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2 IL QUARANTOTTO IN FRANCIA
I moti del 48 furono anche denominati “primavera dei popoli” e furono causati da
- una crisi economica,
- agricola,
- industriale
- commerciale
che portarono carestie, miseria e molte disoccupazioni.
In Francia con Filippo D’Orleans il corpo elettorale fu ampliato ma il diritto di voto rimane
riservato a chi aveva un alto livello di reddito.
Luigi Filippo si orientò su posizioni conservatrici e i contrasti interni alla monarchia provocarono
instabilità.
Il governo passo così a Guzot (1840), visto come via di mezzo tra l’assolutismo e la democrazia,
anche se respinse ogni richiesta di allargare il suffragio,
quindi i 2 fronti di opposizione si rafforzarono:
- quello moderato chiedeva di ingrandire il corpo elettorale,
- quello più radicale chiedeva il suffragio universale maschile e + diritti civili e sociali.
Anche se nella politica estera venne fatta una politica coloniale in Africa,
il peggioramento della situazione economica portò disagio e scontento e causò la nascita di un
nuovo moto rivoluzionario che la monarchia non riuscì a respingere.
Tutto questo fu dovuto alla questione del suffragio, tanto che questo movimento che partì nel
1847 chiedeva l’estensione del diritto di voto con una serie di “BANCHETTI”: riunioni che erano
l’occasione di fare discussioni pubbliche. In un banchetto di Parigi (22 Febbraio 1848) migliaia di
persone scesero per le strade, intervenne l’esercito che causò la morte di molte persone. A Parigi i
manifestanti fecero barricate e occuparono la città. Nonostante le dimissioni di Guizot e
l’abdicazione del re (24 Febbraio) non arrestarono i moti. I rivoltosi occuparono poi la Camera dei
deputati per far evitare la transizione della monarchia, si formò così un governo provvisorio con a
capo esponenti moderati e socialisti: BLANC e MARTIN.
Il governo provvisorio tenne una politica moderata e venne adottato il tricolore. Vennero poi
istituiti gli ATELIERS NATIONAUX (=Laboratori nazionali) ispirati alle idee di Blanc e viste come
associazioni per assorbire i disoccupati.
In campo fiscale per risanare lo squilibrio finanziario fu deciso un piano di imposte dirette che
colpì anche la piccola nobiltà.
Il 23 Aprile 1848 si fecero le elezioni per L’ASSEMBLEA COSTITUENTE per ristabilire l’assetto
istituzionale della Francia e su 900 deputati, 500 erano di orientamento monarchico. Dopo il voto
ci furono nuovi disordini, dove i socialisti e repubblicani auspicavano che la Francia sostenesse i
moti rivoluzionari europei.
Il 15 maggio venne fatta una manifestazione per ridare forza all’opposizione, che però venne
fermata in quanto i capi vennero arrestati. D’ora in avanti repubblicani moderati e radicali si
divisero e vennero chiusi gli ATELIERS NATIONAUX. Scoppiò un’insurrezione nei quartieri di Parigi,
repressa però nel sangue, e si era stabilito che i moderati avevano avuto la meglio sui radicali e
socialisti.
Mazzini si rifugiò in Svizzera dove fondò la GIOVINE EUROPA (1834) il cui obbiettivo era
l’autodeterminazione delle nazioni, ma anche qui la polizia impedì il compiersi del progetto.
Nel 1839 fonda una SECONDA GIOVINE ITALIA il cui obbiettivo era sempre la creazione di uno
stato repubblicano unitario ma che dava più importanza alle classi popolari: riduzione delle ore di
lavoro e aumento dei salari.
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All’inizio degli anni 40 si diffuse anche l’idea di una MONARCHIA – COSTITUZIONALE, in
alternativa al progetto di Mazzini, senza l’intervento della forza. Questo progetto si basava su 2
punti principali:
- i singoli stati sarebbero diventati monarchie costituzionali
- la formazione di un organo centrale che rappresentava i parlamenti regionali e un vertice
istituzionale di coordinamento religioso
Questo progetto venne definito moderato e ebbe anche un forte consenso da tutti i ceti. Il
principale esponente fu GIOBERTI (1843): che
- propose un’unione confederale tra gli stati italiani controllata dal Papa, infatti Gioberti
cercava di unire la religione cattolica con le posizioni liberali, il progetto quindi prevedeva
un accordo tra i sovrani con la formazione di un assetto confederativo dove i massimi
esponenti erano la chiesa e il regno di Sardegna, l’unico a dare un sostegno militare.
Questo progetto fu definito NEOGUELFO
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- Si sviluppo anche un versante NEOGHIBELLINO con CESARE BALDO (1844) che affrontò il
problema della liberazione dell’Italia dall’Austria, Balbo dava importanza al regno di
Sardegna che avrebbe potuto conquistare tutta l’Italia Settentrionale
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- D’AZEGLIO (1846) vedeva come unica cosa possibile un programma di riforme che
potessero liberare la nazione italiana.
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- CATTANEO (1839) puntava su un’Italia repubblicana ma su base federale, venne così
esposto un progetto incentrato sullo sviluppo economico, scientifico e sul progresso della
società
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- FERRARI era contro le proposte moderate e mazziniane, propose un moto di dimensioni
europee che avrebbe portato alla liberazione della Penisola e lo sviluppo di una repubblica
federale
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- La proposta NEOGUELFA si rafforzò quando diventò papa PIO IX (1846) che divenne l’icona
del liberalismo ipotizzato da Gioberti. Il papa ebbe un indirizzo riformista:
- concesse la formazione di una consulta di Stato
- attenua la censura sulla stampa.
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Dal 1847, i Sovrani si videro costretti a varare un programma di riforme simile a quello attuato dal
papa:
- Il Granduca Leopoldo II attenuò la censura e instituì la guardia civica
- Carlo Alberto, agì allo stesso modo nel Regno di Sardegna e licenziò il Ministro degli Esteri
Nel Novembre 1847, PIO IX, LEOPOLDO e CARLO ALBERTO istituirono la LEGA DOGANALE
ITALIANA con l’istituzione di un'unica tariffa doganale, anche se di per sé la lega rimase solo un
progetto.
- Nel Regno delle due Sicilie, Ferdinando II mantenne il duro regime censorio
Quasi tutti i sovrani avevano quindi fatto delle riforme, tuttavia tra il 1848 e il 1849, l’Italia fu
teatro di numerosi moti per ottenere le COSTITUZIONI LIBERALI e per avviare il processo di
UNIFICAZIONE NAZIONALE.
Tuttavia nei centri urbani e nelle zone rurali si creò un generale fermento politico, nacque così un
movimento che aveva l’obbiettivo di porre fine alla dominazione austriaca in Italia per far poi
avvenire il processo di Unificazione nazionale.
A Milano era nato lo “Sciopero del Fumo” nella quale non si consumavano più sigari che
aumentavano le entrate economiche austriache. Il 22 Febbraio il governo di Vienna varò un
provvedimento che limita le aspirazioni di libertà dei milanesi che il 18 Marzo guidati da
Cernuschi, diedero inizio ad una rivolta dove conquistarono la città di Milano nelle cosiddette “5
giornate di Milano” e il generale austriaco RADETZKY e gli austriaci si ritirarono,
In quei giorni anche Venezia insorse vs la presenza austriaca. Il 17 marzo i manifestanti liberarono
Manin e Tommaseo, ovvero i principali esponenti del movimento liberale, inoltre Manin divenne
leader della rivoluzione cittadina costringendo gli austriaci alla ritirata. Il 23 Marzo si instaurò un
governo provvisorio, con a capo Manin, e venne fondata LA REPUBBLICA VENETA.
L’intervento piemontese generò un grande entusiasmo anche negli altri stati italiani, infatti tutti i
sovrani della penisola si vedono costretti a partecipare a questa guerra Italia vs Austria chiamata
“PRIMA GUERRA D’INDIPENDENZA”.
Ferdinando II e Pio IX inviarono due divisioni e Leopoldo II mandò battaglioni di soldati e studenti
universitari volontari che si distinsero per la conquista di Goito (29 Maggio).
Avvennero tuttavia successi effimeri/temporanei, che portò ad uno scarso entusiasmo tra i
sovrani, infatti Pio IX richiamò le proprie truppe. Il governo di Torino viene così lasciato solo dagli
altri stati della penisola e dovette affrontare una politica di espansione nelle regioni liberate dagli
austriaci.
Il 12 Maggio il movimento moderato milanese e emanò un decreto per il plebiscito sulla fusione
delle province lombarde con il regno di Sardegna, lo stesso avvenne anche a Venezia il 13 Giugno
che venne annesso al Regno di Sardegna.
Così Carlo Alberto si trovò a capo di tutti i territori dell’Italia Settentrionale ma l’esercito
Austriaco dopo aver ripreso Vicenza e le province venete, nella battaglia a Custoza, il 23 e 27
Luglio l’esercito piemontese vene sconfitto definitivamente dagli austriaci che rientrarono a
Milano.
Negli altri stati della penisola tornò l’opzione democratica che mirava ad una soluzione
repubblicana, i democratici ebbero numerosi consensi.
Quindici giorni dopo, il granduca manda un corpo di spedizione austriaca verso la toscana,
così Leopoldo II
riprese il potere,
chiude il parlamento
tolse lo statuto concesso un anno prima.
- Nello Stato della chiesa, il papa affidò il governo a MAMIANI costretto a dimettersi di
fronte all’opposizione conservatrice.
A Settembre del 1848, papa Pio IX chiamò ROSSI, che avviò una politica di pacificazione
sociale e non volle sapere nulla dei conflitti tra Italia ed Austria. Il 15 Novembre Rossi fu
ucciso da un gruppo di ex volontari.
A causa dell’aumentare delle numerose manifestazioni popolari, il papa andò a Gaeta
L’assemblea romana dichiarò decaduto il potere temporale del papa e il 9 FEBBRAIO 1849
la nascita della REPUBBLICA ROMANA. Questo governo democratico:
tolse il controllo dei vescovi sull’istruzione,
viene soppresso il Santo Uffizio
avviene l’incameramento dei beni ecclesiastici.
Giunse poi GIUSEPPE MAZZINI, nella quale i democratici vedono l’unica possibilità che
dalla repubblica romana nacque la nazione italiana. Allora molti volontari andarono a
difendere la città tra cui GIUSEPPE GARIBALDI e GOFFREDO MAMELI.
- Pio IX voleva però tornare e chiese aiuto alle potenze europee, allora la Francia per volontà
di LUIGI BONAPARTE vennero inviati reparti militari per il ripristino del potere papale (24
APRILE 1849) Garibaldi, riuscì a sconfiggere i francesi alle porte di San Pancrazio (30 aprile)
tuttavia l’assemblea costituente non potè far nulla vs la COALIZIONE FORMATA TRA
FRANCIA, AUSTRIA, SPAGNA, REGNO DELLE 2 SICILIE, e così i Francesi occuparono Roma il
4 Luglio. Così il potere del papa venne ripristinato e anche la repubblica veneta dopo essersi
difesa dagli austriaci venne capitolata (AGOSTO 1849)
- L’unico punto di riferimento per i liberali era il Piemonte, dove Carlo Alberto aveva posto
un governo moderato, guidato da Alfieri che non riuscì a neutralizzare le proteste dei
democratici, Carlo Alberto fu costretto (16 DICEMBRE 1848) a nominare un nuovo
governo con a capo Gioberti che manifestò subito il suo programma federale a costo di
intervenire militarmente vs i governi repubblicani di Roma e Firenze, e per questo fu
costretto a dimettersi.
L’unica soluzione per Carlo Alberto era quello di creare un Governo militare rimuovendo
l’armistizio con l’Austria e riprendendo le ostilità in cerca di successo.
Le operazioni militari ebbero esito negativo (a Novara) e Carlo Alberto abdicò a favore del
figlio VITORIO EMANUELE II (23 Marzo) che ottenne un nuovo armistizio con l’Austria.
Tuttavia la camera dei deputati rifiutò l’armistizio, allora il nuovo re sciolse la camera e
impose che se non fossero stati eletti dei moderati, numerose garanzie non verranno più
rispettate, il 9 DICEMBRE 1849 il sovrano riuscì ad ottenere una nuova camera moderale
che accettò l’armistizio e venne lasciato lo statuto Albertino. La possibilità di molti patrioti
di rifugiarsi in Piemonte, il mantenimento della Costituzione, fecero il regno di Vittorio
Emanuele II, il polo di riferimento politico per quanti volevano lottare per la libertà e
l’indipendenza della nazione.