarrite tre giorni fa) non stare in pensie-
ro, perché sono state ritrovate. A chi del resto appartiene il meglio d'Israe-
le, se non a te e a tutta la casa di tuo padre?». Rispose Saul; «Non sono io
forse un Beniaminita) della più piccola tribù d'Israele? E. la mia famiglia
non èforse la più piccola fra tutte le famiglie della tribù di Beniamino? Per-
ché hai voluto farmi questo discorso?» (9, 11-21).
L'episodio offre a Giovanni Crisostomo la possibilità di fare una riflessione sul compi-
to che gli è stato affidato.

21
Della più piccola tra le tribù darò la prova di quello che dico, se ti pia-
ce, prendendola dal potere regale che
Dovere di compiere al meglio il non è in conto presso Dio quanto il sacer-
compito che Dio ci affida dozio. Saul, figlio di Cis, non divenne re
di sua iniziativa. Egli; andando in cerca
Se anche nessuna punizione mi toc- · delle asine, si recò dal profeta per essere
casse per aver guidato a caso ·e senza ragguagliato. Il profeta gli parlò del re-
esperienza il gregge di Cristo, mi sarebbe gno. E nemmeno così si fece avanti, pur
più tremendo di ogni castigo se, dopo avendolo sentito da un profeta con cer-
aver avuto in consegna cose tanto grandi, tezza, ma indietreggiava e si scherniva di-
apparissi cos~ cattivo verso chi me le ave- cendo: Chi sono io e quale è la casa di
va affidate. Per quale motivo auspicherei mio padre? Che dunque? Avendo abusa-
che questa tua opinione non fallisse? Per- to dell'onore datogli da Dio, furono suf-
ché ai miseri e agli infelici (così bisogna ficienti quelle parole a sottrarlo dall'ira di
chiamare quelli che non riescono ad chi l'aveva costituito re? Certamente egli
espletare bene un tale mandato, anche se poteva dire a Samuele che lo rimprovera-
mille volte tu dica che sono stati trascina- va: Non io accorsi al potere regale, non io
ti per forza e che peccano da inesperti) mi spinsi al potere. Io volevo vivere la vi-
sia dato di scampare al fuoco inestingui- ta dei privati senza fastidi e tranquilla, tu,
bile, alla tenebra esteriore, al verme im- invece, mi hai trascinato a questa dignità.
perituro, all'essere separato e perire con Se io fossi rimasto in quell'umile condi-
gli ipocriti (cf. Mt 24, 51; Mc 9, 48; Is 66, zione avrei schivato facilmente tali colpe.
24). Ma che? Non è cosl, non è così. Ti Essendo uno dei molti e oscuro non sarei
Saul ospite di Samuele (9, 22-27) 277

stato mai portato a questa impresa né Dio troppo grande per questo crede di poter
mi avrebbe affidato la guerra contro gli sbagliare altro non fa che mostrare la be-
Amaleciti. Senza un tale incarico non nevolenza di Dio come causa dei propri
avrei commesso questa colpa. Tutto que- peccati, come sempre usano dire gli empi
sto però è debole per la difesa, non solo e quelli che conducono una .vita disordi-
debole ma anche pericoloso, e più accen- nata. Bisogna che non ci comportiamo
de l'ira di Dio. Chi fu onorato oltre il suo così, né incorriamo nella loro pazzia, ma
merito non deve scagionarsi dai suoi er- ci adoperiamo in ogni modo a raggiunge-
rori con la grandezza della cariéa ma uti- re l'opera nostra secondo le nostre forze
lizzare la grande sollecitudine di Dio ver- e abbiamo propizia la lingua e la mente.
so di lui come progresso a maggiore per- Giovanni Crisostomo,
fezione. Chi per aver ottenuto un onore Il sacerdozio 4, 1, 345 - 2, 352

SAUL OSPITE DI SAMUELE

Ma Samuele prese Saul e il suo servo e li fece entrare nella sala e asse-
gnò loro il posto a capo degli invitati che erano una trentina. Quindi Samue-
le disse al cuoco: «Portami la porzione che ti avevo dato dz'cendoti: Conser-
vala presso di te». Il cuoco portò la coscia e la coda e le pose davanti a Saul
mentre Samuele diceva: «Ecco, ciò che·è avanzato ti è posto davanti: man-
gia) perché proprio per te è stato serbato, perché lo mangiassi con gli invita-
ti>>. Così quel giorno Saul mangiò con Samuele. Scesero poi dal!' altura in cit-
tà; fu allestito un giaciglio per Saul sulla terrazza ed egli vi si coricò. Al sor-
gere del!'aurora Samuele chiamò Saul che era sulla terrazza, dicendo: <<Àlza-
t~ perché devo congedarti». Saul si alzò e i due, cioè lui e Samuele, usciro-
no: Quando furono scesi alla peri/eria della città, Samuele disse a Saul: «Or-
dina al servo che ci oltrepassi e vada avanti» e il servo passò oltre. «Tu fer-
mati un momento, perché io tifaccza intendere la parola di Dio» (9, 22-27) .
. Il maestro e il capo devono saper affrontare sia temi elevati che argomenti e problemi
generali (Gregorio Magno). Saul e Samuele prefigurano Gesù e Giovanni Battist.a e l'episo-
dio va letto alla luce di questo (Beda il Venerabile).

24 25
· Samuele e Saul mangiano e scendo- della propria vita sia la compassione per la
no in città debolezza altrui. Saul ascenda dunque sul-
1'altura con Samuele, scenda in città. Sap-
Il vero capo pia il capo di quali cose importanti si oc-
Chiunque è assunto ali' altezza del cupa; conosca quali cose ordinarie sia
servizio pastorale deve avere alla medesi~ chiamato a gestire. Dicà con Paolo: «La
ma altezza del suo rango sia l'elevatezza nostra patria è nei cieli>> (Fil 3, 20); dica
278 1 Samuele

con noi: «Sono uno sventurato! Chi mi li- perfetto ascendendo ai vertici delle virtù,
bererà da questo corpo votato alla morte? ma anche al .d ebole scendendo verso argo-
Infatti nelle mie membra vedo un' altra menti comuni. Al perfetto dissero: «Ven-
legge, che muove guerra alla legge della dete ciò che avete e datelo in elemosina>>
mia mente e mi rende schiavo della legge (Le 12, 33), ma dissero al debole: «Non
del peccato che è nelle mie membra» (Rm uccidere, non commettere adulterio» (Mt
7, 24.23). Il capo è sull'altura quando par- 19, 18).
la di sapienza tra i perfetti; scende in città Beda il Venerabile,
quando regola le cose carnali dicendo: Quattro libri su I Samuele 2, 9
«Per il pericolo dell'incontinenza, cia-
scuno abbia la propria moglie e ogni
26
donna il proprio marito» (1 Cor 7, 2). È Samuele chiama Saul alt'alba
sull'altura quando dice: «Nessuna creatura
potrà separarci dall'amore di Dio, che è in L'alba di una nuova grazia
Cristo Gesù» (Rm 8, 39); scende in città
quando parla così: <<Mi sono fatto debole <<l?arlò con Saul che era sulla terrazza.
con i deboli per guadagnare i deboli. Mi Quando infatti si era svegliato presto e la
sono fatto tutto a tutti» (1 Cor 9, 22). Per- luce era già aumentata, Samuele chiamò
ciò Samuele ha portato Saul sull'altura e lo Saul che era sulla terrazza, dicendo: «Alza-
ha lasciato in città: gli uomini più ragguar- ti perché devo congedarti>>. Giovanni par-
devoli, quando dispongono il vertice della lò con il Signore nella luce che veniva dal
santa Chiesa, insegnano a quelli che pon- riconoscimento della sua divinità. È detto
gono nel medesimo vertice, a vivere in mo- solarium (terrazza) perché riceve i raggi
do sublime, a predicare in modo chiaro, ad del sole prima della parte inferiore del-
essere duri con se stessi, ma moderati con 1'edificio. Senza dubbio, poi, la terrazza
i sudditi, a curarsi della propria salvezza in rappresenta quei cuori per i quali è sorto il
modo tale da poter essere deboli con i de- sole di giustizia quando si sono elevati dai
boli. Direi ad essere deboli per compassio- desideri terreni per il timore di Dio. Quan-
ne, non per fiacchezza di una malattia in- do Giovanni cominciava a predicare se-
teriore. Infatti, se il maestro soffre per la condo la legge divina per la quale era stato
debolezza della propria mente, non può mandato e quando la nuova luce della gra-
curare i malari e confortare i sofferenti. zia graduahnente cominciava a splendere
Gregorio Magno, con luminosità nel mondo, Giovanni con-
Sei lt'bri su I Re 4, 141 fessò che Gesù era il Cristo, il Figlio di
Dio, ma che egli stesso era stato inviato
prima di lui. Giovanni desiderava con tut-
Prefigurazione di Gesù e di Giovan- · ta l'anima che Cristo sorgesse nella carne
ni Battista per compiere le sue opere divine e al mo-
mento giusto lasciasse Giovanni riposare
«Così quel giorno Saul mangiò con dal suo compito di messaggero di Cristo.
Samuele. Scesero poi dall'altura in città>>. Beda il Venerabile,
E il Signore predicò insieme a Giovanni Quattro libri su I Samuele 2, 9
quando la grazia che splendeva fino a Gio-
vanni era gettata in prigione. Il Signore
disse riguardo a coloro che avrebbero cre- In ·piena luce
duto in lui: <<lfo un pane da mangiare che
voi non conoscete» (Gv 6, 32). Giovanni e «Saul si alzò e i due, cioè lui e Samue-
il Signore non trasmisero ordini soltanto al le, uscirono». Cosl anche Gesù «manifestò
Saul profetizza (10, 9-16) 279

la sua gloria e i suoi discepoli credettero in umiltà e povertà e mostrò se stesso come
lui» (Gv 2, 11). I due, cioè Gesù e Giovan- uomo disprezzato e il più piccolo tra gli
ni, si alzarono e uscirono dalla loro segreta abitanti del mondo e pensava che anche i
contemplazione della volontà divina per suoi seguaci dovessero essere poveri di
mostrare le azioni miracolose in piena luce. spirito, tuttavia non patì subito la morte,
Beda il Venerabile, sebbene ·spesso i senzadio stessero traman-
Quattro libri su I Samuele 2, 9 do, ma secondo gli oracoli dei profeti. Era
compito dei profeti, e anche Giovanni era
nel novero dei profeti, precederlo e essere
27
Samuele divide con Saul la parola di suoi servi obbedienti e chiamare i loro
ascoltatori a trascurare i vizi per le virtù, la
Dio
morte per la vita. Tuttavia, Cristo stesso ri-
Compimento delle parole dei profeti mase nel mondo ancora un po' mentre
questi profeti stavano morendo prima che
Quando furono scesi alla periferia egli potesse portare a compimento la pa-
della città, Samuele disse a Saul: «Ordina rola del Padre che lo riguardava, dichiara-
al servo che ci oltrepassi e vada avanti>> e il ta al suo tedele attraverso i profeti.
servo passò oltre. «Tu fermati un momen- Beda il Venerabile,
to, perché io ti faccia intendere la parola di Quattro libri su I Samuele 2, 9
Dio». Nonostante il Signore prese per noi

SAUL PROFETIZZA

Ed ecco, quando quegli ebbe voltato le spalle per partire da Samuelej


Dio gli mutò il cuore e tutti questi segni si verificarono li giorno stesso. I due
arrivarono là a·Gabaa ed ecco, mentre una schiera di profeti avanzava di
fronte a loro, lo spirito di Dio lo investì e si mise a fare il profeta in mezzo
a loro. Allora quanti lo avevano conosciuto prima, vedendolo d'un tratto fa-
re il profeta con i profetz: si dissero l'un l'altro fra la gente: «Che è accadu-
to al figlio di Kis? È dunque anche Saul tra i profeti?»(. .. ) (10, 9-16).
Lo spirito di Dio svolge la propria azione in molteplici modi (Agostino). Se né lo spi-
rito di Dio né il diavolo entrano nell'anima dell'uomo alla sua nascita, allora l'anima deve
esistere separatamente prima dèll' arrivo di uno dei due spiriti. Se esiste da sola, essa è allo-
ra semplice e non composta nella sostanza e soffia semplicemente come effetto della sostan-
za che ricevette da Dio (Tertulliano).

10
Lo spirito di Dio investì Saul del Signore investì Saul, mentre altrove
dice: e uno spirito cattivo del Signore at-
Vedere e comprendere
terriva Saul (1 Sam 16, 15; 18, 10; 19, 9) . .
Certamente il primo quesito che mi Infatti così sta scritto: Ed ecco, quando
hai pregato di spiegare dal Primo Libro Saul ebbe voltate le spalle per partire da
dei Re è il senso delle parole: E lo Spirito Samuele, Dio gli mutò il cuore e tutti quei
280 1 Samuele

segni si verificarono il giorno stesso. E di . 14, 5). Così Giuseppe meritò di com-
là salì sul colle ed ecco una schiera di Pro- prendere quello che il Faraone aveva
feti difronte a lui e lo Spirito di Dio lo in- semplicemente visto e Daniele spiega al
vestì e si mise a fare il profeta in mezzo a re ciò che vede senza comprendere. Ma
loro. Samuele in realtà glielo aveva pre- quando la mente è colpita in modo tale
detto, quando lo aveva consacrato su co- da contemplare, con un'indagine conget-
mando del Signore (cf. 1 Sam 10, 1-6). turale, non le immagini delle cose ma le
Non credo che questo presenti delle dif- cose stesse, come si conosce la sapienza,
ficoltà, perché lo Spirito soffia dove vuole la giustizia e tutte le essenze immutabili e
(Gv 3, 8) e nessun contatto d'anima può ruvine, questo non riguarda la profezia,
macchiare lo spirito profetico. Per la sua ru cui presentemente trattiamo. Ora so-
purezza si diffonde dappertutto. Ora egli no dotati del duplice dono della profezia
non opera in tutti allo stesso modo: in al- coloro che in spirito vedono le immagini
cuni mediante una rappresentazione del- delle cose e comprendono simultanea-
lo spirito umano, dove si mostrano le im- mente il loro significato o sono istruiti
magini delle cose; in altri mediante un chiaramente nel corso della visione, co-
prodotto intellettuale della mente; in al- me alcune narrate nell'Apocalisse. Lo
tri mediante l'una e l'altra ispirazione; in spirito di profezia colpisce alcuni anche
altri infine a loro insaputa. Ma lazione, a loro insaputa, come Caifa, il quale, es-
tramite la rappresentazione dello spirito, sendo sommo pontefice, profetizzò a
avviene in due modi: o nei sogni, come proposito del Signore che era meglio che
hanno provato non solo molti santi, ma morisse uno solo per la nazione intera
anche il Faraone e il re Nabucodonosor (cf. Gv 11, 49-50) , anche se nelle parole
hanno visto cose che nessuno dei due era proferite intendeva altro e ignorava che
capace di intendere ma che entrambi tut- non le diceva da se stesso. Gli esempi ab-
tavia hanno potuto vedere (cf. Dn 2); o bondano nei Libri santi e parlo di cose
nella manifestazione estatica, che alcuni ben note alla tua esperienza. Tu infatti
latini chiamano «trepidazione», forse non le apprendi da me, ma mi metti alla
non troppo esattamente ma abbastanza prova, interrogandomi su di esse, deside-
simile, perché avviene un'alienazione roso di conoscere i miei progressi e
dello spirito dai sensi del corpo, di modo pronto a correggere i miei errori. Ora,
che lo spirito dell'uomo, afferrato dallo con la frase che è stata proposta: Lo Spi-
Spirito divino, è disposto ad accogliere e rito del Signore investì Saul, è indicato il
contemplare le immagini. Cosl si mostrò soffio improvviso emanato dal misterio-
a Daniele ciò che non comprendeva e a so santuario della divinità. Quanto poi a
Pietro la grande tovaglia che scendeva conoscere il modo profetico di cui è sta-
dal cielo, calata per i quattro capi; an- to afferrato Saul in particolare, appare a
.ch'egli solo in seguito comprese il signi- sufficienza da quello che 11 è scritto: Dio
ficato di quella apparizione (cf. At 10, mutò il cuore di Saul. Indica così una
9ss.). Ma razione divina tramite il pro- nuova disposizione del cuore che Dio
dotto della mente si compie in un unico realizzò trasformandolo, per renderlo ca-
modo, quando viene rivelato cosa signifi- pace di ricevere immagini simboliche e
cano e a cosa si riferiscono queste stesse prefigurative in vista della divinazione
cose mostrate con immagini: questa è la profetica.
profezia più sicura e che l'Apostolo chia- Agostino,
ma in modo speciale «profezia» (1 Cor Le diverse questioni a Simpliciano 2, 1, 5
La sorte rivela la scelta del Signore (10, 17-24) 281

11 Saul è un profeta? ventando persino custode della borsa.


Allora non era però un traditore; ma era
L'esistenza dell'anima · disonesto. In seguito il diavolo entrò
nella sua anima." Perciò, se né lo spirito
È possibile che uno spirito malva- di Dio né il diavolo entrano nell'anima
gio influenzi una persona. Lo spirito di dell'uomo alla sua nascita, allora l'anima
Dio, in seguito, fece di Saul un altro uo- deve esistere separatamente prima del-
mo, vale a dire, ne fece u~ profeta, 1'arrivo di uno dei due spiriti. Se esiste
quando la gente diceva: «Che cosa è ac- da sola, essa è allora semplice e non
caduto al figlio di Kis? Anche Saul è tra composta nella sostanza e soffia sempli-
i profeti?». Ma anche lo spirito malvagio cemente come effetto della sostanza che
lo cambiò in un altro uomo, vale a dire, ricevette da Dio.
in un rinnegato. Anche Giuda, talvolta, Tertulliano,
è annoverato tra gli apostoli eletti, di- I.:anima 11, 5-6

LA SORTE RIVELA LA SCELTA DEL SIGNORE

(... )Samuele fece accostare ogni tribù d'Israele e fu sorteggiata la tribù


di Beniamino. Fece poi accostare la tribù di Beniamino distinta per famiglt'e
e fu sorteggiata la famiglia ·di Matri. Fece allora venire la famiglz'a di Matri
per singoli individui e fu sorteggiato Saul figlio di Kis. Si misero a cercarlo,
ma non si riuscì a trovarlo. Allora consultarono di nuovo il Signore: «È ve-
nuto qui tiuomo o no?». Rispose i'! Signore: «Eccolo nascosto in mezzo ai ba-
gagli». Corsero a prenderlo.di là e fu presentato al popolo: egli sopravanza-
va dalla spalla in su tutto il popolo. Samuele disse a tutta la folla: «Vedete
dunque che l'ha proprio eletto il Signore, perché non c'è nessuno in tutto il
popolo come lui». Tutto il popolo proruppe in un grido: <<Viva il re!» (10,
17-24).
"
La figura di Saul illustra i rischi corsi da coloro che si esaltano nella prosperità; secon-
do il giudizio umano costoro sono detti, ma secondo il rigoroso giudizio di Dio sono erba.
Non era forse erba agli occhi di Dio Saul? (Gregorio Magno).

21 23
· Saul è scelto a sorte che il bene compiuto prima si corrompe,
ma nell'avversità viene cancellato ciò che
~~chio di esaltazione nella prospe- di male si è commesso anch~ nd corso di
rita . llll lungo tempo. Infatti, per lo più sotto il

Nella prosperità l'uomo dimentica magistero dell'avversità il cuore è come


ciò che è, ma nell'avversità anche non vo- costretto dalla disciplina, ma se poi si in-
lendolo è richiamato quasi per costrizione nalza fino al più alto grado di governo, per
a ricordarsene. Nella prosperità spesso an- l'esperienza della gloria si muta ben presto
282 1 Samuele

fino ali' esaltazione. Così Saul, che in un l'uomo carnale. Ma subito si pensa che
primo tempo era fuggito per non essere alcuni uomini davanti a Dio sopo erba e
fatto re considerandosene indegno, poi davanti agli uomini godono fama di san-
come ebbe assunto la guida del regno si tità, quando la .v ita agli occhi degli uomi-
gonfiò, e bramoso di essere onorato <la- ni presenta una cosa e davanti al giudizio
vanti al popolo, per non essere rimprove- di Dio la coscienza ne rivela un'altra. Se-
rato pubblicamente, rinnegò perfino colui condo il giudizio umano costoro sono
che l'aveva unto re (cf. 1Sam15, 17-30). eletti, ma secondo il rigoroso giudizio di
· Gregorio Magno, Dio sono erba. Non era forse erba agli
La regola pastorale 1, 3 occhi di Dio Saul, di cui Samuele diceva
al popolo: Vedete che l'ha proprio eletto il
Signore, e del quale poco prima si dice:
24
r:ha eletto il Signore Eletto e buono? Il popolo, peccando, me-
ritò che diventasse reprobo davanti a Dio
Erba secondo il giudizio di Dio chi nell'ordine delle cause era eletto e
buono. Poiché molti sono erba e si illu-
Vedo però che bisogna cercare a dono di essere eletti secondo l'opinione
proposito di questo Behemot, che man- umana, Salomone dice: Ho visto empi ve-
gia erba come il bue (cf. Gb 40, 10), in nir condotti alla sepoltura, i quali: mentre
che senso si dice che consuma la vita de- ancora vivevano erano in un luogo santo,
gli spirituali, quando, come si è detto so- ed erano lodati nella città come uomini'
pra, I'erba indica la vita degli uomini car- giusti (Qo 8, 10).
nali. Non sarebbe più per lui un cibo Gregorio Magno,
squisito mangiare erba, se portasse via Commento morale a Giobbe 32, 13, 19

SAMUELE CONTINUA A GUIDARE IL POPOLO

Samuele espose a tutto il popolo i diritti del regno e li scrùse z'n un libro
che depositò davanti al Signore. Poi Samuele congedò tutto il popolo perché
andasse ognuno a casa sua. Anche Saul tornò a casa in Gabaa e con lui si ac-
compagnarono uomini valenti' ai quali Dio aveva toccato il cuore. Ma altri:
individui spregevoh dissero: «Potrà forse salvarci costui?». Così lo disprez-
zarono e non vollero portargli alcun dono (10, 25-27).
La scelta di Saul da parte di Dio prova l'irrevocabilità e la superiorità della sua volon-
tà rispetto al volere dell'uomo. Inoltre, quando Dio vuole far avvenire quello che necessa-
riamente non avviene se non con la partecipazione della volontà umana, i cuori degli uomi-
ni si piegano a volerlo (Agostino). ·
Samuele continua a guidare il popolo (10, 25-27) 283

2 6-27 Reazioni contrastanti in merito a tori~ perché Dio ti presta ai·uto (1 Cr 12,
Saul 18). Forse Amasai avrebbe potuto con-
trastare la volontà di Dio invece di adem-
Superiorità del volere divino pierla, se il Signore aveva operato nel suo
cuore attraverso lo Spirito suo, di cui
Dunque non bisogna aver dubbio questi era stato rivestito, affinché così vo-
sul fatto che le volontà umane non posso- lesse, dicesse e facesse?
no resistere alla volonta di Dio, che fece Agostino,
tutto ciò che volle in cielo e in .terra (Sa! La correzione e la grazia 14, 45
135, 6), e che adempì anche le cose che
debbono ancora accadere (Is 45, 11); esse
non possono opporsi a che egli faccia ciò Dio guida la volontà umana verso la
che vuole, dal momento che anche delle
salvezza .
stesse volontà umane fa quello che vuole,
quando vuole. A meno che, per ricordare Abbiamo provato, traendo dai Libri
solo qualche caso fra molti, fosse in pote- dei Re e dai Paralipomeni le testimonian-
re degli Israeliti sottomettersi o no a Saul, ze scritturali, che quando Dio vuole far
quando Dio gli volle donare il regno; ciò avvenire quello che necessariamente non
stava certamente alla loro volontà, ma lo avviene se non con la partecipazione del-
era in maniera tale che essi potessero op- la volontà umana, i cuori degli uomini si"
porsi perfino a Dio? Eppure egli non rea- piegano a volerlo. Ma naturalmente è
lizzò il suo intento se non attraverso la sempre lui a piegarli, lui che in modo mi-
volontà degli uomini stessi, poiché aveva rabile ed ineffabile opera in noi anche il
senza dubbio la potestà· onnipotente di volere. Hanno obiettato invano che que-
inclinare i cuori umani dove volesse. Co- sto non appartiene alla questione che qui
sì infatti è scritto: E Samuele dimi:i;e il po- interessa. Che cos'è questo se non voler
polo e ciascuno andò a casa sua; e Saul tor- contraddire pur non avendo nulla da di-
nò a casa sua a Gaba,· e se ne andarono con re? A meno che non abbiano fornito a voi
Saul uomini di valore ai quali il Signore le ragioni del loro convincimento e voi
aveva toccato il cuore. Ma alcuni perversi nelle vostre lettere abbiate invece preferi-
dissero: Chi ci salverà? Costui? E non lo to tacerle. Ma io non so quali esse possa-
onorarono e non gli portarono doni. Qui no essere. Sarà forse perché abbiamo di-
non potremo dire che non sarebbe anda- mostrato che Dio ha influito sul cuore de-
to con Saul qualcuno di quelli a cui il Si- gli uomini e ha mosso la volonrà di quelli
gnore aveva toccato il cuore per mandar- che a lui piacque muovere, affinché fosse
li con lui. O pretenderemo che ci andò eletto re Saul oppure David. Pensano per-
qualcuno dei perversi, dei quali Dio non ciò che questi esempi non si adattano al-
aveva toccato il cuore perché facessero l'argomento perché regnare temporal- .
ciò? Ugualmente di David, che il Signore mente in questo mondo non è la stessa co-
stabilì sul trono con una successione an- sa che regnar~ in eterno con Dio; e perciò
cora più prospera, si legge così: E proce- pensano che· Dio si riserva di piegare la
deva David prosperando ed era magnifica- volontà di chi vuole per creare i regni ter-
to e il Signore era eon lui (1 Cr 11, 9). Do- reni, ma non lo fa quando si deve ottene-
po aver premesso questo, poco dopo è re il regno celeste. Ma io penso che siano
aggiunto: E lo Spirito investì Amasai, il dette per il regno dei cieli, non per il re-
capo dei Trenta, e dfrse: Noi siamo con te, gno terreno, tutte le espressioni che se-
Davide, noi rimarremo con te, figlio di les- guono: Piega il mio cuore verso i tuoi pre-.
se. Pace, pace a te, e pace ai tuoi collabora- cetti (Sal 118, 36); I passi dell'uomo sono
284 1 Samuele

diretti dal Signore e le sue vie saranno ap- (Prv 20, 24); e ancora: Ogni uomo sembra
provate da lui (Sai 36, 23 ); La volontà è giusto a se stesso, ma è il Signore che dirige
preparata dal Signore (Prv 8, 35); Sia con i cuori (Prv 21, 2); e ancora: Credettero tut-
noi il nostro Signore, come era con i nostri ti quelli che erano preordinati per la vita
padr~· non ci abbandoni né ci, allontani da eterna (At 13, 48). Facciano attenzione a
sé; pieghi a sé i nostri cuori affinché avan- queste testimonianze e a tutte le altre che
ziamo in tutte le sue vie (1 Re 8, 57-58); non ho voluto citare, le quali dimostrano
Darò ad essi un cuore per conoscermi e che Dio prepara e rivòlge la volontà degli
orecchie che intendano (Bar 2, 31); Darò ad uomini anche quando il fine è il regno dei
essi un cuore diverso e uno spirito nuovo cieli e la vita eterna. E riflettete che assur-
darò ad essi (Ez 11, 19). E ascoltino anche dità sarebbe, se credessimo che Dio opera
quest'altro passo: Metterò il mio spirito in la volontà degli uomini per stabilire i regni
voi e farò sì che camminiate nei miei giusti terreni, mentre per conquistare il regno
precetti e osserviate e applichiate le mie de- dei cieli sarebbero gli uomini stessi a met-
cisioni (Ez 36, 27); e questo ancora: Dal tere in opera il proprio volere.
Signore sono diretti i passi del!' uomo; un Agostino,
mortale come può intendere le sue vie? La predestinazione dei Santi 20, 42

VITTORIA DI SAUL SUGLI AMMONITI

Circa un mese dopo, Nacas l'Ammonita si mosse e.pose il campo contro


· Iabes di Galaad. Tutti i cittadini di Iabes di Galaad dissero allora a Nacas:
«Vieni a patti con noi e ti saremo sudditi». Rùpose loro Nacas flAmmoni-
ta: <<A queste condizioni mi alleerò con voi: possa io cavare a tutti voi l'oc-
chio destro e porre tale gesto a sfregio di tutto Israele». Di nuovo chiesero
gli anziani di Iabes: «Lasciaci sette giorni per inviare messaggeri in tutto il
territorio d'Israele. Se nessuno verrà a salvarci: usciremo incontro a te». I
messaggeri arrivarono a Gabaa di Saul e riferirono quelle parole davanti al
popolo e tutto il popolo levò la voce e pianse. (. .. )Lo spi.rito di Dio investì
allora Saul ed egli: appena udite quelle parole, si irritò molto. (. .. )Il giorno
dopo Saul divise il grosso in tre schiere e irruppe in mezzo al campo nemico
sul far del mattino,· batterono gli Ammoniti finché il giorno si fece caldo.
Quelli' che scamparono furono dispersi talmente che non ne rimasero due
insieme(. .. ) (11, 1-15).
Nacas voleva privare gli uomini di Iabes del loro occhio destro di modo che essi non
fossero in grado di vedere nulla che avessero bisogno di vedere per difendersi contro il ne-
mico, dal momento che in battaglia dovevano coprire la parte sinistra del volto con i loro
scudi; si tratta di un'allusione alla visione della verità e delle realtà celesti (Beda il Venerabi-
le). La divisione in tre parti dell,esercito di Saul indica il frutto del sacro digiuno raccoman-
dato dalla Legge, dai profeti e dal Vangelo (Gregorio Magno).
Vittona di Saul !iUgli' Ammoniti (11, 1-15) 285

12
· Nacas pone il campo contro Iabes gone o il serpente, cioè il diavolo o Satana
come in vari scritti Paolo o persino Cristo
L'occhio destro nelle sue parabole, lo indicarono. Questi
individui più saggi dicevano: «Non ci co-
Alcuni fedeli nella Chiesa spesso si stringere a credere nella tua nuova dottri-
allearono sinceramente e amorevolmen- na prima che la leggiamo negli scritti dei
te e servirono obbedientemente maestri Padri e la indaghiamo nel settiforme Spi-
che ritenevano «sapienti come serpenti» rito Santo, che fu dato alla Chiesa come
nella loro frequente meditazione sulle sua luce. Se non ci sarà in essi niente che
Scritture, ma questi protettori della pace difenderà la nostra fede, verremo con voi
nella Chies~ non sapevano che questi e abbandoneremo l'interiore unità catto-
maestri non erano «innocenti come co- lica e invece ci alleeremo con voi che
lombe» (Mt 10, 16). Ma siccome non c'è l'avete già abbandonata e la attaccate. Poi
niente che sia nascosto che non sarà ri- daremo ascolto a voi su questo argomen-
velato, questi «creatori di menzogne» e to, anche se è contro di noi». «Sono usci-
«fabbricatori di false dottrine» (ls 45, ti di mezzo a noi, ma non erano dei no-
16) immediatamente mostrarono di non stri; se fossero stati dei nostri, sarebbero
avere gll occhi del cuore illuminati. Era- rimasti con noi» (1 Gv 2, 19). Del resto
no incapaci di dire «l nostri occhi sono dicevano queste cose non come se fosse-
come colombe» (Ct 1, 14), ma, al con- ro mai d'accordo su una qualche condi-
trario, desideravano portare via l'occhio zione, ma perché erano convintissimi
destro dei loro ascoltatori, cioè, la per- della bontà della fede dei loro padri e
cezione della contemplazione celeste e confidavano che in questo scambio
superiore, e di voltarlo soltanto verso la avrebbero completamente sconfitto gli
visione del diavolo e delle faccende per- eretici.
verse e di renderlo senza potere nella Beda il Venerabile,
guerra che noi ingaggiamo «contro le Quattro libri su I Samuele 2, 11
potenze spirituali dell'iniquità nei luo-
ghi celesti» (E/ 6, 12). Per questa ragio-
. ne N acas voleva privare gli uomini di Ia- 11
Saul sconfigge gli Ammoniti
bes del loro occhio destro di modo che
essi non fossero in grado di vedere nulla Tre esempi di digiuno
che avessero bisogno di vedere per di-
fendersi contro il nemico, dal momento Il popolo è quindi diviso in parti
che in battaglia dovevano coprire la par- per non colpire il serpente Nacas solo da
te sinistra del volto con i loro scudi. un lato. Ed è diviso in tre parti per mo-
Beda il Venerabile, strare il frutto e la dignità del sacro di-
Quattro libri su I Samuele 2, 11 giuno; infatti digiunando siamo richia-
mati a quella contemplazione della santa
Trinità che mangiando abbiamo perso.
3
Gli anziani chiedono di inviare mes- È per questo che sono raccomandati i
saggeri in Israele digiuni della Legge, dei profeti e del
Vangelo. Infatti Mosè, per essere degno
di ricevere la Legge, digiunò per due
. Non dare .credito agli eretici
volte quaranta giorni; Elia, per sfuggire
Alcuni individui più saggi furono più a Gezebele, giunse al monte Oreb con la
cauti non dando credito agli eretici e rico- forza di un unico pasto che gli bastò per
nobbero che in loro parlava l'anziano dra- quaranta giorni (cf. 1 Re 19, 8); il nostro
286 1 Samuele

Signore e Redentore Gesù Cristo digiu- portati cÒme esempio i digiuni della
nando per quaranta giorni nel deserto Legge, dei profeti e del Vangelo.
non assunse alcun cibo. Dunque Saul di- Gregorio Magno,
vise il popolo in tre parti, perché sono Sei libri su I Re 5, 20

SAMUELE SI RIVOLGE AL POPOLO

Allora Samuele di'sse a tutto Israele: «Ecco ho ascoltato la vostra voce in


tutto quello che mi avete chiesto e ho costituito su di voi un re. (...)Eccomi:
pronunciatevi a mio riguardo alla presenza del Signore e del suo consacrato.
A chi ho portato via ilbue? A chi ho portato via l'asino? Chi ho trattato con
prepotenza? A chi ho fatto o/fesa? Da chi ho accettato un regalo per chiude-
re gli occhi a suo riguardo? Sono qui a restituire!». Risposero: «Non ci hai
trattato con prepotenza, né çi hai fatto o/fesa, né hai pr.eso nulla da nessu-
no». Egli soggiunse loro: «E testimonio il Signore contro di voi ed è testi-
monio oggi il suo consacrato, che non trovate niente in mano mia?». Rispo-
sero: «Si: è testimonio» (12, 1-5).
Le parole pronunciate da Samuele non sono un encomio a se stesso, ma servono ad in-
durre Saul alla mitezza e all'umiltà (Giovanni Crisostomo). Il fatto che Samuele abbia dato
pubblica prova di non aver mai estorto nulla a nessuno è un insegnamento per i vescovi a
guardarsi dall'avidità (Girolamo).

35
· Il popolo conferma la rettitudine di mite. Per questo prende anche se stesso
Saul come testimone. Infatti certamente nes-
suno allora lo chiamava in giudizio, né lo
Saul istruisce il re alla mansuetudine incolpava perché difendesse se stesso, ma
per rendere quello migliore, diceva que-
Perché anche Samuele ha tessuto un ste cose. Perciò, abbassando la boria di
grande encomio di sé, quando ungeva quello, aggiungeva anche: «Se voi e il vo-
Saul, dicendo: «A chi ho portato via il stro re ascolterete» (1Sam12, 14), riceve-
bue o l'asino o il calzare? O chi di voi ho rete questi e quei beni; «se non ascoltere-
trattato con prepotenza?». E tuttavia nes- te, avrete il contrario.
suno lo accusa. E la ragione è che non Giovanni Crisostomo,
parlava per celebrare se stesso; ma, poi- Omelie su II Corinzi 24, 3
ché stava per nominare un re, sotto forma
di una discolpa vuole educare quello ad
essere mite e mansueto. (. .. ). Quando vi-
Guardaf'.si dall'avarizia
de che non erano ostacolati da niente, ma
erano affetti da un male incurabile, ri- Che un vescovo debba guardarsi dal-
sparmia così loro e guida il re ad essere l'avarizia lo confermano questi fatti: Sa-
Samuele invoca l'intervento di Dio contro Israele (12, 6-18) 287

muele ha dato prova pubblica di non aver non possedere e di non desiderare altre
mai estorto nulla a nessuno; gli Apostoli cose all'infuori del vitto e dei vestiti.
sono stati poveri: essi accettavano dai fra-' Girolamo,
telli aiuti per le spese, ma si gloriavano di Lettere 69, 9

SAMUELE INVOCA L'INTERVENTO DI DIO CONTRO ISRAELE

Allora Samuele disse al popolo: «È testimonio il Signore che ha stabili-


to Mosè e Aronne e che ha fatto uscire i vostri padri dal paese d'Egitto. (. .. )
Ora, state attenti e osservate questa grande cosa che il Signore vuole opera-
re sotto i vostri occhi. Non è forse questo il tempo della mietitura del gra-
no? Ma io griderò al Signore ed Egli manderà tuoni e pioggia. Così vi per-
suaderete e constaterete che grande è il peccato che avete fatto davanti al Si-
gnore chiedendo un re per voi». Samuele allora i'nvocò il Signore e il Signo-
re mandò subito tuoni e pioggia in quel giorno. Tutto il popolo fu preso da
grande timore del Signore e di Samuele (12, 6-18).
La prodigiosa azione compiuta da Samuele con la preghiera è qualcosa che ognuno che
con sincerità confida in Dio può realizzare (Origene). Come Mosè, Samuele impedì a Dio
di sfogare la propria ira contro il suo popolo (Girolamo).

16 18
. - Samuele invoca un segno del Si- dal cielo tuoni e pioggia che bagnano
gnore l'anima, di modo che chi una volta era nel
peccato abbia timore del Signore e del
La pioggia che bagna l'anima suo ministro di bontà, dichiarato manife-
stamente venerabile e maestoso dal fatto
La prodigiosa azione compiuta da che le sue richieste vengono ascoltate. E
Samuele con la preghiera è qualcosa che Elia, che chiuse il cielo al malvagio per
ognuno che con sincerità confida in Dio tre giorni e mezzo, dopo lo riaprì. Anche
può realizzare spiritualmente persino questo è sempre compiuto per chiunque
ora, dal momento che è diventato degno con la preghiera riceva la pioggia dell' ani-
di essere ascoltato. (. .. ) Perché ad ogni ma, mentre i cieli erano in precedenza
santo e sincero discepolo di Gesù è detto privi di essa a causa del peccato.
dal Signore, «Levate i vostri occhi e guar- Origene,
date i campi che già biondeggiano per la La preghiera 13, 5
mietitura. E chi miete riceve salario e rac-
coglie frutto per la vita eterna» (Gv 4, 35-
36). In questo tempo di mietitura il Si- Le azioni di Samuele
gnore fa «una grande cosa» davanti agli
occhi di quelli che ascoltano i profeti. In verità, le azioni compiute da Mosè
Quando infatti colui che era ornato dello sono le stesse di Samuele. Mosè si oppose
Spirito Santo invoca il Signore, Dio dà a Dio e gli impedì di distruggere il suo po-
288 1 Samuele

polo quando Dio gli diceva: «Lascia che nel libro dei Re che impedl a Dio di sfo-
io colpisca questo popolo» (Es 32, 10). gare la propria collera contro il popolo, e
Guarda la potenza di Mosè! Che gli dice nonostante fosse tempo di mietitura, il Si-
Dio? Lasciami; mi stai forzando, le tue gnore mandò pioggia, tuoni e fulmini.
preghiere mi trattengono; le tue preghiere Che cosa dice la Scrittura su Samuele? <<E
trattengono la mia mano. Lancio una frec- nvennero chicchi di grandine e colpirono
cia; scaglio un giavellotto e le tue preghie- i Filistei» (Gs 10, 11). Guarda che sapien-
re sono lo scudo del popolo. Lasciami col- za il fuoco, che sapienza la grandine! Do-
pire questo popolo. Insieme con questo, ve si trova Samuele, i tuoni hanno paura
considera la compassionevole clemenza di di colpire, perché vedono il profeta di
Dio, vedono il Levita. Le mani di Samue-
Dio. Quando dice:· «Lasciami», mostra
le stavano trattenendo i tuoni. Stava pre·
che se Mosè continuerà a importunarlo,
gando e i fulmini erano trattenuti. Perché
non colpirà. Se tu, altresì, non mi lascerai,
ho detto tutto questo? Perché Mosè,
io non colpirò; lasciami e io colpirò. In al- Aronne e Samuele a titolo differente com-
tre parole, che cosa dice? Non porre fine pirono le stesse potepti azioni. Benedicia-
alla tua insistente supplica, e io non colpi- mo il Signore al quale sia gloria in eterno.
rò. Vediamo se Samuele importunò con Girolamo,
insistenza Dio in questo modo. Leggiamo Omelie sui Salmi 26 (Sal 98)

IL POPOLO RICONOSCE I PROPRI PECCATI E SI RIVOLGE A SAMUELE

(. .. ) Samuele rispose al popolo: «Non temete: voi avete fatto tutto que-
sto male) ma almeno in seguito non allontanatevi dal Signore) anzi servite
luz: il Signore) con tutto il cuore. Non allontanatevi per seguire vanità che
non possono giovare né salvare) perché appunto sono vanità. Certo il Signo-
re non abbandonerà il suo popolo) per riguardo al suo nome che è grande)
perché il Signore ha comt'nciato a fare di voi il suo popolo. Quanto a me) non
sia mai che io pecchi contro il Signore) tralasciando di supplicare per voi e di
indicarvi la via buona e retta (. .. )» (12, 19-25).
Chi ama Cristo ama anche il suo .popolo e la preghiera deve essere accompagnata dal-
1'azione (Giovanni Crisostomo). Soltanto di Mosè e Samude si dice nell'Antico Testamento
che hanno pregato per i loro nemici (Gregorio Magno). ·

23
Samuele non abbandona il proprio lo dei Giudei nel momento in cui dette di-
mint'stero mostrazione di benevolenza verso quelli;
anche Davide arrivò così al regno, essen-
Amore per il popolo di Dio · do prima apparso amante del popolo. Pur
essendo ancora giovane, si rattristò a tal
Chi infatti ama Cristo, ama anche il punto per il popolo, da rischiare anche la
suo popolo. Mise Mosè a capo del popo- propria vita, quando uccise quel barba-
Saul disobbedisce a Dio (13) .1-14) 289

ro >. Se poi dice: «Che cosa sarà dato a chi facciamo qualcosa. Coloro che pregano
ucciderà lo straniero?» (1 Sam 17, 26); infatti cooperano e assistono, ma un uo-
non lo diceva chiedendo un compenso, mo coopera con uno che sta agendo e as-
ma perché desiderava essere creduto e es- sistendo uno che a sua volta sta lavoran-
sere messo a capo della guerra contro do. Ma se rimanete inoperosi, non rice-
quello. Anche Samuele amava molto il verete nessun giovamento.
popolo; perciò diceva: <<non sia mai che io Giovanni Crisostomo,
pecchi contro il Signore, tralasciando di Omelie su I Tessalonicesi 1
supplicare per voi». Così anche Paolo, an-
zi non così, ma anche molto di più, bru-
dava per i propri sudditi. Intercedere per i nemici
Giovanni Crisostomo,
Omelie su Romani 29, 4 Perché Mosè e Samuele sono preferi-
ti a tutti gli altri padri nel fare richieste, se
in tutta la storia dell'Antico Testamento
La preghiera giova se è accompa- non si dice che questi due soltanto hanno
gnata dall'azione pregato sinceramente anche per i loro ne-
mici? Uno di loro fu preso a sassate dal
Come Samuele beneficiò Davide? popolo e tuttavia pregò il Signore per
Non pianse persino per lui nel suo uhi- · quelli che gli stavano tirando le pietre (cf.
mo giorno, e non soltanto pregò per lui Es 17, 5). L'altro fu deposto dal comando,
sèmplicemente? Come beneficiò gli e tuttavia, quando gli fu chiesto di fare
Israeliti? Non disse: «Non sia mai che io una supplica, la fece dicendo: «Non sia
pecchi smettendo di pregare per voi»? mai Che io pecchi contro il Signore, trala-
Non morirono tutti? Allora, dite, chi sciando di supplicare per voi».
prega non giova in nulla? Giova anche Gregorio Magno,
molto: ma succede quando anche noi Le 40 omelie sui vangeli 27

SAUL DISOBBEDISCE A DIO

(. .. )Anche i Filistei si radunarono per combattere Israele} con tremila


carri e seimila cavalieri e una moltitudine numerosa come la sabbia che è
sulla spiaggia del mare. Così si mossero e posero il campo a Micmas a orien-
te di Bet-Aven. Quando gli Israeliti si accorsero di essere in difficoltà, per-
ché erano stretti dal nemico} cominciarono a nascondersi in massa nelle
grotte} nelle macchie, fra le rocce, nelle fosse e nelle cisterne. Alcuni Ebrei
passarono oltre il Giordano nella terra di Gad e Galaad. Saul restava in Gal-
gala e tutto il popolo che stava con lui era impaurito. Aspettò tuttavia sette
giorni secondo il tempo fissato da Samuele. Ma Samuele non arrivava a Gal-

3 Chiaramente il riferimento è a Golia.


290 1 Sam uele

gala e il popolo si disperdeva lontano da lui. Allora Saul diede ordine: «Pre-
paratemi t olocausto e i sacrifici di comunione». Quindi offrì l'olocausto. Ed
ecco, appena ebbe finito di offrire l'olocausto, giunse Samuele e Saul gli uscì
incontro per salutarlo. Samuele disse sublto: «Che hai /atto?». Saul rispose:
«Vedendo che il popolo si disperdeva lontano da me e tu non venivi al ter-
mine dei giorni fissat~ mentre i Filistei si addensavano in Micmas, ho det-
to: ora scenderanno i Filistei contro di me in Galgala mentre io non ho an-
cora placato il Signore. Perciò mi sono fatto ardito e ho offerto l'olocausto».
Rispose Samuele a Saul: «Hai agito da stolto, non osservando il comando
che il Signore Dio tuo ti aveva imposto, perché in questa occasione il Signo-
re avrebbe reso stabile il tuo regno su Israele per sempre. Ora i'nvece il tuo
regno non durerà. Il Signore si è già scelto un uomo secondo il suo cuore e
lo costituirà capo del suo popolo, perché tu non hai osservato quanto ti ave-
va comandato il Signore» (13, 1-14).
Nel peccato di Saul si riehiama la necessità di rispettare sempre i propri superiori
(Pseudo-Ignazio). La legislazione divina ha infatti ripartito le gerarchie secondo compiti
precisi (Costituzioni Apostoliche). Le parole che Samuele rivolge a Saul non si devono inter-
pretare come se Dio avesse stabilito che Saul avesse un regno eterno e che poi non lo volle
conservare per lui perché aveva peccato. Dio non ignorava che avrebbe peccato, ma aveva
predisposto il s~o regno perché in esso fosse l'allegoria del regno eterno (Agostino). Dio sce-
glie Davide, pur conoscendo i suoi futuri peccati, perché vedeva anche il suo pentimento
(Agostino). Nonostante visse la propria vita corporea sotto la Legge, tuttavia Davide perce-
pì il contenuto dell,insegnamento apostolico, giustificando l'affermazione: <<Ho trovato un
uomo secondo il mio cuore» (Ilario di Poitiers). Proprio perché non è vissuto sotto la gra-
zia, Davide è un esempio di demenza (Giovanni Crisostomo).

11 12
• Saul spiega perché ha o!ferto il sacri- compiuto dai sommi sacerdoti, ciò che
ficio spetta ai sacerdoti, ciò che spetta ai Levi-
ti, attribuendo a ciascuno un ministero
Rispetto per i superiori proprio e corrispondente alla propria
funzione. E non era lecito che i sacerdoti
Anche Saul fu disonorato perché si occupassero di ciò che i sommi sacerdo-
non attese Samuele, il sommo sacerdote. ti avevano l'ordine di compiere, e i Leviti
Conviene dunque che anche voi rispettia- non si occupavano di ciò che dovevano
te i vostri superiori. fare i sacerdoti, ma ciascuno rispettava i
Pseudo-Ignazio, limiti del servizio che era stato loro affi-
Lettera ai Magnesi 3 dato; e se qualcuno voleva oltrepassare i
limiti del compito ricevuto, la pena era la
morte (cf. Nm 4). Dimostrò benissimo
Gerarchia nei compiti questo il tentativo di Saul. Per aver pen-
sato di offrire un sacrificio in assenza del
Quando promulgò la legislazione di- profeta e sommo sacerdote Samuele, atti-
vina, Mosè distinse ciò che deve esser rò su di sé un peccato e una maledizione
Saul disobbedisce a Dio (13, 1-14) 291

senza rimedio, e neppure il fatto che fos- simboleggiato, ma non sarà stabile per
se stato da lui unto re turbò il profeta. quest'uomo perché non doveva regnare
Costituzioni Apostoliche 8, 46, 5-7 per sempre né lui né la sua stirpe, sicché
almeno attraverso i distendenti, che si
succedevano, sembrasse adempiuto l'in-
1 4
H Le conseguenze della disobbedienza ciso: Per _sempre. Continua: Il Signore cer-
cherà per sé un uomo, per simboleggiare
Inutile fatica tanto Davide quanto il Mediatore della
Nuova Alleanza che veniva indicato alle-
Come dunque non era permesso a goricamente nell'olio con cui furono con-
nessuno di un'altra tribù che non fosse un sacrati Davide e la sua discendenza.
levita offrire qualcosa o awicinarsi all'alta- Agostino,
re senza il sacerdote, cosl anche tu non fa- La città di Dio 17, 6, 2
re nulla senza il vescovo; se qualcuno fa
qualcosa senza il vescovo, lo fa inutilmen-
te. Perché non sarà per lui di nessun gio- 14
Il Signore ha scelto un uomo secondo
vamento. Come era detto a Saul, quando il suo cuore
aveva offerto senza Samuele: «Non ti ser-
virà a nulla», così ogni laico, facendo qual- Peccato e umiltà
siasi cosa senza il sacerdote, fatica invano.
· Costituzioni Apostoliche 2, 27, 4 Ora fermati un p~' su ciò di cui ho
rufferito la tratta~ione. Tu chi~di: Perché il
Signore) che conosceva perfettamente il fu-
turo, ha detto: <<Ho scelto Davide uomo se-
Un regno eterno condo il mio cuore», pur avendo commesso
numerosi e gravi pecca# (1Sam16, 7; 1 Re
Dunque si offriva tanto ossequio a 8, 16; At 13, 23)? Se noi lo riferiamo allo
questa ombra del futuro, ma per ciò che stesso Davide, che fu re d'Israele dopo la
preannunciava allegoricamente. Samuele riprovazione e la morte di Saul, Dio, che
aveva detto a Saul: Tu non hai osservato il conosceva il futuro, ha previsto più esatta-
comando che il Signore ti aveva imposto mente in lui una tale pietà e una così since-
perché in quel modo il Signore aveva reso ra penitenza da annoverarlo nel numero di
stabile il tuo regno su Israele per sempre; e coloro di cui egli dice: Beati coloro ai qualt'
ora il tuo regno non rimarrà a te e z'l Signo- sono rimesse le colpe e perdonati i peccati.
re cercherà per sé un uomo secondo il suo Beato 11uomo a cui Dio non imputa il pecca-
cuore e gli ordinerà di e.rsere capo del suo to (Sal 32, 1-2). Dio dunque, sapendo che
popolo perché non hai osservato quanto il egli avrebbe peccato e avrebbe cancellato i
Signore ti aveva comandato. Queste paro- suoi peccati mediante una pia umiltà e una
le non si devono interpretare come se sincera penitenza, perché non avrebbe po-
Dio avesse stabilito che Saul avesse un re- tuto dire: Ho trovato Davide uomo secondo
gno eterno e che poi non lo volle conser- il mio cuore? A quest'uomo, che compiva
va~e per lui perché aveva peccato. Dio tante opere buone e viveva·in così grande
non ignorava che avrebbe peccato, ma pietà e con identica pietà offriva per i suoi
aveva predisposto il suo regno perché in peccati il sacrificio di uno ·spirito contrito,
esso fosse l'allegoria del regno eterno. non doveva forse non imputare il peccato?
Per questo soggiunse: Ed ora il tuo regno Per tutto questo è detto con assoluta veri-
non rimarrà a te. Fu stabile dunque e sa- tà: Ho trovato Davide uomo secondo il mio
rà stabile quel regno che con esso è stato cuore. Certamente se non era secondo il
292 1 Samuele

cuore di Dio a motivo del peccato, lo era Un esempio di clemenza


senz'altro a motivo della riparazione dei
suoi peccati mediante un'appropriata pe- Chi potremmo çitare parlando della
clemenza? Chi altro se non colui che rice-
nitenza. In lui non era dunque secondo il
ve dal cielo testimonianza e, in questo ca-
cuore di Dio solo ciò che Dio non gli ha
so specialmente, straordinaria? «L'ho tro-
imputato. Quindi eliminato questo; ossia
vato in Davide, figlio di lesse». Dice la
ciò che non gli veniva imputato, che altro
Scrittura, ricorda «un uomo secondo il
restava se non dire in tutta verità: Ho tro-
mio cuore». Ora, quando Dio espone la
vato Davide uomo secondo il mio cuore? propria opinione, non c'è possibilità di
Agostino, critica: quel verdetto è una prova contro
Le otto questioni a Dulet1.io 5, 1 la corruzione, dal momento che Dio giu-
1
dica non in base all odio ma decide sulla
base della semplice virtù dell'anima. Co-
Un uomo secondo il cuore di Dio munque non è soltanto per aver ricevuto
il verdetto da Dio che lo citiamo, ma an-
Le dottrine del Vangelo erano ben
che perché è uno di quelli allevati nella
note al santo e benedetto Davide nella
vecchia alleanza. Vedete, mentre non c'è
sua qualità di profeta, e nonostante abbia nulla di straordinario che uno che vive
vissuto la propria vita corporea sotto la nell'età della grazia sia trovato senza ri-
Legge, tuttavia sentì il contenuto dell'in- sentimento, perdonando ai nemici i loro
segnamento apostolico e motivò la testi- peccati e combattendo le ingiustizie - va-
monianza portata a lui da Dio con le pa- le a dire, dopo la morte di Cristo, dopo
role: «Ho trovato· un uomo secondo il tale straordinario perdono dei peccati,
mio cuore, Davide, il figlio di lesse». Non dopo gli ordini profumati del suono del-
si vendicò in guerra dei suoi nemici, non le virtù - nella vecchia alleanza, invece,
oppose la forza delle armi a quelli che quando la Legge permetteva che un oc-
stavano in agguato contro di lui,.ma se- chio fosse strappato per un occhio, un
condo il modellq del Signore, di cui pre- dente per un dente, e ci si vendicasse del
figurava il nome e l'umiltà,, quando era malfattore con le sue stesse modalità, chi
tradito pregava, quando era in pericolo tra gli ascoltatori non è colpito dal fatto
intonava salmi, quando era oggetto di che si trovi qualcuno superare la norma
odio gioiva; e per questa ragione egli fu delle leggi e attenersi ai valori del Nuovo
trovato un uomo secondo il cuore di Dio. Testamento?
Ilario di Poitiers, Giovanni Crisostomo,
Trattato sui Salmi 53, 1 Omelie su Davide e Saul 1

ISRAELITI E FILISTEI SI PREPARANO ALLA BATTAGLIA

(. ..)Allora non st' trovava un fabbro in tutto il paese d'Israele: «Perché


- dicevano i Filistei - gli Ebret' non fabbrichino spade o lance». Così gli
Israeliti dovevano sempre scendere dat' Ft'listei per affilare chi il vomere, chi
la .zappa, chi la scure o la falce. I:affilatura costava due terzi di siclo per i· vo-
meri e le zappe e un terzo l'affilatura delle scuri e dei pungoli. Nel giorno
Israeliti" e Fìlistà st' preparano alla battaglia (13, 15-23) 293"

della battaglia, in tutta la gente che stava con Saul e Gionata, non si trovò
in mano ad alcuno né spada né lancia. Si poté averne solo per Saul e suo fi-
glio Gionata. Intanto una guarnigione di Fillstei era uscita verso il passo di
Micmas (13, 15-23).
Lo scontro con i Filistei rappresenta la lotta con le potenze avverse che cercano di
ostacolare il popolo di Dio dall'indossare l'armatura di Dio allontanandolo dalla sua Pa-
rola (Beda il Venerabile).

19 21
· Gli Israeli'ti devono andare dai Fili- 22 23
• Lo scontro con i Filistei
stei per affilare
Nemici spirituali
Un fabbro di armi spirituali
Nonostante la battaglia contro le po-
La ragione di questo è abbastanza tenze ostili incomba ogni giorno, molti si .
ovvia. Chiaramente si offre al nemico accontentano della loro vita semplice e
un'opportunità di devastare la terra, vale pochi si presentano armati in modo ap-
a dire, di corrompere le virtù della Chie- propriato per questa battaglia, con
sa, se non c'è nessun maestro e fucina di un'adeguata lettura o ascolto delle Scrit-
armi spirituali che, insegna l'Apostolo, ture. Così il nostro nemico spirituale, aiu-
noi dobbiamo usare contro gli infiamma- tato dalla nostra pigrizia, fa a noi quanto
ti dardi di ogni malvagio. I malvagi tenta- ogni giorno si racconta facesse a quel
tori si preoccupano con tutto il loro pote- tempo il nemico fisico di Israele. (. .. )
re di impedirci di indossare l'armatura di Siccome Israele non aveva armi, ab-
Dio cosicché la spada a doppio taglio non bandonò il paese ai nemici. Anche noi
possa arrivare nelle nostre mani e noq concediamo un'opportunità al nostro
possiamo vendicarci di loro. nemico con la nostra pigrizia a leggere o
Beda il Venerabile, consultare maestri spirituali, come fece-
Quattro libri su I Samuele 2, 1.3 ro gli Israeliti trascurando di fabbricare
armi o di cercare per loro fabbri Israeli-
ti. Di conseguenza il nemico sfrutta l' op-
Allontanamento dalla Parola di Dio portunità per introdurre le loro armi di
Anche oggi alcuni lasciano l'altezza empietà contro le altre virtù, come i Fi-
della Parola di Dio alla quale dovrebbero listei invasero i confini della terra santa.
ascendere ed elevarsi. Invece scendono e Ma noi non dobbiamo fare appello alla
ascoltano favole mondane e dottrine dei conoscenza di armi umane per respinge-
demoni. Privati di tutta la conoscenza re le armi di questo assai orribile nemi-
spirituale, fanno conoscenza con la lettu- co, ma dobbiamo invocare lesortazione
ra di filosofi, maestri di retorica e poeti dei maestri celesti e laiuto della grazia
dei Gentili per esercitare i loro talenti ter- dello Spirito Santo.
reni, proprio come gli uomini disarmati Beda il Venerabile,
di Israele andarono dai fabbri dei Filistei Quattro libri su I Samuele 2, 13
per affilare i loro utensili di ferro da usa-
re nei boschi o nei campi.
Beda il Venerabile,
Quattro libri su I Samuele 2, 1.3
294 1 Samuele

GIONATA GUIDA UN'AZIONE VIITORIOSA

Un giorno Gionata) figlio di Saul disse al suo scudiero: «Su vieni: por-
tiamoci fino altappostamento dei Filistei che sta qui difronte». Ma non dis-
se nulla a suo padre. Saul se ne stava al limitare di Gabaa sotto il melograno
che si trova in Migron; la sua gente era di clrca set.cento uomini. Achià figlio
di Ach#ub, fratello di Icabod, figlio di Pincas) figlio di Eh sacerdote del Si-
gnore in Silo) portava l'e/od e il popolo non sapeva che Gionata era andato.
(. .. ) Gionata disse allo scudiero: «Su, vieni: passiamo altappostamento di
questi non circoncisi> forse il Signore ci aiuterà, perché non è difficile per il
Signore salvare con molti o con pochi». (. ..) Quindi i due si lasciarono scor-
gere dall'appostamento filisteo e i Filistei dissero: «Ecco gli Ebrei che escono
dalle caverne dove si erano nascosti». Poi gli uomini della guarnigione disse-
ro a Gionata e al suo scudiero: «Salite da noi: che abbiamo qualche cosa da
dirvi!». Gionata allora disse al suo scudiero: «Sali dopo di me, perché il Si-
gnore li ha messi nelle mani di Israele». Gionata saliva aiutandosi con le ma-
ni· e con i piedi e lo scudiero lo seguiva; quelli cadevano davanti a Gionata e,
dietro, lo scudiero.li finiva. Questa fu la prima strage nella quale Gionata e
il suo scudiero colpirono una ventina di uomini: entro quasi metà di un cam-
po arabile. Si sparse così il terrore nell'accampamento, nella regione e in tut-
to t'l popolo. Anche la guarnigione e i suoi uomini d'assalto furono atterriti e
la terra tremò e ci fu un terrore divino. (. .. ) Così il Signore in quel gio·rno sal-
vò Israele e la battaglt"a si estese fino a Bet-Aven (14, 1-23 ).
Un certo giorno Gionata esorta il proprio scudiero ad unirsi a lui nel portarsi nell' ac-
campamento dei Filistei posto di fronte, dal momento che ogni perfetto maestro, guardato
all'improvviso dalla grazia celeste, esorta i cuori dei suoi pii ascoltatori a sconfiggere gli as-
salti dei vizi. Quando Gionata stava per andare nel campo dei Filistei, eseguì il proprio pro-
getto senza dirlo al padre e al resto del popolo. Come è sempre la cosa più giusta servirsi del
consiglio di gente spirituale, cosl è anche utile tenere nascosti a individui carnali grandi e
virtuosi intendimenti. Saul rappresenta aUegoricamente quelli che sono rivestiti da una ret-
ta fede e sono infiammati dal desiderio di azioni giuste, ma che non smettono di lottare
aspramente con i vizi che li tentano (Beda il Venerabile).

1
I.:appostamento dei Filistei portano le non le armi carnali, ma le armi
rese potenti da Dio. La loro gioventù è
Esortazione alla vittoria sul vizio rinnovata come quella di un'aqu~a. Un
giorno per iniziare la loro battaglia rap-
Il nome Gionata significa «dono del- presenta l'improvvisa ispirazione della lu-
la colomba». Con il suo scudiero si allude ce celeste contro gli assalti del nemico. Un
ai maestri rivestiti con la grazia dello Spi- certo giorno Gionata esorta il proprio
rito, i discepoli che in modo obbediente scudiero ad unirsi a lui nel portarsi nel-
Gionata rompe il giuramento con Saul (14, 24-30) 295

laccampamento dei Filistei posto di fron- 2


Saul se ne stava al l/mitare dt' Gabaa
te, dal momento che ogni perfetto mae-
stro, guardato all'improvviso dalla grazia Rimanere a G~baa
celeste, esorta i cuori dei suoi pii ascolta-
tori a sconfiggere gli assalti dei vizi. Una persona virtuosa giunge alla
Beda il Venerabile, conclusione che egli rimaneva a Gabaa,
Quattro libri su I Samuele 2, 14 vale a dire, sulla collina, che rimaneva
sotto il melograno con seicento uomini.
Come abbiamo già notato prima, la col-
Utilità di tenere i grandi intendi- lina rappresenta i vertici delle virtù, il
menti nascosti agli individui carnali melograno la protezione della croce di
nostro Signore, i seicento soldati i per-
Quando Gionata stava per andare nel fetti nella speranza e nell'impegno. Ma i1
campo dei Filistei, eseguì il proprio pro- fatto che fosse seduto al limitare della
getto senza dirlo al padre e al resto del po- collina e che l'albero dalla cui ombra era
polo. Come è sempre la cosa più giusta protetto fosse collocato in Migron, cioè,
servirsi del consiglio di gente spirituale, nella gola, sono segni di una mente me-
così è anche utile tenere nascosti a indivi- no che perfetta. La sua mente, cioè, non
dui carnali grandi e virtuosi intendimenti, aveva ancora scalato le mura delle virtù,
quando si progettano o si iniziano. Faccia- nonostante le desiderasse molto. La sua
mo questo cosicché la loro paura non ci mente confessava con la bocca il mistero
fermi e ci spaventi quando il desiderio del- della passione del Signore, ma non era
la nostra mente è ancora debole; facciamo ancora abbastanza forte per imitarla. Ma
questo anche in modo ~he essi, per emu- se seguiamo gli antichi traduttori e leg-
larci, non inizino a fare le nostre stesse co- giamo Megiddo («Tentatore») in luogo
se quando ancora non sono pronti per il di Migron, giungiamo ancora allo stesso
compito; facciamo questo in modo che il significato. Ci sono quelli che sono rive-
loro elogio imperfetto non svilisca l'inte- stiti da una retta fede e sono infiammati
grità della nostra impresa spirituale. Le dal desiderio di azioni giuste, ma che
parole che seguono indicano infatti che in non smettono di lottare aspramente con
questo momento Saul e la gente che era i vizi che li tentano.
con lui non avevano ancora raggiunto la Beda il Venerabile,
maturità spirituale. Quattro libri su I Samuele 2, 14
Beda il Venerabile,
Quattro libri su I Samuele 2, 14

GIONATA ROMPE IL GIURAMENTO CON SAUL

Gli Israeliti erano sfiniti in quel giorno e Saul impose questo giuramen-
to a tutto il popolo: «Maledetto chiunque gusterà cibo prima di sera, prima ·
che io mi sia vendicato dei miei nemici». E nessuno del popolo gustò cibo.
Tutta la gente passò per una selva dove c'erano favi di miele sul suolo. Il po-
polo passò per la selva ed ecco si vedeva colare il miele, ma nessuno stese la
mano e la portò alla bocca, perché il popolo temeva il giuramento. Ma Gio-
296 1 Samuele

nata non aveva saputo che suo padre aveva fatto giurare il popolo, quindi al-
lungò la punta del bastone che teneva in mano e la intinse nel favo di mie-
le, poi riportò la mano alla bocca e i suoi occhi si rischiararono. Uno del
gruppo s'affrettò a di're: «Tuo padre ha fatto fare questo solenne giuramen-
to al popolo: Maledetto chiunque toccherà cibo quest'oggi.I sebbene il popo-
lo fosse !Jfinito». Rispose Gionata: «Mio padre vuol rovinare il paese! Guar-
date come si sono rischiarati i miei occhi: perché ho gustato un poco di que-
sto miele. Dunque se il popolo avesse mangiato oggi qualche cosa dei viveri
presi ai nemici, quanto maggiore sarebbe stata ora la rotta dei Filistei!» (14,
24-30).
L'episodio illustra la serietà e l'autorità del digiuno fissato da Saul (Tertulliano).

24 26
· Saul proclama un digiuno e tutta la terra mangiava» (LXX). Dio
conferi poi tanta autorità ali' editto che vi-
Autorità conferita all'editto di Saul geva in quel luogo, che Gi9nata, il figlio
di Saul, sebbene ignaro del digiuno, a tar-
Certamente anche lo stesso Saul,
da ora si era concesso di assaggiare un po'
mentre era impegnato in battaglia, procla-
di miele, e subito fu accusato del delitto e
mò chiaramente questo dovere: «"Male-
a stento scampò al pericolo per la pre-
detto chiunque gusterà cibo prima di se- ghiera del popolo.
ra, prima che io mi sia vendicato dei miei Tertulliano,
nemici". E nessuno del popolo gustò cibo Sul digiuno 10. 12

LA SORTE RIVELA IL PECCATO DI GIONATA

In quel giorno percossero i Filistei da Mz'cmas fino ad Aialon e il popo-


lo era sfinito. Quelli del popolo si gettarono sulla preda e presero pecore,
buoi e vitelli è li macellarono e li mangiarono con il sangue. La cosa fu an-
nunziata a Saul: «Ecco il popolo pecca contro t'l Signore, mangiando con il
sangue». Rt'spose: «Avete prevaricato.' Rotolate subito qui una grande pie-
tra». Allora Saul soggiunse: «Passate tra il popolo e dite a tutti': Ognuno
conduca qua il suo bue e il suo montone e li macelli su questa pietra, poi
mangiatene; cost' non peccherete contro il Signore, mangiando le carni con
il sangue». In quella notte ogni uomo del popolo condusse a mano ciò che
aveva e là lo macellò. Saul innalzò un altare al Signore. Fu questo il primo
altare che egli edificò al Signore(. .. ) (14, 31-42).
Mangiare ani.mali con il sangue allude metaforicamente al comportamento dei traco-
tanti e degli arroganti (Gregorio Magno). Secondo un altro significato, il passo va inteso in
La sorte rivela il peccato di Gionata (14, 31-42) 297

riferimento ai maestri impazienti che aprono i divini insegnamenti a discepoli che ancora
non sono stati purgati degli insegnamenti e dei vizi carnali (Beda il Venerabile).

31 32
- Il popolo mangia animali con il san- gnifica .esultare con una coscienza al di
gue sotto delle virtù e con una letizia carnale.
Perciò anche nel libro di Osea è detto dei
Met~fora di comportamenti arro- presuntuosi e degli arroganti: «Allonta-
ganti nava le vittime in profondità» (Os 5, 2).
Certo immergono in profondità le vittime
È di solito abitudine dei presuntuosi coloro che non elevano al cielo i sacrifici
anche tessere la propria lode quando la celesti delle virtù con l'azione di grazie,
lingua degli altri tace nell'elogiarli. Quan- ma le volgono verso terra per il desiderio
do gli altri stanno zitti, grida, perché por- di una vana lode. Perciò giustamente è
ta nel cuore il panegirico di sé. A buon aggiunto: «E il popolo mangia con il san-
diritto è dunque riferito al medesimo po- gue». Cibo della mente è la serenità inte-
polo: «Quelli del popolo si gettarono sul- .riore. Che cosa significa dunque mangia-
la preda e presero pecore, buoi e vitelli e re con il sangue se non nor;i. rimuovere af-
li macellarono e li mangiarono con il san- fatto dall'interiore desiderio della mente
gue». Prende le pecore chi coltiva molte la propensione ad un vano plauso? Il san-
ragioni per esaltare la propria innocenza. gue è tolto infatti quando la mente ri-
Prende come preda i buoi, quando pensa muove dalla gioia di una buona azione il
alle fatiche della propria predicazione e proposito alla vanità. Una mente di que-
mette insieme con la memoria qualunque sto genere sa infatti gioire delle buone
cosa giovi agli altri parlando come colti- aziÒni: gioisce infatti nell'avvicinarsi agli
vando la terra. Prende i vitelli, quando si esseri celesti con le buone azioni che evi-
vanta che i moti della lascivia, frenati, so- ta che siano viste nel tempo. Dunque
no ricondotti alla mente. Poiché infatti mangiare con il sangue significa prendere
due sono i precetti tenuti in grande lode la gioia di una buona azione e mescolarla
dai giusti, vale a dire, lo splendore della con il proposito della vanità. E questo è
castità con la luce della buona azione, certo un cibo semplice per gli arroganti
quando ciascun arrogante si esalta nel quando è offerto dagli altri; ma quando
proprio elogio, si dice che prende pecore nessuno li foda, la coscienza dei superbi
e vitelli. Le pecore rappresentano l'inno- si insuperbisce, prende con violenza co-
cenza delle buone azioni, i vitelli la mor- me una preda ciò che qualcuno non ha
tificazione delle passioni carnali. E certa-· offerto spontaneamente.
mente a questi ha aggiunto i buoi: non si Gregorio Magno,
esalta completamente chi si vede sotto Sei libri su I Re 5, 143 -144
qualche aspetto debole e impotente. Cer-
to è già grande per lelogio della pudici-
zia e della buona azione; ma si eleva nel- Multiforme ingordigia
la superbia di una più grande esaltazione
quando si considera perfetto nella fatica Quando si dice che il popolo man-
della predicazione. Ma che cosa abbiano giò gli ani.inali con il sangue, non si deve
di mira tutte queste cose è esposto in se- pensare che mangi "la carne sanguinante
guito: «E li macellarono in terra». Macel- e cruda. Dopo tutto fa parte della natura
lare le pecore, i buoi e i vitelli a terra si- degli animali, non di quella degli uomini
298 1 Samuele

fare questo. Piuttosto, una volta che gli ra non saldamente fissate ncll' esercizio
armenti sono stati uccisi, essi comincia- della virtù. Agiscono così in modo con-
rono a cuocere o ad arrostire la carne trario rispetto al primo pastore della
prima che fosse scolata in modo appro- Chiesa al quale, posto nella stanza più al-
priato ·e così mangiarono la carne senza ta, all' apice cioè del proprio insegna-
avere ancora completamente tolto il san- mento e della propria vita, viene ordina-
gue. Questa pratica, comunque, allude ai to da Dio di uccidere e mangiare offerte
maestti indolenti che, come vediamo og- purificate. E uno può notare come la
gi, stanchi di spendere il proprio tempo perfezione della mente umana sia debole
a catechizzare, offrono a Dio, attraverso e meno che perfetta. Gionata compì così
il loro insegnamento, un numero di per- tante e grandi azioni e fu all'origine di
sone che con le loro preghiere hanno li- una così grande vittoria, ma per ignoran-
berato dagli errori demoniaci e dai ritua- za commise un peccato lasciando che il
li pagani. Cercano · di imitare colui al suo stomaco rubasse cibo. Malgrado il
quale fu detto, quando animali di ogni popolo avesse osservato con la dovuta
genere erano calati dal cielo: «Uccidili e cautela il tempo del digiuno e dopo aves-
mangia» (At 10, 13). Ma proprio come se vinto in un giorno i suoi nemici,' gli
gli Israeliti macellarono animali a terra e Israeliti stessi erano a loro volta sconfitti
li màngiarono con il sangue, così questi dall'ingordigia. Poiché la tentazione del-
maestri non li purgano dei sensi terreni e lo stomaco è multiforme, sedusse Giona-
degli allettamenti della carne e del san- ta che mangiò prima di quando avrebbe
gue. Forse essi sono meno che perfetti dovuto e persuase gli Israeliti a mangiare
maestri; forse vedono le virtù meno che ciò che non è appropriato, nonostante ·
perfettamente. Hanno fretta di incorpo- fosse un momento opportuno.
rare tra i membri della Chiesa persone Beda il Venerabile,
che sono ancora avvezze al vizio e anco- Quattro libri su I Samuele 2, 14

GIONATA NON VIENE MESSO A MORTE

Saul disse a" Gionata: «Narrami quello che hai/atto». Gionata raccontò:
«Realmente ho assaggiato un po' di miele con la punta del bastone che ave-
vo in mano. Ecco, morirò». Saul disse: «Faccia Dio a me questo e anche di
peggio, se non andrai a morte, Gionata!». Ma il popolo disse a Saul: «Do-
vrà forse morire Gionata che ha ottenuto questa grande vittoria in Israele?
Non sia mai.' Per la vita del Signore, non cadrà a terra un capello .del suo ca-
po, perché in questo giorno egli ha agito con Dio». Così il popolo salvò Gio-
nata che non fu messo a morte (. .. ) (14, 43-52).
Cinque i modi in cui ci tenta il vizio della gola (Gregorio Magno). Rompere il digiuno
non è una cosa da poco; Saul infatti vinceva proprio con le armi del digiuno (Massimo di
Torino).
Gionata non viene messo a morte (14, 43-52) 299

4345
La confessione di Gionata tratto una tale indign~zione che fu diffe-
rita la vittoria e fu offeso Dio. Perciò non
Il vizio della gola ci tenta in cinque si pose fine alla guerra né fu dato al re il
modi responso profetico. Da ciò comprendia-
mo che Saul vinceva i nemici non tanto
Inoltre si tenga presente che il vizio con il valore dei soldati quanto con il lo-
della gola ci tenta in cinque modi. Alcu- ro· digiuno. Perciò dalla colpa di uno so-
ne volte anticipa il tempo del bisogno, al- lo viene provocata in tutti la viltà e dal
tre volte non anticipa il tempo; ma chie- peccato di uno solo si genera la debolez-
de cibi più ricercati; alcune volte preten- za. Venne meno, infatti, il coraggio nel-
de che i cibi siano preparati con maggio- 1' esercito, quando venne meno l' osser-
re cura, altre volte si adatta alla qualità e vanza del digiuno. Non appena Saul, in
al tempo dei cibi, ma eccede nella quan- seguito allo sdegno stesso della divinità,
tità. Alcune volte poi non desidera affat- conobbe questo peccato, disse subito che
to cibi raffinati, ma pecca più gravemen- non si doveva perdonare Gionata, ma si
te per eccessiva voracità. Gionata meritò doveva espiare la colpa commessa con
per bocca del padre la sentenza di morte, l'effusione del suo sangue. Vedete quanto
perché gustò il miele prima del tempo sia stata grande nel re l'osservanza della
stabilito. religione, perché voleva placare il Signore
Gregorio Magno, offeso persino con un parricidio, e quan-
Commento morale a Giobbe 30, 18, 60 to sia stata grande la colpa di non aver os-
servato il digiuno, poiché non venne pu-
nita che con f' effusione del sangue. E se
Saul vinceva con il digiuno di soldati viene condannato a morte Gionata per-
Non è dunque, come ho detto, un ché, essendo ignaro, aveva violato il di-
peccato di poco conto violare il digiuno. giuno stabilito dal padre, che cosa merita
Per dimostrate questo in breve con esem- chi, ben consapevole, viola il digiuno sta-
pi, leggiamo nel libro dei Re che quando bilito da Cristo? Dunque, fratelli, osser-
Saul, re di Israele, combatteva contro gli viamo con ogni scrupolo il digiuno stabi-
infedeli; impose un digiuno all'intero lito per noi, per vincere i nostri nemici
esercito e, mentre tutti digiunavano, egli spirituali e carnali. Abbiamo infatti, co-
cominciò a combattere contro i nemici. me sapete, anche nemici carnali. Digiu-
Senza dubbio era un re saggio quello che niamo dunque, perché il nostro esercito,
vinceva i nemici non tanto con le armi come Saul, li vinca e li abbia alla sua mer-
quanto con la devozione e lottava più con cé, e dur~nte il digiuno non volgiamoci
la religione che con i giavellotti. Avendo. ad un favo. Per così dire, il favo sono il
dunque Saul stabilito per tutti i suoi il di- piacere e i vizi del mondo, che, come sta
giuno di un giorno e suo figlio Gionata, scritto, per un certò tempo riempiono la
ignaro dell'ordine, mentre avanzava vit- bocca, ma alla fine sono più amari del fie-
torioso tra le schiere dei nemici, avendo le (Prv 5, 3s.).
assaggiato un favo di miele intingendo in Massimo di Torino,
esso la sommità dl bastone, sorse ad un Serm6ni 69, 4
300 1 Samuele

SAUL DISOBBEDISCE NELLO SCONFIGGERE GLI AMALEClTI

(. .. )Saul colpì Amalek da Avila procedendo verso Sur, che è difronte al-
l'Egitto . .Egli prese vivo Agag, re di Amalek, e passò a fil di spada tutto il
popolo. Ma Saul e il popolo risparmiarono Agag e il meglio del bestiame mi-
nuto e grosso, gli animali grassi e gli agnelli: cioè tutto il meglio, e non vol-
lero sterminarli> invece votarono allo sterminio tutto il bestiame scadente e
patito (15, 1-9).
Compito di chi ricopre un ruolo di comando è punire chi deve essere·punito, altri-
menti le conseguenze ricadranno inevitabilmente .s u di lui (Costituzioni Apostoliche).

Non bisogna avere compassione di catecumeni, e ancora per i giovani e le gio-


chi deve essere punito vani; guai a lui (Mt 18, 7), lo attende una
macina da mult'no al collo (Mt 18, 6) e
Chiunque non osservando queste co- l'abisso (ibid.) in ragione della sua colpe-
se avrà senza giudizio compassione di chi volezza. A causa dell iniquità della man-
1

deve essere punito, come Saul con Agag e canza di giudizio, vedendo che un uomo
Eli con i figli che non conoscono il Signo- di tale genere li comanda, saranno dub-
re (cf. 1Sam2), tale uomo profanò la pro- . biosi, e, .colpiti dalla stessa malattia, peri-
pria dignità e la Chiesa·di Dio che è nella ranno fatalmente con lui, come il popolo
sua diocesi. Questo è dunque empio per con Geroboamo (cf.1Re12) e i compagni
Dio e per gli uomini santi, essendo diven- di Core con il loro capo (cf. Nm 16).
tato causa di scandalo per molti neofiti e Costituzioni' Apostoliche 2, 10, 1-2

IL SIGNORE SI PENTE DI AVER SCELTO SAUL

.Allora fu rivolta a Samuele questa parola del Signore: «Mi pento di aver
costituito Saul re, perché si è allontanato da me e non ha messo in pratica la
mia parola». Samuele rimase turbato e alzò grida al Signore tutta la notte
(. .. ) (15, 10-16).

Da un punto di vista psicologico, si invita a sottoporre sempre le proprie decisioni ad


un ragionevole giudizio (Giovanni Cassiano). Il passo applica altresì a Dio un linguaggio
analogico e non va inteso in senso letterale (Agostino). Il pentimento di Dio va inteso come
il biasimo nei confronti di Saul (Tertulliano). In Dio non c'è infatti pentimento e l'espressio-
ne «mi sono pentito» va compresa nel senso che le sue chiamate e i suoi doni non violano il
libero arbitrio dell'uomo (Severo di Antiochia).
Il Signore si pente di aver scelto Saul (15, 10-16) 301

11 Mi pento d'aver costituito Saul re Il pentimento di Dio va inteso come


causato dall'irritazione
Occorre sottoporre le decisioni ad Così, anche la peni.tenza, in Dio, tu
un ragionevole giudizio la intendi male, come se si pentisse allo
Da tali testimonianze viene dichia- stesso modo degli uomini, per leggerezza
rato che, da parte nostra, non bisogna o imprevidenza, anzi, perché si ricordava
restare tenacemente legati alle nostre di aver sbagliato, perché una volta aveva
decisioni; occorre invece sottoporle a effettivamente detto: «Mi sono pentito di
esame in base a un ragionevole giudizio, aver fatto re Saub>. Tu vuoi, dunque, che ·
così come conviene proferire e attenersi il pentirsi significhi il confessare qualche
alle migliori, e passare senza alcuna esi- cattiva azione o qualche errore. Invece
tazione à quel partito che è stato giudi- non sempre. Capita talvolta, anche nelle
cato come il più utile. In più, quei giudi- buone azioni, di dover confessare di pen-
. zi di Dio, inestimabili sopra ogni dire, ci tirsi, al fine di far detestare e biasimare
insegnano che, essendo nota a Dio la fi- colui che si è dimostrato ingrato nei con-
ne di ogni cosa ancora prima della sua fronti di un beneficio. Come anche allo-
origine, così tutto Egli dispensa con or- ra, per condannare la persona di Saul,
dine razionale, adattandosi in un certo questo disse il Creatore, il quale non ave-
modo alle tendenze degli uomini; neri- va sbagliato quando aveva chiamato Saul
sulta così che Egli, tutto giudicando, nel regno e lo aveva colmato dello Spirito
non in base al suo potere e neppure se- Santo; aveva fatto benissimo a scegliere
condo l'ineffabile conoscenza della sua colui che era ancora ottimo, quale (dice
prescienza, ma secondo il presente com- la Scrittura) «non c'era nessuno tra i figli
portamento degli uomini, respinge o at- di Israele» (1Sam9, 2). Ma non per que-
tira ognuno, infonde o toglie ogni gior- sto ignorava che così sarebbero andate le
no la sua grazia. La ·stessa deduzione si cose. Nessuno, infatti, potrà tollerare che
può ricavarla dall'elezione di Saul: pur tu rifiuti a Dio la preveggenza, a colui che
non potendo ignorare la sua fine, la pre- tu, non negando essere Dio, ammetti an-
scienza di Dio elesse lui tra migliaia di che essere preveggente. Infatti questa ri-
· Israeliti, e lo unse quale re, ricompen- sulta per certo essere la natura divina che
sando cosl in lui i meriti della sua vita gli è propria. Ma, come dicevo, afferman-
presente, e non tenendo conto della col- do di pentirsi colpiva il malvagio com-
pa della sua futura prevaricazione, ma, portal!lento di Saul; questo pentimento è
dopo che lui divenne riprovevole, Dio, logico che si debba intendere come cau-
come pentendosi della sua elezione, finì sato dall'irritazione, non nel senso che
per uscire in un rammarico umano con Dio fosse colpevole, una volta che abbia-
mo detto che non esiste alcuna colpa di
queste parole: «Mi pento d'aver costitui-
Dio nella scelta di Saul.
to Saul re, perché si è allontanato da me
Tertulliano,
e rion ha messo in pratica la mia parola»,
Contro Marcione 2, 24, 1
e di nuovo: «Samuele piangeva per Saul,
perché il Signore s'era pentito d'aver co-
stituito Saul quale re sopra Israele» (1 Linguaggio analogico
Sam 15, 35).
Giovanni Cassiano, Ma siccome noi siamo abituati a lo-
Conferenze ai monaci 17, 25 dare la previsione e la scienza negli uomi-
302 1 Samuele

ni e l'umanità suole piuttosto paventare mente a Di~: non però allo stesso modo
che biasimare la stessa collera nei potenti, che si ritrovano negli uomini ma solo nel-
crediamo opportuno attribuire a Dio tali l'uso di vocaboli comuni, mentre il signi-
espressioni. Ma poiché chi è geloso e chi ficato e il modo sono totalmente diversi.
si pente di qualcosa è solito o sentirsi col- Infatti poco dopo lo stesso Samuele, al
pevòle o correggere la propria colpa, e di quale Dio aveva rivelato: Mi pento di aver
conseguenza queste cose si dicono degli fatto re Saul, dice a costui a proposito di
uomini con un tono di rimprovero, per Dio: Egli non si pente perché non è come
questo restiamo sorpresi quando leggia- l'uomo (1Sam15, 29). Con questo mostra
mo che in Dio c'è qualcosa di simile. Ma a sufficienza che anche quando Dio dice:
per questo motivo la Sacra Scrittura, che Mi pento, non bisogna intenderlo alla ma-
tutto prevede, impiega queste espressioni niera umana, come abbiamo sostenuto in
perché le cose che piacciono non si attri- precedenza secondo le nostre capacità.
buiscano a Dio allo stesso modo che si ri- Agostino,
feriscono abitualmente agli uomini. Infat- Le diverse questioni a St.mpliciano 2, 2, 5
ti per queste cose, che dispiacciano e che
non osiamo riferire a Dio come si ritrova-
no negli uomini, noi impariamo così a pu- Sul libero arbitrio
rificare anche quelle che ritenevamo adat- Le parole mi sono pentito sono state
te e convenienti a Dio. Se infatti non dob- scritte per dimostrare che le chiamate e i
biamo dire di Dio una cosa, perché ci doni di Dio non sono leggi fisse e non vio~
spiace nell'uomo, allora neppure diremo lano il libero arbitrio. Non perché lo ha
che Dio è immutabile, perché degli uomi- fatto re, infatti, bisognava anche che per
ni è stato detto con tono di rimprovero: necessità fosse fatto buono; questo infatti
Per essi non c'è conversione (Sai 54, 20). Vi spettava alla scelta di quello. Che non ci
sono inoltre alcune qualità che sono lode- sia in Dio pentimento, in lui che conosce
voli nell'uomo e non possono essere in tutte le cose prima che accadano, lo testi-
Dio, come il pudore che è lo splendido monia Paolo scrivendo ai Romani e dicen-
ornamento della gioventù, o il timore di do: Perché i doni e la chiamata di Dio sono
Dio, lodato non solo dagli antichi Libri irrevocabt'li (Rm 11, 29). In questo modo
ma anche dall'Apostolo che dice: Portia- è possibile per colui che si pente ritornare
mo a compimento la santificazione nel ti- all'onore dal quale è caduto; pertanto, i
more di Dio (2 Cor 7, 1). È evidente che doni di Dio sono saldi, ma è nelle tue fa-
non c'è in Dio. Come dunque certe quali- coltà appropriarti di essi con la virtù op-
tà lodevoli degli uomini non si applicano pure alienarli da te con il peccato.
correttamente a Dio, cosl certe altre col- Severo di Antiochia,
pevoli degli uomini si attribuiscono retta- Frammenti' su I Re 12

IL SIGNORE RIGETIA SAUL COME RE

Samuele cominciò: «Non sei tu capo delle tribù d'Israele, benché pic-
colo ai tuoi stessi occhi? Non ti ha forse il Signore consacrato re 'd'Israele? ·
Il Signore ti aveva mandato per una spedizione e aveva detto: Va', vota al-
Il Signore rigetta Saul come re (15, 17-23) 303

lo sterminio quei peccatori di Amalecitz: combattili finché non li avrai di-


strutti. Perché dunque non hai ascoltato la voce del Signore e ti sei attac-
cato al bottino e hai fatto il male agli occhi del Signore?». Saul insisté con
Samuele: «Ma io ho obbedito alla parola del Sz'gnorè, ho fatto la spedizio-
ne che z'l Signore mi ha ordinato, ho condotto Agag re di Amalek e ho ster-
minato gli Amaleciti. Il popolo poi ha preso dal bottino pecore e armenti~
primizie di ciò che è votato allo sterminio per sacrificare al Signore tuo Dio
in Galgala ». Samuele esclamò: «Il Signore forse gradisce gli olocausti e i
sacrifici come obbedire alla voce del Signore? Ecco, obbedire è meglio del
sacrificio, essere docili è più del grasso degli arieti. Poiché peccato di divi-
nazione è la ribellione, e iniquità e terafim f insubordinazione. Perché hai
rigettato la parola del.Signore, Egli ti ha rigettato come re» (15, 17-23 ).
Saul simboleggia l'animo di chi.si inorgoglisce per il potere e si corrompe cadendo nel-
la superbia (Gregorio Magno), dimostrando che anche il riguardo intempestivo e contrario
alla Legge viene punito perché non segue le direttive divine (Severo di Antiochia). Inveçe di
accettare e piegarsi alle prescrizioni di Samuele, Saul, oscurato nell'animo, credette di pro-
piziarsi il favore divino con sacrifici che non fecero che aggravarne la posizione (Giovanni
Cassiano), perché Dio gradisce la misericordia, non il sacrificio (Atanasio). L'episodio dimo-
stra infatti che Dio non prescrisse le cerimonie contenute nella Legge perché avesse bisogno
del culto, ma domanda l'offerta degli uomini per il bene dell'uomo stesso che la presenta,
preferendo I' obbedienza che salva agli olocausti (Ireneo di Lione). Gli arieti del sacrificio
spirituale sono i consigli degli apostoli e dei profeti e il prezzo di tali arieti sono la lettura
delle Scritture, l'ascolto della parola divina e, soprattutto, l'obbedienza da essa (Origene).
La ribellione è come un peccato di divinazione e l'insubordinazione è come un peccato di ido-
latria va riferito a quei peccatori che si rifugiano nelle scuse, senza ammettere subito le pro-
prie colpe e pentirsene (Cassiodoro).

17
Il Signore ti ha unto re su Israele non si vedeva più piccolo. Infatti, prefe-
rendo se stesso a paragone degli altri
Superbia nel potere poiché aveva un potere superiore a tutti,
si stimava più grande di tutti. Ma come
E così diviene simile ali' angelo apo- - mirabilmente - per essere piccolo da-
stata l'uomo che sdegna di essere simile
vanti a se stesso fu grande davanti a Dio,
agli altri uomini. Similmente Saul, dopo
quando apparve grande davanti a se
avere ben meritato per la sua umiltà, si
stesso divenne piccolo davanti a Dio.
gonfiò di superbia per l'altezza del suo
Dunque accade spesso che l'animo si
potere; per l'umiltà fu scelto, ma fu ri-
gonfia perché è grande il numero di co-
provato per la superbia, secondo la testi-
monianza del Signore che dice: Non ti loro che gli sono soggetti e, adulato dal-
costituii forse capo tra le tribù di Israele la sola altezza della sua potenza, esso si
quando eri piccolo ai tuoi occhi? Prima si corrompe effondendosi nella superbia.
era visto piccolo coi suoi occhi, ma poi, Gregorio Magno,
sostenuto dalla sua potenza mondana, La regola pastorale 2, 6
304 1 Samuele

19
Perché non hai ascoltato la voce del dicendo: Non è forse la parola migliore di
Signore? un dono? Con queste azioni, infatti, si
può compiere la Legge e piacere a Dio,
È Dio che l'uomo deve seguire come egli dice: Il sacrificio di lode mi glo-
rificherà (Sal 49, 23). Uno sa che cosa si-
Costituisce una sorta di atto di accu- gnifichi: Misericordia voglio e non sacrifi-
sa anche il riguardo intempestivo e con- cio (Mt 9, 13; Os 6, 6) e non condanna
trario alla Legge, dal momento che nessu- più qudli che sono ali'opposto 4. Ma non
no può essere più bei:ievolo di Dio: Egli sa piacque a costoro e non si preoccuparo-
chi deve avere riguardo e quando. Per no di comprendere: se infatti l'avessero
questo gli uomini pii devono scguir~o sia conosciuto, non avrebbero crocifisso il Si-
quando ricompensa, sia quando pW1tscc. gnore della gloria (1 Cor 2, 8).
Severo di Antiochia, - Atanasio,
Frammenti su I Re 15 Lettere festali 19, 5. 13

19 21
- Saul difende l'azione sua e del po- Sacrificio e obbedienza
polo
Ora, che Dio non prescrisse loro le
L'occhio della discrezione cerimonie contenute nella Legge perché
avesse bisogno del loro culto, lo indicano
Infine, proprio colui che per prim~, sovrabbondantemente i profeti; e apcora
per deliberazione divina, aveva ottenuto il che Dio domanda l'offerta degli uomini
regno del popolo di Israel~, no~ sep~e per il bene dell'uomo stesso che la presen-
conservare in nessuna maniera 1 9cch10 ta, l'ha insegnato chiaramente il Signore,
della discrezione. Come oscurato in tutto ct>me dimostreremo. Quando vedeva che
. il suo corpo, egli venne privato perfino del trascuravano la giustizia e si allontanavano
suo regno. Tratto in inganno e in e~ror.e dall'amore di Dio, e ciò nonostante pensa-
dall'oscurarsi di quella sua lucerna, gmdi- vano di propiziare Dio per mezzo dei sa-
cò maggiormente accettabili davanti .a Dio crifici e delle cerimonie figurative, Samue-
i suoi propri sacrifici anziché obbedire al- le diceva loro: «Gradisce forse il Signore
le prescrizioni di Samude, e così ~a quell~ olocausti e sacrifici, quanto r ascoltar la
parte, da cui egli aveva sperato. di trarre ! sua voce? Ecco, l'ubbidire val più del sa-
maggiori motivi per propiziarsi la maesta
crificio, e il dare ascolto più del grasso dei
divina, proprio di là egli ricavò una causa
montoni». Dal . canto suo Davide dice:
maggiore di offesa.
«Non hai voluto né sacrificio né oblazio-
Giovanni Cassiano,
ne, ma mi hai formato gli orecchi; non hai
Conferenze ai monaci 2, 3
domandato olocausti per il peccato» (Sal
39, 7), insegnando che Dio preferisce l'ob-
22 bedienza che li salva ai sacrifici e agli olo-
I:obbedt'enza è migliore del sacrificio causti, che non portano alcun vantaggio
per la giustizia, e profetizzando nel mede-
Il compimento della Legge
simo tempo la nuova alleanza.
Anche il grande Samuele, ciò nondi- Ireneo di Lione,
meno, non senza una prova biasima Saul Contro le eresie 4, 17, 1

4 Espressione non chiara e di difficile riferimento.


Saul confessa il proprio peccato (15, 24-33) 305

Il prezzo dell'obbedienza Questo è infatti il vizio più grande dal


quale l'umanità è travagliata: dopo il pec-
Dal momento che ciascuno dei pro- cato si rifugia nelle scuse piuttosto che
feti o anche degli apostoli dà un consiglio prostrarsi a terra con una confessione di
a quelli che cadono, perché possano rad- pentimento. E questa cattiva azione deve
drizzare o correggere il peccato, giusta- chiaramente essere annoverata tra i pec-
mente sembrerà che vendano loro arieti cati più grandi, poiché certamente si ori-
peril sacrificio (cf. Lv 6, 6-7; 5, 15). E gina quando il peccatore sembra giunge-
qual prezzo ricevono dai compratori? re al pentimento troppo tardi. Così è det-
Credo lo zelo nel leggere, le veglie per to nel primo libro dei Re: La ribellione è
ascoltare le parole di Dio, e soprattutto come un peccato di divinazione e f insu-
quello che ritengo il prezzo più prezioso: bordinazione è come un peccato di idola-
· I'obbedienza, della quale il Signore dice: tria. Infatti, ciò che dìce la Scrittura, per
Preferisco f obbedienza al sacrificio, f at- chiedere perdono nei peccati, allude alla
tenzione alla parola più che gli olocausti. consuetudine dei dissennati, che, quando
Origene,
vengono messi alle strette, in un primo
Omelie sul Levitico 4, 5
momento non si capisce che si scusano
con una qualche falsità e, quando vengo-
no scoperti~ adducono sempre altre scu-
23
La ribellione è come la divinazione se, qualora la vergognosa sfacciataggine
si pieghi di fronte alla verità, in1putando
Pentimento tardivo ora al momento, ora alla necessità, ora ad
Non lasciare che il mio cuore si pieghi altri il fatto di peccare. E questa figura è
al male per chiedere perdono nei peccati detta metatesi, vale a dire trasposizione,
(Sa! 140, 4). Segue la seconda preghiera: quando ci affrettiamo ad.addossare ad un
che, sebbene la necessità di pentirsi lo co- altro la nostra colpa.
stringesse a dire qualcosa, non lo.spinges- Cassiodoro,
se a scusarsi con scelleratissime falsità. Commento ai Salmi 140, 4

SAUL CONFESSA IL PROPRIO PECCATO

«( ... )Ma ora, perdona il mio peccato e ritorna con me) perché mi prostri
al Signore». Ma Samuele rispose a Saul: «Non posso ritornare con te) perché
tu stesso hai rigettato la parola del Signore e il Signore ti ha rigettato perché
tu non sia più re sopra Israele». Samuele si voltò per andarsene ma Saul gli
afferrò un lembo del mantello) che si strappò. Samuele gli disse: «Il Signore
ha strappato da te il regno d'Israele e l'ha dato ad un altro migliore di te.
D'altra parte la Gloria .di Israele non mentisce né può ricreders~ perché Egli
non è uomo per ricredersi»(. .. ) (15, 24-33).
La legge dell'obbedienza potrebbe forse venire in aiuto alla paura del comando, poi-
ché Dio contraccambia la fede con la sua bontà e rende perfettamente autorevole chi ha
306 1 Samuele

confidato in lui e in lui ha riposto tutte le speranze, per la disobbedienza invece non c'è nes-
sun soccorso (Gregorio Nazianzeno). Durante la controversia iconoclasta, l'episodio del
mantello di Samuele viene riferito alle sfere di influenza del potere civile e di queUo religio-
so: ordine civile e ordinamento ecclesiastico appartengono a due ambiti diversi e quando il
primo cerca di prevaricare sul secondo, viene severamente punito da Dio (Giovanni Dama-
sceno). È detto che nessuno della stirpe di Saul avrebbe regnato su Israele affinché volges-
simo lo sguardo alla stirpe di Davide dalla quale sarebbe sorto il Mediatore Gesù, che per
discendenza viene da Israele, ma che scalza Israele dal regno regnando secondo la Nuova
Alleanza (Agostino). ·

26
Il Signore ti ha rigettato 21 28
- Saul a/ferra il mantello di Samuele

Il peri.colo della disobbedienza Ordine civile e ordinamento eccle-


siastico
E per spiegarmi più chiaramente, la
legge dell'obbedienza potrebbe forse ve- È ufficio dei re il buon ordine civile,
nire in aiuto alla paura del comando, marordinamento ecclesiastico è compito
poiché Dio contraccambia la fede con la dei pastori e dei maestri. Questo è un as-
sua bontà e rende perfettamente autore- salto di predoni, o fratelli! Saul strappò il
vole chi ha confidato in lui e in lui ha ri- mantello di Samuele, ed allora che cosa
posto tutte le speranze. Invece, non so avvenne? Dio strappò il suo regno e lo
chi sarà in grado di soccorrere chi si tro- diede al mansuetissimo Davide. Gezabe-
vi nel pericolo di disobbedire né so qua- le per~eguitò Davide, e i cani si lavarono
le parola possa esortarlo a rassicurarsi. nel suo sangue (cf. 1 Re 19, 2; 22, 38).
C'è infatti la paura che noi ci sentiamo Erode uccise Giovanni (cf. Mt 14, 10; Mc
6, 27), e morì mangiato dai vermi (cf. At
dire, riguardo a quelli che ci furono affi-
12, 23 ). Ed ora nei nostri giorni il beato
dati: «Richiederò dalle vostre mani le lo-
Germano 5, splendente di vita e di paro"
ro anime» (Ez .3, 18), e: «Come respinge-
la, è stato percosso ed esiliato, e così an-
ste me per non esser capi e principi del
che moltissimi altri vescovi e padri di cui ,
mio popolo (1 Cor 17, 7; 2 Sam 7, 8), co- noi non conosciamo i nomi. E questo non ·
sl anch'io respingerò voi (cf. Os 4 , 6; Ez è da predoni?· Quando gli scribi ed i fari"
5, 11) per non essere vostro re», e: «Co- sei si accostarono al Signore per metterlo
me non ascoltaste la mia voce (cf. Gn 18, alla prova e coglierlo in fallo con la paro-
25; Sal7, 9; 62, 13; 94, 2; 96, 13), ma mi la, e gli chiesero se è lecito pagare il tribu-
mostraste il duro dorso e mi disobbedi- to a Cesare, egli rispose: mostratemi una·
ste (cf. Ne 9, 29), così, quando voi mi .in- moneta. Dopo che quelli la mostrarono,
vocherete, io non volgerò lo sguardo alla egli disse: Di chi è questa immagine?
vostra preghiera e non vi esaudirò» (cf. Avendo essi risposto: Di Cesare, egli dis-
Prv 1, 28; 2 Cr 6, 19). se: rendete dunque a Cesare quel che è di
Gregorio Nazianzeno, Cesare e a Dio quel che è di Dio (Mt 22,
Orazioni 2, 113 17-21). Ora, noi siamo sottoposti a te 6

5 Il riferimento è a Germano di Costantinopoli.


6 Il Damasceno si rivolge qui direttamente all'imperatore iconoclastico Leone ill.
Saul confessa il proprio peccato (15, 24-33) 307

negli affari della vita materiale, nei tribu- un uomo che promette e poi non mantie-
ti, nelle imposte, nei commerci, per i qua- ne. Vien detto a quest'uomo: Il Signore ti
li a te è stato affidato il potere su di noi; rifiuterà affinché tu non sia re i·n Israele; e
ma nell'ordinamento ecclesiastico noi ab- anche: Il Signore 'dalla tua mano ha strap- ·
biamo i pastori che .ci hanno annunciato pato oggi il regno da Israele. Eppure re-
la parola ed hanno posto il loro sigillo al- gnò in Israele per quaranta anni, cioè tan-
la legge ecclesiastica. Noi non spostiamo to tempo quanto lo stesso Davide e aveva
i confini antichi che i nostri padri hanno udito quel biasimo nei primi anni dcl suo
posto (cf. Prv 22, 28), ma conserviamo la· regno affinché comprendiamo che è stato
tradizione così come labbiamo ricevuta. espresso perché nessuno della sua stirpe
Se incominceremo a distruggere anche in avrebbe regnato e ci volgiamo a guardare
piccola parte ledificio della Chiesa, dopo alla stirpe di Davide da cui provenne se-
un poco esso sarà tutto abbattuto. condo la razza il Mediatore di Dio e degli
Giovanni Damasceno, uomini, l'uomo Cristo Gesù.
Difesa delle immagini sacre 2, 12 Agostino,
La città di Dio 17, 7, 1

Nessuno della stirpe di Saul avreb-


be regnato Cristo proviene da Israele
Saul peccò di nuovo con la disubbi- La Scrittura non ha il brano che si
dienza e di nuovo Samuele gli disse nel- legge in parecchi codici latini: Il Signore
l'oracolo del Signore: Perché hai rifiutato ha strappato il regno d'Israele dalla tua ma-
la parola del Signore, il Signore ti ha ri/z'u- no, ma quello scelto da me è derivato dai
tato affinché tu non sia re in Israele. E an- codici greci: Il Signore dalla tua mano ha
cora riguardo al medesimo peccato, poi- strappato il regno da Israele, affinché si
ché Saul.lo ammetteva, ne chiedeva per- comprenda che è il medesimo concetto:
dono e pregava Samuele che tornasse con Dalla tua mano, e: Da Israele. Quindi que-
lui per raccomandarsi a Dio, Samuele sto individuo rappresentava allegorica-
disse: Non tornerò con te perché hai rifiu- mente l'immagine del popolo d'Israele
tato la parola del Signore e il Signore ti ri- che doveva perdere il regno, poiché Cri-
/z'uterà affinché tu non sia re in Israele. Sa- sto Gesù nostro Signore avrebbe regnato
muele si voltò per andarsene e Saul afferrò mediante la Nuova Alleanza non secondo
il lembo del suo mantello e lo strappò. Gli la razza ma secondo lo spirito. Poiché a
disse Samuele: Il Signore dalla tua mano lui si allude con le parole: Lo darò a un tuo
ha strappato oggi il regno da Israele e lo ha conterraneo, il passo si riferisce all' atti-
dato a un tuo conterraneo buono sopra di nenza della razza, poiché Cristo secondo
te e Israele si sci.nderà in due parti. Il Si- · la razza proviene da Israele come Saul.
gnore non si convertirà e non si pentirà, Agostino,
non è da lui il pentirsi perché non è come La città di Dio 17, 7, 2
308 1 Samuele

SAMUELE PIANGE PER .SAÙL

Samuele andò quindi a Rama e Saul salì a casa sua a .Gabaa di Saul. Né
Samuele tornò a rivedere Saul fino al giorno della sua morte, ma Samuele
piangeva per Saul perché il Signore si era pentito di aver fatto regnare Saul
su Israele (15, 34-35).
Il passo offre la possibilità di riflettere sul significato degli antropomorfismi divini, ri-
levandone la portata puramente pedagogica (Gregorio di Nissa). Dal punto cli vista morale,
l'episodio è inserito in un florilegio di passi scritturistici relativi a personaggi che si sono
adoperati par la salve:tza e il pentimento' degli altri (Girolamo).

3
' Il Signore si era pentito di aver fatto ro buona fortuna, .a nche se tutto questo è
regnare Saul stato apparentemente inviato da Dio, è
mostrato dal pentimento di Dio a propo-
Gli antropomorfismi divini hanno sito di Saul, e per coloro che non spro-
una ragione didascalica fondano nell'abisso del peccato, ma sono
in grado di sorgere, come da un sonno,
Spesso la Scrittura divina sa attribui- dalla loro stolta vita, si dice che Dio si le-
re a Dio parole di tale genere, sì che esse va e si desta dal sonno insieme con quel-
apparentemente non sono diverse dalle li, e per coloro che procedono nel bene
nostre, come queste: «Il Signore si adirò» senza deviare si dice che Dio stia in piedi,
(Sa! 105, 4) e «mutò l'animo nei confron- e che stia seduto per coloro che sono ben
ti della loro malvagità» (Gv 3, 10) e «mi saldi nel bene, e, ancora, che Dio si muo-
sono pentito di avere unto Saul come re» va e cammini, lo si dice in riferimento a
e «si destò il Signore, come colui che dor- coloro che si sono mossi dalla loro prece-
me» (Sal 77, 65), e, oltre a queste frasi, dente condizione di fermezza nel bene.
parla del suo seggio e dello star fermo e Gregorio di Nissa,
del muoversi e di molte altre cose del ge- Contro Eunomio 2, 424-425
nere, che è impossibile, per loro natura,
che abbiano a che fare con Dio, ma non
sono inutili per l'economia di coloro che Sul tema della penitenza
da essa sono educati. Ché la manifesta-
zione dell'ira di Dio trattiene, con la pau- Non mi conosci e non ti conosco, ma
ra che essa incute, coloro che sono privi se mi permetto di scriverti è grazie alle in-
di freno, e la Scrittura dice che ·uSignore sistenti preghiere di Ebidia, quella santa
si pente insieme con quelli che, per la lo- ancella di Cristo, nonché di Artemia, che a
ro malvagità, hanno bisogno della medi- me è figlia e a te sposa, o meglio, sorella e
cina del pentimento, mentre il fatto che compagna di fede da sposa che era pri-
non durino i giorni felici per coloro che ma 7. Costei, per niente contenta di pensa-
sono inclini alla superbia a causa della lo- re unicamente alla propria salvezza, c<;>me

7 La lettera, scritta nel 407, è indirizzata a Rustico, la cui moglie, Artemia, sotto l'incubo dei bar-
bari lascia la Gallia e si reca a Betlemme. Rustico e Artemia avevano promesso a Dio di vivere in ca-
Il Signore dà istruzioni a Samuele per l'unzione di un nuovo re (16, 1-5) 309

già tempo addietro si è data da fare per la sto di una donna che si perde, ottiene la
tua salvezza nella sua patria, ora lo fa in salvezza di tutta la città <li Segar. Poi, do-
questi luoghi santi. È smaniosa di imitare po essersi lascito alle spalle le valli di Sodo-
lo zelo affettuoso degli apostoli Andrea e ma avvolte dalle tenebre, sale verso la
Filippo, i quali, scovati ambedue da Cri- montagna dove vede il sole levarsi su Se-
sto, non hanno che un desiderio: andare a gor. Questo nome si traduce «piccola», e
pescare anch'essi il fratello Simone l'uno, e così la tenue fede di Loth che non era riu-
l'amico Natanaele l'altro. Simone, .così, scita ad ottenere risultati più grandi, ne ot-
meriterà di sentirsi dire: «Tu sei Simone, fi- tenne perlomeno altri di minori dimensio-
glio di Giovanni? Ti chiamerai Cefa, che ni. Ma d 'altra parte, uno come lui che un
significa Pietro» (Gv 1, 42), e l'altro, «do- tempo abitava in Gomorra, ossia nell'erro- ·
no di Dio» (è la traduzione latina del nome re, non poteva passare di colpo al merig-
ebraico Natanaele) si sentirà incoraggiare gio, là dove Abramo, lamico del Signore,
dalla testimonianza di Cristo che gli rivol- aveva ospitato negli angeli Dio (cf. Gn 18,
ge qu~ste parole: «Ecco un autentico israe- ls.), e dove Giuseppe, in Egitto, diede da
lita in cui non c'è doppiezza» (Gv 1, 67). mangiare ai suoi fratelli (cf. Gn 43, 25s.), e
Un tempo, anche Loth aveva desiderato di dove ancora lo sposo si sente dire dalla
mettere in ~alvo sua moglie assieme alle fi- sposa: <<Dov'è che pascoli? Dov'è che tiri-
glie, e scappando via mezzo arrostito - per posi a mezzogiorno?» (Ct 1, 7). Samuele ai
così dire - dall'incendio di Sodoma e Go- suoi tempi pianse per Saul perché questi
morra, voleva metterlo fuori pericolo. Ma non si curava le ferite dell'orgoglio con la
lei era ancora impedita dall'attaccamento medicina della penitenza; ed anche Paolo
ai suoi vizi di prima, e con un'inquietudine pianse per i Corinti che non si decidevano
disperata si volse indietro a guardare (cf. a cancellare con le lacrìme le macchie con-
Gn 19, 15-26): la sua mancanza di fede sa- tratte con la fornicazione.
rà per l'eternità il motivo della sua condan- Girolamo,
na. La fede ardente di Loth, invece, al po- Lettere 122, 1

IL SIGNORE DÀ ISTRUZIONI A SAMUELE PER L'UNZIONE DI UN NUOVO RE

E il Signore disse a Samuele: «Fino a quando piangerai su Sau~ mentre


io l'ho rigettato perché non regni su Israele? Riempi di olio il tuo corno e
parti. Ti ordino di andare da lesse il Betlemmita, perché tra i suoi figli mi
sono scelto un re». Samuele rispose: «Come posso andare? Saul lo verrà a
sapere e mi ucciderà». Il Signore soggiunse: «Prenderai con te una giovenca
e dirai: Sono venuto p~r sacrificare al Signore» (. .. ) (16, 1-5).
La pienezza d 'olio del corp.o va riferita al possesso dei doni di grazia da parte dei sa-
cerdoti e dei re (Gregorio Magno). Le parole di Dio a Samuele invitano.ad ascoltare i

a
stità, ma Rustico, trovatosi solo, non mantiene fede alla promessa. Girolamo fornisce Rustico un flo.
rilegio scritturistico con esempi di pentimento, invitandolo a raggiungere Artemia in Palestina, come
dcl resto aveva promesso.
310 1 Samuele

comandi del Signore e, al contempo, a cercare di eludere le trappole dei nemici con in-
telligenza, perché più grande è la ricompensa di chi pratica la virtù e .segue la volontà
di Dio·in mezzo ai pericoli e le fatiche (Severo di Antiochia).

1
Riempi di oHo il tuo corno grande carità, si ordina che il re, che se-
condo il comando divino deve essere un-
Elevatezza dei sacerdoti . to, sia unto con un corno pieno di olio.
La pienezza del corno allude anche alla
Abbiamo toccato queste cose secon- durata dei doni di grazia. Infatti, coloro
do il senso letterale; vediamo ora sotto il che peccano prima di arrivare alla fine
racconto della lettera l'elezione dei nostri della vita, non meritano di essere unti con
capi. Perché gli viene ordinato di riempi- il corno pieno di olio.
re di olio il corno, se non ·in ragione del Gregorio Magno,
fatto che nella santa Chiesa deve essere Sul primo libro dei Re 6, 65
scelto un pastore che non deve essere co-
nosciuto come un trasgressore ma deve
essere preso ad esempio per gli altri con 2
Saul lo verrà a sapere e mt' ucciderà
splendide lodi? Infatti il corno è la lancia
degli animali. Del resto, l'autorità e il bia- Praticare la virtù in mezzo ai perico-
simo del sacerdote che altro sono se non
li e le fatiche
dardi? Certamente feriscono con il corno
quando si scagliano contro i peccatori Tuttavia ascoltava colui che poteva
con le trafitture dei biasimi. Infatti, re- salvarlo con tutta la sua potenza e che
darguire con asp1·ezza i peccatori è ferire poteva strapparlo dalla mano del nemi-
con il corno. Dunque il corno è riempito co senza combattere, colui che gli indi-
di olio quando la sublimità dei predicato- cava ciò che bisognava fare e si rivolge-
ri non ha l'asprezza delle minacce ma le va a lui così: «Prendi con la tua mano
dolceize dei favi. Oppure, il corno è· una giovenca, e dirai: Vado a sacrificare
riempito di olio quando al pastore scelto al Signore>>. Faceva questo per nessun
è data la sublimità dell'elevatezza e la gra- altro motivo · se non per insegnarci che
zia dell'unzione; quando si eleva a livelli dobbiamo in ogni modo portare a com-
sublimi, ma, colui che è innalzato è ricco pimento i comandi del Signore, ma valu-
di meriti. Sono dunque unti con un cor- tare strade intelligenti e eludere i tranel-
no pieno di olio i sacerdoti che giungono li dei nemici, in modo da ricevere unari-
al massimo livello con la pienezza dei cre- compensa più grande, dal momento che
diti. Poiché in verità il fuoco si accende pratichiamo la virtù in mezzo a fatiche e
nell'olio, l'olio del maestro è l'amore del pericoli. In questo modo anche Samuele
suo cuore. E il fuoco si accende in quello portava a compimento l'ordine e si sal-
perché la virtù e la grazia dello Spirito vava, e ascoltava: La tua venuta) Veggen-
Santo ardono nell'untuosità della sua te B) vuol dire pace.
bocca. Dal momento dunque che il mae- Severo di Antiochia,
stro deve avere la pingue ricchezza di una Frammenti su I Re 16

8 «Veggente» è l'attributo di Samuele: cf. 1 Sam 9, 9.11.18; 16, 4.


Samuele unge Davide (16, 6-13) 311

SAMUELE UNGE DAVIDE

Quando furono entrati, egli osservò Eliab e chiese: «È forse davanti al


Signore il suo consacrato?». Il Signore rispose a Samuele: «Non guardare al
suo aspetto né all'imponenza della sua statura. Io l'ho scartato, perché io
·non guardo ciò che guarda l'uomo. L'uomo guarda l'apparenza, il Signore
guarda il cuore». (. .. )Samuele chiese a lesse: «Sono qui tutti i giovani?». Ri-
spose lesse: «Rimane ancora il più piccolo che ora sta a pascolare il gregge».
Samuele ordinò a lesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a ta-
vola prima che egli' sia venuto qui». Quegli mandò a chiamarlo e lo fece ve-
nire. Era fulvo, con begli occhi e gentile di aspetto. Disse il Signore: «Alza-
ti' e ungilo: è lui.'». Samuele prese il corno dell'olio e lo consacrp con l'un-
zione in mezzo ai suoi fratell~ e lo spirito del Signore si posò su Davide da
quel giorno in poi. Samuele poi si alzò e tornò a Rama (16, 6-13 ).
Il fatto che nel cercare l'unto del Signore Samuele si fermi ai figli maggiori di lesse testi-
monia la debolezza del ragionamento umano (Girolamo). Dio, invece, non si ferma alla bellez-
za del corpo, ma a quella dell'anima e il passo fornisce a Clemente di Alessandria uno spunto
di riflessione sui belletti femminili. Dal momento che soltanto il Signore è in grado di guarda-
re nel cuore, i cristiani debbono astenersi dal giudicare i ministri di Dio, almeno che non se-
guano comportamenti palesemente condannati ed estranei alla Chiesa (Gregorio Nazianzeno).
Se un vescovo, se un diacono, se una vedova, se una vergine, se un dottore, se persino un mar-
tire cadono lontano dalla disciplina di fede, questo non autorizza a considerare l'eresia supe-
riore alla verità: Dio infatti scruta i cuori, mentre l'uomo conosce le persone solo dal di fuori
(Tertulliano). l salmi di Davide sono profetici perché ispirati dallo Spirito Santo (Cassiodoro).

7
6- Il Signore guarda il cuore preziosi apparati di specchi con i quali si
trasformano per catturare quelli che, co-
Debolezza del ragionamento umano me fanciulli stolti, guardano le loro forme
sono il cohno cui giungono queste donne
Va a Betlemme, crede che ciascuno svergognate, e chiamandole etere non si
dei figli di lesse sia proprio quello che il Si- sbaglia, dal momento che fanno del volto
gnore cercava (. .. ). Per ognuno fa questo una maschera. Il Verbo ci esorta invece a
errore, per ognuno viene corretto, affinché «non fissare lo sguardo sulle cose visibili,
.si palesi la debolezza della merite umana. ma su quelle invisibili. Le cose visibili so-
· Girolamo, no di un momento, quelle invisibili eter-
Dialogo contro i Pelagiani l, 39 ne» (2 Cor 4, 18). E, cosa che ha superato
anche il limite dell'assurdità, hanno in-
ventato uno specchio per la loro bellezza
Bellezza dell'anima e falsa bellezza
artificiale come se fosse un'azione nobile
I veli del capo e le diverse fogge dei o virtuosa, mentre sarebbe più convenien-
veli e gli intrecciamenti ricercati, anzi an- te porre un velo su un tale inganno. Né in-
che le molli configurazioni dei capelli, i fatti, come narra il mito dei Greci, giovò
312 1 Samuele

al bel Narciso farsi ammiratore della pro- Gli occhi del Signore
pria immagine. Se Mosè comanda agli uo-
mini di non farsi nessuna immagine (cf. Saul, buono più di tutti gli altri, vie-
Es 20, 4) rivale di Dio per l'arte, faranno ne. successivamente rovinato dall'invidia.
forse bene queste donne a far riflettere Davide, uomo buono secondo il cuore
dallo specchio le loro. sembianze allo sco- del Signore, diviene in seguito colpevole
po di falsificare il volto? Ma- come narra di stupro e di assassinio. Salomone, che
la Scrittura - anche al profeta Samuele, aveva ricevuto ogni grazia e ogni sapien-
quando, mandato ad ungere re uno dei fi- za dal Signore, viene spinto all'idolatria
gli di lesse, avendo visto il maggiore dei da alcune donne. Giacché solamente al
figli, bello e grande, se ne compiacque e figlio di Dio era riservato di rimanere
mise avanti l'olio, il Signore disse: «Non senza colpa. Che c'è di strano, dunque, se
guardare alla sua apparenza, né all'impo- un vescovo, se un diacono, se una vedo-
nenza della sua statura perché Io l'ho va, se una vergine, se un dottore, se per-
scartato. L'uomo guarda l'apparenza, n sino un martire saranno caduti lontano
dalla disciplina di fede? Forse per questo
Signore guarda il cuore», e non unse quel-
lo che era bello nel corpo ma l'altro che motivo le eresie sembreranno essere su-
e~a bello nell'anima. Se dunque il Signore periori alla verità? Mettiamo alla prova la
ritiène inferiore la bellezza fisica del cor- fede sulla base delle persone, o le perso-
po rispetto a quella dell'anima che cosa ne sulla base della fede? Nessuno è sag-
penserà della bellezza falsa, egli che dete- gio se non è fedele, nessuno è più grande
sta chiaramente ogni inganno? «Noi cam- se non è cristiano, nessuno è cristiano se
miniamo nella fede e non ancora nella vi- non colui che avrà perseverato fino alla
sione» (2 Cor 5, 7). fine. Tu, uomo come sei, conosci le per-
Clemente di Alessandria, sone solamente dal di fuori, pensi quello
Il pedagogo 3, 2, 11, 2 - 12, 3 che vedi e vedi fino a dove giungono i
tuoi occhi. «Ma gli occhi del Signore»,
dice la Scrittura, <<Vedono profondamen-
Non giudicare i tuoi giudici te. L'uomo guarda nel viso, Dio nel cuo-
re». E per questo «il Signore conosce co-
Ma tu non devi esigere che sia di alto loro che gli appartengono» (2 Tm 2, 19)
lignaggio colui che annunzia la dottrina e «sradica la pianta che non ha piantato»
cristiana o colui che ti battezza. È un altro (Mt 15, 13) e fa dei primi gli ultimi e por-
il giudice di costoro; egli esamina anche le ta in mano un ventilabro per pulire la sua
cose più nascoste: l'uomo, infatti, guarda aia. Svolazzino pure quanto gli piace ad
nel viso, Dio guarderà nel çuore . .Chiun- ogni vento di tentazione le paglie di poca
que per te è degno ai fini della tua puriij- fede: proprio per questo la massa di fru-
cazione: basta che sia una persona appro- mento verrà riposta più pura nel granaio
vata e non una d{ quelle che sono aperta- del Signore.
mente condannate ed estranee alla Chiesa. Tertulliano,
Non giudicare i tuoi giudici, tu che hai bi- Sulla prescrizione contro gli eretici 3, 3-8
sogno della guarigione, non fare distinzio-
ni, te ne prego, sulla dignità di coloro che
ti purificano, non far la scelta tra coloro H Lo spirito del Signore si posò su Da-
che ti generano. Uno è migliore. o peggiore vide
di un altro: tu, però, sei peggiore di tutti.
Gregorio Nazianzeno, Il santo Davide fu riempito dal soffio
Orazioni 40, 26 celeste non attraverso azioni umane, non ·
Uno spirito malvagio tormenta Saul (16) 14-23) 313

attraverso la nascita di gemelli, angeli, vi- chiama Signore, in che modo dite che è
sioni, un sogno, una nube e una voce dal suo figlio?» (Mt 22, 45). Da queste paro-
cielo, o un altro modo di questo genere. le comprendiamo chiaramente che i salmi
Come il primo libro dei Re dice di lui: «E sono stati profetati attraverso lo Spirito
lo spirito del Signore si posò su Davide santo.
da quel giorno in poi>>. ll Signore stesso Cassiodoro,
dice nel Vangelo: «Se Davide in Spirito lo Commento ai Salmi, Pref. 1

UNO SPIRITO MALVAGIO TORMENTA SAUL

Lo spirito del Signore si era ritirato da Saul ed egli' veniva atterrito da


uno spirito cattivo) da parte del Signore. Allora i servi di Saul gli dissero:
« Ved~ un cattivo spirito sovrumano ti turba. Comandi il signor nostro ai
ministri che gli stanno intorno e noi cercheremo un uomo abile a suonare
la cetra. Quando il sovrumano spirito cattivo ti investirà) quegli metterà
mano alla cetra e ti sentirai meglio». Saul rispose ai ministri: «Ebbene cer-
catemi un uomo che suoni bene e fatelo venire da me». Rispose uno dei gio-
vani: «Ecco, ho visto il /iglz'o di lesse il Betlemmita: egli" sa suonare ed è for-
te e coraggioso, abile nelle armi~ saggio di parole, di bel!'aspetto e il Signo-
re è con lui>>. Saul mandò messaggeri a lesse con quest'invito: «Mandami
Davide tuo figlio, quello che sta con il gregge». (. .. )Quando dunque· lo spi-
rito sovrumano investiva Saul Davide prendeva in mano la cetra e suona-
va: Saul si calmava e si sentiva meglio e lo spirito cattivo si ritirava da lui
(16, 14-23 ).
Il richiamo allo spirito malvagio offre l'occasione di riflettere sul tema del male e del
diavolo. Coloro che cadono dallo Spirito per un atto peccaminoso possono rimanere nel-
la grazia se si pentono, altrimenti, non sono più in Dio ma in colui al quale hanno assog-
gettato se stessi (Atanasio). Il fatto che lo Spirito di Dio si sia allontanato da Saul per far
posto allo spirito malvagio dimostra che Dio reprime lo spirito dell'orgoglio (Girolamo).
Dio permette al diavolo di esercitare il propr:io malvagio potere nel giudizio degli uomini
per la loro santificazione o la loro punizione (Tertulliano). Lo Spirito Santo ha esercitato
la propria azione di trasformazione nelle vite di personaggi del Vecchio e del Nuovo Te-
stamento (Gregorio Magno). Un altro tema preso in considerazione riguarda il potere del-
la musica. Il fatto che talvolta la concupiscenza venga domata dalla musica non deve in-
durre a considerarla una buona cosa (Agostino). L'episodio, come quello della caduta di
Gerico, illustra la potenza della musica (Cassiodoro). Ma il passo può anche essere riferi~
to al tipo di eloquenza che deve ·essere usato nel trattare con i potenti della terra (Grego-
rio Magno) e all'assoggettamento delle passioni che sorgono in noi in varie circostanze
della vita (Gregorio di Nissa).
314 1 Samuele

14 5
·• Uno spirito malvagio tormenta Saul te al diavolo come un possesso inutile.
Altrimenti non può fare nulla di propria
Cadere dallo Spirito iniziativa contro chi si stabilisce nella ca-
sa di Dio, perché i casi riportati dalla
Perciò, quando uno cade dallo Spiri-
Scrittura mostrano quando, per quali ra-
to per un qualche atto peccaminoso, se si
gioni, cioè, può toccarli. Il diritto di ten-
pente dopo la caduta, la grazia rimane ir-
tare una persona è garantito al diavolo,
revocabilmente su chi la desidera, altri-
sia a motivo di un giudizio, come nei testi
m enti, colui che è caduto non è più in
citati in precedenza, se Dio-o il diavolo
Dio, dal momento che lo Spirito Santo e
danno inizio al progetto, o per condanna-
il Paracleto che è in Dio lo ha abbando-
re un peccatore che è affidato al diavolo
nato, ma questo peccatore è in colui al
come ad un boia. Questo è il caso di Saul:
quale ha assoggettato se stesso, come si è
«Lo spirito del Signore si allontanò da
verificato nel caso di Saul: lo Spirito di
Saul e uno spirito malvagio che veniva
Dio, infatti, lo abbandonò e uno spirit0
dal Signore lo tormentò e lo soffocò».
malvagio lo affliggeva.
Atanasio,· Ancora, si può.verificare per umiliare una
persona, come Paolo ci dice che gli era
Tratiati contro gli ariani 3, 25-26
stata data una spina, un m essaggero di sa-
tana, per tormentarlo (cf. 2 Cor 12, 7), e
persino questo tipo cli cosa non è permes-
Lo spirito dell'orgoglio
sa per umiliare i santi attraverso il tor-
Ancora, affinché tu sia sicuro che Dio mento della carne, almeno che non venga
reprime lo spirito dell'orgoglio, ricorda fatto perché la loro capacità di resistenza
come lo spirito buono cli Dio abbandonò venga perfezionata nella debolezza.
Saul e lo spirito malvagio lo tormentò. La Tertulliano,
Sacra Scrittura clice: <<E uno spirito malva- La fuga nella persecuzione 2, 6-7
gio lo tormentava», uno spirito da Dio.
Dio, allora, ha uno spirito malvagio? Cer-
18
tamente no. Dio si era allontanato in mo- Riconoscimento delle capacità musi-
do che poi uno spirito malvagio potesse cali e morali di Davide
tormentare Saul. In questo senso lo spirito
cli Dio è chiamato malvagio. Infine Davi- L'azione dello Spirito
de, sapendo che Dio può togliere lo spiri-
to dei sovrani, lo supplica: «E non togliere È bello alzare gli occhi della fede
da me il tuo santo spirito» (Sal 51, 11). verso la sublimità di questa vicenda e
Girolamo, pensare ad alcuni personaggi dell'Antico
Omelie sui Salmi 9 (Sal 75) e del Nuovo Testamento. Ecco, spalan-
cando ancora gli occhi della f~de contem-
plo Davide, Amos, Daniele, Pietro, Pao-
lo, Matteo, e intendo riflettere intorno al-
Il potere del diavolo
l'azione di questo Spirito Santo anche se
Il diavolo ha un potere che può esse- mi sento mancare in questa mia medita-
re chiamato suo proprio soltanto su chi zione. Si effonde infatti su un fanciullo
non abita più in Dio, il pagano che co~si~ che suona la cetra e ne fa il Salmista, su
dera come una goccia in un secchio, co- un pastore di armenti che raccoglieva si-
me polvere nella trebbiatura, come saliva comori e lo costituisce profeta (cf. Am 7,
nella bocca e, come tale, è dato totalmen- 14-15), su un fanciullo che si .asteneva dai
Uno spirito malvagio tormenta Saul (16, 14-23) 315

cibi proibiti e ne fa un giudice di persone lo cominciò ad eseguirlo, la furente esube-


anziane (cf. Dn 1, 8; 2, 48) , su un pesca- ranza di quei giovani si calmò sia per la
tore per inviarlo ad annunciare al mondo lentezza del movimento sia per la gravità
la salvezza (cf. Mt 4, 19), su un persecu- del canto 9. Nota con quanta maggior
tore trasformandolo in Dottore delle gen- congruenza ho detto che in certo senso
ti (cf. At 9, 1-20), su un pubblicano che appartiene al suo. diritto l'essere servito
diventa un evangelista (cf. Le 5, 27 -28). dagli altri sensi per portare a termine la
Come è mirabile la potenza di questo sua opera o p er rilassarsi dalla sua com-
Spirito! Nessun indugio si determina nel- mozione. Ho detto questo perché, come
l'apprendere la verità che vuole procla- tu stesso hai confessato, «ad essa si può
mata e che appena sfiora la mente la illu- acconsentire più che comandare». Se fos h
mina: un breve incontro è già fonte di lu- se al servizio del volere dell'uomo, essa
ce. Trasforma infatti lanima umana ap- non potrebbe «essere eccitata da altri sti-
pena vi entra con il suo fulgore, rinnova moli, spezzata o moderata da un suono»,
senza indugio quanto c'era in essa e dona come tu stesso affermi. Le donne poi, che
immediatamente ciò di cui era priva. tu credi immuni da questo movimento,
Gregorio Magno, benché possano sottostare alla concupi-
Le 40 omelie sui vangeli 30, 8 scenza dell'uomo anche quando non sen-
tono la propria, con quanta veemenza
sentano il suo impeto, a cui si oppone il
23
Quando Davide suona la cetra lo spi- decoro e l'onestà delle caste, lo si chieda
rito cattivo si ritira da Saul a Giusepp~ (cf. Gn .39). Quale uomo di
Chiesa, avresti dovuto essere ammonito
Capacità educativa della musica dalla musica ecclesiastica più che dalla
pitagorica e sapere ciò che la cetra di Da-
Per qual motivo credi che codesta vide ha prodotto su Saul, allorché egli era
tua bellissima serva, della quale a me rin- tormentato dallo spirito cattivo ed il suo-
cresce parlare con frequenza, sia pure per no <li quella cetra toccata dal santo l'ha
disprezzarla, mentre a te non rincresce fatto rinsavire. Non giudicare buona la
affatto esaltarla, «diventi più rispettata concupiscenza della carne per il fatto che
· perché per eccitarla maggiormente la ser- talvolta viene frenata dalla musica!
vono anche le altre parti del corpo, quali Agostino,
gli occhi per vedere e desiderare o le altre Contro Giuliano 5, 5, 23
membra con baci ed abbracci>>? Hai tro-
vato pure il modo di assoggettarle le
orecchie ed hai innalzato il suo antichissi-
Potenza della musica
mo ma pur sempre gloriosissimo epitaf-
fio, ricordando lo scritto di TuJlio nel- Si deve considerare anche che attra-
1'esposizione dei suoi Consigli: Dopo che verso gli strumenti musicali veniamo
alcuni giovanotti ubriachi ed eccitat~ come istruiti a salmodiare per il Signore e a ce-
succede, anche dal suono dei flaut~ aveva- lebrare un giorno di festa, di modo che,
no infranto le porte di una donna casta, si come quelli sono ricondotti ad un canto
racconta che Pitagora pregò il flautista di dal dolce suono e sono riuniti soavemen-
suonare un canto lento. Non appena quel- te in un'unica armonia, così ogni nostra

9 Cicerone, De comiliis suis (opera perduta); d. Boezio, De musica: PL 63, 1170.


316 1 Samuele

azione sia ricondotta a Dio e sia offerta esortazione, perché spesso dure ferite si
alle sue orecchie con una soavissima me- alleviano con medicamenti leggeri e la fu-
lodia. È propria infatti di questa stessa di- ria dei pazzi è ricondotta al senno da un
sciplina una grande potenza e una piace- medico amorevole, cosl che quando si vie-
vole conoscenza, che i dottori delle lette- ne loro incontro con dolcezza si mitiga la
re del secolo (con la generosità di Dio, malattia dell'insania. Infatti bisogna pene-
che concede ogni cosa che sia utile) han- trare senza negligenza il significato più
no fatto in modo che sia conosciuta con profondo di ciò che accadeva quando lo
un insegnamento teoretico di cose che spirito avverso invadeva Saul, e Davide
prima erano tenute nascoste nella natura. calmava la sua follia con la cetra; giacché,
Dunque la prima divisione di questa disci- a che cosa si accenna attraverso Saul se
plina è in armonica, ritmica e metrica. La non all,orgoglio dei potenti? E a che cosa
seconda divisione, che riguarda gli stru- attraverso Davide se non all'umile vita dei
menti, è tra percussioni, strumenti a cor- santi? Dunque, quando Saul è afferrato
de, strumenti a fiato. La terza divisione è dallo spirito immondo, la sua follia è mo-
in sei armonie. La quarta in quindici toni. derata dal canto di David perché quando
La virtù di questa bellissima disciplina è il sentimento dei potenti si muta in furore
così spiegata dalle distinzioni degli anti- a causa dell'orgoglio, è opportuno che es-
chi; e nei libri del secolo, in verità, leggia- so sia richiamato alla sanità della mente
mo che molti miracoli si sono palesati at- dalla pacatezza del nostro parlare come
traverso questi modi. Ma per tacere di co- dal dolce suono della cetra.
se probabilmente fantastiche, leggiamo Gregorio Magno,
r
che attraverso armoniosa lira di Davide La regola pastorale 3, 2
il demonio fu cacciato da Saul; la lettura
divina attesta che al suono delle tube le
mura di Gerico caddero immediatamen- L'assoggettamento delle passioni
te; di modo che non ci sia dubbio che i
suoni della musica (tuttavia al comando e Una volta, quando venne da Saul
al volere di D io) abbiano compiuto per lo che era completamente impazzito, lo cu-
più grandi azioni virtuose. rò dominando le sue passioni con un can-
Cassiodoro, to; cosl che la mente di Saul tornò in ac-
Commento ai Salmi 80, 4 cordo con la natura. Da queste parole
emerge con chiarezza lo scopo della sim-
bologia del canto: il raggiungimento del-
Attraverso Saul si fa riferimento al- r assoggettamento di quelle passioni che
nascono in noi in vari modi nel corso del-
1'orgoglio dei potenti la vita.
Tuttavia non di rado anche il ricco Gregorio di Nissa,
superbo deve essere placato con d olce Sui tt'toli dei Salmi 1, 3, 24
Uno scudiero avanza davanti a Golia (17, 1-11) 317

UNO SCUDIERO AVANZA DAVANTI A GOLIA

I Filistei radunarono di nuovo f esercito per la guerra e si ammassarono


a Soco di Giuda e si accamparono tra Soco e Azekà, a Efes-Dammim. Anche
Saul e gli Israeliti si radunarono e si accamparono nella valle del Terebinto
e si schierarono a battaglia di fronte ai Filistei. I Filistei stavano sul monte
da una parte e Israele sul monte dall'altra parte e in mezzo c'era la valle.
Dall'accampamento dei Filistei uscì un campione, chiamato Golia, di Gat;
era alto sei cubiti e un palmo. Aveva in testa un elmo di bronzo ed era rive-
stito di una corazza a piastre, il cui peso era di cinquemila sicli di bronzo.
Portava alle gambe schinieri di bronzo e un giavellotto di bronzo tra le spal-
le. I:asta della sua lancia era come un subbio di tessitori e la lama dell'asta
pesava seicento sicli di ferro; davanti a lui avanzava il suo scudiero (. .. ) (17,
1-11). .

Il versetto «i Filistei stavano sul monte da questa parte» può essere riferito alla presen-
za degli eretici nella Chiesa (Paolo Orosio). Mentre Golia era protetto dalla propria arma-
tura esterna e brillava nelle sue armi, Davide splendeva della forza della propria fede e del-
la grazia dello Spirito che era dentro di lui (Giovanni Crisostomo).

37
· Il campione dei Filiste~ Golia di Gat padre giusto nei confronti del proprio in-
giusto figlio, dopo aver deposto le vesti
L'eresia nella Chiesa regali, fu costretto ad abbandonare Ge-
rusalemme, ·dopo di che entrò immedia-
Ecco Golia, mostruoso nelle sue di-
mensioni, gonfio nella sua potenza terre- tamente il tiranno Assalonne (cf. 2 Sam
15, 16-17; 16, 15). Qui ora, da questa
na, fiducioso di. poter da solo compiere
ogni cosa, con la testa, le mani.e il corpo parte, vale a dire nella Chiesa, si erge Go-
intero rivestito di bronzo, con il suo scu- lia; che dolore! E non solo è-nella Chiesa,
diero dietro di lui che, nonostante non ma provoca perfino. E nello ste"sso tem-
combatta, fornisce a Golia aiuti di ogni po, da molti giorni, biasima Israele per il
genere con bronzo e ferro. E non c'è da suo ben noto timore di Dio.
meravigliarsi se la Scrittura, prefigurando Paolo Orosio,
la nostra attuale situazione, commenta in Contro i pelagiani 2
modo appropriato dicendo: «I Filistei
stavano sul monte da questa parte», dal
Fortificati dalla fede
momento che chi attacca ora i pelagiani è
bandito dalla Chiesa, mentre leretico si Nel mio discorso ho mostrato che
nutre al suo seno! È per questo che la Sa- Golia era protetto dalla potenza delle ar-
cra Scrittura dice che Israele si trovava mi e dalla forza di un'armatura completa,
dall'altra parte, mentre il nemico era da mentre Davide non aveva niente di quel-
questa parte. E così vanno spesso le cose. la pomposa armatura, ma era fortificato
Persino il re Davide, che era sempre un dalla sua fede. Golia aveva la protezione
318 1 Samuele

esterna della sua lucente corazza e del su chi era èompletamente armato, questo
suo scudo; Davide splendeva della grazia è il motivo per cui la mano di un pastore
dello Spirito che era dentro di lui. Questa vinse e distrusse le armi di bronzo della
è la ragione per la quale un ragazzo pre- guerra.
valse su un uomo, questa è la ragione per Giovanni Crisostomo,
la quale chi era senza armi ebbe la meglio Contro gli anomei 2, 4-5

L'ARRIVO DI DAVIDE NELL'ACCAMPAMENTO

Davide era figlt"o di un efratt'ta da Betlemme di Giuda chiamato lesse,


che aveva otto figli. Al tempo di Saul, quest'uomo era anziano e avanti ne-
gli anni. I tre figli maggiori di lesse erano andati con Saul in guerra. Di que-
sti tre figh che erano andati in guerra, il maggiore si chiamava Eliab, il se-
condo Abinadab, il terzo Samma. (. .. ) Ora lesse disse a Davide suo figlt'o:
«Prendi' su per i tuoi/ratelli questa misura di grano tostato e questi dieci pa-
ni e portali in fretta ai tuoi fratelli nell'accampamento. Al capo di miglz'aia
porterai invece queste dieci forme di cacio. Informati della salute dei tuoi
fratelli e prendi la loro paga. Saul con essi e tutto l'esercito dz: Israele sono
nella valle del Terebinto a combattere contro i Filistei». Davide si alzò di
buon mattino: lasciò il gregge alla cura di un guardiàno, prese la roba e par-
tì come gli aveva ordinato lesse. Arrivò all'accampamento quando le truppe
uscivano per schierarsi e lanciavano il grido di guerra (. .. ) (17, 12-23 ).
Il cibo che Davide porta ai propri fratelli allude all'umiltà di Cristo nella propria vita ter-
rena (Beda il Venerabile). !esse rappresenta il Padre, che invia il proprio figlio Gesù per libe-
rare l'umanità dal diavolo. Cristo, il vero Davide, porta ai propri fratelli una misura di pane,
simbolo della Trinità, e dieci forme di formaggio, simbolo del decalogo (Cesario di Arles).

11 18
- Iesse invia Davide dai propri fratelli secondo la carne. In mezzo al loro campo
indebolito dalla guerra quotidiana, pren-
Perfetta umiltà di Cristo di, ti dico, la forma della perfetta umiltà
nel corpo e la custodia della Legge, nono-
L'intera nazione dei fedeli Ebrei sta- stante tu non debba sottometterti volonta-
va dicendo al proprio Signore e Salvatore riamente al suo comando». Il grano tosta-
che sarebbe nato d.al 's uo seme, dal mo- to allude infatti ad uno spirito indigente e
mento che sospirava il suo avvento con a un cuore umiliato e contrito. I.:ephah è
fervido desiderio: «Prendi questi, ti sup- una misura che vale tre anfore e simboleg-
plico, per rinvigorire e aiutare il tuo popo- gia lo spirito, l'anima e il corpo pe1fetti e
lo nella guerra spirituale. Sono tuoi fratel- uniti insieme dall'umiltà, del nostro Si-
li perché li hai degnati di nascere da loro gnore o di ciascun eletto. Questo grano
Darrivo di Davide nell'accampamento (17, 12-23) 319

tostato dell'umiltà si manifestò nel Signo- i propri fratelli, sembra sia stato tipo di
re attraverso il suo potere e la sua volon- Dio Padre. lesse inviò Davide a cercare i
tà, così che potesse costruire la stessa co- propri fratelli, e Dio Padre inviò il pro-
sa in noi; ma in realtà tale umiltà non può prio unigenito, della cui persona è scritto:
essere tirata fuori se non si è posti tra le «Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli»
macine di sopra e di sotto, vale a dire tra (Sal 21, 23 ); Cristo, infatti, era venuto a
la paura e la speranza. Ora, i dieci pani cercare i propri fratelli quando diceva:
_portati da Davide alludono chiaramente «Non sono stato inviato che alle pecore
al cibo che viene dal prendere il decalogo, perdute della casa di Israele» (Mt 15, 24).
che abbiamo non per merito nostro, ma «Ora lesse disse a Davide suo figlio:
come dono di chi ce lo ha donato. Dopo, «Prendi su per i tuoi fratelli questa misu-
egli stesso si sottomise per noi alla Legge, ra di grano tostato e questi dieci pani e
anche lui si fece carico di ciò che della vai a cercare i tuoi fratelli». Un ephah,
Legge era sopportabile; attraverso la sua fratelli miei, vale tr~ moggi: e nelle tre mi-
umiltà (che non doveva mostrare) ci ha sure si allude al mistero della Trinità. An-
insegnato a essere umili in ragione del che il beato Abramo conosceva bene
grande debito che non estingueremo mai. questo mistero: quando appunto sotto il
Ma torna, dice, alla gentilezza del decalo- leccio di Mamre fu degno di scorgere nel-
go, per così dire pieno di latte. Come esso le tre persone il sacramento della Trinità,
è molto adatto per i bambini per costrui- ordinò che fossero mescolate tre staia di
re il vigore spirituale delle loro menti, co- semola (cf. Gn 18, 6). Tre staia sono tre
sì esso può anche ristorare e ridare corag- misure: dunque anche lesse dette questa
gio a ogni grande ed eminente generale quantità a suo figlio. Nelle dieci forme di
dell'armata celeste. Perciò, in ragione del cacio c'è un riferimento al decalogo del
nostro desiderio del Signore, potente nel- Vecchio Testamento. Quindi Davide con
1'azione, ha dato il pane e r orzo ai suoi tre misure e dieci forme di cacio andò a
fratelli, e ha portato formaggio al coman- far visita ai propri fratelli che erano in
dante. Questo è accaduto dopo che ha battaglia: perché Cristo stava per venire
mostrato la propria umiltà e la propria pa- con il decalogo della Legge e il mistero
zienza davanti ai magistrati dei Giudei e della Trinità a liberare il genere umano
dopo che non ·abolì, ma portò a compi- dal potere del diavolo.
mento i comandamenti della Legge e dei Cesario di Arles,
profeti e li affidò ai suoi discepoli. Questi Sermoni 121, 1-2
ha stabilito e fissato come capi della Chie-
s.a: «Aprì le loro menti alla comprensione
delle Scritture» (Le 24, 45). 19 20
• Davide arrlva nelfaccampamento
Beda il Venerabile,
Quattro libri su I Samuele 3, 17 Cristo il vero Davide
Giunse dunque Davide e trovò il po-
polo dei Giudei schierato nella valle del
Il mistero della Trinità
Terebinto per combattere contro i Filistei;
Come è accaduto allora, fratelli ca- perché stava per venire il vero Davide,
rissimi, nei beati patriarchi, vale a dire in Cristo, per sollevare il genere umano dal-
_Isacco e in Giacobbe, cosl anche in lesse, la valle dei peccati e delle lacrime (cf. Sal
il padre di Davide; sappiamo che è stato 83, 7). Erano schierati infatti nella valle
riposto un significato figurato: quando contro i Filistei; erano nella valle, perché
infatti inviava suo figlio Davide a cercare il peso dei peccati li aveva oppressi. Era-
320 1 Samuele

no schierati infatti, e non osavano com- ludon; alla 'vita presente, in cui il popolo
battere contro i propri nemici. Perché dei cristiani non smette <li combattere
non osavano? Perché Davide, che era tipo contro Golia e il suo esercito, vale a dire,
di Cristo, non era ancora venuto. È vero, contro il diavolo e i suoi angeli; né tutta-
fratelli carissimi: chi infatti avrebbe potu- via potrebbe vincere· se non fosse sceso il
to combattere contro il diavolo prima che vero Davide, Cristo, con il bastone, vale a
Cristo nostro Signore liberasse il genere dire, con il mistero della croce. Infatti,
umano dal potere del diavolo? Infatti prima <lell'avvento di Cristo, fratelli caris-
«Davide» significa «forte nella mano»: simi, il diavolo era libero: quando venne
che cosa, fratelli, è più forte di quello che Cristo, fece di quello ciò che è detto nel
armato non del ferro, ma del legno, ha Vangelo: «Come potrebbe uno penetrare
conquistato tutto il mondo? I figli di nella casa dell'uomo forte e rapirgli le sue
Israele erano dunque schierati contro i cose, se prima non lo lega?» (Mt 12, 29).
nemici da quaranta giorni. In ragione del- Venne quindi Cristo e legò il diavolo.
le quattro stagioni e delle quattro parti in Cesario di Arles,
cui è diviso il mondo, quaranta giorni al- Sermoni 121, 5

DAVIDE VIENE A SAPERE DELLA RICOMPENSA PER L'UCCISIONE DI GOLIA

Tutti gli Israeliti~ quando lo videro, fuggirono davanti a lui ed ebbero


grande paura. Ora un Israelita disse: «Vedete quest'uomo che avanza? Vie-
ne a sfidare Israele. Chiunque lo abbatterà, il re lo colmerà di ricchezze, gli
darà in moglie sua figlia ed esenterà la casa di suo padre da ogni gravame in
Israele». Davide domandava agli uomini che stavano attorno a lui: «Che fa-
ranno dunque all'uomo che eliminerà questo Filisteo e farà cessare la vergo-
gna da Israele? E chi è mai questo Filisteo non circonciso per insultare le
schiere del Dio vivente?». Tutti gli rispondevano la stessa cosa: «Cosi' eco-
si' s'ifarà altuomo che lo eliminerà». Lo senti' Eliab~ suo fratello maggiore,
mentre parlava con gli uomini, ed Eliab si irritò con Davide e gli disse: «Ma
perché sei venuto giù e a chi hai lasciato·quelle poche pecore nel deserto? Io
conosco la tua boria e la malizia del tuo cuore: tu sei venuto per vedere la
battaglia». Davide rispose: «Che ho dunque fatto? Non si può fare una do-
manda?»(. .. ) (17, 24-30).
L'intelligenza e la pazienza di Davide dimostrano la forza di chi gode del sostegno di-
vino (Giovanni Crisostomo). Il fratello che insulta e beffeggia Davide rappresenta il popo-
lo dei Giudei, che per invidia ha ingiuriato e beffeggiato Cristo (Cesario di Arles).
Davide viene a sapere della ricompensa per l'uccisione di Golia (17, 24-30) 321

26 29
- La domanda di Davide irrita Eliab chiamare il giovane che non aveva alcuna
nozione se non di pastorizia, e avendo vi-
Niente è. più forte di chi gode del sto la sua età cominciò a deriderlo. Poi,
sostegno celeste . dopo aver saputo da lui come si era com-
portato con gli orsi che avevano assalito
Ma se volete, torniamo indietro nel- le sue greggi, quest'uomo ammirevole fu
!'ordine del discorso, affinché, una volta costretto a raccontare queste cose non
entrati nel mezzo della storia di Davide, perché desiderasse vantarsi, ma spinto
impariamo che niente è più forte di uno dalla necessità di infondere, in quello,
che gode dell'alleanza celeste, e niente è coraggio e in modo che non si fermasse a
più debole di uno che si trova ad esserne ciò che vedeva, ma alla fede nascosta
privo, anche se è circondato da un eser- dentro, e ali' alleanza celeste, per la quale
cito sterminato. Questo Davide, quando ladolescente era più forte degli uomini,
era adolescente e per la giovane età vive- il disarmato degli armati, e il pastore dei
va nella casa paterna, quando il momen- soldati; allora, quando il re vide la fidu- ·
to lo chiamava a palesare la propria vir- eia del suo proposito, voleva che indos-
tù, spinto dal padre ad andare a far visi- sasse le proprie armi; ma quello, rivestito
ta ai propri fratelli, obbedì e fu inviato delle armi, non ebbe la forza di soppor-
da loro. Giunto dunque a salutarli, quan-
tarle.
do vide che le truppe erano schierate Giovanni Crisostomo,
contro il filisteo Golia, che l'esercito di Omelie sulla Genesi 46, 3
Saul era in rotta e lo stesso re in grave pe-
ricolo, subito voleva essere spettatore, e
andò a vedere lo spettacolo insolito e in- Per riportare una sola pecora al pro-
credibile di un solo uomo che si contrap-
prio ovile
poneva a tante migliaia. Ma i suoi fratel-
li, non sopportando tanto coraggio, furo- Quando poi Davide arrivava, uno dei
no vittime dell'invidia e gli dicono: «Non suoi fratelli lo beffeggiò dicendo: «Per
sei venuto per nessun altro motivo che quale ragione hai lasciato quelle poche
per assistere alla guerra?». Non sei venu- pecore e sei venuto alla battaglia?». Que-
to per venire a far visita a noi. Ma osser- sto fratello maggiore, che con malizia bef-
va la prudenza e la grande mansuetudine feggiò Davide che era tipo del Signore,
di questo. Non dice a quelli niente di av- stette a significare il popolo dei Giudei,
ventato né aspro, ma spegnendo la loro che per invidia ingiuriarono Cristo nostro
fiamma e addolcendo la loro invidia, di- Signore, che era venuto per la salvezza del
ce: «Non si può parlare?». Forse mi ve- genere umano, e lo sottoposero frequen-
deste infatti prendere le armi, forse mi temente a molti insulti. «Perché - dice -
avete visto schierato in battaglia? Volli hai lasciato quelle pecore e sei venuto alla
semplicemente vedere e investigare l'ori- battaglia?». Non ti sembra quasi che per
gine di tale follia. «Chi è infatti il filisteo bocca di quello parli il diavolo, invidioso
che insulta l'esercito del Dio vivente?». della salvezza degli uomini? Come se di-
Poi, sentendo anche la grande arroganza cesse a Cristo: Perché hai abbandonato
di quello, e la trepidazione dello schiera- novantanove pecore che non si erano
mento di Saul, dice: «Che cosa accadrà smarrite (cf. Mt 18, 12; Le 15, 4), e sei ve-
all'uomo che gli taglierà la testa?». E di- nuto a cercarne una sola che era perduta,
mostrò il suo grande coraggio suscitando e a riportarla al proprio ovile dopo averla
con le parole lo stupore di tutti. Saul, liberata dalla mano del Golia spirituale,
avendo saputo queste cose, manda a vale a dire, dal potere del diavolo, con il
322 1 Samuele

bastone della croce? <<Perché - dice - hai pecore per cercarne una sola e riportarla
abbandonato quelle poche pecore?». Par- al proprio ovile, cioè all'assemblea degli
lava certo con animo malvagio e superbo, angeli.
ma diceva il vero: poiché Gesù, come si è Cesario di Arles,
già detto, stava per lasciare novantanove Sermoni 121, 3

DAVIDE AFFRONTA GOLIA

Sentendo le domande che faceva Davide, pensarono di riferirle a Saul


e questi lo fece venire a sé. Davide disse a Saul: «Nessuno si perda d'ani-
mo a causa di costui. Il tuo servo andrà a combattere con questo Filisteo».
Saul rispose a Davide: «Tu non puoi andare contro questo Filisteo a bat-
terti con lui: tu sei un ragazzo e costui è uomo d'armi fin dalla sua giovi-
nezza». Ma Davide di'sse a Saul: «Il tuo servo custodiva il gregge di suo pa-
dre e veniva talvolta un leone o un orso a portar via una pecora dal greg-
ge. Allora lo inseguivo, lo abbattevo e strappavo la preda dalla sua bocca.
Se si· rivoltava contro di me, l'af!erravo per le mascelle, t abbattevo e lo uc-
cidevo. Il tuo servo ha abbattuto il leone e l'orso. Codesto Filisteo non cir-
conciso farà la stessa fine di quelli~ perché ha insultato le schiere del Dio
vivente». Davide aggiunse: «Il Signore, che mi ha liberato dalle unghie del
leone e dalle unghie dell'orso, mi libererà anche dalle mani di questo Fili-
steo». Saul rispose a Davi'de: «Ebbene va' e il Signore sia con te». Saul ri-
vestì Davide della sua armatura, gll mise in capo un elmo di bronzo e gli
fece indossare la corazza. Poi Davide cinse la spada di lui sopra t armatu-
ra~ ma cercò invano d·i camminare, perché non aveva mai provato. Allora
Davide disse a Saul: «Non posso camminare con tutto questo, perché non
sono abituato». E Davide se ne liberò. Poi prese in mano il suo bastone, si
scelse cinque ci'ottoli Usci dal torrente e li' pose nel suo sacco da pastore che
gli serviva da bisaccia,· prese ancora in mano la fionda e mosse verso il Fi-
listeo (17, 31-40).
Il leone e l'orso sconfitti da Davide rappresentano il diavolo (Cesario di Arles). P er
affrontare Golia, Davide si riveste di armi appropriate alla sua giovane età (Giovanni Cas~
siano).
Davide colpisce con una pietra Golia (17, 48-49) 323

34 7
. ·J Davide racconta di aver ucciso leoni 3
iHo Davide si veste per la battaglia
e orsi
Armi appropriate
·Il leone e l'orso rappresentano il
Talvolta noi osserviamo che da cose
diavolo
buone vengono tratti esempi cattivi. E in
Tuttavia, prima che Davide venisse, realtà se uno presumerà di compiere le
quando era già stato unto dal beato Sa- medesime cose di altri, senza però la
muele, uccise un leone e un orso senza ar- medesima affezione e il medesimo pro-
mi, come egli stesso disse al re Saul; ma il posito, oppure con disposizione dissi-
leone e l'orso erano entrambi immagine mile, sicuramente egli incorrerà nei lacci
del diavolo: e questi, per il fatto di aver dell'inganno e della morte proprio dove
osato attaccare parte delle greggi di Davi- per gli altri esiste il frutto della vita
de, furono soffocati dalla virtù dello stesso eterna. Tutto questo l'avrebbe certa-
Davide. Sappiamo, fratelli carissimi, che mente subito quel giovinetto (Davide),
tutto questo che allora leggiamo prefigura- forte nelle sue mani, una volta posto in
to in Davide, è stato compiuto nel Signore combattimento contro quel bellicosis-
nostro Gesù Cristo: strangolò il leone e simo gigante, se si fosse rivestito delle
l'orso allora, quando, discendendo agli in- armi virili e robustissime di Saul, armi,
feri, liberò tutti i santi dalle loro fauci. quindi, con le quali, in età più avanzata,
Ascolta inoltre il profeta che supplica nel- avrebbe atterrato caterve di nemici;
la persona del Signore: «Strappa dalla spa- allora invece quelle stesse armi avreb-
da la mia anima, scampa dalla mano del bero potuto recare a lui, ancora così gio-
cane la mia unica vita: liberami dalla boc- vane, una sicura rovina, se egli, con pru-
ca delleone» (Sal2l, 21.22). E poiché l'or- dente discrezione, non avesse scelto
so ha la propria forza nella zampa, e il leo- delle armi adatte alla sua adolescenza; e
ne nella bocca, in entrambe queste bestie è così si recò contro quel terribile nemico,
raffigurato lo stesso diavolo. Questo è non fornito di corazza e di scudo, di cui
dunque detto per bocca di Cristo, affinché vedeva forniti gli altri, ma unicamente
la ~ua unica .Chiesa fosse strappata dalla con le armi con le quali egli ~apeva di
mano, vale a dire dal potere o dalla bocca poter combattere.
del diavolo. Giovanni Cassiano,
Cesario di Arles, Conferenze al monaci 24, 8
Sermoni 121, 4

DAVIDE COLPISCE GOLIA CON UNA PIETRA

Appena il Filùteo si mosse avvicinandosi incontro a Davide, questi cor-


se prontamente al luogo del combattt'mento incontro al Filisteo. Davide cac-
ciò la mano nella bisaccia, ne trasse una pietra, la lanciò con la fionda e col-
pì il Filisteo in fronte. La pietra l infisse nella fronte di lui che cadde con la
faccia a terra (17, 48-49).
324 1 Samuele

Davide sconfigge Golia con le armi della virtù (Ambrogio), dimostrando che la fe-
de è più forte delle armi (Paolino di Nola). La parola di Dio va infatti difesa con armi
spirituali (Massimo di Torino). La vittoria nelle battaglie dello spirito si ottiene grazie
alla pietra angolare, Cristo (Giovanni Crisostomo).

49
Davide colplsce Golia in fronte giamoci con l'elmo della salvezza, difen-
diamoci con la parola di Dio come con
Fortezza e prudenza una spada spirituale (cf. E/ 6, 14-17). Chi
infatti sarà provvisto di queste armi, non
Davide non mosse mai guerra se non deve temere il presente sconvolgimento né
provocato. Pertanto nella battaglia ebbe paventare il futuro giudizio, poiché il san-
la prudenza quale compagna della fortez- to Davide, protetto da questi sentimenti di
za. Preparandosi a sostenere il duello an- devozione, sebbene inerme uccise quel
che contro Golia, uomo di corporatura fortissimo Golia ben armato e abbatté con
gigantesca, rifiutò le armi che gli erano di la sola forza della fede quel guerriero pro-
peso perché la virtù conta di più sui pro- tetto da ogni parte dalla sua armatura. In-
pri muscoli che sulle armature altrui. Con fatti ·a santo Davide, pur non essendo éo-
un colpo di pietra lanciata da lontano per perto dall'elmo, non difeso dallo scudo,
produrre una ferita più grave, uccise il non impugnando la lancia, uccise Golia. E
nemico. lo uccise non con un giavellotto di ferro,
Ambrogio, ma con la spada spirituale. Quantunque
I doveri 1, 35, 177 apparisse inerme agli occhi degli uomini,
tuttavia era armato a sufficienza dalla gra-
zia divina. Ma la stessa spada spirituale
La fede è più forte delle armi non fu una spada. Infatti Golia non soc-
Sempre ad ottenere ogni bene ebbe combette perché abbattuto da una spada,
valore confidare in Cristo, tutto affidare a ma da una pietra. Leggiamo nella Scrittu-
Dio potente, considerando soltanto Dio ra che con la parola «pietra>> viene indica-
come il vertice di tutte le cose. Questa fe- to in immagine Cristo, come dice il Profe-
de fu sempre più forte di tutte le armi; ta: La pietra che i costruttori hanno scartato
per questa forza fu grande quel piccolo è divenuta testata d)angolo (Sal 117, 22).
fanciullo, che, reso più forte per aver di- Dunque, quando Golia è colpito da una
sprezzato le armi, con la forza di una pie- pietra, è abbattuto dalla potenza di Cristo.
tra percosse il gigante armato. Abbiamo E in quale parte del corpo, infine, è colpi-
conosciuto che le armi hanno sempre to? Naturalmente sulla fronte. Infatti
avuto bisogno della fede, che mai la fede quell'uomo pagano e sacrilego viene colpi-
ha avuto bisogno delle armi. to là dove non c'era Cristo, e gli viene in-
Paolino di Nola, flitta la morte dove non si trova il segno
Carmi 26, 150-158 della salvezza. Quantunque, infatti, Golia
fosse difeso da ogni parte dalla protezione
delle armi, tuttavia la sua fronte era espo-
Le armi celesti sta alla morte, perché non portava il sigil-
lo del Salvatore. E perciò viene ucciso là
Dunque, fratelli, per il futuro giudi- dove è trovato privo della grazia di Dio.
zio del mondo muniamoci di armi celesti, Nessuno vi è che ignora che questa è una
indossiamo l'armatura della fede, proteg- prefigurazione (cf. 1 Cor 10, 6). Anche
I Filistei fuggono (1 7, 50-58) 325

Davide dapprima si era cinto delle armi; re, la roccia spirituale. Se Paolo poteva
ma, sentendosi in esse pesante e impaccia- pensare in questi termini la roccia nel de-
to, così che a stento riusciva a camminare, serto, nessuno in alcun modo mi accuse-
le depose senza esitazione, volendo indica- rà se comprendo la pietra di Davide nel-
re che quelle armi erano opere vane e vi- lo stesso modo. Nel caso dei Giudei nel
stose di questo mondo, per cui chi vorrà deserto, non era la natura della roccia vi-
avere a che fare con esse, in quanto appe- sibile, ma la potenza della roccia invisibi-
santito e impacciato, non avrà libero il le che fece scorrere quei torrenti di ac-
cammino per salire in cielo. E ·ndlo stesso qua (cf. Es 17, 6). Così, anche nel caso di
tempo ci insegnò anche che non dobbia- Davide, non era la pietra visibile, ma la
mo sperare la vittoria soltanto dalle armi, pietra spirituale che colpì la testa del
ma la dobbiamo chiedere nel nome del barbaro. Questa è la ragione per la qua-
Salvatore. le, allora, promisi di non dire nulla che
Massimo di Torino, fosse basato su argomenti razionali. «Le
Sermoni 85, 3 nostre armi non sono meramente carna-
li, ma spirituali, distruggendo i ragiona-
menti sofistici e ogni baluardo che si le-
La potenza della pietra spirituale va contro la conoscenza di Dio» (cf. 2
Cor 10, 4-5).
Prendiamo dunque nelle nostre ma- Giovanni Crisostomo,
ni quella pietra, intendo la pietra angola- Contro gli anomei 2, 6

I FILISTEI FUGGONO

Così Davide ebbe il sopravvento sul Filisteo con la fionda e con la pie-
tra e lo colpì e uccise benché Davide non avesse spada. Davide fece un sal-
1

to e fu sopra il Filisteo prese la sua spada la sguainò e lo uccise poi con


1 1 1

quella gli tagliò la testa. I Filz'stei videro che il loro eroe era morto e si die-
dero alla fuga (. .. ) (17, 50-58).
Come Davide ha usato la spada di Golia per ucciderlo, così il Signore trasforma i pec- .
catari in armi di giustizia (Beda il Venerabile).

50 51
• Davide decapz'ta il Filisteo da vincitore, infatti tutti per natura sono
figli dell'ira (cf. E/ 2, 3 ), tutti sono stati
Armi di giustizia concepiti nelle iniquità e sono stati gene-
rati dalla madre nei peccati (cf. Sai 50, 7),
Dal momento che il Signore non ha sopraggiunse inaspettato e, superando co-
nessun ministro del suo Verbo attraverso me il più forte (cf. Le 11, 22) l'avversario
il quale distruggere con l'insegnamento la molto meno fotte, gli strappò tutte le armi
superbia del diavolo, se non chi egli stesso nelle quali confidava ·affinché attraverso
abbia in precedenza strappato al diavolo quelli con i quali prima, come se fossero le
326 1 Samuele

sue armi, trucidava le anime dei miseri, at- re alla luce della grazia liberatrice e così
traverso ·quelli in seguito il Salvatore, tra- attraverso quello permette che anche gli
sformati in armi di giustizia, tagli il capo altri siano nello stesso tempo strappati al
di ingiustizia dal suo corpo, vale a dire, diavolo e corretti. Ma anche noi quando ci
spinga i peccatori convertiti alla fede a troviamo a discutere con la follia degli ere-
condannare satana e a rinunciare alle sue tici, li convinciamo di essere fabbricatori di
azioni e a tutti i suoi apparati. E giusta- menzogne e cultori di falsi dogmi (Gb 13,
mente si racconta che Davide estrasse in 4) non con altri argomenti che con questi
un primo momento con la mano la spada che loro stessi avevano presentato per se-
con la quale uccidere il filisteo e la estras- durci o con le ragioni delle loro argomen-
se dal suo fodero; infatti in 'un primo mo- tazioni o con le testimonianze scritturisti-
mento il Signore, affrontando ciascun che, certamente abbattiamo l'arroganza
grande e strenuo difensore del potere del del gigante con la sua spada.
diavolo con la manifestazione della sua Beda il Venerabile,
pietà, lo porta dai recessi oscuri dell'erro- Quattro libri su I Samuele 3, 17

IL PATIO DI GIONATA CON DAVIDE

Quando Davide ebbe finito di' parlare con Saul l'anima di Gionata s'era
già talmente legata all'anima di Davide, che Gionata lo amò come se stes-
so. Saul in quel giorno lo prese con sé e non lo lasciò tornare a casa di suo
.padre. Gionata strinse con Davide un patto, perché lo amava come se stes-
so. Gionata si tolse il mantello che indossava e lo diede a Davide e vi ag-
giunse i suoi abiti: la sua spada, il suo arco e la cintura (. .. ) (18, 1-5).
Il patto tra Gionata e Davide è inteso come lo stretto legame tra il maestro e il suo di-
scepolo (Gregorio il Taumaturgo). Il patto può altresì alludere all'unione e all'inscindibile e
imprescindibile legame di Cristo con la Chiesa (Beda il Venerabile).

1
Gionata e Davide Gionata a Davide, ma la parte loro sovra-
na, l'anima, questa parte che neppure se
Libertà dell'anima · vengono separate le cose che appaiono e si
vedono potrà essere costretta, dall'uomo,
Uno solo era l'oggetto del mio amore, con qualsivoglia mezzo, ad essere anch' es-
della mia predilezione: la filosofia e l'uo- sa disgiunta: contro sua volontà, mai asso-
mo divino che la insegnava. E rimase av- lutamente. L'anima, infatti è libera e non la
vinta strettamente l' anima di Gionata a si può imprigionare in alcun modo,· nep-
Davide. Qùesto lessi in seguito nei libri sa- pure se tu rinserrandola in un piccolo am-
cri, ma lo sperimentai prima non meno biente montassi la guardia. Essa è per na-
chiaramente di quanto è stato detto: eppu- tura, per quanto almeno si riferisce alla
re, almeno, è stato chiarissimamente vati- sua ragion prima, là dove si trova ad esse-
cinato. Non, in verità, fu avvinto soltanto re la mente. E se, per contro, ti sembra che
Saul diventa geloso di Davide (18, 6-11) 327

34
sia in un piccolo ambiente, tu immagini - Gionata stringe un patto con Davide
che sia lì per una sua ragion d'essere, per
così dire, secondaria, perché niente affatto Un patto di amore e pace
è impedita di trovarsi là dove essa voglia
essere. Anzi, assolutamente, può essere so- Cristo e la Chiesa hanno stretto un
lo colà, e deve credersi che logicamente vi patto di reciproco amore e pace; la
stia, in quel luogo e presso quel luogo nel Chiesa infatti nei suoi membri più per-
quale appaiono le opere di lei sola per se fetti lo ama fino ad essere stata pronta a
stessa. Dunque, la frase biblica in cui è morire per lui, pensando soltanto a dare
detto che l'anima di Gionata è stata avvin- se stessa, corpo e anima, per colui che
ta a quella di Davide non dimostrò in for- per la sua redenzione si degnò di assu-
ma concisa, assai chiara ciò che io speri- mere corpo e anima, nonostante fosse
mentai? L'anima che, contro voglia, in vero Dio da vero Dio. È scritto: «il Lo-
nessun modo, come dissi, sarà costretta ad gos si fece carne» (Gv l, 14) e «il Signo-
essere separata, di sua volontà non lo vor- re è il sostegno della mia anima» (Sai 54,
rà facilmente. Non, infatti, credo, è in ba- 4). Infine, grazie ai suoi martiri, la chie-
lia del peggiore, che è mutevole e più incli- sa si spoglia della carne che laveva inde-
ne a mutare volontà, la facoltà dello scio- bolita e la offre in obbedienza a Cristo.
glimento di questi santi, affettuosi legami, La Chiesa non ha nessuna virtù in se
come neppure egli.da principio ebbe quel- stessa, ma dipende devotamente dalla
la di stringerli da solo, bensì è nella pote- volontà della sua azione. Essa fa riferi-
stà del migliore che è costante e non sog- mento a lui persino per la perspicacia e
getto a mutamenti e fa piuttosto stringere l'abilità nel parlare e per la cura nel pre-
i vincoli e questi santi nodi. Fu avvinta, sentare argomenti veri nella fede e razio-
dunque, dal divino Verbo non l'anima di nalità contro.le astuzie di quelli che non
Davide all, anima di Gionata, ma lanima sono solidamente sapienti. Guarda a lui
del peggiore, come quell.a che dovette a persino per conservare la gloria della
ciò soggiacere, è detto che rimase avvinta propria castità e l'onore immacolato per
ali' anima di Davide. il suo amore. ·
Gregorio il Taumaturgo, Beda il Venerabile,
Encomio di Origene 85-90 Quattro libri su I Samuele 3, 18

SAUL DIVENTA GELOSO .DI DAVIDE

Al loro rientrare) mentre Davide tornava dalt uccisione del Filisteo


usclrono le donne da tutte le città d)Israele a cantare e a.danzare incontro ;l
re Saul accompagnandosi con i timpani, con grida di gioia e con sistri. Le
donne danzavano e cantavano alternandosi: «Saul ha ucciso i suoi mille) Da-
vide i suo~· diecimila». Saul ne fu molto irritato e gli parvero cattive quelle
parole. Diceva: «Hanno dato a Davide diecimila) a me ne hanno dato mil-
le. Non gli manca altro che il regno». Così da quel giorno in poi Saul si in-
gelosì di Davide. Il giorno dopo, un cattivo spirito sovrumano s'impossessò
di Saul il quale si mise a delirare in casa. Davide suonava la cetra come i
328 1 Samuele

giorni precedenti e Saul teneva in mano la lancia. Saul impugnò la lancia,


pensando: «Inchioderò Davide al muro.'». Ma Davide gli sfuggì davanti per
due volte (18, 6-11).
In merito all'episodio vengono fatte varie considerazioni sull'invidia (Basilio Magno,
Giovanni Crisostomo, Costituzioni Apostoliche). A proposito dello spirito malvagio, il tema
dcl male induce a riflettere sulla subordinazione di tutta la creazione alla volontà del Crea-
tore (Cassiodoro).

7
Un canto di vittoria ucciso mille, Davide diecimt'la, non avendo
sopportato di buon grado quanto detto
Invidia verso il proprio benefattore da quelle (sebbene secondo giusta ragio-
ne si compiacessero più con lui eh~ con
Perché ti affliggi, uomo, senza aver Davide), vinto dall'invidia, ricambiava il
subito niente di male? Perché combatti benefattore con l'atteggiamento opposto,
chi si trova in una buona condizione sen- e cercava di uccidere colui che bisognava
za averti tolto niente? Se poi sei adirato fosse indicato come salvatore e benefatto-
essendo stato anche beneficiato, non in- re. O colmo della follia! O eccesso di stu-
vidi contro i tuoi stessi interessi? Tale era pore! L'uomo ché gli ha salvato la vita e
Saul, che fece della grandezza dei benefi- ha liberato tutto il suo esercito dalla follia
ci ricevuti un motivo della guerta contro ~ello straniero guardava questo come un
Davide. Dapprima infatti, liberato dalla nemico, e neppure il beneficio ancora vi-
follia da quella armoniosissima e divina vo nella memoria vinceva l'invidia, ma ot-
musica, cercava di trafiggere con la spada tenebrato nella ragione dall'invidia come
l'autore del beneficio; poi, salvato con il da una sorta di ebbrez~a, guardava il be-
suo esercito dai nemici e liberato dall'im- nefattore come un nemico.
barazzo nei confronti di Golia, poiché le Giovanni Crisostomo,
danzatrici in coro attribuirono a Davide Omelie sulla Genesi 46, 3
la decima parte delle azioni compiute ne-
gli epinici: Saul ha ucciso i suoi mille,- Da-
vt'de i suoi diecimila, per questa sola voce La natura dell'invidia
e per la testimonianza che veniva dalla
stessa verità, cercò in un primo momento Brutta cosa è infatti l'invidia, brutta,
di ucciderlo da solo e di toglierlo di mez- e convince a disperare della propria sal:-
zo con un agguato. vezza. Cosl anche Caino distrusse se stes-
Basilio Magno, so e ancora prima di questo il diavolo,
Omelia sul!'invidia 3 che distrusse il padre di questo. Cosl an-
che Saul chiamò sulla sua anima un de-
mone malvagio, e, dopo averlo chiamato,
Il sentimento dell'invidia invidiava ancora il medico. Tale è infatti
la natura dell'invidia: sapeva che sarebbe
Considera allora da questo episodio stato salvato, e preferiva morire piuttosto
quale assurdità causò il sentimento del- che vedere onorato colui che lo aveva sal-
l'invidia. Quando infatti il re vide che vato. Che cosa potrebbe essere più grave
questo giusto godeva di grande fama, e di questo sentimento? Non sbaglierebbe
che le donne danzavano gridando: Saul ha chi dicesse che si tratta di una creatura
Cresce la popolarità di Davide (18, 12-19) 329

del diavolo; e in quello risiede il frutto lo e non peccherai a causa sua» (Lv 19,
della vanagloria, anzi anche la radice; in- 17). E: «Rimprovera il saggio e ti amerà»
fatti entrambi questi mali si preparano di (Prv 9, 8). Evita tutto ciò che è male e tut-
solito vicendevolmente. Così, anche allo- to ciò che ad esso assomiglia:· «Stai lonta-
ra Saul lo invidiava, quando dissero: «Da- no da ciò che è ingiusto e il tremore non si
vide ne ha uccisi diecimila». Che cosa po- awicinerà a te» (ls 54, 14). Non essere né
trebbe essere più stolto di questo? Per- collerico, né geloso, né jnvidioso, né tra-
ché, dimmi, provi invidia? Perché un tale cotante, né arrogante, non provare i senti-
lo ha elogiato? In verità bisognava gioire; menti di Caino, Saul e Ioab; perché il pri-
inoltre non sai neppure se l'elogio sia ve- mo uccideva suo fratello Abele a causa dcl
ro. Per questo ti lamenti, perché, pur non fatto che era preferito da Dio e per il fatto
essendo degno di ammirazione, fu elogia- che il suo sacrificio era stato gradito (cf.
to? Allora bisogna avere compassione, Gn 4), il secondo perseguitava il santo Da-
piuttosto. Se infatti è buono, nessuno lo vide per aver sconfitto il Filisteo Golia, il
invidia quando è elogiato, ma si unisce a terzo uccise i due generali di Israele e di
coloro che parlano bene di lui; se invece Giuda, Abner e Amasa (cf. 2 Sam 3, 20).
non è tale, perché ti tormenti? Perché Costituzioni Apostoliche 7, 4, 1 - 5, 1-5
spingi la spada conto te stesso? Perché è
oggetto di ammirazione da parte degli
uomini? Ma da parte degli uomini che ci 10
Uno spirito mali'gno scese su Saul
sono oggi e non ci sono domani.
Giovanni Crisostomo, Tutta la creazione è sottomessa al
Omelie su II Corint.t" 24, 4 volere del Creatore
Anche il trasgressore è stato tentato
Esempi da non imitare attraverso l'angelo malvagio, come dice
nel libro dei Re: E lo spt'rito malvagio di
Tu non sarai ipocrita per non divide- Dio entrò in Saul. Anche i giusti, come
re la tua sorte con loro (Mt 24, 51). Tu non Giobbe, come l'apostolo Paolo e altri di
sar~i né malizioso né orgoglioso: «Infatti il questo genere sono stati tentati dal diavo-
Signore resisterà agli orgogliosi» (Prv 3, lo. È chiaro infatti che tutte le cose che
34; 1Pt5, 5). In un giudizio non guarde- sono state create sono sottoposte o alla
rai in faccia, perché «Il giudizio è del Si- decisione o al comando del Creatore.
gnore» (Dt 1, 17). Non odierai nessuno. Cassiodoro,
«Con un rimprovero biasimerai tuo frate!- Commento ai Salmi 77, 49

CRESCE LA POPOLARITÀ DI DAVIDE

(. .. )Davide riusciva in tutte le sue imprese) poiché il Signore era con lui
Saul, vedendo che riusciva proprio sempre) aveva timore di lui. Ma tutto
Israele e Giuda amavano Davide) perché egli si muoveva alla loro testa. Ora
Saul disse a Davide: «Ecco Merab, mia figlia maggiore. La do in moglie a te.
Tu dovrai essere il mio guerriero e combatterai le battaglie del Signore».
Saul pensava: «Non sia contro di lui la mia mano, ma contro di lui sia la ma-
330 1 Samuele

no dei Filistei». Davide rispose a Saul: «Chi sono io e che importanza ha la


famiglia di mio padre in Israele, perché io possa diventare genero del re?»
(. .. ) (18, 12-19).
Merab e Mikal possono essere intesi come due gruppi all'interno dei Giudei: l'uno, più
numeroso, formato dai capi, fingeva di ascoltare Cristo per .metterlo in trappola, l'altro che
invece preferisce ascoltarlo, seguirlo e amarlo (Beda il Venerabile).

17
Saul offre Merab a Davide ti rabbi dagli uomini, costringevano quel-
li che potevano ad ascoltarli. Ora, la figlia
I due gruppi di Giudei più giovane, che certamente è quella por-
zione del popolo giudaico che è meno sti-
Dal momento che fu unto con un sa- mata perché composta da meno membri
cro crisma e gli fu affidato il governo del e per la sua disprezzata posizione, prefe-
regno, Saul prefigurò Cristo. Abbiamo risce invece seguire, amare e ascoltare il
compreso che le sue due figlie sono i due proprio Signore e Salvatore piuttosto che
popoli sorti dalla duplice fede e dall'amo-
gli scribi e gli esperti della Legge. Ascolta
re di Cristo per la salvezza, vale a dire, del
Cristo dire: «Non temere, piccolo gregge,
corpo e della mente, e resi perfetti con la
perché al Padre vostro è piaciuto di darvi
disciplina. Abbiamo capito che la sorella
maggiore allude alla Sinagoga e quella
il suo regno» (Le 12, 32). Quindi i Farisei
minore alla Chiesa. Comunque, dal mo-
e gli altri capi dei Giudei dicevano a Cri-
mento che in questo passo le circostanze sto: Guarda, ti affidiamo quella parte più
sono cambiate, poiché Davide rappresen- ampia della Sinagoga che è stata affidata a
ta Cristo il Signore e Saul il popolo dei te. Vai e istruiscila. Bada soltanto ad esse-
Giudei che fu invidioso di lui, la sorella re coraggioso e combatti con la parola per
maggiore che fu promessa ma non fu da- la libertà del popolo al quale fu comanda-
ta indica la porzione dello stesso popolo to cli conservare la legge di Dio e di servi-
che era più numerosa e forte ed era pro- re lui soltanto. Perché <<Sappiamo che sei
messa allo sposo coraggioso e amato. veritiero e non ti curi di nessuno; ·infatti
Quando i predecessori di quella porzione non guardi in faccia agli uomini, ma se-
degli Israeliti, vale a dire, gli scribi, i sa- condo verità insegni la via di Dio. È lecito
cerdoti, i Farisei e gli anziani del popolo, o no dare il tributo a Cesarea? Lo dobbia-
andarono ad ascoltarlo, lo indicarono co- mo dare o no?» (Mc 12, 14). Tuttavia di-
me un buon maestro, e, inoltre, un mae- cevano queste cose alla presenza degli
stro straordinariamente istruito. Voleva- erodiani cosicché, se avesse proibito loro
no imparai·e semplicemente a metterlo al- di pagare le tasse, non sarebbero apparsi
la prova, lo intimorirono con molte do- responsabili della sua morte, se a punirlo
mande. Quella porzione di Israele non fu fossero stati gli erodiani.
data a Cristo, ma ad un altro, quando gli Beda il Venerabile,
stessi maestri, cercando di essere chiama- Quattro libri su I Samuele 3, 18
Mikal sposa Davide (18, 20-30) 331

MIKAL SPOSA DAVIDE

Intanto Mikal l'altra figlia di Saul s'invaghì di Davide; ne rzferirono a


Saul e la cosa gli piacque. Saul diceva: «Gliela darò, ma sarà per lui una trap-
pola e la mano dei Filistei cadrà su di lui». E Saul disse a Davide: «Oggi hai
una seconda occasione per diventare mio genero». Quindi Saul ordinò ai
suoi ministri: «Dite di nascosto a Davide: Ecco, tu piaci al re e i suoi mini-
stri ti amano. Su, dunque, diventa genero del re». I minlstri di Saul sussur-
rarono all'orecchio di Davide queste parole e Davide rispose: «Vi pare pic-
cola cosa divent'r genero del re? Io sono povero e uomo di bassa condizio-
ne». I ministri di Saul gli riferirono: «Davide ha risposto in questo modo».
Allora Saul disse: «Riferite a Davide: Il re non pretende il prezzo nuziale,
ma solo cento prepuzi· di Filistei: perché sia fatta vendetta dei nemici del re».
Saul pensava di far cadere Davide in mano ai Filistei. I ministri di lui rife-
rirono a Davide queste parole e piacque a Davide tale condizione per diven-
tare genero del re. Non erano ancora passati i giorni fissati: quando Davide
si alzò, partì con i suoi uomini e uccise tra i Filistei duecento uomini. Davi-
de riportò i loro prepuzi e li contò davanti al re per diventare genero del re.
Saul gli diede in moglie la figlia Mikal. Saul si accorse che il Signore era con
Davide e che Mikal figlia di Saul lo amava. Saul ebbe ancor più paura nei
riguardi di Davide; Saul fu nemico di Davide per tutti i suoi giorni. I capi·
dei Filistei facevano sortite, ma Davide, ogni volta che uscivano, riportava
successi maggiori di tutti i ministri di Saul e in tal modo si acquistò grande
fama (18, 20-30).
' .. Dal momento che tutta la creazione di Dio è buona, Saul non aveva una natura malva-
gia, ma agiva secondo una volontà malvagia (Simeone il Nuovo Teologo).

2 25
0- Saul offre Mikal a Davide Certamente dipese da una volontà malata.
Nessuno è nato malvagio per natura, dal
Una volontà malvagia momento che Dio non creò opere malva-
gie ma cose che erano molto buone. O,
Perché Saul cercò di catturare e di piuttosto, agl così perché è buono, e que-
uccidere Davide che aveva in passato ama- sto non per disposizione e scelta ma per
to come se stesso e a cui fu grandemente natura e secondo verità.
riconoscente come benefattore? Fu per Simeone il Nuovo Teologo,
natura o a causa di una volontà malvagia? Discorsi 4, 2
332 1 Samuele

SAUL DECIDE DI UCCIDERE DAVIDE

Saul comunicò a Gionata suo figlio e ai suoi ministri di aver deciso di


uccidere Davide. Ma Gionata figlio di Saul nutriva grande affetto per Da-
vide. Gionata informò Davide dicendo: «Saul mio padre cerca di uccider-
ti. Sta' in guardia da domani altalba} sta' fermo in un luogo nascosto e
non farti vedere. Io uscirò e starò al fianco di mio padre nella campagna
dove sarai tu e parlerò in tuo favore a mio padre. Vedrò ciò che succede e
te lo farò sapere». Gionata parlò difatti a Saul suo padre in favore di Da-
vide e gli disse: «Non sz' macchi il re contro il suo servo, contro Davide,
che non si è macchz'ato contro di te, che anzi ti ha reso un servz':do molto
grande. Egli ha esposto la vita, quando sconfisse il Filisteo} e il Signore ha
concesso una grande vittoria a tutto Israele. Hai visto e hai gioito. Dun-
que, perché pecchi contro un innocente, uccidendo Davide senza moti-
vo?». Saul ascolt~ la voce di Gionata e gz'urò: «Per la vz'ta del Signore} non
morirà!» (. .. ) (19, 1-7).
Beda intende l'episodio delle minacce di Saul a Davide allegoricamente: le intimazio-
ni di Saul prefigurano gli avvertimenti del sinedrio agli apostoli a non insegnare nel nome
di Cristo; Gionata rappresenta gli apostoli che implorano Cristo di nascondersi nei cuori
dei credenti; Saul rappresenta i Giudei che, ascoltando la predicazione degli apostoli, cal-
mano la loro rabbia e confessano la loro fede in Cristo.

13
· Gionata t'n/orma Davide lo nel tuo nome, e quelli del popolo che
preferiscono credere piuttosto che rima-
Allegoria degli apostoli nere nell'incredulità noi lo riferiremo al-
la tua santa chiesa di modo che quando
I capi dei Giudei, gli anziani e gli ciascun individuo conosce la condizione
scribi parlarono agli apostoli e gli inti-
dell'altro, saprà allearsi con il fedele e
marono con severità di non parlare o in-
saprà guardarsi da chi non crede».
segnare nel nome di Gesù (cf. At 4, 18)
(. .. ). Tuttavia gli apostoli amavano molto Beda il Venerabile,
Cristo e, quando considerarono gli of- Quattro libri su I Samuele 3, 19
fensivi attacchi del traditore, gli doman-
davano di difendere la chiesa e di salva-
re il suo nome, di stare nella chiesa in 4
-6 Saul si addolcisce
modo nascosto e di nascondersi nei cuo-
ri dei credenti lontano dalla costernazio- La Chiesa non morirà
ne degli uomini. Dicevano: «Dal mo-
mento che abiti nelle menti fiorite dei Quando il popolo dei Giudei ascol-
pii, qui è infatti un terreno ricco di pro- tò la predicazione degli apostoli, calma-
fumo e di grazia che il Signore ha bene- rono la rabbia della loro precedente fu-
detto, parleremo e insegneremo al popo- ria e dichiararono in una vera afferma-
Davide sfugge alla lancia di Saul (19, 8-10) .333

zione di fede che la Chiesa di Cristo non secoli e dura per l'eternità non sarebbe
sarebbe mai stata cancellata in mezzo a mai morto. · Beda il Venerabile,
loro e che il ricordo di chi è prima dei Quattro lt'brt' su I Samuele 3, 19

DAVIDE SFUGGE ALLA LANCIA DI SAUL

(... )Ma un sovrumano.spirito cattivo si impadronì di Saul. Egli stava in


casa e teneva in mano la lancia, mentre Davide suonava la cetra. Saul tentò
di colpire Davide con la lancia contro il muro. Ma Davide si scansò da Saul,
che infisse la lancia nel muro. Davide fuggi' e quella notte fu salvo (19, 8-
10).

Il fatto che Davide sfugga alla freccia di Saul viene riferito alla distinzione di umanità
e divinità in Cristo (Gregorio di Nissa). All'ascolto del canto di Davide devono essere uni-
te le azioni (Giovanni Crisostomo).

9 10
- Saul cerca di nuovo di colpire Davide infatti non fa esperienza della croce e
dei chiodi.
Cristo e re Gregorio di Nissa,
Sut' titolt' dei Salmi 2, 16
È certamente ovvio che cosa indica
la successione del racconto attraverso le
figure della storia. La figura di Davide è L'arpa di Davide
indicata dal suo nome e colui che è sta-
to unto indica Cristo. La lira è uno stru- Se noi non abbiamo occupazioni, lo Spi-
mento umano, ma il suono che esce da rito vola via. Ma se siamo abbandonati
essa è la Parola che si è manifestata a noi dallo Spirito, interromperemo anche le
attraverso colui che si fece carne, il cui . nostre occupazioni. Quando è avvenuto
compito è di distruggere il disordine che questo, arriva il sudicio. Questo è chiara-
viene dai demoni in modo che «gli dèi mente esemplificato da Saul. Se non ci
delle nazioni» non siano più «demoni» soffoca come ha fatto con lui, ci soffoca
(Sal 95, 5 LXX). Quel re, poi, che aveva in altro modo con opere malvagie. Ab~
i demoni dentro di sé, quando gli spiriti biamo bisogno allora dell'arpa di Davide,
si ritirarono al canto di chi ha adattato il abbiamo bisogno di allietare le nostre
proprio strumento a questo scopo, lo anime con i canti divini, con questi e con
colpl con la lancia - ora, una lancia è le- quelli che vengono dalle buone azioni.
gno che è stato dotato di ferro -, ma al Dal momento che se noi facciamo soltan-
posto di Davide, la lancia colpl il muro. to la prima cosa, e, mentre ascoltiamo la
Pensiamo che il muro sia l'edificio terre- delizia del canto, combattiamo con le no-
stre, con il quale intendiamo il corpo, in stre azioni contro l'incantatore, come fe~
relazione al quale vediamo il legno della ce Saul, il rimedio si trasformerà in un at-
croce e il ferro. Ma Davide, che è Cristo to di accusa contro di noi, e la pazzia di-
ed è re, è .senza sofferenza. La divinità venterà più furiosa. Prima che lo ascol-
334 1 Samuele

tassi.mo, il demone malvagio era preoccu- Cantiamo allora il salmo delle buone azio-
pato che noi ascoltandolo guarissimo. Ma ni, cacciamo il peccato che è peggiore del
quando, dopo averlo ascoltato, continuia- demonio.
mo ad essere come eravamo, questa è pro- Giovanni Crisostomo,
prio la cosa che lo libera dalla sua paura. Omelie su Romani 28

MIKAL AIUTA DAVIDE A FUGGIRE

Saul mandò messaggeri alla casa di Davide per sorvegliarlo e ucciderlo


il mattino dopo. Mikal moglie di Davide lo avverti' dicendo: «Se non metti
al sicuro la tua vt'ta questa notte, domani sarai ucciso». Mikal calò Davide
dalla finestra e quegli partì di corsa e si mise in salvo. Mikal prese allora i·
tera/im e li pose presso il letto. Mise dalla parte del capo un tessuto di pelo
di capra e coprì il letto con una . .coltre. Saul mandò dunque messaggeri a
prendere Davide ma essa disse: «E malato». Saul rimandò i messaggeri a ve-
dere Davide con questo ordine: «Portatelo qui da me nel suo letto, perché lo
/accia morire». Tornarono i messaggeri ed ecco presso il letto c'erano i tera-
fim e il tessuto di pelo di capra dalla parte del capo. Saul disse a Mikal: «Per-
ché mi hai z'ngannato a questo modo e hai/atto /uggt're z'l mio nemico, per-
ché si mettesse in salvo?». Rispose Mikal a Saul: «Egli mi ha detto: Lascia-
mi fuggire, altrimenti ti uccido» (19, 11-17).
La fuga di Davide è sinteticamente racco~tata per passare subito al senso allegorico
della fuga e della casa in cui Davide trova rifugio, riferendoli alla nascita di Cristo e alla sua
resurrezione (Gregorio di Nissa). Casa viene infatti preso per indicare la tomba dalla quale
Cristo è risorto (Cassiodoro). L'inganno di Mikal testimonia inoltre come talvolta esso si
renda necessario sia in pubblico che in privato (Giovanni Crisostomo).

11 12
• Davide fugge nella notte prio benefattore, dirigendo la punta
contro di lui; ma poiché il colpo lo man-
La fuga di Davide cò a causa dell'aiuto divino, la punta nel
Tu conosci certamente, o amante suo impeto si infisse in profondità nella
della conoscenza, la parte della storia a parete. Ed egli corse fuori dalle stanze
cui fa riferimento il titolo; come, dopo reali e si rifugiò nella propria casa, spe-
che sorse in Saul il furore provocato dal- rando che r animo del re venisse mutato
lo spirito demoniaco, avendo il santo dal pentimento. Ma avendo Saul fatto
Davide placato per mezzo del salterio lo circondare tutt'intorno la casa di Davide
sconvolgimento provocato dalla passio- dalle guardie e avendo ordinato ai carne-
ne, Saul, dopo aver trovato la lancia che fici di ucciderlo, egli si portò fuori peri-
era presso di lui, la scaglia contro il pro- colo dopo essere riuscito a stento a usci-
Mikal aiuta Davide a fuggire (19, 11-17) 335

re all'aperto da una finestra e aver eluso gnava sulla nostra natura. E proprio nel
la curtodia. momento in cui nacque, egli - il Signore
Gregorio di Nissa, nella figura di Davide -venne attraverso
Sui titoli dei Salmi 2, 16 una finestra. La finestra indica la venuta
alla luce di chi si è fatto conoscere a
quelli che erano nelle tenebre e nell'om-
Prefigurazione della morte e della bra della morte (cf. Mt 4, 16). A questo
resurrezione di Cristo si allude con l'immagine del letto. L'an-
Alla fine. Su «Non uccidere>>. Di Davi- gelo dice a quelli che cercavano il Signo-
de. Quando Saul mandò uomini a sorveglia- re nella tomba: «Perché cercate tra i
re la casa e a ucciderlo. Alla fine già si è det- morti colui che è vivo? Non è qui, è re-
to «senza fine». Su «non uccidere». Di Da- suscitato» (Le 24, 5; Mt 28, 6). «Guarda-
vide; anche questo è detto di frequente per te il luogo» nel quale è sepolto (cf. Mt
indicare con questi segni la passione del 28, 6; Mc 16, 6). Quelli che cercavano il
Signore. Giacché invano la follia dei Giu- Signore videro la tomba nella quale era
dei cercava di ucciderlo, cosa che tante stato sepolto, vuota. C'erano soltanto le
volte il potere divino impedì. Infatti attra- lenzuola. Pensiamo, perciò, che l'imma-
verso l'incorruttibile iscrizione di questo gine di Davide nel letto significhi la re-
titolo rivela l'immutabile stabilità del re- surrezione del Signore nella tomba, at-
gno del Signore. È detto dopo: Quando traverso la quale avviene il vero allonta-
Saul mandò uomini a sorvegliare la casa e a namento dalla nostra morte mediante il
ucciderlo. Anche questo si adatta bene alla sacrificio di espiazione.
passione del Signore. Casa si riferisce in- Gregorio di Nissa,
fatti alla tomba dove riposò per tre giorni Sui titoli dei Salmi 2, 16
di morte, alla quale i capi dei Giudei invia-
rono uomini per sorvegliarlo, come per
uccidere la gloria del suo nome: affinché Necessità dell'inganno
non si dicesse con l'inganno che era risor- E .non soltanto in guerra, ma anche
to, cosa che in precedenza era stato senti- in pace può essere trovata la necessità
to Cristo aver predicato. Ma è meglio che dell'inganno, non soltanto in relazione
i tiem.ici vollero condannare questo per agli affari di stato ma anche nella vita pri-
parte loro, di modo che il mondo intero ha vata, nei rapporti tra marito e moglie e
potuto conoscere l'accaduto con più cer- della moglie con il marito, del figlio con il
tezza. Giacché è indubitabile la testimo- padre, dell'amico con l'amico, e anche
nianza che offre la persona molesta; e non dei bambini con un genitore. Infatti la fi-
· si può dire favorevole ciò che viene con- glia di Saul non sarebbe stata in grado di
fermato da quel colpevole. salvare il proprio marito dalle mani di
Cassiodoro,
Saul se non ingannando suo padre. E suo
Commento ai Salmi 58, 1
fratello, desiderando salvare colui che
quella aveva salvato, quando era di nuo-
n-n Mikal inganna i messaggeri di Saul vo in pericolo fece uso della stessa arma
della moglie.
Prefigurazione della resurrezione di Giovanni Crisostomo,
Cristo Il sacerdozio l, 8
Ora, il nome Mikal significa «re-
gno», perché a quel tempo il peccato re-
336 1 Samuele

DAVIDE FUGGE DA SAMUELE A RAMA

Davide dunque fuggì e si mise in salvo. Andò da Samuele in Rama e gli


narrò quanto gli aveva fatto Saul· poi Davide e Samuele andarono ad abita-
re a Naiot. La cosa fu riferita a Saul: «Ecco, Davide sta a Naiot presso Ra-
ma». Allora Saul spedì messaggeri a catturare Davide, ma quando videro
profetare la comunità dei profeti~ mentre Samuele stava in piedi alla loro te-
sta, lo spirito di Dio investì i messaggeri di Saul e anch'essi fecero i profeti.
Annunziarono a Saul questa cosa ed egli spedz' altri messagger~ ma anch'es-
sifecero i profeti. Saul mandò di nuovo messaggeri per la terza volta, ma an-
ch'essi fecero i profeti. Allora venne egli stesso a Rama e si portò alla gran-
de cùterna che si trova a Secu e domandò: «C'è qui forse Samuele con Da-
.vide?». Gli risposero: '«Eccoli: sono a Naiot di Rama». Egli si incamminò
verso Naiot di Rama, ma cadde anche su di lui lo spirito di Dio e andava
avanti facendo il profeta finché giunse a Naiot di Rama. Anch'egli si tolse
gli abiti e continuò a fare il profeta davanti a Samuele; poi crollò e restò nu-
do tutto quel giorno e tutta la notte. Da qui è venuto il detto: «Anche Saul
è tra i profeti?» (19, 18-24).

La fuga di Davide da Saul è la fuga dell'anima perfetta dai vizi (Ambrogio). La presen-
za nel testo del sostantivo ekklesia suggerisce a Severo di Antiochia una riflessione sulla pre-
senza dello Spirito Santo nella Chiesa di Cristo. Anche il malvagio può essere battezzato e,
come Saul, può avere il dono della profezia; propria invece dei buoni è la carità (Agostino).
Del resto vanno sempre indagate le cause stesse che portano a profetare (Origene) .

18
Davide fugge da Samuele re la contaminazione di quel crudele, di
quel disobbediente, di quel traditore. E
Fuga dai vizi .del secolo fuggiva perché era unito a Dio, come egli
stesso dice: È unita a te l'anima mia (Sal
Invece l'anima perfetta contrasta la 62, 9).
materia; fugge e rifiuta tutto quello che è Ambrogio,
smodato, labile, malvagio; né lo vede, né Isacco o l' anz'ma 3, 6
si accosta alla corruzione insita in qualsi-
voglia turpitudine di questa macchia ter-
rena: si affissa nelle realtà divine e rifug- 20 2
•" Lo spirito di Dio investe i messagge-
ge la materia terrena. Orbene, la fuga non ri di Saul
consiste nell'abbandonare la terra, ma nel
rimanere sulla terra e conservare la giusti- Lo Spirito illumina l'assemblea
zia e la temperanza, rinunziare ai vizi,
non all'uso delle cose corporee. Il santo Se dunque, quando erano in vigore
Davide fuggiva dalla faccia di Saul, non le regole del culto legale e oscuro, lo Spi-
certo per lasciare la terra, bensl per evita- rito Santo accordava tali favori al nome e
Davide fugge da Samuele a Rama (19, 18-24) 337

all'assembramento che è l'assemblea 10, Sommo Sacerdote dell'anno in cui Gesù


quale atto grande e meraviglioso non doveva morire per il popolo, perché tutta
opererà per la Chiesa raccolta dal sangue la gente non perisse. Infatti, pur essendo-
divino dell'Agnello e di Dio, essa che non ci molti Sommi· Sacerdoti, come risulta
ha alcuna ombra ma tutto il sole della giu- dalle citazioni addotte, nessuno tuttavia
stizia che illumina fortemente tutte le sue fa profezie se non colui che è Sommo Sa-
azioni? cerdote dell'anno in cui Gesù doveva su-
Severo di Antiochia, bire la passione. È la circostanza che fa
Frammenti ·.ru I Re 19 profetare i messaggeri mandati da Saul a
Davide e lo stesso Saul: è stato, per così
dire, il fatto di c~rcare Davide a farli pro-
Profezia e possesso della carità fetare, sia pure nel modo che è scritto.
Origene,
Anche il malvagio può avere il batte- Commento al vangelo di Giovanni
simo; può avere anche il dono della pro- 28, 175-176
fezia. Sappiamo che il re Saul aveva il do-
no della profezia; egli perseguitava il san-
to Davide tuttavia fu ripieno dello spiri- Profezia senza carità
to di profezia e incominciò a profetare.
Anche il malvagio può ricevere il sacra- Quanto aJla profezia ce ne dà un
mento del corpo e del sangue del Signo- esempio il Libro dei Re. Saul era il perse-
re: di costoro infatti è detto: Chi mangia e cutore del santo Davide. Poiché lo perse-
beve indegnamente, mangia e beve la pro- guitava, in seguito all'invio di complici al
pria condanna (1 Cor 1), 29). Anche il fine di catturarlo e dargli la morte, gli
malvagio può portare il nome di Cristo, emissari, incaricati di condurlo all'ucci-
dirsi cioè cristiano ed essere malvagio; di sione, lo trovarono insieme ai Profeti; tra
costoro è detto: Disonoravano il nome del essi era il santo Samuele, figlio della steri-
loro Dio (Ez 36, 20). Anche il malvagio le Anna che aveva chiesto al Signore la
dunque può avere tutti questi sacramen- grazia di concepirlo, lo aveva ottenuto e,
ti; ma il malvagio non può possedere la nato, lo aveva offerto a Dio. Così Samue-
carità restando malvagio. È questo il do- le era contemporaneo di Davide, era il
no proprio dei buoni; questa la sorgente più eminente dei Profeti; infatti Davide
ad essi esclusiva. Lo Spirito di Dio vi ·ricevette l'unzione proprio da lui. Così,
esorta a bere di questa fonte; lo Spirito di trovandosi braccato da Saul, cercò rifu-
Dio vi esorta a bere di se stesso. gio presso Samuele, come al presente, ad
Agostino, Commento alla prima Epistola esempio, chi di fuori si sente inseguito, si
di san Giovanni 7, 6 rifugia in chiesa. Si era perciò rifugiato là
dove Samuele, il più eminente dei Profe-
ti, non si trovava da solo, ma insieme a
Cause del profetare molti altri Profeti. Giunsero tra questi,
mentre stavano profetando, gli emissari
Mi sembra poi che talora la causa del di Saul, al fine, èome ho detto, di cattu-
profetare derivi dalle circostanze, come rarlo e condurlo a morte. Si posò su di lo-
per Caifa è derivata dal fauo di essere ro lo Spirito di Dio, e cominciarono a

10 L'affermazione deriva dal fatto che nel passo la LXX impiega per «assemblea>> il termine ek-
klesia.
338 1 Samuele

profetare. Essi che erano giunti per con- Spirito Santo? È proprio infatti della na-
segnare alla spada un uomo santo e giu- tura divina essere a contatto con tutte le
sto, strappandolo di mezzo ai Profeti, al- cose e per nulla contagiarsi. Né vi potete
l'improvviso furono invasi dallo Spirito meravigliare se questa luce, che si diffon-
di Dio e divennero Profeti. Forse sarà av- de dal cielo, tocca tutte le immondizie
venuto a causa dell'innocenza di costoro; dovunque sparse e per nulla si offusca
infatti non di loro iniziativa si erano mos- d'impurità. Né questa sola che viene dal
si per catturarlo, ma erano stati inviati dal cielo, ma anche quella che emana la lu-
loro re. E, seppure erano giunti proprio cerna, dovunque puoi orientarla la luce
sul posto, probabilmente non avrebbero tocca; e nel caso uno attraversi una cloa-
eseguito ciò che Saul aveva comandato; ca, egli, se ha toccato, s'imbratta; se poi
forse vi sarebbero rimasti anch'essi. Capi- ha con sé una lucerna, la luce della lucer-
tano infatti anche oggi di queste cose. Ta- na passa sopra tutte le cose senza contrar-
lora, da parte dell'autorità superiore, si re macchia. Se Dio ha potuto dare questa
manda un messo a portare via qualcuno proprietà alle luci materiali, può essere
dalla chiesa; l'incaricato non osa proce- contaminata in qualche luogo la stessa
dere contro la legge di Dio e, per non vera luce, eterna e immutabile? O può
morire di spada a sua volta, resta là dove forse mancare in qualche luogo la luce di
era stato inviato a trarne fuori l'altro. Me- Dio, di cui è stato detto: Si estende da un
ravigliandosi, qualcuno potrebbe allora confine al!'altro con forza e dispone con
dire che costoro divennero Profeti d'un bontà ogni cosa? Fa quindi ciò che vuole
tratto perché furono innocenti: la stessa e purifica ciò che vuole; non purifica tut-
profezia attestò la loro innocenza. Giun- to ciò che ha toccato, ma tocca ciò che ha
sero i messi, ma non avevano avuto l'in- purificato. Lo Spirito di Dio, dunque,
tenzione di eseguire ciò che aveva co- non purificò il persecutore Saul, nondi-
mandato quel malvagio. Pensiamolo di meno lo toccò perché profetasse. Caifa,
costoro. Ne vennero inviati altri: anche in sommo sacerdote, era persecutore di Cri-
questi piombò lo Spirito di Dio e, da par- sto, eppure pronunziò una ·profezia affer-
te loro, cominciarono a profetare. Con mando: È meglio che muoia un solo uo-
quelli annoveriamo anche questi, per il mo, e non perisca la naiione intera. Nel
merito dell'innocenza. Furono inviati dei proseguire, .l'Evangelista ha spiegato la
terzi: anche per costoro avvenne lo stes- profezia e ha detto: Questo non lo disse
so. Aminet~iamo tutti innocenti. Dato il da se stesso ma, essendo sommo sacerdote,
ritardo, e non verificandosi ciò che aveva profetizzò (Gv 11, 50-51). Si trovò a pro-
comandato, Saul si recò di persona. Era fetare Caifa, si trovò a profetare Saul;
forse anch'egli innocente? Inviato forse avevano la profezia, ma non avevano la
anch'egli da un'altra autorità e non per- carità. Ebbe forse Caifa, il quale perse-
ché volutamente malvagio? Eppure an- guitava il Figlio di Dio, la carità che ha
che in lui piombò lo Spirito di Dio e co- recato a noi? Forse che aveva la carità
minciò a profetare. Ecco Saul che fa il Saul, non soltanto invidioso, ma ingrato,
profeta, che ha la profezia, ma che non ha che perseguitava colui per mano del qua-
la carità. Divenne per così dire un reci- le era stato liberato dai nemici? Ecco che
piente sotto il tocco dello Spirito senza abbiamo provato come in qualcuno pos-
che lo Spirito lo purificasse. In realtà lo sa trovarsi la profezia e non trovarsi la ca-
Spirito di Dio tocca dei cuori per la pro- rità. D'altra pàrte, secondo l'Apostolo, a
fezia, senza tuttavia purifi.carli. E se tocca costoro la profezia non può giovare: Se
e non purifica, è forse inquinato lo stesso non ho la carità - egli dice - sono un nul-
Davide ritorna da Gionata (20, 1-11) 339

la (1 Cor 13, 2). Non dice: La profezia è sai importante usare bene i grandi beni;
un nulla, oppure: La fede è un nulla, ma: ma non ne fa buon uso chi non ha la ca-
Sono un nulla io, se non avrò la carità. rità. Effettivamente non usa bene di qual-
Chi possiede molto è un nulla; sebbene cosa se non la volontà buona; dove man-
abbia grandi facoltà, è un nulla; infatti gli ca la carità non può trovarsi una volontà
stessi grandi beni che possiede, non li ha buona.
come aiuto, ma per la condanna. Non è Agostino,
gran cosa possedere grandi beni, ma è as- Sermoni 167A, 2-3

DAVIDE RITORNA DA GIONATA ·

Davide lasciò di nascosto Naiot di Rama, si recò da Gionata e gli dis-


se: «Che ho fatto, che delitto ho commesso, che colpa ho avuto nei riguar-
di di tuo padre, perché attenti così alla mia vita?». Rispose: «Non sia mai.
Non morirai. Vedi~ mio padre non fa nulla di grande o di piccolo senza con-
fidarmelo. Perché mi avrebbe nascosto questa cosa? Non è possibile!». Ma
Davide giurò ancora: «Tuo padre sa benissimo che ho trovato grazia ai tuoi
occhi e dice: Gionata non deve sapere questa cosa perché si angustierebbe.
Ma, per la vita del Signore e per la tua vita, c'è un sol passo tra me e la
morte». Gionata disse: «Che cosa desideri che io faccia per te?» (. .. ) (20,
1-11).

L'apostolo Paolo parla di carne solo in riferimento alla volontà malvagia, non per isti-
tuire un'opposizione tra corpo e anima (Giovanni Crisostomo).

" Chè desideri che faccia per te? senso avrebbe quanto è affermato suc-
cessivamente: ha desideri contrari allo
È l'anima ad agire Spirito? Il corpo non si può annoverare
certo fra gli enti che mettono in movi-
La carne infatti ha desideri contrari mento, ma fra quelli che sono mossi,
allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrci- non fra quelli che agiscono, ma fra quel-
ri alla carne; essi sono in contrasto fra di li che sono oggetto di azione; come può
loro} affinché non facciate ciò che volete dunque avere desideri? Il desiderio in- ·
(Gal 5, 17). A questo punto alcuni par- fatti è proprio non della carne, ma del-
tono all'attacco dicendo che l'Apostolo 1'anima. In altri passi sta scritto: L'anima
ha diviso in due l'uomo, presentandolo mia è ardente di desiderio (Sal 84, 3); che
come se fosse costituito di sostanze op- desidera la tua anima che io faccia per te?
poste e indicando l'esistenza di una lot- Non seguire il desiderio della tua anima
ta tra corpo e anima. Ma le cose non (Sir 18, 30), e ancora: Cosi' l'anima mia
stanno così, non stanno così; qui, infatti, desidera (Sal 42, 2). Perché dunque Pao-
con il termine «carne» non si riferisce al lo dice: la carne ha desideri contrari allo
corpo, perché se volesse dire questo, che Spirito? È solito chiamare «carne» non
340 1 Samuele

la natura del corpo, ma la volontà mal- no secondo 'la carne, non possono piacere
vagia, come quando dice: Voi non siete a Dio (Rm 8, 8).
sotto il dominio della carne, ma dello Spi- Giovanni Crisostomo,
rz'to (Rm 8, 9), e ancora: Quelli che vivo- Commento alla lettera ai Galati 5, 5

GIONATA CERCA DI SONDARE LE INTENZIONI DI SAUL

Allora Gionata disse a Davide: «Per il Signore) Dio d)Israele, domani o


il terzo giorno a quest'ora indagherò le intenzioni di mio padre. Se saranno
favorevoli a Davide e io non manderò subito a rzferirlo al tuo orecchio, tan-
to faccia il Signore a Gionata e ancora di peggio. Se invece sembrerà bene a
mio padre dea:dere il peggio a tuo riguardo, io te lo confiderò e ti farò par-
tire. Tu andrai tranquillo e il Signore sarà con te come è stato con mio pa-
dre (. .. )» (20, 12-25).
In virtù.della sua liberalità e della sua benevolenza, Davide chiese consiglio a Gionata,
nonostante fosse più grande ed esperto di lui (Ambrogio).

12 13
- Gionata promette di indagare le in- la benevolenza, comune madre di tutti, la ·
tenzioni di suo padre quale stringe indissolubilmente le amici-
zie, è fedele nel consigliare, lieta nella pro-
Benevolenza e liberalità sperità, triste nella sventura, sicché ognu-
no si affida al consiglio di una persona be-
Ma la benevolenza è unita alla libera- nevola più che a quello di un sapiente, co-
lità, anzi la stessa liberalità deriva da essa me faceva Davide il quale, pur essendo più
quando la pratica del donare è conseguen- sperimentato, si fidava tuttavia dei sugge-
za della disposizione alla generosità e, nel- rimenti di Gionata, più giovane di lui.
lo stesso tempo, ne è separata e distinta. Ambrogio,
Infatti, quando manca la liberalità, rimane I doveri 1, 32, 167

GIONATA AIUTA DAVIDE A FUGGIRE

Ma Saul non disse nulla quel giorno, perché pensava: «Gli sarà succes-
so un inconveniente: non sarà mondo. Certo, non è mondo». Ed ecco l'in-
domani: il secondo giorno della luna nuova, il posto di Davide era ancora
vuoto. Saul disse allora a Gionata suo figli'o: «Perché il figlio di lesse non
è venuto a tavola né ieri né oggi?». Gionata rispose a Saul: «Davide mi ha
Gionata aiuta Davide a fuggire (20, 26-42) 341

chiesto con insistenza di lasciarlo andare a Betlemme. Mi ha detto: Lascia-


mi andare) perché abbiarno in città il sacrificio di famiglia e mio fratello
me ne ha fatto un obbligo. Se dunque. ho trovato grazia ai tuoi occhi, la-
sciami libero) perché possa vedere i miei fratelli. Per questo non è venuto
alla tavola del re». Saul si adirò molto con Gionata e gli gridò: «Figlio
d' unà donna perduta, non so io forse che tu prendi le parti del figlio di les-
se, a tua .vergogna e a vergogna della nudità di tua madre? Perché fino a
quando vivrà il figlio di lesse sulla terra, non avrai sicurezza né tu né il
tuo regno. Manda dunque a prenderlo e conducilo qui da me) perché deve
morire». Rispose Gionata a Saul suo padre: «Perché deve morire? Che ha
fatto?». Saul afferrò la lancia contro di lui per colpirlo e Gionata capì che
t uccisione di Davide era cosa ormai decisa da parte di suo padre. Gionata
si alzò dalla tavola acceso d'ira e non volle prendere cibo in quel secondo
giorno della luna nuova. Era rattristato per riguardo a Davide perché suo
padre ne violava i diritti (. .. ) (20, 26-42).
Come esemplificato da Gionata, un'amicizia che rispetti l'onestà è preferibile alle ric-
chezze, agli onori, alle cariche; Saul volle colpire suo figlio Gionata con la lancia, perché
riteneva che per lui valesse di più l'amicizia di Davide che l'amore per il padre o la sua au-
torità (Ambrogio).

3 34
o- Saul si adira con Gionata Grande considerazione per Davide
Chi non l'avrebbe amato, vedendolo
Un'amicizia che rispetta l'onestà così caro agli amici, da pensare, siccome
. È lodevole quell'amicizia che rispet- · egli li amava sinceramente, d'esserne ri-
ta l1onestà ed è preferibile alle ricchezze, cambiato in uguale misura? I genitori lo
agli onori, alle cariche; essa però non suo- preferivano ai propri figli, i figli ai propri
le andare innanzi all'onestà, bensì seguir- genitori. Profondamente irritato, Saul
la 11. Così fu l'amicizia di Gionata, il qua- volle colpire suo figlio Gionata con la
le, per essere fedele agli amici, non rifug- lancia, perché riteneva che per lui valesse
giva né dal contrasto con il padre né .dal di più l'amicizia di Davide che l'amore
pericolo per la propria vita. per il padre o la sua autorità.
Ambrogio, Ambrogio,
I doveri 3, 21, 125 I doveri 2, 36

11 Cf. Cicerone, De o//iciis 3, 10, 43.


342 1 Samuele

ACHIMELECH AIUTA DAVIDE

Davide si alzò e partì e Gionata tornò in città. Davide si recò a Nob


dal sacerdote Achimelech. Achimelech, turbato, andò incontro a Davide e
gli disse:· «Perché sei solo e non c'è nessuno con te?». Rispose Davide al
·sacerdote Achimelech: «Il re mi ha ordinato e mi ha detto: Nessuno sap-
pia niente di ques!'a cosa per la quale ti mando e di cui ti ho dato incari-
co. Ai miei uomini ho dato appuntamento al tal posto. Ora però se hai a
disposizione ci'nque pani, dammeli, o altra cosa che si possa trovare». Il sa-
èerdote rispose a Davide: «Non ho sotto mano pani comuni: ho solo pani
sacri: se i tuoi giovani si sono almeno astenuti dalle donne, potete man-
giarne». Rispose Davide al sacerdote: «Ma certo! Dalle donne ci siamo
astenuti da tre giorni. Come sempre quando mi metto in viaggio, i giova-
ni sono mondi: sebbene si tratti d'un viaggio profano; tanto più oggi essi
sono mondi» (21, 1-6).
Quando abbiamo Dio come alleato, anche se siamo in un deserto, vivremo con più
sicurezza di quelli che vivono nelle città. L'aiuto divino è infatti la più grande sicurezza e
un muro inespugnabile, come dimostra Davide, il pastore solo e semplice di cui ebbe bi-
sogno Saul, che indossava le vesti di un re (Giovanni Crisostomo). Non fa meraviglia che
nelrAntico Testamento si sia probabihnente ricorso con qualche frequenza ad una tale
condotta e che talvolta uomini santi lodevolmente o, almeno, venialmente, si siano avval-
si della menzogna, potendo noi constatare che anche ad essi, data la rozzezza di quei tem-
pi, erano concesse maggiori licenze che non a noi; tuttavia ferma deve essere la condanna
della menzogna (Giovanni Cassiano). L'offerta di pani sacri a Davide prefigura la fine del
sabato (Tertulliano).

1
Davide si reca da Nob un nomade, era protetto dalla mano cele-
ste; invece Saul, che viveva in mezzo alle
Il re ha bisogno del pastore città, guidava tali truppe, e aveva guardie
del corpo e scùdieri, ogni giorno aveva
Quando abbiamo Dio come alleato, paura e tremava per I'assalto dei nemici.
anche se siamo in un deserto, vivremo E l'uno, pur essendo solo e non avendo
con più sicurezza· di quelli che vivono con sé nessun altro, non aveva bisogno
nelle città. L'aiuto divino è infatti la più ddl'_aiuto degli uomini; l'altro invece, pur
grande sicurezza e un muro inespugnabi- avendo il diadema e pur indossando la
le. E affinché tu apprenda come colui che v~ste di porpora, necessitava dell'aiuto di
si trova a vivere in solitudine sia più sicu- questo: il re aveva bisogno del pastore, e
ro e più forte di chi vive in mezzo alle cit- chi indossava il diadema aveva bisogno di
tà e gode del pieno sostegno da parte de- ~ un uomo semplice.
gli uomini, vediamo come Davide, che Giovanni Crisostomo,
vagava di luogo in _luogo e viveva come Omelie sulla Genesi 46, 2
Achimelech aiuta Davide (21, 1-6) 343

12
- Davide si reca dal Jacerdote Achime- possa essere pronunciata da chi si voglia
lech non solo con qualche probabilità, ma
neppure venialmente, poiché così si
Ricorso alla menzogna esprime il Signore: «li vostro parlare sia
sì sì, no no; quel che vi è.di più viene dal
Non fa meraviglia che nell'Antico maligno» (Mt 5, 37); anche l'Apostolo ri-
Testamento si sia probabilmente ricorso pete la stessa sentenza: «Non mentitevi
con qualche frequenza ad una tale con- gli uni gli altri>> (Col 3, 9).
dotta e che talvolta uomini santi lodevol- Giovanni Cassiano,
mente o, almeno, venialmente, si si~no Conferenze ai monaci 17, 18
avvalsi della menzogna, potendo noi con-
statare che anche ad essi, data la rozzezza
di quei tempi, erano concess~ maggiori li- 36
- Achimelech offre a Davide pani sacri'
cenze che non a noi. Perché dunque do-
vremmo meravigliarci che il beato Davi-
Distruzione del sabatò
de, fuggiasco a causa di Saul e recatosi
presso Abimelech, sacerdote che gli chie- Quando i discepoli avevano fame nel
deva: <<Perché sei solo, e non c'è nessuno giorno del sabato e avevano cominciato a
con te?», così abbia risposto: «li re mi ha cogliere alcune spighe di grano e a sfre-
ordinato e mi ha detto: Nessuno sappia garle nelle loro mani, preparando così il
niente di questa cosa, per la quale io ti loro cibo ruppero la festività (cf. Mt 12,
mando. Ai miei uomini ho dato appunta- 1-8). Cristo li scusa ed è accusato di aver.
mento a tal posto», e di nuovo: «Non hai rotto il sabato; lo accusano i farisei. Mar-
per caso una lancia o una spada? Io non ciane spia lo stato della controversia, co-
ho preso con me né lancia né altra arma, me se fosse (voglio scherzare con la veri-
perché l'incarico del re era urgente» (1 tà del mio Signore) una controversia sul-
Sam 21, 9). In altra occasione, condotto lo scritto e sulla volontà. Il colore della
davanti ad Achis, re di Get, egli si finse controversia viene preso dalla scrittura
pazzo e furioso, e <<mutò il suo volto da- del Creatore e dalla volontà di Cristo, co-
vanti a loro e si lasciava cadere tra le loro me sull'esempio di Davide, che era entra-
' ·tracciava segni sui battenti delle
mani; to nel tempio di sabato e audacemente
porte e lasciava colare la saliva dalla sua aveva preparato il cibo dopo aver spezza-
barba» (1 Sam 21, 14). to i pani della Presentazione. Si ricorda-
Era il tempo in cui era lecito godersi va, evidentemente, che fin dal principio
perfino un soprannumero di mogli e di questo privilegio era stato concesso al sa-
concubine, senza che per questo fosse lo- bato, fin da quando era stato istituito
ro imputato alcun peccato; in più sparge- quel giorno: intendo dire il privilegio del-
vano frequentemente e di propria mano il la remissione del digiuno. Poiché, infatti,
sangue dei loro nemici, e questo non solo il Creatore aveva proibito di prendere la
non era ritenuto un motivo di colpa, ma manna per due giorni, lo permise sola-
perfino una ragione di lode. Tali pratiche mente nella parasceve, per liberare dal
noi ora, alla luce del Vangelo, le vediamo digiuno la festività del sabato successivo
assolutamente vietate al punto che nessu- con il preparare il cibo il giorno prima
na di esse può, essere compiuta senza gra- (cf. Es 16, 5). Meno male, dunque, che il
ve colpa e senza sacrilegio. Nello stesso Signore, nella distruzione (come la chia-
modo io ritengo che nessuna menzogna, mano) del sabato, seguì il medesimo mo-
per quanto coperta da un pio pretesto, tivo; meno male che manifestò i senti-
344 1 Samuele

menti del Creatore nell'onore prestato al ci regge, come sacerdote espia per noi.
sabato, quando non si deve digiunare. In- Questi due uffici, singolarmente rap-
fine, solo in tal caso avrebbe distrutto il presentati negli antichi Padri, egli stesso
sabato e anche lo stesso" Creatore, cioè se confermò di aver esercitato nella sua
avesse ordinato ai suoi discepoli di digiu- persona. Così nel titolo che era stato af-
nare il sabato, contro lo stato dello scritto fisso alla croce si diceva: Re dei Giudei
e della volontà del Creatore. Ma poiché (Mt 27, 37; Mc 15, 26; Le 23, 38; Gv 19,
non difende apertamente i discepoli, ma li 19), e fu per mozione celeste che Pilato
scusa, in quanto oppone quasi a loro di- rispose: Ciò che ho scritto ho scritto (Gv
fesa la necessità umana, in quanto· difen- 19, 22), in quanto era stato predetto nei
de il privilegio del sabato, quello più vali- Salmi: Non guastare l'iscrizione del tito-
do, quello di non rattristarsi, non quello lo (Sa! 74, 1). Circa poi l'ufficio di sa-
di non far nulla, in quanto pone i suoi di- cerdote, lo si riscontra in ciò che egli ci
scepoli alla pari di Davide e dei suoi com- insegnò ad offrire e a ricevere, per cui
pagni sia nella colpa sia nel perdono, poi- nei suoi riguardi premise quella profe-
ché approva il fatto che il Creatore è sta- u
zia che diceva: 1 sei sacerdote per sem-
to indulgente, poiché è seguendo il suo pre secondo f ordine di Melchz'sedech (Sal
esempio che anch'Egli è cosl buono - per 109, 4). Da molti altri testi scritturistici
questo, dunque, è diverso dal Creatore? appare che Cristo è re e sacerdote (cf.
Tertulliano, Sal2,6;44,2;Mt2,2;21,5;27, ll;Mc
Contro Marcione 4, 5-8 15, 2; 9, 12; Le 19, 38; 22, 2; Gv l, 49;
12, 13; 18, 37; 19, 14; Eh 1, 5; 5, 5; 7,
17), come quando si parla di Davide, di
Cristo ci scusa cui non a caso Cristo è detto «figlio»
più frequentemente che non di· Abra-
Seguiamo Cristo, dunque, affinché
mo. Questo ritennero tanto Matteo
nel giorno di sabato, di quel grandioso
quanto Luca: Matteo che lo fa discende-
sabato in cui vi è una così grande pace,
re da lui tramite Salomone, Luca che ri-
possiamo raccogliere i frutti. E non teme-
sale a lui tramite Natan (cf. Mt 1, 6; Le
re che i Farisei ti accusino perché racco-
3, 31). Orbene Davide, che come tutti
gli il grano seminato (cf. Le 6, 2). Anche
sanno fu re, figuratamente rappresentò
se i Farisei ti accusano, Cristo, però, ci
anche la persona del sacerdote quando
scusa e rende le anime che vuole che lo
mangiò i pani della proposizione, che
seguano simili a quel grande Davide (cf.
non era lecito mangiare se non ai soli sa-
Le 6, 3-5), il quale, violando la Legge,
cerdoti (cf. Lv 24, 9; 1Sam21, 6; Mt 12,
mangiava i pani della proposizione, con-
13 ). Si aggiunge anche il fatto, ricorda-
templando già allora con mente profetica
to solo da Luca, che anche Maria fu dal-
i misteri della nuova grazia.
Ambrogio, 1'angelo descritta come parente di Elisa-
Isacco o l'anima 6, 56 betta (cf. Le 1, 36), che era moglie del
sacerdote Zaccaria. Scrive infatti Luca
di Zaccaria che aveva per moglie una di-
scendente di Aronne (cf. Le l, 5), cioè
Re e profeta della tribù sacerdotale.
Il Signore Gesù Cristo è l'unico ve- Agostino,
ro re e l'unico vero sacerdote: come re Il consenso degli' Evangelisti 1, 3, 5
Davide fugge da Achis, re di· Gat (21, 7-15) 345

DAVIDE FUGGE DA ACHIS, RE DI GAT

(. .. ) Il sacerdote rispose: «Guarda, c'è la spada di ·Golia, il Filisteo che


tu hai ucciso nella valle del Terebinto; è là dietro l'e/od, avvolta in un man-
to. Se vuoi, portala via, prendila, perché qui non c'è altra spada che questa».
Rispose Davide: «Non ce n'è una migliore; dammela». Quel giorno Davide
si alzò e si allontanò da Saul e giunse da Achis, re di Gat. I ministri di Achis
gli dissero: «Non è costui Davide, il re del paese? Non cantavano in coro in
onore di lui: Ha uccz'so Saul i suoi mille e Davide i suoi diecimila?». Davi-
de si preoccupò di queste parole e temette molto Achis re di Gat. Allora co-
minciò a fare t'l pazzo ai loro occhi, a fare il folle tra le loro mani:· tracciava
segni sui battenti delle porte e lasciava colare la saliva sulla barba (. .. ) (21,
7-15).

Espressioni figurate, come la pretesa pazzia di Davide, sono profezie che servono ad
esercitare la mente nella ricerca della verità in esse riposta (Agostino). Allegoricamente, la
saliva, che rappresenta le S.~ritture, scorre sulla barba, scorre, cioè, con grande forza (Cas-
siodoro).

13 14
· Davide finge di essere pazio no. È vero che in altri passi noi troviamo
le stesse cose presentate con parole chia-
Espressioni figurate re e in modo palese, ma quando noi le
estraiamo dai loro nascondigli, è come se
Tutti questi modi di dire dovranno nella nostra conoscenza si rinnovassero,
ritenersi menzogne se ogni detto o gesto e, così rinnovate, procurano maggiore
figurativo va chiamato menzogna. Se in- dolcezza. Per il fatto poi che tali cose
vece non sono menzogne, in quanto si ri- vengono nascoste dall'oscurità, non è
feriscono alla comprensione della verità detto che vengano sottratte a chi le voglia
prendendole in un significato diverso da apprendere, anzi le si inculca di più in
quello ordinario, allora non è menzogna quanto, essendo riposte nel segreto, le si
quanto disse o fece Giacobbe per essere fa desiderare con più ardore e, appunto
benedetto dal padre. E non lo è nemme- perché desiderate, le si scopre con mag-
no quanto Giuseppe disse ai fratelli pren- gior godime-i:ito.
dendosi quasi gioco di loro (cf. Gn 42), Agostino,
né l'operato di Davide quando simulò Contro la menzogna 10, 24
d'essere pazzo, e così tante altre cose di
questo genere. Sono tutte espressioni o
azioni profetiche, da riferirsi ad una [più Allusione ai futuri misteri
profonda] comprensione della verità. E
se sono celate nel velo della figura, lo so- Salmo di Davide quando si finse paz-
no per esercitare l'intere~se del pio ricer- zo davanti ad Abimelek, e quello lo scac-
catore e perché non vi si passi sopra con- dò e Davide se ne andò (Sai 38, 1). Quan-
siderandole cose ovvie e a portata di ma- do Saul perseguitava Davide, si rifugiò
346 1 Samuele

dal re Achis, e lì, dal momento che per bene a Cristo nostro Signore, per mezzo
inv'idia era tenuto in sospetto, a posta si del quale il glorioso Padre con grandissi-
finse pazzo, così da riempire la bocca di ma devozione si pose a servizio di questo
saliva, fino al punto che, creduto pazzo, mondo. Ma quando dice lo scacciò, si ri-
per pietà fosse lasciato andare illeso; e ferisce al re Abimelek. E se ne andò, va-
tuttavia queste cose, come anche le altre, le a dire, si recò in altri posti, poiché n
sono compiute attraverso quell'uomo in aveva cominciato, come abbiamo detto,
riferimento ad un grande sacramento. ad essere sospetto. Il presente Salmo,
Mostrava infatti che la saliva, cioè le di- poi, è il terzo di quelli nei quali attraver-
vine Scritture, scorreva sulla barba, vale so le azioni di Davide sono indicati i fu-
a dire su una grande forza. Ma per chia- turi misteri di Cristo nostro Signore,
rezza delle cose, ad Achis, dal quale era sebbene sia conosciuto come il secondo
fuggito Davide, fu cambiato il nome in degli alfabetici.
Abimelek, che significa «regno di mio Cassiodoro,
p~dre». È chiaro che questo si riferisce Commento ai Salmi 33, 1

DAVIDE GUADAGNA SOSTEGNO E SI RIFUGIA NEL PAESE DI GIUDA

Davide partì di là e si rifugiò nella grotta di Adullam. Lo seppero i suoi


fratelli e tutta la casa di suo padre e scesero là. Si radunarono allora con lui
quanti' erano in strettezze, quelli che avevano debiti e tutti gli scontenti~ ed
egli diventò loro capo. Stettero così con lui circa quattrocento uomini(. .. )
(22, 1-5).

Le lotte di Davide sono le lotte dei giusti (Ambrogio). Si uniscono a Davide, cioè a Cri-
sto, gli uomini eletti, gli angeli oppure coloro che desiderano, oppressi dal peccato, deside-
rano lavarsi con le lacrime della penitenza; si uniscono al Signore tutti quelli che rimango-
no nella fede agendo con coraggio e, confortati nel cuore dall'insegnamento del Vangelo, in-
segnamento che è contrassegnato dalla bellissima unità dei quattro libri, sono chiamati a
sperare, ricercare e ottenere i regni celesti. Di essi è simbolo il numero quattrocento (Bcda
il Venerabile).

12
' Fuga di Davide a cresdta dei suoi· se- in tanto, irresoluto ed esitante! E spesso
guaci avviene che un forte lottatore affronti chi
gli è pari per forza, e quindi si abbiano in-
Le lotte dei giusti contri più aspri dove maggiori sono le esi-
bizioni di vigore. Davide, quando cercava
Molte sono le lotte dei giusti. Forse scampo per sottrarsi all'avversario e non
l'atleta combatte una sola volta? Quante trovava le sue ali, ondeggiava in una lotta
volte, dopo molte vittorie viene vinto in dall'esito incerto, tant'è vero che, quando
un altro incontro! Quante volte chi ha riesce ad averle, il titolo del salmo è <<Ver-
spesso riportato vittoria appare, di tanto so la fine» (Sal 138, 1), cioè verso il rag-
Saul viene a sapere delle azioni di Davide (22, 6-10) 347

giungimento di una completa vittoria. anche tutti quelli che, oppressi dalla con-
Perciò, sentendosi vincitore, dice: Signore, sapevolezza dei loro peccati, desiderano
mi hai messo alla prova e mi conosci. Tu sai lavarsi con le amare lacrime della peniten-
quando seggo e quando mi alzo (Sal 138, 1- za e, liberati dal debito, vale a dire dal de-
2). Giustamente aveva la capacità di vola- bito di peccato che il diavolo dette loro,
re chi aveva ricevuto le ali per alzarsi; ma con Cristo come capo e guida sperano di
egli si trovava ancora in una caverna, cioè essere condotti alle gioie del regno. «Stet-
nella carne, per così dire nell'antro del tero con lui circa quattrocento uomini». Si
corpo, in lotta con il re Saul, figlio della' uniscono al Signore tutti quelli che riman-
durezza, e con il potere di quel principe gono nella fede agendo con coraggio e,
spirituale che non si vede, ma si conosce confortati nel cuore dall'insegnamento del
con l'intelletto. Perciò è «intelletto» (Sal Vangelo, insegnamento che è contrasse-
54, 1) anche il titolo di un salmo che Da- gnato dalla belHssima unità dei quattro li-
vide finì di comporre mentre era ancora bri, sono chiamati a sperare, ricercare e
soggetto alla carne, ma con la preghiera ottenere i regni celesti. Infatti il numero
meritò di condurlo a termine. Per questo cento di solito è presentato come il primo
cominciò con una parola di preghiera. numero prolifico dopo i tanti numeri pro-
· Ambrogio, lifici precedenti, come spesso si dice che
La fuga dal mondo 5, 28 quando le fatiche terrene sono terminate,
Dio schiude l'ingresso del regno celeste.
Senza dubbio si deve notare che questi
Aderire a Cristo e al suo insegna- eventi nella grotta di Adullam, che abbia-
mento mo illustrato in modo proporzionale alle
nostre forze, possono essere riferiti alla
Quando Cristo sta in mezzo agli umi- Chiesa delle origini, cosl come non si
li, si radunano da lui per umiliare se stessi adattano male alla condizione di tutta la
tutti gli eletti, gli uomini che sono suoi fra- Chiesa. Infatti le vicende che seguono ri-
telli dal momento che egli stesso si è fatto guardano in modo particolare la nostra
uomo, gli angeli che sono massimamente Chiesa, vale a dire la Chiesa delle genti.
la casa di suo padre e il luogo in cui risie- · Beda il Venerabile,
de la sua gloria. Si radunano presso di lui Quattro libri su I Samuele 3, 22

SAUL VIENE A SAPERE DELLE AZIONI DI DAVIDE

(. .. )Saul disse allora ai ministri che gli stavano intorno: «Ascoltate, voi
Beniaminitl voi tutti che siete qui. Forse il figlio di lesse darà a tutti voi
campi e vigne, vifarà capi di migliaia e capi di centt'naia, perché voi tutti sia-
te d) accordo contro di me? Nessuno mi avverte dell)alleanza di mio figlio
con il figlio di lesse, nessuno di voi si interessa di me e nessuno mi confida
che mio figlio ha sollevato il mio servo contro di me per ordire insidie, co-
me avviene oggi». Rispose Doeg l'ldumeo, che stava con i ministri di Saul:
«Ho visto il figlio di lesse quando venne a Nob da Achimelech figlio di
348 1 Samuele

Achitub e costui ha consultato il Signore per luz~ gli ha dato da mangiare e


gli ha consegnato la spada di Golia il Fz'listeo» (22, 6:-10).
Doeg, che porta al pascolo una natura sterile come quella dei muli, rappresenta 1'ange-
lo malvagio che spinge l'uomo verso il peccato (Gregorio di Nissa).

9 10
- Doeg l'ldumeo zione quello che non vi si trova. È per-
fettamente chiaro da quanto detto lo
Doeg è l'angelo malvagio scopo del discorso. Se tutto ciò che è sta-
to fatto dal Signore è molto buono e il
Ti citerò il testo del titolo storico, mulo, invece, è al di fuori delle cose che
che dice così: «Alla fine, di comprensio- fanno parte della creazione, è allora
ne, di Davide, quando Doeg l'Idumeo chiaro che questa parola è stata usata nel
venne ad annunziare a Saul e gli disse: testo per indicare il male, il quale dun-
"Davide è venuto nella casa di Abime- que né ha sussistenza in Dio né, così co-
lech" (Sai 51, 1)». Con tutto questo ap- me è generato, basta a se stesso quanto
prendo che ciò conduce alla fine della alla sostanza. Come la natura dei muli
vittoria, quanto l'intelletto guida la no- non si può mantenere da sola, così nep-
stra vita sul modello del grande Davide. pure il male resta sempre lo stesso assi-
E affliggo Docg, il tiranno della mia sal- curando da solo la continuità della pro-
vezza, soprattutto quando mi trovo nella pria natura, ma si genera sempre diverso
casa del sacerdote e uno schiavo addetto da qualche cosa d,altro, allorché ciò che
ai muli, non potendo più assàlirmi di nella nostra natura è di buona razza, al-
fronte, macchina l'insidia contro di me, tero, veloce e dall'alta cervice, sia caduto
rivelando a chi cerca di uccidermi che nel desiderio di congiungersi con ciò che
mi trattengo presso il sacerdote. Ed è è asin~no e irrazionale. Dunque quello
chiaro quali .siano i muli a cui è preposto straniero, Doeg, che fece la spia a Saul
quest'Idumco, che porta al pascolo una contro Davide, quel pastore del gregge
natura sterile, in cui non trovò luogo la infecondo non potrebbe esser altri che
benedizione di Dio, la quale, introdu- l'angelo cattivo che trae al male l'anima
cendo al principio la molteplicità della umana con le varie passioni peccamino-
creazione, dice: «Crescete e moltiplica- se, e quando ha visto che questa si trova
tevi» (Gn 1, 28). La facoltà di moltipli- nella casa del vero sacerdote non poten-
carsi, infatti, non è data al male da Dio, do colpirla con i calci dei muli, allora lo
come anche il succedersi delle genera- rivela al signore dello spirito malvagio
zioni dei muli non avviene a partire dal- che produce la disobbedienza nei figli
la loro unione, ma la natura crea sempre (cf. E/ 2, 2).
di nuovo questo animale, escogitando di Gregorio di Nissa,
sua iniziativa e introducendo nella crea- Sui titoli dei Salmi 2, 13
Saul passa a/il di spada la città di Nob (22, 11-23) 349

SAUL PASSA A FIL DI SPADA LA CITTÀ DI NOB ·

Il re subito convocò il sacerdote Achimelech figlio di Achitub e tutti i


sacerdoti della casa di suo padre che erano in Nob ed essi vennero tutti' dal
re. Disse Saul: «Ascolta, figlio di Achitub». Rispose: «Eccomi) signor mio».
Saul gli disse: «Perché vi· siete accordati contro di me, tu e il figlt'o di lesse,
dal momento che gli hai fornito pane e spada e hai consultato l'oracolo di
Dio per lui: allo scopo di sollevarmi oggi un nèmt'co?». Aqhimelech rispo-
se al re: «E chi è come Davide tra tutti i ministri del re? E fede le) è gene-
ro del re capo della tua guardia e onorato in casa tua. È forse oggi la pri-
1

ma volta che consulto Dio per lui? Lungi da me/ Non getti il re questa col-
pa sul suo servo né su tutta la casa di mio padre, poiché il tuo servo non sa-
peva di questa faccenda cosa alcuna, né piccola né grande». Ma il re disse:
«Devi morire, Achimelech, tu e tutta la casa di tuo padre». Il re disse ai· cor-
rieri che stavano attorno a lui: «Accostatevi e mettete a morte i sacerdoti
del Signore, perché hanno prestato mano a Davide e non mi hanno avver-
tito pur sapendo che egli fuggiva». Ma i ministri del re non vollero stende-
re le mani per colpire i sacerdoti del Signore. Allora il re disse a Doeg: «Ac-
. costati tu e colpisci i sacerdoti». Doeg l'Idumeo sifece avanti e colpì di sua
mano i sacerdoti e uccise in quel giorno ottantacinque uomini che portava-
no l'e/od di lino. Saul passò a fil di spada Nob, la città dei sacerdoti: uomi-
ni e donne, fanciulli e lattant~· anche buoi) asini e pecore passò a fil di spa-
da (. .. ) (22, 11-23 ).
Doeg rappresenta l'Anticristo (Cassiodoro). Prefigura un'intera categoria di persone
che 'si oppone a chi è re e sacerdote anche oggi, quando il regno celeste è mescolato con
quello terrestre (Agostino). Cirolamo si sofferma sul significato del termine ephod connet-
tendo una serie di passi scritturistici.

18 19
· Doeg uccide i sacerdoti di Nob spada con la quale aveva ucciso Golia. I
pani della proposizione indicarono il sa-
Doeg è l'Anticristo cerdote, la spada sacra il futuro potentis-
simo re. Trovandosi lì per caso, l'Idumeo
Per la fi'ne. Di Davide. Dopo che Doeg, che si occupava dei muli, riferì
l'idumeo Doeg venne da Saul per infor- tutto al re Saul. Allora Saul, irato, fece
marlo e dirgli: «Davide è entrato in casa uccidere da quello Abimelech con gli al-
di Abimelek». Si deve in breve far cono- tri sacerdoti della stessa città. Del resto,
scere l'argomento perché spieghi il tito- questo Doeg attraverso .il quale si verifi-
lo. Davide, fuggendo da Saul, giunse dal carono tali eventi fu chiamato Edomita
sacerdote Abimelech, e, accolto da quel- dal nome del suo paese di origine. E en-
lo, prese i pani della proposizione e la trambi questi nomi, combinati, come tra-
350 1 Samuele

manda l'autorità dei padri, indicano i non desistette dal suo proposito e sino al-
moti terreni. E questo significato delle la fine continuò a dar frutto da quella ra-
parole è messo in relazione, non senza dice di tradimento (e quale frutto, se non
ragione, con le azioni dell'Anticristo. In- quello che porta l'albero cattivo?), quel
fatti Doeg l'Idumeo fu. avversario di Da- tal Doec, insomma, per ordine del re, uc-
vide, come I' Anticristo lo sarà di Cristo. cise di sua mano il sacerdote e tutti i suoi
Questo ·sterminò i sacerdoti, quello farà uomini. In seguito fu distrutta anche la
martiri; questo con il significato del no- città dei sacerdoti. Troviamo dunque che
me indica i moti terreni, quel1o muoverà questo Doec è nemico del re David e del
tutta la terra, mentre la costringe per la sacerdote Achimdec. Doec è una singola
sua sacrilega presunzione a coltivare il persona, ma rappresenta una categoria di
suo nome. Perciò, a buon diritto con il uomini; così come David è insieme figura
nome di Doeg l'Idumeo è compreso di re e di sacerdote, quasi individuo con
l'Anticristo, al quale si dimostra simile duplice personalità, ma sempre nell' am-
sotto tanti aspetti. bito dell'unico genere umano. Orbene,
Cassiodoro, anche in questo tempo e nella vita pre-
Commenti ai Salmi 51, 1, 2 sente sappiamo riconoscere queste due
categorie dj uomini, in modo che torni a
nostra utilità sia ciò che cantiamo sia ciò
Il regno terrestre e Uregno celeste che ascoltiamo cantare. Sappiamo dun-
que riconoscere dove oggi sia Doec: dove
Orbene, quando Saul perseguitava il sia la persona del re e del sacerdote, e do-
giusto David, questi si rifugiò dove riten- ve sia la genia degli uomini che si oppon-
ne di essere al sicuro; e, incontratosi con gono al re e al sacerdote. Badate, anzitut-
il sacerdote Achimelec, accettò da lui i to, ai nomi e notate quanto siano miste-
pani. In questo episodio è prefigurata la riosi. Doec significa <<movimento»; idu-
persona non solo di un re ma anche di un meo significa «terreno». Vedete già quale
sacerdote, perché David mangiò i pani di stirpe di uomini rappresenti questo Doec
proposizione, che, come dice il Signore o <<movimento»: non quella che perseve-
nel Vangelo, potevano essere mangiati so- ra per l'eternità, ma quella che è soggetta
lo dai sacerdoti (Mt 12, 4). Poi Saul co- a migrazioni. «Terreno». Come potete at-
minciò a cercarlo, e si adirò con i suoi tendervi dei frutti dall'uomo terreno?
perché nessuno gli voleva rivelare ove L'uomo celeste vivrà in eterno. P er dirla
fosse. Lo abbiamo appena letto nel libro in breve e per spiegarmi subito, c'è, dun-
dei Re. C'era però un certo Doec Idu- que, ora in questo mondo un regno terre~
meo, capo dei pastori di Saul, quando no e c'è anche un regno celeste. Ambe-
David venne dal sacerdote Achimelec. due i regni, quello terreno e quello cele-
Costui era presente quando Saul si adira- ste, quello che dovrà essere sradicato e
va con i suoi perché nessuno voleva sve- quello che dovrà essere piantato per
largli il nascondiglio di David, e gli rivelò l'eternità, hanno dei cittadini che sono di
dove lo aveva visto. Subito Saul mandò i passaggio. Ora in questo mondo i cittadi-
suoi uomini, fece venire il sacerdote e tut- ni di ambedue i regni sono mischiati; le
ti i suoi, e ordinò che fossero uccisi. Nes- compagini dei due regni sono intrecciate.
suno degli uomini del re Saul, neppure Il regno celeste geme in mezzo ai cittadi-
per ordine del sovrano, osava mettere la ni del regno terreno e talvolta - non dob-
mano sui sacerdoti del Signore; ma colui biamo tacerlo - in certo modo il regno
che aveva tradito come Giuda, il quale terreno tenta di schiacciare i cittadini del
Saul passa a/il di spada la città di Nob (22, 11-23) 351

regno celeste, come anche, a sua volta, il nell'originale ebraico, ottantacinque.


regno celeste fa violenza sui cittadini del Tutti portavano l' ephod. E in Nonbat,
regno terreno. città sacerdotale, furono passati a fil di
Agostino, spada uomini e donne, bambini e lattan-
Commento ai· Salmi 5 l, 3-4 ti; come pure a fil di spada furono passa-
ti vitelli asini e pecore. Solo un figlio di
Achimelec, figlio di Achtob, di nome
Il sacro ephod Abiatar, riuscì a mettersi in salvo, e fuggì
mettendosi al seguito di Davide». Non
A capo della tua lettera avevi posto il riesco a non anticipare nella risposta I'or-
quesito: che cosa significa quanto sta dine dcl quesito. Dove ora leggiamo: «e
scritto nel I Libro dei Re: «E Samuele, tutti portavano I' ephod» risulta in ebrai-
ancora giovinetto, serViva davanti al Si- co: «e tutti portavano l' ephod bad». Capi-
gnore rivestito deil'ephod bad, e portava rai in seguito il motivo che mi ha fatto di-
una piccola sopravveste che sua madre re ciò. Tu h~i ancora aggiunto il passo se-
gli aveva confezionato; essa gliene porta- guente: «E avvenne che Abiatar, figlio di
va una ogni volta che saliva con suo ma- Achimelec, rifugiatosi presso Davide,
rito per offrire il sacdficio annuale>> (.7 scese anche lui con Davide in Keila, te-
Sam 2, 18-19). Mi domandi, insomma, nendo l' ephod in mano. E fu riferito a
che cos'è l' ephod bad di cui era rive~tito il Saul che Davide era venuto in Keila».
futuro Profeta, se una fascia o, come al- Ora, essendo tutti impauriti sia·per l'arri-
cuni pensano, un incensiere o qualche vo del Re che per l'assedio della città,
sorta di abito. Ma se è un abito, come si Davide disse ad Abiatar: «Portami
può esserne cinti? E dopo la parola I'ephod del Signore» (1 Sam 23, 6~7; 23,
ephod, perché si aggiunge bad? Nel corso 9). Questi sono i passi tratti dal libro dei
della lettera, scrivi che hai letto anche il Re che tu mi hai proposto. Sei passata
passo dove: «Un uomo di Dio venne da poi 12 al libro dei Giudici, dove sta scritto
Eli e gli disse: "Così parla il Signore: non che Mica, abitante sul monte Efraim, re-
mi sono rivelato abbastanza alla casa di stituì alla madre i mille e cento sicli <l' ar-
tuo padre, quando si trovava in Egitto gento che essa aveva consacrato al Signo-
schiava di Faraone? Anzi ho scelto la ca- re, e questa, riavutili, ne fece una statuet-
sa di tuo padre tra tutte le tribù di Israe- ta e un oggetto di metallo fuso. Specifichi
le perché esercitasse il ministero sacerdo- ancora che poco più avanti queste cose
tale davanti a me, salendo il mio altare, sono chiamate ephod e teraphim. Ma se si
bruciando incenso e portando l' ephod"» tratta di una cintura o di un qualche ca-
(1Sam2, 27-28). Leggendo con attenzio- po di vestiario, non può essere evidente-
ne e con ordine tutto quel libro, hai pre- mente una statuetta o un oggetto di me-
so come esempio anche l'altro passo in tallb fuso. Localizzo proprio qui l'errore
cui Doec l'idumeo, per ordine del Re, fe- di quasi tutti i Latini, che credono che
ce morire i sacerdoti. Dice infatti la Scrit- l' ephod o il teraphim, nominati in seguito,
tura: «E Doec il sito, scagliandosi di per- siano stati fusi con quell'argento che Mi-
sona contro i sacerdoti, ne fece strage. E ca aveva restituito alla madre.
uccise. in quel giorno trecentocinque uo- Girolamo,
mini, o più precisamente, come si legge Lettere 29, 2

12 La lettera è indirizzata a Marcella.


352 1 Samuele

DAVIDE SCENDE A KEILA E ASSALE I FILISTEI

(... )Davide con i suoi uomini scese a Keila, assalì i F.ilistez: portò via il
loro bestz'ame e inflisse loro una grande sconfitta. Così Davide liberò gli abi-
tanti di Keila. (. .. )Davide aggiunse: «I cittadini di Keila mi consegneranno
nelle mani di Saul con i· miei uomini?». Il Signore rispose: «Ti consegneran-
no». Davide si alzò e uscì da Keila con la truppa, circa seicento uomini: e an-
dò vagando senza meta. Fu riferito a Saul che Davide era fuggito da Keila
ed egli' rinunziò all'azione. Davide andò a dimorare nel deserto in luoghi im-
pervi: in zona montuosa, nel deserto di Zzf e Saul lo ricercava sempre; ma
Dio non lo mise mai nelle sue mani( ... ) (23, 1-18). ·

Il soggiorno di Davide nel deserto è interpretato come la presenza di Dio nei cuori di
chi si allontana dalle lusinghe del mondo (Beda il Venerabile).

14
Davide va a dimorare nel deserto di Zi/ tati, quando giungono al Dio forte e vivo
e appaiono al cospetto di Dio, rimane
Dio dimora nei cuori che si allonta- con piacere in quelli il cui cuore, elevato-
nano dalle lusinghe del mondo si e allontanatosi dalle lusinghe del mon-
do, ritiratosi in una felice solitudine, gioi-
Abbandonati questi che accettano la sce del germoglio senza macchia e del fio-
fede solo a parole, Cristo si stabilisce re delle virtù.
piuttosto nei saldissimi cuori di quelli che Beda il Venerabile,
nell'aridità del tempo presente sono asse- Quattro libri su I Samuele 4, 23

SAUL INSEGUE DAVIDE NEL DESERTO DI MAON

Ma alcuni uomini di Zif vennero a Gabaa da Saul per dirgli: «Non sai
che Davide è nascosto presso di noi fra i dirupi? Ora, atteso il tuo desiderio
di scendere, o re, scendi e sapremo metterlo nelle mani del re». (. .. )Si alza-
.rono e tornarono a Zif precedendo Saul. Davide e i 'suoi uomini erano nel
deserto di Maon, nell'Araba a meridione della steppa. Saul andò con i suoi
uomini per ricercarlo. Ma la cosa fu riferita a Davide, il quale scese presso
la rupe, rimanendo nel deserto di Maon. Lo seppe Saul e seguì le tracce di
Davide nel deserto di Maon. Saul procedeva sul fianco del monte da una
parte e Davide e i suoi uomini sul fianco del monte dal!'altra parte. Davide
cercava in ogni modo di sfuggire a Saul e Saul e i suoi uomini accerchiava-
no Davide e i suoi uomini per prenderli. Ma arrivò un messaggero a dire a
Saul insegue Davide md deserto di Maon (23, 19 - .24, 1) 353

Saul: «Vieni in fretta) perché i Filistei hanno invaso il paese». Allora Saul
cessò di inseguire Davide e andò contro i Filistei. Per questo chiamarono
quel luogo: Rupe della separazione. Davide da quel luogo sali' ad abitare nel
deserto di Engaddi (23, 19 - 24, 1).
Confrontando il passo con il Salmo 51, si comprende che le vicende narrate si riferisco-
no alla fine-dei tempi; la stessa interpretazione del termine Zifei, in ebraico «aspersione del-
la bocca», allude all'infedeltà del popolo giudaico, che, come gli Zifei, aspersi nella bocca
ma non nel cuore, aveva compiuto i misteri della Legge nella falsità della bocca e non nel
cuore (Ilario di Poitiers). In un'altra accezione, gli Zifei sono i traditori della Chiesa che agi-
scono dal suo stesso interno; si tratta di coloro che, conoscendo nel profondo i misteri del-
la fede, come il nascondiglio di Davide, li rivelano ai persecutori della Chiesa che tramano
per attaccarla dall'esterno (Beda il Venerabile). Prefigurando le azioni di Cristo, la fuga di
Davide nel deserto simboleggia l'allontanamento dall'umana ignoranza ed empietà per trat-
tenersi nei più grandi misteri delle realtà celesti (Ilario di Poitiers).

23 19
- Gli uomini di Zi/ dicono a Saul do- re la porta dell'intelligenza, proprio nel
ve è nascosto Davide momento in cui porta a compimento le
cose profetizzate da Davide su di lui. L'in-
Interpretazione del termine «Zifei» terpretazione stessa del nome, secondo il
signific~to proprio dell'ebraico, ci offre
In questo salmo il titolo è posto a un non piccolo vantaggio ai fini della
partire dalla storia. Ma prima della storia,
comprensione. Con il termine Zifei si in-
sono indicati il come, il quando e in rife-
tende ciò che da noi corrisponde a «asper-
rimento a chi si devono intendere le cose
sione della bocca»; gli Ebrei danno ad es-
dette sul piano dei fatti storici. Prima in-
se il nome di Zifei. Secondo la Legge,
fatti viene detto: Per la fine) riferito a quel
l'aspersione era una purificazione dei
Davide. Poi segue: Quando vennero gli
Zifei e dissero a Saul: Ecco) Davide non è peccati, che liberava il popolo con il san-
/orse' nascost~ in mezzo a noi (Sal 53, 1)? gue asperso mediante la fede (cf. 2 Cr 30,
Che Davide sia tradito dagli Zifei è da in- 16-17), e lo stesso beato Davide così ri-
tendersi perciò in rapporto alla fine. Con corda tale aspersione: <<Aspergimi con is-
ciò si mostra c_h e quanto era compiuto sopo e sarò mondato» (Sai 50, 9), antici-
nei riguardi di Davide in quel tempo con- pando intanto nella fede, con il sangue
teneva una prefigurazione del futuro: delle vittime della Legge, il mistero della
quando innocente è tormentato con la . futura aspersione con il sangue del Signo-
persecuzione, quando da profeta è deriso re. Ma questo popolo, come il popolo de-
da oltraggi, quando pur gradito a Dio è gli Zifei - che era stato asperso sulla boc-
ricercato con la morte, quando come re è ca e non nella fede, e dell'aspersione ave-
consegnato al suo nemico - come il Si- va accolto la purificazione sulle labbra
gnore a Erode e a Pilato - da coloro pres- piuttosto che nel cuore -, fu infedele e
so i quali doveva essere al sicuro. La com- traditore verso il suo Davide, cosa che in
prensione del salmo è dunque in.rappor- precedenza Dio aveva detto per mezzo
to alla fine ed è riferito a quel Davide in del profeta: «Questo popolo mi onora
cui si trova il fine della Legge (cf. Rm 10, con le labbra, ma il suo cuore è lontano
4), quel Davide che ha le chiavi per apri- da me» (Is 29, 13). Esso era incline a tra-
354 1 Samuele

dire Davide p erché, venendo meno la fe- de con quelli dai quali si differenziano
<le nel cuore, aveva compiuto tutti i mi- per la conoscenza della fede, e per il fat-
steri della Legge nella falsità della bocca. to di aver conosciuto più in profondità i
Ilario di Poitiers, misteri di Cristo, come i nascondigli <li
Trattato sui Salmi 53 , 2-3 Davide, per questo con maggiore perver-
sità vengono in soccorso di quelli che
macchinano per assalire la Chiesa dal di
La Chiesa e i suoi persecutori fuori.
Beda il Venerabile,
Ma degli uomini di Zi/ vennero a Ga- Quattro lt'bri su I Samuele 4, 23
baa da Saul dicendo: Non sai che Davt'de è
nascosto presso di no~ in luoghi sicurùsi·-
mi di un bosco, sul colle di Achila che è a 24 1
• Davide salì ad abitare nel deserto di
. destra del deserto? Spesso dei falsi fratel- Engaddi
li, abbandonato il germoglio e il fiore del-
le loro virtù, si recano dai superbi nemici Davide si trattiene nei più grandi
della fede per aiutarli contro la Chiesa e,
misteri delle realtà celesti
disprezzando la semplicità di fedeli, dico- '
no cosl ai persecutori: «Non abita Cristo Che Davide abbia dimorato nel de-
in noi in virtù della fede, nei cuori saldis- serto è detto nel libro dei Regni. Cosl,
simi dei Gentili?» . Non senza senso è egli che prefigurava le sofferenze del Si-
detto sul colle di Achila, cioè, di colui che gnore, lo faceva anche quando abitava
la difende. Dove infatti si deve pensare nel deserto, dal momento che il Dio uni-
che lo spirito di Cristo rimanga con più genito avrebbe dimorato ugualmente nel
piacere èhe sulla vetta di una mente che deserto. Come conveniva a un santo ed
difende con fermezza la propria fede? Ta- era d egno di un profeta così grande,
1e mente si trova a destra del deserto per- quando si dava alla solitudine fuggendo
ché per i beni più favorevoli, vale a dire i le odiosità degli empi, egli si tratteneva
beni della vita eterna, abbandona le gioie nei più grandi misteri delle realtà celesti.
del mondo e le sue ostentazioni; infatti Lontano da ogni relazione con l'umana
chi per riguardo di una ricompensa tem- ignoranza ed empietà, applicava il suo
porale e terrena devia verso le attrattive animo alle cose che gli facevano acquisi-
del secolo, si deve dire che si è allontana- re la conoscenza e il merito dell'eternità.
to non verso il lato destro del deserto, ma Non appesantito, né impedito dalle co-
piuttosto verso quello sinistro, dove è so- muni sollecitudini del mondo, in quella
lito dimorare non il nostro desiderabile sua sicura solitudine e in quel suo tran-
re, ma il nostro detestabile nemico. E tut- quillo nascondimento, non incontrava
te queste cose dicono a Saul gli uomini di distrazione per gli occhi e per la mente, e
Zif quando alcuni falsi fedeli rivelano a si teneva impegnato nelle occupazioni
dichiarati persecutori i misteri della fede divine.
o gli stessi cultori di essa, e con animo Ilario di Poitiers,
malvagio si accordano per l'odio della fe- Trattato sui Salmi 62, 1
Davide rùparmia Saul (24, 2-7) 355

DAVIDE RISPARMIA SAUL

Quando Saul tornò dal/1azione contro i Filistei: gli rzferirono: «Ecco)


Davide è nel deserto di Engaddi>>. Saul scelse tremila uomini valenti in tut-
to Israele e partì alla ricerca di Davide di fronte alle Rocce dei caprioli. Ar-
rivò ai recinti dei greggi lungo la strada, ove c) era una caverna. Saul vi en-
trò per un bisogno naturale)· mentre Davide e i suoi uomini se ne stavano in
fondo alla caverna. Gli uomini di Davide gli dissero: «Ecco il giorno in cui
il Signore ti dice: Vedi: metto nelle tue mani il tuo nemico, trattalo come
vuoi». Davide si alzò e tagliò un lembo del mantello di Saul senza farsene
accorgere. Ma ecco) dopo aver fatto questo, Davide si sentì battere il cuore
per aver tagliato un lembo del mantello di Saul. Poi disse ai suoi uomini:
«Mi guardi il Signore dal fare simile cosa al inia signore) al consacrato del
Signore) dallo stendere la mano su di lui: perché è il consacrato del Signore»
(24, 2-7).
I singoli fatti riguardanti Davide sono riferibili a Cristo; la spelonca in cui trova rifugio
raffigura quindi il corpo in cui si nasconde la divinità di Cristo (Cassiodoro). Risparmiando
la vita all'unto del Signore, Davide dimostra grandezza d'animo, dominando l'istinto con la
ragione, e timore di Dio: uccide la propria ira piuttosto che il suo avversario (Gregorio di
Nissa). Davide non uccide Saul in ragione del valore sacrale dell'unzione per quanto da es-
sa allegoricamente prefigurato (Agostino). La mitezza di Davide deve essere un esempio per
il giudice cristiano (Agostino). Come un vescovo, Davide si rivolge ai soldati nella grotta che
diventa una chiesa, offrendo il sacrificio incruento della clemenza e della.dolcezza (Giovan-
ni Crisostomo). È un esempio di fedeltà al proprio re (Ambrogio).

'·.
3
Saùlparte alla ricerca di Davide del Signore era stato preparato per il re-
gno e così è chiaro che ~vvenne. Segue
Davide e Cristo nell'iscrizione del titolo. E evidente che
questo non è accaduto a Davide, ma a
Per la fine. Non distruggere Davide Cristo nostro Signore nella passione, tan-
nel!'iscrizione del titolo. Quando fuggiva to che non era cambiato il titolo scritto
da Davide nella spelonca (Sal 56, 1). Ab- da Ponzio Pilato. Ma poiché abbiamo
biamo detto spesso che con fine si allude detto che Davide prefigurava il Signore
al Signore, poiché è proprio questa la no- nostro Salvatore, è detto ora di lui quello
stra perfezione: giungere felicemente da che doveva essere fatto nella passione di
lui. Come infatti quando, dopo aver rag- Cristo nostro Signore: non sia disperso
giunto il termine del percorso stabilito, Davide dal regno destinato, come neppu-
terminata la fatica, ti riposi nel luogo tan- re quella iscrizione del titolo del Signore
to desiderato, così, una volta giunto pres- poteva essere cambiata. Ha aggiunto
so il Signore, non cerchi niente di più. quando fuggiva da Saul nella spelonca.
Non disperdere Davide. Viene vietato a Questa azione sembra molto simile per
Saul cli uccidere Davide, che per volontà Davide e per il Signore. Come infatti Da-
356 1 Samuele

vide, fuggendo da Saul si nasconde in finché, in seguito, il mantello potesse te-


una spelonca, così è provato che la divini- stimoniare del suo atto di benevolenza
tà del Salvatore nostro Signore fu nasco- verso Saul, mostrando con il suo bordo
sta ai perfidi Giudei all'interno del tem- reciso la possibilità che egli aveva avuto
pio del suo corpo. Così i singoli fatti che di colpire il suo corpo. Essa rese eviden-
accadevano a Davide e a Cristo sono co- te fino a che punto Davide si fosse eleva-
muni per quelli sotto questo aspetto. to per grandezza d'animo, egli che, con
Cassiodoro, una spada in mano, potendo colpire il
Commento ai Salmi 56, 1 corpo del nemico, che era in suo potere,
avendo vinto l'ira con la ragione e la pos-
sibilità di colpire con il timore di Dio, ·
45
• Davide taglia· un lembo del mantello non solo fu più forte della propria ira,
di Saul ma fermò anche lo scudiero che si appre-
stava a uccidere·Saul con quella famosa
Grandezza d'animo di Davide frase, quando disse: «Non uccidere l'uno
del Signore».
Poiché Saul cercava Davide ed Gregorio di Nissa,
esplorava il deserto con tutto l'esercito, Sui tt'toli dei Salmi 2, 14
Davide stesso e quelli che erano con lui
furono costretti a rifugiarsi nella caver-
na. Mentre questi già vi si trovavano, an- Progresso spirituale e dominio di sé
che Saul entra nella caverna dopo di loro
per soddisfare a una necessità, ignoran- Tra molti salmi che, tra gli inni sacri,
do l'insidia che stava congiurando spon- celebrano la vittoria, indicati dal titolo
taneamente contro la sua salvezza. Poi- «alla fine», essendo la vittoria contro gli
ché dunque era solo, si tolse il mantello e avversari descritta in molti modi, sembra
lo posò vicino. a lui da qualche parte, ed avere un suo carattere peculiare quella
era ben visibile, per la luce che arrivava vittoria sull'avversario che è adombrata
dall'entrata, a quelli che, all'interno, era- ri~i simboli del racconto storico: parlo di
no celati dall'oscurità, e tutti gli altri, ec- quella narrazione che espone gli avveni-
cetto Davide, erano dell'opinione di as- menti riguardanti Saul; nel caso dei quali
salire il nemico e vendicarsi di lui che era I'ordine dei salmi corrispondenti non ri-
venuto per ucciderli, dato che Dio aveva calca il susseguirsi dei fatti storici, ma si
dato il nemico in potere a quelli che era- conforma all'iniziazione graduale operata
no inseguiti per essere uccisi; Davide, in- dalla virtù, armonizzando in modo ap-
vece, proibl loro di attuare quel deside- propriato tutti gli eventi che sono indica-
rio, giudicando empio assalire il loro re. tivi della crescita della virtù, i quali sono
·Snudata la spada dal fodero e avvicinato- stati ordinati o all'inizio o alla fine secon-
si di nascosto dietro a Saul, compì contro do il criterio della virtù in modo che la lo-
di quello un'impresa senza testimoni. ro disposizione non dipende dalla loro
L'oscurità della caverna, infatti, impe- stessa coincidenza materiale. Proprio per
dendo la vista, non dava la possibilità di questo è esposto dopo molti fatti, sebbe-
provare quanto accadeva. Pur potendo, 'ne sia accaduto molto prima, l'incontro
dunque, spingere l'intera spada attraver- nella caverna tra Saul che cercava di ucci-
so il cuore con un solo colpo sul dorso, dere e Davide che cercava di evitare l'uc-
non toccò il corpo di Saul, neppure ne cisione. Allora la possibilità di uccidere si
ebbe l'intenzione, ma di nascosto tagliò rovesciò, cosicché colui che era inseguito
con la spada quel bordo di mantello, af- ebbe il potere di uccidere l'assassino, ma,
Davide risparmia Saul (24) 2-7) 357

pur potendo vendicarsi del suo nemico, questa ombra del futuro, ma per ciò che
trattenne la sua forza per tutto il tempo in preannunciava allegoricamente.
cui ebbe questa possibilità, uccidendo Agostino,
l'ira dentro di sé invece del nemico. La città di Dio 17, 6. 2
Gregorio cli Nissa,
Sui titoli dei Salmi 2, 14
67
- Davide persuade i suoi uomini a non
· uccidere Saul
Ossequio per il valore sacrale del-
l'unzione Mitezza nel giudizio
Anche il regno dello stesso Saul, che Adempi, o giudice cristiano, il dove-
certamente fu respinto e disdegnato, era re di un padre amorevole; sdegnati con-
ombra del regno che rimarrà in eterno. tro l'iniquità in modo però da non di-
L'olio con cui fu consacrato e da quel cri- menticare l'umanità; non sfogare la volut-
sma fu considerato un cristo, si deve spie- tà della vendetta contro le atrocità dei
gare simbolicamente e intendere come peccatori, ma rivolgi la volontà a curarne
un grande valore sacrale. Lo stesso Davi- le ferite 13. Non perdere la diligenza pa-
de rispettò questo significato in Saul sic- terna che serbasti durante lo stesso inter-
ché col cuore sconvolto tremò allorché, rogatorio, allorché riuscisti a. ottenere la
nascosto in una spelonca buia in cui an- confessione di sì orrendi delitti senza far
che Saul era entrato perché ve lo spinge- stirar le membra sul cavalletto, senza far-
va un bisogno naturale, senza svelarsi gli le solcare con gli uncini di ferro, senza
aveva tagliato dietro una piccola parte del farle bruciare con le fiamme, ma facendo-
mantello. Con essa poteva mostrargli in le solo flagellare con le verghe: .forma di
quale occasione lo aveva risparmiato, costrizione che suole usarsi anche dai
sebbene potesse ucciderlo, e così strap- maestri delle arti liberali, dai genitori me-
pare dall'animo di lui il sospetto per cui desimi e non di rado anche dai vescovi
perseguitava il santo Davide perché lo nei processi. Non voler dunque castigare
credeva un suo nemico. Temette perfino con troppa crudeltà ciò che sei riuscito a
di èssere colpevole della violazione di un scoprire con tanta mitezza. È più neces-
valorè· sacrale così alto perché con quel- sario scoprire i colpevoli che punirli: anzi
1'atto av~va profanato per lo meno il suo per questo anche i giudici più miti esami-
vestito. E stato scritto infatti: Il cuore di nano con scrupolo e senza stancarsi un
Davide batté violentem,ente perché aveva delitto occulto, per riuscire a trovare a
asportato un lembo del suo mantello. Agli chi si debba usar clemenza. Il più delle
uomini che erano con lui e lo consigliava- volte bisogna quindi essere più severi nel-
. no di uccidere Saul consegnato nelle sue l'istruttoria perché, una volta messo in
mani, disse: Non mi sia consentz'to dal Si- evidenza il delitto, vi sia la possibilità di
gnore di fare una cosa simile al mio re, .i l dar prova di mansuetudine. Poiché tutte
consacrato 'del Signore, di stendere la mia le buone opere vogliono essere poste in
mano su di lui perché è il consacrato del Si- bella mostra, non per la gloria degli uo-
gnore. Dunque si offriva tanto ossequio a mini, mà perché, come dice il Signore: gli

13 Agostino scongiura il commissario imperiale Marcellino perché non applichi la pena capitale
ai donatisti rei confessi di efferati delitti.contro preti cattolici, come si addice alla mansuetudine della
Chiesa, a vantaggio della quale egli è stato inviato daU'imperatme.
. 358 1 Samuele

uomini vedano le buone opere vostre e glo- dal momento che in passato li aveva for-
rifichino il Padre vostro celeste (Mt 5, 17). mati, di conseguenza al momento oppor-
Non bastò quindi all'Apostolo ammonire tuno li trovò pronti e volenterosi. Vedi,
che serbassimo la mitezza, ma che la fa- non era da capo delle truppe, ma come
cessimo conoscere a tutti: La vostra mi- sacerdote che comandava su di loro, e
tezza, egli dice, sia nota a tutti gli uomini quella caverna, in quell, occasione, era
(Fil 4, 2); e in un altro passo dice: Mo- una chiesa: come uno nominato vesco-
strando apertamente la vostra mitezza a vo, si rivolse a.loro con un'omelia, e do-
tutti gli uomini (Tt 3, 2). Così non avreb- po questa omelia offrì una sorta di lode-
be avuto risalto neppure l'insigne mitez- vole e insolito sacrificio, non sacrifican-
za del santo re Davide, quando con un at- do un vitello, non uccidendo un agnello,
to di clemenza risparmiò il nemico che gli ma - cosa che era di maggior valore ri-
era stato consegnato nelle mani, se non spetto a questi - offrì a Dio dolcezza e
fosse ugualmente apparso il potere che clemenza, sacrificando un risentimento
egli aveva (di ucciderlo). Non ti inaspri- irrazionale, uccidendo l'ira e mortifican-
sca dunque il potere che hai di punire, do i lembi terrestri. Agì come vittima, sa-
dal momento che le esigenze dell'istrut- cerdote e altare. Tutto venne da lui: il
toria non sono rfoscite a privarti della tua pensiero che offrì dolcezza e clemenza,
mansuetudine. Una volta scoperti i col- la clemenza e la dolcezza e il cuore nel
pevoli, non andare in cerca dell' esecuto- quale erano offerte.
re della pena capitale, dal momento che Giovanni Crisostomo,
per scoprire i colpevoli non hai voluto fa- Omelie su Davide e Saul 2
re uso del torturatore.
Agostino,
Lettere 133, 2 Mantenersi fedeli al proprio re
Fu bello !,agire di colui che, pur po-
Come vittima, sacerdote e· altare tendo nuocere al re che gli era nemico,
preferì risparmiarlo; e fu anche utile, per-
Come vedi, non senza l'influsso di ché tale generosità giovò al successore, in
Dio Davide ebbe la meglio su quei pazzi quanto in tal modo tutti impararono a
(i suoi soldati che volevano uccidere Da- mantenersi fedeli al proprio re, a non
vide); la grazia del Signore si posò sulle · usurpare il potere, . bensì a rispettarlo.
labbra dell'uomo ispirato, aggiungendo Così l'onestà fu preferita all'umiltà e l'uti-
una sorta di persuasione a queste parole. lità tenne dietro all'onestà.
Era comunque non di poca importanza Ambrogio,
anche il contributo offerto da Davide: I doveri 3, 9, 60

DAVIDE SI MOSTRA A SAUL

Davide dissuase con parole severe i suoi uomini e non permise che si av-
ventassero contro Saul. Saul uscì dalla caverna e tornò sulla via. Dopo que-
sto fatto, Davide si alzò, uscì dalla grotta e gridò a Saul: «0 re, mio signo-
re»; Saul si voltò indietro e Davide si inginocchiò con la faccia a terra e si
Davide si mostra a Saul (24, 8-16) 359

prostrò. Davide continuò rivolgendosi a Saul: «Perché ascolti la voce di chi


dice: Ecco Davide cerca la tua rovina? Ecco) in questo giorno i tuoi occhi
hanno visto che il Signore ti aveva messo oggi nelle mie mani nella caverna.
Mifu suggerito di ucciderti: ma io ho avuto pietà di te e ho detto: Non sten-
derò la mano sul mio signore, perché egli è il consacrato del Signore. (. ..)
Contro chi è uscito il re d,Israele? Chi insegui? Un cane morto, una pulce.
Il Signore sia arbitro e giudice tra me e te) veda e giudichi la mia causa e mi
faccia giustizia di fronte a te» (24, 8-16).
_Davide si comporta in conformità con il precetto apostolico che invita a superare l' or-
goglio personale per aprirsi al prossimo (Giovanni Crisostomo); il virtuoso, infatti, non è
forte con i propri simili, ma con le passioni (Gregorio di Nissa). Seguendo l'esempio di
umiltà del proprio Maestro, Davide si paragona ad una piccolissima pulce (Cassiodoro) .

8 11
· Davide chiama Saul Il virtuoso non è forte contro i pro-
pri simili, ma contro le passioni
Esempio di apertura verso il prossi-
E questo non era nient'altro che un
mo
incruento trofeo sui nemici. Dopo aver
·Che cosa dice Davide? «Sono il tuo chiamato Saul a gran voce, racconta
servo, o re mio signore». Una disputa e questo nuovo e mirabile atto di valore
una rivalità si sviluppò allora nel senso che non fu contaminato da macchie di
che uno avrebbe dovuto avere più rispet- sangue e nel quale il migliore ha vinto,
to dell'altro: uno riconosceva all'altro la ma lo sconfitto viene risparmiato. L'atto
parentela, I'altro lo chiamava signore. Il di valore di Davide non è infatti testimo-
significato è all'inci,rca
1
questo: Io sono in- niato dal cadavere del nemico caduto; al
teressato soltanto al tuo benessere e al contrario, la superiorità della sua forza è
tuo.,'Progresso nella virtù. Tu mi hai chia- resa più evidente nell'aver salvato l' av-
mato figlio, e sono felice e entusiasta di versario dal pericolo: a lui infatti restava
essere il tuo servo, a patto che tu lasci da tanta fede da non affidare la propria sal-
parte il tuo risentimento, a patto che tu vezza alla distruzione dei nemici, ma,
non sospetti di me alcun male o pensi che anche se quelli che lo insidiavano lo cer-
io trami e sia in guerra contro di te. Nota cavano per ogni dove, era sicuro come
come egli abbia portato a compimento se nessuno lo angustiasse. La trattazio-
quella legge apostolica che ci ordina di ne, mediante il racconto storico, insegna
superare noi stessi nel rendere onote soprattutto che il virtuoso non è forte
l'uno ali' altro, diversamente da quanto contro i propri simili ma contro le sue
accade in generale alla gente, la cui indo- passioni. Questo atto valoroso di Davide
le è peggiore di quella delle bestie e che cancella il furore di entrambi: di Davide
non può sopportare di salutare per primo che distrugge con la ragione la propria
il proprio vicino, pensando di doversi ira e spegne l'impeto vendicatore, e di
vergognare e di essere offesi se scambia- Saul che, per l'atto d'amore compiuto
no con qualcuno un semplice saluto. nei suoi confronti, uccide la malvagità
Giovanni Crisostomo, contro Davide. Si può infatti apprende-
Omelie su Davide e Saul 3 re dal racconto stesso quali cose dice al
360 1 Samuele

vincitore dopo questi avvenimenti, ver- (Sal 21,'7). Il Creatore paragona se stes-
gognandosi di quanto aveva osato e mo- so alle sue più umili creature, affinché
strando con lamenti e lacrime il suo al- nessuna cosa di cui egli stesso sia ricono-
lontanamento interiore dal male (cf. 1 sciuto come autore sia consiqerata abiet-
Sam 24, 16-21). ta, come è scritto: Dio fece ogni· cosa mol-
Gregorio di Nissa, to bene (Gn 1, 31). Così anche Davide,
Sui titoli dei Salmi 2, 14 seguendo il proprio Maestro, si parago-
nò ad una piccolissima pulce. Proprio
15
questa è infatti la virtù della religione:
Chi insegui? quanto più ciascuno si fa umile sul-
l'esempio del Creatore, tanto più gran-
Gloria dell'umiltà demente è esaltato alla gloria.
Ma io sono verme, non uomo, infa- Cassiodoro,
mia degli uomini, rt"/iuto del mio popolo Commento ai Salmi 21, 7

SAUL CONFESSA LA REITITUDINE DI DAVIDE

«Il Signore sia arbitro e gi'udice tra me e te, veda e giudichi la mia
causa e mi faccia giustizia di fronte a te». Quando Davide ebbe finito di
pronunziare verso Saul queste parole, Saul dt"sse: «È questa la tua voce)
Davide figlio mio?». Saul alzò la voce e pianse. Poi continuò verso Davi-
de: «Tu sei stato più giusto di me) perché mi hai reso il bene, mentre io
ti ho reso il male. Oggi mi hai dimostrato che agisci bene con me, che il
Signore mi aveva messo nelle tue mani e tu non mi hai uccùo (. .. )» (24,
16-22).
Le parole di Davide penetrano nel cuore di SatÙ e trasformano la sua rabbia in affetto
(Giovanni Crisostomo). La confessione di Saul è la confessione dei Giudei che lavano i pro-
pri peccati contro Cristo con le lacrime della penitenza (Beda il Venerabile).

17
È questa la tua voce, Davide ft"glio biamento è avvenuto improvvisamente!
mio? Colui che non aveva mai sopportato di
chiamarlo per nome, e, al contrario,
Scacciare il risentimento odiava il mero ricordo di esso, lo lascia-
va persino entrare nel regno chiamando-
Che disse poi Saul? Dopo aver lo «figlio». Che cosa potrebbe essere più
ascoltato Davide dire: «Guarda, è qui benedetto di Davide, che trasformò l'as-
nella mia mano l'angolo del tuo mantel- sassino in un padre, il lupo in un agnel-
lo», e tutto il resto con cui approntava la lo, che saziò il fuoco della rabbia con pe-
sua difesa, disse: È questa la tua voce, sante rugiada, mutò la tempesta in sere-
Davide figlio mio? O quale grande cam- no e calmò ogni fiamma di risentimen-
Davide invia degli uomini a Nabal (25, 1-8) 361

to? Queste parole di Davide, vedete, pe- 11 19


- Saul riconosce l'innocenza di Davide
netrarono nella mente dell'uomo furioso
e compirono questa totale trasformazio- Una confessione di Cristo
ne, come potete vedere da queste paro- Quando il ·Signore ·insegnava attra-
le. Non disse: «Sono queste parole tue, verso gli apostoli, il popolo dei Giudei le-
Davide figlio mio?», ma: «E questa la vò a quelli che erano stati predestinati al-
tua voce, Davide figlio mio?». Ora era la vita eterna la propria voce per la con-
rincuorato dal suo modo di parlare. Pro- fessione della fede che poco prima, ne-
prio come un padre ascolta la voce di gandola, avevano screditato, e mondaro-
suo figlio che torna da qualche parte ed no la contaminazione della colpa origina-
è eccitato non soltanto alla vista di lui, ria lavandola con lacrime degne di una
ma anche al suono della sua voce, così penitenza-, confidando ugualmente nella
· anche Saul, quando le parole di Davide giustizia del Signore e nella . sua bontà,
penetrarono e scacciarono la sua ostilità, senza dimenticare di fare menzione degli
lo riconobbe ora come santo, e, messa errori della propria malvagità, perché
.da una parte l'ostilità, fu preso da un al- proprio lui, feroce, aveva consegnato alla
tro sentimento. Vale a dire, scacciando il morte l'autore di ogni bene, ma quello,
risentimento, era preso . da benevolenza dato alla morte ingiustamente, nella sua
e affetto. onnipotenza ha preferito salvare i suoi as-
Giovanni Crisostomo, sassini piuttosto che ucciderli.
Omelie su Davide e Saul 3 Beda il Venerabile,
Quattro libri su I Samuele 4, 24

DAVIDE INVIA DEGLI UOMINI A NABAL

Samuele mor~ e tutto Israele si radunò e lo pianse. Lo seppellirono pres-


so' la sua casa in Rama. Davide si alzò e scese al deserto di Paran. Vi era in
.Maon un uomo che possedeva beni a Carmel· costui era molto ricco) aveva
un gregge di tremila pecore e mille capre e si trovava a Carmel per tosare il
gregge. Quest'uomo si chiamava Nabal e sua moglie Abigail. La donna era
di buon senso e di bel!'aspetto, ma il marito era brutale e cattivo; era un ca-
. lebita (. .. ) (25, 1-8).
Nabal rappresenta i maestri della Legge; Abigail la Sinagoga che comprende la parola
della fede (Beda il Venerabile).

3
Nabal e Abigail la Legge che, pur avendo la chiave della
sapienza, non entrava e non permetteva di
La Sinagoga e il maestro della Legge entrare a coloro che lo desideravano.
«Gioia del Padre», invece, è chiamata a
Nabal significa «stolto», Abigail buon diritto la Sinagoga nella misura in
«gioia del Padre». Stolto era l'esperto del- cui è detto: «Rallegratevi piuttosto che i
362 1 Samuele

vostri nomi sono scritti nei cieli» (Le 10, stri, non credendo, erano rigidi, vivendo
20). Infatti in tali circostanze era assai sa- male, erano assai malvagi, e, tramando in-
piente nel comprendere la parola della fe- sidie contro il Signore, maliziosi.
de e magnifica nel compiere le cose che Beda il Venerabile,
poteva comprendere, anche se i suoi mae- Quattro libri su I Samuele 4, 25

IL RIFIUTO DI NABAL PROVOCA LA REAZIONE DI DAVIDE

(. .. )Ma Abigail la moglie di Nabal fu avvertita da uno dei servi: che le


disse: «Ecco Davide ha inviato messaggeri dal deserto per salutare il nostro
· padrone) ma egli ha inveito contro di essi. Veramente questi uomini sono
stati molto buoni con noi> non ci hanno molestati e non ci è venuto a man-
care niente finché siamo stati con loro, quando eravamo in campagna.(. .. )
Davide andava dicendo: «Ho dunque custodito invano tutto ciò che appar-
tiene a costui nel deserto; niente fu danneggiato di ciò che gli appartiene ed
egli mi rende male per bene. Tanto faccia Dio ai nemici di Davide e ancora
peggio, se di tutti i suoi io lascerò sopravvivere fino al mattino un solo ma-
schio!» (25, 9-22).
. Non bisogna imitare Davide giurando con leggerezza per poi riconsiderare il proprio
giuramento (Agostino). Per Beda, invece, se ci capita di aver giurato troppo incautamente,
cosl che l'osservanza del giuramento ci porti a un risultato peggiore, si può cambiare libera-
mente il giuramento e, se è necessario, dobbiamo spergiurare piuttosto che, per evitare lo
spergiuro, incorrere in un delitto più grave.

21 22
• Davide giura di vendicarsi cuor leggero, era turbato dall'ira. E se ci
fosse consentito d'indagare su tutt'e due
Non bisogna giurare in preda al ti- i personaggi e domandare loro perché
abbiano fatto quelle cose, il primo ci po-
more o all'ira trebbe rispondere: Sono piombati su di
E ora vediamo il caso di Davide, me timore e spavento e le tenebre mi
quando giurò d'uccidere Nabal,.ma poi hanno avvolto (Sai 55, 5), e Davide ci di-
considerando la cosa con animo più pa- rebbe: Il mio occhio era annebbiato dal-
cato si astenne da quella uccisione. Di- l'ira (Sal 6, 7). E dopo ciò, non reste-
remo dunque che dobbiamo imitare Da- remmo meravigliati che l'uno nelle tene-
vide giurando con leggerezza di fare una bre del timore e l'altro avendo l'occhio
certa cosa che più tardi ci accorgiamo di ottenebrato [dall'ira], non riuscirono a
non dover fare? Ma osserviamo. Qµan- vedere ciò che era doveroso vedere per
do Lot si proponeva di prostituire le fi- non compiere atti che non si dovevano
glie (cf. Gn 19, 8), il suo animo era tur- compiere. Veramente a quel santo che
bato dal timore; quando Davide giurò a era Davide bisognava dire, e molto giu-
Il rifiuto di Nabal provoca la reazione di Davide (25, 9-22) 363

stamente, che non si doveva in alcun bivano il danno, qudl'uomo essendo


modo adirare, nemmeno contro quel- giusto preferì che il danno lo subissero
l'ingrato che gli ripagava il bene con il le sue figlie anziché i suoi ospiti. Un cer-
male; ma se in quanto uomo si lasciava 'to diritto infatti lo costituiva padrone
prendere dall'ira, questa passione non delle sue figlie, ed egli sapeva che in
doveva dominarlo al segno da fargli giu- quell'operato le figlie non commetteva-
rare una cosa che se fatta sarebbe stata no peccato ma al contrario subivano la
una crudeltà, non facendola egli avreb- violenza dei peccatori, senza peccare
be commesso uno spergiuro. Lot al con- personalmente in quanto ad essi non ac-
trario si trovava di fronte alle voglie in- consentivano. In realtà non erano loro
sane di quei luridi sodomiti. Orbene, in che offrivano allo stupro, in luogo degli
tale situazione chi avrebbe osato dirgli ospiti, il loro corpo femminile in vece
parole come queste: Ecco tu hai fatto del corpo maschile. Se si fossero regola-
entrare in casa tua questi ospiti, persua- te così, sarebbero state colpevoli anche
dendoli con la dolcissima violenza della loro: non perché soggiacevano alla lus-
tua disponibilità. Ebbene, anche se li ve- suria di quei prepotenti, .ma perché loro
drai afferrati e oppressi da quella gente stesse vi prestavano il consenso della
sfrenata e divenuti oggetto di abusi in- propria volontà. Quanto al loro padre,
nominabili, tu non devi per nulla spa- egli non avrebbe tollerato che l'abuso si
ventarti, non ci devi far caso né allonta- commettesse contro lui stesso, se ciò
narti o inorridire o metterti a tremare? avessero tentato di fare quegli sciagurati
Chi avrebbe osato dire cose come que- in balia dei quali egli ricusava d' abban-
ste all'uomo. timorato di Dio che ospita- donare gli ospiti, sebbene fosse un male
va quelle persone? Neppu.re un conni- minore quello perpetrato contro un uo-
vente di quegli uomini scellerati! Con mo solo anziché contro due. Lo vedia-
perfetta ragionevolezza gli si sarebbe mo resistere con tutte le forze perché lui
dovuto dire: «Fa' tutto il possibile per stesso non si macchiasse di colpa dando
impedire che si compia il m~le che giu- il proprio consenso; se al contrario non
stamente ti impaJJrisce, ma questo timo- avesse consentito, sebbene lo avesse so-
re\non deve spingerti a fare nelle tue fi- praffatto con la violenza fisica la ferocia
gliè di tua iniziativa quel male che, se libidinosa di quei forsennati, trattandosi
fossero loro stesse a volerlo fare, com- d'un atto commesso da estranei egli non
metterebbero una disonestà; se invece si sarebbe macchiato di colpa. Egli non
spinte da te si rifiuteranno di farlo, do- peccava nemmeno prestando le figlie, le
vranno subire una violenza da parte dei quali n.on avrebbero commesso peccato.
sodomiti. Non crederti autorizzato a fa- Siccome sarebbero state violentate sen-
re tu ste~so un grave peccato per l' orro- za acconsentire, egli non le induceva a
re che ti incute un peccato più grave commettere il peccato ma a sopportare
commesso da altri. Sebbene infatti sia la malvagità dei peccatori. Era come se
diverso quello che fai tu e quello che fa avesse messo a disposizione di male in-
l'altro, il primo è colpa tua, il secondo tenzionati i suoi schiavi perché fossero
colpa di un altro». Ma per discolpare picchiati e così ai suoi ospiti si rispar-
quell'uom.o virtuoso qualcuno potrebbe miasse il danno delle percosse. Di que-
cacciarsi nella strada stretta dicendo: sto argomento qui non voglio discutere,
Siccome è preferibile subire un danno poiché si andrebbe per le lunghe a sta-
anziché farlo e quegli ospiti di Lot non bilire se un padrone agisca rettamente
erano loro a danneggiare gli altri ma su- qualora, usando del diritto che lo costi-
364 1 Samuele

tuisce padrone dei suoi schiavi, si per- Rompere un incauto giuramento


metta di fustigare lo schiavo innocente
perché non venga bastonato da persone Ma se capita a noi di av~r giurato
violente e perverse un suo amico, an- troppo incautamente, così che l'osservan-
ch'egli innocente, che si trova in casa za del giuramento ci ·porta a un risultato
sua. Quanto a Davide, certamente biso- peggiore, cambiamo liberamente il giura-
gna dire che in nessun modo fece bene mento con decisione più assennata e, se è
ad affermare con giuramento una cosa necessario, spergiuriamo piuttosto che
che s'accorgeva di non poter poi attua- incorrere in un delitto più grave, per evi-
re. Da questo si conclude con certezza tare lo spergiuro. Infatti Davide giurò per
che noi non siamo autorizzati a ripetere il Signore di uccidere l'empio e sciocco
nella nostra condotta tutte le azioni che Nabal e di distruggere tutto ciò che gli
nella Scrittura leggiamo essere state apparteneva, ma al primo intervento di
compiute dagli uomini, anche se santi e Abigail, che era donna assennata, subito
giusti. ritirò le minacce, rimise la spada nel fode-
Agostino, ro, né ebbe a dolersi di aver peccato per
Contro la menzogna 9, 21-22 aver spergiurato.
Beda il Venerabile,
Omelie sul Vangelo 2, 23

ABIGAIL DISSUADE DAVIDE DAL VENDICARSI ·

Appena Abigail vide Davide, smontò in fretta dall)asino, cadde con la


faccia davanti a Davide e si prostrò a terra. Cadde ai suoi piedi e disse: «So-
no io colpevole, mio signore. Lascia che parli la tua schiava al tuo orecchio
e tu dègnati di ascoltare le parole della tua schiava. (. .. )Davide esclamò ri-
volto ad Abigail: «Benedetto il Signore) Dio d'Israele, che ti ha mandato og-
gi incontro a me. Benedetto il tuo senno e benedetta tu che mi hai impedi-
to oggi di venz"re al sangue e di/are giustizia da me. Vz'va sempre il Signore,
Dio d'Israele, che mi ha impedito di farti il male; perché se non fossi venu-
ta in fretta incontro a me, non sarebbe rimasto a Nabal allo spuntar del gior-
no un solo maschio». Davide prese poi dalle mani· di lei quanto gli aveva
portato e le disse: «Torna a casa in pace. Vedi: ho ascoltato la tua voce e ho
rasserenato il tuo volto» (25, 23-3 5).
Il saggio consiglio di Abigail distoglie Davide dal desiderio di vendetta (Ambrogio).
I:episodio dimostra che non bisogna emettere con facilità un giuramento (Giovanni Cas-
siano).
(

Davide sposa Abigail (25, 36-44) 365

2 4
H Abigail si prostra a terra davanti a quiete dell'animo opput;e in momenti di
Davide agitazione ci capita di decidere. Risulta in-
fatti assai abbondantemente anche da al-
Un saggio consiglio distoglie dal ·de- tre testimonianze della Scrittura che uo-
siderio di vendetta mini santi, angeli e lo stesso Dio onnipo-
tente hanno mutato frequentemente le lo-
I pagani, soliti come sono a ingrandi- ro decisioni. Infatti il beato Davide così
re ogni cosa nei loro racconti, riferiscono aveva dichiarato con giuramento: «Tanto
le parole del filosofo Archita ·al proprio faccia Dio ai nemici di Davide, e ancora
fattore: «Disgraziato, come ti batterei, se peggio, se, fra quanti appartengono a Na-
non fossi adirato!» 14. Quanto maggiore bot, io lascerò sopravvivere fino al matti-
merito è il non ricambiare le ingiurie che no anche un solo uomo!» (1 ·Sam 25, 22).
non il vendicarle! Abigail, con le sue pre- Subito appresso, però, per l'intercessione
ghiere, aveva trattenuto i soldati pronti di Abigail, la quale intetvenne in suo favo-
alla ven~etta contro Nabal. Da ciò com- re, e per le suppliche stesse di lui, egli ab-
prendiamo che non solo dobbiamo cede- bandonò le minacce, mitigò la sua senten-
re anche alle preghiere fatte a proposito, za e preferì essere giudicato trasgressore
ma addirittura rallegrarcene. Davide a tal del suo proponimento piuttosto che man-
punto se ne rallegrò da benedire colei che tenersi fedele al suo giuramento con l' ese-
si era intromessa, perché era stato distol- cuzione di un gesto di crudeltà, e cosl con-
to dal desiderio di vendetta. cluse: «Viva il Signore! Se tu non fossi ve-
Ambrogio, nuta in fretta incontro a me, non sarebbe
I doveri' 1, 21, 94 rimasto a Nabot allo spuntare del giorno
un solo uomo!». Io penso che non si deb-
ba imitare quella facilità a emettere un
34 35
- Davide ascolta Abigail giuramento, formulato per di più in un
momento di emozione dell'animo, e così
Non bisogna emettere con facilità pure ritengo che si debba invece imitare la
un giuramento rinunzia al giuramento e le correzioni al
proprio proponimento.
\ Ne segue che noi né dobbiamo né Giovanni Cassiano,
possiamo compiere tutte le cose che nella Conferenze ai monaci 17, 25

DAVIDE SPOSA ABIGAIL

Abigail tornò da Nabal: questi teneva. in casa un banchetto come un


banchetto da re. Il suo cuore era allegro ed egli era ubriaco fradicio. Essa
non gli disse né tanto né poco fino allo spuntar del giorno. Il mattino dopo,
quando Nabal ebbe smaltito il vino, la moglie gli narrò la /accenda; il cuo-
re gli si tramortì nel petto ed egli rimase come una pietra. Dieci giorni do-

14 Cf. Valerio Massimo, 4, 1.


366 1 Samuele

' .
po ll Signore colpi' Nabal ed egli morì. Quando Davide sentì che Nabal era
morto, esclamò: «Benedetto il Signore che ha fatto giustizia deltingiuria che
ho ri'cevuto da Nabal· ha trattenuto il suo servo dal male e ha rivolto sul ca-
po di Nabal la sua iniquità». Poi Davide mandò messaggeri e annunziò ad
Abigail che voleva prenderla in moglie. I servi di Davide andarono a Car-
me! e le dissero: «Davide ci ha mandati a prenderti perché tu sia sua mo-
glie». Essa si alzò, si prostrò con la faccia à terra e disse: «Ecco, la tua schia-
va sarà come una schiava per lavare i piedi ai servi del mio signore». Abi-
gail si preparò in fretta poi salì su un asino e, seguita dalle sue cinque gio-
vani ancelle, tenne dietro ai messaggeri di· Davide e divenne sua moglie. Da-
vide aveva preso anche Achinoam da Izreel e furono tutte e due sue mogli
(. .. ) (25' 36-44) .

Sull'esempio dèl comportamento di Abigail con Nabal, gli iracondi vanno corretti
quando non sono al colmo della loro ira (Gregorio Magno). La morte di Nabal, colpevole
di aver oltraggi_ato Davide, dimostra come Dio veda e governi ogni cosa (Salviano di Marsi-
glia). L'unione tra Davide e Abigail prefigura l'unione di Cristo con la Chiesa dei Gentili
(Ambrogio). ·

3 33
6- Nabal muore quando egli ebbe smaltito il vino; e per-
ciò egli poté conoscere il male che aveva
Il momento giusto per la correzione compiuto e che non gli fu detto quando
era :ubriaco.
Perciò bisogna sapere che gli impa- Gregorio Magno,
zienti differiscono dagli iracondi in ciò, La regola pastorale 3, 16
che quelli non sopportan<? ciò che viene
loro imposto da altri; questi invece sono .
loro a provocare ciò che gli altri devono 39
Davide benedice Dio per averlo ven-
sopportare. Infatti gli iracondi, spesso, dicato
assalgono anche coloro che si ritirano,
provocano occasioni di risse, godono di Dio giudica gran parte delle cose fin
affaticarsi in contese. Costoro tuttavia si da questa vita
correggono meglio se ci si tira indietro
nell'eccitazione della loro ira, perché in Abbiamo dunque già dimostrato con
quel momento ignorano ciò che viene testimonianze della Sacra Scrittura che
detto loro, ma ritornati in sé, accolgono Dio vede e governa ogni cosa. Non ci re-
tanto più liberamente le parole di esorta- sta che far vedere come Dio giudica una
zione quanto più arrossiscono di essere gran parte di esse fin da questa vita. Quel
stati sopportati in pace. Giacché, qualun- sant'uomo di Davide era stato malamen-
que cosa giusta si dica a una mente ebbra te oltraggiato da Nabal di Carmel, ma
di furore le parrà sempre sbagliata. Per- avendo rifiutato di farsi giustizia da sé,
ciò anche, a Nabal ubriaco, Abigail tac- venne a sapere che Dio stesso si era inca-
que lodevolmente la sua colpa che, altret- ricato di vendicarlo all'istante. Fu così
tanto lodevolmente, .gli disse di essa solo che poco dopo, una volta morto quel suo
Davide risparmia Saul una seconda volta (26, 6-12) 367

nemico per iniziativa di Dio, Davide pro- ciò che fu detto a quell'Abigea: Benedet-
nunciò queste parole: «Sia benedetto il to il Signore Dio di Israele) che ti ha man-
Signòre: egli ha fatto giustizia di Nabal dato oggi qui incontro a me e benedetto il
che mi aveva maltrattato». tuo modo·di agire. E di nuovo le dice: Sa-
Salviano di Marsiglia, li in pace alla tua casa. Vedz: ho ascoltato la
Il governo di Dio 2, 3, 13 tua voce e ho onorato il tuo volto. Perciò
anche nel Cantico, queste sono le parole
dello sposo alla sposa: Mostrami il tuo
4 43
o- Davide prende due mogli· volto e fammi udire la tua voce (Ct 2, 14).
E allora tuttavia fu congedata, perché
L'unione di Cristo con la Chiesa dei aveva un altro marito che in ebraico si
Gentili chiamava Nebal, in latino stoltezza; duro,
inospitale, rozzo, ingrato, che non sapeva
Davide ebbe due mogli, Achinaam ricambiare i favori ricevuti. Ma, dopo che
di Izreel e Abigea, che si era presa succes- il marito di lei morì, una volta libera dal-
sivamente; quella un po' troppo rigida, la legge dello sposo (Rm 7, 2), il profeta
questa piena di misericordia e di bontà; Davide la prese in moglie. Per mezzo del-
anima ospitale e generosa che a faccia a la sua unione nuziale si indicano i misteri
faccia vide il Padre contemplandone la della Chiesa che sarebbe giunta alla fede,
gloria, che ricevette quella «rugiada» di- formata dai Gentili; la quale, perduto il
vina «della grazia paterna», come signifi- marito cui in precedenza era stata con-
ca il nome tradotto in latino. Ma chi è la giunta, passò a Cristo, ricca della pia so-
rugiada del Padre se non il Verbo di Dio, stanza dell'umiltà e della fede, dotata an-
che nel cuore di tutti ha infuso la linfa che del patrimonio della misericordia.
della fede e della giustizia? Opportuna- Ambrogio,
mente il vero Davide dice a quest'anima Libro IV, lettera 13, 5-7

[SAUL VA ALLA CACCIA DI DAVIDE NEL DESERTO DI ZIF (26, 1-5)]


DAVIDE RISPARMIA SAUL UNA SECONDA VOLTA

Davide si rivolse ad Achimelech, l'Hlttita e ad Abisaz~ figlio di Zeruia,


fratello di Ioab, dicendo: «Chi vuol scendere con me da Saul nell'accampa-
mento?». Rispose Ablsai: «Scenderò io con te». Davide e Abisai scesero tra
quella gente di notte ed ecco Saul giaceva nel sonno tra i carriaggi e la sua
lancia era infissa a terra a capo del suo giaciglt'o mentre Abner con la trup-
pa dormiva all'intorno. Abisai disse a Davide: «Oggi Dio ti ha messo nelle
mani il tuo nemico. Lascia dunque che io l'inchiodi a terra con la lancia in
un sol colpo e non aggiungerò il secondo». Ma Davide disse ad Abisai: «Non
ucciderlo! Chi mai ha messo la mano sul consacrato del Signore ed è rima-
sto impunt'to?». Davide soggiunse: «Per la vita del Signore, solo il Signore
lo toglierà di mezzo o perché arriverà il suo giorno e morirà o perché scen-
368 1 Samuele

derà in battaglia e sarà ucciso. Il Signore mi guardi dallo stendere la mano


sul consacrato del Signore.' Ora prendi la lancia che sta a capo del suo giaci-
glio e la brocca dell'acqua e andiamocene». Cast' Davide portò via la lancia
e la brocca del!'acqua che era dalla parte del capo di Saul e tutti e due se ne
andarono; nessuno vide, nessuno se ne accorse, nessuno si svegliò: tutti dor-
mivano, perché era venuto su di loro un torpore mandato dal Signore (26,
6-12).
L'ostilità di Saul nei riguardi di Davide dipende dai benefici ricevuti da parte di questo
(Basilio Magno). I santi ottennero le corone celesti in ragione della pazienza dimostrata nel-
le sofferenze (Cipriano di Cartagine). La straordinarietà del gesto di Davide risiede nell'aver
preferito patire nella miseria piuttosto che eliminare l'unico ostacolo che lo separava dal re-
gno (Gregorio di Nissa). La verità deve essere predicata con le a·rmi della persuasione (Ata-
nasio di Alessandria).

7
Davide e Abisai trovano Saul che nemico. Quando poi il re venne ucciso, si
dorme prese persino l'impegno di vendicarlo.
Quanti infine sono stati i profeti uccisi,
L'invidia di Saul quanti i martiri che hanno avuto l'onore di
una morte gloriosa! Costoro giunsero alle
E se Saul fosse stato interrogato sulla celesti corone in virtù della loro pazienza.
ragione della guerra, avrebbe risposto cer- Non si può-infatti ricevere una corona che
tamente che erano gli atti di benevolenza premi le sofferenze e il martirio, se in tali
ricevuti da Davide. E quello, colto nel son- occasioni non precede la pazienza.
no proprio al momento della persecuzio- Cipriano,
ne, facile vittima per il nemico, e salvato di La virtù della paf_ienza 10
nuovo dal giusto, che frenò le proprie ma-
ni dal colpirlo, non fu piegato rieppure da
questo atto di benevolenza. Patire nella miseria
Basilio Magno,
Omelia sull'invidia 3 Pur avendolo trovato abbandonato
nel sonno ·su un giaciglio, non solo trat-
tenne la propria mano che certamente
8 11
' Davide si rifiuta di uccidere Saul voleva soddisfare la propria ira, ma di-
stolse dal suo proposito anche lo scudie-
Pazienza nel dolore ro che si era chinato per uccidere Saul
(«lo colpirò - dice infatti-- e non colpirò
Che grande e meravigliosa pazienza una seconda volta») con quella grande e
cristiana poi in Davide, da cui Cristo trae celebre frase, dicendo: «Non uccidere»
origine secondo la carne! Tante volte ha colui che brama la nostra rovina. E non è
avuto occasione di uccidere il re Saul che solo questo l'aspetto meraviglioso di que-
lo perseguitava e che desiderava sbaraz- sto fatto, cioè il donare la vita a colui che
zarsi di lui. Invece Davide preferì salvare il faceva di tutto contro la sua vita, ma che
. re benché fosse caduto nelle sue mani ed Davide, unto per il regno e conscio che
in suo potere; non si vendicò di chi gli era non avrebbe potuto in altro modo assur-
Davide si n·vela ad Abner (26, 13-20) 369

gere a quella dignità se non fosse stato Persino Davide, nonostante fosse un re e
tolto di mezzo Saul, giudicò cosa miglio- avesse nelle proprie mani il nemico, non
re patire nella propria miseria, ma con fermò i soldati, quando volevano uccide-
grandezza d'animo, piuttosto che salire al re il suo nemico, esercitando la propria
regno per aver sfogato la propria anima autorità, ma, come dice la Scrittura, Da-
contro colui che laveva addolorato. vide persuase i propri uomini con argo-
Gregorio di Nissa, menti, e non permise loro di alzarlo e
Sui titoli dei Salmi 2, 16 metterlo a morte. Ma dal momento che il
diavolo, non avendo argomenti raziònali,
forza con il proprio potere tutti gli uomi-
Sapienza divina e sapienza umana ni, può essere mostrato a tutti che la loro
sapienza non viene da Dio, ma è mera-
Infatti la verità non è stata predicata mente umana, e che coloro che favorisco-
con spade o con dardi, non con soldati, no le dottrine ariane non hanno nessun re
ma con la persuasione e l'avvertimento. se non Cesare; è in ragione di questo che
Ma che persuasione ci può essere dove questi nemici di Cristo compiono ciò che
prevale la .paura dell'imperatore 15? O vogliono.
che consiglio c'è, quando chi si oppone a Atanasio,
loro riceve al massimo l'esilio e la morte? Storia deglt' ariani 4, 33

DAVIDE SI RIVELA AD ABNER

Davide passò dall'altro lato e si fermò lontano sulla cima del monte; vi
era grande Jpazio tra di loro. Allora Davide gridò alla truppa e ad Abner, fi-
glio di Ner: «Non risponderai: Abner?». Abner rispose: «Chi sei tu che gri-
di verso il re?». Davide rispose ad Abner: «Non sei un uomo tu? E chi è co-
me.te in Israele? E perché non hai/atto guardia al re tuo signore? È venu-
to infatti uno del popolo per uccidere il re tuo signore. Non hai fatto certo
una bella cosa. Per la vita del Signore, siete degni di morte voi che non ave-
te fatto guardia al vostro signore, alt'unto del Signore. E ora guarda dov) è la
lancia del re e la brocca_ che era presso il suo capo» (. .. ) (26, 13-20).
Beda spiega il passo allegoricamente: il fatto che Davide chiami Abner dalla montagna
allude a Gesù, che, nel suo regno celeste, predica al popolo tramite gli apostoli. Quanto det-
to da Davide prefigura la perdita del regno e del tempio e la fine della legge umbratile.

15 Il riferimento è a Costanzo, figlio di Costantino.


370 1 Samuele

n-20 Davide chiama Abner rare di trovare in cielo, dove è I'osservan-


za umbratile cl.ella Legge che avete desi-
C'era una grande distanza tra loro derato con tutto il cuore, in cui vi siete
vantati che potessero essere lavate levo-
Quando Gesù era passato da questo stre mani da ogni sùdiciume dei peccati
mondo al Padre e rimaneva nell'altitudi- commessi; insieme a Cristo avete perso
ne del regno paterno, certamente molto ogni cosa e il vostro stesso tempio è anda-
lontano dalla vista degli uomini, e e'era to perduto. E nonostante, in verità, tutte
una grande distanza tra lui che, vincitore queste cose non siano state portate piena-
della ·morte immortale nella carne, sede- mente a. compimento ai tempi degli apo-
va in quanto Dio alla destra del Padre, e stoli, tuttavia chi legga la storia degli an-
quelli che in questo mondo, miseri ed tichi le troverà in parte cominciate sia
empi mortali, si affannavano a combat- prima degli apostoli sia quando quelli
terlo. Attraverso la predicazione di suoi erano ancora in vita. Tra le innumerevoli
apostoli si rivolgeva al popolo di Israele calamità che Erode il Grande e i suoi fi-
e agli esperti della Legge e li costringeva gli recarono ai Giudei, strapparono ai sa-
a destarsi dal sonno della loro colpevole cerdoti la sacra ·veste, né permisero mai
indolenza e a rispondergli credendo in lui. loro di svolgere il loro ministero con que-
Abner, che significa «lucerna del padre», sta veste, annullata, invece, la legislazione
indica quelli che in quel tempo avevano su sacerdozio, la cambiarono a loro piaci-
dovuto annunciare al popolo la luce della mento. Pilato, introducendovi in segreto,
verità; suo padre Ner, che significa <<lam- di notte, le immagini di Cesare, profanò il
pada», allude allegoricamente ai maestri tempio, imitando lempietà <li Erode che
di questi, che eccelsero nell'accendere in per primo profanò questo introducendo-
senso spirituale la luce della conoscenza vi un'aquila aurea e comandò che fossero
della Legge e nel rivelarla a quelli e al po- bruciati i giovani che cercavano di rimuo-
polo. verla in nome della religione. Gaio ordi-
Beda il Venerabile, nò che il tempio stesso e tutte le loro si-
Quattro libri su I Samuele 4, 26 nagoghe fossero violati con sacrifici paga-
ni e fossero riempiti di statue e simulacri
16
Guarda dov'è la lancia del re e ordinò che Il si adorasse lui come Dio.
Non c'è fine, del resto, al racconto degli
La perdita del regno episodi che riguardano il deterioramento
della religione e del regno fino alla loro
Guardate, dicono gli apostoli, dove completa rovina.
è ora lo scettro del vostro regno che ave- Beda il Ven~rabile,
te perso sulla terra e avete smesso di spe- Quattro libri su I Samuele 4, 26

SAUL CONFESSA IL PROPRIO PECCATO

Il re rispose: «Ho peccato, ritorna, Davide figlio mio. Non ti/arò più del
male, perché la mia vita oggi è stata tanto preziosa ai tuoi occhi. Ho agi'to
da sciocco e mi sono mo_lto, molto ingannato». Rispose Davide: «Ecco la
Saul confessa il proprio peccato (26, 21-25) 371

lancia del re, passi qui uno degli uomini e la prenda/ Il Signore renderà a
ciascuno secondo la sua giustizia e la sua fedeltà, dal momento che oggi il
Signore ti aveva messo nelle mie mani e non ho voluto .stender.e la mano sul
consacrato·del Signore(. .. )» (26, 21-25).
Il penti.mento, la sincera contrizione e l'obbedien:la al volere divino assicurano a Davi-
de la grazia presso Dio (Agostino).

23
Non ho voluto stendere la mano sul riti da parte del giudizio celeste, dal qua-
consacrato del Signore le chi lo insultava era stato mandato per
bersagliarlo con simili ingiurie (cf. 2 Sam
L'umiltà di Davide e il suo penti- 16). Lì c'è un amore così grande del pa-
mento superano i suoi peccati store per le greggi a lui affidate che egli
avrebbe voluto morire per loro, allorché,
Così pure del re Davide leggiamo i dopo il censimento del popolo, Dio volle
peccati, ma leggiamo anche le azioni ret- punire il suo peccato di orgoglio proprio
te. In cosa egli fosse superiore o donde diminuendo con la morte di molti quel
derivasse la sua vittoria risulta sufficien- numero, la cui ampiezza aveva tentato di
temente chiaro non alla cecità malevola superbia il cuore del re: con questo oc-
con cui Fausto si scaglia contro i libri e culto giudizio Dio (cf. Rm 9, 14), presso
gli uomini santi, ma alla prudenza reli- il quale non c'è ingiustizia, sottrasse a
giosa con cui si possono scorgere e di- questa vita quelli che trovò indegni di es-
scernere l'autorità divina e i meriti uma- sa e allo stesso tempo, in colui che si era
ni. Che costoro leggano, e vedano come
Dio rimproverò a Davide più cose che
r
esaltato per abbondanza di uomini, gua-
rì la gonfiezza dell'animo umano con la
Fausto stesso (cf. 2 Sam 12, 24); ma lì si
diminuzione di quell'abbondanza. Ll il
trova anche il sacrificio della penitenza, lì
religioso timore di Dio custodiva il miste-
si t~ova anche quella incomparabile man-
ro di Cristo nella santa unzione a tal pun-
suètµdine persino verso il nemico più
to che il suo cuore trepidò di pia preoccu-
terribile e crudele il quale, tutte le volte
che cadde nelle sue mani potentissime, fu pazione quando, di nascosto, tagliò un
da lui con mani pietosissime rilasciato in- pezzetto della veste dello stesso Saul per
colume (cf. 1Sam24, 26). Ll c'è una me- avere di che dimostrargli che, pur poten-
morabile umiltà sotto la sferza di Dio e do, non aveva voluto ucciderlo. Lì lo si
una cervice regale così sottomessa al gio- trova così saggio verso i figli e di tale cle-
go del Signore che egli, nonostante fosse menza che, sebbene non pianse la morte
armato e scortato da armati, sopportò del bimbo innocente, per la cui malattia
con infinita pazienza amari insulti dalla aveva supplicato il Signore prostrandosi
bocca del nemico e trattenne con estrema con molte lacrime e con gli abiti dimessi
modestia il compagno che, infiammato dell'umiliato, egli stesso voleva mantenere
d'ira perché il suo re doveva sentire tali in vita - e pianse quando fu ucciso - un
cose, era già sul punto di abbattersi con giovane figlio rovinato dal furore parrici-
destra vendicatrice·sulla testa dell'oltrag- da, che aveva macchiato il letto paterno
giatore, aggiungendo al suo ordine regale con stupri nefandi e conduceva contro il
il peso del timore di Dio e dicendo che padre una guerra crimino·sa: prevedendo
quella era la ricompens~ per i propri me- · le pene eterne della sua anima avviluppa-
372 1 Samuele

ta in cosl grandi delitti, desiderava che, sottomessa, pietosa e pienamente fedele


onde evitarle, egli vivesse, per corregger- il giudizio di Dio, che conosceva il segre-
si e umiliarsi mediante la peniten:.::a (cf. 2 to del suo cuore: lì egli fu così gradito al
Sam 18). Queste e molte altre cose degne cospetto di Colui che non può ingannar-
di lode e di imitazione si troveranno in si, che egli lo propose ai suoi figli come
quell'uomo santo, se si scruta la Scrittura esempio da imitare.
che parla di lui con un animo non perver- Agostino,
so, e soprattutto se seguiamo con mente Contro Fausto manicheo 22, 66

DAVIDE CERCA SCAMPO NEL TERRITORIO DEI FILISTEI

Davide pensò: «Certo un giorno o l'altro perirò per mano di Saul. Non
ho miglt'or via d'uscita che cercare scampo nel paese dei Filistei:· Saul ri-
nunzierà a ricercarmi in tutto il territorio d'Israele e sfuggirò dalle sue ma-
ni». Così Davide si mosse e si portò, con i seicento uomini che aveva con
sé, presso Achù, figlio di Moach, re di Gat. Davide rimase presso Achis in
Gat, lui e i suoi uominz: ciascuno con la famiglia; Davide con le due mo-
gli: Achinoam di Izreel e Abigail, già moglie di Nabal da Carme!. Fu rife-
rito a Saul che Davide si era rifugiato in Gat e non lo cercò più (. .. ) (27,
1-12).

Il fatto che Davide si rifugi a Gat è uno degli ésempi di buoni rapporti con il potere
politico (Agostino). Gat1 che significa «torchio», rappresenta l'oppressione che patisce ogni
cristiano (Cassiodoro).

13
· Davide e i suoi uomini si rifugiano a figlio, godette della grande amicizia di
Gat un re (cf. Gn 26). E Giacobbe, al re che
lo accolse con onore in Egitto, diede an-
Esempi di buoni rapporti con il po- che una benedizione (cf. Gn 47). E che
tere politico dire del figlio Giuseppe che, dopo le
sofferenze del carcere, nel quale la sua
Tu dici: Che c'entrate voi con i re del castità fu provata come l'oro col fuoco,
mondo, che la cristianità ha sempre visto venne elevato dal faraone a grande di-
come nemt'ci? Dopo di che, hai cercato gnità? Egli giurava per la sua salute (cf.
di elencare quei re, che i giusti hanno Gn 41 , 41; 42, 15) , non come chi è esal-
avuto per nemici, ma non hai considera- tato dall'orgoglio, ma come chi è grato
to che se ne possono contare di più, ch e della benevolenza. La figlia del re adot-
essi hanno avuto per amici. Il nostro pa- tò Mosè (cf. Es 2, 10). Davide, spinto
dre Abramo fu ritenuto un grande ami- dall'iniquità di un re di Israele, si rifugiò
co da quel re, al quale Dio ordinò di non presso un ~e straniero.
toccare sua moglie, e ne ricevette anche Agostino,
dei doni (cf. Gn 20). Anche Isacco, suo Contro le lettere di Petiliano 2, 92, 204
I Filistei si preparano ad attaccare Israele (28, 1-7) 373

Il frutto delle tribolazioni esposte con similitudini mistiche, Gat si-


gnifica torchio, vale a dire l'afflizione che
patisce ogni cristiano. Ma quando sarà
Per la fine, per il popolo, che è forma- stato oppresso dalla verga delle tribola-
to da molti sant~ di Davide, quando i Fili- zioni, allora restituisce il frutto più ab-
stei lo tenevano prigioniero a Gat (Sai 55, bondante. E perciò il titolo del salmo si
1). Quando i Filistei lo tennero prigionie- adatta ragionevolmente alla Chiesa, che
ro a Gat; questo è ciò che racconta il te- pressata dalle persecuzioni dei Filistei,
sto dei Re: terrorizzato dall'inseguimento vale a dire, dei pagani, profonde con ab-
· di Saul, Davide credette di doversi na- bondante libertà i meriti dei santi come
scondere nella città di Gat presso i Fili- liquido nettare.
stei. Ma, dal momento che abbiamo det- Cassiodoro,
to che tutte queste cose devono essere Commento ai Salmi 55, 1

l FILISTEI SI PREPARANO AD ATTACCARE ISRAELE .

(. .. )Samuele era morto e tutto Israele aveva fatto il lamento su di lui~·


poi Cavevano seppellito in Rama sua città. Saul aveva bandito dal paese i ne-
gromanti e gli indovini(. .. ) (28, 1-7).
La Scrittura, specchio nitido e fedele, non altera gli avvenimenti, ma sottopone le azio-
ni degli uomini ad approvazione o biasimo (Agostino).

3
Saul aveva bandito i negromanti e gli provevole non è da lodarsi il fatto che egli,
inqovini dopo aver tanto diligentemente indagato
chi avesse mangiato nonostante la maledi-
La Scrittura è specchio nitido e fe- zione, tanto severamente cercò di castigar-
dele lo per obbedire a Dio che aveva ingiunto
il divieto (cf. 1 Sam 14, 24-45), oppure il
Invano dunque Fausto, che col suo fatto che radiò dal suo regno negromanti e
dente sacrilego infierisce piuttosto contro indovini; né perché Davide era degno di
se stesso, accusa la Sacra Scrittura, a ragio- lode, allora i suoi peccati, che Dio stesso
ne venerata ormai in tutto il mondo: essa, gli rimprovera per mezzo del profeta (cf. 2
come ho detto sopra, quale specchio niti- Sam 12, 1-14), sono da approvare o imita-
do e fedele non ·accetta di adulare nessu- re. Ugualmente, anche in Ponzio Pilato
no, ma o giudica essa stessa le azioni degli non si deve biasimare che contro le accuse
uomini con la lode o la riprovazione oppu- dei Giudei giudicò innocente il Signore
re le fa giudicare ai lettori, e non solo indi- (cf. Gv 19, 4.6), e in Pietro non si deve lo-
ca uomini riprovevoli o lodevoli, ma anche dare che rinnegò tre volte il Signore (cf.
non tace azioni lodevoli in uomini riprove- Mt 26, 70-74), o che fu da lui chiamato Sa-
voli e azioni riprovevoli in uomini lodevo- tana perché, non pensando secondo Dio,
li. Infatti, non perché Saul era un uomo ri- lo voleva allontanare dalla sua passione,
374 1 Samuele

cioè dalla nostra salvezza: dunque egli, po- sti.moniano il suo apostolato e la corona
co prima chiamato beato (cf. Mt 16, 17), del martirio.
poco dopo è chiamato Satana (cf. Mt 16, Agostino,
22-23). Ma ciò che in lui prevalse, ce lo te- Contro F.austo manicheo 22, 65

SAUL CONSULTA UNA NEGROMANTE

Saul si camuffò, si travestì e partì con due uomini. Arrivò da quella don-
na di notte. Disse: «Pratica la divinazz'one per me con uno spirito. Evocami
colui che io ti dlrò». La donna gli" ri!ipose: «Tu sai bene quello che ha fatto
Saul: ha eliminato dal paese i negromanti e gli i·ndovini e tu perché tendi un
tranello alla mia vita per uccidermi?». Saul le giurò per il Signore: «Per la
vita del Signore, non avrai alcuna colpa per questa faccenda». Essa disse:
«Chi devo evocarti?». Rispose: «Evocami Samuele». La donna vide Samue-
le e proruppe in un forte grido e disse quella donna a Saul: «Perché mi hai
ingannato? Tu sei Saul/». Le rispose il re: «Non aver paura, che cosa vedi?».
La donna disse a Saul: «Vedo un essere divino che sale dalla terra». Le do-
mandò: «Che aJpetto ha?». Rispose: «È un uomo anziano che sale ed è av~
volto in un mantello». Saul comprese che era veramente Samuele e si ingi-
nocchiò con la faccia a terra e si prostrò (28, 8-14).
La tesi della veridicità dell'episodio, sostenuta da Origene, è oggetto della confutazio-
ne dell'esegesi dell,Alessandrino ad opera di Eustazio di Antiochia.

11
Chi devo evocarti? nostri fratelli fanno resistenza alla Scrittu-
ra e dicono: «Non credo alla negromante;
La tesi che nega la veridicità del rac- quando la negromante pretende di aver vi-
conto sto Samuele mente; Samuele non è stato
evocato, Samuele non parla, ma come ci
Non è forse vero che, se un personag- sono dei falsi profeti che affermano: "Ec-
gio di questa importanza era sotto terra e co che cosa dice il Signore,,, e il Signore
una negromante l'aveva invocato, un de- non parlò, allo stesso modo questo demo-
monio esercita il proprio potere su un, ani- nio mente quando proclama di richiamare
ma profetica? Che dire? Queste cose sono colui che è richiesto da Saul; dice infatti:
scritte? Sono vere o no? Se si dice che non "Chi ti evoco?". "Evocami Samuele"».
sono vere, si incoraggia la mancanza di fe- Queste cose sono dette da coloro che di-
de e questo ricadrà sulla testa di chi lo di- cono che questa storia n on è vera.
ce, ma se sono vere, questo ci pone una Origene,
difficoltà. Sappiamo bene che alcuni tra i Omelie sul primo libro dei Re 5, 2-.3
Saul consulta una negromante (28, 8-14) 375

L'azione è guidata dallo Spirito sacerdote del Signore (cf. 1 Sam l, 22-23;
2, 18-19), lui con il quale, ancora piccolo,
Che cosa è infatti ciò che è scritto: E il Signore si trattenne a parlare, è evocato
dlsse la donna: Chi ti evoco? A chi va at- da una negromante (cf. 1 Sam 3, 4-14)?
tribuito: Dùse la donna? Forse a parlare è Samuele nell'ade? (. .. ) Samuele risale da-
lo Spirito Santo, dal quale si crede che sia gliinferi ed ecco che la donna non dice di
stata scritta la Scrittura, o si tratta di aver visto Samuele, non dice di aver visto
qualcun altro? Infatti, come sanno anche un'anima, non dice di aver visto un uo-
coloro che si sono occupati di ogni gene- mo: Vidi, dice, degli dèi: degli dèi che ri-
re di discorso, il personaggio narrante è salgono dalla terra. E forse Samuele non è
sempre espressione dello scrittore; si cre- risalito da solo e allora per profetizzare a
de che, nel caso di queste parole, l'autore Saul, tpa verosimilmente, come qui «con
non sia un uomo, ma che sia lo Spirito un uo:i no santo sarà santificato, con un
Santo a muovere gli uomini. uomo innocente sarà innocente e con un
Origene, eletto sarà eletto» (Sai 17, 26-27), e come
Omelie sul primo lt'bro dei Re 5, 4 le strade dei santi sono con i santi, non
con i peccatori, e, se mai, la strada dei
13
santi si incrocia con quella dei peccatori
Vedo un essere divino che sale dalla per salvare anche i peccatori, così forse
terra cercherai se, quando Samuele risaliva,
non siano risalite insieme a lui le anime
Il Dio dei viventi sante di altri profeti o forse indagherai se
Essi comprendevano bensì il fatto non si trattasse di angeli preposti ai loro
che Abramo e i profeti erano morti, aven- spiriti (cf. 1 Pt 3, 19) - dice il profeta:
do sentito dire che anche Samuele, quasi · «L'angelo che parla in me» (Zc 1, 9)-o se
per essere morto dimorasse sotto terra, non fossero angeli che hanno accompa-
era stato evocato dalla pitonessa, convin~ gnato gli spiriti. Tutto è pieno di coloro
ta che gli dèi dimorassero in qualche luo- che hanno bisogno della salvezza, e gli
go sotto terra e perciò diceva: «Ho visto angeli sono «tutti spiriti incaricati di un
dèi ,salire dalla terra». Non avevano però ministero, inviati per servire coloro che
compreso che Abramo e i profeti viveva- devono entrare in possesso della salvez-
no, né che il Dio di Abramo, Isacco e za» (Eb 1, 14).
Giacobbe non è loro Dio in quanto sono Origene,
morti ma in quanto sono viventi. Omelie sul primo libro dei Re 5, 3, 7
. Origene,
Commento al vangelo di Giovanni
20,42,393 · •
14
Saul comprese che si trattava proprio
di Samuele
Anime o angeli? Non si trattava di un uomo
Samuele all'inferno? Samuele, l'elet- «Perché- dice Origene - non è det-
to. tra i profeti, votato a Dio fin dalla na- to: La donna vide un demone che fingeva
scita (cf. 1 Sam 1, 11), di cui si diceva già di essere Samuele?»; e dopo aver rilevato
prima della sua nascita che sarebbe stato che di seguito è scritto: «Saul riconobbe
nel tempio, che nel momento stesso in che era Samuele», aggiunse di nuovo: «Se
cui fu svezzato si è rivestito dell' efod e ha non era Samuele, avrebbe dovuto essere
portato il doppio mantello ed è divenuto scritto: E Saul credette che quello fosse
376 1 Samuele

Samuele. Invece è scritto «Saul riconob- sto?». Ma se era invisibile, senza dubbio
be», e nessuno riconobbe ciò che non esi- era incorporeo. Ma se appariva con una
ste. Dunque «Saul riconobbe che era Sa- figura incorporea, perché mai la pitones-
muele e cadde a terra davanti a lui e lo ve- sa ha detto il contrario, di vedere cioè
nerò» 16. Per non passare ad altri esempi, «un uomo eretto che saliva dalla terra,
lo interrogherò su ciò che ha scritto qui, avvolto in un doppio mantello», secondo
e dopo passerò ad altro. Dimmi, al co- quanto Samuele usava prima? Perciò,
spetto di Dio: che <lici, o Origene? La ·origene, i fatti contrastano le tue parole:
donna evocò Samuele col suo corpo op- da una parte Saul non vedeva niente e,
pure una figura· rivestita come da un'om- come parlando di un fantasma invisibile,
bra? Se lo ha evocato incorporeo, non ha chiedeva che cosa la donna avesse visto;
fatto risalire Samuele ma l'immagine di la donna invece, quasi che avesse visto
uno spirito. Infatti uno formato di anima proprio un uomo, gridò: «Un uomo eret-
e corpo, questo è Samuele, un uomo che to che sale dalla terra», e per persuaderlo
risulta dalla proporzionata mescolanza che era proprio un uomo, gli precisa an-
dell'una e dell'altro. Se invece ha evocato che un dettaglio, dicendo: «Ed è rivestito
l'uomo in carne e ossa, come mai Saul del doppio mantello». Che dunque, o tu
non l'ha riconosciuto? Se infatti l'avesse fautore dell'empia arte vaticinatoria?
visto con i propri occhi, non avrebbe Eustazio di Antiochia,
chiesto alla donna come uno che non ve- Giudizio contro Orig.ene sull'interpretazio-
de, dicendo proprio: «Che cosa hai vi- ne della negromante 5, 1-6

SAMUELE PROFETIZZA LA MORTE DI SAUL

Allora Samuele disse a Saul: «Perché mi hai disturbato e costretto a sa-


lire?». Saul rispose: «Sono in grande difficoltà. I Filistei mi muovono guer-.
ra e Dio si è allontanato da.me)· non mi ha più risposto né per mezzo dei pro-
f etz: nl per mezzo dei sogni:· perciò ti ho evocato) perché tu mi mantfesti
quello che devo fare». Samuele rispose: «Perché.mi vuoi consultare) quando
il Signore si è allontanato da te ed è divenuto tuo nemico? Il Signore ha fat-
to nei tuoi riguardi quello che ha detto per mia bocca. Il Signore ha strappa-
to da te il regno e !'ha dato al tuo prossimo) a Davide. Poiché non hai ascol-
tato il comando del Signore e non hai dato effetto alla sua ira contro Ama.,.
lek) per questo il Signore ti ha trattato oggi in questo modo. Il Signore ab-
bandonerà inoltre Israele insieme con te nelle mani dei Filistei. Domani tu
e i tuoi figli sarete con me)· il Signore consegnerà anche l'accampamento
d'Israele in mano ai Filistei>> (. .. ) (28, 15-25).

16 Origene, Omelie su I Re 5, 4.
Samuele profetizza la morte di Saul (28, 15-25) 377

La presenza di Samuele negli inferi non ne sminuisce la santità (Origene). La predi~io­


ne a Saul circa il suo futuro attesta che i morti possono essere mandati dai vivi (Agostino).
I demoni non possono p·rofetare riguardo alla volontà di Dio (Origene). Si tratta invece,
contrariamente a quanto asserito da Origene, di un demone (Eustazio di Antiochia).

15
Perché mi hai disturbato? 12, 2). Così il profeta Samuele, già morto,
al re Saul, che era ancora vivo, predisse
quello che gli stava per capitare; anche se
Tutti i profeti sono discesi nell'infer-
alcuni pensano che, con quelle arti magi-
no prima di Cristo che, non poteva esser lui, Samuele, ad es-
Se tutti i profeti sono discesi nell'in- sere evocato ma semmai, nelle sembianze
ferno prima di Cristo come precursori di del profeta, un qualche spirito cattivo, al-
Cristo, allora anche Samuele è disceso 1' altezza della malvagità di quelle arti. Pe-
colà. Non però semplicemente, ma·come rò il libro dell'Ecclesiastico, che si dice
santo, perché dovunque si trovi, il santo è scritto da Gesù figlio di Sirach, ma che per
santo. O forse Cristo non è più Cristo, certe somiglianze di espressioni viene at-
perché una volta è stato nell'inferno? tribuito a Salomone, tessendo le lodi dei
Non era più Figlio di Dio, poiché era an- Patriarchi, afferma che Samuele anche da
dato nel luogo sotto terra, «affinché nel morto continuò a profetare (cf. Sz'r 46, 16-
nome di Gesù Cristo si chini ogni ginoc- 20). Ché se a questo libro non si vuole pre-
chio delle creature celesti terrestri e sot- star fede a motivo del canone degli Ebrei
terranee» (Fil 2, 10)? Perciò Cristo era (perché nel loro canone non figura), che
Cristo anche quando stava sotto terra: cosa diremo di Mosè che con certezza nel
per così dire, stava sotto terra, ma con Deuteronomio viene dato come morto (cf.
l'intenzione stava sopra. Così anche i Dt 34, :5) e nel Vangelo insieme ad Elia
profeti e Samuele, anche se sono discesi (che però morto non è) si legge che è ap-
dove stanno le anime sotto terra, possono parso a persone viventi (cf. Mt 17, 3)?
trovarsi colà quanto al luogo, ma non so- Agostino,
no "~otto
.,
terra con l'intenzione . Sulla cura dovuta ai morti 15, 18
Origene,
Omelie su I Samuele 5, 8 Demoni e profezia
Può forse un demone profetare ri-
11 19
• Le profezie su Saul guardo a tutto il popolo di Dio che il Si-
gnore avrebbe consegnato Israele ai suoi
Morti mandati dai vivi nemici? «Certo, il Signore consegnerà
l'accampamento di Israele nelle mani de-
Non tutti gli uomini, ma solo i profe- gli stranieri. Affrettati, Saul. Domani an-
ti, mentre vivevano in questo mondo, co- che tu e i tuoi figli sarete con me». Ma co-
noscevano certe cose, e neanche essi cono- me un demone poteva sapere che Davide
scevano tutto, ma solo quello che la Prov- era stato ·consacrato re dall'unzione del
videnza di Dio considerava di dover loro profeta, e che Saul sarebbe morto il gior-
rivelare. Ed è la Scrittura stessa ad attesta- no dopo, e con lui i suoi figli? «Domani
re che alcuni morti furono mandati dai vi- tu e i tuoi figli sarete con me».
vi, come al contrario Paolo, ancora vivo, Origene,
era stato rapito fino in paradiso (cf. 2 Cor Omelie su I Samuele 5, 5
378 1 Samuele

Confutazione dell'esegesi di Origene proprio da Dio (e per questo il re confer-


. Perciò, pur avendo capacità di preve-
r
mava di credere che annuncio del profe-
ta si sarebbe subito realizzato), allora finse
dere, il demone non disse alcunché di ve-
di parlare riferendosi alle agitazioni in cor-
ro, anche se non disse cose che fossero
so. Ma in tutto ciò che egli disse proprio di
proprio in contrasto con i fatti; ma - ripe-
suo, lo si sorprende con evidenza a menti-
to - avendo ripreso con frode ciò che pri-
re: infatti non riusd a predire il giorno del-
ma aveva detto Samuele, ci aggiunse po-
la morte né le uccisioni dei figli di Saul,
che altre cose, mescolandovi notizie più o
che la Scrittura ricorda nominativamente.
meno dello stesso genere in base alla vero-
Da tutto ciò non è difficile dedurre che
simiglianza. Così minacciò al re anche la
morte, sfruttando ciò che aveva detto Sa- quello spirito m.ùla diceva di suo né di ve-
muele. Predisse anche che l'accampamen- ro, ma facendo proprie tutte le parole di
to di Israele sarebbe caduto in mano ai ne- cui derubava Samuele, dava l'impressione
mici, dato che il profeta aveva detto dura- di profetare; e soprattutto non è possibile
mente che il popolo sarebbe stato diviso. dire che egli profetava in modo veritiero.
Vedendo dunque schierate le apparecchia- Eustazio· di Antiochia,
ture di guerra e il capo del popolo comple- Giudizio contro Origene sull'interpretazione
tamente sfiduciato, e inoltre abbandonato della negromante 13, 5-9

DAVIDE È ALLONTANATO DALLE SCHIERE DEI FILISTEI

(. .. )I capi dei Filistei marciavano con le loro centinaia e le migliaia. Da-


vide e i suoi uomini marciavano alla retroguardia con Achis. ·I capi dei Fili-
stei domandarono: «Che cosa fanno questi Ebrei?». Achis rispose ai capi dei
Fili'stei: «Non èforse costui Davide servo di Saul re d)Israele? È stato con me
un anno o due e non ho trovato in lui nulla da ridire dal giorno della sua ve-
nuta fino ad oggi>>. I capi dei Filistei furono tutti contro di lui e gli intimaro-
no: «Rimanda quest)uomo: torni al luogo che gli hai assegnato. Non venga
con noi in guerra) perché non diventi nostro nemico durante il combattimen-
to. Come riacquisterà costui il favore del suo signore) se non con la testa di
questi uomini? Non è costui quel Davide a cui cantavano tra le danze:
Saul ha ucciso i suoi mille
e Davide i suoi diecimila»?
Achis chiamò Davide e .gli disse: «Per la vita del Signore) tu sei leale e
io vedo con piacere che tu vada e venga con me in guerra) perché non ho tro-
vato in te alcuna malizia) da quando sei arrivato fino ad oggi. Ma non sei
gradito agli occhi dei capi. Quindi torna indietro, per non passare come ne-
mico agli' occhi dei capi dei Filistei» (. ..) (29, 1-11).
I Cristiani sono chiamati qui Ebrei per la loro capacità di passare dai vizi alle virtù, dal-
la morte alla vita, e di trascendere la materialità (Beda il Venerabile). L'elogio di Cristo da
Davide è allontanato dalle scht'ere dei Filistei (29, 1-11) 379

parte della Chiesa <lei Gentili suscita l'ira dei filosofi e dei· sommi sacerdoti degli idoli. La
confessione di Achis è il riconoscimento della giustizia e della santità di Cristo da parte del-
la Chiesa dei Gentili (Beda il Venerabile).

3
Che cosa fanno questi' Ebrei? santa Chiesa con una sola voce; comin-
ciando ad apprendere la fede, evitano di
Perché i Cristiani sono chiamati unirsi ai ·m embri della Chiesa di Cristo, di
Ebrei sottomettersi alla sua autorità.
Beda il Venerabile,
I pagani disprezzano la vita, l'amici- Quattro libri su I Samuele 4, 29
zia, la dottrina dei fedeli di Cristo che
giustamente sono chiamati Ebrei, cioè
coloro che passano, perché sanno passare 6
Achir;; lascia andare Davide
ora dai vizi alle virtù, sanno sperare di
passare in futuro dalla morte alla vita, Non affidare la Parola agli idolatri
con la sommità della loro ·mente rivolta
verso il cielo sanno trascendere nello stes- Lo stesso Achis confessò che Davide
so tempo i bassi desideri delle cose carna- era giusto, buono e innocente, come un
li e tutte le ostilità del mondo. angelo di Dio;- ma gli ordinò di allonta-
Beda il Venerabile, narsi dalle schiere dei Filistei e di andare
Quattro libri su I Samuele 4, 29 in pace per la sua strada, dal momento
che Achis non voleva offendere i capi dei
Filistei. La moltitudine dei fedeli tra i
5
I Filistei ricordano il valore di Davide Gentili elogia, ama e proclama la giusti-
per Israele zia, la grazia e la santità di Cristo, dal mo-
mento che è stato mandato da Dio per
L'elogio suscita l'ira dei filosofi e dei salvare i Gentili. Ma chiedono di non es-
sacerdoti degli idoli sere spinti ad affidare la Parola a gente
blasfema, arrogante e notoriamente ido-
\ Quando la Chiesa dei Gentili loda la latra, per paura che per caso non ascolti-
fede di Cristo, in virtù della quale ha me- no qualcosa e si rifiutino di credere e li
ritato la vita eterna, i filosofi e i sommi sa- giudichino con più severità. Chiedono al
cerdoti degli idoli, irati, hanno paura di loro Signore di essere contento di restare
credere a quello dalla cui parola si lamen- nel cuore calmo e pacifico dei credenti
tano che sono state distrutte al contempo piuttosto che offrire a chi non crede
la loro cultura e la loro sapienza, il cui un'opportunità per perseguitarli c.:on su-
trionfo sul vecchio nemico, tale quale scitare scandali.
nessun altro mai ha potuto guadagnarsi, Beda il Venerabile,
osservano che è celebrato dal coro della Quattro libri su I Samuele 4, 29
380 1 Smnuele

DAVIDE FA RITORNO A ZIKLAG DOPO LA DEVASTAZIONE DEGLI AMALECITI

Quando Davide e i suoi uomini arrivarono a Ziklag il terzo giorno, gli


Amaleciti avevano fatto una razzia nel Negheb e a Ziklag. Avevano distrut-
to Ziklag appiccandole il fuoco. Avevano condotto via le donne e quanti vi
erano, piccoli e grandi:· non avevano ucciso nessuno, ma li avevano fatti pri-
gionieri e se n'erano andati. Tornò dunque Davide e gli uomini che erano
con lui ed ecco la città era in preda alle fiamme; le loro donne, i loro figli e
le loro figlie erano stati condotti via. Davide e la sua gente alzarono la voce
e piansero finché ne ebbero forza. Le due mogli di Davide, Achinoam di
Izreel e Abigail già moglie di Nabal da Carmel erano state condotte via(. .. )
(30, 1-10).
Non si può conquistare il regno celeste prima di aver sconfitto gli Amaleciti, le poten-
~e avverse (Origene).

12
- Gli amaleciti avevano distrutto Zi- cendiato quante più città aveva potuto.
klag E veramente, prima dell'avvento del ve-
ro Davide, di quello che è nato dal seme
La vittoria su Amalec conduce alla di Davide secondo la carne (Rm 1, 3), gli
· conquista del regno · Amaleciti spirituali, cioè le potenze av-
verse, avevano compiuto molte stragi tra
Davide aveva fatto molte guerre e il popolo di Israele. Del resto dice la
aveva avuto durissimi e frequenti com- Scrittura che essi fecero prigioniere an-
battimenti contro' i Filistei, tuttavia non che le due mogli di Davide; penso sia
è scritto che abbia ottenuto il regno, se detto per il primo popolo, i Giudei,. e
non dopo aver vinto Amalec. Dice infat- per il secondo popolo, i Gentili: giacché
ti la Scrittura: Dopo che Amalec fu scon- certamente Giudei e Gentili furono tutti
fitto, Davide ritornò e assunse i regno di · racchiusi sotto il peccato (Rm 3, 9; Gal 3,
Saul (cf. 2 Sam l, lss.): e proprio di Ama- 22).
lec si racconta che prima aveva compiuto Origene,
molte stragi fra il popolo di Israele e in- Omelie sui Numeri 19, 1

DAVIDE SCONFIGGE GLI AMALECITI

Trovarono nella campagna un egiziano e lo portarono a Davi'de. Gli die-


dero da mangiare pane e gli diedero da bere acqua. Gli diedero anche una
schiacciata di fichi secchi e d.ue grappoli di uva passa. Mangiò e si sentì ria-
nimato, perché non aveva preso cibo e non aveva bevuto acqua da tre gior-
Davide sconfigge gli Amaleciti (30, 11-20) 381

ni e da tre notti. Davide gli domandò: "<<A chi appartieni tu ·e di dove sei?».
RiJpose: «Sono un giovane egiziano, schiavo di un amalecita. Il mio padro-
ne.mi ha abbandonato perché tre giorni/a mi sono ammalato. Noi abbiamo
depredato il Negheb dei Cretei: quello di Giuda e il Negheb di Caleb e ab-
biamo appiccato il fuoco a Ziklag». Davide gli disse: «Vuoi.tu guidarmi· ver-
so quella banda?». Rispose: «Giurami per Dio che non mi ucciderai e non
mi rkonsegnerai al mio padrone e ti condurrò da quella banda». Così fece
da guida ed ecco, erano sparsi sulla distesa di quella regione a mangiare e a
bere e a far festa con tutto l'ingente bottino che avevano preso dal paese dei
Filistei e dal paese di Giuda. Davide li batté dalle prime luci del!'alba fino
alla sera del gi'orno dopo e non sfuggì alcuno di essi~ se non quattrocento gio-
vanl che montarono sui cammelli e fuggirono (. .. ) (30, 11-20).
L'incontro di Davide con il servo egiziano è interpretato come un'allegoria della con-
versione di un peccatore che è ristorato con il cibo e l'acqua della parola di Cristo (Grego-
rio Magno). L'egiziano rappresenta altresl l'eretico che torna nel corpo della Chiesa cattoli-
ca (Beda il Venerabile).

11 11
- Un servo egiziano polo che lambisce saccheggia, per così di-
re, quando, al di là del suo amore per le
Allegoria della conversione cose terrene, trae profitto da altre rovine.
Il servo egiziano viene abbandonato sulla
Poveri e deboli, ciechi e zoppi sono strada ammalato perché tutti i peccatori,
dunque invitati e vengono, e questo signi- una volta che cominciano a diventare de-
fica che i deboli e i disprezzati in questo boli per la 'situazione di questo mondo,
mondo spesso ascoltano con grande pron- subito vengono disprezzati dai cuori ter-
tez~a la voce di Dio perché non hanno reni. Davide lo trovò e lo soccorse con ci-
piacèri a cui aggrapparsi in questa vita. bo e acqua perché il Signore, che è «co-
Di tutto questo è simbolo il giovane egi- raggioso nella mano» (se attribuiamo a
ziano schiavo degli Amaleciti, rimasto lui il significato del nome Davide), non
lungo la via ammalato e in preda alla fa- disprezza quel che il mondo ha messo da
nie e alla sete mentre quelli facevano raz- parte. Spesso guida verso la grazia del
zia. Quando Davide lo trovò, gli venne in suo amore quelli che non sono forti abba-
soccorso con cibo e acqua, e, non appena stanza per seguire il mondo, e che sono,
si riebbe, divenne la guida di Davide nel- per così dire, abbandonati sulla strada,
lo scovare gli Amaledti che facevano fe- offrendo loro il cibo e I'acqua della sua
sta, e con grande coraggio distrusse il po- parola. È come se li scegliesse come gui-
polo che lo ·aveva lasciato indietro amma- da per se stesso sulla strada quando li fa
lato. Amalecita significa <<Un popolo che suoi pastori. Quando essi portano Cristo
lambisce». Che altro significa <<Un popo- nel cuore dei peccatori, è come se stesse-
lo che lambisce» se non i cuori di questo ro guidando Davide contro il nemico, e,
mondo? Affrontando le cose della terra, come Davide, essi colpiscono gli Amale-
è come se le lambissero quando si delizia- citi che fanno festa con la spada, perché
no soltanto nelle cose temporali. Un po- in virtù della potenza del Signore annien-
382 1 Samuele

tano ogni arrogante che nel mondo li ha È seguita q~esta procedura affinché non
disprezzati. sembri che essi gettano ciò che è sacro ai
Gregorio Magno, cani o le perle ai porci. La Chiesa doman-
Le 40 omelie sui vangeli 36, 7 da: <<A chi hai dato ascolto e da quale cor-
po dei cristiani o a ·quale corpo dei cri-
stiani hai stabilito di venire?». Chiunque
Fuggire dagli ·eretici speri realmente di fuggire dalle trappole
degli eretici, deve rispondere: «Confesso
È compito della Chiesa chiedere at- di essere stato nascosto tra i peccati, sono
traverso .i suoi maestri di quelli che fug- stato venduto agli eretici quando li ascol-
gono dagli eretici e si rifugiano da lei. tai. Ma il mio maestro mi ha abbandona-
Chiedono chi fossero prima, che cosa to dopo avermi riempito con i suoi erro-
pensassero della fede, dove andranno ri. Quando gli eretici stavano muovendo
spiritualmente in futuro e quando si sia- guerra contro la Chiesa, il mio maestro
no accorti di opporsi. alle eresie con tutta vide che ero meno adatto per la battaglia
la loro mente e abbiano cominciato ad a causa di qualche difetto nella mia lin-
aderire alla fede cattolica. Poi, una volta gua o nel mio talento».
che si sono riconciliati, la Chiesa imparti- Beda il Venerabile,
sce loro i sacramenti della fede cattolica. Quat~ro libri su I Samuele 4, 3O

LA FINE DI SAUL, DEI. SUOI FIGLI E DEL SUO ESERCITO .

I Filistez vennero a battaglia con Israele, ma gli Israeliti fuggirono da-


vanti ai Filistei e ne caddero trafitti sul monte Gelboe. I Filistei si strinsero
attorno a Saul e ai suoi figli e colpirono a morte Gionata, Abinadab e Mal-
kisua, figli di Saul: La lotta si aggravò contro Saul: gli arcieri lo presero di
mira con gli archi ed egli fu ferito gravemente dagli arcieri. Allora Saul dis-
se al suo scudiero: «Sfodera la spada e trafiggùn~ prima che vengano quei
non circoncisi a trafi'ggermi e a schernirmi». Ma lo scudiero non volle, per-
ché era troppo spaventato. Allora Saul prese la spada e vi si gettò sopra(. .. )
(31, 1-13 ).
I Filistei che accerchiano Saul e i suoi figli esemplificano il potere delle eresie (Beda il
Venerabile). Lo scudiero di Saul rappresenta i maestri della Legge le cui armi sono le paro-
le dell'insegnamento spirituale (Beda il Venerabile).
La.fine di Saul dei suoi figli e del suo esercito (31, 1-13) 383

2
I Filistei si strinsero intorno a Saul e 4
Saul comanda ai suoi soldati di ucci-
. ai suoi/igN derlo

Il capo della corruzione Insegnamento spirituale


Le nazioni che accerchiarono Giuda Lo scudiero di Saul rappresenta i
si precipitarono con la sola intenzione di maestri della Legge, dal momento che co-
distruggere il regno di Giuda ed estro- me le armi e le frecce dei Filistei sono le
mettere i figli dal regno. Così, con la loro falsità di un popolo malvagio, così, al
corruzione corruppero anche i sommi sa- contrario, le armi degli Israeliti non pos-
cerdoti, scribi e i farisei e persino gli ere- sono essere intese in altro modo che co-
tici. Essi impedirono ai figli del regno me il mistico riferimento alle parole del-
(certamente si tratta di un riferimento ai l'insegnamento spirituale con il quale il
capi del regno) di pregare e adorare la popolo di Dio protegge se stesso da ogni
grazia dello Spirito Santo nel loro cuore pericolo. Ma quando Saul era stato ferito
sincero. Questo è il significato del fatto dagli arcieri ed era disperato, prefed mo-
che colpiscono Gionata, «il dono della rire per la spada del suo scudiero piutto-
colomba». Essi impedirono di pregare il sto che per la spada dell'incirconciso. I
Padre con una confessione degna di lui, capi del regno dei Giudei, una volta tra-
che ci ha fatti suoi figli non per natura ma scorsa la loro vita in mezzo ai loro pecca-
per adozione. La morte di Abinadab allu- ti e quando erano sul punto di morire,
de a questo, perché il suo nome significa preferirono morire dal momento che i lo-
«Padre della sua propria volontà». Resi- ro maestri trascurarono i comandamenti
stettero così da non credere nella salvez- della Legge e spinsero loro a fare ·la stes-
za che stava giungendo nel mondo attra- sa cosa, piuttosto che morire accordan-
verso il regno di Cristo. La morte di Mal- dosi con i Gentili e così sporcandosi, dal
kisua allude a questo, perché il suo nome momento che hanno chiamato i Gentili
significa «il mio re è la mia salvezza». profani e impuri. Alla fine temettero an-
Credo che il filosofo che sedusse Ario uc- che di entrare nella residenza del gover-
. cise Malkisua, così come quello che ha natore «cosicché non fossero contamina-
sedotto Macedonio uccise Gionata e ti ma potessero mangiare la Pasqua» (Gv
quello che sedusse mani uccise Abina- 18, 28). Certamente la Pasqua finì dan-
dab. Dico questo perché i capi della cor- neggiandoli con la vera Legge che aveva-
ruzione spinsero Ario a negare l' onnipo- no accolto, perché non ebbero paura di
tenza di Cristo Re, Macedonio a ritrarsi contaminare la Pasqua con il sangue di
dal dono dello Spirito santo, e Mani a in- un uomo innocente.
giuriare la bontà del nostro grande Dio. Beda il Venerabile,
Beda il Venerabile, Quattro lt'bri su I Samuele 4, 31
Quattro libri su I Samuele 4, 31
2 SAMUELE

[DAVIDE APPRENDE DELLA MORTE DI SAUL (1, 1-10)]


DAVIDE ORDINA DI UCCIDERE L'AMALECITA

Davide afferrò le sue vesti e le stracciò; così fecero tutti gli uomini· che
erano con lui. Essi alzarono gemiti e pianti e digiunarono fino a sera per
Saul e Gionata suo figlio} per il popolo del Signore e per la casa d}Israele}
perché erano caduti colpiti di spada. Davide chiese poi al giovane che aveva
portato la notizia: «Di dove sei tu?». Rispose: «Sono figlio di un forestiero
amalecita». Davide gli disse allora: «Come non hai provato timore nello
stendere la mano per uccidere il consacrato del Signore?». Davide chiamò
uno dei suoi giovani e gli disse: ~<Accostati e ammazzalo». Egli lo colpì su-
bito e quegli mori~ Davide gridò a lui: «Il tuo sangue ricada sul tuo capo. At-
testa contro di te la tua bocca che ha detto: Io ho ucciso il consacrato del Si-
gnore.'» (1 , 11-16).
· Facendo uccidere l' amalecita 'uccisore di Saul, Davide andò oltre le prescrizioni mosai-
che" che prevedevano, invece, che ai nemici fosse applicata la legge del taglione (Giovanni
Cass'i~no). Anche se venisse richiesto dall'altro, perché non più in grado di vivere, non è le-
cito uccidere se. non lo prescrive la Legge, come dimostra il comportamento di Davide do-
po la morte di Saul (Agostino). Il sangue dell'ucciso cadrà sull'assassino (Girolamo).

14 16
. Davide ordina la morte delfamale- volgendo pie suppliche al Signore, pianse
cita pure amaramente e vendicò così gli uccisi.
Giovanni Cassiano,
Oltre le prescrizioni della Legge Con/erenze ai monaci 21, 4
Sappiamo che così Davide oltrepassò
i precetti della Legge, allorché, pur aven- Senza autorizzazione delle leggi non
do comandato Mosè che ai nemici fosse
è lecito uccidere un altro
res.o il cambio del "taglione" (contrappas-
so) (cf. Es 21, 22-25), egli non solo non fe- Senza· alcuna autorizzazione delle
ce questo, ma, al contrario, trattò amore- leggi o delle legittime potestà, non è leci-
volmente i suoi persecutori e per essi, ri- to uccidere un altro anche se lo volesse o
386 2 Samuele

lo chiedesse e non fosse più in grado di Il suo sangue sarà causa della sua
vivere: cosl ci fa capire abbastanza chia- morte
ramente la Sacra Scrittura nel Libro dei
Re> ove si narra che il re Davide fece uc- Pertanto il suo sangue cadrà su di lui
cidere l'uccisore del re Saul> pur avendo (cf. Os 12, 14), cioè egli sarà causa della
colui cercato di giustificarsi col dire che sua morte> secondo ciò che Davide dice a
dal re, già ferito e sospeso tra la vita e la colui che annunciò la morte di Saul e si
morte, era stato supplicato di aiutarlo a vantava di avere ucciso egli stesso il re di
liberare dalle sofferenze con un sol colpo Israele: Il tuo sangue sul tuo capo. «Non
di spada l'anima che lottava contro i lega- . per mia decisione, ma per il sangue di
mi del corpo, desiderosa di staccarsene. Saul sarà versato il tuo sangue».
Agostino, Girolamo,
Lettere 204, 5 Commento a Osea 3, 12, 14

IL LAMENTO DI DAVIDE SU SAUL E GIONATA

Allora Davide intonò questo lamento su Saul e suo figlio Gionata e or-
dinò che fosse insegnato ai figli di Giuda. Ecco, si trova scritto nel Libro del
Giusto:
«Il tuo vanto, Israele,
sulle tue alture giace trafitto!
Perché sono caduti gli eroi?
Non fatelo sapere in Gat, .
non l'annunziate per le vie di Ascalon,
non ne faccian festa le figlie dei Filistei:
non ne esultino le figlie dei non circoncisi!
O monti di Gelboe, non più rugiada né pioggia su di voi
né campi di primizie,
perché qui fu avvilito lo scudo degli eroi:
lo scudo di Saul non unto di olio,
ma col sangue dei.trafitt~ col grasso degli eroi.
I:arco di Gionata non tornò mai indietro,
la spada di Saul non tornava mai a vuoto. (. .. )
Perché son caduti gli eroi
in mezzo alla battaglia?
Gionata, per la tua morte sento dolore,
l'angoscia mi stringe per te,
fratello mio Gionata!
Tu mi'eri molto caro;
la tua amicizia era per me preziosa
Il lamento di Davide su Saul e Gionata (1, 17-27) 387

più che amore di donna.


Perché son caduti gli eroi:
son periti quei fulmini di guerra?» (1, 17 -27).
Ricorrendo ali'exemplum scritturistico della maledizione dei monti di Gelboe, il Na-
zianzeno accusa gli abitanti di Nazianzo di essere essi stessi la causa dell'inaridimento dei
campi, simbolo dei loro animi. Per il delitto degli uomini sono condannati persino gli ele-
menti della natura, che espiò lo spettacolo del re ucciso (Ambrogio). Gli exempla scritturi-
stici di Giacobbe, che piange Giuseppe, da lui creduto morto, e di Davide, che geme per la
· morte di Gionata e maledice i monti che lo hanno visto cadere, sono assimilabili (Gregorio
N azianzeno).

21
Non più rugiada né pioggia ghi in cui sarebbe avvenuto un fratrici-
dio, per mostrare quasi una maledizione
Le colpe dei nazianzeni del suolo innocente, quanto grandi sa-
rebbero state le pene dei colpevoli. Per
Ma riconosciamo la causa del male! il delitto degli uomini perfino gli ele-
Perché le coltivazioni iriaridirono, i granai menti sono condannati. Anche Davide
arrossirono di vergogna, il pascolo delle volle che i monti su cui fu ucciso Giona-
greggi venne meno, i.frutti della terra si fe- ta con il padre fossero segnati da una
cero scarsi, i campi non si riempirono di perpetua sterilità, dicendo: Monti che
opulenza ma di tristezza? Perché le valli siete in Gelboe, non più la rugiada, non
non si colmarono di grano, ma divennero più la pioggia cada su di voi~ monti di
motivo di pianto? Perché i monti non stil- morte.
larono dolcezza, come ~ precedenza per i Ambrogio,
giusti, ma furorio privati di ogni bellezza e Cai·no e Abele 2, 8, 26
onore, e al contt:ado ricevettero la maledi-
zione dei monti ·d i Gelboe? Tutta la terra
tor4ò ad essere com'era da principio, pri- La nat_ura espiò per lo spettacolo del
ma èli.essere adornata delle sue bellezze re ucciso
(. .. ).Da dove ciò e qual è la causa della ca-
lamità? Non aspettiamo di essere accusati . È troppo poco dire che lo rispar-
dagli altri: da soli indaghiamo su di noi. miò, perché, di più, si rattristò quando
Gregorio N azianzeno, fu ucciso in guerra e lo pianse con paro-
Orazioni 16, 17 le commosse dicendo: Monti che siete in
. · Gelboe, né rugiada né pioggia cadano so-
pra di voi; monti di morte, perché là fu di-
strutta la difesa 1 dei potenti: la difesa di
La condanna degli elementi per il Saul. Non fu unto con folio, ma col san-
delitto degli uomini gue dei feriti e col grasso dei combatten-
Dunque la natura ha deciso giusta- ti 2. La saetta di Gionata non tornò indie-
mente, privando dei suoi doni quei luo- tro e la spada di Saul non tornò a vuoto.

1 I LXX hanno thureos (scudo); la Vulgata, clypeus.


2 Anche questo passo non corrisponde né al testo dei LXX né alla Vulgata.
388 2 Samuele

Saul e Gionata, attraenti' e amabilissim~ 25 26


- Il lamento di Davide per la morte di
inseparabili durante la loro vt'ta, anche in Gionata
morte non sono stati separati. Più veloci
delle aquile, più forti del leoni. Figlie di Il" lamento di Giacobbe e quello di
Israele, piangete su Saul che vi rivestiva Davide
di abiti di porpora col vostro ornamento,
che poneva monili d'oro sopra le vostre Come mi prendo cura di te quando
vesti. Come caddero i forti in mezzo al sei presente, e quanto ti invoco quando
combattimento? Gionata fu ferito a mor- manchi, con gemiti e lacrime, quanti non
te. Piango su di te, Gionata fratello mio, ne versò il patriarca Giacobbe pet il famo-
bellissimo ai miei occhi. Il tuo amore mi so Giuseppe, che era stato venduto dai
aveva preso come l'amore delle donne. fratelli, ma che, a suo parere, era stato por-
Come caddero quei valorosi e perirono le tato via da una fiera (cf:Gn 37); né Davi- ·
armi degne di essere desiderate? de per il suo amico Gionata, vittima della
Quale madre avrebbe pianto così il guerra, o, in seguito, per il figlio Assalon- ·
suo unico figlio, come costui pianse il suo ne (cf. 2 Sam 19). Giacobbe, lacerato nel-
avversario? Chi avrebbe tributato tante le sue viscere paterne, gridava: «Giuseppe
1
lodi all autore del proprio successo quan- è stato preso da una fiera, un.a fiera malva-
te costui a chi aveva insidiato la sua vita? gia e crudele» (Gn 37, 33), e, tenendo in-
Con quanta pietà si dolse, con quanto af- nanzi a sé la veste insanguinata, la abbrac-
fetto pianse! I monti inaridirono per ciava come fossero le carni del figlio, men-
quella maledizione profetica e la potenza tre ardeva per il dolore e cercava conforto.
divina rese efficace la parola di chi la pro- L'altro ora malediceva i monti sui quali si
nunciava. Così la natura espiò per lo era combattuto, dicendo: «Monti di Gel-
spettacolo del re ucciso. boe, non cada su di voi né pioggia né ru-
Ambrogio, giada», e: «Come caddero l'arco e la forza
I doveri 3, 9, 61-62 di Gionata?»; ora difendeva il parricida,
come se non fosse colpevole di niente, e
offriva libagioni al morto, soffrendo, forse,
per il figlio proprio perché aveva levato le
mani contro il padre.
Gregorio N azianzeno,
Orazioni 22, 1

DAVIDE UNTO RE SULLA CASA DI GIUDA

Dopo questi /attz: Davide consultò il Signore dicendo: «Devo andare in


qualcuna delle città di Giuda?». Il Signore gli rispose: «Va)!». Chiese ancora
Davide: «Dove andrò?». Rispose: <<À. Ebron». Davide dunque andò là con le
sue due mogh Achinoam di Izreel ·e Ahigail già moglie di Nabal da Carme!.
Davide portò con sé anche i suoi uomini: ognuno con la sua fa miglia, e abi-
tarono nella città di Ebron. Vennero allora gli uomini di Giuda e qui unsero
Davide re sulla casa di Giuda. Come fu noto a Davide che gli uomini di Ia-
bes di Galaad avevano sepolto Saul Davide inviò messaggeri agli uomini di·
Davide unto re sulla casa di Giuda (2, 1-11) 389

Iabes di Galaad per dir loro: «Benedetti voi dal Signore, perché avete fatto
quest'opera di misericordia al vostro Signore, a Sau~ e gli avete dato sepoltu-
ra. Vi' renda dunque il Signore misericordia e fedeltà. Anch'io farò a voi del
bene perché avete compiuto quest'opera. Ora riprendano coraggio le vostre
mani e siate uomini forti. È morto Saul vostro signore, ma quelli della tribù
di Giuda hanno unto me come re sopra di loro»(. .. ) (2, 1-11).
Quelli che seppellirono Saul e suo figlio vengono lodati per l'opera di misericordia.e
benedetti dal pio Re, perché è un sentimento buono l'affliggersi per i maltrattamenti fatti ai
cadaveri altrui e, per quell'affetto per cui nessuno mai ha avuto in odio la propria carne, nes-
suno vorrebbe che dopo la morte venisse trattato così il proprio corpo. E quello che si vor-
rebbe fatto a sé quando non si sentirà più, si ha cura, mentre ancora si sente, di farlo a chi
ormai non sente più; come dimostrano i martiri, i quali per lo più non ebbero sepoltura, il
cristiano non deve comunque attaccarsi al corpo, attribuendo alla sepoltura il valore che ad
essa ascrivono i pagani (Agostino).

5
Davide benedice gli-uomini di Iabes di lenza della persecuzione contro l'integri-
Galaad per aver dato sepoltura a Saul tà del corpo, non mostrasse. incertezze
neanche di fronte alla mancanza di una
Amore per il corpo onorevole sepoltura; e infine perché la fe-
de nella risurrezione non venisse scalfita
Questo affetto i martiri di Cristo che neanche di fronte allo sfacelo del corpo.
combatterono per la verità lo vinsero. E Era perciò necessario che Dio permettes-
la cosa non stupisce: se non si era riusciti se queste cose affinché, nonostante tali
a piegarli con quei supplizi che mentre orribili crudeltà, i martiri, così ardimen-
erano vivi sentivano, e come! In che mo- tosi nel confessare Cristo, fossero testi-
do ci si poteva riuscire con cose che, una moni anche di quest'altra verità, che cioè
volta morti, non avrebbero sentito più? coloro che li avevano uccisi nel corpo do-
Cert~, Dio avrebbe potuto, lui che non po non avevano più il potere di fargli al-
permise al leone di straziare ulteriormen- tro male. Perché qualunque cosa avesse-
te il corpo di quell'uomo di Dio che ave- ro fatto a dei corpi ormai morti, in realtà
va ucciso, e anzi da uccisore lo aveva fat- non facevano più niente in quanto in una
to diventare custode, avrebbe potuto, di- carne ormai priva di vita non poteva sen-
co, tener lontani dai cadaveri dei suoi fe- tir nulla chi ne era già uscito, e nulla po-
deli i cani ai quali erano stati gettati. . teva perdere colui che li aveva creati. Pe-
Avrebbe potuto anche con infiniti modi rò mentre sulle carni di quegli uccisi ve-
impedire l'efferatezza di quegli uomini nivano perpetrate queste sevizie che i
perché non arrivassero a bruciare i cada- martiri avevano affrontato senza paura e
veri e a disperderne le ceneri. Ma anche con grande fortezza, tra i fratelli si faceva
questa testimonianza bisognava che ci un lutto grandissimo, perché non era lo-
fosse nella molteplice varietà delle prove, ro data nessuna possibilità di prestare le
affinché la forza della confessione, che .dovute onoranze funebri e neanche, co-
non si piegava di fronte all'immane vio- me afferma la medesima Storia 3 di poter

3 Cf. Eusebio, Storia ecclesiastica 5, 1.


390 2 Samuele

trafugare qualcosa alla sorveglianza dei bile seppellire; e poi la Verità avrebbe af-
loro crudeli custodi. In tal modo mentre fermato il falso nel dire: Non abbiate
coloro che erano stati uccisi non provava- paura di quelli che possono uccidere il
no più nessun dolore per quanto le loro corpo, ma dopo non possono fare più
membra fassero scarnificate, le ossa ince- nulla (cf. Le 12, 4) se 'quei carnefici gli po-
nerite, le ceneri disperse, questi, che nul- tettero fare tanto male da impedir loro di
la di loro erano riusciti a seppellire, li raggiungere la patria desiderata. Ma que-
crucciava una grande tristezza: in un cer- sto è indubitatamente falso: nessun dan-
to senso questi sentivano per quelli che no per i fedeli se ai loro corpi viene·nega-
ormai non sentivano più e, mentre per ta la sepoltura, e nessun vantaggio se essa
quelli era finito il patire, per q'!esti conti- viene data a chi non è fedele. Quelli che
nuava il doloroso compatire. E a motivo seppellirono Saul e suo figlio vengono lo-
di questo doloroso compatire, come l'ho dati per l'opera di misericordia e bene-
chiamato, che vengono lodati e benedetti detti dal pio Re, perché è un sentimento
dal re Davide coloro che ebbero la pietà buono r affliggersi per i maltrattamenti
di seppellire le povere ossa di Saul e di fatti ai cadaveri altrui e, per quell'affetto
Gionata. Ma se questi nulla ormai più per cui nessuno mai ha avuto in odio la
sentivano, che pietà poteva essere? Forse propria carne (cf. Ef 5, 29), nessuno vor-
che dovremmo riportarci a quella fanta- rebbe che dopo la morte venisse trattato
sticheria che coloro che sono ancora inse- così il proprio corpo. E quello che si vor-
polti non possono attraversare il fiume rebbe fatto a sé quando non si sentirà
infernale 4? Ma lungi questo dalla fede più, si ha cura, mentre ancora si sente, di
cristiana. Altrimenti molto ingiustamente farlo a chi ormai non sente più.
si sarebbe agito con una sl grande molti- Agostino,
tudine di martiri i cui corpi non fu possi- Sulla cura dovuta ai morti 8, 10 - 9, 11

ABNER E !OAB SI AFFRONTANO IN BATTAGLIA

(. .. ) La battaglia divenne in quel giorno molto dura e furono sconfitti Ab-


ner e gli Israeliti dai seguaci di Davide. Vt' erano là tre figli di Zeruia, Ioab,
Abisai e Asael. Asael era veloce nella corsa come una gaZt.ella selvatica. (. .. )
Abner tornò a dirgli: «Smetti di inseguirmi. Perché vuoi che ti stenda a terra?
Come potrò alzare lo sguardo verso Ioab tuo fratello?». Ma siccome quegli
non voleva saperne di ritirarsi: lo colpz' con la punta della lancia al basso ven-
tre, così che la lancia gli uscì di dietro ed egli cadde sul posto. Allora quanti
arrivarono al luogo dove Asael era caduto e morto sifermarono (2, 12-23).
Asael rappresenta coloro che, presi da un violento furore, si lasciano trascinare fino al-
la rovina (Gregorio Magno) .

.4 Cf. Virgilio, Eneide 6, 326-328.


La forza di Davide aumenta (3, 1-5) 391

22 23
- Asael cade per mano di Abner non vuole cioè ferire l'assalitore. Se però
questi iracondi non possono in alcun mo-
Preso da un violento furore do essere placati e non cessano, come
Asael, di incalzare nella loro follia, è ne-
Quando invece gli iracondi si sca- cessario che chi cerca di calmare la loro
gliano sugli .altri in modo che non è pos- ira non si faccia egli stesso travolgere dal
sibile sfuggirli, non dobbiamo colpirli furore, ma agisca con tranquillità, ricor-
con un aspro rimprovero ma usare verso rendo ad argute e sottili parole con cui
di loro, con cautela, comprensione e ri- colpire come di fianco questi iracondi,
guardo. Capiremo meglio questo esami- come Abner che, fermatosi di fronte al
nando un fatto della vita di Abner. Quan- suo assalitore, lo colpì non direttamente
do Asael lo assaiì con violenza incauta, ma con la parte posteriore dell'asta. Col-
sta scritto che: Abner gli disse: vattene e pire direttamente con un'arma significa
cessa di inseguirmi per non costringermi a opporsi con la forza di un aperto rimpro-
conficcarti a terra. Egli però non volle vero, mentre ferire un nemico con la par-.
ascoltare e non si ritirò. Abner allora lo te posteriore dell'asta significa prendere
colpì all'inguine con la parte pos~eriore dal lato giusto e con padronanza di sé chi
della lancia, lo trafisse ed egli morì. Chi è in preda all'ira e smontarlo con un' ope-
rappresenta Asael se non coloro che si ra di comprensione. Asael immediata-
fanno prendere dal violento furore e tra- mente morì e questo ci dice che gli spiri-
scinare alla rovina? ti sconvolti dall'ira, quando si accorgono
Da costoro, quando l'impeto della di esser compresi e capiscono nel loro in-
passione li travolge, bisogna.star lontani timo la forza persuasiva dei motivi addot-
perché la follia li trascina. Ecco quindi ti con serenità d'animo, subito abbando-
che Abner, il cui nome nella nostra lingua nano la collera che li aveva travolti. Chi
significa lucerna del padre, da principio dunque di fronte a un dolce rimprovero
fugge, così come la lingua dei dottori, sbollisce nell'impeto della sua ira, asso-
simbolo della luce paterna di Dio, quan- miglia a chi muore senza essere colpito
do ·si accorge che la mente di qualcuno si dal ferro.
ace.osta ai precipizi dell'ira, non scaglia i Gregorio Magno,
dar'tli della parola contro chi è incollerito, La regola pastorale 3, 16

[IOAB ORDINA ALLE TRUPPE DI· CESSARE L'INSEGUIMENTO DI ABNER (2, 24-32)]

LA FORZA DI DAVIDE AUMENTA

La guerra tra la casa di Saul e la casa di Davide si protrasse a lungo. Da-


vide con 11andar del tempo si faceva più forte, mentre la casa di Saul anda-
va indebolendosi(. .. ) (3; 1-5).
La forza crescente di Davide è la prova evidente del giudizio di Dio, co111e la cresceq-
te forza dei Goti e dei Vandali .rispetto al progressivo indebolimento dell'impero dimostra
la rettitudine del giudizio divino (Salviano di Marsiglia).
392 2 Samuele

1
La casa di Davide si/aceva sempre più Vandali; essi ogni giorno crescono, noi
forte diminuiamo; essi prosperano, noi venia-
mo schiacciati; essi fioriscono, noi inari-
Evidenza del giudizio di Dio diamo. Sono a noi pertinenti le parole
della Sacra Scrittura a proposito di Saul e·
Su questo argomento ho già parlato Davide: «Davide cresceva e diventava
abbastanza qui e più sopra. Può darsi che sempre più forte, mentre la casa di Saul si
ci ritorni ancora, ma non mi pare comun- indeboliva giorno dopo giorno. Il Signo-
que il caso .di dilungarmi nel dimostrare re infatti è giusto - continua il profeta -:
che in quelle circostanze il giudizio di è giusto, e il suo giudizio è retto» (Sal
Dio è stato costante. I fatti successivi so- 118, 137).
no la prova di come Dio abbia espresso il Salviano di Marsiglia,
suo giudizio, sia su noi che sui Goti e i Il governo di Dio 7, 11, 49

ABNER OFFRE LA PROPRIA ALLEANZA A DAVIDE

(. .. ) Abner inviò subito messaggeri a Davide per dirgli: <cl chi il pae-
se?». Intendeva dire: «Fa) alleanza con me ed ecco, la mia mano sarà con te
per ricondurre a te tutto Israele». Rispose: «Bene/ Io farò alleanza con te.
Però ho una cosa da chiederti ed è questa: non verrai alla mia presenza, se
prima non mi condurrai davanti Mikalfiglia di Saul quando verrai a vede-
re il mio volto». Davide spedì messaggeri a Is-Baal figlio dl Saul intiman-
dogli: «Restituisci mia moglie Mikal che feci mia sposa al prezzo di cento
membri di Filistei» (. .. ) (3, 6-19).
L'episodio di Mikal è applicato alla misericordia che il marito deve avere della moglie
adultera (Agostino). ·

1
~ Restituisci mia moglie Mikal senza alcun dubbio sono purificate an-
ch'esse dal sangue del Nuovo Testaw
mento. Per questo allora era in ogni
Misericordia divina
modo proibito di riaccogliere la moglie
A te poi sembra difficile che ci si ri- contaminata <la un altro ùomo. Solo
concili fra coniugi dopo un adulterio; David raccolse senza alcuna esitazione
ma se c'è la fede, la difficoltà verrà su-· la figlia di Saul, che il padre di lei gli
perata. Perché infatti continuiamo a aveva tolta per darla a un altro ·marito,
considerarli adulteri, se siamo convinti prefigurando in tal modo il Nuovo Te-
che sono stati lavati dal battesimo o ri- stamento (cf. 1Sam25, 44). Ma ora, do-
s.anati dalla penitenza? Colpe di questo po che Cristo ha detto all'adultera: Io
genere nell'antica legge di Dio non si non ti condannerò; va' e d'ora in poi non
purificavano con nessun sacrificio, ma peccare più (Gv 8, 11), chi non capireb-
loab si vendica di Abner (3, 20-30) 393

be che il marito ha il dovere di perdo- na miserkordia ha cancellato la colpa


nare ciò che ha perdonato il Signore di della donna pentita.
ambedue? Anzi, non deve neppure più Agostino,
chiamarla adultera, se crede che la divi- I connubi adulterini 2, 6, 5

lOAB SI VENDICA DI ABNER

Abner venne dunque a Davide in Ebron con venti uomini e Davi'de f e-


ce servire un banchetto ad Abner e ai suoi uomini. Abner disse poi a Davi-
de: «Sono pronto! Vado a radunare tutto Israele intorno al re mio signore.
Essi faranno alleanza con te e regnerai su quanto tu desideri». Davide con-
gedò poi Abner, che partì in pace. (. .. )
Io ab si allontanò da Davide e mandò messaggeri dietro Abner e lo fece
tornare indietro dalla cisterna di Sira, senza che Davide lo sapesse. Abner
tornò a Ebron e Ioab lo prese in disparte in mezzo alla porta, come per par-
largli in privato, e qui lo colpì al basso ventre e lo uccise, per vendicare il
sangue di Asael suo fratello. Davide seppe più tardi la cosa e protestò: «So-
no innocente io e il mio regno per sempre davanti al Signore del sangue di
Abner figlt'o di Ner» (. .. ) (3, 20-30).
Davide mostra, accogliendo con favore Abner e deprecandone poi l'uccisione, stima
per il nemico (Ambrogio). Il peccato si cancella solo con l'umiliazione e con la penitenza
(Ambrogio).

20
Davide fece servire un banchetto ad sua mensa. Quando fu ucciso a tradimen-
Abner to, lo pianse; partecipò alle sue esequie in
segno d'onore; vendicandone la morte,
Stima del valore del nemico dimostrò la lealtà della sua coscienza, leal-
Aveva obbligato a sé il popolo ponen- tà che trasmise al figlio tra gli obblighi
dosi al suo servizio e acquistandosene la ereditari, preoccupandosi maggiormente
di non lasciare impunita la morte di un in-
riconoscenza: preferì, dapprima, in occa-
nocente che di rattristarsi per la sua.
sione delle discordie popolari, andare Ambrogio,
esule e Ebron che regnare in Gerusalem- I doveri 2, 7, 33
me; stimò il valore anche nel nemico, ri-
tenne di dover rendere giustizia anche a
28
coloro che avevano preso le armi contro Davide si pro/essa innocente
di lui non meno che ai suoi. Ammirò in-
fine il generale Abner, valorosissimo co-
Uccisione di un innocente
mandante dell'esercito nemico, che gli Allo stesso re Saul, crudele qual era,
moveva guerra, non lo respinse quando disse suo figlio Gionata: Non peccare con-
chiese la pace, l'onorò chiamandolo alla tro il tuo servo Davide, e: Perché pecchi
394 2 Samuele

contro un sangue innocente, con l'uccidere questi re ti inducano a togliere questo


Davide senza un motivo? (1 Sam 19, 5). peccato dal tuo regno; e lo toglierai umi-
Perché, pur essendo re, se avesse ucciso liando davanti a Dio la tua anima. Sei un
un innocente, avrebbe peccato. Perciò an- uomo e hai subito una tentazione: vinci-
che Davide - quando era gia sul trono -, la. Il peccato non si cancella se non con
avendo sentito che Abner, sebbene inno- le lacrime e la penitenza. Non può can-
cente, era stato ucciso da Gioah - coman- cellarlo né un angelo né un arcangelo; il
dante del suo esercito -, disse: Sono inno- Signore stesso, che solo può dire: Io so-
cente io e il mio regno d'ora innanzi e in no con voi (Mt 28, 20), se abbiamo pec-
eterno del sangue di Abner, figlio di Ner, e cato, non perdona se non a coloro che si
digiunò profondamente addolorato. · mostrano pentiti.
Ti ho scritto questo, non per turba- Ambrogio,
re il tuo animo, ma perché gli esempi di Lettere fuori collezione 11, 1O

(IL DOLORE DI DAVIDE PER LA MORTE DI ABNER (3, 31-39)]

L'UCCISIONE DEL FIGLIO DI SAUL ls- BAAL

( ... )Ma Davide rispose a Recab e a Baana suo fratello, figli di Rimmon
il Beerotita: «Per la vita del Signore che mi ha liberato da ogni angoscia: se
ho preso e ucciso in Ziklag colui che mi annunziava: Ecco è morto Saul cre-
dendo di portarmi una lieta notizia, per cui dovessi io dargli un compenso,
ora che uomini iniqui hanno ucciso un giusto in casa mentre dormiva, non
dovrò a maggior ragione chiedere conto del suo sangue alle vostre mani ed
eliminarvi dalla terra?». Davide diede ordine ai suoi giovani:· questi li uc-
cisero, tagliarono loro le mani e i piedi e li' appesero presso la piscina di
Ebron. Presero poi il capo di Is-Baal e lo seppellirono nel sepolcro di Ab-
ner in Ebron (4, 1-12).
Recab e Baanà non vengono uccisi per essersi macchiati dell'omicidio di un giusto, ma .
per averlo ucciso quando era senza colpa (Girolamo).

11 12
- Davide condanna gli assassini di Is- '· sta del nemico, furono uccisi da Davide,
Baal dicendo: Uomini iniqui hanno ucciso un ·
giusto in casa mentre dormiva. Is~Baal
Is-Baal, il figlio di Saul, è ucciso a certamente non· era giusto, e tuttavia in
tradimento da Recab e Baanà, figli di quel passo è chiamato giusto perché fu
Rimmon il Beerotita. E dopo che lo an- ucciso senza colpa.
Girolamo,
nunciarono a Davide mostrandogli la te- Contro i Pelagiani 1, 38
Davide re su tutto Israele (5, 1-5) 395

DAVIDE RE SU TUTIO ISRAELE

Vennero allora tutte le tri'bù d'Israele da Davide in Ebron e gli dissero:


«Ecco noi ci consideriamo come tue ossa e tua carne» (5, 1-5). .
Quattro i significati attribuiti dalla Scrittura al termine «carne» (Giovanni Cassiano).
I: atteggiamento rispetto al proprio popolo denota umiltà nell'eseguire la volontà di Dio
(Ambrogio).

1
Siamo le tue ossa e la tua carne Santità di cuore e giustizia di Davide
E ancora, di fronte a coloro che cer-
Il termine «carne» è usato con signi-
cavano <l'ingannarlo, non apriva la sua
ficati diversi bocca e, come se non udisse, pensava di
Noi leggiamo che il termine «carne» non dover replicare in alcun modo; non
nelle Scritture è adoperato in molti sensi: rispondeva alle offese; quando si cercava
. qualche volta significa tutto l'uomo, quel- di umiliarlo, pregava; quando lo si male-
lo cioè che egli ristÙta in corpo e anima, diceva, benediceva. Camminando nella
come in questo passo: «Il Verbo si è fatto semplicità, evitando i superbi, seguendo
carne» (Gv 1, 14), come pure in quest'al- coloro che erano senza mac_chia, egli me-
tro passo: «Ogni carne vedrà la salvezza di scolava la cenere alle proprie vivande,
Dio» (Le 3, 16). Qualche volta indica gli piangendo i propri peccati e allungava la
uomini peccatori e carnali, come in questo sua bevanda con le lacrime. Ben a ragio-
passo: «Il mio spirito non rimarrà in que- ne fu così richiesto da tutto il popolo che
sti uomini: essi sono carne» (Gn 6, 3). Tal- veniva a lui da tutte le tribù d'Israele di-
volta viene posto in luogo dei peccatori cendo: Ecco noi siamo ossa tue é carne
stessi, come qui: «Voi non siete nella car- tua; già in passato, quando Saul viveva e
né,.,ma nello spirito» (Rm 8, 9), e di nuo- regnava su noi~ eri tu che conducevi e ri-
vo: «La carne e H sangue non verranno in conducevi Israele. E il Signore ti ha detto:
possesso del regno di Dio» (1Cor15, 50), Tu pascerai il mio popolo. Perché dovrei
e così prosegue: «e nemmeno la corruzio- dire di più di colui sul conto del quale Id-
ne verrà in possesso dell'incorruzione» dio arrivò ad esprimere un tale giudizio
(ibid.). Talora significa parentela e consan- dicendo: Ho trovato Davide secondo il
guineità, come qui: <<Ecco, noi siamo ossa mio cuore (Sa! 88, 1)? Chi infatti, com-
tue e tua carne», come pure nella Lettera piendo la volontà di Dio, camminò come
ai· Romani: «(lo faccio onore al mio mini- lui nella santità del cuore e nella giustizia,
stero) nella speranza di suscitare la gelosia ottenendo il perdono ai suoi discendenti
di quelli della mia carne e di salvarne alcu- peccatori e conservando ai suoi eredi i
ni» (Rm 11, 14). Dobbiamo ora ricercare; privilegi?
tra i quattro sensi, qui esposti, quale sia Ambrogio,
quello che fa al caso nostro. I doveri 2, 7, 35
Giovanni Cassiano,
Conferenze ai monaci 4, 1O
396 2 Samuele

DAVIDE AITACCA I GEBUSEI

Il re e i suoi uomini mossero verso Gerusalemme contro i Gebusei che


abitavano in quel paese. Costoro dissero a Davide: «Non entrerai qui: baste-
ranno i ciechi e gli zoppi a respingerti>>, per dire: «Davide non potrà entrare
qui>>. Ma Davide prese la rocca di Sion, cioè la città di Davide. Davide procla-
mò in quel giorno: «Chiunque colpirà i Gebusei e li raggiungerà attraverso il
canale... Quanto ai ciechi e agli zoppi: sono in odio a Davide». Per questo di-
cono: «Il cieco e lo zoppo non entreranno nella casa» (. .. ) (5, 6-10).
Tertulliano confuta Marcione, che rifiuta di considerare Cristo figlio di Davide valen-
dosi di due passi scritturistici che ne attestano il diverso comportamento verso il cieco. La
strategia esegetica di Tertulliano mira a sottolineare il diverso atteggiamento dei due ciechi.

8
Il cieco e lo zoppo fede del cieco, che per giunta era così er-
rata? Eppure, anche l'espressione «figlio
Il Figlio di Davide di David» ci permette di respingere l'an-
titesi 5. Infatti, ciechi furono coloro che
Se poi, una volta dei ciechi avevano avevano offeso David, e ora un uomo del-
offeso Davide nella riconquista di Sion la stessa carne si era offerto supplice al fi-
impedendo che entrasse, costituendo la glio di David; per que$to motivo il figlio
figura del popolo, ugualmente cieco, che di David, placato in qualche modo, resti-
in futuro non avrebbe ammesso Cristo, tuì la vista a quel cieco che gli aveva dato
figlio di Davide, questo sarebbe stato il soddisfazione, testimoniando in favore
motivo per cui al contrario Cristo aiutò il della sua fede, secondo la quale il cieco
cieco? Egli cioè avrebbe voluto mostrare, aveva creduto proprio di dover supplica-
cosl facendo, di non essere figlio di Davi- re il figlio di David. E tuttavia, era stata
de, perché, animato da diversi sentimen- l'audacia di quegli altri ciechi a offendere
ti, era buono verso i ciechi, che Davide . David, io credo, non la loro infermità.
invece aveva fatto uccidere. Ma allora Tertulliano,
perché disse di aver concesso questo alla Contro Marciane 4, 36, 13

DAVIDE HA LA MEGLIO SUI fILISTf:I

(. .. ) Quando i Filistei vennero a sapere che avevano consacrato Davide


re d}Israele, salirono tutti per dargli la caccia, ma appena Davide ne fu in-

5 Testo guasto e traduzione congetturale.


1l trasporto dell'arca del Signore degli eserciti (6, 1-5) 397

formato, discese alla fortezza. Vennero i Filistei e si sparsero nella valle di


Refaim. Davide consultò il Signore chiedendo: «Devo andare .contro i Fili-
stei? Li metterai nelle mie mani?». Il Signore rùpose a Davide: «Va' pure,
perché certo metterò i Filistei nelle tue mani» (. .. ) (5~ 11-25).
Il costante riferirsi di Davide al Signore dimostra come la forza per ottenere la vittoria
risieda nella fede (Ambrogio).

19
Davide consultò il Signore straordinario coraggio, tapparono le fauci
dei leonz~ spensero t ardore del fuoco, :,fug-
Fede e coraggio girono alla punta della spada, attinsero
forza dalla loro debolezza (Eb 11, 33-34).
Successivamente non iniziò mai una Essi non riportarono, sostenuti da una
guerra se non dopo aver consultato il Si- scorta di legioni, una vittoria comune con
gnore. Vmcitore perciò in tutte le batta- molti, ma, con la sola virtù dell'animo lo-
glie, gagliardo sino ali'estrema vecchiaia, ro, ottennero un meraviglioso trionfo su-
intrapresa la guerra contro i Titani 6, si gli infedeli. Quanto fu invincibile Danie-
cacciava combattendo tra le file nemiche, le che non ebbe paura dei leoni ruggenti
desideroso di gloria, incurante della pro- ai suoi fianchi (cf. Dn 14, 38) ! Le belve
pria incolumità (cf. 2 Sam 21, 15-22). Ma ruggivano, ed egli consumava tranquillo
non è questa la sola fortezza meritevole di il suo pasto (cf. Dn 14, 33-39).
gloria. Stimiamo gloriosa anche la fortez- Ambrogio,
za di coloro i quali, per la loro fede, con I doveri 1, 35, 177-178

IL TRASPORTO DELL'ARCA DEL SIGNORE DEGLI ESERCITI


·(... )Posero l'arca di Dio sopra un carro nuovo e la tolsero dalla casa di
Abinadab che era sul colle; Uzza e Achio, figli di Abinadab) conducevano il
carro nuovo: Uzza stava presso l'arca di Dio e Achio precedeva l'arca. Davi-
de e tutta la casa d'Israele facevano festa davanti al Signore con tutte le for-
ze, con canti e con cetre, arpe) timpani~ sistri e cembali (6, 1-5).
Il canto di Davide e dei figli di Israele davanti alr arca è un canto unanime di preghie-
ra la cui armonia si accorda con la sinfonia celeste (Origene).

6 Ambrogio chiama i così i Filistei per la statura gigantesca di alcuni dei loro guerrieri (cf. 2 Sam
21, 15-22).
398 2 Samuele

45
· Fare festa davanti al Signore ti avrei congedato con festa e con canti:
con musiche, timpani e cetra (Gn 31, 27).
La musica divina Molto affine a· tale sinfonia è quello
che sta scritto nel secondo Libro dei Re-
Vt' dico ancora: se due di voi sopra la gni, quando i fratelli di Aminadab prece-
terra si accorderanno qualunque cosa do- devano l'arca, e Davide e i figli di Israele
manderanno, gli sarà data (Mt 18, 19). facevano festa davanti al Signore con
Il termine «sinfonia» (consonanza) si strumenti accordati, con tutta la forza e
usa propriamente in musica ad indicare con canti. In effetti gli strumenti accorda-
gli accordi tra le voci; e certo per i musi- ti con forza e con canti- avevano in sé la
ci ci sono suoni che tra loro si accordano, «sinfonia» musicale, la quale può giunge-
altri che non si accordano. Anche la re a tal punto, che se solo due, in accor-
Scrittura, nei Vangeli, conosce questo do con la musica spirituale e divina, pre-
termine usato in senso musicale, lì dove sentano domanda su qualsiasi cosa al Pa-
dice: Udì accordi e danze (Le 15, 25). Si dre celeste, il Padre concede quanto ri-
addiceva infatti all'armonia dovuta al ri- chiesto a quelli che hanno pregato unani-
torno del figlio perduto e ritrovato al pa- mi sulla terra (cosa assai rara), per aver
dre (cf. Le 15, 25) ascoltare una «sinfo- loro fatto unanimemente riecheggiare
nia» (ibid.) per la gioia della famiglia. nella suddetta sinfonia ciò per cui avran-
Non conosce invece il termine «sin- no pregato.
fonia» il perfido Labano quando parla a Origene,
Giacobbe: Se tu me l'avessi annunciato, Commento a Matteo 14, 1

L'IRA DEL SIGNORE CONTRO UZZA

(. .. )Ma quando furono giunti all'aia di Nacon, Uzza stese la mano ver-
so l'arca di Dio e vi si appoggiò perché i buoi la facevano piegare. I:ira del
Signore si accese contro Uzza; Dio lo percosse per la sua colpa ed egli morz'
sul posto, presso l'arca di Dio. Davide si rattristò per il fatto che il Signore
si era scagliato con impeto contro Uzza; quel luogo fu chiamato Perez-Uzza
fino ad oggi. Davide in quel giorno ebbe paura del Signore e disse: «Come
potrà venire da me l'arca del Signore?». Davide non volle trasferire l'arca
del Signore presso di sé nella città di Davide, ma la fece portare in casa di
Obed-Edom di Gat (. .. ) (6, 6-11).
L'episodio di Ozia dimostra come la colpa cresca in proporzione alla dignità della vit-
tima (Salviano di Marsiglia). L'alterazione della verità, anche in minima parte, è una viola-
zione che deve essere severamente punita e condannata (Giovanni Crisostomo). Il racconto
sui sacerdoti EH e Uzza sottolinea come al sacerdote sia richiesta l'integrità d'animo (Gre-
gorio Nazianzeno). Ozia viene punito per la propria ignoranza (Girolamo).
l:ira del Signore contro Uzza (6, 6-11) 399

61
- Dio percuote Uzza per la sua colpa P reservare la verità da ogni altera-
zione
La colpa cresce in proporzione alla
dignità di chi ne è vittima E vogliono .stravolgere l'evangelo di
Cristo (Gal 1, 7). E certamente introduce-
Del resto, se a nessuno è permesso di vano un solo precetto o due, volendo ri-
scalfire l'onore di una personalità illustre pristinare soltanto la circoncisione e l' os-
e potente, e se chi lo fa viene dichiarato servanza dei giorni B; ha detto però che
colpevole dal codice e viene condannato l'evangelo veniva stravolto, per indicare
legalmente in quanto calunniatore, che una piccola falsificazione corrompe il
quanto più sacrilego è il delitto di uno · tutto. Come infatti nelle monete reali chi
che offende Dio? La colpa, infatti, di chi mutila leggermente l'impronta falsifica
commette un reato di offesa cresce sem- tutta la moneta, così anche chi stravolge,
pre in Ptoporzione alla dignità di chi ne sia pure in mmima parte, la retta fede ne
è vittima, poiché è inevitabile che quanto corrompe la totalità, avviandosi, da que-
più nobile è la persona che subisce l' offe- sto inizio, verso esiti peggiori.
sa, tanto più grave è l'imputabilità di chi Dove sono quelli che ci accusano di
la commette. Per questo troviamo scritto essere rissosi a causa del dissidio con gli
nella Legge che, anche coloro che hanno eretici? Dove sono ora quelli che dicono
commesso mancanze apparentemente che non c'è alcuna differenza tra noì e lo-
leggere contro un comandamento divino, ro, ma il dissenso nasce dalla brama di
sono stati nondimeno puniti con estrema potere? Ascoltino le parole di Paolo, che
severità 7. Dovremmo pertanto capire cioè hanno stravolto I'evangelo coloro
che niente di ciò che tocca a Dio si deve che hanno innovato sia pure di p,oco.
ritenere leggero, visto che anche la colpa Questi 9 però non hanno innovato poco;
per un'azione apparentemente banale di- come infatti (potrebbe essere) poco, se
ventava nei confronti di Dio una .grossa affermano che il Figlio di Dio è una crea-
offesa. Ozia, per esempio, quel levita di tura? Non hai udito, che .nell'Antico Te-
Dio, in che cosa violò il comandamento stamento uno che aveva raccolto la legna
sa.ero quando cercò di sostenere l'arca di sabato, trasgredendo un solo precetto,
dèl, Signore che stava per cadere? Nella e nemmeno il più importapte, fu punito
Legge un caso del genere non era con- nel modo più grave (cf. Nm 15, 32ss.)? e
templato, e tuttavia nel momento stesso che Oza, il quale aveva puntellato l'arca
che la toccò per tenerla in piedi restò ful- che stava per rovesciarsi, morì all'istante,
minato. Ora, non pare affatto che Ozia perché si era arrogato un ufficio che non
abbia commesso un reato tipico di ribel- gli spettava? La violazione del sabato
lione, neppure intenzionalmente; fu pro- . quindi e l'aver toccato l'arca che stava ca-
prio nello svolgere il suo ufficio che man- dendo fecero irritare Dio a tal punto che
cò al suo dovere: osò fare un gesto che chi aveva tanto osato non ottenne nem-
non era prescritto. meno un po' di indulgenza; chi corrompe
Salviano di Marsiglia, delle verità venerabili e ineffabili potrà
Il governo di Dio 6, 10, 53-54 ottenere giustificazione ·e indulgenza?

7 Cf. anche in proposito gli esempi citati da Salviano ne] primo libro (parr. 49-60).
8 Relativamente all'osservanza dei giorni, cf. Gal 4, 10.
9 Si aJlude agli ariani.
400 2 Samuele

Non è possibile, non è possibile. Ma la l'olio delle unzioni e il profumo dell'in-


causa di tutti i mali consiste nel fatto di censo (cf. Es 31, 11). Ed era stabilito per
non sdegnarsi anche per le colpe meno legge che non entrasse nel Tempio chi,
gravi. I peccati più gravi sopraggiungono nell'anima o nel corpo, non fosse puro fin
perché quelli meno rilevanti non ricevo- nella più piccola partè. A tal punto non si
no un'adeguata correzione. Come, per aveva l'ardire di entrare nel Santo dei
quanto riguarda il corpo, chi trascura le Santi che ciò era permesso ad una sola
ferite provoca febbri, infezioni e quindi persona ed una sola volta ali' anno (cf. Es
la morte, così anche riguardo all'anima, 30, 10), e parimenti non si permetteva a
chi non si cura dei mali piccoli dà spazio nessuno di guardare o di toccare il velo,
a quelli più grandi. l'arca> il propiziatorio o i cherubini.
Giovanni Crisostomo, Gregorio Nazianzeno,
Commento alla lettera ai Galati 1, 6 Orazioni 2, 12> 93-94

39
Punizione dei sacerdoti malvagi · Davz'de è rattristato e intimorito
Conosco anche la storia del sacerdo- Paura di un giudizio simile
te Eli e del sacerdote Uzza, di poco po-
steriore. Eli fu punito a causa della colpa Quando l'arca veniva condotta a Ge- ·
che i figli osavano commettere riguardo rusalemme e i buoi, scivolando, stavano
ai sacrifici, scegliendo dal lebete 10 prima facendo inclinare il carro da un lato, Ozia
del momento opportuno, e questo sebbe- il levita mise la mano sull'arca per soste-
ne il padre non approvasse la loro empie- nerla. E subito segue: I:ira del Signore si
tà, ma li avesse spesso rimproverati (cf. 1 accese contro Uzza; Dio lo percosse per la
Sam 2, 12-14.22-24). Uzza, avendo solo sua colpa ed egli morì sul posto> presso l'ar-
toccato l'arca che era stata trascinata via ca di Dio. Davide si rattristò per il fatto
dal vitello, la salvò, ma ·dovette pagare che il Signore si era scagliato con impeto
con la propria vita, perché Dio protegge- contro Uzza; quel luogo fu c,hiamato Perez-
va la sacralità dovuta alla sua arca. Io so Uzza fino ad oggi. Davide in quel giorno
che i biasimi che si possono rivolgere ai ebbe paura del Signore e disse: «Come po-
corpi dei sacerdoti o delle vittime sacrifi- trà venire da me l'arca del Signore?». Da-
cali non rimangono inesaminati, ma il fat- vide, giusto e profeta e unto come re, che
to che sia stato stabilito per legge che uo- il Signore scelse secondo il suo cuore per
mini perfetti conducano bestie sacrificali fare la propria volontà, vede l'ignoranza
perfette (cf. Lv 21, 17-23) è simbolo, cre- punita con il furore del Signore, si spa-
do, dell'integrità dell'anima. Così non era venta e si rammarica, e non chiede a Dio
lecito a nessuno toccare la veste sacerdo- le ragioni per le quali ha colpito con vio-
tale o uno dei vasi sacri, né che le vittime lenza l'ignoranza, ma teme moltissimo un
venissero consumate da chi non era stato simile giudizio.
designato né al di fuori del tempo e del Girolamo,
luogo stabilito (cf. Lv 8, 31), né imitare Dialogo contro i Pelagt'ani 1, 39

10 Si tratta della caldaia dove si cuocevano i pezzi dell'animale sacrificato.


L'arca viene trasportata nella città di Davide (6, 12-15) 401

L'ARCA VIENE TRASPORTATA NELLA CITTÀ DI DAVIDE

(... ) Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore. Ora Davide
era cinto di un e/od di Uno. Così Davide e tutta la casa d}Israele trasporta-
vano Farca del Signore con tripudi e a suon di tromba (6, 12-15).
Davide celebrava con una danza piena di gioia di fronte all'arca, nella quale vedeva pre-
figurati Maria e il mistero dell'incarnazione di Cristo; cosl i fedeli devono celebrare le noz-
ze della Chiesa con Cristo (Massimo di Torino). Non si tratta di un invito a sedere nei tea-
tri dei pagani (Novaziano). Il fatto che Davide, un re, non svergogni di danzare per il Signo-
re davanti al proprio popolo, ne denota la grande umiltà (Gregorio Magno).

14
Davide danza davanti altarca del Si- mento che egli prima delle nozze aveva
gnore danzato con tanta esultanza davanti ali' ar-
ca. Ma come. chiameremo l'arca se non
Celebrazione delle nozze con balli e santa Maria, p~iché l'arca portava nel suo
canti interno le tavole del Patto, e Maria porta-
va l'erede del Patto stesso? Quella conser-
Gli uomini sono soliti secondo il loro vava nel suo interno la Legge, questa te-
costume, quando i loro voti sono appaga- neva il Vangelo; quella aveva la voce di
ti, cioè soprattutto in occasione delle noz- Dio, questa il vero Verbo; tuttavia l'arca,
ze, danzare e cantare; perciò anche noi dentro e fuori, splendeva del fulgore del-
abbiamo nozze desiderate nelle quali 1'oro, ma anche santa Maria, dentro e fuo-
dobbiamo ballare e cantare. Infatti faccia- ri, rifulgeva dello splendore delle vergini-
mo festa perché i nostri voti sono appaga- tà: quella era adorna d'oro terreno, questa
ti, quando la Chiesa si Wlisce a Cristo, co- d'oro celeste.
me dice Giovanni: Chi possiede la sposa è Massimo di Torino,
10'.,rposo (Gv 3, 29). Per queste nozze biso- Sermoni 42, 5
. gnà che noi danziamo, perché si dice che
Davide, re ad un tempo e profeta, mentre
aveva composto molti canti profetici, Non si tratta di un incoraggiamento
danzasse anche davanti all'arca dell'alle- a sedersi a teatro
anza. Trasportato infatti dalla gioia, si ab-
bandonò alla danza; prevedeva nel suo E che David abbia guidato i cori al
spirito che Maria, discendente della sua cospetto di Dio non incoraggia i fedeli cri-
stirpe, doveva essere associata al talamo di stiani a sedersi nel teatro: egli infatti non
Cristo, e perciò disse: Ed egli, come sposo, ha rappresentato a passo di danza alcun li-
uscirà dal tuo talamo (Sal 18, 6). Perciò bidinoso dramma greco distorcendo il suo
egli cantò di più rispetto a tutti gli altri corpo in movimenti osceni. Arpe, stru-
profeti, perché più gioioso di tutti attra- menti a corda, flauti, tamburi e cetre suo-
verso queste manifestazioni di letizia uni- navano per il Signore, non per un idolo. In
va in matriinonio i suoi posteri; e, invitan- nessun luogo, dunque, è prescritto che si
doci a partecipare alla propria gioia in possa essere spettatori di cose illecite.
· modo più dolce del solito, ci insegnò che Novaziano,
cosa dobbiamo fare nelle nozze, dal mo- Gli' spettacoli 3, 2
402 2 Samuele

Nobiltà attraverso l'umiltà usarle come ricchezze terrene. Infatti, del-


le ricchezze terrene, alcuni nella loro su-
Perciò gli uomini lo temeranno e tut- perbia se ne servono per ostentare la loro
ti quelli che si ritengono sapienti" non ose- gloria, mentre altri se ne servono per ope-
ranno contemplarlo (Gb 37, 24). Qui Eliu re di misericordia verso i bisognosi. Sicco-
chiama «uomini» quelli che hanno un'in- me spesso succede che gli stessi doni che
telligenza superiore. E si noti che non di- si è contenti di ricevere allontanino l'ani-
ce «non oseranno contemplarlo i sapien- mo incauto dall'opera del donatore, oc-
ti», ma quelli che si ritengono sapienti. corre vigilare e prowedere a vincere pri-
Con tali parole allude a quelli che sanno ma i vizi e poi a custodire con cautela i do-
parlare ma sono arroganti. Eliu quindi, ni. Giacché, se 1' animo si abbandona in-
che ha molti pensieri validi, alla fine dd cautamente ad essi, i doni non lo aiutano a
suo discorso colpisce se stesso. Gli uomi- progredire ma diventano motivo di con-
ni arroganti e dotti, che non vivono retta- danna, come se avesse già ricevuto la ri-
mente ma per esigenza d'insegnamento compensa per le fatiche compiute. Quan-
sono costretti a dire cose giuste, diventa- do una virtù viene usata per vanagloria,
no in qualche modo essi stessi araldi del- non è più virtù, perché è servizio del vizio.
la propria condanna perché, rifiutando Siccome l'origine della virtù è l'umiltà,
ciò che come predicatori suggeriscono germoglia dawero in noi quella virtù che
agli altri, pronunciano la propria condan- rimane nella sua propria radice, cioè nel-
na con la loro bocca. Contro costoro va- l'umiltà. Se si stacca da questa inaridisce,
le la sentenza del salmista: Si mutarono in perché rimane priva della linfa della carità
arco distorto (Sal77, 57). Sì, l'arco distor- che intimamente la alimenta.
to colpisce chi lo tende. Con le loro paro- E poiché con ciò che dice Eliu: Tutti
le le lingue degli arroganti sono simili al- quelli che ritengono di essere sapienti ose-
1' arco distorto perché, quando parlano ranno contemplarlo, viene riprovato l' or-
contro l'orgoglio, infiggono le frecce goglio occulto del cuore, è bello notare
contro i loro autori. Perciò bisogna evita- quanti doni di virtù aveva ricevuto Davi-
re con la massima cura che la sapienza ri- de e come con tutti questi doni si mante-
cevuta mentre illumina le tenebre del- neva saldo nell'umiltà. Chi non si esalte-
l'ignor~nza, non tolga il lume dell'umiltà. rebbe se potesse spezzare le mascelle dei
Non è più sapienza quella che risplende, leoni, dilaniare le zampe degli orsi (cf. 1
sì, per la potenza della parola, ma che Sam 17, 34-36), essere scelto a preferenza
con il velo dell'orgoglio oscura il cuore di dei fratelli maggiori, essere unto per go-
chi parla. vernare il regno al posto del re riprovato
Ci sono beni sorruni e beni medi. Be- (cf. 1Sam17, 49), abbattere con un solo
ni sommi sono la fede, la speranza e la ca- sasso Golia temuto da tutti (cf. 1 Sam 18,
rità. Se uno li possiede davvero, non c'è 25-27), uccidere i Filistei e portarne i pre-
pericolo che possano cambiarsi in male. puzi al re nel numero da lui stabilito (cf.
Beni medi sono la profezia, la dottrina, il 2 Sam 5 , 1-4), ottenere infine il regno
potere di compiere guarigioni e simili, per promesso e dominare senza alcun contra-
i quali esistono due possibilità: o si usano sto sull'intero popolo di Israele (cf. 2 Sam
unicamente in vista della patria eterna, op- 6, 14)? E tuttavia, quando egli riporta a
pure in vista talvolta, della gloria terrena. Gerusalemme l'arca di Dio, quasi dimen-
Chiamiamo virtù medie queste, che pos- tico di essere il capo di tutti, mescolando-
siamo utilizzare nd senso che l'animo de- si al popolo danza davanti all'arca. E poi-
cide. Avendo queste virtù, l'animo può ché danzare davanti ali'arca pare che fos-
Mikal disprezza Davide (6, 16-23) 403

se costume del popolo, in omaggio a Dio i nemici; danzando alla presenza di Dio,
il re volteggia nella danza. Ecco, colui che vinse se stesso. Mical, figlia di Saul, resa
il Signore ha posto in modo unico al di dissennata dall'orgoglio dell'origine rega-
sopra di tutti si abbassa dinanzi al Signo- le, quando, fattosi piccolo, lo disprezzò
re, accomunandosi ai più uqiili fino a mo- dicendo: Beli'onore si è fatto oggi il re
strare la sua nudità. Non gli viene in men- d'Israele a mostrarsi scoperto davanti agli
te la potestà regale, danzando non teme occhi delle serve dei suoi servi~ come si sco-
di perdere il prestigio agli occhi dei sud- prirebbe un uomo da nulla (2 Sam 6, 20-
diti, non pensa ali'onore con clli è stato 21), prontamente si sentì rispondere: Di-
posto sopra gli ·altri davanti all'arca di chi nanzi' al Signore, che mi ha scelto invece di
gli ha conferito l'onore. Compie davanti a tuo padre (ibid.). E poi aggiunse: Danzerò
Dio gesti frivoli o al limite, per consolida- e mi abbasserò anche più di così (2 Sam 6,
re i gesti gloriosi con quella umiltà con 22). Come a dire chiaramente: Desidero
cui li aveva compiuti davanti agli altri. umiliarmi davanti agli uomini, perché
Non so che cosa pensino altri del suo mediante l'umiltà cerco di conservare la
comportamento. Io mi sorprendo più di mia nobiltà davanti a Dio.
Davide che danza che quando combatte. Gregorio Magno,
Combattendo, certamente egli sottomise Commento morale.a Giobbe 27, 46, 75-77

MIKAL DISPREZZA DAVIDE

Mentre l'arca del Signore entrava nella città di Davici Mikal figlia di
Saul, guardò dalla finestra)· vedendo il re Davide che saltava e danzava di-
nanzi al Signore) lo disprezzò in cuor suo. Introdussero dunque t arca del Si-
gnore e la collocarono al suo posto) in mezzo alla tenda che Davide aveva
pia,_ntata per essa)· Davide offrì olocausti e sacrifici di comunione davanti al
Signore. Quando ebbe finito di offrire gli olocausti' e i sacrifici di comunio-
ne) Davide bene4isse il popolo nel nome del Signore degli eserciti e distri-
buì a tutto il popolo) a tutta la moltitudine d'Israele, uomini e donne) una
focaccia di pane per ognuno) una porzione di carne e una schiacciata di uva
passa. Poi tutto il popolo se ne andò) ciascuno a casa sua. Ma quando Davi-
de tornava per benedire la sua famiglia, Mikal figlia di Saul gli.uscì incon-
tro e gli disse: «Bel!'onore si è fatto oggi il re di Israele a mostrarsi scoperto
davanti agli' occhi delle serve dei suoi servi: come si scoprirebbe un uomo da
nulla.'». Davide rispose a Mikal: «I:ho fatto dinanzi al Signore) che mi ha
scelto invece di tuo padre e di tutta la sua casa per stabilirmi capo sul popo-
lo del Signore, su Israele; ho fatto festa davanti al Signore. Anzi mi abbas-
serò anche più di così e mi renderò vile ai tuoi occhi: ma presso quelle serve
di cui tu parli, proprio presso di loro) io sarò onorato!». Mikal, figlia di Saul
non ebbe figli fino al giorno della sua morte (6, 16-23 ).
404 2 Samuele

Davide viene giustificato per aver danzato con umiltà di fronte ali' arca del Signore,
mentre Mikal, che lo criticò, per punizione venne condannata alla sterilità (Ambrogio).
Platone, condannando le mollezze e gli eccessi nel cibo, si rifà alle prescrizioni di modera-
zione della filosofia ebraica, così come dimostra la frugalità distribuita da Davide al popo-
lo (Clemente di Alessandria). La danza del profeta è una danza armonica dell'anima (Gre-
gorio di Nissa).

16
Mikal lo disprezzò in cuor suo ·~ Davide distribuisce cibo al popolo
Danzare in onore di Dio Giusta misura e sobrietà nel cibo
Ma anche una danza vera e propria, Perciò anche Platone, quello tra i fi-
se è fatta in onore di Dio, è da apprezza- losofi che con [più] zelo ricercò la verità,
re. Tant'è vero che danzò Davide davan- condanna una vita di mollezze e, riaccen-
ti all'arca. Michol, la figlia di Saul, lo vi- dendo la scintilla della filosofia ebraica,
de danzare e ritmare il suono su strumen- dice: Quando arrivai [in Sicilia], non mi
ti bene accordati al cospetto del Signore piacque a/fatto quella vita cosiddetta felz'-
e, dopo che fu tornato a casa, gli disse: . ce, tutta piena di· banchetti italici e siracu-
«Che onore si è fatto il re di Israele ad es- sani, una vita che consiste nel satollarsi
sersi spogliato oggi difronte alle sue giova- due volte al giorno, nel non dormire mai·
ni serve, come un ·ballerino qualsiasi!». da soli la notte e in tutte quelle abitudini
Ma rispose Davide a Micho~ al cospetto che conseguono a una vita del genere. Da
del Signore: «Benedetto il Signore, che ha ciò nessuno tra gli uomini che sono sotto il
scelto me al posto del padre tuo e di tutto cielo potrebbe mai ottenere saggezza, se da
il tuo casato per stabilirmi capo sopra quando è giovane frequenta tali cose, né
Israele, suo popolo. Ed io danzerò al co- raggiungerà mai una natura eccelsa 11. A
spetto del Signore e mi denuderò ancora Platone infatti non era ignoto Davide;
cosi' e sarò 'spregevole al tuo cospetto, ma questi, dopo che collocò l'arca santa nel-
troverò gloria con quelle giovan~ assieme la sua città in mezzo alla tenda, dando
alle quali tu hai detto che mi sono spoglia- gioia a tutto il popolo a lui soggetto, di-
to». E - sta scritto - Michal, la figlia di stribuì di fronte al Signore a tutta la molti-
Sau~ non ebbe figltfino al giorno della sua tudine di Israele - uomini e donne - una
morte. È questo un chiaro esempio che il focaccia di pane per ciascuno, una frittella
profeta, che ritmava il suono su strumen- e una sfogliata fritta. Questo è cibo fruga-
ti musicali e che danzò davanti all'arca le, il cibo degli Israeliti, mentre quello pa-
del Signore, ottenne giustificazione, men- gano è in eccesso.
tre quella che lo criticò per punizione ri- Clemente di Alessandria,
mase sterile. Il pedagogo 2, 18, 1
Ambrogio,
Commento al Salmo 118 7, 27

11 Platone, Epistolae, VII, 326bc.


Davide dest"dera costruire una casa per il Signore (7, 1-11) 405

20 2
· } Davide ri'sponde a Mikal Cordoglio e gioia

Umiliazione dinanzi a Dio Tempo di far cordoglio e tempo di dan-


zare (Qo 3, 4): eh~ non è altro se non un'in-
Non si vergognò Davide, che, da- tensificazione delle già menzionate azioni
vanti all'arca della .testimonianza, danzò di piangere e ridere. La Scrittura, infatti,
alla presenza di tutto il popolo (. .. ). Ma chiama cordoglio il lamento profondo e in-
queste azioni, che sotto raspetto materia- tenso. Analogamente, anche la danza indi-
le sono vergognose, in rapporto alla san- ca l'intensità della gioia, come apprendia-
ta religione sono da considerarsi degne di mo dal Vangelo, laddove dice: Vi abbiamo
rispetto, così che chi le riprova, fa cadere suonato ilflauto e non avete danzato, abbia-
la propria anima nei lacci 12 della riprova- mo fatto la.menti e non avete fatto cordoglio
zione. Quindi, Michol critica Davide che (Mt 11, 17; Le 7, 32). La storia sacra narra
danza(. .. ). che a questo modo gli Israeliti fecero cor-
Davide dunque non arrossì per le doglio per la morte di Mosè (cf. Dt 34, 8),
opinioni femminili né si vergognò d 'esse- e Davide danzò precedendo l'arca e mo-
re oggetto d'obbrobrio davanti alle don- strandosi in un atteggiamento per lui inu-
ne per manifestare il suo ossequio alla re- suale quando riconquistò l'arca sottraen-
ligione. Danzava per il Signore il suo ser- dola alle popolazioni straniere. Dice la
vo, e gli era maggiormente gradito perché Scrittura che allora Davide cantò canti ar-
si umiliò in tal modo davanti a Dio da po- monici accompagnandosi sulla lire e dan-
sporre la dignità regale e prestargli come zando aritmicamente, e col ritmico màvi-
uno schiavo i più bassi servigi. Del resto, mento del corpo palesò la sua gioia interio-
quella che aveva biasimato una tale dan- re. Poiché dunque l'uomo consta di due
za, condannata alla sterilità, non procreò elementi, l'anima e il corpo, e parimenti
prole regale per evitare che generasse es- duplice condizione ha la vita di ciascuno di
seri superbi e- com'è giusto - non otten- questi elementi, sarebbe bene che coloro
ne successione alcuna alla sua posterità e che fanno cordoglio per la vita corporea (e
ai suoi meriti. · in questa vita molte sono le ragioni di pian-
Ambrogio, gere), preparassero una danza armonica
Libro IV, lettera 27, 4, 6-7 per la propria anima.
Gregorio di Nissa,
Omelie sull'Ecclesiaste 6

DAVIDE DESIDERA COSTRUIRE UNA CASA PER IL SIGNORE

Il re, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato tre-
gua da tuiti i ·suoi nemici altintorno, disse al profeta Natan: «Vedi, io abi-
to in una casa di cedro, mentre l'arca di Dio sta sotto una tenda». Natan ri-
spose al re: «Va', fa' quanto hai t'n mente di fare, perché il Signore è con te».

12 Cicerone, Verrinae, act. Il, II, 42, ·102.


406 2 Samuele

Ma quella stessa notte questa parola del Signore fu rivolta a Natan: «Va) e
rtferisci al mio seroo Davide: Dlce il Signore: Forse tu mi costruirai una ca-
sa) perché io vi abiti? Ma io non ho abitato in una casa da quando ho fatto
uscire gli Israeliti daltEgitto fino ad oggi:· sono andato vagando sotto una
tenda, in un padiglione. Finché ho. camminato) ora qua) ora là, in mezzo a
tutti gli Israeliti, ho forse mai detto ad alcuno dei Giudici, a cui avevo co-
mandato di pascere il mio popolo Israele: Perché non mi edificate una casa
di cedro?» (. .. ) (7, 1-11).
Lo spirito profetico illumina le menti dei profeti non in modo continuo, come indica-
to dall'atteggiamento di Natan di fronte all'ipotesi di Davide di costruire il tempio (Grego-
rio Magno). La risposta negativa di Natan rivela che sarebbe stato Cristo il vero tempio di
Dio (Cipdano).

3
Fa'quanto hai in mente di/are al vecchio tempio per costruirne un al-
tro.
Lo Spiri~o Santo spira dove vuole E il Verbo del Signore andò da Natan
dicendo: va' e dt al mio servo Davide:
Lo spirito profetico illumina le men-
questo dice il Signore: non sarai tu ad edi-
ti dei profeti non in modo continuo, per-
ficarmi un tempio perché vi abiti: ma av-
ché, come è scritto dello Spirito Santo,
verrà quando t' tuoi giorni saranno com-
spira dove vuole (Gv 3, 8), e perciò dob-
piut~ e dormz'rai con i tuoi padr~ suscite-
biamo convincerci che spira anche quan-
rò il tuo seme dopo di te, che nascerà dal
do vuole. Ecco perché Nathan, al quale il
tuo ventre, e preparerò il suo regno. Que-
re chiese se potesse costruire il tempio,
sto edificherà un tempio in nome mio, e
prima disse di sl e poi disse di no.
ergerò il suo trono per sempre, e io gli sa-
Gregorio Magno,
rò padre, e egli mi sarà figlio, la sua casa
Dialoghi 2, 21, 3
avrà fede, e i'/ suo regno sarà per sempre
.' davanti a me. Cosi nel Vangelo dice il Si-
5
Forse tu mi costruirai una èasa? gnore: Non sarà lasciata nel tempio pietra
su pietra, che non sia distrutta e dopo tre
Cristo, il tempio di Dio giorni ne verrà innalzato un altro senza
fatica (Mc 13, 2).
Che la casa e il tempio di Dio sa- Cipriano,
rebbe stato Cristo e avrebbe posto fine A Quin·no 1, 15

IL SIGNORE ASSICURA A DAVIDE UNA DISCENDENZA

«Quan.do i tuoi giorni saranno compiuti' e tu giacerai con i tuoi padr~ io


assicurerò dopo di te la dt'scendenz_a uscita dalle tue viscere, e renderò stabi-
Il Signore assicura a Davide una discendenza (7, 12-17) 407

le il suo regno. Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabz'le per
sempre il trono del suo regno. Io gli sarò padre ed egli mi sarà fi'glio. Se farà
il male, lo castigherò con verga d'uomo e con i colpi che danno i figli' d1uo-
mo, ma non ritirerò da lui il mio favore, come l'ho ritirato da Saul che ho ri-
mosso dal trono dinanzi a te. La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sem-
pre davanti a me e il tuo trono sard reso stabile per sempre» (. .. ) (7, 12-17).
La promessa fatta a Davide-dal Signore si riferisce alla discendenza di Cristo (Tertul-
liano). Il Signore chiama regno di Davide il regno imperituro di Cristo (Basilio Magno).
L'episodio rientra tra le profezie messianiche (Giustino). il passo offre inoltre l'occasione
per considerare le possibili interpretazioni del termine «sonno» (Ilario di Poitiers).

12 13
· Il Signore renderà per sempre stabi- Un regno indistruttibile
le il suo regno
La tribù di Giuda tuttavia non ven-
ne mai meno, fino a che giunse colui che
Promessa del regno di Cristo
era aspettato. Tuttavia neppure questi
Perciò, quella nuova alleanza che ora sedette su un trono materiale, <;lal mo-
si trova in Cristo, sarà quella che allora il mento che il regno giudaico era ormai
Creatore prometteva, parlando di «sacre e passato a Erode, figlio di Antipatro di
fedeli realtà di Davide» (Is 55, 3), quelle Ascalona, e che Pilato governava sui
realtà che erano in Cristo, perché Cristo suoi figli, che avevano diviso la Giudea
discende da David. Anzi, proprio la sua in quattro principati, e Tiberio era impe-
carne costituirà «le sacre e fedeli realtà di ratore supremo dei Romani. Ma chiama
Davic:b>, sacre per il significato religioso e regno di David, su cui sedette il Signore,
fedeli per la sua resurrezione. Infatti, an- quel regno che non può essere distrutto.
che il profeta Nathan nel primo libro dei «Egli infatti è l'atteso delle genti» (Gn
Regni fa a David una proclamazione sulla 49, 10), non di una parte piccolissima
stia discendenza, dicendo: «Quello che della terra. «Sarà infatti - dice - la radi-
ver~à dal ventre di lui». Se tu questo lo vo- ce di Jesse e colui che sorge per essere il
lessi intendere come riferito semplicemen- capo delle genti; in lui le genti spereran-
te a Salomone, mi faresti ridere. Sembre- no» (ls 11, 1O). «Ti ho posto infatti co-
rebbe, infatti, che David avesse partorito me patto al popolo, a luce delle genti»
Salomone. O non s'intende anche qui Cri- (Is 42, 6). «E porrò - dice - nei secoli
sto, semenza di David, che sarebbe deri- dei secoli il suo seme, e il suo tono come
vato da quel ventre che sarebbe disceso da i giorni del cielo».
David, cioè dal ventre di Maria? Perché Basilio Magno,
anche la casa di Dio avrebbe dovuto co- Lettere 236, 3
stru~rla soprattutto Cristo, vale a dire,
l'uomo santo, nel quale, come in un tem-
pio migliore, avrebbe abitato lo Spirito di i -u Le promesse del Signore
4

Dio, e figlio di Dio avrebbe dovuto essere


considerato Cristo, piuttosto che Salomo- Interpretazione del termine «sonno»
ne, figlio di David.
Tertulliano, Molto spesso Dio chiama sonno la
Contro Marcione 3, 20, 8-9 m01te dei santi, come quando si rivolge al
408 2 Samuele

nostro stesso Davide: «Quando ti sarai ad- trafitto questo Cristo si percuoteranno
dormentato e riposerai con i tuoi padri, al- il petto (cf. Zc 12, 10-12; Gv 19, 37; Ap
lora io susciterò un discendente dalle tue 1, 7), come, in base alla Scrittura, ho di-
viscere; egli sarà figlio per me e io sarò pa- mostrato essere stato predetto. Ho an-
dre per lui»; e il Signore a proposito di che spiegato il fatto che il Signore ha
Lazzaro: <<Lazzaro dorme» (Gv 11, 11); e giurato al modo di Melchisedek (cf. Sal
I'Apostolo circa quelli che risorgeranno: 110, 4) e che cosa significava questo
«Noi, che siamo viventi, non avremo alcun preannuncio. Pure ho già detto sopra
vantaggio su coloro che saranno addor- che la profezia di Isaia che dice: La sua
mentati>> (1 Ts 4, 15). Una volta accolta la sepoltura sarà tolta di mezzo (Is 57, 2) ri-
totalità delle genti nel sonno della morte e guardava il fatto che Cristo doveva esse-
salvato il resto di Israele, allora sarà il tem- re sepolto e risorgere, così come ho det-
po di alzarsi, dopo essere stati seduti e aver to a più riprese che questo stesso Cristo
dormito. E poiché entro la pienezza dei è giudice di tutti i vivi é i morti. Anche
tempi sarà completa - secondo lapostolo - Natan, parlando di lui, cosl ha ammoni-
anche la totalità delle genti che si apriran- to Davide: Io gli sarò padre ed egli mi sa-
no alla fede, dice ancora: Quando avrà da- rà figlio. Non ritt'rerò da lui la mia mise-
to il sonno ai suoi diletti (Sal 126, 15). Indi- ricordia, come ho fatto con i suoi' prede-
ca cosl che il tempo di alzarsi, per quanti cessori. Lo stabilirò nella mia casa e nel
sono seduti, sarà anche il tempo in cui sarà suo regno per sempre. E quando Eze-
dato il sonno ai diletti. Allora sarà ormai chiele parla di colui che comanda nella
accolta ogni pienezza. casa (Ez 44 , 3) non intende altri che ·
Ilario di Poitiers, questi. È lui, infatti, il Cristo, sacerdote
Trattato sui Salmi, 126, 15 scelto e re eterno in quanto Figlio di
Dio; e non pensate che per la sua secon-
da venuta Isaia o gli altri profeti parlino
Profezie messianiche di sacrifici cruenti e libagioni da p resen-
Fareste meglio, dunque, a smettere tare sull'altare, b ensl parlano di azioni
il vostro atteggiamento litigioso e a pen- di lode sincere e spirituali e di azioni di
tirvi prima che giunga il gran giorno del grazie.
giudizio (cf. Ml 3, 23 ), in cui tutti i Giustino Martire,
membri delle vostre tribù che hanno Dialogo con Trifone 118, 1-2
Davide prega il Signore (7, 18-29) 409

DAVIDE PREGA IL SIGNORE

Allora t'l re Davide andò a presentarsi al Signore é disse: «Chi sono io,
Signore Dio, e che cos'è mai la mia casa, perché tu mi abbia fatto arrivare fi-
no a questo punto? E questo è parso ancora poca cosa ai tuoi occhi: mio Si-
gnore: tu hai parlato anche della casa del tuo servo per un lontano avveni-
re: e questa è come legge dell'uomo, Signore Dio! Che potrebbe dirti di più
Davide? Tu conosci il tuo servo, Signore Dio.' Per amore della tua parola e
secondo il tuo cuore hai compiuto tutte queste grandi cose, manifestandole
al tuo servo. Tu sei davvero grande Signore Dio! Nessuno è come te e non
vi è altro Dio fuori di te, proprio come abbiamo ud#o con i nostri orecchi.
E chi è come il tuo popolo, come Israele, unica nazt'one sulla terra che Dio
è venuto a riscattare come popolo per sé e a dargli un nome? In suo/avare·
hai operato cose grandi e tremende, per il tuo paese, per il tuo popolo che ti
sei riscattato dall'Egitto, dai popoli e dagli dèi. Tu hai stabili"to il tuo popo-
lo Israele per essere tuo popolo per sempre/ tu, Signore, sei divenuto il suo
Dio. Ora, Signore, la parola che hai· pronuncz'ata riguardo al tuo servo e al-
la sua casa, confermala per sempre e fa' èome hai detto. Allora il tuo nome
sarà magnificato per se,mpre così: Il Signore degli eserciti è il Dio d'Israele.'
La casa del tuo servo Davide sia dunqùe stabile davanti a te! Poiché tu, Si-
gnore degli eserciti: Dz'o d'Israele, hai.fatto una rivelazione al tuo servo e gli
hai detto: Io ti edificherò una casa! percz'ò il tuo servo ha trovato l'ardire dt'
rz'volgerti questa preghiera. Ora, Signore, tu sei Dio, le tue parole sono veri-
tà e hai promesso questo bene al tuo servo»(. .. ). (7, 18-29).
' La casa di Davide è la casa di Dio; casa cli Davide a motivo della stirpe di Davide e an-
che càsa di Dio a motivo del tempio di Dio, strutturato di uomini e non di pietre, in cui de-
ve abitare in eterno il popolo con Dio, nel suo Dio, e Dio con il popolo, nel suo popolo
(Agostino).

ia-29 Davide andò a presentarsi al Si- nell'Antica Alleanza prima che fosse rive-
gnore lata la Nuova, come in quelli che, ormai
rivelata la Nuova Alleanza, appartengono
apertamente al Cristo, come si può osser-
Costruire la casa di Dio
vare. Non si deve attendere una benedi-
Quindi il pensiero che segue a con- zione del Signore che duri per un perio-
clusione del Salmo: La benedizione del Si- do di tempo, come si manifestò al tempo
gnore per sempre1 amen1 amen (Sal 88, di Salomone, ma che duri in eterno e in
53), conviene assai a tutto il popolo di questa infallibile attesa s'invoca: Amen 1

Dio che appartiene alla celeste Gerusa- amen. È conferma di una simile attesa la
lemme, tanto in coloro che erano occulti ripetizione della parola. Davide,· che ca-
410 2 Samuele

piva questa verità, dice nel Secondo Libro Quindi poiché con parole di Natan si di-
dei Re da cui son passato al Salmo citato: ce: Il Signore ti avvertirà di edificargli una
Tu hai parlato a favore della casa del tuo casa, poco dopo con parole di Davide:
servo per un lontano avvenire. Perciò po- Tu, Signore onnipoten,te, Dio d,Israele, hai
co dopo soggiunge: Comincia adesso e be- rivelato al tuo servo: ti edificherò una casa.
nedici la casa del tuo servo fino alt'eterni- Anche noi edifichiamo questa casa viven-
tà e il resto. Davide appunto stava per ge- do onestamente, aiutandoci Dio affinché
nerare un figlio, dal quale la sua posterità viviamo onestamente perché se il Signore
doveva giungere a Cristo, per la cui me- non edificherà la casa, invano hanno lavo-
diazione la sua casa sarebbe diventata rato quelli che la edificavano (Sai 127, 1) .
eterna perché era anche la .casa di Dio. Quando avverrà l'ultima inaugurazione
Casa di Davide a motivo della stirpe di di questa casa, allora si avvererà ciò di cui
Davide ed anche casa di Dio a motivo del ha parlato il Signore mediante Natan con
tempio di Dio, strutturato di uomini e le parole: Fisserò un luogo al mio popolo
non di pietre, in cui deve abitare in eter- Israele, ve lo stabilt'rò ed esso abiterà nella
no il popolo con Dio, nel suo Dio, e Dio propria casa, non sarà più turbato e l'ini-
con il popolo, nel suo popolo. Così Dio quo non oserà più opprimerlo come in pas-
appaga il suo popolo e il popolo è appa- sato quando ho dovuto stabilire i Giudici
gato dal suo Dio quando Dio sarà tutto in sul mio popolo Isra,ele.
tutti (cf. 1 Cor 15, 28), Egli premio nella Agostino,
pace perché coraggio nella battaglia. La città di Dio 17,·12

VITTORIE E BOTTINO DI DAVIDE

Dopo) Davide sconfisse i Filùtei e li sottomise e tolse di mano 'ai Filistei


Gat e le sue dipendenze. Sconfisse anche i Moabiti e, facendoli coricare per
terra, li mt'surò con la corda,· ne misurò due corde per farli mettere a morte
e una corda intera per lasciarli in vita. I Moabiti divennero sudditi' di Davi-
de, a lui tributari. Davide sconfisse anche Hadad-Ezer, figlio di Recob, re di
Zoba, mentre egli' andava ad estendere il dominio sul fiume Eufrate. Davi-
de gli prese millesettecento combattenti' sui carri e ventimila fanti: tagliò i
garretti a tutte le pariglie di cavalli: riservandone soltanto cento. Quando gli
Aramei di Damasco vennero per soccorrere Hadad-Ezer, re di Zoba, Davide
ne uccise ventiduemt'la (. .. ) (8, 1-8).
Le vittorie di Davide dopo l'ascesa al trono prefigurano le vittorie del Salvatore sui pa-
gani e sui malvagi (Cassiodoro). La divisione dei Moabiti è messa in relazione con l'episo-
dio di Rute Orpa, che rappresentano le due vie della fede e dell'idolatria (Girolamo).
Davide e Betsabea (11, 1-5) 411

15
· Davide sconfigge i nemici di Israele Significato delle due cÒrde
Anche nel secondo libro dei Re,
Prefigurazione delle vittorie del Si-
quando Davide ebbe sconfitto i Moabiti,
gnore la Scrittura fa menzione di due cordicelle
Segue: quando marciò contro la Meso- · messe da parte per ucciderli> e di altre
potamia di Siria eccetera (Sa! 59> 2). La sto- due per conservarli in vita. Che cosa si-
ria. narrata nel libro dei Re racconta che gnifichi che una parte dei Moabiti fu ri-
Davide, dopo che successe a Saul nel re- servata per morire, e una parte per vive-
gno, ha riportato queste vittorie> che setn- re, lo dimostrano Orpa e Rut (cf. Rt 1, 4-
. bra assurdo tagliare con questa sinteticità 14): la prima, che volle fare ritorno agli
n
quando sappiamo che sono state narrate idoli e ali' antica patria, fu destinata alla
con grande ampiezza. Tuttavia dobbiamo morte; la seconda, seguendo la suocera, il
ossei;vare che queste guerre indicano in cui nome si traduce «la dolce», disse: Il
modo figurato le vittorie del Signore no- tuo popolo sarà zl mio popolo, e il tuo Dio
stro Salvatore, quelle che riporta in tutto il sarà il mi·o Dio (Rt 1, 16).
mondo sui pagani e sui malvagi, dei quali Girolamo,
questo salmo prefigura le parole quando, Omelie sui Salmi,
davvero annientati dalla lorò vecchia su- seconda serie (Sai 15, 6)
perstizione, siano degni di essere .c ambiati
in virtù della grazia dell'uomo nuovo.
Cassiodoro,
Commento ai Salmi 59, 2

[LA FAMA E IL REGNO DI DAVIDE SI CONSOÙDANO (8, 9-18)]

(DAVIDE FA DEL BENE ALLA CASA DI GI~NATA (9, 1-13)]


' (CONFUTI! CON GLI AMMONITI E GLI ARAMEI (10, 1-19)]
DAVIDE E BETSABEA

(... ) Un tardo pomeriggio Davi.de, alzatosi dal letto, si mlse a passeggia-


re sulla terrazza della reggia. Dall'alto. di quella terrazza egli vide una don-
na che faceva il bagno: la donna era molto bella di aspetto. Davide mandò
a informarsi chi fosse la donna. Gli fu detto: «È Betsabea figlia di Eliam,
· moglie di Uria l'Hittita». Allora Davide mandò messaggeri a prenderla. Es-
sa andò da lui ed egli giacque con lez: che si era appena purificata dal!' im-
mondezza. Poi essa tornò a casa. La donna concept' e fece sapere a Davide:
«Sono·incinta»(. .. ) (11, 1-5).
Il fatto che Davide ammaliato dal fascino di Betsabea in casa propria dimostra come
lo sguardo sia sempre pericoloso (Girolamo). Nel bagno di Betsabea è possibile scorgere
412 2 Samuele

un'allusione alla carne umana o alla Chiesa e alla purificazione del lavacro battesimale,
preludio dell'unione con Cristo-sposo (Cassiodoro; Gregorio Magno). La ragione è l'au-
riga del corpo; quando essa vacilla anche il corpo precipita nell'abisso (Giovanni Criso-
stomo).

2
Davide vede una bella donna che fa il umana; dice che in verità Davide, come è
bagno evidente da molti passi, ha recato l'imma-
gine di Cristo nostro Signore. E come
Pericolosità dello sguardo quella, mentre si lavava spogliata delle
proprie vesti nella fonte del Cedron,
Davide, l'eletto secondo il cuore di piacque a David e fu degna di venire agli
Dio, il cantore ispirato del Cristo ventu- abbracci del re, e suo marito fu fatto a
ro, mentre passeggia sul terrazzo della pezzi per ordine del re, così si sa che an-
reggia è preso da passione per Betsabea
che la Chiesa, vale a dire la riunione dei
nuda, e finisce adultero e omicida. Da
fedeli, una volta lavate le sozzure dei pec-
questo, in breve, puoi arguire come nep-
cati attraverso il sacro lavacro battesima-
pure stando in casa lo sguardo è garanti-
le, si è unita a Cristo. È stato perciò in
to da occasioni pericolose. A causa del
modo conforme a quei tempi, che attra-
peccato suddetto, Davide, pentito, così
verso un'azione di questo genere fossero
parla a Dio: «Contro te solo ho peccato,
rivelati i futurj misteri del Signore e che
e ho commesso il male nel tuo cospetto»
(Sa! 50, 6); e come Re, in effetti, non ave- fosse provato che si riferiva spiritualmen-
va altra persona da temere. te ad un grande sacram~nto ciò che tra gli
uomini sembrava essere additato con bia-
Girolamo,
simo. Infatti anche al profeta Osea Dio
Lettere 22, 12
ordinò di prendere in moglie una mere-
trice, per alludere al fatto che la Chiesa
delle genti, sporca per i propri .peccati,
Prefigurazione della Chiesa doveva essere purificata dall'unione con
. Quando venne da lui il profeta Natan il Signore. Questo anche in Giuda e in
dopo che aveva peccato con Betsabea (Sal sua nuora Tamar, o in altri episodi simili,
50, 2). È nostro compito approfondire troviamo che si è compiuto in modo figu-
con un po' più di attenzione il contenuto rato; come dice l'Apostolo: Tutte queste
di questo salmo, per essere degni, se il Si- cose accadevano a loro come esempio (1
gnore vuole, di conoscere gli inesauribili Cor 10, 11). Di questa immagine di Davi-
misteri della sua potenza. E poiché il re e de e Betsabea, tra le altre cose si è occu-
profeta, come attesta la storia del libro . pato con grande attenzione anche Agosti-
dei Re, umiliò se stesso con umile am- no nei libri che scrisse contro il manicheo
menda e, biasimato, non si vergognò di Fausto. Perciò, sia questa similitudine,
confessare pubblicamente il proprio pec- sia che ce ne sia un'altra, è stata molto
cato, a buon diritto i molto venerandi pa- utile per il mondo, poiché peccò per ave-
dri hanno ritenuto che dovesse essere ri- re tale giustificazione: che dalla ferita
compensato con una santissima rappre- temporale di uno solo tutti ottenessero la
sentazione allegorica. Tra questi, il santo salvezza eterna.
Girolamo mosfra chia1·amente che Betsa- Cassiodo.ro,
bea _h a prefigurato la Chiesa o la carne Commento ai Salmi 50, 2
Davide e Betsabea (11, 1-5) 413

Il senso letterale è completato da rezza di precetti, scoprendo il fonte bat-


quello spirituale tesimale, ricorre, dopo tanta fatica, al-
1'acqua.
Chi, non solo tra i credenti ma an- Gregorio Magno,
che tra gli stessi non credenti, non dete- Commento morale a Giobbe 3, 28, 55
sta in ogni modo Davide, quando sente
dire che, passeggiando sul terrazzo, guar-
da per desiderarla Betsabea moglie di H Davide manda dei messaggeri a pren-
Uria? Questi, invitato al rientro dalla dere Betsabea
battaglia a recarsi a casa per lavarsi i pie-
di, prontamente risponde: I: arca del Si- Controllo della volontà
gnore sta sotto la tenda ed io dovrei ripo-
sarmi t'n casa mia? Davide lo accoglie al- Sarebbe preferibile che il sole si spe-
la propria mensa e gli consegna delle let- gnesse piuttosto che dimenticare le parole
tere nelle quali c'è la sua sentenza di di Davide. Questo si rese colpevole di
morte. Davide che passeggia sul terrazzo adulterio e di omicidio: Vide infatti, dice il
è simbolo di colui del quale sta scritto: testo, una donna bella che faceva il bagno,
Nel sole ha posto la propria tenda (Sa! 18, e fu pre.ro da passione per lei; poi fece ciò
6). Quando fa condurre a sé Betsabea, che voleva. Era il profeta a compiere adul-
'unisce a sé con intelligenza spirituale la terio, la perla nel fango. Ma ancora non
Legge intesa in senso letterale, congiun- sapeva che sbagliava; a tal punto era stor-
ta al popolo carnale. Il pozzo di Betsa- dito dalla passione. Quando infatti I'auri-
bea si dice che fosse il settimo, perché, ga è ubriaco, anche il carro è condotto in
mediante la conoscenza della Legge, con modo disordinato; e ciò che si verifica per
l'infusione della grazia dello Spirito San- l'auriga e il carro succede all'anima e al
to, ci viene elargita la sapienza perfetta. corpo. Se l'anima è ottenebrata, anche il
E Uria simboleggia il popolo giudaico, il corpo si rotola nel fango; infatti, fino a
cui nome significa <<la mia luce è di Dio»; quando l'auriga è saldo, anche il carro è
e siccome il popolo giudaico si vanta di condotto bene; se invece quello è spossa-
ave{ ricevuto la scienza della Legge, in to e non è in grado di essere padrone del-
quaièhe modo si gloria della luce di Dio. le redini, si vede che anche il carro stesso
Ma a questo Uria Davide portò via la si trova in gravi pericoli. Così anche per
moglie e la unì a sé, perché con mano l'uomo: finché l'anima è sobria e desta,
forte, come viene designato Davide, il anche lo stesso corpo è casto; se invece
Redentore apparso nella carne, rivelò l'anima è ottenebrata, anche lo stesso cor-
che la Legge, intesa in senso spirituale, po si rotola nel fango e nel piacere. Che
parlava di lui; e dimostrò che essa era cosa fece dunque Davide? Commise adul-
estranea al popolo giudaico perché la terio; ma non sapeva, né era stato accusa-
conservava secondo la lettera, e la unì a to da nessuno, e questo in tarda età, affin-
sé dichiarando che era profezia di lui. ché tu apprenda che, se sei leggero d'ani-
Davide invita Uria a recarsi a casa sua e mo, neppure la vecchiaia ti giova, né, an-
a lavarsi i piedi; il Signore, venendo nel- cora, se sei assennato, la giovinezza può
la carne, ordinò al popolo giudaico di nuocerti. La condotta non dipende dal-
rientrare nella propria coscienza e puri- 1'età, ma dalla ragione; poiché anche Da-
ficare con il pianto le sue colpevoli azio- niele aveva dodici anni e valutava; gli an-
ni, per comprendere in senso spirituale i ziani invece, vecchi nei giorni, commisero
comandi della Legge e, dopo tanta du- adulterio, e né a quelli valse la vecchiaia,
414 2 Samuele

né la giovane età danneggiò questo (cf. Dn omicidio, e stava in una condizione tale da
13, 45ss.). E affinché tu apprenda che gli non sapere che sbagliava; infatti la sua
atti di buon senso sono valutati in base al- mente, che era il suo auriga, era ubriaca
i>intelligenza, non base alJ>età, Davide, della propria debolezza.
pur essendo vecchio, pure allora, dopo es- Giovanni Crisostomo,
sere caduto in un adulterio commise un Sulla penitenza, omelia 2, 2

DAVIDE ORDINA CHE URIA SIA MESSO IN PRIMA FILA IN BATTAGLIA

(... )La mattina dopo, Davide scrisse una lettera a Ioab e gliela mandò
per mano di Uria. Nella lettera aveva scritto cosi~· «Ponete Uria in prima fi-
la, dove più ferve la mischia; poi ritiratevi da lui perché resti colpito e muo-
ia»(. .. ) (11, 6-27).
L'apparente sconcerto che ci coglie nel conoscere alcuni episodi narrati nella Scrittura
non deve mettere in discussione la verità dd testo sacro (Agostino). li diverso comporta-
mento di Davide nei confronti di Saul, prima, e di Uria, dopo, ne accresce la colpa (Grego-
rio Magno).

•H~ Davide dà istruzioni a Ioab to posto nel cielo, anzi la sommità stessa
del cielo e io la leggerò assolutamente
Verità delle Scritture certo e sicuro della sua veridicità. Da es-
sa verrò a conoscere senza ombra d,erro-
«Ma - si obietterà - è meglio credere re che alcune persone sono state vera-
che sia stato 1, apostolo Paolo a scrivere mente lodate, corrette o condannate, an-
qualche particolare non rispondente a ve- ziché gettare l'ombra del dubbio sulle pa-
rità, anziché pensare che sia stato Pietro role di Dio solo perché ho timore di do-
ad agire non rettamente in qualche caso». ver ammettere che certe azioni umane
Ma se fosse così, dovremmo dire - Dio ne debbano venire talora criticate in perso-
guardi! - che è meglio pensare che il ne eminenti ed encomiabili.
Vangelo dica una bugia, anziché ammet- Agostino,
tere che Cristo sia stato rinnegato da Pie- Lettere 82, 2, 5
tro (cf. Mt 26, 69-75); dovremmo pensa-
re che sia il Libro dei Re a mentire, anzi-
ché ammettere che un Profeta così emi- La colpa di Davide
nente come David, scelto in modo così
straordinario dal Signore Iddio, abbia Anche Davide, giusto in quasi tutte le
commesso un adulterio nel desiderare in sue azioni come Dio stesso disse, quando
modo sensuale e nel portare via la moglie non sentì più il peso délla prova, fu scon-
a un altro e per di più abbia commesso volto nell'anima e divenne crudele e spieta-
un omicidio davvero orrendo facendone to fino ali'omicidio, egli che era stato lan-
uccidere il marito? Tutt'altro! La Sacra guido e molle nel bramare una donna; ca-
Scrittura è l'autorità che occupa il più al- pace prima di essere demente anche con i
Il racconto del ricco e del povero (12, 1-6) 415

malvagi, osò poi, senza pudore alcuno, sta colpa lavrebbe certamente escluso dal
mettere a morte gli innocenti. Prima si era numero degli eletti, se i castighi non 1' aves-
rifiutato di colpire il suo predecessore cat- sero richiamato sulla via del perdono.
turato, poi mandò a morte un soldato fede- Gregorio Magno,
le con danno dell'esercito affaticato. Què- La regola pastorale 1, 3

IL RACCONTO DEL RICCO E DEL POVERO

Il Signore mandò il profeta Natan a Davide e Natan andò da lui e gli


disse: «Vi' erano due uomini nella stessa città) uno ricco e l'altro povero. Il
ricco aveva bestiame minuto e grosso in gran numero/ ma il povero non ave-
va nulla) se non una sola pecorella piccina che egli aveva comprata e alleva-
ta/ essa gli era cresciuta in casa insieme con ifiglz~ mangiando il pane di lui~
bevèndo alla sua coppa e dormendo sul suo seno)· era per lui come una figlia.
Un ospite di passaggio arrivò dalt uomo ricco e questi, risparmiando di pren-
dere dal suo bestiame minuto e grosso) ·per preparare una vivanda al viag-
giatore che era capitato da lui portò via la pecora di quel!'uomo povero e ne
preparò una vivanda per tospite venuto da lui'>>. Allora l'ira di Davide si sca-
tenò contro quell'uomo e dt'sse a Natan: «Per la vita del Signore, chi ha fat-
to questo merita la morte. Pagherà quattro volte il valore della pecora, per
aver fatto una tal cosa e non aver avuto pietà» (12, 1-6).
La strategia seguita da Natan con Davide illustra come per confutare i potenti di que-
sto mondo bisogna prima metterli alla prova con una similitudine, per poi accusarli in mo-
do d~retto (Gregorio Magno). La celerità con cui Davide ammette la propria colf a nega-
rantisce la giustificazione (Giovanni Crisostomo). Per tagliare e sanare la ferita de cuore di
Davide, il profeta mette davanti agli occhi di quello la sua colpa. Dall'esegesi della parabo-
la emerge inoltre come Davide non fu punito per l'omicidio di Uria, ma per ladulterio, te-
stimoniando in quanta considerazione fosse tenuta la temperanza con le donne (Agostino).

16
• Il racconto di Natan e il giudizio di come rivolta a un altro, allora con i mo-
Davide di opportuni bisogna colpirli diretta-
mente con l'accusa della loro colpa, af-
Confutare i potenti di questo mondo finché il cuore, gonfio della sua potenza
mondana, non si erga contro chi lo rim-
Ma talvolta, quando si tratta di con- provera - poiché è col suo stesso giudi-
futare dei potenti di questo mondo, oc- zio che questi calpesta il suo collo super-
corre prima metterli alla prova usando bo - ed esso no'n provi a difendersi in al-
delle similitudini come se si trattasse di cun modo, legato com'è dalla sentenza ·
affare che non riguarda loro; ~ quando pronunciata con la sua stessa bocca.
avranno proferito una giusta sentenza Perciò, infatti, il profeta Natan era venu-
416 2 Samuele

to ad accusare il re con l'aria di chiede- suo vicino ne aveva molte ma, al soprag-
re un giudizio contro un ricco in difesa giungere di un ospite, gli imbandì la
di un povero, affinché il re prima pro- mensa con l'unica pecora del vicino po-
nunciasse la sua sentenza e solamente vero piuttosto che con una delle sue. Da-
dopo ascoltasse il suo peccato, senza po- vide, indignato confro di lui, decretò che
ter contraddire ciò che era giusto, se- venisse ucciso e che al povero fossero re-
condo quanto egli stesso aveva proferito se quattro pecore. Inconsapevolmente
contro di sé. E cosl l'uomo santo consi- condannava se stesso, che aveva consa-
derando insieme il peccatore e il re, se- pevolmente peccato. Quando la cosa gli
condo un mirabile procedimento, prima fu fatta palese e gli fu predetta la puni-
legò il re temerario attraverso la confes- zione divina, con la penitenza lavò la col-
sione, quindi lo troncò con l'accusa, per pa. Nota tuttavia come in questa simili- .
un poco celò chi veramente cercava ma tudine della pecora del vicino povero si
colpì improvvisamente colui che teneva faccia menzione solo della violenza con-
stretto. Forse avrebbe agito su di lui con tro la donna, mentre Davide non è re-
minore efficacia se fin dal principio del darguito, nella similitudine, dell'uccisio-
discorso avesse voluto apertamente col- ne del marito della donna: cioè di quel
pire la colpa, mentre anticipando la si- povero che aveva una sola pecora non si
militudine rese più acuto il rimprovero dice che fu ucciso. In tal modo la senten-
che essa nascondeva. Era venuto come za di condanna uscita dalla bocca di Da-
un medico da un malato, vedeva che la vide riguarda solamente l'adulterio. Da
ferita doveva essere tagliata ma dubitava ciò si comprende quale temperanza
della pazienza del malato; pertanto, na- usasse verso le sue diverse mogli, se da se
scose il bisturi sotto la veste e trattolo stesso si sentì costretto a punirsi per la
·improvvisamente lo conficcò nella feri- trasgressione commessa con quella sola.
ta, perché il malato lo sentisse tagliare E poi in quest'uomo la libidine incon-
prima di vederlo e non si fosse rifiutato trollata non rimase a lungo, ma lo attra-
di sentirlo se l'avesse veduto in prece- versò solo temporaneamente, tant'è vero
denza. che sulla bocca del profeta, che lo rim-
Gregorio Magno, proverava, quella passione disordinata
La regola pastorale 3, 2 fu designata col nome di «ospite». Non
disse infatti che con la pecora del vicino
povero preparò un pranzo al suo re, ma
La colpa di Davide ha un carattere a un suo ospite. Diversamente andarono
temporaneo le cose nel suo figlio Salomone, nel qua~
Dal seguente ~pisodio appare in le la passione non fu un ospite solo di
modo assai evidente come quegli uomini passaggio, ma vi stabilì il suo regno: co-
antichi usassero delle loro donne con sa che la Scrittura non tace nei suoi ri-
moderazione e temperanza. Il medesimo guardi ma lo accusa di essere stato un
re si lasciò travolgere dalla passione per compiacente amatore di donne (cf. 1 Re
una donna, sòspinto dall'ardore dell'età 11, 1). Agli inizi era stato tutto infiam-
e dalla prosperità negli affari temporali, mato d'amore per la sapienza (cf. 2Cr1,
e comandò anche che suo marito fosse 7-12), ma, come l'aveva acquistata me-
ucciso. Fu accusato da un profeta, che diante un amore spirituale, così la perse
venne da lui per convincerlo del suo a causa dell'amore carnale.
peccato. Gli propose la parabola del po- Agostino,
vero che possedeva una sola pecora. Un La dottrina cristz'ana 3, 21, 31
Il racconto del ricco e del povero (12, 1-6) 417

Il bene di una rapida confessione accusi? Chi ti mandò à ·parlare con tale
libertà? Con quale coraggio hai fatto
Che fa dunque Dio? Invia da lui il questo?». Non disse niente di questo g~­
profeta Natan: il profeta va dal profeta. nere, ma riconobbe il proprio peccato. E
Così infatti accade anche presso i medi- che cosa dice? Ho peccato contro z'l Signo-
ci: quando· un medico sta male, ha biso- re. Che cosa gli risponde Natan? E il Si-
gno di un altro medico. La stessa cosa gnore rimise il tuo peccato. «Tu condan-
avviene anche in questo caso: colui che nasti te stesso, io rimetto la tua sentenza;
aveva peccato era un profeta ed era un confessasti con nobili sentimenti, cancel-
profeta colui che porta le medicine. Vie- lasti la tua colpa; infliggesti a te stesso un
ne dunque da lui Natan, e non lo accusa giudizio di condanna, io annullai la sen-
subito 'sulla porta e dice: «Scellerato e di- tenza». lfai visto come è stato compiuto
sonesto, adultero e assassino, ricevesti ta- quanto è scritto: Confessa tu per primo le
li onori da Dio e tu calpestasti i suoi co- tue trasgressioni per essere giustificato (Is
mandamenti?». Natan non disse niente 43, 26)? Che fatica è questa di confessa-
del genere, per non renderlo più turpe; re per primi la propria colpa?
infatti i peccati resi noti invitano colui Giovanni Crisostomo,
che ha peccato alla turpitudine. Si reca Sulla penitenza, omelia 2, 2
dunque da lui e tesse l'azione della cau-
sa; e che cosa dice? <<Re, ho un conten-
zioso per te. C'era un ricco e c'era un po-
Tagliare e sanare .la ferita nel cuore
vero; il ricco aveva molti buoi e armenti;
c'era anche un povero che aveva una so- di Davide
la pecora, che beveva dalla sua tazza e Perché riconosco la mia iniquità, e il
mangiava dalla sua mensa, e dormiva sul mio peccato è sempre dinanzi a mè (Sal 50,
suo petto». Qui mostra il nobile legame 5). Non ho gettato dietro le mie spalle ciò
del marito C<?n la propria moglie. «Es- che ho fatto, non guardo gli altri dimen-
.sendo giunto uno straniero, il ricco la- ticandomi di me, non cerco di togliere la
sciò ·stare il proprio bestiame e, dopo pagliuzza dall'occhio del mio fratello,
aver·.p reso la pecora del povero, la sgoz- mentre una trave è nell'occhio mio (cf.
zò». Hai visto come qui tesse l'azione del Mt 7, 3); il mio peccato è dinanzi a me,
racconto, con il coltello nascosto nella non dietro a me. Era infatti dietro di me
gola di Davide? Che dice dunque il re? quando mi fu mandato il profeta, che mi
Credendo di giudicare un altro, espresse propose la parabola della pecora del po-
il giudizio più severo. Tali infatti sono gli vero. Disse infatti a David il profeta Na-
uomini: con piacere esprimono duri giu- tan: C'era un ricco che aveva molte pecore;
dizi di condanna nei confronti degli altri. e un povero suo vicino possedeva una sola
E che cosa dice David? Per la vita del Si- pecorella che nutriva nel suo seno e con il
gnore, chi ha fatto questo merita la morte. suo cibo. Venne un ospite dal ricco: egli
Pagherà quattro volte il valore della peco- non tolse niente dal suo gregge, desiderò la
ra. Che cosa dice allora Natan? Non fece pecora del suo vicino povero e quella ucci-
macerare la ferita per molte ore, ma su- se per il suo ospite: di che cosa è degno co-
bito la espone e spinse il taglio più in stui? E David adirato proferì la sua sen-
profondità, per non privarlo della sensa- tenza. Chiaramente il re, che non si ren-
zione del dolore: Sei tu> o Re. Che cosa deva conto del tranello tesogli, dichiarò
dunque dice il re? Peccai contro il Signo- che il ricco era degno di morte, e che do-
re. Non disse: «Chi sei dunque tu che mi veva restituire il quadruplo della pecora
418 2 Samuele

rubata. Condanna severissima e giustissi- schiena, e lo pose innanzi ai suoi occhi,


ma. Ma il suo peccato non era ancora al affinché vedesse che aveva irrogato con-
suo cospetto, era dietro le sue spalle ciò tro se stesso quella tanto severa sentenza.
che aveva fatto; non ancora riconosceva Per tagliare e sanare la ferita del suo cuo-
la sua iniquità, e perciò non perdonava re, trasformò in ferro la lingua di lui.
quella altrui. Ma il profeta, inviato a tale Agostino,
scopo, tolse il peccato da dietro la sua Commento ai Salmi 50, 8

NATAN AFFRONTA DAVIDE

Allora Natan disse a Davide: «Tu sei quell'uomo.' Così dice il Signore,
Dio d'Israele: Io ti ho unto re d'Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, ti
ho dato la casa del tuo padrone e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo
padrone, ti ho dato la casa di Israele e di Giuda e, se questo fosse troppo po-
co, io vi avrei aggiunto anche altro. Perché dunque hai disprezzato la paro-
la del Signore, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai colpito di spada
Uria l'Hittt'ta, haipreso in moglie la moglie sua e lo hai ucciso con la spada
degli A·mmoniti. Ebbene, la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, poi-
ché tu mi hai disprezzato e hai preso in moglie la moglie di Uria /1Hittita.
Cosi' dice il Signore: Ecco io sto per suscitare contro di te la sventura dalla
tua stessa casaj prenderò le tue mogli sotto i tuoi occhi per darle a un tuo pa-
rente stretto, che si unirà a loro alla luce di questo sole; poiché tu l'hai fat-
to in segreto, ma io farò questo davanti a tutto Israele e alla luce del sole»
(12, 7-12).
Tra le diverse forme nei modi di esprimersi dei profeti, quello di Natan riguarda la cit-
tà terrena (Agostino). La punizione di Davide testimonia come Dio scruti e giudichi anche
le azioni commesse in segreto (Salviano di Marsiglia). Anche il santo Davide, da cui sareb-
be disceso Cristo, è punito severamente per una pur temporanea trasgressione (Isacco di Ni-
nive).

10 12
- Natan pronuncia il giudizio del Si- terrena, alcuni alla celeste, parecchi al-
gnore l'una e all'altra. Noto che il mio assunto
si deve dimostrare con esempi. Il profeta
Diverse forme nei modi di esprimer- Natan fu mandato a rimproverare di un
si dei Profeti grave peccato il re Davide e a preavvisar-
1o dei gravi mali che ne sarebbero a lui
Si danno dunque tre diverse forme derivati. Non si può dubitare che queste
dei modi di esprimersi dei Profeti poiché parole divine e simili che sono svelate
alc~ni sono pertinenti alla Gerusalemme tanto a vantaggio dello Stato, cioè per il
Natan affronta Davide (12, 7-12) 419

benessere ed utilità del popolo, quanto a to che Dio non giudiéa tutte -le nostre .
privato vantaggio, cioè per i propri per- azioni e che anzi neppure le vede! Non ti
sonali interessi, riguardano la città terre- rendi conto che persino quel delitto com-
na perché con esse si conosce qualche co- piuto all'insaputa·di tutti è una volta sol-
sa che deve avvenire in vista di qualche tanto da Davide, non è affatto sfuggito
temporale esigenza. agli occhi di Dio? Ariche tu, allora, che
Agostino, non credi che Dio osservi le nostre azioni
La città di Dio 17, 3, 2 allo scopo - ritengo - di non sentire il pe-
so dei tuoi peccati, devi convincerti, do-
po questa testimonianza, che Cristo sem-
Dio vede e giudica le azioni segrete pre ti vede, e capire che non puoi sottrar-
ti a una punizione forse anche a breve
Tuttavia, per convincerti che le sue scadenza, se persino quel santo di Davi-
valutazioni e il suo giudjzio divino non de, come vedi, non ha potuto nascondere
favoriscono tanto le persone quantq le ra- la sua unica malefatta neppure negli an-
gioni di giustizia, sta' a sentire come Dio, fratti segreti del suo palazzo, né sottrarla
il giudice che sul suo servo Davide aveva a un tempestivo castigo malgrado il meri-
prontamente emesso una chiara sentenza to delle grandi opere compiute. Che cosa ·
favorevole, abbia poi più volte emesso gli disse, infatti, il Signore? «Sotto i tuoi
sentenze di condanna proprio contro di occhi prenderò le tue mogli, e la spada
lui, Davide. E l'ha fatto non in un caso in non si allontanerà mai da casa tua».
cui erano in gioco parecchie persone o, Salviano di Marsiglia,
meglio ancora, dei santi - il che, proba- }l governo di Dio 2, 4, 15-17
bilmente, avrebbe potuto stimolarlo an-
cora di più -, bensl in un caso che riguar-
dava un unico individuo.e per di più bar-
Punizione per una pur temporanea
baro per il quale, oltre tutto, il marchio di
colpevole non avrebbe affatto procurato
trasgressione
difficoltà a un personaggio così impor- David, il cuore di Dio, per la cui virtù la
tante anche se la sua colpa non fosse sta- promessa fatta ai Padri giusti si compì nel
ta p~ita. Come Uria il Cetteo (l'Ittita), suo seme, dal quale spuntò il Messia per
che apparteneva a una razza di senzadio e la salvezza dell'universo, non ricevette
a nazione nemica, venne fatto morire, su- forse dallo sguardo dei suoi occhi una
bito si fece sentire la voce di Dio a Davi- freccia nell'anima per l'adulterio con una
de: «Hai colpito di spada Uria il Cetteo e donna e la caduta di un'ora? E si levò
ti sei preso in moglie la moglie sua. L'hai contro di lui il male dall'interno della sua
fatto ammazzare dalla spada dei figli di casa e lo perseguitò il figlio uscito dai
Ammon, e per questo d'ora in poi la spa- suoi lombi. E questo accadde, nonostan-
da non si allontanerà mai più da casa tua. te avesse fatto penitenza e il Signore gli
Ecco perciò cosa ti dice il Signore: dalla avesse <letto: Anch'io ho perdonato t'l tuo
tua stessa famiglia ti procurerò sventure, peccato, non morrai (2 Sam 12, 13), con
sotto i tuoi occhi prenderò le tue mogli tutto quel torrente di lacrime, così ab-
per darle a un tuo parente. Tu hai agito di bondanti da bagnare z'l suo letto nelle not-
nascosto, io invece agirò come ho detto ti (Sai 6, 7).
davanti a tutti gli Israeliti e alla luce del Isacco di Ninive,
sole». Parla tu, adesso, tu che sei convin- Discorsi 10
420 2 Samuele

DAVIDE CONFESSA IL PROPRIO PECCATO

Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il Signore!». Natan ri-
spose a Davide: «Il Signore ha perdonato il tuo peccato; tu non morirai. Tut-
tavia, poiché in questa cosa tu hai insultato il Signore (tinsulto sia sui ne-
mici suoi), il figlio che ti è natà dovrà morire» (12, 13-14).
Per aver confessato prontamente il proprio peccato, Davide è tipo della santità peni-
tente (Cirillo di Gerusalemme). Mentre Matteo fa discendere Cristo da Davide mediante Sa-
lomone, Luca, presentando Cristo come sacerdote, lo fa discendere attraverso Natan perché
fu proprio grazie a Natan che Davide ottenne il perdono dei propri peccati (Agostino).
I:ammissione della colpa porta alla giustificazione (Ambrogio; Paolino di Nola). Dio è in-
fatti lento nel punire, rapido nel perdonare (Giovanni Crisostomo). Davide, a differenza di
Saul, viene perdonato perché Dio scruta la sincerità della sua supplica (Agostino). Nono-
. stante latteggiamento penitente, Davide non meritò il pieno perdono: suo figlio morì pro-
prio in ragione dei suoi peccati (Salviano di Marsiglia). La confessione dei propri peccati
non è sufficiente, da sola, per ottenere il perdono, ma deve essere accompagnata da un at-
teggiamento di umiltà e pentimento, come dimostra il caso di Davide (Paolino di Milano).

23 14
· Natan risponde al!'ammisione di to, perché egli li tenne rivolti alle schiere
colpa di Davide degli angeli che stanno attorno al Signo-
re. Tremò davanti all'Invisibile come se lo
Davide, tipo dellà santità penitente vedesse (cf. Eb 11, 27). Perciò più che al
messaggero che era venuto da lui, a Colui
Passerò adesso, se credi, a qualche al- che l'aveva mandato rispose: «Ho pecca-
tro esempio che fa al nostro caso. Partia- to contro il Signore». Vedi che umiltà in
mo da quello di Davide, tipo della santi- un re, vedi che confessione! Era stato for-
tà penitente. Grave fu il peccato che se denunziato da qualcuno, o da tanti che
commise! Passeggiando in terrazza dopo fossero venuti a sapere della vicenda?
il riposo pomeridiano, sul far della sera, No, aveva appena consumato il peccato,
non sorvegliò i suoi occhi e ne sperimen- e il profeta se n'era appena fatto accusa-
tò l'umana conseguenza: assecondò la tore, ma subito egli si confessò colpevole
passione e commise il peccato. Non gli del male fatto. Perciò il profeta Natan
venne però meno la saggezza (cf. 2 Sam dopo averlo ripreso gli disse subito: «Il
11, 2). Saggiamente confessò la caduta, Signore ha perdonato il tuo peccato». Ve-
appena il profeta Natan venne a redar- di che immediata conversione del Dio di
guirlo, dicendogli per sanarne la ferita: misericordia! Ma senti cosa aggiunse:
<<ll Signore è iiritato per il tuo peccato!». «Molto hai irritato i nemici del Signore».
Parlava così al re un uomo senza autorità, Come per dirgli: Finché combattesti per
ma il re pur ammantato di porpora non la giustizia avevi molti nemici, ma ti pro-
se l'ebbe a male, perché vide nell'uomo tesse la virtù; d'ora in poi però, avendo
che gli parlava Dio che l'aveva mandato. consegnato loro la tua arma più potente
Aveva attorno il suo corpo di militari; ma di difesa, dovrai far fronte a nemici pron-
questo non accecò gli occhi del suo spiri- ti a rizzarsi armati contro di te. Ecco co-
Davide confessa il proprio peccato (12, 13-14). 421

me il profeta lo avvertì mentre lo confor- capostipite della famiglia di Cristo secon-


tava. Ma il santo re Davide, nonostante do la carne? A lui fu detto che un ricco,
che avesse inteso molto bene che il Signo- che possedeva moltissimi greggi, rubò
re gli aveva perdonato il peccato, non ri- per l'arrivo di un ospite l'unica pecora di
tenne meno doverosa la penitenza. Inve- un povero e la uccise e, quando si fu reso
ce della porpora vestì il sacco, invece di conto che con questa parabola lo si rim-
assidersi sull'aureo trono si stese per ter- proverava di aver fatto altrettanto, escla-
ra e sulla cenere (cf. 2 Sam 12, 16). Né so- mò: Ho peccato contro il Signore. Non im-
lo si stese sulla cenere, ma com.e egli si pazientirti dunque, imperatore, se ti si di-
esprime, di essa fece il suo nutrimento: ce: «Tu hai fatto quello che il profeta ha
<<Più che di pane mi nutrii di cenere» (Sal detto al re Davide». Se infatti ascolterai
102, 10). Fece sciogliere in lacrime i suoi seriamente questo ammonimento e dirai:
occhi voluttuosi come si era proposto: Ho peccato contro il Signore, se dirai quel-
· «Ogni notte non farò che bagnare il mio le parole profetiche pronunciate dal re:
giaciglio, inonderò il mio letto di lacri- Venz'te, adoriamo e prostriamoci davanti a
me» (Sal 6, 7). Ai principi che lo invoglia- lui e piangiamo davanti al Signore che ci
vano a mangiare del pane oppose il suo ha creati (Sai 94, 6), si dirà anche a te:
rifiuto, e quel suo digiuno lo prolungò «Perché ti penti, il Signore perdonerà il
per un'intera settimana. tuo peccato e non morirai».
Cirillo di Gerusalemme, Ambrogio,
Seconda catechesi battesimale 11-12 Lettere fuori collezione 11, 7

Penitenza e perdono del peccato Immediatezza del giudizio di con-


danna
E come Matteo, presentando il Cri-
sto re che scende per addossarsi i nostri Vedi con quale immediatezza è stato
peccati, lo fa discendere da Davide me- giudicato un personaggio cosl importan-
diante Salomone, perché Salomone era te per un unico peccato? Alla colpa ha
nato. da quella donna con cui Davide ave- fatto seguito di colpo la condanna: una
va pèccato, così Luca, presentando Cri- condanna irrogata all'istante, senza riser-
sto sacerdote che ascende al cielo dopo ve, e che fredda lì per lì il colpevole sen-
aver distrutto i peccati, risale a Davide at- za alcuna dilazione di sentenza. Non dis-
traverso Nathan. Il profeta Nathan era se, perciò: <<Per questa tua azione speri-
stato inviato perché Davide, corretto da menterai un giorno il giudizio di Dio e
lui, ottenesse mediante la penitenza il proverai i tormenti del fuoco della geen-
perdono di quello stesso peccato. na», ma disse: «Va' subito a sperimentare
Agostino, la pena e a sentirti sul collo la spada del
83 questioni diverse 61, 2 corruccio divino». E cosa successe in se-
guito? Il colpevole riconosce la propria
colpa, si umilia, si sente preso da com-
Ammissione della propria colpa punzione, confessa, piange, si pente, sup~
plica, si toglie gli ornamenti regali, si spo-
Forse ti vergogni, imperatore n, di glia dei vestiti increspati di fili d'oro, si
fare quello che fece Davide, re, profeta, disfa della porpora e dell'onorifico diade-

l3 Nel 390 Ambrogio si rivolge a Teodosio dopo la strage di Tessalonica.


422 2 Sarnuele

ma, cambia l'aspetto esterno ma anche il vide peccò e, rimproverato dal profeta,
cuore; rinuncia a tutto ciò che sa di rega- disse: Ho peccato, subito dopo gli fu detto:
lità per assumere le vesti di un penitente, il peccato ti viene perdonato. Peccò Saul e,
ma con l'oculatezza di farsi garantire co- rimproverato dal profeta, disse: Ho pecca-
me tale da un interessato squallore; si to e il peccato non gli venne perdonato,
mette a digiunare, soffre la sete, piange ma l'ira di Dio rimase su di lui (cf. 1 Sam
tutte le sue lacrime e si chiude in solitudi- 15, 30.35). Che vuol dire questo se non
ne. E ciò malgrado, questo re così famo- che il suono delle parole è simile, diverso
so, più grande per santità che per potere, lo spirito? L'uomo infatti può udire il suo-
cosl in vista per i grossi meriti preceden- no della voce, Dio scruta i cuori.
temente acquisiti, per quanto supplichi Agostino,
cor:i tutta quella messinscena, non la Discorsi 291, 5
scampa. E nel suo caso, ciò che ottiene da
quella dura penitenza si limita di fatto al-
la non condanna alla espiazione eterna, Potenza di tre sillabe
perché non riesce comunque a meritarsi
il perdono in questa vita. In conclusione, nbattezzato invece che avrà trascura-
cioè, cosa dice il profeta a quest'uomo to o violato gli impegni di così grande sa~
pentito? «Poiché hai fatto bestemmiare i cramento, se avrà fatto penitenza con tut-
nemici del Signore, il figlio che ti è nato to il cuore, là, nel suo cuore, dove Dio ve-
morirà». Oltre alla pena di questa crude- de, [sarà perdonato, come lo fu Davide].
le perdita, Dio volle che quel padre così Dio vide dentro il cuore di Davide quan-
buono capisse per di più l'enorme suppli- do egli, rimproverato fortemente dal pro-
zio che gli veniva inflitto: soffrire per la feta, esclamò: Peccai, e subito dopo sentì
morte del suo dilettissimo figlio; morte dire: Il Signore ha cancellato il tuo peccato.
da lui stesso causata, poiché quel bambi- · Tanto potere ha quella sola breve parola
no, nato da un peccato, venne ucciso pro- di confessione; sono tre sillabe: Peccai; ma
prio a motivo del peccato che l'aveva fat- in queste trè sillabe salì in cielo la fiamma
to nascere. del sacrificio del cuore. Se uno fa.la peni-
Salviano di Marsiglia, tenza con sincerità, viene liberato dal vin-
Il governo di Dio 2, 4, 18-20 colo che lo teneva legato separandolo dal
corpo di Cristo, e se dopo la penitenza vi-
ve bene, come avrebbe dovuto vivere an-
Dio scruta i cuori che prima, costui, in qualsiasi momento
morirà dopo la riconciliazione, andrà dal
Un figlio è promesso a Zaccaria, un suo Signore, entrerà nel riposo: non sarà
figlio è promesso anche alla santa Maria, assegnato alle schiere del diavolo, ma sarà
ed ella pure pronunzia quasi le stesse pa- messo a parte del regno di Dio.
role che aveva detto Zaccaria. Infatti, che · Agostino,
cosa aveva detto Zaccaria? Come posso co- Discorsi 3 93, 1
noscere questo? Io infatti sono vecchio e
mia moglie sterile e avanzata negli anni (Le
1, 28). E Maria santa che cosa dice? Come Dio è lento nel punire, veloce nel
avverrà questo? Simile il suono delle paro- salvare
le, diverse le disposizioni interiori. All'udi-
to ci risuona un'espressione simile, ma, at- Al beato David, che ricevette la pro-
traverso le parole dell'angelo, possiamo va del proprio peccato attraverso il profe-
conoscere la differenza dei sentimenti. Da- ta Natan, é subito mostrò il proprio sin-
Il bambino muore nonostante il digiuno e le suppliche di Davide (12, 15-19) 423

cero pentimento di fronte alle accuse del nando la distruzione, rapido nel portare
profeta, e disse: Peccai contro il Signore, aiuto.
subito una sola parola pronunciata con Giovanni Crisostomo,
sincerità in un solo frangente decisivo re- Sulla penitenza, omelia 7, 328-329
cò al penitente la completa salvezza; subi-
to infatti alla dichiarazione seguì la ripa-
razione della colpa. Gli dice dunque Na- · Confessione e correzione
tan: E il Signore rimlse il tuo peccato.
Considera che Dio è tardo nel punire, ve- Perciò la Scrittura dice: «Il giusto co-
loce nel s~lvare; considerami anche, in mincia il discorso accusando se stesso»
primo luogo, come il clemente recò la (Prv 18, 17). Così infatti strappa la voce
propria accusa dopo molto tempo. Peccò dalla bocca del Nemico, e con la confessio-
David: la donna rimase incinta, e al pec- ne dei suoi peccati spezza, per così dire, i
cato non seguì alcuna accusa, ma dopo denti pronti a serrare la preda con un' ac-
che il figlio del peccato fu partorito, è in- cusa violenta, rendendo onore a Dio, per il
viato il medico del peccato. Perché non quale ogni cosa è nuda, e che vuole la vita
corresse subito colui che peccò? Perché piuttosto che la morte del peccatore. Del
.sa che l'anima dei peccatori all'apice dei resto al penitente non basta la confessione,
peccati è accecata, perciò le orecchie di ma deve seguire anche la correzione del-
coloro che sono immersi nell'abisso del 1'atto peccaminoso, cioè il penitente non
peccato sono otturate. Lascia dunque tra- compia azioni di cui dovrà pentirsi, e in-
. scorrere del tempo prima di portare aiu- fligga privazioni a se stesso, come il santo
to contro l'infiammazione, e dopo un po' · David, il quale, dopo che udl dal profeta:
di tempo è portata la correzione: in un «Ti è stato rimesso il tuo peccato», cercò le
solo frangente il pentimento e il perdono. privazioni per ammenda del peccato, tan-
E il Signore rimise il tuo peccato. O di- to da mangiare cenere come pane e mesco-
spensatore dell'economia!Vedi come è lare la sua bevanda con il pianto.
veloce a salvare? Si comporta così anche Paolino di Milano,
nei .confronti
,
di· trtni gli altri, procasti- Vita di Ambrogio 39, 4

IL BAMBINO MUORE NONOSTANTE IL DIGIUNO E LE SUPPLICHE DI DAVIDE

Il Signore dunque colpì il bambino che la moglie di Uria aveva partori-


to a Davide ed esso si ammalò gravemente. Davide allora fece suppliche a
Dio per il bambino e digiunò e rientrando passava la notte coricato per ter-
ra. Gli' anziani della sua casa insistevano presso di lui perché si alzasse da
terra; ma egli non volle e rifiutò di prendere cibo con loro (... ) (12, 15-19).
L'astensione di Davide dal cibo significa l'umile astensione dal male (Giovanni Criso-
. storno). L'esempio di Davide climostra quanto sia grave far bestemmiare il nome di Dio dai
pagani (Salviano di Marsiglia). ·
424 2 Samuele

iH
7
Davide supplica il Signore di rispar- azione hai fatto bestemmiare i nemici del
miare il bambino Signore, sarà il figlio che ti è nato a mo-
rire». E poi? Davide depose il diadema,
Astensione da ogni male smise le pietre preziose e si tolse il man-
to di ·porpora; abbandonò insomma ogni
E non dico queste cose negando il segno di magnificenza regale e si trasfor-
digiuno; mai sia! Ma esortando a fare ciò mò in uomo solitario, gemente, ritirato,
che è meglio del digiuno: astenersi da squallidamente vestito di sacco, inzuppato
ogni male. Peccò anche David: vediamo di lacrime, sporco di cenere; un uomo che
dunque come anche questo si pentì. Per implorava per la vita di suo figlip emetten-
tre giorni sedette sulla cenere. Ma quello do lamenti a non finire, e si aggrappava al-
non lo faceva per il peccato commesso, la grande misericordia di Dio con inces-
ma per il figlio, ancora ebbro dalla pas- sante snocciolamento di preghiere. Eppu-
sione. Ma lavava in altro modo la propria
re, per quanto implorasse e supplicasse,
colpa, con l'umiltà, con la contrizione del
non riusci a farsi esaudire; anche se biso-
cuore, con il pentimento dell'anima, col
gna dire - e questo è un fortissimo inco-
non cadere più negli stessi errori, col ri-
raggiamento per chi prega per ottenere -
cordarsi continuamente di quell'errore,
che aveva continuato a credere che Dio
sopportando di buon animo tutti ciò che
avrebbe soddisfatto quelle sue petizioni.
accade, risparmiando coloro che attacca-
Si può capire, da questo esempio, che
no, non vendicandosi di coloro che tra-
non esiste crimine più sacrilego di quello
manò contro di lui, ma fermando anche
di dar motivo ai pagani di bestemmiare.
coloro che desiderano farlo.
Giovanni Crisostomo, Chi infatti commette peccati gravi senza
Omelie su II Corinzi 4, 6 però provocare altri alla bestemmia, non
danna che se stesso; ma chi fa bestemmia-
re altri, ne conduce con sé molti nel pre-
cipizio della morte, e così è automatica-
Far bestemmiare il nome di Dio dai mente responsabile della colpa di tutti
nemici del Signore quelli che ha trascinato nel peccato. Ma
Quanto sia grave e particolarmente non basta: chiunque commette un pec-
sacrilego il peccato di far bestemmiare il cato senza però indurre altri a bestem-
nome di Dio dai pagani, ce lo mostra miare per causa sua, il suo peccato non
l'esempio di quel santo Davide il quale, fa morire che chi l'ha fatto, ma non fa
essendosi meritato di sfuggire, grazie alla offendere il santo nome di Dio con le sa-
rettitudine delle sue azioni precedenti e crileghe maledizioni dei bestemmiatori;
con un unico atto di pentimento, al casti- chi invece, col suo peccato, fa bestem-
go eterno che meritava per i suoi peccati, miare altri, è evidente che un peccato
non riuscì comunque a farsi perdonare il del genere oltrepassa la classificazione di
delitto commesso neppure mostrando a semplice peccato umano, pòiché arreca
sua difesa di essersi pentito. Aveva con- un'offesa incalcolabile a Dio col provo-
fessato infatti i suoi peccati, e Natan gli . cargli invettive da parte di un mucchio
aveva detto: «Dio ha avutò indulgenza · di persone.
col tuo peccato; non morirai», ma subi- Salviano di Marsiglia,
to aggiunse: «Ma poiché con questa tua Il governo di Dio 4, 18, 87-89

\
Davide smette di digi'unare e di piangere (12, 20-23) 425

DAVIDE SMETTE DI DIGIUNARE E DI PIANGERE ·

Allora Davide si alzò·da terra, si lavò, si unse e cambiò le vesti~· poi an-
dò nella casa del Signore e vi si prostrò. Rientrato in casa, chiese che gli por-
tassero il cibo e mangiò. I suoi ministri gli dissero: «Che fai? Per il bambi-
no ancora vivo hai digiunato e pianto e, ora che è morto, ti alzi·.e mangi!».
Egli rùpose: «Quando il bambino era ancora vivo, digiunavo e piangevo,
perché dicevo: Chi sa? Il Signore avrà forse pietà di me e il bambino reste-
rà vivo. Ma ora che egli è morto, perché digiunare? Posso io farlo ritornare?
Io andrò da lul ma lui non ritornerà da me!» (12, 20-23 ).
Riconoscendo il potere di Dio di dare la vita o la morte, Davide smette di digiunare, fi-
ducioso del fatto che un giorno si sarebbe ricongiunto a suo figlio (Ambrogio). Il compor-
tamento di Davide è proprio· al contempo di un padre affettuoso e di un uomo sapiente
·(Giovanni Crisostomo).

20 23
· Davide smette di digiunare aveva fatto bene a digiunare e a piangere,
perché a buon diritto pensava che il Si-
Fiducia nel giudizio di Dio gnore avrebbe potuto provarne compas-
sione, né c'era da dubitare che potesse
Il santo Davide perdette due figli, conservare la vita di un vivo, Lui che po-
uno incestuoso, l'altro fratricida 14. Aver- teva restituire la vita ai morti. Ma ormai
li avuti è motivo di vergogna, averli per- · eh' egli aveva incontrato la morte, a quale
duti, di dolore. Ne perdette un terzo, an- scopo digiunare, dato che ormai non po-
cora bambino, ch'egli amava. Quando vi- teva risuscitare un morto e richiamare in
veva ancora, lo pianse; una volta morto, vita uno che ne era privo? Io, disse, andrò
non lo rimpianse. Leggiamo infatti che, da lui~ ma egli non ritornerà da me. O
mentre il bambino era ammalato, Davide conforto grandissimo per chi rimpiange
pregava il Signore per lui e digiunava e un defunto, o giudizio veramente degno
giaceva avvolto nel cilicio e, quantunque di un sapiente, o straordinaria sopporta"
i figli maggiori gli stessero intorno per zione di un servo, non protestare se gli è
farlo alzare da terra, ritenne di non dove- capitata qualche s:ventura, e non lamen-
re né alzarsi né prendere cibo. Ma quan" tarsi di essere stato colpito ingiustamen-
do seppe che il bambino era morto, si le- te! Chi sei tu per sentenziare in anticipo
vò da terra·, si lavò immediatamente, si sui tuoi meriti? Perché desideri prevenire
profumò, mutò vesti, adorò il Signore, l'inquirente? Perché sottrai la sentenza a
prese cibo. Siccome questo modo di chi deve giudicarti?
comportarsi sembrava strano ai suoi figli, Ambrogio,
rispose che, finché il bambino era vivo, Per la dipartita del fratello 2, 25-26

14 Il riferimento è, rispettivamente, ad Amnon e ad Assalonne.


426 2 Samuele

Affetto paterno e sapienza di David proprio dell'amore. Per quanto ami tuo
figlio, non gli vuoi bene tanto quanto
Anche il re David amava suo figlio, e quello allora; quel beato nutriva un gran-
giaceva in un sacco e nella cenere. Non de amore per la madre, anche se il bam-
portò maghi, né incantatori, sebbene al- bino era nato da un adulterio. Ma sapete
lora ce ne fossero, come dimostra Saul, che la prole partecipa dell'amore dei ge-
ma supplicava Dio. Fai questo anche tu; nitori. E tale era l'amore, da desiderare
ciò che fece il giusto, fallo anche tu; di' le che vivesse colui che pure era il suo accu-
sue stesse parole quando morl il figlio: Io satore; ma tuttavia rese grazie a Dio.
andrò da lut~ ma lui non verrà da me. Giovanni Crisostomo,
Questo è proprio della filosofia, questo è Omelie su Colossesi 8, 6

[LA NASCITA DI SALOMONE (12, 24-31)]

AMNON RAPISCE TAMAR, SUA SORELLA

Dopo queste cose, accadde che, avendo Assalonne figlio di Davide, una
sorella molto bella, chiamata Tamat; Amnon figlio di Davide si innamorò di
lei. (... )Tamar andò a casa di Amnon suo fratello, che giaceva a letto. Essa
prese farina stemperata, la impastò, ne fece frittelle sotto i suoi occhi e le fe-
ce cuocere..Poi prese la padella e versò le frittelle davanti a luz> ma egli ri-
fiutò di mangiare e disse: «Allontanate tutti dalla mia presenza». Tutti usci-
rono. Allora Amnon disse aTamar: «Portami la vivanda in camera e pren-
derò il cibo dalle tue mani>>. Tamar prese le frittelle che aveva fatto e le por-
tò in camera ad Amnon suo fratello. Ma mentre gliele dava da mangiare,
egli l'a/ferrò e le disse: «Vien~ unisciti a me, sorella mia~>. Essa gli rispose:
«No, fratello mio, non farmi violenza; questo non si fa in Israele; non com-
mettere questa infamia! Io dove andrei a portare il mio disonore? Quanto a
te, tu diverresti come un mal/amato in Israele. Parlane piuttosto al re, egli
non mi rifiuterà a te». Ma egli non volle ascoltarla: fu più forte di lei e la
violentò unendosi a lei( ... ) (13, 1-22).
La consuetudine con una donna casta non tiene lontano il rischio di peccare, come di-
mostra l'episodio di Tamar (Fruttuoso di Braga). Nessuno deve fidarsi della consanguinei-
tà, neppure della più stretta (Girolamo).
Assalonne fugge da Ghesur (13, 30-39) 427

11 14
· Amnon violenta Tamar davanti a Dio, ma anche davanti agli uo-
mini, e da lasciare un esempio di santità
Vivere in modo casto ai posteri.
Fruttuoso di Braga,
Nessuno dovrebbe confidare nella Regola monastica comune 17 > 1124D
castità del passato, perché non potrebbe
essere né più santo di Davide, né più sa-
piente di Salomone> i cui cuori si corrup- Bruciò di un'illecita passione
pero per delle donne. E nessuno confidi
nella consuetudine con una donna casta; Nessuno si fidi neppure della con-
si ricordi che Tamar è stata viòlentata da sanguineità anche più stretta: Amnon
suo fratello Amnon .c he simulava di esse- bruciò di passione incestuosa per Tamar,
re malato. Perciò, i monaci e le monache sua sorella!
dovrebbero vivere con tale castità, da Girolamo,
avere una buona testimonianza non solo Lettere 22, 12

[LAVENDETTA DI ASSALONNE (13, 23-29)]


ASSALONNE FUGGE DA GHESUR

(... ) Allora Ionadab disse al re: «Ecco i figli del re arrivano; la cosa sta
come il tuo servo ha detto». Come ebbe finito di parlare, ecco giungere i fi-
gli del re, i quali alzarono grida e piansero; anche il re e tutti i suoi ministri
fecero un gran pianto. Quanto ad Assalonne era fuggito ed era andato da
1

Talmai: figlio di Ammt'ud, re di Ghesur. Il re fece il lutto per il suo figlio per
!un.go tempo. Assalonne rimase tre anni a Ghesur; dove era andato dopo
avet preso la fuga. Poi lo spirito del re Davide cessò di sfogarsi contro Assa-
lonne, perché si era placato il dolore per la morte di Amnon (13, 30-39).
La morte di Ammone è il primo episodio della catena di disgrazie che colpì la casa di
Davide in segno della punizione divina (Salviano di Marsiglia).

36 38
. Assalonne piange abbandonò mai la sua casa. Tamar viene
stuprata dall'insana passione di Ammo-
Una catena di disgrazie ne, e Ammone viene ammazzato da Assa-
lonne. Ora, il delitto commesso dal pri-
Questo non è stato che il primo as- mo dei due fratelli è certamente grave,
saggio della vendetta di Dio. Il primo, di- ma la vendetta dell'altro è più grave an-
co, non il solo, poiché fu seguito da una cora; e chi ci va di mezzo è il padre, Da-
lunga serie di pesantissime disgrazie; e il vide, che soffre per i loro misfatti; poiché
susseguirsi ininterrotto di batoste non il peccato, è ver_q, l'hanno commesso i
428 2 Samuele

due suoi figli, ma per i delitti di due per- quella del primo o del secondo figlio, se
sone sono in tre a rimetterci: Tamar per la di quello che è stato ucciso per mano del
perdita della verginità e, alla morte di fratello in questa vita, oppure di quello
Ammone, si aggiunge la deplorevole per- che si è autocondann~to a morte per la vi-
dizione di Assalonoe. Né si può sapere ta futura.
con certezza qual è stata la perdita che ha Salviano di Marsiglia,
pesato di più su un padre così buono, se Il governo di Dio 2, 5, 21

LA DONNA SAGGIA DI TEKOA

Ioab figlio di Zeruia si accorse che il cuore del re era contro Assalonne.
(... ) Allora la donna diSse: «La tua schiava possa dire una parola al re mio
. signore!». Egli rispose: «Parla». Riprese la donna: <<Allora perché pensi co-
sì contro il popolo di Dio? Intanto il re, pronunziando questa sentenza si è
come dichiarato colpevole, per il fatto che il re non fa ritornare colui che ha
bandito. Noi dobbiamo morire e siamo come acqua versata in terra, che non
si può più raccogliere, e Dio non ridà la vita. Il re pensi qualche piano per-
ché il proscritto non sia più bandito lontano da lui>>(. .. ) (14, 1-17).
· Il proposito di Dio non è che gli uomini muoiano, ma che vivano per sempre (Giovan-
ni Cassiano) .

14come acqua versata zn. terra regge, la fortifica e la conforta con la sua
ispirazione, «volendo che tutti gli uomini
Il disegno di Dio e la quotidiana siano salvati e arrivino alla conoscenza
della verità» (1 Tm 2, 4), poiché, Egli ag-
provvidenza
giunge: «il Padre vostro celeste non vuo-
Il proposito di Dio, secondo il quale le che si perda neanche uno solo di que-
Egli non aveva creato l'uomo dest~ato sti piccoli» (Mt 18, 14); e ancora: «Dio
alla morte, ma perché vivesse per l'eterni- non vuole che anche una sola anima peri-
tà, rimane immutato. La sua benignità, sca, ma la richiama, pensando che non
non appena vede apparire in noi anche debba del tutto perire chi è stato caccia-
una pur minima scintilla di buona volon- to fuori».
tà, oppure è Lui stesso a suscitarla come · Giovanni Cassiano,
da una dura selce del nostro cuore, la sor- Conferenze ai monaci 13, 7
Assalonne si cattiva l'affetto degli Israeliti (15, 1-6) 429

[ASSALONNE SI RICONCILIA CON DAVIDE (14, 18-33)]

ASSALONNE SI CATTIVA L'AFFETTO DEGLI ISRAELITI

(.. .) Assalonne si alzava la mattina presto e si metteva da un lato della


strada di accesso alla porta della città; quando qualcuno aveva una lite e ve-
niva dal re per il giudizio, Assalonne lo chiamava e gli diceva: «Di quale cit-
tà sei?», l'altro gli rispondeva: «Il tuo servo è di tale e tale tribù d'Israele».
Allora Assalonne gli diceva: «Vedi: le tue ragioni sono buone e giuste, ma
nessuno ti ascolta da parte del re». Assalonne aggiungeva: «Se facessero me
giudice del paese.' Chiunque avesse una lite o un giudizio verrebbe da me e
io gli farei giustizia». Quando uno gli si accostava per prostrarsi davanti a
lui: gli porgeva la mano, l'abbracciava e lo baciava. Assalonne faceva così
con tutti' gli' Israeliti che venivano ·dal re per il giudizio; in questo modo As-
salonne si cattivò l'affetto degli Israeliti' (15 , 1-6).
L'ostentata remissività che si fonda sull'apparenza, non ha radici profonde, ma come
un fiore è destinata ad appassire (Ambrogio). La prùdenza deve guidare le nostre scelte e
niente si oppone ad essa come la falsità (Giovanni Crisostomo).

36
· Assalonne si insinua nel cuore degli una pianta che fiorisce per un periodo li-
Israeliti mitato, ha una breve vita, adducano un
unico esempio di simulazione di frode da
Ostentata remissività quella famiglia dalla quale abbiamo attin-
to moltissimi esempi utili a progredire
" Le parole stesse e i comandi siano
nella virtù. .
equilibrati, perché non appaia in essi
Assalonne, figlio di Davide, insigne
un'eccessiva indulgenza o un'esagerata
per nobiltà d'aspetto, dotato di singolare
severità. Molti preferiscono essere al-
bellezza, fiorente di gioventù, non aveva
quanto indulgenti per apparire buoni; ma
sicuramente nessuna simulazione e fin- in Israele chi fosse pari a lui, perfetto da
zione appartiene all'autentica virtù; anzi· capo a piedi. Si pròcurò cani, cavalli e
ciò che è simulato e finto non resiste al cinquanta uomini che corressero innanzi
tempo: all'inizio germoglia rigoglioso, ma · a lui. Si levava all'alba e si poneva davan-
poi, come un fiore, perde i petali e appas- ti alla porta sulla riva e, se notava qualcu-
sisce; ciò che è invece autentico e sincero no che attendeva il giudizio del re, gli si
si regge saldamente su profonde radici 15. · accostava e gli diceva: «Di quale città
E per confermare con un esempio le sei?». Quello rispondeva: «Sono di una
nostre affermazioni che ciò che è simula- delle tribù di Israele e sono tuo servo».
to non può essere duraturo, ma, come Replicava Assalonne: «Le tue parole sono

15 Cf. Cicerone, De officiis 2, 12, 43.


430 2 Samuele

giuste e rette: non ti è s~ato dato dal re chi ogru vigore in essi si è consumato? Come
ti ascolti? Chi mi farà giudice? A chiun- sono deboli e gracili e incapaci a fare ogni
que si presenti a me bisogna di un giudi- cosa? Tali sono anche le anime di questo
zio, io renderò giustizia». Con tali discor- tipo. Non c'è altro ittero dell'anima se
si lusingava, ad tino ad uno, i cittadini. E non la malvagità. La malvagità dunque .
quando si accostava per prostrarsi davan- non è una cosa forte, non lo è. Volete che
ti a lui, stendendo le mani li attirava a sé ancora vi chiarisca con un esempio ciò
e li baciava. Così conquistò le simpatie di che dico, presentandovi immagini di mal-
tutti, pe'rché simili lusinghe toccano il vagità ~e di mostruosità? Assalonne era
profondo del cuore. malvagio e si accattivava tutti; guarda
Ambrogio, dunque qual era la su~ malvagità. Avvici-
I doveri 2, 22, 112-114 nandosi, dice la Scrittura, diceva: «Non
hai un giudizio?». Volendo far proprio il
sostegno di ciascuno. Ma Davide era sin-
Un ostacolo alla prudenza cero. Che dunque? Osserva la fine di en-
Niente è infatti così necessario per trambi, guarda di quanta stoltezza era
amministrare i propri affari quanto la pieno quello. Poiché infatti guardava sol-
prudenza; niente è così di ostacolo alla tanto alla rovina di suo padre, era cieco
prudenza quanto la viltà, la cattiveria e la rispetto a tutto il resto.
falsità. Non vedete i corpi affetti dal cole- Giovanni Crisostomo,
ra, come sono informi, dal momento che Omelie su E/esini 15, 2

[ASSALONNE USURPA IL TRONO (15, 7-18)]

[I SOSTENITORI DI DAVIDE SI RADUNANO ATTORNO A LUI (15, 19-29)]

UN PIANO PER SVENTARE IL CONSIGLIO DI ACHITOFEL

Davide saliva l'erta degli Uliv~· saliva piangendo e camminava con il ca-
po coperto e a piedi scalz~· tutta la gente che era con lui aveva il capo coper-
to e, salendo, piangeva. Fu intanto portata a Davide la noti'zia: «Achitofel è
con Assalonne tra i congiurati>>. Davide disse: «Rendi vani i consigli di
Achitofe~ Signore!»(. .. ) (15, 30-37).

Risalendo il monte degli ulivi, Davide prefigura profeticamente il Redentore (Cirillo di


Gerusalemme). Lo spettacolo del re in fuga testimonia che il giudizio di Dio colpisce indi-
stintamente (Salviano di Marsiglia). Assalonne sceglie di seguire i propri cattivi consigli per
libera scelta, ma agisce così perché Dio lo spinse aquesto in risposta alle preghiere di Davi-
de (Agostino). L'episodio dimostra che merita di morire chi aguzza la spada contro suo pa-
dre (Eusebio di Cesarea) .
Un piano per sventare il consiglio di Achitofel (15, 30-37) 431

30
Davide risale il monte degli ulivi mente le sfacciate maledfaioni di Semei...
ebbene, è il giudizio di Dio che ne ha fat-
Evocazione profetica del Redentore to un uomo diverso. Se prima era temu-
to, si può dire, da tutto il mondo, ora un
Dopo la ribellione di Assalonne, in- qualsiasi avversario può prenderlo a pe-
vece di fuggire per una delle tante vie che sci in faccia.
gli si erano offerte, volle prendere quella Salviano di Marsiglia,
che passava per il Monte degli Ulivi, pro- Il governo di Dio 2, 5, 23
feticamente invocando il Redentore che
di Il sarebbe asceso al cielo. E quando poi
Semei gli lanciò amare maledizioni, non 31
Rendi vani i consigli _di Achito/el
disse altro che: «Lasciatelo andare» (2
Sam 16, 11), poiché sapeva che il Signore Dio e il libero arbitrio
perdona a chi perdona. (. .. ) Ecco quanti
esempi avete, fratelli, di peccatori che Non è forse di sua volontà che Assa-
con la penitenza hanno ottenuto salvezza. lonne scelse il consiglio che gli doveva
Fatevi coraggio anche voi, e confessate al nuocere? E tuttavia lo fece proprio per-
Signore i vostri trascorsi per riceverne il ché il Signore aveva esaudito il padre che
perdono e per conseguire così, fatti degni pregava per un simile esito. Per questo la
del dono celeste, l'eredità del regno cele- Scrittura dice: E il Signore fece scartare il
ste: assieme a tutti i santi, in Gesù Cristo buon consiglio di Achitofel per indurre
cui appartiene la gloria per i secoli dei se- sopra Assalonne ogni male (cf. 2 Sam 17,
coli. Amen. 14). Dice che il consiglio era buono per-
Cirillo di Gerusalemme, ché in quel momento giovava alla causa;
Seconda Catechesi battesim.ale 12.20 infatti era a favore di Assalonne contro
suo padre, al quale si era ribellato con
l'intenzione di sopraffarlo. Ma il Signore
Lo spettacolo del re in fuga rese vano il consiglio che aveva dato
Achitofel, agendo sul cuore di Assalonne,
Se ora vi aggiungiamo anche la scena perché lo respingesse e ne scegliesse uno
di, Davide che si dà a gambe, che trage- diverso, che non gli era vantaggioso.
dià'!- Vedere un re così importante, e di Agostino,
così vasta risonanza, superiore a ogni al- La grazia e il lt'bero arbitrio 20, 41
tro re, più grande del mondo, allontanar-
si in fuga da tutti i suoi con un numero li-
mitatissimo di setvitori, povero·in canna Merita di morire chi aguzza la spada
a paragone di prima, e solo come mai era contro il padre ·
stato! Vederlo fuggire coperto di paura,
di disonore e di pianto, «andarsene - di- E a quelli che erano passati ad Assa-
ce la Scrittura - a capo coperto e a piedi lonne, Davide diceva: perché vi siete fat-
scalzi» (2 Sam 12, 14), come un soprav- ti nemici insieme a un figlio ribelle? Per-
vissuto a un'esistenza precedente, come ché volete aizzare il figlio alla lotta con-
uno che ha cambiato personalità, come tro il padre? Perché avete seguito il vano
uno che è l' omhra di se stesso, come un consiglio di Achitofel? Se colui che ma-
reietto che suscita il disprezzo dei propri ledice il pàdre o la madre è degno di
schiavi - cosa insopportabile - e peggio morte (cf. Es 21, 17), quante volte meri-
ancora la compassione, al punto da farsi ta cli morire chi aguzza la spada contro il
mantenere da Siba e da subire pubblica- padre? Perché dunque amate cose vane
432 2 Samuele

e cercate la menzogna (cf. Sa! 4, 3 -4)? sono i figli degli uomini per ingannare
Chiama appunto menzogna qualsiasi co- con le [loro] bilance (Sai 61, 10).
sa vana, che presto cade e cambia. Dav- Eusebio di Cesarea,
vero vani sono i figli degli uomini, falsi Commento ai Salmi, libro I, Salmo 4

DAVIDE INCONTRA ZIBA, SERVO DI MERIB-BAAL

Davide aveva di poco superato la cima del monte, quando ecco Ziba, ser-
vo di Merib-Baal gli si fece incontro con un paio di asini sellati e carichi di
duecento pani: cento grappoli di uva secca, cento frutti d'estate e un otre di
vino. Il re disse a Ziba: «Che vuoi/are di queste cose?». Ziba rispose: «Gli
asini serviranno di cavalcatura alla reggia, i pani e i frutti d'estate sono per
sfamare i giovani: il vino per dissetare quelli che saranno stanchi nel deser-
to». Il re disse: «Dov'è il figlio del tuo signore?». Zz'ba rispose al re: «Ecco,
è rimasto a Gerusalemme perché ha detto: Oggi la casa di Israele mi rende-
rà il regno di mio padre» (. .. ) (16, 1-4).
Nessuno si deve stupire se Costantino ha mandato in esilio uomini tanto illustri; come
dimostra il precedente di Davide, un sovrano ·può esser ingannato anche da un umile servo
(Teodoreto di Cirro).

13
- Ziba rincuora Davide un servo nato in casa e scellerato, come
Siba che riferl al re falsità contro Menfi-
È facile essere ingannati boste e ne ottenne il campo (cf. 2 Sam 19,
Nessuno si stupisca che egli abbia 27). E dico ciò non per accusare il profe-
mandato (scii. Costantino} in esilio uomi- ta, ma per difendere questo imperatore,
ni così eccellenti: è stato indotto in errore. mostrare la debolezza dell'umana natura
Prestò fede a vescovi che nascondevano le e far comprendere che non bisogna pre-
loro malvagità e che, essendo per altro fa- stare fede ai soli accusatori, anche se mol-
mosi, ingannavano. Quanti conoscono le to degni di esser creduti, ma bisogna por-
Scritture sanno che anche il divino Davi- gere un orecchio anche all'accusato.
de, mitissimo e grandissimo profeta, fu in- Teodoreto di Cirro,
gannato. Non lo ingannò un vescovo, ma Storia ecclesiastica 1, 33
Davide incorre nella maledizione di Simei (16, 5-14) 433

DAVIDE INCORRE NELLA MALEDIZIONE DI SIMEI

(... )Allora Abisai figlio di Zeruia disse al re: «Perché quèsto cane morto
dovrà maledire il re mio signore? Lascia che io vada e gli tagll la testa!». Ma
il re rispose: «Che ho io in comune con va~ figli di Zeruia? Se maledice, è per-
ché il Signore gli ha detto: Maledici Davide! E chi potrà dire: Perché fai così'?».
Poi Davide disse ad Abisai e a tutti i suoi ministri: «Ecco, il figlio uscito dalle
.mie viscere cerca di ~ogliermi la vita: Quanto più ora questo Beniamin#a! La-
sciate che maledica, poiché glielo ha ordinato il Signore. Forse il Signore guar-
derà la mia afflizione e mi renderà il bene in cambio della maledizione di og-
gi». Davide e la sua gente continuarono il cammino e Simei camminava sul
fianco del monte, parallelamente a Davide, e, cammin facendo, imprecava con-
tro di lui: gli tirava sassi e gli lanciava polvere( ... ) {16, 5-14).
Il comportamento di Davide di fronte alle ingiurie di Simei è un esempio di paziente
sopportazfone (Agostino) e noi dobbiamo imitare il silenzio e l'umiltà del re (Ambrogio). È
Dio ad orientare la volontà di Simei per mettere alla prova·l'umiltà di Davide (Agostino).
Con il proprio atteggiamento, Davide bene illustra le virtù evangeliche di umiltà, giustizia e
prudenza (Ambrogio). La volontà di Dio non deve esser messa in discussione, ma deve es-
sere sopportata di buon grado; seguire i precetti di Dio non è impossibile, e tuttavia i santi
fanno fatica a perpetuare la giustizia (Girolamo).

9 13
· Davide lascia che Simei lo maledica Dobbiamo imitare il silenzio e
l'umiltà di DaVide
P~ziente sopportazione
Per quale motivo turbarci quando
\ Per questa pazienza il santo [re] Da- sentiamo degli insulti? Perché non imitia-
vide sopportò le ingiurie di chi lo svilla- mo colui che dice: Ho taciuto e mi sono
neggiava e, sebbene potesse facilmente umiliato e ho mantenuto il st'lenzio sui
vendicarsi, non solo non si vendicò, ma miei meriti (Sa! 3 8, 1)? Forse Davide si li-
trattenne dalla vendetta quell'altro che, mitò a dire queste parole senza metterle
addolorato, s'era fatto prendere dall'ira, e in atto? No, al contrario, agì in modo
del suo potere regale si servl più per proi- conforme alle sue parole. Infatti, mentre
bire che per esercitare la vendetta. In il figlio di Simei lo ingiuriava, David tace-
quel frangente non era il suo corpo che va e, quantunque circondato da armati,
veniva tormentato da malattie o ferite, non ritorceva l'offesa, non cercava soddi-
ma era il suo animo che, riconoscendo il sfazione. Anzi, al figlio di Sarvia, che
momento dell'umiliazione, la sopportava avrebbe voluto vendicarlo, non permise
per fare la volontà di Dio e per questo in- di attuare il suo proposito. Avanzava
goiava con somma pazienza l'amara be- dunque senza fiatare, in atteggiamènto
vanda della contumelia. d'umiltà, avanzava in silenzio e non reagi-
Agostino, va sentendosi chiamare uomo sanguina-
La pazienza 9, 8 rio, perché conscio della propria mansue-
434 2 Samuele

tudine. Non era turbato dalle ingiurie, vuto essere lodato piuttosto che punito, e
perché ben consapevole delle opere buo- invece sappiamo che per questo peccato
ne compiute. Pertanto chi si turba subito in seguito fu punito. E neppure si tace
per un'offesa, se ne mostra degno, pro- per quale causa il Signore disse a colui di
pfio mentre vuole dimostrare di non me- maledire in tal modo. David, per quale
ritarla. Chi disprezza l'offesa è migliore causa cioè condusse o abbandonò il suo
di chi se ne affligge: chi la disprezza, non cuore malvagio verso questo peccato: af
vi bada come se non l'avvertisse; chi inve- i:·•. finché il Signore veda la mia umiltà e mi
ce se ne duole, ne soffre, dimostrando di renda del bene in cambio della sua maledi-
averla sentita. zt'one di oggi. Ecco in qual modo si può
Ambrogio, comprovare che Dio si serve anche del
I doveri 1, 6, 21-22 cuore dei malvagi a lode ed aiuto dei
buoni.
Agostino,
Dio inclina il cuore La grazia e il libero arbitrio 41, 20

Non fu di propria volontà che un


uomo malvagio, il figlio di Gemini, male-
Perdonare chi ci insulta
diceva il re David? E tuttavia che dice il
re David, pieno di vera, alta e pia sapien- Possiamo tuttavia dimostrare che il
za? Che dice a quello che voleva colpire il santo Davide non fu inferiore a Paolo an-
temerario mentre scagliava le sue maledi- che in tale genere di virtù. Dapprima,
zioni? Cosa ho a che fare con voi, figli di quando il figlio di Semei lo insultava e gli
Sarvt'a? Lasdatelo andare e maledica, per- lanciava accuse, taceva e si umiliava e na-
ché è il Signore che gli ha detto di maledi- scondeva i suoi meriti, cioè la consapevo-
re David. E chi gli potrà dt're: Perché hai lezza d'aver agito bene; poi desiderava
fatto così? Poi la divina Scrittura torna d'essere insultato, perché otteneva la mi-
quasi da un nuovo principio sul pensiero sericordia divina.
del re e insiste: E disse David ad Abessa e Vedi poi come abbia conservato
a tutti i· servi suoi: Ecco, il figlio mio che è l'umiltà, la gjustizia, la prudenza, per me-
uscito dalle mie viscere vuole la mia vita, e ritarsi la grazia del Signore. Disse dappri-
ora anche il figlio di Gemini. Lasdatelo ma: Egli mi maledice perché il Signore gli
dunque maledire, poiché glielo ha detto il ha detto di maledirmi. Puoi constatare la
Signore, affinché il Signore veda la mia. sua umiltà, perché riteneva di dover sop-
umiltà e mi renda del bene in cambio del- portare pazientemente, come un umile
la sua maledizt'one· di oggi. Quale uomo, schiavo, ciò che gli veniva imposto dal
per quanto saggio, sarà in grado di capire Cielo. Ancora disse: Ecco mio figlio, che è
come il Signore abbia potuto dire a que- uscito dal mio ventre, cerca la mia vita.
st'uomo di maledire David? E in effetti Puoi constatare la sua giustizia: se infatti
egli non lo disse in forma di ordine, per- sappiamo sopportare da parte dei nostri
ché allora l'obbedienza avrebbe meritato offese più gravi, perché non sappiamo
una lode, ma inclinò la volontà di quel- sopportare quelle che ci provengono da-
l'individuo, malvagia per sua colpa, verso gli estranei? In terzo luogo dice: Lasdate
tale peccato in base a un suo giudizio giu- che mi maledica, poiché glt'elo ha detto il
sto ed occulto. Perciò è scritto: Glielo ha Signore, affinché il Signore veda la mia
detto il Signore. Infatti se quello avesse umiliazione, e per questa umiliazione mi
obbedito a un ordine di Dio, avrebbe do- ricompenserà. Non soltanto sopportò i
Assalonne segue il consiglio di Achito/el (16, .15-23) 435

suoi insulti, ma non reagì contro di lui - dice - Che Semei maledi'ca, glielo ha or-
anche quando lo seguiva lanciando sassi, dinato il Signore di maledire Davide. E chi
anzi gli perdonò volentieri quando, dopo glt" risponderà: perché hai fatto questo? La
la vittoria di Davide, chiese perdono (cf. volontà di Dio non deve infatti essere
2 Sam 19, 22). Ho qui inserito quest'epi- messa in discussione, ma deve essere sop-
sodio per mostrare che il santo Davide portata di buon grado. E in un altro pas-
con spirito evangelico non solo non serbò so: Il Signore lo ha inviato per distruggere
rancore a chi lo insultava, ma anzi gli fu il buon consiglio di Achtitofel, il cui con-
grato, e fu compiaciuto piuttosto che irri- siglio certamente era come il consiglio di
tato per le ingiurie, in cambio delle quali ·Dio, e per J-ar cadere la sciagura su Assa-
pensava di dover ricevere una ricompen- lonne (2 Sam 17, 14). E per quale ragione
sa. Tuttavia, quantunque perfetto, aspira- l'autorità del libero arbitrio è stata sov-
va ad una perfezione ancora maggiore. Si vertita da un'autorità più grande? Gero-
accendeva, perché uomo, per il risenti- boamo, che fece peccare il popolo di
mento dell'offesa; ma da buon soldato Israele, è accusato di aver abbandonato il
vinceva e da forte atleta sopportava. comandamento di Dio, e gli viene detto:
Ambrogio, Ho strappato il regno dalla casa di Davide
I doveri 1, 48, 236-238 e l'ho dato a te e non fosti come il mio ser-
vo Davide, che osservò i miei comanda-
menti e camminò dietro di me con tutto il
La legge dell'uomo cuore, e fece quanto è giusto davanti ai
miei occhi (1Re14, 8). Perciò i comanda-
Davide, dopo aver reso grazie a Dio, menti <li Dio, che sappiamo che Davide
alla fine concluse: E questa è la legge del- ha osservato, sono possibili, e tuttavia i
l1uomo, Signore Dio, di sperare sempre santi si affaticano a perpetuare la giusti-
nella tua clemenza, e di sostenere la de- zia.
bolezza della carne con r aiuto di divino. Girolamo,
Cosa ho a che fare con voi: figli di Sarvia? Dialogo contro i Pelagiani 2, 20, 23-40

ASSALONNE SEGUE IL CONSIGLIO DI ACHITOFEL

(... ) Allora Assalonne disse ad Achitofel: «Consultatevi su quello che


dobqiamo fare». Achitofel rispose ad Assalonne: «Entra dalle concubine che
tuo padre ha lasciato a custodia della casa; tutto Israele saprà che ti sei reso
odioso a tuo padre e sarà rafforzato il coraggio di tutti i tuoi>>. Fu dunque
piantata una tenda sulla terrazza per Assalonne e Assalonne entrò dalle con-
cubine del padre, alla vista di tutto Israele. In quei giorni un consiglio dato
da Acht'tofel erçi, come una parola data da Dio a chi lo consulta. Così era di
tutti i consigli di Achito/el per Davide e per Assalonne (16, 15-23).
Il disonore recato da Assalonne a suo padre Davide è aggravato dal fatto l'incesto è
commesso sotto gli occhi di tutti (Salviano di Marsiglia).
436 2 Samuele

21 22
· As'salonne va dalle concubine del commettendo incesto, ma un incesto che,
padre visto lo stratagemma usato per renderlo
più scandaloso, supera l'incesto stesso
Un pubblico incesto come semplice delitto. Poiché, anche se
commesso segretamente risulterebbe già
Di qui in poi, inoltre, stando alle pa- abominevole, quel persecutore di suo pa-
role della Scrittura, una serie lunghissima dre te lo va a commettere in pubblico,
<li sventure. Il padre viene insidiato a lun- con lo scopo preciso di non limitarsi, con
go dal figlio, viene cacciato dal regno e, quel bestiale gesto, a disonorare il padre
per evitare cli essere fatto fuori, scappa assente, bensì a inquinare gli occhi def
come un fuggiasco. Non si capisce se nel mondo intero compiendo l'incesto alla
figlio ha prevalso la passione impura o la luce del sole..
crudeltà: non potendo commettere parri- Salviano di Marsiglia,
cidio ammazzando il padre, lo disonora Il governo di' Dio 2, 5, 22

ACHITOFEL PROPONE DI ATTACCARÉ ASSALONNE

Achitofe! disse ad Assalonne: «Sceglierò dodidmila uomini: mi metterò


ad inseguire Davide questa notte; gli piomberò addosso mentre egli è stan-
co e ha le braccia fiacche; lo spaventerò e tutta la gente che è con lui si darà
alla fuga)· io colpirò solo il re e ricondurrò a te tutto il popolo) come ritorna
la sposa al marito. La vita di un solo uomo tu cerchi:· la gente di lui rimarrà
tranquilla». Questo parlare piacque ad Assalonne e a tutti gli anziani
d'Israele (17, 1-4).
La sfrontatezza, come quella di Achitofel, è totalmente estranea all'animo del cristiano
(Giovanni Crisostomo).

14
Achitofel consiglia un attacco imme- ne e le moine. E, se volete, vi offrirò gli
diato esempi di tutte queste qualità. Sembra
infatti che queste qualità, che sono con-
La sfrontatezza è totalmente estra- trarie, siano come poste vicine le une al-
nea all'anima del cristiano le altre, come la zizzania al grano e le ro-
se alla spina. Ma i bambini potrebbero
Niente è cosl estraneo all'anima del facilmente ingannarsi, mentre gli uomini
cristiano quanto la sfrontatezza. Dico maturi, essendo esperti dell'agricoltura
sfrontatezza, non libertà di parlare né co- spirituale, sanno distinguere ciò che è
raggio; quelle qualità si addicono infatti davvero buono da ciò che è cattivo. Or-
al cristiano. Queste sono infatti una cosa, sù, dunque, lasciate che vi presenti gli
e quella un'altra: pertanto una cosa è esempi scritturistici di queste qualità.
l'umilt~, un'altra .l a rozzezza, l' adulazio- Che cosa sono la rozzezza, l'adulazione e
Cusai fa informare Davide (171 15-20) 437

le moine? Siba non lusingò Davide al sono infatti adulatori; co.sl, come quando
momento giusto, e screditò il proprio si- i maghi dicono: Vivz~ o re, in eterno (Dn
gnore; ancora di più fece Achitofel con 2, 4).
Assalonne. Ma Davide non si comportò Giovanni Crisostomo,
cosl, ma fu umile. Coloro che ingannano Omelie su Filippesi, 2, omelia 5, 3

CUSAI RENDE VANI I CONSIGLI DI ACHITOFEL

(... ) Quando Cusai fu giunto da Assalonne, questi gli disse: <<Achitofel


ha parlato così e cosi~· dobbiamo fare come ha detto lui? Se no, parla tu!».
Cusai rispose ad Assalonne: «Questa volta il consiglio dato da Achitofel non
è buono». (. .. ) Assalonne e tutti gli Israeliti dissero: «Il consiglio di Cusai
l'Archita è migliore di quello di Achitofel». Il Signore aveva stabilito di
mandare a vuoto il saggio consiglio di Achitofel per far cadere la sciagura su
Assalonne (17, 5-14).
La simulazione di Cusai è pia e guidata dalla volontà di Dio (Giovanni Cassiano).

14
Il Signore stabilisce di mandare a Scrittura, che così si esprime: «Per vole-
vuoto il consiglio di Achz'to/el re del Signore fu reso vano l'utile consi-
glio di Achitofel, affinché il Signore fa-
Pia simulazione cesse cadere la sciagura su Assalonne».
Non poteva dunque essere disapprovato
· Che cosa dovrò dunque dire di quello che era stato compiuto con retta
q\lella pia simulazione di Cusai, espressa intenzione e pio giudizio, ed era stato
ad··Assalonne per la salvezza del re.Davi- concepito con religiosa simulazione in
de? Quella simulazione suggerita dal de- difesa della parte giusta e per la salvezza
siderio di ingannare e raggirare e, in più di colui (Davide), la cui pietà piaceva a
diretta ad impugnare il vantaggio di chi Dio.
chiedeva un consiglio, viene tuttavia ap- Giovanni Cassiano,
provata dalla testimonianza della divina Conferenze ai monaci 17, 19

CUSAI FA INFORMARE DAVIDE

Allora Cusai disse ai sacerdoti Zadok ed Ebiatar: «Achitofel ha consi-


gliato Assalonne e gli anziani d'Israele così e cosi: ma io ho consigliato in
questo modo. Ora dunque mandate in fretta ad in/armare Davide e ditegli:
Non passare la notte presso i guadi del deserto, ma passa subito dal!'altra·
438 2 Samuele

parte, perché non venga lo sterminio sul re e sulla gente che è con lui». Ora
Gionata e Achimaaz stavano presso En-Roghel in attesa che una schiava
andasse a portare le notizie che essi dovevano andare a rzferire al re Davide;
perché non potevano farsi vedere ad entrare in città. Ma un giovane li vide
e informò Assalonne. I due partirono di corsa e giunsero a Bacurim a casa
di un uomo che aveva nel cortile una cisterna. Quelli vi si calarono e la don-
na di casa prese una coperta, la distese sulla bocca della cisterna e vi sparse
grano pesto, così che non ci si accorgeva di nulla. I servi di Assalonne ven-
nero in casa della donna e chiesero: «Dove sono Achimaaz e Gionata?». La
donna rispose loro: «Hanno passato il serbatoio deltacqua». Quelli si mise-
ro a cercarli: ma, non riuscendo a trovarli: tornarono a Gerusalemme (17,
15-20).

La menzogna della donna agli emissari di Assalonne risponde al precetto evangelico di


preferire il bene altrui al prop.i;io, giustificando anche il fatto che abbia mentito (Giovanni
Cassiano).

19 20
· Una donna nasconde Achimaaz e nati al supplizio. Non risparmiarti nulla»
Gionata (Prv 24, 11 [LXX]), ovvero, confessando
tutta la verità, avreste deciso di rivelarli,
Inevitabilità della menzogna destinandoli alla morte? Dove dunque
Che dire pure del gesto di quella collocheremo il precetto dell'Apostolo:
donna, la quale, accogliendo coloro che «Nessuno cerchi l'utile proprio, ma quel-
dal suddetto Cusai erano stati inviati al re lo degli altri» (1 Cor 10, 24), e anche: «La
Davide, li nascose dentro il pozzo e, sten- carità non cerca il proprio interesse, ma
dendo una coperta sopra l'imboccatura quello degli altri>> (1 Cor 13, 5; Fil 2, 4),
del pozzo, simulando di voler distendervi come pure quanto egli dice di se stesso:
sopra dell'orzo per farlo disseccare, di- «lo non cerco l'utile mio, ma quello di
chiarò: «Sono passati, ormai, dopo aver molti, perché giungano alla salvezza» (1
bevuto un po' d'acqua», e così, con que- Cor 10, 33)? E di fatto, se noi ci propo-
sto infingimento, ella riuscì a liberarli niamo il nostro interesse e vogliamo atte-
dalle mani di quegli inseguitori? E allora nerci tenacemente a quello che ci è utile,
rispondetemi, ve ne prego: che cosa avre- in casi simili a quello ora richiamato, sa-
ste deciso, se a voi, che vivete nell'atmo- remo tenuti a dire la verità e a renderci
sfera dettata dal Vangelo, fosse stata pro- responsabili della morte degli altri; se in-
posta una simile situazione: avreste prefe- vece noi, preferendo l'utile degli altri al
rito nascondere quei tali, ricorrendo al- nostro vantaggio, ci conformeremo al
l'identica menzogna - sono passati ormai, precetto dettato dall'Apostolo, sicura-
dopo aver bevuto un po' d'acqua -, in mente dovremo sottostare alla inevitabili-
modo da adempiere quel precetto che co- tà di dover mentire.
sì suona: «Libera quelli che sono condot- Giovaruii Cassiano,
ti alla morte e salva quelli che sono trasci- Conferenze ai monaci 17, 19
L'esercito di Davide attacca Israele (1 8, 1-8) 439

[DAVIDE ATfRAVERSA IL GIORDANO (17, 21-29)]

L'ESERCITO DI DAVIDE ATTACCA ISRAELE

Davide passò in rassegna la sua gente e costituì capi di migliaia e capi di


centinaia per comandarla. (.. .) L'esercito uscì in. campo contro Israele e la
1
battaglia ebbe luogo nella foresta di Efraim. La gente d Israele fu in quel
luogo sconft'tta dai servi di Davide; la strage fu grande: in quel giorno cad-
dero ventimila uomini. La battaglia si estese su tutta la contrada e la fore-
sta divorò in quel giorno molta più gente di quanta non ne avesse divorato
la spada (18, 1-8).
Sia la sedizione contro il potere regale che quella contro il potere sacerdotale sono ese-
crabili, ma la sedizione contro I' autorità dei sacerdoti è più grave (Costituzioni Apostoliche).

6-s L'esercito di Davide attacca Assa- to; né infatti Assalonne, né Abdadan 16 ri-
lonne masero impuniti, né Core e Datan (cf. Nm
16). I primi infatti si ribellarono a Davide
Eretici e scismatici insorgono con- per il regno, gli altri a Mosè, per prendere
tro i sacerdoti il potere. Assalonne vituperava suo padre
Davide di non essere un giudice giusto, di-
Consideriamo dunque, miei cari, qual cendo a ciascuno: I tuoipropositi sono giu-
è la fama dei sediziosi e di che tipo è il giu- st~ e non e'è nessuno che ti ascolti (2 Sam
dizio che li colpisce. Se infatti colui che si 15, 3-4) e ti renda giustizia; chi mi stabili-
oppone ai re merita una punizione, anche rà come capo? E Abdadan: Non ho alcuna
se è un figlio, anche se è un amico, quanto parte con Davide e non ho un'<;,redità con il
ph). chi insorge contro i sacerdoti? Di figlio di lesse (2 Sam 20, 1). E chiaro che
quànto infatti il sacerdozio è superiore al ·non sopportava di essere governato da
potere regale, dal momento che combatte Davide, del quale Dio disse: Ho trovato
per l'anima, di tanto ha una punizione più Davide, figlio di lesse, uomo secondo il mio
dura chi ha osato insorgere contro di esso cuore; egli adempirà tutti' i miei voleri (At
rispetto a chi insorge contro il potere rega- 13, 22).
le. Certamente neppure uno resta impuni- Costituzioni apostoHche 6, 2

16 Variante per Sebà.


440 2 Samuele

LA MORTE DI ASSALONNE

Ora Assalonnè s'imbatté nei seroi di Davide. Assalo11ne cavalcava il


mulo; il mulo entrò sotto i rami di un grande terebinto e la testa di Assa-
lonne rimase impigliata nel terebinto e così egli restò sospeso fra cielo e ter-
ra; mentre il mulo che era sotto di lui passava oltre. Un uomo lo vide e ven-
ne a riferire a Ioab: «Ho visto Assalonne appeso un terebinto». (. .. )Poi die-
ci giovani scudieri di Ioab circondarono Assalonne, lo colpirono e lo finiro-
no (18, 9-15).
La fine di Assalonne prefigura la morte di Giuda (Cassiodoro) .

9
La testa di Assalonne rimane impi- lonne rimanesse impigliato.nei rami eco-
gliata in un terebinto sì restasse sospeso tra cielo e terra. Que-
sto episodio era la prefigurazione di
Tipo di Giuda quanto· avvenne al traditore del Signore.
Come Giuda finì i propri giorni impicca-
Quando Assalonne era ·braccato da to, così il persecutore di Davide finì
suo padre Davide, la velocità del suo mu- strozzato.
lo fece sì che l'animale andasse sotto ira- Cassiodoro,
mi di un terebinto e che il collo di Assa- Commento ai Salmi 3, 1

LA NOTIZIA VIENE RIFERITA A DAVIDE

(... ) Poi presero Assalonne, lo gettarono in una grande fossa nella fore-
sta ed elevarono sopra di lui un enorme mucchio di pietre. Tutto Israele era
fuggito ciascuno nella sua tenda (. .. ) (18, 16-30).
La tumulazione di Assalonne nella valle testimonia come i santi stiano sui monti, i pec-
catori, invece, scendono nelle valli; il Signore è infatti Dio dei monti e non delle valli (Am-
brogio}. Il dolore di Davide per la morte di Assalonne è il dolore della Chiesa per le scelle-
ratezze dei Donatisti (Agostino).

17
La tumulazione di Assalonne be il mistero dei pagani che dovevano es-
sére battezzati (cf. At 10, 34.35; 11,
I santi stanno sui monti, i colpevoli 17.18)? Ma il parricida Assalonne pose
nella valli un'iscrizione in suo onore nella valle del re
e, dopo essere stato ucciso, fu gettato in
Che dire di Pietro, che salendo verso una fossa. Dunque, i santi salgono verso il
l'ora sesta sulla terrazza (At 10, 9) conob- Signore, gli scellerati scendono verso i vi-
Davide si dispera per Assalonne (18, 31 - 19, 1) 441

zi; i santi stanno sui monti, i colpevoli mente, perduta ogni speranza, quell' otti-
nelle valli; il Signore, infatti, è Dio dei mo padre pianse il suo figlio snaturato,
monti e non Dio delle valli (1Re20, 28). ormai ucciso, mentre non lo aveva pianto
Ambrogio, da vivo perché non disperava di salvarlo.
Libro rv, lettera 12, 2 Imparate ché cosa vuol dire 1'Apostolo
con queste parole: Tutti quelli che voglio-
no vivere piamente in Cristo soffriranno
Assalonne persecuzione (2 Tm 3, 12). Se i Donatisti
non avessero saccheggiato le abitazioni
D'altra parte, quando vi suicidate dei Cattolici, non avessero incendiato le
gettandovi sulle armi altrui o lanciandovi chiese cattoliche, né avessero dato alle
giù dai precipizi o annegandovi o dando- fiamme i codici santi dei Cattolici; se non
vi fuoco 17, non riusciremo mai ad espri- avessero infierito con disumana crudeltà
mere abbastanza la pena con cui ci tor- sui corpi dei Cattolici e non avessero mu-
mentate. L'empio Assalonne afflisse di più tilato le membra dei Cattolici e non aves-
il santo Davide con la sua morte che con sero strappato loro gli occhi; infine se non
la sua ribellione: egli voleva che lo pren- avessero crudelmente messo a morte i
dessero vivo affinché la penitenza. lo fa- Cattolici, allora in tutta verità potremmo
cesse guarire dalla furia devastante della dire che abbiamo sopportato da parte vo-
sua malvagità. Dunque egli perseguitava stra solo questa durissima persecuzione:
suo padre, non solo dividendo il popolo vi vediamo insensati e siamo affranti dal
di Dio, né soltanto portando le armi e dolore, debilitati e noi siamo deboli, scan-
combattendo contro la legge di Dio e dalizzati e noi fremiamo, perduti e noi
contro la regalità legittima di suo padre, piangiamo.
ma soprattutto perseguitò il cuore del pa- Agostino,
dre morendo in quel modo empio. Final- Contro Gaudenzio 1, 22, 25

DAVIDE SI DISPERA PER AssALONNE


\

Ed ecco arrivare l'Etiope che disse: «Buone notizie per il re mio signo-
re! Il Signore ti ha reso oggi giustizia, liberandoti dalle mani di quanti era-
no insorti contro di te». Il re disse all'Etiope: «Il giovane Assalonne sta be-
ne?». L'Etiope rispose: «Diventino come quel giovane i nemici del re mio si-
gnore e quanti insorgono contro di te per farti il male!». Allora il re fu scos-
so da un tremito, salì al piano dz' sopra della porta e pianse; diceva in lacri-
me: «Figlio mio/ Assalonne figlio mio, figlio mio Assalonne! Fossi morto io
invece di te, Assalonne, figlio mio, figlio mio!» (18, 31 - 19, 1).
Con il termine tecnico di giudizio si indica la punizione divina anche in questa vita
(Salviano di Marsiglia). Davide piange suo figlio, anche se empio (Ambrogio); non pian-

17 Agostino si riferisce alla pratica del suicidio da parte dei Donatisti come estrema sublimazio- ·
ne della loro morte eroica e della loro appartenenza alla Chiesa .dei puri e dei martiri.
442 2 Samuele

gela sua morte, ma le pene di un'anima adultera e parricida, come la Chiesa piange l'al-
lontanamento degli eretici (Agostino). Il comportamento di Davide bene illustra il coin-
volgimento del vescovo per il proprio gregge (Giovanni Criso~tomo).

18 31
• r: Etiope porta notizie della battaglia ribellato con le armi contro il potere pa-
terno. Il padre in un primo tempo cedeva
Dio giudica ogni cosa fin da questa di fronte alla sua follia ed evitava la b at-
vita taglia sperando che in tal modo quell'em-
pio si ravvedesse della sua pazzia. Non
Quando poi questo stesso Davide volle comunque partecipare alla guerra e
venne cacciato dal regno da suo figlio in pregò quelli che stavano per scendere in
rotta con lui, il Signore si erse a giudice e campo di risparmiare il figlio. Era sicuro
ben presto lo vendicò; ma non soltanto lo cli vincere, se chiedeva di risparmiarlo e
vendicò: la sua vendetta fu più pesante di non era sordo ali' amore: riteneva che non
quanto avrebbe pensato di fare la persona dovesse morire neppure un figlio empio.
che veniva vendicata. Dio voleva farci ca- Pianse e con grande sofferenza lamentò
1

pire che loltraggio fatto a coloro che non la morte di colui che voleva ucciderlo di-
si ribellano alle ingiustizie offende più lui cendo: Assalonne, figlio mio, chi potrà fa-
che loro. E veramente, se uno porta la ven- re in modo che io muoia al posto tuo? Ri-
detta al di là di quanto si augurerebbe co- teneva di dover punire colui che lo aveva
lui che viene vendicato, cos'altro vuol di- ucciso per vendicare l'offesa all'amore
mostrare se non che è lui stesso a vendi- paterno.
carsi al posto di chi avrebbe dovuto farlo? Ambrogio,
Il Libro sacro, perciò, riferisce che quan- Apologia di Davide I, 29
do il figlio parricida restò appeso a una
croce di fattura non umana, tale vendetta
operata da Dio venne annunciata a Davi- Non pianse la morte del figlio, ma le
de con questa parole: «Sono latore di una pene di un'anima adultera e parricida
buona notizia, o signore mio re: oggi il Si-
gnore ha fatto giustizia, liberandoti di tut- In maniera opposta si comportò il re
ti quelli che erano insorti contro di te». Davide. Avendo subito un affronto di
Vedi dunque che non è soltanto attra- questo genere dal suo figlio empio ecru-
verso fatti concreti ed esempi: come ho già dele, non solo sopportò la sua tracotan-
detto, che la parola di Dio, attraverso la za ma ne pianse anche la morte. In real-
sacra Scrittura, attesta che Dio giudica an- tà egli non era irretito da gelosia carna-
che in questa vita, ma lo fa usando proprio le, e lo amareggiavano non le offese con-
il termine tecnico di giudizio. tro se stesso ma i peccati del figlio. Per
Salvi'\no di Marsiglia, questo comandò che se fosse stato vinto
Il governo di Dio 3, 14 - 4, 15 non lo si uccidesse, per dare allo sconfit-
to la possibilità di pentirsi; e, siccome
19 1
questo non gli riuscl, nella sua morte
• Davide sz' dispera per Assalonne non pianse la scomparsa del figlio ma
Davide piange la morte di un figlio perché sapeva in quali pene veniva tra-
scinata un'anima cosl empiam_ente adul-
empio tera e parricida.
Considera un'altra cosa degna di no- Agostino,
ta: suo figlio, deciso ad ucciderlo, si era La dottrina cristiana 3, 21, 3O
Davide si dispera per Assalonne (18, 31 - 19, 1) 443

La sollecitudine del buon pastore stro impegno di salvaguardare l'unità del-


la Chiesa per timore che qualcuno degli
Tanto grande è l'affetto e la cura del scismatici, senza alcun briciolo di sensibi-
miglior pastore. E infatti le sue viscere lità morale, e crudele verso se stesso al
erano lacerate quando quelli cadevano, massimo grado, perisca non per nostra,
com~. . se fossero uccisi i suoi propri figli; ma per sua propria volontà? Noi vorrem-
perc10 credeva giusto che l'ira si abbat- mo; per la verità, che tutti coloro i quali
tesse anche su di lui. E all'inizio della portano il sigillo di Cristo contro lo stes-
strage avrebbe fatto questo, se·non aves- so Cristo e si vantano del Vangelo, da lo-
se sperato che essa, nel suo cammino, si ro non capito, in contrasto con lo stesso
sarebbe imbattuta anche in lui. Quando Vangelo, abbandonassero la loro falsa
dunque vide che questo non accadeva, dottrina e si rallegrassero con noi nel~
~a che la sciagura si diffondeva tra quel-
l'unità di Cristo. Ma poiché Dio, per sua
li, non lo sopportò più, ma fu più scon- imperscrutabile ma giusta disposizione,
volto che per il suo primogenito Ammo-
ha predestinato alcuni di essi ai" supplizi
ne. Allora infatti non chiese la morte, ora
estremi, è senza dubbio meglio che, rein-
inv~ce ritiene giu~to cadere al posto degli
tegrando e accogliendo di nuovo nella
altri. Tale dolore patì anche per il figlio
affinché tu comprenda che non amava af~
Chiesa un numero incomparabilmente
più grande di essi strappandoli alla divi-
fatto il proprio figlio di più dei propri
sudditi. Sebbene il giovane fosse dissolu- sione e allo scisma, alcuni di loro perisca-
to e parricida, tuttavia diceva: Chi mi da- no gettandosi da se stessi nel fuoco anzi-
rà la morte al suo posto? Che dici, o bea- ché tutti insieme ardano nel fuoco eterno
to, e il più mite tra tutti gli uomini? Tuo della geenna in punizione del loro sacrile-
figlio pensava di ucciderti e ti causò infi- go scisma. In realtà la Chiesa s'addolora
niti mali; e quando quello è stato tolto di della morte volontaria di costoro allo
mezzo, ed è stato innalzato il trofeo, allo- stesso modo con cui s'addolorò il santo
ra preghi di essere ucciso? Sì, risponde re David per la morte del figlio ribelle,
quello. L'esercito infatti non ha vinto per eh' egli amava tanto da impartire il preci-
me, ma combatterò ancora più aspra- so ordine di salvare la sua vita per la qua-
mèn.te di prima, e le mie viscere ora sono le ~ra preoccupato. Sebbene la morte di
più lacerate. quello fosse il giusto castigo della sua ne-
Giovanni Crisostomo, fanda empietà, tuttavia (il padre) mostrò
Omelie su Romani 29, 4 pubblicamente il suo dolore con lacrime
e singhiozzi. Ciononostante dopo che il
figlio superbo e malvagio se ne andò nel
La ~~iesa piange la perdita degli luogo che gli spettava, il popolo. di Dio,
eret1c1 ch'era stato diviso per la rivolta di lui, ti-
cono~be il suo re, e il dolore del padre
Ma che potremmo fare vedendo che per per la perdita del figlio ricevette il con-
grazia di Dio molti, approfittando dei vo- forto della completa unità (del suo re-
stri interventi (legali) 18 trovano la via per gno).
tornare all'unità cattolica? Potremmo o Agostino,
dovremmo forse impedire l'assiduo vp- Lettere 204, 2

. 18 La l e~tera e' 1~
. di. rizzata
. a Dulctzlo,
· · trtbuno
· e commissario imperiale inviato a far eseguire gli
editt1contro1 DonatJsU (cf. Retractationes 2, 59).
444 2 Samuele

[DAVIDE SI PREPARA A TORNARE A GERUSALEMME (19, 2-15)]

L'OBBEDIENZA DI SrMEI E DI MERIB-BAAL

(... ) Anche Merib-Baal nipote di Saul scese incontro al re. Non sj era cu-
rato i piedi e le mani: né la barba intorno alle labbra e non aveva lavato le
vesti dal giorno in cui il re era partito a quello in cui tornava in pace. Quan-
do giunse da Gerusalemme incontro al re, il re gli disse: «Perché non sei ve-
nuto con me, Merib-Baal?». Egli rispose: «Re, mio signore, il mio servo mi
ha ingannato! Il tuo servo aveva detto: Io mi/arò sellare Casino, monterò e
andrò con il re, perché il tuo servo è zoppo» (... ) (19, 17 -3 O).
Il fatto che anche i profeti incorrano nel peccato dimostra che il peccato e l'errore so-
no propri dePa natura umana·(Gregorio Magno).

27
Merib-Baal accusa il proprio servo di un'ottica razionale, non riusciamo a ve-
averlo ingannato dere come abbia potuto esser giusto. Per-
ché, dunque, meravigliarci se, noi, che
L'errore è proprio della natura umana non siamo profeti, veniamo talora abbin-
dolati da bocche che dicono menzogne?
P erché ti stupisci, Pietro, che si cada È oltretutto innegabile che il cumulo di
in errore, dal momento che si è uomini? gravosi impegni riesce dannoso per l' ani-
Hai forse di.inenticato che Davide, il qua- mo di ogni prelato. Infatti, quanto più lo
le era solitamente animato da spirito pro- spirito è diviso tra una farragine di cose,
fetico, pronunziò una sentenza contro il tanto più è impossibile che si concentri
figlio innocente di Gionata, dopo aver tutto in ognuna; quanto più la molteplici-
prestato ascolto alle parole di un servo tà lo assorbe, tanto più corre il rischio di
mendace? Però, essendo stato Davide a lasciarsi trarre in errore in qualche cosa.
farlo, noi lo crediamo giusto per un in- Gregorio Magno,
sondabile giudizio di Dio; tuttavia, in Dialoghi 1, 4, 19

[DAVIDE ATIRAVERSA NUOVAMENTE IL GIORDA~O (19, 31-43)]


SEBA ORGANIZZA UNA RIVOLTA

(... ) Si trovavano presso la grande pietra che è in Gabaon, quando Ama-


sa venne loro incontro. Ioab indossava la veste militare, sopra la quale por-
tava la cintura con·la spada pendente dai/ianchi nel fodero; egli la fece usci-
re e cadere. Ioab disse ad Amas4: «Stai bene, fratello mio?» e con la destra
prese Amasa per la barba per baciarlo. Amasa non fece attenzi'one alla spa-
da che loab aveva nell1altra mano; Ioab lo colpì al basso ventre e ne sparse
È resa giustizia ai Gabaoniti (21, 1-14) 445

le vùcere a terra; non lo colpì una seconda volta perché era già morto. Poi
Ioab e Abisai suo fratello inseguirono Seba, figlio di Bicri (20, 1-10).
La malvagità dell'ipocrita si nasconde sotto la sua lingua (Gregorio Magno).

9 10
,- Ioab colpisce Amasa perversità. (. .. ) I perversi, che hanno il
male non sulla lingua ma sotto la lingua,
I perversi hanno il male sotto la lin- con le parole presentano espressioni dol-
gua ci, ma nel pensiero meditano cose per-
verse. Così Ioab teneva Amasa per la
Essendo il male dolce nella sua bocca, barba, ma con la sinistra mettendo di na-
se lo nasconderà sotto la sua lingua (Gb scosto mano alla spada sparse a terra le
20, 12). Il male è dolce sulla bocca del- sue viscere. Ora, prendere uno per la
l'ipocrita, perché l'iniquità è soave nella barba con la destra è blandirlo; ma met-
sua mente. Sì, la bocca del cuore è il pen- tere mano alla spada di nascosto con la
siero, di cui sta scritto: Labbra inganna- sinistra è colpire · proditoriamente. Cosl
trici nel loro cuore, e con il cuore hanno sta anche scritto del capo di tali uomini:
detto cose cattive (Sal 11, 3). Ma questo Sotto la sua lingua pena e dolore (Sai 10,
male, che è dolce sulla bocca dell'ipocri- 7 [iuxta Hebr.]; Sa! 9, 28). Chi non ma-
ta, si nasconde sotto la sua lingua, perché nifesta aper~amente il male che medita
l'asprezza della malizia latente nell'ani- non scopre sulla lingua, ma nasconde
ma si copre del velo di un linguaggio ca- sotto la lingua la pena e il dolore di colo-
rezzevole. Il male, infatti, sarebbe nella ro dei quali desidera la morte.
lingua e non sotto la lingua, se l'ipocrita Gregorio Magno,
parlando scoprisse la malizia della sua Commento morale a Giobbe 11, 13

'
\, [LA MORTE DI SEBA (20, 11-26)]
È RESA GIUSTIZIA AI GABAONITI

Al tempo di Davide ci fu una carestia per tre anni:· Davide cercò il vol-
to del Signore e il Signore gli disse: «Su Saul e sulla sua casa pesa un fatto
di sangue, perché egli ha fatto morire i Gabaoniti». Allora il re chiamò i Ga-
baonitt' e parlò loro. I G4baoniti non erano del numero degli Israeliti: · ma
un resto degli Amorrez: e gli Israeliti avevano giurato loro; Saul però, nel
· suo zelo per gli Israeliti e per quelli di Giuda, aveva cercato di sterminarli.
Davide disse ai Gabaoniti: «Che devo fare per voi? In che modo espierò,
perché voi benediciate l'eredità del Signore?». I Gabaoniti gli' risposero:
«Fra noi e Saul e la sua casa non è questione d'argento o d'oro, né ci riguar-
da l'uccidere qualcuno in Israele». Il re disse: «Quello che voi direte io lo fa-
rò per voi». Quelli risposero al re: «Di quell'uomo che ci ha distrutti e ave-
446 2 Samuele

va fatto il piano di sterminarci, perché più non sopravvivessimo entro alcun


confine d'Israele, ci siano consegnati sette uomini tra i suoi figli e noi li im-
piccheremo davanti al Signore in Gabaon, sul monte del Signore». Il re dz's-
se: «Ve li consegnerò». (... ) Ma il re prese i due figli che Rizpa figlia di Aia
aveva partoriti' a Saul ·Armoni e Merib-Baal e i cinque figli che Merab figlia
di Saul aveva partoriti ad Adriel il Mecolatita figlio di Barzillai. Li consegnò
ai Gabaonit~ che li impiccarono sul monte, davanti al Signore. Tutti e sette
perirono insieme. Furono messi a morte nei primi giorni della mietitura,
quando si cominciava a mietere l'orzo (... ) (21, 1-14).
Il trattamento riservato ai Gabaoniti indica che ci sono vari gradi nel regno di Dio (Gi-
rolamo).

29
· I Gabaonitt" si vendicano sulla fami- Saul fu sterminata per il male fatto a quel-
glia di Saul li. Tra chi li collocherai? Tra le capre? Ma
non sono stati uccisi e sono vendicati per
Gradi differenti nel regno di Dio volontà di Dio. Tra le pecore? Ma la divi-
na Scrittura dice che non hanno gli stessi
I Gabaoniti incontra.µo i figli di meriti degli Israeliti. Vedi dunque che in
Israele e, sterminate le altre popolazioni, verità si trovano alla destra, ma ad un li-
sono presi come tagliatori di legna e por- vello molto inferiore.
tatori di acqua (cf. Gs 9, 21). Ed ebbero Girolamo,
tali meriti presso Dio, che la famiglia di Contro Gioviniano 2, 33

CONTINUA LA BATTAGLIA CON I FILISTEI

I Filistei mossero di nuovo guerra ad Israele e Davide scese con .i suoi


sudditi a combattere contro i Filistei. Davide era stanco e Isbi-Benob, uno
dei figli di Ra/a, che aveva una lancia del peso di trecento sicli di rame ed
era cinto di una spada nuova, mantiestò il proposito di uccidere Davide,· ma
Abisai~ figlio di Zeruia, venne in aiuto al re, colpì il Filisteo e lo uccise. Al-
lora i ministri di Davide gli giurarono: «Tu non uscirai più con noi a com-
battere e non spegnerai la lampada d'Israele» (. .. ) (21, 15-22).
. .
Il passo prova come in certi casi, come quello di Atanasio, è utile che il vescovo fug-
ga proprio per essere utile alla Chiesa in tempo di pace (Agostino). Il vescovo è infatti in
prima linea nella lotta contro il diavolo e ha bisogno delle preghiere dei fedeli (Giovanni
Crisostomo).
Il canto di Davide per la liberazione (22, 1-51) 447

17
Tu non uscirai più con noi in battaglia Il vescovo guida il pop.olo nella lot-
ta contro il diavolo
Fuggire nel pericolo
Ciascuno di voi infatti si preoccupa e
A questo punto forse qualcuno dirà si cura dei propri affari, noi invece ci dia-
che i ministri di Cristo devono fuggire nel- mo pensiero degli affari di tutti nello stes-
l'imminenza di simili sciagure, proprio al so modo; siamo nella parte dello schiera-
fine di serbarsi a vantaggio della Chiesa mento che è impegnato nella lotta. Contro
per tempi più tranquilli. Così fanno alcuni di noi il diavolo è più armato. Infatti anche
e fanno bene, quando non mancano altri nelle guerre l'avversario cerca di eliminare
che li sostituiscano nel ministero ecclesia- il capo prima di tutti gli altri. Per questo
stico in modo che esso non venga abban- tutti i compagni d'armi accorrono lì; per
donato da tutti. Così fece Atanasio, come questo il grande tumulto, dal momento
abbiamo detto più sopra. Quanto ciò fos- che ciascuno cerca di allontanarlo, e lo cir-
se necessario alla Chiesa e quale utilità le condano da ogni lato con gli scudi, deside-
arrecasse, conservandosi in vita, lo sa la fe- rando proteggere la testa di quello. ·Ascol-
de cattolica difesa dalla sua parola e dal tate che cosa dice a Davide tutto il popolo
suo amore contro gli eretici ariani. Ma (non dico queste cose paragonandomi a
quando il pericolo è comune ed è da teme- Davide, non sono così folle, ma desideran-
re che si pensi che uno compia una simile do mostrare I'amore del popolo per il pro-
azione più per paura della morte che per prio capo): Tu non uscirai più con noi a
volere provvedere ad altri, quando è più combattere e non spegnerai la lampada
nocivo l'esempio della fuga, che non sia d'Israele. Guarda in quale considerazione
vantaggioso conservarsi in vita per dovere, tenevano il vecchio. Ho un grande biso-
allora ciò non si deve fare per alcun moti- gno delle vostre preghiere: nessuno, come
vo. Finalmente il santo David si arrese dissi, per una smisurata umiltà, mi privi di
bensì alle istanze dei suoi di non esporsi ai questo affetto e di questo aiuto. Se le no-
pericoli delle battaglie perché non si spe- stre azioni sono onorate, anche le vostre
gnesse, come è detto nel passo della Sacra saranno più onorevoli, se i contenuti del
Scrittura, la fiaccola di Israele, ma non nostro insegnamento affluiscono con ab-
pre's e questa decisione di testa sua; altri- bondanza, il guadagno sarà vostro.
menti avrebbe spinto a imitarlo per codar- Giovanni Crisostomo,
dia molti, i quali ·a vrebbero creduto che Ome!t'e su II Tessa/onicesi 4, 3
l'avesse fatto non in considerazione del
bene degli altri, ma solo nella commozio-
ne della paura per il pericolo personale.
Agostino,
Lettere 228, 10

IL CANTO DI DAVIDE PER. LA LIBERAZIONE

Davide rivolse al Signore le parole di questo canto} quando il Signore lo


liberò dalla mano di tutti i· suoi nemicz: specialmente dalla mano di Saul.
Egli disse:
448 2 Samuele

«Il Signore è la mia roccia,


la mia fortezza, il mio liberatore,
il mio Dio, la mia rupe in cui mi rifugio,
il mio scudo, la mia salvezza, il mio riparo!
Sei la mia roccaforte che mi salva:
tu mi salvi dalla violenza. (... )
Tu mi liberi dalle contese del popolo;
mi poni a capo di nazioni:·
un popolo non conosciuto mi serve.
I figli degli stranieri mi onorano
appena sentono, mi obbediscono.
I figli deglt' stranieri vengono meno,
lasciano con spavento i loro nascondigli.
Viva il Signore.' Sia b,enedetta la mia rupe.'
Sia esaltato il Dio della mia salvezza.'
Dio fa vendetta per me e mi sottomette i popoli.
Tu mi liberi dai miei nemici:
mi innalzi sopra i miei avversari:
mi liberi dall'uomo violento.
Perciò ti loderò, Signore,
fra i popoli canterò inni al tuo nome.
Egli concede una grande vittoria al suo re,
la grazia al suo consacrato, ·
a Davide e ai suoi dz'scendenti per sempre» (22, 1-51).
Comprendere il significato allegorico delle lotte di Davide nel libro dei Re significa es-
sere in grado di cantare il canto di liberazione, il quinto cantico della Scrittura, che il pro-
feta rivolge a Dio (Origene). Come Davide, anche la Chiesa intona il proprio canto per la li-
berazione dagli eretici (Agostino). Come Davide, anche Cristo ebbe l'obbedienza dei Gen-.
tili e degli incirconcisi (Origene, Tertulliano):

12
• Davidé rivolge z"l proprio canto al Si- disse: Il Signore è la mia roccia e la mia dife-
gnore sa, il mio liberatore: il mio Dio sarà il mio
custode. Perciò se anche tu potrai com-
Cantare il quinto cantico della Scrit- prendere chi sono i neni.id che Davide vin-
tura ce e abbatte nel primo e nel secondo libro
dei Re, e in che modo egli diventò degno di
Dopo questi il quinto cantico sta nel meritare l'aiuto del Signore e di esser libe-
secondo libro dei Re, quando Davide rivol- rato da tali nemici, allora anche tu potrai
se al Signore le parole di questo cantico nel cantare questo quinto cantico.
giorno in cui il Signore lo liberò dalla mano Origene,
di tutti i suoi nemici e dalla mano di Sau~ e Commento al Cantico del Cantici, prologo
Il canto di Davide per la liberazione (22, 1-51) 449

44 45
· Davide gode dell'obbedienza di po- 47 51
' Davide loda il Signore per il suo
poli stranieri · amore e per la liberazione

·La chiamata dei Gentili La Chiesa riu.n ita e liberata dagli


eretici
E dopo questo il Giudeo dice: «O
forse Gesù è venuto al mondo con questo Gli eretici poi non solo - come ho
scopo> che cioè noi credessimo in lui?». già affermato altrove - non ascrivono
Alla quale osservazione noi rispondere- mai a propria colpa le prepotenze com-
mo: Non certo per questo egli è venuto, messe contro di noi, ma ascrivono a no-
cioè per destare la incredulità dei Giudei; stra colpa il male che fanno a se stessi.
ma avendo previsto che essa· si sarebbe Ma chi mai di noi potrebbe desiderare
manifestata egli si è servito di essa per de- che uno solo di essi perisse o soffrisse la
stare la vocazione dei Gentili. Infatti per minima perdita? Ora,.se la casa di David
la loro «caduta è giunta la salvezza ai non poté riaver pace senza che fosse uc-
Gentili» (Rm 11, 2), dei quali Cristo così ciso suo figlio Assalonne, che faceva
parla nei profeti: «un popolo che io non guerra al padre, sebbene questi con la
conoscevo; mi ubbidisce; con attento più gran sollecitudine avesse dato ai suoi
orecchio ascolta la mia voce» (Sai 17, 44- l'ordine di far del tutto per ricondurglie-
45), e ancora: «mi hanno trovato quelli lo sano e salvo, in modo che si pentisse e
che non mi cercavano; sono apparso ma- l'affetto paterno gli perdonasse, cosa ri-
nifesto a quelli che non chiedevano di maneva al padre, se non piangerne la
me» (Is 65, 1). perdita e cetcare di addolcire il proprio
Origene, dolore col pensiero d'aver ristabilito la
Contro Celso 2, 78 pace nel suo regno? Allo stesso modo la
nostra Madre, la Chiesa Cattolica, si è
trovata di fronte alla guerra sferratale da
Profezia dell'obbedienza degli incir- questi scismatici, che son .pur sempre
conc1s1 suoi figli, poiché non son altro che un ra-
moscello staccatosi in Africa dal grande
" Dunque, come abbiamo dimostrato albero che stende i suoi rami su tutta la
sopr~, che è stato preannunciato che la faccia della terra: essa nel suo amore per
vecchia legge e la circoncisione carnale loro non fa che soffrire i dolori del par-
sarebbero cessate, così cominciò a mani- to, affinché tornino alla radice, avulsi
festarsi nel rispetto della pace I' osser- dalla quale non possono avere la vita.
vanza della nuova legge e della circonci.; Pur nel deprecabile caso che qualcuno si
sione spirituale. I profeti, infatti, annun- perda, essa può accoglier di nuovo al suo
ziarono: un popolo che non conoscevo mi , seno il gran numero di tutti gli altri suoi
ha servito, al solo udirmi mi ha obbedito figli, tenendo soprattutto presente che
(Sai 17, 44-45). Quale è, infatti, il popo- costoro periscono non tanto per uno
lo che non conosceva Dio, se non (quel- scontro bellico, come Assalonne, qùanto
lo costituito da tutti) noi, che nel passa- piuttosto affrontando la morte di loro
to non conoscevamo Dio e quale popo- spontanea volontà. La Chiesa perciò al-
lo, al solo ascoltarlo, gli ubbidì, se non levia e compensa il dolore del suo cuore
noi che, abbandonati gli idoli> ci siamo materno con la salvezza procurata a tan-
rivolti a Dio? · ti altri fedeli. Oh, se tu potessi vedere
Tertulliano, come la gente, contenta dell'unit~ cri-
'Polemica con i· Giudei 3, 11-12 stiana, accorre numerosa, entusiasta ad
450 2 Samuele

ascoltare e a cantare gli inni sacri; dovre- natici ed esaltati! Se dunque tu potessi ab-
sti vedere quanto sono affollate le assem- bracciare d'un solo sguardo le assemblee
blee dei fedeli attenti ed esultanti di sen- di tutti questi convertiti, affrancati da
tire la parola di Dio! Con quanto dolore quella peste, sparsi in moltissimi paesi del-
molti d'essi ricordano l'errore passato e 1'Africa, certamente diresti che sarebbe
con quanta gioia meditano la verità co- stata troppo grande crudeltà - solo per
nosciuta, quanto sdegno e disgusto pro- paura che alcuni, disperati è incompara-
vano per le menzogne degli antichi mae- bilmente meno numerosi di quell'immen-
stri, ora che comprendono quante falsità sa folla di convertiti, si dessero la morte
e fandonie andavano spargendo sui no- gettandosi da se stessi nelle fiammé - la-
stri Sacramenti! Oh, se tu potessi vedere sciare gli altri perdersi in eterno e brucia-
quanti altri confessano che già da tempo re nelle fiamme inestinguibili.
desideravano diventare cattolici, ma non Agostino,
osavano trovandosi tra individui tanto fa- Lettere 185, 8, 32

LE ULTIME PAROLE DI DAVIDE

Queste sono le ultime parole di Davide: «Oracolo di Davide) figlio di


lesse) oracolo dell'uomo che l'Altissimo ha innalzato) del consacrato del Dio
di Giacobbe) del soave éantore d'Israele. Lo spirito del Signore parla in me)
la sua parola è sulla mia lingua» (.. .) (23, 1-12).
Le parole di Davide attestano la presenza dello Spirito Santo nell'Antico Testamento
(Cirillo di Gerusalemme).

2
Lo spirito del Signore parla in me piamo dai libri dei Re che in virtù dello
Spirito Santo profetarono e furono a ca-
Lo Spirito Santo nell'Antico Testa- po di schiere di profeti. Per lui Samuele
tnento · .fu soprannominato il Veggente (cf. 1 Sam
9, 9-11), e Davide esplicitamente disse:
Mosè già ai suoi tempi trasmise lo «Lo Spirito del Signore ha parlato in
Spirito precisamente come lavrebbe tra- me». Nei Salini poi leggiamo: «Non pri-
smesso anche Pietro: con l'imposizione varmi del tuo santo Spirito»; «il tuo Spi-
delle mani (cf. At 8, 17). La grazia dello rito buono mi guidi in terra piana» (cf.
Spirito giunge cosl su chi riceve il battesi- Sai 50, 13; 143 (142], 11).
mo: non ti dico come per non prevenire i Cirillo di Gerusalemme,
tempi. (. .. ) Di Samuele e di Davide sap- XVI catechesi battesimale, 26.28
Il coraggio degli uomini di Davide (23, 13-39) 451

IL CORAGGIO DEGLI UOMINI DI DAVIDE


Tre dei Trenta scesero al tempo della mietitura e vennero da Davide
nella caverna di Adullam, mentre una schiera di Filistei era accampata nel-
la valle dei Refaim. Davide era allora nella fortezza e e'era un appostamèn-
to di Filistei a Betlemme. Davide espresse un desiderio e disse: «Se qualcu-
no mi desse da bere l'acqua del pozzo che è vicino alla porta di Betlemme!».
I tre prodi si aprirono un varco attraverso il campo filisteo) attinsero l'ac-
qua dal pozzo di Betlemme, vicino alla porta) la presero e la presentarono a
Davide,· il quale però non ne volle bere) ma la sparse davanti al Signore, di-
cendo: «Lungi da me, Signore) il fare tal cosa! È il sangue di questi uomi-
ni: che sono andati là a rischio della loro vita.'». Non la volle bere. Questo
fecero quei tre prodi ( ... ) (23, 13-3 9).
Ricordandosi dei peccati passati, Davide getta a terra l'acqua portatagli dai tre valoro-
si uomini (Gregorio Magno). L'episodio racconta la quotidiana lotta contro la concupiscen-
za (Agostino). Davide, in un primo momento, subì i propri smodati desideri, ma poi la ra-
gione prevalse, a dimostrazione di come questa resista e freni la cupidigia (Ambrogio). Se-
condo un'altra chiave esegetica, la sete di Davide è una sete spirituale del sangue di Cristo,
che proprio a Betlemme sarebbe nato da Maria (Ambrogio).

14 17
• Prendere acqua per Davide avere trasgredito, e ormai rigido verso di
sé, si teneva lontano anche da ciò che era
Memoria dei peccati passati lecito.
Gregorio Magno,
Molto tempo dopo, trovandosi di
Le 40 omelie sui vangeli 2, 34, 16
fronte a schiere nemiche, preso dalla sete
volle be.re dell'acqua dalla cisterna di Be-
thlehem. Allora dei soldati scelti, irrom- La lotta contro i desideri smodati
pendo tra le schiere nemiche, riuscirono
- restando illesi - a portare al re l'acqua Io non temo l'impurità delle vivan-
da lui desiderata. Questi però dopo de, temo l'impurità del desiderio. So che
l'esperienza dei flagelli subiti rimproverò a Noè fu permesso di mangiare ogni ge-
subito a se stesso di aver desiderato l' ac- nere di carne commestibile (cf. Gn 9, 3);
qua anche a rischio della vita dei soldati e che Elia si rimise in forza mangiando car-
la versò a terra in libazione a Dio, come ne (cf. 1 Re 17, 6), che Giovanni, pur do-
sta scritto: La offrì al Signore, in libazione. tato di un'austerità meravigliosa, non fu
I: acqua versata a terra divenne sacrificio contaminato dagli animali, ossia dalle lo-
offerto all'Onnipotente, perché il re custe, impiegati come cibo (cf. Mt 3, 4);
espiò la colpa del proprio desiderio me- ma so pure che Esaù fu vittima della bra-
diante il pentimento e il rimprovero con- ma di lenticchie (cf. Gn 25, 30-34), che
tro di sé. Un tempo non aveva esitato, Davide si rimproverò di aver desiderato
preso da bramosia per la donna d'altri; in dell'acqua, e il nostro Re fu tentato non
seguito fu preso da timore solo per aver già con carne, ma con pane (cf. Mt 4, 3).
desiderato dell'acqua. Memore infatti di Perciò anche il popolo nel deserto meritò
452 2 Samuele

un rimprovero non per aver desiderato ma fu degno di lode il fatto che mise in
della carne, ma perché nel suo desiderio scacco l'irragionevole concupiscenza con
di. cibo mormorò contro il Signore (cf. un rimedio approntato mediante la ragio-
Nm 11, 4) . Assediato da queste tentazio- ne. Nel momento stessq in cui lodo gli
ni, lotto ogni giorno contro la concupi- uomini che arrossirono al desiderio del
scenza del cibo e della bevanda. loro re e scelsero di porre fine alla sua
Agostino, vergogna anche a rischio della propria in-
Confessioni 10, 31, 46-47 columità, lodo ancor di più colui che ar-
rossì al pericolo che il suo desiderio ave-
va comportato ad altri e paragonò al san-
La ragione resiste alla cupidigia gue l'acqua procurata al prezzo di una
sorte rischiosa. Nello stesso tempo, vinci-
Quale tra gli uomini possiamo pren- tore, per così dire, della cupidigia che
dere ora più integro e forte del santo Da- aveva represso, versò lacqua in onore del
vid, che non fu capace di togliere via da Signore, per mostrare che poneva un fre-
sé la bramosia con cui aveva bramato no alla propria concupiscenza con il con-
l'acqua del pozzo di Betleem, sbarratagli forto della sua parola.
dall'esercito nemico, ma fu capace di pla- Ambrogio,
carla? Infatti non troviamo assolutamen- Giacobbe e la vita beata 1, 1, 3
te che agli altri, vale a dire ad un esercito
tanto grande e numeroso, sia mancata
lacqua, e di certo ancor meno sarebbe Sete del sacrificio di Cristo
potuta mancare al re da altre fonti. Ciò
nonostante, in preda ad un'irragionevole Inoltre, se vuoi indagare pil) a fondo
concupiscenza, egli desiderò quella che nello spirito di questo avvenimento, Da-
era presidiata e circondata dai nemici, vid non aveva sete dell' acquà contenuta
per cui difficilmente sarebbe stato possi- nella cisterna di Betlem, bensì prevedeva
bile portargliela senza un rischio molto il Cristo che sa.rebbe nato dalla Vergine;
grosso. E così disse: Chi mi darà da bere voleva bere, quindi, non l'acqua di un
dal pozzo che è z'n Betleem, vz'cino alla por- fiume, ma piuttosto la bevanda immate-
ta? E quando si trovarono tre uomini ca- riale di grazia, cioè non aveva sete del-
paci di forzare l'accampamento nemico e 1'elemento naturale, ma del sangue di
di portare lacqua che aveva desiderato Cristo. Perciò, non bevve l'acqua offerta-
con desiderio grandissimo, David, com- gli, ma la offrl a Dio, indicando che ave-
prendendo che quell'acqua era costata il va sete del sacrificio del Cristo, non della
pericolo degli altri, la versò in onore del bevanda naturale: aveva sete di quel sa-
Signore, affinché non sembrasse che egli crificio in cui si sarebbe realizzato il per-
beveva il sangue di coloro che gliel'aveva- dono dei peccati; aveva sete di quella so~­
no portata. E questo indica che la concu- gente eterna che non si raggiunge col pe-
pisèenza precede sl la ragione, ma la ra- ricolo degli altri, ma che, anzi, difende gli
gione resiste alla cupidigia. Davide fu altri dai pericoli.
dunque soggetto ad una debolezza uma- Ambrogio,
na, quella di bramare irragionevolmente, Apologia di Davide 1, 7, 35
Davide confessa il proprio peccato (24, 10-14) 453

DAVIDE CENSISCE IL POPOLO

La collera del Signore si accese di nuovo contro Israele e incitò Davide


contro il popolo in questo modo: «Su, fa' il censimento d'Israele e di Giu-
da». Il re disse a Ioab e ai suoi capi delt esercito: «Percorri tutte le tribù
d'Israele, da Dan fino a Bersabea, e fate il censimento del popolo, perché io
conosca il numero della popolazione» (. .. ) (24, 1-9).
Come un solo peccato di Davide colpl tutto il popolo, così l'errore di pochi nella Chie-
sa ne offusca lo splendore (Salviano di Marsiglia).

2
Davide ordina a Ioab di fare il censi- Sam 19); e il censimento del santo Davi-
mento del popolo de che ha provocato una moria genera-
le. È cosl, infatti. La Chiesa di Dio è co-
La Chiesa è come l'occhio umano me l'occhio umano: se nell'occhio pe-
netra anche un piccolissimo bruscolo
Ho già ricordato in precedenza che estraneo non si vede più niente; la stes-
molto spesso, nel popolo di Dio, la sa cosa avviene nel corpo della Chiesa:
m<1ncanza fatta anche solo da uno ha per quanto siano pochi a commettere
appestato molti; come ad esempio il oscenità, essi ne offuscano tutto lo
furtn di Achar, che ha distrutto il suo splendore.
popt Lo (cf. Gs 7, 1); la gelosia di Saul, Salviano di Marsiglia,
che ha. scatenato una pestilenza (cf. 1 Il governo di Dio 7, 19, 81

DAVIDE CONFESSA IL PROPRIO PECCATO


\

Ma dopo che Davide ebbe fatto il censimento del popolo, si sentì batte-
re il cuore e disse al Signore: «Ho peccato molto per quanto ho fatto,· ma ora,
Signore, perdona l'iniquità del tuo servo, poiché io ho commesso una gran-
de stoltezza». Quando Davide sifu alzato il mattino dopo, questa parola del
Signore fu rivolta al profeta Gad, il veggente di David: «Va' a rzferlre a Da-
vide: Dice il Signore: Io ti propongo tre cose: scegli'ne una e quella ti farò».
Gad venne ·dunque a Davide, gli' rzfert' questo e disse: «Vuoi tre anni di ca-
restia nel tuo paese o tre mesi di fuga davanti al nemico che ti insegua op-
pure tre giorni di peste nel tuo paese? Ora rifletti e vedi che cosa z'o debba
rispondere a chi mi ha mandato». Davide rispose a Gad: «Sono in grande
~ngoscia! Ebbene cadiamo nelle mani del Signore, perché la sua misericor-
dia è grande, ma che lo non cada nelle mani degli' uomini!» (24, 10-14).
I .
454 2 Samuele

Le azioni dei re vengono disposte secondo le qualità dei sudditi e le colpe dei capi e dei
popoli si intrecciano (Gregorio Magno). Il comportamento di Davide dimostra come al pec-
cato debba fare seguito l'umile riconoscimento della propria colpa: non ammetterla è più
grave del peccato stesso (Ambrogio).

10 14
Davide si pente La misericordia del Signore è grande
I re vengono assegnati secondo i Umiltà di fronte a Dio
meriti dei sudditi
Un'altra volta, avendo Davide co-
Le azioni dei re vengono disposte mandato di censire il popolo, fu colpito
secondo le qualità delle azioni dei suddi- in cuore e disse: Ho peccato gravemente
ti, in modo tale che spesso per colpa del per quanto ho fatto; e ora, Signore, can-
gregge si rende colpevole anche la vita cella l'iniquità del tuo servo, perché ho
di un pastore buono. Quel Davide, loda- commesso una grave colpa. E nuovamen-
to per testimonianza divina, quel profe- te gli fu inviato il profeta Natan 19 per of-
ta, messo a parte dei segreti divini, gon- frirgli la scelta fra tre possibilità, affinché
fiato dalla presunzione d'improvviso or- scegliesse quella che voleva: la fame per
goglio, peccò ordinando il censimento tre anni nel paese o fuggire per tre mesi
del popolo, e tuttavia la punizione per il davanti ai suoi nemici o la moria per· tre
peccato di Davide cadde sul popolo. giorni nel paese. Davide rispose: Questi
Perché questo? Perché i cuori dei gover- tre·mali sono motivo di terribile angoscia,
nanti vengono disposti secondo i meriti e tuttavia mi abbandonerò nelle mani del
i demeriti dei popoli. Il giusto giudice ha Signore, poiché veramente grande è la
colto la colpa di chi ha peccato, in base sua misericordia, e non cadt·ò nelle mani
alla condanna di quelli a causa dei quali dell'uomo. La sua colpa consisteva nel-
peccò. Ma siccome egli stesso, che volon- l'aver voluto conoscere il numero di tut-
tariamente montò in superbià, non era to il popolo che era con lui, conoscenza
estraneo alla colpa, anch'egli subi la puni- che avrebbe dovuto lasciare al solo Dio.
zione della colpa. L'ira che infieriva nel E mentre, dice, imperversava la morte tra
percuotere fisicamente il popolo prostrò il popolo di Israele dall'inizio del giorno
altresì il capo del popolo con un profon- ali' ora di pranzo, vedendo, Davide, un
do dolore di cuore. È certo però che le angelo che colpiva il popolo, disse: Io ho
colpe dei capi e dei popoli si intrecciano peccato; io ho agito da iniquo; ma queste
in modo tale che spesso la vita delle po- pecore che hanno fatto? La tua mano
polazioni peggiora per colpa dei pastori, venga contro di me e contro la casa di
e spesso la vita dei pastori cambia per mio padre. Così il Signore si pentì e ordi-
colpa delle popolazioni. nò che l'angelo risparmiasse il popolo e
Gregorio Magno, che Davide offrisse un sacrificio; allora i
Commento morale a Giobbe 25, 16, 35 sacrifici servivano ad espiare i delitti;

19 Si tratta in realtà del profeta Gad, non di Natan.


Il Signore manda la peste in Israele (24, 15-17) 455

questi nostri, ora, sono sacrifici di peni- ma è cosa che merita riprovazione se non
tenza. Perciò, per tale atto di umiltà, di- riconosce di aver sbagliato, se non si umi-
venne più gradito a Dio. Infatti non dob- lia davanti a Dio. Ambrogio,
biamo meravigliarci che un uomo pecchi, Lettere fuori collezione 11, 8

IL SIGNORE MANDA LA PESTE IN ISRAELE

Così il Signore mandò la peste in Israele, da quella mattina fino al tempo


fissato; da Dan a Bersabea morirono settantamila persone del popolo. E quan-
do l'angelo ebbe stesa la mano su Gerusalemme per distruggerla, il Signore si
pentì di quel male e disse all'angelo che distruggeva il popolo: «Basta; ritira
ora la mano!». Ora l'angelo del Signore si trovava presso l'aia di Arauna il
Gebuseo. Davide, vedendo l'angelo che colpiva il popolo, dùse al Signore: «lo
ho peccato; io ho agito da iniquo; ma queste pecore che hanno fatto? La tua
mano venga contro di me e contro la casa di mio padre!» (24, 15-17) . .
Il disegno di Dio rimane sconosciuto all'uomo, così come dimostrano vari episodi scrit-
turistici che sfuggono alla nostra comprensione (Girolamo). Con il suo atto di umiltà, Davi-
de giunse alla salvezza (Ambrogio), e C<?n le sue parole dette prova.dell'amore per il prossi-
mo e per il nemico prescritto nel Vangelo (Giovanni Crisostomo).

17
Contro di me e contro la casa di mio del peccato commesso da Davide nel cen-
pad:re simento del popolo · che fece, su tutto il
territorio di Israele furono ammazzate tan-
Incomprensibilità dell'azione divina te migliaia di uomini; e come ultima accu-
sa - è l'obiezione che non si stanca di far-
Avanza pure contro Dio una calunnia ci il vostro compagno Porfirio - chiedigli
anche più grave domandandogli perché il motivo che ha spinto Dio, clemente e
mai, quando Esaù e Giacobbe si trovava- misericordioso, a permettere che da Ada-
no ancora nel seno materno, disse: «Ho mo fino a Mosè e da Mosè fino alla venu-
amato Giacobbe e ho detestato Esaù» (Ml ta di Cristo tutti quanti i Gentili morissero
1, 2-3; Rm 9, 13). Accusalo di irlgiustizia, senza venire a conoscenza della Legge e
dal momento che Acar, figlio di carmi, dei comandamenti di Dio. (. .. ) Questo
per aver rubato qualche oggetto dal botti- problema il santo Apostolo lo sfiora con
no fatto a Gerico, fu occasione col suo estrema prudenza scrivendo ai Romani
peccato della strage di tante migliaia di (cf. Rm 9). Tu non sapresti che cosa ri-
persone (d. Gs 7); accusalo perché per i spondere, ma ammetti che Dio ne conosca
peccati dei figli di Eli ·quasi tutto il popo- il perché. Abbi la compiacenza di startene
lo subì la morte e l'arca fu presa dai nemi- all'oscuro anche su questo punto che vor-
ci (cf. 1Sam2-4); accusalo perché, a causa resti conoscere, e ammetti che Dio sa quel-
456 2 Samuele

lo che si fa. Non ha proprio bisogno che tu tutta la schiera dei santi. Ma se dico che
gli faccia.l'avvocatd difensore. amarono il prossimo, non affermerò nien-
Girolamo, te di grande; amarono i nemici quanto
Lettere 133, 9 nessuno amerebbe coloro che hanno un
comune sentire. Chi infatti di noi sceglie-
rebbe di andare nella geenna per quelli
Il bene dell'umiltà che la pensano come lui, quando è sul
punto ascendere al regno? Nessuno; ma
È una bella virtù l'umiltà, perché sal- Paolo scelse questo in favore dei propri
va chi si trova in pericolo, solleva chi è a nemici, per quelli che lo lapidarono e lo
terra. La conosce chi dice: Ecco, sono io frustarono. Quale perdono ci sarà per
che ho peccato, sono io, il pastore, che ho noi, se non dimostreremo verso gli amici
agito in modo iniquo; ma questi in questo neppure la più piccola parte dell'amore
gregge che cosa hanno fatto? La tua ma- che Paolo dimostrò nei confronti dei ne-
no si levi contro di me (2 Sam 24, 17 mici? Anche il beato Mosè prima di que-
[LXX]).' Parla con ragione in tal modo sto volle essere cancellato dal libro di Dio
chi sottopose il suo regno a Dio, fece pe- per i nemici che gli tiravano le pietre (cf.
nitenza e, confessando il proprio peccato, Es 32, 32); anche Davide, vedendo i suoi
chiese perdono. Egli con il suo atto di nemici uccisi, dice: Io, il pastore, peccai,
umiltà giunse alla salvezza. Cristo si umi- ma questi che cosa fecero? Anche dopo
liò per innalzare tutti gli uomini. Egli aver catturato Saul, non scdse di uccider-
giunse alla pace di Cristo, perché aveva
lo, ma lo salvava, e questo quando egli
imitato l'umiltà di Cristo.
stesso era destinato a correre dei pericoli.
Ambrogio,
Se questi fatti accadevano nell'Antico Te"
In morte di Teodosio 27
stamento, quale perdono avremo noi che
viviamo nel Nuovo Testamento, e tuttavia
neppure arriviamo alla loro stessa misura?
Amare il prossimo e i nemici Infatti, se la nostra giustizia non supererà
E in che modo, dice, è possibile ama- quella degli scribi e dei farisei, non entre-
re il prossimo come se stessi? Se altri non remo nel regno dei cieli (cf. Mt 5, 20); se
avessero fatto questo, a ragione credi che siamo anche inferiori a quelli, come entre-
questo sia impossibile; se invece lo fecero, remo? Amate, dice, i vostri nemici, e sare-
è chiaro che noi non agiamo cosl per in- te simili al Padre mio che è nei cieli (cf. Mt
dolenza. Del resto, Cristo non comanda 5, 44.45). Perché non fai del bene a quel-
niente di impossibile, dal momento che lo, ma a te stesso.
molti andarono anche oltre i suoi precet- Giovanni Crisostomo,
ti. Chi dunque fece questo? Pa.olo, Pietro, Omelie sull'epistola agli Ebrei 19, 2
Davide innalza un _altare per il Signore (24, 18-25) 457

DAVIDE INNALZA UN ALTARE .PER IL SIGNORE

Quel giorno Gad venne da Davide e gli disse: «Sali: innalza un altare al
Signore sull'aia di Arauna il Gebuseo». Davide sali: secondo la parola di
Gad, come il Signore aveva comandato. Arauna guardò e vide il re e i suoi
ministri dirigersi verso di lui. Arauna uscì e si prostrò davanti al re con la
faccia a terra. Poi Arauna disse: «Perché il re mio signore viene dal suo ser-
vo?». Davide rispose: «Per acquistare da te quest'aia e innalzarvi un altare
al Signore, perché il flagello cessi di colpire il popolo». Arauna disse a Da-
vide: «Il re mio signore prenda e offra quanto gli piacerà! Ecco i buoi per
l'olocausto; le trebbie e gli arnesi dei buoi serviranno da legna. Tutte queste
cose, re, Arauna te le regala». Poi Arauna disse al re: «Il Signore tuo Dio ti
sia propizio!». Ma il re rispose ad Arauna: «No, io acquisterò da te queste
cose per il loro prezzo e non offrirò al Signore miC? Dio olocausti che non mi
costino nulla». Davide acquistò l'aia e i buoi per cinquanta sicli d'argento;
edificò in quel luogo un altare al Signore e offrì olocausti e sacrifici di comu-
nione. Il Signore si mostrò placato verso il paese e il flagello cessò di colpi-
re il popolo (24, 18-25).
V altare del Signore è eretto nel territorio dei Gentili alludendo al fatto che l'altare
di Cristo non troverà posto tra i Giudei, ma nel cuore dei pagani. Come nell'Antico Te-
stamento il cinquanta è consacrato alla remissione dei peccati e all'indulgenza, così i
cinquanta sicli indicano la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli e la liberazione dai
peccati (Cesario di Arles).

'
L'altare del Signore è eretto nella rimprovera i Giudei dicendo: «Era neces-
terra dei Gentili sario che fosse annunciata a voi per primi
la parola di Dio, ma poiché non vi giudi-
Notate, fratelli, che nella terra dei cate degni della vita eterna, ecco noi ci ri-
Giudei non è stato trovato nessun luogo volgiamo ai pagani>> (At 13, 46). Significa
degno di accogliere l'altare del Signore; dire: poiché avete respinto Cristo, e non
ma è scelto un luogo nel1a terra dei Gen- avete preparato un luogo degno di acco-
tili, dove è visto l'angelo ed è costruito gliere l'altare del Signore, l'altare del Si-
l'altare del Signore ..E cosl è mitigata l'ira gnore sarà posto nella terra dei Gentili,
del Signore onnipotente. Già allora si al~ · vale a dire, nel cuore di tutti i popoli. Per
ludeva in figura al fatto che nei cuori dei questo, lo stesso apostolo ci dice: «Santo
Giudei non può essere trovato nessun è il tempio di Dio, che siete voi» (1 Cor 3,
luogo adatto ad offrire sacrifici spirituali; 17). E perciò state attenti, fratelli carissi-
ma è scelta la terra dei Gentili, vale a di- mi, che la terra del re pagano è scelta
re la coscienza dei cristiani, per collocar- quando il popolo dei Giudei è colpito
vi il tempio del Signore. E l'apostolo si ri- dalla piaga di Dio. Vediamo che questo si
ferisce con chiarezza a questo, quando è compiuto con la passione del Signore;
458 2 Samuele

infatti, quando il popolo dei Giudei, cro- Spirito Santo è inviato agli apostoli, e nel-
cifiggendo il Signore, era condannato, al- 1' Antico Testamento il cinquantesimo an-
lora, nell'aia dei Gentili, cioè in ogni ter- no è consacrato alla remissione e all'in-
ra, è consacrato un altare per il Signore. dulgenza. Quel Davide_ha dato dell'ar-
Per questo l'angelo del Signore si fermò gento; il nostro Davide, in verità, di cui
nel territorio del re pagano; anche il vero quello era figura, ha versato il suo prezio-
angelo, cioè Cristo, fece visita al popolo so sangue. Perciò, per acquistare l'aia del
delle genti. re pagano, Davide offrl cinquanta sicli; e
Cesario di Arles, Cristo, il vero Davide, per costruire nel-
Sermoni 122, 1 1'aia dei Gentili, un altare per sé, nel cin-
quantesimo giorno ha dato la grazia dello
Spirito santo e il perdono dei peccati. E
22 25
• Davide acquista i beni di Arauna perciò, fratelli, poiché si degnò di fare in
noi e di noi un tempio per sé, non subisca
Acquistati con il sangue ingiuria nella sua casa: perché, se soppor-
ta l'ingiuria dei nostri peccati, subito si
Lo stesso re, dunque, offrì al beato allontana; e guai alla misera anima dalla
Davide l'aia e i buoi per l'olocausto; ma il quale quello si è allontanato. Infatti, sen-
re Davide non volle prenderli senza pri- za dubbio chi rimane senza luce è invaso
ma pagare un prezzo. E questo si è com- dalle tenebre. Perciò, aspiriamo ad agire
piuto con l'avvento del Signore nostro . in modo da accogliere il santo Signore
Salvatore, che non ha voluto prendere non solo come ospite, ma anche da meri-
per sé il cuore dei Gentili senza prima tare di averlo come inquilino in eterno:
aver dato il suo prezioso sangue per loro. con l'aiuto del nostro stesso Signore Ge-
Che cosa dunque ha dato? Clnquanta sl- sù Cristo, a cui sono l'onore e la gloria
cli d'argento, dice. Con il numero cin- con il Padre e lo Spirito Santo nei secoli
quanta si allude alla grazia dello Spirito dei secoli. Amen.
Santo ed è indicata la remissione dei pec- Cesario di Arles,
cati; infatti nel cinquantesimo giorno lo Sermoni 122, 2
INDICI
INDICE DELLE FONTI

ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI UTILIZZATE

CCL: Corpus Christianorum, series Latina, Brepols ed., Tutnhout 1953ss.


CSEL: Corpus Scriptorum Ecdesiasticorum Latinorum, Tempsky ed., Vienna 1866ss.
GCS: Die Griechischen Christlichen Schriftsteller der ersten drei ]ahrhunderte,
Akademie Verlag, Leipzig-Berlin 1897ss.
GNO: Gregorii Nysseni Opera, Brill, Leiden 1972.
PG: Patrologia Graeca, J.-P. Migne ed., Parigi 1857-1886.
PL: Patrologia Latina, J.-P. Migne ed., Parigi 1844-1864.
SC: Sources Chrétiennes, H . de Lubac eJ. ·Daniélou edd., Parigi 1941ss.

FONTI

AGOSTINO
Commento all'Epistola di Giovanni ai Parti: PL 35, 1379-2062.
Confessioni: CCL 27.
Contro Fausto manicheo: CSEL 25, 251-797.
Contro Giuliano: PL 44, 641-874.
ContrÒ la menzogna: CSEL 41, 469-528.
Contro le lettere di Petiliano: CSEL 52, 3-227.
Discorsi: PL 38-39.
Elposizioni sui Salmi: CCL 38-40.
I connubi adulterini: CSEL 41, 347-410.
Il consenso degli Evangelisti: CSEL 43.
La città di Dio: CCL 47-48.
La correzi·one e la grazia: PL 44, 9.15-946.
La dottrina cristiana: CCL 32, 1-167:
La grazia e t"l libero arbitrio: PL 44, 881-912.
La pazi·enza: CSEL 41, 663-691.
La predestinazione dei Santi: PL 44, 959-992.
Le diverse questioni a Simplt"ciano: CCL 44.
Lettere: CSEL 34/1-2; 44; 57; 58.
Otto questioni a Dulcizio: CCL 44A, 253-297.
Lo spirito e la lettera: CSEL 60, 155-229.
83 questioni diverse: CCL 44A, 11-249.
462 Indice delle fon ti

Questioni sull'Ettateuco: CCL 33, 1-377.


Sulla cura dovuta ai morti: CSEL 41, 621-659.

AMBROGIO .
Apologia di Davide: Opera omnia di sant'Ambrogio, 5, Città Nuova, Roma 1981.
Caino e Abele: CSEL 32/1, 337-409.
Commento al Salmo 118: CSEL 62.
Esposizione del vangelo secondo Luca: CCL 14, 1-400.
Giacobbe e la vita beata: CSEL 32/2, 1-70. .
I doveri: Opera omnia di saneAmbrogio, 13, Città Nuova, Roma 19912.
In morte di Teodosio: CSEL 73, 371-401.
Isacco o Fanima: CSEL 32/1, 639-700.
La fede: CSEL 78.
La fuga dal mondo: CSEL 32/2, 163-207.
Per la dipartita del/rate/lo: CSEL 73, 207-325. .
Le vedove: Opera Omnia di saneAmbrogio, Città Nuova, Roma 1989, 14/1, 243-319.
Lettere: CSEL 82.
Lettere fuori collezio,ne: CSEL 82.
Lo Spirito Santo: CSEL 79, 5-222.
Sul paradiso: CSEL 32/1, 263-336.

ATANASIO
Lettere festa/i, PG 26, 1351-1444.
Storia degli ariani: Athanasius Werke, 2/1.
Trattati contro gli ariani: Athanasius Werke, Berlin 2000.
Vita di Antonio: C. Mohrmann, G.J.M. Bartelink, P. Citati e S. Lilla edd., Milano 1974.

BASILIO MAGNO
Il giudizio di Dio: PG 31, 653-676.
I:umiltà: PG 31, 525-540.
Lettere, Y. Courtonne ed., vol. 2, pp. 101-218; vol. 3, pp. 1-229.
Lo Spirito Santo: SC 17.
Omelia sull'invidia: PG .31, 372-385.
Regole ampie: PG 31, 905-1052.

BEDA IL VENERABlLE
Omelie sul Vangelo: CCL 122, 1-378.
Quattro libri su I Samuele: CCL 119, 5-287.
Sul tabernacolo: CCL 119A, 5-139.
Sulla Genesi: CCL 118A.
30 questioni sul libro dei Re: CCL 119, 293-322.

CASSlODORO
Commento ai Salmi: CCL 97-98.

CESARIO DI .ARLES
Sermoni: CCL 103-104.
Indice delle fonti 463

CIPRIANO
· A Quirino: CCL 3.
La preghiera del Signore: CCL 3A.
La virtù della pazienza: CCL 3A.
Lettere: CCL 3B-C.

CIRILLO DI GERUSALEMME
Catechesi battesimali': Cyrilli Hierosolymorum archiepiscopi opera quae supersunt omnia,
WC. Reischl - J. Rupp edd., Munich 1860.
Procatechesi: ibid.

CLEMENTE DI ALESSANDRIA
Il pedagogo: SC 70, 108, 158.
Stromati: GCS 15, 17.

CLÈMENTE DI ROMA
Prima lettera ai Corinzi: SC 167.

Costituzioni Apostoliche: SC 320, 329, 336.

SIRO
EFREM IL
Commento al Diatessaron: Saint Éphrem: Commentaire de rÉvangile Concordant -
Text Syriaque (Ms Chester-Beatty 709), Folios Additionnels, L. Leloir (ed.), Leuven-Pa-
ris 1990.
Inni sulla Natività: CSCO 186-187.
Inni sul Paradiso: CSCO 174.
Sulla Genesi: GSCS 152 e 153.

EUSEBIO
\
DI CESAREA
Dimostrazione evangelica: GCS 23.
Storia ecclesiastica: SC 31, 41, 55 .

FRUTTUOSO DI BRAGA
Regola monastica comune: PL 87, 1109-1130.

GIOVANNI CASSIAN0 1
Conferenze ai monaci: CSEL 17.

GIOVANNI CRISOSTOMO
Commento al vangelo di Giovanni: PG 57-58, 23-482.
Commento alla lettera ai Galati: PG 61, 611-682.
Contro gli anomei: SC 28bis.
Discorsi contro i giudei: PG 48, 843-942.
Discorso su Babila: SC 362.
Il sacerdozio: se 272.
Omelie sulle statue: PG 49, 15-222.
464 Indice delle fonti

Omelie su Anna: PG 54, 631-676.


Omelie su II Corinzi: PG 61, 381-610.
Omelie su Colossesi: PG 62, 299-392 .
Omelie su Davide e Saul: PG 54, 675-708.
Omelie su Efesim': PG 62, 9-176.
Omelie su Filippesi: PG 62, 177-298.
Omelie su Romani: PG 60, 391-682.
Omelie su I Tessalonicesi: PG 62, 391-468.
Omelie su II Tessalonicesi: PG 62, 467-500.
Omelie su I Timoteo: PG 62. 501-662.
Omelie su Tito: PG 62, 663-700.
Omelie sul vangelo di Matteo: PG 57-58.
Omelie sull'epistola agli Ebrei: PG 63, 9-236.
Omelie sulla Genesi: PG 53, 54, 385-580.
Sulla penitenza: PG 49, 277-348.

GIOVANNI DAMASCENO
Difesa delle imn:zagini sacre: B. Kotter ed., De Gruyter, Berlin 1975.
La fede ortodossa: B. Kotter ed., D e Gruyter, Berlin 1973.

GIROLAMO
Commento a Michea: CCL 76 e 76A.
Commento a Osea: ibid.
Contro Gioviniano: PL 23.
Dialogo contro i Pelagiani: CCL 80.
Lettere: CSEL 54, 55, 56.
Omelie sui Salmi: CCL 78.
Omelie sull'Esodo: CCL 78.

GIUSTINO MARTIRE
Dialogo con Trifone: E.J. Goodspeed ed., Gottingen 1915.

GREGORIO DI ELVIRA
Trattato di Origene sui lt'bri della Sacra Scrittura: CCL 69.

GREGORIO Dl NISSA
Contro Eunomio: GNO I-II.
Sut· titoli dei Salmi: GNO V.
Vita di Gregorio il Taumaturgo: GNO X/1.

GREGORIO IL TAUMATURGO
Encomio di Origene: SC 148.

GREGORIO MAGNO ·
Commento morale a Giobbe: CCL 143, 143A-B.
Dialoghi: SC 251, 260, 265.
La regola pastorale: CCL 141.
Indice delle fonti 465

Le 40 omelie sui vangeli: PL 76.


Lettere: CCL 140, 140A.
Sei libri su I Re: CCL 144.

GREGORIO NAZIANZENO
Orazioni: PG 34; SC 247, 250, 270, 358, 384.

ILARIO DI POITIERS
Trattato sui Salmi: CCL 61.

IPPOLITO
I:anticristo: E. Novelli ed., Nardini, Firenze 1987.

IRENEO DI LIONE
Contro le eresie: SC 211.

ISACCO DI NINIVE
Omelie ascetiche: P. Bedjan ed., Paris 1966.

ISIDORO DI SMGLIA
Su Rut: Oxford 1996.

LATIANZIO
Le divine istituzioni: CSEL 19.

MASSIMO DI TORINO
Sermoni: CCL 23 .

METODIO DI OLIMPO
Simposio delle died vergini: SC 95.
\

NEMESIO DI EMESA
Sulla natura dell'uomo: M. Morani ed., Teubner, Leipzig 1987.

NOVAZIANO
Gli spettacoN: CCL 4.

Opus imperfectum in Matthaeum: PG 56, 611-946.

ORIGENE
Commento a Matteo: GCS XL/1; XL/2.
Commento al Can#co dei Cantici: GCS 33.
Commento al vangelo di Giovanni: SC 120, 157, 222.
Contro Celso: SC 132, 136, 147, 150.
Esortazione al martirio: GCS 2.
La preghiera: GCS 3.
Omelie su Geremia: GCS 33.
466 Indice delle fonti

Omelie su Giosuè: GCS 30.


Omelie su I Re: GCS 33.
Omelie sui Giudici: GCS 30.
Omelie sui Numeri: GCS 30.
Omelie sul Levitt'co: GCS 29.
·Omelie sull'Esodo: GCS 29.
Omelt'e sulla Genesi: GCS 29.

PACOMIO
Catechesi: L.T. Lefort ed., CSCO 159.

PAOLINO DI MILANO
Vita di Ambrogio: Chr. Mohrmann, A.A.R. Bastiansen, L. Canali e C. Carena edd., Mi-
lano 1975.

PAOLINO DI NOLA
Carmi: CSEL 30.

PAOLO OROSIO
Contro i pelagiani: CSEL 5, 603-664.

PROCOPIO DI GAZA
Commento a Giosuè: PG 87/1, 992-1041.
Commento a Giudici: PG 87/1, coli. 1041-1080.

PRUDENZIO
Combattimento spirituale: CCL 126.

PSEUDO-CLEMENTE DI ROMA
I rt'trovamenti: GCS 51.

SALVIANO DI MARSIGLIA
Il governo di Dio: SC 220.

SEVERO DI ANTIOCHIA
Frammenti su I Re: F. Petit ed., Peeters, Louvain 2006.

SIMEONE IL Nuovo TEOLOGO


Discorsi: SC 96, 104.

TEODORO DI MOPSUESTIA
Commento ai Salmi: CCL 88A.

TEODORETO DI CmRO
Discorsi sulla provvidenza: PG 83, 556-773.
Questioni su Rut: PG 80.
Storia ecclesiastica: SC 234, 257.
Indice delle fon ti 467

TEOFILATIO
Commento a Matteo: PG 123, 143-488.

TERTULLIANO
Contro Marciane: CCL 1.
I:anima: CCL 2.
La fuga nella persecuzione: CCL 2.
La resurrezlone dei morti: CCL 2.
Polemica con i Giudei: CCL 2.
Scorpz'ace: CCL 2.
Sulla prescrizione contro gli eretici: CCL 1.

'
INDICE DELLE TRADUZIONI UTILIZZATE

La Collana Testi Patristici è pubblicata da Città Nuova, Roma.

AGOSTINO
dall'Opera Omnia di sant'Agostino, Città Nuova, Roma 1965ss.:

Commento al Vangelo e alla prima Epistola di san Giovanni (vol. XXIV/1-2)


Contro Giuliano (voi. XVIII)
Contro la menzogna (voi. Vl/2)
Il combattimento cristiano (voi. Vl/2)
Il lavoro dei monaci (voi. VII/2)
La città di Dio (voi. V/1-J)
La continenza (vol. VII/1)
La correzione e la grazia (vol. XX)
La dignità del matrimonio (vol. VII/1)
La dignità dello stato vedovlle (vol. VIl/1)
Il dono della perseveranza (vol. XX)
La dottrina cristiana (voi. VIII)
La grazia e il libero arbitrio (vol. XX)
La 1'!ifnzogna (voi. VII/2)
La paì ienza (voi. VII/2)
La predestinazione dei Santi (vol. XX)
La Regola (vol. VII/2)
La santa verginità (voi. VIVl)
Le nozze e la concupiscenza (vol. XVIII)
Prima catechesi cristiana (voi. VII/2)
Sulla cura dovuta ai morti (vol. VII/2)
83 questioni diverse (vol. VI/2)

Commento ai Salmi, M. Simonetti ed., Fondazione Lorenzo Valla-Arnoldo Mondadori


editore, Milano 1988.

AMBROGIO
dall'Opera Omnia di sant'Ambrogio, Città Nuova, Roma 1977ss.:

Caino e Abele (vol. 2/1)


Commento a dodici salmi (vol. 7)
470 Indice delle traduzioni utilizzate

Esposizione del vangelo secondo Luca (voli. 11 -12)


I doveri (vol. 13)
Il paradiso terrestre (voi. 2/1)
Isacco o l'anima (vol. 3)
La fede (vol. 15)
La fuga dal mondo (vol. 4)
Le orazionifunebri (voi. 18)
Le rimostranze di Giobbe e di Davide (vol. 4)
Le vedove (voi. 14)
Lo Spirito Santo (vol. 16).
Lettere (voli. 19-21)
Per la dipartita del fratello (voi. 18)

ATANASIO
Trattati contro gli ariani (Collana Testi Patristici, voi. 173).
Vita dt'Antom·o, P. Citati e S. Lilla· edd., Fondazione Lorenzo Valla, Milano 1974.

BASILIO MAGNO
Lettere, a cura di A. Regaldo Raccone, ed. Paoline, Ancona 1966.
Lettere, M. Forlin Patrucco (nn. 1-46), Corona Patrum 11, 1983.
Lo Spirito Santo (Collana Testi Patristici, voi. 106).
Opere ascetiche, U. Neri ed., tr. di M.B. Artioli, UTET, Torino 1980.

BEDA IL VENERABILE
Omelie sul Vangelo (Collana Testi Patristici, voi. 90).

CASSIANO
Conferenze ai monaci (Collana Testi Patristici, voli. 155-156).
Conferenze spirituali, O. Lari ed., Paoline, Milano 1965.

CIPRIANO
Opere, G. Toso ed., UTET, Torino 1980.

CIRILLO DI GERUSALEMME
Le catechesi (Collana Testi Patristici, voi. 103 ).

CLEMENTE DI ALESSANDRIA
Il pedagogo (Collana Testi Patristici, vol. 181).
Il pedagogo, M.G. Bianco ed., UTET, Torino 1971.
Stromati. Note di vera filosofia, G. Pini ed., Paoline, Milano 1985.

EUGIPPO, La regola (Collana Testi Patristici, vol. 183).

EUSEBIO DI CESAREA
Commento at' Salmi (Collana Testi Patristici, vol. 176).
Dimostrazione evangelica, P. Carrara ed., Paoline, Milano 2000.
Storia ecclesiastica (Collana Testi Patristici, voli. 158-159).
Indice delle traduzioni utilizzate 471

GIOVANNI CRISOSTOMO
Commento al vangelo di Giovanni, A. Del Zanna ed., Città Nuova, Roma 1969-1970.
Commento alla lettera ai Galati (Collana Testi Patristici, vol. 35).
Il sacerdozio (Collana Testi Patristici, vol. 24).
Omelie sul vangelo di Matteo (Collana Testi Patristici, voli. 170-172).

, GIOVANNI DAMASCENO
Difesa delle immagini sacre·(Collana Testi Patristici, voi. 36).
La fede ortodossa (Collana Testi Patristici, vol. 142).

GIROLAMO
74 omelie sul libro dei salmi, G. Coppa ed., Ed. Paoline, Milano 1993.
Commento a O.rea (Collana Testi Patristici, voi. 190).
Le Lettere, S. Cola ed., Città Nuova, Roma 1996-1997.

GIUSTINO
Dialogo con Trifone, G. Visonà ed., Paoline, Milano 1988.

GREGORIO DI NISSA
Fine, professione e perfezione del cristiano (Collana Testi Patristici, vol. 15).
Omelie sul Cantico dei Cantici (Collana Testi Patristici, vol. 72).
Omelie sull'Ecclesiaste (Collana Testi Patristici, voi. 86).
Sui titoli dei Salmi (Collana Testi Patristici, voi. 110).
Teologia trinitaria. Contro Eunomio. Confutazione della professione di fede di Eunomio,
C. Moreschini ed., Milano 1994.
Vita di Gregorio Taumaturgo (Collana Testi Patristici, voi. 73).

[GREGORIO IL TAUMATURGO]
Encomio di Origene, M. Rizzi ed., Paoline, Milano 2000.

GREGORIO MAGNO
dall'Opera Omnia di san Gregorio Magno, Città Nuova, Roma 1990ss.:

Commento morale a Giobbe (voli. 111, 113, 114)


Lettere (vol V/1)
Omelie sui Vangeli (vol. II)
La Regola Pastorale (Collana Testi Patristici, voi. 28).
La Regola Pastorale, G. Cremascoli ed., UTET, Torino 1968.
Storie di santi e di diavoli, S. Pricoco e M. Simonetti edd., Fondazione Lorenzo Valla,
Milano 2006.

GREGORIO NAZIANZENO
I cinque discorsi teologici (Collana Testi Patristici, voi. 58*).
Tutte le orazioni, Claudio Moreschini ed., Bompiani, Milano '2000.

ILARIO DI POITIERS
Commentario a Matteo (Collana Testi Patristici, vol. 74).
472 Indice delle traduzioni utilizzate

Commento ai Salmi (Collana Testi Patristici, vol. 185-187).

IPPOLITO
I:anticristo, Enrico Norelli ed., Nardini, Firenze 1987.

IRENEO DI LIONE
Contro le eresie e gli altri scritti, E. Bellini ed., Jaca Book, Milano 1981.

ISACCO DI NINIVE
Discorsi ascetici (Collana Testi Patristici, vol. 44).

MASSIMO DI TORINO
Sermoni (Collana Testi Patristici, vol. 168).

METODIO DI OLIMPO
La verginità (Collana Testi Patristici, vol. 152).

NOVAZIANO
Gli spettacoli, A. Saggioro ed., Ed. Dehoniane Bologna, Bologna 2001.

ORIGENE
Commento al Cantico dei Cantici (Collana Testi Patristici, vol. 1).
Commento al vangelo di Giovanni, E . Corsini ed., UTET, Torino 19792.
Contro Celso, A. Colénna ed., Torino 1971. .
Commento al Vangelo dt' Matteo/2 (Collana Testi Patristici, voi. 151).
Esortazione al martirio, C. Noce ed., Urbaniana Univ. Press, Roma 1985;
La maga di Endor, M. Simonetti ed ., Biblioteca Patristica 15, Edizioni Dehoniane Bolo-
gna, Bologna 1989.
La preghiera, G. Dal Ton, Milano 1984.
Omelie su Geremia (Collana Testi Patristici, vol. 123 ).
Ome/le su Giosuè (Collana Testi Patristici, vol. 108).
Omelie sui Giudici (Collana Testi Patristici, vol. 101).
Omelie sui Numeri (Collana Testi Patristici, vol. 76). ·
Omelie sul Levitico (Collana Testi Patristici, vol. 51).
Omelie sull'Esodo (Collana Testi Patristici, vol. 27).
Omelie sulla Genesi (Collana Testi Patristici, vol. 14).

PAOLJNO DI MILANO
Vifa di Ambrogio, C. Mohrmann e A.A.R. Bastiaensen edd., L. Canali e C. Carena
tradd., Fondazione Lorenzo Valla-Arnoldo Mondatori, Milano 1975.

PAOLINO DI NOLA
Carmi (Collana Testi Patristici, vol. 85).

PRUDENZIO
Combattimento spirituale, Rapisarda, Catania 1962.
Indice delle traduzioni utilizzate 473

PSEUDO-CLEMENTE DI ROMA
I ritrovamenti (Collana Testi Patristici, voi. 104).

SALVIANO DI MARSIGLIA
Il governo di· Dio (Collana Testi Patristici, voi. 114).

TEODORETO DI CIRRO
Discorsi sulla Provvidenza (Collana Testi Patristici, vol. 75).
Storia ecclesiastica (Collana Testi P·atristici, voi. 154).

TERTULLIANO
Contro Marcione, C. Moreschini ed., UTET, Torino 19992.
L'anima, M. Manghi ed., Marsilio, Venezia 1988.
La resurrezione dei morti (Collana Testi Patristici, vol. 87).
Polemica con i Giudei (Collana Testi Patristici, vol. 140).
Scorpiace, G. Azzali Bemardelli ed., Nardini, Firenze 1990.
Sulla resurrezione dei mortt', C. Moreschini ed., UTET, Torino 1974.

Letture cristiane I millennio, G. Coppa ed., Ed. Paoline, Milano 1993.

\
INDICE DEI NOMI

Agostino: 12, 13, 19, 22, 26, 29, 30, 57, 168,180,181,267,268,277,278,284,
58, 60, 66, 68, 69, 81, 89, 92, 93, 95, 285,293,294,295,297,298,318,319,
112, 113, 122, 123, 138, 145, 146, 159, 325,326,330,332,333,346,347,352,
160,161,163,164,165,171,174,175, 353,354,360,361,362,364,369,370,
176, 177,180,240,241,246,247,249, 378,379,381,382
250,269,270,272,275,279,280,282, Boezio: 315
283,284,290,291,292,300,302,306,
307,313,315,336,337,339,344,345, Cassiodoro: 14, 19, 23, 26, 29, 57, 60,
349,351,355,357,358,362,364,371, 259,260,264,303,305,311,313,316,
372,373,374,377,385,386,389,390, 328,329,334,335,345,346,349,350,
392,393,409,410,414,415,416,418, 355,356,359,360,372,373,410,412,
419,420,421,422,430,431,433,434, 440
440,441,442,443,446,447,450,451, Cesario di Arles: 13, 14, 24, 25, 26, 27,
452 138,139,155, 156,159,161,184,185,
Ambrogio: 12, 13, 19, 20, 33, 34, 57, 59, 187,188,189,191,192,193,194,195,
66, 76, 77,81,82, 101, 102, 115, 147, 196,197,198, 199,202,204,205,206,
149,150,155,156,157,158,159,162, 207,208,209,242,243,258,259,318,
165, 168,175,177,179,180,181,182, ' 319,320,322,323,457,458
184,185,186,187,188,189,190,191, Cicerone: 77, 178, 201, 315, 341, 405,
192,195,196, 197,198,201,202,203, 429
206,208,210,211,212,213,214,215, Cipriano: 12, 33, 34, 124, 125, 237, 239,
216,217,218,219,220,221,223,224, 242,244,270,272,368,406
226,228,234,242,244,252,253,324, Cirillo di Gerusalemme: 31, 32, 35, 36,
336;340,341,344,346,347,355,358, 242,243,420,421,430,431,450
364,365,366,367,387,388,393,394, Clemente Alessandrino: 19, 22, 237, 242,
395,397,404,405,420,421,425,429, 243,273,274,311,312,374,404
430,433,434,435,440,441,442,451, Costantino: 369
452,454,455,456 Costanzo: 369
Apelle: 12
Artemia: 3 08 Devreesse R.: 15
.Atanasio: 124, 125, 183, 303, 304, 313, Dttlcizio: 443
' 314,368,369,446
Efrem il Siro: 108, 109, 173, 174, 192,
Basilide: 11 207,209,235,236
Basilio Magno: 15, 66, 67, 124, 125, 173, Eusebio di Cesarea: 51, 52, 129, 130, 246,
221,250,251,255,256,267,269,328, 248,389,430,432
368, 391, 407 Eustazio di Antiochia: 16, 374, 376, 377,
Beda il Venerabile: 15, 62, 63, 112, 132, 378
Indice dei nomi 475

Filone di Alessandria: 12, 115 Ilario diPoitiers: 290, 292, 353, 354, 407,
Fruttuoso di Braga: 426, 427 408
Ippolito: 11, 275
Germano di Costantinopoli: 306 Ireneo di Lione: 303, 304
Giovanni Cassiano: 26, 29, 138, 139, 140, Isacco di Ninive: 51, 52, .138, 140, 200,
141, 142, 144,145,254,255,300,301, 256,257,418,419
303,304,322,342,343,364,365,385, Isidoro di Siviglia: 226, 232, 234
395,428,' 437,438
Giovanni Crisostomo: 14, 15, 19, 21, 23, Lattanzio: 19, 20, 45, 47
27,31,57,58, 81, 83, 147, 175, 178, Leone III: 306
234,235,239,240,241,242,243,244,
245,246,247,252,253,254,256,261, . Marcellino: 357
262,264,273,276,277,286,288,289, Marcione: 11, 12, 396
290,292,317,318,320,321,324,325, Massimo di Torino: 14, 55, 56, 57, 58,
328,329,333,334,335,339,340,342, 159,164,192,193,298,299,324,325,
355,358,359,360,361,398,400,412, 401
414,415,417, 420,423,424,425,426, Metodio di Olimpo: 171, 172
429,430,436,437,442,443,446,447,
455, 456 Nemesio di Emesa: 81, 84
Giovanni Damasceno: 41, 45, 47, 51, 52, Novaziano: 401
53, 197,306,307
Girolamo: 26, 27, 28, ~O, 33, 34, 35, 36,
51,53,62,66,67,81,84,93, 100,101, Origene: 11, 12, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25,
115, 116,126,127,133,145,147,148, 26,27, 33,34, 35,36,37,38,39,40,
159, 162, 169,173,174,217,219,223, 42, 43, 44, 45, 46~48,49,50,51,52,
224,225,249,250,253,258,259,260, 53,57,59, 60, 61, 62, 63, 64, 65, 68,
269,270,271,274,286,287,288,308, 69, 70, 71, 72, 73, 74, 75, 76, 77, 79,
309,311,313,314,349,351,385,386, 80, 81, 83, 84, 85, 86, 87, $8, 89, 90,
394,398,400,410,411,412,426,427, 91,92,93,94,95,96,97,98,99, 100,
433,446,455,.456 102, 103, 104, 105, 106, 107, 108, 109,
Giusdho: 45, 46, 407, 408 110, 111, 113,114,117,118,119, 120,
Gregoriò di Elvira: 26, 28 123,124, 134,135,136,137,142,143,
·Gregorio di Nazianzo: 15, 16, 19, 20, 21, 145,146,148,150,151,153,154,155,
24, 165, 167, 184,306,311,312,387, 159,162,165,166,175, 176, 183 , 184,
388,398,400 206,208,237, 238,246,248,250,251,
Gregorio di Nissa: 39, 40, 121, 122, 183, 258,265,266,287,303,305,336,337,
205,308,313,316,333,334,335,348, 374,375,377,380,397,398,448,449
355,356,357,359,360,368,369,404,
405 Pacomio: 20, 23
Gregorio il Taumaturgo: 326, 327 PaolinodiMilano:420,423
Gregorio Magno: 14, 15, 130, 131, 132, Paolino di Nola: 12, 13, 39, 54, 55, 57,
140,142,156,157,165,166,169,170, 59,202,204,223,225,324,420
198,199,226,227,252,262,263,265, Paolo Orosio: 317
266,267,268,277,278,281,282,284, Pietro di Cava:.14
286,288,289,296,297,298,299,303, Platone: 404
309,310,313,315,316,366,381,382, Procopio di Gaza: 44, 108, 109, 153, 154
390,401,403,406,412,413,414,415, Prudenzio: 64
416,444,445,451,454 Pseudo-Clemente di Roma: 31, 32, 121
476 Indice dei nomi

Pseudo-Ignazio di Antiochia: 270, 272, Teodoreto di Cirro: 15, 31 , 226, 227, 229,
290 230,231, 232,233 , 234, 235,257, 261,
432
Rustico: 308 Teodoro di Mopsuestia: .15, 254, 255
Teodosio: 421
Sabiniano: 271 Teofilatto: 236
Salviano di Marsiglia: 64, 150, 151, 165, Tertulliano: 12, 45, 46, 54, 134, 137, 158, .
366, 367, 391, 392, 398, 399, 418, 419, 246,248,279,281,296, 300,301,311,
420,422,423,424, 427,428,430,431, 312, 313, 314, 342,344,396,407,448,
435,436,441, 442,453 449
Sereno di Marsiglia: 14
Severo di Antiochia: 16, 300, 302, 303, Valentino: 11
304,310,336,337 Valerio Massimo: 365
Simeone il Nuovo Teologo: 331 Virgilio: 195, 203 , 211, 213, 390
INDICE SCRITTURISTICO

ANTICO TESTAMENTO 25, 27-34: 127


25, 30-34: 451
26:372
Genesi 27:25
1-2: 91 29,32:25, 120
1,27:90 30, 10:25, 120
1,28:348 31,27:398
1, 31: 360 31,41: 126
3, 1:90 31,47: 125
3, 5.14: 121 32, 14: 126
3, 7: 172 35, 16-20: 260
3, 14-15: 252 35,21:260
3, 16:260 35,29:97
4:329 37:388
4, 11-12: 22 37,28: 126
6, 3: 127, 395 37,33:388
6,4:59 38, 15: 175
7, 17-19: 132 39:315
9,3:451 41,41:372
9, 41ss.: 172 41, 50: 25
9' i.'l: 109 41,51: 120
12, lss.: 47 42:345
14, 14: 167 42, 15:372
16,3:238 43, 25s.: 309
17, lOss.: 47 47:372
18, ls.: 309 49,9: 180
18, 2.3: 184 49, 10:407
18, 6: 319 49, 17: 193
18, 11-12: 97
18,25:306 Esodo
19, 1: 167 1,12:76
19, lss.: 167 1, 17-20: 29
19,8:362 2, 10:372
19, 15-26: 309 2, 15: 167
20:372 2, 19ss.: 167
21,6:260 3,5:53
22, 13: 178 7, 3.22: 94
25, 1:238 8, 19:94
478 Indice scritturistico

9, 16:66 15, 32ss.: 399


12,3:44 15, 32-36: 67
12, 3ss.: 49 16:300,439
12,34:50 16, 21: 178
12,46:34,59 17,25:41
13, 14:41 18,20: 101
14, 9ss.: 91 24, 17ss.: 35
14, 11: 37 32, 33-42: 109
14, 15:244 33,1: 109
14,21:82
16,5:343 Deuteronomio
16,33:41
16, 33ss.: 50 1, 17:329
17,5:289 4,28:63
17,6:46 5,22:41
17, 6ss.: 197 6, 4: 121
17, 8-16: 20 6, 7:24
17, 14:41 6, 13 : 121,268
20,4:312 7,3:224
21, 17:431 8, 17:52
21, 22-25: 385 10, 17: 121
23, 13: 121 10,20: 121
28, 9-12: 41 19, 5ss.: 116
30, 10:400 23,3:224
31, 11:400 27, 3: 45
32, 10:288 28, 13:63
32,32: 456 30,6:46
34, 16:224 31, 6-8: 22
34,33: 170 31, 10:45
.31, 16: 28
Levitico 31,23:20
5, 15: 305 32,2: 159, 161
6, 6-7: 305 32, 12:269
8,31:400 32,39:268
11,29:26J 34,5:377
16,2: 101 34, 5-8: 27
19, 17:329 34,8:405
20, 16:247 34,9:82
21, 17-23_:400
24,9:344 Giosuè
1,5:22
Numeri 1,8:23
4:290 2,9:31
11, 1-34: 271 2, 10-11: 23
11,4: 157,452 2, 18:79
11, 16: 97 3, 14-17: 13, 60
13, 16:20,45 3, 15-17: 82
14, 26-38: 102 4,5:35
Indice scri'tturistico 479

5,2:20,49 7, 19-25: 170


5,9:49 8, 1-21: 170
6,20:36 9, 50-53: 151
6, 20-25: 33 13, 3: 185
6,25:79 14, lss.: 190
7:201,455 14, 1-3: 185
7, 1:453 14,5-9: 14
7,21:65 14, 6: 185
8, 15:70 15, 18: 197
8,22: 88 16, 4-21: 201
8, 22-25: 71 16, 17: 185
8,30: 119 16,20: 185
9:94
9,2: 119 Rut
9, 3ss.: 77
1, 15ss.: 224
9,9: 79
3, 9ss.: 235
9,21:446
9,27: 77
1 Samuele
10, lss.: 90
10, 11:288 1, 11:375
10, 12:20,208 1, 22-23: 375
10, 12-14: 201 1-16: 14
10,40:88 2:300
11, 19-20: 67 2-4: 455
11,20:66 2,5:239
13-17: 129 2, 12: 135
13, 3: 98 2, 12-14.22-24: 400
13, 8ss.: 100 2, 12-17: 271
13,.14.33: 99 2, 18-19: 351, 375
14, . \1: 35, 100 2, 22-25: 271
15, 16-17: 130 2, 24-25: 259
17,6: 109 2, 27-28: 251, 351
18, il: 117 3,3: 15
19,40: 117 3, 4-14: 375
24, 18: 124 3, 11-14: 271
24,28: 126 3, 13: 15,251,271
4, lOss.: 251
Giudici 4, 11:271
4, 17-18: 252
1, 4.8a.9a.l 7a.19a.22: 129 4, 18:251
2, 13-14: 137 5, lss.: 251
2, 14: 142 9,2:301
3, 1-2: 139 9, 9-11: 450
3, 15: 143 9, 9.11.18: 310
4,9: 151 10, 1-6: 280
5,31: 154 12, 14: 286
6-8: 148 14, 24-45: 373
6,26:58 14, 27ss.: 154
480 Indice scritturistico

15, 8ss.: 71 16, 11:431


15, 17-30: 282 16, 15:317
15,29:302 17, 14: 431
15, 30.35: 422 18:372
15,35:301 19:388
16,4:310 19, 17:274
16, 7:291 19,22:435
16, 15:279 19, 27:432
17,26:289 20, 10:439
17, 34-36: 402 21, 15-22: 397
17,34-37: 14 24, 17 (LXX): 456
17,49: 14,402 24, 18: 139
17' 49-51: 59
18, 10:279 1 Re
18, 17:71 1, 1-4: 34
18, 25-27: 402 2, 5.8.32: 274
19:453 8, 16:291
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19,9:279 11, 1:416
21,6:344 12:300
21,9:343 16,34:63
21, 14:. 343 17, 6: 451
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23,9:351 19, 2: 306 ..
24, 16-21: 360 19,8:285
24,26:371 19, 18: 167
25,22:365 20,28:441
28: 16 22,38:306
2 Samuele 2Re
1, ls.: 380 3, 26-27: 174
3,20:329
5, 1-4: 402 1 Cronache
6, 14:402
6,20:403 2,3: 129
6,22:403 11,9:283
7,8:306 12, 18:283
11,2:420
12, 1-14: 373 2 Cronache
12, 13:419
12, 14: 431 1, 7-12: 416
6, 19:306
12, 16:421 9,21:203
12,24:371 30, 16-17: 353
13, 14: 106
15, 3-4: 439 Neemia
15, 16-17: 317
16:371 9,29:306
Indice scritturùtico 481

Tobia 23, 7-8: 169


24,3:258
6, 17: 148 24,4:258
Giuditta
27,3:43
31,9: 151
13, 11: 151 32, 1-2: 291
32, 16:59
Gt'obbe 32, 17: 91, 92
1, 5: 116 33,2:24
1, 12:271 34, 10: 121
2,6:271 35,6: 162
2,8: 157 35, 10:248
3, 9: 131 36, 11: 117
9,8:268 36,23:284
13,4:326 37,9:243
20, 12:445 38, 1:345,433
37,24:402 39, 7:304
40, 10:282 40, 3: 154
42,2:339
Salmi' 44, 11-12: 235
47,2: 126
l, 2: 23 48,2:247
1, 6: 87 49, 3: 167
2,8:83 49,23:304
3, 9: 163 50,2:412
4, 3-4: 432 50,5:417
4,5:244 50,6:412
4, 7: 167 50, 7:325
6, 7:362,419,421 50,9:353
7,9:306 50, 13: 450
8,2: 183 50,23:79
'
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10, 7:445 51, 10: 205
11, 3: 445 51, 11:314
11,4:254 53, 1:353
15, 3: 258 53,8: 189
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17, 26-27: 375 54, 18:24
17,32: 121 54,20:302
17, 44-45: 449 55, 1: 373
17,45: 160 55,5:362
18,6:401,413 56, 1:355
18, 13-14: 107 56, 7:98
19,8:91 61, 10:432
21, 7:360 62,9~336
21, 21.22: 323 62, 13:306
21,23:319 65, 17:244
22,4:23 67, 12:248
482 Indice scritturistico

67,24: 166 118, 137:392


70, 19: 121 121, 2 (LXX): 154
71,6: 160, 161, 162 126, 15:408
72,2: 126 127, 1:410
72,26:36 127,3: 126
74, l:344 133, 1 (LXX): 101
74, 11:247 135, 6: 283
74, 14 (LXX): 62 138, 1:346
77, 34-35: 143 138, 1-2: 347
77,49: 123 140, 4: 305
77,55:402 143, 11:450
77,65:308
80, 11:244 Proverbi
81,6:.268
82, 10: 148 1, 28: 306
82,11: 148 3,24:329
82, 12: 170 5, 3s.: 299
83, 7:319 5,4:91
84,3:339 7,3:244
86,4:32,34 8,35:284
86, 7: 133 9,8:329
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90, 13:86 21,2: 284
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94,6:421 24, 11:438
95,5:268 25,27:24
95, 5 (LXX): 333
96, 7: 183 Qoelet
96, 13:306
102, 10:421 3, 1:24
102, 15:268 3,4:405
105,4:308 8,5: 135
106, 19: 143 8, 10:282
107, 16: 140
109,4:268,344 Cantico dei Cantici
109, 1:98
110,4: 408 l; 7: 309
112, 5: 121 1, 14:285
117,22:324 1, r1-12~ 183
118,8: 141 2, 14: 367
118,22:269 2, 15: 194
118,31:244 4, 1: 203
118,36:283 5,6: 183
118, 105:37 5, 11: 203
Indice scritturisti'co 483

Sapienza Lamentazioni
3,6: 179 1, 16:227
12,8: 123 4,20:88
17, 1: 176
Baruc
Siracide
2,31: 284
10, 12: 143 6,5:244
15,9: 166
18,30:339 Ezechiele
27, 11:237 2,6: 105
46, 16-20: 377 3, 18:259,306
5, 11:306
Isaia 11, 19:284
1,3: 196 18,4:271
5,6: 161 34,4:252
9,3: 169 36,27:284
10, 12-13: 90 40, 20-37: 100
10,22: 167 44,3:408
11,2:205
11, 10:407 Daniele
14,12:21 1,8:315
14, 13: 148 2:280
14, 14: 91 2,4:437
29, 11-12: 23 2,48:315
29, 13:353 13, 45ss.: 414
42,3:26 14, 33-39: 397
42,6:407 14,38:397
43;26:417
45, 14: 183 Osea
45,' l(): 285
53, 7: 158 1,2:28
54, 1:238 3, 4: 162
54, 14:329 4,6:306
55,3:407 5,2:297
56, 10: 166 5,4:70
57,2:408 6, 6: 304
58, 1:259 10, 12: 111
60, 9: 203. 12, 14:386
65, 1: 449 14, 10: 176
66,24:276
Gioele
Geremia 4, 9: 7,1
5,8: 148 Amos
28, 7ss.: 61
30, 10:36 7, 14-15: 314
32, 11:23 9, 14: 88
484 Indice scritturùtico

Mt'chea 5, 6:42
5, 9:42, 95
4,4: 99 5, 14: 134
5, 15: 37
Aggeo 5, 17: 358
5,20:456
1, 12: 129 5, 21ss.: 73
5, 21-22: 268
Zaccart'a 5, 27ss.: 73
1,9:375 5' 27 -28: 157
12, 10-12: 408 5,29:256
5, 33ss.: 73
Malachia 5,37: 343
5, 39: 145
1, 2-3: 455 5, 44.45: 456
3, 20: 83, 105 7,3:417
3,23:408 7, 13:28
4,2:265 7, 13ss.: 151
7, 17: 110
8, 12:74
9, 13:304
Nuovo T ESTAMENTO 9,35:44
9,37: 159
10,5:35
Matteo 10, 16: 193,285
10,37: 166
1,5: 27,224 10,38: 166
1,6: 344 10,56: 160
1, 17: 109 11,6: 177
2, 1-11: 264 11, 10:27
2,2:344 11, 13: 20
3,3: 125 11, 17: 405
3,4:451 11,29: 106
3,5: 91 11,30: 22
3, 10: 111 12, 1-8: 343
3,13:35 12,4:350
4,3:451 12, 13:344
4, 10:268 12,20:26
4, 11: 183 12,29:61,90,320
4, 16:335 13, 8.23: 111
4, 17: 83 13, 29-30: 107
4, 19:315 14, 10:306
5, 1-12: 73 15, 13:312
5,2:244 15,24:69, 160, 161,319
5,3:42 16, 17:374
5,4:42 16, 19: 137
5,5:42,117 16, 22-23: 374
Indice scritturistico 485

17,3:377 Luca
18,6:300
18, 7:300 1,5:344
18, 12:321 1, 28: .422
2, 13: 143
18, 14:428
2,34:33
18, 18: 137
3, 16: 395
18, 19:398 3,31:344
19, 18:278 5, 27-28: 315
19, 30: 63 6,2:344
20,28: 159 6, 3-5: 344
21,5:344 7,32:405
21,31:36,58 7,48:48
21,32:27 8,32:271
22, 17-21: 306 9,3:79
22,45:313 9, 23: 165
23,37: 193 10,2: 159
24,2: 36 10, 19:86, 105
24, 12: 83 10,20:362
24,22:83 10,30:61
24,51:276,329 11,22:325
25,21: 146 12,4:390
25,34:72,91, 150 12,6:203
25,41:72,91 12,32:330
26,26:79 12,33:278
26,39:272 12,49:92, 157
26, 69-75: 414 lJ, 10-16: 260
26, 70-74: 373 14, 11: 106
27,, 1: 344 14,26: 166
27,25:33 14,27: 166
27., 37: 344 14,33: 166
28,''6: 335 15,4:321
28,20:394 15,25:398
16,8:90
Marco 16,29:20,92
17,20:85
1,2:27 18, 3: 139
2,5:48 18,8:83
6,27:306 18,19:268
7,21:71 19, 12:52
8,34: 166 19, 17:52
9, 12:344 19,23:259
9,48:276 19,38:344
12, 14:330 22,2:344
13, 2: 406 . 23' 3.8: 344
15,2:344 24,5:335
15,26:344 24,27:75
16,6:335 24,32:75,92
486 Indice scritturistico

24,45:319 19,22:344
37-47: 28 19, 37: 408 .
20,22:244
Giovanni 20,23: 137
1,9: 114, 134 24, 26-27: 125
1, 14:395 Atti degli Apostoli
1, 19-27: 232
1,42:.309 1, 14: 73
1, 47: 36 1,24:73
1,49:344 2,37: 92
1,67:309 4, 18:332
2, 11:279 4,32:238
3,8:280, 406 8, 17:450
3, 10: .308 9, 1: 167
.3, 28-29: 232 9, 1-20: 315
3,29:401 10,9:440
4, 1:52 10, 9ss.: 280
4, 14: 105 10, 13:298
4, 18:28 10, 34.35: 440
4,35:44,287 11, 17.18: 440
5, 14:48 12,23:.306
6,32:278 13,22:439
6,41: 191 13,23:291
7,38: 198 13,46:457
7,39: 188 13,48:284
8, 11: 392
8, 56:.158 Romani
10, 16: 120, 160
10, 17-18: 189 1,3:380
10,34:268 1, 17:22
11, 11:408 1,26: 137
11, 49-50: 280 1, 28: 137
11, 50: 338 1,29: 137
12, 13:344 2, 10:69
12,26:22 2, 13: 166
12, 35: 83 3,9:380
13: 16.3 . 3, 20-21: 160
13, 4-5: 159 · 3,21: 160
13, 5: 22 5, 14: 127
14,2:77 5, 19:272
14,30:61,90 6,3:38
16, 11:90 6, 10.11: 204
18, 28: 383 . 6, 12: 71
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18,37:344 7,3: 88
19, 4.6: 373 7, 14:46, 74
19, 14:344 7, 23: 136
19, 19: .344 7' 24.23: 278
Indice scritturistico 487

8,8:340 3,9: 88
8,9:340,395 3, 12: 36
8, 13:204 3, 17:48,457
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8, 17:22 5,2:256
8,39:278 5,5: 137
9:455 5,6:256
9,5:234 5, 7-8: 50
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9, 13:455 6, 15:28,48
9, 14:69,371 6, 18:70
9, 19:94 6, 19:48
9, 21-23: 185 7,2:278
9,22:66 7, 14:28
9,27: 167, 190 7, 16: 147
10,4:353 8, 5-6: 269
11, 1: 219 8,6:238
11,2:449 9,20:264
11, 2-4: 136 9,22:278
11,4: 167 9,24:238
11, 5: 136 10, 1-4: 37
11, 14:395 10,3:204
11, 17.24: ·62 10,4:46, 156, 157
11,25: 119 10,5: 167
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16,27:268 13, 12: 50
14,5:280
1 Corinti 14, 14:79
14, 14-15: 79
1, 10: 73, 238 14,34:243
1, 24: 51, 95 , 109 15, 10: 85, 87
2,8:304 15,22:61
2,9:50 15, 23-24: 117
2, 14: 151 15,25:98
2, 15:53 15,28:410
2, 16.12-13: 74 15, 39-42: 77
488 Indice scritturistico

15, 47ss.: 151 2,3:325


15, 50: 395 2, 14: 108
15,56: 160 2,20:88
17, 7:306 3, 10: 151
3, 14-15: 136
2 Corinti 4, 10: 109,244
3,3:73 4, 15:98
3,6:74, 107 4,29:71
3, 15:73, 74, 170 5,27:224
3, 15-16: 269 5,29:390
3, 16: 73 6, 12: 84,87, 150,285
3, 17: 73, 185 6, 14:43
4, 10: 95, 111 6, 14-17:324
4, 18:311 6, 16:73,85, 150
5, 7:312 6, 17:92
5, 16: 203 6, 18: 150
5,21: 135
7, 1: 302 Filippesi
10, 4-6: 56
10,5: 146, 154 1,21: 135
+l, 2: 63, 88, 193 1, 28: 113
12,2:377 2,4:438
12,4:268 2, 9-10: 38
12, 7:314 2, 10: 136,377
2, 10-11: 38
Galatz' 3,5:219
1, 7:399 3,6:48
2,8:27 3,20:277
2, 19ss.: 43 4,2:358
2,20: 135 4, 13: 136, 154
2,21: 164
3, 19: 184 Colossesi
3,22:380 1, 12:74
3, 25: 184
3,27: 127 1, 16:52
4,2: 184 1, 16ss.: 115
4,4: 184 1, 18.15: 98
4, 10:399 1,19: 244
4,24:269 2, 10:52
5, 17: 95, 339 2, 14-15: 20, 61
5,22: 114 3, 1:22
5,24: 111,204 3,5: 111,208
6, 14: 87, 168 3,9:77,343
Efesini 1 Tessalonicesi
1, 13: 167 4, 15:408
2,2: 143, 348 4, 16:61
Indice scritturistico 489

2 Tessalonicesi 11, 33-34: 397


11,39: 119
1, 11: 119 11,40: 100, 119
12,4:71
1 Timoteo 12, 11: 91
1,9:224 12, 12-13: 166
2,4:428 12, 13: 87
2, 12:243 12, 22: 113
2, 14-15: 110 13, 5: 22
5,20:256
6, 10:87 Giacomo
6, 16:268
2, 17.26: 79
2 Timoteo
1 Pietro
2, 19:312
3, 12:441 2,9: 127, 153
4,6: 179 3, 7:26
3, 18:204
. Tito 3, 19:375
3,21:48
2, 11:90 4, 11:86,87,91
3,2: 358 5,4:98
3,3:48,63,95 5, 5: 143, 329 .
3,5:48 5,6: 106
5,8: 140
Ebrei
1,5:344 1 Giovanni
1, 6: 183
1, 14:70, 143;375 1, 7: 156
3, 13: 44 2,2: 156
4, 12':56, 146 2,15:59
4, 13:56 2, 16:63
4, 14:98 2, 17:58
5,5:344 2, 19:285
6,6: 136 5, 19: 63
6,20: 189
7, 14: 104 Giuda
7, 17:344 5:36
9, 7: 101
9, 12-14: 158 Apocalz'sse
9, 13-14: 156
10, 1: 113 1, 7:408
10,27:253 5,5:23, 190
10,29:48, 113 6,9: 176
11: 120 7, 12:88
11,27:420 19, 11-14: 165
11,31:35 19, 16: 153
INDICE GENERALE

Introduzione generale (di Angelo Di Berardino) .. ............ pag. 5

Introduzione a Giosuè, Giudici, Rut, 1-2 Samuele (di Chiara Spuntare/li) » 11

GIOSUÈ
GIUDICI
RUT
1-2 SAMUELE

GIOSUÈ » 19
Giosuè succede a Mosè. . . . . . . . . » 19
Giosuè dà ordini agli scribi del popolo » 24
Raab nasconde gli esploratori » 26
La fede di Raab . . . . . . . . » 30
Le ~pie fuggono da Gericò . . . . . . » 32
Isra~le si prepara ad attraversare il Giordano . » 35
Giosuè dà istruzioni al popolo . . » 37
L'attraversamento del Giordano . » 38
Le pietre della memoria . . . » 40
Il Signore glorifica Giosuè . . . . » 42
La testimonianza delle pietre. . . » 44
La circoncisione degli Israeliti a Galgala » 45
La manna cessa . . . . . . . . . . » 49
Il capo dell' e.sercito del Signore . . .» 51
Il piano di guerra di Dio . . . . » 53
. Intorno alla città . . . . . . . . » 55
La caduta delle mura di Gerico » 57
La distruzione di Gerico . » 61
492 · Indice generale

Il tradimento di Israele . . . . pag. 64


La trasgressione di Acan . . . » 65
Il secondo attacco contro Ai . » 68
La distruzione di Ai. . . . . . .» 70
Israele sacrifica al Signore sul monte Ebal. » 72
Stratagemma dei Gabaoniti . . . . » 75
I Gabaoniti vengono risparmiati . . » 78
I re amorrei attaccano i Gabaoniti . . . . » 80
Il sole e la luna si fermano . . . . » 81
La conquista continua . . . . . » 85
I re cananei uniti contro Israele » 89
La conquista termina . . » 93
I re vengono sconfitti . . » 96
La divisione della terra . » 96
[L'eredità di Ruben] . . » 99
[Le eredità oltre il Giordano] » 99
L'assegnazione dei territori oltre il Giordano . » 99
Il ricordo della promessa di Mosè . » 101
L'eredità di Caleb . . . . . . . . . . » 102
L'eredità di Giuda . . . . . . . . . » 103
Caleb entra in possesso della propria terra » 105
I confini di Giuda. . . . . . . . . . . . . » 107
L'eredità di Efraim e Manasse . . . . ·. » 108
Le lamentele della tribù di Giuseppe » 109
Tutti gli Israeliti si radunano in Silo . . » 112
L'eredità di Beniamino . . . . . . . . . » 112
[L'eredità di Simeone, Zabulon, Issacar, Aser e Neftali] » 114
L'eredità di Dan. . . . . » 114
La città di rifugio . . . . » 115
I Leviti richiedono città » 116
[Le città dei Leviti] . . . » 118
[Il compimento delle promesse del Signore] » 118
Un altare presso il Giordano . » 118
L'altare della testimonianza . » 119
Disposizioni di Giosuè . . . . » 120
Indice generale 493

L'assemblea di Sichem . pag. 122


Israele servirà il Signore ... » 124
La morte di Giosuè . » 125

GIUDICI . . . . .. . ....... » 129


Giuda attacca i Cananaei . . . . . . » 129
L'insuccesso dei figli di Beniamino. » 130
L'insuccesso delle tribù del nord . » 131
Il giudizio di Dio . . . . . . . . » 133
Israele dimentica il Signore. . . » 134
Il Signore fa sorgere dei giudici . » 138
Israele viene messo alla prova » 140
Otniel giudice di Israele » 142
Eud libera Israele . . . . . » 144
Debora e Barak . . . . . . » 146
La battaglia contro Sisara » 149
Il cantico di Debora e Barak . » 152
L'oppressione madianita . . . » 154
Il Signore chiama Gedeone. . . » 155
Gedeone sacrifica al Signore . » 156
Il palo sacro e r altare di Baal » 157
La rugiada e il vello. . . . . . » 158
Ridµzione delle truppe di Gedeone . » 164
Gedeone attacca i Madianiti . » 168
[Vittoria sui Madianiti] . » 171
[Abimelech si fa re]. . . . . . » 171
La pa~abola di Iotam . . . . . » 171
[Iotam si fugge e si stabilisce a Beer] » 172
[Gaal organizza una rivolta] . » 172
La morte di Abimelech . . . » 172
[L'oppressione dei Filistei] . » 173
[Israele ritorna al Signore] . » 173
[Iefte eletto giudice] . . . . .... » 173
[Iefte invia messaggeri agli Ammoniti] » 173
Il voto e la vittoria di Iefte . . . . . . . » 173
Iefte porta a compimento quanto promesso con il voto » 175
494 Indice generale

[Galaad dà battaglia ad Efraim] . pag. 180


[I giudici Ibsan, Elon e Abdon] . » 180
La nascita miracolosa di Sansone » 180
Il ritorno dell'angelo del Signore. » 182
Menoach sacrifica al Signore . . . » 182
La nascita di Sansone . . . . . . . » 184
Sansone chiede in moglie una filistea » 186
Sansone squarcia un leone . . . . . . » 186
L'indovinello e la scommessa di Sansone » 188
L'inganno dei Timneiti . . . . . . . . . · . » 189
La vendetta di Sansone . . . . . . . . . . » 191
Gli uomini di Giuda- consegnano Sansone ai Filistei . » 194
Il Signore fa scaturire acqua dalla roccia » 197
Sansone fugge da Gaza . . . . . . . . . . . . » 198
Sansone e Dalila . . . . . . . . . . . . . . » 200
Il segreto della forza di Sansone è svelato .. » 201
I Filistei soggiogano Sansone. » 205
La morte di Sansone . . . . . » 206
[Idolatria di Mica] . . . . . . » 210
·[I Daniti in cerca di un territorio] . . » 210
[I Daniti tolgono a Mica gli idoli] . » 210
[I Daniti conquistano Lais] . . » 210
Il levita e la sua concubina . . . » 210
Il levita passa la notte a Gabaa . » 212
La morte della concubina . . . » 214
si
[Israele impegna a vendicare il delitto di Gabaa] . » 216
I figli di Beniamino si preparano alla battaglia » 216
[Israele attacca i figli di Beniamino] . . . . . . . . . » 216
Israele sconfigge i figli dì Beniamino . . . . . . . . . · . » 216
Gli Israeliti si pentono di quanto fatto a Beniamino, loro fratello . » 219
[Le vergini di Iabes vengono date in moglie ai Beniaminiti] . » 220
Il ratto delle figlie di Silo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 220

RUT . . . . . . . . . . . » 223
Noemi e la sua famiglia. » 223
Il ritorno a Betlemme. . » 225
Indice generale 495

Rut nel terreno di Booz . . . . . pag. 228


Booz tratta Rut con gentilezza . » 228
Rut si corica accanto a Booz . . » 229
Booz alla porta della città . . . . » 231
Booz riscatta le proprietà di Elimelech » 233
La nascita di Obed . . . . . . » 235

1 SAMUELE .. . . » 237
Elkana e le sue mogli . » 237
Il dolore di Anna . . . » 239
Il voto di Anna a Silo . » 240
Eli benedice Anna . . » 242
Nascita di Samuele e presentazione a Silo . » 245
Preghiera di Anna . . . . . . . . . . . . . » 245
Il ministero di Samuele e i figli corrotti di Eli. .... » 249
Eli affronta i propri figli . . . . . . . . » 250
Il Signore si allontana dalla casa di Eli. » 252
Il Signore chiama Samuele . . » 254
Il Signore si rivela a Samuele . » 255
Israele attacca i Filistei . .. . . » 257
Viene presa l'arca del Signore ...... » 258
La·nascita di Icabod . . . . . » 259
L'arca di Dio nella casa di Dagon
\
» 260
La mano del Signore colpisce i Filistei. » 262
Viene pianificata la restituzione dell'arca .. . .. » 263
L'arca arriva a Bet-Semes . . . . . . . . . » 265
I Filistei attaccano Israele a Mizpa. . . . .... » 267
Pace e restaurazione durante il governo di Samuele » 269
Israele chiede un re . , . . . . . . . . . . . . .. . . . . » 270
Samuele mette in guardia il popolo dall'eleggere un re . . » 272
Saul figlio di Kis . . . . . . . . . » 274
.Saul in cerca delle asine smarrite. . » 275
L'incontro di Saul e Samuele. » 276
Saul ospite di Samuele .. . . » 277
Saul profetizza . . . . . . . . » 279
La sorte rivela la scelta del Signore » 281
496 Indice generale
i

Samuele continua a guidare il popolo . pag. 282


Vittoria di Saul sugli Ammoniti . . . . » 284
Samuele si rivolge al popolo . . . . . . » 286
Samuele invoca l'intervento di Dio contro Israele. » 287
Il popolo riconosce i propri peccati e si rivolge a Samuele . » 288
Saul disobbedisce a Dio . . . . . . . . . . . » 289
Israeliti e Filistei si preparano alla battaglia . » 292
Gionata guida un, azione vittoriosa . . . » 294
Gionata rompe il giuramento con Saul » 295
La sorte rivela il peccato di Gionata . . » 296
Gionata non viene messo a morte . . . » 298
Saul disobbedisce nello sconfiggere gli Amaleciti . » 300
Il Signore si pente di aver scelto Saul . » 300
Il Signore rigetta Saul come re . . » 302
Saul confessa il proprio peccato . . . . » 305
Samuele piange per Saul .· . . . . . . . » 308
Il Signore dà istruzioni a Samuele per l'unzione di un nuovo re . » 309
Samuele unge Davide. . . . . . . . . » 311
Uno spirito malvagio tormenta Saul . . » 313
Uno scudiero avanza davanti a Golia . » 317
L'arrivo di Davide nell'accampamento. . . » 318
Davide viene a sapere della ricompensa per l'uccisione di Golia. » 320
Davide affronta Golia . . . . . . . . . » 322
Davide colpisce Golia con una pietra . » 323
I Filistei fuggono . . . . . . . . » 325
Il patto di Gionata con Davide. » 326
Saul diventa geloso di Davide . » 327
Cresce la popolarità di Davide . » 329
Mikal sposa Davide . . . . . . . » 331
Saul decide di uccidere Davide » 332
Davide sfugge alla lancia di Saul . » 333
Mikal aiuta Davide a fuggire . . . . » 334
Davide fugge da Samuele a Rama . » 336
Davide ritorna da Gionata . . . . . » 339
Gionata cerca di sondare le intenzioni di Saul » 340
Gionata aiuta Davide a fuggire. . . . . . . » 340
Indice generale 497

Achimelech aiuta Davide . . . . pag. 342


Davide fugge da Achis, re di Gat » 345
Davi~e guadagna sostegno e si rifugia nel paese di Giuda . » 346
Saul viene a sapere delle azioni di Davide. » 347
Saul passa a fil di spada la città di Nob . . » 349
Davide scende a Keila e assale i Filistei . . » 352
Saul insegue Davide nel deserto' di Maon . » 352
Davide risparmia Saul . . . . . . . . . » 355
Davide si mostra a Saul. . . . . . . . . » 358
Saul confessa la rettitudine di Davide . » 360
Davide invia degli uomini a N abal . . . » 361
Il rifiuto di Nabal provoca la reazione di Davide . » 362
Abigail dissuade Davide dal vendicarsi . . . . . » 364 .
Davide sposa Abigail . . . . . . . . . . . . . . . » 365
[Saul va alla caccia di Davide nel deserto di Zif] » 367
Davide risparmia Saul una seconda volta » 367
Davide si rivela ad Abner. . . . . . . . . . . . » 369
Saul confessa il proprio peccato . . . . . . . · . » 370
Davide cerca scampo nel territorio dei Filistei » 372
I Filistei si pi;eparano ad attaccare Israele . » 373
Saul consulta una negromante . . . . . . . . . » 374
Samuele profetizza la morte di Saul . . . . . . » 376
Davide
\
è allontanato dalle schiere dei Filistei . » 378
Da~de fa ritorno a Ziklag dopo la devastazione degli Amaleciti . » 380
Davide sconfigge gli Amaleciti . . . . . . . . . . » 380
La fine di Saul, dei suoi figli e del suo esercito » 382

2 SAMUELE . . . . . . . . . . . . . . » 385
[Davide apprende della morte di Saul] » 385
Davide ordina di uccidere I'amalecita . » 385
Il lamento di Davide su Saul e Gionata . » 386
Davide unto re sulla casa di Giuda . . . » J88
Abner e Ioab si affrontano in battaglia » 390
[Ioab ordina alle truppe di cessare l'inseguimento di Abner] » .391
La forza di Davide aumenta . . . . . . . » 391
Abner offre la propria alleanza a Davide . . . . . . . . . . . » 392
498 Indice generale

Ioab si vendica di Abner . . . . . . . . . . . pag. 393


[Il dolore di Davide per la morte di Abner]. » 394
L'uccisione del figlio di Saul Is-Baal . » 394
Davide re su tutto Israele. . . . » 395
Davide attacca i Gebusei . . . . . . . . » . 396
Davide ha la meglio sui Filistei. . . . » 396
Il trasporto dell, arca del Signore degli eserciti » 397
L'ira del Signore contro Uzza . . . . . . . . » 398
L'arca viene trasportata nella città di Davide . » 401
Mikal disprezza Davide. . . . . . . . . . . . . » 403
Davide desidera costruire una casa per il Signore. » 405
Il Signore assicura a Davide una discendenza . » 406
Davide prega il Signore. . . . . . . . . . . . . » 409
Vittorie e bottino di Davide . . . . . . . . . . . » 410
[La fama e il regno di Davide si consolidano]. » 411
[Davide fa del bene alla casa di Gionata] . » 411
[Conflitti con gli Ammoniti e gli Aramei] . . . » 411
Davide e Betsabea . . . . . . . . . . . . . . . • .. » 411
Davide ordina che Uria sia messo in prima fila in battaglia. » 414
Il racconto del ricco e del povero . » 415
Natan affronta Davide . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 418
. Davide confessa il proprio peccato . . . . . ·. . . . . . . . » 420
Il bambino muore nonostante il digiuno e le suppliche di Davide . » 423
Davide smette di digiunare e di piangere . » 425
[La nascita di Salomone] . . . . . . » 426
Amnon rapisce Tamar, sua sorella . » 426
[La vendetta di Assalonne] . . . » 427
Assalonne fugge da Ghesur . . . . . » 427
La donna saggia di Tekoa . . . . . » 428
[Assalonne si riconcilia con Davide] . » 429
Assalonne si cattiva l'affetto degli Israeliti . » 429
[Assalonne usurpa il trono] . . . . . . . . . . » 430
[I sostenitori di Davide si radunano attorno a lui] » 430
Un piano per sventare il consiglio di Achitofel . » 430
Davide incontra Ziba, servo di Merib-Baal » 432
Davide incorre nella maledizione di Simei. » 433
Indice generale 499

Assalonne segue il consiglio di Achitofel ... pag . 435


Achitofel propone di attaccare Assalonne . » 436
Cusai rende vani i consigli di Achitofel » 437
Cusai fa informare Davide . . . . . » 437
[Davide attraversa il Giordano] . . » 439
L'esercito di Davide attacca Israele » 439
La morte di Assalonne . . . . : . » 440
La notizia viene riferita a Davide. . » 440
Davide si dispera per Assalonne . . » 441
[Davide si prepara a tornare a Gerusalemme] » 444
L'obbedienza di Simei e di Merib-Baal ... . » 444
[Davide attraversa nuovamente il Giordano] .. » 444
· Seba organizza una rivolta . . » 444
[La morte di Seba] . . . . . . . . . » 445
È resa giustizia ai Gabaoniti . . . . » 445
Continua la battaglia con i Filistei . » 446
Il canto di Davide per la liberazione . » 447
Le ultime parole di Davide . . . . . » 450
Il coraggio degli uomini di Davide. » 451
Davide censisce il popolo ..... » 453
Davide confessa il proprio peccato .... » 453
Il ·Signore manda la peste·in Israele . » 455
D·ayide innalza un altare per il Signore » 457

INDICI

Indici delle fonti » 461

Indici delle traduzioni utilizzate . » 467

Indice dei nomi . . . » 472

Indice scritturistico . . » 475


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GioYanni rnl. -I
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Romani ,·ol. 6
1-2 Corinzi rnl.-;
Ga lari/ E le sin i/Fi lippesi \OJ. 8
Colossesi/ 1-2 Tessalonicesi/
1-2 Timoceo/Ti to/ Filemone ,·ol. 9
Ebrei ml. 10
Giacomo/ 1-2 Pi erro/ 1-3 Giornnni/ GiuJa ml. 11
Apocalisse ml. 12

_lu/'li _l. f;·, !:/;'l' t: profòSOl'è <.lSSOCi<.HO di tèL1k1-


~i.1 pròst1 il Biblic1l Thc-olo~ic1l Sc-min.1rc- Lii
H ..nfidd. Pènns\ kani•L

Cl'ii1;·11 dottore di ricc-rc1 in Storia


.S{' u11/cii°(.'!li.
religiosa presso l'L'ni,·ersitJ di RPm•1 L.1 S.1-
pienz.1. si occupa di krrer;.ltUr•l cristi<.111<1 •llltic1.
in pc.uticobre di: Eunomio di Cizico e b lerk-
ratura <lllomec.t di <m1bito greco e latino: i rc.1p-
porri trn Filone di Alessc.mdria e Origene: i
Cc.1ppadoci.

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