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I Dodici Profeti:
perché «Minori?»
Esegesi e teologia
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ESEGESI E TEOLOGIA
Realizzazione editoriale: Prohemio editoriale srl, Firenze
ISBN 978-88-10-22154-9
2. R iv is t e
1 Ricordiam o, ad esem pio, che la rivista Parole di Vita ha dedicato tutti i num eri
d ell’annata 2008-2009 al L ibro dei Dodici. Cf. anche F. B a rg e llin i, «Il ruolo canonico di
G ioele, A bdia e G iona. E lem enti per una lettura unitaria dei X II Profeti Minori», in
R ivB ib 55(2007), 145-163.
2 E. Z enoer (ed.), «Wort JH W H S, das geshah...» (Hos 1,1). Studien zum Zwòlfpro-
phetenbuch (HBS 35), H erder, Freiburg-Basel-W ien 2002.
10 Presentazione
attuale, non quello che corrisponde alle sue diverse fasi di formazio
ne. In molti casi è evidente la presenza di una storia redazionale
alPinterno di un libro, ma il punto di vista qui adottato, quello che
guida la nostra lettura, è lo studio del libro nella sua forma attuale.
Questa prospettiva di lettura, o meglio, il tipo di domanda che sog
giace a tale lettura non vale esclusivamente per il Libro dei Dodici,
ma costituisce un interrogativo di carattere metodologico che già è
stato posto ad esempio nel caso del Libro dei Salmi,3 oppure di
Isaia,4 o dei Proverbi.5
Chiariti l’orizzonte metodologico e la dom anda che guida la
ricerca, il percorso che faremo è di tipo esegetico-teologico. Il libro
si articola in tre parti di lunghezza diseguale: la prima, che compren
de sostanzialmente il c. 1, ha lo scopo di presentare i motivi che giu
stificano la lettura unitaria del Libro dei Dodici, partendo dai dati
' Si possono m enzionare: il rotolo dei profeti minori proveniente da Nahal Hever,
SH evX Il gr, poi il più antico m anoscritto com pleto, un papiro che risale al III secolo d.C.,
e infine i grandi codici unciali dei secoli IV-V (Vaticanus, A lexandrinus e Sinaiticus).
2 A d esem pio si può ricordare il rotolo di cuoio scoperto nel Wadi M urabb’at, una
località sita nei pressi di Q um ran, che risale al II secolo a.C. e che, pur non essendo com
pleto (comincia infatti con Gl 2,20 e contiene parti di Amos, A bdia, G iona, M ichea, Naum,
Abacuc, Sofonia, A ggeo e Zaccaria fino a 1,4), conserva tuttavia un testo dei profeti mino
ri molto simile a quello masoretico.
3 R. F u l l e r , «The Form and Form ation of thè B ook of thè Twelve: The Evidence
from thè Judean D esert», in J.W. W a t t s - P.R. H o u s e (edd.), Forming Prophetic Literatu-
re. Essays on Isaiah and thè Twelve in H onor o f J.D.W. Watts (JSOT.S 235), Sheffield Aca-
demic Press, Sheffield 1996, 86-101; D.L. P e t e r s e n , «A B ook of thè Twelve?», in J.D.
N o g a l s k i - M.A. S w e e n e y (edd.), Reading and Hearing thè B o o k o f thè Twelve (SBL.SS
16 Capitolo 1
caso4 o alla lunghezza limitata dei singoli scritti che avrebbe favori
to questa pratica.5 Tuttavia già nel trattato talmudico Baba Bathra
13b si legge:
Tra uno dei cinque libri della Torah e un altro libro della Torah, q u at
tro linee (devono essere lasciate in bianco) e, similmente, tra un profe
ta e un altro profeta (quattro linee devono essere lasciate in bianco),
ma per quel che riguarda un profeta dei dodici tre linee (devono esse
re lasciate in bianco).6
15), Society of Biblical L iterature, A tlanta 2000,4-5; D. S c a i o l a , «Il libro dei Dodici P ro
feti M inori nell’esegesi contem poranea. Status Quaestionis», in RivBib 48(2000), 319-320.
4 N ell’antichità i testi si scrivevano su singoli rotoli, il che, secondo alcuni autori, ren
derebbe difficile ipotizzare l’esistenza di un ordine dato. Personalm ente però riteniam o
che il fatto stesso che ci fossero im portanti biblioteche nel m ondo antico fa supporre che
fosse stato anche elaborato un sistema di catalogazione dei rotoli i quali dovevano poter
essere trovati in caso di bisogno.
5 N el trattato talmudico Baba Bathra 14b i rabbi afferm ano che Osea fu il prim o pro
feta col quale D io parlò e per questo egli si trova all’inizio del Libro dei Dodici, e aggiun
gono anche che un libro così breve avrebbe potuto andare perso se fosse stato lasciato da
solo. La conclusione è che i D odici sono stati scritti insieme per im pedire che si perdesse
ro. Cf. I . E p s t e in (ed.), The Babylonian Talmud, The Soncino Press, London 1935, 7 0 .
6 T radotto da E p s t e in ( e d . ) , The Babylonian Talmud, 6 6 .
Introduzione al Libro dei Dodici 17
Nel Nuovo Testamento esiste poi la citazione del libro degli Atti
che recita: «Ma Dio si allontanò da loro e li abbandonò al culto degli
astri del cielo, come è scritto nel libro dei Profeti» (A t 7,42, cui segue
un testo tratto dal libro di Amos).
Tra le citazioni extrabibliche sono da ricordare alcuni apocrifi: il
4Esdra 14,44-45,7 il quale sembra aver considerato i Dodici uno dei
ventiquattro libri che Esdra avrebbe dettato e reso pubblici. Inoltre
4Esdra 1,39-40 riporta i nomi dei dodici seguendo l’ordine della
LXX.8
Un altro apocrifo, il Martirio e ascensione di Isaia 4,22, riporta
l’elenco dei dodici secondo il seguente ordine:9Amos, Osea, Michea,
Gioele, Naum, Giona, Abdia, Abacuc, Aggeo, Sofonia, Zaccaria,
M alachia.10
7 Si tratta di un libro apocrifo che risale probabilm ente al tem po di D om iziano (81-
96 d.C.). M olte versioni inglesi della Bibbia (KJB, RSV, NRSV, N EB ecc.) chiam ano que
sto libro 2 Esdra, la Vulgata invece si riferisce a esso col titolo di 4Esdra, m entre la Bibbia
georgiana gli dà il titolo di 3Esdra. A ltri titoli sono Esdra latino o 4Ezra. Si tratta di
un’apocalisse giudaica, scritta originariam ente in ebraico e successivamente tradotta in
greco, latino, arm eno, etiopico, arabo e georgiano. Per quel che riguarda il contenuto, il
libro consta di sette visioni avute dallo scriba Esdra, l’ultima delle quali riguarda i libri
biblici. Dio appare a E sdra e gli ordina di restaurare la Legge. E sdra allora raduna cinque
scribi e comincia a dettare. D opo quaranta giorni vengono scritti 94 libri, i 24 dell’AT e 70
libri segreti. D io allora gli dice di rendere pubblici i 24 libri della Bibbia così che essi pos
sano essere letti, ma di secretare gli altri. Cf. R .H . C h a r l e s , The A pocrypha and Pseudepi-
grapha o f thè O ld Testament, 2: Pseudepigrapha, Clarendon, O xford 21968,624; P. S a c c h i
(ed.), A pocrifi dell’A ntico Testamento, U TET ,T orino 1989,11,376-377.
8 La traduzione della NRS è la seguente: «To them I will give as leaders A braham ,
Isaac, and Jacob and H osea and Am os and Micah and Joel and O badiah and Jonah and
Nahum and H abakkuk, Zephaniah, Haggai, Z echariah and Malachi, who is also called thè
messenger of thè Lord». Traduzione: «D arò loro com e capi A bram o, Isacco, G iacobbe, e
Osea, Amos, M ichea, Gioele, A bdia, G iona, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria e
Malachia, che è chiam ato anche il messaggero del Signore».
9 Q uesto apocrifo risale probabilm ente alla seconda m età del II secolo d.C. e la sua
origine è discussa. Senza entrare nel m erito della questione, che esula dal nostro scopo
precipuo, possiamo com unque dire che esso si com pone di tre parti. La prim a, più antica,
com prende i cc. 1-5 e fu scritta probabilm ente da un giudeo. In questa parte si racconta la
storia del m artirio di Isaia, prendendo com e spunto il testo di 2R e 21 e am pliandolo. In
mezzo a questi capitoli si trova un’apocalisse cristiana intitolata il «Testamento di E ze
chia», che descrive una visione della venuta di Cristo. L’ultima parte (cc. 6-11) è un’appen
dice cristiana che riferisce una visione di Isaia, scritta chiaram ente in prospettiva cristia
na, dal m om ento che l’autore si concentra sulla m orte e risurrezione di G esù, e in modo
particolare sulla sua ascensione.
10 II testo è il seguente: «And thè descent of thè beloved into Sheol, behold, it is writ-
ten in thè section, w here thè Lord says: “B ehold my Son will u nderstand”. A nd all these
18 Capitolo 1
thirigs, behold they are w ritten [in thè Psalms] in thè parables of D avid, thè son of Jesse,
and in thè proverbs of Solomon his son, and in thè words of Korah, and E than thè Israe-
lite, and in thè w ords of A saph, and in thè rest of thè Psalms also which thè angel of thè
Spirit inspired. (Nam ely) in those which have not thè nam e w ritten, and in thè words of
my father Amos, and of H osea thè prophet, and of Micah and Joel and N ahum and Jonah
and O badiah and H abakkuk and Haggai and M alachi, and in thè w ords of Joseph thè Just
and in thè w ords of Daniel» [J.H. C h a r l e s w o r t h (ed.), The O ld Testament Pseudepigra-
pha, D oubleday, G arden City 1985, II, 162-163],Traduzione nostra: «E la discesa dell’am a
to nello Sheol, ecco, è scritta nella sezione in cui il Signore dice: “Ecco mio Figlio com pren
d erà”. E tutte queste cose, ecco, sono scritte (nei Salmi) nelle parabole di Davide, figlio di
lesse, e nei proverbi di Salomone, suo figlio, e nelle parole di Core, e di Etan l’Israelita, e
nelle parole di A saf e anche nel resto dei Salmi, ispirati dall’angelo del Signore. (Vale a
dire) in coloro il cui nom e non è scritto, e nelle parole di mio padre Amos, e del profeta
Osea, e di M ichea, Gioele, Naum, G iona, A bdia, Abacuc, Aggeo, M alachia e nelle parole
di G iuseppe il G iusto e in quelle di D aniele».
11Varie questioni rim angono aperte a proposito di questo scritto, ad esem pio non c’è
consenso tra gli autori a proposito della lingua originale in cui esso fu scritto, se in ebrai
co, aram aico o greco. A nche la datazione è controversa (si parla com unem ente del 1-11
secolo d.C. m a vengono suggerite anche d ate posteriori). Il testo originale fu probabilm en
te com posto da diverse tradizioni orali antiche, alcune delle quali anteriori al I secolo d.C.
Cf. C.C. T o r r e y , The Lives o fth e Prophets: Greek Text and Translation (JBL.MS 1), Socie
ty of Biblical L iterature and Exegesis, Philadelphia 1946; G. L u s in i , «Vile dei Profeti», in
P. S a c c h i (ed.), A pocrifi dell’A ntico Testamento, Paideia, Brescia 2000, IV, 530-570.
12 G iu s e p p e F l a v io , Against A pion, translation and com m entary by J .M .G . B a r c l a y ,
Brill, Leiden-Boston 2007,29-30.
Introduzione al Libro dei Dodici 19
1.4. Conclusione
In conclusione, dall’indagine condotta appare chiaro che già nel
mondo antico esisteva l’idea che i Dodici siano da considerare un
libro unico, anche se l’ordine di successione dei singoli profeti all’in
terno del libro presenta delle variazioni. Possiamo sintetizzare a que
sto punto le diverse opzioni esistenti:14
a) Testo masoretico, 8HevXII gr: Osea - Gioele - Amos - Abdia -
Giona - Michea - Naum - Abacuc - Sofonia - Aggeo - Zaccaria -
Malachia;
b) LXX, 4Esdra 1,39-40: Osea - Amos - Michea - Gioele - Abdia
- Giona - Naum - Abacuc - Sofonia - Aggeo - Zaccaria - Malachia;
c) Le Vite dei profeti: Osea - Michea - Amos - Gioele - Abdia -
Giona - Naum - Abacuc - Sofonia - Aggeo - Zaccaria - Malachia;
d) Martirio e ascensione di Isaia 4,22: Amos - Osea - Michea -
Gioele - Naum - Giona - Abdia - Abacuc - Aggeo - Sofonia - Zacca
ria - Malachia.
I primi tre esempi sono abbastanza omogenei tra loro nel senso
che Osea è sempre il primo profeta della lista e che gli ultimi sei libri
seguono la medesima successione. Ciò che varia è la successione dei
primi sei profeti della lista. Il quarto testo invece presenta delle
sostanziali variazioni.
A questo punto del percorso ci pare che i punti discussi siano
fondamentalmente i seguenti.
a) Come spiegare la diversa successione dei primi sei profeti?’5
2. L e r is p o s t e
di 4Q X II che conserva parte di nove libri (G ioele, A bdia, G iona, Naum, Abacuc, Sofonia,
Aggeo, Zaccaria, M alachia). Per l’approfondim ento di questo p unto rim andiam o a Fijl-
l e r , «The Form and Formation», 86-101 ; G.J. B rooke, «The Twelve m inor Prophets and thè
D ead Sea Scrolls», in A. Lem aire (ed.), Congress Volume Leiden 2004 (VT.S 109), Brill,
L eiden-Boston 2004,19-43.
16 La successione dei libri nel testo apocrifo Martirio e ascensione di Isaia non sarà
oggetto di studio nem m eno in questo libro, data la rilevanza tu tto som m ato limitata che
esso ha avuto sia a livello di tradizione antica che di discussione teologica recente.
Introduzione al Libro dei Dodici 21
17 Esistono diversi articoli che ricostruiscono lo status quaestionis della ricerca rela
tiva ai Dodici. Citiamo, ad esempio: P.L. R e d d it t , «Recent Research on thè Book of thè
Twelve as O ne Book», in C R .B S 9(2001), 47-80; P.L. R e d d it t , «The Form ation of thè Book
of thè T\velve: A Review of Research», in P.L. R e d d it t - A. S c h a r t (edd.), Thematic
Threads in thè B o o k o f thè Twelve (BZAW 325), W alter de G ruyter, Berlin-New York
2003, 1-26; S c a i o i .a , «Il libro dei Dodici Profeti M inori», 319-320; Id., «I Dodici profeti
minori: problem i di m etodo e di interpretazione», in RivBib 54(2006), 65-75. Segnaliamo
inoltre l’esistenza di un ottim o sito web nel quale si può trovare una bibliografia tenden
zialm ente com pleta e continuam ente aggiornata al Libro dei Dodici: http://www.uni-
due.de/EvangelischeTheologie/twelve-OOstart.shtml.
22 Capitolo 1
Il Signore passò davanti a lui, p rodam ando: «Il Signore, il Signore, Dio
m isericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di am ore e di fedeltà, che
conserva il suo am ore per mille generazioni, che perdona la colpa, la
trasgressione e il peccato, ma non lascia senza punizione, che castiga la
colpa dei padri nei figli e nei figli dei figli fino alla terza e alla quarta
31 P.R. H o u s e , The Unity o f thè Twelve (BiSe 27), Alm ond Press, Sheffield 1990.
12 «The Twelve are structured in a way that dem onstrates thè sin of Israel and thè
nations, thè punishm ent of thè sin, and thè resioration o f both from th at sin» ( H o u s e , The
Unity o f thè Twelve, 68). («I Dodici sono strutturali in m odo da dim ostrare il peccato di
Israele e delle nazioni, la punizione del peccato e la guarigione di entram bi da quel pec
cato»),
33 «The principa! them es of thè whole book are those of covenant-election, fidelity
and infidelity, fertility and infertility, turning and returning, thè justice o f G od and thè
mercy o f G od, thè kingship of G od, thè place of his dwelling (Temple/Mt. Zion), ìhe
nations as enemies, thè nations as alJies» ( C o l l in s , The Mantle o f Elijah, 6 5 ) .
26 Capitolo 1
generazione»
2.3. Conclusione
3. G li a p p o r t i d e l l a r ic e r c a
w Ad esem pio così si esprim e Rendtorff: «In studying thè Book of thè Twelve as a
whole there is no simple alternative betw een “diachronic” and “synchronic” reading.T he
diachronic features are noi only obvious but are m arked explicitly by thè different datings
of a num ber of writings. O n thè o ther hand, whose who gave thè writings their shape (vvha-
tever we cali them ) obviously w anted to read thè writings as a connected whole and to
reflect on their different messages» ( R e n d t o r f f , « H o w to Read thè Book», 87). («Studian
do il Libro dei Dodici come un tutto, non esiste semplice alternativa tra lettura “diacroni
ca” e “sincronica”. I tratti diacronici non solo sono ovvii, ma sono anche indicati esplicita
m ente dalle differenti datazioni di un certo num ero di scritti. D ’altro canto, coloro che
hanno dato agli scritti la loro configurazione (in qualunque m odo li chiamiamo), ovvia
m ente li volevano leggere com e un insieme connesso e riflettere sui loro differenti mes
saggi»).
28 Capitolo 1
e Am 1,2:
e Abd 1:
40 In questa sede ci lim itiam o a suggerire solo alcune corrispondenze, rim andando
ad altri studi p er un approfondim ento della questione: J.D. N o g a l s k i , «Intertextuality
and thè Twelve», in W a t t s - H o u s e (edd.), Forming Prophetic Literature, 102-124; R.L.
S c h u l t z , «The Ties that Bind: Intertextuality, thè Identification of Verbal Parallels, and
Reading Strategies in thè Book of thè Twelve», in R e d d i t t - S c h a r t (edd.), Thematic
Threads, 27-45.
41 D. S c a i o l a , «Il Libro dei dodici profeti», in PaVi 54(2009)1,10-11.
42 II corsivo è nostro.
Introduzione al Libro dei Dodici 29
feti maggiori.50 Seguono poi libri nei quali si accosta un profeta pro
veniente dal nord ad uno del regno di Giuda: Gioele e Osea, Abdia
e Amos, Giona e Michea, Naum e Abacuc ecc.51
Si tratta di indizi, di peso diverso, ai quali viene anche attribuito
un senso differenziato dagli autori che li hanno individuati. Ad
esempio Petersen elenca questi e altri elementi di collegamento tra
i dodici scritti,52 ma conclude la sua analisi dicendo che sarebbe fuor
viarne considerare i Dodici un libro, mentre sarebbe più adatto, a
suo giudizio, parlare piuttosto di antologia tematica.53
La nostra ipotesi di lettura, come già dichiarato, è diversa e cer
cheremo di dimostrarlo nelle pagine che seguono. Come punto di
partenza della ricerca condividiamo la proposta avanzata da alcuni
autori secondo i quali, proprio i libri che risultano più difficilmente
integrabili in una successione di tipo cronologico o geografico, svol
gono invece una significativa funzione a livello teologico. L’attuale
successione darebbe una risposta circa il senso della storia sulla
quale i profeti riflettono. Essa potrebbe essere percepita come
carente di nessi, episodica, m entre dal punto di vista di Dio, che è
insieme giusto e paziente e quindi acquista senso la ripetuta citazio
ne di Es 34,6-7, essa è invece ordinata e sensata e il Libro dei Dodi
ci ne offre una spiegazione organica. Nel dipanarsi di tale storia,
appare che sia Israele che le nazioni svolgono un ruolo e occupano
un posto, certam ente diverso e differenziato.54
Non è naturalm ente impossibile leggere i singoli scritti in
maniera isolata, ma una lettura unitaria del libro, come avviene nel
caso del Salterio ad esempio, mostra che l’insieme è più grande delle
50 Esiste ad esem pio una relazione tra Is 1,1 e Os 1,1, perché in entram bi i testi ven
gono nom inati gli stessi re di G iuda: Ozia, Iotam , Acaz ed Ezechia.
51 K eil, The M inor Prophets, 3.
52 Egli fa n otare che anche la lunghezza dei libri può aver svolto un ruolo, come
em erge dai primi cinque scritti della LXX.
5,1 P e t e r s e n , «A Book of thè Twelve?», 10.
54 C.R. SFiri7., «W hat Lesson Will History Teach? The Book of thè Twelve as Histo-
ry», in C. B a r t iio l o m e w - C.S. E v a n s - M. H e a l y - M. R a e (edd.), «Behind» thè Text: Histo
ry and BiblicaI Interpretation (The Scripture and H erm eneutic Series 4), Zondervan,
G rand Rapids 2003,443-469; C.R. S e i t z , «On Letting a Text “Act Like a M an”. The Book
of thè Twelve: New H orizons for Canonical Reading, with H erm eneutical Rcflections», in
Scottish Bulletin o f Evangelica! Theology 22(2004), 151-172.
32 Capitolo 1
sue singole parti: «Letto come una narrazione continua, esso offre
una critica profetica della storia, parallela alla storia deuteronomisti-
ca e a quella del Cronista più Esdra e Neemia».55
Tale lettura profetica della storia interpreta fatti che si svolgono
nell’arco di secoli, almeno dall’VIII al V secolo a.C., un periodo di
tempo più vasto di quello preso in considerazione da ciascuno dei
singoli profeti maggiori.
1. I n t r o d u z i o n e
1 A d esempio, O s 7,3-7 e 8,4 sem brano far riferim ento rispettivam ente a vicende
posteriori alla m orte di G eroboam o e al periodo successivo a M enachem.
2 V. B u l g a r e l i .i , «Introduzione al libro di Osea», in PaVi 54(2009)1,15-22.
1 Per una presentazione delle varie questioni introduttive che riguardano sia il libro
che il profeta rim andiam o ai com mentari: E. J a c o b , «Osée», in E. J a c o b - C.A . K e l l e r - S.
A m s l e r , Oséè-Joél-Abdias-Jonas-Amos (CA T X I A ) , D elachaux & Niestlé, N euchàtel
1965; J .M . W a r d , Hosea: A Theological Com m entary, H arper & Row, New York 1966; J .L .
36 Capitolo 2
Tra le questioni poste dal libro di Osea c’è quella della sua
struttura. Gli autori individuano in esso, in genere, tre parti:4 1-3;
4-11; 12-14,5 ognuna delle quali contiene dei rib, un termine tecni
co che indica un processo bilaterale, un’accusa che Dio rivolge al
suo popolo.6 Il verbo rib, che significa «accusare», «processare»,
«giudicare», compare in Os 2,4; 4,1; 12,3, praticam ente all’inizio di
ognuna delle tre parti del libro. Il peccato di Israele, sposa infedele
o figlio degenere, viene ribadito con forza. Coerentem ente, all’accu
sa segue la minaccia di punizione, che però si conclude, stranam en
te, si potrebbe dire, non con l’esecuzione del castigo, bensì con una
M ays , Hosea. A Commentary, SCM, London 1969; H.W. W o l f f , Hosea (H erm eneia), For-
tress Press, Philadelphia 1974 (orig. ted. dei 1965); F .I. A n d e r s e n - D.N. F r e e d m a n , Hosea
(A B 24), D oubleday, G arden City 1980; D. S t u a r t , Hosea-Jonah (W BC 31), Word Books
Publisher, D allas 1987; J. L im b u r g , Hosea-Micah (lnterpretatio n ), John Knox Press, Louis-
ville 1988; D.A. H u b b a r d , Hosea: an Introduction and Com m entary (Tyndale Old Testa
m ent C om m entaries 23.1), Inter-Varsity Press, Leicester 1989; E. B o n s , Das Buch Hosea
(N euer S tuttgarter K om m entar-Altes Testam ent 23/1), Verlag Katholisches Bibelwerk
G m bH , S tuttgart 1996; D.A. G a r r e t t , Hosea, Joel (The New A m erican Com m entary
19A), B roadm an & H olm ar, Nashville 1997. In italiano si possono m enzionare: J. J e r e m ia s ,
Osea (A T 24.1), Paideia, Brescia 2000 (orig. ted. del 1983) e M . N o b i l e , A m o s e Osea, EMP.
Padova 2005 (quest’ultimo, però, più che un com m entario esegetico, si inserisce in una col
lana di lectio divina popolare).
4 Esistono naturalm ente anche altre strutture, la più com une delle quali individua
solo due parti nel libro: 1-3 e 4-14 [M. Buss, The Prophetic Word o f Hosea: A Morpholo-
gical Study (BZA W lll),T o p e lm a n n , Berlin 1969,7-27],
5 Q uesta articolazione è suggerita, ad esempio, da J a c o b , «Osée»; W a r d , Hosea;
W o l f f , Hosea; L im b u r g , Hosea-Micah; B o n s , Das Buch Hosea ecc.
6 Q uesto genere letterario è stato studiato da P. B o v a t i , Ristabilire la giustizia. Pro
cedure, vocabolario, orientamenti (A nB ib 110), Pontificio istituto biblico, Roma 21997; P.
B o v a t i , «Il genere letterario del rib: giudizio o lite? Il linguaggio giuridico del profeta
Isaia», in I d . (ed.), «Così parla il Signore». Studi sul profetism o biblico, EDB, Bologna
2008,125-151. N el capitolo dedicato a M ichea tornerem o su questo punto, approfonden
dolo brevem ente.
Osea, «Dio ha prestato soccorso» 31
4. T r a d u z i o n e e a n a l is i
ni», e in questo senso ha tradotto ad esempio Stuart (WBC): «The sword will be loosed in
his cities, and will consume his false prophets, and devour them because of their consels».
(«La spada verrà scagliata nelle sue città e consumerà i suoi falsi profeti e li divorerà a causa
dei loro consigli»). Per completezza, segnaliamo infine che bad significa anche «lino». Nel
nostro contesto, in cui si parla di città, esso potrebbe significare qualcosa come villaggio,
oppure, come fa la CEI, rim andare a strutture difensive delle città: «La spada farà strage
nelle loro città, spaccherà la spranga di difesa, l’annienterà al di là dei loro progetti».
23 II sostantivo m ócèfàh significa «consiglio», «piano», «progetto» (G er 7,24; Mi 6,16;
Sai 5,11; 81,13; Pr 1,31; 22,20).
24 II verbo tàlSh appartiene al gruppo dei cosiddetti lamed-he, verbi deboli che fini
scono con la consonante he, ma, in senso più specifico, come dice GK 75rr, può essere
annoverato tra quelli che si com portano come i verbi lamed-aleph (con consonante aleph
finale). Di questa seconda form a esistono solo tre occorrenze: D t 28,66; 2Sam 21,12; Os
11,7. Invece la prim a form a è più com une (circa trenta occorrenze). Esso significa «appen
dere» nel doppio senso di condannare a m orte tram ite im palam ento, di sospendere a un
patibolo, e in quello più generico di «appendere un oggetto». D a questo significato con
creto può derivare quello m etaforico che noi abbiam o proposto: «essere incline».
25 II term ine significa «apostasia», «infedeltà», ma, derivando dalla radice sùb, che
significa «tornare» in senso fisico, ma anche metaforico, cioè convertirsi, forse è stato scel
to per esprim ere un rim ando alla teologia sviluppata nel capitolo.
26 Potrebbe essere un titolo divino che fa riferim ento al Dio altissimo oppure a Baal,
come traduce la KJV: «And my people are bent to backsliding from me: though they cal-
led them to the most High, none et all would exalt him» («Il mio popolo è incline ad allon
tanarsi da me: sebbene essi li chiam assero verso l’Altissimo, nessuno volle esaltarlo»).
27 II v. 7 presenta num erosi problem i testuali e quindi interpretativi, per i quali
rim andiam o all'analisi esegetica.
211Esse sono più evidenti ad esem pio nella prima parte del v. 4 che la traduzione CEI
rende così: «Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d ’am ore, ero per loro come chi
solleva un bim bo alla sua guancia», e nei vv. 6-7: «La spada farà strage nelle loro città,
spaccherà la spranga di difesa, l’annienterà al di là dei loro progetti. Il mio popolo è duro
a convertirsi: chiam ato a guardare in alto, nessuno sa sollevare lo sguardo».
Osea, «Dio ha prestato soccorso» 41
si che vengono messi in relazione tra loro, mostrando che una logica
attraversa e collega, come un filo rosso, eventi disparati.
In secondo luogo, questo testo non va necessariamente collega
to a delle circostanze storiche precise, come a volte si legge nei com
mentari che tentano di stabilire una connessione tra Os 11 e, ad
esempio, la campagna militare condotta da Salmanassar o il regno di
Menachem. Il discorso fatto dal profeta è invece sganciato da indica
tori di carattere tem porale o storico, e propone una rilettura della
storia di Israele a tutto campo, si potrebbe dire, elaborando un affre
sco storico che ebbe inizio con una chiamata da parte di Dio (v. 1)
alla quale fece seguito il rifiuto da parte del popolo. Si comprende
allora la posizione che Osea occupa all’inizio del Libro dei Dodici in
quanto egli svolge una funzione ricapitolativa dal punto di vista teo
logico, proponendo una riflessione raffinata e approfondita sulla sto
ria di Israele, come vedremo meglio in seguito.
Il punto di partenza della storia di Israele è una chiamata, moti
vata dall’amore che Dio ha per Israele. Il verbo qàrtf significa,
come si diceva, «chiamare», ma anche «proclamare, dare un nome».
Fin dai giorni dell’Egitto, quando Israele era «giovane», o «servo»,
Dio l’ha adottato come figlio (Es 4,22-23). Osea è il primo profeta
che usa la parola «amore» per interpretare l’elezione di Israele, una
scelta che avvenne quando il popolo era «servo» del faraone. Di tale
amore di YHWH sono segni sia la liberazione dall’Egitto che la
«chiamata» a essere figlio, che specifica tale amore in senso pater
no.29 L’amore paterno è strettam ente connesso nella Scrittura a
un’educazione, che com porta anche qualche elem ento di durezza.
Giocando sulla ripetizione dello stesso verbo qàrtf, il v. 2 descrive
la risposta di Israele a tale amore di elezione, alla proposta di una
relazione: «Chiamarono loro sì, andarono dalla faccia di loro, ai
baalim offrivano sacrifici e agli idoli bruciavano incenso». La frase
suona strana, soprattutto per il cam biam ento di soggetto che diven
ta plurale. Esso può essere riferito agli israeliti, i quali «chiamaro
no» l’Egitto, con riferim ento al fatto che, pur essendo uscito dal
l’Egitto, il popolo portò tuttavia con sé il paganesimo tipico di quel
30 Tra i m olti testi biblici che possono essere citati, ne ricordiam o alm eno uno: «La
gente raccogliticcia, in mezzo a loro, fu presa da grande bram osia, e anche gli israeliti
ripresero a piangere e dissero: “Chi ci darà carne da m angiare? Ci ricordiamo dei pesci
che m angiavamo in Egitto gratuitam ente, dei cetrioli, dei cocomeri, dei porri, delle cipol
le e dell’aglio. O ra la nostra gola inaridisce; non c’è più nulla, i nostri occhi non vedono
altro che questa m anna”» (Nm 11,4-6).
31 D t 18,15; G er 7,23-26; 11,7-8; 29,19; ecc.
32 C f. S. C a r b o n e - G. R i z z i , Il libro di Osea, EDB, Bologna 1993,209.
Osea, «Dio ha prestato soccorso» 43
M L’immagine viene spesso corretta, com e fa anche la traduzione CEI: «Io li traevo
con legami di bontà, con vincoli d ’am ore, ero per loro come chi solleva un bim bo alla sua
guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare». Noi preferiam o m antenere il TM.
14 Lv 26,13; Dt 28,48; 1Re 12,4-14; ecc.
35 Tale traduzione di tipo enfatico si trova anche in Os 8,13; 9,3.
M'I l testo ebraico presenta una negazione che potrebbe avere un significato enfati
co che si traduce come; «Sì, certam ente!». Q uesto consentirebbe di m antenere il TM,
com e fanno, ad esempio, A n d e r s e n - F r e e d m a n , Hosea, 583-584.
44 Capitolo 2
uTrem eranno com e un uccello dall’E gitto e come una colom ba dalla
terra di Assur,
li farò abitare nelle loro case, oracolo del Signore.
5. C o n c l u s io n e
50 J.G. J a n z e n , «M etaphor and R eality in H osea 11», in Semeia 24(1982), 7-44; J.L.
«Responso to Janzen: “M etaphor and R eality in H osea 11”», in Semeia 24(1982),
M a y s,
45-51.
Capitolo 3
GIOELE 3,
LA PROMESSA DELLO SPIRITO
1. I n t r o d u z io n e
1 Per avere una panoram ica relativa alle questioni sum m enzionate rimandiamo
all’articolo di R. C o g c in s , «Joel», in CU .BR 2(2003)1,85-103; per una sintetica presenta
zione del libro in italiano si veda a G. B e n z i , «Introduzione al libro di Gioele», in PaVi
54(2009)2,4-10.
2 Infatti, come afferm a un autore: «Nothing in the book of Joel offers a decisive clue
in determ ining its actual historical context» («N iente nel libro di G ioele offre un’indica-
50 Capitolo 3
2. G io e l e n e l L ib r o d e i D o d ic i
zione decisiva che consenta di determ inare il suo effettivo contesto storico») [J.L. C r e n -
s h a w , Joel: A New Translation with Introduction and Com m entary (A B 24C), D oubbday,
New York 1995,21].
3 Q uesti argom enti evidentem ente non sono stringenti, dal m om ento che vengono
utilizzati anche dagli autori che ipotizzano il periodo pre-esilico com e epoca di composi
zione del libro.
4 Nel com m entario di C r e n s h a w (Joel: A New Translation, 27-28) e anche in quello
di D. S t u a r t [Hosea-Jonah (W BC 31), Word Books Publisher, Dallas 1987, 228) si trova
una lista pressoché esaustiva di tali citazioni. Cf. anche R. C o g g in s , «Interbiblical Q uota-
tions in Joel», in J. B a r t o n - D.J. R e i m e r (edd.), A fter thè Exile. Essays in H onour o f Rex
Mason, M ercer U niversity Press, M acon 1996,75-84.
5 M .A. S w e e n e y , «The Place and Function of Joel in thè Book of thè Twelve», in
Society o f Biblical Literature 1999 Sem inar Papers (SBL.SP 31 ), Society of Biblical Litera
ture, A tlanta 1999, 570-595 [ripubblicato in P.L. R e d d i t t - A. S c h a r t (edd.), Thematic
Threads in thè B o o k o f thè Twelve (BZA W 325), W alter de G ruyter, Berlin-New York
Gioele 3, la promessa dello Spirito 51
2003,133-154]; J.D. N o g a l s k i , «Joel as “Literary A nchor” for thè Book of thè Twelve», in
J.D. N o g a l s k i - M.A. Sweeney (edd.), Reading and Hearing thè B o o k o f thè Twelve
(SBL.SS 15), Society of Biblical L iterature, A tlanta 2000, 91-109; R. S c o r a l i c k , «“Auch
jetzl noch” (Jocl 2,12a). Z u r Eigenart der Joelschrift und ihrer Funktion im Kontext des
Zw olfprophetenbuchs», in E. Z enger (ed.), «Wort JH W H S, das geshah...» (Hos 1,1). Stu-
dien zum Zwòlfprophetenbuch (HBS 35), H erder, Freiburg-Basel-W ien 2002,47-69.
6 La LXX, come già detto nella prim a parte, presenta i primi sei profeti in un ordi
ne diverso da quello del TM , e cioè: Osea, Amos, M ichea, Gioele, A bdia e Giona. Esso
appare a prim a vista più logico, dal m om ento che vengono innanzitutto raggruppati pro
feti delPV III secolo (O sea, A m os e Michea), rispettivam ente legati al regno del Nord
(O sea e Amos) e del Sud (M ichea). Seguono altri tre profeti di origine sconosciuta.
7 Ad esempio, Alien, Crenshaw.
8 Se si adotta invece la term inologia tipica dell’analisi retorica, un metodo che va alla
ricerca della forma esterna di un testo, della sua organizzazione in parti e della relazione
che intercorre tra le suddette parti, si dovrebbe parlare di termini m edi: «I “termini m edi”
sono term ini o sintagmi identici o simili che indicano la fine di una unità testuale e l’ini
zio dell’unità im m ediatam ente seguente» [P. B o v a t i , «M etodo dell’analisi retorica», in H.
S i m ia n - Y o f r e (ed.), Introduzione alla metodologia esegetica. Pontificio istituto biblico,
Roma 1993,10*].
v «“Termini finali” sono term ini o sintagmi identici o simili che indicano la fine di
unità testuali sim m etriche (l'epifora della retorica classica)» ( B o v a t i , «M etodo dcll’anali-
si retorica», 9*).
1(1 Le più evidenti sono le seguenti: A bd 17 e Gl 3,5; A bd 10 e Gl 4,19; A bd 11 e Gl
3,3; A bd 15 e Gl 4,4.14.
11 Significativo è il rapporto tra Gl 2,14 e G n 3,9: «Chi sa che D io non cambi, si rav
veda?».
52 Capitolo 3
12 «In all likelihood those who arranged the collection of the TWelve wishcd us to
read A m os and the following prophets in the light o f Joel’s proclam ation» («Con ogni p ro
babilità, coloro che organizzarono la collezione dei D odici volevano che noi leggessimo
Am os e i profeti successivi alla luce della predicazione di G ioele») [H.W. W o i . ff , Joel and
A m o s (H erm eneia), Fortress Press, Philadelphia 1977,4],
13 Cf. S. B ergler, Joel als Schriftinterpret (BEA TA J 16), P eter Lang, Frankfurt a.M.
1988.
14 Su questo tem a tornerem o in m aniera più approfondita nella terza parte del libro.
Gioele 3, la promessa dello Spinto 53
15 Nelle traduzioni m oderne della Bibbia si nota l’esistenza di una doppia num era
zione di versetti nella pericope che analizzerem o (che prosegue fino alla fine del libro).
Ciò dipende dal fatto che S. Langton (attorno al 1205) divise il testo della Vulgata di G ioe
le in tre capitoli (1,1-20; 2,1-32; 3,1-21). Nel XV secolo tale divisione fu introdotta anche
nella LXX e nella prim a Bibbia rabbinica di F. Pratensis stam pata nella Bibbia ebraica di
D. Bom berg (Venezia, 1516-1517). La riorganizzazione del libro, che corrisponde all’attua
le divisione in q uattro capitoli, ottenuta suddividendo il c. 2 (1,1-20; 2,1-17; 3,1-5; 4,1-21),
apparve per la prim a volta nella stam pa della seconda Bibbia rabbinica di Y. Ben Hayyim
che D. Bom berg realizzò nel 1524-1525. Tale divisione in qu attro capitoli è quella che si
trova abitualm ente nella Bibbia ebraica.
16 N aturalm ente esistono anche altre proposte di struttura che si possono leggere nei
com m entari. Non intendiam o approfondire questo discorso dato che il nostro obiettivo
principale è quello di com m entare la pericope di 3,1-5.
Gioele 3, la promessa dello Spirito 55
17 Non è chiaro se locuste e invasione arm ata siano da intendersi come due fenome
ni distinti oppure come lo stesso evento descritto in m odo reale e metaforico. D i fatto, le
locuste appartengono alle immagini convenzionali usate nell’AT per descrivere il giudizio
(D t 28,38; IR e 8,37; Am 7,1). D ’altra parte, anche eserciti umani sono paragonati alle locu
ste (G dc 6,5; 7,12; N a 3,15-16). In senso più generale, poi, invasione, carestia, desolazione
e altri simili flagelli appartengono al repertorio delle maledizioni, cioè delle punizioni pre
viste per l’infedeltà d’Israele (Lv 26,14-39; D t 28,15-68. In Dt 28,38 vengono espressam en
te m enzionate le locuste). Q uesto tem a è presente nel libro di G ioele senza che però
venga indicato in che cosa consista l’infedeltà di cui viene accusato il popolo. Si potrebbe
ritenere che il profeta alluda in m odo generale, convenzionale, sia a una situazione di infe
deltà, non meglio precisata, che alle punizioni previste per tale eventualità, elaborando un
discorso suscettibile di diverse applicazioni storiche.
18 Non sfugga che anche in questo caso si tratta di una citazione, tratta dai Sai 42,4.11
e 79,10.
56 Capitolo 3
4. G l 3,1-5: t r a d u z i o n e e struttura
lE avverrà dopo
effonderò il mio spirito sopra ogni carne
e profetizzeranno i vostri figli e le vostre figlie
i vostri anziani sogni sogneranno
i vostri giovani visioni vedranno.
2E anche sopra gli schiavi e sopra le schiave
in quei giorni effonderò il mio spirito.
’Porrò segni nel cielo e sulla terra
sangue, fuoco e colonne di fumo.
4I1 sole si trasform erà in tenebra,
e la luna in sangue,
prim a che venga il giorno del Signore grande e terribile.
5E avverrà, chiunque invocherà il nom e del Signore sfuggirà,
poiché sul m onte Sion e in G erusalem m e ci sarà scampo, come ha
detto il Signore,
e tra i sopravvissuti coloro che il Signore chiama.
enum erare prima i segni sulla terra (sangue e fuoco) e poi quelli nel
cielo (sole e luna), m entre le «colonne di fumo» costituiscono una
bella transizione tra le due serie di fenomeni, collegando tra loro
cielo e terra. La fine, v. 5, rimanda all’inizio: compare infatti lo stes
so verbo wehdydh, «e avverrà». Inoltre il verbo qr> fa inclusione
anche se viene tradotto in due modi diversi, «invocare» e «chiama
re». Infine in questo versetto finale compaiono tre termini sinonimi
(evidenziati in grassetto corsivo nel testo).
5. O s s e r v a z io n i d i c a r a t t e r e e s e g e t i c o
21 Gli autori non sono d ’accordo sul senso delPcsprcssione che, secondo alcuni, desi
gna l’intera um anità, secondo altri invece tutto Israele (Alien; Crcnshaw ), anche se essa
(che ricorre circa 40 volte) non indica altrove nell’AT tutti gli israeliti. 11 suo significato
oscilla tra «ogni essere umano» (G er 45,5) e «ogni essere vivente» (G en 7,16).
22 Q uesto testo sem bra anticipare G al 3,28.
Gioele 3, la promessa dello Spirito 59
6. C o n c l u s io n e
1 . I n t r o d u z io n e
1A. S i’k k a h c o , «Am os: stru ttu ra form ale e spunti per una interpretazione», in Riv-
liib 29( 1981 ), 147-176; P. B o v a t i - R. M i :y n e t , Il libro del profeta A m o s, Edizioni Deho-
niane Rom a, Rom a 1995.
2 Citiamo ad esem pio un recente com m entario in lingua italiana: H. S im ia n - Y o i u i :,
A m o s (Libri Biblici 15), Paolino Editoriale Libri, M ilano 2002.
•' B o v a t i - M h y n b t , Il libro del profeta A m o s, 395-410; M. P r io t t o , «Le visioni di
Am os 7-9: castigo e salvezza», in PaVi 54(2009)2,35-43.
64 Capitolo 4
2. L a s t r u tt u r a d e l la parte
3 . I n t e r p r e t a z io n e
egli form ava uno sciame di cavallette. 2Q uando quelle stavano per fini
re di divorare l’erba della regione, io dissi: «Signore Dio, perdona! Come
potrà resistere G iacobbe? È tanto piccolo». 3I1 Signore allora si ravvide:
«Questo non avverrà», disse il Signore. 4Ecco ciò che mi fece vedere il
Signore Dio: il Signore Dio chiam ava a una lite per mezzo del fuoco che
consumava il grande abisso e divorava la campagna. 5Io dissi: «Signore
Dio, desisti! Com e potrà resistere G iacobbe? È tanto piccolo». 6I1 Signo
re allora si ravvide: «Neanche questo avverrà», disse il Signore Dio.
12 S im ia n - Y o f r e (A m os, 150) ritiene che la terza visione segua lo schema della q uar
ta, m entre dal punto di vista del suo contenuto essa sarebbe più vicina alla quinta. Per un
approfondim ento della questione rim andiam o a S. B e r g l e r , «“A uf der M auer - auf dem
A itar”. Noch einm al die Visionen des Am os», in V T 50(2000), 445-471.
13 Per un approfondim ento sulla questione rim andiam o allo studio di M. W e i g i .,
«Eine “unendliche G eschichte”: yn k (Am 7,7-8)», in Bib. 76(1995), 343-387.
14 qàyi$ deriva da qy$, m entre qéy da q$y
A m os 7-9, la visione profetica 69
18 In senso analogo vanno letti i num erosi riferim enti ai palazzi m enzionati nel libro,
i quali sono sia il sim bolo sfacciato della ricchezza del popolo che la causa della sua fine.
A m os 7-9, la visione profetica 73
20 Cf. D t 30,3. La formula è presente in m odo massiccio nel profeta G erem ia (29,14;
30,3.18; 31,23; 32,44; 33,7.11.26; ecc.).
21 A nche nel testo di Os 11 avevam o richiam ato l’attenzione su un medesimo slitta
m ento che assume un significato im portante dal punto di vista teologico.
22 B o v a t i - M e y n e t , Il libro del profeta A m o s, 391; B o v a t i , Testi di nuova alleanza,
Dispense P I B , R om a 2000,131-136.
Am os 7-9, la visione profetica 75
4. C o n c l u s io n e
1. I n t r o d u z i o n e
1 S. G irolam o è stato il prim o a notare che le difficoltà presentate dal libro di A bdia
sono inversam ente proporzionali alla sua lunghezza. Il suo lapidario giudizio sul libro è:
«Q uanto brevius est, tanto difficilius».
2 II nom e del profeta è cdbadyàh nel TM, A bdiou nella LXX e Abdias nella Vg.
1 Un om onim o è m enzionato in 2Cr 17,7.
78 Capitolo 5
2. I l p r o f e t a e i l s u o l ib r o
4 Nel Talmud babilonese, trattato Sanhedrin 39b [I. E p s t e in (ed.), The Babylonian
Talmud. Seder N ezikin, The Soncino Press, London 1935,253] viene riportata la tradizio
ne, conosciuta da G erolam o, che identifica il profeta con A bdia, il m inistro di A cab che
difendeva i profeti perseguitati da G ezabele (cf. IR e 18,3-16).
5 H.W. W o l f f , Obadiah and Jonah: A Commentury, A ugsburg Publishing House,
M inneapolis 1986 (orig. 1977), 19-21.
6 Esistono anche altri modi di com prendere i profeti che vengono ad esem pio distin
ti in maggiori e m inori, oppure in profeti scrittori e non. Com une a tutti i profeti è com un
que il fatto che il loro messaggio articola parole di condanna o di giudizio e promesse di
restaurazione. Il «dosaggio» tra i due elem enti varia a seconda del periodo pre- o post-esi-
lico. Nel periodo pre-esilico infatti la parte riservata alla condanna è molto consistente,
m entre assai m inore è lo spazio dedicato alla consolazione, m entre nel post-esilio avviene
il fenom eno contrario.
7 In realtà, com e si ricordava in precedenza, la datazione del libro è controversa p er
ché i vv. 11-14 fanno riferimento a un attacco contro Gerusalemm e che gli autori collegano
a diversi episodi storici: alcuni ipotizzano che essi si riferiscano a ciò che avvenne nell’anno
845 quando la città santa fu attaccata da filistei e arabi al tem po del re Ioram (2Cr 21,16-17);
altri pensano invece alla guerra siro-efraimita e dunque all’epoca del re Acaz (735 a.C );
molti infine alla caduta di Gerusalemm e nel 587 a.C. nella quale gli edom iti sono stati effet
tivamente coinvolti (Sai 137,7; Lam 4,21-22; Ez 25,12-14; 35,5-6). Ci sono anche autori che
rinunciano a collegare A bdia ad un’occasione storica ritenendo che il libro appartenga al
rituale della «festa di intronizzazione» e alla liturgia della quale farebbero parte anche i
Salmi che celebrano la regalità di YHW H. Q uesta festa avrebbe avuto come suo centro la
vittoria di Y H W H sui suoi nemici che simboleggiavano il caos primordiale, sconfitto al
m om ento della creazione, e che sarebbero qui rappresentati da Edom che dunque diventa
il «tipo» delle nazioni che si oppongono al governo del Signore [M. Bit, «Ein verkanntes
Thronbesteigerungsfestorakel ini A ltenTestam ent», in A rO r 19(1951), 568-578]. Q uesta ipo
tesi è attualm ente poco condivisa dagli autori, almeno nella forma proposta da BiC, anche se
da molti è invece assunta l’idea che Edom nel libro di A bdia sia il simbolo dei nemici di Dio.
Abdia, «il regno sarà del Signore» 79
s Q uesta interpretazione non è naturalm ente condivisa da tutti gli autori, alcuni dei
quali avanzano piuttosto l'ipotesi dell’esistenza di diverse fasi redazionali.
80 Capitolo 5
3. I l f e n o m e n o d e l l ’ in t e r t e s t u a l it à
4. L a s t o r ia d i E dom
15 IR e 22,49.
16 A llo stesso episodio sem bra riferirsi anche Am 1,11-12, un oracolo che denuncia
un delitto che consiste nell’aver negato il rapporto tra fratelli che, secondo la natura,
dovrebbe essere ispirato dall’amore, e inoltre nel fatto di aver m antenuto nel tempo
l’odio, alim entandolo dentro di sé.
17 Cf. Sai 83,6-7.
Abdia, «il regno sarà del Signore 83
5 . Struttura
6. O s s e r v a z io n i d i c a r a t a r e e s e g e t ic o
IK Esistono naturalm ente proposte di struttura leggerm ente diverse, com e ad esem
pio quella suggerita da B.K. S m it h - ES. P a g e [Amos, Obadiah, Jonah (The New A m eri
can Com m eijtary 19b), Broadm an & Holm an Publishers, Nashville 1995, 176-177], che
dividono il libro in quattro parti: lc-4 (orgoglio di E dom e promessa di distruzione da
p arte di Dio); 5-10 (oracolo di sconfitta); 11-14 (com portam ento di Edom nei confronti di
G iuda); 15-21 (il giorno del Signore).
IV Si potrebbe porre l’accento anche su altre dimensioni, ad esem pio sul tem a del
«monte», come fa G. B e n z i , «Introduzione al libro di A bdia», in Fa Vi 54(2009)3,4-10.
20 N on riportiam o tutto il testo, ma solo i versetti che prendiam o in esame.
21 Sem bra che sulle rovine della loro capitale, seia'-, che significa «roccia», sia stata in
seguito costruita la città di Petra, che si trova attualm ente in G iordania.
84 Capitolo 5
delle strade per m assacrare i suoi fuggiaschi; non fare m ercato dei suoi
superstiti nel giorno dell’angoscia [vv. 13-14].22
22 II v. 14 sem bra far riferim ento al fatto che gli edom ili avevano messo dei posti di
blocco sulla strada che scendeva da G erusalem m e a Gerico, per intercettare coloro che
fuggivano dall’assedio di G erusalem m e, come fece ad esem pio il re Sedecia, e riconse
gnarli ai babilonesi (cf. 2 Re 25,3-7).
2111 term ine «giorno» ricorre dieci volte nei vv. 11-14.
24 In ebraico si trova un gioco di parole intraducibile in italiano perche «la sua [= di
G erusalem m e] sventura» nel v. 13 è resa tre volte con 3edàm . che richiama il nom e di
Edom.
25 C om pare qui il term ine ffn iù l, «ricompensa», «retribuzione», che ricorre anche nel
Sai 137,8.
86 Capitolo 5
26 Ai v. 18 invece com paiono altre m etafore che com unem ente esprim ono il giudizio
di Dio, cioè il .fuoco e la fiamma.
Abdia, «il regno sarà del Signore» 87
7. C o n c l u s io n e
1. U n l ib r o e n ig m a t ic o
1 È vero che Ezechiele svolge tutto il suo m inistero a Babilonia, essendo stalo d epor
tato al tem po dell’esilio, ma la situazione è diversa, in quanto egli si rivolge ai suoi conna
zionali e non ai pagani.
90 Capitolo 6
2 Esistono degli articoli che ricostruiscono lo status quaestionis della ricerca relativa
al libro di G iona, ad esempio: K.M. C r a i g , «Jonah in Recent Research», in CR:BS 7(1999),
97-118; C. L i c h t e r t . «Un siècle de recherche à propos de Jonas, I - I I » . in R B 112(2005), 192-
214.330-354.
3 «The sea of scholarship, like thè ship sailing l'or Tarshish, appears m ore out of con
trol than ever before. Even thè most scrupulous scholar will have no choice but lo hurl
som e of this cargo overboard» («Il m are del l’erudizione, come la nave che naviga verso
Tarsis, appare fuori controllo più di quanto sia mai avvenuto in precedenza. A nche lo stu
dioso più scrupoloso non ha altra scelta che gettare qualcosa di questo carico in mare»)
( C r a i g , «Jonah in R ecent Research», 111).
4 R iprendiam o in parte quanto già scritto in D. S c a i o l a , «Il profeta chiam alo alla
conversione: il libro di G iona», in Rivista del Clero 88(2007), 849-858.
5 C.H.H. W rig h t, «The book of Jonah considered from an allegorical point of view»,
in I d ., Biblical Essays or exegetical studies on thè hooks o fJo b and Jonah, E zekiel’s prophe-
cy o fG o g and Magog, St. Peter’s «Spirit in prison» and thè Key t<> thè Apocalypse, T.&T.
Clark, Edinbourg 1886, 34-98; A.D. M artin, The Prophet Jonah: thè B ook and thè Sign,
Longm ans-G reen, London 1926,33; S. G oldm an, «Jonah», in A. Cohen (ed.), The Twelve
Prophets, Soncino Press, B ournem outh 1948,135-150; J.D. Sma r i , «Jonah», in The Interpre-
ter’s Bible, Abingdon-Cokesbury Press, New York-Nashville 1956, VI, 874; RR. Ac k r o y d ,
Exile and Restoration: a study o f Hebrew thought o f thè sixth century b.C. (O T L 11), SCM
Press, London 1968, 244-245; A .Z. Ephros, «The Book of Jonah as Allegory», in IlìQ
27(1999), 141-151; J. V erm eylen, «Le livre de Jonas: un ccrit politico-religieux?», in Se E
54(2002), 287-297.
Giona, il risentimento dell’eletto 91
6 «The fish that swallowed him is. in fact, the grave [...]. As soon as it swallowed
Jonah it died, but after three days was restored to life» («Il pesce che lo inghiottì è, in real
tà, la tom ba [...]. N on appena divorò G iona esso morì, ma dopo tre giorni fu restituito alla
vita») [M. S im o n - P.P. L e v e r t o f f (edd.), The Zohar,The Soncino Press, London-New York
1933, IV, 175-176],
7 M.A. M c W i i .i . ia m , «The Book o f Jonah», in ExpTim 12(1900-1901), 77-80; L.C.
A i .l e n , The B ooks o f Joel, Ohadiah, Jonah and Micah (N1COT), Eerdmans, G rand Rapids
1976.
8 K . B u d d e , «Vermutungen zum M idrash des Buches der Kònige», in Z A W 11(1892),
37-51; E. N ie l s e n , «Le message prim itif du livre de Jonas», in R H P R 59(1979),502 (ripub
blicato in E. N ìe u s e n , Law, History and Tradition: Selected Essays by Eduard Nielsen Issued
by friends and colleagues, G.E.C. G ads Vorlag, Copenhagen 1983,172); A. D h issi . f i ì , Z w o lf
Propheten, 2: O badja-Jona-M icha-Nahum -H abakuk (D ie neue Echter Bibel), Echter,
W iirzburg 1984, 152.
9 E.M. G o o d , lrony in the O ld Testament, S.P.C.K., London 1965, 41; M. B ij r r o w s ,
«The literary category of the book of Jonah», in H.T. F r a n k - W .L . R e e d (edd.), Transla-
ting té Understanding thè O ld Testament. Essays in H onor o f Herbert Gordon May, Abin-
gdon, Nashville-New York 1970,80-107; J.S. A c k e r m a n , «Satire and symbolism in the Song
of Jonah», in B. H a l p e r n - J.D. L e v e n s o n (edd.), Traditions in transformatìon: turning
points in Biblica! faith, E isenbraun, Winona Lake 1981,213-246; J.C. H o l b e r t , «“ Delive-
rance belongs to thè Lord!”: Satire in the book of Jonah», in JS O T 21(1981), 59-81; D.
M a r c u s , From Balaam to Jonah. Anti-prophetic Satire in the Ilebrew Bible (Brown Judaic
Studies 301), Scholars Press, A tlanta 1995,93-159.
92 Capitolo 6
formulate sono state diverse: molto comune è l’idea che Giona sia un
libro missionario,10 oppure che intenda rispondere all’interrogativo
relativo al non compimento degli oracoli profetici di giudizio contro
le nazioni,11 o che sviluppi il tema del pentimento (di Ninive,di Dio,
di G iona),12 ecc.
Prima di prendere posizione all’interno di questo dibattito pre
feriamo proporre una lettura del libro, il quale, data la sua brevità e
la sua struttura narrativa che ne rivela l’unitarietà, sarà oggetto di
un’analisi complessiva.
2. Struttura d e l r a c c o n t o e c a r a t t e r is t ic h e l e t t e r a r i e
15 In genere gli autori riconoscono che il libro è diviso in due parti anche se non con
cordano com pletam ente sull'articolazione interna. Noi riteniam o tuttavia ragionevole la
successione sopra indicata e a essa ci atterrem o nell’analisi del testo.
10 II vocabolario del libro non presenta problem i particolari, eccezion fatta per cin
que term ini, hapax, che verranno discussi nel corso dell’esegesi.
17 1,2.4[2x], 10.12.16; 2,1; 3,2.3.5.7; 4,1.6.10.11.
IK 1,2.7.8; 3,8.10[2x]; 4,1 [2x].2.6.
w 2,1; 4,6.7.8.
2,1 l,3[2x|.5;2,7b.
21 1,4.5.12.15.
22 J. L im b u k c , \Jonah. A Com m entary (OTL), John K nox Press, Louisville 1993,25] ne
conta quattordici: 1,6.8.10.11; 2,5; 3,9; 4,2.4.9.11, ma, a nostro giudizio, quella di 2,5 non è
una dom anda, bensì un’affermazione.
n Ad esempio, G iona dirà solo in 4,2 perché era fuggito (1,1-3); in 1,10 si menziona
il fatto che G iona aveva raccontato ai m arinai che era fuggito dal Signore, ma tale infor-
94 Capitolo 6
3. A n a l is i d e l r a c c o n t o
3 .1 .1 . La scena iniziale ( 1 ,1 - 3 )
mazione non viene fornita in precedenza. A nalogam ente in 2,8 G iona fa riferim ento a una
sua precedente preghiera, che non com pare nel libro. In 4,10 em erge che G iona è adirato
per la pianta di ricino che D io ha fatto seccare, m entre in 4,7 non viene rip o rtata nessuna
reazione da parte del profeta ecc.
241,8.9; 2,2.
25 2 ,1.11.
26 l,9b; 3,5.7b.
27 P er un a p p ro fo n d im e n to di q u esti e a ltri fen o m en i rim a n d iam o a B. H alpern -
R.E. Friedm an, « C om positio n an d P a ro n o m asia in th e B ook o f Jo n ah » , in H A R 4(1980),
79-92; P .T rib le , «The B o o k o f Jo n ah » , in N lfì 7, A b in g d o n , N ashville 1996,474-480.
28 L . M a z z i n g h i , «Il profeta in fuga (G iona 1)», in PaVi 54(2009)3,16-19.
29 Secondo L im b u r g (Jonah, 19), la collocazione di G iona all’interno dei Dodici, dopo
profeti dell’V ili secolo, sarebbe favorita proprio dal riferim ento al testo di 2R e 14,25.
Giona, il risentimento dell’eletto 95
del profeta fa sorgere delle dom ande nel lettore: cosa succederà a
Giona che disobbedisce a Dio? E cosa avverrà a Ninive, la grande
città?
avvenendo, e invece egli con la sua fuga prima e con la sua inattività
adesso annuncia il castigo ai pagani, ma a quelli sbagliati!
Egli però viene richiamato alla realtà dal capitano della nave
che, rivolgendogli la prima domanda del libro, ripete le stesse parole
che Dio aveva detto al profeta: «Che cosa fai, così addormentato?
Alzati, invoca il tuo Dio! Forse Dio si darà pensiero di noi e non peri
remo!» (1,6). Un pagano richiama il profeta di Israele alla sua voca
zione: quella di invocare il nome di Dio e di avere visioni. Dal termi
ne tradotto con «addormentato» (nirdàm) deriva infatti un sostanti
vo (tardèmàh), che descrive sia un sonno profondo (ISam 26,12; Pr
19,15; Is 29,10), che uno stato di trance, simile a quello che provò
Daniele quando ebbe visioni (Dn 8,18; 10,9). Il capitano della nave si
accosta a Giona svegliandolo, ma aspettandosi anche che egli svolga
il suo servizio presso Dio, rivelando il senso di quello che sta avve
nendo e intercedendo presso il Signore, come appunto facevano i
profeti nei momenti difficili. Neanche adesso però Giona risponde e
forse si può individuare in questo silenzio un ulteriore tratto di ironia
dal momento che la parola è tipica dell’atto profetico, per cui il silen
zio del protagonista confermerebbe il suo rifiuto di assumere la voca
zione che Dio gli affida. Non avendo ricevuto risposta da Giona, i
marinai cercano di scoprire la volontà di Dio in un altro modo, get
tando la sorte,32 che, naturalmente, cade sul profeta. Essi gli rivolgo
no una serie di domande: «Raccontaci, per favore, per colpa di chi ci
è capitato questo male. Qual è il tuo lavoro? Da dove vieni? Qual è
il tuo paese? A quale popolo appartieni?» (1,8). Finalmente Giona
parla e la sua risposta costituisce il centro della scena.33 Essendo poi
le prime parole che il protagonista pronuncia, esse sono particolar
mente importanti per comprendere il personaggio:34 «Sono ebreo e
temo il Signore, Dio del cielo, che ha fatto il mare e la terra asciutta»
M Si tratta di un procedim ento molto com une nel m ondo antico, m ediante il quale si
cercava di appurare qualcosa in m odo «oggettivo», senza cioè fare intervenire fattori
umani. A ltri esempi biblici si trovano in Gs 7,14 (A can); ISam 10,16-26 (Saul); ISam 14,42
(G ionata) ecc.
M U no status quaestionis sulle strutture di G n 1, in particolare di questa seconda
scena, è stato elaborato da C. L i c h t e r t , «Par terre et par mer! Analyse rhétorique de Jonas
1», in E T h L 78(2002), 5-24.
34 R. A l t e r , L'arte della narrativa biblica, Q ueriniana, Brescia 1990, 8 6.
98 Capitolo 6
55 Nel Midrash Giona si racconta che i m arinai non vogliono fare del male a Giona:
«Lo calarono fino alle ginocchia e il m are placò la sua furia. Lo fecero risalire presso di
loro e il m are riprese a essere tempestoso. Lo calarono fino àH’ombelico e il mare placò
la sua furia. Lo fecero risalire presso di loro e il m are riprese a essere tem pestoso finché
non lo calarono interam ente. Come è detto: E presero G iona e lo calarono in marp» [C.
B e d in i - A. B ig a r e l l i (edd.). Il viaggio di Giona. Targum, Midrash, com m ento di Rashi,
C ittà Nuova, Rom a 1999,98-99].
34 II narratore chiaramente non si preoccupa di come sulla nave in mezzo al mare, appe
na placato dalla tempesta, i marinai possano sgozzare in modo rituale gli animali prescritti.
Giona, il risentimento dell’eletto 99
3.1.4. Il pesce
l’altro, lo protegge dalla morte che per lui è costituita piuttosto dal
m are (2,4.6-7). Stando inoltre nel ventre del pesce Giona comincia a
pregare, come abbiamo visto. Il pesce svolge dunque un ruolo quasi
m aterno nei confronti del profeta,46 impedendo che egli muoia e for
nendogli un contesto che favorisce il suo cambiamento. Il ventre del
pesce diventa infatti il luogo nel quale m atura il suo incontro con
Dio, perm ettendo dunque la «rinascita» del profeta.
Se il libro di Giona è stato scritto nel post-esilio, come suggeri
sce la maggior parte degli autori, e se il profeta è figura della comu
nità giudaica del suo tempo, si possono menzionare altri testi profe
tici nei quali l’esilio babilonese è paragonato a un mostro marino che
inghiottisce il popolo (G er 51,34), ma è anche vero che questa espe
rienza si è trasform ata pure in un’occasione di rinascita spirituale
per Giuda e che ha almeno favorito la maturazione di alcune idee
teologiche nuove, come ad esempio il tema della creazione e il
monoteismo teorico. Si confermerebbe dunque, da un altro punto di
vista, il significato ambivalente assunto dal cetaceo nel c. 2.
A livello strutturale, poi, esistono dei collegamenti tra il «grosso
pesce» del c. 2 e Ninive, la «grande città» di cui parla la seconda parte
del libro. Giona infatti entra nella città, com ’è entrato nel pesce, e gli
occorrono tre giorni di cammino per percorrerla, lo stesso tempo che
egli trascorre all’interno del pesce.47
Aggiungiamo infine alcune osservazioni tratte dall’esegesi
ebraica di questo capitolo. Nel Midrash Giona48 un certo spazio è
dedicato alla spiegazione dei problemi posti dal c. 2, partendo dalla
questione del sesso del pesce. Secondo il Midrash, dopo essere stato
4,1 U na traduzione inglese di questo racconto, che noi abbiam o molto sintetizzato, si
trova in LmauRc,, Jonah, 104-110.
50 L. M a z z .in o h i , «La conversione della città malvagia (G iona 3)», in PaVi 54(2009)3,
24-27.
51 Nella tradizione ebraica è scritto che un uom o che non rivela un oracolo del
Signore deve essere condannato a morte, m entre G iona, spesso citato come esempio di
tale avvertim ento, in realtà si salva (m . Sanhedrim 11,5, citato da J. N e u s n b r , The Mishnah.
A New Translation, Yale University Press, New H aven and London 1988,608-609).
52 I Re 13,20-32.
M Di nuovo com pare il verbo «proclamare» (qaràh) con l’aggiunta di un sostantivo,
«proclamazione», che da esso deriva, ma che com pare solo qui nell’AT.
104 Capitolo 6
54 II Midrash Giona descrive la grandezza della città in questi termini: «Niniveh was
40 parasangs square. In it were 12 streets, in every Street were 12,000 people. and every
Street had two m arketplaces, and every m arketplace had 12 corridors, and every corridor
had 12 courts, and every court had 12 houses, and in every house were 12 strong men, and
every strong man had 12 sons» («Ninive era larga 40 parasanghe. In essa c’erano dodici
strade, in ogni strada c’erano dodicimila persone, e ogni strada aveva due mercati e ogni
m ercato aveva dodici corridoi e ogni corridoio aveva dodici cortili e ogni conile aveva
dodici case e in ogni casa c’erano dodici uomini forti c ogni uomo forte aveva dodici figli»)
( L i m b u r g , Jonah, 1 1 1 ) . La «parasanga» è un’antica misura di lunghezza che corrisponde o
a 6300 m etri (secondo E rodoto) o a 5940 (secondo Senofonte).
55 A volte in ebraico il superlativo si costruisce usando il nome di Dio. Cf. ad esem
pio G en 1,2; G b 1,16. J o O o n - M u r a o k a , A G rom m ar, 141 k.
56 Si tratta di un num ero di valore simbolico che ritorna più volte nella Scrittura, ad
esem pio a proposito del diluvio (G en 7,4.12.17), del tem po trascorso da Mosè sul m onte
Sinai (Es 24,18; 34,28; D t 9,9.11.18.25), degli uomini m andati da Mosò a esplorare la terra
(Nm 13,25; 14,34), di Elia (IR e 19,8), di G esù (M i 4,2; Me 1.13; Le 4,2).
57 Cf. anche D t 29,22; Is 13,19; G er 20,16:49,18; 50,40; Lam 4,6; ecc.
Giona, il risentimento dell’eletto 105
58 II Midrash riserva molto spazio alla descrizione del cam biam ento di vita dei nini-
viti, partendo dalla frase del v. 8: «Torni ciascuno dalla sua via di male e dalla violenza che
è nelle sue mani». 11 testo recita: «Se c’erano in ciascuna casa dieci m attoni provenienti dal
furto, persino nei palazzi costosissimi del re, li abbattevano interam ente e li restituivano
ai loro proprietari. Ciascun giardino, ciascuna vigna nei quali c’erano due viti o due albe
ri provenienti da un furto, di là venivano sradicati e restituiti ai loro proprietari. Se in un
abito c’erano due fili che una donna aveva rubato, laceravano l’intero abito, raggom itola
vano i due fili e li restituivano ai loro proprietari» [ B e d in i - B i o a r b i .u (edd.), Il viaggio di
Giona, 129]. Cf. anche L im b u r g , Jonah, 111.
w Si tratta di un indizio perché la questione relativa all’uso del nome di Dio nel libro
di G iona è controversa e oggetto di numerosi studi: J. D a y , «Problem s in thè Interprela-
tion of thè Book of Jonah», in O TS 26(1990), 32-47; M . M i i l z e r , «Die G ottesbezeichnun-
gen im Jonabuch», in H. I r s i g l b r (ed.), «Wer d a rf hinaufsteigen zu m Berg J H W H ’s »? Bei-
triige zu Prophetie und Poesie des Alten Testaments. Fs S.Ó. Steimgrimsson (ATSAT 72),
EOS, Si. O ttilien 2002,45-62; C. L ic h t e r t , «Récit et noms de D ieu dans le livre de Jonas»,
in Bih. 84(2003), 247-251.
106 Capitolo 6
la conversione. Interessante il fatto che nei vv. 8-10 sia Dio che i nini-
viti tornano indietro, cambiano atteggiamento, modificano rispettiva
mente lo stile di vita (i niniviti) e la decisione presa (Dio). Tutti si
«convertono» e quindi la storia potrebbe finire come le favole: «E vis
sero felici e contenti». Ma per Giona le cose sono diverse, come
vedremo tra breve. Prima però rimane da considerare il verbo nhm,
che significa (al Niphal) «essere spiacente», «pentirsi», «cambiare
mente» (3,9-10). Esso compare circa 30 volte nell’AT quasi sempre
con Dio come soggetto,60 del quale si dice che «si pentì» di aver crea
to l’umanità (Gen 6,6-7) o di avere eletto Saul (ISam 15,11.35). In
altri casi, invece, Dio decide di non dar corso alle (giuste) punizioni
annunziate (G er 18,8; 26,3.13.19; Am 7,3.6) e il suo pentimento è fon
dato sull’amore (Sai 106,45). Secondo questa accezione vanno intese
naturalmente le due occorrenze del verbo in Gn 3,9-10. Tale cambia
mento di Dio però non è automatico, né «dovuto». Esso esprime, al
contrario, la sua bontà, come si augura il re di Ninive: «Chi sa?» (3,9),
e come proclama il «credo» di Israele, come vedremo più avanti.
60 Gli unici testi nei quali l’uomo è soggetto sono: Gb 42,6; G er 8,6; 31,19.
61 L. M a z z i n g h i , «G iona e la pianta di ricino (G iona 4)», in PaVi 54(2009)3,29-32.
62 Com pare di nuovo il verbo nhm.
Giona, il risentimento dell’eletto 107
4. L a t e o l o g i a d e l l ib r o n e l su o contesto
sorta di zucca. Forse è una parola senza senso coniata per richiamare il verbo «vomitare»
{q*h), usato per il pesce m andato da Dio in 2,11. Per un approfondim ento rim andiam o a:
B.P. R o b in s o n , «Jonah’s Qiqayon Plant», in Z A W 97(1985),390-403; A. F O r s t , «Kiirbis oder
Efeu? Z u r U bersetzung von Jona 4,6 in der Septuaginta und bei Hieronym us», in B N
72(1994), 12-19; U. S t e f f e n , «Pflanzenkunde und-symbolik zur Jona-G eschichte», in
D B A T 29(1998), 179-186.
67 Per una lettura del libro di G iona in chiave narrativa rim andiam o a L. M a z z i n g h i ,
in PaVi 54(2009)3,16-33.
Giona, il risentimento delieletto 109
,M Esistono altre somiglianze tra Elia e Giona: Elia va nel deserto e si siede sotto un
albero, inentre G iona esce da Ninive e va a m ettersi sotto una pianta. Entram bi chiedono
a Dio di morire, usando parole simili (IR e 19,4; G n 4,3); in entram bi i racconti com paio
no elem enti presi dal mondo della natura: i corvi, nella storia di Elia (IR e 17,4-6), il pesce
in quella di G iona (2,1 ). Fenomeni naturali (vento, terrem oto e fuoco) indicano a Elia l’as
senza di Dio (IR e 19,11-12);pianta, vento e sole invece sono segno della presenza di Dio
per G iona (4,7-8). Essi poi si rivolgono a Dio partendo da un senso di depressione e di
autocom m iserazione e il Signore risponde loro facendo delle dom ande. Cf. T r ih l b , «The
Book of Jonah», 481.
m Sulla rilevanza di questo tem a a livello di complessiva teologia del Libro dei D odi
ci, si veda R. S c o r a u c k , Gottes Giite und Gottes Zorn. D ie Gottespradikationen in Exodus
34,(iF und ihre intertextuellen Beziehungen zum Zw ólfprophetenhuch (HBS 33), H erder,
Freiburg-Basel-W ien 2002.
110 Capitolo 6
amore» (Mi 7,18). Segue poi Naum, che si apre affermando: «Il Signo
re è lento all’ira, ma grande nella potenza e nulla lascia impunito»
( 1,2).
Qual è dunque il volto di Dio? E, di conseguenza, qual è il com
pito del profeta? Interessante notare che finora ci troviamo di fron
te a delle domande, non a delle risposte, e questa sottolineatura ci
pare fondamentale a livello metodologico: la risposta agli interroga
tivi sopra menzionati non può essere data in fretta, ma richiede
tem po e pazienza, esige che si faccia un percorso integrale di lettura
(almeno) del libro. Essa inoltre non può essere sintetizzata sbrigati
vamente in una formula, magari anche corretta dal punto di vista
teologico, ma va articolata ad altri aspetti dell’immagine di Dio, che
si rivela dunque essere più complessa di quanto forse noi vorremmo.
Infine la scansione sopra delineata, domanda relativa all’immagine
di Dio e conseguente interrogativo a proposito del profeta, va m an
tenuta perché esprime la priorità della teologia sull’antropologia,
indicando un ordine di precedenza (e anche di importanza) valido
pure ad altri livelli.
Capitolo 7
MICHEA, «PIENO DI FORZA,
DI SPIRITO DEL SIGNORE,
DI GIUSTIZIA E DI CORAGGIO»
1. I n t r o d u z i o n e
Tra gli interrogativi posti dal libro c’è quello relativo alla sua
struttura, come si diceva in precedenza. Non intendiamo trattare la
questione in modo esaustivo, ma affrontarla solo per collocare la
pericope di cui ci occupiamo nel suo contesto immediato.
Il libro di Michea viene diviso in genere in due (1-5; 6-7)fi o in
tre parti,7 come facciamo anche noi. I capitoli iniziali di ogni parte
cominciano con un invito all’ascolto (1,2; 3,1; 6,1-2). Ognuna delle
tre parti, poi, inizia con un messaggio di giudizio (2,1-11; 3,1-12; 6,1-
16) e finisce con una nota di speranza (2,12-13; 4,1-5,14; 7,8-20). La
pericope che sarà oggetto di analisi esegetica (6,1-8) si trova all’ini
zio della terza parte, nella quale si individua il passaggio dall’accusa
alla promessa che aveva già caratterizzato le due sezioni precedenti.
È a nostro avviso significativa tale alternanza perché mostra l’orien
tam ento teologico del libro che, pur avendo al suo centro il tema del
giudizio di Dio formulato secondo la legge del taglione,8 si chiude
con l’annuncio di una promessa.9 1 due aspetti sono tra loro correla
ti in quanto il giudizio esprime la giusta reazione di Dio a fronte del
peccato dell’uomo, mentre la promessa m ette in evidenza il tema
dell’amore gratuito di Dio.
3. U n it à e s t r u t t u r a d e l l a p e r i c o p e
4. O s s e r v a z io n i d i c a r a t t e r e e s e g e t i c o e t e o l o g i c o
do uno spazio alla fine della linea e la nuova porzione aperta comincia all’inizio della linea
successiva. U na sezione chiusa (setumah, indicata con la lettera o) invece lascia uno spa
zio a m età della linea del lesto quando la parte precedente finisce prima dello spazio e
quella successiva comincia dopo di essa, verso la fine della linea di testo. Q ueste divisioni
m asoretiche, che sono rim aste anche dopo l’inserim ento di capitoli e versetti, svolgono
diverse funzioni che vanno di volta in volta individuate. U na nuova pàràshàh ad esempio
comincia dove è indicato un nuovo tem a o uno sviluppo tematico. A volte invece le divi
sioni tra le parashot hanno la funzione di sottolineare un versetto, creando una pausa
testuale prim a o dopo di esso. Senza enfatizzare eccessivamente queste indicazioni, si può
com unque ritenere che esse svolgano una funzione anche di tipo esegetico. Per questi
motivi segnaliamo che alla fine del v. 8 com pare il segno che indica una sezione aperta (s).
11 A d esempio, L e s c o w , «Redaktionsgeschichtliche Analyse von Micha 6-7»; W o l i -f,
Micah, 144 ecc.
12Tra i testi che appartengono allo stesso genere letterario ricordiamo: Sai 15; 24,3-
6; Is 33,15-16.
13 In ebraico c’è un participio Qal che traduciam o alla lettera, anche se non ò elegan
te la traduzione italiana.
14 II term ine ebraico h a 3ètànim crea qualche problem a. Esso deriva da ^Stati ( o 3Start)
che significa «che scorre in perm anenza», da cui deriva il senso «perm anente», «stabile»
(Es 14,27; Nm 24,21; G b 33,19). Non riteniam o necessario cam biare il TM com e suggeri
sce di fare l’apparato critico della BHS.
Michea, «pieno di forza, di spirito del Signore, di giustizia e di coraggio» 115
poiché c’è lite del Signore con il suo popolo e con Israele contende.13
Signore». Studi sul profetism o biblico, a cura di S.M. Sessa, EDB, Bologna 2008, 125-151
(con ulteriore bibliografia).
20 D io non può essere contem poraneam ente giudice e accusatore, come si ritiene a
volte: L. K o h e l e r , «Die hebraische Rechtsgemeindc», in Io., Der hebràische Mensch: cine
S kizze, J.C.B. Mohr, Tiibingen 1953,143-171; H J. B o e c k e r, Redeformen des Rechtsleben
im Alteri Testament (W M A N T 14), N eukirchener Verlag, N eukirchen 21970; K. N ielsen,
Michea, «pieno di forza, di spirito del Signore, di giustizia e di coraggio» 117
24 Su questo punto rim andiam o a P. B o v a t i , «Alla ricerca del profeta (2). Criteri per
discernere i veri profeti», in Io., «Così parla il Signore», 37-52.
Michea, «pieno di forza, di spirito del Signore, di giustizia e di coraggio» 121
KTi è stato rivelato, o uomo, ciò che è buono e che cosa il Signore cer
cante da te
che non è altro che fare il diritto, e am are la bontà
e um ilm ente cam m inare con il tuo Dio.
25 II sintagm a fid q ó t Y IIW II com pare anche in altri testi: G dc 5 ,11; ISam 12.7; Sai
103,6; Dn 9,16; ecc.
122 Capitolo 7
26 «Non si dovrà com parire davanti a me a mani vuote» (Es 23,15; 34,20).
Michea, «pieno di forza, di spirito del Signore, di giustizia e di coraggio» 123
27 Le quattro dom ande dei vv. 6-7 com inciano con un generale banim àh, «Con che
cosa?», seguito da q uattro esempi che com inciano con la preposizione b‘\
2H 1Re 3,4; 8,63; 2C r 30,24; 35,7.
2,12Re 16,3 (al tem po del re Acaz); 21,7 (sotto il re Manasse); 23,10 (Giosia li elimi
nò); cf. anche G er 32,35.
124 Capitolo 7
30 Tra i molti esempi che possono essere fatti, ci limitiamo solo ad alcuni: Is 1,10-20;
Os 8,13; Am 4,4-5; 5,21-27; Sai 50,8-13; ecc.
Michea, «pieno di forza, di spirito del Signore, di giustizia e di coraggio» 125
5. C o n c l u s io n e
1. I n t r o d u z i o n e
1E. A c h 'I'c m u i i ì r , / Dodici profeti. Parte seconda. Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zac
caria, Malachia, Claudiana, Torino 2007,19.
2 Ad esempio, J.P.M. Smith dice: «In Nahum, a representative of thè old, narrow and
shallow prophelism finds its place in thè C anon of Scriplure. His point of view is essen-
lially one with th at of [...] thè so-called “false prophets”» («In Naum un rappresentante
del profetism o antico,ristretto e superficiale, trova il suo posto aH’intorno del canone delle
Scritture. Il suo punto di vista è essenzialm ente simile a quello dei cosiddetti falsi profe
ti») [J.P.M. S m it h - W.H. W a r d - J.A. B e w e r , A criticai and exegeticul cornmentary on
Micah, Nahum , U ahakkuk, Obadiah and Joel (IC C ),T. & T. Clark, Edinburgh 1912, 281.
Smith è responsabile del com m ento a Naum].
•’ Per avere una panoram ica relativa agli studi dedicati a Naum rim andiam o a D.L.
C u r i s i F.Nsi'N, «The Book of Nahum: A H istory of Interpretation», in J.W. W a t i s - P.R.
H o u s e (edd.), Forming Prophetic Literature: Essays on Isaiah and thè Twelve in flo n o r o f
John D.W. Watts (JSOT.S 235), Sheffield Academic Press, Sheffield 1996, 187-194; M.
W iìio i., «C urrent Research on thè Book of Nahum: Exegetical M ethodologies in Tur-
moil?», in CR:BS 9(2001). 81-130.
128 Capitolo 8
Forse potresti dire nel tuo cuore: «Come riconoscerem o la parola che
il Signore non ha detto?». Q uando il profeta parlerà in nom e del Signo
re e la cosa non accadrà e non si realizzerà, quella parola non l’ha detta
il Signore. Il profeta l’ha detta per presunzione. Non devi aver paura di
lui [Dt 18,21-22].
Questo spiega come mai il libro di Naum sia molto citato all’in
terno dell’Antico Testamento5 e anche il fatto che esso sia stato
accolto senza difficoltà all’interno del canone ebraico (e di conse
guenza in quello cristiano)/’
Non sappiamo niente di Naum, al di fuori del suo nome7 e della
città da cui egli proveniva, Elkos.8 Molto dibattuta è la data del libro
2. A l c u n e c h ia v i d i l e t t u r a u t il i p e r l a c o m p r e n s io n e d e l l ib r o
'* Q uesta proposta viene fatta, tra l’altro, da A lonso Schòkel, secondo il quale Naum
sarebbe l’unico profeta conosciuto durante il lungo regno del re Manasse. Se questo è
vero, Naum non esprim erebbe solo la condanna di Ninive, ma intenderebbe anche eleva
re una critica nei confronti della politica filo-assira di questo re ( A l o n s o S c h Ok e l - S ic r e
D i a z , 1 Profeti, 1 2 2 4 - 1 2 2 5 ) .
10 È vero che le parole di G erem ia devono essere scritte in un libro (G er36,2) e che
sia per A bacuc (2,2) che per Ezechiele (c. 3) è im portante il tem a del rotolo, ma la p ro
spettiva adottata da N aum ci pare diversa.
130 Capitolo 8
" Is 13,1; 14,28; 15,1; 17,1 ; 19,1; 21,1.11; 22,1 ; 23,l; 30,6.
12 Tebe ha sofferto più di una volta per colpa ddl'A ssiria. Nel 670 Esaraddon conqui
stò tutto il basso Egitto com presa Memli. La lista dei principi egiziani che fecero alleanza
con lui in quel tem po include anche il principe di Tebe, che però cadde nelle mani dell’As-
siria solo più tardi. Nel 663 infatti Assurbanipal catturò Tebe, deportò i suoi abitanti e portò
un enorm e bottino a Ninive. Q uesto fatto fu l’inizio della fine per la più grande città del
l’E gitto e probabilm ente Naum si riferisce a questa occasione. A sua volta Assurbanipal
dovette fronteggiare la rivolta di suo fratello, re di Babilonia, e la guerra civile durò sette
anni e term inò nel 647 con il com pleto trionfo di Assurbanipal che divenne re di Babilonia.
N el 612 Ninive, la grande capitale del regno assiro, viene conquistata dai babilonesi.
Naum, il consolatore? 131
«The m ost distinctive thing about thè messianism of Nahum, Habakkuk, and
Zephaniah is thè absence of virtually a trace of messianism» («Il tratto più caratteristico
del messianismo di Naum, A bacuc e Sofonia ò l’assenza di praticam ente qualsiasi traccia di
messianismo») fO.P. R o b e r t s o n , The B ooks o f Nahum, H abakkuk, and Zephaniah (The
new international com mentary on thè Old Testament), Eerdmans, G rand Rapids 1990,17].
14 Na 3,1 e Is 14,24-27; Na 1,13 e Is 9,3; ecc. Per un approfondim ento di questa qu e
stione rim andiam o a S p k o n k , Nahum , 7-8.
15 A ltri esempi sono offerti da S p r o n k , Nahum , 8.
1,1 O ltre al fatto di avere lo stesso titolo (Na 1,1 e Ab 1,1), questi due profeti sono
collegati da altri temi: A b 1,8-9 e Na 2,4-5; A b 2,12 e Na 3,1; A b 3,6.10 e Na 1,5; A b 3,8-10
e Na 1,3b-4.
17 Esiste una stretta relazione tra Gn 4,2 e Na 1,3. Inoltre G iona e Naum sono gli
unici due libri della Bibbia che si chiudono con una dom anda.
18 Secondo alcuni autori - B.A. J o n e s , The Formation o f thè H ook o f thè Twelve. A
Study in Text and Canon (SBL.DS 149), Scholars Press, A tlanta 1995, 129-169 - l’ordine
della LXX sarebbe più antico di quello masoretico e in questa successione prevarrebbero
considerazioni di carattere tem atico sopra quelle m eram ente cronologiche. Il Targum
sem bra avallare questa interpretazione: «Fin dai giorni antichi profetizzò su di essa G iona,
figlio di A m ittai, profeta di G at H efar e [Ninive] si convertì dalle sue colpe. Ma quando
132 Capitolo 8
3. N a u m 3
[Ninive] continuò a peccare, tornò a profetizzare su di essa Naum [ ...| come sta scritto in
questo libro» (S.P. C a r b o n e - G. R i z z i , Abaquq-Abdia-N ahum -Sofonia. Lettura ebraica,
greca e aramaica, ED B, Bologna 1998,264).
Naum, il consolatore? 133
22 II testo presenta un problem a di Q l'rè-K,'tlb. Nel TM infatti c’è una parola scritta,
cioè un Ketib, che è una terza persona maschile plurale dell'yiqtol, m entre in margine i
m asoreti suggeriscono di leggere invece (Q cré) il perfetto inverso. Noi m anteniam o il
K ctib: gli assiri inciam pano nei loro propri cadaveri.
23 R itorna qui la radice uhm , «consolare», che richiama il nome del p ro feta,creando
un rim ando con l’inizio del libro (1,1), in cui com parivano insieme la radice «consolare» e
il nom e di Ninive: la consolazione che il profeta intende annunciare ha a che fare con la
distruzione di Ninive.
24 Mi 3,9-12 ed Ez 22,2; 24,6.9 si riferiscono a G erusalem m e usando termini analoghi.
Naum, il consolatore? 135
25 Si tratta di un modo di esprim ersi molto com une nella Scrittura a partire dal rac
conto fondatore di Caino e A bele in cui si dice che «la voce dei sangui di tuo fratello grida
a ine dalla terra» (G en 4,10). A nche i Salmi utilizzano il m edesim o linguaggio: «Si cono
sca tra le genti, sotto i nostri occhi, la vendetta per il sangue versato dei tuoi servi» (Sai
79,10). T ornerem o in seguito sul concetto di «vendetta», per approfondire e precisarne la
portata e l’am bito di riferimento.
2,1 Nel codice di Ham m urabi ad esem pio si legge: «May she [Ishtar] strike down liis
warriors, w ater thè earth with their blood. May she throw up a heap o f his w arrior’s bodies
on thè plain» («Possa Ishtar colpire i suoi guerrieri, bagnare la terra con il loro sangue.
Possa accatastare nella pianura un cum ulo di corpi dei suoi guerrieri») |J.B. P r it c h a r d
(ed.), Ancient Near Eastern Texts Rclating to thè Old Testament, Princeton University
Press, Princeton 1955,179 (= A N ET )j. Si possono ricordare anche i trattati di vassallaggio
136 Capitolo 8
legge del taglione, chi di spada ferisce, di spada perisce. Ninive, che
visse di intimidazioni, bugie e spargimento di sangue, adesso vede le
sue vie piene di cadaveri.
Nei vv. 4-7 il poeta aggiunge un ulteriore elemento alle colpe di
Ninive, la quale non ha usato solo le armi della violenza e dell’ingan
no, ma si è servita anche della seduzione, ha fatto cioè ricorso all’at
trattiva derivante dai suoi valori per sottom ettere altri popoli al pro
prio dominio, corrompendoli. Viene suggerita l’idea che il potere
abbia una forza attrattiva, qui rappresentata dall’immagine della
prostituta che seduce altri. La seduzione è stata esercitata da Ninive
anche facendo ricorso a malie e a sortilegi (biksàfeyhà, v. 4b), cioè
alla capacità di forzare la volontà delle persone. Naum forse fa qui
riferimento ai numerosi testi di maledizione aggiunti ai trattati di
vassallaggio assiri nei quali vengono menzionate le sanzioni previste
per chi avesse violato il patto. Potrebbe essere forse questo un segno
che conferma ulteriormente l’abilità dell’autore il quale conosce
bene il mondo che sta criticando.
Il com portamento di Ninive spiega la reazione di Dio, il quale
non rimane indifferente di fronte a tanto male, ma interviene di per
sona.27Ancora una volta la punizione è proporzionata al crimine: sic
come il com portamento di Ninive era stato descritto in termini ses
suali, la sua punizione, nello stile del contrappasso, sarà vergognosa.
Ninive si è com portata come una prostituta, promettendo, anzi ven
dendo prosperità e protezione, e adesso viene umiliata come una
prostituta. Il termine zònàh significa prostituta, ma ha anche un
significato più ampio. Ad esempio, in Dt 22,21 una giovane donna
che risulta non essere vergine viene chiamata in questo modo e, in
senso più generale, l’adorazione di divinità diverse da YHWH viene
definita prostituzione.28 I profeti spesso usano questo vocabolo
di E saraddon in cui si legge: «May N inurla, first of thè gods, fell you with a fierce arrow,
and fili thè plain with your blood, give your flesh to eagles and vultures» («Possa N inurta,
prim o tra gli dei, abbatterti con una freccia ardente e riem pire la pianura con il tuo san
gue, dare la tua carne alle aquile e agli avvoltoi») (A N ET, 538).
27 In 3,5 si ripete la stessa espressione che com pariva in 2,14, ulteriore conferm a dei
legami che intercorrono tra questi due capitoli.
28 Es 34,12-16; Lv 20,5-6; D t 31,16; Sai 106,38-39; ecc.
Naum, il consolatore? 137
31 Così legge il TM, m entre le versioni antiche, a partire dalla LXX, e molti autori
m oderni scelgono di leggere un suffisso di terza femminile singolare: «suo aiuto». A nche
la nuova traduzione CEI rende in questo modo: «erano i suoi alleati».
32 R icom pare il verbo glh, che era già apparso al v. 5 col senso di «scoprire».
33 In ebraico si trova un participio femminile singolare niphal dalla radice clm che
significa «nascondere», «ignorare». A lonso infatti traduce: «[ti] nasconderai» (A lonso
S c h O k e l - S ic r e D i a z , I Profeti, 1240), ma il senso del verbo rimane molto discusso.
34Tebe viene chiam ata nò3 àm òn dalla parola egiziana nwt che significa «città». Q ue
sta città, collegata al dio A m on, viene nom inata cinque volte nell’AT: in G er 46,25; Ez
30,14-16; Na 3,8.
35 U n discorso analogo vale per Tiro di cui si parla in Ez 28.
Naum, il consolatore? 139
«Il Signore deporterà te e il re, che ti sarai costituito, in una nazione che né tu né
i tuoi padri avete conosciuto. Là servirai dèi stranieri, dèi di legno e di pietra» (D t 28,36).
Cf. 2R e 17,6.
v «May M elqart and Eshmun deliver your land to destruction, your people to he
deported» («Possano M elqart e Eshm un consegnare la tua terra alla distruzione, il tuo
popolo alla deportazione») (ANET, 534).
■
w Cf. 2 Re 8,12; Is 13,16; Os 10,14; 14,1; Sai 137,9.
140 Capitolo 8
M B attere le mani può esprim ere sentim enti contrastanti, rispettivam ente di gioia o
di dolore. Nel nostro caso sem bra che esso sia da intendere com e gesto di approvazione
(cf. Sai 47,2). N.S. Fox, «Clapping H ands as a G esture of Anguish and A nger in M csopo-
tam ia and in Israel», in JA N E S 23(1995), 49-60.
40 II poeta usa ad esem pio term ini diversi per indicare le cavallette. Cf. J.A. T h o m
p s o n , «Translation of thè W ords for Locusts», in BiTr 25(1974), 405-411.
41 L’analisi retorica parlerebbe di termine medio.
42 Cf. Is 19,16; G er 50,37; 51,30.
Naum, il consolatore? 141
4’ Il Fuoco era com parso già in Na 1,6 com e simbolo dell’ira di Dio. La sua m enzio
ne nel capitolo 3 sottolinea di nuovo la funzione ricapitolativa e sintetica che questo capi
tolo svolge aH’interno del libro.
44 In ebraico esiste una somiglianza tra *aryeh, «leone», e ’arbeh, «locusta».
45 II v. 14 che descrive la fabbricazione dei m attoni avvalora questa ipotesi.
4'’ S p r o n k , Nahum , 1 3 8 .
47 Cf. Is 56,IO; Sai 121.3-4.
142 Capitolo 8
4. C onclusione
1. I n t r o d u z io n e
1 II term ine Sigyòndt è raro. Esso com pare solo un’altra volta, nel titolo del Sai 7, ed
ò variam ente interpretato: «lamento», «ditirambo»; indicherebbe un tipo di melodia o
forse uno strum ento musicale. Si potrebbe suggerire un’analogia tra il senso che il term i
ne assume nel titolo del Sai 7 e quello di A b 3,1. Il titolo del Sai 7 fa riferimento a una
situazione di distretta vissuta da Davide: «Lam ento che Davide cantò al Signore a causa
delle parole di Cus, il Beniaminita». N on tutto è chiaro in questo titolo, ad esempio non
sappiam o chi sia Cus il Beniaminita, anche se l’esegesi ebraica suppone che sia Saul. Il ter
mine .iigyónót deriva dalla radice Sgh, «errare», «perdersi», «non camminare diritto»,
«com m ettere un errore», e potrebbe riferirsi a cose che sono andate m ale e che hanno
dunque bisogno di essere rese migliori.
1 Le ipotesi non mancano, anzi, si m oltiplicano proprio a causa della scarsità di indi
zi concreti a nostra disposizione. In sintesi si può dire che sono state proposte per il libro
date che vanno dal 701 al 330 a.C., anche se sem bra plausibile supporre che il profeta sia
vissuto al tem po del re Ioiakìm (605-598, oppure 608-597), un re odioso e inetto che si rese
inviso ai suoi sudditi per la politica dispotica che caratterizzò il suo regno. Di questo re
parla anche, sem pre in m aniera molto critica, il profeta G erem ia (22,13-17).
1 L. A i .o n s o S c i i O k i x - J.L. Siene D i a z , I Profeti, Boria, R om a 1984,1243.
144 Capitolo 9
4 S i tratta di un nom e unico nell’AT, variam ente spiegato. Forse deriva da un term i
ne accadico che indica una pianta da giardino, oppure da una radice ebraica che significa
«abbracciare» (hbq). G ià i traduttori greci della LXX m ostrarono qualche difficoltà nel
rendere l’ebraico, per cui lo modificarono leggermente, A m bakoun. A ttorno al profeta
A bacuc fiorirono molle leggende, magari non com pletam ente attendibili dal p unto di
vista storico, ma certo interessanti dal punto di vista teologico. Ci perm ettiam o di rim an
dare a D. S c a i o l a , «Introduzione al profeta Abacuc», in PaVi 54(2009)5,4-9.
5 Su questo testo vedi J.W. W aits, «Psalmody in Prophecy: H abakkuk 3 in Contexl»,
in J.W. W atts - P.R. H ouse (edd.), Forming Prophetic Literature: Essays on Isaiah and thè
Twelve in H onor o f John D.W. Watts (JSOT.S 235), Sheffield A cadem ic Press, Sheffield
1996,209-223; G.T.M. P rinsloo, «Yahweh thè Warrior: An Intertextual Reading o f H abak
kuk 3», in O T E 14(2001)3,475-493.
6 P er un approfondim ento rim andiam o a M. E szenyei-Széles, Wrath and Mercy: A
Com m entary on thè B ooks o f H abakkuk and Zephaniah (IT C ), Eerdm ans Publishing Co.,
G rand Rapids-The H andsel Press Ltd, Edinburgh 1987; M .A. S weeney, «Structure, genre
and intent in thè book of H abakkuk», in V T 41(1991 ), 63-83; R.D. H aak, H abakkuk (VT.S
44), Brill, Leiden-New York-Koln 1992; M.E. V. T hompson, «Prayer, O racle and Theopha-
ny:The B ook of H abakkuk», in Tynìì 44(1993) 1,33-53; G.T.M. P rinsloo, «Reading H abak
kuk as a literary unit: Exploring thè possibilities», in O T E 12(1999)3,515-535; RI. A nder
s e n , H a b akkuk (AB 25), D oubleday, New Y ork-London-Toronto-Sydney 2001; M. À i.v a -
r e z B a r r e d o , Habacuc. Un profeta inconformista. Perfdes literarios y rasgos teológicos del
libro (Publicaciones Instituto Teològico Franciscano. Serie m ayor 44), Espigas, Murcia
2007; M.G. O ’N e a i . , Interpreting H abakkuk as Scripture. A n Application o f thè Canonica!
Approach o f Brevard S. Childs (Studies in Biblica! L iterature 9), Peter Lang, New York-
W ashington 2007.
Abacuc, il profeta sentinella 145
2. I l l ib r o
3. Au 2,1-4
Dopo aver delineato lo sfondo e il contesto all’interno del quale
il profeta Abacuc si inserisce, prendiamo in considerazione una peri-
7 Esiste invece una certa discussione circa l’unità del libro, dato che molti autori
ritengono il c. 3 un'aggiunta successiva. Non entriam o nel m erito di tali questioni, p ren
dendo in esame il libro nella sua form a finale.
" I molivi addotti sono principalm ente i seguenti: diverso genere letterario, assenza
di riferimenti storici, vocabolario liturgico ecc.
A l o n s o S o iA k k i. - Sic’rp. D ia z , I Profeti, 1247.
146 Capitolo 9
3.1. Il testo
,u A d esem pio il v. 1 recita: «Mi m etterò di sentinella, in piedi sulla fortezza, a spia
re, per vedere che cosa mi dirà, che cosa risponderà ai miei lamenti». Il v. 4 poi ò tradotto:
«Ecco, soccombe colui che non ha l’anim o retto, m entre il giusto vivrà per la sua fede».
11 II testo ebraico presenta tre verbi in forma coorlativa che possono essere tradotti
come semplici futuri oppure essere coordinati m ediante la congiunzione «e».
12 Si potrebbe anche tradurre: «Che cosa dirà in me».
13 L’ebraico ha una prim a persona singolare che la maggior parte degli autori giudi
ca un errore per cui correggono il testo modificando la persona del verbo in terza maschi
le singolare. Si tratta di una lectio facitior che non ha appoggio nelle versioni antiche dal
m om ento che sia la LXX che la Vg m antengono la prima persona singolare.
14 II sostantivo tókalfat indica una procedura giuridica di contestazione. Più in parti
colare, secondo P. Bovati [Ristabilire la giustizia. Procedure, vocabolario, orientamenti
(A nB ib 110), Pontificio istituto biblico, Roma 21997, 35, nota 31] in A b 2,1 significa una
presa di posizione nel dibattito.
15 M.H. Floyd,«Prophecy and W ritingin Habakkuk 2,1-5» in Z A W 105(1993),462-481.
16 II verbo ba'èr ricorre solo tre volte nell’AT: oltre al nostro testo, esso com pare
ancora in D t 1,5 e 27,8. Il suo senso fondam entale, secondo BDB, 91a, ò «make distinct,
plain». In A b 2,2 significa probabilm ente «incidere».
17 II verbo qr3 non significa esattam ente «leggere», ma piuttosto «proclamare». Q u e
sto corrisponde all’uso antico di leggere a bassa voce, di m orm orare, oppure di proclam a
re ad alta voce.
Abacuc, il profeta sentinella 147
come una parola che segnala un pericolo, parola che Ezechiele deve
annunciare prontamente, senza avere riguardi per lo spavento che
egli può eventualmente suscitare, trattandosi di una situazione di
vita o di morte.
L’immagine della sentinella ritorna in maniera più enigmatica in
Is 21. Al v. 6 il profeta annuncia in nome di Dio l’esistenza di questa
figura, senza però menzionare il contenuto del suo messaggio: «Così
mi ha detto il Signore: “Va’, metti una sentinella che annunci quanto
vede”» (Is 21,6). Al v. 8 invece parla la sentinella: «La vedetta ha gri
dato: “Al posto di osservazione, Signore, io sto sempre lungo il gior
no, e nel mio osservatorio sto in piedi, tutte le notti”».
Alla fine ancora una volta viene menzionata la sentinella che
offre un oracolo, il quale però appare piuttosto enigmatico: «Mi gri
dano da Seir: “Sentinella, quanto resta della notte? Sentinella, quan
to resta della notte?”. La sentinella risponde: “Viene il mattino, poi
anche la notte; se volete domandare, domandate, convertitevi, veni
te!”» (Is 21,11-12).
A differenza di quanto diceva Ezechiele, in questo testo la sen
tinella è interpellata da qualcuno che fa domande circa la durata
della notte, che nella Scrittura non indica semplicemente un momen
to della giornata, ma assume generalmente un significato negativo
arrivando a essere un simbolo di morte, di angoscia, di oscurità
anche a livello interiore. Nella sua risposta la sentinella, i cui occhi
sono capaci di scrutare nel buio, intravvede il senso degli eventi
oscuri che la storia prospetta. Tuttavia nemmeno la sentinella è in
grado di fornire una risposta definitiva, per questo invita a continua
re a interrogarsi e a interrogarla circa la durata della notte. La senti
nella non fornisce risposte autonome, ma le attende da Dio.
Si potrebbe dire che il testo di Ab 2,1 sia più vicino a Isaia che
a Ezechiele. Ezechiele è infatti descritto come sentinella per il popo
lo (33,7), m entre Abacuc sta sulle mura per cercare segni della paro
la salvifica di Dio. Si spiega forse in questo senso lo strano cambio di
soggetti nei verbi in Ab 2,1: «Guarderò attentam ente, per vedere che
cosa mi dirà e che cosa potrò rispondere alla mia recriminazione».
Da parte sua il profeta veglia nella notte interrogando il Signo
re e quello che egli dirà costituirà la risposta che Abacuc a sua volta
darà a chi lo interroga e, più in generale, alle persone alle quali egli
Abacuc, il profeta sentinella 149
22 La relazione tra questi due testi è sottolineata, tra gli altri, da J.G. J a n z e n , «H abak-
kuk 2:2-4 in thè Light of Recent Philological Advances», in H T h R 73(1980), 53-78. Cf.
anche G er 30,2.
21 «Mosè scese dal m onte con in m ano le due tavole della testim onianza, tavole scrit
te sui due lati, da una parte e dall'altra. Le tavole erano opera di Dio, la scrittura era scrit
tura di Dio, scolpita sulle tavole» (Es 32,15-16). Cf. anche Es 24,12; 31,18; 34,1.4.28-29.
u Dt 4.13; 5,22; 9.9-11.15.17; 10,1-5.
25 Sulla funzione che svolge il libro all’interno del D euteronom io segnaliamo lo stu
dio di P. R o t a S c a i .a u r in i , «La Scrittura secondo il D euteronom io, ovvero il libro per i
tempi m oderni», in Teologia 2(2001), 155-184.
150 Capitolo 9
A lle parole divine rivelate al m onte Sinai, che indicavano la via della
giustizia e della vita, vengono ora contrapposte poche parole che p a r
lano pure di giustizia e di vita, non collegandole però con la pratica dei
com andam enti, ma con la sofferenza m ortale e la fiducia in Dio.26
di Dio cresceva (A l 12,24). Scritti in onore di Carlo Maria M artini nel suo 70° compleanno,
EDB, Bologna 1998,360-380.
29 N ell’elaborazione di questo paragrafo abbiam o fatto am pio riferim ento a L. M a z -
z i n g h i , «“ Il giusto vivrà m ediante la fede” (A b 2,4)», in PaVi 51(2005)1,45-47.
30 Lo stesso m odo di citare A b 2,4 ricorre in G al 3,11.
Abacuc, il profeta sentinella 153
4. A bacuc n el L ib r o d e i D o d ic i
m a denun cia c o n tro l’Assiria e sem bra che gli ed ito ri del L ib r o d ei
D o d ic i suggeriscano di interpretare Abacuc alla luce d eg li e v e n ti
successivi alla cad u ta di Ninive, la cui fine conferm a le p a r o le di
N a u m . P er co n trasto , Sofonia, che segue im m ediatam ente A b a c u c , è
co lle g a to all’e v e n to traum atico della distruzione di G e ru s a le m m e e
del reg n o del Sud.
L a collocazione di Abacuc, dopo Naum e prim a di S o fo n ia , s e m
b ra rich iam are un tem po particolarm ente difficile della s to r ia di
G iu d a , un te m p o com preso tra il 612 (caduta di N inive) e il 598
(p rim a d e p o rtazio n e a Babilonia). Nel libro di A bacuc è m o lto fo rte
l’an g o scia a cau sa dell’oppressione di un potere s tra n ie ro p e r cui si
c o m p re n d e co m e mai il tema dom inante del p ro feta sia la te o d ic e a .
In m ezzo al cao s del mondo, com ’è possibile dar cred ito a lla s o v ra
n ità di D io n ella storia, specialmente quando il p o p o lo in n o c e n te è
p r e d a di g u erre e devastazioni?
Fin d a ll’inizio A bacuc è dom inato da im m agini di g u e r r a , su lle
q u a li non ci siam o sofferm ati nell’analisi p re c e d e n te m e n te c o n d o t
ta. In A b 1,2-4, ad esempio, il m ondo è descritto com e c o lm o d i v io
le n z a , o p p ressio n e, liti e contese. O ltre a ciò, si dice an ch e c h e il g iu
s to m u o re e c h e D io non interviene a salvarlo. P o n e n d o A b a c u c
d o p o N aum e p rim a di Sofonia gli editori del libro non s o lo d e s c ri
v o n o un p e rio d o nel quale sem bra regnare il caos, m a in v ita n o
a n c h e il le tto re a non disperarsi quando attraversa situ a z io n i a n a lo
g h e , sp ecialm e n te quando la sovranità e la giustizia di D io n o n s o n o
visibili nel m o n d o .
E sistono in o ltre numerosi punti di contatto tra N aum e A b a c u c ,
tra i quali m enzioniam o quanto segue.32 In primo luogo, si p o tr e b b e
d ire che, di fro n te al male, Naum e Abacuc chiedono di a s s u m e re
atteggiam en ti diversi: la denuncia in Naum e la resistenza in A b a c u c .33
34 A d esem pio il diluvio è attribuito alla violenza dell’uom o che ha corrotto la terra:
«Dio disse a Noè: “È venuta per me la fine di ogni uomo, perché la terra, per causa loro,
è piena di violenza”» (G en 6,13).
35 W a t t s , «Psalm ody in Prophecy», 210; D. C h r i s t e n s e n , «The B ook of Nahum: A
H istory of Interpretation», in W a t t s - H o u s e (edd.), Forming Prophetic Literature, 193.
156 Capitolo 9
5. C o n c l u s io n e
36 M. G r i l l i , Quale rapporto tra i due Testamenti? Riflessione critica sui modelli erme
neutici classici concernenti l ’unità delle Scritture, EDB, Bologna 2007.
Capitolo 10
SOFONIA, «YHWH PROTEGGE»
1. I l p r o f e t a e i l s u o l i b r o
4 Sof 1,12 riporta ad esem pio le parole di persone che pensano: «Il Signore non fa né
bene né male». Il profeta non aderisce a questo pensiero dal quale scaturiscono decisioni
inique.
5 E.C.B. M a c L a u r in , «Y H W H .T he Origin of thè Tetragram m aton», in V T 12(1962),
452, traduce: «Sphn is YH», presupponendo l’esistenza di un collegam ento tra Y H W H e il
nom e del dio cananeo sàpón. Cf. anche L . S a b o t t k a , Zephanja: Versuch einer Neuiiberset-
zung m it philologischem Kom m entar (B iO r 25), Biblical Institute Press, Rom e 1972,1-3.
L a proposta di com prendere «Sofonia» in relazione al nom e divino cananeo ci sem bra
improbabile.
6 lC r 6,21; G er 21,1; 29,25.29; 52,24; Zc 6,10.14. In form a leggerm ente diversa il nome
ricorre anche in: G en 46,16; Nm 26,15; G s 13,27; G dc 12,1; ecc.
7 Su tale questione esiste una certa bibliografia alla quale rim andiam o per un even
tuale approfondim ento: J. H e l l e r , «Zephanjaa A hnenreihe (Eine redaktionsgeschichtli-
che B em erkung zu Zeph. 1 1)», in V T 21(1971), 102-104; R.W. A n d e r s o n j r ., «Zephaniah
ben Cushi and Cush of Benjamin: Traces of Cushite Presence in Syria-Palestinc», in S.W.
H o l l o w a y - L.K. H a n d y (edd.), The Pitcher is Broken: M emorial Essays fo r Costa W.
A hlstrom (JSOT.S 190), Sheffield A cadem ic Press, Sheffield 1995,45-70. '
Sofonia, «YHWHprotegge» 159
contrasto con la cronologia posta all’inizio del libro: «Il punto che va
compreso qui è che il tempo di Giosia non è necessariamente quello
in cui il libro è stato scritto, ma quello in cui il libro è collocato».10
La domanda che sorge spontaneam ente è: per quale motivo
l’autore del libro voleva essere compreso sullo sfondo di quel parti
colare periodo storico? Si può suggerire l’idea che l’epoca di Giosia
abbia rappresentato per le generazioni successive una specie di età
dell’oro, cioè un tempo di rinnovamento religioso, di aspirazioni
nazionali, e anche, pensando allo scenario internazionale, un perio
do di grandi cambiamenti (da una parte, in quest’epoca crolla l’im
pero assiro, dall’altra, sorge un nuovo ordine mondiale che, almeno
apparentem ente, offriva pace). Per quanto si sia conclusa dram mati
camente, l’epoca di Giosia può essere ritenuta una felice congiuntu
ra, soprattutto per una comunità, forse esilica o post-esilica, che
nutriva speranze di rinnovamento religioso e politico, e poteva quin
di leggere con simpatia un profeta che parla di questo periodo.
Si tratta di ipotesi, forse plausibili, ma anche confutabili. Quello
che invece traspare con chiarezza dal libro è il fatto che il suo autore
conosceva bene le Scritture precedenti. Sofonia potrebbe essere preso
come esempio per uno studio sul fenomeno dell’intertestualità,11 ed
essa è una componente importante dell’interpretazione del libro.
Molto presenti sono i riferimenti alla prima parte della Genesi,12 al
Deuteronomio,13 alla letteratura profetica,14 alla letteratura sapienzia-
. 10 «The point to be grasped here is that thè time of Josiah is not necessarily thè time
that thè book was w ritten, but it is thè time in which thè book is set» [A. B e r l in , Zephaniah
(A B 25A ), D oubleday, New York 1994, 38, corsivo nel testo]. A nche M.A. S w e e n e y ,
Zephaniah. A Com m entary on thè B ook o f Zephaniah (H erm eneia), Augsburg Fortress,
M inneapolis 2003.
11 Q uesta idea è suggerita da B e r l i n , Zephaniah, 13, e noi riteniam o che sia molto
valida. N elle pp. 13-17 l’autrice com pila un utile elenco di testi biblici correlati a Sofonia.
12 Sof 1,2-3 e G en 2,6; 4,14; 6,1.7;7,4.23; 8,8 (collegam ento tra Sofonia e le storie della
creazione e del diluvio); Sof 2 e G en 10 (la profezia contro le nazioni, elem ento ricorren
te nella letteratura profetica, è strutturata sulla geografia della cosiddetta «tavola dei
popoli»); Sof 3,9-13 contiene un evidente rim ando a G en 11, di cui però rovescia il senso:
in Sof 3 tutti i popoli sono riuniti nell’adorazione del Signore, ecc.
13 Sof 1 è m olto vicino a 2R e 23 e a D t 4,17-19 nel m odo in cui descrive il sincreti
smo; Sof 3,19-20 allude a D t 30,3-4; le punizioni descritte da Sof 1 richiamano le m aledi
zioni di D t 28-29 ecc.
14 II tem a teologico centrale di Sofonia, il «giorno del Signore» (Sof 1,7-13.14-18), è
ripreso da A m 5,18-20; Is 2,12-19; «cercare il Signore» (Sof 2,3) rim anda ad Am 5,4.6; Fin-
So fonia, «YH W H protegge» 161
le, ai Salmi, anche se in questo caso si può parlare più della condivisio
ne di un linguaggio comune che di vere e proprie citazioni dirette ecc.
L’effetto che produce il fenomeno della citazione diretta o del
l’allusione è quello dell’istituzione di uno stretto legame tra questo
oscuro profeta e il resto del canone, e suggerisce anche un approccio
al libro che non si concentri sul suo autore, ma piuttosto sulla Paro
la che esso contiene, tramanda e continuamente attualizza.15
2 . S o f 2 ,1 - 4
18 P er ciò che segue abbiam o fatto riferim ento a D. S c a i o l a , «Una cosa ha detto Dio,
due ne ho udite». Fenomeni di com posizione appaiala nel Salterio Masoretico, U rbaniana
University Press, Città del Vaticano 2002,54-55.
19 Esse si basano su elem enti di contenuto, che spesso p erò coincidono con com po
nenti strutturali o formali.
20 L’esistenza di una divisione del testo biblico in versetti è docum entata da num e
rosi scritti ebraici. U n elenco si trova in S c a i o l a , «Lina cosa ha detto Dio», 5 2 - 5 3 . Cf. anche
n. 10 alle pp. 113-114.
21 Si tratta del codice di A leppo (risale al 925-930 d.C. e, pur essendo in parte incom
pleto, è considerato il miglior m anoscritto della scuola di Ben A sher perché, secondo la
tradizione, la sua masorah sarebbe stata com posta da A ronne ben Mosè ben A sher), del
codice di Leningrado (norm alm ente citato come B19A, risale al 1008-1009 d.C. ed è stato
utilizzato p er il tèsto della Bibbia ebraica del Kittei, 1937, e della Bibbia ebraica Stuttgar-
tensia, 1966-1976), del codice del C airo [risale all’895-896 d.C. ed è stato probabilm ente
trascritto da Mosè ben A sher, padre di A ronne ben Asher. C ontiene i «profeti anteriori»
(Giosuè, Giudici, 1 e 2 Samuele, 1 e 2R e), e i «profeti posteriori» (Isaia, G erem ia, E zechie
le, i Dodici)], del codice dei profeti di San Pietroburgo (risale al 916 ed è conservato in
questa città). Pur non concordando spesso tra loro circa il num ero e la collocazione dei
pisqot, essi sono invece unanimi nell’individuare una divisione dopo Sof 2,4.
Sofonia, « YH W H protegge» 163
22 La particella k i ha molti significati, i più comuni dei quali sono: causale, tem pora
le, ipotetico, enfatico ecc. Cf. J. M u i l e n b u r g , «The Linguistic and Rhetorical Usages of thè
Particle k i in thè Old Testament», in H U C A 32(1961), 135-160; A . S c h o o r s , «The Particle
ki», in O TS 21(1981), 240-276; A . A e j m e l a e u s , «Function and Interpretation of k i in Bibli-
cal Hebrew», in J B L 105(1986), 193-209.
164 Capitolo 10
dal verbo «cercare». Alla fine dei vv. 2 e 3 si ripete il sintagma «gior
no dell’ira del Signore», ma il termine «giorno» compare già all’ini
zio del v. 2 che in qualche modo delinea un’alternativa: l’incontro
con Dio potrà essere caratterizzato dall’esperienza della sua ira
oppure essere un momento positivo. Dipende dalla scelta che faran
no i destinatari dell’oracolo e, per incoraggiare il popolo a decidere
in modo corretto, nel v. 4 viene portato l’esempio delle città filistee
che, a loro volta, introduce una serie di oracoli contro le nazioni i
quali non rivolgono minacce alla Filistea, a Moab, Ammon ecc., ma
costituiscono piuttosto un ammonimento rivolto agli abitanti di
Giuda-Gerusalemme affinché ascoltino l’invito a cercare il Signore.
23 A causa del raddoppiam ento della consonante S, che consente di distinguere que
sta forma da altre simili; senza raddoppiam ento infatti potrem m o leggere un imperativo da
qùS, o da yqs, come suggeriscono alcuni autori che em endano il testo, a nostro avviso, senza
motivo. U na presentazione di queste proposte si trova in S p r e a f ic o , Sofonia, 120-121.
24 A l o n s o S c h O k e l - S i c r e D i a z , I Profeti, V ili.
Sofonia, «YHWHprotegge» 165
3 . C o n c l u s io n e
30 Cf. Gs 13,3.
31 A m 1,7-8; G er 25,20; Zc 9,5-6.
32 Q uesta ipotesi non spiega però la sua assenza in Am 1,7-8, visto che G at viene cita
ta in A m 6,2.
Sofonia, « Y H W H protegge» 169
1. Q u e s t io n i in t r o d u t t iv e
1.1. Il profeta
1.3. Il libro
limitate, sia in generale, sia per quel che riguarda l’im patto che esso ebbe sulla Siria-Pale-
stina. L’AT è una delle fonti principali, m a esse sono com unque piuttosto scarse, soprat
tutto se confrontate con quelle che possediam o dell’im pero assiro-babilonese. L’altra
fonte è costituita dagli autori classici greci, ed è interessante osservare che, m entre l’AT
descrive l’im pero persiano in term ini positivi, arrivando addirittura a considerare Ciro il
M essia (Is 44,28; 45,1), per gli autori greci i persiani incarnano invece la minaccia della
tirannia, una forza aliena, un oppressore che minacciava la civiltà (Erodoto). E sistono
com unque delle eccezioni, tra le quali si può menzionare, ad esempio, Senofonte. Per un
approfondim ento rim andiam o a R.J. C o g g i n s , Haggai-Zechariah-Malachi, Sheffield Aca-
demic Press, Sheffield 1996.
11 Q uesta idea è suggerita da C. S t u h l m u e l l e r , Rebuilding with Hope. A Commenta-
ry on thè B ooks ofH aggai and Zechariah, W.M.B. Eerdm ans Pubi. Co, G rand Rapids-The
Handsel Press LTD., Edinburgh 1988,12.
12 M.H. F l o y d , M inor Prophets. Part 2 (The Forms of thè Old Testament L iterature
X X II), W.B. E erdm ans Publishing Company, G rand Rapids 2000,259.
13 R.L. S m i t h , Micah-Malachi (W BC 32), Word Books, Waco 1984.
14 F l o y d , M inor Prophets, 2 5 7 - 2 5 8 .
15 A g 2,20 recita: «Il ventiquattro del mese questa parola del Signore fu rivolta una
seconda volta ad Aggeo».
Aggeo, il profeta della ricostruzione 175
2. L a t e o l o g i a d i u n ’e p o c a d i c r i s i
24 Senza en trare eccessivamente nel m erito dei complessi problem i cronologici posti
dalle figure di cui ci stiam o occupando, ci lim itiamo a ricordare che Esdra e N eem ia arri
vano a G erusalem m e qualche tem po dopo l’epoca di Zorobabele, atto rn o al 458 a.C.
180 Capitolo 11
3. R i c o s t r u z io n e d e l t e m p io e / o d e l l a c o m u n i t à ?
25 Solo per com pletezza, ma senza approfondire il discorso che ci porterebbe troppo
lontano, ricordiam o che nel medesimo contesto vedono la luce anche i libri di Rut e di
G iona i quali polemizzano in modo neanche tanto velato contro la pretesa di risolvere pro
blemi reali adottando strategie immaginarie, come quella, ad esempio, di ritrovare un’iden
tità basata su un principio etnico che porta il popolo a chiudersi di fronte agli stranieri.
Aggeo, il profeta della ricostruzione 181
4. U n p r o f e t a d i s u c c e s s o e u n a p r o f e z ia s b a g l ia t a ?
1. I n t r o d u z i o n e
5 Circa l’erm eneutica di questa parte, inoltre, esistono due fondam entali linee inter
pretative: a) alcuni autori vedono in questi capitoli la speranza di una restaurazione della
casa di Davide, dopo una sua necessaria purificazione; b) altri invece non individuano in
questi capitoli particolari attese messianiche collegate a un eventuale ristabilimento della
monarchia. Segnaliamo la questione senza affrontarla, perché non riguarda direttam ente il
presente contributo. Rimandiamo ai com m entari per un approfondim ento specifico.
6 E sistono naturalm ente anche studi che si occupano dell’unità costituita da Zc 9-14,
il più famoso dei quali è probabilm ente quello di P. L a m a r c h e (Zacharie IX-X IV: Structu-
re littéraire et Messianisme, G abalda, Paris 1961) il quale studiò Zc 9-14 dal punto di vista
letterario e individuò al suo interno quattro temi organizzati in form a chiastica. Aggiun
giamo che J. B a l d w in [Haggai, Zechariah, Malachi (Tyndale O ld Testament Com m enta-
ries), Inter-Varsity, D ow ners G rove 1972, 80-81], ispirandosi al lavoro di Lamarche, ha
individuato una struttura chiastica anche all’interno di Zc 1-8.
7 Rim andiam o a quanto detto nel capitolo precedente e alla bibliografia ivi riportata.
8 E sistono anche degli studi dedicati a questi tre scritti che concludono il Libro dei
Dodici: T. C h a r y , Aggéè-Zacharie, Malachie (Sources Bibliques), G abalda, Paris 1 9 6 9 .
9 Lo stesso term ine che com pare in Zc 9,1 e 12,1 ritorna anche all’inizio del libro di
Malachia (1,1). Cf. P .A . V e r h o e f , The B ooks o f Haggai and Malachi, W.B. E erd m an ’s
Publishing Company, G rand Rapids-Cam bridge 1987; D.L. P e t e r s e n , Zechariah 9-14 &
Malachi. A Com m entary (OTL), SCM, London 1995.
10 Ad esem pio R. M a s o n , la cui lesi di dottorato (non pubblicata) porta il titolo The
Use o f Earlier Bihlical Material in Zech 9-14: A Study in lnner Biblical Exegesis (1973), ha
pubblicato un com m ento - The B ooks o f Haggai, Zechariah and M alachi (The Cam brid
ge Bible Com mentary. New English Bible), Cambridge University Press, C ambridge 1977
- e un articolo - «The R elation of Z echariah 9-14 to Proto-Zechariah», in Z A W 88(1976),
227-239 - in cui studia le somiglianze tra le due parti del libro che, a suo giudizio, ruotano
attorno a cinque temi: a) la prem inenza della tradizione di Sion; b) la purificazione della
com unità da parte del Signore; c) l’universalismo; d) l’appello ai profeti precedenti; c) la
nuova era. A nche B.S. C h il d s (Introduction to thè Old Testament as Scripture, Fortress
Press, Philadelphia 1979, 482-483) ha rilevato punti di contatto all’interno di Zaccaria,
facendo riferim ento a una serie di temi, tra i quali, ad esempio, si possono menzionare: a)
una nuova G erusalem m e senza m ura (Zc 2,5; 9,8; 14,11); b) il ritorno della fertilità p ara
disiaca (8,12; 14,6.8); c) l’antica alleanza (8,8; 13,9); d) il giudizio divino contro le nazioni
Zaccaria, la visione della fine 187
2. I l p r o f e t a
(1,18-21; 14,12) c la conversione delle nazioni al Signore (2,11; 8,20.22; 14,16); e) il dono
dello Spirito che purifica (4,6; 12,10) e trasform a (5,4; 13,3); f) un’umile figura messianica
(3,8; 4.6; 9,9-19); ecc.
11 Così fanno anche alcuni com m entatori, ad esem pio E.W. C o n r a d , Zechariah (Rca-
dings: A New Biblical C om m entary 37), Sheffield Academic Press, Sheffield 1999.
12 Di fatto, la ricerca relativa all’unità del libro di Zaccaria presenta molti punti in
com une con quella del più famoso Isaia, com e praticam ente ogni com m entario fa notare
e docum enta am piam ente.
13 Ricordiam o alcuni autori, che in parte abbiam o già citato nel precedente capitolo
dedicato ad Aggeo: C.L. M e y e r s - E.M. M e y e r s , Haggai, Zechariah 1-8 (AB 25B), Dou-
bleday, G arden City (NY ) 1987; J.E .T o llin g to n , Tradition and Innovation in Haggai and
Zechariah 1-8 (JSOT.S 150), JSO T Press, Sheffield 1993. Sem pre C.L. M e y f . r s - E.M.
M e y e r s dedicano un altro volume alla seconda parte di Zaccaria: Zechariah 9-14. A New
Translation with Introduction and Com m entary (AB 25C), Doubleday, New York 1993. Cf.
anche H.F.T.Tai, Prophetie as Schriftauslegung in Sacharja 9-14: Traditions- und kom posi-
tionsgeschichtliche Studien (Calw erTheologische M onographien 17), Calwer Verlag, Stutt
gart 1996; M. B o d a - M. F i .o y d (edd.), Bringing out thè Treasure. Inner Biblical Allusion in
Zechariah 9-14 (JSOT.S 370), Sheffield A cadem ic Press. London 2003.
14 Si potrebbe anche aggiungere che il libro di Zaccaria è molto citato nel Nuovo
Testamento, ma ci limitiamo a segnalare il fatto senza approfondire il fenomeno.
15 U na formula analoga si ripete ancora due volte: «Il ventiquattro dell’undicesimo
mese, cioè il mese di Sebat, l'anno secondo di D ario, questa parola del Signore fu rivolta
188 Capitolo 12
al profeta Zaccaria, figlio di Berechia, figlio di Iddo» (Zc 1,7) e «L’anno quarto del re
Dario, il quarto giorno del nono mese, la parola del Signore fu rivolta a Zaccaria» (7,1).
16 Nel libro di N eem ia infatti si legge: «Q uesti sono i sacerdoti e i leviti che tornaro
no con Z orobabele, figlio di Sealtièl, e con Giosuè: Seraià, G erem ia, Esdra [...], Iddo,
G hinnetòn, A bia» (12,1.4).
17 A questo personaggio sem bra riferirsi G esù nel Vangelo (M t 23,35; Le 11,51).
18 Cf. 2R e 14,29; 15,8.11.
Zaccaria, la visione della fine 189
3 . L ’e p o c a in c u i il l ib r o v id e l a l u c e
1,1 C ontinuiam o a chiam arlo in questo m odo, anche se sarebbe probabilm ente più
corretto distinguere tra Zaccaria e uno o più discepoli che, ispirandosi al loro maestro,
avrebbero com posto la seconda parte del libro.
211 «Poi alzai gli occhi e vidi un rotolo che volava. L’angelo mi dom andò: “Che cosa
vedi?”. E io: “Vedo un rotolo clic vola: è lungo venti cubiti e largo dieci”. Egli soggiunse:
"Q uesta ò la m aledizione che si diffonde su tu tta la terra: ogni ladro sarà scacciato via di
qui come quel rotolo» (Zc 5,1-3).
190 Capitolo 12
M osè diede [ai sacerdoti figli di Levi] quest’ordine: «Alla fine di ogni
sette anni, al tem po dell’anno della remissione, alla festa delle C apan
ne, quando tutto Israele verrà a presentarsi davanti al Signore, tuo Dio,
nel luogo che avrà scelto, leggerai questa legge davanti a tutto Israele,
agli orecchi di tutti» [Dt 31,10-11].
4. R e, M e s s ia e g e s t io n e d e l p o t e r e
Si ricordi poi che la pace era una componente essenziale del re davi
dico, al quale Isaia aveva attribuito il titolo di «principe della pace»
(Is 9,5-6) e il cui dominio si estendeva fino ai confini della terra.29
Viene in tal modo descritta un’utopia, quella di un potere eser
citato senza praticare violenza, basato sull’umiltà e sulla promozio
ne della vita, che costituisce anche una critica nei confronti di tutti
coloro che, sia all’interno che all’esterno del popolo, hanno gestito il
potere in modo diverso, ammantandosi di ideologie che li presenta
vano come benefattori e salvatori, mentre in realtà erano dominato
ri violenti.30 Zaccaria reagisce inoltre contro le ostentazioni dei re
pre-esilici già condannati dai profeti.31
6In quel giorno non vi sarà né luce né freddo né gelo; 7sarà un unico
giorno, il Signore lo conosce; non ci sarà né giorno né notte, e verso
sera risplenderà la luce. 8In quel giorno acque vive sgorgheranno da
G erusalem m e e scenderanno parte verso il m are orientale, parte verso
il m are occidentale: ve ne saranno sempre, estate e inverno. 9I1 Signore
sarà re di tutta la terra. In quel giorno il Signore sarà unico e unico il
suo nom e.
5. C o n c l u s io n e
1. I n t r o d u z i o n e
2. I l l ib r o e l a s u a s t r u t t u r a
5 Nel libro (1,8) com pare il term ine pehàh, «governatore», conferito a un dignitario
che rappresenta un governo straniero, lo stesso titolo che Aggeo attribuisce a Z oro b ab e
le. Cf. anche Ne 5,14; 12,26.
‘ MI 1,10; 3,1.8.
7 G er 2,23-25.29-32;28,1-11;29,24-32; Mi 2,6-11; Ag i,4ss;2,3ss.
s A lcuni autori individuano invece sette unità distinguendo 1,6-14 da 2,1-9, ma, dal
nostro punto di vista, la questione è irrilevante.
Malachia, angelo o messaggero? 201
3. «È in u t il e s e r v ir e D io » ( M l 3,13-21)
1511 verbo hz.q è uno stativo che significa «essere forte». Forse M alachia lo usa in
senso ironico perche nella letteratura post-esilica l’im perativo di questo verbo compare
spesso in contesti esortativi nei quali il popolo è invitato a perseverare nella fede. Il pro
feta afferm a qui invece che l’unico modo in cui il popolo ò stato forte è consistito nel
lamentarsi di YHW H.
14 A ltri term ini caratteristici di questo cam po sem antico sono: lùn, «m ormorare» (Es
16,7; Nm 16,11; ecc.); qhl, «convocare», «radunare» (Es 32,1; Nm 16,3.19; ecc.); dbr b'\
«parlare contro» (Nm 21,5.7; Sai 78,J 9; ecc).
204 Capitolo 13
Forse che G iobbe tem e D io per nulla? Non sei forse tu che hai messo
una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quello che è suo? Tu hai
benedetto il lavoro delle sue m ani e i suoi possedim enti si espandono
sulla terra. Ma stendi un poco la m ano e tocca quanto ha, e vedrai com e
ti m aledirà apertam ente! [Gb 1,9-11].
15 II term ine m ism eret si riferisce di solito al servizio sacerdotale nel tem pio (cf. Lv
8,35; Nm 1,53; 3,38; Ez 40,45; 44,15; ecc.).
16 G b 1,20-22; 2,10.
Malachia, angelo o messaggero? 205
'''A llora parlarono tra loro i tim orati di Dio. Il Signore porse l’orecchio
e li ascoltò: un libro di m em orie fu scritto davanti a lui per coloro che
10 tem ono e che onorano il suo nome. l7Essi diverranno - dice il Signo
re degli eserciti - la mia proprietà particolare nel giorno che io prepa
ro. Avrò cura di loro come il padre ha cura del figlio che lo serve. lxVoi
allora di nuovo vedrete la differenza fra il giusto e il malvagio, fra chi
serve Dio e chi non lo serve.
21 Cf. Es 19,5; D t 7,6; 14,2; 26,18; lC r 29,3; Sai 135,4; Qo 2,8; MI 3,17.
22 Tre delle otto occorrenze com paiono infatti nel libro del D euteronom io e anche
Es 19,5 sarebbe vicino alla medesima teologia.
23 H. W i l d b e r g e r , «seguila proprietà», in D T A T II, 130-132.
24 II forno, la paglia, il sole, i vitelli saltellanti ecc.
Malachia, angelo o messaggero? 207
25 B. J a n o w s k i , Rettu ngsge w issh eil und Epiphanie des Heils. Das M otiv der Ililfe G ot
tes «am Morgen» im Alteri Orient und im A lten Testament, I. Alten Oriente (W M A N T 59),
N eukirchener Verlag, Neukirchen-Vluyn 1989.
2<’Tra i numerosi esempi che possono essere fatti, ci limitiamo a m enzionare il Sai 19,
anche perché esiste molta bibliografia su questo soggetto: C. D o iim e n , «Ps 19 und sein alto-
rientalischer H intergrund», in Bib. 64(1983), 501-517; N.M. S a r n a , «Psalm X IX and thè
N ear Eastern Sun-G od Literature», in I d ., Studies in biblical lnterpretation, The Jewish
Publication Society, Philadelphia 2000,365-375; M. O e m in g , «Auf d er Suche nach Verbin-
dungslinien. Psalm 19 als G anzheit betrachtet»,in I d ., Verstehen und Gluuben. Exegetische
Bausteine zu einer Theologie des Alten Testaments (BBB 142), Philo, Berlin-W ien 2003,
231-242.
27 Cf. Sai 17,8; 36,8; 57,2; 63,8; 91,4; anche D t 32,11.
208 Capitolo 13
4. L a f in e d e l l a c o l l e z io n e ( M l 3,22-24)
Non è più sorto in Israele un profeta come M osè, che il Signore cono
sceva faccia a faccia, per tutti i segni e i prodigi che il Signore lo aveva
m andato a com piere nella terra d ’Egitto, contro il faraone, contro i suoi
ministri e contro tutta la sua terra, e per la m ano potente e il terrore
grande con cui M osè aveva operato davanti agli occhi di tutto Israele.
J.-L. S k a . «Il canone ebraico e il canone cristiano dell’Antico Testam ento», in lo.,
Il libro sigillato e il libro aperto, EDB, Bologna 2005,103-106.
42 Si noti che MI 3,22 si ril'à a Dt 34,5 dove M osè viene chiam ato allo stesso modo.
212 Capitolo 13
5. O s s e r v a z io n i c o n c l u s iv e
4-' E. Z e n g e r (ed.), Introduzione all’A ntico Testamento, Queriniana, Brescia 2005,31 -32.
44 L. M a z z i n g h i , «Mosè, Elia e la conclusione degli scritti dei profeti (MI 3,22-24)»,
in PaVi 54(2009)6,42-47.
45 Su questo punto tornerem o nella terza parte del volume dedicata alla teologia del
Libro dei Dodici.
T erza Parte
TEOLOGIA
Capitolo 14
IL LIBRO DEI DODICI
1. I n t r o d u z i o n e
2. U na r il e t t u r a d e l l a s t o r ia
1 Esistono tentativi in questo senso, che abbiam o presentato nella prima parte del
lavoro. Ne richiam iam o brevem ente due, diversi per l'im postazione adottata, ma che par
tono dal m edesim o presupposto, quello dell’esistenza di un messaggio unificato all’inler-
no dei Dodici. PR. H o u s e [The Unity o f thè Twelve (BiSe 27), A lm ond Press, Sheffield
1990] applica un m etodo narrativo al libro, analizzando genere, stru ttu ra, intreccio e per
sonaggi dei Dodici. Descrive l’intreccio com e peccato (O sea-M ichea), punizione (Naum-
Sofonia) e salvezza (Aggeo-M alachia). L’ipotesi appare interessante, anche se i risultati
sono in parte problem atici sia per la genericità delle tem atiche individuate, sia per la dub
bia pertinenza del m etodo narrativo applicato ai testi profetici. D iverso è invece l’approc
cio di J.D. N o g a l s k i [Redactional Processes in thè B ook o fth e Twelve (BZAW 218), W. De
G ruyter, Berlin-New York 1993], che analizza in m odo accurato gli elem enti grammatica-
li e redazionali che uniscono i singoli scritti, senza imporre al testo categorie che gli sono
estranee. R im andiam o alia prima parte di questo volume per un approfondim ento di que
sto punto che qui intendevam o solo brevem ente richiamare alla mente.
2 A . S preafico ad esem pio, in un re c e n te c o n trib u to sul tem a, scrive: «N on è p en sa
bile di riuscire a e la b o ra re u n a riflessione teo lo g ica u n itaria d av an ti al te sto di d odici p ro
feti, che co m u n q u e so n o l’esp ressio n e di p e rio d i storici diversi e p erciò di div erse p ro sp e t
tive» [A. S p re a fic o , «D odici p ro feti» , in R . P e n n a - G. P e re g o - G. R a v a s i (ed d .), Temi teo
logici della Bibbia , San P aolo, C inisello B alsam o 2010,367]. Egli in d iv id u a nel g e n e re let
te ra rio d e ll’an to lo g ia un possibile c riterio u n ifican te gli scritti dei D o d ici, se g u en d o l’ip o
tesi di M. B eck, « D as D o d e k a p ro p h e to n als A n th o lo g ie» . in Z A W 118(2006), 558-581.
Il Libro dei Dodici 217
3 . I l « g io r n o del S ig n o r e »
4. I l p r o b l e m a d e l l a v io l e n z a
esem pio pone il problem a della lettura «cristiana» dell’Antico Testam ento e suggerisce la
necessità di ripensare il rapporto tra A ntico e Nuovo Testamento.
21 Si pensi ad esem pio a M t 23 che contiene una serie di invettive contro scribi e fari
sei ipocriti, oppure a certe pagine dell’A pocalisse (11,18; 18; 19,2).
22 Rim andiam o ai num erosi studi che M. G irard ha dedicato all’argom ento nei quali
ha m ostrato che il fondam ento della violenza sta nel desiderio mimetico, cioè nel fatto che
ognuno desidera quello che desidera l’altro: «Il soggetto desidera l’oggetto perché il riva
le stesso lo desidera» (M. G i r a r d , La violenza e il sacro, Adelphi, M ilano 1 9 8 0 , 4 2 6 ) . Ciò
scatena la rivalità e una tensione minacciosa generalizzata che rischiano di provocare il
caos nella società. Prim a che la violenza scardini l’ordine sociale viene attivato il mecca
nism o/rito del capro espiatorio in base al quale si sacrifica qualcuno, generalm ente un
«diverso», e tutti sono soddisfatti dall’attribuzione della colpa a uno solo che di volta in
volta svolge la funzione dell’«untore» di turno.
Il Libro dei Dodici 225
altri in cambio di un’azione subita come torto, viene spesso usato per
rendere la radice ebraica nqm, che invece fa riferimento a un inter
vento pubblico di un’autorità legittima, che prende le sue decisioni
secondo i princìpi del diritto e che difende e promuove il bene comu
ne attraverso la legittima azione punitiva.23 Trattandosi di un termi
ne che appartiene all’ambito della giustizia, non sorprende che si usi
spesso in relazione alla legge del taglione, come abbiamo visto ad
esempio nel libro del profeta Naum, ma analoghe considerazioni
valgono anche per Amos.
Tra i concetti problematici spesso utilizzati dai testi biblici, com
presi quelli profetici, c’è ad esempio quello dell’ira di Dio che, con
trariam ente a quello che noi immaginiamo, esprime la giusta reazio
ne di Dio nei confronti del male. Attraverso questa metafora il testo
biblico dichiara che Dio non è indifferente al male che gli uomini
commettono, tan t’è vero che egli reagisce. In tal modo viene anche
comunicata l’idea che Dio non è connivente col male né tanto meno
ne è la causa.24
Infine almeno un cenno merita la questione dei nemici, di cui
parlano con insistenza i testi che abbiamo letto (Edom, l’Assiria,
Ninive ecc.). In una prospettiva cristiana pare imbarazzante parlare
di nemici, ma bisogna ricordare che nell’Antico Testamento il male
non è mai presentato come un fatto ontologico o metafisico. Al con
trario, il male è realizzato da uomini e da istituzioni concrete. Nel
l’Antico Testamento, inoltre, non ci si limita a deplorare le varie
forme di violenza, ma le si stigmatizza anche come una stortura,
denunciandole per quello che sono, una contraddizione della vita
che Dio vuole. Così facendo, l’Antico Testamento demitizza tutte le
ideologie, mostrandone i limiti, anche se esse si ammantano di pro
gresso e pretendono di offrire liberazione e salvezza.
Infine occorre tenere presente un principio metodologico di
fondamentale importanza secondo il quale i singoli testi non vanno
mai assolutizzati, bensì posti in dialogo con gli altri che sviluppano lo
stesso tema. Dal punto di vista del metodo, ciò significa che i testi
biblici vanno recepiti canonicamente (Giona e Naum) ed è quello
che abbiamo cercato di fare nelle pagine precedenti.
5. I l f e n o m e n o d e l l ’i n t e r t e s t u a l i t à
6 . L ’e l e z i o n e di Isra ele e l e n a z io n i
già biblica della missione nell’A ntico Testamento, U rbaniana University Press, Città del
Vaticano 2008,212-225; D. S c a i o l a , «Israele e le nazioni: un tem a ancora attuale?», in PaVi
54(2009)4,43-47.
29 R. V i g n o l o , «D om anda antropologica e modello regale. Fortune alterne di una
cifra universale dell’elezione», in C. T e r m i n i (ed.), L'elezione di Israele: origini bibliche,
fu n zio n e e ambiguità di una categoria teologica, A tti del XI I I Convegno di Studi Veterote
stamentari, Foligno, 8-10 Settembre 2003 (Ricerche Storico Bibliche 17/1 2005), EDB,
Bologna 2005,240.
Il Libro dei Dodici 229
30 A ggeo non sem bra porsi il problem a del rapporto tra Israele e le nazioni perche il
suo tem a dom inante, anzi unico, è quello della ricostruzione del tem pio intesa com e via di
rinnovam ento della com unità.
Il Libro dei Dodici 231
7. I l ru o lo d el profeta
" «The m ovem ent of thè TWelvc is from a form er tim e of prophets, when there was
an ahsence of messongers, to a Persian period w here messengors again appear, and thè
232 Capitolo 14
first of these is H aggai [...] [who] represents a transition point in thè literaturc belween
thè end of thè Lord speaking with his people by means of his prophets [...] to a period of
tim e when there will be messengers present in thè rebuild tempie, a lim e when prophecy
will come to an end and when prophetic w ords are encountered only as written words
from thè past» [E.W. C o n r a d , Zechariah (Readings: A New Biblical Com m entary 37),
Sheffield A cadem ic Press, Sheffield 1999,38],
32 Esistono antecedenti di questo fenom eno anche all’interno dei profeti maggiori,
ad esem pio G er 36 ed Ez 2,8-3,4.
Il Libro dei Dodici 233
411Ad esempio, quando si legge la pericope della torre di Babele (G en 11,1-9) viene
proposto come haftarah il brano di Sof 3,9ss, m ettendo in tal modo in evidenza le relazio
ni verbali e sem antiche che intercorrono fra i testi.
41 Fishbane fa notare che nel ciclo annuale quattordici brani sono tratti da Isaia, otto
da G erem ia, sei da Ezechiele e nove dal Libro dei Dodici.
42 Ad esem pio, quando si legge G en 25,19-28,9 (la storia della nascita di G iacob
be ed E saù e della relativa ostilità che caratterizza il loro rap p o rto ), viene proposta
com e haftarah MI 1,1-2,7, una pericope che evoca la rivalità tra G iacobbe ed E saù, con
centrandosi tuttavia sulla lite tra i loro rispettivi discendenti, Israele ed Edom . O ppure
G en 28,10-32,3, che parla, tra l’altro, della fuga di G iacobbe da Labano, prevede come
testo profetico Os 12,13-14,10 che si apre con un riferim ento a tale fuga (O s 12,13), sta
bilendo dunque una continuità tra il testo profetico e la Tòràh. L’intento però del brano
profetico è fondam entalm ente quello di invitare al pentim ento, sensibilizzando gli
ascoltatori a m aturare una nuova consapevolezza religiosa, confessando i loro peccati e
to rn an d o a Dio.
4-’ I u s t i n u s , Apologia 1,66, in L. P a d t i g n y (ed.), Iustinus. Apotogies (Texte et docu-
m ents pour l’étude historique du christianisme), Picard, Paris 1904.
236 Capitolo 14
'l(' Di Osea vengono utilizzali i seguenti brani: 2,16-17.21-22; 2,16.18.21-22; 6,1-6; 6,3-
6; 8,4-7.11-13; 10,1-3.7-8.12; 11,1.3-4.8 9; 14,2-10.
47 Del profeta Am os sono invece utilizzati questi testi: 2,6-10.13-16; 3,1-8; 4,11-12;
5 ,14-15.21 -24; 6,1.4-7; 7,10-17; 7,12-15; 8,4-6.9-12; 8,4-7; 9 ,11- 15.
4!l Epistola X X ad Marcellinum 14,25: PI. 16,1040.1044.
238 Capitolo 14
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torica
INDICE DELLE CITAZIONI
BIBLICHE ED EXTRABIBLICHE
(SELETTIVO)
1. F onti bibliche
Genesi 18,22-33 66
1 96 19,21.25.29 45 104
1,2 104 25,19-28,9 235
1,6-8 73 25,19-28 81
2,6 160 25,21-28 81
3,13 87 25,23 66
4,10 135 27,15-29 66
4,14 160 28,10-32,3 235
4,23-24 86 32,4 81
5,21-24 125 33,14 39
6,1.7 160 33,18 182
6,3 58 36,1.8-9.19 81
6,6-7 106 36,31-39 81
6,9 125 37,22 57
6,13 39 46,16 158 171
7,4.12.17 104 49,11 193
7,4.23 160
7,16 58 Esodo
8,8 160 1,13-14 118
9,6 57 2,11 118
10 160 4,22-23 41
10,19 45 5,4-6 118
11 160 5,7.12 164
11,1-11 235 5,22-23 66
14,2.8 45 6,6-7 118
14,6 81 7,14-25 60
14,20 44 10,21-23 60
15,1 157 10,21 60
17,1 125 12 119
18,17-33 95 12,14 58
270 Indice delle citazioni
Ezechiele D aniele
2,1-3,11 190 8,18 97
2,8-3,4 232 9,16 121
3 129 10,9 97
3,16-17 147
3,17 157 O sea
6,1 157 1-3 29 37 228 232
7,8 57 1,1 31 35 231
8,10 137 1,2 29
10,1-22 181 1,3 35
12,6-11 59 1,4-9 35
12,24 204 1,9 26
22,2 134 2 116
24,6.9 134 2,4 36
24,2 157 2,16-17.21-22 237
24,24.27 59 2,16.18.21-22 237
25,12-14 78 80 2,19 125
25,12 82 4,1 36
26,1 157 4,4 115
28 138 4,13-14 137
28,1-10.11-19 87 5,13 43
Indice delle citazioni 277
5,14 46 2,12-17 55
6,1-6 237 2,13 26 107 226
6,1 43 2,14 51 55
6,3-6 237 2,18-29 217
6,4.6 125 2,19-27 55
6,6 124 2,20 15
7,1 43 2,23 57
7,3-7 35 2,24 61
7,11 46 94 2,27 61
8,4-7.11-13 237 3,1-5 54-61
8,4 35 3,3 51
8,13 43 124 3,4 53 219
9,3 43 3,5 51 80 222
10,1-3.7-8.12 235 3,19 80
10,14 139 4 222
11 35 36-46 116 4,1 61
11,1-3 36 4,1-16 55
11,1.3-4.8-9 237 4,1-8 86
11,4-14 36 4,3 80
11,4-11 36 4,4-8 86
11,7 40 4,4.14 51
11,10-11 95 4,14 53 219
11,12-14 36 4,15 60
12,3 36 4,16 28 51
12,13-14,10 235 4,18 51
12,13 235 4,19 51 80 229
13,7-8 46 4,21 55
14,1 139
14,2-10 237 Am os
14,5 43 1,1 130 231
14,10 26 209 1,2 28 46 51 72
1,7-8 168
G ioele 1,11-12 80 82
1-2 49 1,11 229
1,1 231 2,6-10.13-16 237
1,2-5.15 222 3,1-8 237
1,13-20 55 4,4-5 124
1,15 53 80 219 4,11-12 237
1,20 55 5,4.6 160
2 141 5,14-15.21-24 237
2,1 218 5,18-20 52 160 219 221
2,1.11 53 219 5,21-27 124
2,2-3.10 60 6,1.4-7 237
2,5 80 6,2 168
2,10 60 7-9 63-75
278 Indice delle citazioni
7,1-6 95 6,16 40
7,1 55 7,11-13 217
7,3.6 106 7,18 26 109 226
7,10-17 120 237
7,12-15 237 N aum
8,4-7 237 1,1 231
8,4-6.9-12 237 1,2-14 217
8,9 60 1,2-8 155
9,11-15 237 1,2-3 26 226
9,11-12 80 217 1,2.6 155
9,12 28 80 1,3 131
9,13 51 l,3b 155
l,3b-4 131
A bdia 1,4 155
1-21 77-87 219 1,5-8 73
1 28 1,5 131 155
1-3 229 1,6 141
10 51 130 1,7 155
11 51 1,13 131
15-16 222 2 133
15 51 2,4-5 131
17 51 222 2,12-13 141
2,14 136
G iona 3 132-142
1-4 89-110 3,1 131
1,1 231 3,1.7.9 95
3,1 231 3,8 155
3,9 51 3,15-16 55
4,2 26 131 226 3,19 229
M ichea A bacuc
1,1 231 1,1 130 143 144
1,2-7 217 1,2-4 26 154
1,14 111 1,2 155
2,1-2.8-9 125 1,5-11 220
2,4 45 1,8-9 131
2,6-11 200 l,12b 217
3,1-3.9-10 125 1,13 26
3,9-12 134 2,1-4 26 144 145-153
3,10 125 2,2 129144 231
3,11 125 2,12 131
4,1-5 80 3 155
5,4 194 3,1-15 217
6,1-8 112-126 3,1 143 144
6,8 229 3,3-15 155
Indice delle citazioni 279
M alachia Luca
1,1-27 235 4,2 104
1,1 130 199 201 11,51 188
1,2-5 80 200
1,2-3 66 G iovanni
1,2 200 12,14-15 193
1,5 217
1,6-2,9 200 A tti
1,8 200 1,20 223
1,8.13-14 202 2,16-21 61
1,10 200 7,42 17
2,10-16 200 22,1-21 70
2,10 200 26,2-18 70
Indice delle citazioni 281
2. F onti extrabibliche
4Esdra A m brogio
1,39-40 17 19 Epistula X X ad Marcellinum 237
14,44-45 17 I sei giorni della creazione
V ,V ili,92 238
Martirio e ascensione di Isaia
4,22 17 19 20 Codice di H am m urabi 135
Eusebio
L etteratura rabbinica Historia ecclesiastica
IV,26,14 19
Baba Bathra VI,25,1-2 19
13b 16
14b 16 G iustino
Apologia 1,66 235
m .Sanhedrin 11,5 103
Tertulliano
t.Sanhedrin 39b 78 De praescriptione haereticorum
36 236
M idrash G iona 98 102-105
Trattati di E saraddon 136 139
Pirqe di R abbi Eliezer 102
Z o h ar 91 102
INDICE DEI NOMI E DEGLI AUTORI
DykJ.W . 37 Gezabele 78
G hinnetòn 188
Eidevall G. 46 G iacobbe 16 17 64 66 72 75 81 84 87
Elia 89 104 107 109 202 208-212 232 182 232 235
Eliseo 69 89 G iobbe 19 204
E m erton J.A. 128 G ioele 17-20 24 25 30 31 49-55 58-
Enoc 125 60 66 79 80 86 113 157 208 217
E phros A .Z . 90 218 221 222 226 228 231
Epstein I. 16 78 G iona 9 15 17-20 22 24-26 29-31 51
E rodoto 104 174 52 63 79 89-109 120 130-132 142
Esaù 66 81 84 87 228 235 180 226 227 229-231 237
Esdra 17 19 173 179188 199 G ionata 97
E ster 19 Giosia, re 123 157 159 160 190 220
Eszenyei-Széles M. 144 Giosuè 173 176 179 182 186 188 212
Etan 18 Giovanni Crisostom o, santo 199
Eusebio dei C esarea 19 G irard M. 224
Evans C.A. 10 Girolam o, santo 77 78 128 132 185
Evans C.S. 31 199
Everson A.J. 154 G iuda 223
Ewald H. 22 G iuseppe il G iusto 18
Ezechia, re 31 111 112 123 157 G iuseppe Flavio 18
Ezechiele 58 66 71 89 129 147 148 G iustino m artire, santo 235
162 181 217 235 G odolia 157
G oldm an S. 90
Fabris R. 151 G om er 35
Feuillet A. 92 G ood E.M. 91
Fishbane M. 234 235 Grilli M. 156 233
Floyd M.H. 146 174 187
Follis E.R. 92 Haak R.D. 144
Fox N.S. 140 Hagstrom D.G. 113
Frank H.T. 91 Haller E. 92
Freedm an D.N. 36 37 43 H alpern B. 91 94
Friedm an R.E. 94 H am m urabi, re 86 135
Fullcr R. 15 20 Handy L.K. 158
F u rstA . 108 H anhart R. 112
Healy M. 31
G ad 172 Heller J. 158
Gam belli G. 194 195 Hill A.E. 209
G arrett D.A. 36 Hillers D.H. 113
G erem ia 18 58 66 68 70 71 74 80 89 Hitzig F. 92
95 105 107 120 129 137 143 159 H olbert J.C. 91
162 182 188 189 217 235 Holloway S.W. 158
G eroboam o II, re 35 65 67 69 94 95 House P.R. 10 15 23 25 26 28 127
188 196 144 155 177 216
G erslenberger E. 133 H ubbard D.A. 36
286 Indice dei nomi
P r im a P a r t e
IL Q U A D RO D ELLA RICERCA
Capitolo 1.
IN TR O D U ZIO N E AL LIBRO DEI DO D ICI .................... » 15
1 .1 dati della tradizione............................................................... » 15
1.1. Pratica scribale................................................................... » 15
1.2. Riferimenti biblici ed extrabiblici.................................. » 16
1.3. Liste antiche ..................................................................... » 18
1.4. C onclusione....................................................................... » 19
2. Le risposte ................................................................................ » 20
2.1. La formazione del libro (approccio redazionale) ..... » 20
2.2. Il libro nella sua forma attuale
(approccio sincronico) ..................................................... » 24
2.3. C onclusione....................................................................... » 26
3. Gli apporti della ricerca ......................................................... » 27
292 Indice
Seconda Parte
SAGGI DI ESEGESI
Capitolo 2.
OSEA, «DIO HA PRESTATO SOCCORSO» .................... p. 35
1. In trod u zio n e.............................................................................. » 35
2. Os 11 nel contesto del libro ................................................... » 36
3. Struttura del testo ................................................................... » 37
4. Traduzione e an alisi................................................................. » 38
4.1. La prima parte (11,1-7) ................................................... » 38
4.2. La seconda parte (11,8-11) ............................................. » 44
5. Conclusione .............................................................................. » 47
Capitolo 3.
G IO E L E 3, LA PROM ESSA D ELLO SPIRITO ................ » 49
1. Introd u zio n e.............................................................................. » 49
2. Gioele nel Libro dei D o d ic i................................................... » 50
3. Gl 3,1-5 nel contesto del libro ............................................... » 54
4. Gl 3,1-5: traduzione e struttura ............................................. » 56
5. Osservazioni di carattere esegetico ...................................... » 57
5.1. La prima parte (1 -2 )......................................................... » 57
5.2. La seconda parte (3 -4 )..................................................... » 59
5.3. La terza parte (5) ............................................................. » 60
6. Conclusione .............................................................................. » 61
Capitolo 4.
AMOS 7-9, LA VISIONE PRO FETICA .............................. » 63
1. Introd u zio n e.............................................................................. » 63
2. La struttura della p a r te ........................................................... » 64
3. Interpretazione ........................................................................ » 65
3.1. Le prime due visioni (7,1-6) ........................................... » 65
3.2. Le altre due visioni (7,7-9; 8,1-3) .................................. » 67
3.3. La vocazione del profeta (7,10-17)................................ » 69
3.4. L’ultima visione (9,1-10) ................................................. » 71
3.5. Una parola di consolazione (9,11-15) .......................... » 73
4. Conclusione .............................................................................. » 75
Indice 293
Capitolo 5.
AB D IA , «IL REGN O SA RÀ D EL SIGNORE» ................ p. 77
1. Introd u zio n e.............................................................................. » 77
2. Il profeta e il suo libro ........................................................... » 78
3. Il fenomeno dell’in tertestu alità............................................. » 80
4. La storia di Edom ................................................................... » 81
5. Struttura .................................................................................... » 83
6. Osservazioni di carattere esegetico...................................... » 83
6.1. La prima parte (lb-14) ................................................... » 83
6.2. La seconda parte (15-21) ................................................. » 85
7. Conclusione .............................................................................. » 87
Capitolo 6.
GIONA, IL RISENTIM ENTO D ELL’ELETTO ................ » 89
1. Un libro enigmatico ............................................................... » 89
1.1. Il genere letterario ........................................................... » 90
1.2. Per quale motivo è stato scritto il libro di G io n a ? ..... » 91
2. Struttura del racconto e caratteristiche le tte ra rie ............. » 92
3. Analisi del racconto ............................................................... » 94
3.1. La prima parte (cc. 1 - 2 ) ................................................... » 94
3.1.1. La scena iniziale (1,1-3) ........................................ » 94
3.1.2. La seconda scena (1,4-16) .................................... » 96
3.1.3. La terza scena (2,1-11).......................................... » 99
3.1.4. Il pesce ..................................................................... » 101
3.2. La seconda parte (cc. 3 - 4 ) ............................................... » 103
3.2.1. La prima scena (3,1-3) .......................................... » 103
3.2.2. La seconda scena (3,4-10) .................................... » 104
3.2.3. La terza scena (4,1-11).......................................... » 106
4. La teologia del libro nel suo contesto ................................ » 108
Capitolo 7.
M ICHEA, «PIENO DI FO RZA ,
DI SPIRITO D EL SIGNORE, DI GIU STIZIA
E DI CO RA G GIO » ................................................................... » 111
1. Introduzione............................................................................. » 111
2. Mi 6,1-8 nel contesto del lib r o .............................................. » 112
3. Unità e struttura della pericope .......................................... » 113
294 Indice
Capitolo 8.
NAUM, IL CONSOLATORE? ............................................... » 127
1. Introd u zio n e.............................................................................. » 127
2. Alcune chiavi di lettura utili
per la comprensione del libro ............................................... » 129
3. Naum 3 ...................................................................................... » 132
3.1. Na 3,1-7: Ninive ............................................................... » 133
3.2. Na 3,8-12: Tebe ................................................................. » 137
3.3. Na 3,13-19: Ninive ........................................................... » 139
4. Conclusione .............................................................................. » 142
Capitolo 9.
ABACUC, IL PROFETA SENTINELLA ............................ » 143
1. Introd u zio n e.............................................................................. » 143
2. Il libro ........................................................................................ » 145
3. Ab 2,1-4 .................................................................................... » 145
3.1. Il testo ................................................................................ » 146
3.2. Osservazioni di carattere esegetico .............................. » 147
3.3. Cenni sulla rilettura neotestam entaria di Ab 2,4 ....... » 151
4. Abacuc nel Libro dei Dodici ................................................. » 153
5. Conclusione .............................................................................. » 156
Capitolo 10.
SOFONIA, «YHWH PRO TEG G E» ...................................... » 157
1. Il profeta e il suo libro ........................................................... » 157
2. Sof 2,1-4 .................................................................................... » 161
2.1. Delimitazione della pericope ........................................ » 161
2.2. Struttura di Sof 2,1-4 ....................................................... » 163
2.3. Analisi della pericope ..................................................... » 164
3. Conclusione .............................................................................. » 168
Indice 295
Capitolo 11.
AGGEO, IL PROFETA D ELLA RICO STRU ZIO N E ..... p. 171
1. Questioni introduttive ........................................................... » 171
1.1. Il profeta ........................................................................... » 171
1.2. Il contesto storico ............................................................. » 172
1.3. Il libro ............................................................................... » 174
2. La teologia di un’epoca di crisi ............................................ » 179
3. Ricostruzione del tempio e/o della comunità? .................. » 180
4. Un profeta di successo e una profezia sbagliata? ............. » 182
Capitolo 12.
ZA CCA RIA , LA VISIONE D ELLA FINE ........................ » 185
1. Introd u zio n e.............................................................................. » 185
2. Il p ro fe ta .................................... ............................................... » 187
3. L’epoca in cui il libro vide la luce ........................................ » 189
4. Re, Messia e gestione del p o te r e .......... !............................... » 192
4.1. Zc 9,9-10: un re umile e salvato .................................... » 192
4.2. Zc 12,10-14: il tra fitto ....................................................... » 194
4.3. Zc 14,6-9: il Signore regna! ............................................ » 196
5. Conclusione .............................................................................. » 197
Capitolo 13.
M ALACHIA, A N G ELO O M ESSAGGERO? .................... » 199
1. Introduzione.............................................................................. » 199
2. Il libro e la sua s tru ttu ra ......................................................... » 200
3. «È inutile servire Dio» (MI 3,13-21).................................... » 202
3.1. La prima strofa (3,13-15)................................................. » 203
3.2. La seconda strofa (3,16-18) ............................................ » 205
3.3. La terza strofa (3,19-21) ................................................. » 206
4. La fine della collezione (MI 3,22-24) .................................. » 208
5. Osservazioni conclusive ......................................................... » 212
296 Indice
T er za P arte
TEO LO G IA
Capitolo 14.
IL LIBRO D EI D O D ICI ......................................................... p. 215
1. Intro d u zio n e.............................................................................. » 215
2. Una rilettura della storia ....................................................... » 216
3. Il «giorno del Signore» ........................................................... » 219
4. Il problema della violenza ..................................................... » 223
5. Il fenomeno dell’intertestualità ............................................. » 226
6. L’elezione di Israele e le n az io n i.......................................... » 227
7. II ruolo del profeta ................................................................. » 231
8. L’uso liturgico dei D o d ic i....................................................... » 233
8.1.1 Dodici nella liturgia sinagogale .................................. » 234
8.2.1 Dodici nella liturgia cristiana ...................................... » 235
IN D IC E DELLE CITAZIONI
BIBLICHE ED E X T R A B IB L IC H E ...................................... » 269
9 788810 2215491
€ 27,50 (IVAcompresa)