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«In one sense, but only in one sense, what the serpent said
was true. Man has become like God. But one suspects that
these words in the serpent’s mouth convey one thing and the
same words in God’s mouth say another. The serpent held out
to the couple the prospect that being like God would bring
with it unlimited privileges, unheard-of acquisitions and gifts.»
(V. HAMILTON, The Book of Genesis)
Gn 3,22-24
• v. 22: «Ecco, l’Adamo è diventato come uno di noi per conoscere bene
e male. E ora, per paura che non mandi la sua mano e prenda anche
dall’albero della vita – e potrà vivere per sempre…»
• v. 23: E Yhwh Elohim lo rimandò dal giardino di Eden per lavorare
l’humus da cui era stato preso.
• v. 24: E cacciò l’adamo e appostò a oriente del giardino di Eden i
Kerubîm e la fiamma della spada vorticosa per custodire il cammino
dell’albero della vita.
I due alberi erano legati nell’intreccio:
Liber Floridus
Gn 4,17
E Adamo aveva
conosciuto Eva, la sua
donna, ed ella fu
incinta e generò
Caino e disse: «Ho
acquistato un uomo
con Yhwh».
Abele, hebel
Qo 1,1
«Vanità/fumo/
vapore delle vanità,
dice Qoèlet, vanità
delle vanità: tutto è
vanità»
Gn 4,2-5
2
E Abele fu pastore di bestiame minuto,
mentre Caino era lavoratore dell’humus.
3
Alla fine dei giorni, Caino fece venire
del frutto dell’humus, omaggio per
Yhwh, 4 mentre Abele faceva venire
anch’egli dalle primogenite del suo
bestiame minuto e dal loro grasso; e
Yhwh considerò Abele e il suo omaggio,
5
mentre Caino e il suo omaggio, non (li)
considerò.
Gen 4,3-5
«E Yhwh considerò Abele e il suo omaggio, mentre Caino e il suo
omaggio, non (li) considerò.»
atram-hasis:
«saggio in
abbondanza»,
«saggio in eccesso»
Atrahasis I, 352-359
Non erano ancora trascorsi milleduecento anni
Ma la terra era cresciuta enormemente:
gli uomini erano diventati numerosi.
Mugghiava la terra come un toro!
Dallo strepito (degli uomini) era tormentato il dio.
Enlil udiva il loro vociare.
Si rivolse ai grandi dèi:
«Il vociare dell’umanità
è diventato per me insopportabile:
a causa del loro strepito non riesco più a dormire!
Fate che il morbo dei brividi dilaghi!»
Gilgamesh XI, 20-35
Ea, che sedeva (anche) assieme ad essi,
ripeté le loro parole a una siepe di canne:
— «Siepe! Siepe! Parete! Parete
Siepe, ascolta! Parete, prestami attenzione!
Uomo di Shuruppak, figlio di Ubar-Tutu,
distruggi la tua casa, costruisci una nave,
rinuncia alle ricchezze, ricerca (soltanto) la vita,
se vuoi salvare la tua vita, disprezza i tesori;
imbarca nella nave tutte le specie viventi.
Questa nave che ti devi costruire,
siano (ben) misurate le sue dimensioni
(in modo che) siano corrispondenti la sua larghezza e la sua lunghezza;
ricoprila di un tetto come l’Abisso».
Quando fui (così) informato dissi a Ea, mio signore:
«Signor mio, l’ordine che mi hai dato,
lo rispetterò e l’eseguirò.
(Ma) che cosa risponderò alle domande della città,
Gilgamesh XI, 145-161
«Quando arrivò il settimo giorno,
feci uscire una colomba, che liberai;
la colomba si allontanò e ritornò:
non avendo trovato nessun posto, era ritornata.
Feci allora uscire una rondine, che liberai;
la rondine si allontanò e ritornò:
non avendo trovato alcun posto, era ritornata.
Feci allora uscire un corvo, che liberai;
il corvo si allontanò vedendo che le acque erano defluite,
mangiò, sguazzò, gracchiò e non fece più ritorno.»
Feci un sacrificio, e sistemai un’offerta d’incenso sulla ziggurat della montagna,
disposi sette e sette giare
e, dentro, vi versai canna sacra, cedro e mirto.
Gli dèi sentirono il suo odore,
gli dèi sentirono il suo odore che fu per loro gradito,
Come mosche essi si radunarono attorno a colui
che offriva questo sacrificio.»
Gn 6–9: Ipotesi redazionali