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I TRE CICLI

DI DISCORSI
(Gb 4–27)
«(Gli amici di Giobbe), quanto più si ritengono giusti ai propri
occhi, tanto più divengono duri nei confronti de dolore altrui.
Non sanno trasferire in se stessi le sofferenze dell’altrui
debolezza e aver pietà dell’infermità del prossimo come se fosse
la propria. Ma siccome hanno un alto concetto di se stessi, non
sono affatto capaci di mettersi sul piano degli umili».

(GREGORIO MAGNO, Moralia in Job, XXVI,VI,16)


L’OBLIQUO PERCORSO DELL’AMICIZIA

1) Gb 4–14: Elifaz, Bildad, Zofar

2) Gb 15–21: Elifaz, Bildad, Zofar

3) Gb 22–27: Elifaz, Bildad


GLI ARGOMENTI TRATTATI DAGLI AMICI

La sorte dei malvagi

La felicità dei giusti

Nessuno è puro davanti a Dio


”Forse c’è soltanto da pensare che questo
dialogo non sia riuscito a convincere i
dialoganti, né gli amici, né Giobbe. E in realtà
fu un dialogo fra sordi”.

MAURICE GILBERT
(La Sapienza del cielo, 65)
DISCORSO DI ELIFAZ (GB 4,1–5,27)
• Prova a ricordare: quale innocente è mai perito
• e quando mai i giusti sono stati sterminati? (Gb 4,7).
• Io invece mi rivolgerei a Dio,
• e a Dio esporrei la mia causa (Gb 5,8).
• Ecco quanto abbiamo osservato: è proprio così.
• Ascolta, quindi, e impara (Gb 5,27).
RISPOSTA DI GIOBBE
(GB 6,1–7,21)
INTRODUZIONE (7,1-6)

• [1] Non ha forse un duro lavoro l’uomo sulla terra


• e i suoi giorni non sono come quelli d’un mercenario?
• [2] Come lo schiavo sospira l’ombra
• e come il mercenario aspetta il suo salario,
• [3] così a me son toccati mesi d’illusione
• e notti di dolore mi sono state assegnate.
• [4] Se mi corico dico: «Quando mi alzerò?».
• Si allungano le ombre e sono stanco di rigirarmi fino all’alba.
• [5] Ricoperta di vermi e croste è la mia carne,
• raggrinzita è la mia pelle e si disfà.
• [6] I miei giorni sono stati più VELOCI d’una spola,
• sono finiti senza speranza.
PRIMA STROFA:
«RICORDATI» (GB 7,7-11)

• [7] RICORDATI che un SOFFIO è la mia vita:


• il mio occhio NON rivedrà più il bene.
• [8] NON mi scorgerà più l’occhio di chi mi vede:
• i tuoi occhi saranno su di me e io più NON sarò. (cf. v. 21)
• [9] Una nube svanisce e se ne va,
• così chi scende agl’inferi più NON risale;
• [10] NON tornerà più nella sua casa,
• mai più lo rivedrà la sua dimora.
• [11] Ma io NON terrò chiusa la mia bocca,
• parlerò nell’angoscia del mio spirito,
• mi lamenterò nell’amarezza del mio cuore!
SECONDA STROFA:
«LASCIAMI» (7,12-16)
• [12] Son io forse il mare oppure un mostro marino,
• perché tu mi metta accanto una guardia?
• [13] Quando io dico: «Il mio giaciglio mi darà sollievo,
• il mio letto allevierà la mia sofferenza»,
• [14] tu allora mi spaventi con sogni
• e con fantasmi tu mi atterrisci.
• [15] PREFERIREI ESSERE SOFFOCATO,
• LA MORTE PIUTTOSTO CHE QUESTI MIEI DOLORI!
• [16] Io mi disfaccio, non vivrò più a lungo.
• LASCIAMI, perché un SOFFIO sono i miei giorni.
TERZA STROFA:
«DIO, GUARDIANO DELL’UOMO» (GB 7,17-21)
• [17] Che è quest’uomo che tu nei fai tanto conto
• e a lui rivolgi la tua attenzione
• [18] e lo SCRUTI ogni mattina
• e ad ogni istante lo metti alla prova? (cf. Sal 8,5)
• [19] Fino a quando da me non toglierai lo sguardo
• e non mi lascerai inghiottire la saliva?
• [20] Se ho peccato, che cosa ti ho fatto,
• O GUARDIANO DELL’UOMO?
• Perché m’hai preso a bersaglio
• e ti son diventato di peso?
• [21] Perché non cancelli il mio peccato
• e non dimentichi la mia iniquità? (cf. Ab 1-3)
• Ben presto giacerò nella POLVERE,
• mi cercherai, ma più NON sarò! (cf. v. 8)
SALMO 8:
LA GLORIA DI DIO E LA DIGNITÀ DELL’UOMO
• 2
O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza,
• 3
con la bocca di bambini e di lattanti:
hai posto una difesa contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
• 4
Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
• 5
che cosa è mai l'uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell'uomo, perché te ne curi?
• 6
Davvero l'hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
• 7
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi:
• 8
tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
• 9
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari.
• 10
O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
I DIALOGHI TRA ABACUC E IL SIGNORE
• Fino a quando, Signore, implorerò aiuto
• e non ascolti,
• a te alzerò il grido: «Violenza!»
• e non salvi?
• Perché mi fai vedere l’iniquità
• e resti spettatore dell’oppressione?
• Ho davanti a me rapina e violenza
• e ci sono liti e si muovono contese (Ab 1,2-3)
GIOBBE 7,7-21

PREGHIER
DOMANDA
A

LAMENTO L’esperienza di
IRONIA
Giobbe,
paradigma del
destino
dell’umanità

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