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DI DISCORSI
(Gb 4–27)
«(Gli amici di Giobbe), quanto più si ritengono giusti ai propri
occhi, tanto più divengono duri nei confronti de dolore altrui.
Non sanno trasferire in se stessi le sofferenze dell’altrui
debolezza e aver pietà dell’infermità del prossimo come se fosse
la propria. Ma siccome hanno un alto concetto di se stessi, non
sono affatto capaci di mettersi sul piano degli umili».
MAURICE GILBERT
(La Sapienza del cielo, 65)
DISCORSO DI ELIFAZ (GB 4,1–5,27)
• Prova a ricordare: quale innocente è mai perito
• e quando mai i giusti sono stati sterminati? (Gb 4,7).
• Io invece mi rivolgerei a Dio,
• e a Dio esporrei la mia causa (Gb 5,8).
• Ecco quanto abbiamo osservato: è proprio così.
• Ascolta, quindi, e impara (Gb 5,27).
RISPOSTA DI GIOBBE
(GB 6,1–7,21)
INTRODUZIONE (7,1-6)
PREGHIER
DOMANDA
A
LAMENTO L’esperienza di
IRONIA
Giobbe,
paradigma del
destino
dell’umanità