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sapienziali
e altri scritti
Vfctor Moria Asensio
eia
Libri sapienziali
e altri scritti
Victor M oria Asensio
Edizione italiana
a cura di Antonio Zani
Paideia Editrice
ISBN 88.394.0538.0
Titolo originale delPopera:
Victor Moria Asensio
L i b r o s s a p ie n c ia t e s y o t r o s e s c f i t o s
9 Premessa
*3 Prologo
Bibliografia essenziale
Parte prima
la l e t t e r a t u r a s a p ie n z ia l e
d ’ Is r a e l e "
Capitolo i
19 Sapienza e letteratura sapienziale
Capitolo il
55 I ra dizione sapienziale
ed espressione letteraria
Parte seconda
I LIBRI SAPIENZIALI
Capitolo in
91 II libio dei Proverbi
Capitolo iv
ii7 Il libro di Giobbe
Capitolo V
147 fi libro dell'Ecclesiaste
Capitolo vi
175 Il libro dell’ Ecclesiastico
Capitolo v i i
2.09 I! libro della Sapienza
Parte terza
la l e t t e r a t u r a l ir ic a
Capitolo vili
233 Il libro dei Salmi: aspetti letterari
Capitolo ix
z61 Generi letterari del Salterio
Capitolo x
2-93 Teologia del Salterio
8 S o m m a r io
Capitolo xi
32-3 Storia deirinterpr etazione del Salterio
Capitolo x i i
365 II Cantico dei cantici
Capitolo xm
393 11 libro delle Lamentazioni
Ab. Abacuc. Abd. Abdia. Agg. Aggeo. Am. Amos. Apoc. Apocalisse.
Atti Atti degli Apostoli. Bar. Baruc. Cant. Cantico dei cantici. Col. Let
tera ai Colossesi. i, 2 Cor. Prima, seconda lettera ai Corinti. 1, 2 Cron. Pri
mo, secondo libro delie Cronache. Dan. Daniele. Deut. Deuteronomio.
Ebr. Lettera agli Ebrei. Eccl. Ecclesiaste. Ef. Letrera agli Efesini. Es.
Esodo. Esd. Esdra. Est. Ester. Ez. Ezechiele. Fil. Lettera ai Filippesi.
Film. Lettera a Filemone. Gal. Lettera ai Galati. Gd. Lettera di Giuda.
Gdt. Giuditta. Gen. Genesi. Ger. Geremia. Giac. Lettera di Giacomo.
Giob. Giobbe. Gion. Giona. Gios. Giosuè. Giud. Giudici. Gl. Gioele.
Gv. Vangelo di Giovanni. 1, 2, 3 Gv. Prima, seconda, terza lettera di Gio
vanni. Is. Isaia. Lam. Lamentazioni. Le. Vangelo di Luca. Lev. Levitico.
1, 2 Macc. Primo, secondo libro dei Maccabei. Mal. Malachia. Me. Van
gelo di Marco. Mieli. Michea. Mt. Vangelo di Matteo. Naum Naum.
Neem. Neemia. Num. Numeri. Os. Osea. 1, 2 Pt. Prima, seconda lettera
di Pietro. Prov. Proverbi. 1, 2 Re Primo, secondo libro dei Re. 1, 2, 3, 4
Regn. Primo, secondo, terzo, quarto libro dei Regni (LXX). Rom. Lettera ai
Romani. Rut Rut. Sai. Salmi. 1 , 2 Sani. Primo, secondo libro di Samuele.
Sap. Sapienza di Salomone. Sir. Siracide (Ecclesiastico). Sof. Sofonia. 1,
2 Tess. Prima, seconda lettera ai Tessa Ioni cesi. 1, 2 Tìm. Prima, seconda lette
ra a Timoteo. Tit. Tito. Tob. Tobia. Zacc. Zaccaria*
Altre abbreviazioni
Sigle
venuta nel passato e la sua scarsa rilevanza nei piani di studio delle at
tuali facoltà teologiche ci hanno spinto a cercare di descrivere con rigo
re e fedeltà l anatom ia d i questo prezioso m em bro del corpo biblico.
L ’abbondanza di note in alcune pagine non intende opprim ere il letto
re con Un’inutile erudizione, bensì presentare la fonte di determ inate idee
esposte nel testo e corredarle direttam ente di una bibliografia com ple
mentare e di un rinvio a materiali dì lavo ro . Vorremmo prevenire eventua
li lamentele per i talora abbondanti riferim enti alla term inologia ebrai
ca. Q uesto non e il luogo più appropriato per esporre i criteri cui questa
scelta è ispirata. C i limitiamo a osservare che nulla è stato lasciato al
caso e a ll1arbitrarietà, e un'introduzione di livello universitario d eve o f
frire al pubblico colto l ’accesso, in certi casi, alla term inologia originale
d e l testo sacro.
Pur non cercando di stabilire pretenziose analogie tra questo lavoro e
Vopera di Ben Sira, esprim iam o Vauspicto che si applichino anche a chi
scorre le pagine seguenti le riflessioni di questo sapiente gerosolim itano:
«Beato Vuomo che m edita sulla sapienza... e abita nella sua dim ora...
Essa g li verrà incontro... com e la sposa della sua giovinezza... E gli si ap-
poggerà su di lei e non vacillerà, si affiderà a lei e non fa llirà » (Sir, 14 ,
2 0 .2 7 ; i $ , z . 4).
Bilbao, 2. febbraio 1994.
Festa della Presentazione del Signore.
Victor M oria Asensio
Bibliografia essenziale
La letteratura sapienziale
d’Israele
L a sapienza è un concetto e una realtà biblica complessa che affonda le
proprie radici nella cultura dei paesi dell’ambiente biblico ma che nella
Bibbia assume un significato e una ricchezza peculiari. I due capitoli che
com pongono questa prima parte offrono gli elementi essenziali per
comprendere la produzione letteraria sapienziale della Bibbia.
C apitolo i
Sapienza
e letteratura sapienziale
I. D I F F E R E N T I C O N C E Z IO N I D E L L A S A P IE N Z A
Secondo von Rad la sapienza implica una conoscenza empirica dell or
dine del creato, «una conoscenza pratica delle leggi della vita e del mon
do basata sull’esperienza»,1 definizione che è alla base dei suoi studi suc
cessivi.1 L’ordine cui si allude si può cogliere tanto nella creazione quan
to nel tessuto sociale. Il successo dell’uomo nella vita dipendeva dalla
sua disposizione e dalla sua abilità nel l’individuare quest’ ordine e nel vi
vere m armonia con esso. Per il sapiente esisteva una sorta d’interazione
tra una condotta sociale corretta e l’ordine iscritto nella creazione (per
quanto non fosse in grado di oggettivare le due sfere mediante l’astra
zione). Il bene e il male erano forze attive che l’uomo poteva sperimen
tare immediatamente. Il modo migliore per garantire la felicità e il suc
cesso nella vita consisteva nel neutralizzare le forze del male e nel libe
rare quelle del bene. Inoltre l’esperienza era lo strumento più adatto per
portare a compimento questa impresa. Da qui derivava l’importanza
della letteratura epigrammatica, della compilazione di usanze sociali, di
norme di convivenza e di istruzioni. Chi le seguiva si assicurava il con
seguimento della felicità attraverso il controllo della propria vita; chi
preferiva il «cammino dei malvagi» si avviava all’autodistruzione. A pa
rere dì von Rad è questo il miglior punto di riferimento per stabilire
l’ambito e l’importanza della dottrina della retribuzione. ■
La sapienza così descritta (adeguamento alle esigenze dell’ «ordine del
mondo») è un prodotto della riflessione umana sulf’umana esperienza.
Ma qual è l’origine di questo «ordine del mondo»? A chi o a che cosa si
deve il suo perpetuarsi e la sua stabilità? Von Rad si oppone all’iden
tificazione di questa sapienza con un attributo divino o con una personi
ficazione di Dio. Piuttosto egli fa riferimento al «senso» iscritto da Dio
nella creazione, il mistero divino del creato. Si tratta di una qualità del
mondo, di una «ragione universale» implicita in ciò che chiama conti
nuamente in causa l’uomo.3 Anche se i due concetti di sapienza (quella
sperimentale e quella collegata al mistero) sono diversi, vi è però tra essi
un intimo legame. Il primo si afferma nella vita stessa dell’uomo e viene
mobilitato attraverso la riflessione e l’adeguamento all’ordine conosciu
to. Il secondo, il mistero primordiale della creazione, trae origine dal
creatore. Tuttavia gli uomini che intendono accedere al secondo devono
anzitutto disporsi a conseguire il primo. Se la sapienza sperimentale de
v’essere intesa come un mezzo per avere successo nella vita, l’acquisizio
ne della sapienza teologica costituisce il fine della vita stessa.
X, G. von Rad, T e o lo g ìa d ell3A n tico T es ta m e n to , i. T e o lo g ia d elle tra d iz io n i s to r ic h e d T s r a e le ,
Bresc-a 1972-j 470. z. In particolare L a sa p ien z a in Is r a e le , Torino 1975.
3. Cfr. G. von Rad, S a p ie n z a , 145.
z. W hybray: atteggiamento verso la vita
K. Si veda al proposito J.L. Crenshaw, Olà Testament Wisdoni) Atlanta 19 8 1, 2.8-31; G. von
Rad, Sapienza, 23-30.
9. O r, in particolare J.L. Crenshaw, Metbod in Detewùning Wisdom Infittenee Upon &H/s-
toncal» Literature: JRL 88 (1969) x29 -14 2 = J.L. Crenshaw (ed.), Studies in Aneient Israelite
Wisdom, New York 19 7 6 , 481-494; Idem, Old Testament Wtsdom, 2 7 -4 1.
D iffe r e n t i c o n c e z io n i d e lia s a p ie n z a 2*3
20. Sarebbe sufficiente considerare 2 Sam. 1 3 ,1 -5 ; 14,1-20 ; 20 ,14-22. A questo proposito è in
teressante Popera di R.N, Whybray, The Successati Narrative (SBT 9), London 1968, 56-95.
1 1 . Ha valore programmatico Paiticolo già citato dj J.L. Crenshaw, Method in Determinmg
Wisdom Influence Vpon «ff is t o r ia li» Literature.
3* Le alternative alVelemento «sapienziale»
ino libro dei Re non esclude l'esistenza di un certa attività letteraria all’epoca di
Salomone. Effettivamente, poiché questo re si vide costretto a consolidare l'iim
pero ereditato dal padre mediante la creazione, tra l'altro, di un’imponente am
ministrazione centrale, si rendeva quanto meno necessaria l'assunzione di perso
nale specializzato non solo ebraico ma appartenente alle restanti popolazioni
della comunità internazionale del Vicino Oriente. Oltre a esperti nelle lingue
dell'epoca, al monarca abbisognavano consiglieri politici, esperti di diritto, di
plomatici, ecc. Per svolgere tutti questi incarichi era richiesto non solo un ade
guato livello culturale ma soprattutto la padronanza del linguaggio e l'abilità
oratoria,17 competenza particolarmente curata nel mondo dei sapienti. Da que
sto punto di vista e ipotizzando un tentativo di stabilire un tipo di governo del
l’amministrazione dalle caratteristiche analoghe a quello rappresentato all’epoca
dall'Egitto, Salomone può indubbiamente essere stato una sorta di «mecenate».
Questa valutazione va tuttavia sostenuta con cautela.
Se il re s interessò attivamente alla promozione della vita intellettuale di corte,
la sua epoca fu caratterizzata tra l'altro dall'inizio di un'intensa attività rivolta
alla compilazione e alla sistemazione delle tradizioni letterarie dell'Israele antico,
come ritengono molti studiosi. Questa attività avrebbe comportato un amplia
mento di orizzonti sulle possibilità della conoscenza, che implicava proposte di
modelli di comporLamento, studio dei diversi aspetti della personalità individua
le, interessi scientifici e coltivazione della retorica. Tale apertura, operata sotto
Pjnfluenza di alcune culture vicine (in particolare dell'Egitto), avrebbe favorito
l’insorgenza di uno spirito umanistico. È possibile, a parere di questi studiosi,
che l'orientamento «illuminato» favorisse una nuova comprensione dell’azione
di Dio verso il popolo. Dio non interveniva direttamente negli eventi quotidiani
della vita del popolo e perciò la sua azione poteva essere colta solo mediante la
fede. I disegni divini si attuavano attraverso agenti umani. Questa concezione
dell'azione divina nascondeva un sente pericoloso che ben presto germogliò ri
gogliosamente producendo in Israele un atteggiamento di palese scetticismo/8
Indubbiamente l'epoca di Salomone dovette essere caratterizzata dall’interesse
per le novità culturali necessariamente implicate dalla messa in movimento della
macchina statale e dallo sviluppo di relazioni politiche e commerciali con l’ ester
no. Tuttavia, di qui a sostenere che i progressi di quest'epoca rendono pertinente
la definizione di «illuminismo salomonico» corre una differenza abissale. Non
soltanto perche ci muoviamo sul terreno malfermo delle ipotesi, ma anche per la
mancanza di un fondamento oggettivo all'affermazione che l’epoca salomonica
27. Ricordiamo ad esempio (in un diverso contesto di rapporti sociali) l’abilità del discorso del
la donna «saggia» di Tekoa di fronte a Davide (2 S a m . 14).
28. Da un autore contemporaneo ricaviamo la seguente riflessione: «Tutta la vicenda terrena è
soggetta... ad alcune leggi che sfuggono completamente all’umana comprensione... La storia di
Giuseppe... relega l’intervento divino a un nascondimento, a una lontananza, a un’incono
scibilità radicali. Finché esisteva un interprete carismatico, come per la storia di Giuseppe, non
c’era nessun pericolo. Ma che cosa accadeva quando l’uomo, con questa radicale conoscenza
di fede, era lasciato solo, come ce lo mostra il libro del Qohelet, nel quale la domanda ‘come
può l’uomo intendere il suo cammino?’ ha acquisito ormai la tonalità del dubbio (E c c L 3,11;
7,24; 8,17)? Lo scetticismo di Qohelec ha radici assai profonde» (G. von Rad, J o s e p h s g e -
s c h ì c h t e u n d a lt e r e C h o k m a > in Idem, G e s a m m e i t e S t u d i e n , 178).
30 Sapienza e letteratu ra sapienziale
segnerebbe la linea di confine tra una concezione pansacrale e una visione profa
na della realta.19 La distinzione tra sacro e profano deriva dai fondamenti mo
derni delFantropologia religiosa e non può essere applicata a Israele. Se poi ac
cettiamo di usare quelle categorie nel caso della storia religiosa d'Israele ci vedia
mo obbligati a riconoscere che il pansacrale e il secolare coesistettero sin dall'ini
zio, come è dimostrato, tra l'altro, dall'antica leggenda di Sansone (Giud. 1 3
16). L’affermazione secondo cui nel periodo salomonico scomparve l’interpreta
zione sacrale della realtà risulta sotto tutti gli aspetti infondata a causa dell’evi
denza (persino letteraria) del contrario.
Pur ammettendo la coltivazione delle lettere alla corte di Salomone, pare ec
cessivo considerare quelFepoca come il cardine essenziale su cui ruota la porta
d'accesso al mondo della sapienza. In effetti, se i racconti dì 1 Re sopra citati ap
partengono al dominio della leggenda, donde proviene l’attribuzione a Salomone
dell'opera sapienziale? La spiegazione di Crenshaw ci pare ingenua: «La sapien
za assicura il benessere e garantisce la ricchezza e la felicità... Perciò l’equazione
tra sapienza e ricchezza nella concezione sapienziale antica porta naturalmente
alla conclusione che, se Salomone fu l'uomo più ricco della stona d’Israele, egli
dovette essere anche il piu sapiente» T°
Abbandonato il terreno delle ipotesi, resta certo che la leggenda salomonica è
proiondamente radicata nella storia d Israele. Se riteniamo probabile che alla cor
te di Salomone fu dato inizio al progetto «sapienziale» di compilazione e preser
vazione della tradizione epigrammatica d'Israele (dato confermato dagli «altri
proverbi di Salomone trascritti dagli scribi di Ezechia, re di Giuda» secondo Prov.
15 ,1), non occorre cercare altre ragioni per giustificare Fattribuzione a Salomone
di alcuni libri sapienziali. Come Davide fu considerato autore di numerosi salmi
e a Mosè fu attribuito il coityus legale del Pentateuco, Salomone passò alla storia
come il fautore della tradizione sapienziale.
io; 2 S a m . 13,3-5; 1 2,6; fs- Tuttavia bisogna tener conto ddt'opinione contraria di
Ben Sira: «Non è sapienza l'essere esperto in malvagità» (SfV. r9,2.2.),
37, Non un giudizio astratto, ma un giudizio inteso come discernimento. In questo senso, quan
do siamo testimoni di una decisione dalle prevedibili conseguenze negative o di un’affermazio
ne spropositata per imprudenza in italiano diciamo di chi la compie o la pronuncia: «Non ha
giudìzio!».
3 8 V. inoltre Is. 33,5-6, dove ^giustizia e diritto» sono in parallelismo con «sapienza e sapere».
Il frutto della giustizia è albero di vita,
e il saggio conquista la gente (11,30 }.
<<Nella letteratura gnomica è quasi topica l’equiparazione ‘saggio/giusto3
e ‘stolto/m alvagio’ , che instaura un rapporto intrinseco tra l'elemento
etico e quello sapienziale. Lo stolto è destinato all’errore,, alla perdita
della via, al traviam ento (= peccato)».39
La hokm à è spesso legata a idee religiose cosicché talvolta equivale a l
la pietà dell'uom o. 11 sapiente e dotato di una capacita di penetrazione
religiosa sufficiente a fargli scoprire che D io ha creato (e che regge} il
mondo e a fargli percepire la propria appartenenza al mondo delle crea
ture. Avendo preso coscienza dei limiti cui è sottoposta la sua condizio
ne dì creatura, il sapiente coltiva nella propria interiorità la virtù del «ti
more del Signore». Un timore non sinonimo di terrore, ma di disposi
zione scaturita dalPautocomprensione dell'uom o come creatura contin
gente nelle mani di Dio. Da questo punto di vista «timore del Signore»
equivale a «religione», la quale non trova la propria espressione nel cu l
to, bensì nei compiti quotidiani che costituiscono la trama dello svilup
po dell’essere umano inteso come progetto. In questa prospettiva è com
prensibile in tutta la sua profondità il frequente ritornello sapienziale:
«Il principio (radice, corona, pienezza) della sapienza è il timore del Si
gnore» (P ro v . 1 ,7 ; Str, 1 ,1 4 .1 6 .1 8 .2 0 ; cfr. Prov. 4,7; G iob. 28,28).
N ell’ Antico Testamento il legame della hokm à con l’ escatologìa e l’a
pocalittica risulta altrettanto limitato quanto quello con la mantica e la
magia (si veda quanto osservato in precedenza), almeno se ci si limita
alle testimonianze letterarie canoniche. Secondo Is. 33,5-6 «II Signore...
colm erà Sion di giustizia e diritto... la sapienza (hokmà) e la conoscenza
(da‘at) saranno il suo rifugio di salvezza, il timore del Signore sarà il
suo tesoro». In questo contesto sapienza equivale a pietà pratica orien
tata alla giustizia con ia quale il Signore colmerà Sion nel tempo della
salvezza escatologica. Is. 1 1 , 2 (i famosi «doni dello Spinto santo» della
nostra tradizione catechetica) è un testo ricco di elementi sapienziali:
spirito di Jah vé, che è spirito di hokm à (sapienza), di bina (intelligenza),
di ‘ ésà (consiglio), di da'at (conoscenza), di jt r ’at jb w h (timore del Si
gnore). Sono i doni che D io elargirà alla guida messianica dei tempi ulti
mi. Poiché vengono identificati con la rùàh ]htvh (spirito del Signore), è
implicito che il loro conferimento travalica le possibilità umane di ac
quisizione. Il rapporto tra la hokm à e l’apocalittica t riscontrabile quasi
esclusivamente nel libro di Daniele; la loro identificazione e senza dub
bio tarda. Anche in Dan, 2 ,30 e 5 , 1 1 . 1 4 si tratta di un conferim ento e
non di un'acquisizione. La sapienza di Damele, che gli consente di sco
stare il velo dei segreti del futuro, del nuovo eone, è un sapere «rivela
to», «sovrum ano», una sapienza trasmessa per opera divina.
Se, correndo il rischio deli’ìmprecisione, tentiamo dopo questa breve
panoram ica una definizione della sapienza biblica, potremmo parlare del
l’ attitudine e del metodo che portano all’autorealizzazione dell’uom o
nella sfera privata e in quella professionale. Ciò non significa che l ’atti
tudine, o disponibilità, e il metodo stano indissociabili. In realtà anche
la prudenza e l’ astuzia personali innate si possono definire sapienziali.
Tuttavia il metodo {m eta-hodos = in cammino, cfr, P ro v. 4 ,15 -2 7 } im
plica il ricorso a una serie di mezzi la cui efficacia è già stata sperimen
tata collettivamente; inoltre l’autodisciplina richiesta dal metodo facilita
l’ assimilazione dei principi. Le immagini evocate da Sir. 6,1*4-36 chiari
scono perfettamente quanto abbiamo detto. La ricerca della realizzazio
ne e universale come aspirazione dell’uomo, ma non nei suoi contenuti
pratici. Insomma, le diverse form e di realizzazione osservabili nei diver
si contesti culturali dipendono da altrettante concezioni antropologiche
diverse. Se Israele concepiva l’uomo come creatura tra le creature, cioè
dal punto di vista della società e del rapporto con il creatore, ne conse
gue che la realizzazione di sé era concepita in termini di rapporto con il
mondo, con gli altri e con Dio. Così si può parlare di una sapienza della
natura, di una sapienza sociale e di una sapienza teologica. L ’ israelita
percepiva tanto il cosmo quanto il mondo dei rapporti umani come un
tutto armoniosamente intessuto. Il cammino della sapienza com portava
una conoscenza pratica di entrambe queste realtà «ordinate»; l’uom o
poteva così adattarsi in modo non traumatico a questi ordini. Non cer
care con sapienza (o non accettare) il proprio posto al loro interno rive
lava un atteggiamento non solo «stolto» ma «ingiusto». Dio aveva crea
to tutte le cose con sapienza (con la Sapienza, cfr. P ro v„ 8 ,2 2 - 3 1; G io b.
2 8 ,2 3 -2 7 ; Sir. 2 4 ,1-9 ; Sap. 7 ,2 4 -2 7 ), ma si trattava di un tutto ordinato
(cosmo). L ’attività provvidenziale di Dio volta a conservare quest’o rd i
ne buono (cfr. Gen. 1) è chiamata «giustizia». M entre la sapienza p ri
mordiale, testimone del» attività creatrice di Dio, si presenta all’uom o
per essergli compagna (Prov. 8,34 ; cfr. 9,1-6) e istruirlo nei segreti (cfr,
Sap. 7 ,2 1- 2 2 ) , l’ atteggiamento umano di rispetto e di integrazione negli
ordini creati merita di essere definito non solo «sapiente» (partecipe del
la sapienza primordiale) ma anche «giusto» (noi diremmo «conform e»).
Per questa ragione si dà equivalenza (non solo form ale o pragmatica ma
quasi materiale) tra 1 concetti di bob ma («sapienza») e fd d q à («giusti
zia») nella tradizione sapienziale dell’ Antico Testam ento.40 Abbiam o c o
sì tratteggiato brevemente la colonna vertebrale che regge e unifica i tre
tipi di sapienza sopra ricordati: la teologia della creazione.
40. V. sotto, p. 7 0 n. 43.
z. Esperienza e conoscenza
N ella m aggior parte delle attestazioni bibliche (all’ interno e all’ esterno
della «letteratura» sapienziale) la sapienza d’Israele si fonda su una net
ta fiducia nelle possibilità della conoscenza umana, A partire d all’espe
rienza (in particolare l’esperienza comunitaria) l’uomo è in condizione
di ricavare principi generali che gli siano d ’aiuto nella ricerca della rea
lizzazione di sé nell’ambito dell’ordine sociale e cosm ico. Questo ottim i
smo epistemologico è evidenziato non solo neironentam ento generale
dell’ attività sapienziale ma anche in formulazioni particolari: soprattut
to nell’istruzione e nell’ esortazione. ■
In effetti la sapienza si definisce in parte come lo sforzo per elaborare
regole di com portamento. Il compito del m aestro di sapienza consiste
nel trasmettere la conoscenza mediante la disposizione critica di senten
ze. Da questo sforzo sorge la h o k m à quale norma di condotta adeguata.
Com e il profeta e l’ uomo del d à h à r («parola») e il sacerdote com unica
la to rà («legge»), così il sapiente offre *èsà («consiglio»). La fiducia nelle
possibilità della conoscenza umana si esprime in formulazioni concrete.
Il p a t h o s sapienziale c orientato molto spesso alFimpegno personale
nell’ottenimento della h o k m à , La sapienza, quasi fosse un bene com
merciale, si può e si deve acquistare/comprare (qnh> P ro v . 4 ,5 .7 ; cfr. 2,
4; 16 ,16 ) mettendo sull’altro piatto della bilancia, se necessario, tutti gli
averi { h ek o l- q m jà n * kà> P r o v . 4,7b); come se l’aspirante sapiente dovesse
affrontare un rapporto am oroso, la sapienza, secondo P ro v . 4,6-8, deve
essere am ata (’fiè), conquistata (s//), abbracciata ( h b q ) . Anche il Siraci
de ricorre al linguaggio erotico (Sir. 14 ,2 0 -2 7 ) ma con immagini meno
aggressive ed esplìcite, presentando una scena di costume che ricorda
C a n i. 2,9. U «amante» tiene d’occhio i movimenti dell’ «am ata», si ap
posta alla sua porta, spia attraverso le finestre, origlia dietro alla porta e
finalmente decide di stabilirsi accanto alla sua dimora. La scena si con
clude con immagini vegetali e di nidificazione che danno un’idea di p ro
tezione e sicurezza. In altre occasioni questo fine pedagogico è ottenuto
ricorrendo alle immagini del raccolto (Sir* 6 ,19 ) o della caccia (Sfr. 6,27).
Insomma, la sapienza è un bene che si trova alla portata dello sforzo vo
lenteroso delFuomo: «Se Io vuoi, figlio mio, diventerai sapiente; se ti
impegni sarai abile» 6,32).
Risulta chiaramente che sia negli aforismi isolati sia nelle istruzioni il
conseguimento della sapienza costituisce una condizione necessaria per
poter vivere una vita piena. A l riguardo bastano alcuni esempi:
L ’animo generoso prospera,
colui che disseta sarà dissetato.
Chi accaparra grano è maledetto dalla gente,
chi lo vende è coperto di benedizioni (Prov. 1:1,25 s.).
Chi coltiva il proprio campo si sazierà di pane,
chi va a caccia di sciocchezze non ha giudizio (Prov. 12 ,11) .
La sventura perseguita il peccatore,
agli onesti, pace e prosperità (Prov, 13,23).
Beato colui che trova saggezza,
chi acquista intelligenza,
perché rende più delPargento,
vale più delPoro (Prov. 3,13-14).
Ascolta, figlio mio, accetta il mio parere,
non respingere il mio consiglio:
metti i tuoi piedi nei suoi ceppi,
il tuo collo nella sua catena;
piega la tua spalla e portala,
non ti pesino i suoi legami.
4 1 4
Israele ha sempre saputo che l'uom o propone e Dio dispone: dalla com
movente desolazione di Caino di fronte al rifiuto delle sue offerte da
parte di Jahvè fino all’elezione puramente gratuita d’Israele, dall’em ar
ginazione di Esau e Saul all’esaltazione di Giacobbe e Davide. «Non vi è
sapienza né prudenza né consiglio davanti al Signore. 11 cavallo si prepa
ra alla battaglia, ma la vittoria è un dono del Signore» (f r o v . 2 1,3 0 - 3 1) .
Certamente coesistettero in Israele la fiducia nei frutti portati dall’espe
rienza e la convinzione che nel conoscere non può essere persa di vista
la dimensione verticale. L ’esperienza stessa insegnava che in certi casi
un’azione retta e un sano sforzo educativo inesplicabilmente falliscono.
Qohelet lo osserva con amarezza: «Tutto ho visto nella mia vita senza
senso: onesti che periscono per la loro onesta, m alvagi che prosperano
per la loro m alvagità» (EccL 7 ,15 ) . «M a sulla terra accade un’altra v a
nità: vi sono onesti cui tocca la sorte dei malvagi e malvagi cui tocca la
sorte degli onesti» (Eccl. 8 ,14 ). La fiducia nella capacità della sapienza
di conseguire i propri obiettivi perde terreno di fronte all’irruzione di
eventi sfortunati nella vita dell'uom o: «Non è degli agili la corsa, né dei
forti la guerra, né dei capaci il pane, né degli accorti la ricchezza, ne
degli intelligenti l’onore, sono invece sempre in agguato il tempo e il c a
so» (E c c i 9 ,1 1 ) .
C ’ è un tertium q u id che, senza essere chiamato, atteso o evocato, ir
rompe con conseguenze negative tra l’uomo e il suo progetto. Questo
elemento arbitrario ha a che fare con Dio? N ell’Antico Testam ento non
vi è una sola pagina in cui sia stabilita con chiarezza l’esistenza di un
principio del male estraneo e indipendente da Ja h v é .4* Neppure Giobbe
nella sua agonia fisica e mentale riesce a pensare a una sorgente del m a
le diversa da Jahvé: «Se accettiamo da Dio 1 benefici, non dovremo ac
cettare il male?» (G io b . 2 ,10 ). «Dio mi ha am areggiato... il suo furore
mi assale e mi perseguita, digrigna i denti contro di me, aguzza i suoi
occhi ostili,.. Io vivevo tranquillo quando mi ha stritolato, mi ha affer
rato per il collo e mi ha squartato... M i ha trafitto 1 fianchi senza pietà,
ha versato a terra la mia bile, mi ha aperto le carni ferita su ferita»
(G iob. 16 ,7 -14 ).
Il problema della mancata corrispondenza tra esperienza e conoscen
za non avrebbe una così grande importanza se la possibilità o l’im pos
sibilità di conoscere non fossero intrinsecamente collegate al mistero di
42. In una frase laconica e drammatica, difhcilmente giustificabile dal punto di vista delia teo
dicea, 1 S a tn . 1 6 , 1 4 afferma: «Lo spirito dd Signore aveva abbandonato Saul e lo atterriva
uno spirito malvagio mandato dal Signore».
D e fin iz io n e di s a p ie n z a 39
43. «Lo scetticismo dell’autore sfiora temerariamente l’ambito divino: si è affaticato a) seguito
di Dio e che cosa ne ha ricavato? Stanchezza e indifferenza. Ma allora a che serve la sapienza?
I nostri maestri non ci hanno forse insegnato che si tratta del cammino più sicuro per l’ auto
realizzazione dell1uomo e la maturità religiosa? Lo scettico lo riconosce con amarezza: allora
io non sono nemmeno un nomo, poiché ignoro cosa sia la sapienza né conosco la teologia
(‘scienza santa’ )» (V. Moria, P r o v e r b i o s , 19 1).
4° Sapienza e letteratura sapienziale
44. Consideriamo l’esplicita connessione tra sapienza e creazione formulata in questo libro-
«Esporrò cbe cos’è la sapienza e come essa nacque, non vi terrò nascosto alcun segreto; risali
to fino alPinizio della creazione» (Sap. 6,21).
4 1 S a p ie n z a e le tte r a tu r a s a p ie n z ia le
essere saggio se bisogna poi lasciare m questo mondo il frutto della sa
pienza, quando la morte fa svanire nel nulla il savio e lo stolto? (cfr. z ,
14 -16 ). «La sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa: muore
l’uno e muore l’altra, tutti hanno lo stesso soffio vitale e l’ uomo non è
superiore agli animali. Tutti sono vanità» (3,19 ). Tuttavia l ’assenza di
una finalità riconoscibile nelPordine della creazione e lo sconvolgente
pensiero della morte non piegano Qohelet. «Questa è la mia conclusio
ne: è cosa buona e ha valore mangiare e bere e godere il frutto della fa
tica che l'uom o sopporta sotto il sole nei pochi anni che Dio gli conce
de. Questa è la sua ricompensa» ( 5 ^ 7 ). N on si tratta tuttavia di un fred
do edonismo, poiché Qohelet sa che il godimento è un dono di Dio (cfr.
5 ,18 ). Come l’ uomo ignora qual è il momento opportuno per compiere
l’azione fruttuosa secondo il punto di vista umano, così non deve d i
sprezzare i doni che gli capitano.
Pur non credendo che il mondo sia un’entità morale, Giobbe segue
coordinate assai diverse rispetto a Qohelet. La dottrina della retribuzio
ne va in crisi, sulla bocca di Giobbe, in modo piu costruttivo. Il suo «ca
so» personale mette in dubbio la stessa teologia israelitica: o Dio ignora
la realtà umana oppure agisce in mala fede. Già nel cap. 3 il protagoni
sta muove alcune critiche indirette alla sapienza e bontà divine, I d iscor
si degli amici, modellati secondo 1 principi della più ortodossa dottrina
della retribuzione, sono vuoti; essi sono consolatori inopportuni (cfr. 16 ,
1-3 ). Giobbe resta completamente solo. C 'è una sola via d ’uscita: «D i
mostrerò la colpevolezza del mio nemico e l'ingiustizia del mio avversa
rio» (27,7). Cosi termina il dialogo tra Giobbe e i suoi amici. M entre gli
echi delle parole di questi ultimi si perdono per sempre nell’immensità
del grande dubbio, una voce anonima pone il problema nei suoi giusti
termini: «Da dove si trae la sapienza?» (2 8 ,12 -2 0 ). La risposta potrebbe
sembrare scoraggiante per colui che si sforza di ottenerla a qualunque
costo (cfr. Prov. 4,7): «Dio solo ne conosce la via... Quando assegnò al
vento il suo peso e stabilì la misura per le acque... allora la vide e la m i
surò, la comprese e la scrutò. F. disse all uomo: 'Tem ere il Signore è s a
pienza, astenersi dal male e prudenza1 » (28,23-28). Anche se non viene
detto esplicitamente, la sapienza e concepita qui come un dono conces
so da Dìo a quanti lo temono.
Il desiderio di Giobbe di avere un incontro con Dio si compie al di là
di ogni attesa. I discorsi di Dio nei capp. 38 -4 1 sono pura teologia della
creazione. Da questo punto di vista essi sviluppano il contenuto enun
ciato nel cap. 28 . D opo il prim o discorso divino Giobbe tenta una p ri
ma risposta. D i fronte ai misteri della creazione egli confessa la propria
meschinità e la propria leggerezza nel parlare: «M i sento piccino, che
cosa risponderò? Mi chiuderò la bocca con la mano» (40,4). M a G io b
D e fin iz io n e d i s a p ie n z a 43
Risulta chiaro che la sapienza, almeno negli stadi piu avanzati della sua evolu
zione, si muove nel quadro di una teologia della creazione. La fede nel Dio crea
tore è unita alla fede in un Dio che retribuisce da un duplice punto di vista: nei-
Pambito della sovranità divina e nell’ambito debordine (cosmico e sociale). Or
bene, se vogliamo raggiungere una conclusione sufficientemente solida a proposi
to della funzione della teologia della creazione della tradizione sapienziale, dob
biamo anzitutto delineate un profilo essenziale della teologia della creazione co
me si manifesta nel pensiero d’Israele in generale.
Cominciamo con un dato incontestabile e con un pregiudizio. A partire dai la
vori di Gunkel in particolare45 viene considerata sostanzialmente corretta Lidea
che, nel quadro della teologia dell’Antico Testamento, i concetti di creazione e
caos sono inseparabili. L’osservazione sarebbe superflua se tenessimo presente lo
sfondo di Gerì- 1. Per l‘israelita delle origini, che si muoveva a proprio agio nel
45. Soprattutto H. Gunkel, S c b o p f t m g u n d C b a o s in U r z e i t u n d E t i d z e i t , Gottingen 1K95; inol
tre Idem, G e n e s ìS y Gottingen 19 0 1, *1977,
44 S a p ie n z a e le tte r a tu r a s a p ie n z ia le
Dio non solo nasconde maliziosamente all'uomo il tempo opportuno per agire,
ma soprattutto lo priva dell’accesso al suo mistero: «Benché i giusti e i sapienti
con le loro opere siano nelle mani di Dio, l’uomo non sa se Dio lo ama o lo odia»
{Eccl. 9,1 ). Di conseguenza, alla malizia e all’ ignoranza umana come elementi di
distorsione dell'ordine bisognerà aggiungere i dubbi sulla presenza divina e la
qualità della sua efficacia nel mondo degli uomini. Sin dall’ inizio i sapienti man
tennero la tensione tra l’idea che il creatore conserva l’ordine dell’universo e l’in
quietante consapevolezza della natura silenziosa di questo lontano creatore.
Di fronte al timore che, a un dato momento, Dio possa abbandonare il mondo
alle forze annichilatrici del caos, i sapienti introdussero le loro speculazioni sulla
sapienza personificata proprio nel contesto della teologia della creazione (Prov.
8,22,-31; Sir. 1,4.9; 2,4,3-8-9; Sap. 7,26-27). Questa personificazione mira a ren
dere Dìo accessibile e insieme attivo in un momento in cui si avevano seri dubbi
sulla sua giustizia; si cerca di mostrare che la ratio presente nel cosmo sin dall’ori
gine non può essere abbandonata da Dio, perché la sapienza che esprime e ga
rantisce l’ordine «è riflesso della luce eterna, specchio nitido dell’attività di Dio e
immagine della sua bontà» (Sap. 7,26). Perciò si può affermare che nel pensiero
sapienziale la teologia della creazione intende rispondere, almeno in parte, alla
questione della teodicea, cioè della difesa della sapienza e della giustizia divine.
Sarà quindi necessario sradicare il pregiudizio secondo cui la teologia della crea
zione è un’ancella dell*bistorta salutis. Piuttosto la si dovrà collocare nell'intesta
zione della teodicea, poiché la sua funzione è spiegare e preservare la fede nella
giustizia e nelPintegrità divine.
1, L a sfera privata
Deve risultare chiaro sin da 11"inizio che il contenuto del termine hàkàm m
2. La sfera pubblica
Naturalm ente il com pito del «sapiente» non può essere circoscritto al
l’ ambito familiare (che di fatto è il meno conosciuto). Sulla base del m a
teriale biblico disponibile, la sfera pubblica appare come la più idonea
52. Non è corretto affermare, come alcuni ritengono erroneamente, ehe l'apparizione della ma
dre accanto al padre in questi testi sia dovuta a mere esigenze di parallelismo ebraico.
53. Secondo alcuni la figura della Sapienza primordiale in Prov. 8 ,2 1-3 1 sembra, per certi ver
si, un adattamento del mito gnostico dell’ uomo primordiale; cfr. G. Fohrer, S o p b ia > in J.L. Cren-
shaw (ed.)s S t u d ì e s in A n c i e n t I s r a e lit e W i s d o m , New York 1976, 78. Se questo adattamento
potesse essere dimostrato, sarebbe molto significativo il passaggio dalPuomo nel mito gnostico
alla donna nella tradizione biblica.
L a fig u r a d e l s a p ie n te 47
alPattività sapienziale. Questa afferm azione non si applica solo alla tra
dizione dell’Antico Testamento. Da questo punto di vista sembra esisti
ta una com unanza di interessi educativi in tutto il Vicino Oriente.
a) La tradizione egiziana
54. Per una traduzione italiana con introduzione e note si veda A. Roccati (ed.), Sapienza egì
zia. La letteratura educativa in Egitto durante il li millennio a.C., Brescia 1994, 2.9-31. Cfr. inol
tre A.H. Gardiner, The Instruction Addressed to Kagemni and His Brethren: JEA 32 (1946)
7 1-7 4 ; un commento in W. McKane, Proverbs (OTL), London 19 7 7 , 65-67,
55 Secondo altri autori appartiene al periodo tolemaico (quarto e terzo secolo a.C.); cfr. J.L,
Crenshaw, Old Testament Wisdom, 223. Per il testo con introduzione e note si veda E. Bre
sciani (ed.), Letteratura e poesìa dell'antico Egittot Torino *1990, 847-876 («Gii Insegnamenti
del Papiro Insinger»); cfr. inoltre M. Lichtheim, Ancient Egyptian Literature ili, Berkeley 1 9 7 3
1980, 18 4 -2 17 .
S a p ie n z a e le tte r a tu r a s a p ie n z ia le
56. Si veda PifUroduzione in A. Roccari (ed.), Sapienza egìzia^ Brescia 1 9 9 ^ spec 12 -16 . Cfr.
inoltre R.J. Williams, The Functions o f t h è Sage in thè Egyptian Royal Court, in J.G. Gammie
- L.G. Perdue (edd.), The Sage> 95-98.
57. Al riguardo si veda S.N. Kramer, The Sage m Sumerian Literature. A Composite Portrait,
in J.G, Gammie - L.G. Perdue (edd.), The Sages 34-36.
L a fig u r a d el s a p ie n te 4 9
c) L a tradizione israelitica -
58. A giudicare dal nome proprio Sarru-muda («il re è sapiente»), ricorrente in alcuni documenti
del primo periodo sargonico (intorno al 2,340 a.C.), era piuttosto diffusa la credenza secondo
la quale il re fosse in possesso di un grado sovrumano di giudizio, dote particolare degli dèi.
59. Sulla sapienza regale si veda L. Kalugila^ The Wise King, Lund 1980, 0 9 -131.
50 S a p ie n z a e le t t e r a t u r a s a p ie n z ia le
i
Il tem pio. Da questi dati si può dedurre (sempre con cautela) che nel
l’ambiente di corte la tradizione «sapienziale» era prom ossa e coltivata.
Tanto i consiglieri politici quanto gli scribi necessitavano di un cu rricu
lum che consentisse di svolgere Je proprie mansioni. Come accadeva ne
gli altri paesi del Vicino Oriente, anche le corti e i templi israelitici fu
rono certamente centri di sviluppo delle diverse scienze e arti. I santua
ri, con le loro classi di sacerdoti e scribi, furono inoltre al centro di una
fervida attività culturale più legata probabilmente alla conservazione e
alla trasm issione delle tradizioni religiose. Si ricava facilmente da queste
premesse che i vari tipi di letteratura del periodo m onarchico si devono
alla penna di scribi di corte o sacerdotali: annali, racconti storici, leggi,
norme cultuali, salmi e, senza dubbio, materiale sapienziale (cfr. P ro v .
2 5 ,1) . Gran parte di questi materiali si conserva nell5Antico Testam en
to; altri, come gli annali del regno di Giuda (cfr. 2 R e 15 ,6 ; 16 ,19 ) e gli
annali del regno d ’Israele (cfr. 2 R e 14 ,2 8 ; 1 5 , 1 1 . 1 5 . 2 1 ) , sono andati
m alauguratam ente perduti.
3. D ai sapienti ai rabbi
70. Non è escluso che gli alunni vivessero nella casa del maestro, a giudicare dall’ uso del verbo Ijn
«pernottare» in testi come Prov, 1 5 ,3 1 e Sir. 5 1,2 3 .
7 1 , Il libro dei Proverbi corrisponde molto bene a questo tipo d’ insegnamento.
7 1. Su questo tipo distruzione e 1 suoi destinatari cfr. R. Gordis, ' Tìe Social Background of Wis-
dant Literaturs: HUCA 18 (1944) 7 7 -1 1 8 ; B. Kovacs, ìs There a Cìass-Ethtc in Proverbsf, in
f.L. Crenshaw - J.T . Willis, Essays in Old Testameli! Ethìcs. In ÌAemortam /.P, Hyatt\ New
York 1974, Malchow, A Manual for Future Monarcbs: C B Q 47 (1985) 13 8 -2 4 5 .
73. Su questo testo si veda J. MarbÒck, Weìsheit tm WandeL Untersuchungen zur Weisbeits-
theologie bei Ben Srra, Bonn 19 7 1, 1 1 8 -1 2 0 ; Idem, Sir. 3 8 ,2 4 -3 9 ,11. Der schriftgelehrte Wei-
se. E in Beitrag zur Gestalt und Werk. Ben Siras, in M. Gilbert (ed.), La sagesse de l*Ancien Tes
tamenti Gembloux 19 79 , 29Ó -311.
74, Cfr. R.N. Whybray, The Intellectual TradittoUi 31. 48.
54 S a p ie n z a e le tte r a tu r a s a p ie n z ia le
p e r tu r a di u n in d u b b io p e r c o r s o e v o lu t iv o , c o n s a p e v o le o m e n o . P o s s ia
m o p a r la r e d 'i n n o v a z io n e e d i r o t t u r a a n c h e n e lla s t o r ia r e lig io s a del p o
p o lo e b r a ic o , in p a r t ic o la r e n e l te m a ch e s tia m o t r a t t a n d o , u n a r o t t u r a
r is c o n tr a b ile n e lle c ir c o s ta n z e s to r ic h e e c u lt u r a li c h e d ie d e r o o r ig in e al
g iu d a is m o c la s s ic o . A l l ’ in te rn o ' di q u e s te c o o r d in a t e c u lt u r a li si r i s c o n
tra u n m o v im e n t o c h e , p a r te n d o d a u n a s to r ia s u lla q u a le a g is c e d ir e t
ta m e n te la r iv e la z io n e d iv in a , s ’ in c e n tr a s u llo s tu d io e s u lla r e in te r p r e
ta z io n e d i q u e s ta r iv e la z io n e . G li s c r ib i s a p ie n ti d e ll’ Is r a e le a n t ic o f u r o
n o i g u a r d ia n i d e l te s o r o r iv e la t o e lo m e tte v a n o p e r is c r it t o c o s ì c o m e
P a v e v a n o r ic e v u t o . I n u o v i s a p ie n ti, n a ti ed e d u c a ti n e l c lim a d e ll’ in c i
p ie n te g iu d a is m o , si d e d ic a r o n o a d a m p lia r e q u e s to t e s o r o c o n u n c e r t o
m e to d o e s e g e t ic o .75
E sd. 7 ,1 0 que
A I r ig u a r d o è e m b le m a tic a la fig u ra d i E s d r a . S e c o n d o
s to e s p e r to n e lla le g g e m o s a ic a s v o ls e la su a a ttiv ità s t u d ia n d o (drs)76 e
in s e g n a n d o (lim m ad) la to r à . E g li si d e d ic ò , in a ltre p a r o le , a l l’ in s e g n a
m e n to d e lla r iv e la z io n e s c r itta m e d ia n te u n o s tu d io e s a u r ie n te e is p ir a
to . Q u e s t o c a m b ia m e n t o d i p r o s p e t tiv e n e ll’ a ttiv ità del s a p ie n te è r is c o n
tr a b ile a n c h e , n e l S ir a c id e , in c u i d i n u o v o tw rh a p p a r e c o m e c o m p le
m e n to o g g e tto d el v e r b o drs (3 5 / 3 z , 1 5 ) . D ’ a ltr a p a r t e l ’ a u to r e d e l S i r a
c id e è p e r s u a s o d e l c a r a t t e r e q u a s i-p r o fe t ic o d el p r o p r io in s e g n a m e n to
(c fr . Z 4 , 3 3 ) e c o n c e p is c e la « m e d ita z io n e d e lla le g g e d e ll’ A l t is s im o » c o
m e il p r in c ip a le c o m p it o d el s a p ie n te (c fr . 3 9 , 1 ) . L ’ e se g e si d e lla r iv e la
z io n e s c r it t a , f a v o r i t a d a ll’ a iu to d iv in o , d iv ie n e un v e ic o lo d i revela tio
co n tin u a . L a p a r o l a v i v a c o m in c ia a p e r d e r e te r r e n o di fr o n te al c o n s o li
d a r s i d e lla r iv e la z io n e e s e g e tic a . Q u e s t o è u n n u o v o m o d o d i a c c e s s o a l
la v o lo n t à d i D i o , c h e rifle tte le c a r a tt e r is t ic h e d i un n u o v o tip o di c o
m u n ità . L ’ is tr u z io n e d e lla c o m u n ità è b a s a ta s u llo s t u d io e s e g e tic o d e lla
t o r à ; l’ e se g e si d iv e n t a l ’ a u te n tic a s t r u t t u r a d e ll’ e sp e rie n z a r e lig io s a .
A n c h e i s e tta r i d i Q u m r a n s e g u o n o q u e s to p e r c o r s o . P e r g li e sse n i la
le g g e m o s a ic a c o s t it u iv a la lo ro e r e d ita p e c u lia r e , p e r c h é l’ in t e r p r e t a
z io n e c h e ne d a v a n o , a g e v o la t a d a l l ’ is p ir a z io n e d el M a e s t r o d i g iu s t iz ia ,
e ra l ’ u n ic a in te r p r e ta z io n e p o s s ib ile . L ’ e se g e si d e lla t o r à e la s u a m e ssa
in p r a t ic a d iv e n t a n o il v e r o c a m m in o d e lla s a lv e z z a .
In q u e s to c o n t e s t o s t o r ic o , in c u i la p r o fe z ia è v e n u t a s c o m p a r e n d o e
p e r d e n d o t e r r e n o d a v a n ti a llo s tu d io e a l l’ in s e g n a m e n to d e lla t o r à , d o b
b ia m o s itu a r e il p a s s a g g io d a lla s a p ie n z a tr a d iz io n a le a l r a b b in is m o .
75. Questa situazione «segna la fine dellJ<Israele antico1 e il preludio del ‘giudaismo antico1» (M.
Fishbane, From Scribalism to Rabbinism, in J.G . Gammie - L.G. Perdue (edd.), The Sage,440).
y6. Il verbo drs è usato nella letteratura deuteronomistica e profetica per descrivere la «con
sultazione» delPoracoIo. Il suo impiego in questo testo di Esdra è significativo: non si tratta di
consultare il Signore, ma la torà, la norma scritta. .
C a p i t o l o il
T radizione sapienziale
ed espressione letteraria
I. T R A D IZ IO N E SA P IE N Z IA L E E FO R M E LETTER A R IE
a) Il Pentateuco
N e l l e n a r r a z io n i d el P e n ta te u c o s o lt a n to G iu s e p p e v ie n e d e s ig n a t o c o n
P a g g e t t iv o hàkàm . T u t t a v i a a tte g g ia m e n ti e c a r a t t e r i g e n e r a lm e n te a s s o
c ia t i a l m o n d o dei s a p ie n ti ( s a g a c ia , p e r s p ic a c ia , s p ir it o di s o p r a v v i v e n
z a ) si p o s s o n o fa c ilm e n te in d iv id u a r e in a ltre fig u re m a s c h ili e fe m m in ili
d e l P e n t a t e u c o . P o s s ia m o r ic o r d a r e l ’ a s tu z ia di G i a c o b b e p e r c a r p ir e la
p r im o g e n it u r a a E s a ù o la d is s im u la z io n e e la fin z io n e c u i r ic o r r o n o le
m a t r ia r c h e is r a e litic h e p e r p e r s e g u ir e i lo r o s c o p i: i s o tt e r fu g i d i S a r a p e r
s b a r a z z a r s i dì A g a r ; l’ o p p o r t u n o in te rv e n to di R e b e c c a a ffin c h é I s a c c o
m a n d i G i a c o b b e in M e s o p o t a m i a a c e r c a r s i u n a s p o s a ; il c o n s ig lio d i R a
c h e le a ffin c h é G i a c o b b e p re n d a c o m e c o n c u b in a B ila p e r p r o c u r a r s i u n a
d is c e n d e n z a . In tu tti q u e sti c a s i le m a tr ia r c h e r ic o r r o n o a u n a r e t o r ic a
p a r t ic o la r e . E s s e n o n a f f r o n t a n o d ire tta m e n te il m a r it o p e r c h é r i s u l t e
r e b b e r o s c o n fitte ; e n e m m e n o r ic o r r o n o a l lin g u a g g io d e lla s o t t o m is s i o
n e , p e r c h é la lo r o r ic h ie s ta s a r e b b e d e b o le su l p ia n o p s ic o lo g ic o . I lo r o
d is c o r s i s o n o b a s a ti su u n a r e t o r ic a c a p a c e di s u s c it a r e e fo m e n t a r e n e l
m a r it o il s e n s o d i c o lp a . In G en. 1 6 , 5 S a r a d ic e a d A b r a m o : « L a v i o l e n
z a c h e s u b is c o ti è a s c r itta a c o l p a ... C h e il S ig n o r e g iu d ic h i tra te e m e » .
1. Fondamentale la lettura di W. McKane, Prophets and Wise Men, London 19 6 5; J.L. Cren-
shaw, Method in Determining Wìsdom Influence Upon «Hìstorical» Literature: JBL 88
(1969) 12 9 -14 2. Inoltre R.N. Whybray, The Succession Narrative; A Study of II Samuel 8-20;
1 Kings 1 and 2, London 1968; D.F. Morgan, Wisdow in thè Old Te&tament Traditions, O x
ford 1 9 8 1, spec. 4 5 -13 6 .
<>6 T r a d i z i o n e s a p ie n z ia le e d e s p r e s s io n e le tte r a r ia
A s t u z ia fe m m in ile ? N o , s e m m a i a s tu z ia « s a p ie n z ia le » g ia c c h é lo s te s s o
t ip o di t r a c c h i r ic o r r e nel c o m p o r t a m e n t o d i a lc u n e fig u re m a s c h ili.
L a c o s ta n te t o n a lità « in te lle ttu a le » del D e u t e r o n o m io , il s u o c a r a tt e r e
d id a s c a lic o e r ifle s s iv o e in o ltr e la s u a p r e o c c u p a z io n e p e r la s c r it t u r a e
l ’ istru z io n e ( im p a r a r e e in s e g n a re la le g g e , le im p re s e d i j a h v é e la s to r ia
d e lla s a lv e z z a ) s u g g e r is c o n o c h e q u e s t ’ o p e ra fu s c r itta d a p e r s o n e v ic in e
(se n o n a p p a r te n e n ti) a c ir c o li di s c rib i.
P r e n d e n d o in e s a m e la s to r ia d e u te r o n o m ìs ta si s c o p r e c h e il m o d e llo
d el s a p ie n te is r a e lita è S a lo m o n e , l ’ u o m o p iu s a p ie n te c h e s ia m a i e s is t i
to * (c fr. i R e 5 , 9 - 1 4 ) . J a h v é c o n c e s s e al re d i G e r u s a le m m e u n « c u o r e
s a g g io e p r u d e n te » p e r g o v e r n a r e il p o p o l o ( r He 3 , 3 2 ) , c io è il fr u tto d i
un d o n o p a r t ic o la r e . S e si e c c e ttu a q u e s ta tr a d iz io n e la s t o r io g r a fia d e u -
t e r o n o m is ta n o n p r e s e n ta u n a v is io n e m o lt o p o s itiv a d e lla s a p ie n z a t r a
d iz io n a le . P r o b a b ilm e n te c iò e s p r im e un c o n flitto t r a il p u n t o d i v is t a
d e u te r o n o m is r a (c h e r ite n e v a T e s s e r e s a p ie n te u n a c a r a t t e r is t ic a in s u ffi
c ie n te p e r e sse re u n b u o n re) e le fo n ti le tte ra rie d e lla s t o r io g r a fia d e u te -
r o n o m is t a . In e ffe tti q u e ste fo n ti r iv e la n o u n a c o n c e z io n e d e lla s a p ie n z a
in te sa c o m e s a g a c i a , a s tu z ia e p e r s p ic a c ia c h e e m a r g in a (o p r e s c in d e d a )
p r e o c c u p a z io n i e tic h e . L a s a p ie n z a è la c a p a c it à di r ic o n o s c e r e g li s c h e
m i de] c o m p o r t a m e n t o u m a n o e di s fr u tta r li a p r o p r io v a n t a g g io . È s u f
ficie n te r ip r e n d e r e 2 Sam . 1 3 , 1 - 1 9 ; 1 4 , 1 - 2 0 ; 2 0 , 1 4 - 2 2 p er m o stra re ch e
il te rm in e s a g g io o s a g g ia n o n è n e c e s s a r ia m e n te le g a t o a lla d im e n s io n e
e tic a . T u t t a v i a nei c ir c o li d e u te r o n o m is ti la s a p ie n z a in te sa c o m e p e r s p i
c a c ia v a p e r d e n d o te r r e n o d i fr o n te a l t r io n fo d e lla to r à . S e c o n d o D eu t.
4 , 5 - 6 u n a c o n d o t t a s a p ie n te è c o r r e la t a a lle « le g g i e ai p r e c e tti» di J a h
v é . Se Isra e le li m e tte in p r a t ic a s a r à in te m a z io n a lm e n t e r ic o n o s c iu to
c o m e « p o p o lo s a p ie n t e » . In b re v e , il p u n to di v is ta d e u t e r o n o m ìs t a s u lla
s a p ie n z a d iffe r is c e d a ll’ id e a t r a d iz io n a le a tte s ta ta d a lle fo n ti d e lla s t o r ia
d e u te r o n o m ìs ta . L a c o n c e z io n e c h e v e d e n e lla s a p ie n z a la p e r s p ic a c ia
n el c o m p r e n d e r e a fo n d o L o r d in e s o c ia le e i! c u o r e u m a n o v ie n e s o s t i '
t u it a d a lla v o lo n t à di c o m p r e n s io n e d e l v o le r e e d elle d e c is io n i d i j a h v é .
« N e l l a tr a d iz io n e s a lo m o n ic a la s a p ie n z a è u n d o n o im m e d ia to , c a r i
s m a t ic o e P in te llig e n z a di S a lo m o n e ne è la p r o v a . N e l p e n s ie ro d e u te -
r o n o m is t a la s o r g e n te d ella s a p ie n z a è la to r à e la p r o v a ne è l ’ o b b e d ie n
za del p o p o l o » . 3
z. Si veda R.N. Whybiay, The Succession Narrative; R.B.Y. Scott, Salomon and thè Beginn-
ings of'Wisdom in Israel, in J.L. Crenshaw (ed.), Studiesy 8 4 -10 1; P.K. McCarter jr., The Sage
in thè Deuteranomistic Historyt in J.G. Gammie - L.G. Perdile fedd,), The Sagey Z89-293.
3. P.K, McCarter jr.3 op. cit.y z$z.
c) L a letteratu ra p ro fetica
P e r q u a n t o r ig u a r d a la p r e s e n z a d e l p e n s ie r o s a p ie n z ia le n e lla le t t e r a t u
r a p r o f e t i c a ,4 c i si t r o v a d i fr o n te a u n a p o la r it à r d a u n a p a r te è p r o
b a b ile c h e il lib r o d i O s e a r is p e c c h i in d ir e tta m e n te la p r e s e n z a d ei s a
p ie n ti n el co rp u s p r o fe t ic o in q u a lità d i r e d a t t o r i; d ’ a ltr a p a r te i s a p ie n ti
m e n z io n a t i e s p lic ita m e n te c o m e bàkàm tm n e lla le tte r a tu r a p r o f e t ic a s o
n o q u a s i s e m p r e a n ta g o n is ti d e i p r o fe ti in q u e s tio n i c o n n e s s e a l t e m a
d e lla g iu s t iz ia e , s o p r a t t u t t o , n e lle d e c is io n i p o litic h e . I n t e r r o g a r s i s u lla
n a t u r a d i q u e s ti s a p ie n ti c o m p o r t a q u in d i la s o lu z io n e di d u e p r o b le m i:
q u a l e ra il r u o lo s o c ia le d el s a p ie n te c h e a p p a r e n e lla le tte r a tu r a p r o f e t i
c a ; c o m è p o s s ib ile « d is tin g u e re i s a p ie n ti b u o n i d a q u e lli c a t t i v i » . L ' o
p e r a di V frh y b ra y c o s titu is c e u n b u o n p u n to di p a r t e n z a , p o ic h é s t u d ia
a p p r o fo n d it a m e n t e il v a lo r e c o n te s tu a le dei te rm in i c o n n e s s i a lla s a p ie n
za, com e h k m e a lt r i.5 S u o u n ic o e r r o r e è rite n e re c h e il te rm in e h à k à m
n o n v e n n e m a i u s a to in s e n s o te c n ic o p e r d e s ig n a r e u n a c la s s e s o c ia le d e
t e r m in a t a .6 A l c u n i te sti, c o m e l i . 3 , 1 - 4 ; 5 , 1 8 - 2 4 ; 2 9 , 1 3 - 1 4 ; 3 1 , 1 - 3 ; G er.
1 8 ,1 8 ; 4 9 ,7 ; 5 0 ,3 5 -3 6 ; 5 1 , 5 7 , c o m p a r a t i c o n a ltri testi dei P r o v e r b i ,7
c h e r is p e c c h ia n o u n a se d e c o r t ig ia n a in c u i p u ò s v ilu p p a r s i la g iu s t iz ia o
la c o r r u z io n e , r iv e la n o c h e g li bàkàm tm o p p o s it o r i d ei p r o fe ti s o n o u o
m in i d i s t a t o , c o n s ig lie r i, m e m b r i d elle c la s s i e le v a te r ic c h e e c o r r o t t e e
a n c h e s c r ib i. T u t t i c o s t o r o p o n g o n o la lo r o s a p ie n z a u m a n a a i di s o p r a
dei d ise g n i di J a h v é r iv e la ti ai p r o fe t i.
d) L 'o p e r a d e l C ronista
4. Si vedano, tra gii altri, J. Fichtner, Isaiah among thè Wise, in J.L. Crenshaw (ed.), Studies,
429-438; J.L. Crenshaw, The Influence o f thè Wise upon Amos: Z A W 79 (1967) 41-52,; J.W .
Whedbee, Isaiah and Wisdom, Nashville 1 9 7 1 , 21-26 ; J. Vermeylen, Le Proto-Isaie et la sa-
gesse dTsraeìi in M. Gilbert (ed.), La sagesse de VAncien Testament, Louvain 19 79 . 39-58;
D.F. Morgan, Wisdom in thè Old Testament, 13 -19 ; R.N. Whybray, Prophecy and Wisdom>
in K. Coggins e altri (edd.), IsraePs Prophetic Traditiont Cambridge 198 2, 18 1-19 9 .
5. R.N. Whybray, The Intellectual Traditioni Berlin - New York 19 74 . Su 11*importanza meto
dologica di questo studio cfr. R.E. Clements, Prophecy and Traditiont Atlanta 19 75, 81.
6. W. McKane, Prophets and Wise Men, London 1965 critica questa posizione e, alle pp. 40
4 1, afferma: «Le persone che occupavano posizioni eminenti nel governo di Giuda, si chiamas
sero sòfertmt jò'astm o éàrìtn, erano senza dubbio hdkàmim, e risulta evidente in modo parti
colare che gli hàkàmìm attaccati polemicamente da Isaia e Geremia sono in gran parte emi
nenti uomini di stato».
7. Ad es. Prov. 8 ,15 -16 ; 1 6 ,1 0 .1 1 - 1 3 ; 2.0,18.2.6.2.8; 1 1,3 0 -3 1 ; 14,6; 15 ,5 ; 2 8 ,11; 19 ,4 .14 .2 6 ,
58 T r a d iz io n e s a p ie n z ia le ed e s p r e s s io n e le tte ra ria
a) Il p ro v e rb io
p o s to d iv e r s e s p ie g a z io n i d i q u e s to v o c a b o l o e b r a ic o , d a « s i m ili t u d in e » 11
fin o a « p a r o la p o t e n t e » ,13 p a s s a n d o p e r « p a r o la a l a t a » a m o t iv o d e l s u o
c a r a t t e r e p a r a d ig m a t ic o e a t e m p o r a le .1'* V i s o n o d iv e rsi tip i d i m usai,
q u a s i tu tti a tte s ta ti nel lib ro d e i P r o v e r b i: p r o v e r b io p o p o la r e , is t r u z i o
n e , e s o r t a z io n e , il p r o v e r b io n u m e r ic o e la c o m p a r a z io n e o p a r a g e n e
li p ro v e rb io p o p o la re , al di fu o r i d e lla le tte r a tu r a s a p ie n z ia le , p u ò a p
p a r ir e in p r o s a ( « È d u n q u e a n c h e S a u l tra i p r o f e t i ? » , i Sam . 10 ,12 ,) a n
c h e se si p r e s e n t a , di s o lito , in fo r m a m e t r ic a .15 In g e n e r a le è f o r m a t o
d a u n o s t ic o c o n i d u e e m is tic h i a r tic o la ti in p a r a lle lis m o . L o stile è l a p i
d a r io e d e p ig r a m m a t ic o , m o lto a d a tto a ll’ e la b o r a z io n e di m e ta fo r e . P e r
lo p iù n o n è e s p r e s s o in f o r m a im p e r a tiv a p o ic h é , c o m e r is u lta to d e l
l’ e s p e r ie n z a s o c ia le c o lle t t iv a , si lim ita a r ia s s u m e r e le o s s e r v a z io n i d e lla
v it a q u o t id ia n a . T u t t a v i a il s u o s c o p o è e m in e n te m e n te d id a s c a lic o a l
m e n o n e l s e n s o p iù a m p io del te r m in e . S e il p r o v e r b io è u n a fo r m a e le
m e n ta r e di c o n o s c e n z a ch e c e r c a d i m e tte re o r d in e n e lla m u lt ifo r m e v a
rie tà d ei fe n o m e n i n a tu r a li e s o c ia li p er c o n s e n tir e a l l ’ u o m o di d o m in a r e
la re a ltà e di o p e r a r e di c o n s e g u e n z a , s c e g lie n d o l ’ a z io n e e il m o m e n t o
o p p o r t u n i p e r v a lo r iz z a r e le p r o p r ie c a p a c it a d i e sse re u m a n o in te s o c o
m e p r o g e tto e s c h iv a n d o al te m p o s te s s o tu tti g li s c o g li ch e p o r t e r e b b e
ro a l l’ in s u c c e s s o e a ll’ a u t o d is t r u z io n e , a llo r a la s u a fu n z io n e p u ò b e n e s
se re d e fin ita e d u c a t iv a .
O lt r e a l r a p p o r t o fo r m a le e t e m p o r a le c o n il p r o v e r b io is o la to si r i
s c o n t r a n o n e l lib r o dei P r o v e r b i a lc u n e a g g r e g a z io n i te m a tic h e , a d e s e m
p io 2 5 , 2 ,-7 a p r o p o s it o del re.
S e c o n d o m o lti s tu d io s i la fu n z io n e p e d a g o g ic a d el p r o v e r b io p o r t a , d al
p u n to di v is t a fo r m a le , a lla s u a d is in te g r a z io n e , p o ic h é a lla fo r m a s e m
p lice si v e n g o n o a d a g g iu n g e r e e le n c h i d ’ im p e r a tiv i e le m o t iv a z io n i { g e
n e r a lm e n te p r o p o s iz io n i d ic h ia r a t iv e o c a u s a li in tr o d o t te d a lla c o n g i u n
z io n e k i ) c h e e s p o n g o n o le c o n s e g u e n z e n e g a tiv e d e r iv a n ti d a lla m a n c a
ta o s s e r v a n z a d e ll'e s o r ta z io n e in iz ia le . L a fo r m a c h e ne r is u lta è d e tta
istru zio n e , a n c h ’ e ssa c a r a t t e r iz z a t a d a l v o c a t iv o « fig lio » e p a r t i c o l a r
m e n te fr e q u e n te in Prov. 1 - 9 ( a d es. 1 , 8 - 1 9 ; 2 . , 1 - z z ; 3 , 1 - 1 1 . 2 1 - 2 6; 4 , 1 -
è tanto ampio da poter comprendere persino un poema didascalico. Si veda 0 , Eissfeldt, Der
Maschili imAlten Testamene, Giessen 1 9 1 3 ; A.H. Godbey, The Hebrew Magali A jSL 39 ( 19 2 2
19 23) 89-108; A.S. Herbert, The Parable (Maial) m thè Old Testamenti SJT 7 {1954) 18 0
196; A.R. Johnson, Malal. V I S 3 (19 55} 16 2-16 9 ; L* Alonso Schòkel - J. Vilcbez Lindez, /
Proverbi Roma 19 8 8 , 109.
12 . Per U sua capacità di * riprodurrei» la realtà o per il suo inizio formale «Come... 1*.
[3. Pronunciata da un potente o dotata di uno speciale potere.
14. Questa etimologia è stata sostenuta da W, Mt-Rane, Proverbst Philadelphia 1970, 22-33.
15. Confrontiamo i proverbi italiani: «fare di necessita virtù» (privo di rima e di ritmo), «cuor
contento, il ciel l’ aiuta» (privo di rima, ma ritmato), «il bel gioco dura poco» (dotato di rima
e di ritmo).
6 o T r a d iz i o n e s a p ie n z ia le e d e s p r e s s io n e le tte ra ria
9 , 1 0 - 2 7 ; 5 , 1 - 1 4 ; 6 , 2 0 - 3 5 ; in o ltre Prov. 2 2 , 1 7 - 2 4 , 2 2 ) e n el S ir a c id e (a d
e s. 2 , 1 - 6 ; 1 , 1 7 - 2 4 ; 1 1 , 2 9 - 3 4 ) . T u t t a v i a l ’ id e a c h e la fo r m a s e m p lic e c o m
p o s t a di un s o lo s t ic o si sia e v o lu t a fin o a c o s titu ir e g r u p p i di d u e o p iù
s t ìc h i m e d ia n te l ’ a g g iu n t a d i m o t iv a z io n i o di p r o p o s iz io n i s u b o r d in a
t e 16 h a c o m in c ia t o a su b ire un p r o c e s s o di re v isio n e e c r it ic a d a u n tr e n
te n n io . O g g i, b a s a n d o s i s o p r a tt u tt o su g li stu d i c o m p a r a t iv i t r a la s a p ie n
z a is ra e litic a e q u e lla e g iz ia n a , si c o n te s ta q u e s ta p r e s u n ta e v o lu z io n e f o r
m a le .17
II c a r a tt e r e d id a s c a lic o del p r o v e r b io si r is c o n tr a a n c h e n tlV esortazio
ne o a v v e r t im e n t o , o r ie n t a t o a in c u lc a r e un m o d o di p e n s a r e o u n a c o n
d o t t a c o r r e t t a . À q u e s to s c o p o il s a p ie n te r ic o r r e d i s o lit o al c o m a n d o
s e g u ito d a lla m o t iv a z io n e . Si p o s s o n o a v e r e e s o r ta z io n i n e g a tiv e m a la
d is tin z io n e r is a le n te a R ic h t e r tra la fo r m a im p e d itiv a (c o n 9al) e q u e lla
p r o ib it iv a (c o n ló 9),1* m o d e lla ta in a n a lo g ia c o n le fo r m e n e g a tiv e d ei te
sti g iu r id ic i, n o n è p e rtin e n te n e lla le tte r a tu r a del corpus s a p ie n z ia le .19
L ’ in te n to d id a s c a lic o d el musai è esp resso a n c h e n el pro verbio num e
rico , o r ig in a r ia m e n t e le g a to a i l’ e n ig m a e a lla m n e m o t e c n ic a . II s u o s c h e
m a c o r r is p o n d e a lla fo r m u la x j x + 1 , a n c h e se fo r s e il p iu c o m u n e 0 3 /
( 3 + 1 ) 4 : « V i s o n o tre c o s e c h e ... e u n a q u a r ta c h e ...» . D o p o a v e r r ife r ito
il te rm in e « x + 1 » , v ie n e e s p o s to c iò c u i T u ltim a c ifr a sì r ife r is c e . C e l e
b r i i p r o v e r b i n u m e r ic i di Prov . 3 0 ; m e n o n o ti s o n o q u e lli d i Prov. 6 ,16
19 ; Sir. 2 5 , 7 - 1 1 ; 2 6 ,2 8 ; 5 0 ,2 5 -2 6 ; G io b. 5 ,19 -2 2 ; 1 3 ,2 0 - 2 2 ; 3 3 ,1 4 - 1 5 .
V i s o n o a lc u n e v a r ia n t i m e n o r ig id e su l p ia n o fo r m a le , c o m e ì p r o v e r b i
r e la tiv i a u n a s o la re a ltà n o n o s ta n te lo s c h e m a X / X + t (ad e s e m p io
A m o s n e g li o r a c o li c o n cu t si a p r e il lib r o , 1 , 3 - 2 , 8 1 o q u e lli in c u i si p a r
la s o lt a n t o di x (Srr. 2 5 , 1 ) . Q u e s ta fo r m a p r o v e r b ia le ris a le p r o b a b i l
m e n te a l l’ iin p ie g o d e ll’ e n ig m a in a m b it o s c o la s t ic o . Il m a e s t r o p r o p o n e
la sfid a d e l l 'x / x + i , in c ita n d o l’ a llie v o a c o m p le t a r e lo s c h e m a m e
d ia n te la r ic e r c a di a n a lo g ie n ella s fe r a n a tu r a le e s o c ia le .
b) La com parazione
L a c o m p a r a z io n e 0 p a r a g o n e , m o lt o fr e q u e n te n e lla le tte r a tu r a s a p ie n
z ia le , si p r o p o n e d i s o tto lin e a r e la s u p e r io r it à di c e r ti m o d e lli di c o m
p o r t a m e n t o su a ltr i. P a r tic o la r e in te re s s e p e r il s o fis t ic a t o im p ie g o d ’ im
m a g i n i s o n o i p a r a g o n i d ei c a p p . 2 5 - 2 6 dei P r o v e r b i. L e v a r ia n t i fo r m a li
16. Cosi già O. tissfeldt, op . cìt.; in seguito J. Sellini dt, Studien zur Stili$ tik der alttestamentli-
chew Spruchhieratur, Miìnster 1936.
17 . Così G. von Rad, Sapienza, 2.3*24. Si veda soprattutto Ch, Kayatz, Studien zu Proverbisti
1-9 (W M AN T 11), Neukirehen/VIuyn 1966.
18. W. Richter, Pecbt und Ethos (SANT xv), Miìnchert 1966, 68-146.
13 . Così Murphy, art. cit.f 48 1; cfr. Crenshaw, Wisdotn, in J.H. Hayes (ed.), op . cit,, 2 3 5 -136 .
T r a d iz io n e s a p ie n z ia le e fo r m e le tte r a r ie 6r
c) L 'enigma
d e ir e n ig m a . In p r o p o s it o n o n e fu o r i lu o g o 1o s s e r v a z io n e di C re n sh a w
s e c o n d o c u i « l e n i g m a fu n z io n a c o m e un p a r a d o s s o e s e m p la r e r is p e tto
a l p a r a d o s s o c o s t it u it o d a lla r e a ltà , e c o lu i ch e p r o p o n e e n ig m i, o v v e r o
il s a p ie n te , ritie n e s u a fu n z io n e e s s e n z ia le la fo r m u la z io n e d i a n a lo g ie in
g r a d o di r a p p r e s e n t a r e la r e a ltà » * T a n to n e ll’ a f o r is m a q u a n t o n el*
l ’ e n ig m a il le tto re è c o s tr e t t o a « in d o v in a r e » c iò ch e q u e lle fo r m u le n a
s c o n d o n o a c a u s a d e lla lo r o a m b ig u it à .
P r o p r ia m e n t e p a r la n d o l ’ e n ig m a a llo s ta to p u r o è r a r o n e ll’ A n t i c o T e
s ta m e n to . Il c a s o p iù c e le b r e è r a p p r e s e n ta to d a ll’ in d o v in e llo p r o p o s t o
d a S a n s o n e ai filiste i: « D a c o lu i c h e m a n g ia è u s c ito c i b o e d a l fo r te è
u s c ita d o lc e z z a » ( G ìu d . I 4 , i 4 ) . a* N o n m a n c a n o t u t t a v ia d a ti su ffic ie n ti
p e r s u p p o r r e il r ic o r s o a q u e s to tip o d i s tr u m e n to r e t o r ic o e le tte r a r io
n eLP Israele a n t ic o , s o p r a tt u tt o in m a n ife s ta z io n i in d ir e tte e n e ll u so f r e
q u e n te di u n tip o d i lin g u a g g io c a r a t t e r is t ic o d i q u e s ta fo r m a le tte r a r ia .
J a h v é «g li (a M o s è ) p a r lò a f a c c i a a f a c c ia , a p e r ta m e n te e n o n p e r e n ig
m i» (N um . 1 2 , 8 ) ; la re g in a d i S a b a c e r c ò in u tilm e n te di m e tte re a lla p r o
v a S a lo m o n e m e d ia n te a lc u n i e n ig m i (c fr . i R e 1 0 , 1 - 3 ) . ogni caso,
c o m e si e o s s e r v a t o in p r e c e d e n z a , l ’ e n ig m a p a r e in tim a m e n te c o lle g a t o
al p r o v e r b io n u m e r ic o sì ch e « p o tr e b b e d a rsi c h e le s e n te n z e n u m e r ic h e
a p p a r t e n g a n o im m e d ia ta m e n te al g e n e re d egli e n ig m i » S A S u lla b a s e di
q u e ste a n a lo g ie le tte r a r ie e a t t r a v e r s o u n a p p r o p r ia t o s tu d io d elle fig u re
r e t o r ic h e , in p a r t ic o la r e d elle im m a g in i, è p o s s ib ile d e c ifr a r e il lin g u a g
g io e n ig m a t ic o p r e s e n te n e ll’ A n t i c o T e s t a m e n t o . L e im m a g in i s e s s u a li si
p r e s ta n o p a r t ic o la r m e n t e a q u e s to im p ie g o in tu tte le c u lt u r e , p r o b a b il
m e n te a m o t iv o d e l fa s c in o e del c a r a t t e r e m is te r io s o c h e h a n n o s e m p r e
c ir c o n d a t o l’ o r ig in e del se s s o e dei r a p p o r ti s e s s u a li. « Q u e s t o è il c o m
p o r t a m e n t o d e lla d o n n a a d u lte r a : m a n g ia r e , p u lirs i la b o c c a e p o i d ire :
'n o n h o fa t t o n ie n te di m a le ’ » ( P r o v . 3 0 , 1 0 ) ; « F o s s a p r o f o n d a è la p r o
s titu ta » (P r o v . 2 3 , 2 7 3 ) ; « C o m e un v ia n d a n te a s s e ta to a p re la b o c c a e
b e v e q u a lu n q u e a c q u a in c u i si im b a tte , c o s ì essa si o ffr e a q u a lu n q u e
u o m o e a p r e la fa r e t r a a q u a lu n q u e fr e c c ia » (Sir. 1 6 , 1 2 ) . S i tr a tta d i tre
e se m p i d i lin g u a g g io e n ig m a t ic o , a n c h e se V id e n tific a z io n e s in t a g m a t ic a
o c o n te s tu a le im p e d is c e di p a r la r e di e n ig m i in se n so s tr e tto . U n lin g u a g
g io a n a lo g o , a p p lic a t o ad a ltre r e a lt a , si r it r o v a , a d e s e m p io , in P ro v . 5 ,
1 5 - 1 9 ; 6 ,2 3 ; 1 6 , 1 5 ; 2 0 ,2 7 ; 2 3 ,2 9 - 3 5 ; 2 5 ,2 - 3 ; 2 7 ,2 0 ; E ccl 12 ,1-7 .
1 5 . Cfr. R.J. Williams, The Fable in thè Àncient Near Easi, in E . C . H o bbs (ed.)? A Stubbom
Faith, Dallas 1 9 5 6 , 3-2,6; G. von R a d , Sapienza, 4 6 - 5 1 ; J .L . C renshaw, Wisdom, in J . L . H ayes
op. cit., 2 4 5 - 2 4 7 .
(ed.), 2.6. G. von R a d , op. cit., 4 6 .
27. Op. cit., 47. 28. Si veda J.L. Crenshaw, Wisdom, in j.H. Hayes (ed.), op. cit., 246 s.
29. G. von Rad, Sapienza, 48.
64 T r a d iz io n e s a p ie n z ia le e d e s p r e s s io n e le tte r a r ia
f) V irin o
g) I l p o e m a d id a s c a lic o
h) 17 d ia lo g o
1. A ntropologia e sapienza 41
$
La questione fondamentale della sapienza potrebbe essere formulata nel
modo seguente: che cosa è bene per l’uomo? L’essere umano costituisce
il punto di partenza, il fondamento e il fine ultimo dell’impresa sapien
ziale. Tale considerazione ci servirebbe assai poco se perdessimo di vista
la considerazione che il sapiente abita un mondo che egli considera o r
d in a to ,42 Questo mondo, che comprende l’essere umano, la natura e il
cosmo, è retto dalle norme stabilite da Dio nell’atto della creazione. L ’at
to creativo originario di G e n . 1 è diretto a separare e ordinare. Il sapien
te confida nella capacità della sua ragione di discernere, esporre in modo
sistematico e rispettare (e contribuire a far rispettare) l’articolazione di
quest’ordine. I proverbi, le esortazioni e le istruzioni dei sapienti nasco
no da un desiderio di oggettivare letterariamente le caratteristiche di
quest’ordine e di prescrivere all’ uomo la sottomissione ad esso, cercan
do il momento opportuno per portare a termine l’azione giusta. Chi si
sottomette a quest’ordine e si astiene dal male riceve la garanzia di una
vita compiuta. Al contrario chi crea disordine e vive in esso è destinato
alla morte (fallimento dell’uomo inteso come progetto umano). Si può
affermare che per il sapiente è bene ciò che, in conformità all’ordine so
ciale e cosmico stabilito da Dio, aiuta l’uomo nella realizzazione di sé.
La sapienza afferma di essere fondata sull’esperienza e perciò si pre
sta, per definizione, alla verificabilità storica. Non a caso una delle fonti
primarie della sapienza è la tradizione degli antenati. All’interno di que
sta tradizione il giovane israelita matura nel suo processo di socializza
zione. Ma qual è il ruolo dell’esperienza e dell’ideologia nell’antica sa-
4 1. Proficue le osservazioni di H.H. Schmid, W e s e n u n d G e s c h i c h t e , 155-16 9 .
4 2 . Si veda in p ro p osito il lavoro di L.G. Perdile, C o s m o l o g y a n d t h è S e d a i O r d e r m t h è W i s -
d o m T r a d i t i o n , in J . G . G am m ie - L.G. Perdue (edd.), T h e S a g e , 4 5 7 - 4 7 8 j inoltre H . Gese, L e h r e
u n d W ir k lic h k e it, 3 3 -4 1 -
70 Tradizione sapienziale ed espressione letteraria
43. Sulla storia del binomio sapienziale «giustìzia - ordine cosmico» si veda l’ottimo, stimolan
te lavoro di H.H. Schmid, G e r e c h t i g k e i t a h W e l t o r d n u n g , Tubingcn 1968, spec. 166-186.
44. Sui limili della conoscenza si veda G. von Rad, S a p i e n z a , 95-105; ). Blenkinsopp, W t s d o m
a n d L a w m th è O ì d T e s t a m e n t , Oxford 1983, 41-73. A proposto della crisi del senso in Qo
helet si veda O. Kaiser, D e r M e n s c h u n t e r d e m S c h i c k s a l ( R Z A W r 6 1), Berlm 1985, 91-109.
45. Si veda H,H, Schmid, W e se n u n d G e s c k ic h te , 144 155.
La colonna vertebrale della tradizione sapienziale 7i
tuttavia essa è alla portata dell'uomo in ogni circostanza purché egli sia
aperto verso la sua origine. D'altra parte la menzione della «casa» della
Sapienza in 9,1-3 fa pensare che dietro la personificazione si trovi la fi
gura del sapiente che invita i discepoli a frequentare la propria scuola
(«la casa dell'insegnamento» di S ir. 51,2,3). Così la sapienza si definisce
piuttosto come «carisma» che non come «capacità». Di fronte a questa
idea della sapienza come dono, una sapienza che guida l'uomo verso il
proprio compimento religioso e umano, sarebbe eccessivo affermare che
ci troviamo di fronte agli albori della teologia della grazia?
Il terzo aspetto della teologizzazione della sapienza si trova ancora una
volta nel Siracide al cap. 24.47 Si osserva un evidente processo di «con
centrazione» della sapienza: essa lascia la propria smisurata dimora ce
leste, viene ad abitare in Giacobbe, si stabilisce a Gerusalemme e termi
na incarnandosi nella legge. Questo percorso sfocia in ciò che abbiamo
chiamato «nomizzazione». Si tratta di un'evoluzione sorprendente della
teologia del Siracide, che ha indubbiamente avuto un'influenza decisiva
nella teologia della legge del giudaismo. Il Siracide affronta con fermez
za e decisione la crisi epistemologica della sapienza: nella legge divina è
racchiuso tutto ciò che occorre all'uomo per essere sapiente.
Con la nomizzazione della legge da parte del Siracide si dà luogo alla
storicizzazione e alla nazionalizzazione della sapienza.4® Il processo co
minciato nel cap. 24 trova il proprio culmine in Str. 44,1-50,21. L'«elo
gio degli antenati» tende a sottolineare che la sapienza si è via via in
carnata nei principali personaggi ed eventi della storia d’Israele.
1. N a t u r a d e lla s a p ie n z a b ib lic a
J.R- Busto,
Bibliografia: E l descubrim iento de la en Israel: EstEcl 56
(1981) 625-649.
In diverse occasioni, soprattutto nei decenni passati, e stata mossa al-
47. J. MarbtSck, W eisheit ini W andeì : BBB 37 (19 7 1) 34-80;]. Blenkinsopp, op, c/fc, 140-145.
48. Su questo processo di nazionalizzazione cfr. J.C. Rylaarsdam, Reueìation injew ish Wtsdom
Litemturèj Chicago 1946, 1 8 - 4 6 .
Storia delJa ricerca 73
a) P r a g m a t is m o ?
b) E u d e m o n is m o ?
c) I n t e r n a z io n a lis m o ?
sapienza biblica e di quella extra biblica, Schmid ritiene che, come ac
cadde nel corso della storia delPEgitto e della Mesopotamia, anche in
Israele le circostanze storiche portarono decisamente a una «nazionaliz
zazione» della sapienza, in particolare con un processo di teologizzazio-
ne. Benché molti punti di questa linea interpretativa restano da chiari
re,52 è certo che definire internazionalista la sapienza biblica comporta a
questo punto un serio rischio di equivocità.
2. I l q u a d r o d e l V ic in o O r i e n t e
a) E g i t t o 54
I s t r u z io n i .
Le istruzioni sono presenti in Egitto nell’arco di tempo che
va dall’inizio del terzo millennio circa fino all’anno ioo a.C. Sono di
solito attribuite a faraoni o a sapienti consiglieri o v is ir e, anche se for
malmente sono rivolte a figli o successori, risulta chiaramente dal conte
nuto che la loro funzione consisteva nell educazione dei futuri membri
dell'amministrazione pubblica e del corpo diplomatico. L’allievo dev'es
sere «silenzioso» e disciplinato; deve vivere conformemente alla m a a t ,57
in modo tale da godere una vita colma di benedizioni ed evitare la via
dell’autodistruzione. Da questo punto di vista le istruzioni rappresenta-
■f * ‘ y I " 1
,
6 5 . Sì veda K.F.D. R ò m b d d ,Wcge der Weisheit, Die Lehren Amenemopes und Proverbien 2 2 ,
17 -2 4 ,2 2 , Berlin 1989, spec. 1 5 1 - 1 8 1 . 66 Cfr. W. McKane, op. ciLt n o - 1 1 7 .
67. Traduzione italiana con introduzione e note in E, Bresciani (ed.), L e t t e r a t u r a e p o e s i a d e l
l 'a n t i c o E g i t t o , Torino *1990, 825-846 {«L'Insegnamento di Anekh-scesaonqi»). Inoltre si
veda, tra gli altri, B. Gemser, T h e l n s t r u c t i o n s o f * O n c h $ h e s h o n q y » a n d B i b b c a t W h d o m Lrt-
e r à t u r e , in J.L. Crenshaw (ed.), Sfwd/es, 134 -16 0 ; C. Wesrermann, W u r z e l n , 1 7 2 - 1 7 5 ; M .C .
Berrò, C o n s i d e r a z i o n i in m a r g i n e a d u n t e s t o ; A n c b s c e s c t o n q u i e d il s u o m o n d o . Egitto e il V i
cino Oriente 5 (1982) 25-33.
68. Sebbene alcune non siano strettamente proverbiali dal punto di vista formale, Cfr. W. Me
Rane, o p . c i t .f 1 2 4 - 1 19.
So Tradizione sapienziale ed espressione letteraria
ziane, non sembra rivolto a nessuna élite di corte bensì al popolo in ge
nere (elemento confermato dallo spiccato sapore rustico dell'opera).
L'alto grado di religiosità e il carattere pessimistico di quest’opera l’av
vicinano ai Proverbi e a Qohelet.
b) M e s o p o t a m i a tlti
3. S a p ie n z a e a p o c a littic a
IV. B IB L IO G R A F IA C O M M EN TA TA
I libri sapienziali
Dopo l’esposizione delle principali questioni riguardanti il ricco e com
plesso mondo della sapienza d’Israele, in questa seconda parte vengono
studiati gli scritti biblici che costituiscono i cosiddetti libri sapienziali,
ovvero il libro dei Proverbi, il libro di Giobbe, PEcclesiaste o Qohelet,
l’Ecclesiastico o Siracide e il più recente di tutti, il libro della Sapienza.
Lo studio di ciascun’opera letteraria segue uno schema generale artico
lato in cinque grandi questioni: dati generali, aspetti letterari, contenuto
del libro con particolare attenzione agli aspetti religiosi e teologici, al
cune osservazioni sulla storia della ricerca insieme airesposizione di ta
luni problemi ancora aperti, e un’ultima sezione dedicata al commento
della bibliografia più autorevole.
C a p i t o l o III
I. IL LIB R O
i. T ito lo d e l lib ro
2 . T e s t o e v e r s io n i
3. P o s iz io n e n e l c a n o n e
Il libro dei Proverbi appartiene alla terza parte del canone giudaico, gli
«scritti» (k et u b i m ). Tuttavia, stando ad alcune autorità rabbiniche, sem
bra che il cammino verso il suo riconoscimento come libro ispirato sia
stato alquanto accidentato. Nel cap. 1 degli A b o t d e - R a b b i N a t a n si leg
ge: «All’inizio si diceva che Proverbi, Cantico dei cantici ed Ecclesiaste
erano (libri) apocrifi che adottavano un linguaggio metaforico e non fa
cevano parte delle Scritture. (Le autorità religiose) decisero di escluderli
(e mantennero questo giudizio) finché vennero gli uomini della grande
assemblea e li interpretarono».6 Alcune contraddizioni apparenti, come
quella di 26,4-5, e testi come 7,7-2o, tali da ferire certe sensibilità, osta
colarono un pacifico ingresso nel canone. La spinta definitiva la ricevet
te probabilmente dalla presunta paternità salomonica. Il libro dei Pro-
i . Dalla quale dipendono probabilmente la versione copta e la siro-esaplare.
3. È possibile che in alcune circostanze il traduttore non abbia compreso il testo ebraico.
4. Non solo di doppioni, ma anche di materiale del tutto originale,
5. Per tutto quanto riguarda il testo dei L X X dei Proverbi si veda W. M ettane, op. cit., 33-47
6. Traduzione di M .A . N avarro, Abot de Rabbf Natan, Valencia 19 8 7 , 3Z.
Dimensione letteraria 93
verbi è citato una ventina di volte nel Nuovo Testamento: ciò indica il
grande prestigio raggiunto dal libro sul piano sia popolare sia ufficiale.
j . P rim e im p r e s s io n i s u i P r o v e r b i
2. A s p e t t i le t t e r a r i 7
a) II p a r a lle lis m o
Nel libro dei Proverbi risalta la varietà e la ricchezza delle forme lettera
rie. In 10,1-22, 1 6 e nei capp. 25-29 con pochissime eccezioni predomi
na il proverbio composto da un solo verso con i due emistichi articolati
in parallelismo. Ciascun proverbio, generalmente indipendente da quelli
vicini, costituisce un’unità autonoma. Rari sono 1 proverbi raggruppati
tematicamente come ad esempio 12,17-23 (pregi e difetti del parlare) e
di 16,10-15 (sulla figura del re). Come si è già osservato, il proverbio
7. Si veda R.E. Murphy, Wisdom Lìterature (FO TLxin), Grand Rapìds 1:981, 50 -51; G. ven
Rad, Sapienza, 13 53; L. Alonso Schòkel - J. Vilchez Linde/,, / Proverbi, 78-81.
94 Il libro dei Proverbi
b) L 'is t r u z io n e
ii. Ad es.: «È meglio comprate sapienza che oro | meglio comprare intelligenza che argento»
(16,16),
Ad es.: «La donna .saggia edifica la sua casa | la scolta la distrugge con le sue mani» (14,1).
10. Ad es.: «Quando il Signore si compiace della condotta di un uomo | lo riconcilia persmo
con i suoi nemici» (16,7).
1 1 . Ad es.: «Come il cane torna al suo vomito | così lo stolto insiste nelle sue sciocchezze» (26,
ir).
12 . Ad es.: «Meglio vivere in un angolo dei terrazzo | che in una casa grande con una moglie
litigiosa» (25,24).
13 . Ad es.i «Il sacrificio dei malvagi è esecrabile | tanto più se offerto con cattiva intenzione»
(21,27).
14. Cosi: «Non stare fra quelli che s’ inebriano di vino né tra quelli che s’ ingozzano di carne [|
perché gli ubriaconi e i mangioni s’ impoveriscono | e la pigrizia li farà vestire di stracci» (23,
10 -21).
1 j. Sulla funzione della motivazione (anche in semenze di un solo stico) e i suoi vari tipi cfr.
Ph.J. Nel, The Structure and Ethos of thè Wisdnm Admoititbns in Eroverbs (BZAW 158 ),
Berlin 198 2, 18-82.
16 . La distinzione formale più chiara tra istruzione e proverbio {o gruppo di proverbi) è che
Dimensione letteraria 95
mentre la prima è imperativa il proverbio è piuttosto indicativo: non esorta né persuade. Al ri
guardo v. W . McKane, rrot/erbsy 3 ss.; J. Blenktnsopp, Wisdom and Law in thè Old Testa-
metit, Oxford 19 8 3, 2 7 -3 1. Sugli aspetti storico-fette rari dell’ istruzione si veda B. Lang, Die
u/eisheithche Lehrrede, Stuttgart 19 72 , 27-60,
17. G. von Rad, Sapienza^ 44 definisce il cap. 2 un poema didattico.
18. Ad es.: «Figlio mio, fa’ attenzione alle mie parole | dà ascolto... Poiché essi (1 consigli) so
no vita per chi li incontra | e salute per tutto il corpo» (4,20-22).
19. Così: «Di’ alla sapienza: ‘Tu sei mia sorella1 1 ... perché ti guardi dalla donna forestiera | dalla
straniera che ha parole di lusinga « (7,4-5).
10, Ad es.: «Figlio mio, dà retta alla mia sapienza | piesta ascolto alfa mia intelligenza || cosi
conserverai la riflessione | e le tue labbra custodiranno fi sapere» (5,1-2).
zi . Un ampio ed eccellente studio delle forme e de! contenuto delle istruzioni egiziane e assiro
babilonesi si trova in W. McKane, op. cìl 3 51-208.
22. Questa è la tesi Infondata di J. Schmidt, Studien tur Stìlistik der alttestamenthchen Spruch-
literatur, Mtinster 19 36 , 33 34.
23. Così anche O. Plòger, SpriicheSalomos (Proverbia) (BK xvn), Nenkirchen/Vluyn 1984, spec.
p. XX.
96 11 libro dei Proverbi
c) I l p r o v e r b i o n u m e ric o
d) I l r a c c o n t o a u t o b io g r a fic o
3. S t ru ttu ra g e n e r a l e d e i P r o v e r b i
4. A u t o r e e d a ta d i c o m p o s i z i o n e 18
2-9, Ulteriori informazioni in R.B.Y. Scott, op> cit>, 9-13; W,A. Brueggemann, T h e S o c ia l Sìg-
n ific a n c e o f S a lo m o n as a P atron o f W isd om , in J.G. Gammie - L.G. Perdue (edd.), T h e Suge
in Isra el a n d th è A n cien t N ea r E astt Winona Lake 1990, 1 1 7 - 1 3 2.
30. SuJl’autore dei capp. 1-9 come redattore di tutto il libro cfr. P. Skehan, A Single E d ito r f o r
th è W h o le B o o k o f P ro u erb s, in J.L. Crenshaw (ed.), S tu dies in A n c ien t ìs ra eiite W isd o m ,
New York 1976, 329-340.
Intento e co n ten u to 99
3 1. Affermare che F r o v , i 9 costituisce La parte più recente del libro non implica che le unità
letterarie che la compongono siano necessariamente più tarde rispetto alle sentenze dei capp.
io e seguenti. Lo sviluppo dell1istruzione in Egitto diversi secoli prima della fioritura della sa
pienza israelita rivela che le istruzioni dei capp. 1-9 poterono essere composte prima di altre
sezioni del libro. È interessante e istruttiva a questo proposito l'opera di Ch. Kayatz, S lu d ien
zu P ro v erb ien 1-9. E m e fo r m - u n d m o tiv g esc h ic h tìic h e V n tersu chu n g u n ter E m b ez ieh u n g à g y p -
ti&chen V erg leic b sm a ten a ls (WMANT 12), Neukirchcn/Vluyn 1 9 6 6 . Parlando di parti «recen
ti» intendiamo riferirci al piano della redazione, non a quello della composizione.
32. Sul binomio sapiente-stolto si può vedere C. Westermann, Wurzeln det Wdsheit, Gòttin-
gen 1990, 64-71.
33. Al riguardosi veda B. Lang, D i e iiretshe ittiche Lebrrede, 61-73; G* von Rad, Saptenzat 1 1 8
132 . Per questo rapporto nella letteratura egiziana cfr. H.H. Schmid, Wesen und Geschjchte
dar Weisheit (BZAW 10 1), Berlin 1966, 56-59. 69-71; D. Ròmheld, Wege der Weisheit (BZÀW
184), Berlin 1989. 1 1 9 120 lo definisce come «realtà empirica».
34. Se il coinvolgimento di fahvé nel rapporto azione-risultato sia già riflesso in sentenze di pen
siero originariamente immanente o se sia frutto di rielaborazioni jaliviste tarde è un problema
sul quale attualmente non c’è consenso.
IO O Il l i b r o d e i P r o v e r b i
a) S a p ie n z a p ra tic a
Il libro dei Proverbi può essere definito, secondo un punto di vista par
ziale ma oggettivo, un manuale di sapienza pratica. S’insegna all’uomo
il modo più «razionale» per superare le difficoltà della vita e giungere a
un armonia interiore e a un integrazione pratica senza traumi, a una vi
b) S a p ie n z a etica
43. Una revisione recente deiPestensione del concetto sapienziale di ordine in F.-J. Steiert, D ie
W e i s b e i t I s r a e l s - E i n F r e m d k o r p e r ìm A l t e n T e s t a m e n t i Freiburg i.Br. 1990, 5-15.
c) S a p ie n z a t e o lo g ic a
47. Tra i numerosi esempi adducibili ne scegliamo due: «Labbra bugiarde celano rodio, chi dif
fonde calunnie è uno stolto» ( io , 18); «Le labbra del giusto sono di guida per molti, gli stolti
muoiono per mancanza di senno» (10,2,1).
48. Cfr. H.H. Schmid, G c r e c b tìg k e it als Weltòrdnung, Tiibiugeo 1968, spec. 16 6 -17 7 .
A9‘ Si d eve pensare, in proposito, alia crisi della fiducia nel binomio azione risultato. Se il
rapporto intrìnseco tra comportamento e conseguenze costituiva, oltre che una norma pre
scrittiva immanente, una sorta di «schema ermeneutico* per Timer prefazione della realtà, è
naturale ritenere che la perdita di fiducia in questo rapporto sfociasse nel dubbio sulle possi
bilità della conoscenza. In Israele fede cosmologica e fiducia epistemologica erano Tana il pre
supposto dell’altra. Sui lini)ti della sapienza in generale si veda G, von Rad, S a p ie n z a ^ 94-105.
Sull’ importanza delle nuove esperienze cfr. J.G. Williams, T b o s e w b o F o n d e r P f p v e r b s , 52,-54.
Intento e co n ten u to 10 3
2. C o n n e s s io n i
e in flu e n z e e x t r a is r a e lit ic h e
54 Cfr H.D, Preuss, E in fu h ru n g in d ie a lttesta m en tiic h e We re tisi itera tu r, Stuttgart 1987* 58,
55, Può essere utile in proposito la tesi di W, McKane: nelle raccolte di sentenze dei Proverbi
sono individuabili tre tipi; a ) sentenze dell’antica sapienza incentrate sulla vita armoniosa del
l’ individuo; b ) sentenze prevalentemente dedicate ai rapporti comunitari, che descrìvono gli ef
fetti rovinosi del comportamento antisociale; c) sentenze di carattere teologico, che affondano
le proprie radia nella pietà jahvista. Cfr. W. McKane, o p . c i t t ir .
56. A. sostegno della portata di questa affermazione si veda D, Ròmheld, W ege d e r W eish eit . D ie
L e h r e n A m e n e m o p e s u n d P ro v erb ien 1 2 ,1 7 -2 4 ,2 2 {BZAW 184), Berlin 1989, spec. 61-95. Sui
Intento e co n ten u to io 5
eludere che queste due serie d'istruzioni relative a una vita prudente non
hanno avuto origine indipendentemente in due culture diverse. Il diver
so ordine in cui appaiono alcune massime non offusca il rapporto tra i
due testi. Le varianti testuali confermano, anziché smentire, questo rap
porto. Si può comparare P ro v . 23,4-5 con il capitolo settimo di Amene
mope.57 Il testo biblico recita:
Non affannarti nelEacquistare ricchezze,
sii assennato e non pensarvi.
Appena volgi lo sguardo, già non sono più,
mettono ali d’aquila e volano in cielo.
Amenemope dice:
Non bramare ricchezze,
• ■ ■■
problemi della dipendenza reciproca tra P rov. a.i,17 -2 3,14 e Amenemope, o della loro comu
ne dipendenza da uc originale semitico, cfr. G.E. ilryce, A L eg a cy o f W isd om , London 1979,
17-56. *
57. Inoltre si possono confrontare Prov. 2 1 ,1 7 con l’inizio del primo capitolo di Amenemope;
2 i, 18 e 23,10 con alcuni elementi del capitolo sesto; 21,24 con l'inizio del capitolo nono, ecc.
Per ulteriori particolari v. A NET 4 11-4 24 e A. Roccati (ed.), S ap ien za eg iz ia , 130 . Inoltre W.
McKane, o p : c i t ., 10 2 -110 . Pex una rapida e agevole consultazione cfr. J. Leveque, T esti s a p ie n
ziali d e l l ’A n tico E g itto, in L ’A n tico T e s ta m e n to e le cu ltu re d e l te m p o , Roma 1990, 448 ss.
58. Roccati 13 0 (ANET 422).
59. Cfr. soprattutto W. McKane, o p . cit., 51-208; H.H. Schmid, W esen u n d G esclù d o te , 1 7
143 (testi alle pp. 202-239); L. Bostròm, o p . cit., 1-30.
60. Cfr. S.H. JUank, P r o v e r b s , H o o k o f , in IDB in, Nashville 19 6 1, 938
IV, STO RIA DELLA R IC E R C A E PRO BLEM I APERTI
61. D ’nltra parte è molto probabile che, per quanto si può ricavare dallo studio comparativo
dei testi sapienziali orientali, nelle antiche raccolte di proverbi israeliti esistessero esempi rela
tivi a Jahvé. Questa è l’opinione di D. Ròmheld, op. ciUy 130. È tuttavia possibile che sia nel
giusto Preuss quando afferma, a proposito dell'antica sapienza israelita, che essa parla di Dio
praticamente allo stesso modo della sapienza del Vicino Oriente e che a Jahve non vengono at-
S t o r i a della r ic e r c a e p r o b l e m i a p e rti 10 7
b) Sapienza e storia
tnbuìti attività o caratteri essenziali diversi da quelli assegnati alle divinità anonime di quella
vasta regione geografica; cfr. H.D. Preuss, op. c i t 59. Tale affermazione andrebbe attenuata.
61. H.H. Schmid, Wesen und Geschichte der Weìsheìt (BZAW i o i ), Iìerlin 1966.
63. Cfr. op, cit.t 74-84. 1 3 1 - 1 4 3 .
IO 8 IJ libro dei Proverbi
64. In ambito cattolico occorre precisare che quanti si pongono queste domande (in gran parte
studiosi protestanti) non considerano canoniche l’opera di Ben Sira c il libro della Sapienza. In
essi, in particolare, s’insiste da diversi punti di vista sull'importanza della storia d'Israele e del
le sue istituzioni per una corretta comprensione della natura della sapienza.
65. Sottoscriviamo le parole di L. Alonso Schòkel - J. Vilchez Lìndez, J Proverbi, 1 2 1 : «Tutta-
S toria della ricerca e problem i aperti 109
z. Problem i aperti
t
a) Rielaborazione jabvistaf
via il libro dei Proverbi, e soprattutto lo spìrito che lo ha fatto nascere e crescere, ha prestato il
servizio inapprezzabile di rollìi are il fossato aperto artificialmente tra le cosiddette 'sfera sacra’
e ‘ sfera profana’ del mondo».
66. Si veda L. Alonso Schòkel, Motivos sapienciales y de aitanza et) Gerì. 2-3: Bib 43 (1962)
2 9 S - 3 i 6.
67. CJx., tra gli altri, H, Gunkel, introduccion a los salmos, Valencia 19 8 3 , 39 3-4 10 ; R.E.
Murphy, A Consideration of thè Classificatìon «Wisdom Fsalms»: VTS 9 (1963) 15 6 -16 7 ; R.
Davidson, Wisdom and Worship, London 1990, 17-46.
6 3 . Tra gli altri G. von Rad, ]osepbsgescbìchte and altere Chokma, in Idem. Gesammelte Stu-
dien zam Àlten Testamenti Mime ben 19 7 1, 272-280; R.N. Whybray, The Succession Narrat
ive (SBT 9), London 1968, spec. 56 95; J.L, Crenshaw, Method in Determmìng Wisdom Infitt
ente Upon HistoricaV Literature: jB L 88 (1969) 229 -14 2.
69. In generale si veda W. McKane, Prophets and Wise Men (SBT 44), London 196 5; più
specifico J. Fichtner, Gottes Weisheit. Gesammelte Studien zum Alten Testamenti Stuttgart
1965; j.W . ‘Miedbee, Isaiah and Wisdom, Nashville 19 7 1.
70. Si veda R.N. Whybray, Yahweh-sayings and theìr C ontexts in Proverbs 10 ,2 -2 2 ,16 , in M.
Gilbert (ed.), La Sagesse de PAncien Testamenti Louvain 1979, 15 3 -16 5 .
no [1 libro dei Proverbi
7 1. Se così fosse, l'idea di tranquillila sarebbe meglio collega ta con il contenuto dei tre stichi
precedenti; cfr. V. Moria, op. c i t 94.
72. L. Bostròm, op. cit., 3Ó-39 respinge la pura reinterpretazione jahvista.
S t o n a d ella ricerca e p r o b le m i aperti III
73. Cb. Kayatz, Studien zu Proverbien i - 9. Etne forni- und motivgeschtchtliche Untersuchung
unter Einbeztehung àgyptischen Vergieichsmaterials {WMANT 22,}, Neukirchen/Vluyn 1 966.
Cfr. Idem, Einfuhrung in die alttestamentliche Weisbeit, Neukirchen/Vluyn 1969, 70-92,
74. In Prov. 8 «Signora Sapienza» non ha essenza divina perché si tratta di una realtà creata.
75. G. von Pad, Sapienza, 142.
j6 . B. Lang, Wisdom and thè Book o f Proverbs, New York 1986, 61.
rix II libro dei Proverbi
77. Per precisare questa affermazione cfr. R.N. Whybray, Proveròs V ili 2 2 -3 1 and Its Sup-
posed Prototypes, rn J.L. Crenshaw (ed.), Studies in Ancìent Israelite Wisdom, New York 1976 ,
35*0-400.
78. Non sarebbe altro che una personificazione ovvero una figura poetica: G. von Rad, Sa
pienza, 1 4 3 -1 4 5 ; W.A. Irwin, Where shaiì Wisdom be found?\ JBL 80 (19 6 ]) 1 3 3 - 1 4 2 ; K.M,
O ’Connor, The Wisdom Literat.ure, Wilmington 64.
79. Tra gli altri R.N. Whybray, Wisdom in Proverbs, London 1965, il quale afferma: «Tutto
ciò che si è detto su di essa può naturalmente essere interpretato come... attributo di Jahvè...
In questa passo l’associazione della sapienza a Jahvé ha portato alla sua ipostatizzazione, in
termini molto piò estremi di qualunque altro passo dell'Antico Testamento» (pp. 103 s.). Iner
ire R.R.Y. Scott, Whdotn ttt Creattom thè amori of Prooerbs Vili 30: VT io (1960) 2 13 -2 2 3 ,
spec. 223; Idem, Provetta. Ecclesiastes (AB), New York *1974, 70. Ch. Kayatz, Studien, 76 ss.
parla spesso di «ipostatizzazione»; cfr. Idem, Einfuhrung, 70 ss.
80. L. Alonso Schòkel j. Vilchez Lindez, 1 Proverbi, 38.
S i. H.H. Schmid, Wesen und Geschichte, 144-168.
Storia della ricerca e problem i aperti 113
V. B IB LIO G R A FIA C O M M E N T A T A
i . Commenti
2. Altri studi
Bostròm, L., The God o f thè Sages, Stockholm 1990. Il sottotitolo di questo libro
restringe la portata del titolo: The Portrayal of God in thè Book o f Proverbs. Una
introduzione dedicata alla letteratura sapienziale e al libro dei Proverbi conduce
il lettore sulla soglia delle due parti che formano il libro: 1. teologia della creazio
ne e ordine (teologia della creazione, Dio, retribuzione e ordine); ir, rapporto tra
Dìo e il mondo (il Signore come Dio supremo e come Dio personale). Le analisi
dei testi biblici sono affiancate da costanti riferimenti alle letterature di sentenze
dei paesi vicini a Israele,
Kayatz, Ch., Studien %u Proverbiati 1-9, Neukirchen/Vluyn 1966. Prima di pro
cedere alla minuziosa analisi dei capp. 1-9 dei Proverbi l’autrice dedica un’ampia
introduzione ai risultati del metodo comparativo tra le letterature sapienziali di
Israele e d’Egitto, in particolare per i luoghi comuni più discussi: problemi for
mali, problemi di contenuto (rapporto azione-risultato; sapienza e timore di Jah-
vé; processo d’ipostatizzazione). Le analisi formali del resto del libro attirano
l’attenzione del lettore per la chiarezza espositiva, il rigore analitico e le conclu
sioni sorprendenti*
Lang, B., Die weisheitiiche Lehrrede> Stuttgart 1972. L’opera c dedicata alle
«istruzioni» del libro dei Proverbi. Dopo un’introduzione sui Proverbi nella criti
ca biblica da Nicola di Lira a Adolf Erniari, l’autore affronta le istruzioni dal pun
to di vista letterario (carattere, funzione ed epoca) ed esegetico (rapporto azione-
risultato; pietà e religione; la «donna straniera»).
Lang, B., Wisdom and thè Book o f Proverbsy New York 1986. Questo libro è
la traduzione dell’originale tedesco Frau Weisheit (Donna Sapienza). Il sottotito
lo indica la portata e 1 lìmiti del libror A Hebrew Goddess Redefined. L'opera si
compone di quattro capitoli: 1. la Sapienza come maestro; 2. la Sapienza come
dea; 3. la sapienza personificata di fronte alla personificazione della stoltezza; 4.
chi è Sapienza? L opera nel suo insieme e di grande utilità se si esclude l’errore
cosi frequentemente ripetuto di mettere in rapporto la Sapienza di Prov. 1-9 con
un corpus di elementi mitologici che portano a questa inaccettabile affermazio
116 Il l i b r o d e i P r o v e r b i
ne: «In P t q v . 1 - 9 scopriamo bei testi politeistici su una dea israelita. Questa dea,
chiamata hokmà {Sapienza o Intelligenza), fu solo in seguito considerata una sem
plice personificazione poetica riferita alla sapienza scolastica o alla sapienza di Dìo
stesso» (p. 1 2 . 9 ) .
Steiert, F.-J., Die Weisheit Israels, eìn Fretndkòrper im Alten Testamenti,
Freiburg i.Br. 1990. L’autore si propone di riesaminare il libro dei Proverbi alla
luce delle istruzioni egiziane, secondo quanto recita il sottotitolo dell’opera: Etne
Vntersuchung zum Bucb der Spruche aufdem Hmtergrund des àgyptiscben Weis-
heitslehre {Ricerca sul libro dei Proverbi sulla base della dottrina sapienziale egi
ziana). Nella prima parte, dedicata ai capp. ro-z9, in cui si affronta il «locus teo
logico» della sapienza israelitica, l’autore passa in rassegna le proposte dei prin
cipali studiosi moderni sull’argomento per rileggerle secondo la prospettiva della
sapienza egiziana. Il secondo capitolo è incentrato su Prov. 1 - 9 . È notevole lo stu
dio dei rapporti Sapienza/maestro e Sapienza/Jahvé.
Whybray, R.N., Wisdom in Proverbs (SBT 45), London 1965. Anche quest’o
pera è già un classico dedicato allo studio di Prov, 1-9 in rapporto con il pro
blema della sapienza (1). Dopo un’analisi del «Libro dei dieci discorsi» (if), Fau
tore lo compara con le istruzioni egiziane (ni). La parte più interessante del libro
studia l’evoluzione del concetto di sapienza in due fasi (rv). Un sintetico riepilo
go riassume la ricerca delTautore. Nonostante il tempo trascorso dalla pubbli
cazione e i recenti interventi critici su alcune sue idee, quest’opera è ancora una
lettura utile e indispensabile.
Capitolo iv
Il libro di Giobbe
I. DATI GENERALI
1, Il lib ro
i. Si veda K. Budde, D a s B u c h H io b > Gòttingen *'1913, xvi; F. Horst, H io h (IìK xvi/i), Neu-
kirclien/Viuyn 31974, 7-8.
2- Per analogia con j i l l ò d «neonato/bambino» (c£r. Es. 1 ,2 1 ; G io s . 5,5; G er. 16 ,3; S ìr . io , 18).
b) Testo e versio n i3
Il testo del libro di Giòbbe presenta una serie di problemi di tale gravità
d ie la sua ricostruzione in alcuni punti risulta meramente ipotetica. Per
alcuni versetti del libro in alcune traduzioni moderne può accadere di
leggere a piè di pagina la parola «dubbio» o l'espressione «traduzione
congetturale». Alcuni si astengono addirittura dal tradurre qualche ver
setto per l’impossibilità oggettiva di coglierne il significato. Con l’ecce
zione forse di Osea, Giobbe è, dal punto di vista testuale, il libro del
l’Antico Testamento che presenta le maggiori difficoltà.4
La comparazione tra il T .M . e i L X X induce talvolta a correggere
l’ ebraico, ma in generale la preferenza è da dare al primo. Sembra che la
versione greca conosciuta da Origene avesse circa quattrocento versetti
in meno rispetto alPonginale ebraico e che perciò egli supplì a queste
perdite basandosi su Teodozione.5 Sì tratta di un caso testuale analogo
a quello del libro di Gerem ia, in cui il testo ebraico è notevolmente più
ampio del greco. Non si deve pensare, tuttavia, che la versione breve
greca sia più originale e che il T .M . sia la testimonianza di ampliamenti
posteriori, perché le omissioni del greco non servono a m igliorare in as
soluto il testo; piuttosto ne rendono più difficile la comprensione per
mancanza di un contesto coerente. È più probabile che il traduttore gre
co si sia com portato in m odo analogo a molti lessicografi attuali: consi
derare inutile la traduzione di alcune parti. Sarebbe questa la ragione
per cui ì L X X hanno fatto ricorso alla parafrasi e alla reinterpretazione.
La Peshitta, traducendo il testo ebraico, e utile in certe occasioni, poi
ché contribuisce a chiarire alcuni termini oscuri dell’ originale. Il Targum
presenta numerose curiosità anche se non è molto d’ aiuto nella com
prensione dell ebraico.6 G erolam o, come egli stesso riconosce, incontrò
tali difficoltà nella traduzione (nonostante sia.stato aiutato da un rabbi
di Lidda) da optare per la letteralita, anche se in certi casi lece ricorso a
un ipotetico senso generale della frase. Per questi motivi la Vulgata va
utilizzata con molta cautela.
Benché in molti punti corrotto, il testo ebraico è pur sempre la fonte
più affidabile. Le moderne ricerche di filologia semitica (soprattutto sui
testi di Ugarit) hanno dimostrato che alcuni sostantivi e form e verbali
3. Per un’esposizione breve, ma chiara e appropriata, si veda G. Pohrer, Hìob (KAT xvi),
Giitersloh t 963, 55-57; inoltre A. de Wilde, Das Buch tììob (OS xxn), Leiden 19 8 1, 67-73.
4. Sui problemi testuali cfr. M.H. Pope, J o b (AB 15), Garden City *1982, x l iii -l .
5. Per tutto quanto si riferisce alla versione di Giobbe nei LX X si veda Pintroduzìone di J.
ZiegJer, Septuaginta^ xi,4. ]ob%Gómngen 3982.
6 . L ’importanza delle versioni targumiche è sottolineata in W.E. Aufrecht, A r a m a i c S t u d i e s a n d
thè Book o f j o b , in Idem (ed.), S t u d t e s in th è Book ofjob, Waterloo, Ont. 1985, 54-66.
Dati generali ii 9
c) Canonicità
Il libro di Giobbe appartiene alla terza parte dei libri sacri ebraici, i k etu-
bint o «scritti'). Soltanto Teodoro di Mopsuestia ne mise in dubbio la c a
nonicità. AlPinterno di quest’ ultima sezione della Tanak il codice A les
sandrino segue Perdine Salmi, Giobbe, Proverbi mentre Cirillo di G eru
salemme, Gerolam o e altri testimoni antichi parlano di Giobbe, Salmi,
Proverbi. Q uest’ultim o ordine fu preferito dal concilio di Trento.
z. Autore e data dì c o m p o s iz io n i
Bibliografìa: L. Alonso Schòkel - J.L. Sicre, Giobbe, Roma 1985, 37-45; J. Ver-
meylen, Jo b , ses amis et son Dieu, Leiden 1986; A. Weiser, Giobbe , Brescia 1975,
iz - 17 ,
1. P r im e im p r e s s io n i s u G i o b b e
Dal punto di vista letterario colpisce il contrasto tra la prosa del prolo
go e delPepilogo e la poesia del corpo centrale del libro incastonato tra
quelli. Come conseguenza di questo strano connubio, si nota qualche
tensione tra la prosa e la poesia, ragione per la quale alcuni commenta
tori preferiscono spiegare il dialogo poetico senza tener conto delle in
formazioni che si ricavano dal prologo e dall’epilogo.17 È tuttavia da os
servare che la poesia richiede una qualche introduzione, in caso contra
rio non sarebbe comprensibile l’uscita e x a b r u p t o di Giobbe in 3,1.
D’altra parte, se si considerano i paralleli mesopotamici sopra ricordati,
il prologo e l'epilogo potrebbero costituire un’entità relativamente coe
rente (se si prescinde dalla disposizione negativa di Dio verso gli amici
di Giobbe in 42,7-9).
16 . L'opera di Qobelet in generale e il probabile contesto vitale dell’uso della forma letteraria
del «dibattito» da parte di Ben Sira convalidano questa ipotesi di lavoro.
17 . Per una rassegna delle teorie sul rapporto tra il prologo e il dialogo poetico v. Y. Hoffman,
The Relation Between thè Prologue and thè Speecb-Cycles in Jo b : V T 3 1 (19 8 1) 160-170.
1 2 2 . Il l i b r o d i G i o b b e
Il lettore del libro di Giobbe spesso non porta a termine la propria let
tura a causa soprattutto dello stile dei dialoghi, talora farraginosi e ap
parentemente privi di coerenza nello sviluppo del discorso. I tre amici di
Giobbe, pur intervenendo a tempo debito nei turni del dialogo, danno
l’impressione di parlare all’unisono e non è facile caratterizzare i punti
di vista di ciascuno. D'altra parte, come se si trattasse di un dialogo rra
sordi, le diverse risposte evitano spesso il tema proposto dall’intcrlocuto-
re corrispondente. Se ne trae ^impressione che Giobbe e i suoi amici par
lino piuttosto l’uno dopo Paltro anziché Puno con Paltro. Quest1appa
rente mancanza dì coerenza è imputabile non tanto a un supposto stile
trascurato del poeta quanto allo stile peculiare del discorso orientale,
che non è soggetto alle norme della retorica occidentale. L’orientale non
svolge una problematica in modo lineare: preferisce affrontare i temi nel
loro insieme mediante una sorta di razionalità ciclica, saltando da un
problema alP altro e dando m questo modo impressione di profondità.
Vi sono, inoltre, tre parti nel libro che richiamano l'attenzione del let
tore. ConTè possibile che dopo la lezione di Giobbe alla moglie (2,10) e
dopo il rispettoso silenzio che si riscontra in 2,13 Giobbe irrompa con
tale violenza nel cap. 3, maledicendo il giorno della propria nascita? An
che la collocazione dello splendido inno alla sapienza del cap. 28 è sor
prendente. Si ha Pimpressione che questa esplosione lirica venga a inter
rompere il dialogo tra Giobbe e gli amici. Si tratta, forse, di un intermez
zo con il quale il poeta intende differire la soluzione del problema della
possibilità per Puomo di acquistare sapienza, «soluzione» che si presen
ta in iorma definitiva con i discorsi di Jahvé dei capp. 38-41? In terzo
luogo, il lettore si trova di fronte 1 discorsi di Elihu nei capp. 32,-37. Qua
le ne è la (unzione, visto che Pargomentai ione non porta alcun sostan
ziale progresso rispetto a quella di Elifaz, Bildad e Zofar? Com’è pos
sibile che il redattore finale li abbia mantenuti (o inseriti) se né Giobbe
né Jahve nelPepilogo tengono conto di Elihu e del suo discorso? Tutti
questi elementi hanno indotto la maggior parte degli autori a dubitare
delPintegrità letteraria del libro.18
2. Aspetti letterari
Bibliografia: L. Alonso Schòkel - J.L. Sicre, Giobbe, Roma 1985, 45-695 D. Ki-
net, L'ambiguità delle concezioni di Dio e di Satana nel libro di Giobbe: Gonc
19/9 (1983) 62-72.
Il poeta che compose il dialogo poetico (capp. 3-41) si muoveva con
facilità sul terreno della poesia ebraica. Tuttavia l’uso geniale delle ri-
D im e n s io n e letteraria 123
pare nei versetti successivi una tematica costruita a partire da quei ter
mini. Un procedimento del genere si riscontra nel cap. 3 con i termini
¥ 1 1 *' » ■ < I
19. Sull'impiego dell'allusione e dell'analogia in Giobbe v. R. Gordis, God and M.anì 190-2,08.
H 4 II l i b r o d i G i o b b e
Nel cap. 3 si rileva un altro aspetto del rapporto tra stile e teologia.
In generale nell Antico Testam ento «luce» è simbolo della vita, immagi
ne di felicità e prosperità; «oscurità» è invece simbolo di sventura e di
morte. In tutto il capitolo si coglie un’inversione dei valori di questi sim
boli archetipici: la tenebra equivale a felicità mentre la luce significa tri
stezza e fallimento. Questa «perversione simbolica» è semplicemente e
spressione della perversione che Giobbe coglie nelPordine naturale e del
la perversione (sperimentata sulla propria pelle) della dottrina della re
tribuzione.20
3. Struttura generale
zo. Sul contenuto e Ja funzione del cap. 3 cfr. L.G. Perdue, W i s d o m in R e p p l t , Sheffield 19 9 1,
91-110.
z i. Sui problemi letterari di questa cornice v. L, Alonso Schnkel - J.L. Sicre, G i o b b e , Roma
1985, 37-45; B. Vawter, J o b a n d J o n a h , New York 1983, z 6 - 42; sulla sua teologia cfr. J.
Leveque, J o b e t s o n D ie t 4 1, Paris 1970, 1 9 1 - 1 1 0 . Informazioni sul «paese di Giobbe» sono re
peribili in P. Dhorme, L e l i m e d e J o b (EtB), Paris x ix -x x ii.
D im e n s io n e letteraria 12 5
4. G enere letterario
5. Paralleli extraisraelitici
Il d ia lo g o p o e t ic o è f o r m a t o d a tre c ic li d i d is c o r s i. A o g n u n o d e g li in te r
v e n ti d i G io b b e (c a p p . 3 ; 6 - 7 ; 9 - 1 0 ; 1 2 - 1 4 ; 1 6 - 1 7 ; t9; 2 i ; 2 3 ' 2 4 ; 2 .6 -2 7 Ì
a lte r n a n o le lo r o r is p o s t e E lif a z (c a p p . 4 - 5 ; 1 5 ; 2 2 ) , B ild a d ( c a p p 8; 1 8 ;
2 5 ) e Z o f a r (c a p p . n ; 2 0 ) . 35 N e i s u o i d is c o r s i E l i f a z r ic o r r e a d u e id e e
a p p a r e n te m e n te c o n t r a d d it t o r ie . D a u n a p a r t e p r e s e n ta P e s p o s iz io n e t r a
d iz io n a le dei r is p e ttiv i d e s tin i del g iu s to e d el m a lv a g io : n e s s u n in n o c e n
te è m a i m o r t o ; p e r is c o n o s o lt a n to i m a lv a g i la c u i d is tr u z io n e p u ò e s s e
re c o n s id e r a t a c e r t a ( 4 , 7 s .). L a s e c o n d a id e a si r ife r is c e a lla n a t u r a di
J a h v é , n e l s e n s o c h e D i o n o n r ic a v a a lc u n b e n e fic io d a lla r e tta c o n d o t t a
d e lP u o m o ( 2 2 , 3 ) . M a a llo r a , se la v ir t ù u m a n a n o n è d i a lc u n b e n e fic io
p e r J a h v é , p e r c h é eg li c a s t i g a i m a lv a g i, d a l m o m e n to c h e è r a g io n e v o le
p e n s a r e c h e n o n p o s s a n o d a n n e g g ia r lo ? E l i f a z c e r c a d i g iu s t ific a r e J a h v é
a d a n n o di G i o b b e r ic o r r e n d o a u n a r g o m e n to a m aìore a d m in u s : se
J a h v é n o n p u ò c o n fid a r e n e p p u r e n e lla p u r e z z a e n e ll'o b b e d ie n z a d e g li
a n g e li, c o m e p o t r à c o n fid a r e in e sse ri le c u i d im o r e p o s s o n o e sse re a b
b a ttu te ? ( 4 , 1 8 s .; c fr . 1 5 , 1 5 5.). E lif a z , s o r v o la n d o su lla p r o c la m a z io n e
d 'in n o c e n z a d a p a r te d i G i o b b e , lo in v ita a s o tto m e tte r s i al c a s t ig o d i v i
n o , p e r p o t e r s u p e r a r e la p r o p r ia c o n d iz io n e a ttu a le , o tte n e r e u n a v ita
c o m p iu t a e m o r ir e in p a c e ( 5 , 1 7 - 2 6 s.).
Q u e s t e id e e d i E l i f a z s o n o c o n fe r m a t e d a B ild a d n ei s u o i in te rv e n ti
in c e n tr a ti s o p r a t t u t t o s u lla d e s c r iz io n e del d e s tin o fa ta le d e i m a lv a g i. A
ta le s c o p o e g li d is p ie g a u n a n o te v o le r a c c o lt a d 'im m a g in i p o e tic h e ( 8 ,
1 1 - 1 8 ; 1 8 , 5 - 1 0 ) a lla q u a le p u ò e sse re p a r a g o n a t o s o lo P ro v. 2 5 - 2 6 . C o
m e E l i f a z a n c h e B ild a d v o lg e lo s g u a r d o in a lto p e r s c o p r ir e c h e n e m
m e n o g li a s tr i s o n o p u ri d i fr o n te a J a h v é ; q u a li p o s s o n o e s s e r e le p r e te
se e le p r o v e a f a v o r e d e lP u o m o c h e n o n è p iù d i u n v e r m e ? (c fr . 2 5 , 5
6 ). A n c h e se q u e s to p e r s o n a g g io te n ta d i d ife n d e r e la g iu s tiz ia di J a h v é ,
in f o n d o la sta s c r e d it a n d o . C o m e si p u ò p a r la r e di g iu s tiz ia q u a n d o gli
u o m in i s o n o c o lp e v o li p e r n a t u r a ? J a h v é n o n h a p e r v e r t it o la g iu s tiz ia
in t r o d u c e n d o u n r a p p o r t o a n o m a lo n e ll'o r d in e n a tu r a le ? N e l s u o s fo r z o
di c e r c a r e u n a r is p o s t a a lla d is g r a z ia d e lP u o m o e g li d e s c r iv e P in fe r m ità
e la m o r t e c o m e a g e n ti d iv in i.
A n c h e Z o f a r r ip r e n d e il d is c o r s o s u l d e s tin o d e l m a lv a g io , c h e d e s c r i
v e c o n a c c e s o e n t u s ia s m o (in p a r t ic o la r e n el c a p . 2 0 ) . A s u o a v v is o i
m a lv a g i s o n o n e m ic i p e r s o n a li d i J a h v é , c h e q u e sti a t t a c c a d e m o le n d o n e
le c a s e e a n n ie n ta n d o n e i fig li ( 2 7 , 1 4 . 1 8 ) . Z o f a r in tr o d u c e n e lla s u a a r
g o m e n t a z io n e u n a r e la tiv a n o v it à : il p e n tim e n to p u ò m o d ific a r e il d e s ti
n o . È P u n ic a v ia d 'u s c it a c h e re s ta a G i o b b e , n o n o s ta n te e g li in s is ta n e l
3 5. Gli ultimi discorsi di Bildad, Giobbe e Zofar sono mutili e in disordine. Sulle tesi degli amici
e le risposte di Giobbe cfr. J. Leveque, J o b e t s o n D i e u 1, 239-291,
C o n te n u to e in te n to d e ll’ o p e ra 1 3 1
p r o c la m a r s i in n o c e n te . In q u a lc h e m o d o , n e l s o lc o d e lla t e o lo g ia d e lla
c r e a z io n e d i 1 1 , 7 - 8 , si p r e a n n u n c ia il m o t iv o c o n d u t t o r e d ei d is c o r s i d i
J a h v é (c a p p , 3 8 - 4 2 ,) .
N e l l e r is p o s te a g li a m ic i G io b b e r e s t a c o s ta n te m e n te a tte s ta to su u n a
p o s iz io n e d i c r it ic a d ella s a p ie n z a tr a d iz io n a le r a p p r e s e n t a t a d a E l i f a z ,
B i l d a d e Z o f a r . L e su e c o n v in z io n i p iù s a c r e s o n o s g r e to la te a un p u n t o
ta le d a r id u r s i a p a r o d ia d ei fo n d a m e n t a li c o n te n u ti d e lla fe d e . T a l v o l t a
d à l ’ im p r e s s io n e di so ste n e re l'id e a c h e la c o n d o tta u m a n a , b u o n a o
c a t t i v a , n o n t o c c a p e r n u lla J a h v é , c h e n o n p u ò e sse re le s o d a n e ssu n
p e c c a t o ( 7 , 2 0 ; c f r . 1 3 , 2 5 ) . In o ltr e , p e r c h é e sse re b u o n o se J a h v é p r e s u
m e c h e tu sei c a t t iv o ? Q u e s ta m e s s a in d is c u s s io n e r a d ic a le d e lla m o r a le
h a la p r o p r ia o r ig in e n e lla p e r c e z io n e d i u n e le m e n to d ’ in g iu s tiz ia e d i
d is o r d in e n e lla n a t u r a : m e n tre u n a lb e r o p u ò c o n t a r e s u lla v it a lit à d e i
p r o p r i g e r m o g li fin c h é il c e p p o m a n tie n e le r a d ic i n e lla te r r a , l’ u o m o
d e v e a f fr o n t a r e un a v v e n ir e in c e r to { 1 4 , 7 - 1 0 ) . È c o m e se J a h v é d i s t r u g
g e s s e in te n z io n a lm e n te q u a ls ia s i s p e r a n z a . L ’ a n t a g o n is m o d iv in o g iu n g e
a e s tr e m i ta li c h e G i o b b e n o n si se n te c o n f o r t a t o d a lle id e e e s p re s s e n e l
S a i 8 ; al c o n t r a r io , d e s id e ra s o lo c h e J a h v é a llo n ta n i d a lu i il s u o s g u a r
d o e lo la s c i in p a c e (cfr. 7 , 1 7 - 1 9 ; 1 4 , 6 ) .
In o g n i c a s o J a h v é h a c o m m e s s o n ei s u o i c o n f r o n t i u n g r a v e e r r o r e
p e r c h è in c a s o c o n t r a r io si d o v r e b b e a f fe r m a r e c h e e g li d is tr u g g e a llo
s t e s s o m o d o l ’ o r g o g lio d e i m a lv a g i e la s p e r a n z a d e i g iu sti (c fr. 9 , 2 0 - 2 2 ) .
C h e r e s ta d a fa r e a G io b b e ? S e n z a d u b b io in te r p r e ta r e il c o m p o r t a m e n
to d i J a h v é c o m e a p e r t a o s tilità , c o n s id e r a r lo c o m e il p r o p r io a n t a g o n i
s t a p e r s o n a le (c fr. 1 6 , 9 ; 1 9 , 8 - 1 1 ) . 36 M a G io b b e p u ò q u a lc o s a n e i c o n
fr o n ti di J a h v é ?
G i o b b e p e r c e p is c e c o n lu c id ità il r a p p o r t o d i fo r z e s q u ilib r a t o , m a a
p o c o a p o c o si v a fa c e n d o s tr a d a n e lla s u a m e n te l ’ id e a c h e u n a r b it r o
p u ò fa re d a m e d ia to r e tra lu i e J a h v é (si c o n f r o n t i 9 , 3 2 - 3 3 c o n 1 3 , 1 3 - 2 2
e 2 7 , 7 ) . E g l i p u ò a v v a le r s i c e r ta m e n te d i u n d ife n s o r e di la s s ù ( 1 6 , 1 9 ;
19 ,2 5 ) ch e r im p r o v e r e r à J a h v é p e r la s u a c o n d o t t a in g iu s t a .37 P e r c iò
c h ie d e in m o d o c o m m o v e n t e c h e la te r r a n o n c o p r a il s u o s a n g u e , a f f in
c h é p o s s a te s tim o n ia r e in p e r p e tu o c o n t r o J a h v é ( 1 6 , 1 8 ) , e c h e le s u e
p a r o le s ia n o in c ise s u lla r o c c ia c o m e in c a n c e lla b ile a t t o d a c c u s a (c fr .
1 9 , 2 3 - 2 4 ) . S e J a h v é c o m p a r e in g iu d iz io e G io b b e p o t r à v e d e r lo , a llo r a
si r ite r r à s o d d is fa t t o . L a s u a r ia b ilita z io n e è a s s ic u r a t a p e r c h é n e s s u n
m o r t a le p u ò v e d e r e J a h v é e s o p r a v v iv e r e . In o g n i c a s o q u e s ta d is p o s iz io
n e d i G io b b e è c a r ic a d ’ ir o n ia . D a u n la to , c o m e si è v is t o , e g li p r e fe r i-
36. Sull’apparente ostilità di Jahvé nei confronti di Giobbe cfr. J.L. Crenshaw, A 'W h i r l p o o l o f
T o r m e n t , Pbiladelphia 1984, 62,-75.
37. Su questa affermazione, problematica per la teologia biblica, si veda J.B. Curtis, O n J o b ’s
W i t n e s s in H e a v e n : JB L 10 2 {1983) 549-562.
1 3 2, [1 l i b r o di G io h b e
se e s fu g g ir e la d e fa tig a n te p r e s e n z a di J a h v é , d 'a l t r a p a r t e a g o g n a d ’ in -
c o n t r a r io ( 2 3 , 8 - 9 ) , p o ic h é s o lo n e ll’ in c o n tr o p e r s o n a le p o t r à a v e r lu o g o
la r ia b ilita z io n e ( 2 3 , 3 - 7 ) . 38 A l b in o m io « f u g g ir e » / « in c o n t r a r e » si a g g iu n g e
il p a r a d o s s o « m o r te » / « n o n m o r t e » . T a l o r a e g li in v o c a il m e s s a g g e r o
d e lla m o r te , p e r s u a s o di p o te r t r o v a r e un r is to r o d e fin itiv o s o lt a n t o c o s ì
(c fr, 6 , 8 - 9 ; io , i 8 - t 9 ) ; d ’ a ltra p a r te si a g g r a p p a a lla v it a c o m e u n ic a
p o s s ib ilità d i r ic e v e r e , p r e s to o ta r d i, il v e r d e tto d iv in o di a s s o lu z io n e .
G io b b e p u ò t r a n q u illiz z a r s i p e r c h é J a h v é si p re s e n te rà e g li r is p o n d e r à
c o n d u e d is c o r s i d a lla t e m p e s t a (c a p p , 3 8 - 3 9 ; 4 0 - 4 1 ) . 38
39 L a te n s io n e è
m a s s im a p e r c h é q u e s to e le m e n to t e o fa n ic o e v o c a i fu lm in i e il v e n to d i
te m p e s ta d is tr u tto r i di 1 , 6 . 1 9 (c fr . 9->l 7Ì- C o n t r a r ia m e n t e a q u a n t o c i si
s a r e b b e p o tu ti a s p e tta r e d a i p r o p o s it i di G io b b e , i d u e d is c o r s i r id u c o n o
al sile n z io il n o s t r o p r o t a g o n is t a , ch e esce di s c e n a .40 A n c h e ì p r o b le m i
p o sti d a l s u o c a s o p a r t ic o la r e ( s o ffe r e n z a im m e r ita ta ) e le su e a c c u s e (in
g iu s tiz ia d iv in a ) s o n o a p p a r e n te m e n te m essi da p a r te . Il p o s t o di G i o b b e
è o c c u p a t o d a i m is te r i d e lla n a tu r a . Si d ir e b b e c h e il p r e s u n t o d is o r d in e
p e r s o n a le h a u n a p o s s ib ile s p ie g a z io n e s o lt a n to a p a r tir e d a l l ’ o r d in e d el
c o s m o e d a lla s a p ie n z a n e c e s s a r ia a c o n s e r v a r n e l’ a r m o n ia .
C o n tl p r im o d is c o r s o ( c a p p . 3 8 - 3 9 ) J a h v é c e r c a d i r id ic o liz z a r e l ’ a t
t e g g ia m e n to tita n ic o d i G i o b b e . I v v , 2 - 3 h a n n o il s a p o r e d e lla sfid a . In
s e g u ito il p o e t a r ic o r r e a d a r g o m e n ti di p u ra t e o lo g ia d e lla c r e a z io n e ,
alla s a p ie n z a d ella n a t u r a ,41 p e r d im o s tr a r e 1 in a d e g u a te z z a d e lla s a p ie n z a
di G i o b b e e la su a in e ttitu d in e a d o m in a r e le fo r z e d e lla n a tu r a e a r e g
g e re i d e s tin i d e lP u n iv e r s o . Il p r o c e d im e n t o s tilis tic o im p ie g a to é q u e llo
d e lla d o m a n d a r e t o r ic a :42 se n e h a n n o 3 9 n el c a p . 3 8 e 1 4 nel 3 9 . G i o b
be re sta s e n z a p a r o le ( 4 0 , 4 - 5 ) . Il s e c o n d o d is c o r s o (c a p p . 4 0 , 6 - 4 1 , 2 6 ) è
p iù m o d e r a t o . J a h v é r ic o n o s c e c h e re g g e re il c o s m o n o n è u n c o m p it o
fa c ile , m a r im p r o v e r a G i o b b e di a v e r c e r c a t o di g iu s tific a r s i a su e sp e se
( 4 0 ,8 ) . L ’ u o m o p o t r à s a lv a r e se s te s s o s o lo q u a n d o s a rà in g r a d o di v in
4 1. Sul rema cfr. H, Richter, Die Natunlveisbeit des Alien Testaments im Buche H i o b : ZA W 70
(1958) i-zo.
4 1. Altri aspetti della «retorica divina» del cap. 38 in M.V. Fox, Job 38 and God's Rhetoric:
Semeia 19 (1981) 53-61.
C o n t e n u t o e in te n to d e ll’ o p e r a 13 3
c e r e il m a le in tu tti i s u o i o rd in i ( 4 0 , 9 - 1 3 ) . In a ltre p a r o le si t r a t t a d i u n
c o m p it o di e s c lu s iv a c o m p e te n z a d e lla s a p ie n z a d iv in a . Se il s u o b r a c c io
fo s s e c a p a c e di s o g g io g a r e il m a le , l’ u o m o s a r e b b e p a r i a J a h v é . 4-
L 'a r g o m e n t o di d is c u s s io n e ch e G i o b b e a v e v a p r o p o s t o è c o s ì c o m p l e
t a m e n t e s p o s t a t o . Q u e s t o s p o s t a m e n to h a c o lt o im p r e p a r a t o il p r o t a g o
n is ta . S o r p r e n d e n te m e n te la r is p o s ta d i G i o b b e p r e n d e u n 'a lt r a d ir e z io
n e: r ic o n o s c im e n t o d ella p o te n z a d i D i o ; a m m is s io n e d e lla p r o p r ia i g n o
r a n z a e d ei p r o p r i lim iti; c o n o s c e n z a im p e r fe tt a di J a h v é . N e c o n s e g u e il
p e n t im e n t o . T a l e r e a z io n e è s o r p r e n d e n te p e rc h é n e s s u n o d i q u e sti p r o
b le m i e r a s ta to d is c u s s o n el c o r s o d el lib r o . G io b b e a v e v a m e s s o in d u b
b io la g iu s tiz ia di D i o , c io è il v a lo r e d e lla d o ttr in a d e lla r e t r ib u z io n e ,
m a n o n n e a v e v a d is c u s s o la p o te n z a , c o n T è d im o s tr a to d a lla d o s s o lo g ia
d i 9 , 5 - 1 0 e d a lla le z io n e s u lla s a p ie n z a e la p o te n z a d iv in e di 1 2 , 7 - 2 5 .
C o m e p u ò G i o b b e c o n fe s s a r e o r a la p r o p r ia ig n o r a n z a e p r o c la m a r e la
p r o p r ia im p e r fe tta c o n o s c e n z a di J a h v é q u a n d o , s t a n d o a l p r o l o g o , i
p r e c e d e n t i r a p p o r t i tr a J a h v é e G io b b e e r a n o im p r o n ta ti a g r a n d e v i v a
c i t à ? Q u e s ta a p p a r e n te m a n c a n z a di a r m o n ia n a r r a t iv a h a in d o t t o s p e s
s o a p e n sa re c h e n ei su o i d is c o r s i J a h v é s c h iv i le a c c u s e di G io b b e e, d i
f a t t o , n o n r is p o n d a a lla m e ssa in d is c u s s io n e r a d ic a le d ei r a p p o r t i t r a
D io e l’ u o m o p r o p o s t a d a l lib ro (c fr. 1 6 , 2 1 ) . 344
4
T u t t a v i a la re a ltà è m o lt o d iv e r s a d a lle o p in io n i di q u e s ti a u t o r i. G i o b
b e c h ie d e v a in to n i c o m m o v e n t i un in c o n t r o c o n J a h v é ( £ 3 , 3 . 8 - 9 ) , e T o t -
tie n e o ltre o g n i a tte s a . V o l e v a p a r la r e c o n lu i, e (s e b b e n e n o n si p o s s a
p a r la r e d i d is p u ta ) lo fa u s c ir e d a lla s u a lo n ta n a n z a . In o ltr e J a h v é n o n
g li r im p r o v e r a i p e c c a ti e i d e litti ch e gli im p u t a n o i s u o i a m ic i; c iò i n d i
c a im p lic ita m e n te ch e la d iv in ità r ic o n o s c e l’ in n o c e n z a di G i o b b e . 11p r o
t a g o n is t a d el lib r o c h ie d e v a u n a tr e g u a p r im a di m o r ir e ( 1 0 , 1 0 ) , e n o n
s o lo la o ttie n e rna g li v ie n e a llu n g a t a la v it a ( 4 2 , 1 6 - 1 7 ) . J a h v é r is p o n d e
in d ir e tta m e n te alle a c c u s e di G io b b e . S e p e r q u e s t ’ u ltim o il m o n d o è un
caos (a ffe r m a z io n e d e d u c ib ile d a lla su a v ic e n d a p e r s o n a le s e c o n d o il
c a p . 3 ) d o m in a to d a i m a lv a g i (9 ,2 ,4 ), J a h v é g li m o s tr a c h e si tr a tta d i un
cosm os g u id a t o d a lla s u a s a p ie n z a ( 3 8 , 3 6 - 3 7 ) e c o n t in u a m e n t e r ic r e a t o
d a lu i ( 3 8 , 4 - 3 8 ) ; e sso n o n è fr u t t o d elle d is p o s iz io n i d e i m a lv a g i (c fr .
4 0 , 1 1 - 1 3 ) m a d e lla g iu s t iz ia d iv in a (c fr. 4 0 , 8 ) . Il c h ia r im e n t o di u n a q u e
s tio n e c o s ì s p in o s a c o n s is te n e lla c o n t r a p p o s iz io n e tr a « c o n o s c e r e p e r
s e n tito d ire » e « v e d e r e » ( 4 2 , 5 ) . G io b b e e r a u n u o m o e c c e z io n a le : « g iu
s to e o n e s to , t im o r a t o di D i o e a lie n o d a l m a le » ( 1 , 1 . 8 ; 2 , 3 ) . J a h v é lo
43. Jahvt, dovrebbe dire a Giobbe: «La ma destra ti ha dato la vittoria», proclamazione che spet
ta soltanto a Dio (cfr. S a i, 98,1).
44. Sul tema si veda L. Alonso SchokeJ, La risposta d ì D i o : Conc 19/9 (1983) 83-93; sulla pro
blematica generale dell*incontro tra Jahvé e Giobbe cfr. O. Keel, Ja h u e s Entgegnung an ljoby
Gottingen 1978, spec. 156 -159 .
134 Jl libro di Giobbe
a v e v a « c i r c o n d a t o c o n u n a s ie p e e p r o t e t t o » ( i , i o ). D o p o il c o lp o f a t i
d ic o e g li se n te ch e la s u a s ie p e è s ta ta a b b a t t u t a (c fr . 1 9 , 1 0 ) , c h e J a h v é
lo ha c ir c o n d a t o di v io le n z a (c fr . 1 6 , 1 3 ) . O r a lo h a la s c ia t o in b a lia d e l
la te m p e s ta e g li h a s b a r r a t o la v ia ( 3 , 2 3 5 1 9 , 8 ) . G io b b e c o n o s c e v a J a h -
v e p r im a di e sse re e s p o s t o a lla te m p e s ta ? P o s s ia m o p e n s a re c h e la b a r
r ie r a p r o te ttiv a d e lla s u a s ic u r e z z a fo sse ta n to a lta c h e n o n g li c o n s e n t i
v a di v e d e r e n e s s u n o , n e m m e n o J a h v é m a s o lt a n t o la p r o p r ia c e r c h ia
fa m ilia r e e il p r o p r io p a t r im o n io (c fr . 1 , 2 ) ? È p o s s ib ile c h e la c r i t i c a r a
d ic a le di q u e s to tip o di r e lig io s ità , b a s a ta su l d o u t d e s , e s o s te n u ta d a lla
d o t tr in a d e lla r e tr ib u z io n e , s ia ^ o b ie t t iv o del lib r o d i G io b b e . G i à lo
a v e v a d e tto S a t a n a a J a h v é c o n s a r c a s t ic o c in is m o : « F o r s e c h e G i o b b e
te m e D io p e r n u l l a ?» ( 1 , 9 ) . S t r a p p a t o d a lla p r o p r ia s ic u r e z z a cd e s p o s t o
b r u s c a m e n te alla t e m p e s ta , G i o b b e si a v v ic in a p e r ic o lo s a m e n t e a lla b e
s te m m ia . P u r e s s e n d o un u o m o « t im o r a to di D i o » , c io è « r e l ig io s o » , e m e r
g e ch e egli c o n o s c e v a D io s o lt a n t o p e r se n tito d ire . S o lo la « v is io n e » di
J a h v é , s a g g ia g u id a d e iP o r d in e c o s m ic o (ch e n a tu r a lm e n te p u ò s u s s is t e
re a n c h e s e n z a G i o b b e ) , s o lo la v ic in a n z a e [ e s p e rie n z a del m is te r o a i u
t a n o G i o b b e a t r o v a r e u n a v ia d 'u s c it a . « A d e s s o ti h a n n o v is to i m ie i
o c c h i» ( 4 2 , 5 ) . Su q u e s ta b a s e si p u ò a f fe r m a r e , s e n z a r is c h ia r e e q u iv o c i,
c h e i d is c o r s i di J a h v é d a l t u r b in e r is p o n d o n o p e r fe tta m e n te a lle la m e n
te le di G i o b b e , n o n in m o d o d ire tto , s e c o n d o le c o n d iz io n i p r e te s e d a
G i o b b e ( « o J a h v é o io » ) m a in d ir e tta m e n te , d a l p u n to di v is t a d e lla d i
v in ità : la n e c e s s ità d e lla m e d ia z io n e d e lla su a p r e s e n z a p e r l’ a c q u is iz io
n e di u n a v e r a c o n o s c e n z a . S o lt a n t o a p a rtire d a lP a llo n ta n a n ie n t o e d a l
la te m p e s ta , se n z a n e ssu n a r e a lt à ch e in te rfe r is c a n e lP ìn c o n tr o t r a D io e
l'u o m o , G i o b b e è in g r a d o di la s c ia r e n tr a r e la lu c e a t t r a v e r s o la c o n f u
s io n e m e n ta le c h e lo t o r m e n t a v a .45 P er q u e s to G i o b b e p a s s a d a l l 'a c c u s a
a lla lo d e .4* E ffe t t iv a m e n t e la v it a è g r a t u it à : n o n d e v e e sse re v is s u ta s e
c o n d o l 'o t t ic a « m e r c a n tilis ta » d e lla d o ttr in a d e lla r e tr ib u z io n e . L ’ u o m o
d e v e e sse re r e lig io s o ( « t i m o r a t o di D io » ) in c a m b io d i n u lla . Q u i h a m i-
z io il c a m m in o d e lla s a p ie n z a .
4. L a v e r a s a p ie n z a
Q u e s t o è a p p a r e n te m e n te il m e s s a g g io d el bel p o e m a d el c a p . 2 8 , ch e
s e m b r a in te r r o m p e r e il d ia lo g o tra G io b b e e i s u o i a m ic i, m o t iv o c h e h a
in d o tto la m a g g io r p a r t e d e g li in te rp re ti a c o n s id e r a r lo u n 'a g g iu n t a a l
l'o p e r a o r ig in a le . L a fin e d ei d is c o r s i di G io b b e v ie n e e s p lic it a m e n te r i
c o r d a t a in 3 1 , 4 0 . 1 c a p p . 2 9 - 3 1 p o s s o n o e sse re il d o s s ie r p r e p a r a t o d a l
p r o t a g o n is t a in v is ta d i un e v e n tu a le p r o c e s s o n e l q u a le c e r c a di d i m o
s tr a r e la p r o p r ia in n o c e n z a e la c o lp e v o le z z a del p r o p r io a v v e r s a r io ( c fr .
1 7 , 6 - 7 ) . Q u e s ta ip o te tic a c o n g iu n z io n e tra 2 7 , 7 e 2 9 , 2 è c h ia r a m e n t e in
t e r r o t ta d a l c a p . 2 8 , p o e m a r e la t iv o a lla r ic e r c a d ella s a p ie n z a e a lle
c o n d iz io n i d e lla su a a c q u is iz io n e . Il g e n e r e d ia lo g tc o la s c ia il p o s t o al
p o e m a s a p ie n z ia le . D o v e si t r o v a la s a p ie n z a ( 2 8 , 1 2 . 2 0 ) ?
F in o a q u e l m o m e n t o sia G i o b b e sia i s u o i a m ic i a v e v a n o r iv e n d ic a t o
la p r o p r ia s a p ie n z a c r it ic a n d o s i r e c ip r o c a m e n te ( 1 2 , 2 ; 1 3 , 5 ; 1 7 , 1 0 ; 2 6 ,
3 ) . T u t t a v i a n el c a p , 2 8 si d e im e a un d iv e r s o tip o d i s a p ie n z a . L ’ u o m o
c o n il s u o im p e g n o e la su a c o n o s c e n z a a l s e r v iz io d e lla t e c n ic a è m g ra
d o d i g iu n g e r e fin o a lle re a ltà p iu r e c o n d ite e m is te r io s e d e lla n a t u r a
(d e s c r iz io n e d ei g ia c im e n ti m in e r a r i). L a p r o le s s io n e d e lla s a p ie n z a a s s i
c u r a p o te re e r ic c h e z z e . Q u e s to è il c o n t e n u t o dei v v . i - n . È p o s s ib ile
c h e q u e s to h o m o fa b e r m a n c h i di u n a c o n o s c e n z a s u p e r io r e n o n ta n to
n e ll* a m b ito s o c io e c o n o m ic o q u a n t o in q u e llo u m a n o ed e t ic o (c o m e p e r
la p r im a c o p p ia u m a n a di G en . 3 , 3 - 5 ) , L a te n ta z io n e c o n s is te ne! p e n s a
re c h e e g li p o s s a a v e r e a c c e s s o a q uesLa c o n o s c e n z a m e d ia n te il p r e z io s o
fr u t t o del s u o s fo r z o : o r o , z a ffir o , c o r a lli, p e rle , t o p a z io . In r e a ltà n ie n te
p u ò e sse re p a r a g o n a t o a lla s a p ie n z a né la si p u ò a c q u is t a r e p e r n e ssu n
p r e z z o (v v . 1 2 - 1 9 ) . p a rte s u c c e s s iv a del p o e m a p r o p o n e al le tto r e
u n a r is p o s ta p a r z ia le s u l lu o g o di r e s id e n z a d ella s a p ie n z a : c e r t a m e n t e
e s s a è fu o r i d e lla p o r t a t a d e g li e sse ri v iv e n t i (v . 2 1 ) , n é si t r o v a n el m o n
d o d e lle o m b r e e d e lla m o rte (v . 2 2 ) . S o l o D io c o n o s c e la s u a v i a , s o lo
lui sa d o v e si tr o v i (v. 2 3 ) . L a n a t u r a e il fin e d e lla s a p ie n z a s o n o p o s t i
in r e la z io n e c o n la t e o lo g ia d ella c r e a z io n e (v v . 2 4 - 2 7 ) . 47 I n s o m m a , s o lo
J a h v é p o s s ie d e la s a p ie n z a ; p e r a v e r v i p a r t e T u o m o d e v e a s s u m e r e u n a t
t e g g ia m e n to c r e a t u r a le : a v e r e tim o r e d e l S ig n o r e e a llo n t a n a r s i d a l m a le
( 2 8 , 2 8 ; c fr . P rov. 3 , 7 ) . A q u e s to p u n to s o r g e n e l le tto re u n a d o m a n d a
c h e e s ig e u n a r is p o s ta u rg e n te : « A c c e t t i a m o q u e ste p r e m e s s e p e r l a c q u i-
s ìz io n e d e lla s a p ie n z a ; m a il n a r r a to r e n o n a v e v a d e tto , g ià a l l ’ in ìz io d e l
lib r o , c h e ‘ G i o b b e ... e r a t im o r a t o di D i o e a lie n o d a l m a le 1? ( 1 , 1 ) » . C o
m e m a i G io b b e , p u r p o s s e d e n d o le v irtù r ic h ie s te p e r o tte n e r e la s a p ie n
z a , si è v is to c o n d a n n a t o a lla s to lte z z a e al fa llim e n to u m a n o ? O fo r s e il
p o e t a d e l c a p . 2 8 in te n d e c r it ic a r e l’ a tte g g ia m e n to d o g m a t ic o d e g li a m i
ci d i G i o b b e m e d ia n te F a ffe r m a z io n e im p lic ita c h e la d o t tr in a d e lla r e
tr ib u z io n e n o n h a n ie n te a c h e fa r e c o n l ’ a u te n tic a s a p ie n z a e c o n il d i
s c o r s o su D i o , la t e o lo g ia ? In ta l c a s o T u o m o p u ò s v ilu p p a r e il p r o p r io
p r o g e t t o di h o m o s a p ie n s s o lt a n t o a p a r t ir e d a ll’ a lte rità r e lig io s a .
Il r e d a tto r e fin a le del lib ro di G io b b e r it a r d a la r is p o s ta d i J a h v é a lla
47. È chiaramente percepibile il rapporto tra questo Hnale del cap. z8 e la teologia della crea
zione sviluppata nei capp. 38-41. Si potrebbe dire che si tratta di un'anticipazione della rispo
sta finale di Jahvé.
13 6 II l i b r o d i G i o b b e
p r o v o c a z io n e di G io b b e r ic o r r e n d o a ll'in c lu s io n e d ei d is c o r s i di E lih u
(c a p p . 3 2 - 3 7 ) , ch e r a p p r e s e n t a n o u n ’ o s tin a ta c o n f e r m a t e o l o g i c o - p e d a
g o g ic a d e ll’ o r t o d o s s ia d o g m a t ic a d e g li a m ic i d i G io b b e . In e ssi la fo r m a
d e lla d ia t r ib a è e s p r e s s a c o n m a g g io r c h ia r e z z a ris p e tto ai d is c o r s i d i E l i -
fa x , B ild a d e Z o f a r . P u r c o n t e n e n d o a lc u n e p r o fo n d e v e r it à , c h e a n t i c i
p a n o c e r te id e e dei d is c o r s i d i J a h v é , in r e a ltà s o n o v iz ia ti d i r a z i o n a l i
s m o e d is p r e z z o p e r il m is te r o d e ll’ u o m o . Il c a r a t t e r e s e c o n d a r io d i q u e
s to m a t e r ia le p o e tic o si r iv e la in m o lti a s p e t t i . D a u n a p a r te fin q u i
n o n si s a p e v a n u lla d i q u e s to p e r s o n a g g io , p o ic h é il p r o lo g o in p r o s a
n o n lo m e n z io n a e l’ e p ilo g o n o n lo r ic o r d a . D a l l ’ a ltr a il s u o in te r v e n t o è
e s s e n z ia lm e n te u n m o n o l o g o s e si c o n s id e r a c h e n é G i o b b e n é J a h v é n e
t e n g o n o c o n t o . In o ltr e v ie n e a in te rr o m p e r e la c o n tin u ità tra 3 1 , 4 0 e
3 8 , 1 . P e r q u e sti m o tiv i m o lti c o m m e n t a t o r i c o n s id e r a n o a r a g io n e c h e
q u e sti d is c o r s i s o n o u n ’ a p p e n d ic e ta r d a .
5. E p i l o g o in p r o s a : la lib e rtà d ì D io
U n a v o lta c h e la c o m p o n e n te d r a m m a t ic a d e l p o e m a h a r a g g iu n t o il p r o
p r io c u lm in e c o n la te o fa n ia e l ’ in c o n tr o tra G i o b b e e J a h v é , l e p ilo g o in
p r o s a ( 4 2 , 7 - 1 7 ) r ip r e n d e i m o t iv i d el p r o lo g o . N o n r it o r n a n o s u lla s c e
n a S a t a n a e la m o g lie di G i o b b e , la c u i fu n z io n e e ra e s a u r ita . Il r a c c o n t o
è in c e n tr a to s u lla g iu s tific a z io n e in te rio re ed e s te r io r e del p r o t a g o n is t a .
J a h v é r ic o n o s c e ch e G i o b b e h a « p a r la t o r e tta m e n te » di lu i. M a q u a n d o
G io b b e ha r iv e la t o la r e ttitu d in e d e lle p r o p r ie p a r o le ? S e a c c e t t ia m o c h e
il r a c c o n t o p o p o la r e o r ig in a r io è r a p p r e s e n ta to s o lt a n to d a lla c o r n ic e in
p r o s a , si d o v r e b b e d e d u rr e c h e la re ttitu d in e d i G i o b b e si r iv e la n e lla r i
s p o s t a ch e e g li d à a lla p r o p o s t a d e lla m o g lie in z , i o : « S e a c c e t t ia m o d a
D i o i b e n i, n o n a c c e tte r e m o a n c h e i m a li? » . P u r ig n o r a n d o c o m e e in
q u a le m is u r a il m a le è in q u a lc h e m o d o c o n n e s s o c o n P o p e r a p r o v v i
d e n z ia le di D io , lo si d e v e a c c e t t a r e fa c e n d o a p p e llo a lla fid u c ia e a lle
d im e n s io n i s o v r u m a n e d e l m is te r o . T u t t a v i a è d a c o n s id e r a r e c h e l ’ in
te r v e n to d i J a h v é n e lP e p ilo g o n o n r ig u a r d a s o lo il p a r la r e r e tto d ì G i o b
be m a a n c h e P a tte g g ia m e n to « t e m e r a r io » d ei s u o i a m ic i. P e r c iò l ’e p i l o
g o tien e c o n t o a n c h e d e l c o n t e n u t o d e g li in te rv e n ti d i q u e s ti tre p e r s o
n a g g i nel c o r s o del d ia lo g o p o e t ic o .
S i d o v r à q u in d i r ic o n o s c e r e ch e q u a n to J a h v é r e s p in g e è il q u a d r o g e
n e ra le d ella rifle s s io n e d i E l i f a z , B ild a d e Z o f a r . C e r t a m e n t e J a h v é h a
d e g li o b b lig h i v e r s o la g iu s t iz ia , m a n o n a l p u n t o d a e sse re p r iv o d i l i
b e rtà n el p r e n d e r e d e c is io n i e d a essere s o tt o m e s s o a lla s u p r e m a is ta n z a
te o lo g ic a d el r a p p o r t o a z io n e -r is u lt a t o d e lla d o t tr in a d e lla r e tr ib u z io n e . 4
8
In ta l c a s o la d iv in ità si v e d r e b b e r id o t ta a l r a n g o d i m e r a « r e a z io n e » .
In r e a lt à « g li a m ic i di G io b b e c o lt iv a v a n o u n a c o n v in z io n e r e lig io s a p iù
c h e u n r a p p o r t o v ita le c o n il D i o v iv e n t e , p o ic h é c r e d e v a n o a u n a d i v i
n ità r a z io n a le re sa s c h ia v a d a u n p r in c ip io : la g iu s tiz ia . A l o r o p a r e r e d u e
p r in c ip i r e g g e v a n o P u n iv e r s o , e il p r in c ip a le n o n era D i o » . -’ 3
L ’ e p ilo g o p re se n ta u n d a to p r o b a b ilm e n t e a p p a r te n e n te al r a c c o n t o
p o p o la r e o r ig in a r io : la m e n z io n e d ei fa m ilia r i e c o n o s c e n t i di 4 z , n . I
v e r s e tti fin a li p a r la n o d e lla g iu s tific a z io n e e ste rio re d i G i o b b e ,
P o ic h é i m a g g io r i p r o g r e s s i n e lla r ic e r c a su l lib r o di G i o b b e s o n o s ta ti
r a g g iu n t i in q u e s to s e c o lo , l’ e s p o s iz io n e c h e s e g u e s a rà in c e n t r a t a s u i r i
s u lta ti d e g li u ltim i d e c e n n i.
1 . 1 m eto d i critici
In q u e s t ’ a m b it o la m a g g i o r p a r t e dei r ic e r c a t o r i h a n n o c o n c e n t r a t o i l o
r o s f o r z i nel c h ia r im e n t o di ta lu n i a s p e tti fo r m a li, d e lla tr a d iz io n e e d e l
la r e d a z io n e . ,
P e r q u a n to r ig u a r d a la fo r m a le tte ra ria la p r im a v o c e c r it ic a di u n a c e r
ta im p o r ta n z a fu q u e lla di T e o d o r o di M o p s u e s t ia . P u r n o n d is p o n e n d o
d e l r ig o r e e d e lla p r e c is io n e dei m e to d i d i a n a lis i o d ie r n i, e g li d efin ì il li
b ro di G io b b e u n a tra g ed ia .51 D u e te s tim o n ia n z e del T a l m u d (u n a è
q u e lla d i r a b b i R e s h L a k is h ) a ffe r m a n o c h e « G io b b e n o n fu m a i c r e a t o ,
né m a i e siste tte , a ltro n o n è c h e u n a s e m p lic e p a r a b o la (m à sà l)» .5* S e
g u e n d o q u e s ta in d ic a z io n e M a im o n id e Io d efin ì u n a fin z io n e le t t e r a r ia ,
la c u i u n ic a fu n z io n e e r a di e s p o r r e le d iv e r s e o p in io n i del p o p o l o s u lla
p r o v v id e n z a d iv in a . G i o b b e n o n s a r e b b e m a i e s is tito .53 G i à N i c o l a di
L i r a lo c o n s id e r ò u n a d isp u ta .54
A t t u a lm e n t e , s u lla s c o r t a d e lla le tte r a tu r a a n a lo g a d el V i c i n o O r ie n t e 4
3
G io b b e tra i p ro fe ti in Sin 4 9 ,9 a lc u n i a u to r i h an n o c e rc a to d ’ in d iv id u a
re n e l lib ro elem en ti p r o p r i d e lla tra d iz io n e p ro fe tic a . C o s ì B a r d tk e s o t
to lin e a in p a rtic o la re tre elem en ti: il c o n s ig lio d iv in o di 1 , 6 ; z , i , le s o f
fe re n z e d i G io b b e c o lle g a te co n l ’ a n n u n c io del g iu d iz io / 4 il fa t t o ch e J a h -
vé si r iv o lg e d ire tta m e n te a G io b b e .65 T u tta v ia B a rd tk e n o n è in g ra d o
di sp ie g a re in m o d o so d d isfa c e n te l ’ a sse n z a nel lib ro d i G io b b e di t r a d i
z io n i re lig io se n a z io n a li, seg n o c e rto d i r e s p iro p ro fe tic o . L e o s s e r v a z io
n i di T e rrie n su lla v ic in a n z a le tte ra ria d elle sezio n i in n ich e del D e u te ro -
Is a ia a q u elle di G io b b e q u a n to a « lin g u a , stile e alcu n i tem i fo n d a m e n
t a li» 66 si riv e la n o p iù p ertin en ti. R im a n e p e rò in fo n d a ta la su a p re te sa
di s e r v ir s i di ta le a ffin ità p e r s ta b ilire la d a ta di c o m p o siz io n e d e l lib r o .
G li elem en ti sa p ie n z ia li del lib ro di G io b b e ta n to di tra d iz io n e is r a e li
tica q u a n to e x tra isra e litic a so n o sta ti la rg a m e n te ric o n o sc iu ti d a i s u o i
in te rp re ti p iù a u to r e v o li,67 T u tta v ia a lc u n i h an n o so tto lin e a to F in flu sso
d e c isiv o d e lla sa p ien z a eg iz ia n a e in p a r tic o la r e d e ll’ id ea d i maat. In e f
fetti il ra p p o rto in trin se c o a z io n e -risu lta to , so tte so a lla d o ttrin a d e lla
re trib u z io n e , elem en to essen ziale nel lib r o di G io b b e , p re su p p o n e l ’ id e a
di un D io ch e p resied e a g li o rd in i c o sm ic o e so c ia le e alle e v e n tu a li r iv e n
d ic a z io n i u m a n e m a ch e è c a p a c e di a c c o n d isc e n d e re a lla s u p p lic a d el-
F u o m o .68 A ltri, in fin e, so tto lin e a n o le in flu en ze c a n a n a ic h e s o p ra ttu tto
nel p ro filo d e lla d iv in ità .69 N o n o s ta n te tu tti q u esti a p p ro c c i e sen za v o
le r n e g a re la c o m u n a n z a di id ee tra i p a e si del V ic in o O rie n te a n tic o , ch e
c e rta m e n te a iu ta n o a c o m p re n d e re F o p e r a , è p iù p ru d e n te rite n e re il li
b ro d i G io b b e u n ’ o p e ra a u to n o m a .
72. Un esponente di questa pluralità, notevole soprattutto per le sue conclusioni peregrine, è
M. Prakasa Reddy, T h e B o o k o f J o b . A R e c o n s t r u c t ì o n i ZAW 50 (1978) 59-94.
73. È utile notare, tuttavia, che il redattore finale ha ritoccato alcuni aspetti, soprattutto dell’epi
logo, per armonizzarlo con le idee presentate nel dialogo poetico. Sono stati avanzati dubbi
sull’originalità della figura di Satana net prologo; si veda G. Ravasi, G i o b b e , 2.2..
7 4 . L'originalità del terzo ciclo di discorsi (capp. 2 1 - Z 7 } , Tuttavia, è stata posta in dubbio per il
suo carattere frammentario e i sorprendenti interventi di Giobbe, in cui questi sembra attenua
re le sue precedenti posizioni.
75. L'originalità delle descrizioni di Behemot e Levìatan (40,15-4] ,26) è oggetto di seri dubbi.
j 6 . Per ulteriori particolari rinviamo alPottimo compendio in L. Alonso Schòkel - J.L. Sicre,
G io b b e f 4 5 -7 5 . 7 7 . Abbondanti informazioni in J. Leveque, J o b e t s o n D / e u 1, 12,-116 .
S t o r ia d el] a r ic e r c a e p r o b le m i a p e r t i 1 4 1
lo n e si, c a n a n a ic a 78 ed e g iz ia n a : le c o n tin u e a rg o m e n ta z io n i a d is c o lp a di
G io b b e ;79 il tem a del g iu sto s o ffe re n te ;80 la g iu stiz ia d i D io .Sl L e a n a lo
gie tr a P e p o p e a u g a ritic a d i A q h a tu e il te m a del d estin o di G io b b e so n o
sta te rile v a te d a C r o o k - E lio t .82 È o p p o rtu n o ric o rd a re d a u ltim o in q u e
sto c o n te sto la te o ria (in d u b b ia m e n te stra v a g a n te ) del p re s tig io s o b ib li
sta T e r r ie n , se c o n d o la q u a le il lib ro di G io b b e p o tre b b e e sse re un d r a m
m a p a ra ritu a le d ella fe sta sem itica d e lP a n n o n u o v o .83 Sen za e n tra re nel
m e rito di q u este te o rie n o n si p u ò a c c e tta re P ip o te si d i un p re s tito d ir e t
to d a p a rte del lib ro di G io b b e . In d e fin itiv a si d eve p a rla re d i un p a t r i
m o n io di m o tiv i e tem i c o m u n e alle c u ltu re del V ic in o O rie n te .
3 . Secondo la teologìa ^
86. In questo caso, e a giudicare dai discorsi di Jahvé nei capp. 38-41, la sofferenza potrebbe
valere come luogo della rivelazione di Dio. Così M. Tsevat, T h e M e a n i n g o f t h è B o o k o f J o b :
HUCA 37 (1966) 73-106,
87. «Il motivo fondamentale tanto della leggenda di Giobbe, che fa da cornice narrativa,
quanto del poema in se, è quello deli esistenza dolorosa dell'uomo. Non si tratta delle domande
sull’origine, il fondamento e la legittimità della sofferenza, bensì delia questione dell’ atteggiamen
to che l’uomo deve assumere di fronte a essa. Il problema esistenziale è la questione dell’atteg
giamento adeguato di fronte alla sofferenza» (G. Pohrer, H i o b , 549),
88. La mia posizione è l’opposto di quella di G. Fohrer, il quale giudica la reazione davanti
alla sofferenza come T b e rr ta e 11 dubbio sul l’autenticità della religiosità di Giobbe come N e -
b e n t h e m a . Cfr. nota precedente. 89. Si veda W, von Soden, a rt. d t .
S to ria d e lla ric e rc a e p ro b le m i ap erti 14 3
a) Secondo la psicologia
90. G. Gutiérrez» Parlare di Dio dalla sofferenza deUJinnocente. Una riflessione sul libro di Giob
be, Brescia 1 i987, 28. 201.
91, C.G. Jung, Risposta a Giobbe (1952), Torino 1979 (rist. 1992). Altri aspetti delle letture
psicologiche in W. Vogels, The Spiritual Growth o f j o b : BibTB 1 1 (19 8 1 ) 77-80.
Cfr. J.L. Crenshaw, O l d T e s t a m e n t W i s d o m , 1 20-1 z i .
14 4 11 libro eli Giobbe
b) Secondo il femminismo 97
93. Questo dualismo o antinomia è presente anche in Giobbe, il quale intende presentare Dio
come testimone contro Dio stesso; cfr. C.G. Jung, o p . u t ia ,
94. Commoventi le affermazioni di 7,8 («Quando mi guarderai, io non sarò più») e 7 , 1 1 («Ben
presto giacerò nella polvere, mi cercherai, ma più non sarò»),
95. Cfr. G. Ravasi, G io b b e , 2-04.
96. Più che di una risposta Giobbe aveva bisogno di una terapia secondo W.S. Taylor, T b e o ìo g y
a n d T b e r a p y in j o b : Theology Today 1 2 ( 1 9 5 6 ) 4 5 1 - 4 6 1 .
97. Cfr. D.J.A. Clmes^ofr 1 - 1 0 (WBC 17), Dallas 1989, x lv iii - l .
Bi b lio g r a f ìa c o m m e n t a t a 14 5
V . B IB L IO G R A FIA C O M M E N T A T A 100
Alonso Schòkel, L. - Sicre, J.L., Giobbe, Roma 1985. Ottima opera in generale,
della quale è da segnalare l'ampia ed esauriente introduzione e la precisione e la
bellezza della traduzione. La bibliografia è buona e sufficientemente ampia. Lo
studio delle difficoltà testuali, anche se incompleto, affronta molto bene i proble
mi più urgenti. Il commento presenta ottimi e notevoli suggerimenti, difficilmen
te rinvenibili in altre opere del genere.
Clines, D.J.A.,/o£> 1-20 (WBC 17), Dallas 1989. Il lettore può rendersi conto
delle ambizioni di questo commento pensando che l’esposizione dei primi 20 ca
pitoli di Giobbe occupa 501 pagine. Dopo averlo sfogliato, sì deve riconoscere che
la sua qualità è direttamente proporzionale alla voluminosità. L ’ampiezza della
bibliografia e l’analisi quasi completa dei problemi testuali fanno di quest’opera
uno dei tre migliori commenti attuali al libro di Giobbe.
Dhorme, P., Le hvre de Job, Paris 1926. Dopo un’ottima introduzione di 178
pagine l’autore dispiega nel commento le sue eccellenti doti di esegeta e le sue va
ste conoscenze di storia deiPesegesi. Un’ampia analisi critico-testuale e un com
mento preciso e documentato fanno di quest’opera, nonostante gli anni trascorsi
dalla sua pubblicazione, un riferimento obbligato.
Driver, S.R. - Cray, G.B., The Book o fjo b (ICC), Edinburgh 19 2 1, risi. r9 7 i.
Come la collana cui appartiene, Popera si segnala per il rigore e Pesaustività con
cui affronta le questioni filologiche. L ’introduzione è sufficiente, anche se la data
di composizione richiede la nostra benevolenza di fronte ad alcune prese di po
sizione attualmente insostenibili. Indispensabile nella biblioteca degli studiosi del
la Bibbia.
98. G. Ravasi, G i o b b e , 185-255. 99. D.J.A. CJines7 J o b j-20, x l v i t - l v i .
100. La più completa bibliografia aggiornata si trova in D.J.A. Clines, J o b 1-20, lxiii-cxv .
14 6 II Libro di Giobbe
Fohrer, G., Das Buch Hìob (KAT xvi), Gutersloh 1963. Questo libro è uno dei
maggiori contributi alla storia dell’esegesi del libro di Giobbe. Opera monumen
tale (565 pagine), affronta la problematica di Giobbe da tutti i possibili punti di
vista: retorico, letterario, testuale, teologico, storico-religioso. Le sue pertinenti
osservazioni, la profondità di pensiero e l’indiscutibile professionalità dell’autore
ci pongono di fronte un’opera già classica e molto difficilmente superabile.
Gordis, R., The Book o f God and Many Chicago-London 1978. Non si tratta
di un commento nel senso abituale del termine. La traduzione e il commento oc
cupano solo le pp. 231-306. Tuttavia ciò che l’autore non dice in queste pagine è
già stato esposto nell’ampia introduzione (pp. 1-228) e nelle ricche note al termi
ne del libro (pp. 3 13 -3 3 ^). L’analisi del testo e la conoscenza della letteratura
giudaica in proposito costituiscono i migliori contributi del volume.
Habel, N.C., The Book o f Job (OTL), London 1985. È uno dei migliori com
menti attuali al libro di Giobbe, appartenente alla prestigiosa «Old Testament
Library». Se si eccettua l’ interpretazione del genere letterario, il libro apparter
rebbe alla «disputa giudiziaria», tutto ciò che si può attendere da un commento
di questo tipo è affrontato con rigore e professionalità.
Horst, F., Hiob 1-19 (BK xvr/i), Neukirchen/Vluyn 31974. Purtroppo l’opera
fu bruscamente interrotta dalla morte dell’autore nel 1962. La continuazione del
commento, affidata a E. Kutsch, non è stata ancora pubblicata. Non è esagerato
il giudizio dell'editore della collana quando nella prefazione afferma che «in que
st’opera si è rivelato un insolito filone di conoscenze bibliche». In effetti si tratta
del migliore commento a Giobbe, malauguratamente incompleto, che sia mai sta
to scritto. Rileviamo l’assenza di un’adeguata introduzione, una lacuna attri
buibile più agli editori che all’autore, probabilmente sorpreso dalla morte prima
di poterla redigere.
Lévèque, J.,/ofe etson Dieu (EtB), 2 voli., Paris 1970. L ’elemento maggiormen
te degno di nota di quest’opera è l’ampia e ottima introduzione: la prima parte de
dicata al tema del giusto sofferente nelle letterature del Vicino Oriente antico (Me-
sopotamia, Ugarit, Egitto, Arabia), dell’India e della Grecia e le prime due sezio
ni della seconda parte: problemi di struttura letteraria e gli attori del dramma.
Pope, M.H., Job (AB 15), Garden City 31982. Il prestigio della collana e la
qualità del commentatore sono universalmente noti. Tuttavia non ci si può dire
soddisfatti del libro, perché all’analisi relativamente inadeguata del testo si ag
giunge la tendenza «panugaritica» dell’autore, la quale toglie interesse a quello
che sarebbe potuto essere un ottimo commento.
Ravasi, G., Giobbe. Traduzione e commento, Roma 1979. Bisogna rilevare in
questo commento l’ottima ed estesa introduzione (274 pagine) nella quale l’auto
re affronta la presentazione del libro di Giobbe secondo le coordinate letterarie e
teologiche, prima di passare allo studio della tradizione di Giobbe secondo la
prospettiva della sapienza ortodossa ed eterodossa. L ’opera offre anche tre inte
ressanti sezioni su «Giobbe, nostro contemporaneo» (con riferimenti alle opere,
tra gli altri, di Kierkegaard, Melville, Dostoevsky, Jung, Camus, Bloch, Barth,
Jaspers, von Balthasar, Henry Lévy), «Giobbe e il teatro» e «Giobbe nell’arte».
C a p ito lo v
I
1. Il lib ro
a) T ito lo d e l lib ro
V ulgata , è la fo r m a la tin iz z a t a d e l g r e c o
E c c le s ia s t e , tito lo d e r iv a t o d a lla
ek k lesia stes , c o n cuj i L X X te n ta n o d i t r a d u r r e T e b r a ic o q ò h e le t , il n o
m e d e ll’ a u t o r e s e c o n d o 1,1. L a t r a d u z io n e « p r e d ic a t o r e » d i a lc u n e v e r
s io n i e c o m m e n ti n o n si a d d ic e n é a lP a r g o m e n t o d e ll'o p e r a n é a lla f u n
z io n e a ttr ib u ib ile a ll’ a u to r e . Il g r e c o ekklesiastes tr a d u c e P e b r a ic o q ò h e
let r a g io n e v o lm e n t e b e n e . E k k lesia stes è « c o lu i ch e si s ie d e o p a r la n e l-
P a s s e m b le a (ekklesia )», te rm in e in c o n s o n a n z a c o n il t it o lo e b r a ic o . In
e ffe tt i q ò h e le t è q u a s i c e r ta m e n te u n a f o r m a p a r t ic ip ia le d e l v e r b o q h l
« r iu n ir e in a s s e m b le a » , « c o n v o c a r e » . Il s o s ta n tiv o q à h à l « a s s e m b l e a » ,
d e r iv a t o d a q u e s to v e r b o , v ie n e tr a d o tto n e i L X X g e n e r a lm e n te c o n e k
k le s ia . Il s ig n ific a to d i q ò h e le t c o m e « a s s e m b la t o r e » , n el s e n s o d i « e d i
t o r e » o « c o m p ila t o r e » d i m a te r ia le s a p ie n z ia le , è d a e s c lu d e r e , p e r c h é q h l
n o n h a m a i p e r c o m p le m e n t o o g g e tto e sse ri in a n im a ti m a s e m p r e p e r s o
n e . In o g n i c a s o p o tr e b b e r ife r ir s i a lla fu n z io n e d el m a e s t r o d i s a p ie n z a
d i « c o n v o c a r e / r a d u n a r e » g e n te n e lla p r o p r ia s c u o l a .1
Sebbene q ò h e le t s ia u n a fo r m a fe m m in ile , n on v i è r a g io n e p e r s u p
p o r r e c h e si tra tta s s e d i u n a d o n n a , p o ic h é i v e r b i u tiliz z a ti s o n o tu tti al
m a s c h ile .2 S e c o n d o u n a s p ie g a z io n e p o s s ib ile , le p a r o le e b r a ic h e d i q u e
sto t ip o e r a n o u sa te p e r in d ic a r e u ffic i o fu n z io n i; m e d ia n te un a m p li a
m e n to s e c o n d a r io si r ife r iv a n o al d e te n to r e di tale u ffic io o fu n z io n e ,
c o m e n el c a s o di s ó fe re t « u ffic io d i s c r ib a » o « s c r ib a » . I n s o m m a , q ò h e
let p o t r e b b e e sse re b e n is s im o il n o m e p r o p r io d e ll’ a u to r e d e l lib ro c o s ì
1. Sul problema del nome cfr. J.L. Crenshaw, E c c le s ia s te s , Philadelphia 1987, 32-34.
1. Ricordiamo che il verbo ebraico distingue morfologicamente secondo il genere le seconde e le
terze persone.
14 8 II libro dell'Ecclesiaste
in tito la to ; in a lt e r n a t iv a , p o ic h é in d u e c a s i si t r o v a h a q q ó h e le t , c o n P a r
t ic o le , e p o s s ib ile si tra tti di u n tito lo o di u n s o p r a n n o m e ,3
B e n c h é il n o m e s e m b ri d e s ig n a r e F a u t o r e d e l lib r o q u a le m e m b r o d i
u n ’ a s s e m b le a , fo r s e r iv e s t ito d i u n a fu n z io n e p a r t ic o la r e c o m e q u e lla di
p o r t a v o c e , s ’ ig n o r a d e l t u t t o la n a t u r a di q u e s t ’ ip o te tic a a s s e m b le a : se
r e lig io s a o p o litica ., p a r a g o n a b ile a lla gerusia d i G e r u s a le m m e ; se d i n a
tu r a a c c a d e m ic a o p r o fe s s io n a le . L ’ a ffe r m a z io n e d i 1 2 , 9 , « in s e g n ò a l p o
p o lo la s c ie n z a » , n o n r is o lv e la q u e s tio n e , a n c o r c h é v a d a n e lP u ltìm a d i
r e z io n e in d ic a t a .
b) T esto e v e rs io n i4
Il te s to e b r a ic o d i Q o h e le t è g iu n t o a n o i in b u o n e c o n d iz io n i, I f r a m
m e n ti d e lla m e tà d el il s e c o lo a . C . s c o p e r ti a Q u m r a n c o m p r e n d o n o
p a rte d i 5 , 1 3 - 1 7 , p o r z io n i s o s ta n z ia li di 6 , 3 - 8 e c in q u e p a r o le d i 7 , 7 - 9 .
S i ritie n e c h e la v e r s io n e g r e c a sia o p e r a d ei d is c e p o li di A q u i l a , p o ic h é
r iv e la u n a se rie di p e c u lia r ità stilistic h e a ffin i a lla s u a v e r s io n e p r e s e n t a
ta d a O r ig e n e n ei s u o i H e x a p la , 56 L a v e r s io n e s ir ia c a d e lla P e s h itta s e m
b r a fo n d a r s i s u u n te s to e b r a ic o m o lt o v ic in o al T . M . L a V ulgata si s f o r
z a di a d e r ir e al te sto e b r a ic o . Il T a r g u m è u n a p a r a f r a s i lib e r a , c h e c o m
b in a e le m e n ti d ’ in te r p r e ta z io n e m id r a s h ic a . A n c h e se in a lc u n i c a s i si a l
lo n ta n a d a l te sto e b r a ic o , s o p r a t t u t t o p e r e v it a r e p r o b le m i d i o r t o d o s
s ia , e sso c o s t it u is c e u n im p o r ta n te te stim o n e te s tu a le c h e t a lv o lt a c o n
tr ib u is c e a c o r r e g g e r e il T . M .
g li a r g o m e n t i a d d o tti a f a v o r e o c o n t r o . L a p r e s u n ta p a t e r n it à s a l o m o
n ic a e a lc u n i e le m e n ti di o r to d o s s ia (fo r s e g lo s s e ) f a v o r i r o n o s e n z a d u b
b io la su a d e fim tiv a in c lu s io n e nel c a n o n e .7
2. A u to re , data e lu o go d i c o m p o s iz io n e 8
a) U a u to re
S e c o n d o l ’ o p in io n e tr a d iz io n a le a u to r e d e l lib ro è S a lo m o n e . T a l e o p i n i o
n e si f o n d a , in p a r te , s u lla tr a d iz io n e d e lla s t r a o r d in a r ia s a p ie n z a d i S a
lo m o n e , m a d ip e n d e s o p r a t t u t t o da IP a ffe r m a z io n e d e lP a u t o r e s te s s o :
« I o , Q o h e le t , fu i re d T s r a e le in G e r u s a le m m e » ( 1 , 1 2 ) e d a l tito lo d el li
b r o « P a r o le di Q o h e le t , fig lio d i D a v i d e , re d i G e r u s a le m m e » . S e b b e n e
il n o m e d i S a lo m o n e n o n c o m p a ia lu n g o l’ in te ra o p e r a , P id e n tific a z io n e
s e m b r a in c o n tr o v e r tib ile : n e ssu n fig lio d i D a v id e o ltre a S a lo m o n e fu re
d T s r a e le . In o ltre le in fo r m a z io n i c h e q u e s to « re d i G e r u s a le m m e » f o r n i
sc e s u lle su e p r o s p e t tiv e e a ttiv ità (s a p ie n z a a c c o m p a g n a t a d a r ic c h e z z a
e d a u n a v it a r e g a le ; c o s tr u z io n e di m a g n ific i e d ifici e g ia r d in i, 1 , 1 3 - 2 , 1 1
c h e p u ò e sse re c o m p a r a t o c o n r R e 3 , 1 1 ) n o n s o lo c o r r is p o n d o n o a lle
t r a d iz io n i s a lo m o n ic h e m a n o n si a d d ic o n o a n e ssu n a ltr o re d T s r a e le .
N o n v i è d u b b io , tu t t a v ìa , c h e la p a te r n ità s a lo m o n ic a s ia u n a fin z io
n e. Il fa t t o c h e c i si lim iti ad a llu d e r e a S a lo m o n e e n o n lo si m e n z io n i
m a i e s p lic ita m e n te (si c o n fr o n t i c o n P rov. 1 , 1 e Cant 1 , 1 ) s u g g e r is c e
c h e Q o h e le t n o n p re te se c h e i s u o i le tto ri lo p r e n d e s s e r o s u l s e r io . I n o l
tre i r ife r im e n ti ai re r in v e n ib ili n el lib r o fu r o n o s c r itti c h ia r a m e n t e d a l
p u n t o d i v is ta di un s u d d ito . S c o p o d e lla fin z io n e e r a d i r a p p r e s e n t a r e in
m o d o v iv a c e e c o n v in c e n te P id e a c h e il p o s s e s s o illim ita to d i tu tte le c o
se d e s id e r a b ili n e lla v it a , r ic c h e z z a , p o t e r e , p ia c e r e , s a p ie n z a , n o n è in
g r a d o d i d a r e u n a s o d d is fa z io n e c o m p le t a e d u r a tu r a .
S e b b e n e q u a s i u n s e c o lo fa sia s ta ta p r o p o s t a la te si d e lla p lu r a lit à d i
a u t o r i 9 p e r s p ie g a r e , t r a P a lt r o , le a p p a r e n t i c o n t r a d d iz io n i d e ll’ o p e r a ,
a ttu a lm e n te n e ssu n c o m m e n t a t o r e s o s tie n e ta le o p in io n e n e m m e n o a t i
t o l o d ’ ip o te s i.
dice: lascia le mani impure*. L11 ]adajim 3,5 si dice: «R. Simeon ben Azzai disse: mi è nota una
tradizione... per la quale il Cantico dei cantici e FEcclesiaste rendono impure le mani. R. Aqi-
ba obiettò: ... tutte le scritture sono sante, ma il Cantico dei cantici è il santo dei santi. E, se si
discusse di qualcosa, la disputa riguardò soltanto [^Ecclesiaste».
7. Per ulteriori informazioni cfr. R. Kroeber, Der Prediger, Berlin 1963, 69-73; R-B.Y. Scott,
Prouerbs. Ecclesiastes (AB), Garden City - New York *1974, 194-196; W. Zimmerli, Prediger,
in IL Rtnggren - W. Zimmerli, Spriicbe. Prediger (ATD 16/1), Gòttingen *1980, 1 3 5 - 1 3 7 . Per
un'informazione essenziale con bibliografia si veda il voi. i, cap. in, i , i .
8. Si veda, tra altri, G.A. Barton, op, c t t 58-65; J.L. Crenshaw, Old Testament Wisdom, Lon
don 19 8 2, 146-148.
9. In particolare K. Siegfried, Prediger und Hoheslicd (HbAT 11,3/2,), Gòttingen 1898. In seguito
a lui E. Podecbard, L ’Ecdésiaste, Paris 19 12 , 156 -170 .
b) L a data
m in a ti d a lla c o m p le s s it à d e lle id e e d i Q o h e le t , il q u a le n e c e s s it a v a di u n a
in s o lit a r ic r e a z io n e d ella s in t a s s i.14
R is p e t t o a d a ltr i lib ri d e ll’ A n t ic o T e s t a m e n t o lo s tile di Q o h e le t e il
s u o m o d o di a r g o m e n ta r e s o n o u n i c i .15 R is u lt a c h ia r a l ’ a p p a r t e n e n z a d el
lib r o a lla « le tt e r a t u r a s a p ie n z ia le » a llo ste s s o tito lo di G io b b e e P r o v e r
b i . 16 Il c a r a tt e r e d is tin tiv o di q u e sti lib r i è l ’ e sse re in c e n tr a ti s o p r a t t u t t o
s u ll’ in d iv id u o e il s u o r a p p o r t o c o n D i o , c o n la s o c ie tà e c o n il m o n d o
c ir c o s t a n t e e, in p a r t ic o la r e , s u lla d o m a n d a e s p r e s s a d a Q o h e le t n e lla
fr a s e : « C h e c o s a è b e n e p e r T u o m o ? » ( 6 , 1 2 ) . L a f o r m a le tte r a r ia tip ic a
c o n la q u a le i s a p ie n ti c e r c a n o d i r is p o n d e r e p r e d o m in a in P ro v. 1 0 - 2 9 :
l ’ a f o r is m a b re v e . D ’ a ltra p a r t e a lc u n e se z io n i di Proi^. 1 - 9 e G i o b b e p r e
s e n ta n o a m p i p o e m i q u a n tu n q u e r ic c h i d i p r o v e r b i tr a d iz io n a li.
A n c h e l ’ E c c le s ia s t e c o n tie n e u n a c e r t a v a r ie t à d i p r o v e r b i di q u e s t o t i
p o ; t u t t a v ia q u i la fo r m a p r o v e r b ia le è u s a ta in m o d o c o m p le t a m e n t e
n u o v o . Q o h e le t n o n o ffr e u n a s a p ie n z a tr a d iz io n a le in p illo le . In p a ssi
com e 2 , 1 2 - 1 7 a fo r is m i (v v . 1 3 . 1 4 ) s o n o c ita ti s o lt a n t o p e r m e tte r e
in d is c u s s io n e o q u a n t o m e n o v e r ific a r e la lo r o v e r it à c o n u n ’ a r g o m e n
t a z io n e a m p ia e d is c o r s iv a . P iù c h e d a r e p e r s c o n t a t a la v e rità a s s o lu t a
di q u e s ti a fo r is m i, c h e p e r lo r o n a tu ra p o sso n o ra p p re se n ta re p a rte
d e jia v e r it à , e g li e s p o n e la c o m p le s s it à d el p r o b le m a d el s ig n ific a to p r a
t ic o d e ll’ e sse re s a p ie n te . T a l v o l t a si e s p r im e in p r im a p e r s o n a , r iv e la n d o
al le tto r e il m o d o c o n il q u a le è g iu n t o a lla p r o p r ia c o n c lu s io n e . P e r d a r
f o r m a alle p r o p r ie id e e si v id e c o s t r e t t o a in v e n ta r e o s v ilu p p a r e u n o
stile d i d is c o r s o c o m p le t a m e n t e n u o v o . R ic o r r a a p r o v e r b i c o n v e n z i o
n a li c o m e p u n to di p a r te n z a o p r e fe r is c a c o m m e n t a r e u n a v e r ità g e n e
r a lm e n te a c c e t t a t a , c o m e la c r e a z io n e del m o n d o (c fr . 3 , 1 1 ) , n e r is u lta
in o g n i c a s o u n t ip o o r ig in a le di c o m p o s iz io n e le tte r a r ia . P u r a p p a r t e
n e n d o a lla s te s s a tr a d iz io n e s a p ie n z ia le c h e si e r a e s p r e s s a in a f o r is m i,
c o m e q u e lla dei P r o v e r b i, Q o h e le t r a p p r e s e n ta u n o s t a d io t a r d o n e lla
s t o r ia di q u e s ta tr a d iz io n e .
Il p o s to c h e il lib r o di Q o h e le t o c c u p a n e lla s t o r ia d e lle id e e p u ò c o n
t r ib u ir e a p r e c is a r n e la d a ta di c o m p o s iz io n e .17 S i d e v e p a r tir e d a lla c o
s t a t a z io n e c h e il s u o p e n s ie ro n o n è del tu tto o r ig in a le . L a m a n c a n z a d i
o tt im is m o , d i c u i ta lo r a lo si a c c u s a , e m e rg e in n u m e r o s e o p e r e e g iz ia n e
14. Sui caratteri linguistici di Qohelet cfr. G.À. Barton, op. cit.> 5 1 -5 3 ; Ch.F. Whitley, Kohe-
leth, His Language and Tbought, Berlin 1979.
15 . Per le particolarità stilistiche del libro cfr. L. di Fonzo, op. cit., 17-2.0.
16. In proposito si veda J.A. Loader, Polar Structures in thè Book of Qohelet (BZAW 152),
Berlin 1979, 12 0 -12 3 ; R.E. Murphy, The Sage in Ecclesiastes and Qoheleth thè Sage, in J.G .
Gammie - L.G. Perdue (edd.), The Sage in Israel and thè Ancient Near East, Winona Lake
1990, 263-271, spec. 265-271.
17 . Al riguardo cfr. H.D. Preuss, Einfuhmng in die alttestamentliche Weisheitsliteratur, Stutt
gart 1987, 117 -12 0 .
152 Il libro dell'Ecclesiaste
e m e s o p o t a r m c h e , b e n c h é n o n si p o s s a p a r la r e di p r e s tito d ir e t t o . N e l l a
n o s tr a o p e r a c o n flu is c o n o d u e c o r r e n ti di p e n s ie r o c h e h a n n o la s c ia t o la
lo r o im p r o n t a : la t r a d iz io n e s a p ie n z ia le g iu d a ic a e l’ a n t ic a s a p ie n z a in
te r n a z io n a le . A l te m p o s te s s o si o s s e r v a n e lP E c c le s ia s te u n a ta le r o t t u r a
r is p e tt o a q u e ste c o r r e n t i c h e si p u ò s e n z 'a lt r o p a r la r e di u n a c r is i d e lle
id ee n o n s o lo t r a i g iu d e i m a a n c h e in tu tte le c u ltu r e c ir c o s t a n t i. L e id e e
di Q o h e le t su lla lo n t a n a n z a d i D i o e le su e c r itic h e a lla te o d ic e a d e n u n
c ia n o u n a c ris i di fe d e c o n d iv is a c e r ta m e n te d a l n o s tr o a u t o r e c o n a ltri
c o n t e m p o r a n e i n o n is r a e liti. In ta li c ir c o s ta n z e è r a g io n e v o le p e n s a r e c h e
e g li v is s e , in se g n ò e s c r is s e in p ie n o p e r io d o e l l e n i s t i c o / 8 L ’ im p a t t o n e g a
tiv o e s e r c it a t o d a q u e s ta c u lt u r a su Isra e le si c o g lie c o n o g n i e v id e n z a nei
lib ri dei M a c c a b e i .
c) II luogo
I te n ta tiv i di d im o s tr a r e la re d a z io n e d el lib r o in u n a c o m u m t à g iu d a ic a
a l d i fu o r i d e lla P a le s tin a n o n r is u lta n o d el t u t t o c o n v in c e n ti. L ’ e v id e n z a
di u n a c o llo c a z io n e p a le s tin e s e , in p a r t ic o la r e di G e r u s a le m m e , è m o lto
fo r te . I r ife r im e n ti a lle c o n d iz io n i c lim a t ic h e , c o m e il c a r a t t e r e im p r e
v e d ib ile del t e m p o , la d ip e n d e n z a d a lla p io g g ia e d a lla d ir e z io n e d e! v e n
to ( 1 1 , 4 ; c fr . i , b ) e il s u c c e d e r s i di p io g g ia e se re n o ( 1 2 , 2 ) n o n c o r r i
s p o n d o n o a lle c o n d iz io n i c lim a tic h e d e ll’ E g it t o ; p iu t t o s t o r ifle tto n o q u e l
le d e lla P a le s tin a . N é il m a n d o r lo ( 1 2 , 5 ) , r ic o r d a t o p iù v o lte n e l l 'A n t i c o
T e s t a m e n t o c o m e a lb e r o p a le s tin e s e , si t r o v a in E g it t o . T r a i c a r a t t e r i
lo c a li r ic o r d a t i d a Q o h e le t v e n e s o n o d i tip ic i d e lla P a le s tin a (e im p r o
b a b ili in E g it t o ) c o m e il t a g lio d e lla leg n a ( 1 0 , 9 ) e l ’ u so d i c is te r n e ( 1 2 , 6 ) .
In o ltr e i r ife rim e n ti al te m p io h a n n o un c a r a t t e r e d e c is iv o p e r l o c a l i z
z a r e l’ o p e r a in P a le s tin a . In 5 , 1 - 7 n o n vi è d u b b io ch e la « c a s a d i D io » è
il te m p io di G e r u s a le m m e . Il « lu o g o s a c r o » d i 8 , 1 0 c u n a lt r o r ife r im e n
to al t e m p io . Il m o d o in c u i Q o h e le t p a r la in 5 , 1 - 7 , c o m e se le v is ite al
te m p io n o n fo s s e r o r a r e , ren d e p r o b a b ile c h e egli si s t ia r iv o lg e n d o a
le tto ri c h e v ìv o n o a G e r u s a le m m e o n elle v ic in a n z e . D i fr o n t e a q u e sta
e v id e n z a n o n s o n o c o n v in c e n ti g li a r g o m e n ti a f a v o r e d e ll’ E g i t t o . 13
D a h o o d rite n e v a c h e Q o h e le t fo s s e u n g iu d e o re sid e n te in u n a c ittà
fe n ic ia . C i ò n o n e s c lu d e r e b b e u n a c e rta fa m ilia r it à c o n la P a le s t in a e18
9
18. Così, tra gli altri, A, Lauha, Kohelet (BK XIX), Neukirchen/Vluyn 1978, i t ; N.K. Gott-
wald, The Hebretv Bible. A Socio-Li terary Introduction^ Philadelphia 1985, 58 1. Non vi sono
argomenti cogenti per pensare a una datazione posteriore al 300 a.C. Una data compresa tra il
150 e il 225 sarebbe la più probabile secondo J J L Crenshaw, Ecclesiastes, 49-50. Si vedano
tuttavia alcuni argomenti storici e linguistici, seppur deboli, a favore del periodo in cui eserci
tò il sommo sacerdozio Jonatan (meta del i l secolo) in C.F. Wbitlcy, op. cit.t 1 3 2 - 1 4 6 .
19. Seguendo alcuni commentatori antichi A. Weiser, ì n t r o d u c t t o n t o th è O l d T e s t a m e n t i Lon
don 19 7 5 , 309, è un sostenitore dell'origine alessandrina.
Dimensione letteraria 153
G e r u s a le m m e . M a q u e sta o p in io n e , b a s a t a su u n p a r t ic o la r e e d is c u t ib i
le a r g o m e n t o lin g u is tic o s e c o n d o c u i l ’ u s o c h e Q o h e le t f a d e ll’ e b r a i c o
p r e s e n ta e le m e n ti fe n ic i,10 n o n h a r is c o s s o il c o n s e n s o g e n e r a le .11
i. P rim e im p ressio n i
a) L 'o p e r a
L a p r im a s e n s a z io n e s p e r im e n ta ta d a l le tto re d i q u e s t ’ o p e r a in s o lita è d i
t r o v a r s i a l di f u o r i d e ll’ A n t i c o T e s t a m e n t o , a l d i f u o r i a n c h e d e lla le tte
r a t u r a s a p ie n z ia le . I te m i tr a tta ti e il m o d o di a f fr o n t a r li s e m b r a n o s i
tu a r s i a l di f u o r i del p e n s ie ro e d e lle fo r m u la z io n i d e l m o n d o v e t e r o t e
s t a m e n t a r io . T u t t a v i a , c o m e si a v r à o c c a s io n e d i d im o s tr a r e , il p e n s ie r o
di Q o h e le t è fo n d a m e n ta lm e n te e b r a ic o n ei s u o i e le m e n ti di b a s e . N o n
si p u ò n e g a r e , p e r a lt r o , c h e la fe d e g iu d a ic a n e ll’ e le z io n e d ’ Is r a e le , n e l
c a r a t t e r e p a r a d ig m a t ic o d e lla lib e r a z io n e d a l l ’E g it t o e n e l r a p p o r t o d ’ a l
le a n z a tra J a h v é e il p o p o lo e le tto b r illi p e r la p r o p r ia a s s e n z a . D ’ a lt r a
p a r t e l ’ E c c le s ia s t e c o n d iv id e q u e s ta p e c u lia r it à c o n i P r o v e r b i e G i o b b e ,
p iù in te re ssa ti a l l’ in d iv id u o ch e a lla c o m u n ità n a z io n a le .
Q u e s t ’ o p e r a è e s tra n e a a o g n i c o n v e n z io n a lis m o , se c o n ta le t e r m in e
s ’ in te n d e l ’ a c c e t t a z io n e a c r it ic a d e i p r e s u p p o s t i d e lla s a p ie n z a r a p p r e s e n
ta ti d a i P r o v e r b i, d a i d is c o r s i d e g li a m ic i d i G io b b e , d a l l ’ E c c le s ia s t ic o e
d a lla S a p ie n z a : ^ im p o r t a n z a e il s u c c e s s o d e ll’ im p e g n o a lla r ic e r c a d e lla
s a p ie n z a ; la p o s s ib ilit à d i u n a c o n o s c e n z a c h e g a r a n t is c a r e s is t e n z a ; u n
d e s tin o fe lic e p e r il g iu s to e u n e p ilo g o fa ta le p e r il m a l v a g i o ; la fe d e in
u n D i o c h e r e tr ib u is c e . T u t t e q u e s te id ee c r o lla n o d i fr o n te a lla c r i t i c a
m o r d a c e d i Q o h e le t e a l s u o p r a g m a t is m o : «In s e g u ito e s a m in a i tu tte le
o p e r e d e lle m ie m a n i e la fa t ic a c h e m i c o s t ò r e a liz z a r le : tu tto si r iv e lò
v a n ità e u n in s e g u ir e il v e n to ; n o n c ’ è a lc u n v a n t a g g io s o tt o il s o le » ( z ,
1 1 ) ; « T u t t o h o v is t o n e lla m ia v it a s e n z a s e n s o ; g e n te o n e s ta c h e p e r is c e
p e r la s u a o n e s t à , g e n te m a lv a g ia ch e p r o s p e r a p e r la su a m a lv a g it à »
( 7 , t 5 ); « U n ’ a lt r a c o s a h o o s s e r v a t o s o tto il so le : c h e la c o r s a n o n d ip e n
d e d a ll a g ilità , n é la b a t t a g lia d a l c o r a g g i o , né la p r o s p e r it à d ip e n d e d a l
l ’ a b ilità , né la r ic c h e z z a d a l l ’ essere s a g g io , né la s t im a d ip e n d e d a l s a p e
r e , p e r c h é c h i d e c id e s e m p r e è il c a s o e la s o r te » ( 9 , 1 1 ) ; « L ’ u o m o n o n p u ò
s c o p r ir e la r a g io n e d i q u a n to si fa s o t t o il so le . P e r q u a n t o si a f f a t ic h i a
2 1. Se ne veda una critica in C.F. Whitley, o p . cit., m - 1 1 8 ; inoltre respingono questa teoria,
tra gli altri, R. Gordis, W a s K o h e le th a P h o e n ic ia n ?: JBL 74 (1955) 10 4 -114 ; A. Lauha, o p . c it .,
4, R.B.Y. Scott, o p . cit., 100 ammette tuttavia «rapporti» di Qohelet con la Fenicia.
15 4 H l i b r o d e l i 1 Ecclesiaste
c e r c a r e , n o n la s c o p r ir à ; e a n c h e se il s a g g io p r e te n d e s s e di s a p e r lo , n o n
la s c o p r ir à » ( 8 , 1 7 ) ; « E c o m p r e s i ch e l’ u n ic o b e n e d e ll5u o m o è g o d e r e e
t r a s c o r r e r e u n a b u o n a v it a » ( 3 , 1 2 ) . È v e r o c h e a lc u n e d i q u e s te id e e si
p o s s o n o d e lin e a re in c e r ti testi p r o fe tic i e t r a i s a lm is ti. T u t t a v i a n e s s u n o
c o m e Q o h e le t a v e v a d e d ic a t o u n ’ o p e r a a d a s s e s ta r e u n c o l p o le ta le a d
a lc u n e c r e d e n z e d e ll’ A n t i c o T e s t a m e n t o e d e lla tr a d iz io n e s a p ie n z ia le .
D a l p u n t o di v is ta le t t e r a r io n o n s o n o m a i s fu g g ite a i le tto ri le a p p a
ren ti c o n t r a d d iz io n i ch e a f fio r a n o q u a e là n e lP E c c le s ia s te . S ia q u a n d o
p a r la d i D io sia in c e rte a ffe r m a z io n i su lla n a t u r a d e lla s a p ie n z a , s u l v a
lo re d e lla v it a , s u lla d o t t r in a d e lla r e tr ib u z io n e o s u lla fu n z io n e d e lla g io ia
n e lla v it a d e ll’ u o m o , il n o s t r o a u to r e p r e s e n ta o p in io n i c h e s e m b r a n o n o n
c o llim a r e tra lo r o .22 È c h ia r ific a t r ic e e fin o a u n c e r to p u n to c o n v in c e n t e
la tesi d i G o r d is , s e c o n d o la q u a le le a p p a r e n ti c o n t r a d d iz io n i in Q o h e
let p o s s o n o s p ie g a r s i in p a r t e c o n il m e to d o d i la v o r o u s a to d a l l ’ a u to r e :
d o p o la c it a z io n e d i u n ’ id e a o di u n a f o r is m a c o n v e n z io n a le egli p a s s a
im m e d ia ta m e n te a c o n f u t a r li; p e r q u e s to m o t iv o il le tto re r i c a v a l ’ i m
p r e s s io n e di u n a p lu r a lità d i m a n i.23
b) U autore*4
L a fa m ig lia e la tr a d iz io n e d e g li a n te n a ti c o s t it u iv a n o d u e fo n ti in c o n t e
s ta b ili d i s a p ie n z a e c o n o s c e n z a (cfr. P r o v . 5 , 1 ; 6 , 2 0 ; G io b , 8 , 8 - 9 ) . L e g
g e n d o l ’ E c c le s ia s te si s c o p r e c o n d is a p p u n to c h e q u e ste d u e fo n ti s o n o
sta te a b b a n d o n a t e m e d ia n te u n ’ a s s o lu ta p e r s o n a liz z a z io n e d e lla r ic e r c a
s a p ie n z ia le , m e d ia n te u n a r a d ic a le a u t o n o m ia di p e n s ie r o . L o s te s s o s t i
le u s a to d a Q o h e le t e v id e n z ia q u e s to rifiu to d e ll’ e te r o n o m ia s a p ie n z ia le
e d e tic a . S ia l’ u s o del p r o n o m e « io » sia la c o n t in u a r ic o r r e n z a di v e r b i
a lla p r im a p e r s o n a s in g o la r e r a p p r e s e n ta n o u n in d iz io d e lla p e c u lia r it à
d e lla s a p ie n z a di Q o h e le t ; è c o m e se v o le s s e d ire : « C e r t a m e n t e c i è s ta to
d e tto c o s ì e c o s ì... ma io c r e d o ch e le c o s e s tia n o a lt r im e n t i» .2 ' C i ò è v e
r o a tal p u n to c h e t a lv o lt a si p u ò d u b ita r e c h e q u e s to sia u n lib r o o u n
12. Si confronti, ad es., 3,14 ; 6,2; 7,18.26 con 8,17 e ? ,ic . 9,4-6 con 4,2. 1,17 - 1 8 e 2 ,13 -16
con 7 ,1 1 .1 9 e 9 ,16 .18 . 2 ,2 -3 .10 -11 con 2,24-26; 5,19 e 8 ,15. 8,10-14 e 9,2-3 con 7,18.26 e
11,9 . Questo pensiero a dir poco paradossale ha indotto alcuni a moltiplicare gl’interventi di
interpolatori e glossatori. Sìmile tendenza interpretativa è rappresentata soprattutto da G.A.
Barton, o p . c ìt ., che alle pp. 43-46 mette in discussione l’integrità del libro e parla di glossato
ri b o k m à e di glossatori-h à std . Critica questa arbitrarietà R. Gordis, o p . c i t secondo il quale
«i diversi glossatori-b o k m à e gl’ interpolatori-fcàjfd sono pura creazione dell’immaginazione
dello studioso» (p, 73).
13 . Cfr. R. Gordis, op. cit., 95-108; inoltre R.N. Whybray, T h e Id e n tific a tio n a n d U se o f Q u o t a -
tiotts m E c d e s ia s t e s fVTS 32), Leiden 19 8 1, 435-451.
24. Aspetti relativi alla personalità storica e morale dell’autore in L. di Fonzo, o p . cit., 70-77.
25. Sulla funzione e l’importanza dell’ uso della prima persona v. O. Loretz, Z u r D a r h ie tu n g s -
fo r m d e r « I c h -E r z à h lu n g » im B u c h e Q o h e le t : CBQ 25 (1963) 46-59.
Dimensione letteraria 15 5
m a n u a le d i s a p ie n z a , g e n e r a lm e n te fo r m u la t i in te r z a o in s e c o n d a p e r
s o n a . L ’ o p e r a di Q o h e le t r ic o r d a le c a r a tte r is tic h e d i u n d ia r io p e r s o n a
le o u n m o n o l o g o c o n se stessi. In o g n i c a s o si è c e r ta m e n te d i fr o n t e a
u n a p e r s o n a c h e h a v is s u to in te n s a m e n te la p r o p r ia v it a e, c o m e u n s in
g o la r e lib e r o p e n s a to r e , n o n h a t r o v a t o in e s s a n e m m e n o u n a d e b o le c o n
fe r m a d e i p r e s u p p o s t i d ella s a p ie n z a tr a d iz io n a le . P o t r e m m o in la r g a m i
s u r a a f fe r m a r e , fa tt e s a lv e le d is ta n z e , ch e si tra tta d i u n a v o c e e t e r o d o s
s a n e ll’ a u la d e lla s a p ie n z a .
Q o h e le t e r a p e s s im is ta ? L a q u e s tio n e è tu tto r a d ib a t t u t a . P u r e s s e n d o
c o n s a p e v o li d el c a r a tte r e s e c o n d a r io d e lla d o m a n d a p e r la p e r s o n a lità d i
Q o h e le t , è o p p o r t u n o c o n t r a s t a r e l’ in fo n d a t a a c c u s a d i p e s s im is m o . S e b
b e n e n o n si p o s s a n e g a r e ch e l ’ a u t o r e d e ll’ o p e r a la s c i t r a s p a r ir e u n a c e r
ta d is illu s io n e su lle p o s s ib ilità d i u n ’ e s is te n z a r a g io n e v o lm e n t e d o m in a
ta d a ll’ u o m o , il s u o a n im o si a v v ic in a di p iù a lla p e r s o n a lità d e l c in ic o
n e l s e n s o p iù n o b ile del te rm in e . In d u b b ia m e n te n e lla s u a r ic e r c a d e l s i
g n ific a t o d e lla r e a ltà e d e lle a t t iv ità d e ll’ u o m o e g li a r r i v a in e v it a b ilm e n
te a lla c o n c lu s io n e c h e « tu tto è v a n it à e u n in s e g u ire il v e n t o » ( 2 , 1 1 . 2 6 ;
6 , 9 ) , c h e « n o n v i è n u lla di n u o v o s o tto il so le » ( 1 , 9 ; c fr . 3 , 1 5 ; 5 , i o ) ,
c h e la m o r t e c a n c e lla o g n i t r a c c ia d e lle a ttiv ità u m a n e e il r ic o r d o d e i
lo r o a u t o r i (c fr . 1 , 1 1 ; 2 , 3 . 1 6 ; 9 , 3 . 5 . 1 0 ; 1 2 , 1 ) . D ’ a ltr a p a r te è a n c h e v e r o
c h e Q o h e le t e s o r t a al g o d im e n t o d e lla v it a , n e lla p e r s u a s io n e c h e o g n i
m o m e n t o fe lic e c h e si p r e s e n ta a l l’ u o m o v a a s c r itto a lla c a t e g o r ia d i d o
n o d i D i o ( 2 , 2 4 ; 3 , 1 2 ; 5 , 1 7 ; 8 , 1 5 ; 9 , 7 - 9 ; 1 1 , 7 - 9 ) . T u t t a v i a a n c h e l ’ in v it o
di Q o h e le t al g o d im e n t o d elle c o s e b u o n e è d a c o n s id e r a r s i « v a n it à » .
Q u a n d o il le tto r e c re d e d i a v e r t r o v a t o u n a c o n s id e r a z io n e p o s it iv a , Q o
h e le t p r o v v e d e n el fin a le a g u a s ta r e la fe sta . V i s o n o m o lte c o s e b u o n e
d e lle q u a li l’ u o m o p u ò g o d e re m a , in u ltim a a n a lis i, a n c h e q u e s to g o d i
m e n to è v a n ità (c fr . 2 , 1 ) . P e r q u e s te e a ltre r a g io n i r it e n ia m o p iù p e r t i
n e n te p a r la r e d e llo « s c e ttic is m o »lè o del « c in is m o » d i Q o h e le t.
2. A sp etti le tte ra ri 17
a) O p era in p ro sa
2.6. Sulla natura dello scetticismo di Qohelet si può vedere R .H . Pfeiffer, T h e P e c u lia r S k e p t i -
cism o f E c c le s ia ste s: JB L 53 (1934) 100-109.
2.7. Si veda tra gli altri J .L . C renshaw , E c c le s ia ste s, 18 -3 1. 3 4 -4 9 .
1 8 . C osì lo sentirono anche im a soreti, i quali non utilizzarono il sistema di accenti proprio dei li
bri poetici.
15 6 II l/bro de li’ Ecclesiaste
d e lla p r o d u z io n e le t t e r a r ia s a p ie n z ia le u tiliz z a la p o e s ia c o m e v e ic o lo di
tr a s m is s io n e di c o n o s c e n z e . Il m o t iv o n o n è s ta to s u ffic ie n te m e n te c h i a
r ito . È p r o b a b ile ch e il d is ta n z ia m e n t o c r it ic o d a lla s a p ie n z a c o n v e n z i o
n a le d a p a rte di Q o h e ie t im p lic a s s e l ’ a d o z io n e di un a ltr o stile e s p o s it i
v o . In a lte r n a tiv a o in m o d o c o m p le m e n t a r e p u ò d a rsi c h e la v ic in a n z a
d e lP a u to r e a c e r ti m o d e lli di p e n s ie r o g r e c i a b b ia f a v o r it o l ’ e s p o s iz io n e
n a r r a t iv a .
b) I l lessico
c) I l g en ere letterario
A n c h e s e si è a lu n g o d is c u s s o su l g e n e re le tte r a r io fo n d a m e n ta le d e ll’ E c -
d e s i a s t e , a g r a n d e m a g g io r a n z a si ritie n e c h e , n ei s u o i c a r a t t e r i e s s e n z ia
li, e s s o si a v v ic in i a l t e s ta m e n to r e g a le ,29 c h e h a la p r o p r ia o r ig in e n elle
a n tic h e is tr u z io n i e g iz ia n e . F a r a o n i e visir t r a m a n d a v a n o in fo r m a a u t o
b io g r a f ic a la lo r o v is io n e del m o n d o e d e lle c o s e c o m e la s c it o in te lle t
tu a le c h e p o te sse g io v a r e ai g io v a n i di fa m ig lia p a t r iz ia a s p ir a n t i alle c a
ric h e d e ll’ a m m in is t r a z io n e d e llo s ta to . N e l lib r o d i Q o h e ie t v ie n e p r e
s e n ta ta m m o d o a r tific io s o la c o n c e z io n e del m o n d o e d e ll’ u o m o p r o p r ia
d el re S a lo m o n e . C io n o n o s t a n t e è o p p o r t u n o te n e r c o n t o di a ltr e p o s s i
b ilità r ig u a r d o al c a r a tte r e fo r m a le di q u e s t ’ o p e r a . P a r a g o n a t a a d a lc u n e
d) L a struttura letteraria
T a n t o lo stile n a r r a t iv o q u a n t o la v a r ie t à di c o n t e n u t o e d i fo r m e le tte
r a r ie d e lP E c c le s ia s t e n o n c o n s e n t o n o d i r is o lv e r n e c o n c e r te z z a il p r o
b le m a d e lla s t r u t t u r a .36 A l r ig u a r d o tu tti g li a u t o r i s o t t o lin e a n o l ’ u tilità
d ei r ito r n e lli e d i a lc u n i to p o i c h e s t a b ilis c o n o c o n n e s s io n i in te rn e , t a l o
ra n o n m o lt o e v id e n ti, lu n g o P in te r a o p e r a . S e si p r e s c in d e d a l t it o lo ( 1 ,
30. Per una buona traduzione italiana, con testo greco a fronte, introduzione e note, si veda Teo
gnide, E l e g i e , a cura di F. Ferrari, Milano 1989.
3 1. Cosi O. Eissfeldt, I n t r o d u z i o n e a l l A n t i c o T e s t a m e n t o in, Brescia 1982, 329. È curioso il ti
tolo dell’articolo di R.E, Murphy, T h e P e n s é e s o f C o b e l e t b : CBQ 17 (1955) 184-194, iLquale
afferma: «Questo libro... appartiene piuttosto al genere dei P e n s ie r i di Pascal, riflessioni e anno
tazioni di un uomo in età matura sul senso deLla vita» (p. 8).
32. Sostiene questa posizione W. Zimmerli, o p . c i t ., 124 -130 .
33. Al riguardo v. C. Westermann, W u r z e ln d e r W e is h e it , Gòttingen 1990, 114 - 1x 8 .
34. Un parallelo egiziano di questo poema sulla vecchiaia si trova all’inizio dell’ I s t r u z i o n e d i
P t a h h o t e p (Roccati 35; ANET 412).
39. Altre strutture proposte non risultano convincenti, poiché basate su criteri extraletterari af
fatto arbitrari, come quella presentata da L. di Fonzo, o p , c i t ., 9 1 0 , Per un'interessante rasse
gna dei tentativi più recenti in questa direzione cfr. J.L. Crenshaw, E c c le s ia s t e s ? 38-49.
40. Respingiamo completamente la teoria* sostenuta prevalentemente negli scorsi decenni, se
condo la quale l’opera di Qohelet non sarebbe che una raccolta di aforismi sconnessi. Si espri
mono in questi termini, nelle introduzioni ai loro commenti, W. Zitti merli, o p . c i t Gòttingen
1967; K. Galling, D e r P r e d t g e r (HbAT 18), Tiibingen 1969; inoltre G. Fohrer, I n t r o d u c t i o n to
t h è O l d T e s t a m e n e London 1976, 33é-3 37. La ricerca nel libro di una chiara struttura lette
raria e di una lucida progressione di pensiero, tuttavia, è un pregiudizio occidentale che ignora
lo stile della scrittura e de ll'argo me reazione semitica; cfr. A, Lauha, o p . c t L , 4-5.
4 1. Numerosi studiosi sostengono la presenza di glosse; cfr. O Loretz, Q o h e l e t n n d d e r a lt e
O r i e n t , Freiburg i.Br. 1964, 187; A. Lauha, o p c i t 7.
m a h a il v a lo r e di « o s s e r v a z io n e » ( 1 , 8 . 1 0 ; 2 , 1 3 ; 3 , 1 0 , 1 6 ; 4 , 1 . 7 ; 8 , 9 ; 9 ,
1 1 ; 1 0 , 5 ) , « e s a m e » ( 1 , 1 4 ; 2 , 1 2 ; 1 1 , 4 ) « a tt e g g ia m e n t o r ifle s s iv o » ( r , i 6 ) ,
« e s p e r im e n to » ( 2 ,1 ; 7 , 1 1 ) , « sco p e rta » ( 2 ,3 ; 5 , 1 2 ; 7 , 1 3 . 2 7 . 2 9 ) , « v e r ifi
c a » ( 2 , 2 4 ; 3 , 1 8 ; 5 , 1 7 ) . In re a ltà Q o h e le t n on si r is p a r m iò n e lla su a in
s t a n c a b ile (e in u tile ) r ic e r c a d el s e n s o d e lla v ita d e ll’ u o m o e d e lle su e a t
tiv ità : « M i d e d ic a i a in v e s tig a r e e a e s p lo r a r e c o n m e to d o tu tto c iò c h e
si fa s o t t o il cielo * D io h a im p o s to a g li u o m in i u n t r is t e c o m p it o p e rc h e
si o c c u p in o di e s s o ... T u t t o è v a n ità e un in s e g u ir e i! v e n to » ( 1 , 1 3 s .) .47
Il r is u lt a t o d e lla s u a r ic e r c a n o n p o tr e b b e e sse re p iù c o r r o s i v o . R i g u a r
d o al v a lo r e d e lla s a p ie n z a , n o n o s ta n te le a ffe r m a z io n i p iu t t o s t o n e u t r a
li o p r u d e n z ia li sui su o i v a n t a g g i risp e tto a lla s to lte z z a (c fr . 2 , 1 3 ; 8 , i } ?
la v is io n e di Q o h e le t è r a d ic a lm e n te p e s s im is ta e n e g a t iv a .48 L a m e d e s i
m a s o r te a tte n d e il s a p ie n te e lo s to lto ( 2 , 1 4 s .); su q u e s to n e ssu n v a n
t a g g io ha q u e llo ( 6 ,8 ) . Il n o s tro a u t o r e p a r te d a lla c o n s id e r a z io n e , c e r t a
m e n te c o n d iv is a d a lla s a p ie n z a c o n v e n z io n a le , c h e o g n i c o s a h a il p r o
p r io t e m p o e la p r o p r ia ra g io n e . T u t t a v i a , m e n tre q u e lla n u t r iv a la p e r
s u a s io n e c h e Io s fo r z o c o n o s c it iv o , m e to d ic a m e n te o r ie n t a t o , p o t e v a
in d iv id u a r e il m o m e n t o o p p o r t u n o p e r c o m p ie r e l ’ a z io n e g iu s t a , Q o h e
let n o n c r e d e c h e T e sse re u m a n o p o s s a a c q u is ir e q u e s ta c a p a c i t à .4950 In
d u b b ia m e n te o g n i c o s a h a il p r o p r io te m p o (c fr. 3 , 1 7 0 ) , m a n o n d im e n o
« l ’ u ltim a p a r o la t o c c a al c a s o e a lla s o r te » ( 9 , 1 1 ) e l ’ u o m o «non può
p r e v e d e r e la p r o p r ia o r a » ( 9 , 1 2 ) . È q u e s to in d e fin itiv a il m e s s a g g io del
bel p o e m a su l te m p o ( 3 , 1 - 8 ) . A l l ’ in te rn o d e lle b a r r ie r e e s is te n z ia li d e lla
n a s c it a e d e lla m o rte l ’ u o m o h a a d is p o s iz io n e e v e n ti s ig n ific a t iv i. Il c a
r a tte r e n e g a tiv o d el c a s o è ch e e sso re n d e im p o s s ib ile c o n iu g a r e il m o
m e n to g iu s to c o n l’ a z io n e a d a t t a .5r ( e r ta m e n te v i è un t e m p o p e r tu tto ,
m a c h i c in g r a d o d i r i c a v a t e q u a lc o s a ch e n o n s ia n o fa t ic h e ? (c fr. 3 , 9 ) ;
« c iò c h e e siste è r e m o to e m o lto o s c u r o : c h i lo s c o p r ir à ? » ( 7 , 2 4 ) . Il d r a m
m a d e ll’ e ssere u m a n o c o n s is t e n e lT im p o s s ib ilità d ’ im p r im e r e u n a d ir e
z io n e p r e c is a alla p r o p r ia v ita . N o n si p u ò n e g a re ch e la s a p ie n z a e la
s u a e ffic a c ia te o r ic a s v a n is c o n o di fro n te alla r e a ltà d e lla m o r t e (a ch e
s c o p o a f f a t ic a r s i se la m o r t e c a n c e lla tu tte le c o n q u is te d e lP u o m o e u g u a
g lia il s u o d e s tin o a q u e llo d e g li a n im a li? 3 , 1 9 ) ; t u tta v ia è a n c h e v e r o c h e
la s a p ie n z a è in c a p a c e di a s siste re T u o m o n e l te n ta tiv o di d o m m a r e il f u
tu r o in q u e s to m o n d o . N e m m e n o in q u e s to c a s o il s a p ie n te è a v v a n t a g
47. Sull fi rilevanza linguistica dei termini h e b e l e f ' ù t r ù a h si veda M.V. Fox, o p . c i L , 29-51.
48. Sulla posizione crìtica di Qohelet rispetto alla tradizione sapienziale cfr. H.D. Preuss, op .
a t , 113 - 12 6 .
49. Per la concezione dei tempo in Qohelet in questo contesto cfr. D. Lys, LJE tre e t le T e m p s ,
in M. Gilbert (ed.), L a S a g esse d e l'À n c ìe n T e sld m e n t, Louvain 1979, 249-258.
50. Sebbene 8,6 paia contraddire l’evidenza generale del libro, è probabile elle Qohelet riferi
sca un aforisma convenzionale, criticandolo poi nel v. 7.
Significato e finalità 16 1
giato sullo stolto, perché «chi dice all’uomo ciò che accadrà sotto il so
le?» (6-12.); «Puomo è esposto a molti mah, perché non sa ciò che sta
per succedere e nessuno lo informa su ciò che accadrà» (8,6-7). La pos
sibilità di controllare la propria vita mediante la conoscenza lascia il
posto al più crudo determinismo: «ciò che è accaduto doveva accadere»
(6,io ) .51 Probabilmente la critica più severa alla tradizione sapienziale si
trova in 9 , 1 1 ; qui Qohelet cita, a quanto pare, alcuni testi della sapienza
convenzionale, utilizzandone criticamente Pimmaginario: «Non e degli
agili la corsa, né la vittoria dei coraggiosi, ne il pane va agli abili, né la
ricchezza va agli intelligenti, né la stima al sapere, ma Pultima parola
tocca al caso e alla sorte».
za: tutto e vanità e inutile anelito, perché non è possibile raddrizzare ciò
che è storto né contare ciò che è già perduto (cfr. 1,14 s.). In tali circo
stanze bisogna concludere che «la sapienza e il sapere sono follia e stol
tezza» (1,17).
In precedenza si è ricordato come la sapienza e l'etica siano tanto stret
tamente legate che, in determinati contesti, «sapiente» è quasi sinonimo
di «onesto» e la sua funzione rimane nel quadro della dottrina della re
tribuzione. Se si considera che per Qohelet la sapienza non può raggiun
gere i propri obiettivi, aironesta toccherà lo stesso destino. Così un'al
tra assurdità che il nostro autore rileva sotto il sole è il fallimento del
l'onestà e il trionfo dei disonesti: «gente onesta che fallisce per la sua
onestà c gente malvagia che prospera per la propria malvagità» (7,15).
Sebbene questa aperta critica alla dottrina della retribuzione non sia
esclusiva di Qohelet - si ricordino le affermazioni corrosive di Giobbe e
il tenore di alcuni salmi, come il 73 -, la sua asprezza è estrema se si
considera il generale contesto negativo del libro (v,, ad es., 8,10-14).52
d) In u tilità d e llo s f o r z o u m a n o
51. Sulla messa in discussione della giustizia divina in Qohelet cjfr. Fox, op. cìt., 1 1 1-1 5 0 .
53. In proposito si veda R.K. lohnston, « Confessione ofa Workabolic». A Reappraisal o f Qohe-
le t h i CBQ 38 (1976) .14-2.8.
e) II fa llim e n t o d ella m o r t e
della nascita... è meglio andare m una casa in lutto che in una casa in
festa, perché quella è la fine di ogni uomo. È meglio soffrire che ridere
...» (7,1-3). Per dì più la forma letteraria -«è meglio.., che» è usata spes
so dall antica sapienza, profondamente ottimista. Ma niente può sorpren
dere in chi ha potuto affermare: «Così ho preso in odio la vita...» (2,,17).
Anche quando sembra preferire la vita alla morte («È meglio un cane vi
vo che un leone morto», 9,4b), il cinismo di Qohelet riesce sempre a de
molire le aspettative del lettore: «1 vivi sanno... che devono morire» (9,
5). La straordinaria bellezza del poema sulla vecchiaia di 12,1-7 non
può nascondere Pamarezza dell’autore di fronte alla visione di un corpo
devastato dagli anni e ormai incapace di provar gusto per qualunque co
sa, aspettando che, immancabilmente, «si rompa la carrucola del poz
zo» (12,6) e il secchio sprofondi per sempre nelle acque profonde.
È probabile che la coscienza del carattere inevitabile della morte che
pone termine a tutte le attività e le conquiste dell’essere umano, compre
sa la sua memoria, costituisca la spinta interiore che ha generato l’opera
di Qohelet. Se si eccettuano il prologo (1,1) e l’epilogo (12,9-13), il li
bro rivela un’evidente inclusione letteraria intorno alla tematica della
vanità e della morte. Oltre al ritornello «Vanità delle vanità, dice Qohe
let, (vanità delle vanità) tutto è vanità», ripetuto in 1,2 e 12,8, l’opera è
incorniciata da due poemi sull’inutilità dello sforzo umano di fronte al
l’inevitabile presenza della morte. Il primo si conclude con un’afferma
zione pessimista: «Nessuno si ricorda degli antichi e lo stesso accadrà
con le generazioni future» (1,11); le immagini che chiudono il secondo
(12,6) sono di per sé assai eloquenti.
f) Im p o s s ib ilità d i c o n o s c e r e D io
tra di noi: una presenza arbitraria priva di tracce. «Se non sai capire co
me un soffio vitale entra nelle membra all5interno del ventre di una don
na incinta, nemmeno comprendi l'opera di Dio che fa tutto» (11,5). Dio
rappresenta una sorta di muro dai quale sono frustrati tutti gli sforzi
dell'uomo verso la conoscenza: «In seguito osservai tutte le opere di
Dio: l'uomo non può scoprire ciò che si fa sotto il sole. Per quanto l’uo
mo si affatichi nella ricerca, non lo scoprirà; e, sebbene il saggio abbia
la pretesa di saperlo, non lo troverà» (8,17). Tuttavia Qohelet è ancor
più radicale perché, a suo parere, l’uomo non ha la minima garanzia ri
guardo alla disposizione di Dio verso la sua creatura: «Anche i giusti e i
sapienti con le loro opere sono nelle mani di Dio, l’uomo non sa se Dio
10 ama o lo odia» (9,1).
Con un ulteriore passo avanti Qohelet sembra essere convinto deila
colpevolezza di Dio nel fallimento conoscitivo dell’uomo, poiché lo met
te alla prova mostrandogli di non essere superiore a un animale: «A pro
posito degli uomini ho pensato: Dio li mette alla prova perché vedano
che di per sé sono animali» (3,18). Se gli animali hanno per natura un’in
telligenza ottusa la conclusione è chiara. Che cosa resta dell’alito divino
di G e n . 2,7?
g) G o d i m e n t o d e i p ia c e r i
56. Per una corretta valutazione di questa tesi di Qotielet si può vedere D. Buzy, La notion de
bonheur dans l'Ecclésiaste: RB 43 {1534 ) 494- 5 1 1 ; R.N. Whybray, Qoheleth, Preacher o fjo y :
JSOT 23 {1982.) 87-98.
57. M .V, Fox, op. cit., 5 3 “77 sottolinea il rapporto fatica-piace re.
58. Cfr. anche H. Gese, The Crisis of Wisdom in Koheletb, in J.L. Crenshaw (ed,), Theodicy
in thè Old Testamenti Philadelphia-London 19 8 3, 1 4 1 - 1 5 3 , spec. 149.
/
ió 6 II libro deiPEcdesiaste
60. Non si può dire peraltro che Qohelet fosse uria persona cinicamente autoesrramata da
l’ impegno per la morale sociale, come si potrebbe dedurre da una lettura superficiale della fra
se «Non eccedere in onestà» (7,6). Per una corretta interpretazione di questo passo cfr. R.N.
Whyhray, Qoheleth thè Immorah'st? (Qoh 7 :16-17), >n J-G. Gammie e a, (edd.), Israelite Wis-
dom. Theological and Literary Essays in Honor ofSamuel Terrieri, New York 19 78 , 19 1-2 0 4 .
6 t. SulPimporranza deii’ìmpiego di questa formula in Qohelet cfr. G , 5 . Ogden, 7 he * Better» -
Proverò (tob-Spruch), Khetoricai C riticism and Qoheleth: JBL 96 (1977) 489-50
6z, Si veda G. von Rad, Teologìa dell'Antico Testamento 1, 5 1 0 -5 15 , spcc. 5 1 1 .
63* Cfr. W, Zimmerli, op. c i t 139.
2. S ig n ific a to d e ll'E c c le s ia s t e alla lu c e d e W A n tic o T e s t a m e n t o
64. Differenziarsi non significa prescindere, se è vero che in realtà Qohelet si appropria di molti
aspetti della sapienza tradizionale. Cfr. R. Rendtorff, Das Alte Testamenti Etne Einfiìhrung ,
Neukìrchen/Vluyn 15 8 3 , 1H0; questo dato era già stato messo in evidenza dal lavoro di K. G al
li ng. Koheleth-Sttìdien : Z A W 50 ( 1 9 3 1 ) 2 7 6 299. 65, V. R.R.Y. Scott, op %ciL, 206-207.
66, Sul rapporto tra Qohelet e il mondo dell'Antico Testamento cfr. R. Gordis, op, ciL, 43-50.
Storia della ricerca 1 69
zio della divinità e cerca di provocar lo, affinché esca dal proprio nascon
dimento, Qohelet accetta con senso d’impotenza e indifferenza il silen
zio e la libertà di Dio. Questa concezione non lasciava spazio al rappor
to personale; perciò non lo vediamo mai rivolgersi a Dio in atteggia
mento di dialogo, nemmeno attraverso la lagnanza o la lamentazione,
per invocarne l’aiuto o per lamentarsi amaramente del silenzio di Dio e
della sua apparente ingiustizia. I salmisti si lamentavano spesso delle
stesse iniquità che opprimevano Qohelet, ma rivolgevano i loro attacchi
a Dio appunto sulla base del loro rapporto personale,
1, S to ria d e ll in t e r p r e t a z io n e
2. P r o b l e m i a p e rti
77. Si vedano le introduzioni dei commenti di H. Ewald, Die poetischen Biicher des Alien
Bundes IV, Gottingen 18 3 7 ; W. N ow ack, Der Prediger Salomo’s erkldrt, Leipzig 18 4 7 ; Ch.D.
Ginsburg, Cohelelb, London 1 8 6 1 , rist. N ew Y o rk 19 7 0 ; F. Delitzsch, Proverbs. Ecdesiastes.
Song o f Solomon (C O T vi), Grand Rapids 19 8 2 (or. ted. Leipzig 18 7 5 }; C.H .H . Wright, The
Book o f Koheleth, London 18 8 3.
78. Così F. Hitzig, Der Prediger Salomo’s erklàrty Leipzig 1S 4 7 ; T. Tyler, Eccleswstes, London
18 7 2 ; E. Renan, L ’Ecclésiaste, Paris 18 8 2 ; G. Wildeboer, Der Prediger, Freiburg i.Br. 18 9 8 ;
C. Siegfried, Prediger und Hoheslied, Gòttingen 1898.
79. Tra i numerosi tentativi in questa direzione sono da ricordare quelli di H.L. Ginsberg, The
Structure and Contents of thè Book o f Koheleth: VTS 3 (19 55) 1 3 8 - 1 4 3 ; A .G . Wright, The
Biddle of thè Sphinx. The Structure of thè Book of Qohelet: CBQ 30 (1968) 3 13 - 3 3 4 ; M .V .
Fox, Frame-Narrative and Composition in thè Eook Qohelet\ H U C A 48 (19 77) 8 3-10 6 ; F.
Rousseau, Structure de Qohelet 1 , 4 - 1 1 et pian du livre: V T 3 1 (19 8 1) 2 0 0 -2 17 ; J-S..M. M ul-
der, Qoheleth's Division and also its Main Point, in W.C. Delsman (ed.), Vcn Kanaan bis Re -
rala. Festschrift fur],P.M. van derPloeg (AO AT 2 1 1 ) , Neukirchen/Vluyn 19 8 2 , 14 9 -15 9 .
172 lì libro deLPEcciesiaste
V. B IB L IO G R A FIA COMMENTATA
Rarton, G.A., The Book o f Ecclesiastes (ICC), Edinburgh 1908, rist. 1971:. Le
caratteristiche dei commenti che compongono P«Internationa! Critica! Cominen-
tary» sono ima garanzia a priori del contenuto di quest’opera. Le ottime analisi
80. C osìK . Galling, Kohelet-Studien: ZÀW 50 (1932.) 276-299; O. Eissfeldt, introduzione al-
VAntico Testamento m > 329.
81* Si veda al riguardo la ricca informazione di G.A. Barton, op* 34-43; inoltre L. di Fon-
zo, op . cit., 53-55. 82. Sulla diatriba in Qohelet si vedaL. di Fonzo, op. cit.j 1 6 17 .
83. C£r. E. Podechard, op. c i t 43. 84. O r. A. La jha, op. cit., n .
85. Cfr. R. Gordis, op, cit.f 56. Tuttavia non è possibile parlare di dipendenza letteraria, come
già aveva osservato V. Za pie tal, Dìe uermetntlìcben Emflnsse der grkchiscbm Phtlosa pbìe im
Buche Kohelet: B Z 3 (1905) 32-39. 1 1 8 - 1 3 9 .
B ib lio g ra fia c o m m e n ta ta 173
così arduo (soprattutto per lo sforzo implicato dalla delimitazione del grado di
validità delle basi metodologiche offerte dalla linguìstica contemporanea, pp. n -
zz) a mala pena giustifica il valore dei risultati dell’indagine, la quale in ogni ca
so trova giustificazione nella scarsità di questo tipo dì studi indubbiamente ne
cessari agli specialisti.
Laliba, A., Kohelet (BK xix), Neukirchen/Vluyn 19 78 . Si tratta probabilmente
del miglior commento moderno all’ opera di Qohelet, almeno come trattazione
d’insieme. Le 14 pagine d 1introduzione sono forse troppo brevi, anche se la pro
blematica generale del libro è presentata in maniera sufficiente. Manca un’ade
guata disamina letteraria, assenza tipica dei commenti del «Biblischer Konmien-
tar». La critica testuale, pur corretta, non è ampia come ci si sarebbe potuto at
tendere per alcuni versetti.
Ogden, G., Qobeletb, Sheffield 19 8 7. Studio piuttosto ampio (circa 200 pagi
ne), considerate le dimensioni delPEcclesiaste, L ’analisi testuale è adeguata; il com
mento teologico è esauriente e teiice; gli aspetti letterari sono correttamente indi
viduati e accuratamente presentati. Lamentiamo la mancanza di un’introduzione
adeguata; non si può dir molto in 8 pagine. Titolo di merito dell’opera sono due
appendici introduttive su! significato di hebel e jitrón. Curioso l’excursus con
clusivo intitolato «Sapienza cinese e rivelazione biblica».
Whitfey, Ch.F., Koheleth. His Language and Thougbt (B ZA W 148), Berlin -
New York 19 79 . Come si può cogliere dal sottotitolo, questo non è propriamen
te un commento. Dopo una brevissima introduzione (A), l’opera è aperta da uno
studio del linguaggio di Qohelet (B), esaminato capitolo per capitolo, che si con
clude con una valutazione della tesi di Zimmermann e Dahood (con esito negati
vo). Questo esame critico (C) affronta le peculiarità del linguaggio di Qohelet e
il suo rapporto con l’opera di Ben Sira. Lo studio del pensiero dell’autore dell’Ec-
clesiaste (D) tiene conto delle teorie sulle influenze babilonesi, egiziane e greche.
Nell’ ultima parte (E) l’autore cerca d’impostare una valutazione delle fonti israe-
lite, del problema dell'influenza greca, del materiale proverbiale comune e della
natura dei problemi affrontati da Qohelet. Se si prescinde da alcune conclusioni
affrettate, questo è senza dubbio il migliore studio attuale sull’ Ecclesiaste.
Whybray, R .N ., Ecclesìastes, Grand Rapids 1989. Il commento (pp. 3 3 - 1 7 4 ) è
preceduto da una breve ma ricca introduzione di 31 pagine: titolo e posizione nel
canone; contesto storico, autore e luogo dì composizione; lingua; unità letteraria
e struttura; pensiero; analisi del contenuto. Pur mantenendosi nei limiti di una
comprensibile prudenza, il commento è buono, molto aggiornato, di alto livello.
Capitolo vi
Il libro deH’Ecclesiastico
I. DATI G E N E R A L I
1. // lib ro
a) T esto e v e rs io n ir
z. Edd. M . Baillet - J.T . Milik - R . de Vaux, Les *Pentes Grottes» de Qumràn, O xford 19 6 2 .
iy6 II libro dell’Ecclesiastico
di manoscritti della seconda metà del i secolo a.G. Intorno agli stessi
anni si scoprì in un'altra grotta un frammento di manoscritto (ri QPsa),
risalente con ogni probabilità alla prima metà del i secolo d.C., conte
nente 51,13-20 e le ultime due lettere del v. 3ob.3 Nel 1965 Yadin pub
blicò alcuni frammenti di un manoscritto del Siracide della prima metà
del 1 secolo a.G., ritrovati negli scavi di un fortino a Masada,4 conte
nenti parti di 39,27-44,17, anclvesse scritte in ordine sticometrico. Infi
ne lo studioso A. Scheiber, ricercando tra i frammenti della geniza del
Cairo depositati presso la biblioteca dell'Università di ( .ambridge, trovò
un nuovo foglio contenente il testo di 31,24-32,7 e 32,12-33,8. Anche
se Scheiber lo identificò come parte del manoscritto D, non è mancato
chi, in base a studi sticometrici, ritiene che ci si trova qui di fronte a un
nuovo manoscritto finora sconosciuto (F).s
Per quanto concerne le versioni, si devono segnalare quella greca dei
LXX e la siriaca della Peshitta, senza dimenticare i frammenti ebraici del
le citazioni rabbiniche. Riguardo ai manoscritti greci/ sembra opportu
no suddividerli in due gruppi: Gì e G2. Il traduttore di G2 non sembra
avere compiuto una traduzione originale e indipendente: egli si basò su
G ì e sulla recensione ebraica usata da quest'ultimo. 1 manoscritti siria
ci,7 che presentano un testo uniforme, insieme con i manoscritti ebraici
attualmente disponibili sembrano essere collegati direttamente con l’ope
ra autografa di Ben Sira. Tra ie versioni antiche vi sono tuttavia segnali
d'influenze reciproche: i manoscritti siriaci rivelano lezioni peculiari di
G ì e G2; i testi ebraici presentano lezioni peculiari di G ì e G2 e del te
sto siriaco.8 Poiché l'opera del Siracide andò esente dalla fissazione ca
nonica per vari secoli, è ragionevole pensare che venne copiata molte vol
te mentre venivano introdotti mutamenti testuali che originarono le cor
ruzioni osservabili nei vari manoscritti.
La versione latina, come viene presentata nella V u lg a t a , non fu com
piuta da Gerolamo, il quale si limitò ad accettare senza modifiche una
traduzione antica.9 Questa traduzione, citata da Cipnano, fu compiuta
certamente in Africa nei primi decenni del in secolo. In essa si può ri-
3. Pubblicato da J.A. Sanders, The Psalms Serali of Quintétti Cave i r (iiQ Psf1), Oxford 196 5.
4. Y . Yadin, The Ben Sira Scroli from Masada, Jerusalem 19Ó5. Contributi critici in Th. Midden-
dorp, Die Stellung Jesu Ben Siras zwiseben JudentUfg und btellèmsmu$f Leiden 19 7 3 , 9 1 - 1 1 2 .
5. Ulteriori informa?ioni in P.W. Skehan - A.A. Dì Leila, op. c t t 51-53.
6. Studio eccellente in R. Smend, Die Weisheit des Jesus Sirachi Berlin 1906, L x n c x v n i; si
veda inoltre N. Peters, Das Buch Jesus Sirach oder Ecclesìasticus uhersetzt und erkldrt, Miin-
ster 1913» l x v - l x x v .
7. Cfr. R. Smend, op. cìt.t c x x x v i -c x l v i ; N, Feters, op . cit.t LXXV-LXXViiL
8. Sul rapporto tra le tre famìglie testuali cfr. M.D. Nelson, 7 he Syrìac Version of thè Wisdom
ofBen Sita Compared to thè Greek and Hehretv Materials, Atlanta 1988.
9. Osservazioni in R. Smend, op. cxvm -cxxix.
D ati generali 177
b) II tito lo
c) L a n u m e ra z io n e
d) L a c a n o n i c i t à 11
z. A u t o r e , d a ta e lu o g o d i c o m p o s i z i o n e 14
a) L 'a u t o r e
Fatta eccezione per il libro delPKcclesiastico, tutti gli altri scritti dell’An
tico Testamento sono anonimi oppure attribuiti pseudepigraficamente a
personalità del passato d’Israele, come Davide o Salomone. 1 manoscrit
ti a nostra disposizione presentano diverse forme del nome dell’autore.
In 50,27 del manoscritto B si legge «Simone, figlio di Gesù, figlio di Elea-
zar, figlio di Sira». Tuttavia dopo 51,30 appare in due forme: una volta
«Simone, figlio di Gesù, chiamato figlio di Sira»; l’altra come in 50,27.
11 c o l o p h o n siriaco lo chiama «Gesù, figlio di Simone, chiamato figlio di
Asira»,15 Considerato che il traduttore dice nel prologo «mio nonno Ge
sù» e nel titolo greco che costituisce l’intestazione di 51,1 si può leggere
«Discorso di Gesù, figlio di Sira», è ragionevole pensare che «Simone»
sia una corruzione e 1 autore dell'Ecclesiastico si chiamasse Gesù ben
Eleazar ben Stra.ltì
b) D a ta
Uno studio generale sul pensiero e lo stile porta a concludere che 1 Ec
clesiastico fu scritto poco prima della rivoluzione maccabaica del 168
a,C. Tuttavia la determinazione più o meno precisa della data di com-
posizione si può basare sulle informazioni fornite da due passi del libro.
Nella prefazione all’opera il traduttore greco informa di essere nipote
dell’autore e di essere giunto in Egitto nell’anno trentotto del regno del-
l’Evergete.17 Afferma inoltre di aver intrapreso il lavoro di traduzione
dell’opera del nonno, scritta in ebraico, dopo aver vissuto là per un cer
to tempo. Per quanto riguarda il nome dell’Evergete («Benefattore»), ri
sulta che ci furono due re Tolemei con questo appellativo: Tolemeo ni
Evergete 1 (247-221 a.C.) e Tolemeo v i i Evergete 11 (170 -117 a.C.).
Tuttavia, considerato che il primo regnò poco più di venticinque anni e
che il traduttore parla del trentottesuno anno del regno di Evergete, se
ne può dedurre che si trattasse di Tolemeo v i i e, di conseguenza, il ni
pote di Ben Sira giunse in Egitto intorno al 132 a.C. Suo nonno, dun
que, avrebbe compiuto la propria opera nei primi decenni del n secolo,
certamente prima della persecuzione di Antioco Epifane, nel libro non
menzionata affatto.
In 50,1-24 Ben Sira presenta un vivace e appassionato elogio del som
mo sacerdote Simone, figlio di Onia. La vivacità delle immagini fa pen
sare di trovarsi di fronte a un testimone oculare. D’altra parte Tespres-
sione «nella sua vita» {50,1) sembra implicare che fosse già morto. Or
bene chi era questo Simone? Flavio Giuseppe fornisce ragguagli sull’esi
stenza di due sommi sacerdoti con questo nome. Il più antico, Simone 1
il giusto, è collocato da questo autore intorno al 300 a.C.; l’altro, Simo
ne il, svolse il suo incarico circa un secolo più tardi. Non si può esclu
dere che Simone 1 sia una figura leggendaria, utilizzata da Giuseppe per
colmare il periodo oscuro compreso tra Esdra e Antigono (verso il 180
a.C.) e assicurare così la successione dei sommi sacerdoti. Di fatto le
tradizioni della Mishna e del Talmud sono al riguardo confuse, il che
implica lo scarso fondamento storico della tesi della supposta esistenza
storica di Simone 1.
Di conseguenza è ragionevole argomentare che l’Ecclesiastico venne re
datto dopo il 195 a.C. (data approssimata della morte di Simone 11). Con
maggior precisione, l’opera non potè essere scritta dopo il 17 1 a.C. In
fatti in quell’anno Antioco Epifane, deposto il sommo sacerdote Onia 11
(ultimo legittimo della linea sadocita) ili favore di suo fratello Giasone,
arrivo a destituire anche quest’ultimo a favore di un beniaminita: Mene
lao. Risulta chiaro che il Siracide, se l’avesse conosciuta, non avrebbe pas
sato sotto silenzio questa violazione sacrilega del diritto sacerdotale.18
18. Sul contesto storico dell’opera di Ben Sira si può vedere R. Smend, o p . c i t x i v -x x v iii ; M .
Ts. Segai, Sefer Ben Sira bassalem, YerusBalaiin 1 - 1 1 ; J, Marbòck, Weisheit im Wan-
del, Bonn 19 7 1, 9 -12 ; P.W. Skehan - A.À. Di Lelia, o p . cit., 8 -16; H. Stadelmann, Ben Sira ah
Schriftgelehrter {W UNT 6), Tiibingen 1980, 4-2 6.
c) Luogo
Non vi sono motivi per dubitare che il libro dell’Ecclesiastico sia stato
scritto a Gerusalemme. Se si considera la formazione dell autore, la sua
profonda conoscenza delle tradizioni teologiche e sapienziali del suo
popolo e la sua più che probabile familiarità con la cultura ellenistica,19
si dovrà dedurre che il Siracide fu un celebre maestro di sapienza {cfr.
50,2,7) di cultura cosmopolita, in queste circostanze la culla della sua
formazione e la sede ideale per il suo magistero dovette essere natural
mente Gerusalemme.
IL D IM EN SIO N E LE T T E R A R IA
r. P r im e im p r e s s io n i
Il lettore del Siracide che abbia familiarità con i Proverbi noterà imme
diatamente la quasi completa assenza di aforismi isolati di un solo stico.
Effettivamente nell’Ecclesiastico si ricorre per lo più al poema, all’esor
tazione e all5istruzione. La poesia didascalica rivela nel Siracide un im
pulso decisivo verso l’educazione in genere, non soltanto scolastica. Il
maestro è diventato dottore. Come si vedrà, l’autore non lascia mai iso
lato uno stico, ma lo collega a versi di contenuto affine per creare poemi
con un tema dominante, alcuni dei quali presentano suddivisioni in
strofe, soprattutto quelli caratterizzati da un maggiore lirismo.
Un’altra peculiarità dell’Ecclesiastico è la ripetizione tematica. La ri
petizione di alcuni temi in diverse sezioni di un’opera che certamente si
deve a un unico autore, senza un’apparente funzione specifica, risulta sor
prendente. Ad esempio, Tistruzione sulla vergogna di 4,20-3 r ha un pa
rallelo più ampio in 41,16-42,8; i pericoli letali che il cattivo uso della
lingua può comportare per bucino sono affrontati in 5,9-6,45 19,4-19;
20,1-8.18-26; 23,7-15; 27,8-15, ecc.; il tema dell 'amicizia e deH’tnimi-
cizia ricorre in 6,5-17; 12,8-18; 22,19-26; 37,1-6, ecc.; la generosità e i
prestiti sono trattati in 3,30-4,10; 29,1-20; dei banchetti si parla in 31,
12-24; 3 1,1-13 ; 37,2*7-31; del timore del Signore in 1,11-20 ; 2,7-17; 32,
14-24; 34,13-17. In seguito si cercherà di offrire alcune ipotesi su que
sta evidente mancanza d’interesse per rarmonizzazione del contenuto di
alcuni passi.
Fatta eccezione per P r o v , 30,7-9, nella letteratura sapienziale canoni
ca non s’incontra alcun esempio di preghiera, una sospensione del discor
so in cui il sapiente si rivolge a Dio in qualità di orante. Se si considera
il peculiare e t h o s della sapienza, la ricerca razionale dell’ordine inscritto
19. Sul lapporto di Ben Sira con il pensiero greco cfr. J. Marbock, op. cit.} 17 0 X73; Th, Mid-
dendorp, op, c i t 7-34.
Dimensione letteraria 181
io. Sulla funzione della legge nell’Ecclesiastico e la sua importanza teologica efr. E,J. Schnabel,
L a t a a n d W t s d o n t f r o m B e n S ir a to P a u l , Tiibingen 198 y, 29-92; inoltre K.M, O ’Connor, T h e
W / s d o m L i t e r a t u r e y Wilmingtou 1988, 14 5 146.
z i. Sul rapporto tra questi due concetti nell’Ecclesiastico cfr. J. Haspecker, G o tte s fu rc h t b e i J e
s u s S ir a c h , Roma 19 6 7, 32S -332,
z. A sp etti letterari
a) L a lin g u a
b) I g e n e r i le tte ra ri
14. Su! rapporto tra Ecclesiastico e Proverbi si veda H. Duesberg - 1. Fran&en, o p - c i t ,, 64-71,
Dimensione letteraria 183
(«Ci sono tre cose che,., e una quarta che,,,»). Anche il poema didasca
lico breve (S ir. 10,6-18; 12,19-26; 27,11-29), volto a inculcare la neces
sità di una retta condotta di vita, può essere qualificato come m a sa l. Do
po raffermazione di base, con la quale si apre l’unità, il Siracide ricorre
a domande retoriche, proposizioni condizionali o relative per caratteriz
zare «casi» ipotetici o reali. La finalità di questo procedimento e palese
mente didascalica, ma prevalgono gli elementi descrittivi. Un altro tipo
di m a s a l è rappresentato dall’istruzione, che si trova spesso in P ro v . 1-9
ed è profondamente radicata nella letteratura egiziana. Alle caratteristi
che formali del poema didascalico viene ad aggiungersi, come elemento
caratteristico, il vocativo «figlio mio» o formule affini, il continuo uso
d’imperativi, che impongono l’osservanza del precetto, e la motivazione
(espressa da una proposizione causale o consecutiva) che cerca di dimo
strare i vantaggi dell’obbedienza a quanto viene proposto o gli svantaggi
della disobbedienza (si veda S ir. 10,26-11.9; I2 -T_7i 13.8-13; 31,12-24).
Il poema amoroso allegorico di 14,20-27 trova senza dubbio i propri
antecedenti in P r o v . 5,15-20 e in C a n t . 2,8 ss.
U i n n o non coincide necessariamente con le categorie liturgiche pro
prie della nostra cultura religiosa occidentale. Si chiama inno qualsiasi
descrizione poetica che ha per oggetto Dio, le sue qualità e le sue opere.
In alcuni casi il lessico è scelto e il ritmo solenne. Poiché prevale il tono
descrittivo e può mancare la sollecitazione alla lode o alla contempla
zione, e improprio definire questi poemi come inni di lode/1 Nell’Eccle
siastico abbiamo gli esempi di 1,1-10 ; 18,1-14; 39,12.-35; 42,r 5-43,33,
La n a r r a z io n e a u t o b io g r a fic a è ben rappresentata nel resto della lettera
tura sapienziale (ad es. P ro v . 7; 24,30-34; E c c l. 1,12-2,16; 8,9-9,!; S a p .
7-9). Con questo tipo dì formulazione il sapiente ricorre a un evento
della propria vita (ma può trattarsi di un evento capitato ad altri e visto
come proprio) affinché il discepolo/lettore rifugga da uno stile di vita
dalle conseguenze autodistruttive - nel caso si tratti di un evento nega
tivo - o imiti un cammino che porta alla realizzazione di sé - se l’espe
rienza riportata è positiva. Nell’Ecclesiastico quasi tutti gli esempi sono
orientati al conseguimento della sapienza (24,30-34; 33,16-18; 5 1 ,1 3
22). I p o e m i o n o m a s t ic i sono elenchi di «nomi» dei diversi elementi del
mondo naturale, affini alle moderne tassonomie. Possono comprendere
specie animali o vegetali, minerali, popoli di una certa area geografica o
anche elementi geografici. I poemi onomastici furono coltivati soprat
tutto in Egitto. Nel resto della letteratura sapienziale si possono citare
gli esempi di G io b . 18; 36,17-37,13; 38,4-39,30; 40,15-41,26; S a p . 7,
17-20.22-23; 14,15-26. Il Siracide ricorre a questo procedimento lette-
25. Forse Punico esempio in Ben Sira è costituito da 50,22.-24. Cfr. tuttavia P.W, Skehan -
A.A. Di Leila, op. cit.t 27.
I§ 4 U libro de 11‘Ecclesiastico
c) P r o c e d i m e n t i r e t o r ic i e stilistici
del secondo:
«L’uomo sensato non disprezza i consigli |
il malvagio e il superbo non conoscono il timore» (32,18); 26
7
26. Secondo alcuni che definiscono questo poema un encomio* si tratta di un prestito letterario
dalla cultura ellenistica. Questa tesi è stata recentemente sostenuta, in un ottimo studio, da Th.R,
Lee, Studies in thè Farm of Sirach 4 4 -jo , Atlanta 1386. Tuttavia questo esempio di bistorta
saluti* può essere un riecheggiameli io di certi poemi appartenenti ad altri ambili letterari del
l'Antico Testamento (ad es. Sai 7 8 1. D'altra parte è scarsamente significativo definire questo
poema una «narrazione did ascalicacfr. P.W. Skehan - A,A. Di Leila, op. ciL, 29-30.
27. Le migliori trattazioni al riguardo si trovano nelle introduzioni alle opere di R. Smend, op.
di. e M.Ts. Segai, Sefer ben-Sira bassatem, Yerushalaim *1958.
del terzo:
«Non disdegnare una moglie discreta e buona j
perché la sua grazia vale piu d e lir o » (7,19).
Le figure dell’allitterazione e delPassonanza sono altrettanto frequen
ti, così come vari tipi di strutture chiastiche.18 La tendenza dell’Ecclesia
stico all’esposizione tematica trova uno sbocco espressivo nell’uso di ri
tornelli, che fungono da elemento di raccordo stilistico nello sviluppo del
problema trattato. L’impiego più notevole di questo procedimento si ri
scontra nel cap. 2, dove l’autore impiega tre volte l’espressione «Quan
to temete il Signore» (w. 7-9), tre «guai» (w. 12-14) e tre «Quanti te
mono il Signore» (vv. 15-17), per sollecitare alla fiducia e alla fedeltà a
Dio. Nell’inno di 39,12-35 in tre punti di rilievo s’incontra la formula
«Non c’è da dire...» (vv. 16.21.34). Alcuni ritornelli sono soggetti a un
principio di alternanza: «Se hai bestiame... / figli... / figlie» (7,22-24);
«Una stirpe onorata... Una stirpe ignobile» (10,19). A questa linea ap
partiene anche il noto schema di versificazione a b / a ' b', che si trova in
19 ,13-17:
Interroga l’amico...
Interroga il prossimo...
Interroga l’amico...
Interroga il prossimo...
meni, Oxford 1983, 140-145; H.D. Preuss, Einfiihrung in die alttestamentliche Weisbeitslite-
ratur, Stuttgart 1987, 142-145.
34. P.W. Skehan - A.A. Di Leila, op. cit.
i. P r e s e n t a z io n e tem a tica **
a) S e z io n e p r i m a : 1 ,1 - z ^ ^ z y
M o t iv i s a p ie n z ia li ,
La prima sezione dell'opera (1,1-23,2-7) è composta
da una serie di motivi già noti m gran parte dai Proverbi: il timore del
Signore come accesso alla sapienza (1,11-20), padronanza di sé e since
rità (1,22-30), pazienza e fedeltà (2,1-18), deferenza verso i genitori (3,
1-16), umiltà e orgoglio (3,17-29), giustizia verso il bisognoso (3,30-4,
io), la sapienza come maestra (4 ,11-iu )^ vergogna e arroganza (4,20
31; cfr. 4 1,14-42,8), false sicurezze (5,1-8), peccati commessi con la lin
gua (5,9-6,4), le vere amicìzie (6,5-17), ricerca della sapienza (6,18-37),37
vita sociale (7,1-17), rapporti familiari (7,18-28), doveri religiosi {7,29
36), errori nei rapporti umani (8,1-19), le donne pericolose (9,1-9), le
compagnie (9,10-16), i governanti (9,17-10,5), l'orgoglio (10,6-18), an
cora il timore del Signore (10,19-25), rischi della vanagloria (10,26-11,
9), lavoro e finanze (11,10-28), ospiti e sconosciuti (11,29-34), 1 favori
(12,1-7), 1 nemici (12,8-13,1), i ricchi (13,2-7), gli aristocratici (13,8-13),
le classi sociali (13,15-24), fedeltà (13,25-14,2), avarizia (14,3-10), sa
lute e morte (14,11-19 ), salmo sulla sapienza (14,20-15,10), peccato e
libertà (15,11-20), errori puniti da Dio (16,1-14), onnipresenza di Dio
(16,17-23), compassione di Dio per la debolezza umana (18,1-14), la
generosità (18,15-18), serie di atteggiamenti previdenti (18,19-29), pa
dronanza di sé (18,30-19,3), malehngue (19,4-19), buona e cattiva intel
ligenza (19,20-30), la disciplina del linguaggio (20,1-8), alcuni parados
si della vita (20,9-17), linguaggio inopportuno e menzogne (20,18-26),
profilo del saggio (20,27-31), dominio del peccato (2 1,1-11), stolti e
saggi (21,12-26), tre tipi di condotta sbagliata (21,27-22,5), ancora sul
lo stolto (22,6-18), ancora sulPamicizia (22,19-26), autodisciplina (22,
27-23,6), disciplina nel parlare (23,7-15), 1 desideri sessuali (23,16-27).
Come si può osservare, si è di fronte a un ampio repertorio di atteg
giamenti e caratteri di tipo individuale e sociale, semplicemente umani o
nettamente religiosi. Le virtù sono lodate e i vizi fustigati; si esorta alla
pratica del dominio di sé, alla sottomissione volontaria alla disciplina e
al rifiuto di decisioni autodistruttLve. Un tale repertorio sarebbe stato
sottoscritto dai sapienti e raccoglitori di sentenze dell'Egitto e della Me-
sopotamia, animati da identici ideali di formazione umana. Qui, tutta
via, il terreno di coltura è, in forma implicita o esplicita, à\ carattere jah-
vista. Anche se in molti casi la sanzione è squisitamente intramondana
(autodistruzione), il Siracide ricorre spesso all’intervento di un Dio che
retribuisce. Già Ln 1,11-2 0 egli fa una proposta programmatica di gran-
1
3 5. Utili osservazioni in P.W. Skehan - À.A. Di Leila, op. cit., 75-92.
36. Si veda il commento di O. Rìckenbacher, op . cit., 35 -54, 37. Cfr. op. cit., 55-71.
Contenuto e finalità 18 9
C o m p a s s io n e d i D i o .
Nelle prime pagme del libro affiora, inoltre, un’al
tra tematica quasi ossessiva nel Siracide: la compassione di Dio per l’uo
mo (2,11.18), come se un mondo privato della misericordia di Dio fosse
destinato all’autodistruzione. Tuttavìa egli non esita a ricorrere alla tra
dizione dottrinale quando questa compassione può generare equivoci:
«Non essere troppo sicuro del perdono mentre pecchi senza posa. Non
dire: grande è la sua misericordia... perché egli prova pietà, ma anche
ira» (5,5-6). Questo peculiare spirito religioso si rivela pure in un sor
prendente consiglio: «Non aspirare a ciò che è troppo difficile per te
non indagare ciò che supera le tue forze. || Bada a quello che ti comanda
| e non occuparti di cose misteriose. || Non affannarti in cose superiori a
te | ciò che ti è stato rivelato supera la comprensione dell’uomo. || La
presunzione ha fatto perdere molti | e un’intenzione deviata ne ha fuor
viato l’intelligenza» (3,21-24). Se ne trae l’impressione di ascoltare un
padre, non un maestro di sapienza. Come si concilia 1 atteggi amento sa
pienziale di ricerca senza limiti con gl’imperativi «non aspirare», «non
indagare», «non affannarti»? Cum’è possibile che un sapiente respinga,
considerandolo pervertitore e illusorio, l’impulso umano alla conoscen
za? Sorprendentemente s’mgiunge all’uomo di fare ciò che gli viene co
mandato (riferimento implicito all’osservanza della legge), perché ciò
che è stato rivelato supera a priori la comprensione umana. Non è im
probabile che questo atteggiamento del Siracide risenta di una polemica
con la tradizione di libero pensiero della tradizione ellenistica, alla qua
le fanno difetto «libri rivelati», che aveva introdotto in Israele le specu
lazioni cosmogoniche e teosofiche. In questo senso all’israelita deve ba
stare ciò che gli è stato rivelato.
scredati. L'uomo in cerca del cammino della sapienza e del timore del Si
gnore troverà nell’ambito dei rapporti di giustizia uno dei luoghi privile
giati, Inoltre vi è una sanzione trascendente: «Se qualcuno amareggiato
ti maledice, il Creatore ascolterà la sua imprecazione» (4,6), come se
l'ingiustizia sociale implicasse un’irresponsabile alterazione dell’ordine
stabilito da Dio nell’ atto creatore. In questo contesto il Siracide esorta a
deprezzare la meschinità e l’avarizia: «Il meschino non si accontenta
del suo | l’insana cupidigia inaridisce l’anima. |[ L’avaro lesina anche sul
pane | sulla sua tavola manca tutto» (14,9-10). In questo senso si deve
leggere anche 35,11-24. D’altra parte la ricchezza può rivelarsi la fonte
più copiosa della mal riposta fiducia degli uomini, origine della cecità
religiosa, il risultato ultimo degli istinti e delle passioni (cfr, 5,1-8; si ve
da inoltre 31,1-11). I ricchi, sfruttatori per natura, costituiscono una
classe sociale che spinge continuamente il povero al sospetto e alla sfidu
cia (cfr, 13,2-7.8-13.15-2.4). Rispetto alle donne l'atteggiamento del Si
racide è prudente, se non apertamente sfiduciato:38 «Non confidare ogni
cosa a tua moglie, perché non arrivi a dominarti» (9,2). Tuttavia si deve
riconoscere che, come per gli altri motivi del iibro, anche in questo caso
il Siracide rivela il proprio squisito equilibrio e la propria profonda uma
nità: «Non essere geloso della sposa amata» (9,1).
P ra g m a tis m o e u m a n e s i m o .
L’esperienza personale 0 forse le lezioni del
la storia haimo fatto del Siracide un uomo lucido ed equanime, in grado
di mettere in discussione alcuni insegnamenti tradizionali. Per quanto ri
guarda i re, la loro sapienza non dev’essere data per scontata, nonostan
te la tradizione su Salomone del primo libro dei Re e gli insegnamenti
dei Proverbi (ad es. 25,2). Al riguardo risulta improntata a un profondo
disincanto Taffermazione di 10,3: «Un re senza istruzione è la rovina
del suo popolo».
In certi casi il Siracide si lascia prendere da un pragmatismo scanda
loso, a dispetto dell impostazione religiosa dei suoi consigli: «Se fai il
bene, bada a chi lo fai, | e avrai una ricompensa per i tuoi benefici. ]| Fa’
il bene al pio e ne avrai contraccambio, | se non da lui, certo dall’ Altis
simo. || ... Da’ al pio | ma non soccorrere il peccatore. || ... Anche l'Al
tissimo odia i peccatori [ e si vendica del malvagio» (12,1-2.4.6). Nel Si
racide si coglie talora un'mspiegabile tensione tra una tenerezza solleci
ta (ad es. .9,io; 18,15-17) e una durezza intransigente. Tuttavia è pro
babile che questa tensione psicologica rappresenti un riflesso delle ten
sioni, delle ambiguità che l’uomo prudente rileva nella stessa esistenza,
Non si deve dimenticare che il cammino della vita è seminato1 di bene e
38, Importante al riguardo è l’opera di W.C. Trenchard, Ben Sira's View o f Women, A Liter-
ary Analysts, Chkor Cai. 19 8 2, spec. 16 7 -17 3 .
Contenuto e finalità 19 1
b) S e z io n e seco n d a : 2 4 ,1 - 4 2 ,1 4
T e m i a n t ic h i e n u o v i .
La seconda sezione riprende la tematica della pri
ma, pur con alcune novità, in particolare con una presenza più consape
19 2 Il libro delPEcdesiastìco
40. Si può vedere G L. Prato, l ì problema deiìa teodicea in B en Sira , Roma 1975, 62-115.
41. Un imporrante studio si trova in O. Rickenhacher, op. c i t 176-196.
42. V. Moria, op . c it, 19 1.
C o n t e n u t o e fin a lità 19 5
R i s u l t a c h ia r a m e n t e c h e « la c o n d o t t a d e ll’ u o m o è s e m p r e d a v a n t i a D i o ,
e n u lla r e s ta n a s c o s t o a i s u o i o c c h i» ( 1 7 , 1 5 ) - T u t t a v i a , s e b b e n e e g li sia
s e m p r e p r o n to a r e t r ib u ir e le c a t t iv e a z io n i fr u tto d e lla lib e r tà d e l l’ u o
m o , si tr a tta di u n D i o m is e r ic o r d io s o e g iu s t o ( 1 7 , 1 5 - 2 4 ) , d is p o s t o al
p e r d o n o p u rc h é si d ia la c o n d iz io n e p r e lim in a r e d el p e n tim e n to ( 1 7 , 2 5
3 2 ) , p e r c h é D io h a c o m p a s s io n e d ella d e b o le z z a u m a n a ( 1 8 , 1 - 1 4 ) .
C o m e si p u ò o s s e r v a r e , b e n c h é in c e r ti c a s i q u a lc h e m o t i v o s e m b r i
fu o r i c o n t e s t o , in g e n e r a le la p r e s e n ta z io n e del c o n t e n u t o è p r o g r e s s iv a
e c o e r e n t e . In 1 4 , 2 0 - 1 8 , 1 4 , a d e s e m p io , s i è p o tu to in d iv id u a r e un m a
g n ific o t r a t t a t o s u l p e c c a t o , la lib e r tà e il p e r d o n o . U n id e n t ic o s f o r z o di
c o n c a t e n a z io n e t e m a tic a si e v id e n z ia n e lla s e c o n d a s e z io n e d el lib r o :
p e r ic o li d e lla lin g u a in 2 7 , 8 - 2 8 , 2 6 ; a ffe r m a z io n i su l d e n a r o n e l c a p . 2 9 ;
la m e n z io n e dei b a n c h e tti in s o c ie tà (3 1 , 1 2 - 2 4 ) c o n s e n te al n o s t r o a u t o
re d i p a r la r e del v in o ( 3 1 , 2 5 - 3 1 ) e dei b a n c h e tti ( 3 2 , 1 - 1 3 ) . In 3 5 , 1 1 - 2 4
il S ir a c id e to rn a a l te m a d e lla g iu s tiz ia e d e lla m is e r ic o r d ia d i D ì o , m a
a v e n d o in m e n te , s o p r a t t u t t o , il triste d e s tin o del su o p o p o l o . «Il S ig n o
re n o n si f a r à a tte n d e re [ e n o n s a r à p a z ie n te c o n g li e m p i || fin c h é ... n on
si sia v e n d ic a t o d e lle n a z io n i... e a v r à s p e z z a to lo s c e t t r o d ei m a lv a g i ||
fin c h é a v r à fa tto g iu s tiz ia p e r il s u o p o p o lo | e Io a v r à a llie ta to c o n la
s u a m is e r ic o r d ia » ( 3 5 , 1 - 1 7 ) . S e g u e u n a n u o v a g a lle r ia d i p e r s o n a g g i in
3 6 , 2 1 - 3 7 , 1 5 : la s p o s a , g li a m ic i, i c o n s ig lie r i. L a s e z io n e 3 8 , 1 - 1 5 , d e d i
c a t a a i m e d ic i, c o n s e n te a i n o s tr o a u t o r e d i p r e s e n ta r e u n 'is t r u z io n e su l
lu tto p e r i d e fu n ti ( 3 8 , 1 6 - 2 3 ) . In q u e s to m o d o si p o t r e b b e r o m o lt i p li c a
re gli e s e m p i ch e d im o s t r a n o di p er sé la v o lo n t à d i c o n fe r ir e u n a c e r ta
c o e r e n z a te m a tic a a l l’ o p e r a .
c) S e z io n e t e r z a : 42 , 1 5 - 5 0 , 2 9
fu n z io n e c o m u n ic a t iv a in u n a d u p lic e d ire z io n e . D a u n la t o è r is p e c c h ia
ta c o m e d o n o n e lla re a ltà u m a n a (o r d in e s o c ia le ) ... D ’ a ltr o c a n t o , in
q u a lit à di en te d iv in o p r im o r d ia le , r ic e v e d a l C r e a t o r e l ’ o rd in e d i s t a b i
lire la p r o p r ia d im o r a in Isra e le ( 2 4 , 3 - 8 ) . Q u i e s e r c ita il p r o p r io m in i
s t e r o e il p r o p r io p o te r e ( 2 4 , 1 0 - 1 1 ) ... E , c iò c h e è p iù im p o r t a n t e , h a
a f f o n d a t o le p r o p r ie ra d ic i in u n p o p o lo g lo r io s o , n e ll’ e r e d ità d el S i g n o
re ( 2 4 , 1 2 s -)- D i c o n s e g u e n z a , le g r a n d i fig u re d i q u e s to p o p o lo g lo r io s o
c o s t it u is c o n o la m a n ife s ta z io n e d e lla s a p ie n z a d iv in a , il p r o lu n g a m e n t o
d e lla s u a c r e a z i o n e » .46 In 5 0 , 2 5 - 2 6 u n p r o v e r b io n u m e r ic o in te r r o m p e il
d i s c o r s o a lla fin e d el lib ro . O v e n n e in t r o d o t t o in e p o c a s u c c e s s iv a a lla
c o m p o s iz io n e o p p u r e vi fu s p o s t a t o d a q u a lc h e a ltra s e z io n e . D u e a p
p e n d ic i (il s a lm o d i a z io n e di g r a z ie in 5 i , x - i 2 e la n o t a a u t o b io g r a fic a
d i 5 1 , 1 3 - 3 0 ) c o n c lu d o n o il lib r o .
2. A p o rie d o ttrin a li
N e lP E c c l e s i a s t i c o s o n o fa c ilm e n te in d iv id u a b ili a lc u n i e le m e n ti d o t t r in a
li a p r im a v is ta c o n t r a d d it t o r i, c h e il S ir a c id e c e r c ò d i a r m o n iz z a r e , a p
p a r e n te m e n te s e n z a g r a n d e s u c c e s s o .
a) R etrib u z io n e e creazione
S e c o n d o il S ir a c id e , D io è g iu s to e im p a r z ia le nei c o n f r o n t i d elle p r o p r ie
c r e a t u r e ( 1 6 , 1 4 ; 3 5 ? r ì ; c fr . G ìo b . 3 4 , 1 9 ; Sap. 6 , 7 ) : g li u o m in i o n e sti o t
t e n g o n o m c a m b io u n a v it a p ie n a e fe lic e ; 1 p e c c a t o r i v i v o n o in q u ie ti e
c o n t in u a m e n t e e sp o sti a lP in s u c c e s s o { 2 1 , 9 - 1 0 ; 4 1 , 5 - 1 3 ) . T u t t a v i a p e r il
n o s t r o a u t o r e , c h e n o n c r e d e a lla r is u r r e z io n e , q u e s ta r e t r ib u z io n e d e v e
n e c e s s a r ia m e n te a v e r lu o g o in q u e s to m o n d o . È lo g ic o , di c o n s e g u e n z a ,
c h e il S ir a c id e d e b b a p r o p o r r e u n a se rie d i a r g o m e n ti p e r c e r c a r e d i r i
s o lv e r e P a n t ic o p r o b le m a d ella p r o s p e r it à d e ! m a lv a g io e d e lla s fo r t u n a
d e l g iu s t o . F in o a q u a n d o D io a s p e tte r à p r im a d i p u n ir e il m a lv a g io c h e
s c o p p ia d i s a lu te e g o d e d e i p r o p r i b e n i? F in o a q u a n d o r it a r d e r à a r e
tr ib u ir e il g iu s to c h e si c o n s u m a n e lP in fe r m ità e n e lla d is g r a z ia ? Il S i r a
c id e te n ta u n a p r im a r is p o s ta : « È fa c ile p e r il S ig n o r e , nel g io r n o d e lla
m o r te , | d a r e a c ia s c u n o s e c o n d o le p r o p r ie o p e re . || P r im a d e lla m o r t e
n o n c h ia m a r e n e s s u n o b e a to | p e rc h é l ’ u o m o si c o n o s c e v e r a m e n te a lla
fin e » ( 1 1 , 2 6 . 2 8 ) . Q u i n o n si p e n s a a u n a r e tr ib u z io n e u lt r a t e r r e n a . U n a
d e lle p o s s ib ili r is p o s te a q u e sto a p p a r e n t e e n ig m a in te r p r e t a t iv o è p r e
se n te n e llo ste s s o te s to , in p a r t ic o la r e in r 1 , 2 5 b (« n e i g io r n i d i d o lo r e si
d im e n tic a n o 1 b e n i» ) e n , 2 7 a ( « b a s t a un o r a di a ffliz io n e e d im e n tic h i il
b e n e s s e r e » ) . N e l l ’ o r a del m a le p e r e c c e lle n z a , l’ o r a d e lla m o r te , l’ u o m o
46. V. Moria, op. cit, 2,06-2,07.
19 8 ìl l i b r o d e l l ’ E c c l e s i a s U c o
p u ò v e d e r e , c o m e in u n a s e q u e n z a c in e m a t o g r a fic a , il v a lo r e o la v a c u it à
d e lla s u a v ita . L ’ u o m o p io m o r ir à t r a n q u illo s a p e n d o di e s s e r e a c c o m
p a g n a t o d a lla b e n e d iz io n e e d a l f a v o r e d el S ig n o r e . L 'e m p i o , a l c o n t r a
r io , m o r ir à b en s a p e n d o c h e la p r o p r ia v ita n o n ha a v u t o s e n s o e D io lo
h a r e s p in to . In q u e s ta s it u a z io n e le su e r ic c h e z z e e la s u a p r o s p e r it à s a
r a n n o p r iv e di s ig n ific a t o . N e l p u n to fin ale d ella v ita se ne s c o p r e il s e n
so c o m p le s s iv o . Q u e s t o è il « g io r n o d ella d is g r a z ia » p e r a n t o n o m a s ia
(5,8). D io è m is e r ic o r d io s o e s a a tte n d e r e , m a n o n si a s tie n e d a l r i v e r s a
re la p r o p r ia c o lle r a su i p e c c a t o r i q u a n d o lo re p u ta n e c e s s a r io ( 5 , 4 . 6 ) .
N o n è p o s s ib ile c h e il m a lv a g i o r ic e v a il p r o p r io c o m p e n s o p r im a c h e si
riveli il fa llim e n to d e lla s u a v it a n e ll’ o ra d e lla m o r te ?
P e r r is p o n d e r e a q u e s ta d o m a n d a a n g o s c io s a il S ir a c id e te n ta u n a r i
s p o s t a n u o v a s e c o n d o u n a p r o s p e t tiv a m e ta fis ic a . L a d o t t r in a t r a d i z i o
n a le d e lla r e tr ib u z io n e e s p o s t a in 7 , 1 - 3 p a r e p e c c a r e d ’ in g e n u ità : « N o n
fa r e il m a le , e il m a le n o n ti c o lp ir à | a llo n ta n a ti d a ll’ in g iu s tiz ia , e d e s s a
si a llo n t a n e r à d a te. || N o n s e m in a re , fig lio , nei s o lc h i d e ll’ m g iu s tiz ia |
p e r n o n r a c c o g lie r n e se tte v o lte t a n t o » . M a se a c c a d e d i r a c c o g lie r e se t
te v o lte ta n to di b e n e a n z ic h é il m a le c h e c i si a tte n d e r e b b e ? S i d o v e v a
c e r c a r e u n a r is p o s ta p iù p e r tin e n te , p u r s a p e n d o c h e tu tto t r o v a s p ie g a
z io n e n e lla m is te r io s a lib e r tà di D io : « P e r c h é u n g io r n o è p m im p o r t a n
te di un a l t r o ...? E s s i s o n o s ta ti d istin ti d a lla m en te del S ig n o r e ... A l c u n i
g io r n i li h a n o b ilita ti e s a n tific a ti, altri li h a resi g io r n i o r d in a r i» ( 3 3 , 7
9 ). Il S ir a c id e p r o s e g u e su q u e sta b a se e re a z io n a Ie -1ir u r g ic a t « T u t t i g li
u o m in i v e n g o n o d a lla p o lv e r e ... Il S ig n o r e li h a d istin ti n e lla s u a g r a n d e
s a p ie n z a ,.. A l c u n i li h a b e n e d e tti e d e s a lta ti... a ltri li h a m a le d e tti e u m i
lia ti, li ha s c a c c ia t i d a i lo r o p o sti. C o m e a r g illa n e lle m a n i d el v a s a i o , c h e
la m o d e lla a s u o p ia c e r e , c o s ì s o n o g li u o m in i...» ( 3 3 , 1 0 - 1 3 ) .
L a r is p o s t a d el n o s t r o a u t o r e si b a s a su l d e te r m in is m o d iv in o , c h e la
t e o lo g ia m o d e r n a c h ia m e r e b b e p r e d e s tin a z io n e . M a l’ e le m e n to d e c is iv o
v ie n e s u b ito d o p o . P o ic h é la r is p o s ta p re c e d e n te p o tr e b b e r iv e la r s i in s o d
d is fa c e n te p e r il le tto re , c h e p o tr e b b e r ic h ia m a r s i a lla m a n c a n z a d i li
b e rtà d e ll’ u o m o , il S ir a c id e p r e c is a la p r o p r ia a r g o m e n ta z io n e in d ir e
z io n e d e lla te o d ic e a : « E h fr o n te a l m a le c ’ è il b e n e , di fro n te a lla m o r t e
la v ita | d i fr o n te al p io , li p e c c a t o r e . }| C o n s id e r a p e r c iò tu tte le o p e r e
d e lP A lt is s im o ] a d u e a d u e , L u n a di fr o n te a l l’ a ltr a » ( 3 3 , 1 4 - 1 5 ) . D io h a
c r e a t o tu tte le c o s e in c o p p ie di c o n tr a r i in e q u ilib r io :'17 m a le e b e n e ,
m o r t e e v it a ; l’ u o m o s a r à p io o p e c c a t o r e s e c o n d o la p r o p r ia s c e lta . C o
sì r is u lta a p p a r e n te m e n te s a lv a t o il lib e r o a r b it r io u m a n o , b e n c h é a l le t
to r e re s ti il d u b b io su c o m e sia p o s s ib ile c h e a lP u o m o resti la fa c o l t à di
s c e g lie r e se D i o h a g ià « d iv e r s ific a to i lo r o c a m m in i» (c io è il lo r o c o m
p o r t a m e n t o e il lo r o d e s tin o , 3 3 , 1 1 ) . Il S ir a c id e n o n v u o l d ire c h e D io
h a c r e a t o la p r o p e n s io n e d i o g n i u o m o p e r il b e n e o p e r il m a le , b e n s ì
h a d is p o s to c h e il r is u lt a t o d e lla s u a lib e r a s c e lta lo c o n d u c a su u n c a m
m in o o su u n a ltr o . Q u e s t o s p in o s o p r o b le m a d e lla te o d ic e a r ic o m p a r e
in 3 9 , 1 2 - 3 5 , n el c o n t e s t o d e lla t e o lo g ia d e lla c r e a z io n e . « N o n c ’ è d a d i
re : C o s ’ è q u e s to ? a c o s a s e r v e ? | T u t t o è s ta to c r e a to p e r un fin e ... P e r i
g iu s ti le su e v ie s o n o d iritte [ p e r i m a lv a g i s o n o p ie tr e d ’ in c ia m p o . || In
p r in c ip io fu r o n o c r e a ti i b e n i p e r i g iu s t i [ e p e r i m a lv a g i b en i e m a li. ||
I n d is p e n s a b ili a lla v it a d e ll’ u o m o ] s o n o a c q u a , fu o c o , fe r r o e s a le ... T u t
te q u e s te c o s e s o n o b u o n e p e r i p ii | m a p e r i p e c c a t o r i d iv e n t a n o m a li...
L e o p e r e del S ig n o r e s o n o tu tte b u o n e | e a d e m p io n o c o r r e t t a m e n t e al
lo r o c o m p it o ... p o ic h é tu tto a s u o t e m p o d im o s tr a la p r o p r ia b o n t à » ( 3 9 ,
z i . 2 4 - 2 7 . 3 3 - 3 4 ) . Q u i il S ir a c id e r ip r e n d e le p r o p r ie p r e o c c u p a z i o n i p e r
la g iu s t iz ia , la s a p ie n z a e la p r o v v id e n z a d iv in e , c o llo c a n d o le n e l q u a d r o
d e lla b o n tà e d el p r o f o n d o s ig n ific a to d e lla c r e a z io n e . V i s o n o c o s e c h e ,
p u r b u o n e in q u a n t o o r ig in a te d a lla b e n e d iz io n e d iv in a , a s u o te m p o p o s
s o n o s e r v ir e d a c a s t ig o e d iv e n ta r e m a li p e r i p e c c a to r i.
S e g u e n d o la tr a d iz io n e d e l m o n o te is m o e tic o il S ir a c id e s a c h e il S ig n o r e
è u n D io u n ic o ( 3 6 , 4 ; 4 3 , 2 7 ) , o n n ip o te n te ( 4 2 , 1 7 ) e d e t e r n o ( 4 2 , 2 1 ) , c h e
tu t t o v e d e ( 1 5 , 1 8 ) , c o n o s c e c iò c h e f u e c iò c h e s a r à , c o m p r e s e le c o s e
o c c u lt e ( 4 2 , 1 9 ) . In q u e s ta tr a m a c r e a z io n a le , ta n to il b e n e q u a n to il m a
le p r o c e d o n o d a D io ( 1 1 , 1 4 ; c fr . f s • 4 5 , 7 ; G io b . 2 , 1 0 ) , il d e s tin o d e l
l ’ u o m o è n e lle su e m a n i ( 3 3 , 1 3 ) . C o m e si è v is to p o c o s o p r a , il S ig n o r e
c o n t r o lla il c o r s o d e g li e v e n ti a b e n e fic io del g iu s to e a d a n n o del m a l
v a g i o (c fr . 3 9 , 2 6 - 3 1 ) . L a ste ssa s a p ie n z a , c h e è d ’ o r ig in e d iv in a , è s t a t a
r iv e r s a t a d a D io s u tu tte le su e o p e r e ed e g li la c o n c e d e a c o l o r o c h e lo
a m a n o (c fr. 1 , 1 - 1 0 ) .
A l c o n t r a r io , e p a r a d o s s a lm e n te , B e n S ir a a ffe r m a c h e l ’ u o m o è un e s
se re lib e r o ( 1 5 , 1 4 ) . S e c o n d o q u e s ta p r o s p e t t iv a la n o r m a p o s it iv a a iu ta
l ’ u o m o a fa r e b u o n u so d e lla p r o p r ia lib e r tà : « S e v u o i , o s s e r v e r a i i c o
m a n d a m e n ti | la fe d e ltà d ip e n d e r à d a te» ( 1 5 , 1 5 ) . M a c o m ’ è p o s s ib ile
c o n c ilia r e q u e s to te sto c o n il d e te r m in is m o di 3 3 , 1 0 - 3 3 ? D ’ a ltr o c a n t o ,
c h e v a lo r e h a l’ a ffe r m a z io n e s e c o n d o c u i la s a p ie n z a si a c q u is t a m e d ia n
te lo s fo r z o u m a n o ( 6 , 1 8 - 1 9 ) q u a n d o , c o m e si è v is t o , si tr a tta d i u n a
c r e a t u r a s e m id iv in a c o n c e s s a d a D io ai p ii? S e l ’ u o m o n o n p u ò a c q u i
s t a r e la s a p ie n z a m e d ia n te la q u a le d o m in a r e il p r o p r i o fu t u r o , c o m ’ è
p o s s ib ile p a r la r e di lib e r tà ?
c) Etica e ritualism o
d) U n w ersaltsm o e nazionalism o
49. La concezione di Ben Sira di sacerdozio e culto è presa in esame in H, Duesbcrg - I. Fran
teli, o p . c i t 7 1-8 1; H. Stadelmann, op. c i t ., 40-176; R. Davidson, W t s d o m a n d W o r s b i p j
London-Philadelphia 1990, 9 8 -117.
20 2 II l i b r o d e l l ’ E c c l e s i a s t i c o
m e n te r ito r n o ( 1 7 , 1 ; 3 3 , 1 0 ) . D o p o u n a v it a e ffim e ra ( 1 8 , 9 - 1 0 ) , il s u o d e
s tin o è la m o r te e lo s e'ó l ( 7 , 1 7 ; 1 4 , 1 6 - 1 7 ; 1 7 , 2 7 - 2 8 ; 3 8 , 2 1 3 ; 4 1 , 4 ) . ' ° Il
p e s a n t e fa r d e llo im p o s t o d a D i o agli u m a n i (c fr . 4 0 , 1 ) si m a n ife s t a in t i
m o r i, in v id ie , in q u ie tu d in i, r iv a lità , in so n n ia e in c u b i (c fr . 4 0 , 3 - 6 ) . I m o
m e n ti di fe lic ità di c u i l ’ u o m o p u ò d is p o r r e s o n o s e m p r e e s p o s ti a u n a
p o s s ib ile fine r e p e n tin a . D ’ a ltr a p a rte si h a ta lv o lta l’ im p r e s s io n e c h e il
S ir a c id e n o n rite n g a l 'u o m o c a p a c e di c o m p ie r e il b en e: « C i ò c h e è c a r
n e e s a n g u e c o n c e p is c e s o lo m a lv a g it à ... G li u o m in i s o n o p o lv e r e e c e n e
r e » ( 1 7 , 3 1 * 3 2 ) . C o m e p e r a lc u n i in te rv e n ti d e g li a m ic i di G i o b b e , q u e
sta v is io n e p r e s u p p o n e u n ’ in g iu stiz ia r a d ic a le in D io : c o m e p u ò l ’ u o m o
e sse re b u o n o se p e r n a t u r a e in c lin e al m a le ? p e r c h e s f o r z a r s i di e sse re
b u o n o se D io d à p e r s c o n t a t o c h e tu sei c a t t iv o ? T u t t i g li e sse ri u m a n i
s o n o c o lp e v o li ( 8 , 5 ) , m a p a r tic o la r m e n te le d o n n e (c fr. 4 2 , 1 4 ) .
D ’ a ltr o c a n to l ’ E c c le s ia s t ic o e s p rim e P o ttim is m o tip ic o d e l r a c c o n t o
d ella c r e a z io n e . L ’ u o m o fu c r e a t o a im m a g in e di D io e r iv e s tito di u n a
fo r z a s im ile a lla su a ( 1 7 , 3 ) ; a lui fu c o n c e s s o il d o m in io di tu tto c iò c h e
esiste s u lla terra ( 1 7 , 2 ) . E g li fu d o ta to di s c ie n z a , in te llig e n z a e g iu d iz io
( 1 7 , 7 . 1 1 ) . Q u a n t o l’ u o m o in te rp r e ta c o m e d is g r a z ie s o n o c a s t ig h i m e r i
ta ti d a i m a lv a g i (c fr . 3 9 , 2 5 - 3 1 ) o b e n e d iz io n i d is s im u la te , c h e s o n o d ’ a i u
to p e r P u o m o ( 2 0 , 9 - 1 1 ) o un m e z z o d e c r e t a to d a D io p e r m e t t e r e a lla p r o
v a l ’ a u te n tic ità d e lla s u a r e lig io s ità ( 2 , 5 ) , R is u lt a c h ia r o , t u t t a v i a , c h e
P a n t r o p o lo g ia del S ir a c id e è p r e v a le n te m e n te n e g a tiv a . li c o n t in u o r i
c o r s o alla m is e r ic o r d ia d iv in a d a p a r te d e ll’ a u to r e rifle tte u n a s fid u c ia
r a d ic a le n e lle p o s s ib ilità d e l l’ e sse re u m a n o (c fr . 2 , 1 1 . 1 8 ; 1 8 , n - 1 3 ) .
f) F e d e e ragio n e
N e i s u o i p r im i s ta d i e v o lu t iv i la s a p ie n z a si e ra s e g n a la ta p e r u n a p a r t i
c o la r e fid u c ia n e lla r a z io n a lit à d e b o r d i n e d e g li e sse ri c r e a t i, s ia n e l l 'a m
b ito c o s m ic o sia su l p ia n o d ei r a p p o r t i s o c ia li. Q u e s ta fid u c ia p r o d u s s e
. u n a c u lt u r a ch e si m a n ife s t ò , tra l ’ a ltr o , in u n a le tte r a tu r a g n o m ic a . G li
a fo r is m i e Je se n te n z e r a c c o l t i s o p r a t t u t t o in P rov. 1 0 - 2 9 r iv e la n o p r e c i
s a m e n te q u e s ta fid u c ia in un o r d in a m e n to g iu s to d e lla r e a ltà (d a a t t r i
b u ire in u ltim a is ta n z a a l l ’ a tto c r e a t iv o d iv in o ) e n e lla c a p a c i t à d e lP in -
te lle tto u m a n o di s c o p r ir e g l'in g r a n a g g i d i q u e s to o r d in a m e n t o p e r a d a t
ta r v is i n e lla r ic e r c a d e ll’ e q u ilib r io p e r s o n a le e c o m u n it a r io . F a t t e le d e
bite p r o p o r z io n i (n o n d im e n tic a n d o il c a r a t t e r e n o n in te n z io n a lm e n te fi
lo s o fic o d e lla le tte r a tu r a di se n te n z e ), si p u ò d ire c h e a n c h e g li isra e liti 50
50. La visione è meno pessimista in alcune glosse di G ì, nelle quali si giunge ad affermare che al
di là della tomba c’è benedizione per coloro che si sono sottomessi alla volontà di Jahvé. Cfr.
2,,9c («Perché la sua ricompensa è un dono eterno, gioioso») e 19 ,19 6 («Coloro che agiscono
secondo il suo [del Signore] desiderio raccoglieranno il frutta dell’albero dell’immortalit 1»).
C o n t e n u t o e fin a lità 20 3
Q u e s t ’ a r id o p e r s e g u im e n t o d el p r a g m a t is m o « r a z i o n a l e » , p r o f o n d a
m e n te r a d ic a t o n e lla tr a d iz io n e s a p ie n z ia le , s v a n is c e di f r o n t e a l l 'i n s i
s te n z a del S ir a c id e su i lim iti d e lia c o m p r e n s io n e u m a n a ( 3 , 2 - 1 - 2 4 ) . V i è
u n a fr a s e , in q u e s to te s to , c h e p o tr e b b e r a p p r e s e n ta r e in m o d o e s e m p l a
re il p e n s ie ro d e l n o s tr o a u to r e su l r a p p o r t o tr a fed e e r a g io n e : « N o n a f
fa n n a r t i in c o s e s u p e r io r i a te; c iò c h e ti è s ta to r iv e la t o s u p e r a la c o m
p r e n s io n e d e ll’ u o m o » ( 3 , 2 3 ) . E g li fin isce p e r a c c e tta r e c h e la v o lo n t à d i
D io è s ta ta r iv e la ta a g li u o m in i n e lla le g g e d i M o s è (c fr . 2 4 , 2 3 - 2 9 ) , In ta l
m o d o il S ir a c id e im p r im e u n a p r o fo n d a m o d ific a al d e p o s ito d e lla t r a d i
z io n e , al p u n to ch e la s a p ie n z a v a c o m p r e s a p iù in te rm in i e t e r o n o m i, c o
m e r is p e tto d e lia le g g e , a n z ic h é c o m e p r o g e tt o r a z io n a le a u t o n o m o . M e
d ia n te l ’ id e n tific a z io n e di s a p ie n z a e le g g e il S ir a c id e e s o r ta a lla r ic e r c a
d e lla v e r ità m o r a le n o n t a n to in u n ’ e tic a a r g o m e n t a t a in m o d o a u t o n o
m o q u a n t o in u n a s o tt o m is s io n e a lla v o lo n t à d iv in a is c r itta n e lla t o r à .
D a q u e s ta p r o s p e t t iv a p a r a d o s s a le si d e v e c o n c lu d e r e c h e il r a z io n a li
s m o m o r a le d e l S ir a c id e e la su a fe d e n el c a r a tt e r e d e fin itiv o d e lla r iv e
la z io n e m u s a ic a n o n s o n o in te g ra ti in u n o s c h e m a id e o lo g ic o c o e r e n te .
C o m e g ià si è o s s e r v a t o , la m a g g io r p a r t e d e g li a t t e g g ia m e n ti e d e lle
c a r a t t e r iz z a z io n i d e s c ritti n e ll’ E c c le s ia s tic o e r a n o sta ti d e lin e a ti n e i P r o
v e r b i, c o n i q u a li il S ir a c id e a v e v a se n za d u b b io u n a g r a n d e f a m ilia r it à .
L a d iffe r e n z a c o n s is te e s s e n z ia lm e n te n e lla fo r m a le tte r a r ia d e ll’ e s p o s i
z io n e - q u a s i s e m p r e s c h e m a t ic a e a fo r is t ic a n ei P r o v e r b i m e n tr e il S i
r a c id e r ic o r r e a l l’ e s o r ta z io n e e a l l’ is tr u z io n e - c n e lla p r e v a le n z a d e l
l ’ e le m e n to r e lig io s o , d e l l ’im p u ls o p ie tis tic o e d e lla s a n z io n e d iv in a n e l
l’ E c c le s ia s t ic o . L ’ a b b a n d o n o d el s e m p lic e a f o r is m a a fa v o r e d e ll’ im p ie
g o d e ll’ is tr u z io n e p r e s u p p o n e c e r to n e l S ir a c id e un p iù r o b u s t o im p e g n o
e d u c a t iv o e u n a p iù p r o f o n d a c o s c ie n z a d el p r o p r io m a g is t e r o . A l te m
p o s t e s s o , e p r o p r io a c a u s a d i q u e ste p a r t ic o la r it à , r is u lta e v id e n t e c h e
l ’ E c c le s ia s t ic o m e n t a , p iù dei P r o v e r b i, il tito lo d i « lib r o d i s c u o l a » :
u n ’ o p e r a p iù c o m p le t a , p iù c o m p le s s a e p iu c o n s a p e v o lm e n t e id e a ta .
È da sottolineare che l’Ecclesiastico è stato uno dei libri dell Antico Te
stamento meno discussi dal punto di vista dottrinale. Si potrà concorda
re con il suo messaggio o dissentirne, ma la filosofia di vita e la teologia
delPautore sono sufficientemente chiare e coerenti da sottrarsi a dispute
scolastiche. In sostanza l’ unico punto al quale gli specialisti hanno dedi
cato studi impervi, e sul quale non è stato ancora raggiunto un qualche
consenso, è la questione dei problemi testuali dei manoscritti ebraici, in
particolare per quanto riguarda la loro autenticità.
L ’ a u t e n t ic it à dei m a n o s c r it t i d e lla g e n iz a d el C a i r o fu m e s s a in d is c u s -
Storia del Fin ter prelazione 205
sione già negli anni successivi al loro ritrovam ento.51 M entre alcuni ri
tenevano si trattasse di una maldestra traduzione dal siriaco,51* per altri
questi m anoscritti passarono dal greco all'ebraico attraverso il persia
no.5=1 N on mancò chi, pur ammettendo una fondamentale autenticità, ri
tenne che alcune parti potevano essere traduzioni dal siriaco,54 dal gre
c o 55 o dal siriaco e dal greco.56578La discussione si protrasse per decenni,
fino alla scoperta del rotolo di M asada e gli studi dedicatigli da Yadin.
Secondo questo studioso ebreo il testo di M asada conferma soprattutto
['autenticità del manoscritto B .p In tutta questa discussione di possibili
retrotraduzioni a partire da un’altra lingua condividiam o Popinione di
Riiger: i testi addotti per sostenere la teoria della retrotraduzione non
sono altro che testimoni dell’esistenza di due forme testuali, a partire
dalle quali potrebbero trovare spiegazione tanto i doppioni quanto il re
sto delle varianti dei manoscritti del C airo /"
I manoscritti del Cairo, dunque, consentono di pensare alPesistenza
di almeno due form e o recensioni del testo ebraico originale: H i e H i .
Uno dei testimoni testuali di H z - molto diverso da quelli di H i - fu
alla base di alcuni manoscritti G 2. Pertanto questo testo greco convali
da indirettamente la distinzione tra un H i e un H z , deducibile anche
dalle differenze testuali delle citazioni del Siracide nel Talm ud e nella
letteratura rabbinica. La principale peculiarità di H z è costituita dalle
aggiunte rispetto a H r. Nei manoscritti della geniza del C airo A , B e C
si possono osservare circa 10 0 stichi in più rispetto a quelli che co rri
sponderebbero a I I I . Circa un terzo di queste aggiunte è in rapporto
con aspetti dottrinali di qualche im portanza; il resto è costituito da me
re varianti lessicali.59
Aa. Vv., Sefer Ben Sira, Yerushalaim 15*73. Viene qui presentato Poriginale ebrai
co nella collana «Dizionario Storico della Lingua Ebraica». Si tratta di uno stu
dio dedicato al testo, alle concordanze e all’analisi lessicale del Siracide. Dopo
un introduzione sulle caratteristiche tecniche del libro, questo è suddiviso in tre
parti: 1. il libro di Ben Sira e le sue versioni (pp. 1-69), con la riproduzione del
testo originale non vocalizzato; 2. concordanze (pp. 7 1-314 ); 3. elenchi lessicali
(pp. 315 -5 17 ). Opera di riferimento obbligato.
Boccaccio, P. - Berardi, G., Ecclesiasticus. Textus hebraeus secundum frag-
menta reperta, Roma 1986. L’opera presenta la riproduzione del testo dei diversi
manoscritti ebraici dell’Ecclesiastico. Purtroppo non sono stati riprodotti i ma
noscritti di Qumran e Masada.
Di Leila, A.A., The Hebrew Text o f Sirach. A Text-Critical and Historical
Study, The Hague 1966. Opera fondamentale per lo studio delPautenticità dei
manoscritti della geniza del Cairo. Una prima parte, dedicata allo stato della
questione, consente all’autore di affrontare il problema delPautenticità dei ma
noscritti ebraici dal punto di vista della critica testuale (pp. 47-77) e dal punto di
vista storico (pp. 78-105). Nel cap. iv Di Leila sostiene la retro traduzione di al
cuni brevi passi dai testo siriaco.
Riiger, H.P., Text und Text, orni im hebrdischen Sirach. JJntersuckungen zur
Textgeschicbte und Textkrìtik der hebrdischen Strachfragmente aus der Kairoer
Geniza (BZAW 112 ) , Berlin 1970. Si tratta di un’indispensabile opera di critica
testuale basata sulla supposizione di due forme testuali nell’Ecclesiastico. Presen
ta uno studio dei doppioni nel manoscritto A: dei paralleli tra i manoscritti A e
C; dei paralleli tra i manoscritti À e B; il manoscritto A come testimone della
trasformazione del testo ebraico di Ben Sira; l’età delle due forme testuali del
l’Ecclesiastico.
Smend, R., Gnechisch-syrisch-hebràischer Index zur Weìsheit des Jesus Si
rach, Berlin 1907. Dopo una breve introduzione (pp. in-xiii) l’autore presenta il
lessico greco del Siracide con le corrispondenti voci ebraiche e siriache accompa
gnate dalle citazioni dei passi in cui ricorrono (pp. 1-2,51)- Si tratta, dunque,
della prima concordanza sul Siracide: di grande utilità per il ricercatore.éo
Vattioni, F., Ecclesiastico. Testo ebraico con apparato critico e versioni greca,
latina e siriaca, Napoli 1968. Un’introduzione dedicata a questioni generali (au
tore, data, ecc.) e una bibliografia scelta precedono il testo originale dell’ Eccle
siastico e tre versioni. Il testo ebraico occupa la parte superiore delle pagine di
destra; nella parte inferiore della stessa pagina viene riprodotta la versione siria
ca. Le pagine di sinistra sono occupate dalle versioni greca e latina. Questa di
sposizione è pratica, perché il lettore può apprezzare in modo sinottico i punti di
60. Dopo le ulteriori scoperte di manoscritti quest*opera può essere integrata con O. Rickenba-
cher, Nachtrdge zum «griechiscb-syrtsch-hebràischen Index zur Weìsheit des Jesus Sirach von
Rudolf Smend», Werthenstein 1970.
208 II l i b r o d e l l * E c c l e s i a s t i c o
I. DATI GENERALI
1 . Il libro
a) Titolo de! libro
Secondo la tradizione greca il libro e intitolato, con alcune varianti, 5 o-
pbia Salom onos «Sapienza di Salom one»,12 mentre nella tradizione lati
na esso è conosciuto come L ib er Sapìentiae «Libro della Sapienza». Se
ci si attiene al contenuto del libro, che non nomina m ai esplicitamente
Salomone - nascosto dietro un anonimo «io», cfr. 9 ,7 -8 .12 - , la versio
ne latina è più corretta. La paternità salomonica pone il libro nel novero
della tradizione sapienziale, al pari del Cantico, i Proverbi e Qohelet.
b) Testo e versioni
a) 1 / autore
b) Data
t u t t a v ia c h i p e n sa a lla s e c o n d a m e tà d el i s e c o lo d . C . U n e s e m p io di q u e
s ta te n d e n z a è S c a r p a t c h e , s u lla b a se d e llo s tu d io d e g li h a p a x le g a m e -
na c o m e kratesis ( 6 , 3 ) e d ia g n o sis ( 3 , 1 8 ) / ° ritien e u n e r r o r e d a t a r e la S a
p ie n z a a n te r io r m e n te a lP e r a c r is tia n a .
A l t r i , p u r a c c e t t a n d o la fin e del 1 s e c o lo c o m e e p o c a di c o m p o s iz io n e ,
p e n s a n o c h e il lib r o d e lla S a p ie n z a sia s ta to s c r it to in m o m e n ti d iv e r s i.
L a r c h e r , c h e p a r la d i u n a « c o m p o s iz io n e s c a g lio n a t a n e l t e m p o » , p r o p o
n e tre d a te c o n t ig u e , c o r r is p o n d e n t i a tre p a rti d el lib r o . L a p r im a (c a p p .
j - 5 ) v e n n e c o m p o s t a in E g it t o v e r s o il 3 1 - 3 0 a . C ; la s e c o n d a ( c a p p . 6
9 ) fu r e d a tt a p o c o d o p o , m a in c o r r is p o n d e n z a d i u n a s itu a z io n e p o lit i
c a d iv e r s a , la p r e s a d i A l e s s a n d r ia d el 3 0 a . C . A n c h e se a lc u n e s e z io n i
d e lla te r z a p a r t e (c a p p . 1 0 - 1 9 ) p o s s o n o ris a lir e a u n ’ e p o c a p iù a n t ic a , la
su a c o m p o s iz io n e e b b e lu o g o in to r n o a g li a n n i 1 5 - 1 0 a . C / r
c) L u o g o e destin atari
S e si c o n s id e r a la p r o t e n d a c o n o s c e n z a c h e P a u to r e m o s t r a d elle id e e
g r e c h e , la s u a c u lt u r a a m p ia e c o s m o p o lit a e l’ a tte n z io n e a l l ’ E g it t o n e i
c a p p . n - 1 9 , 20
122' è r a g io n e v o le s u p p o r r e ch e il lib r o d e lla S a p ie n z a sia s t a
to s c r it t o a d A l e s s a n d r i a , im p o r ta n te n u c le o g iu d a ic o d e lla d ia s p o r a e
fo n d a m e n ta le c e n tr o in te lle ttu a le del m o n d o a n t ic o .2324
5
C h e il lib r o sia r iv o lto a « c o lo r o ch e g iu d ic a n o la t e r r a » a i « re »
( 6 , 1 ) r is u lta s o r p r e n d e n t e , c o m e se S a lo m o n e , il p r e s u n to a u t o r e , in te n
d e sse d a r e c o n s ig li ai p r o p r i c o lle g h i. N o n è del tu t t o c h i a r o P im e n t o di
q u e sta d e d ic a . B en n o to è il c o lle g a m e n t o tra la s a p ie n z a e la r e g a lità in
tu tta la tr a d iz io n e s a p ie n z ia le , m a P a u to r e n o n s e m b r a e sse re p a r t ic o
la r m e n te in te r e s s a to a lla fo r m a z io n e dei m o n a r c h i, q u a n t o p iu t t o s t o a l
la r in a s c it a d e lla fe d e tra i p r o p r i fr a te lli di s tir p e e a u n a v ita le g a ta a lle
t r a d iz io n i d e g li a n t e n a t i / '1 Se e g li r ic o r s e a lla fin z io n e m o n a r c h ic a , c h e
s to r n a in u n p r im o m o m e n t o I a tte n z io n e d e i d e s tin a ta r i o r ig in a r i, fu
s e n z a d u b b io p e r c o n f e r ir e m a g g io r p e s o e im p a tto a lle su e p a r o l e / 5 In
20. G. Scarpai, L ib r o d elta S a p ien z a I, Brescia 1989, 20; questa teoria era già stata esposta in
Idem, À n c o r a su ll’a u to r e d e l lib r o d e lla S a p ien z a : RivBibl 15 (1567) 171-189.
21, Cfr, C. Larcher, Sapesse I, i£i; la teoria pare forzata in assenza di dati oggettivi.
xx, La condanna dell’idolatria nei capp. 13-15, tra l’altro, riflette i costura! della cultura egi
ziana quali sono noti da Filone di Alessandria. Cfr. M. Gilbert, L a critiq u e d es d ìeu x dan s le
L w re d e (a S ag esse (AnBìb 53), Roma 1973, 259-263.
23. Del mezzo milione di persone che popolavano Alessandria nei 1 secolo 3.C. circa duecen
tomila erano ebrei.
24. Attualmente nessuno mette in dubbio che l'autore della Sapienza pensasse prevalentemente
ai suoi fratelli giudei redigendo il libro. Non convìnce la pluralità di destinatari suggerita da C.
Larcher, S ag esse I, 114.
25. Scarsamente fondata ci sembra ^opinione dì coloro che, citando passi dai Proverbi, ne de-
D im e n s io n e le tte ra ria 2 -13
o g n i c a s o n o n si p u ò e s c lu d e re c h e , c o n s id e r a t e le d im e n s io n i d e lla d i f
fu s io n e le tte r a r ia nelle c ittà e lle n is tic h e d e ll’ e p o c a , P a u t o r e d e lla S a p i e n
z a p r e s c in d e s s e c o n s a p e v o lm e n t e d a a ltri d e s tin a ta r i d iv e rs i d a i p r o p r i
c o rr e lig io n a r i/6
ir. D IM E N S I O N E L E T T E R A R IA
1. Prim e im pressioni
ducono che 1,1 e 6,i si riferiscano a una «realtà sapienziale»: il saggio è come un re che giudi’
ca 1 popoii. Cfr. M. Gilbert, S agesse d e S a lo m o n t in DBS xi (1986), 58-119, spec. iot.
26. Secondo F, Feldmann, o p . cit.y 17, l’opera avrebbe avuto lettori anche tra 1 pagani.
27. In proposito si veda E. Gàrtner, K o m p o s it io n urtd W o rtw a h l d es B u ch e* d e r W eìsb ett,
Berlin 1912, 101-229; J*M. Keese, o p . c i t , 1-31; D. Wtnston, o p . cit,7 14-18.
28. Tra gli altri h y p e r m a c h o s (10,10; 16,17); k a k o t e c h n o s (1,4; 15,^); p an toeiy iu im os (7,23;
11,17; 3:8,15)i p r o t o p la s t o s (7,1; 10,1). Si veda al riguardo J. Palm, ù b e r S p ra ch e u n d Siti d e s
D ìu d o ru s v on S izlhen , Lund 1955, 79-81; C.L.W Gnmm, K o m m e n ta r iib e r d a* B u c h d er W eis-
beitj Leipzig 1937, 6.
29. Sul rapporto tra la Sapienza e il pensiero greco cfr. D. Winston, o p . ctt.y 38-40. 59-63.
30. Ampia disamina dell’argomento in C. Larcher, É tu d es, 237-327; cfr. inoltre J. Vilchez
Lmdez, S a p ien z a , 104-114.
2 14 II l i b r o d e l l a S a p i e n z a
n e d e l lib r o . T u t t a v i a la s u a o r ig in e d iv in a e il s u o r a p p o r t o c o n la c r e a
z io n e r in v ia n o a te sti p r e c e d e n ti, c o m e P ro v . 1 , 2 0 ss.; 8 ; G io b . 2 8 5 S ir .
2 4 . D ’ a ltra p a r t e l ’ id e a c h e la s a p ie n z a p e n e tr a e a t t r a v e r s a (d ie k e i de
k a i chorei) tu tte le c o s e ( S a p . 7 , 2 4 ; c fr . 1 , 6 ) , e ra g ià s ta ta p r o p o s t a in a l
tri te rm in i d a S ir . 1 , 9 . A n c h e P id e n tific a z io n e d e lla s a p ie n z a c o n la le g g e
r is a le al S ir a c id e ( 2 4 , 2 3 ) ; p e r e s s a D io h a p r e p a r a t o u n a d i m o r a tra i fi
g li d ’ Isra e le (c fr. 2 4 , 1 0 - 1 1 ) . P u r fa c e n d o p r o p r io q u e s to s is te m a s p e c u
la t iv o , il lib r o d e lla S a p ie n z a r o m p e d e c is a m e n te c o n la s u a in to n a z io n e
n a z io n a lis t a e , d ’ a ltra p a r t e , r ic o r d a n d o la p r e s e n z a e l’ a t t iv it à d e lla s a
p ie n z a n e lla s to r ia del p o p o l o , n e r iv e la il c a r a tt e r e s o t e r io lo g ic o . Q u e
sto r a p p o r t o d i s a p ie n z a e s a lv e z z a , tim id a m e n te s u g g e r ito d a l S ir a c id e
n e ll’ e lo g io d e g li a n te n a ti (S irr 4 4 , 1 - 5 0 , 2 4 ) n el lib ro d e lla S a p ie n z a tr o v a
d e fin itiv a c o n v a lid a .
2. A sp etti letterari
a) L in g u a e a m b ien te culturale
A n c h e se in e p o c h e p a s s a te si g iu n s e a p e n s a r e c h e la p r im a p a r t e d e ll’ o
p e r a ( c a p p . 1 - 5 ; e p e r s in o 1 , 1 - 1 1 , 1 ) fo s s e p e r p a r t e o in te r a m e n te la t r a
d u z io n e di un te s to e b r a i c o ,31 a ttu a lm e n te l ’ o p e r a si ritie n e s c r it ta o r i g i
n a r ia m e n te in g r e c o .31 N o n si p u ò n e g a r e c h e t a lv o lt a v i s ’ in c o n t r i il p a
r a lle lis m o tip ic o d e lla p o e s ia e b r a i c a ,33 m a l’ a b b o n d a n te r ic o r s o a p r o
c e d im e n ti r e to r ic i q u a li l ’ a llitte r a z io n e , Ja p a r o n o m a s ia e l ’ a s s o n a n z a r i
s u lta d iffic ilm e n te s p ie g a b ile in u n a tr a d u z io n e . D ’ a ltr a p a r te s o n o u sa te
s p e s s o p a r o le c o m p o s t e , a lc u n i a g g e ttiv i c h e s e m b r a n o c o n ia t i a p p o s i
ta m e n t e d a ll’ a u to r e , a lc u n e lo c u z io n i im p ie g a te p e r t r a s m e tt e r e id ee ch e
i LXX e s p r im o n o in a lt r o m o d o e fo r m u le r e d a z io n a li e s tr a n e e alla
s t r u t t u r a d e lla lin g u a e b r a ic a . I n u m e r o s i e b r a is m i d e lla S a p ie n z a s o n o
s p ie g a b ili c o n la c o n o s c e n z a d a p a r te d e ll’ a u to r e d e lla t r a d iz io n e le tte
r a r ia is r a e lita e p e r l ’ im p ie g o d e lla S c r itt u r a c h e e g li se n z a d u b b io fe c e .
L ’ in flu e n z a d e lP e IJe n is m o è a s sa i n o t e v o le .34 È s ta to c a l c o l a t o c h e il
lib r o c o n tie n e u n le s s ic o di 1 7 3 4 p a r o le d iv e r s e , d e lle q u a li 1 3 0 3 c o m
p a i o n o u n a s o la v o lt a ; c ir c a il 2 0 % (p r e c is a m e n te 3 3 5 ) n o n s o n o u sa te
in n e s s u n a ltr o lib r o c a n o n ic o d e ll’ A n t ic o T e s t a m e n t o , in tu t t o q u e s to
c o r p o le s s ic a le l ’ in flu e n z a d el p e n s ie r o e lle n is tic o c o n t e m p o r a n e o è si-
g n if ic a t iv a ; c e r ta m e n te s u p e r io r e a q u e lla d el g r e c o c la s s ic o . S o n o in d i
c a t iv i g li e s e m p i d e lle q u a tt r o v ir tù c a r d in a li ( 8 ,7 ) e d e ll’ a n a lis i filo s o fic a
d e lla c o n o s c e n z a d i D io ( 1 3 , 1 - 9 ) . D i fr o n t e a l? im p o s s ib ilit à d i p a r la r e
di lib ri o a u to r i p a r t ic o la r i su i q u a li si s a r e b b e b a s a t o P a u to r e d e lla S a
p ie n z a , i r ic e r c a t o r i m o d e r n i s u g g e r is c o n o c h e q u e s ti a v r e b b e a d o t t a t o
u n a p o s iz io n e e c le ttic a n e ll’ u so d e lla filo s o fia g r e c a p o p o la r e d el s u o t e m -
p o . 35 In o g n i c a s o è u n a s o r p r e s a p o s it iv a c o s t a t a r e c h e u n o s c r it t o r e b i
b lic o p r e n d e s s e ta n to su l s e r io la c u lt u r a d e l p r o p r io t e m p o d a p r e s e n t a
re la p r o p r ia fe d e in v e r s io n e a ttu a le .
S i è v a r ia m e n t e d is c u s s o se la S a p ie n z a sia u n ’ o p e ra in v e r s i o in p r o s a .
A l c u n i s o s te n ito r i d e lla p r im a ip o te s i a r g o m e n t a n o s u lla b a s e d e lla d i
s p o s iz io n e d el m a te r ia le in s t i c h i 36 o in u n ità f o r m a t e d a s tic h i ( v e r s i) .37
A lt r i s u p p o n g o n o - se n z a c o n v in c e r e - ch e P a u t o r e d e lla S a p ie n z a a b b ia
p r o b a b ilm e n t e f a t t o r ic o r s o a lla m e t r ic a g r e c a .38 S e b b e n e a ttu a lm e n te
n e s s u n o s o s te n g a s e ria m e n te la te o r ia d i u n o r ig in a le p a r z ia lm e n te in
p r o s a , c o s ì p e n s a r o n o F o c k e 39 e D e B ru yn e.*10 D i fr o n t e a q u e s ta d i v e r s i
tà d i o p in io n i e a l c o m p le s s o d ’ in flu e n z e c h e h a n n o p o t u t o c o n v e r g e r e
n e llo stile d e lP a u to r e d e lla S a p ie n z a , a d e r ia m o a lP o p in io n e di L a r c h e r ,
s e c o n d o la q u a le si tr a tta « d i u n ’ o p e r a d iffic ile d a d e fin ire . S e n z a d u b b io
P a u to r e in te n d e v a c o m p o r r e u n ’ o p e r a p o e t ic a , im ita n d o la p o e s ia b ib li
ca e d e lle n iz z a n d o la . E g l i a d o t t a , s in d a lP in iz io , la f o r m a e s te r io r e d e i
v e r s i e b r a ic i, ch e r ic o m p a r e c o n t in u a m e n t e in a lc u n i s v ilu p p i d a llo stile
più lib e r o , a v v ic in a b ili sin o a u n c e r t o p u n to a llo s tile p e r io d ic o , c o n s i
d e r a to a p p u n t o c o m e p r o s a d a a lc u n i c r itic i. T u t t a v i a , p e r s in o in q u e s to
c a s o , la c o r n ic e p o e tic a v ie n e m a n te n u ta , m a si tr a tta di u n a c o r n ic e a r
tific ia le , d a i lim iti im p r e c is i, la c u i s tr u ttu r a n o n o b b e d is c e a n e s s u n a
le g g e m e tr ic a a p p a r e n te ... In q u e s te c o n d iz io n i è più s e m p lic e a tte n e rs i
a lla s u d d iv is io n e in s tic h i, a tte s ta ta g ià d a u n p a p ir o del III s e c o lo d . C . e
a d o t t a t a n e lle v a r ie e d iz io n i» .*11
35. Cfr. C. Larcher, É tu d e s ì 132-236 ; J. Reese, o p . cit ., 88-89. Una comparazione tra il libro
della Sapienza e l'opera di Filone si trova in B. Mack, L o g o s u n d S o p b ia , U n tersu cbu n gen z u t
W e is b e its th e o lo g ie im h e llw is tìs c h e n ju d e n tu m (SUNT), Gottingen 1973,108-184.
36. Cfr. P.W. Skehan, T h e T ex t a n d Structures o f t b e B o o k o f W isd om : Traditio3 (1945) 1-12,
spec. 2-5.
37. Si veda la complessa teoria di A .G . Wright, N um ericeli P a ttem s in th è B o o k o f W is d o m :
CBQ 29 (1967) 218-232,
38. In proposito cfr. H.J. Thackeray, R h y th m tn th è B o o k o f W isd om : JTS 6 (1905) 232-237.
39. F. Focke, D ie E n tsteb u n g d er W eish eit S a lo m o s (FRLANT 22), Gottingen 1913, 53-54.
40. Dom De Bruyne, È tu d e su r le te m e latin d e la S a g esse: RBén 41 (1929) 101-133.
41. C. Larcher, S ag esse 1, 90-91.
c) Struttura letteraria
d) G enere letterario
41. Parli cola unente significativa e la suddivisione rra 1 , 1 - 1 1 , 1 e 11,2 .- 19 ,11 proposta da A.G.
Wnght, 7 he Structure of thè Book of Wisdom: Bili 48 (1967) 16 5-18 4 . Ulteriori informazioni
in J. Vilchez Lindez, Sapienza, 14 -15 . Di recente G. Scarpat, op. cit.f 13 ha proposto la sud
divisione tra 1,1-6 ,13 e 7 ,1 1 9 ,1 1 .
43. Rappresenta questa tendenza J.M . Reese, op. cit., il quale, alle pp. 9 1 - 11 6 parla dì: 1. libro
dell’escatologia (1,1-6,11 + 6 ,17-10); 11. libro della Sapienza (6 ,11-16 + 6,11-10,11); ili. libro
della giustizia divina e della stoltezza umana ( 11,15 - 15 ,19 ) ; ìv. libro della storia { 1 1 .1 - 1 4 +
1 6 ,1- 19 ,11 ) . •
44. Sostengono questa tesi, tra altri, À.-M. Cubarle, Les sages dTsraèl, Paris 1946, 190; P.
Beauchamp, Le salut corporei des justss et la con chisiori du Iwre de la Sagessei Bib 45 (1964)
493; C. Larcher, Études, 86; M. Gilbert, art. cit., iox s.; J. Vilchez Lmdez, Sapienza, 18 -19 ;
R.E. Murphy, The Tree of Life, New York - London 1990, 86 ss.
45. La prima parte può concludersi in 5 ,13 , in 6.8, in 6 ,11 o in 6 ,15; la seconda in 9 ,17 , in
9,18 o in 1 0 ,1 1 (r i,i). Altre informazioni in J. Vilchez Lmdez, Sapienza, 1 0 -z i.
46. Esposizione ampia e particolareggiata in J. Vilchez Lmdez, Sapienza, 1 9 - 5 1 ; c£r. inoltre C.
Laicher, Sagesse i, 10 9 -114 .
47. Cfr. j.M . Reese, op. cit, 1 1 7 n i ; D. Winstcm, op. cìt.t 18-2.0.
48. Tra gii altri P. Beauchamp, Épouser la Sagesse - ou n épouser qu elle? Un enigme du Lime
de la Sagesse, in M. Gilbert (ed.), La Sagesse de f Ancien Testament, Louvain 1979 , 347-369;
JVL Gilbert, Sagesse de Salomon, in DBS XI (1986) 58-1x9, spec. 83 ss.
49. Cfr. A.G. Wright, The Literary Genre Midrash GBQ 18 (1966) 10 5 -138 . 4 17 -4 5 7 ; R. Bloch,
Midrash, in DBS v (Paris 1957), 1 1 6 3 - 1 1 8 1 . Precisazioni sulla definizione di midrash in R. Le
Déaut, A propos d’une dèfmìtion du midrash: Bib 50 (1969) 39 5-4 13.
D im e n s io n e le tte ra ria 2 1 7
c a p p . 1 - 6 ) e la s in c r is i o c o m p a r a z io n e (p r e v a le n te n e i c a p p . 1 1 - 1 9 ) , U n
e r r o r e m e t o d o lo g ic o m c u i è c a d u t o q u a lc u n o c o n s is te n e ll’ a p p lic a r e a l
bi u te ro lib r o d e lla S a p ie n z a u n a c a t e g o r ia d i g e n e re a p p r o p r ia t a s o lo a
u n a p a r te . C o s ì la c a r a tt e r iz z a z io n e d e l 'o p e r a c o m e « s a p i e n z ia le - a p o c a -
l it t ic a » , p r o p o s t a d a F ic h t n e r ,50 p r e s u p p o n e u n ’ e s t r a p o la z io n e e u n a g e
n e r a liz z a z io n e di a s p e tti s in g o la r i.51
S c e n d e n d o n ei p a r t ic o la r i, il g e n e r e p r o t r e tt ic o è u n e s o r ta z io n e p r o
p a g a n d is t ic a a f a v o r e di u n a d e te r m in a ta d o ttr in a . R ip o r t a n d o a q u e s t o
g e n e r e il lib r o d e lla S a p ie n z a , n e r is u lte r e b b e c h e l’ a u t o r e in te n d e e s o r
tare i p r o p r i le tto ri a d a c q u is ir e i b e n e fici g a r a n titi d a lla s a p ie n z a d i v i
n a . Il g e n e r e e p id ittic o o d im o s t r a t iv o , p iù c o n s o n o a i c a r a tte r i g e n e r a i:
d e lla S a p ie n z a , n o n a p p a r tie n e al f o r o , a d iffe r e n z a d e l g e n e re p r o t r e t t i
c o . Il s u o in te n to è la lo d e e l ’ e lo g io , n o n l ’ e s o r ta z io n e . S i d e v e r i c o n o
s c e r e , t u t t a v ia , c h e l'e lo g io d ella s a p ie n z a h a a lc u n e c a r a tt e r is t ic h e p e
c u lia r i, in n e ssu n m o d o o m o lo g a b ili a q u e lle d e i m o d e lli c la s s ic i g r e c o
la tin i. Q u a n t o a lla c o r r e n te d i p e n s ie r o c h e a p p lic a a q u e sto lib r o le c a
r a tte r is tic h e d el m id r a s h , si d o v r à o s s e r v a r e c h e la d is a m in a m id r a s h ic a
d ei te sti b ib lic i n o n p u ò e sse re c a t a lo g a t a r ig o r o s a m e n t e c o m e g e n e r e ,
m a p iu t t o s t o c o m e m e to d o . D a q u e s to p u n t o di v is ta è r it o r n a n t e p a r l a
re di g e n e r e m id r a s h ic o a p r o p o s it o d e lla S a p ie n z a . T u t t a v i a n o n v i è il
m in im o d u b b io c h e , in q u a n to m e to d o e s e g e tic o c h e m ira a r iv e la r e a
d e te r m in a ti le tto ri il se n so ch e i te sti b ib lic i h a n n o p e r la s t o r ia p r e s e n
te, l ’ a u to r e d e lla S a p ie n z a vi r ic o r r a di fre q u e n te .
R ig u a r d o ai c o s id d e tt i g e n e ri m in o r i in d iv id u a b ili n e lla S a p i e n z a ,52 u n i
v e r s a lm e n te r ic o n o s c iu t a è la p r e s e n z a d e lla d ia t r ib a - in p a r t ic o la r e
n e lla p r im a p a r t e del lib ro - , p r o c e d im e n t o le tte r a r io u tiliz z a to s p e s s o
d a c in ic i e s t o ic i, b e n c h é n o n v i s ia a c c o r d o su lla s u a d e fin iz io n e le tte
r a r ia . A l c u n i la c o n s id e r a n o u n g e n e r e v e r o e p r o p r i o ,53 a ltr i, in v e c e , r i
t e n g o n o a r a g io n e ch e si tra tti s e m p lic e m e n te di u n o stile o r a t o r i o . S i è
g ià o s s e r v a t o c h e n ei c a p p . 1 1 - 1 9 p r e v a le , s e c o n d o la m a g g io r a n z a d e g li
s tu d io s i, il g e n e r e le tte ra rio d e lla s ìn c r is i o c o m p a r a z io n e . Q u e s t o g e n e
re, s t u d ia t o d a lla r e t o r ic a g r e c a e la tin a , p a r a g o n a o c o n t r a p p o n e r e a ltà
50. Cfr. J. Fichtner, Die Stellung der Sapientia Stiiomonts in der Literatur- und Geistesge-
schicbte ibrer Zeit: Z N W 36 (1937) 1 1 3 - 1 3 Z ; Idem, Weisheìt Salomos, Tiibingen 19 38 , 8; M .
Conti, op. cit , 16 segue Pintcrpretazione di Fichtner.
5 1. Indubbiamente in alcuni passaggi delia Sapienza si può cogliere la volontà apocalittica di
consolare e consolidare nella fede accanto all’ impulso sapienziale all’istruzione, ina questi ele
menti non sono sufficienti a giustificare il ricorso a urt genere «apocalittìco-sapienziale» dello
cui esistenza peraltro non esistono indizi nella cultura giudaica e giudeo-ellenistica; J. Fkht-
ner, Weisheit Salomos (HbAT 6), Tiibingen 19 38 , 8 attenua i termini de! problema parlando
di «apokalyptisierendes Weisbeitsbuch».
52.. J. Fichtner, op. ctt.f 6 ne fornisce un ampio elenco; cfr. J. Vfichez Lindez, Sapienza, 37.
53. Cfr. J.M . Reese, op. a i 1 1 0 - 1 1 4 . 54- Ad es. M. Gilbert, art. cit., 79.
l i 8 11 l i b r o d e lla S a p ie n z a
d 'id e n t ic a n a tu r a in u n o s c h e m a b im e m b re . S e Is r a e le è p a r a g o n a t o a
u n a v ig n a , si è di fr o n te a u n 'im m a g in e le tte ra ria ; se in v e c e il te r m in e di
p a r a g o n e è u n a ltr o p o p o lo , si tr a tta d i u n a s m e lis i. L a su a fin a lità c o n
siste nel p a r a g o n a r e e s c e g lie r e c iò c h e è m e g lio o piu a p p e tib ile . S e si
s u p p o n e ch e Sap. 1 1 - 1 9 sia u n a s in c r is i, si d o v r à r ic o n o s c e r n e la p e c u
lia r ità r is p e tt o a l l’ u s o c h e ne fa la r e t o r ic a g r e c a . N e l l ’ u ltim a p a r te d e lla
S a p ie n z a si fa u n p a r a g o n e tra e b re i e d e g iz ia n i, m a in q u a d r a n d o il p a
r a g o n e in u n a d im e n s io n e c o s m ic a . N e l l a v a s t a t e o lo g ia d e ll'e s o d o c h e
l'a u t o r e s v ilu p p a in q u e s ti c a p it o li il M a r R o s s o c o s titu is c e la s in c r is i
d e fin itiv a ; l'e s o d o d iv e n ta c o s ì l’ e le m e n to t ip o lo g ic o p er e c c e lle n z a p e r
d e s c r iv e r e l’ a z io n e di D io n e g li u ltim i t e m p i.55
S u lla b a se d i q u a n t o si è o s s e r v a t o , u n g iu d iz io d 'in s ie m e s u l g e n e r e le t
te r a r io d e lla S a p ie n z a ric h ie d e u n a c e r ta c a u te la . P u r a m m e tt e n d o l 'i n
t o n a z io n e g e n e r a le e p id ittic a d e ll’ o p e r a , è p r u d e n te , in m a n c a n z a d i s t u
di d e c is iv i, s o s te n e r e P in a d e g u a te z z a d e lla p r e te s a di d e d u rn e un d e n o
m in a to r e c o m u n e d i g e n e re p e r tu t t o il lib ro . N e l l a S a p ie n z a si m e s c o l a
n o e le m e n ti s a p ie n z ia li e a p o c a lit t ic i, si tr o v a n o la d ia t r ib a e la s tn e ris i,
n é p o s s o n o e s c lu d e r s i e le m e n ti e s o r ta tiv i, in o ltre si r is c o n t r a s p e s s o lo
stile d e ll’ e se g e si m id r a s h ic a , in p a r t ic o la r e nell e s p o s iz io n e d e lP e s o d o .
III. F I N A L I T À E C O N T E N U T O
A d A le s s a n d r ia la te o lo g ia g iu d a ic a e la filo so fia g r e c a e n tr a r o n o in c o n
ta tto . 1g iu d e i, in q u e s t’ a m b it o r a p p r e s e n ta ti s o p r a t t u t t o da F ilo n e , c e r
c a n o di s ta b ilir e un d ia lo g o c o n la c u ltu r a p a g a n a n e lla q u a le si t r o v a
v a n o im m e rs i. S e d a un la to n o n p o t e v a n o c h iu d e r e g li o c c h i di fr o n t e al
fa s c in o d e lla c u lt u r a e lle n is tic a , d a ll’ a ltro si s e n tiv a n o sp in ti a l l ’ a t t iv it à
p r o p a g a n d is t ic a in v irtù d e lla l o r o c o s c ie n z a m is s io n a r ia . In ta l m o d o
v ie n e q u a n t o m e n o s u p e r a to il p r e g iu d iz io s e c o n d o c u i J a h v é p o t e v a r i
v e la rsi s o lo in P a le s tin a e s o lo in e b r a i c o .56 S p in to d a q u e ste m o t iv a z io n i
l ’ a u to r e d el lib r o d e lla S a p ie n z a si p r o p o n e , d a u n a p a r t e , d i r a f f o r z a r e
la fe d e d ei g iu d e i a le s s a n d r in i e la lo r o fid u c ia n e ll’ in s u p e r a b ile v a lo r e
d elle lo r o t r a d iz io n i s a c r e e, d a l l ’ a ltr a , di re n d e re p a r t e c ip i i p a g a n i d e lla
c o n o s c e n z a d el v e r o D i o .
I p e n c o li ai q u a li e r a n o e s p o s ti 1 g iu d e i d ella d ia s p o r a e r a n o m o lt e p li
c i. D a un la to v e n iv a a u m e n t a n d o l'in flu e n z a e s e r c ita ta d a ll e lle n is m o s u
g li a m b ie n ti g iu d a ic i (efr, 2 M acc. 4 , 1 3 - 1 5 ) , c u i s p e s s o s e g u iv a n o d is e r
z io n i r e lig io s e ; d ’ a ltr a p a r t e n o n di ra d o a lle p e r s e c u z io n i d e lle a u t o r it à
1
55. Cfr, P. Beauchamp, Le salut corporei dea justes et la condusion du lìvre de la Sagesse\ Bib
45 (1964) 4 9 1-526 , spec. 496 498, citato da J. Vilchez Lmdez, Sapienza, 51.
5Ó. Stilla tensione di universalisrno e particolarismo nella Sapienza v.D . Winstontop, ^ £ ,4 3 -4 6 .
fin a lità e co n ten u to 219
e lle n is t ic h e 57 si a g g iu n g e v a il d is p r e z z o d i a lc u n i c o r r e lig io n a r i di te n
d e n z e e lle n iz z a n ti, i q u a li a v e v a n o c e d u t o a l fa s c in o d i u n a c u lt u r a in
d u b b ia m e n te s u p e r io r e . D i fr o n te a q u e ste c ir c o s t a n z e s f a v o r e v o li p e r la
fed e g iu d a ic a , l’ a u to r e d e lla S a p ie n z a p r o p o n e u n a s t r a o r d in a r ia in te r
p r e ta z io n e d e ll’ e s o d o : D io in te r v e r r à a n c o r a u n a v o lta a f a v o r e di c o l o
r o ch e m a n te r r a n n o la p r o p r ia fe d e .
A c c a n t o a q u e sta p r e o c c u p a z io n e p e r il m a n te n im e n to d e lla fe d e d e g li
a n t e n a t i, P a u to r e r ic o r r e a u n p e r c o r s o d i a v v ic in a m e n t o , s e n z a d u b b io
c o n s a p e v o le , a lP a m b ie n te c u ltu r a le c ir c o s t a n t e , c e r c a n d o di s t a b ilir e u n
d ia lo g o c o n il m o n d o p a g a n o d e lla d ia s p o r a . C o n u n a t t e g g ia m e n t o in
d u b b ia m e n te a u d a c e egli c e r c a n o n s o lo di o ffr ir e a g li e lle n isti la c o n o
s c e n z a del D io dei g iu d e i, m a a n c h e di d im o s tr a r e la s u p e r io r it à d e lla
s a p ie n z a is r a e litic a r is p e tto a q u e lla g r e c a . L a tr a d iz io n e d e lP m s u p e r a b i-
le s a p ie n z a di S a lo m o n e ( p e r s o n a g g io c e n t r a le del lib r o ), c e r ta m e n te c o
n o s c iu t a n e g li a m b ie n ti e lle n is tic i, fa c ilit a v a l ’ in te n to d e ll’ a u to r e .
z. Contenuto dell'opera
A ntropologia . Il c o n t e n u t o d e lla p r im a p a r te ( 1 , 1 - 6 , 2 1 ) è in c e n tr a to s u l
la s a p ie n z a / g iu s t iz ia e l ’ im m o r t a lit à .'" C o l p i s c e a n z itu tto l'a f f e r m a z io n e
a n t r o p o l o g ic a c o n la q u a le il lib ro ha in iz io : l ’ e sse re u m a n o c o m p o s t o d i
a n im a e c o r p o ( 1 , 4 ) . S e c o n d o l ’ a n t r o p o lo g ia b ib lic a (c fr . G en . 2 ,7 ; EccL
1 2 , 7 ) l ’ u o m o è un tu tto u n ita r io in c u i si c o m b in a n o in s c in d ib ilm e n te il
s o ffio v it a le {ntsmat hajjìm ; m a h ) e la m a t e r ia p rim a {'tifar hà'Sdam à),
O lt r e a q u e s to d a to e a ltr e t t a n t o s o r p r e n d e n te u n a a f fe r m a z io n e u n ic a
n e lla le tte r a tu r a b ib lic a (se e s c lu d ia m o la c it a z io n e d e lla r is u r r e z io n e in
2 M acc . 7 , 9 ss. e Dan. 1 2 , 1 - 3 ) : « D io c r e ò l ’ u o m o p e r l ’ im m o r t a lit à » ( 2 ,
2 3 ) , « p e r c h é la g iu s tiz ia è im m o r ta le » ( 1 , 1 5 ) . N o n o s t a n t e l ’ a f f e r m a z i o
ne a n t r o p o l o g ic a s o p r a r ic o r d a t a l ’ a u to r e d e lla S a p ie n z a n o n r ic o r r e ( p u r
c o n o s c e n d o la ) a lla n o z io n e g r e c a d e ll’im m o r t a lit à d e ll’ a n im a s p ir itu a le .
N e l l a S a p ie n z a l ’ im m o r ta lità n o n d ip e n d e d a lla n a tu ra m e ta fis ic a in q u a n
to ta le d ella c o m p o n e n te p iù n o b ile d e ll’ e sse re u m a n o , m a d a l r a p p o r t o
tra l ’ u o m o e D io . N e l p e n s ie r o b ib lic o p r e d o m in a il p r in c ìp io e tic o . L o
s p ir ito d e lla s a p ie n z a , c h e p e n e tra tu tto (c fr . 1 , 7 - 1 0 ) , d is c e r n e le a z io n i
57. Ricordiamo, soprattutto, le persecuzioni dei giudei in Egitto durante il regno di Tolemeo vii
( 14 6 -11 7 a.C.) e del successore Tolemeo vili ( 1 1 7 -8 1 a.C.).
58, Sul tema si veda D. Winston, op. c i t 15-32.
zzo li libro della Sapienza
d e lT u o m o c h e lo p o r t a n o a lla d is tr u z io n e e le o p e r e d i g iu s t iz ia c h e lo
fa n n o g iu n g e r e , in d e n n e , n e lle m a n i di D i o ( 3 , 1 ) . L ’ u o m o s c e g lie U b e r a
m e n te , m e d ia n te un r a z io c in io u s a to a s p r o p o s it o {c fr . 2 , 1 ) , la r o t t u r a
del r a p p o r t o o r i g in a n o c o n D io (c fr. 2 , 2 3 ) . C h i s c e g lie la v i a d e lla s a
p ie n z a e d e lla g iu s tiz ia s o tt r a e il p r o p r io tu tu ro al d o m in io d e llo s eió l:
« a g li o c c h i d e g li s to lti p a r v e c h e m o r is s e r o » ( 3 , 2 ) , « m a e ssi s p e r a v a n o
in p ie n e z z a Vim m o r t a lit à » ( 3 , 4 ) . 5960S u l d e s tin o dei m a lv a g i il lib r o d e lla
S a p ie n z a n o n è m o lt o e s p lic ito . In g e n e r a le r ic o r r e a id ee e im m a g in i del
p a t r im o n io le tte r a r io tr a d iz io n a le isra e lita (si v e d a 4 , 1 9 ; 5 * 1 4 ) : r i m a r
r a n n o « tra i m o rti p e r s e m p r e » , « J a h v é li s c h ia n te r à d a lle fo n d a m e n t a e
lì d is tr u g g e r à fin o a l l ’ u lt im o » , «il lo r o r ic o r d o p e r ir à » ( c fr . S a i 1,4 ;
G io ì? ■ 1 8 , 1 7 ) ; l a l ° ro s p e r a n z a «è c o m e p u la p o r t a t a d a l v e n t o » (c fr , S a i .
1 , 4 ; 3 5 , 5 ) , «è d is p e r s a c o m e fu m o a l v e n to » (cfr. S a i . 3 7 , 2 0 ; 68,3). S ì
tra tta e v id e n te m e n te d i lu o g h i c o m u n i le tte r a r i tra tti d a ll’ A n t i c o T e s t a
m e n to . N e l l a c o n c e z io n e d el m a lv a g io d a p a rte d e lla S a p ie n z a si p u ò
t u t t a v ia v e d e r e u n a c e r t a o r ig in a lità . T a lv o lt a si h a l'im p r e s s io n e ch e la
su a n o n sia u n a v ita in s e n s o re a le . Il c o n c e tto d ’ im m o r ta lità d el g iu s to ,
in te sa c o m e v it a c o n D i o p r im a e d o p o la m o rte , p re se n ta c a r a tt e r is t ic h e
p o s it iv e tali c h e la m o r t e n o n c o s titu is c e un p a s s o d e c is iv o , u n a r o ttu r a
la c e r a n te - D o p o la m o r t e l ’ u o m o s a r à c iò c h e h a s c e lto di e s s e r e . Q u a n
to al m a lv a g io , p o ic h é in v it a h a s tre tto u n p a tto c o n la m o r t e (c fr. 1 ,
1 6 ) , s o lo la m o rte lo a tte n d e . C u r io s a m e n t e il lib ro d e lla S a p ie n z a n o n
a c c e n n a a lla r is u r r e z io n e d el c o r p o , in te re s s a to c o m ’ è al s ig n ific a t o d e l
l’ im m o r ta lit à e n o n a l m o d o d e lla s u a r e a liz z a z io n e c o n c r e t a .
59. Per 1 sapienti che scrìssero il libro dei Proverbi la vita costituiva lo scopo della sapienza:
una vita lunga e ricca, sicura e prospera. Tuttavia io s*'òl imponeva limiti naturali a) godi
mento di questa vita. IF libro della Sapienza, invece, spezza queste barriere, proponendo una
vistone più profonda, una dimensione ultraterrena.
60. Ampia informazione in C. Lareher, Sagessé E, 2.58-2.63.
F in a lità e co n te n u to z z i
d ia b ile d is tr u z io n e m a c o m e un t r a n s it o . P e r q u a n to r ig u a r d a la s e c o n d a
d o m a n d a , le s o ffe r e n z e s e r v o n o p e r s a g g ia r e il g iu s t o c o m e si p r o v a P o r o
n e l c r o g io lo : « s o ff r ir o n o p ic c o li c a s t ig h i, r ic e v e r a n n o g r a n d i b e n e fic i»
( 3 , 5 - 6 ) . Il lo r o d e s tin o è g o v e r n a r e le n a z io n i e s o tto m e tte r e i p o p o l i n e l
r e g n o d e l S ig n o r e (c fr . 3 , 8 ; si v e d a M t 5 ,5 -10 ) .
Q u e s t 'u lt im o p r o b le m a d elle p r o v e a lle q u a li si v e d e s o t t o p o s t o il g i u
s t o si c o n c r e t iz z a a f f r o n t a n d o d u e m o t iv i c la s s ic i n e lla le tte r a tu r a b i b l i
c a : la s te r ilità e la m o r t e p r e m a tu r a . N e l l a c u lt u r a s e m itic a la s te r ilità e ra
c o n c e p it a c o m e u n a d is g r a z ia (c fr . G e n . 1 6 , 1 s .; 1 Sam . 1 , 4 - 1 1 ) e p e r s i
n o c o m e c a s t ig o . Sap. 3 , 1 3 - 4 , 6 p r o p o n e u n a r is p o s t a in c o n s u e ta n e ll’ A n
tic o T e s t a m e n t o (fa tta e c c e z io n e p e r il S ir a c id e c h e , in 1 6 , 1 - 4 , si e s p r i
m e in te r m in i a n a lo g h i) : « b e a ta la ste rile ir r e p r e n s ib ile ... e l'e u n u c o ch e
n o n si è m a c c h ia t o di a lc u n d e litto » ( 3 , 1 3 - 1 4 ) ; « m e g lio e sse re v ir t u o s o ,
s e p p u r e se n z a fig li» ( 4 , 1 ) ; d 'a lt r a p a r t e « la fa m ig lia in n u m e r e v o le d e g li
e m p i n o n p r o s p e r e r à ... a n c h e se p e r q u a lc h e te m p o g e r m o g lia n o i s u o i
r a m i » ( 4 , 3 - 4 ) . A n c h e il p r o b le m a d e lla m o r t e p r e m a t u r a c o s t it u iv a un
e n ig m a d i d iffic ile s o lu z io n e n e lla c u lt u r a e b r a ic a , s o p r a t t u t t o n e lla fa s e
in c u i n o n e r a a m m e s s a u n a v it a d o p o la m o r te ; se l 'u o m o è fa tto p e r la
v it a , c h e s e n s o h a la m o r te n el fio re d e g li a n n i? M a , a n c h e n e lla p r o s p e t
tiv a d e lla d o t tr in a d e lP im m o r ta lità p r e s e n t a t a d a lla S a p ie n z a , p e r c h é D i o
p o n e te rm in e a lla v it a d el g iu s to e n o n g li c o n s e n te d i g o d e r e d e i p r o p r i
g io r n i? S e b b e n e g li e m p i n o n p o s s a n o c o m p r e n d e r e l'e v e n t o d e lla m o r te
p r e m a t u r a (c fr. 4 , 1 7 ) , l'a u t o r e d e lla S a p ie n z a la s p ie g a c o n l 'a m o r e c h e
D i o p r o v a p e r il giusto ^ in o g n i c a s o e g li g o d r à del r ip o s o ; il S ig n o r e r a
p id a m e n t e lo lib e r e r à d e lla m a liz ia d i q u e s to m o n d o p e c c a t o r e , a ffin c h é
la p e r fid ia n o n Io s e d u c a né ne p e r v e r t a la c o s c ie n z a (c fr . 4 , 7 - 1 1 ) .
S i è o s s e r v a t o c o m e nel c a p . 2 il m a lv a g io p r o p o n e v a la p r o p r ia v i s i o
n e d e lla v it a e d a v a lib e r o c o r s o a l s u o o d io nei c o n f r o n t i d el g iu s t o . Il
g iu d iz io d el c a p . 5 fa d a c o n t r a p p u n t o a q u e sta v is io n e . È il m o m e n t o
d e llo s t u p o r e di fr o n te al g iu d iz io in a t t e s o , d el p e n tim e n to e d e l l 'a n g o
s c ia . A c h e c o s a è s e r v it o l'o r g o g l io d i fr o n te a lla f u g a c it à d e lla v it a ( « c o
m e u n a n a v e ... c o m e u n u c c e l l o ,..» , 5 , 1 0 - 1 1 ; c fr . P r o v . 3 0 , 1 9 ) ? L 'i m m o r
t a lit à , in 3 , 9 d e fin ita su u n p ia n o p iu t t o s t o a s tr a tt o - v e r it à , a m o r e , p ie
t à - , a c q u is t a o r a c o n c r e t e z z a : «(Il g iu s to ) è a n n o v e r a t o t r a i fig li d i D io
e c o n d iv id e l'e r e d it à d e i s a n ti» ( 5 , 5 ) .
G o v e rn a n ti e sa p ien za . A l p a ri del c a p . 1 , il c a p . 6 in iz ia c o n la m e n z io
n e d ei g o v e r n a n t i d e lla te r r a , a n c h e se in q u e s to c a s o l'e s o r d i o è a m p lia
t o c o n c o n s id e r a z io n i r e la tiv e a ll'a d e m p im e n t o d e lla le g g e e a l l'a c q u is t o
d e lla s a p ie n z a c o m e g a r a n z ie d e lla g iu s tiz ia e d e lla s a n t it à d i v it a (c fr . 6 ,
1 - 1 0 ) . L a s a p ie n z a , c h e fin o a q u e s to m o m e n t o e r a s t a t a r ic o r d a t a e s p li
c it a m e n t e s o lo in 1 , 4 - 7 , r ic e v e u n 'a t t e n z io n e p a r t ic o la r e in 6 , 1 2 - 2 0 . I
Z22, Il l i b r o d e l l a S a p i e n z a
v v . 1 2 - 1 6 n o n p o s s o n o s fu g g ir e a c h i h a a c q u is ito u n a c e r t a fa m ilia r it à
c o n la tr a d iz io n e s a p ie n z ia le ; e ssi c o s tit u is c o n o d i fa t t o u n ’ e c o d ei m o
tiv i e d e lle im m a g m i di a lc u n i testi di P ro v . [ -9 e d i Sir. 6 ,2 3 -3 1. N ei vv.
17 -2 1 si p u ò in d iv id u a r e u n e le m e n to fo r m a le r ic o r r e n te n e lla r e to r ic a
g r e c a , il s o r ite , nel q u a le il p r e d ic a to di u n a p r o p o s iz io n e d iv e n ta il s o g
g e tto d e lla s u c c e s s iv a , f o r m a n d o u n a c a t e n a ch e si c o n c lu d e c o n un im
p e r a t iv o e tic o s e c o n d o lo s tile d e l !‘ is tru z io n e : « c o s ic c h é ... r is p e tta te la
s a p ie n z a e r e g n e r e te » .
I c a p p . 1 - 6 p r e s e n ta n o , a la r g h i tr a tti, u n a s tr u ttu r a c o n c e n t r ic a :
A . I g o v e r n a n t i e la s a p i e n z a { c a p . 1 }.
B. Discorso dei malvagi (cap. 2).
C.
Destino dei giusti e dei malvagi (capp. 3-4).
C#.
B'. Discorso dei malvagi (cap. 5).
A'. I governanti e la sapienza (cap. 6).
L a s e c o n d a p a r te ( 6 , 2 2 - 9 , 1 8 ) è in c e n tr a ta su l r a p p o r t o tra S a lo m o n e e
la S a p ie n z a .* 1 N o n o s t a n t e le a llu s io n i in d ir e tte , si tr a tta s e n z a d u b b io
del re di G e r u s a le m m e : « A n c h ’ io s o n o u n u o m o m o r t a le ... n el v e n tr e
m a t e r n o fu fo r m a t a la m ia c a r n e ..., d a l se m e v irile e d a l p ia c e r e c o m p l i
ce d el s o n n o » , 7 , 1 - 2 . E g l i s p ie g h e r à se n z a re tic e n z e i s e g r e ti d e lla s a
p ie n z a , r is a le n d o « a l l ’ in iz io d e lla c r e a z io n e » ( 6 , 2 2 } . tìl M a p r im a p a r le r à
d e lla s u a a c q u is iz io n e , d e lla s u a n a tu r a e dei b en i c h e g li p r o c u r ò .
61. II che non sorprende quando si pensi alle Tradizioni di t Re 3 ,10 -14 ; 5,9-14.
6z. Indubbiamente l'autore della Sapienza ha davanti a sé una lunga tradizione sapienziale, che
sa utilizzare in modo magistrale. Il rapporto tra la sapienza e la teologia della creazione era già sta
ro posto in rilievo da Prov. 8; Grob. 2.8 e Str. 14 .
63. Ciò è sorprendente, perché nei Proverbi, in Giobbe e nell'Ecclesiaste non s'incontra alcuna
preghiera vera e propria volta a impetrare la sapienza.
64. A nessuno può sfuggire il rapporto tra 7,9 e Giob. 2.8,1:5-19.
F in a lità e c o n te n u to 223
D a q u e s to te s o r o S a lo m o n e h a e s t r a t t o u n a c u lt u r a c h e p o t r e m m o d e fi
n ir e e n c ic lo p e d ic a , u n a c u lt u r a c h e c e r ta m e n te p o t r e b b e s u s c ita r e l’ in v i
d ia d i q u a ls ia s i le tto r e g r e c o : c o s m o lo g ia , a s t r o n o m ia , z o o lo g ia , b o t a n i
c a , p s ic o lo g ia , fa r m a c o lo g ia (c fr. 7 , 1 7 - 2 0 ) . S e la s a p ie n z a , c o m e « a r te fi
c e d e l c o s m o » ( 7 ,2 ,2 ; fo r s e l ’ a u to r e in te r p r e tò c o s ì P ro v. 8 ,3 0 ) , co n o sce
il s e g r e to d i tu tte le c o s e , la s u a s p o n t a n e a a u t o d o n a z io n e a ll’ u o m o fa s ì
c h e q u e sti p o s s a p e n e tr a r e il s ig n ific a to d e ll’ in te ra r e a lt à , di c iò c h e è
o c c u lt o e di q u a n t o è m a n ife s to (c fr . 7 , 2 1 ) . A c c a n t o a q u e s to p a s s a g g io ,
d ’ in d is c u tib ile g u s t o e lle n is tic o , si t r o v a u n b r a n o m a g is tr a le in c u i s o n o
e le n c a ti v e n tu n o a ttr ib u ti d ella s a p ie n z a (c fr. 7 , 2 2 ^ 2 3 ) . C o m e s p ir it o
s o ttile d i e s tr e m a p u r e z z a e ssa è in g r a d o d i p e n e tr a r e tu tti g li s p iriti e
tu tte le c o s e (c fr . 7 , 2 3 s.). Q u e s t o c a r a t t e r e im m a n e n te è c o n t r o b i l a n c i a
to d a lla s u a tr a s c e n d e n z a : e ssa è u n o s p ir ito s a n t o , u n ic o , o n n ip o te n te .
N o n a c a s o e s s a p a r t e c ip a in q u a lc h e m o d o d e lla n a tu r a di D io : è u n « e f
flu v io d e lla p o t e n z a d iv in a , u n ’ e m a n a z io n e p u r is s im a d e lla g lo r ia d e l
l ’ O n n ip o t e n t e » ( 7 , 2 5 ).'65 L ’ a ffe r m a z io n e r e la tiv a a lla d is p o s iz io n e d e lla
s a p ie n z a v e r s o g li u o m in i ( 7 , 2 7 ^ 2 8 ; c fr . P ro v . 8 , 3 i b ) c o n s e n t e a l l’ a u t o
re d ’ in tr o d u r r e i r a p p o r t i d i S a lo m o n e c o n e ssa . L a d e s c r iz io n e è e r o t ic a
(c fr . 8 , 2 ) , s e c o n d o u n m o d e llo p r o fo n d a m e n te r a d ic a t o n e lla t r a d iz io n e
s a p ie n z ia le (cfr, P r o v . 4 , 8 ; 9 , 1 - 6 ; S ir . 6 , 2 6 - 2 8 ; 1 4 , 2 2 - 2 7 ) . 66
S a lo m o n e c o m in c ia il r a c c o n t o d e i s u o i r a p p o r ti c o n la s a p ie n z a r i
c o r r e n d o a d a lc u n e e s p r e s s io n i c h e r ic o r d a n o S ir . 5 1 , 1 3 - 1 4 : « L ’ h o a m a
t a e c o r t e g g ia t a s in d a r a g a z z o e l’ h o v o l u t a in s p o s a , in n a m o r a t o d e lla
s u a b e lle z z a » ( 8 , 2 ) . 67 In 8 , 1 9 - 2 1 r it o r n a s u l te m a . I n ta n t o la p r e s e n ta c o
m e la d is p e n s a t r ic e d e lle q u a tt r o v ir tù c a r d in a li: t e m p e r a n z a , p r u d e n z a ,
g iu s t iz ia e fo r t e z z a ( 8 ,7 ) , c e r ta m e n te o g g e tto d e lla d o t t r in a m o r a le d e i
g r e c i. In 8 , 1 0 - 1 2 v ie n e e s p o s to il p r e s t ig io g iu r id ic o e s o c ia le d i c o Iu l
c h e h a s p o s a t o la s a p ie n z a . Q u e s to e le m e n to , s e b b e n e p o s s a e s p r im e r e
1a u t e n t ic a t r a d iz io n e s a lo m o n ic a (c fr . 1 R e 3 , 1 6 - 2 8 ) , n on è e s t r a n e o al
p e n s ie r o s a p i e n z i a l e / 8 In c o m p e n s o è a d e s s o e s tr a n e a , p e r la s u a n o v i
tà , l ’id e a d e lla c o n c e s s io n e d e ll’ im m o r ta lit à d a p a r t e d e lla s a p ie n z a (c fr.
8 , 1 3 ) . R i g u a r d o a 8 , 1 9 - 2 0 a lc u n i c o m m e n t a t o r i s u g g e r is c o n o la p o s s i
b ilità c h e q u e s to te s to r is p e c c h i l’ id e a p la to n ic a d e lla p r e e s is te n z a d e l
l ’ a n im a : « e s s e n d o b u o n o , e n tr a i in u n c o r p o se n z a d i f e t t o » . T u t t a v i a
q u e s ta in te r p r e ta z io n e n o n s e m b r a a p p r o p r ia t a , p e r c h é in n e ssu n p u n to
d e l lib r o si a c c e n n a a u n a sim ile c r e d e n z a . Q u i l ’ a u t o r e in te n d e s e m p li-
65. E probabile che in questi due testi (7,17-20.22-24) Fautore della Sapienza rifletta l’ influen
za delia dottrina stoica del pneuma e dell’insegnamento platonico sull’anima del mondo. Cfr.
C. Larcher, Etudes, 367-402.
66. Sul tema cfr. G. von Rad, Sapienza, 20 9 -221. 67. Si veda inoltre Cani. 4,9-10; 7,7.
68. Sulla valorizzazione sapienziale dell’arte di parlare in pubblico cfr. Giob. 2 9 ,7 -10 .2 1-2 3 ;
Sir. 2,0,27; li» 1 5* Sull’espressione «portare la mano alla bocca» come segno di ammirazione o
rispetto cfr. Giob. 2 1 ,5 ; 29,9; 40,4.
224 II l i b r o d e l l a S a p i e n z a
a c q u a d i r o c c i a al p e s t o d e lla c o n t a m in a z io n e d e ll’ a c q u a d el N i l o ( 1 1 , 6
1 4 ) ; 2 . q u a g lie a l p o s t o d ella p ia g a d el b e s tia m e ( i 6 , i -4 ) ; 7172 3 . s a lv e z z a
d a l m o r s o d e i se rp e n ti a l p o s to d e lla p ia g a d e g li in se tti ( 1 6 , 5 - 1 4 ) ; 4 . m a n
n a d a l c ie lo a l p o s t o d e lla p io g g ia , d e lla g r a n d in e e d el fu o c o ( 1 6 , 1 5 - 2 9 ) ;
5. c o lo n n a lu m in o s a a l p o s t o d e lla p ia g a d e lle te n e b re ( 1 7 , 1 - 1 8 , 4 ) ; 6 . l i
b e r a z io n e d ei fig li d ’ Is r a e le al p o s t o d e lla m o r t e d ei p r im o g e n iti e g iz ia n i
( 1 8 , 5 - 2 5 ) ; 7 . g iu d iz io d e l m a r e : lib e r a z io n e d e g li is ra e liti al p o s t o d e lla
m o r t e d e g li e g iz ia n i ( i 9 , i - 9 ) . 71
70. Ci atteniamo alla struttura proposta da iVL Gilbert, art. cit., 7 1-7 7 .
7 1. Da 1 1 , 1 5 a 1 5 ,1 9 abbiamo due digressioni: potenza e misericordia di Dio ( 1 1 , 1 5 - 1 1 , 1 7 ) ; cri
tica delPidoIatria (capp. 13 -15 ).
72. Alcuni parlano di cinque dittici soltanto, considerando digressioni anche la pericope dei ser
penti nel deserto (16 ,5-14) e unificando la morte dei primogeniti egiziani e quella delle truppe
del Faraone nel mare (18,5-19,9); cfr. R.E. Murphy, op. cit., 90-91.
73. Questa esposizione segue essenzialmente M. Gilbert, La critique des dieux dans le livre de
la Sagesse (AnBib 53), Roma 19 7 3.
74. Sul termine «analogia» di 13 ,5 cfr. C. Larcher, Sagesse in, 748-773.
75. Ulteriori informazioni in F. Ricken, Gab es eine hellenistiscbe Vorìage fur Weisheit 1 3 - i j ? ;
Bib 49 (1968) 54-86; M. Gilbert, op. cit, 64-94.
76. Si veda A.G, Wright, The Stmcture of thè Book o f Wisdom: Bib 48 (1967) 16 5 -18 4 ; M,
Gilbert, op. cit., 15 4 ; Idem, art. cit., 74-75; J. Vilchez Lindez, Sapienza, 420.
A . Il falegnam e e g li idoli di legno ( 1 3 , 1 0 - 1 9 ) .
B. Invocazione delTidoIo e transizione ( 1 4 , 1 - 1 0 ) .
C. Castigo degli idoli; origine e conseguenze dell'idolatria (14 ,11-3 1).
B '. Invocazione a D io e transizione ( 1 5 , 1 - 6).
A '. II vasaio é g l’ idoli di argilla ( 1 5 , 7 - 1 3 ) ,
T u tta la s e z io n e è p e r c o r s a d a u n a s c o p e r t a ir o n ia . L ’ a u t o r e d e s c r iv e in
m o d o s a r c a s t ic o c o m e v e n g a fa b b r ic a t o u n id o lo : il fa le g n a m e u tiliz z a le
g n a d ì s c a r t o , g ià in s e r v ib ile , u n b a s to n e r ito r to e n o d o s o c h e n o n s e r v e
a n u lla ; « lo ta g lia nel te m p o lib e r o e si tr a s t u lla » d a n d o g li f o r m a d ’ u o m o
o di v ile a n im a le (c fr . 1 3 , 1 4 ) . S a p e n d o c h e n o n si tr a tta di q u a lc o s a di
v a l id o in sé, Io fissa a lla p a r e te c o n u n a s t a f f a , p e r p r e g a r lo in s e g u ito
« p e r 1 p r o p r i b e n i, p e r le n o z z e o p e r i fig li» (c fr , 1 3 , 1 5 - 1 7 ) , L 'a t t e g g i a
m e n to s a r c a s t ic o è m a n te n u to n e i c a p ito li se g u e n ti, u n a p o le m ic a a m a r a
se si c o n s id e r a c h e q u e s to tip o d ’ id o la t r ia r a p p r e s e n ta l ’ a u t e n t ic o in s u c
c e s s o re lig io s o d ’ Is r a e le n el c o r s o di lu n g h i p e r io d i d e lla s u a s t o r ia . In
s e g u it o l ’ a u to r e in d iv id u a l'o r ig in e d e g li id o li n e ! c u lto dei m o r t i ( fa m i
lia ri o g o v e r n a n t i) , r a p p r e s e n t a n d o in tal m o d o d u e fo n ti d e lT id o la t r ia :
la s v e n t u r a p e r s o n a le e il p o t e r e ( 1 4 , 1 1 - 1 7 ) . In 1 4 , 2 2 - 3 1 v e n g o n o e le n
c a ti tu tti i m a li m o r a li a t t r ib u ib ili a q u e s to a b o m in o . U n p ia c e v o le i n
t e r m e z z o , in c u i il r a p p o r t o p r iv ile g ia t o c h e Isra e le in tr a ttie n e c o n il D io
v iv e n te è m e s s o a c o n f r o n t o c o n la s to lte z z a d i c o lo r o c h e si e n t u s ia
s m a n o p e r l ’ id o la t r ia ( 1 5 , 1 - 6 ) , è s e g u ito d a u n ’ a ltr a d e s c r iz io n e s a r c a s t i
c a d e g li id o li di fa n g o ( 1 5 , 7 - 1 3 ) . Il c o lm o d e lla s to lte z z a è r a p p r e s e n t a t o
d a c o lu i ch e c re a u n d io c o n il f a n g o del q u a le e g li ste s s o è c o m p o s t o .
L ’ir o n ia è b a s a ta s o p r a t t u t t o s u ll’ o s s e r v a z io n e ch e l ’ a d o r a t o r e è m e g lio
d el s u o d io p e r c h é , tu tto s o m m a t o , q u e g li è v iv o m e n tre il d ìo n o n lo è
(cfr. 1 5 , 1 7 ) -
Riassumendo, si deve riconoscere che il libro della Sapienza rappre
senta uno stadio decisivo nelTevoluzione del pensiero religioso israeliti
co. Sebbene si debba supporre che le sue idee sull’immortalità non an
darono a occupare un assoluto vuoto dottrinale, ma dovettero esservi
alcuni precedenti,7778l’impatto fu senza dubbio molto forte. Il libro della
Sapienza rappresenta lo sforzo di adeguamento dottrinale piu sorpren
dente e audace di tutto TAntico Testamento, (I suo autore fece largo uso
di categorie filosofiche greche, per attualizzare e trasmettere in una cul
tura nuova le tradizioni teologiche israelite. Da questo punto di vista la
Sapienza può essere considerata il libro più rivoluzionario delPA.T.7*
7 7 . Sulla base dei libri dei M accabei questa idea dovette essere diffusa più di un secolo prima
dell'apparizione del libro della Sapienza. In via negativa l’ insistenza di Ben Sira sulla dottrina
tradizionale (S/r. 38,2.1-2.3* 4 1 , 1 - 1 2 . ) confermerebbe la circolazione in Palestina della dottrina
dell’ im m ortalità e della risurrezione già all’ inizio del 11 secolo a .C .
7 8 . In proposito si veda A .A . D i Lelia, C o n s e r v a tiv e a n d P ro g re ssiv e T h e o lo g y . S ira c h a n d W/s-
3. Problemi aperti
a) L influenza di Filone
c) La Sapienza personificata
r . Commenti
Larcher, C., Le livre de la Sagesse ou la Sagesse de Salomon (Etll n.s.), Paris 19 8 3
85. È il commento al libro della Sapienza più ampio, più maturo e meglio con
cepito. L’opera consta di tre volumi. Il primo è dedicato alla bibliografia (molto
83. Sulla problema Dea si veda J. Vilehez Lindez, S a p ie n z a , 95-97.
8 4 . C o si, ad e s,,B ,W . Anderson, U n d e r s t a n d in g thè. O l d T e s t a m e n t i Englew ood C liffs 1 9 8 6 , 6 0 3 .
B ib lio g r a fia c o m m e n ta ta 229
ricca, pp. 11-48), a opera di M. Gilbert; all’introduzione generale (pp. 53-16 1):
testo e versioni, analisi letteraria, autore e data di composizione; al commento di
1,1- 3 ,19 (pp. 16 3 -3 11). Nel secondo volume (continua la numerazione di pagina
del primo: pp. 312-648) l’autore commenta 1 capp. 4-10; nel terzo (pp. 649-1094)
vengono commentati i capp. 11-19 .
Scarpai, G., Libro della Sapienza i-u, Brescia 1989. 1996. Sono i primi due vo
lumi di un commento ambizioso. L ’introduzione, eccessivamente breve (1, pp. 1 3
29) è dedicata a una disamina erudita del problema della data di composizione
della Sapienza. I due volumi studiano i primi dodici capitoli dell’opera secondo
due prospettive: il testo dei LXX e il testo e il commento della Vetus Latina. Si
tratta di un’opera di grande erudizione, in cui l’autore mostra le sue vaste cono
scenze nell’ambito delle lingue e letterature greca e latina. Talvolta la preoccupa
zione di citare paralleli dottrinali da questi due ambiti letterari toglie qualche pro
fondità al commento biblico propriamente detto.
Vflchez Ltndez, J,, Sapienza, Roma 1990. È il miglior commento disponibile
in lingua spagnola e, senza dubbio, uno dei piu qualificali nel panorama interna
zionale. Il libro m apre con un’introduzione di 125 pagine, completata da una bi
bliografia scelta ma sufficiente (pp. 126-140). Nell’introduzione viene affrontata
la problematica propria dell’opera, con discussioni ampie e, in certi casi, erudite.
Il commento, ampio (pp. 141-543), evidenzia la maestria dell’autore e l’equili
brio dei suoi criteri. Tre utilissime appendici chiudono l’opera: 1 .1 giudei in Egk-
ro. ir. Lo statuto dei giudei ad Alessandria, tu. La letteratura giudeo-ellenistica
alessandrina.
Winston, D., The Wisdom o f Salomon (AB 43), Garden City, N.Y. 1979. Que
sto commento segue la linea caratteristica della «Anchor Bible»: ampia introdu
zione; testo e commento, quest’ ultimo ridotto in sostanza ai problemi testuali.
NelPintroduzione (pp. 3-69) si segnala la sezione relativa alle idee religiose palesi
o soggiacenti al libro della Sapienza. Questo libro, pur raccomandabile, abusa
del ricorso alla metodologia storico-religiosa.
2. Altre opere
Gilbert, M., La critique des dieux dans le livre de la Sagesse (AnBib 53), Roma
1973. Pregevole tesi di dottorato in scienze bibliche. Benché la tematica riduca il
campo d’osservazione ai soli capp. 13 -15 , il lettore può ricavarne una visione
globale dell’intero libro della Sapienza.
Larcher, C MLtudes sur le Itt/re de la Sagesse (EtB), Paris 1969. L ’opera e ser
vita ali’autore per maturare il proprio pensiero sulla Sapienza in vista della pub
blicazione del suo ottimo commento in tre volumi. Consta di cinque capitoli: j. Il
libro della Sapienza nella chiesa di Cristo (Nuovo Testamento, Padri della chie
sa, altre chiese cristiane: pp. 11-84). ll- U libro della Sapienza e la letteratura bi
blica e giudaica (Anrico Testamento, Enoc, Qumran, giudaismo ellenizzato, Fi
lone: pp. 85-178). III. L’influenza dell’ellenismo (pp. 179-236). iv. L ’immortalità
dell’anima e le retribuzioni trascendenti (pp. 237-327). V . La sapienza e lo Spiri
to (pp, 329-414). Molto utile l’indice analitico (pp. 427-433). Opera da cui non
si può prescindere.
2.30 Il l i b r o d e l l a S a p i e n z a
La letteratura lirica
Questa terza e ultima parte studia il Salterio, il Cantico dei cantici e le
Lamentazioni, tre opere qui raggruppate sotto il titolo di letteratura li
rica, benché nella Bibbia non manchino molti altri poemi lirici. In con
siderazione della sua importanza nella vita d’Israele e della chiesa, uno
studio più ampio e approfondito è dedicato al libro dei Salmi o Salterio.
C a p ito lo v ili
I. P R IM E IM P R E S S IO N I SU L SA L T E R IO
i. O p e ra com posita
1 . In ogni caso il loro numero risulta «obbligato»; cfr. sotto, 11,2: «La num erazione nel testo ma-
soretico e nei L X X » . 2. C fr . sotto, 11,44: «Term ini relativi a raccolte».
3 , N o n è ragionevole semplificare la problem atica dei salmi collegandoli esclusivam ente, come
fanno alcuni, all'am bito cultuale. N el Salterio ricorrono dati sufficienti per ricondurre taluni
di questi poem i religiosi alla pietà personale. A l riguardo si veda in particolare S. A lbertz, Per-
sònliche Frdmmigkeit und offizielle Religion, Stuttgart 1 9 7 8 ; cfr., inoltre, anche se da una d i
versa prospettiva e secondo una differente m etodologia, G.W. Anderson, « Sicut Cervus». Evid
ente in thè Psalter of Private Devotion in Ancient Israel: V T 30 (1980) 388-397.
2 34 U lib r o d e i S a lm i: a s p e tti le tte r a r i
n o ta n o tr a c c e d i r ie la b o r a z io n e , in p a r t ic o la r e a m o t iv o d e lla m a n c a n z a
d u n ifo r m ità , a d e s e m p io n el c a s o di S a i 1 9 ; 2,2,; 2 9 ; 5 0 ; 3 0 8 ; 1 3 3 ; 1 3 6 .
S j p o t r e b b e r o c ita r e n u m e r o s i d iv e rs i e se m p i di q u e s to t ip o , m a g li
a s p e tti m e n z io n a ti s o n o su ffic ie n ti p e r c o n c lu d e r e c h e n o n è in fo n d a t a
la p r im a im p r e s s io n e s e c o n d o la q u a le il S a lt e r io è u n ’ o p e r a c o m p o s it a ,
in c u i si n o t a n o te n ta tiv i di r ie la b o r a z io n e , r e d a z io n e ed e d iz io n e e c h e ,
d ’ a ltr o c a n t o , e ssa c o n s e n te d ’ in d iv id u a r e u n a p lu r a lità di sed i v it a li.
1. P oesìa cultuale
4 2 , 5 ; 4 3 , 4 ; 5 1 , 1 8 ; 6 6 , 1 3 ; 6 9 , 3 1 S-J I O I »7> e c c ) m o s t r a n o il r a p p o r t o in
tr in s e c o d i n u m e ro s i p o e m i s a lm ic i c o n il c u l t o .4
4. C ro cevia teologico
z io n i d el m is te r o dì D i o 5 sì p o s s o n o in d iv id u a r e n el S a lte r io d u re i m m a
g in i a n t r o p o m o r fic h e d e ll'e s s e r e d iv in o , tra tte d a l r e p e r to r io d e lla p iù p u
ra m it o lo g ia c a n a n a ic a {c fr . S a i r 8 , 8 - i 6 ; 2 9 ) ; a c c a n t o a l fid u c io s o r if u
g io nel S ig n o r e di fr o n te a lla p e r s e c u z io n e s t a n n o in c o m p r e n s ib ili e s p r e s
s io n i di v e n d e tta (c fr . S a i . 1 0 9 , 6 - 1 5 ; 1 3 7 , 7 - 9 ) . È fa c ile c o m p r e n d e r e le
d iv e r s e c o n c e z io n i di D i o e d e i su o i r a p p o r t i c o n P u o m o c h e si p o t e r o n o
c o lt iv a r e n e l p ie n o s p le n d o r e d el p e r io d o m o n a r c h ic o e n e ! p e r io d o di
p r o s t r a z io n e e d ’ im p o te n z a p o s te r io r e a l l’ e s ilio ; in q u e s t ’ u ltim a fa s e , i n
fa tt i, v e n n e a m a n c a r e l ’ is t a n z a m o n a r c h ic a e q u e lla p r o f e t ic a , e Is ra e le
d o v e t te « r e in v e n ta r e » il p r o p r i o e s s e r e -d i-f r o n t e -a -D io e p e r s in o la p r o
p ria p r a t ic a r e lig io s a . In e v ita b ilm e n te i s a lm i s o n o te s tim o n i e lo q u e n t i
d e lle t r a s fo r m a z io n i d e llo s p ir it o is r a e litic o e d e lle n u o v e e s p e r ie n z e e
rile ttu re d e ll'e s te n u a n te s to r ia d e! p o p o lo nelle m a n i d i J a h v é .
O v v ia m e n t e il S a lte r io n o n e un tr a tta to di t e o lo g ia , g ia c c h é in n e ssu n
m o m e n to p r e s e n ta al le tto re u n ’ e s p o s iz io n e t e o r ic a e s is t e m a t ic a s u D io ,
in a si lim ita a e s p o r r e il s u o p r o g r e s s iv o e p o lie d r ic o s v e la r s i in tè r m in i
di ra p p o rto .
IL C A R A T T E R IST IC H E G E N E R A L I6
1. T ito lo d el lib ro
1 3 , 3 3 ) . Il te rm in e , p u r e g r e c o , di psalterion, s tr u m e n to a c o r d a o r a c c o l
t a d i c a n t i, s o p r a v v iv e n el n o s t r o « s a lt e r io » . T r a i g iu d e i il lib r o d ei s a l
m i e r a c o n o s c iu t o c o m e sefer t'hiUim , lib r o di c a n t i, tito lo a lla b a s e d e l
la t r a d iz io n e g r e c a .
P u r c o n t e n e n d o lo ste s s o n u m e r o di s a lm i, il T .M « e G , la v e r s io n e g r e c a
d ei L X X , 7 n o n s e g u o n o la ste ssa n u m e r a z io n e .8 Il m o t iv o c s e m p lic e . I
s a lm i 9 e i o e 1 1 4 e 1 1 5 del T . M . c o s t it u is c o n o , in e n tr a m b i 1 c a s i , u n
s o lo s a l m e in G ; d ’ a ltr a p a r te , i s a lm i 1 1 6 e 1 4 7 del T . M . s o n o s u d d iv is i
in d u e p a r t i in G . D a q u e s te d iffe r e n z e si r i c a v a il se g u e n te s c h e m a :
T.M. LXX
1-8 1-8
9-10 9
11-113 10 - 112
114 -115 ri3
Ilé 114 -115
117 -14 6 116 -14 5
147 146-147
148-150 148-150
S im ili d iv e r g e n z e sì fa n n o c o m p r e n s ib ili c o n s id e r a n d o c h e , a n c h e q u a n
d o il T . M . e G c o in c id o n o d i fa t t o , è p o s s ib ile c h e l ’ e s te n s io n e di u n s a l
m o sia s t a t a tr a s m e s s a in m o d o s c o r r e t t o . C o s ì i sa lm i 4 2 e 4 3 , c o n s id e
ra ti d u e p o e m i d istin ti in e n tr a m b e le v e r s io n i, f o r m a n o in r e a ltà u n s o
lo s a l m o .9 E v ic e v e r s a , il Sai. 1 9 , tr a s m e s s o c o m e u n ’ u n ità d a T . M . e d a
G , è p r o b a b ilm e n t e s u d d iv is ib ile in d u e p o e m i m in o r i: v v . 2 - 7 (in n o a
J a h v é c r e a to r e ) e v v . 8 - 1 5 (in n o a lla t o r à ) .
3. Testo e versioni10
a) Il testo
1 s a lm i fu r o n o c o m p o s t i in e b r a ic o . I m a n o s c r it t i s o n o r e la tiv a m e n t e
t a r d i, d a ta b ili v e r s o la fin e del p r im o m ille n n io d . C . M 11 te s to di n u m e
7 . Per (a verità G presenta un salmo in più rispetto al T ,M . ( 1 5 1 ) , ma lo pone «al margine del
la mi me r a zio ce » (exothen tou artthmou).
8. N elle versioni moderne viene proposta una doppia numerazione con G tra parentesi.
9. L o stesso si può dire con relativa sicurezza dei salini 50 e 5 1 .
1 0 . A l riguardo v. C h .A . Briggs, The Hook ofPsalms^ xxn-LTV; L. Jacquet, Les Psatìtnes etlecoeur
de Ihomtne I, Bruxelles 1 9 7 5 , 9 ^ - 1 0 4 .
i r . Fatta eccezione per i materiali di Qum ran, i cui fram m enti datano al più tardi alla metà
del prim o secolo della nostra era.
238 II l i b r o d e i S a l m i : a s p e t t i l e t t e r a r i
ro si s a lm i, la c u n o s o in m o lt i p u n ti - c o m e r iv e la l’ a p p a r a t o c r i t i c o d e lla
B H S * d o c u m e n ta un c o m p lic a t o p r o c e s s o d i tr a s m is s io n e . A l le d i f f i c o l
tà e s tr in s e c h e tip ic h e d i q u a ls ia s i tr a d iz io n e te s tu a le s c r itta , q u a li i d u b
bi r e la tiv i a lla le ttu ra d e l te s to c o n s o n a n t ic o o a lle a lte r a z io n i v o lo n t a r ie
o in v o lo n t a r ie d i c o p is t i in g e n u i o d is tr a tti, s o n o d a a g g iu n g e r e le d iffi
c o ltà in trin s e c h e r e la tiv e a lT o r ig in e e a l l’ u so del S a lte r io . In e ffe tt i i s a l
m i c a n o n ic i, c o m p o s t i lu n g o u n a r c o te m p o r a le di sei 0 o tto s e c o li, f u
r o n o o r ig in a r ia m e n t e c a n t a t i e tra sm e ssi o r a lm e n te . D o p o la lo r o r e d a
z io n e s c r it t a v e n n e r o s o t t o p o s t i a u n in te r m in a b ile p r o c e s s o di c o p i a t u
ra e d ’ a d a t t a m e n t o alle c o n d iz io n i s to r ic h e e litu r g ic h e d el p o p o lo d ’ I s r a e
le. T u t t i q u e s ti e le m e n ti c o n t r ib u is c o n o a fa r e del S a lte r io il lib r o d e l
l ’ A n t i c o T e s t a m e n t o ch e im p e g n a p iu a fo n d o il c r it ic o t e s t u a le .11
b) L e versio n i
1 4 . Secondo alcuni questo è uno dei libri dell’ A n tico Testam ento peggio tradotti nei L X X , fat
ta eccezione per i libri profetici. C fr. L . Jacquet, L e s F sa u m e s et le c o e u r d e l ’h o m m e i, 98.
1 5 . Sui caratteri generali del Salterio dei L X X cfr. L . M ortari (ed.), Il S a lte rio d ella T r a d iz io
n e , I orino 1 9 8 3 , 1 9 26.
C a r a tte r is tic h e g e n e r a li 239
H e x a p la d i O r ig e n e . L a t r a d u z io n e , c o m p iu t a in P a le s t i
in s e g u it o d e g li
n a . è n o t a c o m e P salteriu m iu xta h eb ra eo s o Salterio d ì san G e ro la m o .
R i g u a r d o a lla lo r o u tilità p e r la c r it ic a d el te s to e b r a ic o , i L X X s o n o
s e c o n d i p e r im p o r t a n z a a lla v e r s io n e siria ca (P e sh itta ) e a q u e lla ara-
m aica ( T a r g u m ) , c a r a t t e r iz z a t a d a l fr e q u e n te r ic o r s o alla p a r a f r a s i.
4. L e intestazioni d ei Salm i 6
in te s ta z io n i. M o lt i a ltr i, p e r ò , si p r e s ta n o s o lo a lla fo r m u la z io n e d i i p o
tesi o c o n g e t tu r e . F a tte a lc u n e e c c e z io n i, le in d ic a z io n i c h e p r e c e d o n o i
s a lm i p o s s o n o e sse re rid o tte a c in q u e c a te g o r ie : a) te rm in i r e la t iv i a r a c
c o lte : b ) te rm in i te c n ic i m u s ic a li e m e lo d ic i; c) is tru z io n i p e r F u s o lit u r
g ic o ; d ) n o m i p r o p r i; e) d a ti s to r ic i.
Il te r m in e m a sk il c o m p a r e tr e d ic i v o lt e n e lle in te s ta z io n i d e i s a lm i { 3 2 ;
42., e c c .) . B a s a n d o s i s u lla fo r m a h ifil d e lla r a d ic e s k l ^ a lla q u a le ris a le il
te r m in e , a lc u n i t r a d u c o n o c o n « c a n t o a r t is t ic o » o « c a n t o d i d a s c a li c o » .
T u t t a v i a , p o ic h é la m a g g io r p a r te d e i s a lm i d e s ig n a ti c o m e m a sk il m a n
c a d i q u a ls iv o g lia c a r a tt e r iz z a z io n e s a p ie n z ia le e te n u to c o n t o di 2 C r o n .
3 0 , 2 2 , è d a r ite n e re di t r o v a r s i d i fr o n te a un te rm in e te c n ic o in e re n te la
« q u a lit à » d el s a lm o in q u e s tio n e : « c a n t o a r t is t ic a m e n te c o n c e p it o » . L ’ in
t e r p r e t a z io n e ch e s o tto lin e a P e le m e n to d id a s c a lic o è m e n o p r o b a b i l e / 3
Per m tktàm ( S a i 1 6 ; 5 6 - 6 0 ) g li s p e c ia lis ti p r o p o n g o n o d u e in te r p r e
t a z io n i fo n d a m e n ta li p o s s ib ili. S e c o n d o il s ig n ific a to « c o p r ir e / o c c u lt a r e »
d e lla r a d ic e ktm in a c c a d ic o , si d o v r e b b e t r a d u r r e q u e s t ’ e s p r e s s io n e c o n
« s a lm o e s p ia t o r i o » , c h e e s p ia o « c o p r e » i p e c c a t i 24 o « p r e g h ie r a s e g r e
t a » , n o n p u b b l i c a t a / 5 U n a ltr a lin ea in te r p r e t a t iv a si b a s a s u lla t r a d u
z io n e d ei L X X m iktdm c o n stelog ra ph ia « is c riz io n e su p ie t r a » . In
di
G e r . 2 , 2 2 v i e P u n ic a o c c o r r e n z a d e lla r a d ic e ktm n e lla B ib b ia : « L a tu a
c o lp a è a n c o r a s c r itta (niktdm ) d a v a n t i a m e » . È p o s s ib ile d e d u r n e il s i
g n if ic a t o d i « e ss e re in c a n c e lla b ile » ? In ta l c a s o c i t r o v e r e m m o di fr o n te
a lla m e n z io n e del s a lm o « s c r it t o » , un ex v o to , in c o n t r a p p o s iz io n e c o n
la p r a t ic a a b it u a le , c o n s is te n te n e lla r e c ita z io n e . C io n o n d im e n o il s ig n i
fic a to d el te rm in e c o n t in u a a essere o s c u r o .
U n a ltr o te r m in e d a l s ig n ific a to in c e r t o è siggdjón. P e r a n a lo g ia c o n
P a c c a d ic o v ie n e di s o lito t r a d o t t o c o n « la m e n t a z io n e » o « s u p p l i c a » . T * -
h illà y c h e c o m p a r e n e l/ in te s ta z io n e d el S a i 1 4 5 e n el p r im o v e r s e t to d i
3 3 ; 3 4 ; 6 5 ; 1 4 7 e 1 4 9 , si rife r is c e ta n to a l c a n t o d i lo d e in d iv id u a le (si
v e d a 2 2 , 2 5 ; 6 5 , 1 ; 1 1 9 , 1 7 1 ) q u a n to a l l’ in n o (c o s ì in 1 0 0 , 4 ) . A n c h e se t e-
/i/tó, d a lla r a d ic e fll , e b e n a tte s ta to n e l l 'A n t i c o T e s t a m e n t o in r a p p o r t o
a lla s u p p lic a (c fr. j R e 8 , 3 8 ; S a i 3 5 , 1 3 ) e P o ffe r t a (c fr. 1 4 2 , 2 ) , il t e r m i
ne p u ò rife rirs i ai s a lm i in g e n e ra le (si v e d a 7 2 , 2 0 ) , p e r c h é e s p r im e il c a
ra tte re fo n d a m e n t a le d e lla m a g g io r p a r te d ì essi: la p r e g h ie r a .
B in g m ó t, r is c o n tr a b ile n elle in te s ta z io n i di S a i 4 ; 6 ; 5 4 ; 5 5; 6 7 e 7 6 ,
d e r iv a d a n egtnà , s tr u m e n to a c o r d a . P e r q u a n t o r ig u a r d a 1et h a n n 'h ìló t
(S a i 5 ) si p o s s o n o fo r m u la r e d u e ip o te si: o si tr a tta d i u n 'in d ic a z io n e m e
lo d ic a , d i c u i i g n o i i a m o Io s c h e m a , o v v e r o , p e r la s u a c o n n e s s io n e c o n il
te r m in e h à lilj fla u to , si p u ò t r a d u r r e « c o n a c c o m p a g n a m e n t o d i fla u t o » .
potrebbe implicare un riferimento topografico ai gradini che portavano alla citta di D avide —
cfr. m a 'id ò t in N e e m . 1 2 , 3 7 - sui quali i pellegrini accedevano in processione al Tempio.
z i . Piuttosto diffusa nella tradizione sapienziale col significato di agire bene / con abilità* com
prendere, spiegare, 1 3 , C o n tro questa ipotesi S. M o w in ck el, I s r a e l i W o r s h ip I, 5 -7 .
2 4 . C fr . o p . cittJ 4 s. 2 5 . C osì R. T o u rn ay secondo H ,-J. K raus, P s a lm e n I, x x u .
z a z Il l i b r o d e i S a l m i : a s p e t t i l e t t e r a r i
£a l m àb àla t , p re se n te s o lo in S a i. 5 3 e ^ 8 , c o s tr in g e
A n c h e l ’ in d ic a z io n e
a lim ita r s i a l c a m p o d e lle ip o te s i. S e il te r m in e d e r iv a d a lla r a d ic e hlh
« e sse re in fe r m o » , « p r o v a r e p e n a » , si p o t r e b b e t r a d u r r e « c o n m a l i n c o
n i a » ; se in v e c e è im p a r e n t a t o c o n m àh ol «d an za c ir c o la r e » , p o tre b b e
c o n te n e r e u n ’ a llu s io n e a u n a d a n z a c u ltu a le . S e b b e n e n o n c o m p a i a n e lle
in te s ta z io n i dei s a lm i, il te rm in e seta , p e r la su a fr e q u e n te r ic o r r e n z a ( 7 1
v o lte ) m e rita u n a q u a lc h e a tte n z io n e . L a Vulgata lo t r a d u c e c o n sem per\
in ta l c a s o s a r e m m o di fr o n t e a u n a s o r t a d i d o s s o lo g ia . S e ci si a ttie n e
a i r e t i m o l o g i a , le ip o t e s i si m o lt ip lic a n o . C h i lo c o lle g a a lla r a d ic e s ii « a l-
z a r e / s o lle v a r e » lo in te r p r e ta c o m e u n ’ in te rru z io n e c o n e le v a z io n e d e lla
v o c e , u n in te rlu d io d o s s o lo g ic o . Se « a lz a r e » v ie n e in te so n e lla s f u m a t u
ra di « t o r n a r e in a lto / a l l’ in iz io » , a llo r a il te rm in e e q u iv a r r e b b e al n o
s tr o « d a c a p o » , c io è s e g n a le r e b b e u n a r ip e tiz io n e . S e la r a d ic e è c o r r e l a
ta a lP a r a m a ic o $1 « in c h in a r s i» , il te rm in e selà fa r e b b e r ife r im e n to a l l’ in
c h in o r e v e r e n z ia le d u r a n t e l’ o r a z io n e . A l c u n i e se g e ti, in fin e , v e d o n o in
q u e s t a in d ic a z io n e u n s e g n a le d ’ in te rv e n to c o r a le .16
N e l l a c a t e g o r ia dei s e g n i m e lo d ic i p o s ti in e p ig r a fe in c lu d ia m o 'a l jò -
nat ’ élim r eh ò q im « s e c o n d o la c o lo m b a d e i te re b in ti lo n t a n i» ( S a i 5 6 ) ;
'a l ’a jje le t bassahar « s e c o n d o la c e r v a d e ll’ a u r o r a » (S a i z z ) ; ca l sósan-
ntm « s e c o n d o i g ig li» ( S a i 4 5 e 6 9 ) ; ’a l tashét « n o n d is t r u g g e r e » (Sai.
5 7 - 5 9 ; 7 5 ) ; 'a l baggitit « s e c o n d o il to n o d i G a t » 17 (Sai. 8 ; 8 1 ; 8 4 ) . L e in
d ic a z io n i cal ‘à là m ò t « p e r le fa n c iu lle » o « p e r i s e g r e ti» (Sol. 4 6 ) e ca l h a s -
s emtntt « s e c o n d o / s o p r a l ’ o t t a v a » \S a l 6 ; 1 2 ) si r ife r is c o n o , c o m e i p r e
c e d e n ti, a m e lo d ie d i s ig n ific a to ig n o to .
M o l t o s p e s s o n e lle in te sta z io n i d e i s a lm i s ’ in c o n t r a n o n o m i p r o p r i di p e r
s o n a : D a v id e { 7 3 c a s i) , d o d ic i v o lte A s a f ( 5 0 e 7 3 - 8 3 ) , u n d ic i v o lt e i figli
d i C o r e ( 4 2 ,- 4 9 ; 8 4 s .; 8 7 s .} , d u e v o lte S a lo m o n e {S a i 7 2 ; 1 2 7 ) , in u n c a
so E m an (S a i 8 8 ) , E ta n {S a i 8 9 ) e M o s è (Sai. 9 0 ) . 30 L a m a g g io r p a r te d i
e ssi è p r e c e d u to d a lla p r e p o s iz io n e l e~ (ledàwid> i ’ à sa f , e c c .) . Il v a lo r e d i
l e- n e lle in te s ta z io n i d ei s a lm i e b r a ic i è s ta to s p e s s o o g g e t t o di d is c u s s io
n e . I L X X g li a t t r ib u ir o n o un v a lo r e m a t e r ia le di d a t iv o ( « p e r D a v i d e » ,
e c c .) ; la V ulgata in v e c e , r ic o r r e n d o a u n g e n it iv o ( « d i D a v i d e » ) , c o n f e r i
s c e a te- un v a lo r e di p a te r n ità ( la m ed auctorts). A d e tta d e g li e s p e r ti,
o r ig in a r ia m e n t e V- n o n si r ife r iv a a l l’ a u t o r e d el s a lm o in q u e s tio n e , b e n
sì a lla c a t e g o r ia d i a p p a r te n e n z a 11 o a lla s u a a ffilia z io n e a u n a d e t e r m i
n a ta r a c c o l t a .31 Il p r o b le m a n o n si p o n e p e r A s a f , 33 E m a n e d E t a n , r i
c o r d a t i nel n o v e r o d ei c a n t o r i d e l t e m p io ( r C ron . 1 5 , 1 9 ) , né p e r i fig li
di C o r e , c o lle g a t i a i le v iti (Esd. 3 , 1 0 ; 1 C r o n . 9 , 3 1 ; 2 C ro n . 1 0 , 1 9 ) e a g li
a s siste n ti del te m p io ( j C ro n . 1 6 , 1 . 1 9 ) . 3 4 1 sa lm i c h e r e c a n o n e lE in t e s t a -
z io n e 1 in d ic a z io n e di q u e sti n o m i s o n o c o n n e s s i, di c o n s e g u e n z a , c o n le
c o r p o r a z io n i e i m u s ic is ti de) s e c o n d o te m p io , fo s s e r o a u t o r i, c o m p i l a t o
ri o p p u r e s u p e r v is o r i del la v o r o d i c o m p o s iz io n e o di a r r a n g i a m e n t o .35
Il p r o b le m a si p o n e in re a ltà c o n il tito lo l*dàw ìd\ di D a v id e ? p e r
D a v i d e ? s e c o n d o lo stile di (in c u i s c r iv e v a ) D a v id e ? o p iù s e m p lic e m e n
te « d e lla ( r a c c o lt a ) di D a v i d e » ? C e r t a m e n t e D a v id e n o n c o m p o s e tu tti i
s a lm i c o m p r e s i s o t t o il s u o n o m e ; è im p o s s ib ile a t t r ib u ir g li, in p a r t ic o l a
re , i s a lm i c o n a llu s io n i a e v e n ti s to r ic i o a c o n c e z io n i te o lo g ic h e s ic u
r a m e n te p o s t e r io r i a lla su a e p o c a . In e ffe tti a lc u n i te s ti a n tic h i r i c o n o
s c o n o le d o ti m u s ic a li e p o e tic h e di D a v id e (r Sam . 1 6 , 1 6 - r 8 ; 2 S a m .
1 ,19 -2 7 ; 3,33-34); p e r q u e s ta r a g io n e n o n si p u ò e s c lu d e r e a p r io r i c h e
e g li a b b ia q u a n t o m e n o p a t r o c in a t o q u e s to g e n e r e di a t t i v i t à .36 T u t t a v i a ,
30 . In proposito v. L. JacqueL, L e s P sa u m e s et U c o e u r d e I h e m m e t, 8 3 -9 6 .
3 1 . T ale era l'opinione di H . Cazelles, L a q u e stio n 4 u la m e d a u c t o r is : R B 58 ( 1 9 4 9 ) 9 3 - 1 0 1 .
3 1 , N ella letteratura ugaritica troviam ola form ula analoga lb *l (a/di Baal) o Ikrt (a/di Keret), elle
indica quasi certam ente il ciclo letterario al quale appartengono i due scritti.
3 3 . Per tutto quanto riguarda 1 salmi di A s a f si veda H .P . N asu ti, T r a d it io n H tsto ry a n d thè
F s a lm s o f A sa p h j A tlan ta 1 9 8 8 .
d o v e n d o fo r m u la r e un g iu d iz io su l r u o lo s v o l t o d a D a v id e n e lla t r a d i
z io n e det s a lm i, n o n ci si p u ò fo n d a r e su i d a ti fo r n iti d a l C r o n i s t a , n e l
q u a le la fig u r a d i D a v i d e è e c c e s s iv a m e n te id e a liz z a ta (e g li e m e r g e q u a le
a u t e n t ic o fo n d a t o r e del te m p io e d e lla su a litu rg ia ) e le v ic is s it u d in i d e l
la r ip r e s a d ei c e r im o n ia le nel s e c o n d o te m p io s o n o in te r e s s a ta m e n te r e
t r o d a t a t e a iP e p o c a d a v id ic a .
e) D a ti sto rici
In n u m e r o s i s a lm i l'in t e s t a z io n e r ip o r t a le p re s u n te c ir c o s t a n z e s t o r ic h e
a ll"o r ig in e di q u e s ti p o e m i. InS a i 3 , a ffe r m a t a l ’ a p p a r t e n e n z a del s a lm o
a D a v i d e , si d ic e : « Q u a n d o fu g g ì d a A s s a lo n n e , s u o fig lio » ; in SaL 5 1 :
« Q u a n d o gli si p r e s e n t ò il p r o fe ta N a t a n a c a u s a d el s u o p e c c a t o c o n
B e tsa b e a » ; m S a i 5 7 : « Q u a n d o fu g g ì d a S a u l n e lla c a v e r n a » . I n f o r m a
z io n i a n a lo g h e si t r o v a n o in 7 ; 1 8 ; 3 4 ; 54 ; 56 ; 5 9 ; 60 ; 6 3 ; 1 4 2 . Per
r a g io n i id e n tic h e a q u e lle e s p o s te p e r la p a te r n ità d a v ìd ic a , è d a o s s e r v a
re c h e ta li « in te s ta z io n i s t o r ic h e » n o n c o r r is p o n d o n o a iP e p o c a d i c o m
p o s iz io n e d i q u e sti s a lm i. S i tr a tta p iu t t o s t o d i a g g iu n te p o s t e r io r i, o p e
ra d i e se g e ti g iu d e i p o s te s ilic i, c h e in te n d e v a n o c o s i c o n t r ib u ir e a lla lo r o
c o m p r e n s io n e . S i c o n s id e r i in o ltr e c h e il g e n e r e m id r a s h ic o , il q u a le a s
s o c ia e v e n ti o p e r s o n a g g i s to r ic i c o n d e te r m in a ti testi b ib lic i, p u ò e sse re
s ta to o r ig in a t o in p a r te d a q u e sta p ra ssi in t e r p r e t a t iv a .37
D o p o a v e rle p re s e n ta te p e r s o m m i c a p i, è o p p o r t u n o in te r r o g a r s i su l v a
lo r e d i q u e ste in d ic a z io n i p e r la c o m p r e n s io n e dei S a lm i. S i c o n s id e r i
a n z it u t t o c h e in o r ig in e i s a lm i e r a n o p r iv i d ’ in te s ta z io n i,38 le q u a li s o n o
il r is u lt a t o d ’ in iz ia tiv e in d iv id u a li d i q u a lc h e c o m p ila t o r e .351 Q u e s te in d i
c a z io n i p o s s o n o t u tta v ia c o s titu ir e d egli in d ic i-g u id a c h e a iu t a n o il le t
to r e a c o llo c a r s i n e lla s t o r ia d e lla tr a s m is s io n e e d e lla r a c c o l t a d e i S a l
m i, o c h e lo a iu ta n o n e lla c o m p r e n s io n e d el lo r o c o n t e n u t o ? D i c i a m o s u
b ito c h e te rm in i c o m e m iztn ó ry m asktl , m iktà m n o n in te n d o n o e sse re d e
s ig n a z io n i di g e n e ri le t t e r a r i, p o ic h é d u e s a lm i a p p a r te n e n ti a llo ste sso
A p r i m a v is t a si p u ò o s s e r v a r e c h e il S a lt e r io n o n c o s tit u is c e l 'o p e r a d i
u n s o lo a u to r e n é è il ris u lta to di u n ’ u n ic a c o m p ila z io n e . S i tr a tta p iu t
t o s t o di u n a r a c c o l t a d i r a c c o lt e .43 È p r a t ic a m e n t e im p o s s ib ile r i c o s t r u i
re g li s ta d i d e lla fo r m a z io n e d e l S a lt e r io , c h e fu c e r t a m e n t e il fr u t t o d i
u n lu n g o e c o m p lic a t o p r o c e s s o a ll'in t e r n o d el c u lt o s in a g o g a le , in iz ia t o
c o n p r o b a b ilit à in to r n o al 2 0 0 a . C . Q u e s t e a f fe r m a z io n i p o g g ia n o su
d iv e r s i a r g o m e n ti. N e l S a lte r io si p u ò o s s e iv a r e u n a s e r ie r e la t iv a m e n t e
a m p i a di d o p p io n i (a d es. S a i 1 4 e 5 3 ; 4 0 , 1 4 - 1 8 e 7 0 , e c c .) . D 'a l t r a p a r
te in a lc u n e s e z io n i d e l S a lte r io si n o t a u n u so n o n in d is c r im in a t o d ei
n o m i d e l D io d 'I s r a e le : J a b v é e d E lo h im . In p a r t ic o la r e n e l b lo c c o 4 2 - 8 3
s i s e g n a la l ’ u so q u a s i e s c lu s iv o d i E lo h im ( 2 0 0 o c c o r r e n z e c o n t r o le 4 3
d i J a h v é ) ; q u e s to d a t o è ta n to p iù d e g n o di n o ta se si c o n s id e r a c h e n e l
r e s t o d el S a lt e r io v ie n e im p ie g a to d i n o r m a il n o m e J a h v é ( 6 4 2 o c c o r
r e n z e ; E lo h im r ic o r r e s o lt a n to 2 9 v o lte ) . S im ili in c o n g r u e n z e n o n p o s
s o n o e sse re a c c id e n ta li. S e c o n d o a lc u n i s a r e b b e r o im p u t a b ili a u n a «re»
v is io n e e lo h is ta » d e l S a lt e r io . T u t t a v i a b is o g n a s u p p o r r e l ’ e s is te n z a di
a lm e n o d u e r a c c o lt e , u n a ja h v is t a l’ a ltr a e lo h is ta , a ltr im e n ti n o n si c o m
p r e n d e r e b b e c o m e m a i la r e v is io n e e lo h is ta si lim iti a l s o lo b lo c c o 4 2
8 3 . L ’ a n n o t a z io n e di 7 2 , 2 0 ( « q u i te r m in a n o le p r e g h ie r e d i D a v i d e » ) s i
g n ific a ch e l’ e d ito r e n o n c o n o s c e v a a ltri s a lm i d i D a v id e o p p u r e c h e q u e
sta p a r t ic o la r e r a c c o lt a fin iv a in q u e l p u n to . In o g n i c a s o n o n si d e v e d i
m e n t ic a r e ch e a ltri s a lm i c a t a lo g a t i in s e g u ito (ad es. 8 6 ; 1 3 8 - 1 4 5 ) s o n o
d el p a r i a ttr ib u iti a D a v i d e . U n a ltr o e le m e n to im p o r ta n te è c o lle g a t o ai
tito li d e i S a lm i. M e n t r e il b lo c c o 9 0 - 1 5 0 è in g r a n p a r te a n o n im o , in 1
8 9 i p o e m i s o n o a ttr ib u iti a D a v i d e , A s a f , E t a n e ai fig li d i C o r e . T u t t a
q u e s ta se rie d i d a ti c o n fe r m e r e b b e c h e il S a lt e r io , c o s ì c o r n ’ è g iu n to a
n o i, c o s titu is c e u n a g r a n d e r a c c o lt a c o m p o s t a di r a c c o lte m in o r i.
Il b lo c c o 3 - 4 1 r a p p r e s e n t a e v id e n te m e n te u n a r a c c o lt a di s a lm i a t t r ib u i
ta a D a v i d e . 44 C o n J 'e c c e z io n e d eiS a i i o e 3 3 , tu tti s o n o c o n t r a s s e g n a t i
d a l n o m e d el re d i G e r u s a le m m e . In re a ltà il S a i i o (d a la m e d a tau) è
la s e c o n d a p a r te d i u n a c r o s t ic o a lfa b e t ic o c h e in iz ia c o n il S a i . 9 (d a
’a le f a kaf ) e q u e s t ’ u ltim o r ip o r t a la d iz io n e « d i D a v i d e » . P e r q u a n t o r i
g u a r d a il 3 3 , è p r o b a b ile c h e e sso a b b ia p e r s o q u e s to tito lo n e l c o r s o d el
p r o c e s s o di re d a z io n e o d i r a c c o lt a , p o ic h é il tito lo c o m p a r e n e lla v e r
s io n e g r e c a . Si è g ià p a r la t o d e lla « r a c c o lt a e lo h is ta » (S a i 4 2 - 8 3 ) . Il b l o c
c o 8 4 - 8 9 , a t t r ib u it o (c o n l'e c c e z io n e d e ll’ 8 6) a d iv e r s i c a n t o r i d el t e m
p io , c h e n o n c o m p a io n o p iù in s e g u ito , c o s tit u is c e u n ’ a lt r a r a c c o lt a . L a
d o s s o lo g ia fin a le d i 8 9 , 5 2 , s e g n o d e lla fin e d i u n a r a c c o l t a , d o v r e b b e
in d ic a r e c h e a n c h e q u e s to p ic c o lo g r u p p o fa p a r te d el c o m p le s s o 4 2 - 8 3
E s s e n d o sta ti a g g iu n ti p iù ta r d i, n o n s a r e b b e r o s ta ti s o t t o p o s t i a lla « r e
v is io n e elohista»». A l l ’ in te r n o d e l g r a n d e g r u p p o 9 0 - 1 5 0 , fo r s e la p a r te
p iù d is o r g a n ic a d e ll’ in te r o S a lt e r io , si p o s s o n o in d iv id u a r e q u a t t r o p ic
c o le r a c c o lt e : 9 0 - 1 0 4 , in c u i s o n o r a c c o lti q u a s i tu tti i s a lm i d ’ in tr o n iz
z a z io n e e te r m in e r e b b e c o n i s a lm i 1 0 5 - 1 0 7 , del t ip o h ò d u « r e n d e te g r a
z ie » ; 1 0 8 - 1 1 0 (« d i D a v i d e » ) , c o n u n a se rie c o n c lu s iv a di s a lm i in « a lle
lu ia » (c h e p r o b a b ilm e n t e fa n n o p a rte di u n ’ a lt r a r a c c o lt a ) ; 1 2 0 - 1 3 4 , c a n
ti d i p e lle g r in a g g io o s a lm i d e lle s a lite , c h e te r m in e r e b b e c o n un s a lm o
in « a lle lu ia » e a ltr o d el t ip o « r e n d e te g r a z i e » ; in fin e 1 3 8 - 1 4 5 (« d i D a
v i d e » ) , g r u p p o c h e si c o n c lu d e r e b b e c o n i s a lm i in « a lle lu ia » 1 4 6 - 1 5 0 ,
T u t t i q u e s ti g r a n d i b lo c c h i s o n o , a lo r o v o l t a , p r o b a b ilm e n t e c o m p o s t i
d i r a c c o lt e m in o r i.
4 4 . C o n i loro inviti a osservare la torà e a credere nel messia i salmi i e 2 rivelano l’ intento di
costituire una sorta di prologo all’ intero Salterio. La loro collocazione risale, probabilm ente,
all’ ultimo raccoglitore.
c) E v o lu z io n e d e l Salterio
4 5 . N o n si può negare, alPinrerno di questa prim a collezione «david ica», la presen7a di sotto
gruppi minori (3 5; i S - z x ; 2 6 -2 8 ; 3 8 - 4 1 ) .
4 6 . Per tutto quanto riguarda la formazione e l’edizione del Salterio cfr. G .H . W ilson, T h e E d i t
in g o f H e b r e w P salter, C h ico , C ai. 1 9 8 5 . Si veda inoltre Idem, T h e U se o f R o y a l P sa ltn s a t thè
« s e a m s » o f t h e H e b r e w P sa lter: J S O T 3 5 (19 8 6 ) 8 3 -9 4 .
248 n l i b r o d e i S a lir t i: a s p e t t i l e t t e r a r i
n u ò a d a c c r e s c e r s i d a lT in tz io a lla fine e i g r u p p i d i s a lm i c o n la n u m e
r a z io n e p iù b a s s a s o n o i p iù a n tic h i, si p o t r à o s s e r v a r e l’ e v o lu z io n e d e l
l'in t e n t o fo n d a m e n ta le c h e i v a r i r e d a tto r i e c o m p ila to r i h a n n o im p r e s
so al S a lt e r io . È p r o b a b ile c h e le « r a c c o lt e d a v id ic h e » , n e lle q u a li s o n o
fr e q u e n ti i p o e m i in p r im a p e rs o n a s in g o la r e e p r e s e n ta n o u n n u m e r o
r e la tiv a m e n te a m p io d i c ir c o s t a n z e d e lla v it a d i D a v id e , fo s s e r o d ire tte
a lla c o lt iv a z io n e in d iv id u a le d e lla fe d e in J a h v é e a v e s s e r o u n a fu n z io n e
p iù d id a s c a lic a c h e lit u r g ic a . C o s ì s 'im p o s e l’e r e d ità t e o lo g ic a e c u ltu a le
d e lla tr a d iz io n e di S io n , c it t à di D a v i d e , c h e c h ie d e v a a l s in g o lo di c o l t i
v a r e la fe d e p r e e s ilic a n e lla s a lv e z z a e m a n a ta d a S io n . L a p r o s p e t t iv a
c a m b i o c o n l ’ in c lu s io n e d i m o d e lli « c o r a li» e litu rg ic i p r o v e n ie n t i d a i
c ir c o li d i c a n t o r i e le v iti; il S a lte r io a c q u is t ò u n n u o v o p r o filo , d iv e n e n
d o un lib r o di p r e g h ie r e e d i c a n ti p iù c h e d i d e v o z io n e .47 L ’ in c lu s io n e
dei s a lm i i e 1 1 9 c o m p o r t a v a n u o v i a c c e n ti. L a n u o v a r a c c o l t a t r a s c u
r a v a l’ in te re sse litu r g ic o e a f f r o n t a v a il S a lte r io c o m e d o c u m e n t o d e lla
r iv e la z io n e d iv in a : un m a n u a le c h e fo r n iv a is tru z io n i in o r d in e a lla s a l
v e z z a . Se il q u a d r o q u i d e lin e a to n o n è se n z a fo n d a m e n to , p r o b a b il m e n
te e s s o c o m in c ia v a a e sse re c o n s id e r a t o « s a c r a S c r it t u r a » . C o n P in c o r -
p o r a z io n e d e lle u ltim e a d d iz io n i ( 1 2 0 - 1 5 0 ) , p e r lo p iù di c a r a t t e r e in n i-
c o , r ip r e n d o n o fo r z a g li in te re s si litu r g ic i. A q u e s t ’ e p o c a r is a lg o n o v e r i-
s jm i l m e n te le in d ic a z io n i m u s ic a li d e lle in te s ta z io n i d i a lc u n i s a lm i, a tte
a fa c ilit a r n e l’ e s e c u z io n e n e lla p r a t ic a del c u lt o .
A m a n o a m a n o a n d a v a im p o n e n d o s i n e lP u s o d e lta s i n a g o g a , U S a lt e
rio p re s e a e sse re s u d d iv is o in c in q u e lib ri ( T - 4 1 ; 4 2 - 7 2 ; 7 3 - 8 9 ; 9 0 - 1 0 6 ;
1 0 7 - 1 5 0 ) , 484
9 c o n c lu s i d a a ltr e tta n te d o s s o lo g ie .4* L a r a g io n e di q u e s ta
s u d d iv is io n e q u in a r ia n o n è m o lt o c h ia r a , a n c h e se è s ta to a v a n z a t o il
s o s p e t t o d i u n a c e rta a r b it r a r ie t à n e lla d is p o s iz io n e , p e rc h é il m o d e llo di
c u i c i si s e r v ì fu r o n o p r o b a b ilm e n t e i c in q u e lib ri d e lla t o r à . D i f a t t a ,
u n a s im ile s u d d iv is io n e n o n c o r r is p o n d e a in te re s si d i c a r a t t e r e le t t e r a
rio , c o m e p o tr e b b e e s s e r e la d is p o s iz io n e p e r tip i o g e n e r i, g ia c c h e q u e
sti u ltim i s o n o d is s e m in a ti lu n g o tu tu i s u d d e tti c in q u e lib ri.
4 7 . T u ttavia è d u b b'o che queste caratteristiche abbiano avuto qualche crisma «ufficiale» in
età in ter testa menta ria; cfr. N . Fiiglister, D ie V e r tv e n d u n g u n d d a s V e rs tà n d m s d e r P s a lm e n
u n d d es Psalters u m d ie Z e it e n io e n d e , in J . Schreiner (ed.), B e itrà g e z u r P s a lm e n fo r s c h u n g ,
W urzb u rg 1 9 8 8 , 3 5 0 . ■
4 8 . Sulle suddivisioni del Salterio cfr. G .H . W ilson, E u ìd e n c e o f F d i t o r i a l D w i s i o n s in th è H e b -
r e w P sa lter: V T 3 4 ( 1 9 8 4 ) 3 3 7 - 3
49. Q uesto impiego liturgico contribuirebbe a spiegare il numero di 1 5 0 , ricordando ie 1 5 3 se
zioni in cui la torà era suddivisa. N o n sorprenderebbe che ciascuna della suddette sezioni ter
minasse con il canto di un salm o. Tuttavia alcuni ritengono che l’ articolazione attuale del Sal
terio in 1 5 0 unità non ha probabilm ente niente a che fare con i s ed a rm i o sezioni liturgiche
della torà e che, per quanto i salmi potessero essere letti in un ciclo triennale, ciò non im pli
cherebbe necessariamente che il Salterio fosse organizzato su questa base; cfr. G .H . W ilson,
T h e E d it in g o f thè H e b r e w P s a h e r t 1 0 3 .
6 . D a ta z io n e d e l S a lterio 50
P r e f e r ia m o p a r la r e di d a ta z io n e d el S a lt e r io , a n z ic h é d i s a lm i in d iv id u a
li, p o ic h é d i q u e s ti n o n è p o s s ib ile c o n o s c e r e n e p p u re la d a ta a p p r o s s i
m a t i v a di c o m p o s iz io n e . G li s fo r z i in q u e s ta d ir e z io n e si s o n o r iv e la t i
in fr u ttu o s i. M e n t r e a lc u n i r it e n g o n o c h e la m a g g io r p a r t e dei s a lm i sia
s t a t a c o m p o s t a n el p e r io d o d ei M a c c a b e i / 1 M o w i n c k e l e la « s c u o la m i
t o e r itu a le » p e n s a n o a lla m o n a r c h ia c o m e e p o c a a u r e a dei s a lm i.51 T u t
t a v ia n e s s u n o d e i p r in c ip i m e t o d o lo g ic i p re si in c o n s id e r a z io n e (e v e n ti
s to r ic i r is c o n t r a b ili n ei S a lm i, p r e s u n te in d ic a z io n i litu r g ic h e , u so d i f o r
m e le tte r a r ie a r c a ic h e , a n a lisi lin g u is tic h e ) h a c o n d o t t o s in o r a a r is u lta ti
n e tta m e n te c o n v in c e n ti. S e si rie s c e a d im o s tr a r e ch e u n c e r to s a lm o r i
flette u n a s itu a z io n e s t o r ic a d e t e r m i n a t a / 3 si p o t r à t u t t ’ a l p iù d e d u r n e
d i t r o v a r s i d i fr o n t e a l su o te r m in e te m p o r a le a q u o . S a r e b b e p a r im e n t i
in c o e r e n te d a l p u n to di v is t a m e t o d o lo g ic o a ffid a r s i a l l'a n a lis i di a r c a i
s m i fo r m a li o d i e le m e n ti lin g u is tic i p e r p r o c e d e r e a lla d a t a z io n e d i u n
s a l m o / 4 d a l m o m e n t o c h e la p o e s ia r e lig io s a sia is r a e lita sia m e d io - o r ie n
ta le è c a r a t t e r iz z a t a , t r a l ’ a ltr o , d a lla te n d e n z a a im ita r e m o d e lli p r e c e
d e n ti e d a l l ’ u s o di u n le ss ic o a r c a iz z a n t e .55 D ’ a ltra p a r t e , c o m e si v e d r à
al m o m e n t o o p p o r t u n o , i s a lm i s o n o s ta ti s o tt o p o s t i a un c o m p lic a t o
p r o c e s s o di s v i l u p p o 56 e a d a t t a m e n t o .57
N o n v i è d u b b io c h e , p r im a di D a v i d e , in Is ra e le si c o l t i v a v a - n o n si
s a su q u a le s c a la - la p o e s ìa r e lig io s a . L o c o n f e r m a n o e s e m p i d e c is a m e n
te a n tic h i c o m e E s . 1 5 , 1 - 1 8 e G ìu d . 5 . D ’ a ltr o c a n t o se la m a g g i o r p a r t e
dei s a lm i s o n o , a lm e n o in o r ig in e , p o e m i c u lt u a li, a lc u n i m o d e lli p o t r e b
IH . LA P O E SIA E B R A IC A E IL S A L T E R IO 61
Bibliografia: L. Alonso Schòkel, Estudios de poètica hebrcay Bai'ce Iona 1963, spec.
195-230; Idem, Manuale di poetica ebraica, Brescia 1985; R. Galdòs, La estrófi-
ca de los salmos y su uttltdad en la critica textual y eh la exégesis: EstBib 5 (1946)
z i 5-230; P. Drijvers, Les Psaumes. Genres litteraìres et thèmes doctrinaux, Paris
1958, 33-41; H. Gunkel, Introducción a los salmos, Valencia 1983, 433-450;
H.-J. Kraus, Psalmen t, Neukirchen/Vluyn ^1972, xxx-xxxvn.
58 . Probabilm ente i salmi 90 ; 1 2 9 e altri che, come questi, implicano uno stato perm anente di
dolore e rispecchiano la necessità di un’ immediata restaurazione,
5 9 . A l riguardo è evidente il rapporto tra i salmi 1 8 e 1 4 4 , o tra 1 1 5 e 13 5, cosi come l ’ identità dei
salmi 7 0 e 4 0 , 1 4 - 1 8 e la com posizione del salm o 10 8 a partire da 5 7 , 8 - 1 2 e 0 0 ,7 - 1 4 . C fr. P .D .
M iller, In te rp re U n g thè P sa lm s, 1 2 .
60. Q uesto aspetto della reinterpretazione è riscontrabile nella trasform azione di poemi preesi
lici individuali in salmi com unitari, avvenuta durante il periodo esilico o postesilico, processo
net quale l'" ìo » individuale originario si è trasform ato n elP rio * della com unità israelitica. Le
diverse circostanze storiche produssero un nuovo significato di questi poemi. In proposito cfr.
J, Begrich, Isra e l d e n te i sem e P s a lm e n . U r fo n n u n d N e u in te r p r c ta tio n in d e n Psalm en^ Stutt
gart ^ 9 6 7 , 2 4 - 3 $ .
6 1 . Sulla progressiva influenza della tradizione sapienziale e della torà nella form azione del Salte
rio cfr. N . Fiiglister, a r t. cit., 3 5 4 - 3 6 5 . Sulla torà e i salmi in particolare si veda B . De Finto,
T h e T o r a h a m i thè P sa lm s: J B L 8 6 ( 1 9 6 7 ) 1 5 4 - 1 .7 4 ; J. Reindl, W c ish e itìic k e B e a r b e itu n g v o n
P sa lm e n : V T S 3 2 ( 1 9 8 1 ) 3 3 3 - 3 5 6 .
6 z. SulPargom ento si veda H . G unkel, In t r o d u c c ió n , 4 3 1 - 4 5 0 ; L . A lon so Schòkelj P o e sie h é -
b r a iq u e , in D B S v ili, Paris 1 9 6 7 , 4 7 - 9 0 ; E . Lipinski, art. c i t , 1 5 8 - 1 6 6 . C fr. inoltre L. Jacquet,
L e s P s a u m e s et le c o e u r d e P h o m m e I, 1 0 4 - 1 1 8 ; J,H . Eaton , T h e Psaln iS c o m e a liv e , Lo n d on -
O x fo rd 1 9 8 4 , i r - 4 2 .
i. L a p o esia de IL A n tico T estam en to
Il S a lt e r io è u n a r a c c o lt a di p o e m i r e lig io s i; l'e s p e r ie n z a è s ta ta p la s m a t a
in te rm in i p o e tic i. N o n si tr a tta d i u n fe n o m e n o is o la t o n e lla B ib b ia
q u a n d o si p e n si c h e c ir c a u n te r z o d e l l 'A n t i c o T e s t a m e n t o è s c r it t o in
fo r m a p o e tic a . S e i s a lm is ti a d o t t a r o n o q u e s ta fo r m a d i e s p r e s s io n e n o n
lo fe c e r o p e r s e m p lic e c a p r ic c io o p e r s v a g o , m a p e r c h é in d iv id u a r o n o
n e lla p o e s ia il v e ic o l o e s p r e s s iv o r e lig io s o p e r e c c e lle n z a . N e l V i c i n o
O r ie n t e a n t ic o , d 'a l t r a p a r te , la fo r m a p o e tic a n o n e ra p r a t ic a t a p e r m e
re v e lle ità e s te tic h e ; c o s tit u iv a u n a v e r a e p r o p r ia f o r m a d i c o n o s c e n z a / 3
S e i s a lm i c e r c a n o di fo r m u la r e e s v e la r e i s e g re ti d e ll’ e s p e r ie n z a d e U ’ u o -
m o d i fr o n te a D i o , la p o e s ia n o n è, s e m p lic e m e n te , u n a g r a d it a o s p it e ,
m a il m e z z o p iù a d a t t o p er e s p r im e r la e t r a s m e t t e r l a / 4 e p e r c iò la v ia n a
tu ra le di a c c e s s o a l l’ in t e r p r e t a z io n e / *
L a p o e s ia d e l l 'A n t i c o T e s t a m e n t o è d iv e r s a d a q u a ls ia s i tip o d i p o e s ia
e u r o p e a . L a r im a è v ir tu a lm e n te in e siste n te . Il r itm o n o n è s c a n d it o d a
p ie d i s illa b ic i, m a d a u n o s t r a n o s is te m a to n a le . A p a r t ir e d a g li s tu d i di
L o w t h , fi< si p u ò d ire c h e l’ e le m e n to fo r m a le fo n d a m e n t a le d e lla p o e s ia
e b r a ic a è c o s t it u it o dal p a r a lle lis m o tra v e rse tti o tra e m is tic h i (paralle-
lism us m e m b ro ru m ), c o n o s c iu to a n c h e c o m e p a r a lle lis m o s e m a n tic o p e r
c h é fo n d a t o su c o r r is p o n d e n z e di c o n te n u ti p iu c h e d i fo r m e .'1 N o n o
s ta n te l ’ a p p a r e n t e o v v ie t à di q u e s to d a t o , s e m b r a c h e n e ll’ a n tic h ità n o n
se n e fo s s e c o n s a p e v o li. S e n z a d u b b io a lc u n i fr a m m e n ti d el c a n t ic o d i
M o sè {D eu L 32.) e a lc u n i s a lm i r in v e n u ti a Q u m r a n c o n s e r v a n o u n a c o
s tr u z io n e s t ic o m e t r ic a , m a q u e sta p r a t ic a fu e c c e z io n a le a n c h e a Q u m
r a n / 8 1 m a s o r e ti, c h e s e m b r a r o n o c o n s a p e v o li d e lla s t r u t t u r a p o e t ic a d ei
s a lm i, dei P r o v e r b i e di G i o b b e , ig n o r a r o n o c o m p le t a m e n t e q u e lla d e lla
le tte r a tu r a p r o fe t ic a . M a l g r a d o la v ig o r o s a tr a d iz io n e d e lla p o e s ia c l a s
s i c a , le t r a d u z io n i g re c a e la tin a n o n o ffr ir o n o u n a r ip r o d u z io n e s t i c o
m e tr ic a d e lla p o e s ia e b r a ic a . A lt r e t t a n t o p u ò d irsi d e lle v e r s io n i s ir ia c a
2. P a ra llelism o d i m e m b r i 7 0
Il m e t o d o di la v o r o del p o e ta e b r e o c o n s ìs te n e l c o n f r o n t a r e in fo r m a
p a r a lle la e s u c c e s s iv a p e n s ie r o a p e n s ie ro e fr a s e a fr a s e . S e il p a r a lle li
s m o si s v ilu p p a tra e m is tic h i d i u n o s te s s o v e r s o , si d e fin isc e in te r n o ; se
si s v ilu p p a tra v e r s i, e s te r n o . Il p e n s ie r o p u ò e sse re r ip e tu t o , c o n t r a s t a t o
o p r o lu n g a to , d a n d o c o s i o r ig in e r is p e ttiv a m e n te a i p a r a lle lis m i s in o
n im ic o , a n t o n im ic o e s in t e tic o o fo r m a le . 1
a) P a ra llelism o in tern o
69. Tra gli studi più recenti sono da ricordare L. Alonso Schokel, Estudios de poètica hebrea,
Barcelona 19 6 3 ; W .R. Wattcrs, Formula Critidsm and thè Voetry ofthe Old Testament (BZA W
1 38), Berlin - N ew York 19 7 6 ; S.A, Geller, Parallelism in Early Hebrew Poetryt Ann Arbor
19 7 9 ; M . O ’Connor, Hebrew Verse Structure, Winona Lake 19 8 0 ; J Krasovec, Antitbetìc
Structure in Bihìical Hebrew Paetry {V~t S xxxv), Leiden 19 8 4 , spec. 38-75; A. Berlin, The Dy
namics of Biblica! Parallelùm, Bloomington 19 8 5; R, Alter, The Art o f Biblica! Voetry, N ew
York 19 8 5 , 1 1 1 - 1 3 6 ; W .G.E. Watson, Classica! Hebrew Poetry,, Sheffield 19 8 6 ; E.R, Follis
(ed. ), Direction* in Hebrew Bìblica! Poetry, Sheffield 19 8 7. Per una comparazione con la poe
sia ugaritica efr, E. Zurro, Procedìmientos ìterativos en la poesia ugarhica y hebrea (BjbOr 43),
Roma 19 8 7 ; D. Pardee, Ugaritte and Hebrew Poettc Parallelìsm (VTS x x x ix ), Leiden 1988.
7 0 . Sui salmi in particolare cfr. N .H . Ridderbos, D ie P s a lm e n , B erlin-N ew Y ork 1972., n - 1 5 .
7 1 . Sui rapporti tra il parallelismo e il verso ebraico si veda E. Podechard, N o t e s s u r les P sa u -
m es: RB 1 5 (19 18 ) 19 7 -3 3 5 .
Non litiga in eterno |
non serba rancore per sempre ||
Non ci tratta secondo i nostri peccati |
non ci ripaga secondo le nostre colpe || (Sai 103,9-10).
L it ig a r e = s e r b a r e r a n c o r e ; in e te r n o = p e r s e m p r e ; t r a t ta r e = r ip a g a r e ;
p e c c a t o = c o lp a . N e i d u e e se m p i c it a t i il p a r a lle lis m o in te rn o s in o n im ic o
è c o m p le t o ; la c o r r is p o n d e n z a tr a e m is tic h i è q u a s i p e r fe tta . M a in g e
n e ra le il p a r a lle lis m o n o n è s e m p r e c o s ì c h ia r o . Il p o e t a , a m a n te d e lla
v a r ie t à c o n s e n tita d a q u e s to t ip o di p o e s ia , t a lv o lt a d e r o g a al p a r a l le li
s m o s tr e tta m e n te in te so :
Ho invocato il Signore |
e sono salvo dai miei nemici || (Sai. 18,4).
Sei terribile; chi può resistere |
di fronte alla veemenza della tua ira? [| (Sai 76,8).
Com’è bello e piacevole |
che i fratelli vivano uniti! || (Sai 13 3 ,1 ).
S i è t a lv o lt a o s s e r v a t o c h e il c o s id d e tt o p a r a lle lis m o s in t e tic o o fo r m a le
n o n è u n v e r o e p r o p r io p a r a lle lis m o p o ic h é m a n c a t a n to d i c o r r i s p o n
d e n z e le ss ic a li q u a n t o di r ip e tiz io n i s ig n ific a tiv e c a r a t t e r is t ic h e di q u e s ta
72.. M o lto raro nei salm i, e molto frequente nella letteratura sapienziale.
2.54 U libro dei Salmi: aspetti letterari
fo r m a p o e t ic a . T u t t a v i a ta le d e fin iz io n e p u ò e sse re m a n te n u ta p e r c h é i
d u e e m is tic h i d el v e r s e t to t e n d o n o a esse re q u a n t it a t iv a m e n t e e q u ilib r a t i
e s e p a r a t i d a g li s u c h i p r e c e d e n te e s u c c e s s iv o p er q u a n to a ttie n e al c o n
te n u to e a lla sin ta ssi- D i f a t t o v i è un p a r a lle lis m o di f o r m a , a n c h e se
n o n si p u ò p a r la r e eli p a r a lle lis m o di p e n s ie ro .
b) P a ra llelism o estern o
S e b b e n e n o n c o s ì d e g n i di n o ta c o m e q u e lli e s p o s ti in p r e c e d e n z a , q u e s ti
a s p e tti c o s t it u is c o n o in c e r ti c a s i la c h ia v e di s p ie g a z io n e d i u n v e r s o . Il
p a r a lle lis m o m o rfo lo g ic o c o m p o r t a la c o r r is p o n d e n z a e q u iv a le n te o c o n
t r a p p o s t a tra a lc u n i s in g o li e le m e n ti d egli e m istic h i.
Il r a p p o r t o si p u ò s ta b ilir e tra p a r o le a p p a r te n e n ti a d iv e r s e c a t e g o r ie
g r a m m a t ic a li. In o ltr e p u ò in te r c o r r e r e tra n o m e p r o p r io e p r o n o m e ,
b) P a ra llelism o sintattico
P u ò a v e r s i tra u n s o s t a n t iv o e un v e r b o , tra un e le m e n to p o s it iv o e u n o
n e g a t iv o , o p p u r e tra i m o d i g r a m m a t ic a li:
4. P ro ced im en ti sottori
S e b b e n e , c o m e si è o s s e r v a t o , a lla p o e s ia e b r a ic a m a n c h i v ir tu a lm e n te
o g n i t ip o di r im a , la su a in te n sità s o n o r a e d im m a g in i è cale c h e n o n si
a v v e r t e q u e s to s u p p o s t o d ife t to . Il p o e ta e b r e o p o s s e d e v a u n u d it o fin is
s im o n e lP a p p r e z z a r e la s t r u t t u r a d elle p a r o le , s a p e v a c o m e u tiliz z a r le
p e r p r o d u r r e e ffe tti b r illa n ti. I v ir tu o s is m i r a g g iu n ti c o n l’ o r d it o s o n o r o
d e lle p a r o le d a n n o u n 'im p r e s s io n e p iù g r a d e v o le c h e se q u e s te u ltim e
fo s s e r o v in c o la te alla r e g o la r it à d e lla rim a .
a) A llitterazio n e
C o n q u e s t o te rm in e si d e fin isc e la c o n s o n a n z a fo n ic a a l l’ in iz io d i p a r o le
o di s illa b e ,74 C o s ì la tr a d u z io n e ita lia n a
7 4 . In senso lato si può parlare anche di «allitterazioni non iniziali»; al riguardo cfr. L . A lonso
Schokel, E s t u d ìo s de p o e tica b e b r e a , Barcelona 1 9 6 3 , 89 s.
v 1 ul « -£ Av . l - >
sa alu s Ioni / fusàlatm
•• v i - ^
jislau...
L o s te s s o si p u ò d ire di
J >V v — f w - * v*
axssanta oassemcn ro u
Hai unto con olio il mio capo (Sai. 23,5).
b) A ssonanza
S i p a r la di a s s o n a n z a q u a n d o si o s s e r v a u n a c o r r is p o n d e n z a di s u o n i t r a
le v o c a li a c c e n ta te . U n c a s o p a r t ic o la r m e n t e n o to si d à in p r e s e n z a d i s u f
fissi p r o n o m in a li o d i v e rb i:
c) P aron o m a sia
I p o e ti e b re i m o s t r a n o u n a c e r ta p r e d ile z io n e p e r i g io c h i di p a r o le :
Hmàròt jh w h }amàrai fh ^ ro t
Le parole del Signore sono parole pure (Sai, 12,7);
jhwh 'ori... m im m i'irà’
fi Signore è la mia luce... di chi avrò timore? (SaL 27,1);
rabbót rà'ót saddiq ...
Per quanti mali soffra il giusto... (SaL 34,20).
L e p a r o n o m a s ie d i A m . 8 , 1 e Is. 5 , 7 s o n o fa m o s e :
wà'ornar k elùb qàjis w ajjò'm er jhwh ’ èia/ b à 1 haqqcs , «Risposi: Un canestro di
frutta matura. iMi rispose il Signore: È giunta la fine».
S i n o ti c o m e A m o s g io c a c o n i te rm in i q a jisjq é s , fr u tta m a t u r a / fine.
waj qaw rm ispàt w* hinnéh mispàh
Si attendeva il diritto, ed ecco: omicidi;75
d) Onomatopea
5. Poesia e Salmi
76. Per il contesto generale di questa domanda cfr. R. Alter, T h e A r t o f B ib lic a l P o e t r y , New
York 1985, 1 1 1 - 1 1 3 .
77. Sulle principali figure stilistiche del Salterio si veda N.H. Ridderbos, D ie Psalmen , 19-62 ..
Léo II libro dei Salmi: aspetti letterari
Generi letterari
del Salterio
2. La ricerca posteriore .
4. Cfr, sopra nutro i contributi originali di H.-J. Kraus, Psalmen i, x x x i x -x l i , secondo j ] quale
Gunkel merita almeno tre osservazioni critiche. In primo luogo, nei salmi regali, ad es-, non ap
paiono quelle forme letterarie comuni {gemeinsame Formensprache) indispensabili per costitui
re un genere; in tal caso occorrerà ricorrere anche allo studio del contenuto. In secondo luogo
il tipo «lamentazione individuale», cui Gunkel ascrive numerosi salmi, non sembra pertinente
né in quanto «lamentazione» né come «individuale». In terzo luogo le ricerche più recenti
sulle liturgie israelitiche mettono in discussione la ricerca gunkeliana del «contesto vitale».
5. Cfr., ad esempio, sull'azione di grazie individuale, C. 'Westermann, Lob und Klage, 3 6 -115 ,
spec. 6 1- 11 0 ; F. Crùsemann, Studien zur Forrngescbichte von Hymnus und Danklied in Israel
(WMÀNT 3 i), Neukirchen 19 6 9 ,125-18 4 .
6. La teoria dei generi è esposta magistralmente nella Introducalo?! a los salmos, Valencia 1983.
7. Cfr. op. cìt ,, 35.
8. Prima di proseguire è opportuno un chiarimento sulla terminologia dei generi per agevolare
il lettore. Il termine italiano «inno» corrisponde a Hytnn (inglese) e Hymne (tedesco), ma non
e raro trovare anche Song o f Fraise e, rispettivamente, Lobpsalm. Per la supplica (lamentazio
ne), l’inglese ricorre a ! ameni (lamenta tion), benché talvolta s ‘incontri compia in il tedesco
Klage(psalm) è ovvio. Riguardo ai termini corrispondenti ad «azione di grazie» i! lettore non
dovrebbe avere difficoltà con l'inglese tbanksgiving e il tedesco Danklied.
9. IsraeFs Worship 1, 8 1-14 6 ; n, 1-78.
La ricerca sui generi letterari nel Salterio
m e n ta z io n e in d iv id u a le , az io n e d i g ra z ie p u b b lic a , a z io n e di g ra z ie p e r
s o n a le , b e n e d iz io n i e m a le d iz io n i, sa lm i p ro fe tic i, tipi m isti. W e ise r, tra
g li a ltri, si attien e a llo sch em a: in n i, la m e n ta z io n i, a z io n i d i g ra z ie , p o e
m i sa p ie n z ia li e d id a sc a lic i. T u tta v ia a g g iu n g e « b e n e d iz io n i e m a le d i
z io n i» , p re c isa n d o che n on c o m p a io n o n ei sa lm i c o m e « tip o » in d ip e n
d e n te , b en sì in d iffe re n ti c o n te sti e in tip i d iv e rsi di s a lm i.10 K r a u s ,11 d a l
c a n to s u o , p a rla d i c a n to d i lo d e (tehillà, mìzmòr, zintrà, sir, sirà, c h e
c o in c id e so sta n z ia lm e n te con T irino g u n k e lia n o ), la m e n ta z io n e , a z io n e
d i g ra z ie e m a n ife sta z io n e di fid u cia ( Vertrauenslied) in d iv id u a li, la m e n
ta z io n e , a zio n e di g ra z ie e m a n ife sta z io n e di fid u cia n a z io n a li, sa lm i r e
g a li, ca n ti di S io n , sa lm i sto ric i - da G u n k e l d e n o m in a ti Legende - , p o e
m i s a p ie n z ia li, litu rg ie. S e c o n d o H e m p e T * si d eve p a r la r e di sa lm i re g a
li, in n i, a z io n i di g ra z ie , la m e n ta z io n i, tip i p e d a g o g ic i (litu rg ie d ’in g re s
s o , b en ed iz io n i e m a le d iz io n i, salm i sa p ie n z ia li). A n d e r s o n 13 c a t a lo g a i
s a lm i in sa lm i d i lo d e (inni o lo d i d e sc rittiv e : lo d i in g e n e re , sa lm i del r e
g n o di J a h v é , c a n ti d i S io n ; lod i n a rra tiv e in d iv id u a li o a z io n i di g ra z ie
in d iv id u a li; lo d i n a rra tiv e n a z io n a li o azio n i d i g ra z ie n a z io n a li); la m e n
ta z io n i (in d iv id u a li, n a z io n a li, salm i d i fid u cia); sa lm i re g a li; tipi m in o ri
(litu rg ie d ’ in g re sso , sa lm i sa p ie n z ia li, salm i p ro fe tic i o litu rg ie ). R a v a s i M
p r o p o n e d i su d d iv id e re i sa lm i n ella fa m ig lia ù m ica (in n i a lla c re a z io n e ,
in n i a S io n , in n i a lla re g a lità di ja h v é ) , n e lla fa m ig lia d e lle su p p lic h e (su p
p lic h e p e rso n a li e su p p lic h e c o m u n ita rie ), n e lla fa m ig lia d e lla fid u c ia e
d e lla g ra titu d in e (sa lm i d i fid u c ia , sa lm i di az io n e di g ra z ie ), n ella fa m i
g lia d ei sa lm i re g a li, n ella fa m ip lia litu rg ic a (salm i d ’ in g re sso , s a lm i-re
q u is it o r ia ,15 sa lm i d i p e lle g rin a g g io ), n ella fa m ig lia s a p ie n z ia le (salm i s a
p ie n z ia li, sa lm i a lfa b e tic i) e n ella fa m ig lia s to ric a . S a b o u r in ,16 in fin e, fa
rife rim e n to a sa lm i d i lod e (inni p ro p ria m e n te d etti, sa lm i d e lla re g a lità
d ì Ja h v é , c a n tic i d i S io n ), sa lm i di s u p p lic a , di fid u cia e d i az io n e d i g r a
z ie in d iv id u a le (su p p lic a o la m e n ta z io n e , sa lm i d i fid u c ia , sa lm i di a z io
n e di g ra z ie ), sa lm i d i su p p lic a , d i fid u c ia e di azio n e d i g ra z ie c o lle ttiv i
(sa lm i d i s u p p lic a , sa lm i di fid u cia, s a lm i d i a z io n e d i g ra z ie ), sa lm i r e
g a li, sa lm i d id a sc a lic i (salm i s a p ie n z ia li, sa lm i sto ric i, e s o rta z io n i p r o fe
tich e), litu rg ie (in p a rtic o la re i salm i d ’ in g re sso ).17
18. Introduceteti, i n .
19. Cfr. sotto, cap. XI, n. zo. Cfr. C. Westermann, Lob und Klagey 1 1 6,
z i. La lode dichiarativa esprime Ja consapevolezza dell’orante che la sua richiesta è stata
ascoltata da Dio. Cfr. C. Westermann, Lob und Klage, 7 6.
zz. La lode descrittiva è caratterizzata, tra l’altro, dall’ invito alla lode espresso all’imperativo.
Cfr. op. citt1 87; si veda inoltre C, Westermann, Der Psalter, Stuttgart *15)80, 43-77.
L a ric e rc a su i g e n e ri letterari nel Salterio 2 ,6 5
c o n tr a r io , d i a p p ro p ria z io n e « c o rtig ia n a » .
L a p ietà è se m p re stata v issu ta in m o d o p iù in ten so e d ra m m a tic o tr a
g li s tra ti p o p o la r i che tra g li a m m in is tra to ri d e lla c o sa p u b b lic a . P er q u e
sta ra g io n e n o i p ro p e n d ia m o p e r c a ta lo g a r e le la m e n ta z io n i e le a z io n i
d i g ra z ie in c u i c o m p a re la fig u ra del re tra le c o rrisp o n d e n ti c a te g o rie
« p o p o la r i» . R ig u a r d o ai c o sid d e tti « g e n e ri m in o ri» o « m e sc o la n z e d i g e
n e r i» ,15 b iso g n e re b b e su p e ra re il p re g iu d iz io ro m a n tic o di G u n k e l ch e a s
su m e p e r b u o n a l ’eq u a z io n e « tip o sen za m e sc o la n z e = tip o a n tic o » , r e
sp in g e n d o la p o s sib ilità che un p o e ta del se c o n d o te m p io a b b ia p o tu to b e
n issim o im ita re un «tip o p u ro » . In q u e sto sen so p ro p e n d ia m o p e r c la s s i
ficare i « can ti d i v itto ria » e ì « ca n ti d i p e lle g rin a g g io » c o m e v a r ia n ti d el-
P in n o , p e rch é q u e sta è la lo ro to n a lità d i f o n d o / 6 D i c o n se g u e n z a p ro -
23. La scuola dei «cerimonialisti» d’ ispirazione mowinckeliana è ben rappresentata da H. Bir-
keìand, T h e E v i l d o e r s i n th è B o o k o f P s a l m s , Oslo 195 5, che identifica i «nemici» di cui sì parla
nei salmi coi «gentili» e, di conseguenza, l’ «io» del salmo con la figura del re. Si vedano, in
particolare, pp. 9 - 1 6 . Su questa linea interpretativa si colloca anche l’ opera di J.H . Eaton, K i n g -
s b i p a n d t h è P s a lm s , Sheffield 1986, spec. 13 5-197; sebbene concordi sostanzialmente con
quest’ultimo, cfr. le postille alle sue conclusioni in S J.L . Croft, T h e I d e n t i t y o f t h è I n d i v i d u a i
in t h è P s a l m s , Sheffield 1987, 73-132.
24. Anche se è possibile che le cose siano andate effettivamente così nel caso concreto di qual
che salmo, quest’ ipotesi di lavoro non può assurgere al rango di categoria interpretativa ed es
sere applicata a tutti i salmi m prima persona singolare.
25. La definizione risale a H. Gunkel, I n t r o d u c d o # , 309-342. 413-429, ma non è felice. Se un
poema, dal punto di vista letterario, presenta i tratti specifici di un determinato genere, l’ag
gettivo «minore» è superfluo. Se invece Gunkel intende riferirsi a «formule» di tradizione cul
tuale o profetica inserite in un certo salmo, allora il termine «genere» è inadeguato.
26. Classificare, ad es., il S a i 24 sotto l’epigrafe «liturgie» (in questo caso «liturgie d’ingresso» o
«torà d’ ingresso», sulla base dei vv. 3-10), significa trascurare che i vv. 1-2 conferiscono al sai-
2 66 Generi letterari del Salterio
i . Suppliche 18
rao un tono chiaramente innico. In termini analoghi il «modo fondamentale» - per usare la
terminologia di Westerma nn - dei canti di vittoria e dei canti di pellegrinaggio è la lode.
27. Per il contenuto dell’esposizione seguo da presso (per la sua sensibilità pedagogica e l’in-
tenco di semplificazione) E.S. Gerstenberger, Psalms, in J.FL Hayes (ed.), Old Testament Form
Criticism, San Antonio 157 7 , 179 -223; Idem, Psalms 1 (FO TLxiv), Grand Rapids 1988, 9-21.
28. Oltre alle introduzioni dei grandi commenti, cfr. E.S. Gerstenberger, Der biitende Mensch,
Neukirchen 1980, 113 -16 0 ; L. Monloubou, La prière selon les Psalmisies: EsprVte 92 (1982)
385-398, continuato in 449-460; P.D. Miller jr,, Interpreting thè Psalms, 48-63; G. Ravasi, /
canti d'Israele, Bologna 19 8 6 , 40-86; H.G. Reventlow, Gebet im Alteri Testament, Stuttgart
1986, 163-207; W.H. Bellinger jr., Psalms, Peabody, Mass. 1990, 44-73; J. Day, Psalms, 19
38. Su preghiere analoghe in altri strati letterari delPAntico Testamento si veda T. Veijola, Das
Klagegebet in Literatur und Leben der Exilsgeneration am Beìspiel emiger Prosatexte: VTS 36
(1985) 286-307. 29. Psalms, io s, 30. Psalmen i, x l v .
D e s c r iz io n e d e i g e n e r i le tte ra ri 26 7
a) La supplica individuale34
3 1. E.S. Gerstenberger, Psalms, 1 1 ss. li definisce compìaints. Tra gli specialisti anglofoni si va
imponendo la distinzione tra lamentation (ted. Klage) e lament (la supplica vera e propria).
Ricaviamo le argomentazioni a sostegno di questa distinzione da R.E. Murphy, The Psalms,
Job, Philadelphia 19 77, 16 -17 ; si veda inoltre B.W. Anderson, Out ofthe Depths, 75-76.
32. Un'esposizione di questa teoria si trova in J. Begrich, Das priesterliche Heiìsorakel: ZAW 52
(1934) 81-92; si veda H.-J. Kraus, Psalmen 1, xlv ss.; C. Western! a nn, Lob und Klage, 46-48;
E. Lipinski, art. cit., 60-65; E.S. Gerstenberger, Form Criticism, 201.
33. Così, ad es., H.-J. Kraus, Psalmen i, xlv -lit; E.S. Gerstenberger, Form Criticism, 198-207
(tuttavia egli li tiene distinti in Psatms, 11-16 ); L. Sabourin, op. cit, 64 -70.
34. Si veda H. Gunkel, Introducción, 19 1-2 7 5 ; S. Mowinckel, IsraeVs Worsbip 11, 1-25; E.
Lipinski, art, cit, 35-68; C. Westermann, Lob und Klage, 48-60. 139 -14 9 ; Idem, Salmi. Gene
si ed esegesi, Casale Monf. 1990, 6 7 -117 ; G. Gerleman, Der «Einzelne» der Klage- und Dank-
psalmen: VT 32 {1982) 33-49; C.C. Broyles, The Conflict ofFaitb and Experience in thè Psalms,
Sheffield 1989, 84-95. 116 -12 2 .
3 5. Sui salmi di malattia e guarigione cfr. la monografìa di K. Seybcid, Das Gebet des Kranken
im Alten Testament, Stuttgart 1973.
2É 8 Generi letterari del Salterio
2 3 ; 6 2 ; 1 3 1)-31? S i v e d a n o 1 3 , 6 ; 1 2 , 5 s . i o s . ; 3 1 , 7 - 9 ; 5 6 ,4 s .; 7 1 , 5 - 7 ; 1 4 2 , 0 .
5. L a richiesta d'aiuto riv o lta a Ja h v é c o stitu isc e l’ ele m e n to c e n tra le
d e lla s u p p lic a , in siem e a ll’ im p re c a z io n e c o n tro i n e m ic i. In re a ltà il re sto
d e lle fo rm e e dei m o tiv i del sa lm o so n o o rie n ta ti a q u e sta ric h ie s ta .39
40
Per tale ra g io n e alcu n i h an n o p r o p o s to , senza m o tiv i su ffic ie n ti, di s o s t i
tu ire la d e n o m in a z io n e « su p p lic a » (o la m en ta zio n e ) c o n q u ella di « s a l
in o d i r ic h ie s ta » .414
2 L a ric h ie sta p u ò essere fo rm u la ta tra m ite im p e r a ti
vi,"12 ch e c e rc a n o d i a c c e le ra re 1 in te rv e n to , o tra m ite lu ssiv i (p r o p o s iz io
n i al c o n g iu n tiv o in tro d o tte d a lla c o n g iu n z io n e «ch e» ). S i v e d a n o 3 ,8 ; 7 ,
7 - 1 0 ; 1 7 ,6 - 9 ; 2 6 , 1 1 ; 3 5 , 1 - 3 . 2 2 - 2 4 ; 5 1 , 9 - 1 4 ; 6 9 , 1 4 - 1 9 ; 8 6 ,2 .
6. L ’tmprecaztone contro i nemici c o stitu isc e , in siem e a ll’e le m e n to p r e
c e d e n te , del q u a le ra p p re se n ta la c o n tro p a rte n e g a tiv a , l ’ a u te n tic o n u c le o
d i q u e sto gen ere d i sa lm i. È d ifficile tr o v a re un e se m p io ch e ne sia p r i
v o .43 Si p o sso n o v e d e re 5 , 1 1 ; 3 5 ,4 - 8 .2 5 s.; 6 9 ,2 3 - 2 9 ; 1 0 9 ,6 - 2 0 .
7 . L a certezza della risposta divina s e m b ra fo n d a rsi su un p re ce d e n te
o r a c o lo fa v o r e v o le o di sa lv e z z a (cfr. 1 2 , 6 ; 3 5 , 3 ; 9 1 , 3 - 1 3 ) . S e b b e n e q u e
s ta fo rm a o r a c o la r e sia m o lto r a r a n e ll’A n tic o T e s ta m e n to , alcu n i T han
n o in d iv id u a ta nei p ro fe ti, in p a r tic o la r e nel D e u te r o -Is a ia .44 Si v e d a n o
6 ,9 s,; 3 1 , 6 ; 1 4 0 , 1 3 ;
L a sezio n e fin a le d ella su p p lic a p u ò p re se n ta re i seg u en ti elem en ti:
8. L a fid u c ia del fe d e le n e ll’ a iu to d i Ja h v é , ch e egli h a sp e rim e n ta to
n e lla c e rim o n ia c u ltu a le , si m a n ife sta , tra l’ a ltro , n ella promessa di voto
e in u n a azione di grazie a n tic ip a ta . Si v e d a n o 7 , 1 8 ; 2 2 ,2 3 - 2 7 ; 5 6 , 1 3 ; 6 9 ,
3 1 s.; 1 0 9 ,3 0 .
9 . Elementi ùmici e benedizioni p o s so n o ra p p re s e n ta re !a c o n c lu sio n e
d el sa lm o . L a fin a lità di q u esti elem en ti è p ro b a b ilm e n te d u p lic e : fa re d a
r is p o s ta a ll'in te r v e n to di ja h v é e p r o v o c a r n e T in te rv e n to . Si v e d a n o 5 , 5
7 ; 3 1 , 2 0 - 2 5 ; 5 9 ,6 a ; 6 9 ,3 3 - 3 7 .
39. So questo punto la nostra posizione sì differenzia da coloro che catalogano separatamente i
«salmi di fiducia»: L, Sabotino* opr d t., £4-67; A.À. Anderson, The Hook o f P s a l m s i, 39. G.
Ravasi, // libro dei Salmi i, 54 s. tratta i «salmi dì fiducia» insieme alle azioni di grazie.
40. Cfr. H. Gunkel, Introducati >nì 233; cfr. soprattutto E.S. Gerstenberger,Der bittende Mensck
("WMANT 51), Neukirchen 1980, 119 - 12 7 .
4 1. Così W. Beyerlin, Die Rettung derBedràngten m den Feindpsalmen der Einzehen (FRLANT
99), Gòttingcn 1970, 15 3 ss.
42. A. Àejmclaeus, The Tradittonal Prayer in thè Psalmst Berlin - New York 1986, spec. 15 -5 3
rappresenta un interessante studio formale della richiesta espressa all’imperativo.
43. Il S a i 88 è privo d’imprecazione, ma la richiesta d’aiuto è espressa indirettamente al v. xob.
44. Si veda A. Schoors, I Am Good Your Saviour (VTS 24), Leiden 19 7 3 , 33-455 cfr. il più
antico J. Begrich, Das priesterltche Heilsorakel: ZAW 52 (1934) 81-92.
270
a
Generi letterari del Salterio
56. W. Beyerlin, o p . c/f., spec. 7 5 -14 1, in cui, dopo uno studio di alcuni casi dubbi, Pautore
punta l’attenzione sui salmi 3-5; 7; 1 1 ; 17 ; 23; 26 s.; 57; 63.
2,72. Generi letterari del Salterio
b) La supplica regale
57. Cfr. E.S. Gersrenberger, Form Crìticism, 204. 58. Cfr. W Beyerlin, op . c i t 14 3-149 .
59- Op. ett,f 150 -159 . 6 0 . Cfr. E.S. Gerstenbergcr, Farm Grtiicisnt, 104 s.
6 1 . La teoria che identifica 1 nemici (al plurale) del salmista con i «gentili» che perseguitano
Israele non può essere accertata se non come «rilettura» storica (e non istituzionale) dei salmi
che ti menzionano. La sostiene H. Birkeland, Tke Evitdoers in thè Book c/Psa/ms, Oslo 19 55,
spec. 93-94t sulla scorta di F.. Balla, Das leh dtr Psalmen, Gotringen 19 12 . Questa interpretazio
ne implica, tra l’altro, mia scarsa conoscenza del linguaggio poetico e un intento di «concrezio
ne storica» che finisce per soffocare il dinamismo interno e P«apcirura» dell’opera letteraria.
6 2 . Questa conclusione risulta in parte (benché non fosse questo l’obiettivo dell'autore) dallo
studio delle formule presenti nei salmi condotto da R.C. Culley, Orat Formulate Language in
thè Bibitcal Psalms, Toronto 1967, spec. 3 2 - 1 1 1 .
63. Cfr. già H. Gunkel, Introducción , 159 -19 0 , benché ammetta che «nell’ interpretazione di
questi salmi regna non poca confusione» (p. 16 1). Inoltre L. Sabourin, op. cit., 70 s.; concor
dano con questa opinione S. Mowinckel, Israel*s Worshrp 1, 42-80, sebbene con qualche riser
va, ed E. Lipinski, art. c i t 94-102.
Descrizione dei generi letterari 2*73
c) La supplica comunitaria686
70
9
2. Azioni di grazie76
d a lle a z io n i di g ra z ie ; si v ed a q u a n to è s ta to g ià o s s e rv a to a p ro p o s ito
d elle su p p lic h e . Si tra tta d elle d u e fa c c e d e lla stessa m e d a g lia , te n u te in
sie m e d a ll’ « o ra c o lo di sa lv e z z a » . L ’ a z io n e d i g ra z ie p re su p p o n e u n a s u p
p lic a seg u ita da u n o r a c o lo fa v o r e v o le .
77. Si veda lo studio di E. Lipinslci, art. c it , 72-86; inoltre H. Gunkel, Introducción, 277-306;
S. Mowinckel, Israele Worship 11, 31-43; C. Westermann, Lob und Klage, 76-84.
78. Si veda H. Gunkel, Introducción, 279-306; cfr. E. Lipinski, art. c i t 72-86.
79. L’ invito può essere rivolto ai presenti o all1 «io» (nefes) del salmista.
80. Soprattutto in Lob und Klage, 20-28 e Der Psalter, StuttgartA1980, 43-45. 61-77.
81. Hytnnus und Danklìed. 82. C. Westermann, Lob und Klage, 116 .
83. Il termine tódà, che potrebbe essere il piu vicino (ricordiamo che in ebraico moderno si usa
appunto per ringraziare), in realtà può significare «lode», «confessione» o «riconoscimento».
276 Generi letterari del Salterio
3 , Inni 100
107. Piu raro lo iussivo plurale (del tipo «lodino», «dicano», ecc.) o il coortativo plurale («lo
diamo», «acclamiamo» ).
108. È evidente negli inni questo «elemento corale»; cfr. H. Gunkel, ì n t r o d u c c i ó n , 50.
109. Altre formule di passaggio dalPintroduzione alla parte centrale sono illustrate in H. Gun
kel, ì n t r o d u c c i ó n , 58-60.
n o . Non si tratta propriamente di una «conclusione»;cfr. L. Sabourin, L e l i v r e d e s P s a u m e s , 6 z .
i n . Alcuni (ad es. E.S. Gerstenberger, P s a l m s r 17) parlano di una prima parte dell’inno che
precederebbe i tre elementi fondamentali qui descritti: la menzione o invocazione di Jahvé (cfr.
i8 o Generi letterari del Salterio
8,2.; 65,2-3; 139 ,1). M a, pur riconoscendone l’assenza nella maggior parte degli inni, forse
non hanno colto che questa forma letteraria rappresenta un tipo particolare di inno ammirati
vo e descrittivo con tematiche diverse, in cui di solito manca la prima e la terza parte da noi
esposte: l’ invito alla lode e la richiesta di benedizioni.
1 1 2. Si veda C. Westermann, L o b u n d KJage,
1 1 3 . C fr H. Gunkei, I n t r o d u c c i ó n , 328 s.
1 1 4 . L’ antichità e la forma esemplare dei canto furono notate già da H. Gunkei, I n t r o d u c a m i ,
57, 10 3; F. Criisemann, H y m n u s u n d D a n k l i e d , 34 lo studia in un quadro più ampio.
1 1 5 . Subito prima di «sublime...» si trova la particella k t , la quale apre il ritornello della comu
nità, Qui è resa con «perché», anche se sarebbero altrettanto corrette le traduzioni «certo»,
«allora», «davvero». 1 1 6 . Su queste idee cfr, E.S. Gerstenberger, F o r m C r t t i c i s m , 210.
1 1 7 . Cfr. C. Westermann, L o b u n d K la g e , 67-69.
Descrizione dei generi letterari 281
11S. Anche nella nostra cultura odierna sopravvivono residui di liturgie popolari fossilizzate
che, pur perduto il contesto vitale originario, testimoniano come l'uomo abbia manifestato la
propria religiosità secondo la scansione dei cicli naturali: il carnevale, il calendimaggio, la not
te di San. Giovanni, le feste delTautunno, Santa Lucia, le feste natalizie, ecc.
1 1 9 . Cfr. H. Gunkel, In tr o d u c c ió n , 314-326.
z8i Generi letterari del Salterio
sto sto ric o o rig in a rio e s ia n o e n tra ti a fa r p a rte d e lla litu rg ia d elle fe s ti
v ità re lig io se u ffic ia li.
L e p ro c e ssio n i a v e v a n o un r u o lo m o lto im p o rta n te n e lP a n tic o c u lto
is ra e lita . C o m e esem p i di q u e sto so tto g e n e re si p o s so n o c ita re i sa lm i 4 8 ,
68 e 1 3 2 . L e c o sid d e tte « litu rg ie d in g re sso » o « litu rg ie d e lla to r à » , n e l
la fo r m a ric o rd a ta in Sai 1 5 e 2 4 , 3 - 1 0 , e ra n o c o lle g a te al p e lle g rin a g g io
e a lla p ro c e ssio n e . Q u e sto gen ere d i riti si sa re b b e s v o lto a l l ‘a r r iv o d e lla
p ro c e ssio n e al te m p io . L a lo ro stru ttu ra è se m p lic e : a) d ia lo g o tra ch i
g u id a la p ro c e ssio n e e i p o r tie ri del te m p io : d o m a n d a d a ll’e ste rn o (« C h i
p u ò s a lir e al m o n te del S ig n o re ? chi p u ò s ta re n el sa n to r e c in t o ? » , 3 4 , 3 ;
c fr. 1 5 , 1 ) ; ris p o sta d a ll’ in te rn o , v o lta a sta b ilire le co n d iz io n i d ’ in g re sso ,
d i n a tu ra etica (2 4 ,4 s.; 1 5 ,2 - 6 ) ; b ) ric h ie sta di a p e rtu ra d e lle p o rte del
s a n tu a rio ( 2 4 ,7 - 1 0 ) , a ffin c h é c o lo r o che a v a n z a n o la ric h ie sta a d e m p ia
n o q u este c o n d iz io n i.110
iz g .Questa formula interrogativa era indubbiamente molto antica. I numerosi santuari sparsi
sul territorio di Canaan avevano speciali ie g e s s a c r a e , una sorta di «diritti» della divinità loca
le. Alcuni crimini e ogni tipo d'impurità rituale vietavano l'accesso a essi. Col tempo quei tabù
lasciarono il posto a norme di carattere etico e il culto de] santuari finì per trasformarsi in uno
spazio d'istruzione religiosa e morale.
i t i . Quantomeno nell'espressione di fede del c o r p u s elei salmi quale abbiamo di fronte; cfr. E.
S. Gerstenberger, F o r m C r i t i c i s m i 1 1 2 .
Descrizione dei generi letterari 283
i n . Sui salmi regali in generale e sui salmi con contenuto regale in particolare si veda, benché
qui si dissenta dalla sua prospettiva, J.H. Eaton, Kingship and thè Psalms, Sheffield li986.
Cfr. inoltre S. Mowinckel, Israele Worship ì, 61-76; E. Lipinski, art. cit.9 32-35. 9 4 -10 1; J.
Day, Psalmsi 88-108.
123. Si veda il cap, xi sulla storia dell’interpretazione dei salmi. Inoltre K.-IL Bernhardt, Das
Prohlem der altorientalischen KÒnigsideologie itti Alten Testament (VTS vni), Leiden 19 6 1,
183-290.
114 . Sull1origine e lo sviluppo del concetto della regalità di Jahvé cfr. J. Cray, The Bìblica!
Doctrine o f thè Reign o f God, Edinburgh 19 79 , spcc. 3 9 -116 ; con risultati diversi J. Jeremias,
Das Konigtum Gottes in den Psalmen, Gòttmgen 1987, spec. 14 9 -16 5 ; specificamente dedica
to ai salmi O. Camponovo, Konigtum, Kònigsherrschaft und Reich Gottes in den frubjudiscken
Scbriften (OBO 58), Gòttingen 1984, 9 1-10 2 ; per quanto riguarda la teologia di Sion cfr. B.C.
Ollenburger, Zion thè City of thè Great King, Sheffield 19 8 7, spec. 23-52.
284 Generi letterari del Salterio
14 2 . S. Mowinckel lo definisce «nino in stile descrittivo» {Israele Worship 1, 86); H.-J. Kiaus
Jo cataloga come «inno individuale alla creazione» (Psalmen 1, xui); cfr. C. Westermann, Lob
tmd KìagSj 10 5, in cui tuttavia si riconosce in Sai 8 l’assenza di una forma rigida; E.S. Ger-
stenberger, Psalms, 17-15». 70; L. Sabourin, op. cit.^ 62. 99.
14 3 . H.G. Reventlow, Der Psalm 8: Poetica 1 (1967) 30 4 -331.
144. Da quanii io catalogano come inno (cfr. F. Criisemann, Hymnus und Dankhed, 201 s.;
E.S. Gerstenberger, Psatmst 17) a quelli che preferiscono considerarlo un’ «azione di grazie col
lettiva» (cfr. L. Sabourin, op. ciL„ 75. 298).
145. Cfr. E.S. Gerstenberger, Psalma', 17. 20; L, Sabourin, op, efe, 76, 579 s.; H.-J. Kraus, Psal
men 11, 513 s.
i8 8 Generi letterari del Salterio
14 6. Cfr. H. Gunkei, Introduccion, 39 3-4 10 ; E. Lipimki, art. cii., 12.0 12,3; W*H. Bei Unger,
Psalmst Peabody, Mass. 1990, 1 2 4 -1 3 4 ; R. Davidson, Wisdom and Worship, Pfoiladdphia
1990, 3 1 4 6 .
147. Cfr. H. Gunkei, In t jo d u c c ìà n ,
25 ss.; S. Mowinckel, I s r a e V s W o r s h i p i, 1-22; H.-J. Kraus,
P s a l m e n 1, lxi utili; C. Westermann, D e r P s a lt e r , 14-18; À. Deissler, J S a lm i , Roma 1986, 9
12 ; L. Sabourin, o p . c f t 4 1-4 5; G. Ravasi, o p . cit. I, 14 s.
148. Cfr. H. Gunkei, Introdacctón^ 39 5-410 ; S. Mowinckel, IsraePs Worship li, 1 0 4 - 1 1 5 , spec.
106-108. 1 1 1 - 1 1 4 .
149. Cfr. S. M o w in ck e l, Psalms and Wisdom-, V T S 3 ( * 9 5 5 ) 205-244.
15D. Opportune in proposta le considerazioni di R,E. Murphy, A Co?i siriera tiort o f thè Classi-
fjeatìon «Wisdom Psalms»: V T S 9 (1963) 1 5 6 - 1 6 7 ; R, Davidson, Wisdom and Worship, 17-30 .
1 5 1 . Cfr. C. Westermann, Der Psalter, 93.
i 52. Si veda E.S. Gers teriterger, borni Criticìsm, 220.
j 53. Su questi problemi cfr, E.S. Gerstenberger, Form Criticism, 2x8.
a) Influenza sapienziale nei Salmi
1 5 4 . Consiste nel disporre gli stiebi del poema attenendosi alla successione delle lettere d ell'alfa
beto ebraico, in m odo che il primo stico sia introdotto da ’a l e f t la prim a parola del verso inizi
con la medesima lettera, e così di seguito.
Z5?° G e n e r i le tte r a r i d e l S a lr e r io
b) Il contesto vitale
«
Come vennero impiegati questi salmi nelle liturgie cultuali del giudaismo
primitivo? Ovviamente vi si possono cogliere agevolmente elementi d’ori
gine sapienziale, come il proverbio, il macarismo, ecc. Tuttavia essi so
no fusi con elementi estranei al mondo dei sapienti e vanno a costituire
ampie unità incentrate su altri motivi d’interesse, che lasciano scorgere
un atteggiamento e una finalità esortativi e istruttivi. Se gli elementi ori
ginariamente sapienziali compaiono, ad esempio, in una supplica, que
sta non riferisce l’esperienza di un individuo né vi resta circoscritta: i
problemi assumono una portata generale. In definitiva, sì tratta del de-
155 . Sul problema della ricompensa in questo tipo di poemi cfr. J.K. Kuntz, T h e R e t r ib u t io n
M o t i f in P sa lm ic W is d o m ì XAW 89 {1977) 123-233.
i jtì. Cfr. E.S. Gerstenberger, P sa tm s 7 20.
D e s c r iz io n e d e i g e n e r i le tte ra ri 29 j
stino della nazione. Una guida spirituale, dotata di una buona formazio
ne letteraria e teologica, presenta il salmo alPassemblea in atteggiamen
to di ascolto. Il tono generale dei salmi sapienziali si avvicina a quello
del counseltng pastorale. Si può quindi supporre che per la maggior par
te questi salmi nacquero in rapporto con Pistruzione comunitaria e li
turgica, la quale rappresentò certamente un elemento vitale del culto giu
daico più antico. Erano destinati alPedifkazione e al ["orientamento dei
membri dell’assemblea sinagogale. Dei servizi cultuali della sinagoga pur
troppo si sa ben poco. A giudicare dagli stessi salmi sapienziali è presu
mìbile che questi testi fossero usati come letture liturgiche in combina
zione con la lettura della torà, pur senza dimenticare che si tratta di pre
ghiere rivolte a Dio. Con ogni probabilità 1 officiante liturgico (certo
istruito e formato in ambienti sapienziali) componeva questi salmi e li re
citava in qualità di rappresentante delPassemblea, come nel passato ave
vano fatto il sacerdote e il profeta cultuale. Perciò non c’è motivo per
escludere a priori Pimpjego e la collocazione cultuale dei salmi sapien
ziali. Cercando un elemento di quest’ipotetica connessione Gerstenber-
ger menziona Popera sapienziale conosciuta sotto il titolo di Teodicea
babilonese ,L5~ costruita come un acrostico le cui lettere formano la frase
seguente: «Saggil-kmam-uhbìb, il sacerdote incantatore (ossia esorcista),
che venera dio e re».£sS Se Fautore, come si può dedurre, era un sacer
dote, è da domandarsi se gli autori dei salmi sapienziali israeliti non sia
no da cercare tra i sacerdoti responsabili delle cerimonie di supplica o di
azione di grazie.
Come si è potuto mostrare, lo studio di questo gruppo di salmi con
ferma una volta di più Pidea secondo la quale Gunkel, con la sua pro
posta di farne un genere letterario, introdusse involontariamente nelFe-
segesi dei salmi una categoria solo relativamente utile e certamente assai
problematica/59 Si può parlare, da un punto di vista rigorosamente for
male, di «genere sapienziale»? I cosiddetti salmi didascalici presentano
gli elementi formali indispensabili - oltre alla possibilità di articolarli in
una struttura - che consentano di parlare di genere, o ci si dovrà piutto
sto limitare ad affermare che nella salmodia ebraica è possibile indivi
duare materiali sapienziali?160 Se negli altri generi letterari è necessario
15 7 . l-.S. Gerstenbcrger, Form Critkism, 2 1 1 .
15 S . Nel testo originale: a-na-ku sa-ag-ghil~ki~[i-na-am-u]b-bi-ib ma-às-ma-su ka-rr-bt* sa i-lì u
sar-ri (Castellino 493; A N iT 601).
159 . Faccio mie le notazioni di Alter sull’importanza relativa del genere letterario, soprattutto
se si considerano la libertà con cui il poeta utilizza il materiale tradizionale disponibile e il mo
do di ordinare e articolare questo stesso materiale; cfr. R. Ai ter, The A r t o fB ib ìic a ì Poetry, r i i .
160. Secondo molti autori l’influsso sapienziale è riscontrabile nella maggior parte dei generi dei
salini; cfr. R.E. Murpby, A Consideration ofthe Ciassification « Wisdom Psalms»: VTS 9 (1963)
15 6 -16 7 .
z $ z G e n e r i le tte r a r i d e l S a lt e r io
sus. /esws et les Psaumes, Paris 1978; N. Fuglister, Ddfs Psdf/mewgefcef, Miinchen
19 5 ^ -
t Oltre alla Teologia Jet Salmi di H.-J. Kraus, sull’argomento si può vedere W. Brueggemann,
.
ìsraeFs Fraise, Philadelphia 1988; H. Spieckermann, Heìlsgegemvart. Etne Theologie der Psal-
went Gòttingen 1989.
2. Nell'intraprendere questa sistematizzazione del pensiero teologico dei salmi sono consape
vole del carattere artificioso dell’intento; in questo senso faccio mie le osservazioni e le consi
derazioni dell’esegeta contemporaneo P.R. Ackrovd espresse in Doors of Percepì ìon, 5 1.
3. Pensiamo al titolo dell’opera di H.-J. Kraus, Teologia dei Salmi, Brescia 1989. Altri preferi
scono il termine meno tecnico di «insegnamento»; si veda il compendio dottrinale di L. Jac-
quet, Les Psaumes et te coeur de Vhomme 1, 12 3-15 9 .
2 .9 4 T eologia del Salterio
1. l ' u o m o s o g g e t t o / o g g e t t o d e l l ’ a p p e l l o
b) Cosmo e caos
Come la terra è abitata da uomini e animali, così il mare pullula di es
seri viventi. In esso vivono Leviatan, drago marino, e Behemot, il mo
stro del caos, che nella mitologia israelita rappresentano il potere avver
so, le forze ostili a Jahvé creatore, che minacciano continuamente l’ordi
ne cosmico. Sebbene Gen. 1 affermi velatamente che il caos marino (le
acque primitive come mitema relativo a questo caos) fu sottomesso da
Jahvé nel suo atto creatore, l’israelita concepisce il mondo in cui si svi
luppa la sua esistenza come un’entità ordinata costantemente minaccia
ta. Il mostro del caos conferisce particolare drammaticità al mitema del
le acque primordiali. Di fatto il conflitto tra caos e cosmo è rappresen
tato dalla lotta tra il drago marino e la divinità.56Certamente Israele adot
tò queste rappresentazioni tramite l’eredità cananaica della Gerusalem
me gebusea."
Il Salterio, in alcuni esempi probabilmente preesilici, riecheggia questi
motivi mitologici connessi al tempio di Gerusalemme. Jahvé risulta vin
citore nella lotta contro le potenze del caos e ottiene il regno. Nei salmi
questa vittoria è collegato alla creazione del mondo* connessione riscon
trabile anche nell’epopea babilonese della creazione Enum a E lis J A que
sto proposito è noto l’esempio di SaL 74,12-15:
Ma tu, Dio mio, sei re da sempre,
hai vinto in mezzo alla terra;
hai diviso il mare con potenza,
hai spezzato la testa del drago marino;
hai schiacciato la testa del Leviatan*
l’ hai dato in pasto alle bestie del mare.
Tu hai fatto scaturire fonti e torrenti,
hai inaridito fiumi inesauribili.
È il testo più esplicito, all’ interno del Salterio, riguardo al materiale mi
tologico che stiamo esponendo; le acque primordiali e i loro mostri* la
vittoria di Jahvé su di essi* che ne rende possibile l’atto creatore e la pro
clamazione a re. Di fronte a una sconfitta, forse definitiva, caotica, nelle
mani del nemico (vv. 4-9), l’israelita ricorda nel culto* appellandosi così
a Dio* le antiche gesta di Jahvé. 11 S a i 89,7-15 presenta una prospettiva
analoga: Jahvé al di sopra di tutti gli dèi, dominatore delle «acque», vin
citore del mostro (Rahab), creatore e re. La menzione del «mare» e del
le «onde» aiuta a comprendere espressioni come quella di Sai . 65,7 s.;
Tu, che rendi saldi i monti con la tua forza*
cinto di potenza;
tu, che reprimi il fragore del mare,
il fragore delle onde
e il tumulto dei popoli.
Si tratta dei monti primordiali* situati al confine della terra e delle acque
devastanti e caotiche che continuamente minacciano l’ordine e l’esisten
za stessa del cosmo. In questa stessa chiave si può leggere SaL 104,2-9.
Una serie di tradizioni ricorrenti nei salmi, connesse alla lotta contro
il drago primordiale* risulta così coerente: la creazione {S a i 104)* la re
galità di Jahvé (SaL 93) e la tradizione di Sion (SaL 74).
Se ragionevolmente si suppone che molti salmi riecheggianti queste
tradizioni sono preesilici o esilici, ci si deve chiedere* di conseguenza* se
a Gerusalemme in epoca preesilica non si coltivasse una tradizione di
teologumeni perfettamente strutturata definibile come «mito». Benché
non ci si possa muovere se non sul terreno delle congetture, una simile
ipotesi spiegherebbe perfettamente la complessa struttura del culto sa
lomonico (cfr. 1 R e 6-8).
Naturalmente questo schema mitico si trasformò col tempo in sem-
7. Tuttavia nei testi mitologici cananaici della tradizione di Ugarit non compare in relazione
esplicita con il mito di Baal.
L 'u o m o s o g g e t t o / o g g e t t o d e JP a p p e llo 29 7
a) L 'u n to di Sion
Di questo quadro sociale dell’appello fanno parte alcuni aspetti dell’ideo
logia regale. Secondo la sensibilità israelita già durante il primo periodo
monarchico il mondo abitabile è governato dal re di Gerusalemme. Que
sta concezione non è basata su considerazioni meramente intramondane
di politica sociale, ma sul presupposto teologico,9 ampiamente diffuso
nel Vicino Oriente, della natura semidivina del re. Egli è l’unto, il «figlio
di Dio». Così il dominio che il monarca esercita sul mondo naturale
rientra nell’ideologia regale. La terra e le nazioni appartengono all’unto
di Sion per concessione divina (cfr. S a i 2,8); ma non soltanto la terra
d’Israele, bensì tutto il mondo conosciuto (cfr. S a i 72,8; 89,26).
Con l’unzione il re d’Israele diventava sacrosanto (cfr. 2 Sam. 1,14 .
x6; 1 Sam . 26,9). Ma era Jahvé ad aver stabilito un’alleanza perpetua
9. «La divinizzazione del re non è una follia, né pura e semplice adulazione cortigiana, bensì
una manifestazione di religiosità viva», osserva in modo pertinente S. Mowinckel, P s a i m e n -
s t u d i e n 11, Christiania 1922, 302.
300 T e o lo g ia d e l S a lte r io
b) O bblighi dell'unto
All’atto delhintronizzazione l’unto s’impegna ad agire come rappresen
tante di Jahvé, accettando gli obblighi che comporta il suo carisma rega
le in favore del suo popolo. In questo senso era un sacro dovere del re la
difesa del diritto e della giustizia, soprattutto in favore dei più deboli
(cfr. Sai. 72,1 ss.72 ss.). II monarca doveva sottomettersi alla volontà di
giustizia di Jahvé. Tuttavia queste funzioni non si limitano al corretto
esercizio della giurisprudenza ma, come si è detto, si estendono alla pro
sperità della terra c del popolo, alla fertilità del suolo e all’abbondanza
10. L'opera cìvi rè deìPunzione, di conseguenza, non corrispondeva a una pura concezione mec
canica: «S? ridurrebbe l'unzione ad un concetto magico di tabù, se non si tenesse continua
mente presente che essa è un atto dì scelta di Jahvé, mediante il quale il re d’Israele riceveva la
il
sua dignità e suo incarico» (H,-J. Kraus, T e o l o g i a d e i S a l m i , 178).
1 1 . 1 lessicografi mostrano un certo disagio nel tradurre questo versetto perché, benché chiaro
{ k i s ’ à k à ’ è l ó h ì f n «Il tuo trono, o dio, ...»), il testo ebraico si presta a una duplice traduzione.
Così alcuni attenuano l'espressione: «Tu trono, corno el de un dios...» (NBE); «Your timone is
fike God's throne» (NFB); «Your divine throne» {RSV); «Dein Thron, du Goitlicher, ...»
(EtT), o la riferiscono a Jahvé: <dn eterno e per sempre sta il tuo crono, o Dio» (NVB). È pos
sibile, tuttavia, che sia nel giusto Kraus quando afferma: « 'è l ó h t m [riferito al re] non è un’apo
teosi consapevole e responsabile, ma un abuso dello stile di corte che esalta il ‘divino’ ... F mol
to probabile che simili esaltazioni stano nate dalle tradizioni cananaiche» Kraus, Teo
l o g i a d e i S a l m i t 173-180).
iz . La filiazione divina del re, inquadrandosi nella teologia dell’elezione, risulta radicalmente
demitologizzata.
L ’u o m o s o g g e r t o / o g g e c t o d e l l ’a p p e l lo 3 0 1
c) Funzione cultuale
Per quanto attiene alla teologia dei salmi è importante considerare che il
monarca di Gerusalemme svolgeva funzioni cultuali, quantomeno in ori
gine. Secondo alcune testimonianze testuali in determinate occasioni il re
arrivò a offrire sacrifici a Jahvé (cfr. 1 Sam. 13,9; 14,34; 2. Sam t 6 ,13 .17
s.; 24,2,5; 1 R e 3,4.15; 8,62; 9,25; 12,32; 2 R e 16 ,12 s.) e a consacrargli
altari (cfr. 1 Sam . 14,33 s*5 1 Sam, 24,21). Queste funzioni, tipicamente
sacerdotali, furono esercitate anche da altri membri della famiglia di Da
vide (cfr. 2 Sam . 8,18; 1 R e 1,9). Talvolta i re convocavano e presiede
vano cerimonie di supplica nazionali (cfr. 1 Re 8,22-53). Il re Davide,
svolgendo funzioni chiaramente sacerdotali, danzò davanti all’arca vesti
to con un efo d e in seguito benedisse il popolo (cfr. 2 Sam . 6,14.18).
Gli obblighi dell’unto, luogotenente di Jahvé, erano di tale importanza
che alcuni, affascinati dai parallelismi offerti dalle letterature mesopota-
miche, ne hanno dedotto che la prima funzione cultuale del monarca con
sistesse nella sua partecipazione al rituale della festa dell'anno nuovo.13
Poiché non c’è nell’Antico Testamento alcuna prova diretta dell’esisten
za in Israele di questa festività del Vicino Oriente, questi studiosi si so
no rifatti soprattutto ai cosiddetti «salmi d’intronizzazione» (in partico
lare 47; 93; 96-99) per ricostruirne le ipotetiche caratteristiche. La co
siddetta «scuola mito e rituale», convinta che nelle religioni del Vicino
Oriente il mito e il rituale siano organicamente vincolati, e di fronte al
l’evidenza che, tanto in Babilonia quanto a Ugarit, il rituale dell’anno
nuovo consiste nella «messa in scena» del mito della creazione, concluse
che anche in Giuda sarebbe stato adottato questo modello rituale, vuoi
direttamente vuoi attraverso un’analoga festa in onore di El Eljon cele
brato nella Sion gebusea predavidica. Gli elementi fondamentali di que
sto rito consistevano nella rappresentazione paradrammatica della bat
taglia e della successiva vittoria di Jahvé sulle forze del caos (dando
origine alla creazione) e nella processione con l’arca, simbolo del trono
del creatore, da cui veniva elargita vita e prosperità al popolo. Accanto
13 . Ampie informazioni sono reperibili nel cap. xi, 11,2, dove si parla di S. Mowinckel.
30 2 T e o lo g ia del S a lte r io
d) Conclusioni
Questo è, a grandi linee, il quadro sociale nel quale Pisraelita faceva ap
pello a Dio e si sentiva da lui interpellato. Tuttavia non bisogna esage
rare l'importanza di questo quadro, tanto da trarne Pimpressione che
Pindividuo risultasse confuso nel corpo socio-politico e il suo valore per
sonale assorbito nella categoria di comunità nazionale o religiosa. I sal
mi, in effetti, sono testimonianze dell'importanza centrale dei valori co
munitari nelPlsraele antico. Non è meno vero, però, che il rapporto del-
Pindividuo con Dio risulta con grande evidenza scorrendo le pagine del
Salterio. Osservando con attenzione le peculiarità delle suppliche indi
viduali e di quelle comunitarie o nazionali si può dedurre che, a diffe
renza di queste ultime, chiaramente integrate nella storia della salvezza
e associate alla teologia nazionale, le suppliche individuali affondano le
proprie radici nella storia dell'individuo, nel suo rapporto personale con
Dio e nelPambito familiare o di un piccolo gruppo. Per la precisione,
nella supplica individuale l’orante cerca, nella maggior parte dei casi, di
rivolgersi a Dio e sollecitarne la protezione e la reintegrazione alPinter-
no del piccolo gruppo sociale del quale in precedenza aveva fatto parte.15
Nel paragrafo precedente, trattando della regalità israelita e del suo ca
rattere sacro, siamo giunti alla conclusione che la dignità e la funzione
del monarca terreno dipendono intrinsecamente dalla regalità di Jahvé.
Il re di Gerusalemme è re «per delega». Questa nozione si ricava dalla
maggior parte dei salmi regali e dei salmi della regalità di Jahvé. Il Dio
d’Israele «regna in Sion» (Sai 9,12; cfr. 76,3; 99,2.). L’israelita sa che
Jahvé regna nel cielo {Sai. 2,4; 11,4 ; 93,1 s.; 103,19), che tutta la terra
gli appartiene (SaL 47,3) in quanto creatore (S a i 24,1 s.; 96,10) ed egli
può penetrare tutto il creato (Sai. 139,7-12), cioè è onnipresente. Ma
questa «dispersione spaziale» di Jahvé è solo apparente, perché il fedele
è consapevole di poter contare sulla presenza di Jahvé in Sion, nei san
tuario della città di Davide. Di qui ascolta le suppliche degli israeliti e
qui riceve la lode che merita.
l/imzio del salino 48 presenta forse la più bella, poetica ed emozio
nante descrizione di Sion dell'intero Salterio:
Grande è il Signore e degnissimo di lode
nella città del nostro Dio, sul suo monte santo.
Altura stupenda, gioia di tutta la terra,
è il monte Sion, vertice del cielo, capitale del grande sovrano.
I ra i suoi palazzi, Dio svetta come una fortezza.
I termini «grande», «altura», «vertice» e «svettare» cercano di descrive
re lindescrivibile. Benché Pelemento piu appariscente di Sion siano i
torrioni dei suoi palazzi, Pelemento che più colpisce è il loro più impor
tante inquilino, immaginato sotto le spoglie di un baluardo difensivo. Il
poeta deve ricorrere a elementi mitici come il «vertice del cielo» (v. so
pra, i,r, «Il quadro naturale dell’appello»); questo è il procedimento più
adatto per esprimere che Sion è «divina». «Da Sion, modello dì bellez
za, Dio risplende» (50,2).
In mezzo a Sion si trova il santuario, la santa dimora di Jahvé, che in
fonde fiducia e sicurezza ai propri fedeli (Sai 46,6; 68,6; 76,3). Il luogo
più recondito e sacro è il d*bìr , il cuore dell’abitazione di Jahvé, verso la
quale gPisraeliti rivolgono le loro preghiere (cfr. Sai. 5,8; 28,2; 138,2).
Questo santuario fu il luogo sacro della primitiva popolazione gebusea
di Gerusalemme, prima della conquista di Davide. È probabile che, con
il passare del tempo, le sue tradizioni siano state adattate alla fede jah-
vista dai monarchi di Giuda: per questa ragione il tempio di Sion diven
ne la meta obbligata del pellegrinaggio di tutto Israele, come si può de
durre da SaL 122. Tuttavia è opportuno precisare alcuni aspetti per com
pletare questo quadro.
Parlare di adattamento delle tradizioni cultuali di Sion alla tede jahvi-
30 4 T e o lo g ia d el S a lte r io
16 . «La successione delle grandi feste d’Israele era determinata originariamente dal ritmo na
turale dell'anno palestinese. Il calendario israelita delle feste è di origine cananaica e, come
tale, è l'espressione di una religione agreste che concepisce la semina e il raccolto come realtà
direttamente sacrali» (G. von Rad, Teologia dell'Antico Testamento il, 129).
30(? Teologia del Salterio
a) L a dim ora di D io
tat umano com porta l’ idea di creazione e creatore. I «cieli più elevati» o
«i cieli dei cieli» [Sai. 148,4) costituiscono la dimora della divinità. La
essi Jah vé siede in trono (cfr. Sai. 1 1 ,4 ) . N ei salmi Pimmagine del palaz
zo celeste, che fa parte del repertorio d’immagini connesse all’ideologia
regale applicata a Jahvé, «sovrano di tutti gli dèi» (S a i 9 5,3), ha eserci
tato un influsso decisivo sulla descrizione della dim ora di Jah vé, ren
dendola più vivace. A questo persistente teologumeno del Salterio sem
bra, a prim a vista, contrapporsi l’antica tradizione israelita che collega
Jah vé con il Sinai-Horeb, la montagna di Dio (Giud. 5,5). D ’altra parte,
quando Elia, in preda a una profonda crisi personale, vuole ritrovare se
stesso e il proprio D io, intraprende un lungo viaggio verso «l’H oreb, il
monte di Dio» (r R e 19 ,8 ss.). Tuttavia, nonostante l ’ impegno profuso
da qualche scuola di ricerca nel sostenere che Jahvé, agli albori della fe
de israelita, non aveva la propria dimora nel cielo, non si può addurre
un solo testo delPAntico Testam ento che confermi categoricamente que
sta asserzione.17 Altrettanto può dirsi della teoria che circoscrive la pre
senza della divinità allo spazio del santuario. Secondo i suoi sostenitori
gli israeliti avrebbero fatto propria e applicato a Jah vé la credenza cana
naica nella costante presenza di El nei santuari in cui era venerato. M a
questa teoria rivela una fondamentale ignoranza della teologia cananai
ca e un’interpretazione forzata della tradizione biblica. Secondo l’A nti
co Testam ento in generale e i Salmi in particolare, Jah vé aveva la p ro
pria dimora in cielo, anche se la sua presenza in esso era essenzialmente
dinamica. Q uesto è un problema diverso. Dal cielo Jahvé ascolta le sup
pliche degli individui e del popolo; al cielo i fedeli volgono lo sguardo in
cerca di aiuto e protezione (cfr. S a i 1 2 3 , 1 ) . Com e già si è osservato, tali
allusioni all’am bito «naturale» di Jahvé non corrispondono a interessi
metafisici. Si tratta, piuttosto, di espressioni plastiche che cercano sol
tanto di porre in evidenza l’onnipresenza e onnipotenza divine (cfr. S a i
1 1 , 4 ; 14 ,2 ; 2 9 ,10 ; 3 3 ,1 3 s.; 10 2 ,2 0 ; 1 1 3 , 5 s.)’
b) I servi di D io
T ra la servitù del palazzo del re celeste si annoverano i messaggeri divi
ni, i cherubini e gli eserciti (sebd'ót)\ talora sono ricordati gli altri dèi
(cfr. Sai. 8 2 ,1; G iob. 1,6 ) o «figli di Dio» (cfr. S a i 2 9 ,1).
/ figli degli d è i, Nel mondo celeste, ambito della divinità, vi sono altri
esseri o potenze al servizio di Jahvé: i b enè élim «(figli degli) dèi» (SaL
2 9 ,1; 89,7). N e ll’intento di precisarne la natura si tende a pensare che
«Israele ha ricevuto la rappresentazione di un panteon di dèi e di esseri
celesti che circondano la divinità suprema, che rappresenta il vertice del
la m onarchia. Ouesta rappresentazione penetrò in Israele a partire dal-
Pambiente siro-cananaico... Si tratta di potenze celesti subordinate, pri
ve di potere, tutte rivolte a jah vé e del tutto prive di un essenza divina
autonom a».13 Nel Salterio, in effetti, alcuni testi conferm ano questa teo-
Lnsieme di forze cosmiche della religione naturale cananaica e Jahvé implicherebbe s * b a * ò t
nell'accezione militare già riferita, è una mera ipotesi di lavoro ( T e o l o g i a d e i S à ltn i^ 2.3).
iz . Poiché il giardino dell'Eden era concepito come dimora di Jahvé, i cherubini di G e n . 3,24
appaiono come i guardiani dello spazio divino. D'altra parte nella tradizione letteraria del
l'Antico Testamento i cherubini sono ricordati spesso in relazione con Parca dell'alleanza,
simbolo del trono e della presenza di Jahvé nell’epiclesi liturgica: «Signore degli eserciti, assiso
sui cherubini» (j S a rti. 4,4; cfr. 2 Sarti. 6,2; 2 Re t 5; Is. 37 ,16 ; 1 C r o n . 13,6).
23. H.-J. Kraus, T e o lo g ia d e i S a lm i, 73-74.
3 io T e o lo g ia d e l S a lte r io
Com e sopra si è accennato, l’A .T . non ha una concezione statica della di
vinità. D alla prima pagina della Genesi Dio viene definito secondo Pai-
terità, non in senso metafisico m a dinamico-religioso. A partire dal p ri
mo appello rivolto da Dio all’uomo (cfr. G en , 3,9) la Bibbia incentra
decisamente la propria teo-logia sulla nozione di alterità. D io è Dio-per-
l’ uomo. Ciò non significa che l ’israelita evitasse la questione dell’essenza
di Dio; semplicemente siam o del tutto all’oscuro al riguardo.
24. Il T.M. presenta la forma ’ e le m , che la maggior parte dei lessicografi legge 'è h m «dèi».
25. Per tatto ciò che riguarda i rapporti Ugarit-Israele sul piano della teologia si veda 0 . Loretz,
U g a r i t u n d d i e B i b e l . K a n a a n d ì s c h e G e t t e r u n d R e h g i o n im A l i e n T e s t a m e n t i Darmstadt
1590. In italiano si può consultare P. Xella, G l i a n t e n a t i d i D ì o . D i v i n i t à e m it i d e lla t r a d i z i o
n e d i C a n a a n , Verona 1982., dove una considerevole antologia di testi ugantici è preceduta da
un’introduzione in cui sì delincano i rapporti tra Israele e le divinità cananaiche (pp. 15-35).
2 6 . Interessante per questa tematica è l’opera dì J.L. Cuochi! Jos, Q u a n d o lo s a n g e le s e r a r i d i o -
s e s , Salamanca 1976.
27. «Tutte [queste] affermazioni dei salmi... necessitano di una interpretazione demitologizzan
te, in quanto si tratta sempre di individuare e spiegare i rudimenti di rappresentazioni mitolo
giche e metaforico-divinatorie nel loro contesto riferito a Jahvé. Nell’Antico Testamento non
esiste la immagine mitica del mondo, bensì una quantità di frammenti che indicano, a stadi di
versi dì diffusione, la loro origine, che può essere ricostruita da) punto di vista storico-religio
so». È l’opinione di H.-J. Kraus, T e o l o g i a d e i S a lm i , 75.
28. Si osservi un aspetto stilistico: il termine ebraico tradotto con «apparenza» è ’ é lt lin u Indub
biamente il poeta ha inteso suggerire un’allitterazione implicita; ’ r fflìm ricorda yé t fm «dèi».
a) L a teofania
N ella sezione precedente si è visto come l’am bito naturale di Dio sia abi
tato da altri esseri, che gli servono da sentinelle, consiglieri o messagge
ri* Questi residui di rappresentazioni mitologiche di origine cananaica si
trovano anche nell’ambito dinamico della divinità. Jahvé può autocomu-
nicarsi all’ uomo attraverso i propri messaggeri (cfr. G en. 18 ,2 - 1 4 ; N um .
2 2 ,2 2 ; G iu d . 6 , 1 1 ; r Re 19 ,5 -7 ; 2 R e 19 ,3 5 ). Tuttavia è chiaro che D io
può com unicare se stesso direttamente alPuom o o alla comunità israeli
ta. N um erosi testi dell’À .T . lo conferm ano. Questo tipo di m anifestazio
ni, di evidente tono mitico, sono note come teofanie. Ricordiam o che, se
condo la tradizione religiosa e letteraria veterotestamentaria, l’am bito
«naturale» di Jah vé è connesso con elementi ignei, com ’è deducibile da
Ez. 1 , 4 . 1 3 ; 10 ,2 .6 s.; 2 8 ,14 .16 . Si potrebbe arrivare a parlare di natura
ignea della divinità (cfr. Es. 2 4 ,17 ; D eut. 4 ,24 ; Is. 3 0 ,2 7 ; S a i 18 ,9 ). Se
ciò corrisponde al vero, è ovvio osservare che il fuoco costituisce un ele
mento concomitante alla percezione della presenza di Jah vé nei diversi
tipi di manifestazione: il fuoco del santuario nel deserto (Es, 4 0,38 ; cfr.
Is. 4,5), la colonna di fuoco (Es. 1 3 , 2 1 5.; Mum. 1 4 ,1 4 ; cfr. Sai. 7 8 ,14 ;
r ° 5 ,3 9 ) .i9 Se l’ambito naturale della divinità e persino la sua natura
partecipano delle qualità del fuoco, anche l’ambito dinamico in cui Jah vé
si colloca per manifestarsi (teofania) è dominato da immagini identiche.30
Jah vé attraversa lo spazio avvolto nel fuoco, tra nubi tempestose e ven
to fortissim o, lanciando terribili fulmini; il suo spostamento e causa di
sconvolgimenti nella natura: tremano i monti primordiali e traballano le
fondamenta dell’ orbe. A conferma di queste osservazioni è sufficiente
confrontare testi come Sai. 18 ,8 - 16 ; 29,3-9; 5°>3; 68,8 ss.; 7 7 ,18 ss.; 97,
2-5; 10 4 ,4 ; 14 4 ,5 s> Tutti questi passi m ostrano che la teofania era un
procedimento letterario utilizzato da alcuni poeti per presentare la rive
lazione come qualcosa di dinamico, come evento.51
Tuttavia la manifestazione è accom pagnata dalla parola. La teofania
non può essere relegata a servire da trasposizione letteraria della conce
zione m itologica, come qualcosa d ’inutile, perché se Jah vé «scende» al
l’am bito dell’uomo, lo fa per rivelare la propria volontà e agire di con
seguenza, liberando 0 condannando. Queste ragioni rendono pertinente,
a nostro avviso, la severa reprimenda espressa da Kraus contro il con-
29. Per tutte queste idee cfr, V Moria, E l fuego en e ì Antigua Testamento. Estudio de semanti
ca linguistica, Valencia-Bilbao 1988, 54-57.
30. Dal punto di vista letterario è esemplare la teofania del Sinai (Es, 19*16-23), benché non sì
possa ritenerla il modello utilizzato dalle altre rappresentazioni di questo tipo riscontrabili nel
l'Antico Testamento.
3 1. Sulla teofania, in particolare nei Salmi, cfr. ]. Jeremias, Theophanie. Die Gescbichte einer
alttestamentlichen Gattung, Neukirchen/Vluyn 1i9 7 7 e H .-J. Kraus* Teologia dei Salmi, 55.
312, T e o lo g ia d el S a lte r io
b) La parola
c) L a santità di D io
Com e già si è detto, l’israelita non mostra grande interesse per conosce
re ['essenza di Jahvé (almeno nel senso delle categorie occidentali); la
percezione del carattere dinamico delle sue manifestazioni gli offre una
via d’ accesso alle sue qualità. Jahvé non solo dice se stesso nella sua p a
rola; il dispiegarsi della sua potenza nella teofania rende m eglio com
prensibile all'israelita pio il suo «essere-per-l’ uom o».35 In questo senso
le qualità di Jahvé sono attributi della sua autorivelazione. La santità
rappresenta l’attributo per antonomasia del dio d’Israele: Jah vé è santo
(qàdós, 22,4; 71,22; 78,41; 89,19; 99,3.5.9; 111,9 ). Prescindendo dalla
possibile origine siro-palestinese,36 il concetto di santità applicato a Ja h
vé ha assunto una configurazione peculiare nel quadro della teologia
israelita. Da questo punto di vista storico-religioso non è possibile ten
tare un saggio di comprensione asettica del concetto biblico di santità a
partire dalla moderna teologia occidentale. Jahvé è il Santo d 'Isra ele ,
che ha scelto il popolo e ne ha fatto l’oggetto delle sue promesse; santo
perché eminente, eccelso e temibile, aggettivi che esprimono la sua pe
culiarità di «essere-altro», la sua assoluta sovranità e la sua incoercibile
libertà. D ’altro canto si tratta di aspetti dinamici e non di proprietà es
senziali o statiche.37 Certo non si può sostenere che questo concetto di
santità sia fondamentale nel tessuto verbale del Salterio (di fatto il ter
mine qàdòs compare solo in otto casi in esplicito riferim ento a Jahvé).
La frequenza di concetti analoghi conferm a tuttavia l’ impressione che
sia questa la «grandezza» più rilevante di Jah vé, quella che meglio defi
nisce il suo «essere-per-Israele».
34. SulPoracoio sacerdotale di salvezza nel quadro del culto cfr. J. Begrich, D a s priesterlìche
H e i l s o r a k e l : ZAW 52 (1934) 81-92.
35. Una combinazione paradigmatica di questi due elementi si trova in Es. 33,18 -23 e 34,6 ss.
36. Per questo dibattito si veda H.-J. Kraus, T e o l o g i a d e * S a l m i , 36-37.
37. Su queste concezioni cfr. H. Wildberger, J e s a i a i- r z (BK x/i), Neukirchen *1980, 249.
d) L a gloria di D ìo
b) La creazione
La teologia della creazione occupa una posizione rilevante nel Salterio.43
Talvolta ci si limita a una lieve allusione; in altri casi s’incontra un am
pio sviluppo tematico. Ma 1 interesse è sempre incentrato sul paradigma
«Dio per l’uomo» / «l’uomo per Dio». Se il salmo 19 si apre con la pro
clamazione «Il cielo narra la gloria di Dìo», per allargarsi poi in un inno
al sole, del quale si considera 1 orbita docile e immutabile, la luce e il
calore, non si deve pensare che il poeta sia direttamente interessato a
fare teologia della creazione. In realtà il salmista vi ricorre partendo
dalla propria preoccupazione per un adempimento imperfetto della leg
ge del Signore. Come il sole, essa c perietta nella sua funzione (v. 8), è
fonte di luce (v. 9) e illumina (v. 12). Ma Tucmo, debole e incline al
la disobbedienza, può intenzionalmente ignorare tali caratteristiche.44
42.. C f r . S. M o w in c k e l, Isra e l’s W o r s b ip i, i i z .
43. Si può vedere B.C. Ollenburger, Z ion thè C i t y o f thè G r e a t King, 54-58. 1 5 5 -15 8 .
44. S e c o n d o q u e s ta le ttu ra del s a lm o è te o lo g ic a m e n te in c o n c lu d e n t e e le tte ra ria m e n te in u t ile
D io s o g g e t t o / o g g e t t o d e ll’ a p p e llo 3 1 7
c) M em oria storica
d) Le qualità di D io
Se ci si chiede quale sia La forza in grado di mantenere la stabilità del-
Popera della creazione e la dinamica sempre aperta al futuro della histo-
ria salutisi secondo il Salterio, sarà necessario rifarsi, una volta di più,
alle qualità di Jahvé. Nei paragrafi precedenti si e accennato alla santità
e alla gloria di Jahvé come elementi dinamici del suo essere per le crea
ture, in particolare per l’uomo. Indubbiamente si tratta del nucleo e
della fonte di tutte le sue perfezioni. Ma quando il salmista vuole descri
vere Pazione di Jahvé nella sua vita personale, o talora in quella del suo
popolo, non ricorre a speculazioni sulla sua santità o sulla sua gloria;
egli riserva queste qualità alla descrizione delle peculiarità generiche del
rapporto tra Jahve e Pambito crea turale. La santità e la gloria di Jahvé,
in quanto disposizioni dinamiche, sono meglio connesse con dimensioni
«istituzionali» e sopraindividuali che con le vicende particolari delPin-
dmduo. Jahve dimostra la sua santità o la sua gloria in modo particola
re nelle «realtà ordinate o ordinatrici»: cosmo, Israele, monarchia, san
tuario di Sion e legge. Israele e la sua permanenza sono un riflesso del-
Pordine cosmico e della sua Lmmutahilità.
Tuttavia vi è un nucleo di qualità di Jahvé di carattere essenzialmente
storico che, incentrate sulla santità e la gloria, si rifrangono attraverso
Panima del credente israelita. Jahvé si mostra vicino alPuomo nella sua
giustizia, fermezza, sincerità, misericordia e compassione.
Fedeltà, fahvé è inoltre noto per la sua fedeltà e sincerità (’etnei).47 Gra
zie a essa Pisraelita pio si sente guidato (S a i 25,5), riscattato (Sa i 31,6),
salvato (Sai. 69,14) e protetto (Sai 40,12). La fedeltà di Jahvé si rivela
nella sua parola (Sa/. 119,160) e nei suoi comandi (Sai 119 ,14 2 .15 1).
Putto il suo agire può essere definito a partire da questo concetto (efr.
Sai. 111,7 ) . Le dimensioni della ’ émet abbracciano spazio e tempo: spun
ta dalla terra (S a i 85,12) e raggiunge le nubi (Sai 5 7 ,11; 108,5); essa è
eterna (Sa/. 117,2). Di conseguenza, Puomo consapevole che la sua ret
titudine dipende da questa qualità di Jahvé (Sa/. 26,3; 86,11}, rende gra
zie per essa (Sai 71,22). Vi è un solo testo in cui il termine 'em et ab
bandona la sfera privata per collocarsi nel quadro istituzionale delle tra
dizioni relative alla promessa davidica (S a i r 3 2,11). Jahvé si definisce,
inoltre, per la sua fermezza e fedeltà (*em&nà ). Le dimensioni di questa
qualità nel Salterio si collocano a un livello più descrittivo che operati
vo. La fedeltà che cinge Jahvé (S a i 89,9) è fissata nel cielo (S a i 89,3),
luogo della sua proclamazione (cfr. Sai. 89,6). Come per 'èntet^ si tratta
di una qualità eterna (S a i 100,5; 119*90), manifesta in tutte le opere di
Jahvé [S a i 33,4). Se ci si pone nella sfera umana, la fedeltà sì rivela tan
to nei comandamenti (Sai. 119,86) quanto nei giudizi (Sai 96,13) divi
ni. Il suo rapporto con alcuni elementi della bistorta salutis si coglie in
S a i 89,50 e 98,3. Come si può osservare, if termine ’ éntùnà è più vicino
al contenuto di kàhód, dal punto di vista funzionale, che alle sfumature
di 'em et: il salmista Io usa per descrizioni di tipo generico e per sottoli
neare alcuni aspetti di ordine cosmico e sociale. Jahvé è inoltre miseri
cordioso e compassionevole, rabùm iv'hannùn (Sai. 86,15; 10 3»8; 111 ,4 ;
112 ,4 ; 145,8). In virtù di queste qualità dispensa benevolenza e bontà
(Sa i 112,4; 145,8), che manifesta nel perdono (Sai 78,38) c nelPassen-
za di rancore (S a i 103,8). Solo in S a i 1 1 1 ,4 Paggettivo rahum travalica
Pambito della storia individuale per col legarsi al concetto di alleanza.
53. Cfr. B. Vawter, Intimations ojìmmortaiìty ami thè Old Testamenti JBL 91 (19 7 1) 1 5 8 -1 7 1 ,
54. Secondo la tesi di J. Becker, Israel dentet seine Psalnten, Stuttgart *1967, il Salterio contie
ne esempi di strati redazionali che re interpreta no alcuni salmi in prospettiva escatologica. Que
sta prospettiva pare abbia portato a una redazione proto apocalittica compiuta da alcuni cir-
322, T e o lo g ia d e l S a lte rio
drash T ehillifft si può notare chiaramente la tendenza del tardo giudaismo a una
lettura escatologica e messianica dei salmi. Spesso il termine dei salmi, secondo il
T.M., melek «re», è tradotto nel Tdtgum con malkà1 mcsthd3 «re messia».55 Ec
co quanto osserva Tournay: «Ci pare ragionevole concludere che nessuno dei te
sti controversi [del Salterio] contiene l’idea di una vita futura beata o di una ri
surrezione individuale. Tutti ì salmisti professano le credenze tradizionali sulPal-
dilà... Solo a partire dal il secolo, cioè dalla grave crisi maccabaica che commos
se gli spiriti e lacerò il paese, questa credenza cominciò a esprimersi... Il proble
ma consisteva nel salvare la giustizia divina».56
coli proprio in seguirò al fallimento delie attese escatologiche di restaurazione; cosi S.L. Cook,
Apocalypticism and thè Psalteri Z A W 104 (1992) 82-99, spec. 91.
55. Su queste concezioni cfr. K.-H. Bernhardt, Das Problem der altorientalischen Kònigsideo-
logie im Alten Testament (VTS vili), Leiden 1 9 6 1 ,1 3 - 1 5 .
56. R. Tournay, Uescatologìe indimduelle dans les Psaumesi RB 56 (1949) 481-50 6 , spec.
501-502.
Capitolo xi
Storia dell’interpretazione
del Salterio
I. PR IM A D E L L ’ E S E G E S I C R ITIC A
1. L e p r i m e g e n e r a z i o n i c ris tia n e
2 . 1 /e tà p a t r is t ic a 1
4. Come in un'opera teatrale l'autore parla tramite il suo personaggio, così lo Spirito santo, au
tore dei salmi, comunica attraverso i personaggi che in essi appaiono, compiendo sul piano li
rico un’ identificazione tra P «autore» e Pio del salmo in questione. Così Davide, come «io» di
un salmo, può rappresentare Cristo sul piano prosopologico (ek prosopou Cbrìstou). Appro
fondito studio in M J. Rondeau, Les commentaires patristiques du Psautter (III*- V~ stècles), 11.
Exégèse prosopoìogique et tbéoìogie, Roma 1985.
5. Riguardo all’opera di Gerolamo sul Salterio si veda C. Estin, Les traductions du Psautter, in
J. Fontaine - Ch. Pietri, Le monde latin antique et la Bible (RTF 2), Paris 19 8 5, 77-88 («Les
trois Psautiers latins de Jerome, Formation et évolution d'une méthode»),
6. Cfr. Gontra Rufinum 1,19 .
32 6 S t o r i a d e ll’in t e r p r e t a z i o n e d e l S a lt e r io
3. U e t à m e d ie v a le
lo . La «catena» è una nuova forma d'interpretazione venuta alla luce nella chiesa greca di Pale
stina da dove si diffuse in tutto l’ impero bizantino. Consisteva nel commento di un testo bi
blico, che occupava il centro o uno dei margini del foglio scritto con caratteri ben visibili, ba
sato su citazioni o estratti esegetici di altre autorità, riprodotti in caratteri più piccoli, a com
mento del testo in oggetto. In questo modo le citazioni venivano «incatenate». Il nome cate-
nae proviene dalla cultura latina medievale, anche se questo tipo di procedimento era noto tra
i Padri greci come exegetìkai eklogai, estratti esegetici. Su questa questione si veda G. Dorivai,
Des commentaires de VEcriture aux chatnes, in C. Mondésert, Le monde grec ancien et la Bi-
ble> 3 6 1-3 6 1; un catalogo delle catenae si trova in M. Geerard, Cìavis patrum graecorwv rv,
Turnhout 1980, 185-2,59.
i r . Sull’esegesi biblica nelle scuole, nel l'università e nel monacheSimo medievali, cfr. J. Chàtil-
loiij La Bible dans les Ecoles du X Ile sìècle e J. Dubois, Gomment les moines du Moyen Age
chantaient et goùtaient les Sa/tttes Ecrilures, in P, Riché - G. Lobrichon (edd.), Le Moyen Age
3^ 8 S t o r ia d e JP in te r p r e ta z io n e d e l S a lte r io
nendo esplicitamente conto nel loro discorso teologico sui Salmi di una
precisa distinzione tra le economie dei due Testamenti e trascurando i
diversi stadi intermedi di evoluzione, questi autori continuano a sovrap
porre al Salterio il linguaggio e le idee proprie del Nuovo Testamento.
Una trattazione a parte merita il giudaismo medievale. Benché la loro
lettura dei Salmi sia ovviamente priva di prospettiva cristologica, gli in
terpreti giudei offrono quanto i cristiani di questo periodo non furono
in grado di compiere: una lettura fondata sull’originale ebraico. Non si
può negare che l'interpretazione di alcuni passi salmici, contenuta qua e
là nel Talmud e nel Midrash, presenti numerosi difetti e arbitrarietà nel
l’intento, prevalentemente, di esortare ed edificare. Tuttavia, a partire
dal x secolo, s'inizia a coltivare presso i giudei, forse per influsso arabo,
l'interesse per gli studi grammaticali.
Alla testa dei rappresentanti di questa nuova era si situa Saadia Gaon
(892.-94Z),12 che elevò al rango di scienza lo studio della grammatica. Ac
canto a lui è da porre Rashi (rabbi Shelomoh Ben Isaac, 1040-1106),
che conservò in annotazioni le interpretazioni tradizionali rinvenibili nel
Talmud e nel Midrash e utilizzò le grammatiche e i lessici ebraici dispo
nibili, benché con metodo non strettamente filologico. Nella sua esegesi
egli armonizza il senso letterale e Pomiletica, anche se prevale il primo.
NelPinterpretazione dei salmi, a causa della polemica con Pinterpreta-
zione cristologica cristiana, tese a sostituire la figura di Cristo con quel
la di Davide o di altri personaggi eminenti della storia ebraica.
Ibn Ezra di Toledo (1089-1164 )13 e David Qimhi di Narbonne (1160-
12.35)14 mostrano un debito minore verso la tradizione. Il primo, più in
dipendente e geniale, seppe combinare i metodi filologici e quelli filoso
fici. La sua interpretazione è incentrata sul significato letterale, anche se
con eccessi di fantasia, e respinge qualunque ricorso al significato alle
gorico. Grazie ai suoi metodi di lavoro fu in notevole anticipo rispetto
ai propri tempi, benché ovviamente non sia possibile ritenerlo un pre
cursore della ricerca critica sulla Bibbia. Qimhi, sebbene meno origina
le, può essere considerato l'interprete giudeo più eminente per quanto
riguarda Porientamento grammaticale e storico. In generale la cono
scenza delPebraico conferisce a tutti questi maestri un netto vantaggio
sui contemporanei cristiani. Tale vantaggio fu fatto proprio, nella chie-
el la Bible (BTT 4), Paris 15184, 16 3 -2 3 1. 26 1-30 3 (i! primo accessibile anche in italiano in
A a. Vv., Lo studio della Bibbia net Medioevo fatino, Brescia 1989, 35-83).
i2* Suitinterprelazione ebraica dei salmi nei tre secoli successivi a quest'epoca v. U. Simon, Four
Approacbes to thè Book ofPsalms. From Saadiah Gaon io Abraham ibn Ezra, Albany 1 3 3 1 .
13 , Si veda P. Riché - G. Lobrichon (edd.), op. cit.t 2 3 7 -13 8 ; U. Simon, op. cit.f 1 4 5 - 1 5 7 .
14. Su questo autore cfr. P. Riché - G. Lobrichon (edd.), op. cit., 233-14 0 . Per quanto riguarda
le sue opere sul Salterio cfr. A. Darom (ed.), Le commentaire compiei sur les Psaumes, Jérusa-
lern 1 3 6 6 -1 9 7 1, 2 voli.
P r im a d e ll’ e s e g e si c r itic a 329
4. L 'e t à m o d e r n a
nerale, più utili per l’esegesi dei Salmi rispetto ai colleghi protestanti.36
Tuttavia alcuni personaggi successivi, peraltro assai importanti, degene
rarono lentamente nella scolastica, come si può osservare nei C o m m e n
ta rla in P s a lm o s {1634) di J. Lorinus e nella P s a lm o r u m d a v ìd ìc o r u m
a n a ly sis di T. le filane (1664/76).
Riguardo al Salterio è giusto riconoscere il contributo degli esponenti
della riforma alla grammatica e allo sviluppo delle tecniche esegetiche,
come anche per la loro profonda perspicacia spirituale (particolarmente
in Lutero). Sebbene questi tendesse a respingere le letture allegorizzanti,
di fatto non riuscì mai a liberarsi di questa impostazione. Gli mancò,
15 . «Lutero... continua la lettura cristologica dei salmi... per il senso letterale preferisce Gero
lamo e Nicola di Lira» secondo L. Alonso Schòkel - C. Camiti, Salmi i, 56.
16. Cfr. Ch.À. Briggs, The Book of Psaltns 1, c v j -c v i i .
330 S to ria d e ll’ in r e r p r e ta z io n c d e l S a lte rio
17. Lo studio dei Salmi in questo secolo è caratterizzato da- alcune costanti: poche traduzioni ve
ramente originali; scarsi riferimenti al significato profetico, dissolto di fronte alle analisi condot
te a partire dai significato letterale; un trattamento Solo indiretto dei Salmi, nel quadro della pro
blematica biblica in generale. Sul rema si veda B. Chedozeau, Les Psaumes, in Y. BelavaI - D.
Bourel (edd.), Le s'ucle des Lumières et la Bible (BTT 7), Paris 1950, 59 -72.
18. Commentar iiber die Psaimen, I leidelberg 1 8 1 T* 5r8 56.
19. Die Dicbter des Aìten Bttndes ì/z, Góttingen 1839, ]i866.
io. Die Psaimen, Heidelberg 183 5/183 6.
z i. Die Psaimen erklari, Leipzig 18 53.
zz. Die Psaimen uhersetzt und erkJdrty Halle 18 55-19 6 2 .
13 . Commentar iiber den Psalter, Leipzig 1859/1860 ; ne esiste una traduzione inglese, Psalms
(COT v), Grand Rapids 1980. ■
I maestri deiresegesi critica 331
II. I M A E S T R I D E L L 'E S E G E S I C R I T I C A
di G u n k e l. E g li n on c e rc a d i p ro c e d e re p e r v ia a n a litic a e d i in siste re
su lla ric o stru z io n e d ella « v e ra sto ria » d ’ Isra e le , b en sì d i e la b o r a r e u n a
sin tesi b a s a ta su una n u o v a p ro s p e ttiv a : la s to r ia d ella le tte ra tu ra is ra e
litic a . D i c o n se g u e n z a l ’ a c c e n to è sp o sta to d a lla s to ria a lla le tte ra tu ra . Il
p ro b le m a c e n tra le per G u n k e l, c h e tra s c u ra v a la s t o n a c r itic o -le tte r a r ia ,
c o n siste v a n e llo sc o p rire il m o d o a d e g u a to di a ffr o n ta r e i n u m e ro si testi
d e ll’ A n tic o T e sta m e n to dei q u a li s ’ ig n o ra la gen esi le tte ra ria , l ’ e p o c a e
F a u to re . S e c o n d o q u esta p ro s p e ttiv a il c o m p ito d i e la b o ra re u n a « s to ria
d ella le tte ra tu ra » isra e litic a d i sta m p o tra d iz io n a le n on si p re s e n ta v a
fa c ile , p o ic h é egli era c o n s a p e v o le ch e, p e r q u a n to c o n c e rn e l'A n t ic o T e
sta m e n to , n on è p o ssib ile p re fig g e rsi lo sc o p o d i s ta b ilire F o r ig in e d elle
o p e re in su c c e ssio n e c ro n o lo g ic a e sp ie g a re tu tto p a rte n d o d a lla p e r s o
n a lità d e ll’ a u to re .
L e idee c h e c o n se n to n o a ( ìu n k e l d ’ in tra p re n d e re il c a m m in o s o n o e s
se n z ia lm e n te tre: il c a ra tte re c o n se rv a to re d e ll’ elem en to r e lig io s o per
q u a n to attien e a lla fo rm a e al c o n te n u to ; F im p re sc in d ib d e c o n te sto v ita
le (Sitz itn Lehen) c o m u n ita rio d elle fo rm e e dei co n ten u ti le tte ra ri; P u -
m fo rm ità d elle tra d iz io n i. B a s a n d o s i su tali p rin c ip i egli g iu n g e a lla c o n
c lu sio n e ch e la sto ria d ella le tte ra tu ra isra e litic a n o n d ip en d e ta n to d a g li
s c ritto ri q u a n to da c iò ch e è tip ic o e si p o n e a lla b ase d e ll’ in d iv id u a le : il
g en ere le tte ra rio . D i c o n se g u e n z a la sto ria d e lla le tte ra tu ra isra e litic a
n o n p u ò e ssere a ltro che la s to r ia dei g en eri le tte ra ri d ’Isra e le . « O g n i
g en ere le tte ra rio a n tic o è o rig in a ria m e n te situato nella vita del popolo
d ’ Isra e le in un p u n to ben d e te rm in a to . C o m e o g g i il se rm o n e è p r o p r io
del p u lp ito , m a ai b am b in i v e n g o n o ra c c o n ta te fa v o le , a llo ste sso m o d o
n e ll’Isra e le a n tic o le fa n c iu lle in to n a n o can ti di v itto ria u sce n d o in c o n
tro agli e se rc iti di rito rn o d a lle lo ro c a m p a g n e , la p re fic a in to n a il c a n to
fu n e b re a c c a n to al fe re tro d el d e fu n to , il sa c e rd o te p ro c la m a la to r à ai
la ic i n el s a n tu a rio , il g iu d ice p ro n u n c ia la n o rm a di legge nel trib u n a le
p e r m o tiv a re il p ro p rio v e rd e tto , il p ro fe ta p ro c la m a il p ro p rio d is c o rs o
n e ll’ a trio d el te m p io ... C h i v o g lia c o m p re n d e re i g e n e ri, deve im m a g in a
re se m p re c h ia ra m e n te la situ a z io n e n e lla su a to ta lità e d o m a n d a rs i: ch i
p a r la ? ch i a s c o lta ? q u a le s ta to d ’a n im o reg n a in q u e sta situ a z io n e ? q u a
le e ffe tto si c e rc a di s u s c it a r e ? » .32
S i d e v e ric o n o s c e re ch e G u n k e l n on fu in g r a d o di su p e ra re a lc u n i p r e
g iu d iz i d i tip o ro m a n tic o , in p a r tic o la r e F « e v o lu z io n is m o le tte r a r io » . In
p iù di u n ’ o c c a sio n e d istin g u e n ei su o i stu d i tra F o rig in a lità e la fr e s c h e z
za d elle fo rm e an tich e e il p ro g re s s iv o irrig id irs i da esse su b ito n el c o r s o
d el tem p o . S e p a ra n d o c o n e c c e s s iv o rig o re la tra d iz io n e o ra le p r im itiv a
e d a lla p o s te rio re tra d iz io n e sc ritta , giu n ge a lla c o n c lu sio n e ch e lo sp iri-
b) II Salterio
3 3. In particolare egli crìtica le posizioni di Baethgcn, Kònig e Steuernagel (ln t r o d u c c ìó n > 2,3).
14, In particolare contro Kautzsch e Konig, cfr. o p . c tt -, 2.3.
3 3. «Queste osservazioni sono senza alcun dubbio molto importanti ma non colgono nel se
gno, perché un materiale letterario dev’essere ordinato anzitutto secondo le sue proprie leggi,
secondo principi ricavati dalla storia della letteratura cui appartiene. E anche se è certo che la
lirica ebraica ha conosciuto le diverse fasi attraversare dalia pietà del popolo e ne è stata influ
enzata, questo dato di fatto non può tuttavia costituire il punto di partenza per l’esame com
plessivo» ( O p . C i t y Z3-24). 36. O p , C i t y 35-36.
37, Per un bilancio generale di rutta la sua opera si veda D.R. Ap-Thomas, A n A p p r e c ì a t i o n o f
S i g m u n d M o w i n c k e V s C o n t r i b u t i o n to B i b l i c a ] S t u d i e s : JBL 85 (1966) 3 15 3 15 .
3 3 4 S t o r i a d e il’ in te r p r o ta z io n e d e l S a lt e r io
Sam « 1 5 , 1 0 ss.; 1 Re 1 ; 2 R e 9 , 1 3 ; 1 1 , 1 2 ) , q u a n tu n q u e e la b o ra ta su s c a
la m itic a .
J a h v é d iv e n ta re n on s o lo d ’Isra e le m a d e lla te rra in te ra . Q u e sti s a lm i
e s o r ta n o tu tti i p o p o li a d a c c la m a r lo ; tutti gli a ltri dèi tre m a n o al su o
c o s p e tto e lo v e n e ra n o . T a le id ea u n iv e rsa lista si a c c o m p a g n a al g ra n d e
a tto ch e sta b ilisc e il re g n o di Ja h v é : la creazione (Sai, 9 3 , 1 ; 9 5 ,3 - 5 ; 9 6 ,
5 ); p e rc iò tu tte le c o se v e n g o n o e s o rta te a lo d a rlo . T a lv o lt a , ta n to n ei
s a lm is ti q u a n to n ei p r o fe ti, la c re a z io n e è d e sc ritta c o m e lo tta v itto r io s a
c o n tr o il d ra g o p rim itiv o o co n il m a re p rim o rd ia le e 1 s u o i m o stri: u n a
c o n c e z io n e m itic a d e lla c re a z io n e ch e p u ò essere d efin ita m ito d e lla b a t
ta g lia p rim o rd ia le o m ito d ella lo tta c o n tro il d ra g o . A c c a n to a lla c r e a
z io n e e a lla lo tta v itto r io s a in essa ra p p re s e n ta ta vien e ric o rd a to a n ch e
u n fo n d a m e n to s to ric o d el re g n o di Ja h v é : la creazione d'Israele c o m e
p o p o lo eletto , l ’e lez io n e c o m ’ è p re se n ta ta n e ll’e so d o d a ll’ E g itto , n e ll’ a t
tra v e rs a m e n to del m a re , n ella riv e la z io n e d i K a d e s e n e ll’ a lle a n z a del S i
n a i. Il m a re in cu i tr o v a r o n o la m o rte g li e g iz ia n i si tr a s fo r m a n el m a re
p r im o r d ia le (cfr. Es. 1 5 ,5 .8 ) ; e l ’E g itto d iven ta R a h a b , il d ra g o p r im iti
v o (cfr. Is . 3 0 ,7 ; Sai. 8 7 ,4 ).
c) La situazione cultuale
g) Forma e contenuto
dei salmi d Jintronizzazione veri e propri
b) La festa dell'alleanza
47, Sebbene il modello interpreta rivo di Weiser ricorra ad alcune coordinate teologiche diverse
da quelle di Mowinckel, entrambi pongono la festa dell'anno nuovo o festa delle capanne co
me cornice storico-re ligi osa e testimone della coltivazione e della trasmissione di gran parte
della poesia religiosa d’Israele,
I m a e stri d e ll’eseg esi c r itic a 3 4 1
48. Ci atteniamo essenzialmente alle sue opere: P s a lrr re n i-n, Neukìrchen *1972,; T e o lo g ìa dei
S a l m i , Brescia 1989.
49. Per le concezioni qui esposte si veda in particolare H -J. Kraus, F s a lm e n I, lxiv lx xx .
34 ^ S t o r ia d e ll’ in te r p r e ta z io n e d e l S a lte r io
b) / n o m i d i D i o e la tra d iz io n e d ì S io n
Nella liturgia d’ingresso descritta nel Sai. 14 Jahvé è definito «re della
gloria». Alcuni pensano che l’epiteto «re» applicato a Jahvé abbia la
propria origine sul Sinai. Tuttavia, a motivo della fortuna e dei fonda
mentali contributi dello studio della religione cananaica, Kraus respinge
la precedente interpretazione e s’interroga sugli elementi cananaici che
si devono considerare nell’esame del culto israelita, in particolare sulle
tradizioni cultuali preisraelitiche di Sion. L ’epiteto divino di «re», ap
partenente a un ampio complesso di tradizioni cultuali comuni ai popoli
dell'area siro-cananaica, era collegato al culto del «Dìo altissimo». Il
predominio polìtico di una regione o di una città comportava I’eleva-
zione della sua divinità locale al rango di «re degli dèi»/1 E noto che a
Ugarit Baal era venerato come «principe e signore della terra»53 e in tut
to il Vicino Oriente antico il «dio altissimo» era considerato «re», «si
gnore del cielo», «principe della terra» e «giudice». Il luogo sacro in cui
risiedeva questa divinità era considerato il centro del mondo.
Kraus suppone che questa concezione del «dio altissimo» si possa da
re per scontata nell’enclave gebusea che ricevette il nome di Gerusalem
me. Nel Salterio s’incontrano diversi nomi riferiti a Jahvé: ye l *é ljó n (dio
c) S io n e t S a lm i
54. Questo titolo fa parte dei t h e o l o g u m e n a sul «dio altissimo*. Jahvé, m quanto re della glo
ria, è intronizzato sull’oceano celeste (S a i. 1.9,10), ma il suo santuario è localizzato a Sion (S a i.
97,8; 99,2; cfr. Js. 6,5).
55. Il T.M. presenta la forma m ò ìe k * Moloch, ma non è da dimenticare che m e l e k (re) e m ò l e k
risalgono alla stessa radice e la traduzione greca suona a r c h o n .
I m a e s t r i d e ll’e s e g e s i c r i t i c a 34 5
propria indegnità davanti al Dio gjusto: «Chi può salire al monte dei Si
gnore, chi può restare nel suo luogo santo?» ( S a i 24,3). Airinterno del
santuario il pellegrino viene colpito in primo luogo dalla gloria di Sion,
celebrata in inni e poemi (cfr. S a i 48,3; 50,2; 78,69). Si tratta di tradi
zioni cultuali preisraelitiche che i cantori del tempio adottarono per glo
rificare lo splendore e l’inviolabilità di Sion. Dopo questo primo contat
to con il tempio la comunità cultuale si prosterna davanti a Jahvé; in
questo momento di riverente omaggio probabilmente erano cantati inni
in onore di questo Dio altissimo, re, creatore e giudice della terra.
A Sion il re davidico, in qualità di signore del tempio, rappresenta
una figura centrale della vita cultuale. I salmi regali nati in questo con
testo sono compenetrati di concezioni orientali sul monarca ideale. In
essi abbondano elementi del rituale di corte e dell’ideologia regale. La
vicinanza del re a Jahvé è espressa in termini di adozione (Sai, 2,7; n o ,
3): non a caso egli è il suo viceré, il suo unto, Perede della promessa fat
ta a Davide. Il popolo spera con entusiasmo nella sua giustizia.
I segnali d’identificazione di coloro che si avvicinano al Signore con
suppliche sono inconfondibili: chiamano se stessi ‘a n i, cànàw> ’e b j ò n , d a l ,
cioè «poveri». Povero è chi ha bisogno d’aiuto, colui che proprio per que
sto chiede il privilegio di accedere al santuario. Questo privilegio è impli
cito nella «carta costituzionale» di Sion (cfr, I s . 14,32). Il Dio d’Israele
è presente a Gerusalemme nel preciso intento di aiutare il povero. Quan
do Jahvé «interviene», mediante un’azione cultuale, mettendo fine alle
sue disgrazie, si hanno l’azione di grazie o le espressioni di fiducia.
Senza dubbio lo straordinario sforzo compiuto da Kraus per integrare
quasi tutti i tipi di salmi in un ciclo festivo in onore di Sion perde valore
per una serie di ragioni di diversa natura. La sua argomentazione è cer
to assai più debole di quella sviluppata da Weiser per la festa di rinno
vamento delPalleanza. In primo luogo Kraus, davanti all’assenza nel
l’Antico Testamento di un rituale di un’ipotetica festa di Sion, non è in
grado di ricostruire, a partire dai dati presenti nei salmi, gli aspetti più
rappresentativi di questa festa. Parlare deiPingresso in processione con
l’arca nel tempio e delle acclamazioni dell’assemblea cultuale rappresen
ta una serie di dati validi anche per le teorie di Mowinckel e Weiser. Lo
stesso può dirsi per gli ingredienti culturali e religiosi dell’ideologia re
gale. Dove collocare l’elemento «giudizio», così frequente nei salmi, nel
la struttura della festa di Sion? Che dire dei salmi il cui contenuto sem
bra essere dissociato dalle attività cultuali in generale e dalla teologia di
Sion in particolare? Tra questi, qual è la sede vitale postulata dai cosid
detti «salmi sapienziali»?56 In definitiva tutto il repertorio argomentau-
56. Non è sufficiente affermare che «1 k o b a n i m come ‘scribi del tempio’ e i s o f er?m come ‘ scribi
di stato’ vissero sempre nella più stretta vicinanza... [e che] la sapienza di vita e di esperienza,
Storia dell’ interpretazione del Salterio
5. A lo n s o S c h ò k e t : la p r o s p e t t iv a p o e t ic a
All’inizio degli anni ’8o appare un’opera di questa personalità del mon
do degli studi biblici57 che imprime una svolta completamente originale
alla direzione della ricerca sui salmi. L’introduzione all’opera presenta
una serie di considerazioni programmatiche che potrebbero essere così
riassunte: nonostante il valore e l’utilità che, in determinati casi, posso
no avere gli approcci formali, storici o cultuali al Salterio, dovendo af
frontare la lettura dei salmi, e considerata la loro natura, è opportuno
impostare metodologicamente la ricerca a partire dalPanalisi poetica.
a) R e v is io n e d e l p r o g e t t o d i G u n k e l
l’epoca, perché ciò che conta in definitiva in un poema non è tanto ciò
che senti il poeta quanto la felicità delle sue espressioni. D’altra parte si
tratta di una contrapposizione sterile, perché è del tutto legittimo parla
re di una logica della passione, delle immagini e dei simboli. Anche se la
distinzione tra 1 motivi (innico, di supplica, profetico, sapienziale, ecc.)
può essere utile, si tratta di un elemento secondario rispetto alle imma
gini e ai simboli perché questi possono riscontrarsi sia sul terreno dei mo
tivi sia su quello dei procedimenti stilistici. Gli stilemi sono universali e
trascendono i confini di qualsiasi genere. Vi sono universali stilistici (al
litterazione e rima, ritmo e chiasmo, domanda retorica e prosopopea,
anafora e metafora, ecc.) come vi sono universali linguistici. Tutta que
sta serie di critiche porta Alonso Schòkel ad abbandonare decisamente
il maestro sul terreno della composizione dei salmi.
b) O lt r e G u n k e l
1. I l c o n c e t t o d ì m ito
sonaggi sono esseri umani».61 Attualmente gli storici delle religioni han
no definito i! concetto di mito studiandolo in rapporto alla storia. Il mi
to, secondo costoro, non solo è privo di fondamento storico, ma non in
tende neppure averlo, perché gli eventi che narra sono situati al di là del
tempo reale. In altre parole, il mito ha una propria nozione dì tempo: i!
tempo mitico, composto di U rz e it (tempo primordiale o spazio proto
logico) ed E n d z e ì t (tempo metastorico o spazio escatologico).61 Risulta
chiaramente che questa definizione di tempo è molto più ristretta di quel
la di Gunkel. La migliore definizione si deve, probabilmente, a Mircea
Eliade, A suo parere l’uomo primitivo, che sperimenta la propria esisten
za in termini religiosi, coltiva due categorie temporali: il tempo storico,
profano, lineare, privo di contenuto specificamente religioso, e il tempo
sacro, che si mamresta in diversi riti e cerimonie, La principale caratte
ristica del secondo è la reversibilità, nel senso che costantemente esso ri
torna al proprio punto di partenza formando un circolo, in contrasto
con la linearità del tempo profano. Il tempo sacro è, in realtà, il tempo
mitico primordiale presente nel tempo lineare. Questa concezione del
tempo, intersezione di sacro e profano, corrisponde alla necessità del
l’uomo religioso di farsi «contemporaneo degli dèi», di tornare a vivere
nel mondo come uscì dalle mani del creatore: fresco, puro e forte.
Nella concezione del mito quale qui si è delineata, l'atto della creazione
riveste un ruolo primordiale. Quest’atto, in quanto situato fuori dal
tempo, comporta Pidea che il mondo creato può sussistere solo a condi
zione di essere costantemente rinnovato. Il mito cerca di ricreare il mon
do e di far rinascere l’uomo. Sulla base di questo schema fondamentale,
la scuola mitico-rituale osserva che l'idea della «ripetizione» della crea
zione è collegata, in molte religioni primitive, a un ciclo festivo dell’an
no nuovo. Solo poche religioni non hanno percepito in termini religiosi
il ritmo di vita e morte impresso dalle stagioni alla natura. L ’uomo pri
mitivo vìveva in preda al terrore che, a un certo momento, cessasse la
regolarità del ciclo stagionale, minacciando così di morte la fertilità del
suolo e degli esseri umani. L’unico modo esistente per assicurare che non
prevalgano mai le stagioni sfavorevoli, in particolare l’inverno, su quelle
b) À l m tn ite m ì
ne cultuale dì Jahvé come Dio e signore della storia; dopo secoli di evo
luzione questa proclamazione entrò a far parte della composizione lette
raria del Pentateuco.
Un altro elemento mitologico, secondario ma importante, individuabi
le nel Salterio è il cosiddetto mito della b a tta g lia c o n t r o le n a z io n i , stret
tamente connesso alla città di Gerusalemme. In breve, questo mito nar
ra secondo categorie storiche la protezione provvidenziale di Sion eser
citata da Jahvé. I re della terra si coalizzano per attaccare la città santa;
nel momento più pericoloso Jahvé si manifesta e libera la propria città,
che da allora in poi potrà vivere sicura (Sai. 48,5-8; si veda al v. 8 la pro
fessione di fede cultuale). Nel Sai. 46 si coglie l’intima connessione tra il
mito della creazione e quello della battaglia contro le nazioni: le dimen
sioni cosmiche dei vv. 2-4 lasciano il posto ai tratti «storici» dei vv. 5-7.
Nonostante la possibile validità dell’interpretazione storica di questi sal
mi, sostenuta da altri, i rappresentanti di questa scuola ritengono che
Panatisi più adeguata è quella cultuale: gli eventi narrati in questi sal
mi sono in realtà avvenimenti vissuti e sperimentati dalla comunità nel
dramma cultuale. Non si tratta di avvenimenti esterni, politici, poiché
altrimenti non si spiegherebbero, ad esempio, le parole del S a i 2 che
concepiscono i re della terra come vassalli ribelli al re di Gerusalemme
(vv. 1-3), fatto che non accadde mai nella storia d’Israele. Simili espres
sioni sono spiegabili e valide solo nel mondo variopinto del mito. Per
concludere, se il mito delPesodo è una forma specificamente israelitica
del mito della creazione comune nel Vicino Oriente, quello della batta
glia contro le nazioni rappresenta una versione gerosolimitana del me
desimo mito. Si tratterebbe di una porzione dell’eredità mitologica del
santuario cananaico di E1 Eljon, che Israele fece propria dopo la conqui
sta della città-stato di Sion.
Un terzo mitema presente nel Salterio è quello dell’in t r o n iz z a z io n e di
Jahvé. È opportuno ricordare, anzitutto, che nel modello ugaritico del
mito festivo dell’anno nuovo, accanto alla battaglia con il drago primor
diale venivano ricordate la morte e la risurrezione di Baal, dio della fer
tilità, il suo successivo matrimonio sacro con la sorella Anat (sua libera
trice) e la sua intronizzazione come re degli dèi e degli uomini. Se, da un
lato, Jahvé non era un dio soggetto a morte e risurrezione e, dall’altro,
il suo culto non prevedeva un matrimonio sacro, è naturale che sia im
possibile individuare nel Salterio questi due elementi mitologici. In com
penso non si può dire lo stesso del tema dell’ intronizzazione/66
66. Per non dilungarci troppo rinviamo a quanto sopra si è detto a proposito di Mowinckel.
c) L a perso n a d e l re nella m ito lo g ia d e l Salterio
D a l r a c c o n t o di x R e 6 , 3 7 - 7 , 8 si p u ò d e d u rr e ch e l’ a m b iz io s o p r o g e t t o p o
litic o di S a lo m o n e c o m p r e n d e v a la c o s tr u z io n e di un t e m p io . Il c u lt o di
q u e s t o te m p io e ra o r ie n t a t o a m a n te n e r e su l tr o n o la c a s a r e a le d a v i d i
c a ; la fu n z io n e p o litic a d el c u lt o e ra c h ia r a n o n s o lo a G e r u s a le m m e ,
m a a n c h e in a ltri a m b it i g e o g r a fic i e c u lt u r a li c o n t e m p o r a n e i. T e m p i o e
p o t e r e re g a le e r a n o s tr e tta m e n te v in c o la t i, c o m e im p lic a la d is c u s s io n e
tr a A m a s i a e A m o s s u lle a ttiv ità del p r o fe t a in to rn o al s a n t u a r io di B e te l
(c fr. A m . 7 , 1 3 ) . Il Sai. 1 3 2 , c h e s e c o n d o la s c u o la m it ic o -r it u a le a p p a r
te n e v a al c o m p le s s o fe s t iv o d e lP a n n o n u o v o is r a e lita , p a r la d ella s tr e tta
r e la z io n e tra il re e il te m p io (v v . 1 1 - 1 4 ) . D i c o n s e g u e n z a il r in n o v a m e n
to d e ll’ a lle a n z a tra J a h v é e la c a s a d in a s tic a d a v id ic a c o s t it u iv a un a lt r o
e le m e n to im p o r ta n te d e l ritu a le fe stiv o d e lla fe sta d e lP a n n o n u o v o (si
veda Sai. z i , z - 8 ; 8 9 , 1 0 - 3 8 ) . L a b e n e d iz io n e di J a h v é , r i v o l t a a lla te r r a
p e r p r o p iz ia r n e la fe c o n d it à , e r a a c c o m p a g n a t a d a lla su a b e n e d iz io n e a l
la c a s a re a le a ffin c h é n o n le m a n c a s s e m a i un ere d e ch e la p e r p e t u a s s e .
L a s c u o la m it ic o -r it u a le p r o s e g u e la p r o p r ia r ifle s s io n e , c o n d e d u z io n i
a r r is c h ia t e , r ile v a n d o c h e n ei s a lm i il m o n a r c a riv e ste fu n z io n i q u a s i d i
v in e . N o n s o lo è P « u n t o » e il « fig lio d i D i o » (c fr . S a i 2 , 7 ; 8 9 , 2 7 s .) , m a
in un p a s s a g g io is o la to , e p p u r e s ig n ific a t iv o , ric e v e il tito lo d i « d io » {S a i
4 5 , 7 ) . S u lla b a s e d i un s im ile s ta tu to e g li p u ò r iv e n d ic a r e la s ig n o r ia su l
m o n d o (c fr. S a i 7 2 , 8 ) e p o r r e in p r a t ic a le n o rm e sta b ilire d a J a h v é p e r
s t r u t t u r a r e la s o c ie tà : ta le è, in e b r a ic o , il s ig n ific a to del te r m in e « g iu s t i
z ia » (si v e d a S a i 4 5 , 7 s ,). A n c h e su lla b a se di q u e sti tito li il s u o r e g n o è
c o n n e s s o c o n la fe r tilità ; g r a z ie a lui la p io g g ia a r r iv a a t e m p o d e b ito e
il g r a n o si m o ltip lic a g e n e r o s a m e n te (si v e d a S a i 7 2 , 6 s , i 6 ) . S e c o n d o la
p r o s p e t t iv a d e lla s t o r ia c o m p a r a t a d e lle re lig io n i ris u lta c h ia r o c h e l 'i d e o
lo g ia r e g a le del V ic in o O r ie n t e e ra s t a t a a s s im ila ta se n z a a t t e n u a z io n i in
I s r a e le , s e p p u r e su s c a la d o m e s tic a , e a p p lic a t a al m o n a r c a d a v id ic o . N e l
c o r s o d e lla fe s ta a u tu n n a le d e ll a n n o n u o v o v e n iv a r in n o v a t a l’ a lle a n z a
tra J a h v é e la c a s a r e a le , un a lle a n z a c o s t it u t iv a d e li1o r g a n iz z a z io n e s o
c i o - p o li t i c a e c o n d iz io n e in d is p e n s a b ile p e r la fe c o n d ità is titu z io n a le e
s o c ia le .
A p r o p o s ito d eg li e le m e n ti c o stitu tiv i del ritu ale d e ll’ a n n o n u o v o d e l
la fe s ta b ab ilo n e se A kttu (v. s o p ra ), gli esp o n en ti d ella s c u o la m itic o -ri
tu a le si c h ie d o n o se la c o rrisp o n d e n te festa israe lita non in c lu d e sse e le
m en ti id e n tici, ris c o n tra b ili nei sa lm i. N e lla d ra m m a tiz z a z io n e d i A k itu
il re e ra so tto p o sto p u b b lic a m e n te a un p ro c e sso c o m p o sto d a d u e e le
m en ti: rifiu to del re d a p a rte del d io e su c c e ssiv a a c c o g lie n z a d iv in a c o
m e g iu sto g o v e rn a n te del p o p o lo . N e l ritu a le d e l q u in to g io r n o di q u e
sta fe sta il re, s c o rta to d ai s a c e rd o ti, si p re se n ta v a di fro n te a lla sta tu a
S a lte rio e m ito lo g ia 3 5 5
d e l d io ; il s o m m o s a c e r d o te lo p r i v a v a d e lle in se g n e r e a li, lo s c h i a f f e g
g i a v a e, t ir a n d o lo p er le o r e c c h ie , lo o b b l ig a v a a in g in o c c h ia r s i d a v a n t i
a l d io , m e n tr e il re r e c ita v a u n a p e r o r a z io n e a p r o p r ia d is c o lp a . S u b it o
d o p o r ic e v e v a u n o r a c o lo d i c o n s o la z io n e e di b e n e d iz io n e e g li v e n i v a
n o r e s titu ite le in s e g n e ch e n e t e s t im o n ia v a n o la d ig n ità . S e n o n p ia n g e
v a , il s o m m o s a c e r d o t e t o r n a v a a c o lp ir lo : e ra u n s e g n a le in d u b b io c h e
il d io e ra a n c o r a a d ir a t o ; i su o i n e m ic i s a r e b b e r o in s o r ti in a rm i e l 'a v r e b
b e r o c o n d o t t o a lla r o v in a . R a g g iu n t o q u e s to e s tr e m o , la s c u o la m it ic o -
r itu a le r ic e r c a n el S a lt e r io e v e n tu a li p a r a lle li, fo r m u la n d o le c o n c l u s io
ni fo r s e p iù s t r a v a g a n t i d i tu tta la t e o r ia . S e c o n d o g li e s p o n e n ti di ta le
s c u o la , u n b u o n n u m e r o di s a lm i p o tr e b b e e sse re m e g lio c o m p r e s o se si
a c c e tta s s e c o m e s itu a z io n e v ita le un r itu a le r e g a le d e ll’ a n n o n u o v o tra le
c u i c e r im o n ie si in c lu d e s s e il rifiu ró t e m p o r a n e o del m o n a r c a d a v id ic o
d a p a r t e di J a h v é , c o m e a p p a r e a d e s e m p io in S a i 8 9 ,3 9 -4 6 . I vv. 4 7 -5 2 ,
r a p p r e s e n t a n o u n a p r e g h ie r a d h n te i c e s s io n e a ffin c h é J a h v é s a lv i il re .
S u b it o d o p o l'a s s e m b le a r e c it a v a u n ’ a z io n e d i g r a z ie c o n le c a r a t t e r is t i
c h e di S a i 1 8 , in c u i, ai v v . 5 - 7 , si t r o v a l ’ u m ilia z io n e c u lt u a le d el re. L e
d im e n s io n i c o s m ic h e d e lla p r e g h ie r a (v v . 8 - 1 6 ) d im o s t r a n o ch e il re s o f
fe re n te s ta in v o c a n d o il d io c r e a t o r e . A l t r i s a lm i, p r o b a b ilm e n t e c o r r e
la ti c o n q u e s ta t r a d iz io n e , s o n o 2 2 ( s o p r a t tu t to v v . 1 3 - 2 . 2 ) , 6 9 (in p a r t i
c o la r e v v . 1 - 3 ) e 8 8 .
posito della «grande montagna» ricordiamo gli elementi mitologici sottesi alla
teologia di Sion,(Sal. 48,3; cfr. Is . 2,2 ss.; 14 ,13 s.). Il «monte del ruscello» è un
mitema orientale ugualmente connesso a Sion in Sai. 46,4 s. (cfr. Sai. 65,10; Is.
33,20 s.; Ez . 47; Gl. 4,18; Zacc. 14,8). D’altra parte è interessante osservare al
tri paralleli propri degli inni. Se nel poema sumero-accadico sopra riportato sono
citati uomini e animali in quest'attesa anelante alla luce solare (immagine della
«salvezza»), in S a i 104 si trovano alcuni elementi istruttivi: anche fiumi e mon
tagne in rapporto al sostentamento delle bestie (vv. io -11.13 - 14 ) ; pure gli ani
mali dipendono dalla benevolenza divina per la loro sussistenza70 (w. 27-30; de
finita come «salvezza» in Sai. 36,7); inoltre, per concludere, gli animali si asso
ciano alla lode divina in Sai. 148,10.
IV . P R O B L E M I A P E R T I
N o n è d iffic ile c o m p re n d e re ch e, d o p o v e n ti se co li di p re g h ie ra e d i s tu
d io su i s a lm i, s ia n o state a ffro n ta te in n u m e re v o li q u e stio n i su l S a lte rio ,
a p a rtire d a lle più d iv e rse cre d en z e e d a i p u n ti di v is ta p iù s v a ria ti. S i p u ò
a ffe r m a r e ch e m o lti di q u esti p ro b le m i, ch e in u n 'e p o c a n on m o lto r e
m o ta su sc ita v a n o a p p a s s io n a te c o n tro v e rs ie , so n o e n tra ti a fa r p a rte d e l
la communìs opìnìo d e g li sp e c ia listi. A ltr i c o n tin u a n o a su sc ita re in t e
re sse , i r a q u e sti, a lc u n i so n o sta ti q u a s i d e fin itiv a m e n te a c c a n to n a ti in
p a rte p e r la lo ro s c a rsa c o n sisten za e in p a rte p erch é m a n c a n o i d a ti n e
c e ss a ri p e r a ffr o n ta r e u n o stu d io c o n m in im e g a ra n z ie di su c c e sso . A lt r i
in v e c e c o n tin u a n o a essere m o riv o d 'a tte n z io n e p e r il lo r o c a ra tte re d e
c is iv o p e r la fed e e la te o lo g ia b ib lic a , o p erch é lo sp e c ia lis ta n u tre il r a
g io n e v o le so sp e tto che u n a m ig lio re c o n o sc e n z a d el S a lte rio e d elle le tte
r a t u r e e x tra b ib lic h e p a ra lle le p o tre b b e ro , c o n l'a n d a r e del te m p o , a v e r
r a g io n e d e lla re siste n z a che m o lti testi o p p o n g o n o a ll'in te rp re ta z io n e .
A m io p a re re a n c o r a non è sta ta d etta l'u ltim a p a r o la sui sa lm i d 'in t r o
n iz z a z io n e . L a le tte ra tu ra è a m p ia , m a so n o sta ti to c c a ti so lta n to a sp e tti
p a r z ia li di q u esti s a lm i; su lla b ase di una p re c o m p re n sio n e d o g m a tic a o
s p iritu a le g g ia n te , c i si o p p o n e a d a lc u n e c o n c lu sio n i c h e p a io n o a v v e n
ta te . C o s ì sa re b b e o p p o rtu n o s o tto p o rre a re v isio n e a lc u n i a sp e tti d ella
te si d i M o w in c k e l su lla festa d ’ in tro n iz z a z io n e di J a h v é , c o n te sto v ita le ,
a su o p a re re , n o n so lo dei c o sid d e tti sa lm i d 'in tro n iz z a z io n e , m a d i un
g ra n n u m ero di p o e m i d el S a lte rio . D a q u a n d o p u b b lic ò la p ro p ria te si,
l ’ ese g e ta n o rv e g e se h a sem p re a v u to s o s te n ito r i71 e d e tr a tto r i.71 O ltre a g li
70. È interessante il parallelo tra «volgere gli occhi alla luce» (descrizione positiva) dell’ inno
sumerico e l’espressione «nascondere il volto» (versione negativa) di Sai. 10 4 ,19 ,
7 1 . Ad es. E. Lipinski, La Royauté de Yabwé dans la poesie et le culte de Vartcien Israel,
Bruxelles 1 i9 ^ 8 ; J. G ray, The Biblical Doctrine o f thè Reign o f God, Edinburgh 19 7 9 , 7 - 7 1;
B. Halpern, The Constitution o f thè Monarchy tn Israel, Chico, Cai. 1 9 8 1 , 5 1-10 9 ; J. Day,
G o d’s Conflict tvith thè Dragon and thè Sea, Cambridge 19 8 5 , spec. 3 8 - 2 1. 35 -37 ; T .N .D .
) j8 S t o n a d e l i'm t e r p r e t a z ìo n e d e i S a lt e r io
a s p e tti di tip o s t o r ic o , s a r e b b e o p p o r t u n o c o n c e n t r a r s i su l r a p p o r t o tr a
q u e s to tip o d i s a lm i e l ’ e s c a t o l o g i a / 3 r ic e r c a n d o s o p r a t t u t t o le a ffin ità
fo r m a i] e c o n t e n u t is t ic h e c o n gli inni d el D e u t e r o -I s a ia . N e l l ’ a m b it o d ì
q u e s t a s te s s a im p o s t a z io n e , si d o v r e b b e r iv e d e r e il r a p p o r t o tra la fe sta
d c lP a n n o n u o v o e la fe s ta d el r in n o v a m e n t o d e lf’ a lle a n z a , d ife s o d a W e i-
se r (v . s o p r a , 1 1 , 3 ) , o c o n l ’ ip o t e t ic a fe sta di S io n s tu d ia ta d a K r a u s (v.
s o p r a , 11,4 ) .
L a s c u o la m it ic o - n t u a l e (v. s o p r a , i n ) , a ttu a lm e n te b en r a p p r e s e n t a
t a ,7"1 s o s tie n e u n a c o n c e z io n e d iv in a d e lla r e g a lità is r a e litic a , in g e n e r a le ,
e u n a c o n n e s s io n e d r a m m a t ic a (n el q u a d r o di c e r te r a p p r e s e n t a z io n i
c u lt u a li) tra J a h v c e il r e , in v e ste di su o lu o g o te n e n te , in p a r t ic o l a r e , ch e
t a lo r a s e m b r a s u p e r a r e c o n e c c e s s iv a d is in v o lt u r a i lim iti d e ll’ o g g e t t iv it à
r a p p r e s e n t a t i d a l te sto b ib lic o in sé. L o s tu d io c o m p a r a t iv o d ei m a te r ia li
«
Mettinger, In Starci? of God. The Meantng and Message of thè E verlasting Nantes, Phiiadel-
phia 19 8 7 ; J. Day, Psalms, 67-87,
72. Pur mettendo in relazione, con M owinckel, la festa delle capanne alla regalità di Jahvé, al
curii non credono nell’esistenza di una festa per l’intronizzazione; cfr. tra gli altri H. Scbmidt,
Die Thronfahrt Yabvehs, Tìibingen 19 2 7 ; A,R. Johnson, Sacrai Kingship in Ancient Israel, Car-
diff *19 6 7; J. Jeremias, Das Kònìgtum Gottes in den P&almen, Gòttingen 19 8 7; B .C . Qllenbur
ger, Z/ottj thè City of thè Great King, 2.3-52. Altri negano il rapporto tra la festa deile capan
ne e l'intronizzazione di Jahvé con la celebrazione della sua regalità; cfr. N .H . Snaith, The Jew-
ish New Year Festival, London 1 9 4 7 ,1 9 5 - 1 0 3 ; S. Àalen, Die Begrìffe «Lichi» und «Finstertiis»
im Alten Testamenti irti Spdtjudentum und im Kabbtnismus, Oslo 1 9 5 1 , 60*63; R . de Vaux, Le
istituzioni dell Antico Pestamente, 483-485.
73. Cfr. sopra, pp. 3 10 -3 2 2 e la discussione sul tema in II. GunkeJ, Introducesti, 1 1 1 - 1 3 2 .
74. Ad es, S.H. Hooke (ed.), Mytht Rituaì and Kingship, Essays on thè Theory and Fradice o f
Kingship m thè Ancient Near Edst and Israel, Oxford 19 5 8 ; A .R, Johnson, Sacrai Kingship in
Ancient Israel, C ardiff *1967; I, bngnell, Studìes in Diurne Kingship in thè Ancient Near East,
Oxford 19 6 7 ; D. Anders-Richards, The Drama of thè Psalms, London 19 6 8 ; J.H . Eaton, The
Fsalms come Alive, London-Oxford 1984; Idem, Kingship and thè Psalms, Sheffield *1986.
75. Cfr, ad esempio le osservazioni di J.H . Hayes (ed ), O/d Testament Criticism, San Antonio
19 7 4 , 208; si vedano sopra (cap. xi, 11,3) le nostre considerazioni.
76. Su questa problematica cfr. H . Gunkel, Introduceteti, 39 5-4 0 1; S. M owinckel, Psalms and
Wisdonr. VTS 3 (19 55) 10 4 -2 2 4 ; R.E. Murphy, A Consideration o f thè Cldssificatìor. Wts-
P ro b le m i aperri 35 9
t r o v a r e la c h ia v e p e r P in d iv id u a z io n e d i e le m e n ti s a p ie n z ia li is o la ti n e i
S a lt e r io ? un p r e s u n to e le m e n to s a p ie n z ia le h a la ste s s a im p o r t a n z a in un
s a lm o e in u n ’ o p e r a d ire tta m e n te a s c r iv ib ìle al g e n e re s a p ie n z ia le ? 77
P u r r ite n e n d o c h e i « s a lm i r e g a li» n o n c o s tit u is c a n o u n g e n e re le t t e r a
rio p e c u l ia r e ,7* d e d u c ib ile d a a s p e tti s tr e tta m e n te fo r m a li, c r e d o c h e n o n
si sia p la c a t a la p o le m ic a s u ll’ e tà di q u e s to t ip o d i p o e s ia e su l s u o c o n
te s to v it a le . U n l a v o r o di q u e s to g e n e r e , o ltre a s o t t o p o r r e a r e v is io n e le
p o s iz io n i in p a r te c o n tr a s ta n ti d i G u n k e l e M o w i n c k e l a p a r tir e d a lle r i
g o r o s e a n a lisi te stu a li dei p o e m i c o n s id e r a t i « r e g a li» d a lla m a g g io r a n z a
d e g li s t u d io s i,™ d o v r e b b e te n e r c o n t o d ei c o n tr ib u ti p iù r e c e n ti.80
U n ’ u ltim a o s s e r v a z io n e su l r a p p o r t o tra s a lm i e s o c io lo g ia . A u t o r e v o
li s tu d io s i h a n n o r e c e n te m e n te m e s s o d a p a rte le p r e o c c u p a z io n i, a lo r o
a v v is o g ià in v e c c h ia te , p e r g li stu d i fo r m a li, in c e n t r a n d o la lo r o r ic e r c a
su i s a lm i a p a r t ir e d a lla s o c io lo g ia : N . K , G o t t w a l d 81 e W . B r u e g g e -
m a n n .8* N o n o s t a n t e le d iffic o ltà , le e s a g e r a z io n i e le in e v ita b ili im p r e c i
s io n i tip ic h e d e lle o p e re p io n ie r is tic h e , q u e s ti s tu d i h a n n o a p e r t o u n a
v ia di r ic e r c a su i s a lm i d e s tin a ta in d u b b ia m e n te a d a v e r e u n f u t u r o .83
doni Psatms*: VTS 9 (1963) 356 ss.; H. Remelt, Die altorientahsche und biblische Weìsheit
und ihr Emfiuss auf den Psalter (diss.), Freiburg i.Br. 1966; G. von Rad, Sapienza, 17 0 -17 2 ;
A, Hurvitz, Wisdom Vocabulary in thè Hebreio Psatter, A Contribution to thè Study of Wìs-
dom Psalms: V T 38 (1988) 41 51.
77. Il ricercatore non dovrebbe limitarsi all'individuazione di un lessico o di formule ipoteti
camente sapienziali. Di fronte alla presenza in un salino di una beatitudine, di un'istruzione o
di qualsivoglia altra forma tipica del linguaggio sapienziale si deve andare oltre la mera iden
tificazione e interrogarsi sull'importanza e la funzione dì questi elementi nel contesto della pie
rà dei salmi in generale e di quel salmo in particolare.
78. Su questa problematica si veda sopra, cap. ix, 11,3 d.
79. Non è stato raggiunto un consenso esplicito su quali salmi debbano essere considerati «re
gali», benché non manchi un accordo implicito. Le discrepanze c le coincidenze sono chiare.
H. Gunkel cita i salmi 2; 18 ; 20; 2 1; 45; 7 1 ; i o i j n o ; 1 3 2 ; 14 4 ,1 i r : cfr. Introducción, 1 6 1 ;
S. M owinckel non cita il 144 e aggiunge i salmi 18 ; 6 1 ; 63; 89 e molti altri: cfr. tsraePs Wor-
ship 1, 47; C. Westermann include quelli individuati da Mowinckel nel repertorio di Gunkel:
cfr. Salmi. Genesi ed esegesi, Casale M onf. 1990, 15 -16 ; H.-J. Kraus aggiunge alla lista di G un
kel il solo salmo 89: cfr. Psatrnm i, n i, e la stessa scelta è adottata da L. Alonso Schòkel: cfr.
Salmi I, l o z - r o j . Sul fondamento delle argomentazioni pertinenti alla catalogazione dei «sal
mi regali» cfr. H.J. Eaton, Kingship and thè Psalms, 1 26.
80. Soprattutto O. Loretz, Die Kònigspsahnen, Die orientahscben-kartaanaische Kónigstradi-
tion in jttdischer Sichtt Teil 1 (Ugaritisch-Biblische Literatur 6), Altenberge/Munster 1988.
Inoltre J. de Fraine, Uaspect religieux de la royaitté israéltte, Roma 19 5 4 ; A .R . Johnson, Sac
rai Kingship in Ancient Israele Cardiff 19 5 5 ; L. Widengren, Sakrates Kónigtum im Alten Te-
stament und im ]udentumì Stuttgart 19 5 5 ; K.M, fternhardt, Das Problem der altorìentaiischen
Konigsideologie im Alten Testament tmter besonéerer Beritcksìchtigung der Geschichte der
Psalmenexegese dargestellt und kntisch gewtirdigt, Leiden 19 6 1; J,H . Eaton, Kingship and thè
Psalmsy Sheffield *19 8 6.
8 1. The Hebretv Btble. A Socio-Literary Introductinn, Phdadelphia 19 8 5 , spec. 5 2 2 -5 4 1.
8 a . IsraePs Praise. Doxoìogy again SI ìdolatry and ìdeology, Philadelphia 1988.
83. Al riguardo si veda W.H. Bellmger jr., P$aìfrts3 Peabody, M ass. 19 9 0 , 14 6 -15 0 .
V. B IB L IO G R A FIA C O M M EN TA TA
Alonso Schòkel, L, - Camiti, C., / Salmi, Roma 1992-1993, 2 voli, L/opera si apre
con un’ampia introduzione di cento venticinque pagine suddivisa in due sezioni:
storia delPinterpretazione dei Salmi e lavori in sospeso; introduzione ai Salmi. La
problematica relativa al Salterio è affrontata quasi esaustivamente, con stile, pro
fondità, professionalità e sensibilità letteraria. L'elemento più nuovo nella storia
dell’interpretazione qui delineata è la parte dedicata all’antichità e al medioevo.
Sotto i titoli «lavori in sospeso» e «l’appropriazione» gli autori dispiegano la lo
ro grande conoscenza del Salterio e le loro qualità pedagogiche, dando mostra
d’indiscutibile profondità religiosa. La nutrita bibliografìa è ordinata per tefiii.
I commenti ai Salmi seguono in parte le direttrici dei grandi commenti. L ’e
spressione «in parte» non ha qui valore di riduzione ma di somma. Alla già clas
sica disposizione «testo», «bibliografia», «analisi filologica» ed «esegesi» gli au
tori aggiungono «studio globale» e «trasposizione cristiana». Nello studio globa
le si Lrovano i contributi piu originali a partire dall’ambito della retorica, della
linguistica e della letteratura; analisi di sonorità, individuazione di strutture, stu
dio d’immagim e sistemi simbolici aiutano il lettore a leggere i Salmi in modo
davvero nuovo. Nella trasposizione cristiana gli autori non si limitano a un re
pertorio di commenti patristici o a un elenco di paralleli neotestamentari. Il con
tributo personale a partire dalla propria fede arricchisce la validità del salmo in
questione. Tutte queste qualità ne fanno uno dei tre migliori commenti ai salmi
del secolo XX.
Eriggs, Ch.A., The Book 0/ Psalms (ICC), Edinburgh 1906, rist. 19 7 6 , 1 voli.
Quest’opera appartiene al prestigioso «International Criticai Commentary». Il
primo volume comprende un introduzione di novantuno pagine e il commento ai
primi cinquanta Salmi. L’introduzione è dedicata al testo dei Salmi e alla poesia
ebraica, alle teorie critiche elaborate nel corso della storia, alla canonicità e alla
storia dell’interpretazione. Pressoché tutti i problemi e aspetti vengono affrontati
con attenzione e profondità. Riguardo al commento, l’analisi del testo è magi
strale, fino a oggi insuperata: minuzie grammaticali, valutazione delle varianti te
stuali, ricorso a codici ebraici o di altre versioni. Per contro, si registrano due im
portanti lacune: la scarsa sensibilità letteraria e l’assenza quasi totale di afflato
religioso.
Dahood, M., Psalms (AB), New York 1965-70, 3 voli. Questo commento ap
partiene alla «Anchor Bible», di fama inrernazionale per i suoi straordinari con
tributi. In realtà non si tratta precisamente di un opera ascrivibile al genere lette
rario del «commento», almeno nell'accezione tradizionale del termine, ma di
prolegomeni (cfr. voi. r, p. xvn). Nell’introduzione si troveranno informazioni
sulle scoperte di Ugarit, sul problema deTT,M. del Salterio e su questioni gram
maticali e lessicografiche ebraiche. Al termine dell’opera, con la collaborazione
di T. Penar, Dahood presenta nn interessante «grammatica del Salterio» (voi, in,
pp. 361-456) nella quale affronta questioni di ortografia, fonetica, pronomi, so
stantivi, verbi, preposizioni, particelle, sintassi, procedimenti poetici e paralleli
smi lessicali tra il Salterio e la letteratura ugaritica. AlPinterno del limiti che l’au
tore si è posto, si tratta indubbiamente di un’opera straordinaria. Il maggior ri
Bibliografia co m m en tata 36 1
schio che presenta, tuttavia, consiste nello sforzo smodato che Dahood profonde
per illuminare il testo dei Salmi a partire dalFugaritico. Non si può negare che in
alcuni casi i risultati rappresentino una gradita sorpresa, ma per lo piti lasciano a
desiderare. L ’eccessiva fantasia finisce per rendere oscure parti del T .M ., non bi
sognose di chiarimenti.
Delitzsch, F., BìlAhcher Kommentar uber die Psalmèn, Leipzig 51894, 3 voli.
( ra ed. 1859-60) (anche 'in tr. ingl. in un unico volume: Psalms> «Commentary on
thè Old Testamenti, Grand Rapids 1980). Mcommento è preceduto da un’estesa
introduzione sulla problematica generale del libro dei Salmi: collocazione del Sal
terio tra gli agiografi e 1 libri poetici; storia della composizione dei Salmi; orìgine
della raccolta; musica e salmodia; storia del F interpretazione; considerazioni teo
logiche, ecc. Nello svolgimento del commento il lettore ammirerà la profonda co
noscenza dimostrata dalFautore in campo linguistico (latino, greco, ebraico, ara-
rnaico, arabo) e il profondo significato religioso delle sue interpretazioni e osser
vazioni. D’altra parte la sua conoscenza della patristica arricchisce considerevol
mente il commento, collegando con finezza il passato e il presente dei Salmi nella
vita della chiesa. Perdonando all’autore alcuni pregiudizi tipici dell’epoca, non e
eccessivo affermare che è questo uno dei migliori sei commenti ai salmi che mai
siano stati scritti.
Gerstenberger, E.S., Psalms 1 (FOTL xiv), Grand Rapids 1987. È il volume
xiv della collana «The Forms of thè Old Testament Literature». L'introduzione
all’opera è dedicata alla poesia cultuale (canto, rito e culto; cerimoniale nel Vici
no Oriente antico; servizi regolari e particolari in Israele; generi della poesia cul
tuale; culto e storia sociale). Le classiche questioni introduttive al Salterio occu
pano il primo capitolo dell’opera propriamente detta (lo sviluppo del Salterio; il
contesto sociale dei Salmi; il linguaggio poetico; verso una teologia dei Salmi; I
«libri» del Salterio). Lo studio di ciascun salmo segue uno schema fisso: proble
mi testuali; struttura letteraria; genere; contesto vitale; intenzione; bibliografia.
Come si può vedere, questo tipo di commento corrisponde chiaramente alFob-
biettivo della collana di cui fa parte: esporre prevalentemente le forme della let
teratura delFAntico Testamento. Da questo punto di vista è particolarmente no
tevole Fesa me dei rapporti tra i Salmi, la liturgia e il culto d’Israele.
Gunkel, H., Dte Psahnet1, Gottingen 1926, 1968. «L’epoca che ora volge al
tramonto... era ben disposta a lasciarsi impressionare dalle figure grandiose e im
pressionanti dei profeti, ma era meno proclive a comprendere, con amorosa pe
netrazione, il mondo più semplice e uniforme dei salmisti... I Salmi, dei quali già
è difficile individuare l’epoca di composizione, attiravano assai poco l’attenzione
dei ricercatori e addirittura rischiavano di scomparire tra le brume di un'età tar
da poco apprezzata da quella scuola (quella di Wellhausen) ... Possiamo così spie
garci perché molti dei nostri commenti ai salmi... non abbiano potuto superare
una certa aridità e mancanza di sensibilità. In questo campo, critica e scienza lin
guistica occupavano il primo piano, mentre retrocedevano sullo sfondo religiosi
tà e poesia» (p. v, corsivo nostro).
Questo brano, tratto dall1introduzione, definisce chiaramente il panorama del
la ricerca sui Salmi all’epoca di Gunkel e gli obbiettivi e la portata della sua ope
ra. Il suo straordinario commento propone una nuova comprensione della poesia
3 6i Storia deiBinterpretazìone dei Salterio
ebraica e un nuovo approccio allo spirito religioso dei salmi. Questo è il suo gran
de contributo alla storia deila ricerca.
Gunkel, H., Bmleitung in die Psalmen, Gòtringen 1933, 1966 (anche in tra
duzione spagnola: Introducción a los salmos, Valencia 1983). In quest'opera il
maestro tedesco espone i principi che ne guidano e informano il commento ai Sal
mi. Opera della maturità dell'autore (completata dal discepolo Joachim Begrich)
che inaugura un metodo e un'epoca; indispensabile nella biblioteca del frequen
tatore dei Salmi e dello studioso. Per un giudizio si rinvia a quanto se ne è detto
in questo capitolo.
Jacquct, L., Le$ Psaumes et le coeur de Vhomme, Bruxelles 1975-79, 3 voli.
Dopo alcune considerazioni preliminari di carattere generale, quest’opera monu
mentale si apre con una bibliografia di trentaquattro pagine. L’introduzione (pp.
67-197) affronta la consueta tematica propedeutica: posizione del Salterio nella
Bibbia e canonicità; numero e numerazione dei Salmi; le raccolte del Salterio; ti
toli e intestazioni; origine dei Salmi; testo e versioni; struttura poetica dei Salmi;
Salmi biblici e poemi profani; il Salterio, libro di preghiera universale; consigli
per un uso proficuo del Salterio; il Salterio e le liturgie.
Il paradigma analitico applicato a ciascun salino è composto dalle seguenti par
ti: traduzione; presentazione; annotazioni critiche; note esegetiche; orientamento
cristiano; utilizzazione neotestamentaria e/o liturgica; conclusioni. La presenta
zione offre considerazioni sul genere letterario, la trasmissione del testo, l’epoca
di composizione, i possibili riferimenti storici, ecc. Le annotazioni critiche sul te
sto sono brevi ma sufficienti. Le note esegetiche costituiscono il commento vero e
proprio, versetto per versetto. Nell'orientamento cristiano l’autore non ricorre
solo al Nuovo Testamento, alla patristica e ad altri commentatori moderni; cita
spesso anche scrittori cristiani moderni e contemporanei (Pascal, Claudel, Berna-
nos, Ch. de Foucauld, ecc.). La sezione intitolata «Per concludere» è una pia ora
zione, opera dell’autore, collegata alla tematica de! salmo in questione. À favore
di questo commento vi è il ricorso alla patristica e alla tradizione giudaica; con
tro si può addurre la farraginosità, la mancanza d’inreresse letterario e di slancio
critico e una tendenza spiritualcggiante un po’ datata.
Kraus, H.-J., Psalmen^ Neukirchen/VIuyn 1960, *1978, 2 voli. (tr. sp. del solo
voi. i: Los salmos 1, Salamanca 1993). Opera già classica, sulla linea dei grandi
commenti ai Salmi. L ’introduzione, ampia e documentata, affronta gli aspetti ti
pici del genere: titolo del libro e situazione canonica; testo e versioni; il Salterio
come raccolta; titoli e altre annotazioni dei Salmi; forma poetica; generi e conte
sto vitale; rapporto con la storia d’Israele; storia dell'origine e della tradizione
dei Salmi; teologìa; bibliografia. Nel commento vero e proprio l’autore sfoggia
una sorprendente erudizione che pone il libro all'avanguardia delle opere di questo
genere. Tuttavia, in generale, si nota una regressione rispetto ai commenti pre
cedenti, come quelli di Delitzsch e di Gunkeì: scarseggia la sensibilità letteraria e
religiosa. D’altra parte, la sua insistenza sull'ipotetica festa di Sion soffoca in cer
ti casi le potenzialità teologiche di alcuni Salmi.
Kraus, H.-J., reologia dei Salmi; Brescia 1989 (ed. or. Tbeologie der Psalmen ,
Neukirchen 1979). Ottimo libro, opera d’indispensabile consultazione nel suo ge
nere. Consta dì sette capitoli: sei incentrati propriamente sulla teologia del Salte
Bibliografìa commentata 363
rio e uno relativo ai Salmi nel Nuovo Testamento. Lo schema tematico è relativa
mente tradizionale: natura di Jahvé (cap. 1 «Il Dio d'Israele») e del popolo (cap.
il «Il popolo di Dio»); istituzioni: il santuario (cap. ni) e il re (cap. iv); elementi
estranei nello schema precedente (cap. v «Le potenze nemiche»); l’uomo di fron
te a Dio (cap. vi). Pur riconoscendo la profondità e l’erudizione dell’opera (pe
raltro sommamente raccomandabile), le si può muovere una critica di carattere
generale: ci si chiede se sia metodologicamente corretto Porientamento dogmati
co in forza del quale si comincia parlando della natura del Dio d’Israele per ter
minare con la tematica dell’ «uomo di fronte a Dio».
Mowmckel, S., Psdlmenstudien , Christiania 1921-24, 6 voli. Opera ecceziona
le del grande maestro norvegese, In essa l’autore presenta molti materiali impor
tanti sui problemi più urgenti della sua epoca relativamente al Salterio. Nel pri
mo volume si viene informati sulla sua ricerca sul contesto vitale delle lamenta
zioni individuali, in particolare sulla natura dei «nemici» del salmista, i «malfat
tori», a partire dal termine àw en . Il secondo è dedicato alla presentazione della
tesi sui salmi (e la festa) d intronizzazione, e sulle conseguenze che ne derivano
per la comprensione dell'escatologia dell1Antico Testamento. Il terzo affronta i
temi relativi al rapporta tra profezia e culto a partire da alcuni Salmi (veggente e
sacerdote; il nàbV al servizio del culto; l’oracolo cultuale, ecc.). Nel quarto vo
lume Mowinckel studia i dati ricorrenti nelle intestazioni dei Salmi (termini mu
sicali; espressioni relative alla loro esecuzione o a diverse situazioni storiche, ecc.).
Il quinto è dedicato al problema delle formule di benedizione e di maledizione
nel culto in generale e nei Salmi in particolare, sulla base della storia delle reli
gioni. Nel sesto viene presentato uno studio approfondito della poesia e dei poeti
del Salterio: i ven autori e l’origine delle presunte paternità riscontrabili nelle in
testazioni dei Salmi, Sebbene molte tesi proposte da Mowinckel in questa opera
siano state superate o ridimensionate da ricerche ulteriori, Ì suoi studi sono ancor
oggi un punto di riferimento obbligato.
M o w i n c k e l , S., The Psalms in IsraeVs Worship, O x f o r d 1967, z voli. Senza
d ubbio si tratta dell opera più rappresentativa di M o w i nckel, nella quale v e n g o
n o in sostanza affrontati tutti i temi relativi a] Salterio. La maturità di pensiero e
la ricchezza di dati c o m p e n s a n o alcune opinioni eccessivamente audaci e c o m u n
que n o n stravaganti, c o m e alcuni ingiustamente ritengono. Se si eccettua la dife
sa ossessiva del contesto cultuale c o m e luogo quasi esclusivo dei Salmi e qui e là
la tendenza a utilizzare acriticamente i risultati della scuola storico-religiosa c o
m e soluzione di alcuni problemi posti dai Salmi, si p u ò affermare di trovarsi dì
fronte a un a delle grandi opere di ricerca di rutti i tempi.
Ravasi, G., Jl libro dei Salmi, Bologna 1981-84, 3 voli. Ouest’opera monu
mentale sui salmi (circa tremila pagine) aspira a occupare un posto tra i grandi
commenti dell’epoca attuale. Il paradigma analitico di ciascuna unità è invariabi
le: traduzione; testo e contesto; dimensione letteraria; lettura esegetica. La tradu
zione è piuttosto aderente alta lettera. AI riguardo si registra la mancanza di un
serio esame dei problemi testuali, ridotto qui ai minimi termini. Con l’ambigua
formula testo e contesto, ["autore si riferisce alla fortuna del salmo in questione
nella tradizione cristiana e giudaica, e insieme nella letteratura e nelle arti in ge
nere. Le minuziose analisi letterarie sono orientate alla ricerca di strutture. Que
364 Storia dell'interpretazione del Salterio
sto sforzo encomiabile e purtroppo assente in altri celebri commenti. Tali strut
ture, tuttavia, si rivelano talvolta pericolosamente forzate o artificiali. In ogni ca
so si deve riconoscere la sensibilità letteraria dell’autore, che affronta con indub
bia sicurezza analisi di immagini o di sistemi simbolici, ai quali sfortunatamente
sono così poco inclini gli autori di alcuni «grandi» commenti. La lettura esegeti
ca è ampia, colta, ben orientata e fonte di arricchimento per il lettore. Due aspet
ti dell'opera offuscano l'indubbio valore dell’insieme. L’autore ricorre a uno stile
farraginoso e ripetitivo che finisce per produrre una certa irritazione. Segnalia
mo, poi, l'assenza di una sezione finale dedicata a una bibliografia scelta. I dati
bibliografici, quasi esaustivi, si trovano sparsi lungo tutto il commento, il che ne
pregiudica i vantaggi e l'utilità.
Sabourin, L., Le livrc des Psatemes, Montreal-Paris 1988. Pur mancando in
generale di originalità, questo commento è d'indiscutibile utilità per l’esposizione
sintetica del contenuto teologico e della problematica di ciascun salmo. Si potreb
be dire che è un’opera «sufficiente» per quantità e qualità. Sufficiente non solo
per ciò che riguarda la presentazione della problematica generale del Salterio (in
una introduzione di 61 pagine), ma per la sobrietà nella presentazione dei dati
letterari, esegetici e teologici.
Weiser, A., ISalmìyBrescia 1984, 2 voli, (ed. or. DiePsatmen, Gòttmgen 1966).
È uno dei sei migliori commenti di tutti i tempi. Sommamente raccomandabile
per spirito critico, elevato livello di ricerca, vastità di conoscenze e sensibilità let
teraria, virtù quest’ultima estranea ai commentatori deila sua epoca e in altri po
steriori. Vi è una sola obiezione: l'eccessiva rilevanza accordata alle tradizioni
dell’alleanza nel Salterio, in particolare alla festa di rinnovamento dell’alleanza
come base interpretativa di gran parte dei Salmi.
Capitolo xn
I. D A TI G EN ER A LI
i. I l lib ro
a) T ito lo
Quest’operetta, che consta di otto brevi capitoli, è intitolata str h a ssirtw
'à ser lisld m ó h ; i L X X traducono asm a asm aton e la V ulgata cantìcum
can tico ru m y da cui deriva il nostro C an tico d e i cantici con valore super
lativo/ equivalente a «il cantico per eccellenza», «il miglior cantico». Il
medesimo valore si riscontra in h à b é l h à b d lim y vanità delle vanità (EccL
i,z) o in basileus ton basìleu o n to n , re dei re (i T im . 6,15). Sebbene, a
causa della menzione del re di Gerusalemme, la tradizione abbia attri
buito il Cantico a Salomone/ lisló m ó h consente diverse interpretazioni:
«(scritto) da Salomone», «di Salomone»/ «secondo Io stile (peculiare de
gli scritti) di Salomone», «riguardante Salomone», «in onore di Salomo
ne». È difficile sapere che cosa si volesse dire con questa formulai La
torma relativa ’à ser, non usata nel resto del poema/ rivelerebbe, secon
do alcuni/ un intervento editoriale. Tuttavia, poiché il titolo è inteso co
me prosa e tenuto conto, d’altra parte, che l’impiego di tale forma può
1. Alcuni, eccedendo in argomentazioni logiche, negano questo valore; cfr. W. Rudolph- Das
Bucb Ruth. Das Hohelied. Die Klagelieder (KAT xvn), Gutersloh 1962., 77.
z. Si tratta di una finzione secondo R. Smend, La formazione dell*Antico Testamento, Brescia
19 9 3, 2,85; A. Weiser, lntroduction to thè O/d Testament, London 19 7 5 , 199.
3. In questi due casi si tratterebbe di un lamed auctoris.
4. Lo stesso problema si presenta con l’espressione Tdàtvtd presente in molti salmi (34,1; 3 5 ,1;
3 7 ,1; 40 ,1, ecc.).
5. Si trova sempre la forma abbreviata se- appartenente all'ebraico tardo (1,6.7; 1 ,1 7 ; 3,1.2.4 ;
4,2; 5,2.8; 6,5.6, ecc.; cfr. EccL 3,13.33; 4,10; 5 ,15 ; 6,3; Lam. 2 ,15.16 ).
6. N.K, Gottwald, Song of Songs> in IDE iv, Nashville 1 9 6 2 , 4 2 0 - 4 2 6 , spec. 4 1 0 ; R . Smend,
La formazione dell1*34
Antico Testamento, 285.
56
366 II Cantico dei cantici
c) C a n o n ic ità IZ
Sembra che nel sinodo giudaico di Jamnia (fine del i secolo) si fosse ac
cesa un 'aspra disputa sulla santità del 1 antico (cfr. voi. n, 111,1,1). Rab
bi Aqiba risolse definitivamente la questione affermando che mai nessu
no in Israele aveva messo in dubbio che il Cantico «rende immonde le
7. Cfr. L, Krinerzki, Das Hohelied, lJiisseldorf 1964* 23.
8. Cfr. M .H. Pope, Song o f Songs, New York 1983, 2 1; sul testo in generale, pp. 79-84,
9. Cfr. J.B. Whìce, A Study o f thè Langnage of Love in thè Song o f Songs and Ancknt Egyp-
tian Poetry, Missouta, Mont, 19 78 , 34-47 sul testo del Cantico, con preziose osservazioni sul
la letteratura ugaritica.
10 . Per ulteriori particolari sulla traduzione greca cfr. G . Gerle man, Ruth. Das Hohelted (BK
xvn i), Neukirchen 19 6 5 , 77-82.
x i. Sulla Pesilitta si veda G. Gerleman, op. cit., 82 s.
r i . Si veda W Rudolph, Das flohe Lied im Kanon : Z A W N.F. iH (1942/1943) 18 9 -19 9 ; A.
Jepsen, Z ur Kanongeschichte des Alten Testamenls: Z A W 7 1 (1959) 1 1 4 -1 3 6
Dati generali 367
n o m e n o la r g a m e n te d i f f u s o in t u t t o il V ic in o O r ie n te . In o ltre la p a t e r n i
tà s a lo m o n ic a del C a n t i c o v a s o tto p o s ta a lla ste ssa c r it ic a c h e si e s e r c ita
s u ll’ a u t o r e d ei P r o v e r b i, d e lP E c c le s ia s te e d e lla S a p ie n z a . Il le g a m e tra il
re is r a e lita e la t r a d iz io n e s a p ie n z ia le o la liric a a m o r o s a , c o m e in q u e
sto c a s o , si c o llo c a a llo s te s s o liv e llo del r a p p o r t o fittiz io t r a D a v id e e la
t r a d iz io n e liric a o tra M o s è e i c o d ic i le g is la tiv i d e lla c u lt u r a d ’ Isra e le .
Se i , i d e v ’ essere a t t r ib u it o a u n in te r v e n to e d ito r ia le (v . s o p r a , za), la
p a t e r n it à s a lo m o n ic a d e l C a n t i c o r is p e c c h ia e v id e n te m e n te l’ o p in io n e
del r a c c o g lit o r e dei p o e m i. S e n z a d u b b io eg li fu s t im o la to a q u e s ta a t t r i
b u z io n e d a lla c it a z io n e d i S a lo m o n e in 1 , 5 ; 3 , i i ;1d 8 , 1 1 s. e d el « r e » in
1 , 4 . 1 2 ; 7 , 6 , A t t u a lm e n t e n e s s u n o a c c e tta q u e s ta a t t r i b u z i o n e / 1 b e n c h é
in a lc u n i c ir c o li c u lt u r a li d el p a s s a to essa fo s s e a m m e s s a de] tu tto n a t u
r a l m e n t e / 1 D Ja ltr a p a r t e , se si a d o t t a la s a g g ia d e c is io n e di a c c e t t a r e il
C a n t i c o c o s ì c o m 'è p e r v e n u t o , la q u e s tio n e d e ll'a u t o r e r is u lta s p o s t a t a o
v a fo r m u la t a in a ltr a s e d e .13
b) Il luogo
10. Riguardo a 3 ,6 -1 1 vi fu nel passato chi lo riteneva senza dubbio il poema più antico del
Cantico, composto probabilmente per celebrare uno dei matrimoni di Salomone: cfr, R. Gor-
dis, A W e d d tn g S o n g f o r S a lo m o n : JBL 6 3 (1944) 2.63-2,70.
u . Cfr. W. Rudolph, o p . c tL , n o ; O. EissfeJdr, In tr o d u z io n e a ll’A n t ic o T e s ta m e n to ni, 3 1 4 ;
L.K. Knnetzki, o p . c i t 42. s.; J A. Soggin, o p . cit., 489; A. Weiser, o p . c i t 299; O. Kaiser, o p .
cit., 360; R. Smentì, o p . cit., 2.85; H. Ringgren, o p . cit., 253; R. Rendtorff, o p . cit., 347; R.E.
Murphy, art. cit., 837; N.K. Gottwald, o p . c it., 550. il rifiuto della paternità salomonica non
è moderno né ascrivile esclusivamente a circoli cristiani; tra i maestri del Talmud e i rabbi
antichi il Cantico fu attribuito, tra l’altro, a Ezechia o a Isaia; cfr. M.H, Pope, o p . c i t , 22..
1 1 . Un esempio in H, Lesètre, C a n t iq u e d e s C a n tìq u e s , in DB in, 18 5 -19 9 , spec. 186-189 .
*3, Cfr. L, Krinetzki, o p . c t £ t 82. M.H. Segai, T h e S o n g o f S o n g s : V T 12 (1962) 470-490,, fpec.
483, propende per una pluralità di autori, ipotesi discussa in M.V. Fox, o p . cit., 222-224.
24. Si è supposta anche un’origine alessandrina, cfr. J. Winandy, L e C a n tiq u e d e s C a n tìq u e s.
F o è m e d *a m o u r m u e en écrit d e sa g e sse , Maredsous 1960, 44 -47.
25. Cfr. D. Lys, o p , c it, , 14 s.; O. Eìssfeldt, o p . cit., 3 2 1 ; O. Kaiser, op . cit., 366; I.. Krinetzki,
o p . cit., 45; W. Rudolph, o p . c it., 1 1 3 ; R. Rendtorff, o p , cit., 347.
26. Cfr. R. Gordis, o p . cit., 25; N.K. Gottwald, Song o fS o n g s, in IDB iv, Nashville 1962, 4 2 1.
Dati generali 369
n e v o le p e n s a r e c h e , in a c c o r d o c o n il c a r a t t e r e c o m p o s it o d el C a n t i c o , si
d e b b a p a r la r e d i u n ’ o r ig in e v a r ia e a m m e tte r e la p r o b a b ilit à di G e r u s a
le m m e c o m e se d e d el l a v o r o r e d a z io n a le .
c) L a data
P o ic h é il C a n t i c o è u n a c o m p o s iz io n e m e d it a t a e r e la tiv a m e n t e a r t i c o l a
t a , la s o lu z io n e al p r o b le m a d e lla d a t a z io n e d ip e n d e d a lla r is p o s t a a u n a
d u p lic e d o m a n d a : I e tà d e i p o e m i p i ù a n tic h i e l ’ e p o c a in c u i, a p p r o s s i
m a t iv a m e n t e , l a v o r ò c h i li r a c c o ls e o p u b b lic ò . N o n si p u ò n e g a r e c h e il
t e n t a t iv o d i d a ta r e a lc u n i p o e m i p u ò r is u lt a r e u n ’ im p r e s a t a n to d i s p e r a
t a q u a n t o m u tile , s o p r a t t u t t o p e r il lo r o c a r a tt e r e a t e m p o r a le e la lo r o
d is p e r s io n e n el te m p o . In o g n i c a s o è o p p o r t u n o c o m p ie r e u n o s f e r z o ed
e s p o r r e i d a ti d e llo ste s s o C a n t ic o , c h e r in v ia n o a u n a lo c a liz z a z io n e n el
t e m p o . L a c it a z io n e di T i r z a ( 6 ,4 ) , c a p it a le d el r e g n o d e l n o r d , r in v ia a l
l ’ età p r e e s ilic a .27 T u t t a v i a il r ic o r s o a d a r a m a i s m i,18 a te r m in i p e r s ia n i e
g r e c i e a in n o v a z io n i n e lla s tr u ttu r a lin g u is t ic a 29 r im a n d a n o a l p e r io d o
p o s te s ilic o . S u lla b a s e d e g li a s p e tti le tte r a r i, p iù s fu g g e n ti di q u e lli lin g u i
s t ic i m a m a g g io rm e n te p r o b a n t i, si d e v e fo r s e p o s tu la r e u n a lu n g a v i c e n
d a p e r la tr a s m is s io n e di a lc u n i p o e m i a n t ic h i,30 c h e s o lo in e p o c a p o s t-
e s ilic a v e n n e r o r a c c o lt i e s o tt o p o s t i a in te r v e n to r e d a z i o n a le .31
P r im a di a f fr o n t a r e i p r o b le m i r e la tiv i al g e n e re le tte r a r io e a l l’ in te r p r e
t a z io n e d el C a n t i c o è n e c e s s a r io fa m ilia r iz z a r s i c o n il lin g u a g g io , le im
m a g in i e i c a r a tte r i le tte ra ri g e n e ra li d el p o e m a .
aj I p erso n a g g i
b) I l lessico
Text o f Canttcles, in D. Winton Thomas - W.D. McIIardy (edd.), Hebrew and Semitic Studia
Presenled to G.R. Driver, Oxford 19 6 3, 1-7 data l’opera al v o iv secolo. W. Wittekindt (cfr.
M,H. Pope, o p . cit.T 14) risale al vii secolo Secondo R, Gordis la maggior parte del materiale
è preesilica ed è stata sottoposta a un lavora redazionale nel periodo persiano, così da com
prendere un arco di cinque secoli a partire dall’ascesa al trono di Salomone, a giudìzio di R.
Gordis, o p . cit., 13 s.; molto vicina è l’opinione di D. Lys, o p . cit., 1 1 - 1 3 .
3 1. Su questa espressione cfr. E.R. Follis (ed.), D ir e c tr o n s in B ib lic a i H e b r e w P o e t r y , Sheffield
19 8 7, 17 4 s.
33. N . K . G o ttw a ld / rfre H e b r e w B ib le . A S o c io -L it e r a r y in tr o d u c tio n , P h ila d e lp h ia 1 9 8 5 , 549.
Dimensione letteraria 37i
34. Si discute sull'orìgine greca, persiana o sanscrita di questa termine; cfr. O. Eissfeldr, introdu
zione all'Antico Testamento nr, 3 z i . 3 5. Si veda N . K . Gottwald, art. citt7 4 1 1.
3 6 . Sul linguaggio deU’a m o r e si veda J.B. Wliite, o p . c ì t , 1 1 7 - 1 59.
37. In 2,3; 7,10, 3K. In 3 ,1 1 ; 5,2; 8,6, 39. In 1 ,1 5 ; 4 ,1.9 ; 5 ,11; 6,5; 7,5.
40. In 2,6; 5 ,1 1 ; 7 ,6 bis ; 8,3. 4 1. In 4,3. t i ; 5 ,13 ; 7,10 . 42. In 1 ,1 3 ; 4,5; 7,4.8.9; 8,8.10.
c) Un u n iverso d i sensi
S in g o la r e e n el C a n t i c o la m e n z io n e di a m p i s p a z i a p e r ti p o p o la t i d a flo
ra e fa u n a t a lv o lt a e s o tic h e c h e fa n n o d a s fo n d o a i r a p p o r t i tra i p e r s o
n a g g i e c o s t it u is c o n o la c o r n ic e d i u n o s tu p e fa c e n te e t r a b o c c a n t e u n i
v e r s o d i s e n s a z io n i. C o llin e ( i , 8 ; 4 , 6 ) , p ia n u r e ( 6 , 1 1 ) , m o n t a g n e ;43 la c a m
p a g n a ,44 il d e s e rto ( n u d b à r , 3 , 6 ; 8 , 5 ) e il L i b a n o 45 f o r m a n o u n o s c e n a r io
p o p o l a t o di a lb e r i, fio ri e fru tti: c e d r i / 6 c ip re s s i ( 1 , 1 7 ) , a lb e r i in g e
n e r e ,47 m e li ( 2 , 3 ; 8 , 5 ) , fic h i ( 2 , 1 3 ) , v i g n e / 8* g i g l i / * n a r c is i ( 2 , 1 ) , fio ri
di c ip r e s s o { 4 , 1 3 ) , a iu o le fio rite ( 5 ^ x 3 ; 6 , 2 ) , fio r i di v i t e / 0 f r u t t i / 1 g r a p
p o li ( 1 , 1 4 ; 7 , 8 . 9 ) , m a n d r a g o r e ( 7 , 1 4 ) , m e l a g r a n e / 1 fich i ( 2 , 1 3 ) , pom i
( 2 , 5 ; 7 , 9 ) . Q u e s t o a m b ie n te e p o p o la t o d a a n im a li d o m e s tic i ( g r e g g i) 53 e
s e lv a tic i (c e r v i e g a z z e l l e / 4 to r t o r e : 2 , 1 2 ; p a n te re e le o n i: 4 ,8 ) . M o l t i d i
q u e s ti e le m e n ti, c o m e si v e d r à , s o n o d o t a t i d i u n fo r te v a lo r e s im b o li
c o / 5 il q u a le in te n s ific a l ’ in tr e c c io di s ig n ific a ti c h e a ffio r a r ip e t u t a m e n
te lu n g o il C a n t ic o . L a v ista (r h ;s6 sgh h ifil, 2 , 9 ; su/s^ 2 , 9 ; $q p n ifa l,
6 , i o ) tr a e d ile tto d a i c o lo r i ( 5 , 1 0 ; 6 , 1 1 ) o d a lia b e lle z z a { jp h * 7 n 'w )*5*
L ’ o lla t t o g io is c e d ei p r o f u m i / 9 d e lla p o lv e r e a r o m a t ic a ( 3 , 6 ) , d e ll'a lo è
( 4 , 1 4 ) , in c e n s o { 3 , 6 ; 4 , 6 . 1 4 ) , m i r r a / 0 n a r d o ( 1 , 1 2 ; 4 , 1 3 - 1 4 ) , c a n n e lla e
c in n a m o m o ( 4 , 1 4 ) . G li a r o m i a le g g ia n o s u o g n i p a g in a d el C a n t i c o / 1 11
g u s t o e s t im o la to d a e le m e n ti c o m e il v i n o / 1 il la tte ( 4 , 1 1 ; 5 , 1 . 1 2 ) , il
m ie le ( 4 , 1 1 ; 5 , r ) , i fr u tti s q u is iti ( 4 , 1 3 , 1 6 ) , il liq u o r e s p e z ia t o ( 7 , 3 ) . L a
d o lc e z z a di q u e sti e le m e n ti ( 2 , 3 . 1 4 ; 5 , 1 6 ) in v ita a m a n g ia r e ( 5 , 1 . 2 ) e a
b e re ( 5 , 1 ) . 1 b a c i ( 1 , 2 ; 8 , r ) e il p o s s e s s o d e ll’ a m a t o ( 3 , 4 ) s o tt o lin e a n o
s o p r a t t u t t o la n e c e s s ità d el ta tto . L ’ u d ito è s t im o la to n e lla c h ia m a t a ( 5 ,
z .6 ) e n e ll’ a s c o lt o { 2 , 1 2 . 1 4 ; 8 , 1 3 ) d e lla v o c e d e g li a m a n t i / 3 c o s ì c o m e
n e lla lo r o r is p o s ta ( 2 , 1 0 ; 5 ,6 ) .
P e r il lo r o a lto v a l o r e s im b o lic o s o n o in o ltre im p o r ta n ti g li e le m e n
ti « a c q u a » e « g i a r d i n o » / 4 c h e s o s t e n g o n o e fa n n o r is a lta r e l ’ u n iv e r s o di
6 2 . Cfr. 1 , 2 . 4 ; 2 , 4 ; 4 , 1 0 ; 5 , 1 ; 7 , 1 0 ; 8 , 2 . 6 3 . C o m e in 2 , 8 . 1 4 ; 5,2; 8 , 1 3 .
6 4 . Uno studiò suggestivo mette a confronto il giardino del Cantico e il giardino dell’Eden: F.
D im e n s io n e le tte ra ria
373
s e n s a z io n i c h e s t ia m o e s a m in a n d o . L ’ a m a t a è p a r a g o n a t a a u n g ia r d in o
( g a n : 4 , 1 1 . 1 3 . 1 5 . 1 6 d u e v o lte ; 5 , 1 ; 6 , 2 d u e v o lte ) r ic c o d i fr u tti e d i a r o
m i; il g ia r d in o h a u n a s o r g e n te d ’ a c q u a v iv a (gal, 4 , 1 2 ; m a 'jà n , 4 , 1 2 . 1 5 ;
b e’ é r , 4 , 1 5 ; m ajim hajjtm , 4 , 1 5 ) . L ’ a m a t o v u o le e n tr a r e nel g ia r d in o p e r
c o g lie r n e i fr u tti d e g li a lb e ri e m a n g ia r n e ( 5 , 1 ) .
A q u e s to m o n d o a p e r t o , f o r m a t o d a s e n s a z io n i g r a d e v o li, c o lo r it e , a l
t a m e n t e e r o tic h e , s i c o lle g a u n o s p a z io c h iu s o e r e v o c a z i o n e d i a lc u n i
e le m e n ti n e g a tiv i, c h e fu n g o n o d a c o n t r a p p e s o a g li a s p e t t i s in o r a e s a m i
n a t i. In e ffe tti la s p o s a è u n g ia r d in o c h iu s o (nàtiti, 4 , 1 2 a ) , u n a s o r g e n te
s ig illa t a ( b à tù m , 4 , i 2 b ) . Il s u o a llo g g io h a u n a s e r r a t u r a ( 5 , 5 ) ; lo s p o s o
d e v e n a s c o n d e r s i d ie tr o a l m u r o ( 2 , 9 ) . L a s p o s a è p a r a g o n a t a a u n a m u
r a g l i a ( 8 , 9 . 1 0 ) e a u n a p o r t a ( 8 ,9 ) .
N o n o s t a n t e i c a r a t t e r i p o s itiv i la p a s s io n e p u ò e s s e r e c r u d e le ( 8 ,6 ) ,
p u ò r e n d e r e c a t t iv i ( 7 , 6 ) , c o m p o r t a r e p e r c o s s e e fe r ite ( 5 , 7 ) . È s im ile a l
la m o r t e e a llo s e,ó l ( 8 ,9 ) , è c a u s a di s c o n v o lg im e n t i e m o t iv i (h ólat ’ ah à-
b à y 2 , 5 ; 5 , 8 ) . P u r e s s e n d o a c q u a v i v a (m ajim hajjtm , 4 , 1 5 ) , si v e d e m i
n a c c ia t a d a a c q u e im p e tu o s e (m ajim ra b b ìm , 8 , 7 ) , p e r c h é è c a r a t t e r i z z a
t a d a lla ste s s a a m b iv a le n z a di r ic r e a z io n e e d is tr u z io n e p r o p r ia d e l f u o
c o ( 8 ,6 ) . M a q u e s t i to r r e n ti a lla fine n o n p o t r a n n o a r r e c a r e a lc u n d a n
n o , p e rc h é l ’ a m o r e è u n a fia m m a d iv in a ( 8 ,6 ) .
Il v a lo r e in tr in s e c o e la b e lle z z a di u n ’ o p e r a le tte r a r ia n o n si m is u r a n o
e s c lu s iv a m e n te s u lla b a s e d i p a r a m e t r i « c o n t e m p la t iv i» n e i q u a li il le t
t o r e a s s u m e la p o s t u r a d e ll’ o s s e r v a t o r e , m e n tr e il te s to p a s s a c o m e u n
o g g e t t o s o tt o ì s u o i o c c h i. U n ’ o p e r a le tte r a r ia a u te n tic a d e v e s u p e r a r e la
m e r a o g g e t t iv it à , l a d ic o t o m ia Ie tto re /te sto . Il s u p e r a m e n t o d i q u e s ta d i
c o t o m i a im p lic a l ’ id e a d e lla c o n t e m p la z io n e c o m e r i-c r e a z io n e e l ’ u t iliz
z o di p a r a m e t r i « p a s s i o n a l i » , n e i q u a li il le tto re è in c o n s a p e v o lm e n t e c o
in v o lt o n e l te s to . L ’ a u to r e c h e in te n d a c o n fe r ir e a l l’ o p e r a le tte r a r ia ta le
c a p a c i t à di s u g g e s t io n e e c o in v o lg im e n t o d is p o n e d i u n a v a s t a g a m m a di
p r o c e d im e n t i. U n ’ o p e r a n a r r a t iv a d o v r à c u r a r e s o p r a t t u t t o la fig u ra d e i
p e r s o n a g g i e lo s v ilu p p o a r m o n ic o e p r o g r e s s iv o d e lla t r a m a ; in o ltr e si
p o t r à r ic o r r e r e a u n u n iv e r s o s im b o lic o c h e il le tto re a v v e r t e c o m e f a m i
lia r e , a lm e n o in p a r t e . L ’ o p e r a p o e t ic a , in v e c e , n o n si a ttie n e q u a s i m a i
a q u e s to s c h e m a . L a r im a , g li e ffe tti s o n o r i, il r ic o r s o a l l’ im m a g in e e g li
■ ■ ■ m - ■ ■
s p o s t a m e n t i s e m a n tic i c o n fe r is c o n o a u n p o e m a , in n u m e r o s i c a s i, u n a
s p in ta c e n t r ifu g a c h e o b b lig a il le tto r e a e s a m in a r e l ’ o p e r a s e c o n d o i d i
v e r s i a n g o li p r o s p e t t ic i c h e e s s a g li o f f r e , s e n te n d o s i c o s ì t r a s c in a t o a u n
Landy, The Song o f Songs and thè Garden of Eden: JBL 98 (1979) 5 13 -5 2 8 , secondo il quale
il carattere pastorale del Cantico denota un ritorno nostalgico al paradiso.
374 U Cantico dei cantici
65. Tra i testi biblici poetici il Cantico è il solo a impiegare di frequente le immagini tanto libera
mente da rendere assai difficile distinguere tra metafora e referente; cfr. R. Alter, op. cìt.y 193,
D im e n s io n e le tte ra ria
375
6S
e) 1 / elem en to fem m in ile n el C antico
a) Il p a ra llelism o
Pur trattandosi di un procedimento tipico, seppure non esclusivo, della
poesia dell’Antico Testamento, il p arallelism u s m em b ro ru m (v. sopra,
vni,in) mostra nel Cantico tratti specifici. A differenza del rigore forma
66. Al riguardo si veda J.C h . Exuni, A Literary and Stmctural Analysts o f thè Song of Songs:
ZAW (19 7 3 ) 47-73, spec. j i . 67. R. Alter, op. ci£t, 202,
68. Sul tema si veda H. Goilwitzer, Il poema biblico dell*amore tra nomo e donna, li Cantico
dei Cantiai Torino 19 79 ; V. Eller, The Language of Canaan and thè Grammar of beminism,
Grand Rapids 19 8 2 .
69. Si veda P. Trible, Depatriarchahzing in B ibìrcal ìnterpretation: JA A R 4 1 ( 19 7 1) 30-48.
376 ìì Cantico dei cantici
b) // m ateriale so n o ro
S i s a c h e la o r n a è v ir tu a lm e n t e in e siste n te in e b r a ic o ; s o lo o c c a s i o n a l
m e n te fa la p r o p r ia c o m p a r s a q u a lc o s a dì sim ile a u n a r im a , p r o d o t t o
d a a lc u n i m o r fe m i (q u a s i s e m p r e su ffis s i p r o n o m in a li) a lla fine d e g li e m i
s tic h i/ T u tta v ìa la c o m b in a z io n e d i s u o n i c e r c a t a d a i p o e ti h a u n a fo r -
ferékó... lelòt (3,8); katunnàtó... libbó (3,11); raqqàték... sammàtèk (4,3); jòntm
... màjim (5,12,); feru$àlatm {5,16); dòdi l£„ sóìarmim (6,3}; f yaU*rùhah».
fhatlùhah (6,9); midbar.tt dòdd (8,5/; 'ahàbà„. qìn'à (8,6).
Q u a lc h e e s e m p io p u ò illu s tr a r e l ’ u s o d e l l a l l i t t e r a z i o n e 818
2n el C a n t i c o :
pithì li ’ abati radati fonati tammdti «aprimi, sorella mia, amata mia, mia colom
ba, mia perfetta» (j,2cd); hannisqàpà k c'mo-sShar fàfà kallebànà «che sorge co
me Paurora, bella come la luna» (6,ioab); Subì sùbi hassulatnmìt subì tubi «vol
giti, volgiti, sulammita, volgiti, volgiti» (7,1); p 'àmajik bantv'àlitn bat-nàdìb «i
tuoi piedi nei sandali, figlia di principi» (7,2); tal)ai hattapùdb £òrarttka somma
hiblatkà ’immekà sómma hìblà flàdatkà «sotto il melo ti ho svegliata, li ti diede
alla luce tua madre, lì ti partorì con le doglie del parto» (8,5). Forse Pesempio
più noto di assonanza in i è quello di 5,1, che si potrebbe definire «fonetica del
desiderio amoroso»: ha ti legannì ’àhott kallà ’ariti mòri chn-besanti \ ’dkalti fa'ti
tm-dibsi saliti jeni 'im-hdlaln «son venuto nel mio giardino, sorella mia, sposa, a
raccogliere la mia mirra e il mio balsamo | a mangiare il mio favo e il mio miele,
a bere il mio vino e il mio latte».
c) L e im m a g in i 83
In p r e c e d e n z a si è r ic o r d a t o P u n iv e r s o d 'im m a g in i c h e p o p o la n o o g n i p a
g in a d el C a n t i c o . R ip r e n d i a m o o r a q u e lle c h e d e s c r iv o n o il c o r p o d e lP a -
m a t o e d e lP a m a ta . P e r P a m a to il p o e ta r ic o r r e a e le m e n ti b o ta n ic i (m ir
r a 1 , 1 3 ; r a m o d i c ip r e s s o 1 , 1 4 ; m e lo 2 , 4 ; g r a p p o li di p a lm a p e r d e s c r i
v e r n e i r ic c io li 5 , 1 1 ; c e d r o p er r ife r ir s i a lla s u a g a g lia r d ia 5 , 1 5 ) , a lla z o o
lo g ia ( c a p r io lo , c e r b ia t t o 2 , 9 ) e a p e r s o n a g g i (p a s to r e 6 , 2 ) . Il C a n t ic o
p r e s e n ta u n a r ic c h e z z a a s s a i m a g g io r e n e lle im m a g in i im p ie g a te p e r d e
s c r iv e r e il c o r p o d e ll'a m a t a : la su a c h io m a è un g r e g g e d i c a p r e ( 4 , 1 ; 6 ,
5 ) ; i s u o i se n i, d u e m e tà di u n a m e la g r a n a ( 4 , 3 ; 6 , 7 ) ; 1 s u o i o c c h i (o lei
s te s s a ) s o n o c o m e c o l o m b e ( 1 , 1 5 ; 2 .,1 4 ; 5 , 1 2 , ; 6 ,9 ) , c o m e la g h e tti ( 7 , 5 ) ;
le su e g u a n c e s o n o a iu o le di b a ls a m o ( 5 , 1 3 ) ; le su e la b b r a , g ig li ( 5 , 1 3 ) ,
u n n a s t r o s c a r la t t o ( 4 , 3 ) , u n f a v o ( 4 , 1 1 ) ; i s u o i d e n ti, u n g r e g g e ( 4 ,1 2 - ; 6 ,
fi); il s u o a lito , p r o fu m o di p o m i ( 7 , 9 ) ; il s u o c o llo , u n a t o r r e d ’ a v o r io
( 7 , 5 ) ; il s u o p e tto , c u c c io li d i g a z z e lla ( 4 , 5 ; 7 , 3 ) o g r a p p o li (d ’ u v a ) ( 7 , 8 ) ;
il s u o v e n tr e , u n m u c c h io di g r a n o c ir c o n d a t o d a g ig li ( 7 , 3 ) ; le su e g a m
b e , c o lo n n e d i m a r m o ( 5 , 1 5 ) ; le c u r v e dei s u o i fia n c h i, v o lu t e d i m o n ile
( 7, i ) ; il s u o o m b e lic o , c o p p a ch e t r a b o c c a liq u o r e . L e i ste ssa è u n n a r c i
so ( 2 , 1 ) , un g ig lio ( 2 , 2 ) , u n g ia r d in o ( 4 , 1 2 ) . Il p o e ta r ic o r r e in s o m m o g r a
d o a lle p o te n z ia lità d e g li e le m e n ti n a tu r a li n e i lo ro a s p e tti p iù b e lli, p iù
p r e z io s i e p iù n o b ili.
Q u e s ti tre e le m e n ti si im p lic a n o r e c ip r o c a m e n te . L a d is c u s s io n e su l c a
r a tte r e c o m p o s it o o m e n o d e l C a n t i c o h a d ir e tta m e n te a c h e v e d e r e c o n
la s u a s tr u ttu r a . Il C a n t i c o è il r is u lt a t o di u n a r a c c o lta d i u n ità p o e tic h e
o r ig in a r ia m e n te in d ip e n d e n ti o è o p e r a di u n s o lo a u t o r e ? N e l p r im o c a
s o , p o i , il r e d a tto r e a v r e b b e r iu n ito i d iv e r s i p o e m i c a s u a lm e n t e o c e r c ò
d ' im p r im e r e u n a q u a lc h e s tr u ttu r a a l l ’ in sie m e , c o n fe r e n d o g li u n a q u a l
c h e c o e r e n z a ? S e si s u p p o n g o n o la c o e r e n z a e la p r o g r e s s io n e le tte r a r ie ,
e le c ito p a r la r e di u n a « f o r m a » del C a n t i c o in e re n te a ll’ o p e r a n e l s u o
in s ie m e o p p u r e , n o n o s ta n te lo s fo r z o r e d a z io n a le , si p e r c e p is c e in e s s o
la d iv e r s a o r ig in e d e lle u n ità d i c u i è c o m p o s t o e, d i c o n s e g u e n z a , n o n è
p o s s ib ile p a r la r e di fo r m a m a s o lt a n t o di g e n e ri m in o ri?
a) L a co m p o sizio n e
ip o te si d i s u d d iv is io n e è q u a s i p a ri a l n u m e r o dei c o m m e n t a t o r i.84 P a r
la re di r a c c o lt a n o n s ig n ific a r id u r r e q u e s t ’ o p e r a a u n a m e ra a n t o lo g ia
d i p o e m i riu n iti s e n z a c a p o né c o d a . In d iv e r s i p a s s i si p o s s o n o c o g lie r e
c h ia r a m e n t e te n ta tiv i di o m o g e n e iz z a z io n e , m e ssi in e v id e n z a d a l l ’ a n a
lisi r e d a z io n a le , a o p e r a di un p o e t a a n o n im o . P u ò b a s t a r e P e s e m p io s e
g u e n te . S e b b e n e 2 , 8 - 9 fo s s e o r ig in a r ia m e n te un p o e m a in d ip e n d e n te d a
2 , 1 0 - 1 3 , n o n v i è d u b b io c h e la g iu s t a p p o s iz io n e è fe lic e : n el p r im o la
fa n c iu lla v e d e a v v ic in a r s i r a m a t o ; n el s e c o n d o q u e s ti in te r r o m p e il s i
le n z io d e lP m c o n t r o in v ita n d o l ’ a m a t a a u s c ir e n e i c a m p i* Il r ic o r s o ai r i
to r n e lli, in o ltr e , c o n fe r is c e al C a n t i c o u n a c e rta u n ifo r m it à : le fig lie di
G e r u s a le m m e ( 1 , 5 ; 2 , 7 ; 3 , 5 ; 5 , 8 ; 8 , 4 ) ; la r e c ip r o c a a p p a r t e n e n z a ( 2 , 1 6 ;
6 , 3 ) ; la fa n c iu lla c e r c a e n o n t r o v a ( 3 , 1 - 3 ; 5 , 6 - 7 ) ; le r a g a z z e / fa n c iu lle ( i ,
3 ; 2 , 2 ; 6 ,8 s .) ; i c o m p a g n i ( 1 , 7 ; 8 , i 3 ) . 85
b) La struttura
8 4 .II. Ewald, Das Hohelied Salamoi, Gòttingen 1 8 z6 individua n scene in 5 atri; F. De-
litzsch, Hobes Lied, Leipzig 18 7 5 , io parla di 12. scene in 6 atti; W, Rudolph, Das Bucb Ruth.
Diii Hohe Lied. Die Kfogelieder (KAT xvi 1/1-3), Gutersloh 1962 individua 30 poemi minori,
anche H. Ringgren, Das Hohe Lied, in H. Rmggren - O. Kaiser, Das Hobe Lied. Klagelieder.
Das Buch Esther (ÀTD 16/2), Gòttingen *19 8 1 parla di 30 poemi, ma suddivisi in 15 gruppi,
N. Lys, Le plus beau ckant de la création. Gommentaire du Cantique des Cantiques, Paris
1968» concorda sui 30 poemi, ma li suddivide in 7 gruppi disposti in progressione tematica; R.
E Murphy, Towards a Gommentary on thè Song ofSongsi CBQ 39 (J9 77) 482-4 96 suddivi
de i 30 poemi in 9 gruppi, benché in precedenza ne avesse proposti 13 in 7 gruppi: cfr. Idem,
The Stmcture of thè Canticle of Canticles: CBQ 2 (1949) 3 8 1-3 9 1; L. Knnetzki, op. cit. indi
vidua 24 unità minori (raccolte in 7 gruppi), ma nel suo Rammentar %Um Hohenlied, Frank-
furt-Bern 19 8 1, parla di 5 1 unità; G. Gerleman, op. cit. individua 35 piccoli poemi; R. Gordis,
op. cit., 45-77 parla di 28 unità minori; M. Fa!k, Love Lyrìcs front thè Bìble, Sheffield 19 8 1,
1 2 -5 1 suddivide il Cantico in 31 poemi; R. Rendtorff, Introduzione ali Antico Testamento, 345
enumera 1 7 poemi articolali in introduzione, conclusione, 4 scene e un intermezzo; M .V. Fox,
The Song of Songs a?td thè Ancient Egyptian Love Songs, Wisconsin 1985, 8 2 -17 7 individua
44 componimenti raggruppati in 19 unità maggiori, M.D. Goulder, The Song o f Fourteew Songs,
Sheffield 1986 concepisce il Cantico come una sequenza quasi conrinua di 14 scene.
85. Per ulteriori particolari sui ntornelli cfr. J,B. White, op. cit., 29; R. Rendtorff, Introduzio
ne all'Antico Testamento, 344 c soprattutto N K. Gotrwald, The Hebr&ti/ Bible. A Sùcio-Lit-
erary Introduction, Philadelphìa 1985, 548.
86. Già Origene propendeva per questa ipotesi, (cfr. J.A. Soggin, Introduzione ùWAntico Testa
mento, 489). Altri sono scettici sulla possibilità d'individuare una riconoscibite progressione
coerente: O. Eissfeldt, Introduzione alVAntico Testamento ili, 3 1 5 ; A. Weiser, Introduction to
thè Old Testamenti London 19 7 5 , 300; G. Fohrer, Introduction to thè Old Testamene 302 s.
87. Sul valore strutturante dei ritornelli cfr. J. Angenieux, Structure du CanUque des Cantiques
380 II Cantico dei cantici
c o n f e r is c o n o ta le s t r u t t u r a a ll'In s ie m e . C o m e p e r il p a r a g r a f o p r e c e d e n
te , a n c h e su q u e s to a r g o m e n t o si p u ò c it a r e l ’ a d a g io tot capita q u o t seri-
ten tia e .88 In o g n i c a s o si s ta im p o n e n d o tr a g li s tu d io s i c o n t e m p o r a n e i
l'o p in io n e s e c o n d o la q u a le il C a n t i c o sia u n a r a c c o lt a d i p o e m i in c u i si
a v v e r t e la m a e s tr ia le tte r a r ia d i u n o o p iù r e d a tto r i c h e c o n un c e r t o
s u c c e s s o c e r c a n o di c o n f e r ir e u n ifo r m ità a lla r a c c o l t a / 9 Q u e s t a tesi v a
a l d i là d e ll’ id e a d i fr a m m e n t a r ie tà , m a n e g a ch e T o p e r a a b b ia c a r a tt e r e
u n ita r io . P r o b a b ilm e n te g li s fo r z i p iù im p o n e n ti, b e n c h é in fr u t t u o s i, in
c e r c a d i u n a s t r u t t u r a s o n o q u e lli d i E x u m , 9° S h e a 91 e G o u J d e r .91 L 'u n i t à
le tte r a r ia è s o s te n u ta a n c h e d a C a m i t i , 93 a n c h e se c o n u n a b u o n a v o l o n
tà s u p e r io r e a g li e ffe ttiv i r is u lta ti. P u r r ic o n o s c e n d o un p r o g e tt o u n ific a
to r e n e l lib r o , M u r p h y 94 e W e b s t e r 95 n o n s c e n d o n o in p a r t ic o la r i. Il
p r o b le m a d e lla s t r u t t u r a del C a n t i c o r im a n e tu tto r a a p e r t o .
c) L a fo rm a letteraria
en chants encadrés par des reframs altemants: E IX 41 {19 65) 96-141., spec. 10 4 -10 7 (questa
ipotesi è criticata in J.B. White, op. c i t 30 e da J.Ch. Fxum, art. cit, 48). M .V. Fox individua
quattro fattori die conferiscono al Cantico la sua omogeneità; ripetizioni, sequenze associati
ve, coerenza nella descrizione dei personaggi e cornice narrativa; cfr. op. cit., 15-2 4 .
SS. Per un’ampia esposizione deile diverse posizioni, sebbene non aggiornata, si veda D. Lys,
op. cit., 15 -14 .
89. C£r. R. Rendtorff, Introduzione all'Antico Testamento, 344; piuttosto vicini a questa po
sizione sono M.H. Pope, Song o f Songs (AB 7C}, New York 198 3, 37; G. Gerle man, op. cit.,
59; L. Krinetzki, Das Hobe Lied, 80 condivide questa opinione.
90. J.Ch. Exum, art. c i t 47-79 individua quattro unità (2,7-3,5; 3,6-5,1 ; 5,2-6,3; 6,4 8,3)
comprese all’interré* di un'inclusione letteraria {1,2-2,6 e 8,4-14). il principale difetto di que
sto tentativo consiste nelPim possibilità di dimostrare come i ritornelli contribuiscano alla strut
tura dell'insieme; cfr. R.E. Murphy, 5 o«g of SongSj in IDE Supplement, Nashville 19 76 , 837.
9 1. W.H, Shea, The Chiastìc Structure o f thè. Song o f Songs: Z A W 92 (1980) 378-396, secon
do il quale il Cantico presenta sei unità: 1,2-2,2; 2 ,3 -17 ; 3,1 4,16 ; 5 ,1-7 ,10 ; 7 ,1 1 -8 ,5 , 8,6-14,
secondo lo schema A f l c c ' b ' a '.
92. M, Gouldcr, op. cit., spec. 1-9; opera tanto ricca d‘intelligenza quanto povera di risultati.
93< C. C a m i t i , L'unità letteraria del Cantico dei Cantici: BeO 13 { 1 9 7 1 ) 97-106.
94. R.E. Murphy, The Unity of thè Song o f Song&: V T 29 (1979) 436-443; Idem, Interpreting
thè Song o f Songs; BibTB 9 (1979) 99-105.
95. E.C. Webster, rattern in thè Song ofSongSì JSO T 22 (1982) 73 93.
96. F. Morst, Die Formen des bebraiseben Liebesliedes, in Qrtentalislische Sitidten E. Littmann
zu seinem 60. Geburtstag uberretcht' Leiden 19 3 5 , 43 -54 pose le basi di questa linea di ricer
ca; in seguito Idem, Die Formen des althebràìschen Ltebesliedes, in H W. Wolff (ed.), Gottes
Rechi, Munchen 19 6 1, 17 6 -18 7 ; si veda M.H. Pope, op. cit., 66-68.
Dimensione letteraria 381
97. Si tratta del wasf arabo, descritto per la prima volta da J.G. Wetzsteins, Die syrische Dresch-
tafel: Zeitschrift fiir Etimologie 5 (1873) 270-302. Secondo questo autore, nel Vicino Oriente
dell’epoca vi erano nozze celebrate nel corso di un ciclo festivo dalla durata di una settimana,
con accompagnamento di canti e danze. Questa settimana era nota come «settimana regale».
In uno di quei giorni la coppia, seduta sulla tavola della trebbiatura che fungeva da «trono»,
ascoltava appunto «canzoni descrittive» recitate dai presenti; è il motivo per cui in alcuni luo
ghi gli sposi ricevevano l’appellativo di «re e regina». Anche gli sposi si scambiavano questo
tipo di canzoni elogiative, simili a quelle riscontrabili nel Cantico. Questa «finzione letteraria»,
che descrive gli sposi come una coppia regale, spiegherebbe, tra l’altro, chi sono Salomcne (cfr.
3 ,6 -11; 8 ,12} e la sulammita (7,1) di cui parla il libro. Poiché questo re d’Israele era celebre,
tra le altre cose, per la sua fama di amatore, non sorprende che sia servito da modello per il
«re» del Cantico (cfr. 1,4 .12 ). Si veda, inoltre, 0 . Eissfeldt, Introduzione all1Antico Testamen
to in, 3 1 6 -3 17 ; L. Krinetzki, op. cit., 77-79; cfr. spec. R.N. Soulen, The Wasfs ofth e Song o f
Songs and Hermeneutic: JB L 86 (1967) 18 3-19 0 .
98. Questa è l’opinione di A, Weiser, op. cit., 30 1; E. Wiirthwein, Zum Verstdndnìs des Ho-
henliedes: ThR 3 2 (1967) 1 7 7 - 1 1 1 . Secondo R.H. Pfeiffer è possibile che i wasf de 1 Cantico
fossero originariamente canti di nozze, benché il libro biblico nel suo insieme sia una raccolta
di liriche amorose: cfr. introduction to thè Old Testamenti New York 19 4 1, 716 .
99. Cfr. N.K. Gottwald, op. cit., 549. Sulla stessa linea L. Krinetzki, op. c it , 24; R. Rendtorff, In
troduzione all3Antico Testamento, 343-344; R. Smend, La formazione dell3Antico Testamen
to , 285; A. Mariaselvam, opt cit., 43 (pur supponendo un contesto sapienziale); À.M . Dubar-
le, Uamour humam dans le Cantique des Cantiques: RB 61 (1954) 67-86. Non escludono un
possibile Sitz im Leben matrimoniale O. Eissfeldt, Introduzione all’Antico Testamento h i , 3 1 7 ;
G, Fohrer, op. cit., 302,, M, Adinolfi, La coppia nel Cantico dei Cantici: BeO 22 (1980) 3-29
propende per interpretare il Cantico alla luce dell’amore coniugale.
III. S T O R IA D E L L A R IC E R C A
A f f r o n t a r e la s t o n a d e lla r ic e r c a su l < a n t ic o p r e s u p p o n e la r g a m e n t e la
q u e s tio n e d e lla s t o r ia d e lla su a in t e r p r e t a z io n e .100 N e l c o r s o dei s e c o li
c r is t ia n i i c o m m e n t a t o r i si s o n o c o n c e n t r a t i s o p r a t t u t t o su lle le ttu re a l
le g o r ic a e n a tu r a lìs tic a . T u t t a v i a c o l p a s s a r e d el t e m p o e c o n la c o n o
s c e n z a d elle c u ltu r e v ic in e a Isra e le , s o n o s ta te e la b o r a t e a ltr e in t e r p r e
ta z io n i: a lc u n e a c c a m p a n o p re te s e c s c lu s iv is t e , a ltre in v e c e c e r c a n o d i
p r e c is a r e le d u e in te r p r e t a z io n i q u i m e n z io n a te . L e p r in c ip a li in t e r p r e t a
z io n i d el C a n t i c o p o s s o n o e sse re rid o tte a q u a tt r o .
P e r s e c o li il C a n t i c o è s t a t o in te so in m o d o a lle g o r ic o (o t ip o lo g ic o ) s ìa
n e lla tr a d iz io n e g iu d a ic a sia in q u e lla c r is t ia n a o c c id e n ta le e o r ie n ta le
( o r t o d o s s a ) . I n d u b b ia m e n t e q u e s ta in te r p r e ta z io n e è la p iù r a d ic a t a e
d i f f u s a . tq:l M a l g r a d o la s u a a n tic h ità n o n c ’ è m o d o d i s a p e r e se ta le in
te r p r e ta z io n e sia p r e c e d e n te a l l’ in c lu s io n e del C a n t i c o n el c a n o n e g i u
d a ic o . P e r i g iu d e i il r a p p o r t o era gli a m a n ti del C a n t i c o r a p p r e s e n t a v a i
r a p p o r t i tra J a h v é e I s r a e l e ,103 in p a r t ic o la r e d a ll’ e s o d o fin o a lla v e n u ta
d el m e s s ia . P e r i c ristia n i r a p p r e s e n t a v a i r a p p o r t i tra D io (o C r i s t o ) e la
c h ie s a (a p a r tir e d a I p p o lit o e G r e g o r io d i N is s a ) * l ’ a n im a (a p a r t ir e d a
O r ig e n e ) e p e r s in o M a r i a (in p a r t ic o la r e A m b r o g i o e R i c c a r d o d a S a n io
io o. Per un'estesa esposizione deile interpreta zi oni del Cantico, pur scarsamente rigorosa sul
piano didattico, si veda M.H. Pope, op. c i t 89 2,05. Alcune precisazioni si trovano in A. Ma-
riaselvam, op. cit., 26-42. Sì vedano soprattutto D. Lerch, Zur Geschtchte der Auslegung des
Hohenliedes: ZThK 54 (1957) 15 7 -2 7 7 ; A. Robert - R. Tournay, Le Cantique des Cantiques.
Paris 19 6 1, 337-426; L. Krinetzki, op. a l , 24-33; & Wùrtbwein, Zum Verstunànis des Ho-
hentiedes; TR N.F. 3 1 (1967) 1 7 7 - 2 1 2 ; D. Lys, op. c it y 3 1-5 5 ; J.B, White, A Stu jy o f thè
Language ofLoue in thè Song o f Songs and Anctent Egyptian Poetry, Missoula 19 7 8 , T9 28.
io r. Rappresentativi di questa correnre sonoH. Lesètre, Cantique des Canttquesy in DB ni, Pa
ris 1899, 18 5-19 9 , spec. 19 1-19 6 ; la documentata opera di A. Robert - R. Tournay - A. Feuil-
letT Le Cantique des CanUquesy Paris 19 6 3; A. Feuillet, Emtge sckeinbare Wtderspruche des
Hohenliedes: BZ N.F. 8 [1964) 216 -2 39 . Un panorama critico su questa interpretazione e pre
sentato da L. Krinetzki, Das Hohe Lied, 24-33; G- Gerleman, op. c i t 43-48; H .IL Rowley,
art. cit.r 340-348; W. Rudolph, op. cìt.y 82-90; O. Loretz, Zum Problem des Eros im tìohen-
lied* BZ N.F. 8 (1964) 19 1-2 16 , spec. 2 0 3 -2 11; M.H. Pope, op. cìt.} 1 12 -1 2 4 . 179 18 3; N.K,
Gottwald, art cit., 4 12 s. D. Lys, op. dt.y 42 ss. assume una posizione rispettosamente critica.
io i. A parere di alcuni l’interpretazione allegorica è riscontrabile già nell'impiego da parte del
Nuovo Testamento di alcune immagini e di una certa fraseologia del Cantico: cfr. J. Winandy,
Le Cantique des Cantiques et le Noaueau Testame7tt: RB 7 1 (1964) r 6 1-190 .
103. In proposito è possibile che l’interpretazione allegorica trovi il proprio fondamento lette
rario nelle allegorie matrimoniali dei proferì; cfr. R.E. Murphy, The Structure of thè Camicie
of Canadesi CBQ 2 [1949) 3 8 1 -3 9 1, spec. 3 8 1 s.; M .D. Goulder, op. at.y 84 s.; E.C. Webs
ter, Pattern in thè Song o f Songs: JSO T 22 (1982) 7 3-9 3, spec. 87. Si vedano le puntualizza
zioni di L. Krinetzki, op. cit.y 40.
Stona della ricerca 383
10 4. Pare che il primo autore a sperimentare questa possibilità interpretativa sia stato Isaac
Àbrabanel; cfr. R, Gordis, op. cit., 4.
10 5. L ’interpretazione allegorica del Cantico costituisce indubbiamente un importante contri
buto del pensiero cristiano alla storia delle religioni in generale e della mistica in particolare.
D ’altra parte questa lettura non può essere svalutata in quanto ermeneuticamente illegittima,
poiché è assurta per propri meriti a testimone diretto del percorso di autocomprensione della
chiesa; cfr. O. Loretz, Die tbeologiscbe Bedeutung des Hohenliedes: B Z N.F. io (1966) 4 1 ss.;
R.E. Murphy, 5 owg ofSongs, in IDB Supplement, Nashville, N Y, 1 9 7 6, 837.
106. M. Dubarle, art. rii., 6j-%6 è moderatamente critico; la stessa posizione si riscontra in J.-
P. Audet, Le sens du Cantique des Cantiques: RB 62. (1955) 19 7 -2 2 1; R.E. Murphy, Recent
Literature on thè Cantiate o f Canticles: CBQ (1954) 38 1-39 2.
10 7. O. Kaiser, op. rii., 36 1.
108. Interpretazione esposta in R. Gordis, op. cit., 4-8; W Rudolph, op. cit., 90-93; D. Lys,
op, cit., 47-50; soprattutto M.H. Pope, op. cit., 1 4 5 -1 5 3 ,
109. Esposte per la prima volta in modo sistematico in Canticles and thè Tammuz Cult: AJSL
39 (19 22/19 23) 1-14 poi in The Song o f Songs and thè Fertility Cult, in W.H. Schoff (ed.),
The Song o f Songs. A Symposium, Philadelphia 19 24 , 48-79 e in Babylonìan Farallels to thè
Song ofSongs : JBL 43 (1924) 245-252.
n o . Tra gli altri Ez. 8 ,14 e Is. 17 ,10 , che, secondo il nostro autore, testimoniano la diffusione
e la pratica del culto di Adonis-Tammuz in Israele, soprattutto negli strati popolari.
i n . Il rito delle nozze sacre è attestato nella cultura sumerici nel culto di Dumuzi e Inanna.
Al riguardo cfr. S.N. Kramer, The Sacred tAarriage Rite. Aspects ofFatth, Myth and Ritual in
Ancient Sumer, Bloomington 1969.
1 1 2 . Il testo originale sul quale i poeti d’Israele lavorarono, modificandolo e adattandolo, ri
salirebbe al secondo millennio della civiltà cananaica e sarebbe collegato a uno dei grandi san
tuari della Palestina settentrionale, nei pressi del Libano (la montagna di Àdonis); così H.
Schmòlcel, Zur kultischen Deutung des Hohenliedes: Z A W 64 (1952) 14 8 -15 5 , spec. 15 5 .
384 II Cantico dei cantici
B a a l) e la d e a Is h ta r (la c a n a n a ic a A n a t ) a c c o m p a g n a t i d a c o r i, si r i c o r
d a v a la m o r t e del d io e la s u a d is c e s a nel m o n d o s o tt e r r a n e o - si p e n
si a lla s c o m p a r s a d e ll’ a m a t o e a lla s u a r ic e r c a d a p a r te d e i r a m a t a nel
C a n t i c o - , la d isce sa d e lla d e a p e r a c c o m p a g n a r lo , c o n il c o n s e g u e n t e
a v v iz z im e n t o d e lla n a tu r a , la su a lib e r a z io n e e il s u o r it o r n o a l m o n d o . I
riti si c o n c lu d e v a n o c o n il m a t r im o n io e l'u n io n e s e s s u a le d e g li a tto r i.
O v v ia m e n t e la fin a lità del rito e r a r e lig io s a : r ic r e a r e m e d ia n te il d r a m m a
m it o lo g ic o il r it m o di m o r t e e v it a d e lla n a t u r a e a s s ic u r a r e c o s ì la fe r
tilità del s u o lo e d e g li u o m in i. S e c o n d o q u e s ta in te r p r e ta z io n e il C a n t i
c o r ip r o d u c e p a r z ia lm e n te q u e s t 'a n t ic a lit u r g ia a n c h e se, p e r a d a t t a r lo
al c u lto di J a h v é , fu r o n o s o p p r e s s e o so s titu ite a lc u n e e s p r e s s io n i. L ’ o p i
n io n e di M e e k n o n m a n c ò d i e sse re r e c e p ita n el s u o c o m p le s s o o c o n r i
s e r v e ,1 13* b e n c h é u ltim a m e n te s ia v e n u ta p e r d e n d o l’ a tte n z io n e e la s t im a
d e g li s t u d i o s i ." M In r e a lt à , m a lg r a d o l'in d u b b ia fio r itu r a d el c u lt o di A d o -
n is in Isra e le , è in v e r o s im ile c h e m a n ife s t a z io n i di t a li c a r a tt e r is t ic h e p o
te sse ro t r o v a r e a p e rta la p o r t a del c a n o n e , s o p r a t t u t t o se si c o n s id e r a
l ’ o p p o s iz io n e d ei p r o fe ti ai c u lt i di fe rtilità . D ’ a lt r o c a n t o n el p e r io d o
p o s te s ilic o il c a r a t t e r e e s c lu s iv is ta del g iu d a is m o a v r e b b e c e r ta m e n te r e
s p in to u n ’ o p e r a im p r o n ta ta a q u e s te p re m e s s e s t o r ic o -r e lig io s e . È in o l
tre d a c o n s id e r a r e c h e tu tta d a d im o s tr a r e è la c o n n e s s io n e tra la fe s ta
d e lla r ip r e s a d e ll’ a n n o n u o v o c o n q u e s to tip o d i r itu a li d e lia fe r t ilit à ,
P iu t to s t o è r a g io n e v o le p e n s a re c h e n el C a n t i c o v i s ia n o a llu s io n i a q u e
s to c u lt o , n o n c e r c a t e d e lib e r a ta m e n te m a a ttin te d a l p o e ta (o d a i p o e ti)
a l l’ in te rn o del p a t r im o n io c u lt u r a le d e ll e p o c a p e r illu s tra re la s u a v i s i o
n e d e ll’ a m o r e u m a n o , c o m e p o t r e b b e fa r e un p o e ta dei g io r n i n o s t r i .115
D ’ a ltr a p a rte Io ste s s o te sto m it o lo g ic o p o tè tr a r r e is p ir a z io n e d a lla p o e
sia a m o r o s a p o p o l a r e .1 ' 6 U n a v a r ia n t e p r e s e n ta ta r e c e n te m e n te d a P o p e ,
d e fin ib ile c o m e in te r p r e ta z io n e lit u r g ic a , c o lle g a il C a n t ic o c o n i riti f u
n e ra ri del V i c i n o O r ie n te a n t i c o .117
1 1 3 . Cfr. W. Wittekindt, Das Hohe Lied und seme Bezìehung zum ìstarkuìt, Hannover 19 2 3 ;
C. Kuhl, Das Hoheiìed und seme Deutung: ThR 9 (1937) 13 7 -16 7 ; M. Mailer, Die funf Megit-
lotb (HbAT 18), lubingen 1940; H. Schmukel, Zar kultiscben Deutung des Hobenliedes:
Z A W 64 (1952) 14 8 -15 5 ; Idem, Heilige Hochzeit und Hahes Lied, Wiesbaden 1 9 5 ó; S.N.
Kramcr, Sacred Marriage Rite, Bloomington 1969.
1x4. Cfr. A. Weiser, op, ciL, 30 1; O. Kaiser, op. cìL, 3624 W. Rudolph, op. cit., 92; L. Krinetz-
ki, Das Hohe Lied. 3 1 s.; G. Polirei, op. c t t 30 1; N,K. Gottwald, art. c i t 423; R. Smend, La
formazione dell’Antico Testamento, 186; J,B. White, op, cit., 24; A. Mariaselvam, op. cit., 34.
1 1 5 . Si veda, su questa linea, una critica a tale interpretazione in C. Perugini, Cantico dei Canti
ci e lirica d'amore sumerica: RivBibl 3 1 (19 8 3) 1 1 - 4 1 ; O. Loretz, Zum Probiem des Eros itn
Hohentied: B Z N .F. 8 (1964} 1 9 1 - 2 1 6 , spec. 1 9 4 -10 3.
1 1 6 . Cfr. G. Eìssfeidt, introduzione alt‘Antico Testamento ni, 320 s.
1 1 7 . La tesi è criticata in M .V. Fox, op. cit., 243; E.S. Gerstenberger, The Lyrical Literature, in
D. A, Knight - G .M . Tucker (edd.), The Hebrew Bible and 1 ts Modem interprelers, Chico,
Cai, 19 8 5 , 4 19 .
3. L Jin terpretazion e d ra m m a tica 118
C o m e in d ic a l ’ a g g e t t iv o , q u e s ta t e o r ia , s o r t a a lF in iz io del x i x s e c o l o , 119
c o n c e p is c e il C a n t i c o c o m e o p e r a d o ta ta d i u n a t r a m a b e n in d iv id u a t a
c o n c o r r is p o n d e n t i p e r s o n a g g i / 10 in p a r t ic o la r e S a lo m o n e e la s u la m m i-
t a , c h e r a p p r e s e n t e r e b b e r o i m o d e lli d e lla fe d e ltà a m o r o s a . D i c o n s e
g u e n z a ta le t e o r ia p r e s u p p o n e l ’ u n ità le tte r a r ia d el lib r o . U n a v a r ia n t e
d i q u e s t a in te r p r e ta z io n e d e lin e a u n r a p p o r t o t r ia n g o la r e : s u la m m it a e
u n p a s t o r e , il c u i r a p p o r t o a m o r o s o il re d i G e r u s a le m m e c e r c a in v a n o
d i t u r b a r e (si v e d a il p r e s u n to s b e r le ffo in 8 , i z ) . L e « fig lie d i G e r u s a
le m m e » s a r e b b e r o l ’ h a r e m di S a lo m o n e o u n g r u p p o d i c o r is te d i p r o f e s
s io n e . L a te o r ia , p e r q u a n t o in g e g n o s a , n o n c o r r is p o n d e in te r a m e n te al
te sto d el C a n t i c o q u a le è p e r v e n u t o .111 L a « m e s s a in s c e n a » p o r t a s e m
p re a u n a d is to r s io n e s o s ta n z ia le e in c o n c lu d e n te del te s to . A in iz ia r e d a l
la t r a m a : è im p o s s ib ile c o s t a t a r e u n o s v ilu p p o a r m o n ic o d i s c e n e e a v v e
n im e n ti; c o n t in u a n d o c o n i p e r s o n a g g i, l ’ o p e r a è s p r o v v is t a d i u n c o e r e n
te s v ilu p p o d i e m o z io n i: il d e s id e rio r e c ip r o c o e l ’ in c o n t r o a m o r o s o si r i
p e to n o d u e v o lte . L a fig u ra d i S a lo m o n e , in fin e , m a n c a di r ile v a n z a n e l
l ’ in sie m e . Il t e n t a t iv o p iù re c e n te , se b b e n e a ltr e t t a n t o in fr u t t u o s o , è r a p
p r e s e n t a t o d a ll’ o p e r a d i M . D . G o u ld e r , T h e Song o f fo u rteen S o n g s .1™
O g g i q u e s ta in te r p r e ta z io n e h a d e c is a m e n te p e r s o te rre n o .
T a l e le t t u r a c o n c e p is c e il C a n t ic o c o m e s u c c e s s io n e di u n a se rie di s c e n e
id illic h e . S i tr a tte r e b b e , d i c o n s e g u e n z a , d i u n a r a c c o lt a d i p o e m i a m o
r o s i, n o n n e c e s s a r ia m e n te c o lle g a ti a l m a t r im o n io . S i è o s s e r v a t o c h e g ià
al t e m p o d i r a b b i A q i b a v i e ra c h i lo in te r p r e ta v a s e c o n d o q u e s ta p r o
s p e t t iv a le tte r a r ia . In s e g u ito q u e s to p u n to d i v is t a fu a d o t t a t o n e l i v s e
c o lo d a T e o d o r o d i M o p s u e s t ia ( 3 6 0 - 4 2 9 ) 123 e n el x ii d a u n a n o n im o
r a b b in o f r a n c e s e .124 L u is de L e o n e b b e p r o b le m i c o n l ’ in q u is iz io n e p e r
ragioni analoghe. Autori come Grazio e Reuss, Herder e Renan, tra gli
altri, hanno sostenuto nel corso della storia questa interpretazione,125
sempre latente nella tradizione cristiana.126 La spiegazione naturalistica,
una volta riconosciuta l’infondatezza delle altre interpretazioni, conti
nua a essere la più ragionevole dal punto di vista letterario e la più coe
rente sul piano del contenuto.127
Ne! corso di questa esposizione ci si sarà accorti che alcuni aspetti del
Cantico sono stati esposti solo in forma embrionale, tanto da ingenerare
forse una serie di domande. Questa vsezione intende preparare il cammi
no per l’impostazione di alcuni problemi marginali o complementari.
1. C a r a t t e r e s a p ie n z iu le ?
12.5. A n ch e se, bisogna riconoscerlo, con diversi stati d 'an im o, poiché alcuni accettano ripeter-
pretazione naturalistica del C a n tico per inferirne l'estraneità al canone, prop rio a causa del
suo carattere palesemente erotico.
n ò . Per una presentazione di questa interpretazione cfr. G . Fohrer, o p . cit., 3 0 0 s.; N .K . G o tt-
w ald, art, a i , , *113 s.; soprattutto D . L y s, o p . cit.* 3 1 - 3 7 ; M ,H . Pope, op , c it., 8 9 - 1 4 5 .
12.7. T ra gli studiosi c o n t e m p o r a n e i sostenitori d i questa interpretazione segnaliam o A . M . D u -
barle, L 'a ttto itr h 'U tm ìn da n s le C a n t iq u e d es C a n tiq u e s: R B 61 { 1 9 5 4 ) 6 7 - 8 6 ; J . - P . A udet, L e
sen s d u C a n t iq u e d es C a n tiq u e s: R B 6 2 ( 1 9 5 5 } 1 9 7 - 2 2 1 ; M . H . Segai, T h e S o n g o f Sortg s: V T
12 ( 1 9 6 2 ) 4 7 0 4 9 0 ; W . Rudolph, o p . cit., 93 s.; P. G relot, L e sen s du C a n tiq u e d e s C a n tiq u e s:
R B 7 1 ( 1 9 6 4 ) 4 2 - 5 6 ; G . Gerlem an, o p . cit., 4 8 - 5 1 ; E . W iirtbw ein, D ie f u n f M e g illo t h {H b A T
i 8 )} Tiibingen 1 9 6 9 ; J.C h , E xu m , a rt . c it., 4 7 -7 9 ; J . À . Soggin, In tro d u z io n e a ll'A n t ic o T e s ta
m e n to , 4 9 0 ; A . W eiser, o p . cit ,, 3 0 0 5.; R . Sm cnd, L a fo r m a z io n e d e ll*A n tic o T e s t a m e n t o ,
2 8 5 -2 8 6 ; W . H . Shea, art. cit., 3 7 8 * 3 9 6 ; M . Falk, o p . c it., 7 9 ; R . Rendtorff, I n t r o d u z io n e a l-
I*A n tico T e s ta m e n t o , 2 7 4 s.; F. L a n d y , o p . cit,, 1 3 ^ 3 3 ; M . V . F o x , o p . cit., 2 4 7 - 2 5 0 .
1 2 8 . Di fatto nella Bibbia ebraica il C an tico com pare insieme a Proverbi e a G io bb e, cioè a c
canto al c o r p u s sapienziale.
Problemi aperti 387
2. P o esia p o p o l a r e o p o e s ia a c c a d e m i c a ?
Un’altra questione controversa è col legata alla poesia del Cantico. Rico
nosciuto il suo alto valore artistico, resta da determinarne la paternità.
Gli specialisti adottano generalmente posizioni contrapposte: da quelli
che individuano un’origine popolare e persino rurale134 fino a quanti so
stengono un’origine colta, cortigiana.'35 Si deve tuttavia premettere che
negare al popolo la capacità di creare opere letterarie di valore artistico
corrisponde in genere a pesanti e infondati pregiudizi di ordine estetico.19
3. Paralleli extrabibliciIì7
4. V a lo r e t e o lo g ic o
142.. A differenza dei sostenitori dell’ interpretazione allegorica, per 1 quali il valore teologico
del C an tico è abbondantem ente assicurato. C fr. sopra, i i , i .
1 4 3 . Secon do FeuiJlet è impossibile trarre un insegnamento morale o religioso dal C a n tico se lo
s’ interpreta in senso naturalistico: cfr. A . Feuillet, E in ig e s c b e in b a r e W id e r s p r u c h e d es H o h e n -
Itedes: B Z N .F . 8 ( 1 9 6 4 ) 2 ,1 6 - 1 3 9 , spec. 2 3 8 .
1 4 4 . Sull’arg o m en to si veda O . L o re tz , D ie tb e o lo g is c h e B e d e u t u n g d es H o b e n ìie d e s : B Z N .F .
i o ( 1 9 6 6 ) 2 .9 -4 3 , spec. 2 9 -3 S .
1 4 5 . P e r queste concezioni cfr. G . F o h re r, op. cit., 3 0 3 ; G. G erlem an , op. cit., 8 3 - 8 5 ; O . L o re tz ,
art. cit.; H . Gollwitzer, / / poema biblico dell’amore tra uomo e donna, 79-82..
IV . B IB L IO G R A F IA C O M M E N T A T A
i. O p e re fo n d a m en ta li
2. A lt r e o p e r e
Alonso Schókel, L., Il Cantico dei Cantici. La dignità dell'amore, Casale Monf.
1990; Brenner, A., The Song o f Songs, Sheffield 1989; Falk, M „ Love Lyrìcs
from thè Bible, Sheffield 1982; Gonzalez, A-, Et Cantar de ìos Cantares, Madrid
19 9 1; Gordis, R., The Song o f Songs and Lamentations, New York [974; Kri-
netzki, G., Kammantar zum Hohenlied. Bildsprache und theologische Botschaft
(Beitràge zur biblischen Exegese und Vheoiogie ié), Frank!urt-Bern 1981; Landy,
392. Il C a n t i c o d e i c a n t i c i
L DATI GENERALI
1 , Il libro
a) Titolo del libro
Nei manoscritti ebraici, conformemente all’inizio dei capp. i, z e 4, il
libro è intitolato 1èkà (Ah, come...!), vocabolo che caratterizza I esordio
del canto funebre o elegia.1 Ma alcuni passi del Talmud babilonese (in
particolare Baba batra x$a)z suggeriscono che il titolo antico fosse qi-
nòt (cfr. 2 Cron . 3 5,25), termine tecnico del genere lamentazione3 e quin
di più adeguato alla maggior parte del contenuto dell'opera.4 Lo stesso
indicano anche i titoli deile versioni greca e latina (rispettivamente thre-
noi e lamentationes) .
b) Il testo 5
IL D IM EN SIO N E LETTER A R IA
8 . Spesso si parla di «raccolta ds porrai autonom i»; cfr. R . R en dtorlf. introduzione all’Antico
Testamento^ 3 5 4 . 9. E così il Targum e la Peshitta.
io . Cft. R, Smend, La formazione dell1Antico Testamento, zyo. Il tutto sì riduce a una piutto
sto marcara sensibilità comune e ad alcuni paralleli linguistici, a dire dì R. Gordis, op. cit
12.4-12.3, non conclusivi.
3 96 J 1lib ro d elle L a m e n t a z i o n i
b) Un m ondo di dolore
sico è ricco, non solo sul versante negativo, ma anche su quello positivo
dell’aiuto e del soccorso. Gli israeliti si sentono rifiuti ('aspattòty 4,5b;
niddà, 1,170), rigettati {sebì, 3,45), immersi nelle tenebre (h ósek , 3,2; ma-
hàsakkìm , 3,6); abbandonati (cz b , 5,20) alla loro nudità (cerw à y i,8b), co
me fossero un vaso di coccio (:nèbel , 4,zb). Jahvé si è celato (c/m, 3,56).
Il popolo abbandonato, pur consapevole della propria colpa, sa che Jah
vé non è sordo alle suppliche; ecco perché, malgrado il silenzio dall’alto,
spera nel suo aiuto (‘ ezrà , 4,i7a) e non cessa di alzare il proprio clamo
re; q ò l «clamore», 3,36; ì w i «chiedere aiuto», 3,8; in w a «grido», 3,56;
a filla «supplica» 3,8.44. L ’invocazione nelle Lamentazioni (q r’ ) è ambi
gua. Mentre in 3,55*57 l’ orante «chiama» Jahvé, in i,i5 b e 2 ,zza il ver
bo è riferito a Jahvé stesso che «convoca» sciagure contro il suo popolo.
Inim icizia, am icizia . Un passo ulteriore nello studio del lessico ci pone
in contatto con il sentimento dell’ inimicizia. Per quanto riguarda 6 jé b y
la maggior parte delle occorrenze si riferisce al nemico babilonese (i,zc.
5a.9c.16c.z1b; 2,7b.i6a.zzc; 3,46.52; 4,izb). Ma poiché Jahvé ha col
laborato con questo nemico sia intervenendo (2,i7c) sia astenendosi
dall’agire (2,3b), non sorprende che il medesimo Jahvé sia considerato
come tale (2,4a.5a). Inoltre è frequente il sinonimo sar (i,5a.c.7c-d.ioa.
i7h; 2,170; 4,1 zb), applicato a Jahvé unicamente in z,4b. Soltanto in un
caso compare qdm (3,62). Il popolo si sente tradirò dai suoi amanti (bgdy
i,zc; tm h , i,i9 a) che fanno digrignare i denti (hrq , z,i6b) in segno d ini
micizia e di scherno. 11 concetto opposto di amicizia e rappresentato da
diversi lessemi, alcuni dei quali formulati negativamente. La radice bb
«amare» presenta una connotazione sarcastica in 'óheb «amante» (1,
zb; participio piel, i,rpa). Anziché fare di Jahvé l’oggetto della sua ami
cizia e del suo amore, il popolo si gettò nelle braccia di potenze stranie
re che, al momento della verità, lo abbandonano senza pietà. Il popolo
non riceve asilo (gw ry 4 ,1 $b) né rispetto (hdr, 5*12), rna sa che l’amici
zia non e morta nel cuore del suo Dio; al momento opportuno questi in
terverrà in sua difesa (g’I/rjb, 3,58).
P r o fa n a z io n e , o n o r e .
Il popolo si sente inoltre oggetto di profanazione e
di scherno. Accanto al tipico h ll «profanare/disonorare» (2,20), il cui og
getto sono il re e i principi, s’incontra il vocabolario dell’irrisione, provo
cata dalla grave umiliazione alla quale il popolo è stato sottoposto: m a n -
g in à «canto di dileggio» (3,63), s h q «irridere» (i,7d), s eh ò q «scherno»
(3,14), s t q «fischiare in segno d’irrisione» (2 ,15 ^ 2,iéb). Il lessico an
tonimico dell’onore non reca conforto alcuno. Di fatto k b d si riferisce
solo al ricordo di tempi migliori (i,8b). È passata alla storia la prover
biale e memorabile manifestazione della gloria di Sion: b a d a r «dignità»
(r,6a),/ó/i «bellezza» (2,150), t i f ’e r e t «gloria, splendore» (2,ib).
T r is t e z z a , fe lic it a .
Il lessico della tristezza e della stanchezza è documen
tato nella descrizione dello stato d’animo dei sopravvissuti e degli esilia
ti: d w h «languire», 1,130.220; 5,17; d m m «tacere», 2 ,io a .i8 c; 3,28; d ù -
m à m «stare in silenzio», 3,26; jg h «essere triste», i,4C.5b.i2c; 3,32.-33;
jg* «essere sfinito», 5,5; k s l «fiaccare», 1,14 6 ; 5 ,13; m à r ù d «amarezza»,
3,19; m er ó r im «amarezze», 3 ,15 ; ‘ ó n i «afflizione», j^ a.ya.gc; 3 ,1.19 ;
‘ tp «essere debole», 2 , 1 1c.12b.19d; s w b «sentirsi abbattuto», 3,20. Il
lessico antonimico relativo alla felicità e alla forza non fa che conferma
re per via negativa i sentimenti di tristezza e sfinimento. Vengono ricor
date la felicità (t ò b à y 3,17) e la gioia {m àsùs\ 5,15) per costatarne con
amarezza l’assenza. Altrettanto si può dire di k o à h «forza» in i,6c e
i,i4 b . Infine i tre verbi che definiscono tipicamente la gioia: s w s (i,2 ib ;
4,2ia), s h q (i,7d), s m h (2,170; 4,2ia). In nessun caso il soggetto è la
capitale del paese o gli israeliti, ina sempre 1 nemici che si fanno beffe
del crollo di Sion.
L u tto . Immerso nelle rovine, il popolo è costretto al lutto; può solo far
ricorso alia lamentazione, sperando che Jahvé abbia pietà e lo consoli.
Nelle Lamentazioni abbonda il lessico del dolore e de IPafflizione: ’é b e l
«lutto», i,4a; 5,15; ’à n d h a «gemito», 1,220; ’ a n ijjà «lamento», 2,5; d im -
cà «lacrime», r,2a; 2,1 ia.i8 b ; m a k 'ó b «dolore» i , i i b ; i,i8 b ; 'ò rti «af
flizione», 1,33.73.90; 3,1.39 ; saiv à «grido», 3,56; f f t l l à «supplica», 3,
8.44. L ’elenco dei verbi non fa che sottolineare questo inondo di dolore
e disperazione: 4 n h «lamentarsi», x,4b.8c. 1 ia .2 ia ; ’W «compiangere»,
2 , 8 c; b k h «piangere», i,2 a .ié a ; z q «gridare», 3,8; $ ‘q «gridare», 2,i8a;
r n n «levare la voce», 2,i9a (qui in segno di dolore).
sparita,.- la mia speranza nel Signore» (3,18) si trova «Ma c’è qualco
sa... che mi la sperare» (3,21). Si può affermare che la tensione esperibi
le nel libro delle Lamentazioni (una tensione psicologica e teologica) re
sta alla fine irrisolta, come se il credente si vedesse costretto, in virtù
della sostanza stessa della fede, a dibattersi angosciosamente tra la pre
senza e l’abbandono, Pamore e la collera, il coraggio e la disperazione,
il successo umano e la frustrazione.
2, L a {orina poetica
1 3 . Si definiste acrostico il poema costituito da ventidue unità (strofe o stichi) ciascuna delle
quali inizia con una delie lettere dell'alfabeto ebraico in successione rigorosa da 'aief a iati.
Questa tecnica è nota dal Salterio (ad es. Sai. 11:9) e dalla letteratura sapienziale (ad es. Prou.
3 1 ,1 0 -3 1 ) . Si è cercato di spiegare ii ricorso all'acrostico in generale in vari modi: come rispo
sta alla credenza nella potenza magica delle lettere; come ausilio mnemonico per la recitazione
pubblica; come semplice strumento espressivo; come modo di affrontare una tematica nella
sua interezza (^da cima a fondo», «dalla 3 alla zeta»). In proposito si veda N.K. Gottwald,
Studies in thè Book o f Lamentations, London 1962, 13-32 ,
14. Probabilmente il poeta adattò il numero degli stichi per farlo corrispondere alla forma de
gli acrostici precedenti. Esempi di struttura semplicemente alfabetica al di fuori delle Lamenta
zioni si trovano in Sai 3 3 ; 38 e 103. Sulla struttura metrica degli acrostici alfabetici biblici in
generale e su quella di Lam. 5 in particolare si veda N.D. Freedman, Acrostic Poems in Heb-
rew Btble. Alphabetìc and Otherwise: CBQ 48 (1968) 408-431.
1 5 . È da considerare che nei primi quattro poemi la struttura acrostìca non presenta la pro
gressione di pensiero che ci si attenderebbe da questo tipo dì poesia ebraica (cfr., ad es., i sal
mi alfabetici 25; 34; 37; r i i ; m ; 1 19 ; 145). Il lettore avverte che il pensiero non scorre con
naturalezza e le idee presentano uno strano riimo binario.
t 6. Cfr. O. Eissfeldt, Introduzione aìPAntico Testamento ili, 339.
404 11 libro delle Lamentazioni
3 . // g e n e r e le tte ra rio
a) L a m e n t a z i o n e e d e le g ia
b) I poem i
Il primo poema inizia come un’elegia funebre (w. i - j 1), stile che viene
abbandonato già nei vv. 9C e n c , in cui la terza persona è sostituita
dalla prima (elemento della lamentazione individuale): Gerusalemme
stessa si lamenta della propria condizione nei vv. 12-16 . A partire dal v.
17 ricompare il tono elegiaco, per cedere di nuovo il passo alla lamen
tazione di Gerusalemme personificata (vv. 18-22). Alcuni pensano che,
nonostante i suoi diversi elementi formali, si tratti «funzionalmente» di
una lamentazione comunitaria con intenti parenetici.1’3
Pure il secondo poema è un’elegia funebre *sul dolore che Gerusalem
me ha dovuto sopportare a opera di Jahvé. Dal v. 1 1 alla fine prende la
parola il poeta, il quale, avvilito dal triste destino della città (w . 11- 12 ) ,
le si rivolge con parole commoventi (vv. 13 -15 ) e le mette in bocca una
supplica e un lamento (vv. 20-22), elementi formali consueti nel genere
letterario della lamentazione.
17. Si veda, al riguardo, l'interessante articolo di B. Jo h n so n , Forni and Message in Lamenta-
tions: Z A W 97 (1985) 58-73.
18. Sebbene Jahvé, suo sposo, in realtà non sia morto.
19. C fr. O. Kaiser, Introduction to thè Oìd Testament, Oxford 19 75, 357.
D im e n s io n e letteraria 40 5
zato le oss.a»). Inoltre non si può escludere che 1 *«io» con cui inizia il
poema voglia proporsi come portavoce del popolo.*''
Nel quarto poema, sebbene predomini l’elegìa, si colgono elementi del
la lamentazione comunitaria (vv.- 17-20) e del linguaggio profetico (vv.
zi s.). Il quinto poema è una lamentazione comunitaria, con i tipici la
menti e suppliche appartenenti a questo genere (vv. zo-2z), sebbene com
prenda eccezionalmente formule inniche (v. 19).
l
c) L it u r g ia d i la m e n t a z io n e
pare la lamentazione del poeta per la città (vv. 1-16); si odono la lamen
tazione comunitaria dei gerosolimitani (vv. 17-20) e un oracolo profeti
co di castigo diretto contro Edom, accompagnato da un oracolo di sal
vezza offerto a Sion (vv. 21 s.). Il «noi» comunitario costituisce la tona
lità generale del cap. 5, anche se lo squarcio costituito dai versetti d'a
pertura e di chiusura (1,19-22) potè essere proclamato da un portavoce
individuale nella recitazione pubblica,16
d) E l e g ia p o litic a
4. L 'u s o litu rg ic o
i. C r is i t e o lo g ic a p e r la d is t r u z io n e d i G e r u s a le m m e
31. Si veda in particolare B. Albrektson, Studies in thè Textand Theology o f thè Book o f Lam-
entatìom, Lund 19 6 3, 114 -2 39 .
32. Una rassegna critica delle interpretazioni attualmente piu rilevanti sul significato della sof
ferenza umana nel libro delle Lamentazioni si trova in M.S. Muore, H u m a n S u ff& n v g in L a tn -
e n ta tio n s: RB 90 (1983) 534-5 ^5.
33. In questo senso il libro delle Lamentazioni lascia scoperta la piaga sempre aperta dell'uomo
autenticamente religioso. La tensione tra il credente e Dio, che palpita in ogni versetto delle
Lamentazioni, evidenzia in modo esemplare un dato sorprendente; la sofferenza c o s t i t u i s c e una
minaccia per la vita di fede a causa dei misteriosi disegni di Dio nella storia.
Sign ificato e intento 409
2. G lt e c c e s s i d e l n e m ic o
3. C a s tig o e s p e r a n z a
4. I l lib ro d e lle L a m e n t a z io n i
in r a p p o r t o a ll'A n t ic o e N u o v o T e s t a m e n t o 57
Per cogliere l’importanza del libro delle Lamentazioni nel contesto del
l’Antico Testamento, e tenendo conto del genere letterario della lamen
tazione, i cui caratteri formali predominano nell’opera, è da definire il
ruolo svolto da questo libro nella storia della lamentazione comunitaria
nell'Antico Testamento.38 Sì deve anzitutto affermare che la lamenta
zione ha un'importanza decisiva per la comprensione del discorso su Dio
nell’Antico Testamento, in particolare per quanto riguarda la sua azione
liberatrice, dalla quale prende avvio la stona d’Israele in senso stretto.
In realtà essa è una componente di tutta la serie di eventi che va dalla prò-
clamazione dell’oppressione e dell’angoscia sino alla liberazione. Questa
è una costante nel discorso su Dio nell'Antico Testamento. Quanto im
portante sia la lamentazione ne! Salterio è mostrato dalla posizione
simmetrica, in quanto elemento costitutivo della preghiera, che essa oc
cupa rispetto alla lode. Ma questi motivi dei Salmi compaiono spesso in
altri ambiti letterari dclF Antico Testamento: il Deutero-lsaia, Geremia
(ad es. 11-20), Giobbe e persino nei libri storici.39 I testi che si potreb
bero addurre sono prevalentemente elegie funebri e lamentazioni susci
tate dalla sofferenza. Pur presupponendo nella loro origine situazioni
diverse,*0 hanno in comune l’espressione della sofferenza umana. L ’ele
gia volge lo sguardo indietro, ricordando il passato di colui che ora gia
ce esanime; la lamentazione, invece, rivolge la sua proclamazione in vi-
36. N.K. Gottwald, Lamentattons, Book or. in IDB ili, New York 19 6 1, 63.
3 7 . C i lasciam o guidare d a ll’opera di C . W esferm anti, P /e Klagelieder. Fofscbungsgesthicbte
und Auslegung, N eu kircb en /V lu yn 1 9 9 0 , 1 8 8 -1 9 2 ..
38. Ci rifacciamo alPopinione di C. W esterm ann, Die Rolle der Klage w der Theoìogie des A l
ien Testaments: T B 5 5 { 1 9 7 4 ) 1 5 0 - 1 6 8 , spec. 2 .5 9 -2 6 8 .
3 9 . C fr. H . Gunkel, Introducción a los salmos, V alen cia 1 9 8 3 , 1 3 5 - 1 5 7 .
4 0 . L'elegia implica un evento profano e svolge la funzione di sfogo di fronte a un lutto, m en
tre la lamentazione è rivolta a Dio.
4 12, Il libro delle Lamentazioni
sta del futuro. Ecco perche la supplica, elemento tipico della lamentazio
ne, è assente dalle elegie.
b) T r a la m e n ta z io n e e p r e g h i e r a
c) L e la m e n ta z io n i d i G e s ù n e l N u o v o T e s t a m e n t o
d) D i m e n s i o n e a ttu a le d e lle L a m e n t a z io n i
lezionari liturgici. Tuttavia non si può dire che nella storia della cristia
nità il dolore provocato dalla distruzione di una città abbia suscitato una
memoria attiva tra le diverse comunità cristiane, anche se entrambi i Te
stamenti lo ricordano spesso. Con le parole di un commentatore moder
no, «la chiesa attuale ha disperatamente bisogno di ascoltare il messag
gio delle Lamentazioni se il cristianesimo vuole comprendere la propria
missione autentica come compito più ampio della cura della pietà per
sonale, mentre la vita quotidiana dell’uomo è ridotta a un inferno».41
Se le lamentazioni di Gesù e quelle proclamate ni occasione del disa
stro del 587 trovassero nuova eco nelle chiese cristiane, la riflessione
prenderebbe due direzioni. Le nostre chiese hanno avuto una parte* atti
va o passiva, nelle guerre delle popolazioni cui appartenevano. Pochi so
no stati i cambiamenti fino alla seconda guerra mondiale. In queste occa
sioni si è sempre ritenuto necessario o inevitabile proprio ciò di cui Gesù
si lamentò: il dolore di coloro che non ebbero parte in eventi tanto terri
bili, il dolore dei bambini, delle madri, dei malati, degli anziani. Con la
proliferazione delle guerre sì e accresciuta a dismisura la sofferenza de
gli innocenti. È possibile che un ascolto piu attento del testo biblico pro
vochi un cambiamento d'idee, una conversione nelle chiese cristiane?
È possibile un'altra riflessione. Ascoltando il pianto di Gesù su Geru
salemme o quello delle migliaia di persone che nel corso dei secoli han
no visto le loro città e il loro ambiente distrutti, non è coerente accetta
re una stona scritta da persone per le quali questo dolore è irrilevante.
La distruzione di una città è talmente consueta per l’umanità e per la
sua storia che vi siamo abituati. Quasi nessuno ricava una profonda in
quietudine da simili eventi. Al massimo una lamentazione esercita un in
fluenza profonda nel luogo in cui è avvenuta l’eventuale catastrofe, co
me nel caso di Gerusalemme. Da quando si e iniziato a scrivere la storia
quasi tutti i resoconti ufficiali sono partiti dall’ambito militare: vittoria
sul nemico e numero di soldati morti; raramente si parla dei caduti tra
la popolazione civile. Il clamore di chi soffre svanisce presto nell oblio,
perché per gli storici è privo di significato. In questo aspetto sembra non
esserci differenza tra la storia scritta prima di Cristo e la storiografia
promossa nel corso della cristianità. Ci si dovrebbe domandare se è ob
biettiva e valida una storia per la quale non esiste la sofferenza di colo
ro che sono coinvolti in un conflitto bellico. Una simile revisione storio
grafica va favorita soprattutto in un’epoca nella quale le possibilità di
distruzione hanno raggiunto proporzioni immani.
È spiacevole che la lamentazione non trovi quasi spazio nella preghie
ra cristiana, dal momento che ne è elemento essenziale. La domanda è
inevitabile: è possibile spiegare a partire dal Nuovo Testamento questa
42.N.K, Gortwald, Studìes„ 1 1 3- 1 1 4.
Storia d ell’in terp reta zio n e 4 15
1. E p o c a e lu o g o d i c o m p o s iz io n e
Sebbene non si possa parlare di unanimità tra gli interpreti di questo se
colo, Popinione piu diffusa sull’epoca di composizione delle Lamenta-
43. Cfr. H. Gunkel* KlageUeder feremiae, in RGG in, Tìihingen *1929, 1049-T052.
4 16 IL Libro delle Lamentazioni
z. A u t o r e o a u to ri
3. M is c e lla n e a o lib ro
4. I l g e n e r e le tte ra rio
56. R. Brandscheidt, op. cit,t 170. C. Westermann, Klagelieder, tìn si pronuncia contro questa
affermazione e contro la tendenza che essa rappresenta; secondo lui il duplice desiderio tormu-
lato in 4,2,1 s. costituisce proprio uria forma fissa dei salmi di lamentazione.
57. R. Smend, La formazione dell'Antico Testamento, 189,
5 8. Cfr. W.H. Schmidt, Emfiìbrung in das Alte Testamenti 3 12 -3 14 .
59. Si veda D,R. Hillers, op. c i t xxvn xxvni; O. Kaiser, Klagelieder t 297-300.
60. C. Westermann, op. cit, 6r,
6 1. Cfr. M . Lòhr, Threni 3 und die jeremiantsche Autorschaft des Bttches der Klagelieder: ZA W
14 (1904) i - i ó ; A. Weiser, op. cit,, 3 0 6; H.-J. Kraus, Klagelieder, 8 -13 ; R , Gordis, op. cit.,
12 7 ; B.S. Chdds, Introduction to thè Old Testament as Scrìpture, 590-597.
62. In questo senso la collocazione di questo capitolo al centro del libro è certamente intenzio
nale secondo R. Rendtorff, Introduzione alVAntico Testamento, 353 s.
63. Cfr. O. Kaiser, op. cit., 297 300.
B ib lio grafìa c o m m e n ta ta 4 19
ranza del primo elemento, insieme alle particolarità form ali con le quali
il poem a inizia e si conclude, li porta tuttavia a individuare nella lamen
tazione individuale il genere sotteso all'intero capitolo.
A d ogni modo il cambiamento di personaggi può essere puramente
apparente, un espediente stilistico deirautore. Anche in questo caso le
opinioni sono discordi: si passa dalla tendenza antica a spiegare l5«io»
del poema come «io collettivo», o come la voce di un rappresentante del
la com unità, all’orientamento piu recente che ricorre al concetto di «per
sonalità flu id a» /4
Riconosciam o provvisoriam ente che per gli interpreti delle Lam enta
zioni che orientano la propria ricerca in modo crìtìco-ietterano la que
stione del contesto vitale è priva d ’importanza. Per quanto una sìm ile im
postazione interna e oggettiva sia ragionevolmente giustificata in consi
derazione di altre priorità ermeneutiche del testo biblico, il caso delle L a
mentazioni esige uno sforzo particolare per illuminare la questione della
sede vitale. È impossibile sorvolare sulla questione: si tratta di poemi
reali o fittizi? il loro contenuto corrisponde a situazioni storiche verifi
cabili o è puro frutto di fantasia?
Indubbiamente un gran numero di commentatori concorda n d l’af-
ferm are che le Lamentazioni sono opera di testimoni oculari della cadu
ta e distruzione di Gerusalem m e,f’s ma quasi nessuno dopo Gunkel si è
interrogato sulla possibilità che le Lamentazioni siano il risultato di una
tradizione orale. In tal caso i poemi, messi per iscritto, furono impiegati
in alcuni servizi liturgici a ricordo della caduta di Gerusalemm e, m a non
composti ad h o c.6 566 Z acc. 7 e 8 sono testimonianze della celebrazione di
6
4
lamentazioni per commemorare la distruzione della città santa.
V. BIBLIOGRAFIA COMMENTATA
Albrektson, B., Studies in thè Text and Theology o f thè Book o f Lamentatìons.
With a Criticai Rditton o f thè Peshìtta Text, Lund 1963. L ’opera consta di tre
parti: 1. Studio del testo siriaco delle Lamentazioni* il Comparazione crìtica tra
64. R. Gordis, a p . c it. ricorre al concetto di f l u i d p e r s o n a l i t y t anche se il termine non è suo, per
spiegare l'apparente cambiamento di portavoce; questa spiegazione è criticata da C, Wester-
mann, o p . c i t . 9 68.
65. In effetti il testimone oculare non può essere escluso, ma nemmeno dimostrato con certez
za; cfr. le opportune considerazioni dì H. Wiesmann, D e r V e r f a s s e r d e s B u c h le m s , d e r K l a g e ì i e -
d e r . E i n A u g e n z e u g e d e r b e h m i d e ì t e n E r e t g n t s s e ? : Bib 17 (1936) 71-84, spec. 84.
66. La stessa torma acrostica è indizio d ’intervento redazionale, una prova che il libro delle La
mentazioni è una redazione secondaria della lamentazione liturgica.
420 II l i b r o d e l l e L a m e n t a z i o n i
7 Sommario
9 Premessa
il Abbreviazioni e sigle
r3 Prologo
r5 Bibliografia essenziale
P arte p rim a
LA LETTERATURA SAPIENZIALE
jVlSRAELE
Capitolo I
i 5> Sapienza e letteratura sapienziale
*9 1. Differenti concezioni della sapienza
20 1. Von Rad: conoscenza empirica del creato
21 2. Whybray: atteggiamento verso la vita
22 3. Crenshaw: autocomprensione
in rapporto alle cose
23 4. Murphy: tentativo di dar ordine
al comportamento umano
24 11. La «letteratura» sapienziale d Israele
2*4 1. Il lessico della «sapienza»
26 2. Letteratura o tradizione?
27 3. Le alternative alPelemento «sapienziale»
28 Excursus. La paternità salomonica della sapienza
3° m. Definizione di sapienza
i- Definizione
35 2. Esperienza e conoscenza
38 3. Mancata corrispondenza
tra esperienza e conoscenza
40 4. Le diverse risposte
al fallimento epistemologico
43 Excursus. Funzione della teologia della creazione
45 IV. La figura del sapiente
45 1. La sfera privata
46 2. La sfera pubblica
47 a) La tradizione egiziana
48 b ) La tradizione mesopotamica
49 c) La tradizione israelitica
53 3. Dai sapienti ai rabbi
422 In d ice del v o lu m e
Capitolo II
55 Tradizione sapienziale
ed espressione letteraria
55 I. Tradizione sapienziale e forme letterarie
55 1. Manifestazioni della tradizione sapienziale
neH*Àntico Testamento
55 a) Il Pentateuco
5 *> b) La storia deuteronomista
57 c) La letteratura profetica
57 d) L’opera del Cronista
5» 2. Le forme letterarie
della letteratura sapienziale
58 a) Il proverbio
éo b) La comparazione
6l c) L’enigma
63 d) Favola e allegoria
64 e) Il discorso sapienziale
64 f) L’inno
65 g) Il poema didascalico
66 h) Il dialogo
67 Il poema autobiografico
67 /) La letteratura onomastica
67 k) Il procedimento della soluzione differita
69 II. La colonna vertebrale
della tradizione sapienziale
69 1. Antropologia e sapienza
70 2. Le risposte della teologia
7* Hi. Storia della ricerca
72 1. Natura della sapienza biblica
73 a) Pragmatismo?
73 b) Eudemonismo?
74 c) Internazionalismo?
75 2. Il quadro del Vicino Oriente
76 a) Egitto
80 b) Mesopotamia
82 3. Sapienza e apocalittica
85 IV. Bibliografia commentata
Parte s e c o n d a
I LIBRI SAPIENZIALI
Capitolo in
II libro dei Proverbi
9i L II libro
9i 1. Titolo del libro
91 2 . T e s t o e v e rsio n i
92 3. Posizione nel canone
93 ri. Dimensione letteraria
93 1. Prime impressioni sui Proverbi
93 2. Aspetti letterari
93 a) Il parallelismo
94 b) L ’istruzione
96 c) Il proverbio numerico
96 d) Il racconto autobiografico
96 e) L'acrostico alfabetico
97 3. Struttura generale dei Proverbi
97 4. Autore e data di composizione
99 III. Intento e contenuto
99 1. Alla ricerca della sapienza
100 a) Sapienza pratica
10 1 b) Sapienza etica
102 c) Sapienza teologica
104 2. Connessioni e influenze extraisraelitiche
IO6 IV. Storia della ricerca e problemi aperti
106 1, Storia della ricerca
106 a) Influenza della sapienza orientale
107 b ) Sapienza e storia
108 c) Assenza della dimensione teologica?
109 2. Problemi aperti
109 a) Rielaborazione jahvista?
HO b) La figura della sapienza
in Prov. 8,22-31
1 12 £) Cosmologia, antropologia, teologia
113 d) La figura della Maat
H4 v. Bibliografia commentata
114 1. Commenti
115 2, Altri studi
Capitolo iv .
117 Il libro di Giobbe
IT 7 1, Dati generali
117 1. Il libro
i *7 a) Titolo del libro
118 b) Testo e versioni
119 c) Canonicità
119 2. Autore e data di composizione
12 1 II. Dimensione letteraria
12 1 1. Prime impressioni su Giobbe
12 2 2. Aspetti letterari
124 3. Struttura generale
125 4. Genere letterario
12 7 5. Paralleli extra israelitici
329 in. Contenuto e intento dell’opera
129 x. Prologo: l'onestà disinteressata
13 0 2. Destino del malvagio e giustizia di Dio
13 2 3. Mistero di Dio e religiosità autentica
*34 4. La vera sapienza
13 6 5. Epilogo in prosa: la libertà di Dio
4M In d ice del v o lu m e
Parte terza
LA LETTERATURA LIRICA
Capitolo viri
23 3 Il libro dei Salmi: aspetti letterari
*33 1. Prime impressioni sul salterio
2-33 1. Opera composita
2-34 2. Poesia cultuale
2-3 5 3. Espressione dell'esperienza religiosa
z 35 4. Crocevia teologico
236 il Caratteristiche generali
236 1. Titolo del libro
*37 2. La numerazione nel testo ma soretico e nei LXX
237 3. Testo e versioni
*37 a) Il testo
2-38 b ) Le versioni
2-39 c) La trasmissione testuale
2-39 4. Le intestazioni dei Salmi
240 a) Termini relativi a raccolte
24 I b) Termini tecnici musicali e melodici
242 c) Istruzioni per l’uso liturgico
M3 d) Nomi propri
244 e) Dati storici
244 f) Valore delle intestazioni dei Salmi
*45 5. Raccolte e formazione de! Salterio
245 a) Raccolta di raccolte
246 b) Gruppi di salmi
all’interno della raccolta
247 c) Evoluzione del Salterio
249 6. Datazione del Salterio
In d ic e del v o l u m e 4 27
Capitolo xii
365 Il 1 antico dei cantici
365 1. Dati generali
365 i.II libro
365 a) Tìtolo
366 b ) Testo e versioni principali
366 c) Canonicità
367 2. Autore, luogo e data di composizione
367 a) L'autore
368 b) Il luogo
3*>9 c) La data
370 n. Dimensione letteraria
370 r. Prime impressioni sul Cantico
370 a) I personaggi
370 b) Il lessico
37* t) Un universo di sensi
373 d) Ambiguità e contraddizione
375 e) L’elemento femminile nel Cantico
375 2. Principali aspetti letterari
375 a) Il parallelismo
376 b ) Il materiale sonoro
377 c) Le immagini
378 3. Composizione, struttura e forma letteraria
378 a) La composizione
379 b ) La struttura
380 <;) La forma letteraria
382. Ut. Storia della ricerca
382. 1. L ’interpretazione allegorica
383 2. L'interpretazione micico-cultuale
385 3 . 1 / interpretazione drammatica
385 4. L’interpretazione naturalistica o lirica
43° Iadice del volume